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Chi è contro i tagli difende solo la casta - Il Giullare

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Alessio Bartolomei<br />

Coordinatore provinciale Fli<br />

Faccia a faccia tra Bartolomei e Fratoni<br />

A<strong>è</strong><br />

il sostenitore più convinto del<strong>la</strong> totale abolizione<br />

lessio Bartolomei, 42 anni, consigliere<br />

comunale al comune di Pistoia e coordinatore<br />

provinciale di Futuro e Libertà,<br />

delle Province. “Vanno <strong>tagli</strong>ate tutte. Ormai sono<br />

enti superati con funzioni residuali che possono essere<br />

trasferite ai Comuni capoluogo e alle Regioni,<br />

con reintegro anche del personale. <strong>Il</strong> risparmio sarebbe<br />

veramente consistente e non <strong>solo</strong> limitato<br />

agli stipendi di presidenti, assessori e amministratori<br />

che si aggirerebbe intorno 200/250 milioni di euro.<br />

Si recuperebbero fondi importanti soprattutto sulle<br />

utenze, ad esempio bollette, riscaldamento e anche<br />

gli edifici di proprietà del<strong>la</strong> Provincia andrebbero a<br />

favore di un patrimonio pubblico che potrebbe essere<br />

utilizzato per molti altri obiettivi. In questo modo il<br />

risparmio sarebbe molto più alto, addirittura di circa<br />

4 miliardi di euro”. L’idea di Bartolomei <strong>è</strong> ancora più<br />

netta: “Andrebbero accorpati anche i piccoli Comuni<br />

e dovremmo valutare, inoltre, i poteri delle Regioni.<br />

In un’ epoca moderna, con gli strumenti tecnologici<br />

che abbiamo a disposizione, non serve più avere <strong>la</strong><br />

sede del Comune accanto a casa. E guardando in<br />

faccia al<strong>la</strong> realtà con l’esigenza di <strong>tagli</strong>are i costi degli<br />

enti locali, questo sarebbe il passo da fare. Non ero<br />

Andrea Spadoni<br />

foto di Cristiano Bianchi<br />

“Aboliamo subito<br />

tutte le Province”<br />

d’accordo con <strong>la</strong> precedente legge inserita nel<strong>la</strong> manovra<br />

che prevedeva l’abolizione di alcune province e<br />

//LE PRoVInCE Sono EnTI SU-<br />

PERATI E, SE SI FACESSE Un<br />

SonDAGGIo TRA I CITTADInI, SI-<br />

CURAMEnTE AnChE LoRo SA-<br />

REBBERo PER ABoLIRLE TUTTE.<br />

In Un MoMEnTo CoSì CRITICo,<br />

nEL qUALE DIVEnTA nECES-<br />

SARIo TAGLIARE I CoSTI DELLA<br />

PoLITICA, ChI LE DIFEnDE, VUoL<br />

DIRE ChE hA PERSo IL Con-<br />

TATTo Con LA REALTà E VUoLE<br />

MAnTEnERE LA “CASTA”<br />

non di tutte. Non avrei mai accettato di vedere Pistoia<br />

accorpata, da esempio, con Prato. Quello che mi<br />

viene da suggerire ai nostri politici <strong>è</strong> che questa legge<br />

costituzionale che andrà ad abolire tali enti locali, dovrebbe<br />

essere fatta specifica, perché inserendo<strong>la</strong> nel<br />

Decreto legge che prevede anche altri profondi cambiamenti<br />

dell’assetto del nostro stato, si rischia di allungare<br />

i tempi e non centrare l’obiettivo”. Ci sono<br />

però partiti politici nazionali, Pd e Lega in partico<strong>la</strong>re,<br />

che difendono questa delocalizzazione del potere:<br />

“<strong>Chi</strong> <strong>è</strong> contrario a questo punto del<strong>la</strong> manovra, vuole<br />

<strong>solo</strong> <strong>difende</strong>re il proprio potere e ha perso il contatto<br />

con i cittadini. Se si facesse un sondaggio tra <strong>la</strong> gente,<br />

<strong>la</strong> stragrande maggioranza sarebbe d’accordo sul<br />

fatto che le Province sono enti superati e vanno abolite.<br />

Quello che chiedono le persone <strong>è</strong> di abbattere<br />

quel<strong>la</strong> che viene definita “<strong>la</strong> <strong>casta</strong>” con i re<strong>la</strong>tivi benefici<br />

di cui godono coloro che ne fanno parte. Bene:<br />

iniziamo a diminuire le poltrone”.<br />

“Questa manovra<br />

<strong>è</strong> <strong>solo</strong> un pasticcio”<br />

manovra pasticciata e iniqua, quel<strong>la</strong><br />

approvata dal consiglio dei ministri, che<br />

“Una<br />

ancora aspetta il passaggio par<strong>la</strong>mentare,<br />

e che sta solleva forti perplessità e malcontento<br />

generale. Se <strong>è</strong> vero che l’Italia attraversa un periodo<br />

estremamente complesso ed <strong>è</strong> necessario un richiamo<br />

al senso di responsabilità generale del paese,<br />

non possiamo accettare che ogni giorno si metta<br />

mano al<strong>la</strong> nostra carta costituzionale, con provvedimenti<br />

spesso demagogici e approssimativi. Non <strong>è</strong><br />

un caso che lo stesso Presidente Napolitano abbia<br />

rivolto un esplicito richiamo al governo, sollecitando<br />

minore improvvisazione e soprattutto maggior rispetto<br />

dei principi espressi dal<strong>la</strong> Costituzione. L’ondata di<br />

antipolitica di<strong>la</strong>gante e i continui attacchi al<strong>la</strong> istituzioni<br />

rischiano di mettere a repen<strong>tagli</strong>o <strong>la</strong> nostra democrazia.<br />

Le misure indicate nel<strong>la</strong> nuova manovra si abbattono<br />

pesantemente sugli enti locali, già gravati dal<strong>la</strong><br />

precedente finanziaria di luglio e vinco<strong>la</strong>ti dal rispetto<br />

del patto di stabilità, mettendo a rischio i servizi essenziali<br />

al<strong>la</strong> comunità e sgreto<strong>la</strong>ndo quel modello di<br />

welfare, sul quale il nostro paese si <strong>è</strong> costruito. Gli<br />

enti saranno costretti a diminuire i servizi e aumentare<br />

tasse e tariffe e, come sempre, saranno le fasce più<br />

deboli del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione a sentirne le conseguenze.<br />

In sostanza, si continua a chiedere soldi a chi ha sempre<br />

pagato, si colpiscono i redditi e si indeboliscono i<br />

consumi, si incide sui rapporti <strong>la</strong>vorativi e sul precariato,<br />

senza realizzare una effettiva stretta sul<strong>la</strong> evasione<br />

fiscale. Non <strong>solo</strong>, <strong>la</strong> manovra manca di interventi volti<br />

al<strong>la</strong> crescita e allo sviluppo del paese, all’innovazione<br />

ed al<strong>la</strong> ricerca, che possono nuovamente rendere il<br />

nostro paese competitivo sul mercato globale. In<br />

merito al<strong>la</strong> abolizione delle province, con il ddl approvato<br />

in consiglio dei ministri <strong>è</strong> difficile adesso fare<br />

previsioni, visto che il disegno di legge costituzionale<br />

comporta un doppio passaggio sia in Camera che in<br />

Senato. Certo <strong>è</strong> che in un momento di grande incertezza<br />

del paese, si mette mano ad una riorganizzazione<br />

dell’apparato amministrativo e si elimina un livello<br />

P6/provincia si o no? P7/provincia si o no?<br />

Federica Fratoni<br />

Presidente Provincia di Pistoia<br />

di democrazia, senza riuscire a quantificarne l’effettivo<br />

risparmio e generando un’incertezza nell’erogazione<br />

dei servizi. <strong>Il</strong> ddl prevede al posto delle province<br />

<strong>la</strong> nascita dell’unione dei comuni, ovvero ulteriori livelli<br />

sovra comunali, anch’essi non privi di costi, insieme<br />

alle spese che si renderanno necessarie al passaggio<br />

di funzioni, di risorse umane e finanziarie dagli<br />

enti soppressi ai nuovi destinatari. Se <strong>è</strong> vero che di<br />

una riorganizzazione c’<strong>è</strong> bisogno, che punta ad una<br />

maggiore razionalizzazione ed efficienza dell’intero sistema<br />

amministrativo, occorre fare attenzione a non<br />

far passare come <strong>tagli</strong>o ai costi del<strong>la</strong> politica, il <strong>tagli</strong>o<br />

al<strong>la</strong> rappresentanza. Al<strong>la</strong> fine si arriverà al paradosso<br />

che in Toscana, al posto delle attuali 10 province, nasceranno<br />

50 unioni di comuni, a discapito delle realtà<br />

più piccole, che incontreranno maggiori difficoltà a far<br />

valere i propri bisogni, trovandosi di fronte a più interlocutori<br />

diversi e senza un soggetto unico, capace di<br />

compensare interessi e bisogni espressi dal territorio.<br />

Senza considerare <strong>la</strong> dispersione di tutto un patrimonio<br />

legato all’identità del territorio e al<strong>la</strong> sua storia”.<br />

//Con qUESTA MAnoVRA, GLI<br />

EnTI SARAnno CoSTRETTI A DI-<br />

MInUIRE I SERVIzI E AUMEnTARE<br />

TASSE E TARIFFE. CoME SEMPRE<br />

SARAnno LE FASCE PIU’ DEBoLI<br />

DELLA PoPoLAzIonE A RISEn-<br />

TIRnE. PoI SI InCIDE SUL RAP-<br />

PoRTo LAVoRATIVo E SUL PRE-<br />

CARIATo, non SULL’EVASIonE

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