Numero 4 â Novembre 2009 - Il Giullare
Numero 4 â Novembre 2009 - Il Giullare
Numero 4 â Novembre 2009 - Il Giullare
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Mensile di Approfondimento della Valdinievole a Diffusione Gratuita<br />
Anno 0 - <strong>Numero</strong> 4 - <strong>Novembre</strong> <strong>2009</strong><br />
Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/<strong>2009</strong> del 14 maggio <strong>2009</strong><br />
Un trans<br />
che si chiama<br />
Desiderio<br />
CLAMOROSA CONFESSIONE DI UN GIOVANE<br />
“Ho amato una transessuale, ma mi ha tradito”
2<br />
fotografate e fotografatevi<br />
Le tre immagini che<br />
pubblichiamo ritraggono<br />
scatti realizzati dalla<br />
nostra lettrice a Viareggio<br />
e nella zona del Chianti<br />
che testimoniano il suo<br />
amore per la Toscana<br />
Foto di Daniela Pasquetti<br />
Diventate fotografi con “<strong>Il</strong> GIullare”. Inviateci le immagini che più vi piacciono, che vi hanno emozionato, che raccontano la vostra terra o la vostra vita.<br />
Ogni mese il miglior scatto, selezionato dalla redazione, sarà pubblicato sul nostro mensile. Tutte le altre fotografie che ricevermo compariranno sul<br />
sito www.ilgiullare.com. Inviate il materiale fotografico all’indirizzo di posta elettronica: foto@ilgiullare.com.<br />
Non saranno pubblicate immagini che non riportano il nome dell’autore. A fine anno sarà organizzata una mostra con i migliori scatti.<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Andrea Spadoni<br />
REDAZIONE<br />
Roberto Grazzini<br />
Chiara Cavalli<br />
Carlo Taddei<br />
Benedetti Lotti<br />
Diletta Severi<br />
Thomas Buonanno<br />
HANNO COLLABORATO<br />
Rocky Rossini<br />
Elisabetta Rossi<br />
Jacqueline Monica Magi<br />
Lorenzo Benedetti<br />
Simeone Clamori<br />
FOTOGRAFIA<br />
Cristiano Bianchi<br />
GRAFICA E IMPAGINAZIONE<br />
Eva Bugiani<br />
STAMPA<br />
Tipografia “<strong>Il</strong> Bandino”<br />
Bagno a Ripoli (Firenze)<br />
SOCIETÀ EDITRICE<br />
Renovazio srl<br />
Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/<strong>2009</strong> del 14 maggio <strong>2009</strong><br />
Sede de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” via Camporcioni est, 2<br />
tel. 0572.386478<br />
email: info@ilgiullare.com<br />
“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” è visibile anche online all’indirizzo www.ilgiullare.com<br />
Cerca “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” su Facebook<br />
“SMS” è lo spazio che “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” vi regala ogni mese per fare<br />
gli auguri a chi volete voi per qualsiasi ricorrenza o festività.<br />
Scrivete un sms al numero 346.346.346.6 e immediatamente<br />
sarà pubblicato sul nostro sito.<br />
I più simpatici e originali saranno pubblicati ogni mese<br />
in una bacheca su “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”.<br />
Sbizzarritevi, qualcuno aspetta gli auguri da voi!
SOMMARIO<br />
Transmania<br />
Confesso che dopo il caso di<br />
Lapo Elkann, ormai qualche anno<br />
fa, avevo pensato di scriverci<br />
un libro. Ero stato lungimirante?<br />
Sicuramente la mia opera oggi<br />
avrebbe fruttato un po’ di soldi<br />
e qualche ospitata televisiva,<br />
più di quante te ne garantisce<br />
una partecipazione al Grande<br />
Fratello. I (le) Trans, un termine<br />
che oggi tutti masticano come<br />
una caramella in una sorta di<br />
transmania, ma che in fondo nasconde<br />
sempre un po’ di fascino<br />
e mistero. Cosa sono? Uomini?<br />
Donne? Prostitute? Clown?<br />
Fatto sta che piacciono, attirano<br />
uomini. Piacciono a tal punto,<br />
che dopo Lapo, tra quelli che<br />
sono finiti sulle pagine dei giornali,<br />
sono caduti nella stessa trappola<br />
anche Ronaldo (vi ricordate?) e<br />
per ultimo l’ex governatore del<br />
Lazio Piero Marrazzo. E, mentre<br />
la gente quasi si schifa a parlarne<br />
e li giudica, la stessa gente affolla<br />
i loro appartamentini, spesso<br />
lontani dai centri delle città anche<br />
in Valdinievole, in cerca - dicono<br />
- di trasgressione. Per questo<br />
abbiamo deciso di raccontare le<br />
loro storie sulle pagine del giornale.<br />
Ma non abbiamo capito una<br />
cosa: perché piacciono? Divertitevi<br />
a scoprirlo su “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”.<br />
IL DIRETTORE<br />
Andrea Spadoni<br />
4 21 sotto il trans<br />
il ricordo<br />
22<br />
7 musica<br />
dialoghi<br />
23<br />
8 turismo<br />
24<br />
hi-tech<br />
giramondo<br />
9 l’idea<br />
25<br />
10 26<br />
uomini di successo<br />
ambiente<br />
malesseri<br />
12 l’accento 28<br />
27ai<br />
spic inglisc<br />
piatto ricco<br />
13 voi come noi 29 il locale<br />
14 intervistate il<br />
vostro sindaco<br />
31<br />
16<br />
piccoli campioni<br />
fenomeni<br />
32<br />
18<br />
la bizona<br />
talenti 32 il giullare dell’anno<br />
20 lavori sporchi<br />
30 nightlife - com’era<br />
35 l’agenda<br />
il giullare<br />
dell’anno<br />
venerdi 18 dicembre<br />
ore 20.30 - Fattoria Medicea, via Cesare Battisti, 1293 - Monsummano Terme<br />
CENA DI BENEFICENZA A FAVORE DELLE ASSOCIAZIONI DELLA VALDINIEVOLE<br />
Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0572.386198 oppure:<br />
Gambrinus BAR - Montecatini Terme 0572.71725<br />
Ristorante La Favola Mia - Chiesina Uzzanese 0572.480168<br />
Associazione Gruppo Valdinievole - Ponte Buggianese 0572. 930073
4<br />
sotto il trans<br />
“Ho amato una trans,<br />
ma lei voleva solo soldi”<br />
HServizio di<br />
Andrea Spadoni<br />
o amato una transessuale, ma lui mi ha lasciato perché<br />
forse voleva solo sfruttarmi per avere soldi”. <strong>Il</strong><br />
racconto è sentito e sincero e la storia è quella di un<br />
ragazzo di 30 anni che vive in un paese della Valdinievole<br />
che noi non specifichiamo su sua espressa<br />
richiesta, come utilizzeremo un nome di fantasia in<br />
questa intervista per fare in modo che non sia riconoscibile.<br />
Lo chiameremo Loris.<br />
“La storia risale a due anni fa, l’avevo conosciuta in<br />
un locale a Torre del Lago che io spesso frequentavo.<br />
Era bellissima fisicamente, questo mi ha attirato<br />
all’inizio, come accade quando vedi una donna. Ma<br />
non siamo ipocriti, l’avevo visto che era una transessuale,<br />
si capisce al volo”. Loris lo abbiamo contattato<br />
e non si è trattenuto nel raccontare anche i particolari<br />
di questo amore “diverso”, anche se lui non ama<br />
chiamarlo così.<br />
Dopo il caso Marrazzo, in Italia non si fa altro<br />
che parlare di transessuali, come se non fossero<br />
mai esistiti...<br />
“Infatti. Avendo frequentato una transessuale per sei<br />
mesi, ho conosciuto quasi tutto di quell’ambiente<br />
e sai quanti uomini, di qualsiasi età, ceto sociale,<br />
categoria professionale, con moglie e figli, hanno<br />
rapporti sessuali con loro?”.<br />
Ecco, proprio questo. Perché un ragazzo, anche<br />
di bell’aspetto o un uomo con famiglia può<br />
essere attratto da loro?<br />
“Perché le transessuali sono più spudorate nel<br />
sesso, ti soddisfano di più rispetto a una donna.<br />
Conoscono sia l’aspetto maschile che quello<br />
femminile”.<br />
Molti sono anche attivi, quindi chi li frequenta è<br />
gay oppure ha una omosessualità repressa?<br />
“Qui c’è da fare una distinzione. Le transessuali che<br />
vogliono diventare donne prendono ormoni e non<br />
possono fare sesso attivo. Molti di loro sono uomini<br />
travestiti che vengono in Italia solo per lavorare<br />
(per fare le prostitute), poi quando tornano nel loro<br />
paese, si tolgono gli abiti e fanno gli uomini. Io, ad<br />
esempio, non sono gay, ma se dovessi scegliere<br />
tra una donna e una trans, sceglierei la trans”.<br />
E’ una prostituta anche la tua ex fidanzata?<br />
Come facevi ad accettarlo?<br />
“E’ stato un problema, ma non solo quello. E’ tossicodipendente<br />
e quando stavamo insieme, le<br />
dicevo sempre di farla finita con quella roba. Le<br />
avevo detto: se vieni a vivere a casa mia smetti e<br />
stiamo insieme, invece niente. Finché ci frequentavamo<br />
faceva finta di aver smesso con la droga,<br />
però mi chiedeva soldi in continuazione. Quando<br />
le ho detto che non ne avevo più, mi ha lasciato ed<br />
è scomparsa”.<br />
Hai frequentato altre transessuali?<br />
“Si, solo prostitute. Vado spesso a Migliarino, ma<br />
non avrò mai più una storia sentimentale. Quasi<br />
tutte si drogano e fanno una vita terribile, non posso<br />
accettarlo”.
5<br />
sotto il trans<br />
“C’è paura<br />
dopo la morte<br />
di Brenda”<br />
Su questo numero mi sarebbe piaciuto poter intervitstare<br />
una transessuale che pubblicamente<br />
avesse raccontato la sua vita, i suoi vizi, le sue<br />
qualità e qualche segreto. Ci abbiamo provato,<br />
ma in una realtà provinciale come la nostra, d’altronde,<br />
è difficile trovare il coraggio di mettersi a<br />
nudo di fronte a un pubblico. Comunque non ci<br />
siamo fermati. Di transessuali ne abbiamo contattati<br />
molti e alcuni anche incontrati di persona. La<br />
ricerca è semplicissima: basta avere internet. Ci<br />
sono tantissimi siti internet di annunci dove viene<br />
specificata la categoria “trans”, con suddivisione<br />
per province e città. Qual’è il particolare che balza<br />
subito agli occhi? Montecatini (pur essendo una<br />
cittadina di poco più di 20 mila abitanti) è una delle<br />
località tra le più gettonate e dove compaiono numerosi<br />
annunci di transessuali con foto (anche hot)<br />
e numero di telefono. <strong>Il</strong> sito di maggiori riferimento<br />
attualmente è www.piccoletrasgressioni.it,<br />
dove esiste anche una costola con indirizzo www.<br />
pistoiatrasgressiva.it. Le immagini che vedete<br />
pubblicate infatti sono state riprese dal sito internet<br />
sopra citato. <strong>Il</strong> nostro viaggio nel mondo<br />
delle transessuali della Valdinievole è proseguito<br />
e in forma anonima riportiamo alcune dichiarazioni<br />
raccolte. Chi sono? Chi sono i loro clienti?<br />
Quanto guadagnano? Spesso restano nelle città<br />
poche settimane e poi cambiano. “Amore, per<br />
una notte di sesso prendo cento euro e lavoro<br />
tutti i giorni, di più non posso dirti”. Io, però,<br />
l’avevo cercata per un’intervista, qundo gliel’ho<br />
detto una seconda volta, questa è stata la risposta.<br />
“Non avrei problemi a raccontarti la mia<br />
vita, ma ora che è morta Brenda ho paura di dire<br />
qualcosa di sbagliato che potrebbe far innervosire<br />
i miei clienti”. Chi sono? “Mai ti farei i nomi,<br />
questa è la prima regola per chi fa il nostro lavoro.<br />
Lo stesso vale anche per le donne prostitute”.<br />
Sono importanti? Professionisti? Politici?<br />
Artisti? “Di tutti i tipi. Posso dirti che in passato<br />
ho frequentato un uomo che aveva a che fare<br />
con la politica. Veniva spesso da me e mi ha anche<br />
aiutato con i documenti. Poi un calciatore,<br />
non so di quale squadra. Un particolare? Quasi<br />
tutti sono padri di famiglia, i giovani vengono<br />
qualche volta solo per divertirsi”.<br />
di Elisabetta Rossi<br />
Psicologa e<br />
Psicoterapeuta<br />
Trasgressione<br />
o omosessualità?<br />
È vero che la maggior parte degli<br />
uomini che intrattengono relazioni<br />
più o meno occasionali con le transessuali<br />
sono sposati, benestanti e<br />
spesso con prole, ma soprattutto,<br />
tralasciando l’imbarazzante caso<br />
del quasi ex governatore del Lazio,<br />
ci chiediamo che cosa trovano gli<br />
uomini nelle prostitute transessuali<br />
che le loro mogli, o amanti, non gli<br />
danno? Spesso solo una notte di<br />
evasione dalla monotonia sessuale,<br />
magari condita di cocaina o di ecstasy,<br />
come emerge ormai da molte<br />
indagini di polizia,spesso gli uomini<br />
sembrano averne bisogno per parlare<br />
dei loro problemi, in famiglia o<br />
sul lavoro. Certo pagano, ma sembra<br />
che nessuno sappia ascoltarli<br />
come fanno le trans. La questione,<br />
certamente, è anche culturale. Sono<br />
storie forti, dove risposte preconfezionate<br />
non ce ne sono. Ogni caso<br />
è a se stante, ogni generalizzazione,<br />
specie quando si parla della sfera<br />
intima delle persone, risulta banale e<br />
poco corretta. Una teoria parecchio<br />
accreditata e che, probabilmente, ha<br />
in sè un fondo di verità spiegherebbe<br />
il fenomeno del ricorso alle trans<br />
con il problema dell’omosessualità<br />
irrisolta. In altre parole, gli uomini in<br />
questione sceglierebbero di andare<br />
con i trans perché, non riuscendo<br />
neanche con sè stessi ad accettare<br />
il proprio orientamento sessuale<br />
omo, troverebbero nel trans quello<br />
che li attira ma con un’apparente<br />
effigie femminile. La trasgressione<br />
non è andare con un uomo che<br />
somiglia esteriormente ad una donna<br />
e che ti tranquillizza perché non<br />
sembra neanche a te un uomo. La<br />
vera trasgressione non è cercare in<br />
un surrogato di donna quello che<br />
una donna non ti potrà mai offrire. E,<br />
soprattutto, probabilmente la vera<br />
trasgressione è avere il coraggio di<br />
vivere fino in fondo la propria dimensione<br />
anche in un ambito personalissimo<br />
e assolutamente privato<br />
come quello della sessualità.
“Libertà sessuale,<br />
ma non mentite”<br />
L’<br />
di Jacqueline Monica Magi<br />
etica questa sconosciuta. Si sente parlare<br />
ultimamente di scandali, fatti “a luci rosse”<br />
che coinvolgono politici. Niente di nuovo<br />
sotto il cielo. Un interessante libro di Roberto<br />
Gervaso dal titolo “Amanti” ripercorreva,<br />
poco tempo fa, il ruolo avuto nella storia da<br />
queste figure di donne. <strong>Il</strong> fatto che sia cambiato<br />
il sesso dell’amante di turno non sposta<br />
il problema, amanti donne, uomini, trans<br />
nulla cambia in ordine al tema che vogliamo<br />
affrontare: l’etica, ed in particolare l’etica dei<br />
sentimenti.<br />
Non so se troverete altrove questo termine,<br />
non lo so perché so per certo che è il termine<br />
usato da Daniela Toschi, costrittrice con me<br />
e Marina Cirese del libro “Giudicare la vita”,<br />
edito Marco del Bucchia 2008, per definire il<br />
messaggio che cerco di trasmettere nel pur<br />
breve ma intenso racconto dal titolo “Angela”.<br />
Angela è una donna contemporanea, con<br />
un lavoro impegnativo, che si trova a convivere<br />
con la solitudine in campo sentimentale,<br />
ma non tanto la solitudine in sé le pesa o<br />
il suo aspetto sociale e sessuale, quanto il<br />
suo aspetto etico. Ciò che la cruccia è che<br />
gli uomini che incontra, diversi e con vite fra<br />
loro differenti, tutti acculturati e<br />
con buona posizione sociale, non<br />
riescono ad essere in alcun modo<br />
responsabili dei propri sentimenti.<br />
Dei loro sentimenti, sensazioni e<br />
affetti ne hanno o paura o mancanza<br />
di consapevolezza. Ignorano<br />
i sentimenti altrui. Ignorano gli<br />
effetti dei propri comportamenti sui<br />
sentimenti altrui. Semplicemente<br />
non si pongono il problema!<br />
Uno dei mascherati protagonisti<br />
del racconto, dopo averlo letto, mi<br />
ha ringraziato per avergli aperto gli<br />
occhi su un mondo che non aveva<br />
considerato: la sensibilità femminile.<br />
Conoscere i propri sentimenti e<br />
quelli altrui e le reazioni che il proprio<br />
comportamento può provocare<br />
negli altri porta alla responsabilità<br />
delle proprie azioni, a sapere<br />
chi è<br />
Siamo onorati<br />
di inaugurare<br />
questo spazio<br />
di riflessione che<br />
ogni mese sarà curato<br />
da Jacqueline Monica<br />
Magi, 48 anni, professionista<br />
eclettica, divisa tra la<br />
giustizia, l’arte e la scrittura.<br />
Jacqueline Monica Magi vive a<br />
Montecatini, attualmente è giudice<br />
del lavoro al tribunale di Livorno,<br />
dopo tanti anni di incarico come<br />
sostituto procuratore della repubblica<br />
a Pistoia. Molte le indagini dove si è<br />
messa in luce come magristrato, tra le<br />
quali quella delle morti per amianto alla<br />
Breda. Insegnante di criminologia e diritto<br />
penale in alcuni master universitari, è<br />
anche pittrice, illustratrice di fiabe e fotografa.<br />
Scrive racconti pubblicati sull’antologia<br />
gialla e noir di Marco Del<br />
Bucchia editore. <strong>Il</strong> suo esordio<br />
letterario è con “Delitti per<br />
sport” nel 2007.<br />
cosa si fa, perché lo si fa e accertarne le conseguenze. Si<br />
può scegliere di essere costruttivi o distruttivi ma sempre si<br />
deve essere responsabili di quanto si fa e si provoca. Questa<br />
responsabilità di se stessi è già etica. Quello che io chiedo ai<br />
politici non è di avere un comportamento sessuale o familiare<br />
in un modo o nell’altro: sono profondamente laica e rispetto<br />
la libertà di scelta di ognuno. Quello che pretendo da persone<br />
che ci devono governare è che siano responsabili delle azioni<br />
che fanno, che accettino le conseguenze di ciò che fanno.<br />
Nel caso Lewinsky al Presidente statunitense Clinton non fu<br />
rimproverata la relazione extra-coniugale ma l’aver mentito<br />
sul punto. Nessuno può conoscere fino in fondo l’animo di<br />
un altro essere umano per giudicarlo ma possiamo chiedere<br />
la sincerità sui propri comportamenti, la onestà intellettuale di<br />
prendersi le proprie responsabilità, anzi dai nostri governanti<br />
la dobbiamo pretendere. Sbagliare, provare, tentare è lecito,<br />
mentire no.<br />
Purtroppo invece facilmente si giudica e si crocefigge chi è<br />
sul palcoscenico di turno, mai si chiede sincerità e coerenza.<br />
Sempre chiediamo la perfezione fingendo a noi stessi poiché<br />
ben sappiamo che la perfezione non esiste, e costringiamo<br />
così l’altro a fingere. E nel fingerci belli, bravi e buoni perdiamo<br />
di vista noi stessi e l’altro per come siamo veramente, la<br />
nostra realtà e quella dell’altro e tutto ciò è disonestà intellettuale,<br />
è perdere la responsabilità di se stessi, tutto ciò ci<br />
allontana dall’etica dei sentimenti. Tutto ciò ci isola in maschere<br />
di nuda apparenza. Come cittadini tutto ciò ci priva<br />
di una scelta consapevole e responsabile, ci priva cioè del<br />
nostro essere cittadini.
8<br />
turismo<br />
Nasce la Spa a La Pace<br />
“Ecco le nostre terme”<br />
VServizio di<br />
Diletta Severi<br />
edendolo ora, si stenterebbe a credere che esistesse<br />
già nel lontano 1975, dal momento che quando<br />
pensiamo ai centri benessere crediamo siano figli dei<br />
tempi moderni. Eppure, la Spa del Grand Hotel & La<br />
Pace è nata proprio più di vent’anni fa ed ha il lusinghiero<br />
primato di essere stata la prima in Europa ad<br />
essere introdotta fra i servizi dedicati alla clientela di<br />
un albergo. Certo, il tempo ha fatto il suo inesorabile<br />
corso ed ha imposto ai fratelli Francesco e Stefano<br />
Pucci, proprietari dello storico hotel montecatinese,<br />
di rifare il look alla originaria Spa, adeguando spazi,<br />
impianti, attrezzature, prodotti ai target più alti ed<br />
esclusivi nella categoria dei centri benessere. La sensazione<br />
di distensione e relax è percepibile da subito:<br />
ambienti curati, materiali scelti, attenzione dei<br />
dettagli, prestigio dei prodotti utilizzati (la linea Villa<br />
Paradiso, in dotazione esclusiva al Centro, a livello<br />
regionale, vista l’esclusività dei propri articoli è sicuramente<br />
una linea di nicchia, ma, altresì, leader nel settore<br />
della cosmetica) sono solo alcuni degli aspetti che rendono<br />
questa Spa estremamente elegante, esclusiva e di<br />
charme. D’altronde, l’obiettivo di questo restauro, frutto<br />
di lunghi anni di progettazione e programmazione, non<br />
era esclusivamente finalizzato al potenziamento “ricettivo”<br />
della struttura alberghiera, ma si è inserito in un’ottica<br />
di input turistico: la volontà, cioè, di contribuire concretamente<br />
a creare un qualcosa che nel nostro territorio,<br />
sicuramente, mancava per allettare i visitatori a godere<br />
non solo dei servizi del centro ma, anche e soprattutto, di<br />
quelli offerti dalla città stessa (negozi, terme, ristorazione,<br />
solo per citarne alcuni). Infatti, la Spa del Grand Hotel è<br />
accessibile non solo ai clienti dell’albergo, ma a chiunque<br />
abbia la voglia di coccolarsi con un classico bagno turco<br />
o mettersi in forma con un corso di biofitness (l’ingresso<br />
è da Corso Roma 2/A). La novità di questa Spa sta,<br />
di fatto, nella completezza dei servizi offerti: relax, trattamenti<br />
estetici e di bellezza, fitness in un unico ingresso<br />
al Centro. Un sondaggio nazionale ha rivelato che il 50%<br />
delle donne intervistate vorrebbe essere “sorpresa” con<br />
un trattamento in una Spa: e conoscendo queste statistiche,<br />
la direzione del Grand Hotel & La Pace ha introdotto<br />
una grande novità, un’importante aggiunta alle attività<br />
tradizionali di un centro benessere che diventa, appunto,<br />
un’originale ed esclusiva idea regalo. La Spa, infatti, dà<br />
la possibilità di prenotare un’area privata del centro (Spa<br />
Suite) per passare memorabili momenti di coppia o di rilassante<br />
privacy, con la possibilità di personalizzare (dalla<br />
scelta della musica in sottofondo, all’aroma delle candele)<br />
l’ora che si è riservata (da sottolineare, la possibilità di<br />
avere un cameriere personale, champagne, frutta fresca).<br />
Al lusso, al confort, all’avanguardia, alla maniacale cura<br />
dei dettagli si aggiunge la tradizione e l’esperienza di uno<br />
degli Hotel storici del nostro territorio. Non a caso, quindi,<br />
La Pace e la sua innovativa (per l’epoca) Spa furono<br />
scelti, nel 1978, da Alberto Sordi come set per uno dei<br />
suoi memorabili film, “Dove vai in vacanza?”. La risposta,<br />
oggi, diventa quasi scontata.
9<br />
l’idea<br />
“In bicicletta<br />
dal Padule<br />
a Montecatini”<br />
U<br />
Un percorso di piste<br />
ciclabili perfettamente<br />
organizzate che collega<br />
il Padule di Fucecchio<br />
a Montecatini e tutta la<br />
Valdinievole, uno dei segreti<br />
per rilanciare il turismo<br />
sfruttando il patrimonio<br />
del territorio<br />
n progetto rivoluzionario. Un vero e immenso parco<br />
verde che collega Montecatini e l’intera Valdinievole<br />
al Padule di Fucecchio, attraverso un’immensa<br />
rete di piste ciclabili. “Realizzandolo, tutto il nostro<br />
territorio ne trarrebbe un vero e proprio beneficio<br />
sia turistico che ambientale con un costo sostenibile”.<br />
L’ideatore di tutto questo è Massimo Battaglia,<br />
ex consigliere comunale del Pdl a Montecatini<br />
e consigliere del Consorzio di bonifica del Padule<br />
di Fucecchio. “Quello delle piste ciclabili è un tema<br />
che mi appassiona da oltre vent’anni. “Sono un<br />
cuoco professionista e per lavoro sono entrato in<br />
contatto con realtà turistiche di tutta Europa. Anche<br />
paesi con molte meno attrazioni<br />
dell’Italia propongono da anni piste<br />
ciclabili ottimamente organizzate,<br />
con percorsi ben disegnati. Sarebbe<br />
una grande occasione anche per<br />
Montecatini, anche perché questo è<br />
un mercato che sta facendo la fortuna<br />
di molte regioni del Nord Italia”.<br />
Massimo Battaglia, entra nello specifico<br />
del suo progetto: “In Valdinievole<br />
possediamo un patrimonio straordinario<br />
come il Padule dove tra l’altro<br />
ci sono già chilometri di argini-strada<br />
percorribili, sarebbe una rivoluzione<br />
collegarli alla città e renderli utilizzabili<br />
da residenti e turisti. Sfruttando gli argini della<br />
Borra e del Salsero, che vanno a congiungersi a<br />
Sud della Camporcioni, esistono vie ciclabili per<br />
15-20 km. Attualmente numerosi cicloamatori frequentano<br />
quell’area, ma non esistono percorsi segnalati,<br />
né aree di sosta attrezzate, non esiste un<br />
turismo organizzato nell’area. Con il mio progetto<br />
invece - prosegue - Montecatini si potrebbe allacciare<br />
a quella rete tramite l’argine del Salsero, che<br />
arriva quasi alla rotonda di via Foscolo. Servirebbero<br />
interventi su 6-7 km di percorso per eliminare<br />
le barriere architettoniche, raddoppiare gli argini<br />
stretti e realizzare ponti in legno per attraversare in<br />
bici corsi d’acqua, senza interferire con la normale<br />
viabilità. Sono opere sostenibili, se la Provincia e<br />
i comuni interessati, Montecatini e Ponte in primis,<br />
ma anche Monsummano, Massa e Cozzile<br />
e Pieve che sono vicini al cuore della rete di piste<br />
ciclabili, si organizzassero per pianificare un’opera<br />
congiunta». Per tale progetto, Massimo Battaglia,<br />
aveva ricevuto il pieno appoggio del Consorzio di<br />
bonifica. Anche la società delle Terme ha sul piatto<br />
questa proposta che sta riscuotendo attenzioni<br />
anche nelle università di tutto il mondo.<br />
Nelle immagini gli argini allo stato attuale (a<br />
sinistra) e come saranno con il progetto di piste<br />
ciclabili di Massimo Battaglia (a destra).<br />
Mercoledì 16 dicembre<br />
Cena a tema “Sapori toscani”<br />
Mercoledì 23 dicembre<br />
“Buon Compleanno Favola Mia”<br />
Giovedì 31 dicembre<br />
Cena di fine anno - Menù speciale alla carta
10<br />
ambiente<br />
“Ecco cosa fa<br />
il Consorzio”<br />
Gino Biondi spiega come funziona l’ente<br />
Per molti è ancora uno “sconosciuto”<br />
Di questo ente e dei consorzi in generale si sente parlare<br />
spesso nell’ultimo periodo. C’è ad esempio un progetto di<br />
legge regionale per una riformna della materia. Per molti<br />
però il Consorzio è ancora uno “sconosciuto” di cui ci si<br />
ricorda solo quando, una volta l’anno, arriva nelle case<br />
dei circa 70mila consorziati il contributo consortile, meglio<br />
conosciuto come “tassa del Padule”. Con alcune domande<br />
poste al presidente dell’ente Gino Biondi abbiamo cercato<br />
di fare un po’ di chiarezza su questo ente.<br />
C<br />
osa fa oggi in concreto il Consorzio del Padule.<br />
Ha senso parlare ancora di bonifica?<br />
<strong>Il</strong> consorzio opera su un bacino idrografico di circa 57.000<br />
ettari che comprende 28 comuni delle Province di Pistoia,<br />
Pisa, Lucca e Firenze e, per una piccolissa porzione<br />
anche Prato, all’interno del quale si trovano due aree<br />
umide di particolare pregio storico-naturalistico: il Padule<br />
di Fucecchio ed il laghetto del Sibolla. La prima idea di<br />
“consorzio” fu del Granduca Pietro Leopoldo nel 1780<br />
dopo un’epidemia di malaria più forte delle altre. Dopo<br />
alcuni tentativi il 4 febbraio del 1786 il Granduca fondò<br />
la nuova Deputazione del Padule di Fucecchio, definita<br />
“consorzio idrico” nel senso piu’ moderno del termine,<br />
cioè “una istituzione che consentiva agli interessati di<br />
provvedere autonomamente, ancorchè sotto la vigilanza<br />
dell’autorita’ pubblica, alla cura di opere loro assegnate”.<br />
Comincia così una vera e propria manutenzione di tutta<br />
l’area del Padule. I Col passare degli anni il ruolo del Consorzio<br />
ha assunto sempre più una maggiore importanza<br />
sul territorio fino al riconoscimento con di consorzio di<br />
bonifica e quindi successivamente ente di diritto pubblico.<br />
Dagli anni Settanta in poi, a seguito del passaggio<br />
delle competenze della bonifica alle Regioni, si è assistito<br />
ad un progressivo ampliamento delle competenze del<br />
Consorzio sia in termini di estensione territoriale che di<br />
funzioni. I compiti del Consorzio di Bonifica oggi vanno<br />
quindi dalla manutenzione delle opere idrauliche alla tutela<br />
dal rischio idraulico e da ultimo, ma non per importanza,<br />
alla tutela ambientale. Si capisce così la necessaria<br />
evoluzione del consorzio: se inizialmente si trattava di<br />
interessi particolari da difendere oggi le implicazioni sono<br />
più che mai forti e anche i privati cittadini sono chiamati<br />
a dare un loro giusto contributo per gli scopi sopra descritti.<br />
Recentemente è stato fatto un passo avanti anche<br />
nel campo delle competenze del Consorzio di bonifica in<br />
quanto sono stati inclusi anche i bacini montani e collinari<br />
di quei corsi d’acqua che poi sfociano le proprie acque<br />
nel Padule. È ovvio che così facendo si rende possibile la<br />
realizzazione “a monte” di quegli interventi di sistemazione<br />
di alvei e pendici che, in un’ottica di attuazione del<br />
concetto di unitarietà, sono fondamentali per il risultato<br />
che essi comportano “a valle”. Oggi il Consorzio lavora a<br />
stretto contatto con le amministrazioni pubbliche come<br />
comuni e province. La sinergia è fondamentale per poter<br />
ottenere risultati positivi per il territorio.<br />
Come viene determinato il contributo di bonifica<br />
e come vengono spesi i soldi dei cittadini?<br />
L’attività del Consorzio è finanziata con un tributo (deducibile<br />
dalla dichiarazione dei redditi) che tiene conto<br />
della rendita catastale e del rischio idraulico della zona<br />
in cui si trova il bene e in ragione del beneficio ricavato<br />
dalle opere e dalle attività di bonifica, sulla base di criteri<br />
fissati nel piano di classifica approvato dalla Regione.<br />
<strong>Il</strong> piano di classifica è uno strumento che, mediante<br />
l’utilizzo di parametri tecnici ed economici, individua<br />
e quantifica i benefici che gli immobili ricadenti in un<br />
determinato comprensorio traggono dalla bonifica. <strong>Il</strong><br />
piano garantisce, grazie ad una approfondita ricerca,<br />
una puntuale individuazione dei benefici e, quindi, un<br />
corretto esercizio del potere impositivo. Con i contributi<br />
vengono finanziate le opere di manutenzione ordinaria<br />
dei corsi d’acqua, come ad esempio il taglio dell’erba<br />
sugli argini, gli interventi di tipo idraulico-forestali in collina<br />
e montagna, di tutela ambientale. Le aliquote di<br />
contribuenza sono ferme dal 2004. Nel bilancio <strong>2009</strong><br />
gli interventi di manutenzione ordinaria previsti sono<br />
di due milioni e 821mila euro. Mentre gli interventi in<br />
concessione sono di due milioni e 574mila euro, con<br />
progetti tutti elaborati dalla struttura interna del Consorzio.<br />
A quanti affermano che gran parte dei soldi dei<br />
contribuenti vanno per il pagamento degli stipendi dei<br />
dipendenti rispondo che non è assolutamente vero. <strong>Il</strong><br />
costo del personale incide per poco più del 25% ed è<br />
in linea con i parametri di riferimento per una corretta<br />
gestione della spesa dell’ente.<br />
Negli ultimi tempi il Consorzio ha realizzato diversi<br />
percorsi trekking sugli argini.<br />
La filosofia che sta alla base di questi interventi è che<br />
vogliamoricostruire quel rapporto tra fiumi e cittadini<br />
che negli ultimi anni si era un po’ perso. Questi percorsi<br />
hanno una doppia valenza. Da un lato servono a promuovere<br />
il nostro territorio in chiave turistica. Oltre che<br />
essere un servizio per tutta la popolazione che sempre<br />
di più si serve degli argini per passeggiate, escursioni o<br />
allenamento fisico. Dall’altro servono anche da un punto<br />
di vista idraulico e ambientale. Infatti da quando gli<br />
argini sono più frequentati si registrano meno episodi di<br />
inciviltà. In passato in certi punti gli argini erano diventate<br />
vere e proprie discariche abusive dove la gente buttava<br />
un po’ di tutto.<br />
Oggi per fortuna la situazione è migliorata. Grazie poi a<br />
queste persone che io amo definire “sentinelle dell’acqua”<br />
riceviamo moltissime e utili segnalazioni sullo stato degli<br />
argini e dei corsi d’acqua. Inoltre c’è un ulteriore aspetto,<br />
spesso affidiamo la manutenzione a coltivatori diretti del<br />
posto e questo ha positive ricadute sull’economia locale.<br />
Un’esperienza dunque largamente positiva che intendiamo<br />
allargare. Oggi abbiamo diversi percorsi, da quello<br />
principale sul fiume Pescia che dalla città dei fiori porta<br />
in Padule per un totale di 19 chilometri, ad altri<br />
sull’Usciana, sul Bagnolo a Lamporecchio, sul Cessana<br />
a Buggiano. L’obiettivo è quello di metterli tutti in contatto<br />
tra loro e di estendere questa rete. Tra i progetti ce<br />
n’è anche uno per Montecatini, che può avere quindi una<br />
grande valenza turistica.
11<br />
ambiente<br />
Si è parlato anche di un impianto a biomasse per produrre<br />
energia elettrica dalle erbe palustri. Di cosa si tratta?<br />
Colgo l’occasione per fare un po’ di chiarezza su questo argomento. <strong>Il</strong><br />
Consorzio è partito da un punto: quello del taglio delle erbe sugli argini.<br />
La vegetazione lasciata sugli argini crea problemi di eutrofizzazione,<br />
fermentazione e di smaltimento. Così abbiamo cercato di trasformare<br />
questo problema in una risorsa. In tutta Europa questo materiale viene<br />
riciclato per creare energia pulita. I tecnici hanno calcolato che un impianto<br />
con 24mila tonnellate annue di erbe può dare energia elettrica<br />
che equivale al risparmio di duemila tonnellate di petrolio e riduzione di<br />
anidride carbonica. Ad ogni modo ci siamo e ci stiamo muovendo con<br />
grande cautela Come prima cosa ci siamo domandati se potevamo<br />
intraprendere un progetto del genere e abbiamo girato il parere anche<br />
alla Provincia, che è il nostro ente di controllo, e abbiamo ottenuto parere<br />
favorevole. Solo a quel punto abbiamo iniziato l’iter che è ancora in<br />
corso. I tecnici hanno dato le massime garanzie sull’impatto ambientale.<br />
L’impianto infatti non è un inceneritore e quindi non brucia nessun<br />
tipo di rifiutoma sfrutta la naturale fermentazione in silos anaerobici che<br />
permettono la creazione di un gas naturale che a sua volta alimenta<br />
un gruppo elettrogeno insonorizzato che produce energia. Quindi non<br />
vengono prodotti rumori, effluenti liquidi e cattivi odori. Così abbiamo<br />
cercato un partner privato ed ecco perchè abbiamo aperto un bando<br />
europeo che comunque è a livello esplorativo. Per quanto riguarda il<br />
sito di Lamporecchio ci siamo arrivati dopo aver scritto a tutti i comuni<br />
a gronda di Padule della Valdinievole chiedendo se erano disponibili ad<br />
ospitare l’impianto. L’ unica risposta positiva è arrivata da Lamporecchio.<br />
Tra l’ altro nel progetto è previsto che le spese per l’adeguamento<br />
della viabilità siano a carico del privato, quindi non ci saranno costi a<br />
carico del comune. Ultima considerazione, ma certamente non meno<br />
importante il fatto che tutti gli utili saranno reinvestiti in interventi sui<br />
corsi d’acqua del comprensorio.
“Se al posto del Padule ci<br />
fosse stato Eurodisney?”<br />
l’Accento<br />
C<br />
di Carlo Taddei<br />
Molti anni fa alcuni<br />
professionisti fecero un<br />
sopralluogo in Valdinievole<br />
per valutare<br />
la possibilità di costruire<br />
l’immenso parco giochi sul<br />
nostro territorio.<br />
Pensate cosa sarebbe<br />
accaduto<br />
onsorzio di Bonifica del padule di Fucecchio. Cioè un<br />
consorzio che opera per bonificare appositamente il<br />
padule di Fucecchio. Bonifica: serie di interventi riferiti<br />
a un territorio paludoso e malsano, tali da rendere<br />
l’ambiente fruibile agli uomini. Già durante il ventennio,<br />
Benito Mussolini, aveva fatto bonificare moltissime<br />
aree paludose compresa quella di Fucecchio,<br />
riducendola allo stato pressoché attuale. Superati gli<br />
enormi problemi che il dopoguerra aveva lasciato,<br />
grazie anche allo sviluppo industriale che noi tutti conosciamo,<br />
le cosiddette autorità competenti decisero<br />
che il padule di Fucecchio andava bonificato ulteriormente.<br />
Non si poteva certo lasciare nel cuore della<br />
Toscana un enorme acquitrino che, oltre a essere<br />
pericoloso per la salute dell’uomo, non favoriva lo<br />
sviluppo di tutti i comuni limitrofi. Ecco perché è giusto,<br />
in qualche modo, tassare tutti coloro che vivono<br />
o hanno un’attività nei comuni vicini al padule. Uno<br />
sforzo che avrebbe dovuto portare al risanamento di<br />
un’area enorme per avere sviluppo e beneficio per<br />
tutti. Tutto questo è un riassunto utile per chi, come<br />
penso molti giovani, non capisce perché siamo obbligati<br />
a pagare questa tassa. Ma in tutti questi anni<br />
ho compreso che un giorno è stato deciso che il<br />
padule di Fucecchio dovesse rimanere cosi com’è.<br />
L’enorme senso del rispetto dell’ambiente, l’ondata<br />
di ambientalismo mondiale, prevalse fra tutti, politici<br />
e non e fece sì che tutto questo avvenne con la<br />
massima naturalezza. Magari, dato che<br />
tanti anni fa, fecero un sopralluogo in<br />
merito, e io ebbi il piacere di ospitarli a<br />
pranzo, coloro che decisero di costruire<br />
Eurodisney a Parigi e al posto della<br />
città della Torre Eiffel, avrebbero potuto<br />
scegliere quell’area grandissima del padule<br />
bonificato a metà strada tra Pisa e<br />
Firenze con più di diecimila posti letto<br />
a Montecatini e (non ultimo come importanza)<br />
nella terra di Pinocchio. Con<br />
il particolare in più di un clima molto<br />
migliore di quello di Parigi. Ci rendiamo<br />
conto di cosa sarebbe potuta essere la<br />
Toscana tra Pisa e Firenze oggi? Vi prego, pensateci<br />
bene. E non pensate a quelle tre cicogne che ogni<br />
due o tre anni si fermano a nidificare su un palo della<br />
luce tipo film western all’italiana, alle quali anche<br />
le cronache locali e le televisoni dedicano molto più<br />
spazio di qualsiasi evento socio culturale. Non pensate<br />
nemmeno un attimo a quello che è ora. Pensate<br />
ciò che sarebbe potuto essere, allo sviluppo generale<br />
che avrebbe potuto portare a come avrebbe reso<br />
il nostro territorio che sarebbe stata meta continua di<br />
turisti provenienti da tutto il mondo.<br />
Ma veniamo ai giorni nostri: paghiamo una tassa che<br />
per il 75 per cento serve per mantenere l’apparato<br />
e per il 25 per cento serve per la manutenzione.<br />
Ma cosa ne pensate di un aeroporto internazionale<br />
al posto del Padule di Fucecchio? Mi dispiace, ma io<br />
avrei preferito così, almeno l’ara del Padule avrebbe<br />
avuto una funzione concreta. Dobbiamo trovare un<br />
sistema per sfruttare turisticamente questo immenso<br />
“tesoro”, non vorrei che si iniziasse a pensare che<br />
per preservalo allo stato attuale comporti dei limiti tali<br />
che non consentano manifestazioni legate allo sport<br />
o altre attività ludiche e ricreative per tutti. Sarebbe<br />
come dire che in montagna non si possono tagliare<br />
gli alberi per fare le piste da sci o gli impianti di risalita.<br />
Quindi auspico davvero che il Padule in un futuro<br />
prossimo, possa ospitare manifestazioni di tutti i generi.<br />
E’ anche molto strano che tutti i casolari vicini<br />
siano abbandonati da decenni: nessuno di quelli che<br />
pensano che il padule sia un’oasi di benessere ha<br />
pensato di andarci a vivere vicino? E sottolineando la<br />
mia irrefrenabile ironìa, penso davvero che il Padule<br />
di Fucecchio oggi possa e debba essere una fonte<br />
di sviluppo. Forte, importante, da attuare subito; non<br />
si può perdere altro tempo.<br />
Non lasciamo il padule abbandonato ai pochi fruitori<br />
attuali, rendiamolo accessibile a tutti con parcheggi<br />
custoditi, servizi igenici, punti di ristoro attrezzati a<br />
ricevere le famiglie e tutti coloro che vogliono organizzarci,<br />
ad esempio, delle gare ciclistiche. Va reso<br />
appetibile a tutti e quindi cambiare totalmente la concezione<br />
di gestione di questo immenso spazio.
13<br />
voi come noi<br />
Muro di Berlino, la caduta<br />
è la libertà di tutti noi<br />
Lunedì 9 novembre <strong>2009</strong> a Berlino si è festeggiata<br />
la libertà dal totalitarismo comunista e a Massa e<br />
Cozzile durante il consiglio comunale ho dovuto lottare<br />
per ricordare in qualche modo, una parte fondamentale<br />
della storia d’Europa. Nel buon senso e nella lungimiranza<br />
di andare oltre agli steccati politicamente ideologizzati<br />
ho presentato una mozione sul “Giorno della Libertà”,<br />
richiedendo al consiglio comunale di abbattere anche il<br />
muro del pregiudizio per arrivare a parlare di storia in maniera<br />
condivisa, ma sono stata accusata di revisionismo<br />
storico e poi invitata a guardare “a casa propria”, cioè a<br />
quello che hanno fatto i fascisti. Accuse infondate e che<br />
delegittimano il cammino del centro-destra che incarno<br />
nell’istituzione comunale. Ma, ispirata dal buon senso, ho<br />
deciso di andare incontro ad altre posizioni maggioranza,<br />
concordando una serie di manifestazioni ufficiali che<br />
parleranno dei totalitarismi. E anche su questa<br />
idea annacquata, ci sono stati 2 consiglieri che<br />
si sono astenuti.<br />
Elena Maltagliati<br />
ari lettori de<br />
“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”,<br />
questo spazio<br />
è tutto per<br />
voi. E’ nato<br />
per far sentire<br />
la vostra voce su quello<br />
che non vi piace e vi fa arrabbiare.<br />
Non avete coraggio? Ecco la rubrica<br />
“Ce l’ho con...”, non me ne<br />
voglia il collega Maurizio Mosca<br />
per il copyright. Scriveteci sulle<br />
ingiustizie, gli sprechi, le truffe, il<br />
degrado, le vostre storie personali<br />
sottolineando sempre chi o cosa<br />
proprio non sopportate. Tutte le<br />
lettere devono iniziare: “Ce l’ho<br />
con...” e devono essere firmate<br />
dall’autore. Inviatele all’indirizzo<br />
e-mail: direttore@ilgiullare.com<br />
<strong>Il</strong> Depuratore di Ponte<br />
salverà il nostro futuro<br />
CE L’HO CON... chi si ostina a non volere il Depuratore<br />
a Ponte Buggianese. Questo rappresenta il<br />
futuro per l’intero comprensorio della Valdinievole. Perché,<br />
come la cittadinanza è stata adeguatamente informata, le<br />
nostre acque hanno bisogno di una adeguata depurazione,<br />
altrimenti potrebbero sorgere problemi di salute per la<br />
cittadinanza e ambientali. Devo inoltre sottolineare l’ottimo<br />
modus ooperandi del Comune di Ponte Buggianese,<br />
che ha costantemente informato e fatto<br />
partecipare la popolazione a tutte le scelte.<br />
Giuseppe Balli<br />
<strong>Il</strong> colosso Mc donald’s<br />
aprirà a Montecatini.<br />
Siete d’accordo?<br />
Da tempo si sente parlare della probabile (quasi<br />
certa e imminente) apertura del colosso Mc donald’s<br />
a Montecatini. <strong>Il</strong> marchio americano, leader<br />
in tutto il mondo per il fast food comparirà nell’area<br />
del Terminal bus. Un’opportunità per la Valdinievole?<br />
O l’arrivo del re del panino non vi piace? Ve lo<br />
abbiamo chiesto su www.ilgiullare.com. Votate il<br />
nostro sondaggio. Questo il risultato provvisorio.<br />
50 %<br />
50 %<br />
“Perché non si spostano anche<br />
i rivenditori di Kebab al Terminal?”<br />
La destra plaude l’iniziativa di ospitare “McDonald’s” di<br />
prossima apertura a Montecatini al Terminal bus. Riteniamo<br />
infatti che questa determinazione derivi dal proposito di arrecare<br />
minor disturbo ai residenti, salvaguardare il decoro del<br />
centro cittadino, dare vitalità a zone scarsamente utilizzate.<br />
Se questo ragionamento vale per il fast-food americano perchè,<br />
a maggior ragione, non dovrebbe valere per la catena<br />
dei Kebab, gli internet-point e punti Western-union? Sono<br />
forse meno decorosi i gruppi di ragazzini paninari “occidentali”<br />
rispetto ai gruppi di sfaccendati extracomunitari, agli<br />
zingari che bivaccano alla stazione e nei pressi della basilica,<br />
ai comunitari dell’est che regolano i conti a coltellate, alle<br />
prostitute di ogni etnia ed ai trans che cominciano a lavorare<br />
non appena cala il sole (ed in questa stagione cala presto),<br />
agli spacciatori di ogni razza e religione attivi ad ogni ora,<br />
ai venditori ambulanti di merce contraffatta? Che immagine<br />
può avere un turista appena arrivato nel centro di Montecatini?<br />
Segua signor Sindaco l’esempio di Lucca e Prato.
14<br />
intervistate il vostro sindaco<br />
“Un progetto<br />
per i giovani”<br />
Daniele Bettarini, 48 anni, rappresentante del Partito Democratico<br />
è il sindaco dei record della Valdinievole. Alle<br />
ultime elezioni amministrative si è riconfermato alla guida<br />
del Comune di Buggiano, con un plebiscito, vincendo<br />
con il 73,65 per cento. Nessuno ha fatto come lui sul<br />
nostro territorio, segno di un legame veramente speciale<br />
con i cittadini che il giovane sindaco ha saputo instaurare<br />
nei cinque anni di precedente governo.<br />
Sul prossimo numero l’intervista a Vanni<br />
Prosegue il nostro percorso di interviste con i sindaci della Valdinievole.<br />
Dopo Roberta Marchi, Giuseppe Bellandi e Pierluigi Galligani,<br />
abbiamo messo a confronto Daniele Bettarini con i suoi cittadini. <strong>Il</strong> nostro<br />
esperimento ha riscosso molto successo tra i lettori proprio per la<br />
sua formula: i cittadini che, contattati dalla nostra redazione telefonicamente,<br />
possono porre una domanda in piena libertà al sindaco.<br />
Potete anche inviarci una domanda o proposte via mail all’indirizzo:<br />
direttore@ilgiullare.com. Le più interessanti le vedrete sul giornale. Sul<br />
prossimo numero pubblicheremo le domande che i cittadini di Monsummano<br />
prepareranno per il sindaco Rinaldo Vanni.<br />
Valorizzazione<br />
Ersilia Giorgetti, 79 anni<br />
Vorrei che la Piazza del Popolo, fosse<br />
maggiormente valorizzata. Quando<br />
ero giovane c’erano sempre<br />
belle piante in fiore ed alberi<br />
curati e in buona salute.<br />
Vorrei che i miei figli e i miei<br />
nipoti possano rigodere di<br />
quello spettacolo<br />
naturale...<br />
Marciapiedi<br />
Sandra Falseni, 24 anni<br />
Quando cominceranno i lavori per il<br />
marciapiede lungo Via Ponte Buggianese?<br />
Potrebbe accadere che quando uscirà<br />
questa intervista i lavori siano già iniziati.<br />
Diversamente sarebbe solo questione<br />
di giorni, poi finalmente realizzeremo<br />
questo tormentato e atteso intervento.<br />
Ultimamente qualcosa in Piazza del<br />
Popolo è stato fatto, in particolare<br />
intorno al Monumento ai Caduti.<br />
Purtroppo negli ultimi anni assistiamo<br />
alla misteriosa morte dei lecci che<br />
delimitano la Piazza. Siamo intervenuti<br />
piantandone nuovi, ma qualche parassita<br />
o altro agente imperversa e ne impedisce<br />
l’attecchimento, nessun esperto è riuscito a<br />
fare una diagnosi e indicarci i rimedi. Nelle aiuole<br />
sono presenti arbusti e rosi che cerchiamo di curare<br />
nel miglior modo possibile. Per il futuro ci proponiamo di<br />
migliorare la cura a la valorizzazione di tutte le nostre piazze.<br />
Daniele<br />
BETTARINI<br />
Giovani<br />
Manolo Campioni, 29 anni<br />
Borgo a Buggiano offre veramente<br />
poco a noi giovani. Non<br />
ci sono punti di ritrovo, attività ricreative.<br />
Nel suo programma che spazio<br />
date alle politiche giovanili?<br />
Mia figlia ed i suoi amici mi rimbrottano spesso su questo<br />
tema, tutti i torti non li hanno, nonostante organiziamo<br />
diversi eventi, anche perché in effetti manca qualcosa di<br />
stabile. Cosa stiamo facendo? Un progetto ambizioso.<br />
<strong>Il</strong> nostro ufficio tecnico ha appena iniziato lo studio per<br />
realizzare all’area degli ex-macelli comunali, un luogo di<br />
ritovo, divertimento e svago: una pista di pattinaggio, un’<br />
area gioco per bambini, una ludoteca, una sala prove per<br />
gruppi musicali ed altre attività al passo con i tempi. Un<br />
progetto nel quale, dopo una prima bozza, vorrei coinvolgere<br />
quanti più giovani possibile in un percorso partecipativo<br />
riservato alle nuove generazioni.
15<br />
intervistate il vostro sindaco<br />
Strutture sportive<br />
Erika Lavorini, 24 anni<br />
Essendo un’amante dello sport, vorrei chiederle<br />
se è in programma un potenziamento e una riqualifica<br />
delle strutture sportive del paese.<br />
Per le strutture sportive stiamo programmando diversi interventi,<br />
in primis alcuni lavori di manutenzione alla palestra comunale (ne<br />
ha urgente bisogno) e nel prossimo futuro ne realizzeremo anche<br />
l’ampliamento: una nuova palestra di allenamento con spogliatoi<br />
Per i campetti di calcio e basket delle scuole prevediamo un intervento<br />
di riqualificazione (fondo sintetico), come già accennato in<br />
una domanda precedente, vorremmo realizzare una pista di pattinaggio,<br />
dimensionata per accogliere un campo di hockey. Una piscina<br />
privata (semi-olimpionica) sorgerà sul retro della palestra poi<br />
prolungheremo il percorso trekking sul torrente Cessana. Attualmente<br />
sono in corso i lavori di adeguamento dello Stadio “Benedetti”<br />
per renderlo idoneo alla serie “D” del Campionato Nazionale<br />
di Calcio per Dilettanti. Occorrerà un po’ di tempo per realizzare<br />
tutte queste opere, noi ci metteremo l’impegno a voi chiediamo di<br />
non essere impazienti.<br />
Sicurezza<br />
Simona Giachetti, 56 anni<br />
Negli ultimi anni sono stati realizzati interventi per la<br />
sicurezza sulle strade. Intende continuare o ritiene<br />
di aver raggiunto l’obiettivo? Sono in aumento furti<br />
e atti vandalici, come intende intervenire?<br />
Purtroppo sono ancora lontano dall’obiettivo. Nei prossimi anni<br />
(in compartecipazione con la Provincia) saranno eseguiti una serie<br />
di interventi per mettere progressivamente in sicurezza tutta la<br />
SR435, inoltre interverremo in tutte quelle strade dove esistono i<br />
maggiori rischi realizzando marciapiedi, percorsi, dossi, illuminazione<br />
e quanto altro necessario per l’incolumità dei cittadini. Nessuna<br />
zona del Comune sarà trascurata. L’incremento di furti e atti<br />
vandalici è un fenomeno che riguarda l’intera Valdinievole, occorre<br />
affrontarlo con le forze dell’ ordine che purtroppo soffrono di una<br />
grave carenza di uomini, mezzi e risorse che ne compromettono<br />
l’operatività. Credo che lo stato dovrebbe essere più incisivo: emettere<br />
leggi senza attrezzarsi per applicarle non risolve il probema<br />
sicurezza. <strong>Il</strong> nostro Comune, oltre a dispiegare il proprio “esercito”<br />
(5 vigili urbani), sta predisponendo un piano per installare telecamere<br />
di videosorveglianza nelle zone più sensibili del territorio, un<br />
piccolo (spero utile) contributo ai fini della sicurezza.
Rocco, il “Caravaggio”<br />
che abita in Valdinievole<br />
D<br />
iceva Delacroix che “la prima virtù di un dipinto è<br />
essere una festa per gli occhi”. Ed aveva ragione,<br />
perché per chi, come me, è profano dell’arte pittorica<br />
in genere, l’unico metro di giudizio per valutare<br />
un quadro che ti sta di fronte è proprio la sensazione<br />
di gioia ed estasi che colpisce la vista, prima<br />
di ogni altro senso. Di fronte ai lavori di Rocco<br />
Normanno, la vista è inebriata di bellezza e la meraviglia<br />
pervade il corpo: meraviglia intesa proprio<br />
come stupore, quasi incredulità, perché hai la netta<br />
sensazione, da subito, di trovarti di fronte ad un genio.<br />
Un genio moderno che, però, manifesta il suo<br />
raro talento pittorico rifacendosi alla pittura realista<br />
e rinascimentale degli artisti del ‘600, con cui dice,<br />
lui stesso, di avere una profondissima affinità elettiva.<br />
Non a caso, Vittorio Sgarbi lo ha definito un<br />
“caravaggesco vivente, l’ultimo dei caravaggeschi”.<br />
Partendo dal presupposto che per intuire la dote di<br />
Rocco non importa essere dei critici d’arte, ma basta<br />
guardare, seppur con occhio ignorante e poco<br />
educato uno qualsiasi dei suoi quadri, è comunque<br />
vero che, tale definizione, oltre ad essere estremamente<br />
lusinghiera è l’ideale per capire la misura del<br />
talento di questo giovane trentacinquenne leccese,<br />
trapiantato ormai da anni in Toscana, prima a Firenze<br />
e ora nel suggestivo borgo di Massa e Cozzile. Rocco<br />
artista nasce dodici anni fa, dopo una folgorazione al<br />
Museo del Prado di Madrid, con l’incontro con i capolavori<br />
di Diego Rodriguez Velàzquez (L’adorazione dei<br />
Magi o Crocifisso, solo per citarne alcuni). E’ in quel<br />
momento, di fronte a quei lavori, che Rocco capisce<br />
che la sua massima aspirazione nella vita sarà quella<br />
di continuare un discorso artistico lasciato sospeso per<br />
più di due secoli. Ed, infatti, nel panorama sempre troppo<br />
uguale dell’arte contemporanea, l’attività di Rocco si<br />
distingue, si differenzia e dà, veramente, la sensazione<br />
di un tuffo nel passato e di “rottura” con la prevedibilità e<br />
la routine dell’arte odierna: Rocco è il ponte tra passato<br />
e presente, dove il glorioso ma superato Rinascimento,<br />
grazie alle sue opere, oggi rivive e risplende. Al di là dei<br />
soggetti trattati (per la maggior parte, soggetti biblici o<br />
mitologici originali che incarnano, però, personaggi della<br />
nostra epoca – in una sua opera, Rocco rappresenta<br />
una madre che uccide il figlio. <strong>Il</strong> rimando è alla vicenda<br />
di Cogne, ad Anna Maria Franzoni, ma il quadro è<br />
titolato “Medea”, con un geniale richiamo alla vicenda<br />
mitologica di Medea, appunto, che uccide i figli per vendicarsi<br />
del marito Giasone – ma anche nature morte e<br />
ritratti), che già di per sé danno la misura di quanto il<br />
‘600 sia presente nel suo lavoro, la vera sfida di Rocco<br />
sta nell’utilizzare, fedelmente, gli stessi materiali (pennelli,<br />
tele, colori) utilizzati dagli artisti di allora. Un lavoro<br />
immane, ci spiega ad esempio, è la giusta mescolanza<br />
dei colori (a base di piombo ed antimonio, gli stessi di<br />
cui di serviva il Caravaggio): riprodurre il carnato umano<br />
è, forse, la difficoltà maggiore che un pittore incontra.<br />
Una delle ambizioni della pittura di Rocco Normanno<br />
è di parlare un linguaggio democratico: i suoi quadri<br />
devono essere compresi da tutti. Anche per questo,<br />
vengono scelte scene di vita quotidiana (La Massaia o<br />
Donna che spenna i polli) oppure temi universali quali la<br />
fragilità, la violenza, la natura della condizione umana<br />
(Vecchia con la bambola è la metafora della vecchiaia,<br />
Narciso della vanità). I modelli di Rocco sono gli amici di<br />
tutti i giorni, sono i familiari, l’ispirazione è la quotidianità<br />
della vita. Vengono alla fine, celebrati i sentimenti umani<br />
che in secoli di storia si sono sempre, inesorabilmente<br />
ripetuti (la gelosia, l’amore, la fatica, la solitudine).<br />
Gustave Courbet scriveva: “Se i quadri si potessero<br />
spiegare e tradurli in parole non ci sarebbe bisogno di<br />
dipingerli”. Aveva perfettamente ragione. Per questo,<br />
per conoscere meglio Rocco Normanno e la sua arte,<br />
vi rimandiamo alla sua mostra, il 12 Dicembre alla Gipsoteca<br />
Libero Andreotti (presso il Palazzo Podestà) a<br />
Pescia, in Piazza Del Palagio.<br />
L’unico modo per rendersi conto, profondamente e in<br />
maniera totalizzante, del talento di questo artista.<br />
Servizio di<br />
Diletta Severi
Anche Vittorio Sgarbi<br />
ha defiinito i suoi ritratti<br />
straordinari. L’artista<br />
vive a Massa e Cozzile<br />
e la sua tecnica sopraffina<br />
e geniale, richiama i realisti<br />
rinascimentali del ‘600.<br />
<strong>Il</strong> suo sito è:<br />
www.rocconormanno.it
18<br />
talenti<br />
“La poesia<br />
dei colori”<br />
G<br />
iuseppe Aloè, 48 anni, è un personaggio<br />
veramente diverso da tutti gli altri. Dipendente<br />
da 25 anni della Verinlegno a Massa<br />
e Cozzile (oggi ricopre l’importante carica di<br />
direttore di produzione e responsabile acquisti),<br />
è in verità un’artista. La sua è pura<br />
sensibilità, abbinata alla voglia di esprimere<br />
i suoi sentimenti con le parole e i colori. “Da<br />
sempre amo confrontarmi con le persone<br />
che ho di fronte e con le problematiche degli<br />
altri”. Questo accade a lavoro, in famiglia<br />
(è sposato, vive a Prato e ha un figlio di 18<br />
anni), ma anche nel calcio. “Sono allenatore<br />
di una squadra che gioca nel campionato di<br />
Uisp Eccellenza a Prato, la Costa Azzurra e<br />
con i giocatori ho un rapporto un po’ particolare”.<br />
Interista sfegatato è un “seguace”<br />
del mago Helenio Herrera. “Prima delle parite,<br />
spesso porto con me i ritagli dei giornali,<br />
dove colgo delle frasi che possono<br />
trasferire stimoli ed emozioni. Quest’anno<br />
avevamo perso tutte le partite. Una domenica<br />
prima del fischio d’inizio, ho chiesto di<br />
parlare ai miei ragazzi. Ho detto: non siamo<br />
una squadra, non siamo un gruppo e non<br />
siamo nemmeno amici. Da quel giorno tutto<br />
è cambiato, ora siamo in quinta posizione”.<br />
Ma c’è di più. Giuseppe Aloè è anche<br />
un poeta. “Ho scritto tante poesie sportive.<br />
Nel 2006 ho vinto il premio della critica a<br />
un concorso a Carrara, con un’opera dedicata<br />
a Bartali. L’anno scorso ho vinto il<br />
primo premio con la poesia Vola Bettini<br />
Vola, riprendendo la sua vittoria in lacrime<br />
al Giro di Lombardia, dieci giorni dopo la<br />
scomparsa del fratello”. Da lì si arriva alla<br />
poesia visiva, uno stile tutto suo: composizioni<br />
fatte di frasi, colori e cartelli stradali.<br />
“L’opera Scelta giusta è una strada divisa<br />
in tre. Quale prendi? Ci vogliono intuizione,<br />
logica e sentimento. E’ uno stile particolare<br />
di cui precursore è stato Eugenio Miccini.<br />
Quando mi metto a lavorare prendo<br />
un pezzo di legno, frasi colorate e cartelli<br />
stradali, ma non so mai da dove comincio”.
19<br />
talenti<br />
“Non taglio i capelli,<br />
ma te li aggiungo”<br />
LServizio di<br />
Roberto Grazzini<br />
Daniele Valiani di Arte<br />
e Kapelli ha portato<br />
dall’Oriente un nuovo<br />
sistema non chirugico,<br />
che si sostituisce al trapianto.<br />
Ognuno si vedrà<br />
applicati i capelli di cui ha<br />
bisogno per vincere<br />
il problema calvizia<br />
a famiglia Valiani, barbitonsori da un paio di<br />
generazioni come si sarebbe detto nel XVI<br />
secolo, ha nel DNA l’arte dell’acconciatura<br />
del taglio. Papà Franco ha fatto scuola,<br />
mamma Enrica ha portato le sue qualità e<br />
l’esperienza di estetista e i figli ne hanno<br />
fatto tesoro a cominciare dal primogenito<br />
Daniele. E’ lui che dal 2001 gestisce in proprio<br />
il secondo negozio “Arte e Kapelli” in via<br />
Cavour, nato da una costola del primo storico<br />
locale dove operano ancora il padre ed il<br />
secondogenito Fabio, assieme al fido “Borghino”.<br />
Manco a dirlo Daniela, la compagna<br />
di Daniele è pure lei un’apprezzata estetista.<br />
Un ragazzo innovativo e sempre pronto alle<br />
nuove esperienze questo Daniele Valiani,<br />
che qualche anno fa, fu protagonista di un’<br />
autentica tournè in estremo Oriente, con lo<br />
scopo di insegnare il taglio veloce ai barbieri<br />
del Sol Levante e dintorni, gente che, visto<br />
i ritmi di quei paesi, di tempo da perdere ne<br />
ha davvero poco. Adesso però Daniele si è<br />
accorto che molti, invece che tagliare i capelli<br />
preferirebbero aggiungerne altri. Così si è<br />
specializzato in una tecnica<br />
assoltamente non invasiva<br />
e non chirurgica. “Diciamo<br />
che sino ad oggi - spiega<br />
- certi risultati si potevano<br />
ottener solo col trapianto.<br />
Con questo metodo si sfiora<br />
la perfezione. Aggiungo<br />
che viene impiegata solo la<br />
quantità di capelli espressamente<br />
richiesta dai clienti<br />
che vengono impiantati su<br />
una base dello spessore di<br />
0,80 micron. In pratica si possono coprire<br />
da 1 a 900 centimetri quadrati. <strong>Il</strong> tutto<br />
nella massima igiene e con prodotti clinicamente<br />
testati.<br />
Vi assicura che nessuno si accorgerà<br />
della differenza, essendo capelli rigorosamente<br />
veri. Molti, sia uomini che donne<br />
- prosegue - vivono la calvizia, naturale o<br />
per causa di malattia, in maniera traumatica.<br />
Chi ha provato questo sistema, ha<br />
ritrovato quella fiducia e quella tranquillità<br />
interiore che avevano perso assieme alla<br />
perdita dei capelli”. Fra l’altro nella zona<br />
il negozio “Arte e Kapelli” è uno dei pochi<br />
ad essere in grado di impiantare tale<br />
procedimento. “Garantiamo discrezione<br />
e professionalità” - precisa Valiani. Per<br />
saperne di più bisogna provare per credere<br />
questa meravigliosa idea in testa,<br />
proprio come diceva Cesare Ragazzi.
“Siamo seri<br />
professionisti”<br />
P<br />
Servizio di<br />
Diletta Severi<br />
Foto di Cristiano Bianchi<br />
Non è rispettoso nei<br />
confronti del defunto<br />
e soprattutto della sua<br />
famiglia, quando passa<br />
il carro funebre e la gente<br />
compie gesti estremamente<br />
volgari. Prima ci si alzava il<br />
cappello o si abbassava<br />
lo sguardo<br />
rima del congedo, ci regala un portachiavi in<br />
legno, a forma di bara. Dice che è un portafortuna.<br />
Noi, naturalmente, lo accettiamo e ce ne<br />
andiamo con una convinzione: i becchini, o impresari<br />
funebri, nella terminologia moderna, non<br />
sono affatto come li dipinge la credenza popolare.<br />
Non sono lugubri, non sono tristi. Almeno non<br />
lo è Paolo Lo Conte, 38 anni, titolare, insieme al<br />
fratello Stefano dell’omonima e storica impresa<br />
funebre a Ponte Buggianese, avviata dal padre<br />
Guerrino. Sorridente, ironico e simpatico, Paolo<br />
è pienamente consapevole che la sua attività rientra<br />
tra i lavori che nessuno vorrebbe fare. Ma<br />
è estremamente seria che richiede grandi doti<br />
organizzative: in 24 ore tutto deve essere tutto<br />
pronto, allestito e niente può essere lasciato al<br />
caso. Siccome le tragedie non ti avvertono prima<br />
di arrivare, la reperibilità è d’obbligo: in vacanza<br />
all’estero o a un classico pranzo domenicale in<br />
famiglia, il cellulare di Paolo è sempre acceso. E,<br />
se squilla, non ci possono essere rimandi. “Questo<br />
aspetto del mestiere - dice - è senz’altro uno<br />
tra quelli più antipatici. Anche se, ovviamente, il<br />
momento peggiore resta, sempre e comunque, il<br />
primo incontro con la famiglia del defunto”. Quel<br />
giorno tristissimo, poi è arrivato anche chi con la<br />
morte ha a che fare tutti i giorni: “Dopo la morte<br />
di mio padre - aggiunge - la mia sensibilità verso<br />
i clienti è aumentata e non è vero, come in molti<br />
credono, che sia più “facile” incontrare i congiunti<br />
che hanno perso un caro anziano, magari malato<br />
da tempo, anziché quelli di un giovane spirato<br />
all’improvviso. Di fronte all’inevitabile, nessuno<br />
sembra mai preparato e rassegnato. Nemmeno<br />
io lo sono. Un altro aspetto duro di questo lavoro<br />
è il pregiudizio. Io sto volentieri<br />
alle battute sarcastiche, alla facile ironìa.<br />
Scherzare sulla morte, secondo<br />
me, serve alla gente per esorcizzarla.<br />
Non sopporto, però quando al passaggio<br />
del carro funebre le persone<br />
fanno gesti maleducatamente volgari.<br />
Un tempo ci si alzava il cappello o si<br />
abbassava lo sguardo in nome di un<br />
rispetto verso la morte che oggi forse<br />
non c’è più. O c’è meno di prima”.<br />
Paolo Lo Conte però non perde mai<br />
la voglia di scherzare ed è il primo a<br />
farti una battuta sulla sua attività, però<br />
ci tiene sempre a specificare che “siamo<br />
professionisti seri e il nostro lavoro è<br />
estremamente delicato”. Finisce una frase seria e<br />
conclude con una battuta: “Diletta, ricordati che<br />
noi siamo molto trasparenti e...non bariamo”.<br />
LAVORI SPORCHI è il nuovo spazio del giornale, ideato<br />
dal nostro fotografo Cristiano Bianchi, che vuole raccontare<br />
quei mestieri che visti dall’esterno, da semplici<br />
fruitori, possono sembrare in qualche modo spiacevoli o<br />
che nessuno vorrebbe fare. Dietro, invece, spesso si nascondono<br />
capacità, amore e tradizione. Abbiamo iniziato<br />
il nostro viaggio dall’impresario funebre conosciuto Paolo<br />
Lo Conte di Ponte Buggianese che simpaticamente si è<br />
raccontato alla nostra giornalista Diletta Severi.<br />
COSÌ DICEVANO<br />
Nell’ antichità per assicurarsi che una persona<br />
fosse effettivamente deceduta, l’usanza voleva<br />
che la persona incaricata di questa verifica, il<br />
“beccamorto” appunto, mordesse violentemente<br />
una delle dita dei piedi del presunto cadavere, se<br />
non si registrava alcuna reazione, la valutazione<br />
era definitiva e la sepoltura inevitabile.
21<br />
il ricordo<br />
“<strong>Il</strong> sorriso di Andrea<br />
arriva fino in Perù”<br />
Quel 22 agosto del 2007, aveva deciso che doveva essere l’ultimo giorno<br />
alla guida della sua moto. Andrea Tori, conosciuto e amato disc jockey,<br />
la stava riportando alla concessionaria per venderla. Ma il destino ha voluto<br />
che tra la due ruote che amava tanto e lui, ci fosse una separazione<br />
diversa. Un destino terribile, il peggiore. Andrea infatti, lungo la strada di<br />
Capannori è stato vittima di un incidente, nel quale ha perso la vita. Aveva<br />
29 anni, tanti amici e una voglia di vivere fuori dal comune. Sentimenti che<br />
ancora oggi, a distanza di oltre due anni, si portano dentro gli amici più<br />
cari. “Andrea era un fenomeno, una persona impareggiabile - racconta<br />
Luca Orsi, il notissimo ed esperto Berger dj - gli volevo bene come a un<br />
fratello. Lo conobbi in una circostanza molto curiosa. I titolari del New<br />
York pub di Pescia, cercavano un dj per una serata, un amico in comune,<br />
il conosciuto dj Alex Berti, mi fece il suo nome. Quando gli telefonai a casa<br />
quasi non ci credeva, pensava fosse uno scherzo. Ma una volta convinto<br />
che ero io davvero, mi portò subito un cd con una sua selezione musicale”.<br />
Luca Orsi, data anche la sua esperienza, immediatamente si accorse<br />
del suo talento. “In cinque minuti ho capito che Andrea aveva la stoffa<br />
per lavorare subito in una sala importante,<br />
infatti gli telefonai subito e dalla settimana<br />
successiva iniziò a lavorare, ma soprattutto<br />
da quel giorno diventammo amici inseparabili”.<br />
Luca “Berger” Orsi, ricorda Andrea<br />
Tori sempre con un pizzico di commozione.<br />
“Era un bravissimo dj, aveva una grande carica,<br />
ma sopratutto era una ragazzo speciale.<br />
In compagnia teneva sempre banco, organizzava<br />
scherzi ed era veramente sincero<br />
nell’amicizia. La sua scomparsa ha lasciato<br />
nella mia vita e nella vita molti altri che l’hanno<br />
conosciuto un vuoto immeso”. Insieme<br />
a lui c’è anche Silvia Micheli, una delle amiche<br />
intime di Andrea Tori: “Non potevamo<br />
lasciare che la sua scomparsa non portasse<br />
niente di bello, oltre al suo ricordo, così<br />
abbiamo deciso di organizzare delle feste<br />
e delle cene dedicate a lui”. Ma c’è di più<br />
nella storia di Andrea Tori. “La prima festa<br />
l’abbiamo fatta alla discoteca “Ku Ku” di<br />
Capannori, c’era tantissima gente e numerosi<br />
addetti ai lavori e disc jokey importanti<br />
che l’avevano conosciuto nei vari locali<br />
dove aveva lavorato: Sandy Marton, David<br />
Togni, Alex Berti, Franco Baldaccini, Walter<br />
Demi e Alex Del Fabbro, oltre ovviamente a<br />
Luca “Berger” Orsi ed Enzo Baroncelli. “Era<br />
un ragazzo speciale - aggiunge anche “Enzino”<br />
- simpaticissimo e sempre pronto a<br />
imparare dagli altri. E’ stato veramente un<br />
grande dolore per tutti averlo perso”.<br />
Di cene e feste, ce ne sono state altre nel<br />
corso dei mesi e tutti hanno sempre voluto<br />
dare il proprio contributo per la causa<br />
di Andrea Tori. “Grazie all’interessamente<br />
dell’associazione Amici del Perù di Lucca<br />
- aggiunge Silvia Micheli - siamo riusciti a<br />
raccogliere fondi per comprare un’ambulanza<br />
per il paese di Livitaca, che si trova a<br />
4 mila metri di altura. In tutto questo tempo<br />
non abbiamo mai smesso di tenere dentro<br />
tutto quello che ci ha dato Andrea e lo<br />
raccontiamo anche nei gruppi di Facebbok<br />
che gli abbiamo dedicato. Se fosse stato in<br />
vita, sarebbe stato il primo a impegnarsi in<br />
una causa come questa. Ora almeno, il suo<br />
sorriso, fa felice qualcun’altro”.
22<br />
musica<br />
“Crea la tua musica<br />
tra le pareti di casa”<br />
V<br />
olete sapere tutto sul rock? Avete a casa un<br />
computer e non sapete da dove iniziare per<br />
registrare il vostro pezzo musicale tra le pareti<br />
di casa?<br />
In Valdinievole è arrivata la scuola che fa per<br />
voi. L’idea è nata da due musicisti e un fonico<br />
professionista: Simone Pippi, 30 anni,<br />
Marcello Rossi, 39 anni e Mauro Petroni,<br />
43, uniti sotto lo stesso codice di “Wave &<br />
Sound”, un portale internet dove si possono<br />
già trovare informazioni e consigli per l’home<br />
recording. Simone Pippi da alcuni anni è anche<br />
redattore della rivista online del settore<br />
“audiovideomusic.it” di Pierre Calderan, un<br />
guru per tanti musicisti amanti del rock.<br />
“<strong>Il</strong> nostro intento - spiega Marcello Rossi - è<br />
quello di far conoscere la musica e i vari<br />
generi nella loro vera natura e soprattutto<br />
quello di consigliare gli strumenti e i software<br />
da utilizzare. Anzi durante i corsi, gli allievi<br />
possono proprio toccare con mano tutti i<br />
passaggi che portano da una semplice idea<br />
a veder il proprio pezzo registrato”.<br />
I corsi sono suddivisi sia per tutti i generi,<br />
che per gli obiettivi che gli allievi vogliono<br />
raggiungere.<br />
“Abbiamo organizzato il primo corso Making<br />
off...home recording, una sorta di primo livello<br />
per chi vuole imparare a registrare il proprio<br />
brano a casa. Poi Sound Red Clinic e presto<br />
daremo vita alla School of Wroock - spiega<br />
Simone Pippi - le lezioni si alternano tra nozioni<br />
teoriche e pratica. Tra i docenti c’è anche<br />
Pierre Calderan, un vero maestro”.<br />
Mauro Petroni, con 30 anni di esperienza da<br />
fonico, cura tutti i segreti del suono.<br />
I corsi di Wave & Sound si svolgono nelle sale<br />
del Circolo Arci di Margine Coperta, in collaborazione<br />
con il Comune di Massa e Cozzile.<br />
Per informazioni basta contattare Simone,<br />
Marcello o Mauro attraverso il sito internet :<br />
www.wavesound.it.<br />
il giullare<br />
dell’anno<br />
venerdi 18 dicembre<br />
ore 20.30 - Fattoria Medicea, via Cesare Battisti, 1293 - Monsummano Terme<br />
CENA DI BENEFICENZA A FAVORE DELLE ASSOCIAZIONI DELLA VALDINIEVOLE<br />
Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0572.386198 oppure:<br />
Gambrinus BAR - Montecatini Terme 0572.71725<br />
Ristorante La Favola Mia - Chiesina Uzzanese 0572.480168<br />
Associazione Gruppo Valdinievole - Ponte Buggianese 0572. 930073
23<br />
hi-tech<br />
“Ora il cellulare<br />
si carica senza fili”<br />
Vai anche tu<br />
in televisione<br />
SServizio di<br />
Thomas Buonanno<br />
olo qualche anno fa si pensava<br />
che “2001 Odissea nello Spazio”<br />
fosse un’utopia inarrivabile, ma<br />
Kubrick, con quel film (1968) non<br />
si era scostato così tanto da quella<br />
che oggi è la realtà.<br />
Senza fili, senza matasse di cavi<br />
vi presento un prodotto veramente<br />
innovativo: il caricatore senza<br />
fili. Powermat, azienda europea<br />
leader nelle nuove tecnologie, ha<br />
inventato una stazione per ricaricare<br />
iPhone e iPod Touch, ma<br />
anche molti altri cellulari e handheld<br />
(Samsung, LG, Nintendo<br />
DS, PSP ecc.) in modo “wireless”,<br />
cioè senza inserire fisicamente lo<br />
spinotto nel jack di alimentazione.<br />
Per ricare i dispositivi è necessario<br />
appoggiare il dispositivo sulla<br />
tavola speciale e il gioco è fatto. O<br />
quasi, visto che in verità occorre<br />
fare qualche operazione in più. Al<br />
dispositivo da ricaricare occorre<br />
installare un piccolo accessorio. <strong>Il</strong><br />
sistema rivoluzionario di ricarica,<br />
applica il fenomeno dell’induzione<br />
elettromagnetica che in verità era<br />
già stato scoperto nel 1831. Powermat<br />
funziona così.<br />
La base rappresenta il circuito<br />
primario, alimentato a sua volta<br />
dalla rete elettrica e per “generare”<br />
corrente occorre il circuito<br />
indotto, probabilmente una<br />
bobina, annegato in un dorso<br />
copribatteria specifico per ogni<br />
modello di cellulare e di smartphone.<br />
Dopo aver montato<br />
questo accessorio, il sistema è<br />
pronto a funzionare e permette<br />
di caricare fino a tre dispositivi.<br />
Due le versioni: da casa, un’elegante<br />
lastra rigida, e da viaggio,<br />
pieghevole. <strong>Il</strong> costo del caricatore è<br />
di circa 90€ della base wireless Powermat<br />
alla quale vanno aggiunti i<br />
necessari ricevitori per Blackberry,<br />
iPhone, Ipod Touch e Nintendo Ds<br />
(da 35 a 40 euro) o i Powercube<br />
(40 euro). Powermat è un prodotto<br />
raffinato nel design, curato nei<br />
particolari ed “esclusivo” anche in<br />
virtù di un prezzo per pochi. Per<br />
maggiori informazioni o acquistare<br />
il prodotto: powermat.com<br />
Si chiama “Pimik led Screen”<br />
ed è un pannello luminoso a<br />
messaggio variabile, realizzato<br />
secondo le più avanzate<br />
tecnologie. Una vera<br />
novità ideata dalla società<br />
“I can fly”, del ragioniere Michele<br />
Gallicchio e di Piero<br />
Giarrizzo, conosciuto anche<br />
nel mondo dello spettacolo<br />
anche per la sua partecipazione<br />
a “Uomini e donne”.<br />
Pimik led Screen permette la<br />
trasmissione di spot dinamici,<br />
attraverso piccole produzioni<br />
video autoprodotti. Per<br />
questo è una nuova opportunità<br />
per i cittadini e le attività<br />
commerciali, che potranno<br />
usufruire di una soluzione<br />
innovativa per promuovere<br />
prodotti e servizi. <strong>Il</strong> pannello,<br />
operativo dall’ 8 novembre,<br />
è stato installato in via<br />
Empolese a Monsummano,<br />
principale arteria stradale<br />
che convoglia la maggior<br />
parte del traffico pedonale e<br />
veicolare della zona. E’ attivo<br />
da poco tempo, ma ha già<br />
incuriosito l’intera popolazione<br />
perché trovandosi in<br />
zona, ci si imbatte in questo<br />
enorme televisore di ben 2<br />
metri, per un metro e sessanta<br />
con immagini di elevato<br />
appeal per gli spot e le<br />
idee che vengono trasmesse.<br />
Pimik led Screen è quindi<br />
anche un partner in grado di<br />
promuovere tantissime attività<br />
commerciali e aziende per<br />
365 giorni all’anno (24 ore su<br />
24) a costi molto accessibili.<br />
<strong>Il</strong> pannello inoltre veicolerà informazioni<br />
utili, il benvenuto<br />
nel comune di Monsummano<br />
Terme e iniziative culturali.<br />
La società I can fly è anche<br />
soddisfatta dell’interesse e<br />
l’efficienza mostrate dagli organismi<br />
comunali che hanno<br />
collaborato all’iniziativa.
24<br />
giramondo<br />
Scopriamo il New Mexico<br />
In questa pagina, in collaborazione<br />
con Simeone Clamori di Pacific Travel<br />
di Montecatini, racconteremo ogni<br />
mese l’immenso mondo dei viaggi,<br />
andando a scoprire le città e le località<br />
più belle al mondo, dando spazio anche,<br />
magari a quei posti incontaminati<br />
che mai nessuno ha pensato di visitare,<br />
ma che rappresentano un tesoro<br />
della nostra terra. Iniziamo raccontando<br />
con queste foto il New Mexico<br />
dalla capitale Albuquerque a Santa Fe<br />
e a tutte le incredibili bellezze di questo<br />
territorio: la zona attraversata dal<br />
mitico Rio Grande, teatro di numerosissimi<br />
film western e luogo di culto<br />
per tutti coloro che bambini amavano<br />
le gesta di Tex e del fido Kit Carson e<br />
Chaco Canyon, il più grande sito archeologico<br />
di tutto il Sud Ovest degli<br />
Usa e tutte le altre tappe di questo<br />
magico viaggio, con immagini scattate<br />
sul posto.
25<br />
uomini di successo<br />
“El Vaquero”,<br />
gioielli ai<br />
tuoi piedi<br />
Servizio di<br />
Chiara Cavalli<br />
V<br />
Valerio Giuntoli, noto designer del marchio<br />
El Vaquero, il giorno dell’inaugurazione del<br />
suo negozio a Milano con alcuni degli ospiti<br />
intervenuti: Debora Salvalaggio ex Isola dei<br />
Famosi e il noto manager dei vip Lele Mora<br />
alerio Giuntoli è designer e consulente di<br />
moda e tutti lo conoscono perché è il creatore<br />
che fondò, nel 1975, il marchio El<br />
Vaquero. Ha lavorato fin da giovanissimo<br />
in fabbrica, e per questo conosce bene lo<br />
spirito di sacrificio. Ha sempre sognato di disegnare<br />
scarpe e per farlo ha utilizzato qualsiasi<br />
oggetto per il rivestimento, da vegetali,<br />
minerali come l’oro e l’argento, comprese<br />
pietre dure preziose. E negli anni 80 lo swarovsky<br />
è stata la sua invenzione, che ancora<br />
oggi fa tendenza. Si ricorda ancora quando<br />
applicò ai suoi texani 400 swarovsky, essi<br />
rappresentano il termometro del suo umore.<br />
Valerio è un uomo determinato, dotato di<br />
una fonte inesauribile di<br />
creatività. Capace di<br />
alzarsi nel cuore della<br />
notte: “Dormo molto<br />
poco e se mi balena<br />
un’ idea interessante<br />
per una nuova creazione,<br />
mi alzo, inizio a disegnare<br />
e a prendere appunti”.<br />
Trasforma le idee in realtà,<br />
e ultimamente, in tempi<br />
di crisi come questi, è<br />
ricercatissimo per le sue<br />
progettazioni competitive<br />
nel mercato e per le sue<br />
consulenze. Valerio ha conquistato la fama<br />
di costruttore di opere d’arte da calzare, ma,<br />
in Russia il suo nome è noto perché fanno<br />
furore le sue creazioni di arredamento per<br />
casa, presentati anche al Salone del mobile<br />
di Milano. E anche se la crisi incalza, il designer<br />
ha deciso di festeggiare i suoi trent’anni<br />
di successi aprendo una vetrina nella capitale<br />
della moda a Milano in via Rossari 5, angolo<br />
via S. Spirito, praticamente nel quadrilatero<br />
della moda, tra via Montenapoleone e<br />
via della Spiga. “Era indispensabile avere un<br />
Negli anni ‘80 gli stivali<br />
di Valerio Giuntoli<br />
sono stati indossati<br />
dai più importanti personaggi<br />
dello star system<br />
di Hollywood. A Milano, nel<br />
quadrilatero della moda, è<br />
nato un nuovo negozio<br />
monomarca<br />
salotto nella capitale della moda - commenta<br />
Valerio Giuntoli - è questo il mio modo di<br />
reagire allo sconforto generale, sono un ottimista<br />
di natura”. <strong>Il</strong> suo nuovo negozio monomarca<br />
ha uno stile vecchia officina, made<br />
in Tuscany, arredato con le poltrone del suo<br />
marchio con un pellame ricercatissimo. Negli<br />
anni Ottanta si era già fatto conoscere<br />
in tutto il mondo: Giappone e in particolare<br />
Stati Uniti, dove ancora è richiestissimo dagli<br />
idoli del Red Carpet e dalle pop star più<br />
famose del momento, compresa Rihanna.<br />
Le creazioni di Valerio hanno conquistato<br />
perfino Paris Hilton, che ha richiesto i suoi<br />
texani tramite fax, chiedendo stivali speciali<br />
della misura 41-42, per<br />
una ricorrenza importante<br />
in televisione. Anche l’affascinante<br />
Charlize Theron<br />
ha indossato le calzature El<br />
Vaquero per la serata magica<br />
del Red Carpet, non<br />
mancano Denise Richards<br />
e Bai Ling, la prima orientale<br />
apparsa nuda sulla copertina<br />
Playboy che già da<br />
tempo è considerata come<br />
una delle donne più sexy<br />
del mondo. Tra gli attori<br />
spuntano Bruce Willis (42<br />
italiana), Harrison Ford (una 12<br />
americana) e George Clooney, che ha notato<br />
i suoi texani inconfondibili, così come Johnny<br />
Depp, Daniel Day Lewis e Tommy Lee<br />
Jones. Ma la lista dei nomi non è terminata:<br />
Christina Aguilera, Beyonce, Jennifer Lopez,<br />
Britney Spears, Madonna, John Galliano,<br />
Lenny Kravitz e in Italia vanno matte per gli<br />
stivali El Vaquero Elenoire Casalegno e Nina<br />
Moric, tutto il corpo di ballo di «Buona domenica»<br />
e anche il cast della soap opera<br />
«Deadwood», trasmessa su Hbo channel.
26<br />
malesseri<br />
Che cosa sono i disturbi della specifici dell’apprendimento?<br />
I disturbi specifici dell’apprendimento sono disturbi settoriali,che interessano<br />
cioè soltanto alcune competenze in un bambino,il cui quoziente<br />
intellettivo è integro.I settori interessati possono essere: lettura,scrittura e<br />
il calcolo. La persona dislessica ha difficoltà a gestire i codici.<br />
“La dislessìa<br />
V<br />
Servizio di<br />
Benedetta Lotti<br />
ostro figlio frequenta la seconda elementare,<br />
è intelligente, a casa parla fluentemente<br />
e sa esprimersi correttamente,<br />
eppure a scuola non riesce a compiere<br />
le azioni più banali: non sa leggere, né<br />
scrivere bene. Davanti a questo problema,<br />
la maggioranza degli insegnanti e<br />
genitori reagisce punendo il ragazzo in<br />
questione, perché è chiaro che non si<br />
sta applicando come gli altri nelle azioni<br />
che ai più risultano elementari e meccaniche.<br />
Insomma il metodo più praticato<br />
è ancora quello dei tempi del nostro<br />
burattino Pinocchio: con i rimproveri<br />
facciamo sparire le orecchie d’asino a<br />
bambini non ancora veri bambini. “Tutti<br />
i bambini sono, per loro natura, predisposti<br />
ad apprendere, apprendono<br />
nonostante i metodi d’insegnamento.<br />
<strong>Il</strong> problema, in realtà, non è causato da<br />
un deficit d’intelligenza, né da motiva-<br />
male invisibile”<br />
zioni di scarsa attenzione o impegno dinievole, ormai da sei anni, è a regime<br />
nello studio. Ci troviamo di fronte ad un un progetto di Screaning che, in collaborazione<br />
paradosso, che non tutti sono disposti<br />
con la Asl, coinvolge le scuole<br />
ad accettare e comprendere: il bambino elementari: i bambini vengono sottoposti<br />
dislessico è una persona estramemente<br />
ad un test (un dettato di parole),che<br />
intelligente e creativa (anche Albert Einstein<br />
permette di individuare le persone a<br />
lo era),che non riesce a svolgere rischio e quindi di poter procedere ad<br />
le azioni più elementari, ha difficoltà nella<br />
una diagnosi precoce, essenziale per<br />
lettura e nella scrittura, nel decifrare i questo tipo di problematica”. La sua ap-<br />
codici.” A parlare è una rappresentante parente “invisibilità” lo rende un fenomeno<br />
dell’Aid (Associazione Italiana Dislessia),<br />
largamente sottovalutato, che però<br />
Morena Caoduro di Borgo a Buggiano, coinvolge a tutti gli effetti circa il 3% della<br />
che si occupa da circa vent’anni di questi<br />
popolazione italiana e fa sì che gli ambu-<br />
problemi da quando ha individuato le latori nella provincia di Pistoia siano qua-<br />
difficoltà del figlio e ha girato tutta l’Italia si tutti praticamente intasati. Necessario<br />
prima di avere una diagnosi di dislessia. è non coprirsi gli occhi davanti a quella<br />
Continua Morena: “Oggi il panorama che non è una malattia, ma un disturbo<br />
fortunatamente è cambiato. L’associazione<br />
dell’apprendimento, che, se sottovalu-<br />
fondata nel 1997 dal professor tato e non diagnosticato in tempo, può<br />
Stella sta diventando un punto di riferimento<br />
provocare seri danni alla persona,anche<br />
e di supporto alle famiglie. In Val-<br />
di natura<br />
psichica.
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
“Scusi preside,<br />
ai spic inglisc”<br />
le domande<br />
Please write down another word of the same meaning as ‘astonishing’.<br />
Scrivi un’altra parola con lo stesso significato di ‘stupire’.<br />
Is Ireland part of the United KIngdom?<br />
L’Irlanda fa parte del Regno Unito?<br />
Please write the past tense of the verb ‘run’?<br />
<strong>Il</strong> passato di correre?..<br />
Please write a sentence using the adverb ‘regardless’.<br />
Scrivi una frase usando l’avverbio “senza badare a”.... esempio: “Io mangio maiale, senza<br />
badare alla religione musulmana”.<br />
How would you impress an English girl/boy that you fancy?<br />
Cosa diresti per colpire una ragazza/o che ti piace<br />
Dami Gianluca, 18 anni<br />
Classe V C<br />
risponde:<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
Stupefy<br />
No<br />
Ran<br />
Regardless my beauty i like girls<br />
Try to elevate my italian’s proud<br />
Irene Gangemi, 18 anni<br />
Classe V C<br />
risponde:<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
Servizio di<br />
Lorenzo Benedetti<br />
Surprised<br />
Only the North<br />
Ran<br />
Have bought a bag regardless bag’s cost<br />
Ask him if he want to hang out with me<br />
“Gli allievi della scuola che dirigo quando saranno a colloquio<br />
con me dovranno parlare in inglese”. Ha destato<br />
molta curiosità l’idsea del preside del Liceo scientifico<br />
“Coluccio Salutati” di Montecatini, Paolo Calusi. La<br />
notizia non è certo passata inosservata: giornali locali si<br />
sono interessati a questa originale iniziativa e anche una<br />
radio di fama nazionale quale Radio Radicale è stata<br />
incuriosita da questa novità e non ha perso l’occasione<br />
di intervistare l’originale dirigente soclastico. Noi de “<strong>Il</strong><br />
<strong>Giullare</strong> “ cosa abbiamo fatto? Abbiamo fatto diventare<br />
giornalista uno studente del Liceo che è andato a<br />
intervistarei suoi compagni di scuola in inglese. Risultato?<br />
<strong>Il</strong> livello di preparazione è molto alto. Complimenti al<br />
preside, ai ragazzi del “Salutati” e al nostro giornalista.<br />
Matteo Calistri, 18 anni<br />
Classe V C<br />
risponde:<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
Amazing<br />
No<br />
Run<br />
I don’t know<br />
With a letter<br />
Io studente<br />
giornalista<br />
Exscuse me, Sir? Con questa<br />
frase uno studente del liceo<br />
scientifico di Montecatini Terme<br />
deve cominciare un colloquio<br />
con il proprio preside,<br />
Paolo Calusi. Infatti il dirigente<br />
scolastico ha chiesto ai propri<br />
ragazzi di parlargli in inglese<br />
per dimostrare che lo studio<br />
non ha come unico fine il voto<br />
in pagella, ma che è utile anche<br />
nella vita di tutti i giorni e<br />
quale modo migliore per dimostrarlo<br />
se non questo. Tengo<br />
a precisare che il preside<br />
non obbliga i ragazzi a parlare<br />
inglese ma li invita a farlo e nel<br />
caso in cui i temi da trattare<br />
siano troppo complessi si ritorna<br />
al buon vecchio italiano.<br />
Noi studenti abbiamo accolto<br />
la notizia con un filo di ironia.<br />
Ad onor del vero così facendo<br />
non si mettono in gioco solo i<br />
ragazzi, ma anche il dirigente<br />
stesso, laureato in matematica<br />
e fisica. Personalmente la<br />
ritengo un’idea originale ed innovativa,<br />
che a poche persone<br />
sarebbe venuta in mente:<br />
tutti vogliono un rinnovamento<br />
della scuola, idee nuove, nuovi<br />
stimoli per i ragazzi. Eccola.<br />
Lorenzo Romani, 18 anni<br />
Classe IV C<br />
risponde:<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
Stupefy<br />
Yes<br />
Ran<br />
I did it regardless what she said<br />
You have a beautiful smile<br />
Mariasole Venturini, 17 anni<br />
Classe IV D<br />
risponde:<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
Amaizing<br />
Only the North<br />
Ran<br />
Regardless of his faults i like him<br />
Using my happiness
Piatto<br />
Ricco<br />
Pollo al mattone<br />
PIATTO RICCO è la nuova rubrica fissa de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”,<br />
rivolta agli amanti della buona cucina, ma anche alle<br />
donne che in queste pagine possono trovare idee per<br />
soddisfare le richieste della famiglia. Ogni mese infatti verrà<br />
proposta una ricetta dai massimi esperti chef della<br />
Valdinievole che dovrà abbinare la tradizione toscana e<br />
i prodotti locali con l’innovazione della cucina moderna.<br />
PIATTO RICCO è anche una specie di “Posta del cuoco”.<br />
I nostri chef, a turno, infatti risponderanno alle richieste e<br />
alle esigenze dei nostri lettori che potranno scrivere una<br />
mail all’indirizzo: direttore@ilgiullare.com e avere risposte<br />
precise su qualsiasi ricetta. Le mail (devono contenere<br />
sempe nome, cognome, indirizzo del destinatario o<br />
almeno il paese di residenza) saranno pubblicate su questa<br />
pagina, insieme alle ricette. Potete anche proporvi come<br />
chef de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” e diventerete anche voi protagonisti di<br />
.... PIATTO RICCO...<br />
Questo mese vi proponiamo la storica specialità del ristorante<br />
“Cecco” di Pescia: il pollo al mattone. Forse è il piatto<br />
più caratteristico della tradizione del locale e la ricetta si tramanda<br />
dal 1935, poi “affinata” nel 1950 con l’aggiunta di accorgimenti<br />
e l’inserimento di un ingrediente “segreto” che ancora<br />
tutt’oggi Federico custodisce con gelosia. Noi ci abbiamo<br />
provato a farcelo dire, ma non ce l’abbiamo fatta. “Questa<br />
ricetta non ha prezzo - ha dichiarato Federico - non<br />
possiamo pubblicare tutti i segreti su un giornale.<br />
Posso solo affermare che ancora oggi è in voga nel<br />
locale, dato che acquisto ben 500 polli al mese”.<br />
Sappiamo solo che “<strong>Il</strong> pollo al mattone” di Cecco è stato apprezzato<br />
da molti personaggi, possiamo citarne alcuni: Gianni<br />
Agnelli con la famiglia, Claudio Villa, Mina, Walter Chiari, Miranda<br />
Martini, Nicola Arigliano.<br />
LA RICETTA DI “PIATTO RICCO”<br />
1/2 pollo di circa 500gr.<br />
Olio extra Vergine d’oliva.<br />
Succo di limone.<br />
Sale e pepe<br />
Battere il pollo bene fino ausi a “romperne” le ossa, si mette<br />
poi in una casseruola a doppio fondo, si aggiunge olio e limone,<br />
sale e pepe abbondanti e si lascia cuocere a fuoco medio<br />
fino a “colorarlo” bene. E’ importante fin dall’inizio della cottura<br />
schiacciare il pollo ustilizzandoi un mattone refrattario, il<br />
quale dovrà restare sul pollo fino alla fine della cottura. Girare<br />
ogni tanto il pollo e continuare ad irrorarlo di olio e limone. Gli<br />
ultimi tre minuti di cottura, girarlo dalla parte della pelle e finirlo<br />
di cuocere a fuoco alto per creare quella crosta che rende<br />
così speciale il pollo al mattone. Ecco, il pollo è pronto. Federico<br />
Schiavelli consiglia di accompagnare questa pietanza<br />
con un bel piatto di Fagioli di Sorana cotti al fiasco.
29<br />
il locale<br />
“Cecco”, cento<br />
anni di storia<br />
L<br />
Servizio e foto di<br />
Cristiano Bianchi<br />
a storia di Cecco ha oltre un secolo, comincia infatti<br />
nel 1911. Già all’inizio del ventesimo secolo,<br />
lungo quella che veniva chiamata Via Nuova, il cui<br />
vero nome era Corso Reale (oggi viale Forti) si affacciava<br />
una fiaschetteria, «Da Brandina». I clienti<br />
erano coloro che andavano a servirsi da un cestaio<br />
e da un maniscalco a pochi passi dal locale. Nel<br />
1913 uno dei figli di Brandina, Francesco detto<br />
“Cecco”, entrò in bottega a dare una mano alla<br />
mamma. L’insegna «Da Brandina» fu sostituita da<br />
una nuova «Cecco della vedova», in ricordo del<br />
marito della donna, morto giovane. La fiaschetteria,<br />
con il passar dei tempo, diventò una trattoria<br />
famosa, grazie alle tipiche specialità, curate da<br />
Palmira, moglie di Cecco. <strong>Il</strong> locale divenne subito<br />
famoso grazie anche all’impronta che le dette<br />
poi uno dei figli di Cecco e Palmira, Angiolino, il<br />
futuro babbo di Francesco e zio di Dino. Nel 1954<br />
la storia di Cecco si è incrociata per la prima volta<br />
con la famiglia Schiavelli. Fu Renato Natali, zio<br />
di Alessandro Schiavelli, a gestire il ristorante più<br />
famoso della Valdinievole fino al 1961. In quegli<br />
anni cenavano da Cecco la famiglia Agnelli, il primario<br />
Valdoni di Roma, l’annunciatrice televisiva<br />
Sampò, Claudio Villa, Mina, Walter Chiari,Miranda<br />
Martini, Arigliano Nivola. Nel 1961 la gestione di<br />
Cecco ripassa nelle mani della famiglia Pacini.<br />
Dal giugno di quell’anno, Angiolino Pacini, si avvalse<br />
della collaborazione determinante del figlio<br />
Francesco e del nipote Dino. <strong>Il</strong> nome di Cecco<br />
fece il giro di tutta l’Italia grazie ai suoi piatti tipici,<br />
la cioncia, il pollo al mattone, gli asparagi, i fagioli<br />
di Sorana. Senza discendenti che<br />
volessero proseguire l’attività della<br />
famiglia Dino e Francesco Pacini,<br />
dopo 44 anni vissuti alla guida del<br />
locale hanno individuato di nuovo<br />
nella famiglia Schiavelli i loro degni<br />
successori. E’ Federico Schiavelli,<br />
figlio di Alessandro, a tenere alto il<br />
prestigio raggiunto nel corso di un<br />
secolo dalla Famiglia Pacini. Ad affiancare<br />
la conduzione del ristorante<br />
c’è Giancarlo Belluomini, amico<br />
di famiglia, uomo di esperienza con<br />
un passato nei migliori hotel del<br />
mondo. La cucina ha le<br />
stesse caratteristiche e la<br />
cantina è stata potenziata:<br />
160 etichette di vini e 50<br />
distillati e riqualificazione<br />
dei prodotti tipici del territorio<br />
pesciatino. Fanno<br />
parte della cucina anche i<br />
grandi prodotti della Valdinievole:<br />
l’olio verdino appena franto, le pesche durace, i fagioli di Sorana<br />
(provenienti dal campo “adottato” dalla famiglia Schiavelli) cotti nel fiasco<br />
e sulla brace, il risotto coi funghi di Vellano e Calamecca, le bistecche<br />
fiorentine, il pollo al mattone, i fritti tradizionali, l’arista, gli asparagi, il vino<br />
di Montecarlo. Federico Schiavelli, 35 anni, si è diplomato presso l’Istituto<br />
Alberghiero “Martini” di Montecatini. Dopo esperienze in Germania e in Inghilterra,<br />
nel 1996 è entrato in società con il padre Alessandre, gestore del<br />
Ristorante “Gambero Rosso” di Collodi e nel 2001 lancia un nuovo locale<br />
a Pescia: “La Luna nel Pozzo” dove conferma le sue capacità nei piatti<br />
di mare, che sono le sue specialità, e che ha inserito anche nel menù di<br />
“Cecco”, mantendo comunque la stessa tradizione con l’utilizzo di materie<br />
prime pregiate, grazie anche alla coltivazione, a metà con il contadino, di<br />
un campo di asparagi e uno di fagioli di Sorana sulle colline di Pescia. Particolare<br />
importante anche l’attenzione alla proposta dei prodotti a seconda<br />
della stagione. Federico Schiavelli infatti sostiene che “un piatto cucinato<br />
con un prodotto di stagione è nettamente superiore ai piatti cucinati con gli<br />
stessi prodotti tutto l’anno”. Alcuni esempi sono: i piselli (primi di marzo), gli<br />
asparagi (fine marzo), i fagioli di Sorana (quasi tutto l’anno), funghi e specialmente<br />
gli ovoli (giugno), fagiolo Lamone (luglio), il tartufo (autunno).<br />
Viale Forti Francesco 84 - Pescia - Telefono 0572 477955
30<br />
night life - com’era<br />
Quando il Keruba e l’Area<br />
facevano moda e...storia<br />
L<br />
a discoteca ce l’ha nel sangue. Lo si capisce<br />
appena gli rinfreschiamo la memoria<br />
degli anni d’oro di Montecatini. Moreno<br />
Michelotti è come un libro di storia<br />
della nightlife della Valdinievole e mentre<br />
ti racconta la sua vita, sfoglia un album<br />
di fotografie colmo di star internazionali.<br />
“La passione per la discoteca è iniziata<br />
quando ero a Londra a lavorare negli anni<br />
‘70. La sera, quando uscivo con gli amici,<br />
ma anche da solo, entravo in questi<br />
club molto alla moda e sentivo un’energìa<br />
diversa da quella che<br />
si respirava allora nelle discoteche<br />
italiane.<br />
Era qualcosa di unico: il dj<br />
suonava nella scocca di<br />
un Jaguar”. Dopo un periodo<br />
negli Usa, Moreno<br />
Michelotti torna a Montecatini<br />
e si porta dentro<br />
l’idea di poter trasferire un<br />
giorno quel clima anche<br />
nella sua città. L’occasione<br />
arriva nel 1976, quando<br />
i titolari del bar Biondi e<br />
del Keruba (che aveva da<br />
poco sostituito ill Whisky a<br />
go go), gli chiedono lavorare<br />
per la discoteca sotteranea<br />
nel pieno centro<br />
della città. “Lanciammo<br />
un locale modaiolo, molto<br />
bello. Quello che lo rendeva<br />
accattivante - racconta<br />
Moreno - era lo stile<br />
e il piano bar che io volli<br />
inserire come attrazione<br />
della discoteca”. Accanto<br />
a lui c’è sempre stata<br />
la moglie Laura, montecatinese<br />
doc e appoggio<br />
sia morale che fisico. “Nel<br />
1980 presi la gestione del<br />
Keruba, mi ero veramente<br />
affezionato al locale.<br />
Ricordo che quando feci<br />
realizzare una porta scura<br />
all’ingresso in modo<br />
che non si vedesse niente<br />
all’interno, subii qualche polemica perché<br />
si diceva in giro che il nostro era il locale<br />
dei “pottini”.<br />
Era giusto così, perché la gente si incuriosiva<br />
e voleva sapere cosa succedeva<br />
dentro. Di particolare c’era il risottino alle<br />
fragole che veniva servito alla lampada in<br />
piena notte, le feste in maschera e il primo<br />
No Stop music, dalle 15 alle 3 di notte<br />
la domenica”. Erano gli anni della bella<br />
Montecatini, meravigliosa cittadina termale<br />
di grande appeal turistico e spesso<br />
anche appoggio di gradissimi personaggi.<br />
“Al nostro piano bar ci sono stati tutti i<br />
grandi della musica e non solo- sottolinea<br />
Moreno Michelotti - Grace Jones, Renato<br />
Zero, Vasco Rossi, Brigitte Nielsen,<br />
Moana Pozzi. In particolare Grace Jones<br />
una notte mi telefonò da Parigi dicendomi<br />
che la serata passata al Keruba non se<br />
la sarebbe mai dimenticata”. Dal Keruba,<br />
all’Area negli anni ‘90.<br />
“E’ stata una bella sfida dopo l’esperienza<br />
del Keruba. Avevano costuito un mega<br />
locale dovevano avviarlo e mi offrirono<br />
la direzione. Partimmo alla grande, con<br />
eventi di successo. La nostra proposta<br />
era varia e originale: il piano bar in stile<br />
Keruba nel privèe e la discoteca in chiave<br />
house già all’epoca, nella sala maggiore.<br />
All’Area sono venuti a suonare i dj più importanti<br />
al mondo da Ralf a Joe T. Vannelli<br />
ad artisti americani, gli attori di Beautiful e<br />
il nome della discoteca era noto in tutta<br />
Italia. Siamo stati i primi anche a lanciare<br />
l’afterhour, “<strong>Il</strong> Templares”: un giorno intero<br />
di musica dove in consolle si sono alternati<br />
i mostri sacri di tutto il mondo e dove<br />
arrivarono clienti da ogni parte d’Italia.<br />
Un vero spettacolo. Oggi a Montecatini<br />
manca una discoteca del genere, anche<br />
se, devo dire che i gestori del Bella Vita<br />
e anche delle Panteraie stanno lavorando<br />
bene, infatti è un periodo dove si percepisce<br />
un piccolo rilancio del settore della<br />
notte in città”. Prima di andare via, gli chiediamo<br />
se è a conoscenza della riapertura<br />
del Keruba: “Sì, lo so e sono contento. E’<br />
un po’ come quando vedi che il figlio fa le<br />
stesse cose che ha già fatto il padre”.
31<br />
piccoli campioni<br />
“Vado in moto<br />
come Valentino”<br />
C<br />
Federico Monti è un<br />
talento naturale, a 17<br />
anni ha già collezionato<br />
tanti successi e il suo<br />
sogno è quello di diventare<br />
un campione, ma sempre<br />
con la testa sulle spalle e<br />
agli studi scolastici<br />
i sono certe passioni che rimangono tali tutta la vita,<br />
e ci fanno compagnia senza troppe pretese. Ce ne<br />
sono altre che possono trasformarsi in professioni e<br />
se, coltivate per tempo e con dedizione, renderti un<br />
vero e proprio fenomeno, in un determinato settore.<br />
E’ presto per dire quale sarà la strada di Federico<br />
Monti, 17 anni: lui, per ora, dice di “lavorare divertendosi”,<br />
anche se, i presupposti per un futuro di<br />
successi sembrano esserci tutti. Sportivo da sempre,<br />
con la competizione nel DNA, abbandona il calcio<br />
per abbracciare un nuovo mondo: quello delle<br />
due ruote. A 14 anni si fa regalare la sua prima mini<br />
moto: ovvero, una moto di piccole dimensioni con<br />
cilindrata 50 (la stessa di un comune motorino, per<br />
intendersi). Da subito, la decisione di gareggiare tra<br />
i professionisti. Tra il 2004 e il <strong>2009</strong>, un’escalation<br />
di successi per il piccolo e determinato Federico:<br />
subito campione toscano, quinto piazzamento per<br />
due anni consecutivi al Trofeo Honda 125Gp (quindi,<br />
una cilindrata superiore rispetto agli esordi), ottimo<br />
piazzamento (decimo) nel CIV (Campionato<br />
Italiano Velocità) e, ancora, nel 2007, test driver a<br />
Firenze, per lo sviluppo di una mini moto a quattro<br />
tempi. Le ultime due stagioni lo hanno visto legato<br />
al team PRT, dall’anno prossimo si passa ad un’altra<br />
categoria, la SuperStock 600: qualche soldo lo<br />
ha vinto, ci racconta, ma è presto per parlare di veri<br />
e proprio guadagni. Ci sono i meccanici<br />
da pagare, le trasferte delle gare da autofinanziarsi,<br />
la manutenzione della moto<br />
da saldare. E la scuola? Federico, che<br />
frequenta il Liceo Coluccio Salutati di<br />
Montecatini, eccelle anche lì. D’altronde,<br />
ci spiega, che andare bene a scuola è il<br />
lascia passare per la sua passione. L’unica<br />
condizione impostagli dai genitori,<br />
suoi primi, grandi fans, ma pur sempre,<br />
e giustamente, attenti all’educazione del<br />
figlio. Che diventi, un nuovo Valentino?<br />
Siamo i primi ad augurarglielo.<br />
non perdere l’opportunità di apparire<br />
per la pubblicità su questo mensile<br />
chiama lo 0572.386198
32<br />
la bizona<br />
Cardelli, il libero<br />
ideale di Sacchi<br />
AServizio<br />
di<br />
Roberto Grazzini<br />
Foto di Cristiano Bianchi<br />
15 anni è capitano di quella fantastica formazione<br />
Berretti (il Montecatini era allora in C2) che approderà<br />
alla finali nazionali. Gioca con gente maggiorenne<br />
che gli obbedisce alla lettera. Impossibile<br />
che l’Empoli, da sempre un passo avanti a tutti<br />
nella scoperta dei giovani talenti, non lo noti. L’anno<br />
dopo è in casacca azzurra. Un effetto cromatico<br />
dal doppio significato perché oltre al colore sociali<br />
del club empolese è anche quello della Nazionale<br />
Under 16. Lui pensa alla difesa, Roberto Baggio<br />
all’attacco. Una stagione fantastica che si chiude<br />
con il prestito alla Fiorentina. Lì diventa il pupillo di<br />
Arrigo Sacchi nella Primavera viola. E’ perfetto nel<br />
chiamare il fuorigioco, alzano la mano ed urlando<br />
verso il guardalinee. Ancor più perfetto nel far<br />
salire la squadra come un elastico sincronizzato.<br />
“Massimo, fai tornare dietro Bortolazzi (ex secondo<br />
di Donadoni in Nazionale ndr) che mi tiene lunga<br />
la squadra” - gli urla il tecnico di Fusignano di<br />
cui ricorda le interminabili doppie lezioni tattiche,<br />
prima a lui poi alla squadra. Di Massimo si fidava<br />
ciecamente. Intanto dall’allora “Bar <strong>Il</strong>io” al sabato<br />
partivano le “macchianate” per andare a vedere “il<br />
Cardellino” giocare al campo militare. Papà Valerio<br />
seguiva in disparte, senza dire una parola, ma<br />
qualche volta sorridendo. “Sono stati due genitori<br />
fantastici che non hanno mai interferito nella mia<br />
carriera, lasciandomi libero di crescere” - dice<br />
Cardelli, che ci incontra nel suo appartemento di<br />
Via Pastrengo. Niente fa pensare ad una casa di<br />
ex calciatore ora allenatore. I ricordi sono in un<br />
cassetto, accuratamente ordinati. Alle pareti solo<br />
quadri. “Le senzazioni non sono da appendere, ti<br />
restano nel cuore” - taglia corto. Come il giorno<br />
che nasce la sua niportina, figlia della sorella Valeria,<br />
mentre lui giocava allo stadio dei Pini per le<br />
finali del Torneo di Viareggio. La folgorante annata<br />
del libero montecatinese non passa inosservata e<br />
la stagione successiva “Picchio” De Sisti lo porta<br />
in ritiro con la prima squadra. Tante convocazioni,<br />
ma nessun debutto. Nel frattempo esordisce con<br />
la nazionale juniores dove i compagni di reparto<br />
sono nientemeno che Luppi e Ciro Ferrara e vince<br />
il “Quattro Nazioni”. Silvano Bini, padre padrone<br />
dell’Empoli (e del suo cartellino) decide che è arrivato<br />
il momento di riportarlo nel club d’appartenenza.<br />
<strong>Il</strong> ragazzo è maturo. Ma lo era anche prima<br />
sotto tutti i punti di vista. L’Empoli, allora come<br />
“Je ne regrette rien”. Non rimpiango niente. La più bella canzone<br />
dell’usignolo Edith Piaf è la colonna sonora ideale per accompagnare<br />
quelle che sono state le gesta, restando nei francesismi,<br />
dell’enfant prodige del calcio montecatinese. Stiamo parlando di<br />
Massimo Cardelli, ragazzo dalla faccia pulita e dai modi garbati,<br />
nato (nel 1966) e cresciuto “Sottoverga” nonché campione predestinato<br />
che forse non ha raccolto tutto ciò che avrebbe meritato.<br />
Per chi non ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo, diciamo<br />
che la sua storia calcistica comincia nei ragazzini del Montecatini<br />
del maestro Cardelli (nessuna parentela solo un omonimo). Già<br />
dai primi calci si capisce che Massimo ha delle grandi capacità<br />
tecniche, ma soprattutto è un piccolo condottiero in campo. Gioca<br />
davanti la difesa e la visione totale del campo unita alle naturali<br />
dosi di posizione e alla spiccata personalità gli permettono, già in<br />
tenera; età di comandare il gruppo.<br />
adesso in serie B, guidato da mister Salvemini inizia<br />
la stagione in un girone di ferro di coppa Italia.<br />
L’Inter e l’Avellino sono le due compagini di serie<br />
A contro cui giocarsi la qualificazione. <strong>Il</strong> Castellani<br />
è indisponibile per i lavori di ristrutturazione e quel<br />
vecchio volpone di Bini, per la partita interna con<br />
l’Avellino, sfruttando l’effetto Cardelli, emigra al Mariotti.<br />
Già un’ora prima del fischio d’inizio i 4500 posti<br />
fra tribuna e gradinata sotto tutti occupati. Un<br />
applauso scrosciante accompagna l’ingresso in<br />
campo di quel ragazzino che dopo pochi minuti di<br />
gara stende, al limite del regolamento e dell’area di<br />
rigore, Ramon Diaz, portandogli via il pallone. L’applauso<br />
diventa un boato e l’incitamento “Massimo,<br />
Massimo” anticipa di vent’anni la nota acclamazione<br />
nel film “<strong>Il</strong> Gladiatore”. Stessa sorte, in altra<br />
sede, tocca a Rummenigge, nel turno successivo.<br />
E’ titolare inamovibile per i primi due mesi di campionato.<br />
Poi Salvemini, a cui piacciono i giovani, ma<br />
preferisce far giocare i veterani, lo sostituisce con<br />
Picano, che ha il doppio dei suoi anni. A distanza di<br />
tanto tempo, con umiltà disarmante, Cardelli difende<br />
la scelta del mister: “Ha fatto bene. Ero troppo<br />
giovane e lui per guidare la difesa voleva un giocatore<br />
esperto. Non gliene faccio una colpa, anzi lo<br />
ringrazio per avermi dato un’opportunità che tanti
Ho avuto la fortuna di<br />
giocare in campionati<br />
che altri calciatori non<br />
avranno mai. Ho avuto tre<br />
maestri di vita: Cardelli e De<br />
Min e Donati, ognuno mi ha<br />
insegnato qualcosa<br />
di importante che<br />
mi porto dentro<br />
giocatori non avranno mai”. La vita da professionista<br />
l’ha fatta sin da piccolo. Nessun grillo per<br />
la testa, nessuna discoteca né cene fuori orario.<br />
“Del resto ho avuto tre grandi maestri di vita: il<br />
maestro Cardelli che mi ha insegnato quanto è<br />
bello il gioco del calcio, mister De Min con cui ho<br />
affinato i primi rudimenti del mestiere, capendo<br />
e apprezzando pure la cultura della sconfitta e<br />
mister Donati, imbattibile nell’arte di infondere<br />
grinta e determinazione. Con questo bagaglio<br />
ho appreso poi il meglio dagli altri allenatori che<br />
ho avuto. Ognuno mi ha insegnato qualcosa che<br />
mi è servito non solo sotto il profilo calcistico.<br />
Come non ho mai pensato che sul football fosse<br />
basato il resto della mia esistenza”. Tornando<br />
alla carriera, dopo aver collezionato una ventina<br />
di presenze fra coppa e campionato e preso il<br />
diploma di maturità, per il buon Massimo arriva<br />
il servizio di leva. In quegli anni va a giocare al<br />
sud: “quando vincevamo mi portavano primizie<br />
e pesce fresco, quando si perdeva dovevamo<br />
stare attenti alle gomme della macchina”. Poi<br />
Siena (era in C2) e sempre nella stessa categoria<br />
la Rondinella. Dopo la salita, la discesa, ma non<br />
la caduta. Approda in Serie D alla Colligiana e va<br />
la sua seconda scelta di vita, iniziando a lavorare<br />
come consulente alle vendite (stesso lavoro attuale)<br />
in una concessionaria, sia pure part time.<br />
E’ realista, concreto ed ha sempre saputo che<br />
prima o poi i sogni finiscono. Nel 1993 sposa<br />
Sabrina, suo primo grande amore, Presto arriverà<br />
Federico. Adesso gioca nel Via Nova e quando<br />
guarda ridendo le fotografie, non crede che<br />
quello possa essere il suo babbo. “Non ha i miei<br />
piedi, ma è un bravissimo ragazzo” - ammette il<br />
padre premuroso, accarezzandolo. C’è a un certo<br />
punto della carriera, un altro grande amore: la<br />
squadra di calcio del Montecatini, che lo aspetta<br />
a braccia aperte. Poco importa se fra i dilettanti.<br />
Lui fa parte di quell’undici che vincerà 4-0 allo<br />
“Strulli” un derby memorabile col Monsummano.<br />
Scherzi del destino: è proprio la società amaranto<br />
che tessera Cardelli per le sue ultime apparizioni<br />
da calciatore. “Cinque belle annate con<br />
un paio di promozioni che<br />
ricordo volentieri”. Alle soglie<br />
delle 36 primavere dice basta.<br />
Però, appese le scarpe<br />
al chiodo, si mette ad allenare.<br />
“Rigorosamente dopo il<br />
lavoro - puntualizza. Prima la<br />
Vergine e venendo ai giorni<br />
nostri la Pieve (quinta stagione<br />
in corso) di questa nuova<br />
esperienza. L’album si richiude,<br />
senza rimpianti. “Ho avuto<br />
un paio di infortuni gravi,<br />
ma ripeto mi ritengo molto<br />
fortunato. E vi dico che può<br />
dare molta soddisfazione allenare in seconda<br />
categoria, trovando gente che fa grossi sacrifici<br />
per essere presente e puntuale. <strong>Il</strong> calcio è cambiato.<br />
Non voglio dire che adesso è più o meno<br />
bello. Di sicuro i giocatori sono più tutelati. Magari,<br />
e qui bisogna che la famiglia e certe società<br />
si prendano le proprie resposabilità. Molti ragazzi<br />
vivono la loro avventura nel mondo del calcio,<br />
in un clima ovattato, troppo protettivo e quindi<br />
non si mettono mai in gioco. Non accettano la<br />
competizione pagandone dazio nella vita di tutti<br />
i giorni”. La chiacchierata è finita. Per Massimo è<br />
tempo di andare a lavorare. Più tardi, col buio, gli<br />
allenamenti. Ma va bene così. E’ una storia così<br />
“normale” quasi da sembrare una favola. E c’è,<br />
a nostro avviso, un gran bel lieto fine.
34<br />
il giullare dell’anno<br />
“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> dell’anno”, l’evento<br />
che premia solo i numeri uno<br />
Decidi tu chi<br />
vincerà! Scrivi a<br />
direttore@ilgiullare.com<br />
Lo saprete il<br />
18 dicembre<br />
Sta entrando nel vivo il nostro concorso “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> dell’anno”, un premio che<br />
abbiamo istituito per valorizzare il nostro territorio e il personaggio che si è<br />
distinto nel <strong>2009</strong>. <strong>Il</strong> mese scorso abbiamo lanciato il concorso chiedendovi<br />
di votare il personaggio che preferite e che, secondo voi, si è distinto dagli<br />
altri. Dai nostri lettori abbiamo già ricevuto numerose preferenze e indicazioni.<br />
Per ora, i nomi che hanno ricevuto preferenze e che si lotteranno “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong><br />
dell’anno” sono: Giuseppe Bellandi (neo sindaco di Montecatini Terme),<br />
Giampaolo Pazzini (bomber della Sampdoria, con origini valdinievoline e<br />
che vorremmo vedere ai mondiali), Daniele Bettarini (sindaco di Borgo a<br />
Buggiano), Roberta Marchi (neo sindaco di Pescia), Stefano Pucci (personaggio<br />
di spicco nel mondo dello sport e attualmente assessore allo sport<br />
per il Comune di Montecatini), Giovanni Moschini (fondatore della comunità<br />
di recupero per tossicodipendenti Gruppo Valdinievole), Eleonora Di Miele<br />
(attrice monsummanese di Centovetrine e fondatrice della scuola di Art Show<br />
dance), i fratelli Giulio, Lazzaro e Simone Magrini (titolari dell’azienda Agricola<br />
Gloria, sponsor del basket di Montecatini), Vincenzo Nibali (campione<br />
di ciclismo di Mastromarco), Gino Natali (manager dello sport tornato a lavorare<br />
nel mondo del basket di serie A a Roma), Marco Borgioli (neo sindaco<br />
di Chiesina Uzzanese). Avete la possiblità di votare fino al 18 dicembre e la<br />
sera, nel corso dell’evento “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> dell’anno” che si terrà (ore 20.30) nel<br />
“Salone Granaio” della Fattoria Medicea di Monsummano Terme, sarà effettuata<br />
la premiazione ufficiale con consegna del “Premio <strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”. Nel corso<br />
della serata, alla quale parteciperanno rappresentanti delle istituzioni di tutta la<br />
Valdinievole, i sindaci degli undici Comuni, personaggi dello sport, del sociale<br />
e dello spettacolo, sarà premiato anche il lettore che ha inviato la “Foto dell’anno”<br />
e sarà sorteggiato un viaggio e altri premi offerti da Pacific Travel. Tutte le<br />
altre immagini saranno esposte nella mostra all’interno della prestigiosa location.<br />
L’evento sarà pieno di attrazioni: si comincia con una cena, nel corso della<br />
stessa ci sarà la premiazione, dopodiché seguirà uno spettacolo di cabaret<br />
dell’artista Enzo Costanza, reduce dal successo dello spettacolo teatrale “La<br />
Berlusconeide” e dei ragazzi del Gruppo Valdinievole. <strong>Il</strong> ricavato della serata<br />
sarà devoluto in beneficenza alle associazioni della Valdinievole.<br />
il giullare<br />
dell’anno<br />
venerdi 18 dicembre<br />
ore 20.30 - Fattoria Medicea, via Cesare Battisti, 1293 - Monsummano Terme<br />
CENA DI BENEFICENZA A FAVORE DELLE ASSOCIAZIONI DELLA VALDINIEVOLE<br />
PARTECIPA ANCHE TU! L’EVENTO È APERTO A TUTTI!<br />
Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0572.386198 oppure:<br />
Gambrinus BAR - Montecatini Terme 0572.71725<br />
Ristorante La Favola Mia - Chiesina Uzzanese 0572.480168<br />
Associazione Gruppo Valdinievole - Ponte Buggianese 0572. 930073
35<br />
agenda<br />
Addio Massimo Bechelli, hai raccontato il calcio<br />
di casa nostra con amore e professionalità<br />
Pistoia - 19 novembre<br />
Nelle scorse settimane, mentre mi trovavo a Londra (come accade spesso nella mia vita da un anno) una collega, una grande amica, mi ha<br />
comunicato la notizia della scomparsa di Massimo Bechelli, 53 anni, storico collaboratore de La Nazione, ex allenatore di calcio ed esperto<br />
come pochi dello sport che più degli altri ha amato e ha raccontato sulle pagine del giornale. Ammetto che la sua morte mi ha lasciato senza<br />
parole, come quando, quasi imbarazzato non sai cosa dire e nemmeno cosa pensare, anche perché sapevo che non sarei potuto andare al suo<br />
funerale. Massimo per me è stato un collega preziosissimo, dato che nessuno come lui conosceva la carriera e i nomi di tutti i calciatori della<br />
provincia di Pistoia o che, anche per un solo periodo, avevano calcato i nostri campi di calcio. Ma soprattutto nessuno come lui aveva un’enorme<br />
banca dati di numeri di telefono che, con una capacità fuori dal normale, teneva tutti memorizzati nel cervello. Tante volte mi ha salvato quando<br />
cercavo i tabellini delle partite dei campionati dilettanti e non riuscivo a trovare i dirigenti delle società, e per questo sempre l’ho ringraziato per<br />
quella sua immensa bontà e profedssionalità. Come quando<br />
dovevamo organizzare il “Top 11”, una sua creatura, il<br />
concorso dei migliori giocatori di tutta la provincia che per<br />
noi giornalisti, divisi in due redazioni, quelle di Pistoia e di<br />
Montecatini, era diventata quasi una sfida. Per anni lui si è<br />
occupato delle “convocazioni” della formazione pistoiese,<br />
io invece sceglievo quella della Valdinievole in base alle statistiche<br />
della stagione. <strong>Il</strong> confronto era sempre bello, leale,<br />
simpatico e così lo rendeva Massimo, sempre con la battuta<br />
pronta e quel vocione inconfondibile. E’ stato anche uno<br />
dei primi ad accogliermi con gentilezza quando per un anno<br />
ho lavorato nella redazione di Pistoia. “Spadoni è meglio se<br />
continui a fare il giornalista, tanto a giocare a pallone non<br />
sei bravo”, questo il suo consiglio il giorno che mi ha visto<br />
sedere sulla scrivania in quella che era la “sua” redazione<br />
e dove passava intere mattinate a parlare di calcio di tutte<br />
le categorie, lo sport che amava, i personaggi che<br />
amava e raccontava tutti o giorni sulle pagine del<br />
giornale. Ciao Beck...per piacere.<br />
Andrea Spadoni<br />
<strong>Il</strong> mondo del ciclismo<br />
piange Antony Orsani<br />
Montecatini - 24 novembre<br />
La morte del diciottenne Antony Orsani è stata una grande<br />
tragedia che ha gettato nel dolore e nello sconforto tantissima<br />
gente. Per primi i familiari che perdono un ragazzo d’oro,<br />
per gli amici e per il ciclismo. Orsani era da tutti considerato<br />
una grande promessa dello sport a due ruote. Nella prossima<br />
stagione avrebbe corso nella squadra dilettanti del Mastromarco.<br />
Proprio domenica mattina aveva iniziato gli allenamenti<br />
con la nuova squadra. Tra qualche giorno sarebbe<br />
partito per il Venezuela dove avrebbe partecipato ad un’importante<br />
corsa. Antony Osani era un campione predestinato<br />
delle due ruote, correva nel Mastromarco. A Larciano è stato<br />
proclamato il lutto cittadino. <strong>Il</strong> presidente del Team Mastromarco<br />
Bruno Malucchi, conosceva molto bene Antony: “Un<br />
dolore grandissimo. Antony era un bravo ragazzo. Era felicissimo<br />
di venire a correre nel Mastromarco. Aveva grandi potenzialità<br />
di corridore. E’ un momento triste della nostra storia<br />
della società Mastromarco. Tutto il mondo del ciclismo è in<br />
lutto. Come presidente e padre - conclude Bruno Malucchi<br />
- mi avvicino al dolore dei familiari, esprimendo<br />
davvero profonde e sentite condoglianze”. Questo<br />
ha dichiarato a “La Nazione”.<br />
Al via il festival<br />
“Pistoia Corto”<br />
Pistoia - 13 dicembre<br />
E’ al via il Pistoia corto film festival, evento nazionale, nato da un ‘idea<br />
di Roberta Mucci e Roberto Rongioletti. La manifestazione realizzata<br />
in collaborazione con l’Endas (dipartimento arte e spettacolo) è un evento nato<br />
per coinvolgere tutti i filmaker che nascono artisti nella provincia di Pistoia, dando<br />
loro l’opportunità di farsi conoscere nel mondo cinematografico. Per tutti i<br />
registi, autori e produttori indipendenti, associazioni culturali che hanno delle<br />
opere da mettere in concorso, facciamo presente che la partecipazione è gratuita<br />
e che possono scaricare il bando di concorso dal sito www.pistoiacortofilmfestival.it.<br />
Le proiezioni si alterneranno a momenti di spettacolo da parte di<br />
artisti conosciuti a livello nazionale. Tantissimi sono i cortometraggi provenienti<br />
da giovani registi di tutta Italia, segno dell’interesse che questo festival, sia pur<br />
giovanissimo, ha saputo comunicare tra gli addetti ai lavori. Nelle precedenti<br />
edizioni sono stati presenti in giuria personaggi del calibro di Rolando D’angeli,<br />
noto produttore discografico, il regista e produttore cinematografico Michele<br />
Massimo Tarantini, ad attori del film Milano<br />
Palerno il ritorno,uscito nelle sale cinematografiche<br />
in tutto il mondo e girato quasi<br />
per intero a Montecatini Terme. <strong>Il</strong> Festival si<br />
svolgerà il 13 Dicembre nella splendida<br />
cornice dell’ Hotel Villa Resort.<br />
La serata avrà inizio alle ore 14,30.<br />
Per ulteriori informazioni, leggere il<br />
sito: www.pistoiacortofilmfestival.it.