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Serva di Dio Victorine le Dieu - Amici della Croce

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<strong>Serva</strong> <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> <strong>Victorine</strong> <strong>le</strong> <strong>Dieu</strong><br />

(notizie tratte da www.santiebeati.it/patronati.html e www.superficia<strong>le</strong>.it/SuoreRedentorehome.htm)<br />

<strong>Victorine</strong> Le <strong>Dieu</strong> de la Ruau<strong>di</strong>ère (Maria Giuseppa <strong>di</strong> Gesù) fondatrice del<strong>le</strong><br />

Suore del Patronato <strong>di</strong> S. Giuseppe, che dal 1984 hanno la nuova<br />

denominazione <strong>di</strong> Suore <strong>di</strong> Gesù Redentore.<br />

<strong>Victorine</strong> nacque il 22 maggio 1809 ad Avranches, città che sorge <strong>di</strong> fronte<br />

al ce<strong>le</strong>bre Monte <strong>di</strong> San Miche<strong>le</strong>, da Felice A<strong>le</strong>ssandro Le <strong>Dieu</strong> de la<br />

Ruau<strong>di</strong>ère, ricevitore del Demanio e dalla nobi<strong>le</strong> Maria Teresa <strong>di</strong> Cantilly.<br />

L'infanzia <strong>di</strong> <strong>Victorine</strong> è serena e felice. In <strong>le</strong>i la bel<strong>le</strong>zza, la poesia e la<br />

bontà si fondono profondamente. Suo padre la definisce un bocciolo.<br />

<strong>Victorine</strong> gode dell'attenzione dei genitori e <strong>della</strong> tenerezza fraterna: ama ed<br />

è riamata dal fratello Edoardo, più piccolo <strong>di</strong> <strong>le</strong>i <strong>di</strong> un anno, e dal suo<br />

secondo fratello Augusto, nato <strong>di</strong>eci anni dopo. La professione del padre<br />

costringe la famiglia Le <strong>Dieu</strong> a continui spostamenti che hanno il merito <strong>di</strong><br />

moltiplicare i contatti umani ed allargare gli orizzonti mentali <strong>della</strong> ragazza.<br />

A 12 anni ricevé la Prima Comunione, sentendo sin da allora <strong>di</strong> essere<br />

chiamata alla vita religiosa, il suo spirito è costantemente interpellato dal<strong>le</strong><br />

miserie umane e spirituali e, <strong>di</strong> fronte ad una società materialista, ingiusta,<br />

<strong>di</strong>scriminante, <strong>le</strong> si ravviva il bisogno <strong>di</strong> spendere la sua vita nel si<strong>le</strong>nzio e<br />

nella preghiera; ma questa sua evidente inclinazione venne molto<br />

contrastata dai genitori, che misero in atto, tutti i tentativi per <strong>di</strong>ssuaderla, come quello <strong>di</strong> mandarla a Reims, a<br />

stu<strong>di</strong>are in un col<strong>le</strong>gio laico.<br />

A 18 anni, coerente con <strong>le</strong> sue decisioni, fece privatamente i voti <strong>di</strong> castità e ubbi<strong>di</strong>enza, che furono trasformati<br />

a 24 anni in pubblici e perpetui. Legata alla famiglia che non la lasciava scegliere, <strong>Victorine</strong> la segue nei<br />

trasferimenti da Avranches a Parigi e poi a Poitiers, resi necessari per mettersi al riparo dal<strong>le</strong> turbo<strong>le</strong>nze<br />

politiche, che scuotevano la Francia nel periodo post-napo<strong>le</strong>onico e <strong>della</strong> Restaurazione. Nel 1830 in Francia il<br />

popolo è in sommossa ed una nuova rivoluzione insanguina il paese: vengono commessi sacri<strong>le</strong>ghi attentati<br />

al<strong>le</strong> chiese e l'animo sensibi<strong>le</strong> <strong>di</strong> <strong>Victorine</strong> sente "il bisogno <strong>di</strong> un'immensa riparazione ". Da quel momento<br />

<strong>Victorine</strong>, sull'esempio <strong>di</strong> S. Paolo, vuo<strong>le</strong> "farsi tutto a tutti per conquistare tutti a Cristo". "Gloria a <strong>Dio</strong> solo"<br />

<strong>di</strong>venta il suo motto, "sia fatta la volontà <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>" il suo ritornello frequente come il battito del cuore. Partire è la<br />

sua ferma decisione, ma interminabili ostacoli <strong>le</strong> impe<strong>di</strong>ranno <strong>di</strong> volta in volta la realizzazione del suo<br />

proposito.<br />

A Poitiers <strong>le</strong> muore il fratello Edoardo; in casa viene ospitato padre Mesnildot esu<strong>le</strong> da Parigi, il qua<strong>le</strong> <strong>di</strong>venta il<br />

<strong>di</strong>rettore spiritua<strong>le</strong> <strong>di</strong> tutta la famiglia, ma specialmente <strong>di</strong> <strong>Victorine</strong>, <strong>di</strong> cui ha notato l’inclinazione alla vita<br />

religiosa e prende a <strong>di</strong>rigerla con sapiente <strong>di</strong>screzione; nel contempo la salute <strong>della</strong> giovane destava<br />

preoccupazione alla famiglia.<br />

Per aiutarla, <strong>le</strong> viene concesso <strong>di</strong> fare un ritiro al Carmelo ma al suo ritorno, nonostante il beneficio ricevuto, <strong>le</strong><br />

viene ancora una volta negato il permesso <strong>di</strong> farsi suora; tuttavia tutte queste <strong>di</strong>fficoltà non <strong>le</strong> impe<strong>di</strong>rono <strong>di</strong><br />

gettare <strong>le</strong> basi <strong>della</strong> sua futura fondazione che comprendeva, la riparazione eucaristica attraverso la Messa e<br />

l’adorazione.<br />

Ebbe anche un’esperienza religiosa <strong>di</strong> sei mesi fra <strong>le</strong> Agostiniane <strong>di</strong> Parigi, al<strong>le</strong> quali si era rivolta <strong>di</strong> nascosto;<br />

ma sotto <strong>le</strong> pressioni dell’influente famiglia fu estromessa dall’Istituto.<br />

A circa 27 anni quando ormai decisa, lascia la famiglia e con il consiglio <strong>di</strong> padre Mesnildot, entra nel<strong>le</strong> Suore<br />

<strong>di</strong> Santa Clotilde che non erano <strong>di</strong> clausura e de<strong>di</strong>te solo all’Istruzione Superiore, il 2 luglio 1836 avvenne la<br />

cerimonia <strong>della</strong> vestizione. Ma i <strong>di</strong>spiaceri avuti, l'assenza <strong>della</strong> sua famiglia nel giorno <strong>della</strong> vestizione<br />

religiosa, lo stress per tante vicissitu<strong>di</strong>ni fanno vacillare la sua salute sino a ridurla in fin <strong>di</strong> vita. Il padre,<br />

venutone a conoscenza, <strong>le</strong> invia per mezzo <strong>della</strong> mamma la sua bene<strong>di</strong>zione, assicurando<strong>le</strong> <strong>di</strong> lasciarla libera<br />

nella sua scelta. <strong>Victorine</strong> guarisce, ma la morte improvvisa <strong>della</strong> madre, dopo soli tre mesi dal loro incontro,<br />

viene a cambiare <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong>rezione alla sua vita: ella deve rientrare ed occuparsi <strong>della</strong> sua famiglia.<br />

Le sue cure raggiungono prima la nonna, poi uno zio ateo ed infine il suo fratello minore che, dopo una vita<br />

alquanto burrascosa, riesce a riavvicinarsi a <strong>Dio</strong>. La salute cagionevo<strong>le</strong> del padre la costringe a frequenti<br />

viaggi nel Mezzogiorno <strong>della</strong> Francia. La stanchezza, il clima, <strong>le</strong> contrad<strong>di</strong>zioni influiscono negativamente<br />

anche su <strong>di</strong> <strong>le</strong>i. Ridotta in fin <strong>di</strong> vita, chiede <strong>di</strong> recarsi in pel<strong>le</strong>grinaggio al santuario <strong>della</strong> Madonna de La<br />

Sa<strong>le</strong>tte e lungo il tragitto i sintomi del suo ma<strong>le</strong> scompaiono. Ai pie<strong>di</strong> <strong>della</strong> Vergine in lacrime trova luce e forza.<br />

Nostra Signora de la Sa<strong>le</strong>tte la conferma nel suo idea<strong>le</strong> <strong>di</strong> riconciliazione. Passando per Ars incontra il Santo<br />

Curato: Jean Marie Vianney e <strong>Victorine</strong> entrano in sintonia spiritua<strong>le</strong>. Il Santo la rassicura: "L'Opera sarà<br />

benedetta più <strong>di</strong> quanto si possa immaginare." Il 1860 sarà un anno decisivo per <strong>Victorine</strong>. Anche il padre<br />

raggiunge il cielo ed ella è libera <strong>di</strong> consacrarsi totalmente al Signore. Ha 51 anni, non è più giovane, ma<br />

conserva l'entusiasmo <strong>di</strong> quando ne aveva 20, anzi accresciuto dalla maturità raggiunta.


<strong>Serva</strong> <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> Madre Maria Giuseppa <strong>di</strong> Gesù<br />

Riparare, riconciliare, adorare il Signore nell’Eucaristia, restaurare l’unità nell’amore e istituire Case per<br />

accogliere persone cadute o in pericolo nel mare burrascoso <strong>della</strong> vita, questi sono i suoi progetti.<br />

Seguendo il consiglio del suo Direttore Spiritua<strong>le</strong> e <strong>di</strong> s. Pietro Giuliano Eymard, chiede per prima cosa al<br />

vescovo,<strong>di</strong> ottenere il SS Sacramento dell’Eucaristia per il suo oratorio considerato privato, ma la concessione<br />

non era possibi<strong>le</strong>, per cui la Curia la in<strong>di</strong>rizzò <strong>di</strong>rettamente a Roma e così il 15 gennaio 1863 si reca da papa<br />

Pio IX, il qua<strong>le</strong> dopo aver ascoltato <strong>le</strong> sue richieste <strong>di</strong> poter avere l’Eucaristia nell’Oratorio e <strong>di</strong> poter istituire la<br />

sua Opera <strong>di</strong> carità dovunque fosse possibi<strong>le</strong>, <strong>le</strong> concede tali privi<strong>le</strong>gi, l’Istituto avrà una Superiora Genera<strong>le</strong><br />

che non <strong>di</strong>penderà da altri.<br />

Dopo ta<strong>le</strong> u<strong>di</strong>enza l’inizia<strong>le</strong> programma <strong>di</strong> <strong>Victorine</strong> Le <strong>Dieu</strong> prende maggiore omogeneità, articolandosi in tre<br />

punti: Riparazione nei confronti dei bambini con opere <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> assistenza, <strong>di</strong> cui allora se ne sentiva<br />

fortemente il bisogno e che in seguito verrà considerevolmente allargata.<br />

<strong>Victorine</strong> ricevé l’abito religioso da padre Regis, procuratore dei Trappisti.<br />

Tornata in Francia, ad Avranches, nel 1864, si uniscono a <strong>le</strong>i alcune giovani con <strong>le</strong> quali inizia l'adorazione<br />

riparatrice. L'anno seguente la piccola comunità, piena <strong>di</strong> entusiasmo, si trasferisce al Mont-Saint-Michel che<br />

era stata trasformata in un orribi<strong>le</strong> carcere. Ai pie<strong>di</strong> <strong>della</strong> bellissima abbazia, apre una casa in cui istituisce<br />

l'adorazione ed accoglie i bambini poveri e abbandonati lì, il 19 marzo 1866, <strong>Victorine</strong> si consacra<br />

pubblicamente a <strong>Dio</strong> con i voti <strong>di</strong> castità, povertà e obbe<strong>di</strong>enza prendendo il nome <strong>di</strong> Suor Marie Joseph de<br />

Jésus. Ma ben presto anche al Monte sopraggiungono prove, persecuzioni, tra<strong>di</strong>menti...<br />

Iniziano <strong>le</strong> incomprensioni fra <strong>le</strong>i e padre Robert, il superiore dei Missionari <strong>di</strong>ocesani, che il vescovo ha<br />

istituito per il ripristino del culto e dei pel<strong>le</strong>grinaggi al Monte San Miche<strong>le</strong>.<br />

Gli opposti interessi procurano <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong> e infine madre Maria Giuseppa <strong>di</strong> Gesù, viene allontanata con la scusa<br />

<strong>di</strong> andare a fondare una nuova Casa a San Massimino nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Frejus, <strong>le</strong> suore rimaste a Mont St.<br />

Michel non si piegano ai vo<strong>le</strong>ri <strong>di</strong> padre Robert e quin<strong>di</strong> raggiungono la fondatrice, ricostituendo la Comunità.<br />

Ma a San Massimino devono vivere <strong>di</strong> e<strong>le</strong>mosine, si caricano <strong>di</strong> debiti, vengono a mancare gli appoggi sia<br />

materiali che spirituali, per cui quasi tutte <strong>le</strong> suore alla fine la lasciano e il vescovo <strong>di</strong> Frejus la estromette<br />

come religiosa dalla <strong>di</strong>ocesi.<br />

Respinta anche dai parenti, si riduce a vivere in una mansarda con la sola compagnia <strong>di</strong> due suore, soffre la<br />

fame, è continuamente febbricitante per il grande freddo, vive chiedendo l’e<strong>le</strong>mosina. A Parigi dove stanno,<br />

hanno il rifiuto del Vicario Genera<strong>le</strong> <strong>di</strong> poter stabilire la loro Opera dell’Adorazione Riparatrice, non<br />

riconoscendola Superiora <strong>di</strong> due so<strong>le</strong> suore e senza un soldo.<br />

Finché il 1° ottobre 1874, esse incaricate dal prefetto <strong>di</strong> Parigi, arrivano ad Aulnay nella periferia povera <strong>della</strong><br />

città, per accu<strong>di</strong>re i bambini poveri e gli orfanelli <strong>della</strong> zona, su richiesta del parroco loca<strong>le</strong>; ma senza sol<strong>di</strong><br />

anche qui sono costrette a chiedere l’e<strong>le</strong>mosina.<br />

Dopo un pò vengono sfrattate e il sindaco offre dei locali nel suo castello, dove sia pur con un freddo gelido<br />

riescono con i bambini a superare l’inverno. Alcune offerte del<strong>le</strong> Autorità, <strong>le</strong> fanno aprire una seconda casa a<br />

Saint Cloud, il numero <strong>di</strong> orfanelli aumenta ma i sol<strong>di</strong> per sfamarli non ci sono, chi aveva promesso viene<br />

meno, il vescovo <strong>di</strong> Versail<strong>le</strong>s a cui si era rivolta, <strong>le</strong> nega l’aiuto, perché prevenuto dal<strong>le</strong> calunnie pervenute da<br />

Monte San Miche<strong>le</strong>.<br />

Si reca <strong>di</strong> nuovo a Roma per trovare l’appoggio papa<strong>le</strong> e per aprire una Casa nel<strong>le</strong> capita<strong>le</strong>; ma ritornata in<br />

Francia trova che la sua Congregazione e gli orfanotrofi stanno per essere assorbiti da altra Istituzione, ma un<br />

pro<strong>di</strong>gio avvenuto al momento <strong>della</strong> firma, manda tutto all’aria.<br />

Nel 1879 il conte <strong>di</strong> Aulnay vende loro una casa-mulino, dove tutti si trasferiscono; ma una nuova prova si<br />

abbatte su <strong>Victorine</strong>, una postulante comincia ad avere fenomeni strani e premonitori, è creduta dal<strong>le</strong> suore e<br />

dal parroco e quando <strong>di</strong>ce che la superiora non è più adatta al compito, il parroco l’ascolta e sostituisce madre<br />

<strong>Victorine</strong> con suor Paola.<br />

È costretta a lasciare la Comunità e continuano <strong>le</strong> calunnie, persecuzioni, <strong>le</strong> viene negata la Comunione e<br />

deve togliersi l’abito religioso, sotto minaccia <strong>di</strong> essere arrestata, è costretta a fare la men<strong>di</strong>cante, è investita<br />

da una carrozza; ma <strong>le</strong>i non si arrende e ancora una volta con l’aiuto <strong>di</strong> una suora fede<strong>le</strong>, ritorna a Roma e<br />

ottiene dal papa la residenza romana e con l’aiuto <strong>della</strong> marchesa Serlupi ha dei locali a <strong>di</strong>sposizione; una<br />

suora dalla Francia la raggiunge, arriva qualche novizia.<br />

L’Opera si trasferisce in una Casa <strong>di</strong> via Tasso e affluiscono molti bambini, nel contempo anche <strong>le</strong> offerte e gli<br />

aiuti in vivande arrivano più frequentemente; il car<strong>di</strong>na<strong>le</strong> Vicario <strong>di</strong> Roma segue con ammirazione e stima sia<br />

<strong>le</strong>i, che l’opera e alla fine acconsente a ce<strong>le</strong>brare la Prima Messa nella nuova Cappella, dove resterà esposta<br />

l’Eucaristia per l’adorazione riparatrice.<br />

Il 26 ottobre 1884 a 75 anni, madre <strong>Victorine</strong> muore con il nome <strong>di</strong> Gesù sul<strong>le</strong> labbra, perdonando tutti e<br />

raccomandando la cura dei bambini.<br />

2


Agiografie<br />

Madre <strong>Victorine</strong> Le <strong>Dieu</strong> si trovò a lottare in <strong>di</strong>fficoltà straor<strong>di</strong>narie, subì persecuzioni inau<strong>di</strong>te, rischiò <strong>di</strong> fallire<br />

più volte con la sua Congregazione, ma non si scoraggiò, la sua fede restava incrollabi<strong>le</strong>. Il centro <strong>della</strong><br />

Volontà <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> <strong>di</strong> vo<strong>le</strong>re questa Istituzione, era papa Pio IX oggi beato; altre figure minori, ma pur sempre<br />

determinanti nel procurar<strong>le</strong> sofferenze, calunnie e persecuzioni, nulla poterono contro questa Volontà<br />

espressa nel tormento interiore dell’anima, così tribolata e santa <strong>di</strong> <strong>Victorine</strong> Le <strong>Dieu</strong>.<br />

3


<strong>Serva</strong> <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> Madre Maria Giuseppa <strong>di</strong> Gesù<br />

Ecco gli stralci <strong>di</strong> alcune <strong>le</strong>ttere in cui, coloro che l'avevano conosciuta, parlano <strong>della</strong> Fondatrice.<br />

Sono autentiche testimonianze che permettono <strong>di</strong> meglio conoscerla per sempre più fedelmente<br />

seguirla.<br />

"L'ho vista una sola volta nella mia vita. Dovevo avere circa 12 anni. Da Avranches con mio padre, mia madre<br />

e mia sorella eravamo stati condotti al Monte San Miche<strong>le</strong>... Con grande benevo<strong>le</strong>nza la Rev.da Madre ci<br />

aveva ricevuto a pranzo. Non ricordo il suo aspetto, ma ricordo perfettamente la sua accoglienza. Poi ho<br />

sempre sentito parlare <strong>di</strong> <strong>le</strong>i come <strong>di</strong> un'anima e<strong>le</strong>vata e una volontà molto energica..."<br />

M. de la Hamelinay<br />

"... Conservo un ricordo fedelissimo <strong>della</strong> signorina Le <strong>Dieu</strong> de La Ruau<strong>di</strong>ère, cugina <strong>di</strong> mia madre. Io la<br />

ritenevo una santa. Nei miei ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> fanciulla, e più particolarmente dopo una breve permanenza<br />

all'orfanotrofio del Monte San Miche<strong>le</strong> che aveva fondato, ho conservato <strong>di</strong> <strong>le</strong>i l'impressione <strong>di</strong> una bontà, <strong>di</strong><br />

una carità straor<strong>di</strong>naria.... l'apprezzai soprattutto durante quei giorni, avendo ammirato il buono spirito, l'unione<br />

affettuosa che regnava nella sua piccola comunità, l'aria felice degli orfani che aveva accolto...".<br />

E. Peries<br />

Céline Page aveva conosciuto la Fondatrice all'età <strong>di</strong> otto anni. Ne conservava vivo il ricordo e così<br />

raccontava:<br />

"Conobbi Madre <strong>le</strong> <strong>Dieu</strong> quando avevo otto anni. Ella venne ad Aulnay con tre bambini e due suore. La<br />

chiamavano "la gran dama" perché era assai buona e tutti desideravano conoscerla. Ella era buona, ella era<br />

buona... Era alta, maestosa, con gli occhi azzurri e vivaci, ma molto dolci. Abitava al pian terreno del castello<br />

dove lavorava mia madre. In chiesa si occupava dei fanciulli. Ci faceva pregare ed accompagnava i nostri<br />

canti con l'armonium. Mi ha preparato alla prima Comunione insieme al<strong>le</strong> mie compagne e compagni. Se<br />

commettevamo qualche birichinata, ella ci parlava dolcemente e la penitenza consisteva sempre in una breve<br />

preghiera ai pie<strong>di</strong> <strong>della</strong> Vergine.<br />

Per premio ci faceva fare una passeggiata sul cana<strong>le</strong> e guidava <strong>le</strong>i stessa la barca. Noi eravamo felici vicino<br />

alla buona Madre. Trattava i fanciulli con molta dolcezza e con il <strong>di</strong>alogo conduceva i più ribelli a migliori<br />

sentimenti. Appena <strong>le</strong> giungeva all'orecchio che c'era un ammalato, andava personalmente a rendersi conto<br />

dello stato dell'infermo. Forniva ai malati poveri tutte <strong>le</strong> me<strong>di</strong>cine necessarie e raccomandava al<strong>le</strong> sue suore la<br />

massima premura. Mio padre è stato malato sei mesi e la buona Madre non ci ha fatto mancare nulla. Noi<br />

eravamo poveri. Mia madre lavorava nei campi. Io mi occupavo dei miei fratelli e del<strong>le</strong> mie sorel<strong>le</strong>, ma la<br />

buona Madre ci fornì <strong>di</strong> tutto a sue spese. L'amore all'Eucaristia e la bontà verso i piccoli e gli ammalati hanno<br />

fatto <strong>della</strong> gran dama una santa!"<br />

Céline Page<br />

Suor Saint Michel (Virginia Vivier) che vísse con la Fondatrice fin dal Monte San Miche<strong>le</strong>, in una <strong>di</strong>chiarazione<br />

scritta <strong>di</strong> suo pugno, ci racconta:<br />

"lo sottoscritta Virginia Vivier, in religione Suor Saint Michel, entrata nella Congregazione al Monte San<br />

Miche<strong>le</strong> (Manche), il 18 Settembre 1867, cioè circa due anni dopo la fondazione dell'Or<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong>chiaro <strong>di</strong> aver<br />

accompagnato durante quattor<strong>di</strong>ci anni la Rev.da Madre Fondatrice, <strong>Victorine</strong> <strong>le</strong> <strong>Dieu</strong> de la Ruau<strong>di</strong>ère, in<br />

religione suor Marie Joseph de Jésus, e <strong>di</strong> essere stata testimone oculare <strong>di</strong> tutte <strong>le</strong> persecuzioni <strong>della</strong><br />

nascente comunità, come pure del<strong>le</strong> virtù praticate dalla nostra Madre in mezzo ad innumerevoli prove. Le<br />

virtù che risp<strong>le</strong>ndevano in <strong>le</strong>i erano in special modo una fede incrollabi<strong>le</strong>, una pazienza inalterabi<strong>le</strong>, una fiducia<br />

in <strong>Dio</strong> senza limiti ed una carità così ardente che nessun ragionamento umano sarebbe riuscito a frenarla. Di<br />

famiglia agiata, dava a tutti senza riserva e senza alcun calcolo, purché si trattasse <strong>della</strong> gloria <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> e <strong>della</strong><br />

salvezza del<strong>le</strong> anime. Appena tre anni dopo la fondazione dell'Opera dell'Adorazione Riparatrice,<br />

incominciarono <strong>le</strong> prime persecuzioni che <strong>le</strong> tolsero una buona parte del<strong>le</strong> sue sostanze. Ingiusti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> agire<br />

l'allontanarono dalla sua opera fondata a prezzo <strong>di</strong> tanti sacrifici, con una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 30.000 franchi dei<br />

suoi beni. Lungi dal perdersi d'animo, bene<strong>di</strong>ceva il Signore e lo ringraziava, perché si degnava <strong>di</strong> farla soffrire<br />

per suo amore, dando così al suo Istituto il suggello <strong>di</strong>vino <strong>della</strong> croce.<br />

Quando poi, dopo molte fatiche e lungo peregrinare, riuscì ad aprire una seconda casa, il nemico raddoppiò gli<br />

sforzi, non solo per rovesciare la parte materia<strong>le</strong> <strong>della</strong> fondazione, ma per travolgere insieme con essa anche<br />

<strong>le</strong> anime che la componevano. Do<strong>di</strong>ci del<strong>le</strong> sue figlie, rimaste fino allora fedeli, l'abbandonarono; così che<br />

4


Agiografie<br />

rimase sola con due suore, una del<strong>le</strong> quali ero io. Per sod<strong>di</strong>sfare a piccoli debiti, i nemici, approfittando <strong>della</strong><br />

sua lontananza, vendettero all'asta mobilio, biancheria, arre<strong>di</strong> sacri, abiti religiosi, persino il corredo <strong>di</strong> noi due,<br />

sue figlie; non <strong>le</strong> restava assolutamente nulla, tranne <strong>le</strong> vesti che aveva addosso. Ridotta in quello stato,<br />

cantava senza tregua la bontà del Signore, <strong>di</strong>chiarandosi felice più che mai, pregando per i suoi persecutori,<br />

esortando noi al sacrificio ed alla perseveranza. Era solita paragonarsi con gioia a Giobbe, si ral<strong>le</strong>grava nel<strong>le</strong><br />

umiliazioni e con pazienza e rassegnazione attendeva il ritorno del Signore, cioè con una fede che sposta <strong>le</strong><br />

montagne aspettava che <strong>Dio</strong> <strong>le</strong> restituisse i suoi beni, se ta<strong>le</strong> fosse la sua volontà. Molte persone potenti e<br />

nobili, testimoni <strong>di</strong> questi fatti sopra citati, l'esortavano a denunziare i suoi persecutori alla giustizia e <strong>le</strong><br />

promettevano il loro aiuto, sicuri dell'esito felice <strong>della</strong> causa; che avrebbe potuto cioè, riven<strong>di</strong>care la roba sua e<br />

la fama che <strong>le</strong> era stata tolta dai calunniatori; ma <strong>le</strong>i, sempre rassegnata ed al<strong>le</strong>gra, rifiutava tali suggerimenti,<br />

preferendo piuttosto la sua comp<strong>le</strong>ta rovina e il vivere e<strong>le</strong>mosinando, anziché fare uno scandalo a danno <strong>della</strong><br />

religione, chiamando in giu<strong>di</strong>zio persone consacrate a <strong>Dio</strong>. E <strong>di</strong>re che in quel periodo la buona Madre era<br />

ridotta in ta<strong>le</strong> stato <strong>di</strong> povertà che viveva del brodo <strong>di</strong> qualche osso e pochi centesimi <strong>di</strong> ritagli <strong>di</strong> carne erano il<br />

suo nutrimento per tutta la settimana.<br />

Nel <strong>le</strong>tto non aveva neppure un cuscino e, per tenere un pò sol<strong>le</strong>vata la testa, metteva sotto il materasso lo<br />

scal<strong>di</strong>no. Intanto noi due, sue figlie, cercavamo <strong>di</strong> sostenerla col nostro lavoro. In questo stato <strong>di</strong> estrema<br />

miseria e senza alcuna speranza umana, ella conservava un si<strong>le</strong>nzio profondo, basandosi sul testo <strong>della</strong><br />

Scrittura: Gesù era accusato e taceva. Il suo coraggio aumentava a misura che si moltiplicavano <strong>le</strong> <strong>di</strong>fficoltà, il<br />

suo spirito <strong>di</strong> fede animava tutto il suo essere, sperando contro ogni speranza nella buona riuscita <strong>della</strong> sua<br />

opera. I parenti, vedendola ridotta in ta<strong>le</strong> miseria, più volte <strong>le</strong> proposero <strong>di</strong> entrare come pensionante in<br />

qualche casa religiosa, ma <strong>le</strong>i, sdegnata <strong>di</strong> tali offerte, <strong>le</strong> rifiutava <strong>di</strong>cendo: "Voi credete che tutto sia perduto<br />

perché non ho più mezzi; ma non sapete che dove l'uomo finisce, lì <strong>Dio</strong> incomincia? E se mi togliessero anche<br />

la vita, non cesserei per questo <strong>di</strong> sperare in Lui". Durante i quattor<strong>di</strong>ci anni che ho trascorso con <strong>le</strong>i, l'ho<br />

veduta sempre calma, rassegnata ed al<strong>le</strong>gra, anche nel<strong>le</strong> prove più dolorose. Il suo ritornello abitua<strong>le</strong> era:<br />

'Fiat! <strong>Dio</strong> sia benedetto! Sia fatta la sua santissima volontà!" I suoi gri<strong>di</strong> <strong>di</strong> angoscia erano: "Sursum corda! In<br />

te Domine speravi: non confundar in aetermum!" E ripeteva frequenteménte: "<strong>Dio</strong> è il mio Maestro: Egli può<br />

togliermi la salute, <strong>le</strong> sostanze, l'onore, tutto; ma finché sento il mio cuore acceso dell'amor suo, la mia fede e<br />

il mio coraggio sono pronti ad affrontare nuovi combattimenti. Un soldato fede<strong>le</strong> non abbandona il suo posto<br />

nell'ora del pericolo!". L' ho vista trattata da pazza, da vagabonda, da avventuriera, ma neppure una parola <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa o <strong>di</strong> lamento sfiorava <strong>le</strong> sue labbra, pregava e, quando questi affronti erano fatti da persone<br />

ecc<strong>le</strong>siastiche, s'inginocchiava umilmente implorando la santa bene<strong>di</strong>zione. Parlando qualche volta con<br />

persone <strong>di</strong> fuori e cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>re qualche parola sul<strong>le</strong> prove subite, mi sentivo rispondere: "Ma vi rendete<br />

conto, la vostra Madre è una santa!"<br />

Suor Saint Michel<br />

PREGHIERA<br />

O SS.ma Trinità, onnipotenza infinita, o eterno amore, Ti adoro e Ti supplico, se ciò è conforme alla<br />

Tua volontà, <strong>di</strong> glorificare la Tua umilissima <strong>Serva</strong> Madre Maria Giuseppa <strong>di</strong> Gesù.<br />

Per i doni e l’intercessione <strong>di</strong> questa anima, a Te particolarmente cara, Ti supplico, o mio <strong>Dio</strong>, <strong>di</strong><br />

concedermi la grazia che ardentemente Ti chiedo… Esau<strong>di</strong>scimi, o Padre, per Gesù Eucaristia che con Te e<br />

con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli eterni. Amen.<br />

Chi ricevesse grazie scriva a:<br />

*****.*****<br />

Rev.ma Madre Genera<strong>le</strong> del<strong>le</strong> Suore <strong>di</strong> Gesù Redentore<br />

00010 Tor Lupara - ROMA<br />

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