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sulla “profezia dei tre giorni di buio - Amici della Croce - Altervista

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BISMARK E SANTIPPE<br />

SULLA ULLA “PROFEZIA “ PROFEZIA DEI<br />

TRE GIORNI DI BUIO”<br />

BUIO


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Autori:<br />

Bismark e Santippe<br />

Copyright:<br />

Il presente documento può essere liberamente pubblicato, inoltrato, copiato, preso nelle sue<br />

parti ed anche nell'interezza purché non venga mo<strong>di</strong>ficato nei contenuti attribuendone la<br />

paternità agli autori.<br />

A questi ultimi non importa essere citati in relazione alla persona, del sito o del gruppo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scussione, le loro intenzioni sono limitate ad esporre i risultati <strong>di</strong> una ricerca in merito<br />

ad un preciso argomento fornendone una loro valutazione personale. Quin<strong>di</strong>, non desiderano che<br />

quanto loro esprimono sia male interpretato oppure, più o meno consapevolmente, travisato.<br />

Per informazioni e contatti, gli autori sono reperibili al seguente in<strong>di</strong>rizzo e-mail:<br />

amici<strong>della</strong>croce@altervista.org<br />

Riguardo all'attribuire ad altri oppure acquisire per se la paternità <strong>di</strong> questo scritto in<br />

modo dolosamente “illecito”; anche se gli autori hanno preso i dovuti accorgimenti per poter<br />

<strong>di</strong>mostrare la propria paternità dello scritto, ritengono che ciò sia una questione <strong>di</strong><br />

coscienza a cui tutti dovremo rispondere il giorno in cui saremo faccia a faccia [cfr 1Cor 13,12].<br />

Immagine in copertina:<br />

(1471-1528)<br />

Apertura del sesto sigillo, dall'Apocalisse <strong>di</strong> Giovanni nelle xilograife <strong>di</strong> Albrecht Dürer<br />

Ringraziamenti particolari:<br />

Il sito www.maranatha.it per la Bibbia in formato web<br />

Il sito www.santiebeati.it per alcune informazioni agiografiche<br />

Il sito www.vatican.va per alcune informazioni e testi utilizzati per la stesura del<br />

presente documento<br />

Il sito www.wikipe<strong>di</strong>a.org per alcune informazioni utili<br />

Si ringraziano inol<strong>tre</strong> tutti gli amici, fratelli e sorelle nella fede per l'appoggio,<br />

sostegno ed incoraggiamento nello svolgimento <strong>di</strong> questo lavoro.<br />

Finito <strong>di</strong> realizzare nel mese <strong>di</strong> Ottobre 2008<br />

2


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

3<br />

A chi cerca la Verità


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Chi teme il Signore non ha paura <strong>di</strong> nulla,<br />

e non teme perché egli è la sua speranza. [Sir 34,14]<br />

SULLA “PROFEZIA DEI TRE GIORNI DI BUIO”<br />

INTRODUZIONE<br />

Se parliamo del nesso tra speranza e amore, bisogna alla fine toccare anche il tema <strong>della</strong> paura. […] Ora<br />

l’amore non elimina la paura perché colui che cerca se stesso in questo modo non vuole affidarsi alla sua certezza, che è<br />

« soltanto » e sempre <strong>di</strong>alogica. La paura dev’essere ban<strong>di</strong>ta in questo punto <strong>di</strong> partenza, in<strong>di</strong>pendentemente dall’altro,<br />

con ciò che sta a mia <strong>di</strong>sposizione: con il mio proprio fare, la mia « opera ».<br />

Questa ricerca <strong>di</strong> sicurezza si fonda <strong>sulla</strong> totale autoaffermazione dell’io che si nega al rischio <strong>di</strong> uscire da sé e<br />

<strong>di</strong> affidarsi all’altro. Questa è ad<strong>di</strong>rittura la prova <strong>della</strong> mancanza <strong>di</strong> vero amore. Al contrario bisogna sottostare a una<br />

forma <strong>di</strong> paura che non solo sia accordabile con l’amore, ma che necessariamente derivi da esso: la paura <strong>di</strong> offendere<br />

l’amato, <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere per propria colpa le basi dell’amore. Liberalismo e illuminismo vogliono insinuarci un mondo<br />

senza paura; promettono la totale messa da parte <strong>di</strong> ogni specie <strong>di</strong> paura. Essi vorrebbero eliminare ogni « non ancora »,<br />

ogni <strong>di</strong>pendenza dall’altro e la sua interna tensione. Chi in tal modo « libera » l’uomo dalla paura, lo « libera » dalla<br />

speranza e dall’amore.<br />

« il timor <strong>di</strong> Dio è il principio <strong>della</strong> sapienza » (Prv 1,7 e passim) <strong>di</strong>ce la Scrittura, e questa parola resta vera<br />

anche oggi. […] L’educazione cristiana non può mirare a togliere dalle persone ogni specie <strong>di</strong> paura; sarebbe in<br />

contrad<strong>di</strong>zione verso ciò che noi siamo. Il suo compito deve essere quello <strong>di</strong> purificare la paura, <strong>di</strong> collocarla nel suo<br />

giusto punto e <strong>di</strong> integrarla nella speranza e nell’amore, così da <strong>di</strong>ventare una protezione e un aiuto per essi. Può così<br />

crescere il vero coraggio, <strong>di</strong> cui l’uomo non avrebbe bisogno se non ci fosse ragione <strong>di</strong> aver paura. Quando si propone<br />

<strong>di</strong> eliminare la paura totalmente e senza residuo, vengono negate le minacce contro la nostra salvezza e l’integrità del<br />

nostro essere; la paura repressa, che non è più al suo giusto posto, ricompare in molti travestimenti <strong>di</strong> un’angoscia<br />

fondamentale. […]<br />

Chi ama Dio sa che esiste solo una reale minaccia per l’uomo, il pericolo <strong>di</strong> perdere Dio. 1<br />

Da qualche anno, particolarmente su internet, si parla <strong>di</strong> una presunta profezia<br />

chiamata “I <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”. In linea <strong>di</strong> massima, stando a questa profezia,<br />

dai contenuti piuttosto “preoccupanti”, dovrebbe accadere quanto segue:<br />

• Ci saranno <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> e <strong>tre</strong> notti (pari a 72 ore) <strong>di</strong> <strong>buio</strong> totale <strong>sulla</strong> terra.<br />

• Questo <strong>buio</strong> non permetterà <strong>di</strong> vedere nulla, neanche con l’ausilio <strong>di</strong> torce<br />

elettriche o quant’altro possa illuminare;<br />

• L’unica fonte <strong>di</strong> luce sarà possibile attraverso candele benedette, se accese<br />

con fede e da persone <strong>di</strong> religione cattolica;<br />

• Che bisogna essere rifugiati in casa;<br />

• Che fuori dalle proprie abitazioni, o luoghi <strong>di</strong> rifugio ci sarà un vero e<br />

proprio “finimondo” causato dall’ira del Signore che permetterà ai demoni<br />

dell’inferno <strong>di</strong> “invadere” visibilmente la terra e <strong>di</strong> operare, più o meno,<br />

in<strong>di</strong>sturbati, soprattutto verso gli empi;<br />

• Chiunque sarà fuori dalle abitazioni o rifugi, morirà.<br />

• Morirà anche chi sarà barricato in casa e non avrà le candele benedette<br />

accese.<br />

Per via <strong>dei</strong> contenuti <strong>di</strong> questa profezia, è presente una vera e propria<br />

“<strong>di</strong>atriba” tra siti a colpi <strong>di</strong> pagine web tra conferme e smentite. Nei forum, <strong>di</strong><br />

tanto in tanto, al solo suo accenno, si generano delle <strong>di</strong>scussioni talmente<br />

accese da assumere toni e modalità <strong>di</strong> vere e proprie liti.<br />

Chi crede all’atten<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> questa profezia, afferma che è stata annunciata<br />

1 Tratto da Guardare Cristo, pagg. 66-68<br />

4


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

attraverso rivelazioni fatte a santi, beati e venerabili fornendo citazioni.<br />

Vengono aggiunte rivelazioni (o presunte tali) fatte a persone che non rientrano<br />

nella cerchia <strong>dei</strong> santi, beati e venerabili, anche perché alcune <strong>di</strong> loro<br />

risulterebbero essere ancora in vita.<br />

Chi non crede alla veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> questa profezia si basa principalmente sul<br />

fatto che non vengono fornite prove sufficientemente valide per attestarne<br />

l’atten<strong>di</strong>bilità; che vengono citati anche veggenti non riconosciuti dalla Santa<br />

Romana Chiesa; che stando ad una <strong>di</strong>chiarazione fatta dai [presunti] veggenti <strong>di</strong><br />

Medjugorje, detta profezia è stata <strong>di</strong>chiarata come falsa e che ha lo scopo <strong>di</strong><br />

alimentare una sorta <strong>di</strong> “terrorismo psico-religioso” <strong>di</strong> carattere<br />

millenaristico.<br />

Esponiamo la suddetta <strong>di</strong>chiarazione attraverso la citazione <strong>di</strong> un libro inerente<br />

Medjugorje: “Naturalmente attorno ai segreti sono fiorite anche molte ipotesi. Una delle quali è stata<br />

esplicitamente smentita da Ivan, quella relativa ai che sarebbero venuti sul mondo. Interrogato<br />

ha risposto: ” 2<br />

Il motivo <strong>della</strong> nostra ricerca, a scopo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento personale, è dovuta<br />

dal fatto che indubbiamente, vera o falsa che sia, la cosiddetta <strong>“profezia</strong> sui<br />

<strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”, per ognuno <strong>di</strong> noi, coinvolge la sfera <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> crescita<br />

interiore, nel proprio rapporto con Dio e con gli altri. Non se ne parla tanto,<br />

ma non se ne parla nemmeno poco. Ol<strong>tre</strong>tutto, come abbiamo detto sopra, c’è un<br />

vero e proprio “scontro” <strong>di</strong> opinioni a riguardo.<br />

Partendo dalla considerazione che, in merito all’autenticità <strong>della</strong> profezia, una<br />

delle due “fazioni” doveva aver (necessariamente) ragione, il nostro obiettivo è<br />

stato quello <strong>di</strong> cercare riferimenti che potevano essere considerati atten<strong>di</strong>bili,<br />

al fine <strong>di</strong> poter esprimere un nostro parere su <strong>di</strong> essa e, nel caso in cui fosse<br />

risultato che la rivelazione, nella sua interezza o in alcune delle sue parti<br />

fosse da ritenersi come atten<strong>di</strong>bile, esaminarne i contenuti al fine <strong>di</strong> capire,<br />

il più possibile, quanto il Signore vuole <strong>di</strong>rci attraverso <strong>di</strong> essa.<br />

Quin<strong>di</strong>, per un accrescimento personale, per la precisa volontà <strong>di</strong> capire noi per<br />

primi, ci siamo “incamminati” nella ricerca su quanto potevamo scoprire in<br />

merito a questa rivelazione, o presunta tale.<br />

Per lo svolgimento <strong>della</strong> ricerca, siamo andati a cercare la documentazione<br />

inerente ai santi, beati, venerabili e servi <strong>di</strong> Dio citati dalla “parte” che<br />

sostiene la veri<strong>di</strong>cità <strong>della</strong> profezia. Non abbiamo voluto consultare nessun<br />

documento o testo riguardante veggenti, o presunti tali, che sono esclusi<br />

dall’elenco sopra in<strong>di</strong>cato.<br />

Questo non deve essere visto come una <strong>di</strong>scriminazione, la scelta è dovuta per il<br />

motivo che le persone elevate agli onori degli altari, oppure che stanno subendo<br />

un processo canonico per la loro proclamazione al titolo <strong>di</strong> “santi”, sono,<br />

indubbiamente, le fonti più atten<strong>di</strong>bili a nostra portata <strong>di</strong> mano.<br />

La ricerca, segue un percorso cronologico in base alla data <strong>di</strong> nascita delle<br />

fonti.<br />

Vi presentiamo i nostri risultati singolarmente con la relativa analisi<br />

personale circa le loro rivelazioni.<br />

Naturalmente il primo testo che siamo andati a prendere in esame è proprio la<br />

Sacra Scrittura.<br />

2 Mistero Medjugorje, pagina 175<br />

5


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Le profezie<br />

Essendo ritenuta, la “protagonista” <strong>della</strong> nostra ricerca, una profezia, il primo<br />

passo che ci siamo proposti <strong>di</strong> fare è stato quella <strong>di</strong> comprendere al meglio il<br />

significato <strong>di</strong> questa parola con tutto ciò che comporta e/o gli ruota intorno.<br />

Quin<strong>di</strong>, la prima ricerca che abbiamo ritenuto opportuno effettuare, è stata<br />

quella <strong>di</strong> esaminare il significato <strong>della</strong> parola <strong>“profezia</strong>” <strong>di</strong> cui esponiamo i<br />

risultati in merito.<br />

Una profezia è un'affermazione che preveda il futuro, in generale.<br />

Tuttavia, c'è una <strong>di</strong>fferenza tra profezia e previsione: una previsione ha alla base un processo logico, men<strong>tre</strong> una<br />

profezia non è legata al ragionamento, ma alla supposta chiaroveggenza <strong>di</strong> chi se ne fa portatore.<br />

Le gran<strong>di</strong> religioni monoteiste (Islam, Cristianesimo, Ebraismo) danno una grande importanza alle profezie, in quanto<br />

le ritengono in<strong>di</strong>catrici del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong>vino.<br />

Caratteristica comune delle profezie è che, quelle che sopravvivono, sono state considerate tali solo dopo l'acca<strong>di</strong>mento<br />

<strong>dei</strong> fatti.<br />

Il termine “profeta” deriva dal greco προφητής [profetès], e letteralmente vuol <strong>di</strong>re "colui che parla davanti", sia nel<br />

senso <strong>di</strong> parlare pubblicamente (davanti ad ascoltatori), sia nel senso <strong>di</strong> parlare anticipatamente (<strong>di</strong> qualcosa che deve<br />

ancora accadere).<br />

Nel linguaggio corrente il profeta si confonde spesso con il veggente o l'indovino, e comunque con chiunque fornisca<br />

informazioni su qualcosa che non è ancora successo, ma in senso proprio il profeta è una figura tipicamente religiosa,<br />

più o meno istituzionalizzata in <strong>di</strong>verse fe<strong>di</strong>, all'interno delle quali parla a nome <strong>della</strong> <strong>di</strong>vinità.<br />

La Bibbia ebraica contiene 36 libri, de<strong>di</strong>cati ai profeti, i Neviìm. Costoro sono anche chiamati uomini <strong>di</strong> Dio, e fanno<br />

conoscere al popolo la volontà <strong>di</strong> Dio. Tra<strong>di</strong>zionalemnte si <strong>di</strong>stinguono, fra i libri <strong>della</strong> bibbia, i "quattro profeti<br />

maggiori" e "do<strong>di</strong>ci profeti minori".<br />

Nella Bibbia la funzione del profeta, più che <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>re, è <strong>di</strong> ammonire il popolo <strong>di</strong> Israele che si è allontanato dal suo<br />

Dio; più in generale, nella religione ebraica l'esperienza mistica sconfina spesso in fenomeni <strong>di</strong> profetismo.<br />

Pur parlando entrambi <strong>di</strong> Dio, però, il profeta, a <strong>di</strong>fferenza del mistico, intende operare attivamente nella storia, e in<br />

questo senso esercita o intende esercitare, come ben vide Max Weber, una funzione politica, a partire da sollecitazioni<br />

etiche.<br />

La Mistica tende a contrapporsi alla Scolastica, in quanto vuole avvicinare l'uomo a Dio, attraverso l'esercizio <strong>dei</strong> poteri<br />

che a lui sono conferiti dalla grazia <strong>di</strong>vina, e non per mezzo <strong>della</strong> speculazione filosofica.<br />

Il fondatore <strong>della</strong> Mistica me<strong>di</strong>evale è Bernardo <strong>di</strong> Chiaravalle 3 , il quale definisce le <strong>di</strong>scussioni <strong>dei</strong> filosofi "loquacità<br />

piena <strong>di</strong> vento"; molto meglio "conoscere Gesù e la sua croce".<br />

La filosofia scolastica rappresenta la filosofia <strong>della</strong> religione cristiana me<strong>di</strong>oevale del IX secolo. Ebbe una <strong>di</strong>ffusione<br />

tra il IX secolo fino al Rinascimento, <strong>di</strong>stinguendosi in Alta Scolastica (dall'800 al 1200) in cui spicca Anselmo d'Aosta;<br />

3 San Bernardo <strong>di</strong> Chiaravalle o San Bernardo abate è il nome con cui è noto Bernard de Clairvaux (1090 - 1153), fondatore <strong>della</strong><br />

celebre abbazia <strong>di</strong> Clairvaux (presso l'o<strong>di</strong>erna Ville-sous-la-Ferté) in Francia, teologo e mistico. A ventidue anni si fa monaco, tirando<br />

con sé una <strong>tre</strong>ntina <strong>di</strong> parenti. Il monastero è quello fondato da Roberto <strong>di</strong> Molesmes a Cîteaux (Cistercium in latino, da cui cistercensi).<br />

A 25 anni lo mandano a fondarne un altro a Clairvaux, campagna <strong>di</strong>sabitata, che <strong>di</strong>venta la Clara Vallis sua e <strong>dei</strong> monaci. È riservato,<br />

quasi timido. Ma c’è il carattere. Papa e Chiesa sono le sue stelle fisse, ma tanti ecclesiastici gli vanno <strong>di</strong> traverso. È severo anche coi<br />

monaci <strong>di</strong> Cluny, secondo lui troppo levigati, con chiese troppo adorne, "men<strong>tre</strong> il povero ha fame". Ai suoi cistercensi chiede meno<br />

funzioni, meno letture e tanto lavoro. Scaglia sull’Europa incolta i suoi miti <strong>di</strong>ssodatori, apostoli con la zappa, che mettono all’or<strong>di</strong>ne la<br />

terra e l’acqua, e con esse gli animali, cambiando con fatica e preghiera la storia europea. E lui, il capo, è chiamato spesso a missioni <strong>di</strong><br />

vertice, come quando percorre tutta l’Europa per farvi riconoscere il papa Innocenzo II (Gregorio Papareschi) insi<strong>di</strong>ato dall’antipapa<br />

Pietro de’ Pierleoni (Anacleto II). E lo scisma finisce, con l’aiuto del suo prestigio, del suo vigore persuasivo, ma soprattutto <strong>della</strong> sua<br />

umiltà. Questo asceta, però, non sempre riesce ad apprezzare chi esplora altri percorsi <strong>di</strong> fede. Bernardo attacca duramente la dottrina<br />

trinitaria <strong>di</strong> Gilberto Porretano, vescovo <strong>di</strong> Poitiers. E fa condannare l’insegnamento <strong>di</strong> Pietro Abelardo (docente <strong>di</strong> teologia e logica a<br />

Parigi) che preannuncia Tommaso d’Aquino e Bonaventura. Nel 1145 sale al pontificato il suo <strong>di</strong>scepolo Bernardo <strong>dei</strong> Paganelli<br />

(Eugenio III), e lui gli manda un trattato buono per ogni papa, ma adattato per lui, con l’invito a non illudersi su chi ha intorno: "Puoi<br />

mostrarmene uno che abbia salutato la tua elezione senza aver ricevuto denaro o senza la speranza <strong>di</strong> riceverne? E quanto più si sono<br />

professati tuoi servitori, tanto più vogliono spadroneggiare". Eugenio III lo chiama poi a pre<strong>di</strong>care la crociata (la seconda) in <strong>di</strong>fesa del<br />

regno cristiano <strong>di</strong> Gerusalemme. Ma l’impresa fallirà davanti a Damasco. Bernardo arriva in una città e le strade si riempiono <strong>di</strong> gente.<br />

Ma, tornato in monastero, rieccolo obbe<strong>di</strong>ente alla regola come tutti: preghiera, <strong>di</strong>giuno, e tanto lavoro. Abbiamo <strong>di</strong> lui 331 sermoni, più<br />

534 lettere, più i trattati famosi: su grazia e libero arbitrio, sul battesimo, sui doveri <strong>dei</strong> vescovi... E gli scritti, affettuosi su Maria madre <strong>di</strong><br />

Gesù, che egli chiama me<strong>di</strong>atrice <strong>di</strong> grazie (ma non riconosce la dottrina dell’Immacolata Concezione). Momenti amari negli ultimi anni:<br />

<strong>di</strong>fficoltà nell’Or<strong>di</strong>ne, la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> eresie e la sofferenza fisica. Muore per tumore allo stomaco. È seppellito nella chiesa del<br />

monastero, ma con la Rivoluzione francese i resti andranno <strong>di</strong>spersi; tranne la testa, ora nella cattedrale <strong>di</strong> Troyes. Alessandro III lo<br />

proclama santo nel 1174. Pio VIII, nel 1830, gli dà il titolo <strong>di</strong> Dottore <strong>della</strong> Chiesa.<br />

6


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

il periodo d'oro, per tutto il 1200 grazie alla <strong>di</strong>ffusione <strong>della</strong> teologia <strong>di</strong> San Tommaso e ad una lenta decadenza fino al<br />

Rinascimento, dove spicca Guglielmo d'Ockham (vi è però un cambio <strong>di</strong> prospettiva tra i due filosofi).<br />

La parola scolastica deriva dal latino "scholasticus", cioè un docente universitario che teneva lezioni basate <strong>sulla</strong> lettura<br />

e <strong>di</strong>scussione del testo.<br />

Il carattere fondamentale <strong>della</strong> filosofia scolastica è l'uso <strong>della</strong> ragione al servizio <strong>della</strong> verità <strong>di</strong> fede.<br />

Il compito <strong>dei</strong> filosofi era quello <strong>di</strong> contrastare le tesi eretiche e <strong>di</strong> convertire gli atei. Per fare ciò lo scolastico doveva<br />

servirsi <strong>di</strong> concetti <strong>di</strong> sistemi filosofici anteriori, per giustificare l'uso del dogma e <strong>della</strong> fede non potevano essere in<br />

contrasto con la ragione.<br />

La filosofia scolastica aveva quin<strong>di</strong> come limite e ambito esclusivo <strong>dei</strong> suoi stu<strong>di</strong> il dogma religioso cristiano e la<br />

sottomissione alle auctoritas, che erano rappresentate dagli scritti <strong>dei</strong> Padri <strong>della</strong> Chiesa (filosofia Patristica), dai testi<br />

sacri e da scritti <strong>della</strong> tra<strong>di</strong>zione cristiana. Le auctoritates erano, in sostanza, la decisione <strong>di</strong> affidarsi ad una voce<br />

ufficiale e decisa dai concili, per cui esisteva l'auctoritas in campo me<strong>di</strong>co (Galeno), quella in campo metafisico<br />

(Aristotele) e quella in campo astronomico (Tolomeo).<br />

Per l'abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> affidarsi a un sistema già collaudato per giustificare le proprie tesi, ogni filosofia, anche moderna o<br />

contemporanea, che utilizzi e si appoggi su una teoria filosofica già esistente, viene definita scolastica.<br />

Dallo stu<strong>di</strong>o <strong>dei</strong> testi greci nasce il problema degli universali (cioè del logos, <strong>della</strong> forma) che viene sviluppato in mo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenti per tutta la scolastica.<br />

forma ante rem: la forma nasce prima delle cose (materia) come secondo Platone e Sant'Agostino;<br />

forma in re: la forma non ha senso senza la materia come secondo Aristotele;<br />

forma post rem: forma>nome>convenzione che adottiamo dall'analisi delle caratteristiche <strong>di</strong> una serie.<br />

Un altro tema che emerge nello stu<strong>di</strong>o <strong>dei</strong> testi greci e persiste per tutta la scolastica è il problema del rapporto tra<br />

ragione e fede.<br />

La scolastica si sviluppa nelle varie scholae europee e quin<strong>di</strong> in <strong>di</strong>verse realtà, è quin<strong>di</strong> inevitabile che in ogni schola,<br />

avendo <strong>di</strong>fferenti esigenze e finalità, i pensieri e i meto<strong>di</strong> acquistassero caratteristiche <strong>di</strong>verse. Vi erano quin<strong>di</strong> scholae<br />

più vive e attive dove spesso si accendevano contrasti tra gli intellettuali più conservatori e i maestri d'arte, i più<br />

innovativi. 4<br />

Da quanto appena riportato, emerge che la profezia sui “<strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”<br />

rientra nella categoria <strong>della</strong> mistica.<br />

Prima <strong>di</strong> procedere, è bene riesaminare questa parola per sapere cosa ci <strong>di</strong>ce in<br />

proposito la Santa Romana Chiesa: “Il progresso spirituale tende all'unione sempre più intima con<br />

Cristo. Questa unione si chiama “mistica”, perché partecipa al mistero <strong>di</strong> Cristo me<strong>di</strong>ante i sacramenti - “i santi misteri”<br />

- e, in lui, al mistero <strong>della</strong> Santissima Trinità. Dio ci chiama tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto ad<br />

alcuni sono concesse grazie speciali o segni straor<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> questa vita mistica, allo scopo <strong>di</strong> rendere manifesto il dono<br />

gratuito fatto a tutti.” 5<br />

Occorre innanzitutto richiamare la grande <strong>di</strong>stinzione fra Rivelazione pubblica e rivelazioni private. Il termine "rivelazione<br />

pubblica" designa l'azione rivelativa <strong>di</strong> Dio destinata a tutta quanta l'umanità, che ha trovato la sua espressione<br />

letteraria nella Bibbia.<br />

Il fatto che, con Cristo e la testimonianza a lui resa nei libri del Nuovo Testamento, l'unica rivelazione <strong>di</strong> Dio rivolta a<br />

tutti i popoli è conclusa, vincola la Chiesa all'evento unico <strong>della</strong> storia sacra e alla parola <strong>della</strong> Bibbia, che garantisce e<br />

interpreta questo evento, ma non significa tuttavia che la Chiesa ora po<strong>tre</strong>bbe guardare solo al passato e sarebbe così<br />

condannata ad una sterile ripetizione. Il Signore Gesù Cristo congedandosi dai <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong>sse loro: "Molte cose ho ancora<br />

da <strong>di</strong>rvi, ma per il momento non siete capaci <strong>di</strong> portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito <strong>di</strong> verità, egli vi guiderà<br />

alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé... Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà"<br />

(Giov 16,12ss). Da una parte lo Spirito fa da guida e così <strong>di</strong>schiude una conoscenza, per portare il peso <strong>della</strong> quale prima<br />

mancava il presupposto - è questa l'ampiezza e la profon<strong>di</strong>tà mai conclusa <strong>della</strong> fede cristiana. Dall'altra parte questo<br />

guidare è un "prendere" dal tesoro <strong>di</strong> Gesù Cristo stesso, la cui profon<strong>di</strong>tà inesauribile si manifesta in questa conduzione<br />

da parte dello Spirito.<br />

In questo contesto <strong>di</strong>viene ora possibile intendere correttamente il concetto <strong>di</strong> "rivelazione privata", che si riferisce a<br />

tutte le visioni e rivelazioni che si verificano dopo la conclusione del Nuovo Testamento; quin<strong>di</strong> è la categoria, all'interno<br />

<strong>della</strong> quale dobbiamo collocare anche il messaggio <strong>di</strong> Fatima. L'autorità delle rivelazioni private è essenzialmente <strong>di</strong>versa<br />

dall'unica rivelazione pubblica: questa esige la nostra fede. La rivelazione privata è piuttosto un aiuto per questa<br />

fede, e si manifesta come cre<strong>di</strong>bile proprio perché mi rimanda all'unica rivelazione pubblica. Il criterio per la verità ed il<br />

valore <strong>di</strong> una rivelazione privata è pertanto il suo orientamento a Cristo stesso.<br />

4 fonte: www.wikipe<strong>di</strong>a.org<br />

5 C.C.C. 2014<br />

7


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Come si possono intendere in modo corretto - ci chie<strong>di</strong>amo ora - le rivelazioni private a partire dalla Sacra Scrittura?<br />

San Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi <strong>di</strong>ce: "Non spegnete lo Spirito, non <strong>di</strong>sprezzate le profezie; esaminate<br />

ogni cosa, tenete ciò che è buono" (5,19ss). In ogni tempo è dato alla Chiesa il carisma <strong>della</strong> profezia, che deve essere<br />

esaminato, ma anche non può essere <strong>di</strong>sprezzato. Al riguardo occorre tener presente che la profezia in senso biblico non<br />

significa pre<strong>di</strong>re il futuro, ma spiegare la volontà <strong>di</strong> Dio per il presente, e quin<strong>di</strong> anche in<strong>di</strong>care la retta via verso il futuro.<br />

In questo senso si può collegare il carisma <strong>della</strong> profezia con la categoria <strong>dei</strong> "segni del tempo". Nelle rivelazioni<br />

private riconosciute dalla Chiesa - quin<strong>di</strong> anche in Fatima - si tratta <strong>di</strong> questo: aiutarci a comprendere i segni del tempo<br />

ed a trovare per essi la giusta risposta nella fede.<br />

Una volta determinato il luogo teologico delle rivelazioni private, dobbiamo cercare <strong>di</strong> chiarire un poco il loro carattere<br />

antropologico. L'antropologia teologica <strong>di</strong>stingue in questo ambito <strong>tre</strong> forme <strong>di</strong> percezione o "visione": la visione con i<br />

sensi, la percezione interiore e la visione spirituale. È chiaro che nelle visioni <strong>di</strong> Lourdes, Fatima, ecc. non si tratta <strong>della</strong><br />

normale percezione esterna <strong>dei</strong> sensi. Così pure è evidente che non si tratta <strong>di</strong> una "visione" intellettuale senza immagini,<br />

come essa si trova negli alti gra<strong>di</strong> <strong>della</strong> mistica. Quin<strong>di</strong> si tratta <strong>della</strong> categoria <strong>di</strong> mezzo, la percezione interiore, che<br />

certamente ha per il veggente una forza <strong>di</strong> presenza, che per lui equivale alla manifestazione esterna sensibile. Vedere<br />

interiormente non significa che si tratta <strong>di</strong> fantasia, o solo <strong>di</strong> un'espressione dell'immaginazione soggettiva. Piuttosto significa<br />

che l'anima viene sfiorata dal tocco <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> reale anche se sovrasensibile e viene resa capace <strong>di</strong> vedere il<br />

non sensibile, il non visibile ai sensi - una visione con i "sensi interni". Si tratta <strong>di</strong> veri "oggetti", che toccano l'anima,<br />

sebbene essi non appartengano al nostro abituale mondo sensibile.<br />

La "visione interiore" non è dunque fantasia, ma non<strong>di</strong>meno comporta delle limitazioni. Già nella visione esteriore è<br />

sempre coinvolto anche il fattore soggettivo: non ve<strong>di</strong>amo l'oggetto puro, ma esso giunge a noi attraverso il filtro <strong>dei</strong><br />

nostri sensi, che devono compiere un processo <strong>di</strong> traduzione. Ciò è ancora più evidente nella visione interiore, sopratutto<br />

allorché si tratta <strong>di</strong> realtà, che ol<strong>tre</strong>passano in se stesse il nostro orizzonte. Il soggetto, il veggente, è coinvolto in<br />

modo ancora più forte. Egli vede con le sue possibilità concrete, con le modalità a lui accessibili <strong>di</strong> rappresentazione e<br />

<strong>di</strong> conoscenza. Le immagini sono per così <strong>di</strong>re una sintesi dell'impulso proveniente dall'alto e delle possibilità per questo<br />

<strong>di</strong>sponibili del soggetto che percepisce, cioè <strong>dei</strong> bambini. Per questo motivo il linguaggio immaginifico <strong>di</strong> queste visioni<br />

è un linguaggio simbolico. Il Car<strong>di</strong>nal Sodano <strong>di</strong>ce al riguardo: "...non descrivono in senso fotografico i dettagli<br />

degli avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondo fatti che si <strong>di</strong>stendono nel tempo in una<br />

successione e in una durata non precisate". Questo addensamento <strong>di</strong> tempi e spazi in un'unica immagine è tipica per tali<br />

visioni, che per lo più possono essere decifrate solo a posteriori. Non ogni elemento visivo deve al riguardo avere un<br />

concreto senso storico. Conta la visione come insieme, e a partire dall'insieme delle immagini devono essere compresi i<br />

particolari. Che cosa è il centro <strong>di</strong> un'immagine, si svela ultimamente a partire da ciò che è il centro <strong>della</strong> "profezia" cristiana<br />

in assoluto: il centro è là dove la visione <strong>di</strong>viene appello e guida verso la volontà <strong>di</strong> Dio. 6<br />

In comunione con la Santa Romana Chiesa, conclu<strong>di</strong>amo questa parentesi sul<br />

significato <strong>della</strong> mistica riportando quanto scritto nel Catechismo <strong>della</strong> Chiesa<br />

Cattolica: ““Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> ai padri per mezzo <strong>dei</strong><br />

profeti, ultimamente, in questi <strong>giorni</strong>, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1-2). Cristo, il Figlio <strong>di</strong> Dio fatto<br />

uomo, è la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre, il quale in lui <strong>di</strong>ce tutto, e non ci sarà altra parola che quella. San<br />

Giovanni <strong>della</strong> <strong>Croce</strong>, sulle orme <strong>di</strong> tanti altri, esprime ciò in maniera luminosa, commentando Eb 1,1-2 : Dal momento<br />

in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola<br />

Parola e non ha più nulla da <strong>di</strong>re. . . Infatti quello che un giorno <strong>di</strong>ceva parzialmente ai profeti, l'ha detto tutto nel suo<br />

Figlio, donandoci questo tutto che è il suo Figlio. Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o<br />

rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in<br />

Cristo e va cercando cose <strong>di</strong>verse e novità [San Giovanni <strong>della</strong> <strong>Croce</strong>, Salita al monte Carmelo, 2, 22, cf Liturgia delle<br />

Ore, I, Ufficio delle letture del lunedì <strong>della</strong> seconda settimana <strong>di</strong> Avvento].<br />

“L'Economia cristiana, in quanto è Alleanza Nuova e definitiva, non passerà mai e non è da aspettarsi alcuna nuova<br />

Rivelazione pubblica prima <strong>della</strong> manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei<br />

Verbum, 4]. Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede<br />

cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso <strong>dei</strong> secoli.<br />

Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”, alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità<br />

<strong>della</strong> Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito <strong>della</strong> fede. Il loro ruolo non è quello <strong>di</strong> “migliorare” o <strong>di</strong><br />

“completare” la Rivelazione definitiva <strong>di</strong> Cristo, ma <strong>di</strong> aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca<br />

storica. Guidato dal Magistero <strong>della</strong> Chiesa, il senso <strong>dei</strong> fedeli sa <strong>di</strong>scernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni<br />

costituisce un appello autentico <strong>di</strong> Cristo o <strong>dei</strong> suoi santi alla Chiesa.<br />

La fede cristiana non può accettare “rivelazioni” che pretendono <strong>di</strong> superare o correggere la Rivelazione <strong>di</strong> cui Cristo è<br />

il compimento. È il caso <strong>di</strong> alcune Religioni non cristiane ed anche <strong>di</strong> alcune recenti sette che si fondano su tali<br />

6 INTERVENTO DEL CARD. JOSEPH RATZINGER alla CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO "IL<br />

MESSAGGIO DI FATIMA", 26.06.2000 (fonte: www.vatican.va)<br />

8


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

“rivelazioni”.” 7<br />

C’è ancora da spendere qualche parola relativa alle rivelazioni mistiche. Queste<br />

sono da riassumersi in <strong>tre</strong> modalità: Attraverso i sogni, come quello <strong>di</strong><br />

Giacobbe 8 o <strong>di</strong> San Giuseppe, lo sposo <strong>della</strong> Vergine Maria 9 ; <strong>di</strong> voci, come quella<br />

che parlava al piccolo Samuele 10 , la chiamata alla vocazione <strong>di</strong> San Paolo 11 ;<br />

apparizioni fisiche, come quella <strong>di</strong> Gesù a Maria <strong>di</strong> Magdala 12 , agli Apostoli 13 ,<br />

ai <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Emmaus 14 .<br />

Quelle sopra riportate, sono solo alcune citazioni bibliche, tanto per rendere<br />

l’idea. Poi, sempre attraverso la Bibbia e le apparizioni riconosciute dalla<br />

Chiesa, ci sarebbe da segnalare anche eventi, cosidetti, “miracolosi”, legati a<br />

guarigioni, fenomeni fisici anche livello “cosmico”, ecc.<br />

Ma quest’ultimo aspetto, non verrà trattato in questa parte perché lo scopo è<br />

quello <strong>di</strong> comprendere al meglio il significato <strong>della</strong> parola <strong>“profezia</strong>” e tutto<br />

ciò che gli è annesso.<br />

7<br />

C.C.C 65-67<br />

8<br />

Gn 28,10-15<br />

9<br />

Mt 1,20-21<br />

10<br />

Sam 3,3-14<br />

11<br />

At 9,3-5<br />

12<br />

Gv 20,14-17<br />

13<br />

Gv 21, 4-22<br />

14<br />

Lc 24,13-32<br />

9


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

La <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”<br />

Arriviamo dunque ad affrontare in modo più dettagliato quanto ci risulta da<br />

quella che viene in<strong>di</strong>cata come la <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”, oggetto del<br />

presente documento.<br />

Abbiamo già presentato, in linea <strong>di</strong> massima i punti salienti <strong>di</strong> questa profezia<br />

che riproponiamo per i fini e gli scopi <strong>della</strong> nostra ricerca in merito, cioè:<br />

prendere conoscenza delle sue parti, verificare se i santi e beati citati hanno<br />

effettivamente profetato gli eventi in essa descritti, cercare i riscontri<br />

biblici. Infine, nella terza parte <strong>della</strong> nostra ricerca, le nos<strong>tre</strong> valutazioni<br />

personali espresse in termini <strong>di</strong> fede ed in base a quanto risultante dalla<br />

nostra indagine personale.<br />

Come già detto, prenderemo in esame solo quanto attribuito a santi, beati e<br />

chiunque altro per cui la Santa Romana Chiesa ha avviato il processo <strong>di</strong><br />

beatificazione.<br />

Ecco, in sintesi, quanto viene <strong>di</strong>vulgato da chi sostiene la veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> questa<br />

profezia:<br />

Santa Jeanne Le Royer – Suor <strong>della</strong> Natività<br />

Più che <strong>dei</strong> “<strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”, questa santa sembra parlare dell’avvento e del<br />

regno dell’anticristo. Tuttavia, viene riportato che questa profetizzò che dopo<br />

l’ascesa in cielo <strong>dei</strong> due profeti in<strong>di</strong>cati come Enoch ed Elia, <strong>sulla</strong> terra ci<br />

saranno terribili catastrofi e che tale sconvolgimento cosmico culminerà con una<br />

grande oscurità che prevarrà su tutto il pianeta.<br />

Beata Anna Maria Taigi<br />

Di questa mistica viene riportato che essa profetizzò i <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong><br />

affermando che il Signore manderà due castighi: uno sotto forma <strong>di</strong> guerre,<br />

l’altro (quello che è oggetto delle nos<strong>tre</strong> ricerche) come <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> e <strong>tre</strong> notti<br />

<strong>di</strong> <strong>buio</strong> totale su tutta la terra. Buio che non consentirà <strong>di</strong> vedere nulla,<br />

nemmeno con l’ausilio <strong>di</strong> luci artificiali; che l’unico modo <strong>di</strong> ottenere<br />

illuminazione sarà attraverso delle candele benedette; che l’aria, durante il<br />

perdurare dell’oscurità, sarà nociva; che in questi <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> e <strong>tre</strong> notti, i<br />

demoni infesteranno la terra e apparendo sotto ogni specie <strong>di</strong> forme terribili<br />

per chi se le trova davanti; che solo chi resterà in casa a pregare con fede,<br />

invocando la Misericor<strong>di</strong>a, si salverà; se qualcuno non è credente o non è<br />

fedele, si potrà salvare solo se si convertirà e si metterà a pregare anch’esso<br />

con fede implorando il Signore <strong>di</strong> salvarlo.<br />

Beata Elisabetta Canori Mora<br />

Viene riportato che essa, attraverso una visione, vide il cielo oscurarsi e che,<br />

insieme alla terra, tutto verrà sconvolto con terremoti e fulmini che facevano<br />

stragi. In questo modo verranno separati i buoni dai cattivi. Chi non credeva si<br />

convertiva, che gli or<strong>di</strong>ni religiosi riacquistavano la piena osservanza delle<br />

regole secondo la santa volontà <strong>di</strong> Dio, che la Chiesa riprendeva il suo<br />

splendore nella santità <strong>di</strong>vina; che dopo il castigo, nel mondo regnava la Santa<br />

Pace del Signore.<br />

I contenuti <strong>della</strong> profezia attribuita a questa beata corrispondono a quelli<br />

imputati anche alla beata Anna Maria Taigi.<br />

San Gaspare del Bufalo<br />

Di questo santo del XIX secolo, fondatore <strong>dei</strong> “Padri del Preziosissimo Sangue”,<br />

viene attribuita questa rivelazione: Ci saranno <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> e <strong>tre</strong> notti <strong>di</strong> <strong>buio</strong><br />

totale, molto angosciosi e terribili; saranno uccisi tutti gli impenitenti ed i<br />

10


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

nemici <strong>della</strong> Chiesa; che chi sopravvivrà, al termine del castigo, si troverà<br />

davanti tanta desolazione e cadaveri da ritenere <strong>di</strong> essere l’unico<br />

sopravvissuto.<br />

Beata Maria <strong>di</strong> Gesù Crocifisso – “la piccola araba”<br />

A questa mistica viene attribuita una rivelazione molto simile a quella espressa<br />

da San Gaspare del Bufalo. C’è da specificare che essa “quantifica” il numero<br />

<strong>dei</strong> sopravvissuti al castigo: un quarto del genere umano.<br />

Venerabile Elena Aiello<br />

Gli viene attribuita una profezia dai contenuti molto simili a quelli <strong>di</strong> San<br />

Gaspare del Bufalo.<br />

Santa Faustina Kowalska<br />

Gli viene attribuita la profezia nella quale afferma che si spegnerà ogni luce<br />

nel cielo e <strong>sulla</strong> terra piomberà l’oscurità. In cielo apparirà la croce <strong>di</strong><br />

Cristo dai cui fori uscirà l’unica luce visibile e che illuminerà per un certo<br />

tempo il mondo.<br />

*****.*****<br />

Come abbiamo precisato, per ogni citazione, quanto sopra è una sintesi<br />

riassuntiva circa quello che viene pubblicato nei siti che avallano la<br />

<strong>“profezia</strong>”.<br />

Un particolare che è emerso sin da subito è il fatto che, salvo S. Jean Le<br />

Royer, tutti i mistici risultano appartenenti ai secoli XIX e XX.<br />

11


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Riscontri biblici <strong>sulla</strong> presunta<br />

“Profezia <strong>dei</strong> Tre <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”<br />

I testi cristiani primitivi concordano sullo scenario relativo alla fine del mondo. Una terra e <strong>dei</strong> cieli nuovi<br />

accoglieranno i giusti, ma solo dopo che saranno stati giu<strong>di</strong>cati tutti, i vivi e i morti. La resurrezione <strong>della</strong> carne, che in<br />

certo qual modo eleva la storia del mondo creato in seno ai cieli nuovi, alla nuova Gerusalemme, corrisponde in modo<br />

drammatico agli eventi ultimi <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> creazione. Tali eventi vengono descritti in termini <strong>di</strong> sconvolgimenti<br />

cosmici, ma anche <strong>di</strong> guerre tra uomini e, infine, <strong>di</strong> espansione del male sino all’interno delle comunità. I falsi profeti si<br />

moltiplicheranno, appariranno falsi messia (anticristo) dotati del potere <strong>di</strong> confondere gli stessi fedeli. Esisterà ancora la<br />

fede 15 ? La caduta del Tempio fa parte <strong>di</strong> siffatte visioni. Può anche farne parte, al contrario, la speranza che, superate le<br />

ultime crisi, il resto d’Israele unisca il proprio destino a quello delle Chiese, come si può leggere in particolare nella<br />

lettera <strong>di</strong> Paolo ai Romani (11,25-36). 16<br />

Seguendo un certo percorso cronologico precedente il periodo in<strong>di</strong>cato dalla<br />

presunta profezia, in Mt 24:21, Gesù ci annunzia una grande tribolazione.<br />

Il riscontro sul VT lo si può trovare sul libro del profeta Daniele: "Vi sarà un<br />

tempo <strong>di</strong> angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo" 17<br />

Nell'Apocalisse <strong>di</strong> Giovanni, quando il veggente chiede chi erano quella<br />

moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> genti <strong>di</strong> ogni lingua, razza e nazione, che stavano davanti al<br />

trono ed all'Agnello in can<strong>di</strong>te vesti 18 , gli viene risposto: "


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

in pieno giorno!" 22<br />

L'altro è Isaia, il quale ne parla per ben due volte: "Ecco, il giorno del Signore arriva<br />

implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare <strong>della</strong> terra un deserto, per sterminare i peccatori. Poiché le stelle<br />

del cielo e la costellazione <strong>di</strong> Orione non daranno più la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non<br />

<strong>di</strong>ffonderà la sua luce. Io punirò il mondo per il male, gli empi per la loro iniquità; farò cessare la superbia <strong>dei</strong><br />

protervi e umilierò l'orgoglio <strong>dei</strong> tiranni. Renderò l'uomo più raro dell'oro e i mortali più rari dell'oro <strong>di</strong> Ofir. Allora<br />

farò <strong>tre</strong>mare i cieli e la terra si scuoterà dalle fondamenta per lo sdegno del Signore degli eserciti, nel giorno <strong>della</strong><br />

sua ira ardente." 23<br />

"Tutta la milizia celeste si <strong>di</strong>ssolve, i cieli si arrotolano come un libro, tutti i loro astri cadono come cade il<br />

pampino <strong>della</strong> vite, come le foglie avvizzite del fico." 24<br />

Il secondo versetto d'Isaia che abbiamo citato 25 trova una sua corrispondenza<br />

nell'Apocalisse <strong>di</strong> Giovanni: "Quando l'Agnello aprì il sesto sigillo, vi<strong>di</strong> che vi fu un violento<br />

terremoto. Il sole <strong>di</strong>venne nero come sacco <strong>di</strong> crine, la luna <strong>di</strong>ventò tutta simile al sangue, le stelle del cielo si<br />

abbatterono sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi. Il cielo si<br />

ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. Allora i re <strong>della</strong> terra e<br />

i gran<strong>di</strong>, i capitani, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le<br />

rupi <strong>dei</strong> monti; e <strong>di</strong>cevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra <strong>di</strong> noi e nascondeteci dalla faccia <strong>di</strong> Colui che siede sul<br />

trono e dall'ira dell'Agnello, perché è venuto il gran giorno <strong>della</strong> loro ira, e chi vi può resistere?" 26<br />

Ed ancora con il settimo flagello: "Il settimo [ndr Angelo] versò la sua coppa nell'aria e uscì<br />

dal tempio, dalla parte del trono, una voce potente che <strong>di</strong>ceva:


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

"Davanti al suo sdegno chi può resistere e affrontare il furore <strong>della</strong> sua ira? La sua collera si spande come il fuoco<br />

e alla sua presenza le rupi si spezzano. Buono è il Signore, un asilo sicuro nel giorno dell'angoscia: conosce quelli che<br />

confidano in lui quando l'inondazione avanza. Stermina chi insorge contro <strong>di</strong> lui e i suoi nemici insegue nelle<br />

tenebre." 31<br />

In merito alla <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>” in se, riteniamo <strong>di</strong> non avere<br />

sufficenti elementi per poter esprimere un parere in merito, però riteniamo <strong>di</strong><br />

aver trovato alcune concordanze bibliche.<br />

La prima volta in cui si è verificato un evento molto simile, viene narrato nel<br />

libro dell'Esodo; precisamente, la nona piaga d'Egitto: "Poi il Signore <strong>di</strong>sse a Mosè:<br />

“Sten<strong>di</strong> la mano verso il cielo: verranno tenebre sul paese <strong>di</strong> Egitto, tali che si potranno palpare!”. Mosè stese la<br />

mano verso il cielo: vennero dense tenebre su tutto il paese d'Egitto, per <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong>. Non si vedevano più l'un l'altro<br />

e per <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> nessuno si potè muovere dal suo posto. Ma per tutti gli Israeliti vi era luce là dove abitavano." 32<br />

Il riferimento al Libro dell’Esodo, sembrerebbe un appoggio un pochino scarno,<br />

ma dal Libro <strong>della</strong> Sapienza troviamo ulteriori informazioni delucidatorie: "I tuoi<br />

giu<strong>di</strong>zi sono gran<strong>di</strong> e <strong>di</strong>fficili da spiegare, per questo le anime grossolane furono tratte in errore. Gli iniqui<br />

credendo <strong>di</strong> dominare il popolo santo, incatenati nelle tenebre e prigionieri <strong>di</strong> una lunga notte, chiusi nelle case,<br />

giacevano esclusi dalla provvidenza eterna. Credendo <strong>di</strong> restar nascosti con i loro peccati segreti, sotto il velo<br />

opaco dell'oblio, furono <strong>di</strong>spersi, colpiti da spavento terribile e tutti agitati da fantasmi. Neppure il nascon<strong>di</strong>glio in<br />

cui si trovavano li preservò dal timore, ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro, fantasmi lugubri dai volti<br />

tristi apparivano. Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce, neppure le luci splendenti degli astri<br />

riuscivano a rischiarare quella cupa notte. Appariva loro solo una massa <strong>di</strong> fuoco, improvvisa, spaventosa; atterriti<br />

da quella fugace visione, credevano ancora peggiori le cose viste. Fallivano i ritrovati <strong>della</strong> magia, e la loro<br />

baldanzosa pretesa <strong>di</strong> sapienza. Promettevano <strong>di</strong> cacciare timori e inquietu<strong>di</strong>ni dall'anima malata, e cadevano malati<br />

per uno spavento ri<strong>di</strong>colo. Anche se nulla <strong>di</strong> spaventoso li atterriva, spaventati al passare delle bestiole e ai sibili<br />

<strong>dei</strong> rettili, morivano <strong>di</strong> <strong>tre</strong>more, rifiutando persino <strong>di</strong> guardare l'aria, a cui nessuno può sottrarsi. La malvagità<br />

condannata dalla propria testimonianza è qualcosa <strong>di</strong> vile e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio. Il<br />

timore infatti non è altro che rinunzia agli aiuti <strong>della</strong> ragione; quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi, tanto<br />

più grave si stima l'ignoranza <strong>della</strong> causa che produce il tormento. Ma essi durante tale notte davvero impotente,<br />

uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere, intorpi<strong>di</strong>ti da un medesimo sonno, ora erano agitati da<br />

fantasmi mostruosi, ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima; poiché un terrore improvviso e inaspettato si<br />

era riversato su <strong>di</strong> loro. Così chiunque, cadendo là dove si trovava, era custo<strong>di</strong>to chiuso in un carcere senza<br />

serrami, fosse un agricoltore o un pastore o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari, sorpreso cadeva sotto<br />

la necessità ineluttabile, perché tutti eran legati dalla stessa catena <strong>di</strong> tenebre. Il sibilare del vento, il canto<br />

melo<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> uccelli tra folti rami, il mormorio <strong>di</strong> impetuosa acqua corrente, il cupo fragore <strong>di</strong> rocce cadenti, la<br />

corsa invisibile <strong>di</strong> animali imbizzarriti, le urla <strong>di</strong> crudelissime belve ruggenti, l'eco ripercossa delle cavità <strong>dei</strong> monti,<br />

tutto li paralizzava e li riempiva <strong>di</strong> terrore. Tutto il mondo era illuminato <strong>di</strong> luce splendente ed ognuno era de<strong>di</strong>to ai<br />

suoi lavori senza impe<strong>di</strong>mento. Soltanto su <strong>di</strong> essi si stendeva una notte profonda, immagine <strong>della</strong> tenebra che li<br />

avrebbe avvolti; ma erano a se stessi più gravosi <strong>della</strong> tenebra." 33<br />

Quin<strong>di</strong> troviamo delle tenebre uscite dagli inferi 34 , ol<strong>tre</strong>tutto ci sono alcuni<br />

dettagli molto importanti:<br />

• Fantasmi che apparivano 35<br />

• Il fuoco, che era utilizzato per illuminare, non riusciva ad emettere<br />

luce 36<br />

31 Na 1,6-8<br />

32 Es 10,21-23<br />

33 Sap 17,20<br />

34 v 13<br />

35 vv 3 e 4<br />

36 v 5<br />

14


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

• Neanche gli astri del cielo, quin<strong>di</strong> neanche il sole e la luna, riuscivano<br />

a rendere più chiara quella notte 37<br />

• Inutili i tentativi <strong>di</strong> contrastarla [la notte] con la magia 38<br />

• Un terrore improvviso (non provocato dalla semplice con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> oscurità<br />

tale da rendere ciechi) si era impadronito <strong>di</strong> loro abbattendogli ad<strong>di</strong>rittura<br />

l'anima 39<br />

Nell'Apocalisse <strong>di</strong> Giovanni c'è un particolare che richiama a Sap 17,13: "Il quinto<br />

angelo suonò la tromba e vi<strong>di</strong> un astro caduto dal cielo <strong>sulla</strong> terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; egli<br />

aprì il pozzo dell'Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo <strong>di</strong> una grande fornace, che oscurò il sole e<br />

l'atmosfera." 40<br />

Dunque: Leggiamo "astro" che po<strong>tre</strong>bbe far pensare ad una qualche stella o<br />

qualcosa proveniente dal cosmo. Ma la frase <strong>di</strong>ce che quando l'angelo suonò la<br />

tromba, il veggente vede un astro caduto dal cielo. Quin<strong>di</strong> non lo vede cadere,<br />

l'azione (<strong>di</strong> caduta) è già avvenuta. Ma cos'è, o meglio, chi è quest'astro?<br />

Forse la risposta ce la da il profeta Isaia: "Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio<br />

dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore <strong>di</strong> popoli?" 41<br />

Ed ancora: "E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profon<strong>di</strong>tà dell'abisso!" 42<br />

Infatti, a quest'astro gli fu data la chiave dell'abisso da cui esce un fumo che<br />

ricopre la terra oscurando anche il sole.<br />

Il fumo che può fuoriuscire da un posto del genere, <strong>di</strong> certo non si limita ad<br />

impe<strong>di</strong>re la luce e la vista, gli effetti li notiamo chiaramente in Sap 17.<br />

Presumendo che la nostra analisi sulle Scritture sia corretta, possiamo solo<br />

<strong>di</strong>re che quello che abbiamo presentato è quanto riscontrato <strong>sulla</strong> Bibbia.<br />

Lasciamo agli esperti le dovute "misurazioni" del caso.<br />

Portando a conclusione quest'analisi, vogliamo mostrare un'ultima cosa che può,<br />

in un certo qual modo, rassicurare gli animi.<br />

Alle cavallette che usciranno dal fumo infernale, gli è dato l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

tormentare (quin<strong>di</strong> non uccidere) solo gli uomini che non hanno il sigillo <strong>di</strong> Dio<br />

<strong>sulla</strong> fronte 43 . Quin<strong>di</strong>, chi ha il sigillo è esonerato dalla piaga.<br />

Questo sigillo viene presentato nel capitolo 7 dell'Apocalisse <strong>di</strong> Giovanni: "Vi<strong>di</strong><br />

poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai<br />

quali era stato concesso il potere <strong>di</strong> devastare la terra e il mare: " 44<br />

La contrapposizione al sigillo <strong>di</strong> Dio, lo troviamo nel capitolo 13: "Faceva sì che<br />

tutti, piccoli e gran<strong>di</strong>, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio <strong>sulla</strong> mano destra e <strong>sulla</strong> fronte; e che<br />

nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome <strong>della</strong> bestia o il numero del suo<br />

nome" 45<br />

Possedere questo marchio è motivo <strong>di</strong> condanna, infatti leggiamo che alla prima<br />

37 v 5<br />

38 v 7<br />

39 v 14<br />

40 Ap 9,1-2<br />

41 Is 14,12<br />

42 Is 14,15<br />

43 Ap 9,4<br />

44 Ap 7,2-3<br />

45 Ap 13,16-17<br />

15


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

resurrezione, parteciperanno coloro che non lo possederanno: "e quanti non avevano<br />

adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio <strong>sulla</strong> fronte e <strong>sulla</strong> mano" 46<br />

Quin<strong>di</strong>, se possedere il marchio è motivo <strong>di</strong> condanna e <strong>di</strong> sofferenza 47 ; avere il<br />

sigillo (<strong>di</strong> Dio) <strong>sulla</strong> fronte è motivo <strong>di</strong> salvezza e <strong>di</strong> risparmio del castigo.<br />

Lo ve<strong>di</strong>amo più chiaramente dalla visione del profeta Ezechiele: "Allora una voce<br />

potente gridò ai miei orecchi: «Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento <strong>di</strong> sterminio in<br />

mano». Ecco sei uomini giungere dalla <strong>di</strong>rezione <strong>della</strong> porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo<br />

strumento <strong>di</strong> sterminio in mano. In mezzo a loro c'era un altro uomo, vestito <strong>di</strong> lino, con una borsa da scriba al<br />

fianco. Appena giunti, si fermarono accanto all'altare <strong>di</strong> bronzo. La gloria del Dio <strong>di</strong> Israele, dal cherubino sul quale<br />

si posava si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l'uomo vestito <strong>di</strong> lino che aveva al fianco la borsa da scriba. Il<br />

Signore gli <strong>di</strong>sse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna un tau <strong>sulla</strong> fronte degli uomini che<br />

sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono». Agli altri <strong>di</strong>sse, in modo che io sentissi: «Seguitelo<br />

attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non perdoni, non abbiate misericor<strong>di</strong>a. Vecchi, giovani, ragazze,<br />

bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: solo non toccate chi abbia il tau in fronte; cominciate dal mio<br />

santuario!». Incominciarono dagli anziani che erano davanti al tempio. Disse loro: «Profanate pure il santuario,<br />

riempite <strong>di</strong> cadaveri i cortili. Uscite!». Quelli uscirono e fecero strage nella città" 48<br />

Anche qui, come ve<strong>di</strong>amo, vengono colpiti tutti tranne quelli a cui è stato posto<br />

il segno <strong>di</strong> Dio <strong>sulla</strong> fronte.<br />

Per chi non lo sapesse, nell'alfabeto antico, il "tao" aveva la forma <strong>di</strong> una<br />

croce.<br />

Arrivati a questo punto, possiamo <strong>di</strong>re che qualcosa <strong>di</strong> simile con quanto detto<br />

dalla <strong>“profezia</strong>” <strong>dei</strong> <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>, ha un certo riscontro biblico.<br />

Sembra chiaro che è successo… ma po<strong>tre</strong>bbe riaccadere <strong>di</strong> nuovo?<br />

Il re Salomone, nel suo Qoèlet scrisse che “Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà;<br />

non c'è niente <strong>di</strong> nuovo sotto il sole. C'è forse qualcosa <strong>di</strong> cui si possa <strong>di</strong>re: «Guarda, questa è una novità»?” 49 : ma<br />

è anche vero che al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli <strong>dei</strong> cieli, la terra e quanto essa contiene. 50<br />

Quin<strong>di</strong>, stando all’analisi <strong>della</strong> <strong>“profezia</strong>” attraverso la Sacra Scrittura, non<br />

si può sapere se, qualora la profezia fosse vera, ciò riaccadrà in quanto ciò è<br />

nelle mani del Signore. Non che, con ciò, vogliamo <strong>di</strong>re che Dio cambi idea più o<br />

meno facilmente, ma semplicemente che po<strong>tre</strong>bbe scegliere mo<strong>di</strong> più mitigati per<br />

richiamare a Se le anime sperdute e compiere la Sua giustizia alla fine <strong>dei</strong><br />

tempi.<br />

46 Ap 20,4<br />

47 ve<strong>di</strong> Ap 9,5<br />

48 Ez 9,1-7<br />

49 Qlt 1,9-10<br />

50 Dt 10,14<br />

16


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Santa Jeanne Le Royer - Suor <strong>della</strong> Natività<br />

Dalla ricerca <strong>dei</strong> testi, risulta che questi si trovino a Padova, Torino e<br />

Faenza.<br />

Non essendo stato possibile esaminarli, vi riportiamo i dati per un loro<br />

reperimento (per chi li volesse consultare):<br />

VITA E RIVELAZIONI DI GIOVANNA LE ROYER POI SUOR DELLA NATITIVA’, CLARISSA<br />

CONVERSA NELLE URBANISTE DI FOUGERES DETTATE DA LEI STESSA, RACCOLTE DAL SUO<br />

CONFESSORE; tradotte e or<strong>di</strong>nate in cinque libri – Tipografia Bertola, Piacenza<br />

1875<br />

Sita nella BIBLIOTECA S. ANTONIO DOTTORE - Padova<br />

DELLE COSE DIVINE E SPECIALMENTE DEGLI ULTIMI TEMPI DEL MONDO: Ammonimenti <strong>di</strong><br />

Giovanna Le Royer, poscia suora <strong>della</strong> Natività, clarissa conversa delle<br />

Urbaniste ossia conventuali <strong>di</strong> Fougeres; prima traduzione dal francese –<br />

Minelli, Rovigo 1852<br />

Sita nella BIBLIOTECA S. ANTONIO DOTTORE – Padova; e nella BIBLIOTECA COMUNALE<br />

MANFREDIANA, Faenza (RA)<br />

GESU’ CRISTO E LA CHIESA: saggio <strong>di</strong> rivelazioni dettate da Suor <strong>della</strong> Natività –<br />

Tip. e libr. Dell’Orat. <strong>di</strong> S. Franc. <strong>di</strong> Sales, Torino 1873<br />

Sita nella BIBLIOTECA PROVINCIALE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI, Torino; e nella<br />

BIBLIOTECA DELL’ISTITUTO INTERNAZIONALE DON BOSCO, Torino.<br />

17


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Beata Anna Maria Taigi<br />

E’ risultato che la Taigi, <strong>di</strong> suo pugno non abbia scritto nulla: “Non imparerà mai a<br />

scrivere; non lascerà testimonianze <strong>di</strong> se, <strong>di</strong> suo proprio pugno; ma scriveranno per lei testimonianze sicure e<br />

giornaliere, Monsignor Natali, che le vivrà fianco a fianco per tutta la vita, il suo confessore Filippo Luigi 51 e una<br />

deposizione <strong>di</strong> più e mille pagine, un car<strong>di</strong>nale suo segretario: il Car<strong>di</strong>nale Pe<strong>di</strong>cini.” 52<br />

Nella nostra ricerca sono stati, perlopiù, trovati testi biografici del<br />

Car<strong>di</strong>nale Carlo Maria Salotti (Postulatore <strong>della</strong> causa <strong>di</strong> beatificazione) che da<br />

molto risalto alla sposa, madre e devota Anna Maria Taigi.<br />

Tuttavia, Ecco quanto il Natali [ndr. Don Raffaele Natali] ci riferisce<br />

testualmente in una sua deposizione giurata: . 53<br />

Stando al testo sopra-riportato, la Beata Anna Maria Taigi ha parlato <strong>di</strong> un<br />

castigo celeste da in<strong>di</strong>viduarsi come una pioggia <strong>di</strong> meteore che, indubbiamente,<br />

porteranno terrore e morte, ma non sembra aver fatto minimamente riferimento<br />

alle tenebre in<strong>di</strong>cate nella profezia. Non sembra nemmeno aver fatto riferimento<br />

a candele benedette ed alle modalità <strong>di</strong> comportamento durante i momenti <strong>di</strong> detto<br />

flagello.<br />

C’è, comunque, da <strong>di</strong>re che la profezia <strong>della</strong> Taigi, umanamente parlando, è<br />

tutt’altro che allegra. Riguardo alle morti per causa delle guerre, beh, è<br />

sufficiente pensare ai conflitti che si sono particolarmente scatenati nel corso<br />

del XX° secolo. Due guerre mon<strong>di</strong>ali ed al<strong>tre</strong> localizzate che hanno provocato la<br />

morte dalle centinaia <strong>di</strong> migliaia fino a cifre <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi milioni <strong>di</strong> persone.<br />

Tornando all’unico elemento profetico “straor<strong>di</strong>nario”, quello in merito alla<br />

pioggia <strong>di</strong> meteore, trova il suo riscontro con l’apertura del settimo sigillo<br />

nell’Apocalisse <strong>di</strong> Giovanni.<br />

Non riteniamo che ci sia molto da <strong>di</strong>re in proposito. Si tratta <strong>di</strong> un flagello<br />

ben descritto dalla Taigi e, come fenomeno cosmico, trova conferme anche <strong>di</strong> tipo<br />

scientifico.<br />

Le meteore s’incrociano con il pianeta terra, basti pensare alle notti del mese<br />

51 Padre Filippo Luigi, Gesuita<br />

52 Anna Maria Taigi (<strong>di</strong> Antonietta Fallacara), pagg. 12-13<br />

53 Anna Maria Taigi, madre <strong>di</strong> famiglia, pagg. 281-282<br />

18


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

<strong>di</strong> Agosto; alcune non ol<strong>tre</strong>passano gli strati più alti dell’atmosfera<br />

sbriciolandosi prima od appena dopo, al<strong>tre</strong> raggiungono il suolo e possono<br />

provocare danni (fortunatamente <strong>di</strong> rado) più o meno consistenti. Al<strong>tre</strong> ancora,<br />

pur non raggiungendo il suolo, possono fare ugualmente danni. Fortunatamente,<br />

quest’ultime sono talmente rare che se ne registra solo una, caduta agli inizi<br />

del XX secolo in Siberia. Esplodono in aria con aspetto e danni simili a quelli<br />

<strong>di</strong> una testata termonucleare.<br />

Le testimonianze dell’epoca parlano <strong>di</strong> un assordante boato con un fuoco dal<br />

cielo (che investì anche il suolo) e <strong>di</strong> un vento fortissimo che spazzò via tutto<br />

nel raggio <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> chilometri quadrati dal punto “d’impatto”.<br />

In base a delle ricerche archeologiche, la scienza de<strong>di</strong>cata all’argomento,<br />

sospetta che una simile cadde in prossimità delle città <strong>di</strong> Sodoma e Gomorra con<br />

gli effetti narrati nel libro <strong>della</strong> Genesi.<br />

“Il sole spuntava <strong>sulla</strong> terra e Lot era arrivato a Zoar, quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e<br />

sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti<br />

delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie <strong>di</strong> Lot guardò in<strong>di</strong>etro e <strong>di</strong>venne una statua <strong>di</strong> sale. Abramo<br />

andò <strong>di</strong> buon mattino al luogo dove si era fermato davanti al Signore; contemplò dall'alto Sòdoma e Gomorra e tutta<br />

la <strong>di</strong>stesa <strong>della</strong> valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo <strong>di</strong> una fornace.” 54<br />

Resta inteso che tutto è legato ai materiali che compongono il masso <strong>della</strong><br />

meteora e dalle sue <strong>di</strong>mensioni (nonché l’angolo <strong>di</strong> caduta, ecc. ecc.).<br />

Solitamente non sono altro che “sassi”, il fatto che bruciano è dovuto<br />

innanzitutto dall’attrito con l’aria provocato dalla velocità <strong>di</strong> caduta, il<br />

materiale che la compone può fare il resto.<br />

Resta tuttavia il fatto che il Signore, essendo il Creatore dell’intero<br />

universo, può <strong>di</strong>sporne come meglio ritiene delle cose che lo compongono. E se la<br />

beata Anna Maria Taigi ha profetizzato l’eventualità che il Signore utilizzi<br />

questo fenomeno cosmico per richiamarci a Se, nulla può escludere che l’evento<br />

sia possibile.<br />

54 Gen 19, 23-28<br />

19


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Elisabetta Canori Mora<br />

Ol<strong>tre</strong> alla forte testimonianza <strong>di</strong> vita familiare, il Signore, attraverso<br />

l’esperienza spirituale e mistica <strong>della</strong> beata, ha voluto darci un chiaro ed<br />

amorevole messaggio circa il farsi trovare da chiunque lo cerca con il cuore ed<br />

animo sincero rispondendo alla grazia delle Sue chiamate ed inviti.<br />

Anche se non è il “tema” principale del <strong>di</strong>ario, <strong>di</strong>verse volte viene posta in<br />

evidenza la questione relativa alla Giustizia <strong>di</strong>vina.<br />

Abbiamo voluto presentare all’attenzione quelli da noi ritenuti più<br />

significativi ai fini <strong>della</strong> nostra ricerca.<br />

Teniamo precisare che, per ogni esperienza mistica <strong>della</strong> beata, non si è voluto<br />

estrapolare le parti s<strong>tre</strong>ttamente riconducibili alla <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>buio</strong>”, ma <strong>di</strong> esporre per intero quanto la beata racconta attraverso il suo<br />

<strong>di</strong>ario. Questo, per dare un senso <strong>di</strong> completezza alla ricerca ed una migliore<br />

esposizione <strong>dei</strong> contesti circa le rivelazioni ricevute dalla beata.<br />

105 55 – Il 25 <strong>di</strong>cembre 1813. In questa santa notte mi portai alla chiesa, mi posi in ginocchio, e al momento fui<br />

sorpresa da intimo raccoglimento: il mio Signore mi donò una particolare cognizione <strong>di</strong> me stessa. Quanto si umiliò,<br />

quanto si annientò la povera anima mia! Qual fosse il dolore <strong>di</strong> avere offeso il mio Signore non posso spiegarlo.<br />

Quante lacrime <strong>di</strong> contrizione! Mi pareva <strong>di</strong> morire dal dolore. Ecco in lontananza vedo <strong>tre</strong> messaggeri celesti che<br />

verso <strong>di</strong> me si approssimavano, mi invitavano <strong>di</strong> andare con loro. A questo invito la povera anima mia sentiva sommo<br />

timore.<br />

E come è possibile che possa tanto inoltrarmi, men<strong>tre</strong>, sono la creatura più vile <strong>della</strong> terra? Ma questi rinnovano<br />

l’invito; una forza superiore mi obbliga <strong>di</strong> andare con loro.<br />

Ecco apparire una luce che ci precede e ci conduce al presepio. Vedo questo luogo d’immensa luce ripieno; vedo<br />

vago e leggiadro Bambino: in povera culla giaceva, accanto alla sua santissima Madre. Lo splendore del suo volto<br />

riempiva il mio cuore <strong>di</strong> mille affetti. Riconoscendomi affatto indegna, non ar<strong>di</strong>vo <strong>di</strong> entrare, ma mi trattenevo<br />

fuori <strong>di</strong> questo luogo e domandavo perdono, pietà, misericor<strong>di</strong>a. Ma questo <strong>di</strong>vin Bambinello con la sua preziosa<br />

manina mi chiamava dolcemente: i suoi replicanti inviti mi hanno obbligato non solo ad entrare ma ad avvicinarmi a<br />

lui. Molte erano le anime che gli facevan corona in quel sacro luogo. Somma confusione provai men<strong>tre</strong>, ai replicanti<br />

inviti <strong>di</strong> quel <strong>di</strong>vino Infante, dovetti tanto inoltrarmi fino ad avvicinarmi alla sacra culla. Eppure molto inferiore era<br />

la povera anima mia in paragone a queste anime belle, che si trattenevano all’adorazione <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>vino Infante.<br />

Ma qual caso strano sono io per raccontare, il solo pensarlo mi fa orrore! Mi avvicino dunque alla sacra culla e, con<br />

sommo mio stupore, la vedo tutta piena <strong>di</strong> sangue. Do in <strong>di</strong>rotto pianto, per vedere il mio caro Gesù appena nato<br />

tutto intriso nel proprio sangue.<br />

Ah, Gesù mio, e chi vi ha ridotto in questo stato? Le offese <strong>dei</strong> suoi nemici, gli oltraggi <strong>dei</strong> suoi ministri gli<br />

cagionavano questo affronto, appena nato. Sono stata sorpresa da sommo dolore e procuravo <strong>di</strong> offrire i meriti <strong>di</strong><br />

tutti i santi, particolarmente <strong>di</strong> Maria Vergine Santissima, sua cara Madre.<br />

Ecco vedo apparire <strong>tre</strong> messaggeri celesti con <strong>tre</strong> vasi bellissimi: li presentano a Maria Santissima. Questa <strong>di</strong>vina<br />

Madre prende tutto il prezioso sangue e con somma riverenza lo pone nei <strong>tre</strong> vasi; la <strong>di</strong>vina Signora si pone in atto<br />

supplichevole verso il suo santissimo Figliolo. Restò sopito il mio spirito alla preghiera <strong>della</strong> Madre santissima verso<br />

il suo santissimo Figliolo.<br />

In questo tempo per parte <strong>di</strong> intelligenza conobbi qual fosse la cagione <strong>di</strong> tanto spargimento <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong> questo<br />

<strong>di</strong>vino Infante, appena nato. Meglio sarebbe occultarlo che manifestarlo! La cattiva condotta <strong>di</strong> tanti sacerdoti<br />

secolari e regolari, <strong>di</strong> tante religiose che non si comportano secondo il loro stato; la cattiva educazione che si dà ai<br />

figli dai padri e madri, come ancora da quelli a cui spetta simile obbligazione. Queste sono le persone che per parte<br />

del loro buon esempio devono aumentare nel cuore degli altri lo Spirito del Signore. Questi, invece, appena nato nel<br />

cuore <strong>dei</strong> suddetti, viene da questi perseguitato a morte con la loro cattiva condotta e cattive massime. Mi fu<br />

manifestato chi erano i <strong>tre</strong> messaggeri celesti, e a quale oggetto in questo luogo fossero portati. Questi sono <strong>tre</strong><br />

angeli <strong>di</strong> altro grado, zelatori <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina giustizia, da questa commessi per ven<strong>di</strong>care il suo giustissimo sdegno,<br />

provocato da tante indegnazione e peccati. Erano questi tutto sdegno contro il mondo ingrato, volevano spandere<br />

sopra la terra il prezioso sangue, che rispettosi tenevano nelle loro mani in quei vasi suddetti.<br />

55 Parte II: Le nozze mistiche, pagg.158 -160<br />

20


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Guai a noi! Sarebbe restato al momento subissato il mondo tutto! S’interpose la Vergine Santissima: . Ciò detto, si genuflette sollecitamente ai pie<strong>di</strong> del suo<br />

santissimo Figliolo e ci ottiene la grazia. Il <strong>di</strong>vino Infante alza la mano santissima, autorevole e imperiosa:<br />

. Per ben due volte così <strong>di</strong>sse. I messaggeri celesti <strong>di</strong>misero il loro sdegno, e umili e rispettosi<br />

si prostrarono ai pie<strong>di</strong> suoi santissimi. Per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Gesù Bambino consegnarono i <strong>tre</strong> vasi nelle mani <strong>di</strong> Maria<br />

santissima. Appariscono al<strong>tre</strong> <strong>tre</strong> messaggeri celesti: erano questi commessi dalla <strong>di</strong>vina misericor<strong>di</strong>a. Giulivi e<br />

contenti si presentano pieni <strong>di</strong> sottomissione, prendono dalle mani <strong>della</strong> Madre santissima i suddetti vasi e,<br />

cantando inni <strong>di</strong> lode a questo <strong>di</strong>vino attributo <strong>di</strong>sparvero.<br />

171 56 – Il 15 agosto 1814 mi portai alla missione in piazza Barberini. Ad un tratto il mio spirito restò sopito, e mi fu<br />

manifestato il frutto che si sarebbe ricavato da quelle sante missioni. Da varie persone vedevo deplorare il<br />

peccato; altri, convinti <strong>della</strong> ragione, si convertivano; ma guai a quelli che, duri <strong>di</strong> cuore, non daranno ascolto alla<br />

chiamata che Dio fa per la valevole me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Maria Santissima! Guai, guai <strong>di</strong>co, giacchè poco e niente posso<br />

ri<strong>di</strong>re <strong>di</strong> tutto quello che vi<strong>di</strong>. Tanto fu il terrore e lo spavento che ebbi, che credetti <strong>di</strong> morire!<br />

Il tutto mi fu <strong>di</strong>mostrato con molta rapi<strong>di</strong>tà. Vedevo dunque il mondo tutto in scompiglio; non solo gli uomini tutti,<br />

ma anche le bestie stesse erano ripiene <strong>di</strong> orrore. Vedevo quattro angeli che rapidamente scorrevano le contrade<br />

con le spade sfoderate e intrise <strong>di</strong> vivo sangue, per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Dio tutti gli empi restavano morti. Oh quanto poco<br />

numero <strong>di</strong> viventi restavano sopra la terra! Sono restata così stor<strong>di</strong>ta per l’orrore e la pena, che mi ha causato un<br />

grave dolore <strong>di</strong> testa.<br />

Padre mio 57 , Dio è molto sdegnato con gli uomini, e molti non lo credono. Raccoman<strong>di</strong>amoci caldamente alla gran<br />

Madre <strong>di</strong> Dio, perché si degni <strong>di</strong> placare lo sdegno <strong>di</strong> Dio.<br />

224 58 – Il 26 gennaio 1815 nella santa comunione dai santi angeli, che sono soliti favorirmi, fui condotta in luogo<br />

sotterraneo, dove per mezzo <strong>di</strong> torce accese, che portavano nelle loro mani, potei scolpire l’occulta persecuzione<br />

che si fa a Dio da tanti ecclesiastici che sotto manto <strong>di</strong> bene perseguitano Gesù crocifisso e il suo santo Evangelo.<br />

Li vedevo dunque come lupi arrabbiati, che macchinavano <strong>di</strong> balzare il capo <strong>della</strong> Chiesa dal suo trono, cercavano in<br />

ogni modo <strong>di</strong> atterrare la Chiesa cattolica; ma come piacque a Dio, per la valevole intercessione del patriarca<br />

sant’Ignazio 59 , vedevo dalla nobilissima Compagnia <strong>di</strong> Gesù sorgere un gran personaggio, ricco <strong>di</strong> virtù e <strong>di</strong> dottrina,<br />

molto insigne, dotato <strong>di</strong> celeste eloquenza, che sosteneva le ragioni <strong>della</strong> Chiesa cattolica, unitamente agli altri suoi<br />

compagni, molti <strong>dei</strong> quali davano il sangue per Gesù Cristo.<br />

A queste cognizioni la povera anima mia porgeva infuocate preghiere all’Altissimo, perché si fosse degnato <strong>di</strong><br />

liberare la nostra Madre, la santa Chiesa, da persecuzione tanto funesta. Quando in un baleno sono stata<br />

trasportata a vedere il crudo scempio che è per fare la giustizia <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> questi miseri; con sommo mio terrore<br />

vedevo da ogni intorno baleare i fulmini dell’irritata giustizia.<br />

Intanto vedevo rovinare i palazzi, le città, le intere province, tutto il mondo era in scompiglio; non altro si u<strong>di</strong>va<br />

che flebili voci che imploravano la misericor<strong>di</strong>a: il numero <strong>dei</strong> morti era incalcolabile. Fu tale e tanto lo spavento e il<br />

timore, che perdetti ogni uso <strong>di</strong> ragione e, annientata in me stessa, credetti <strong>di</strong> restare estinta. Per grande orrore<br />

che ebbe il mio spirito restò tutto il giorno affatto stor<strong>di</strong>to dallo spavento, il corpo restò gelato come un marmo,<br />

quasi privo <strong>di</strong> ogni sensazione.<br />

Raccoman<strong>di</strong>amoci caldamente al Signore, acciò si degni placare la sua <strong>di</strong>vina giustizia, per i meriti <strong>di</strong> Maria<br />

santissima, Vergine e Madre.<br />

237 60 – Dal 20 febbraio fino al 20 marzo 1815 il mio spirito si è impegnato in piangere i propri peccati. In questo<br />

tempo però il Signore si è degnato <strong>di</strong> favorire il mio povero spirito per ben <strong>tre</strong> volte, col sollevarlo ad una<br />

particolare unione. Particolarmente il giorno 9 marzo mi seguì un certo fatto, che io non so ri<strong>di</strong>re, per essere cosa<br />

intellettuale; ma non per mancare all’obbe<strong>di</strong>enza, procurerò <strong>di</strong> spiegare alla meglio la cognizione che ebbe il mio<br />

intelletto.<br />

Mi si mostrò Dio sotto la figura <strong>di</strong> un forte guerriero armato, e con la sua spada ven<strong>di</strong>catrice era sul momento <strong>di</strong><br />

ven<strong>di</strong>care i gravi torti che riceve dai suoi. E, ridendo ed esultando, m’invitava ad esultare con lui; ma la povera<br />

anima mia era sopraffatta da mestizia così profonda, che invece <strong>di</strong> esultare piangeva amaramente, perché<br />

56 Parte II: Le nozze Mistiche, pag. 215<br />

57 Si riferisce al suo confessore (Padre Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> San Luigi), il quale gli aveva or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> riportare minuziosamente tutto quello che<br />

le accadeva nella vita e nelle estasi con le relative visioni e rivelazioni. Più volte è stata rimproverata ed ad<strong>di</strong>rittura “punita” perché,<br />

perlopiù per pudore spirituale e modestia, ometteva delle cose.<br />

58 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg 257-258<br />

59 Sant’Ignazio da Lojola, fondatore dell’or<strong>di</strong>ne Gesuita<br />

60 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg 269-270<br />

21


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

conosceva chiaramente quale strage sarebbe Dio per fare con la sua spada ven<strong>di</strong>catrice.<br />

A questa cognizione tanto lacrimevole ed afflittiva procuravo per quanto potevo <strong>di</strong> resistere a Dio, non con il<br />

fatto né con le parole, ma mostrandogli il mio gran <strong>di</strong>spiacere e la mia grande pena. Il buon Dio tornava <strong>di</strong> bel nuovo<br />

ad invitarmi ad esultare con lui, non solo m’invitava ad esultare con lui, ma per mezzo <strong>di</strong> particolare illustrazione mi<br />

dava a conoscere quanto retto e giusto fosse il suo operare.<br />

Io, a questa cognizione, piena <strong>di</strong> umiltà, confessavo questa gran verità, che Dio è giusto e retto in tutte le sue<br />

opere; ma il mio cuore, ciò nonostante non poteva esultare, anzi per quanto potevo mi opponevo e facevo a Dio<br />

resistenza. Nel tempo stesso che confessavo con ogni sincerità che la creatura non può né deve opporsi al suo<br />

Creatore, mostravo al mio buon Dio la grave mia pena. Gli <strong>di</strong>cevo piena <strong>di</strong> santo affetto: .<br />

A questa preghiera tornava il buon Dio a persuadermi. In questo contrasto si è trattenuto il mio spirito dal 9 fino<br />

al 24 marzo, giorno <strong>di</strong> venerdì santo. Nell’assistere alla devozione delle <strong>tre</strong> ore dell’agonia <strong>di</strong> nostro Signore Gesù<br />

Cristo, tanto si era internato lo spirito nella considerazione <strong>di</strong> questo doloroso mistero, che quattro ore continue<br />

stetti in ginocchio, <strong>di</strong>mentica affatto <strong>di</strong> me, solo intenta a compassionare il mio Signore e piangere la mia<br />

ingratitu<strong>di</strong>ne, che fu cagione <strong>di</strong> tanto scempio. Con abbondanti lacrime gli domandavo perdono e, afflitta fino<br />

all’ultimo segno, desideravo morire in croce con lui.<br />

Dopo aver passato circa <strong>tre</strong> ore in questa considerazione, tutto ad un tratto il Signore fece passare il mio spirito<br />

a cognizioni tutte opposte. Di nuovo mi <strong>di</strong>ede a conoscere come al sua <strong>di</strong>vina giustizia a mano armata ven<strong>di</strong>cherà<br />

severamente i gravissimi oltraggi che tuttora riceve dai suoi. Prendendo alta compiacenza nella sua sovrana<br />

giustizia, mi dava a conoscere come avrebbe trionfato, mostrandomi il crudo scempio che è per fare <strong>dei</strong> viventi.<br />

Che spavento, che terrore ebbe mai il mio spirito! Cosa più funesta non si dà! Raccoman<strong>di</strong>amoci caldamente al<br />

Signore, perché si degni <strong>di</strong> mitigare il suo rigore.<br />

Tornò <strong>di</strong> bel nuovo ad invitare la povera anima mia ad esultare con lui; ma il mio spirito, sentendo una viva<br />

compassione fraterna, non poteva prendere compiacienza nella giustizia, anzi procuravo quanto potevo <strong>di</strong> oppormi.<br />

Il Signore cercava, per mezzo <strong>di</strong> interne illustrazioni, <strong>di</strong> persuadermi e, per tenermi contenta, mi fece vedere<br />

come salverebbe tutte quelle anime che mi fanno del bene, e tutte quelle che sono a me in spirito unite, ponendo<br />

sopra queste un segno che le renderebbe sicure. Nonostante tutte queste finezze, io mi opponevo ai suoi voleri col<br />

mostragli la mia pena. Questo contrasto apportava al mio spirito molta angustia e gravissima afflizione.<br />

238 61 – Dicevo al mio padre la grave afflizione in cui gemeva il mio spirito, ma non avevo coraggio <strong>di</strong> manifestare la<br />

causa. Finalmente il 25 marzo 1815, sabato santo, manifestai al mio parer la causa <strong>della</strong> mia afflizione. Il suddetto<br />

mi <strong>di</strong>sse che non dovevo oppormi a Dio; ma a costo <strong>di</strong> ogni mai pena, dovevo compiacermi nella sua <strong>di</strong>vina volontà,<br />

benchè dovesse perire tutto il mondo. Non solo mi consigliò, ma mi comandò <strong>di</strong> fare una preghiera tutta conforme<br />

alla <strong>di</strong>vina volontà.<br />

La mattina <strong>di</strong> Pasqua, nella prima orazione, che sono solita fare subito levata, feci al suddetta orazione con molto<br />

raccoglimento e sincerità <strong>di</strong> affetto. Molto gradì il buon Dio l’orazione, che la chiamò orazione degna <strong>di</strong> lui. A<br />

questo elogio il mio spirito si umiliò profondamente e, presentando al mio Signore il padre mio, lo significavo autore<br />

<strong>della</strong> orazione da lui tanto gra<strong>di</strong>ta, e chiedendo a Dio grazia per lui con tutto l’impegno dell’anima mia, mi fu ingiunto<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>rgli, per sua consolazione, che il suo nome era scritto nel libro <strong>della</strong> vita.<br />

La mattina nella santa comunione, il Signore mi degnò <strong>di</strong> particolar favore. All’ora <strong>della</strong> messa cantata mi portai in<br />

Sant’Andrea delle Fratte 62 . Nell’assistere alla messa cantata si sopì il mio spirito, e improvvisamente mi parve <strong>di</strong><br />

essere trasportata sopra un altissimo monte, dove vi<strong>di</strong> il buon Dio tutto ammantato <strong>di</strong> luce. Compiacendosi nella sua<br />

giustizia, con la sua mano onnipotente scagliò nel nostro mondo <strong>tre</strong> pie<strong>tre</strong>, in <strong>tre</strong> <strong>di</strong>verse parti <strong>della</strong> terra; poi il<br />

cielo si ammontò <strong>di</strong> caliginose nubi e il nostro mondo le vedevo gemere sotto il peso <strong>di</strong> spietate afflizioni. Il mio<br />

spirito, a cognizioni tanto lacrimevoli, non si opponeva più al suon buon Dio con mostragli la sua pena, ma come da<br />

nuovo spirito rivestito, sperimentavo nel mio cuore una umile soggezione alle <strong>di</strong>vine <strong>di</strong>sposizioni e, annientata in me<br />

stessa, lodavo e bene<strong>di</strong>cevo Dio senza più soffrire la minima pena, benchè conoscessi quale sterminio Dio sia per<br />

fare <strong>dei</strong> viventi. Raccoman<strong>di</strong>amoci al Signore, acciò si degni <strong>di</strong> mitigare la sua giustizia; molto si può ottenere con le<br />

preghiere.<br />

257 63 – Il 7 giugno 1815, giorno del ritorno del nostro Santo Padre in Roma, tutta la città era in grande allegria e il<br />

mio spirito era in grande malinconia. Mi furono mostrate le gravi afflizioni che dovrà patire la nostra Madre, la<br />

61 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg 238-239<br />

62 Si tratta <strong>di</strong> una chiesa sita vicino Piazza <strong>di</strong> Spagna dove la Santa Vergine comparve all’ebreo Ratisbone convertendolo. L’apparizione<br />

<strong>della</strong> Madonna è praticamente simile a quella <strong>della</strong> <strong>di</strong>ffusissima Medaglietta Miracolosa.<br />

63 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg 285-286<br />

22


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

santa Chiesa, da quelli che sotto nome <strong>di</strong> bene e <strong>di</strong> vantaggio cercano <strong>di</strong> rovinarla, per esser questi lupi rapaci che,<br />

sotto il manto <strong>di</strong> agnelli, cercano la sua totale <strong>di</strong>struzione. Questi, sebbene non lo compariscono, sono acerrimi<br />

persecutori <strong>di</strong> Gesù crocifisso e <strong>della</strong> sua sposa, la santa Chiesa.<br />

Mi pareva dunque <strong>di</strong> vedere tutto il mondo in scompiglio, particolarmente la città <strong>di</strong> Roma. Conoscevo la verità<br />

delle false opinioni, che si nascondono sotto il manto <strong>della</strong> vera religione cattolica. Conoscevo la <strong>di</strong>versità <strong>dei</strong><br />

partiti, i quali cospiravano gli uni contro gli altri; questi miseri si laceravano nella fama, si vituperavano nell’onore, si<br />

ammazzavano senza pietà.<br />

Cosa <strong>di</strong>rò poi del sacro collegio? Questi per le varie opinioni erano chi <strong>di</strong>spersi, chi <strong>di</strong>strutti, chi spietatamente<br />

uccisi. In simile guisa e anche peggio era trattato il clero secolare e la nobiltà. Il clero regolare poi non soffriva la<br />

totale <strong>di</strong>spersione, ma era decimato <strong>di</strong> numero. Molti e senza numero erano gli uomini <strong>di</strong> ogni con<strong>di</strong>zione che<br />

perivano nella strage, ma non tutti erano riprovati. Molti erano uomini <strong>di</strong> buoni costumi, e molti altri <strong>di</strong> santa vita. Il<br />

mondo era in gravissima desolazione; il piccolo gregge <strong>di</strong> Gesù Cristo porgeva infuocate preghiere all’Altissimo,<br />

acciò si fosse degnato <strong>di</strong> sospendere tanta strage e tanta rovina. Ai voti <strong>di</strong> questo piccolo numero cessava la strage<br />

per parte degli uomini e cominciava quella per parte <strong>di</strong> Dio.<br />

Il cielo si ammantò <strong>di</strong> nera caligine, scoppiando i fulmini più <strong>tre</strong>men<strong>di</strong>, dove incenerivano, dove bruciavano: la<br />

terra, non meno che il cielo, era sconvolta. I terremoti più orribili, le voragini più rovinose facevano le ultime stragi<br />

sopra la terra. In questa guisa furono separati i buoni cattolici dai falsi cristiani. Molti <strong>di</strong> quelli che negavano Dio lo<br />

confessavano e lo riconoscevano per quel Dio che egli è. Tutti lo stimavano, lo adoravano, lo amavano. Tutti<br />

osservavano la sua santa legge. Tutti i religiosi e religiose si sistemavano nella vera osservanza delle loro regole. Il<br />

clero secolare era l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>della</strong> santa Chiesa. Nelle religioni fiorivano uomini <strong>di</strong> molta santità e dottrina, e <strong>di</strong><br />

vita austera. Tutto il mondo era in pace. Scritto per obbe<strong>di</strong>enza.<br />

390 64 – Il dì 24 <strong>di</strong>cembre 1816, […] 65<br />

Quando l’anima mia si compiaceva infinitamente in Dio e prendeva altissima compiacenza nell’infinito suo essere,<br />

quando ero già immersa in questa infinita magnificenza, il mio Dio mi obbligò ad abbassare lo sguardo, e mirare<br />

questo mondo sensibile, e mi <strong>di</strong>ede a vedere le gran<strong>di</strong>ssime iniquità che in questo si commettono.<br />

Che in<strong>di</strong>gnazione, che iniquità! Mio Dio, datemi grazia voi per poterlo manifestare, men<strong>tre</strong> al solo pensarlo io<br />

raccapriccio, e si riempie <strong>di</strong> confusione ed orrore il mio spirito. Abbasso dunque lo sguardo e vedo Maria santissima<br />

con il suo santissimo Figliolo tra le sue braccia santissime, la vedo mesta e dolente. La usa mestizia destò nel mio<br />

cuore viva compassione e ardente amore, e mossa da cor<strong>di</strong>ale affetto, domando a lei la cagione del suo dolore,<br />

offrendomi, benché indegna peccatrice, ad ogni sorta <strong>di</strong> patimenti, per così dare qualche conforto all’affannato suo<br />

cuore.<br />

La pietosa Madre gradì la povera, ma sincera mia offerta, men<strong>tre</strong> in quel momento mi sarei data in mano ai più<br />

spietati carnefici, acciò avessero fatto <strong>di</strong> me il più crudele scempio, per così dare qualche conforto alla mia<br />

amabilissima madre Maria. La <strong>di</strong>vina Madre a me rivolta, così mi <strong>di</strong>ce: .<br />

A queste parole vedo che ar<strong>di</strong>tamente tentano i nostri apostati <strong>di</strong> strapparle ar<strong>di</strong>tamente e temerariamente il<br />

suo santissimo Figliolo dal suo purissimo seno, dalle sue santissime braccia. A questo grande attentato la <strong>di</strong>vina<br />

Madre non più chiedeva misericor<strong>di</strong>a per il mondo, ma giustizia chiedeva all’eterno <strong>di</strong>vin Padre; il quale, rivestito<br />

<strong>della</strong> sua inesorabile giustizia e pieno <strong>di</strong> sdegno, si rivolse verso il mondo. In quel momento si sconvolse tutta la<br />

natura, e il mondo perdette il suo giusto or<strong>di</strong>ne, e si formò <strong>sulla</strong> terra la più grande infelicità che mai possa <strong>di</strong>rsi né<br />

immaginarsi. Cosa così lacrimevole e affittiva che renderà il mondo all’ultima desolazione. Non posso <strong>di</strong>r <strong>di</strong> più.<br />

Preghiamo il Signore caldamente, acciò si degni mitigare verso <strong>di</strong> noi il suo giustissimo sdegno. Quale timore, quale<br />

spavento mi apportò simile vista non ho termini <strong>di</strong> poterlo spiegare.<br />

411 66 - Il dì 15 novembre 1818 fu il mio povero spirito nelle orazioni favorito dal Signore con particolare grazia.<br />

Fui sopraffatta da interno riposo, la povera anima mia godeva nel riposo la dolce presenza del suo <strong>di</strong>letto Signore,<br />

che, per mezzo <strong>di</strong> intellettuali illustrazioni, mi dava particolari cognizioni riguardanti i suoi giustissimi giu<strong>di</strong>zi.<br />

Se ne stava la povera anima mia tutta profondata in se stessa, e, piena <strong>di</strong> santo timore, andava piena <strong>di</strong><br />

ammirazione penetrando i <strong>di</strong>vini giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> Dio, imperscrutabili. Ero tutta penetrata da profondo rispetto e da<br />

interna venerazione; era sopraffatto il mio cuore da santo timore, e piena <strong>di</strong> riverenza, adoravo profondamente gli<br />

eterni <strong>di</strong>vini giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> Dio, che per pura sua bontà mi faceva comprendere con somma chiarezza.<br />

L’anima, a questa cognizione, si compiaceva nel suo amorosissimo Dio, trovando i suoi <strong>di</strong>vini giu<strong>di</strong>zi tutti santi,<br />

tutti retti, tutti giusti.<br />

64 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg. 409-412<br />

65 Ndr. Non è stata riportata una lunga parte non rilevante all’argomento del presente testo.<br />

66 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg. 428-430<br />

23


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Oh come l’anima si liquefaceva <strong>di</strong> compiacenza, <strong>di</strong> gau<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> amore, nella cognizione delle perfezioni dell’unico suo<br />

<strong>di</strong>letto; ma quando mi deliziavo in questo sommo bene, che io non so e non posso esprimere, fui sopraffatta da<br />

nuova illustrazione, e tutto ad un tratto mi fu mostrato il mondo. Questo lo vedevo tutto in rivolta, senza or<strong>di</strong>ne,<br />

senza giustizia, i sette vizi capitali si portavano in trionfo, e per tutto vedevo che regnava l’ingiustizia, la frode, il<br />

libertinaggio e ogni sorta <strong>di</strong> iniquità. Il popolo mal costumato, senza fede, senza carità, ma tutti immersi nelle<br />

crapule e nelle perverse massime <strong>della</strong> moderna filosofia.<br />

Mio Dio! Qual pena provava il povero mio spirito nel vedere che tutti quei popoli avevano la fisionomia più da<br />

bestie che uomini.<br />

Oh che orrore il mo spirito ne aveva <strong>di</strong> tutti questi uomini così sformati per il vizio!<br />

Io mi vedevo in una grande altura, come separata da questo luogo tanto miserabile, e per mezzo <strong>di</strong> una luce, che<br />

rifletteva in quel cupo basso del mondo, vedevo tutte le sopraddette iniquità e per mezzo <strong>della</strong> grazia infusami,<br />

conoscevo <strong>di</strong> questi miseri la loro profonda malizia.<br />

Oh quanto si affliggeva il mio povero cuore, quante lacrime versavo nel vedere tante iniquità!<br />

Ma ecco che in un momento il mondo cambiava scena. Ecco lo sdegno <strong>di</strong> Dio, che ad un tratto circondava tutto il<br />

mondo, facendo provare a quei mal costumati popoli il rigore <strong>della</strong> sua giustissima e rettissima giustizia.<br />

Il povero mio spirito, nel vedere lo sdegno <strong>di</strong> Dio sopra quei miseri, pieno <strong>di</strong> terrore e <strong>di</strong> spavento gemeva, e con<br />

abbondanti lacrime deplorava la loro misera sorte, e, riconcentrata tutta in me stessa, mi umiliavo profondamente,<br />

e incessantemente lodavo e bene<strong>di</strong>cevo l’infinita bontà <strong>di</strong> Dio in avermi sottratta da sì <strong>tre</strong>menda rovina,<br />

riconoscendomi per i miei peccati meritevole <strong>di</strong> ogni castigo.<br />

Ma <strong>di</strong> nuovo tornai a riabbassare lo sguardo nel mondo, e vedo i gran<strong>di</strong> travagli che da ogni lato lo circondavano.<br />

Tutte le cose sensibili che appaiono sopra la terra le vedevo senza or<strong>di</strong>ne, senza armonia, ma tutto era in rivolta,<br />

tutto era confuso. L’or<strong>di</strong>ne <strong>della</strong> natura era tutto sconvolto. Il solo mirre la terra <strong>di</strong>mostrava lo sdegno <strong>di</strong> Dio. In<br />

un momento tutto il mondo era in una gran<strong>di</strong>ssima desolazione.<br />

Oh quante grida, quante lacrime e quanti sospiri flebili voci si sentivano risuonare in quel teatro <strong>di</strong> mestizia.<br />

Vedevo poi in mezzo a tanta iniqua gente, un demonio tanto brutto che scorreva il mondo con tanta superbia ed<br />

alterigia. Costui teneva gli uomini in una penosa schiavitù, con orgoglioso impero voleva che tutti gli uomini fossero<br />

a lui soggetti, rinunziando la fede <strong>di</strong> Gesù Cristo, con l’inosservanza <strong>dei</strong> suoi santi comandamenti, dandosi in preda<br />

al libertinaggio e alle perverse massime del mondo, adottando la vana e falsa filosofia <strong>dei</strong> nostri moderni e falsi<br />

cristiani.<br />

Oh, miseria grande, veramente da deplorarsi con infinite lacrime!<br />

Vedere che <strong>di</strong>etro a queste false massime correvano pazzamente ogni sorta <strong>di</strong> persone, <strong>di</strong> ogni ceto, <strong>di</strong> ogni età,<br />

non solo secolari, ma ancora ecclesiastici <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>gnità, tanto secolare che regolare.<br />

In questo stato così deplorevole il mio povero spirito amaramente piangeva, e tutto si conturbava nel vedere tanto<br />

oltraggiato un Dio che è la stessa bontà, che merita <strong>di</strong> essere amato, vederlo tra<strong>di</strong>to e oltraggiato; era tanto<br />

grande la pena mia che credevo veramente <strong>di</strong> morire in quel momento <strong>di</strong> un colpo mortale, tanto era grande<br />

l’afflizione del mio povero spirito, nel vedere tanto offeso il mio amorosissimo Dio.<br />

Oh cosa non avrei fatto, cosa non avrei patito per compensare le gravi ingiurie che questi finti cristiani facevano<br />

all’eterno Dio! In questo stato <strong>di</strong> cose, la povera anima mia si offrì a patire ogni qualunque pena, ogni qualunque<br />

travaglio, ogni qualunque strapazzo <strong>di</strong>abolico. Unii questa povera anima mia offerta all’eterno <strong>di</strong>vin Padre, unendo il<br />

mio sacrificio a quello del suo santissimo Figliolo, e lo pregai che, per gli infiniti meriti <strong>di</strong> Gesù Cristo, si degnasse<br />

ricevere il povero mio sacrificio, promettendo <strong>di</strong> darmi ad esercitare con più rigore ed asprezza la penitenza, il<br />

<strong>di</strong>giuno, l’orazione, le vigilie, come, con la grazia <strong>di</strong> Dio, puntualmente eseguii, con il permesso del mio lodato padre<br />

spirituale.<br />

412 67 – L’eterno Dio si degnò, per sua infinita bontà, <strong>di</strong> accettare la povera mia offerta. Mi <strong>di</strong>e<strong>di</strong> dunque a<br />

mortificare il mio corpo con rigoroso <strong>di</strong>giuno, non prendendo cibo che ogni quarantotto ore, e questo era un poco <strong>di</strong><br />

pano con olio e aceto, oppure una chicchera <strong>di</strong> cioccolata. In questa guisa passai il mese <strong>di</strong> novembre e <strong>di</strong>cembre,<br />

come già <strong>di</strong>ssi sopra, nel 1818.<br />

Mi pareva dunque che, attesa la mia povera offerta, che unito avevo agli infiniti meriti <strong>di</strong> Gesù Cristo, l’eterno<br />

Dio mi dava il permesso, me<strong>di</strong>ante la sua onnipotenza, <strong>di</strong> legare <strong>di</strong> propria mano quel demonio pervertitore <strong>di</strong> tante<br />

anime, che aveva sedotto con la sua profonda malizia, facendogli adottare le perverse massime del mondo libertino,<br />

macchiandoli, contaminandoli con la falsa filosofia. Sì, aiutata dal braccio onnipotente <strong>di</strong> Dio, mi pareva <strong>di</strong> propria<br />

mano <strong>di</strong> ricondurlo nel cupo abisso dell’inferno. Nella grande impresa <strong>di</strong> incatenare il suddetto mostro del cupo<br />

abisso dell’inferno, erano in mio aiuto due padri trinitari; questi mi davano <strong>di</strong> mano e mi aiutavano a rilegare questo<br />

terribile demonio, questo spietato mostro, e ricondurlo con somma fatica nel cupo abisso dell’inferno.<br />

67 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg 430-431<br />

24


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Fatta la suddetta operazione, per mezzo dell’onnipotenza <strong>di</strong> Dio, che mi dava tanto forza e autorità <strong>di</strong> tutto<br />

operare per la maggior gloria sua, men<strong>tre</strong> i miei pensieri, le mie operazioni, le mie fatiche, le mie premure non ad<br />

altro fine erano <strong>di</strong>rette che alla maggior gloria dell’immenso, dell’eterno, dell’incomprensibile mio Dio, sommo mio<br />

bene, che mi protesto <strong>di</strong> amare infinitamente, con tutto il mio povero cuore, e per l’amore che gli porto sono pronta<br />

ogni momento a dare il sangue e al vita in mano <strong>dei</strong> più spietati tormenti, e se milioni <strong>di</strong> vite avessi, tutte le<br />

sacrificherei per la sua gloria.<br />

Fatta dunque la suddetta operazione, mi parve che tutto il mondo respirasse in pace, e per mezzo <strong>di</strong> uomini dotti<br />

e santi si ristabilisse il giusto or<strong>di</strong>ne sopra la terra, con somma gloria <strong>di</strong> Dio, ed onore <strong>della</strong> nostra santa Chiesa<br />

cattolica. Mi pareva che cessassero i peccati e si faceva vera penitenza dappertutto, mi pareva che regnasse la<br />

pace, la giustizia; la fede <strong>di</strong> Gesù Cristo trionfava dappertutto e rendeva gli uomini seguaci del santo Evangelo.<br />

413 68 – Il mese <strong>di</strong> ottobre del 1818 […] 69<br />

Molto gradì il Signore per sua bontà e misericor<strong>di</strong>a la mia intrapresa penitenza, che si degnava nelle orazioni <strong>di</strong><br />

favorirmi con i suoi <strong>di</strong>stinti favori. Con molta frequenza sollevava il mio povero spirito, e si degnava manifestargli<br />

cose molto gran<strong>di</strong>, riguardanti il suo infinito amore. Varie volte mi ha mostrato la sua <strong>di</strong>vina giustizia, sdegnata<br />

contro <strong>di</strong> noi, poveri peccatori, e il <strong>tre</strong>mendo castigo che voleva mandare <strong>sulla</strong> terra, per i gravi peccati che si<br />

commettono. Io dallo spavento mi pareva <strong>di</strong> morire, e incessantemente mi raccomandavo e, offrendo i meriti infiniti<br />

<strong>di</strong> Gesù Cristo all’eterno <strong>di</strong>vin Padre, mi pareva <strong>di</strong> ottenere la grazia <strong>di</strong> <strong>di</strong>lazionare il tempo, per non vedere tante<br />

anime piombare all’inferno.<br />

[…] 70<br />

451 71 – Il giorno <strong>di</strong> san Giuseppe, il 19 marzo 1820, dopo al santa comunione, che ricevetti nella mia cappella dalle<br />

mani del mio padre spirituale, che celebrò la santa messa, fu sopraffatto il mio spirito da uno straor<strong>di</strong>nario favore.<br />

Dio mi trasse dai propri sensi lo spirito, fui alienata dai sensi e il mio corpo restò qual cadavere immobile, senza<br />

quasi respirare e senza che i polsi dessero segni <strong>di</strong> vita. Questo seguì per lo spazio <strong>di</strong> circa nove ore. Dopo il<br />

suddetto tempo rinvenni un poco e per buoni <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> il mio spirito restò sopito, senza <strong>di</strong>sgiungere le cose<br />

sensibili <strong>della</strong> terra.<br />

In questo tempo fu al mio spirito, per mezzo <strong>di</strong> intellettuale cognizione, mostrato il grande castigo che Dio è per<br />

mandare sopra la terra, per le gran<strong>di</strong> iniquità che si commetto dalla maggior parte degli uomini.<br />

Oh quale spavento, oh quale orrore ne ebbe il mio povero spirito! Mi fu mostrato il braccio onnipotente <strong>di</strong> Dio che<br />

armato stava <strong>di</strong> forte e pesante flagello, per momentaneamente scaricarlo sopra <strong>di</strong> noi, miseri mortali. In questa<br />

affittiva situazione vedevo l’umanità santissima <strong>di</strong> Gesù Cristo, che impe<strong>di</strong>va al suo <strong>di</strong>vino Padre <strong>di</strong> scaricare il<br />

funestassimo colpo, dove quasi tutti gli uomini sarebbero periti sotto sì spietato flagello.<br />

La povera anima mia, per il grande spavento <strong>di</strong> vedere lo sdegno <strong>di</strong> Dio, piena <strong>di</strong> santo timore, era tutta<br />

profondata in me stessa ed umiliata fino all’intimo del mio nulla, dal profondo del quale, con abbondanti lacrime ed<br />

infuocati sospiri chiedevo misericor<strong>di</strong>a, offrendo <strong>di</strong> tutto cuore il sangue preziosissimo <strong>di</strong> Gesù e gli infiniti suoi<br />

meriti all’eterno <strong>di</strong>vin Padre, acciò si degnasse <strong>di</strong> placare il suo giustissimo sdegno, irritato conto <strong>di</strong> noi, infelici<br />

peccatori.<br />

452 72 – Fatta la preghiera, mi pareva che Dio sdegnasse <strong>di</strong> riceverla, ma preso dal giusto suo furore, veniva alla<br />

determinazione <strong>di</strong> castigare il mondo, ed in quel momento subissarlo. Sopraffatto il povero mio spirito dalla carità<br />

fraterna, per non vedere perire tante anime, che eternamente si sarebbero dannate, con santa fiducia e filiale<br />

confidenza, io <strong>di</strong>cevo: .<br />

La povera mia preghiera fu avvalorata dal grande amore che Dio porta a tutto il genere umano. L’umanità<br />

santissima <strong>di</strong> Gesù Cristo mi <strong>di</strong>ede tanto valore, tanto coraggio,, tanta fu la santa confidenza che, animata dalla<br />

cognizione dell’amore infinito che Dio porta a noi, miseri mortali, m’inoltrai dunque con timore e <strong>tre</strong>more, perché la<br />

maestà <strong>di</strong> Dio m’infondeva sommo timore e sommo rispetto. Tremavo da capo a pie<strong>di</strong> alla sua <strong>di</strong>vina presenza, ma ciò<br />

68 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg.431-433<br />

69 Ndr. Non è stata riportata una lunga parte non rilevante all’argomento del presente testo.<br />

70 idem<br />

71 Parte III: Alla maggior gloria <strong>di</strong> Dio, pagg. 484-485<br />

72 Parte III: Alla maggior gloria <strong>di</strong> Dio, pagg. 485-487<br />

25


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

nonostante la filiale confidenza che mi <strong>di</strong>ede l’infinito suo amore mi <strong>di</strong>ede coraggio <strong>di</strong> sostenere il suo braccio<br />

onnipotente, e così fu sospeso il colpo formidabile <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina giustizia, che voleva scagliare in quel momento il<br />

forte suo braccio ven<strong>di</strong>catore, che per le nos<strong>tre</strong> gran<strong>di</strong> iniquità e gravi peccati tiene armato il suo forte braccio <strong>di</strong><br />

terribile flagello, che al solo vederlo mi fece tanto terrore, che per lo spavento mi sarei nascosta nel cupo più<br />

profondo <strong>della</strong> terra.<br />

A questa vista così spaventevole cad<strong>di</strong> in un deliquio mortale e stetti molte ore come morta affatto, senza quasi<br />

più respirare e senza pulsazione, <strong>di</strong> maniera che non davo più segni <strong>di</strong> vita, ma in questo tempo il mio spirito operava<br />

con grande agilità ed attività. A fatto così terribile e spaventoso, piena <strong>di</strong> timore e <strong>di</strong> lacrime volgevo lo sguardo<br />

verso l’umanità santissima <strong>di</strong> Gesù Cristo, facevo una fervida preghiera in vantaggio <strong>di</strong> tutti i poveri peccatori, nel<br />

numero <strong>dei</strong> quali ben conoscevo <strong>di</strong> avere io il primo posto.<br />

Dicevo: . Queste ed al<strong>tre</strong> parole<br />

<strong>di</strong>cevo con tutto l’affetto del cuore e con tanto fervore che impietosiva il cuore <strong>di</strong> Dio, men<strong>tre</strong> io ero risoluta <strong>di</strong><br />

andare all’inferno per impe<strong>di</strong>re lo sdegno <strong>di</strong> Dio, giustamente irritato contro tanti ostinati peccatori. Io, benché<br />

indegna peccatrice, mi caricavo <strong>di</strong> ogni patimento, ezian<strong>di</strong>o ancora dell’inferno, per liberare tante anime dal<br />

meritato castigo.<br />

Fatta la forte preghiera, Dio, per la sua infinita bontà, si degnò <strong>di</strong> esau<strong>di</strong>rmi, e mi permise <strong>di</strong> avvicinarmi alla<br />

<strong>tre</strong>menda sua maestà, e sostenere il forte suo braccio armato, acciò non scaricasse il colpo terribile del suo giusto<br />

furore. E così per quel momento fu sospesa la giustizia <strong>di</strong> Dio, ma non placata; men<strong>tre</strong>, per tante iniquità che si<br />

commettono, Dio ha stabilito <strong>di</strong> mandare un terribile castigo sopra la terra, per così lavare tante sozzure ed<br />

iniquità che si commettono. La preghiera delle anime che il Signore si degna per sua bontà chiamarle con il nome <strong>di</strong><br />

sue pre<strong>di</strong>lette, queste con le loro preghiere vanno temporeggiando il tempo.<br />

Ma pur verrà questo tempo terribile e <strong>tre</strong>mendo, Dio chiuderà le sue orecchie e non ascolterà preghiera alcuna,<br />

ma portato dallo zelo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>care i torti gravissimi che riceve la sua <strong>di</strong>vina giustizia, che armata mano tutti<br />

severamente punirà, senza che alcuno possa resistere né sfuggire dalla sua mano ven<strong>di</strong>catrice. Raccoman<strong>di</strong>amoci<br />

caldamente al Signore acciò si degni usarci misericor<strong>di</strong>a.<br />

Pregando un giorno, dopo passata la festa <strong>di</strong> Pentecoste del medesimo anno 1820, per molte persone facoltose<br />

che desideravano sapere quale regolamento potevano prendere nelle presenti circostanze per salvare le loro<br />

persone e la loro roba, men<strong>tre</strong> per tutto il mondo si sentivano delle insurrezioni <strong>dei</strong> popoli, che facevano temere<br />

qualche rivolta nella nostra città <strong>di</strong> Roma, ad imitazione delle al<strong>tre</strong> nazioni, segnatamente nella Spagna. Da<br />

miserabile peccatrice come sono, con tutto l’impegno feci la preghiera al Signore, acciò si degnasse darmi lume per<br />

consigliare le suddette persone, benché io non le conoscessi, ma solo a me raccomandate da un mio grande<br />

benefattore.<br />

Ecco il sentimento che ebbe l’anima nella santa orazione, quando si trovava nel profondo <strong>della</strong> quiete e tutta<br />

assorta in Dio: non vi sarà precauzione che sia sufficiente per salvare la roba e le persone, perché la grande opera<br />

che è per fare il Signore non c’è chi possa resistere e salvarsi; sicchè si renderà vana ogni prevenzione, ogni<br />

cautela. Quello che si deve fare è ricorrere all’Altissimo, acciò si degni per la sua infinita misericor<strong>di</strong>a annoverarci<br />

nel numero <strong>di</strong> quelli che ha prescelti, i quali saranno annoverati sotto questo glorioso stendardo tutti quelli che<br />

conserveranno la fede <strong>di</strong> Gesù Cristo nel loro cuore, e che manterranno la buona coscienza, senza contaminarla<br />

nelle false massime presenti, che ne è pieno tutto il mondo.<br />

454 73 – Il fatto che sono per raccontare mi seguì il giorno <strong>della</strong> festa del gran principe degli apostoli, il glorioso<br />

san Pietro, 29 giugno 1820. fui alienata <strong>dei</strong> propri sensi. Proseguendo a pregare il giorno del gran principe san<br />

Pietro del 1820, pregando per i bisogni <strong>della</strong> santa Chiesa cattolica, trovandomi <strong>di</strong> pregare per la conversione <strong>dei</strong><br />

peccatori, fratelli miei, nel numero <strong>dei</strong> quali io occupo il primo luogo, si trovava il mio povero spirito sollevato per<br />

mezzo <strong>di</strong> particolare favore <strong>di</strong> Dio ad un rapimento celeste, e mi trovavo propriamente vicina a Dio medesimo. Per<br />

mezzo <strong>di</strong> una luce inaccessibile ero unita intimamente in Dio in guisa tale che più mi <strong>di</strong>stinguevo, ma tutta ero<br />

trasformata in quella <strong>di</strong>vina luce. Ricevetti la dolce impressione <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina carità. Oh qual giubilo, oh qual contento<br />

<strong>di</strong> para<strong>di</strong>so resò nel povero mio cuore! Quando ero in mezzo a questa dolcezza e il mio spirito era circondato da una<br />

perfetta quiete, mi parve <strong>di</strong> vedere aprirsi il cielo, e scendere dall’altro con grande maestà, corteggiato da molti<br />

santi angeli, che cantavano inni <strong>di</strong> gloria, il gran<strong>di</strong>ssimo principe degli apostoli san Pietro, vestito degli abiti<br />

pontificali; portava nelle mani il pastorale, con il quale segnava sopra la terra una vastissima croce, i santi angeli gli<br />

facevano intorno corona, cantavano con sommo rispetto e venerazione, in lode del santo apostolo:


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

principes super omnem terram>>, con quello che segue in appresso 74 .<br />

Appuntava il suo misterioso pastorale sopra i quattro lati <strong>della</strong> suddetta croce segnata, e al momento vedevo<br />

apparire quattro verdeggianti alberi, ricoperti <strong>di</strong> fiori e frutti preziosissimi. I misteriosi alberi erano in forma <strong>di</strong><br />

croce, erano circondati da una luce risplendentissima. Fatta che ebbe questa operazione, andò ad aprire tutte le<br />

porte <strong>dei</strong> monasteri delle monache e <strong>dei</strong> religiosi. Con interno sentimento <strong>di</strong>stinguevo che il santo apostolo aveva<br />

eretto quei quattro misteriosi alberi per dare un luogo <strong>di</strong> rifugio al piccolo gregge <strong>di</strong> Gesù Cristo, per liberare i<br />

buoni cristiani dal <strong>tre</strong>mendo castigo, che metterà a soqquadro tutto il mondo. Tutti i buoni cristiani, che avranno<br />

conservato lo spirito del loro santo istituto saranno tutti sotto questi misteriosi alberi rifugiati e liberi dal<br />

<strong>tre</strong>mendo castigo. Così <strong>di</strong>co <strong>di</strong> tanti buoni ecclesiastici secolari ed altro ceto <strong>di</strong> persone, che avranno conservato la<br />

fede nel loro cuore, questi saranno tutti salvi. Ma guai a quei religiosi e religiose inosservanti, che <strong>di</strong>sprezzarono le<br />

sante regole, guai, guai, perché tutti periranno sotto il terribile flagello. Così <strong>di</strong>co <strong>di</strong> tutti i cattivi ecclesiastici<br />

secolari ed ogni altro ceto <strong>di</strong> persone, <strong>di</strong> ogni stato, <strong>di</strong> ogni con<strong>di</strong>zione, che si danno in preda al libertinaggio e<br />

vanno <strong>di</strong>etro alle false massime <strong>della</strong> riprovata filosofia presente. Questi sono contro le massime del santo<br />

evangelo, negando la fede <strong>di</strong> Gesù Cristo; questi infelici tutti periranno sotto il peso del braccio sterminatore <strong>della</strong><br />

<strong>di</strong>vina giustizia <strong>di</strong> Dio, alla quale nessuno potrà resistere.<br />

Rifugiati che erano tutti i buoni cristiani sotto i misteriosi alberi, che li vedevo sotto la forma <strong>di</strong> belle pecorelle,<br />

sotto la custo<strong>di</strong>a del loro pastore san Pietro, al quale tutte prestavano umile soggezione e rispettosa obbe<strong>di</strong>enza,<br />

questa simbolica comparsa significa il popolo cristiano, che milita sotto il glorioso stendardo <strong>della</strong> croce, il quale<br />

sarà immune dal <strong>tre</strong>mendo castigo, che Dio è per mandare <strong>sulla</strong> terra, per i tanti peccati che si commettono dalla<br />

maggior parte del cristianesimo.<br />

455 75 – Fatta dunque dal santo apostolo la suddetta operazione <strong>di</strong> assicurare sotto i misteriosi alberi il piccolo<br />

gregge <strong>di</strong> Gesù Cristo, il santo apostolo risalì al cielo, accompagnato dai santi angeli che con lui erano <strong>di</strong>scesi.<br />

Risaliti che furono al cielo, il cielo si ammantò <strong>di</strong> tenebroso azzurro, che il solo mirarlo faceva terrore, un<br />

caliginoso vento con l’impetuoso e tetro suo fischio urlando nell’aria qual fiero leone col suo fiero ruggito l’orrido<br />

suo eco per tutta la terra faceva risuonare.<br />

Il terrore, lo spavento porrà tutti gli uomini e tutti gli animali in sommo spavento, tutto il mondo sarà in rivolta e<br />

si uccideranno gli uni con gli altri, si trucideranno tra loro senza pietà.<br />

Nel tempo <strong>della</strong> sanguinosa pugna la mano ven<strong>di</strong>catrice <strong>di</strong> Dio sarà sopra questi infelici, e con la sua onnipotenza<br />

punirà il loro orgoglio e la loro temerarietà e sfacciata baldanza; si servirà Dio <strong>della</strong> podestà delle tenebre per<br />

sterminare questi settari, uomini iniqui e scellerati, che pretendono <strong>di</strong> atterrare, <strong>di</strong> sra<strong>di</strong>care dalle sue profonde<br />

ra<strong>di</strong>ci, <strong>di</strong> buttar giù dai suoi più profon<strong>di</strong> fondamenti la nostra santa madre Chiesa cattolica.<br />

Questi uomini indegni pretendono <strong>di</strong> balzare Dio dal suo augustissimo trono, per mezzo <strong>della</strong> loro perversa<br />

malizia. Dio si riderà <strong>di</strong> loro e <strong>della</strong> loro malizia, e con un solo cenno <strong>della</strong> sua destra mano onnipotente punirà questi<br />

iniqui, permettendo alla podestà delle tenebre <strong>di</strong> sortire dall’inferno; e queste gran<strong>di</strong> legioni <strong>di</strong> demoni scorreranno<br />

per tutto il mondo; e per mezzo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> rovine eseguiranno gli or<strong>di</strong>ni <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina giustizia, a cui questi maligni<br />

spiriti sono soggetti, sicché né più né meno <strong>di</strong> quanto lo permetterà Dio potranno danneggiare gli uomini e le loro<br />

sostanze, le loro famiglie, i loro poderi, villaggi, città, case e palazzi, e ogni altra cosa che sussisterà sopra la terra.<br />

Comanderà Dio imperiosamente alla podestà delle tenebre che facciano crudo scempio <strong>di</strong> tutti i suoi ribelli, che<br />

temerariamente ar<strong>di</strong>rono <strong>di</strong> offenderlo con tanto ar<strong>di</strong>re e baldanza. Permetterà Dio che siano castigati questi<br />

uomini iniqui dalla crudeltà <strong>dei</strong> fieri demoni, perché volontariamente alla podestà del demonio si assoggettarono, e<br />

con loro si confederarono a danneggiare la santa Chiesa cattolica. Permetterà Dio che da questi maligni spiriti siano<br />

puniti, per mezzo <strong>di</strong> morte cruda e spietata. E perché il povero mio spirito bene apprendesse questo sentimento<br />

<strong>della</strong> giustizia <strong>di</strong>vina, mi fu mostrato l’orrido carcere infernale. Vedevo aprirsi dal profondo cupo <strong>della</strong> terra una<br />

tenebrosa e spaventevole caverna, piena <strong>di</strong> fuoco, dove vedevo sortire tanti demoni, i quali, presa chi una figura e<br />

chi un’altra, chi da bestia, chi umana, venivano tutti ad infestare il mondo e fare dappertutto stragi e rovine.<br />

Ma buon per i veri e buoni cristiani, men<strong>tre</strong> in loro favore avranno il valevole patrocinio <strong>dei</strong> gloriosi santi apostoli<br />

san Pietro e san Paolo. Questi vigileranno alla loro cura e custo<strong>di</strong>a, acciò quei maligni spiriti non possano nuocere né<br />

alla loro robba né le loro persone; ma questi buoni cristiani saranno preservati ed immuni dalle spietate rovine che<br />

faranno questi maligni spiriti, con il permesso <strong>di</strong> Dio e non altrimenti, men<strong>tre</strong> questo immenso Dio è l’assoluto<br />

padrone del cielo e <strong>della</strong> terra e dell’inferno, la cui tenebrosa podestà non può farci alcun danno senza il suo <strong>di</strong>vino<br />

permesso, senza la sua volontà.<br />

Permetterà Dio a questi maligni spiriti <strong>di</strong> fare molte rovine <strong>sulla</strong> terra, devasteranno tutti quei luoghi dove Dio è<br />

stato ed è oltraggiato, profanato, idolatrato e sacrilegamente trattato: tutti questi luoghi saranno demoliti,<br />

74 . Breviario romano, antifona <strong>della</strong> solennità <strong>dei</strong> santi Pietro e Paolo.<br />

75 Parte III: Alla maggior gloria <strong>di</strong> Dio, pagg. 491-492<br />

27


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

rovinati, e perderanno ogni loro vestigio.<br />

456 76 – Fatta la suddetta operazione, puniti gli empi con morte crudele, demoliti questi indegni luoghi, vi<strong>di</strong> ad un<br />

tratto rasserenare il cielo, ed immantinente dall’altezza <strong>di</strong> esso vi<strong>di</strong> scendere <strong>sulla</strong> terra un maestoso trono, dove<br />

vedevo il santo apostolo san Pietro maestosamente vestito degli abiti pontificali, corteggiato da immenso numero <strong>di</strong><br />

angeli, i quali facevano d’intorno corona, e cantando inni <strong>di</strong> gloria in lode del santo, ossequiandolo qual principe <strong>della</strong><br />

terra. In questo tempo vi<strong>di</strong> nuovamente aprire il cielo e scendere con gran pompa e maestà il glorioso san Paolo, che<br />

con autorevole podestà <strong>di</strong> Dio, in un baleno scorreva tutto il mondo, e incatenava tutti quei maligni spiriti infernali,<br />

e li conduceva avanti al santo apostolo, il quale con il suo autorevole comando li tornò a confinare nelle tenebrose<br />

caverne, donde ne erano usciti. Al comando del santo apostolo san Pietro tutti tornarono nel baratro dell’inferno.<br />

Al momento si vide <strong>sulla</strong> terra apparire un bello splendore, che annunziava la riconciliazione <strong>di</strong> Dio con gli uomini;<br />

dai santi angeli fu condotto il piccolo gregge <strong>di</strong> Gesù Cristo avanti al trono del gran principe san Pietro. Questo<br />

gregge era quel suddetto gregge <strong>di</strong> buoni cristiani, che in tempo del <strong>tre</strong>mendo castigo sarà rifugiato sotto i<br />

misteriosi alberi anzidetti, significati quali gloriosi stendar<strong>di</strong> <strong>della</strong> croce, insegna misteriosa <strong>della</strong> nostra santa<br />

religione cattolica. I misteriosi frutti <strong>dei</strong> suddetti alberi sono i meriti infiniti <strong>di</strong> Gesù crocifisso, che per amore del<br />

genere umano volle essere appeso sopra l’albero <strong>della</strong> croce.<br />

Presentato che fu dai santi angeli il piccolo numero <strong>dei</strong> cristiani avanti al trono del gran principe degli apostoli<br />

san Pietro, tutti quei buoni cristiani gli fecero profonda riverenza, e bene<strong>di</strong>cendo Dio fecero i loro più umili<br />

ringraziamenti a Dio ed al santo apostolo, per aver retto e sostenuto la Chiesa <strong>di</strong> Gesù Cristo e il cristianesimo,<br />

acciò non andasse errato nelle false massime del mondo. Il santo scelse il nuovo pontefice, fu rior<strong>di</strong>nata tutta la<br />

Chiesa secondo i veri dettami del santo Evangelo, si ristabilirono gli or<strong>di</strong>ni religiosi, e tutte le case <strong>dei</strong> cristiani<br />

<strong>di</strong>vennero tante case religiose, tanto era il fervore, lo zelo <strong>della</strong> gloria <strong>di</strong> Dio, che tutto era or<strong>di</strong>nato all’amore <strong>di</strong><br />

Dio e del prossimo. In questa maniera si formò in un momento il trionfo, la gloria, l’onore <strong>della</strong> Chiesa cattolica: da<br />

tutti era acclamata, da tutti stimata, da tutti venerata, tutti si <strong>di</strong>edero alla sequela <strong>di</strong> essa, riconoscendo tutti il<br />

vicario <strong>di</strong> Cristo, il sommo pontefice.<br />

463 77 – Racconto come nello scorso mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 1820, il dì 8, giorno <strong>della</strong> Immacolata Concezione <strong>di</strong> Maria<br />

santissima, per mezzo <strong>di</strong> una illustrazione <strong>di</strong>vina, il Signore mi manifestò l’irritato suo sdegno giustissimo contro<br />

tutto il genere umano, facendomi conoscere l’empietà, l’indegnazione, le enormi ingratitu<strong>di</strong>ni che si commettono<br />

dagli uomini contro la sua <strong>di</strong>vina legge ed il suo santo Evangelo, da ogni sorta <strong>di</strong> persone, tanto ecclesiastiche che<br />

secolari.<br />

Si degnò il Signore <strong>di</strong> inoltrarmi fino negli ampi spazi <strong>della</strong> sua <strong>di</strong>vinità, dove mi <strong>di</strong>ede a vedere ed a conoscere le<br />

infinite sue misericor<strong>di</strong>e e l’eterno suo amore. Qual meraviglia e qual rapimento <strong>di</strong> spirito recasse alla povera anima<br />

l’eterna magnificenza del mio eterno Dio, non mi è al certo possibile il poterlo spiegare, men<strong>tre</strong> era tanta la<br />

grandezza <strong>della</strong> cognizione, che restai rapita nel penetrare tanta magnificenza, che il povero mio intelletto non<br />

poteva arrivare a comprenderlo, ne poteva penetrare simile grandezza.<br />

Dopo aver goduto questo gran bene inenarrabile ed incomprensibile, Dio mi fece conoscere quanto sia<br />

<strong>di</strong>sprezzato dagli uomini questo suo grande amore, mi <strong>di</strong>ede a vedere gli oltraggi sacrileghi che si commettono; in<br />

una parola, in un tratto vi<strong>di</strong> tutte le iniquità che inondano la terra e tutte le abominazioni che si commettono dai<br />

libertini e le forti manovre che si fanno dai nemici <strong>della</strong> nostra santa religione cattolica, che cercano tutte le<br />

maniere <strong>di</strong> poterla del tutto <strong>di</strong>struggere.<br />

, mi <strong>di</strong>ceva l’eterno Dio, .<br />

Ed intanto, facendomi <strong>di</strong>mostrazione <strong>della</strong> sua inesorabile giustizia, mi levò la libertà e la volontà <strong>di</strong> pregare per<br />

questa grande causa.<br />

Oh quale afflizione mi recasse e qual timore mi rendesse il vedere lo sdegno <strong>di</strong> Dio non posso con parole<br />

esprimerlo, il vedere l’iniquità degli uomini e la loro ingratitu<strong>di</strong>ne verso il bene sommo <strong>di</strong> un Dio amante. A confronto<br />

così <strong>di</strong>ssonante fui sopraffatta da un deliquio mortale, che mi ridusse ad agonizzare per molte ore; tornata nei<br />

propri sensi, piena <strong>di</strong> spavento e <strong>di</strong> terrore, per aver veduto Dio sdegnato giustamente contro <strong>di</strong> noi, senza poterlo<br />

76 Parte III: Alla maggior gloria <strong>di</strong> Dio, pagg. 492-493<br />

77 Parte III: Alla maggior gloria <strong>di</strong> Dio, pagg. 502-503<br />

28


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

placare, restò la povera anima mia nel pianto e nell’afflizione.<br />

572 78 – Il mese <strong>di</strong> agosto 1822 poco e niente posso <strong>di</strong>re per aver trascurato lo scrivere a motivo <strong>di</strong> dovere<br />

assistere ad una malattia <strong>di</strong> febbre perniciosa <strong>di</strong> una mia figlia. Coma ancora devo attribuirlo alla mia poca <strong>di</strong>ligenza<br />

e ripugnanza che soffro nello scrivere, che mi servo <strong>di</strong> ogni leggera scusa per non farlo. E il mio padre spirituale ha<br />

la sofferenza <strong>di</strong> tempo in tempo <strong>di</strong> precettivamente comandarmi <strong>di</strong> scrivere sotto pena <strong>di</strong> castigo. Questa mia<br />

confessione valga per conoscere la mia iniquità e la mia cattiveria.<br />

Varie cose seguirono nel mio spirito in questo mese <strong>di</strong> agosto, ma un solo fatto al vivo mi restò impresso per il<br />

grande timore che mi cagionò. Il giorno 29 agosto 1822, Decollazione <strong>di</strong> san Giovanni Battista, mi trovato in una<br />

chiesa orando e il mio spirito era tutto raccolto in Dio. Godevo una perfetta pace, quando ad un tratto mi si <strong>di</strong>ede a<br />

vedere lo sdegno del Signore e l’inesorabile sua giustizia, che voleva punire tutto il mondo. Oh Dio, qual pena fu<br />

questa per me! Dal grande timore credetti <strong>di</strong> morire. Dallo spavento mi venne una grande febbre e restò<br />

cagionevole il mio corpo per vari <strong>giorni</strong>.<br />

Nel balenare lo sdegno <strong>di</strong> Dio, nello scoppio del suo furore giustissimo vi<strong>di</strong> <strong>tre</strong> angeli a cavallo in abito militare<br />

con l’elmo in testa, con spada in mano, vestiti del furore <strong>di</strong> Dio. Erano questi sopra un altissimo monte, già<br />

determinati <strong>di</strong> dare il corso ai loro cavalli. Erano già sul punto <strong>di</strong> dare il grande assalto, <strong>di</strong> fare con le loro spade<br />

l’ultimo scempio al mondo con uccidere e fare in pezzi tutti quelli che <strong>di</strong>sonorano Dio con tanta malvagità, con<br />

incen<strong>di</strong>are le città [e] i villaggi per le tante indegnazioni e <strong>di</strong>ssolutezze e sozzure che inondano la terra col<br />

maledetto peccato dell’impurità, col punire severamente tutti quelli che sono ribelli delle <strong>di</strong>vine leggi e spargono<br />

false massime <strong>della</strong> filosofia moderna.<br />

Quanto tutto era determinato dalla <strong>di</strong>vina giustizia ed erano questi <strong>tre</strong> principi <strong>della</strong> milizia celeste per eseguire<br />

l’or<strong>di</strong>ne <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina giustizia, frettolosa e piena <strong>di</strong> compassione vi<strong>di</strong> venire sopra quel monte Maria santissima in<br />

compagnia del suo purissimo sposo Giuseppe, per riparare il grande castigo che era imminente per piombare sopra<br />

la terra. Posero questi santi sposi un forte riparo avanti ai <strong>tre</strong> cavalli e imposero, a nome <strong>di</strong> Dio, ai <strong>tre</strong> guerrieri<br />

che sospendessero il loro corso.<br />

Come si è potuto leggere nel suo <strong>di</strong>ario, la beata Elisabetta Canori Mora, non fa<br />

accenni circa il tapparsi in casa, <strong>di</strong> accendere candele benedette, il tempo <strong>di</strong><br />

durata del flagello, ecc.<br />

Tuttavia, stando alle sue esperienze mistiche del 07/06/1815 79 e del<br />

29/06/1820 80 , fa riferimento al <strong>buio</strong>. Nella seconda, parla anche <strong>di</strong> demoni che,<br />

su concessione <strong>di</strong>vina e nella misura e limiti impostogli da Dio, infesteranno la<br />

terra compiendo stragi e rovine.<br />

Cercando <strong>di</strong> comprendere il messaggio che il Signore, tramite la beata, vuole<br />

farci arrivare, possiamo <strong>di</strong>re che nel suo complesso, il tutto ci riporta ad una<br />

corrispondenza biblica tratta dalle parole contenute nel libro <strong>di</strong> Geremia: “Disse<br />

il Signore: «Và nell'atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città <strong>di</strong> Giuda che vengono per adorare nel<br />

tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato <strong>di</strong> annunziare loro; non tralasciare neppure una parola.<br />

Forse ti ascolteranno e ognuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso <strong>di</strong>s<strong>di</strong>rò tutto il male che<br />

pensavo <strong>di</strong> fare loro a causa <strong>della</strong> malvagità delle loro azioni.[…]».” 81<br />

E’ vero, ve<strong>di</strong>amo un Dio “giustiziere”, sdegnato <strong>di</strong> tanti peccati, del rifiuto<br />

del Suo amore, del Suo Figlio, del sacrificio da Lui sofferto nella Passione per<br />

noi e per la nostra salvezza.<br />

Ma, come si evince dal <strong>di</strong>ario e dai versetti biblici sopra citati, Dio non vuole<br />

punire l’uomo. Lo ama a tal punto da aver dato Suo Figlio per la nostra<br />

salvezza. 82<br />

Dagli scritti <strong>della</strong> beata risalta questa considerazione dal fatto che più volte<br />

Egli ha fermato la mano <strong>della</strong> Sua Giustizia attraverso l’intercessione <strong>della</strong><br />

stessa beata, <strong>della</strong> Santissima Vergine e del suo castissimo sposo, San Giuseppe.<br />

78 Parte III: Alla maggior gloria <strong>di</strong> Dio, pagg. 630-631<br />

79 Ve<strong>di</strong> n. 257<br />

80 Ve<strong>di</strong> n. 455<br />

81 Ger 26,1-3<br />

82 Cfr Gv 3,16<br />

29


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

E’ fuori dubbio che se, nel contesto <strong>della</strong> <strong>“profezia</strong> <strong>dei</strong> <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”,<br />

vengono presentate solo le parti inerenti al flagello <strong>di</strong>vino, si perde il<br />

messaggio d’amore che Dio racchiude in esso.<br />

Ripetiamo: E’ vero, si parla <strong>di</strong> <strong>buio</strong>, <strong>di</strong> demoni, <strong>di</strong> terremoti, <strong>di</strong> fulmini, <strong>di</strong><br />

stragi…<br />

Ma si parla anche <strong>di</strong> Misericor<strong>di</strong>a che frena la Giustizia attraverso il richiamo<br />

e l’appello degli infiniti meriti <strong>di</strong> Gesù il Cristo per mezzo <strong>della</strong> Sua<br />

Passione.<br />

Tutto ciò va preso e tenuto in considerazione insieme. Non si può parlare <strong>di</strong><br />

Giustizia senza tenere conto <strong>della</strong> Misericor<strong>di</strong>a. Altrimenti la venuta, le<br />

parole, le opere e la Passione <strong>di</strong> Cristo non avrebbero più senso.<br />

C’è un’altra considerazione da fare: La Misericor<strong>di</strong>a tiene a freno la Giustizia,<br />

ma ad un certo punto, quest’ultima verrà comunque messa in atto. Ciò è dato<br />

dalle visioni del 19/03/1820 83 , dove la beata riporta la seguente frase: “E così per<br />

quel momento fu sospesa la giustizia <strong>di</strong> Dio, ma non placata; men<strong>tre</strong>, per tante iniquità che si commettono, Dio ha<br />

stabilito <strong>di</strong> mandare un terribile castigo sopra la terra, per così lavare tante sozzure ed iniquità che si<br />

commettono. La preghiera delle anime che il Signore si degna per sua bontà chiamarle con il nome <strong>di</strong> sue pre<strong>di</strong>lette,<br />

queste con le loro preghiere vanno temporeggiando il tempo. Ma pur verrà questo tempo terribile e <strong>tre</strong>mendo, Dio<br />

chiuderà le sue orecchie e non ascolterà preghiera alcuna, ma portato dallo zelo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>care i torti gravissimi che<br />

riceve la sua <strong>di</strong>vina giustizia, che armata mano tutti severamente punirà, senza che alcuno possa resistere né<br />

sfuggire dalla sua mano ven<strong>di</strong>catrice. Raccoman<strong>di</strong>amoci caldamente al Signore acciò si degni usarci misericor<strong>di</strong>a.”;<br />

e dalla rivelazione dell’08/12/1820 84 , quando Dio <strong>di</strong>sse alla beata: “E’ già<br />

determinato il terribile decreto <strong>di</strong> castigare e punire con tutta severità l’iniquità degli uomini con terribile castigo.<br />

Il decreto è stabile, permanente ed irrevocabile. Figlia, non mi pregare, men<strong>tre</strong> la preghiera su <strong>di</strong> ciò che io<br />

sdegno”.<br />

Dunque, come si <strong>di</strong>rebbe, è solo questione <strong>di</strong> tempo. Tuttavia, tornando alla<br />

rivelazione del 19/03/1820, come si vede dall’ultima affermazione <strong>della</strong> beata,<br />

malgrado la certezza del flagello, ci esorta nel raccomandarci al Signore<br />

affinchè ci usi Misericor<strong>di</strong>a. Quin<strong>di</strong>, è sempre lasciata aperta la porta alla<br />

Speranza <strong>di</strong> salvezza. Non sembra essere nella volontà <strong>di</strong> Dio lasciarci<br />

nell’angoscia fissando le nos<strong>tre</strong> attenzioni solamente sul flagello in se.<br />

In merito alle rivelazioni dal 20 febbraio al 20 marzo 1815 85 , quelle in cui Dio<br />

apparve alla beata sotto la figura <strong>di</strong> un guerriero armato pronto a punire il<br />

mondo, esortando la beata ad unirsi alla sua esultanza ven<strong>di</strong>catrice, è davvero<br />

sorprendente la risposta ed il comando del padre spirituale <strong>della</strong> Canori Mora:<br />

“Il suddetto mi <strong>di</strong>sse che non dovevo oppormi a Dio; ma a costo <strong>di</strong> ogni mia pena, dovevo compiacermi nella sua<br />

<strong>di</strong>vina volontà, benchè dovesse perire tutto il mondo. Non solo mi consigliò, ma mi comandò <strong>di</strong> fare una preghiera<br />

tutta conforme alla <strong>di</strong>vina volontà.” 86 .<br />

E’ spontaneo domandarsi con quale spirito e tranquillità il buon sacerdote<br />

rispose in quel modo alla beata. In ogni caso è palese che egli ritenesse le<br />

rivelazioni <strong>della</strong> Canori Mora come veritiere, quin<strong>di</strong> nel comandarle <strong>di</strong> non<br />

opporsi alla <strong>di</strong>vina volontà era consapevole delle conseguenze che ne sarebbero<br />

derivate.<br />

Sicuramente non era a conoscenza dell’entità e misura <strong>della</strong> volontà <strong>di</strong> Dio<br />

nell’esercitare la Sua Giustizia, però aveva indubbiamente dedotto che erano, in<br />

un certo senso, nefaste per il mondo.<br />

La sua risposta riporta alla memoria una frase che Gesù stesso c’insegnò: “Sia<br />

fatta la Tua volontà” 87<br />

“La tua volontà sia fatta <strong>sulla</strong> terra come in cielo. Nulla certamente sfugge alle <strong>di</strong>sposizioni <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina Provvidenza<br />

che ha tutto previsto e tutto <strong>di</strong>sposto ancor prima che qualcosa accada. Nessun ostacolo può deviarla dal fine che si è<br />

83 Ve<strong>di</strong> n. 452<br />

84 Ve<strong>di</strong> n. 463<br />

85 Ve<strong>di</strong> n. 237<br />

86 Ve<strong>di</strong> n. 238<br />

87 Mt 6,10<br />

30


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

prefisso; e perciò, quando chie<strong>di</strong>amo a Dio che si compia la sua volontà non temiamo - <strong>di</strong>ce Tertulliano - che qualcuno<br />

possa efficacemente opporsi all'attuazione <strong>dei</strong> suoi <strong>di</strong>segni, ma acconsentiamo umilmente a tutto quanto gli è piaciuto <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>nare a nostro riguardo e ci <strong>di</strong>chiariamo <strong>di</strong>sposti a compiere sempre e in ogni cosa la sua santissima volontà, a noi<br />

nota nei comandamenti, con la stessa prontezza, amore e costanza con cui gli Angeli e i Santi obbe<strong>di</strong>scono in cielo.” 88<br />

Quante volte, recitando il Pater, me<strong>di</strong>tiamo sopra quest’affermazione alla<br />

volontà <strong>di</strong>vina.<br />

Se osserviamo la risposta del sacerdote alla luce <strong>della</strong> frase evangelica,<br />

allora, le sue parole e comando non ci sorprendono più. “Del Signore è la terra e quanto<br />

contiene, l’universo e i suoi abitanti” 89 ; ed ancora: “Vi castiga per le vos<strong>tre</strong> ingiustizie, ma userà<br />

misericor<strong>di</strong>a a voi tutti” 90<br />

Nelle parole del Sacerdote si racchiudono anche i versetti appena citati.<br />

Ammissione che il Signore è l’unico e solo sovrano, anche delle nos<strong>tre</strong> stesse<br />

vite. Presa coscienza <strong>dei</strong> meritati castighi dovuti dai nostri peccati con<br />

appello fiducioso alla Sua Misericor<strong>di</strong>a.<br />

Perché si è voluto porre l’accento <strong>sulla</strong> frase <strong>di</strong> Padre Fer<strong>di</strong>nando? Perché come<br />

è stato riscontrato, il (oppure un) <strong>tre</strong>mendo castigo verrà attuato dalla <strong>di</strong>vina<br />

Giustizia.<br />

Ma se, come abbiamo già detto, ve<strong>di</strong>amo solo il flagello in se, ol<strong>tre</strong> alla<br />

preoccupazione ed alla inevitabile afflizione nel vedersi oggetto e causa <strong>della</strong><br />

punizione <strong>di</strong>vina, si corre il rischio <strong>di</strong> perdere la Speranza a causa <strong>della</strong> poca<br />

conoscenza circa la Misericor<strong>di</strong>a e la nostra Fede in essa.<br />

Un’ultima cosa a riguardo: La beata, in quest’occasione ci lascia una<br />

importantissima esortazione: “Raccoman<strong>di</strong>amoci al Signore, acciò si degni <strong>di</strong> mitigare la sua giustizia;<br />

molto si può ottenere con le preghiere” 91<br />

88 SAR 39<br />

89 Sal 23(24),1<br />

90 Tb 13,5<br />

91 Ve<strong>di</strong> n. 238<br />

31


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Elisabetta Canori Mora<br />

(Riscontri biblici)<br />

Il primo riscontro biblico che vogliamo porre in evidenza è quello relativo alle<br />

esperienze mistiche che vanno dal 20 febbraio fino al 20 marzo 1815 92 .<br />

Il Signore Dio che si presenta sotto la figura <strong>di</strong> un guerriero armato, a nostra<br />

conoscenza è una visione piuttosto inusuale.<br />

Eppure, sul libro <strong>della</strong> Sapienza, sta scritto: “Egli prenderà per armatura il suo zelo, e<br />

armerà il creato per castigare i nemici; indosserà la giustiza come corazza e si metterà come elmo un giu<strong>di</strong>zio<br />

infallibile; prenderà come scudo una santità inespugnabile; affilerà la sua collera inesorabile come spada e il mondo<br />

combatterà con lui contro gli insensati” 93 .<br />

Se uniamo l’esperienza mistica del 25/12/1813, con il messaggio che ne abbiamo<br />

tratto, presentandolo con la citazione del libro <strong>di</strong> Geremia, e poniamo a mò <strong>di</strong><br />

conclusione le esperienze mistiche in<strong>di</strong>cate (con i versetti del libro <strong>della</strong><br />

Sapienza), otteniamo il seguente quadro:<br />

• Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze. 94<br />

• Convertitevi e desistete da tutte le vos<strong>tre</strong> iniquità, e l’iniquità non sarà più causa <strong>della</strong> vostra rovina. Liberatevi<br />

da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. 95<br />

• Forse per la tua pietà ti punisce e ti convoca in giu<strong>di</strong>zio? O non piuttosto per la tua grande malvagità e per le<br />

tue iniquità senza limite? 96<br />

Sopraggiunge il tuo destino, o abitante del paese: arriva il tempo, è prossimo il giorno terribile e non <strong>di</strong><br />

tripu<strong>di</strong>o sui monti. Ora, fra breve, rovescerò il mio furore su <strong>di</strong> te e su <strong>di</strong> te darò sfogo alla mia ira. Ti<br />

giu<strong>di</strong>cherò secondo le tue opere e ti domanderò conto <strong>di</strong> tutte le tue nefandezze. Né s'impietosirà il mio<br />

occhio e non avrò compassione, ma ti terrò responsabile <strong>della</strong> tua condotta e saranno palesi in mezzo a te le<br />

tue nefandezze: saprete allora che sono io, il Signore, colui che colpisce. Ecco il giorno, eccolo che arriva. E'<br />

giunta la tua sorte. L'ingiustizia fiorisce, germoglia l'orgoglio e la violenza si leva a scettro d'iniquità. E' giunto<br />

il tempo, è vicino il giorno: chi ha comprato non si allieti, chi ha venduto non rimpianga; perché l'ira pende su<br />

tutti! Chi ha venduto non tornerà in possesso <strong>di</strong> ciò che ha venduto anche se rimarrà in vita, perché la condanna<br />

contro il loro fasto non sarà revocata e nessuno nella sua perversità potrà preservare la sua esistenza. 97<br />

Quin<strong>di</strong>, abbiamo Dio-Amore che, giustamente, esige <strong>di</strong> essere ricambiato con il<br />

cuore <strong>di</strong> questo Suo Amore.<br />

In virtù <strong>di</strong> questo Amore ci esorta ad amarlo.<br />

Quando la misura <strong>dei</strong> peccati e dell’ingratitu<strong>di</strong>ne dell’uomo sarà colma, dopo<br />

tanti inviti ed esortazioni, scatenerà la Sua ira su chi non avrà voluto<br />

accogliere la grazia <strong>della</strong> conversione.<br />

Poniamo una particolare attenzione all’ultimo versetto citato: “Chi ha venduto non<br />

tornerà in possesso <strong>di</strong> ciò che ha venduto anche se rimarrà in vita”. Ciò può significare che,<br />

malgrado l’ira del Signore, c’è sempre tempo e modo per salvarsi. Infatti,<br />

sempre attraverso il profeta Ezechiele: “Io non godo <strong>della</strong> morte <strong>di</strong> chi muore. Parola del Signore<br />

Dio: Convertitevi e vivrete” 98 . A maggior ragione conclude il versetto sopra in<strong>di</strong>cato<br />

ricordando che “nessuno nella sua perversità potrà preservare la sua esistenza”.<br />

Anche nella visione del 15/08/1814 99 troviamo un chiaro richiamo alla<br />

conversione: “Da varie persone vedevo deplorare il peccato; altri, convinti <strong>della</strong> ragione, si convertivano; ma<br />

guai a quelli che, duri <strong>di</strong> cuore, non daranno ascolto alla chiamata che Dio fa per la valevole me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Maria<br />

Santissima!”.<br />

92 Ve<strong>di</strong> . 237<br />

93 Sap 5,17-20<br />

94 Dt 6,5<br />

95 Ez 18,30-31<br />

96 Gb 22,4-5<br />

97 Ez 7,7-13<br />

98 Ez 18,32<br />

99 Ve<strong>di</strong> n. 171<br />

32


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Nella visione del 07/06/1815 100 , sembra che le conversioni avvengano anche<br />

durante il flagello punitivo nei confronti degli empi.<br />

Quel guai ai duri <strong>di</strong> cuore che rifiuteranno i richiami, in contrapposizione a<br />

chi si pentirà e si convertirà è rappresentato in modo evidente nella visione<br />

del 15/11/1818 101 .<br />

Quin<strong>di</strong>, come abbiamo riscontrato sin dall’inizio del nostro esame circa i<br />

contenuti del <strong>di</strong>ario, Dio non vuole punire l’uomo.<br />

La punizione, se proprio vogliamo definirla tale, avviene dopo molti richiami ed<br />

inviti alla conversione. Comunque il flagello, da come s’intende, non colpisce<br />

il peccatore in quanto tale, ma solo e chi non vuole ravvedersi nella caparbietà<br />

del proprio cuore.<br />

Veniamo ora a riscontrare biblicamente le rivelazioni che hanno specifico<br />

riscontro con la <strong>“profezia</strong>” in questione:<br />

La visione del 15/08/1814 102 richiama moltissimo la visione del profeta<br />

Ezechiele 103 . Ma anche qui e chiaro che solo gli empi ed i peccatori incalliti<br />

subiscono l’attuarsi <strong>della</strong> Giustizia <strong>di</strong>vina.<br />

Le due visioni del 07/06/1815 104 e del 26/06/1820 105 sono quelle da cui vengono<br />

estrapolate le prove destinate a confermare la vali<strong>di</strong>tà <strong>della</strong> <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong><br />

<strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”.<br />

Ripren<strong>di</strong>amole nei vari punti caratteristici con i dovuti riscontri biblici:<br />

• 07/06/1815: Il cielo si ammantò <strong>di</strong> nera caligine, scoppiando i fulmini più <strong>tre</strong>men<strong>di</strong>, dove incenerivano, dove<br />

bruciavano: la terra, non meno che il cielo, era sconvolta.<br />

• 29/06/1820: il cielo si ammantò <strong>di</strong> tenebroso azzurro, che il solo mirarlo faceva terrore, un caliginoso vento<br />

con l’impetuoso e tetro suo fischio urlando nell’aria qual fiero leone col suo fiero ruggito l’orrido suo eco per<br />

tutta la terra faceva risuonare.<br />

Queste due visioni possono trovano un certo riscontro con i seguenti passi del<br />

VT:<br />

• E' vicino il gran giorno del Signore, è vicino e avanza a gran<strong>di</strong> passi. Una voce: Amaro è il giorno del Signore! anche<br />

un prode lo grida. «Giorno d'ira quel giorno, giorno <strong>di</strong> angoscia e <strong>di</strong> afflizione, giorno <strong>di</strong> rovina e <strong>di</strong> sterminio,<br />

giorno <strong>di</strong> tenebre e <strong>di</strong> caligine, giorno <strong>di</strong> nubi e <strong>di</strong> oscurità, giorno <strong>di</strong> squilli <strong>di</strong> tromba e d'allarme sulle fortezze<br />

e sulle torri d'angolo. Metterò gli uomini in angoscia e cammineranno come ciechi, perchè han peccato<br />

contro il Signore 106<br />

• Guardai la terra ed ecco solitu<strong>di</strong>ne e vuoto, i cieli, e non v'era luce. Guardai i monti ed ecco <strong>tre</strong>mavano e tutti i<br />

colli ondeggiavano. Guardai ed ecco non c'era nessuno e tutti gli uccelli dell'aria erano volati via. Guardai ed<br />

ecco la terra fertile era un deserto e tutte le sue città erano state <strong>di</strong>strutte dal Signore e dalla sua ira ardente.<br />

Poiché <strong>di</strong>ce il Signore: «Devastato sarà tutto il paese; io compirò uno sterminio. Pertanto la terra sarà<br />

in lutto e i cieli lassù si oscureranno, perché io l'ho detto e non me ne pento, l'ho stabilito e non ritratterò». 107<br />

• In quel giorno - oracolo del Signore Dio - farò tramontare il sole a mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno!<br />

108<br />

• Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile. 109<br />

• Il sole e la luna si oscurano e le stelle perdono lo splendore. 110<br />

• Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare <strong>della</strong> terra un deserto, per<br />

sterminare i peccatori. Poiché le stelle del cielo e la costellazione <strong>di</strong> Orione non daranno più la loro luce; il sole<br />

100 Ve<strong>di</strong> n. 257<br />

101 Ve<strong>di</strong> n. 411<br />

102 Ve<strong>di</strong> n. 171<br />

103 Ve<strong>di</strong> Ez 9,1-10<br />

104 Ve<strong>di</strong> n. 257<br />

105 Ve<strong>di</strong> n. 455<br />

106 Sof 1,14-17<br />

107 Ger 4,23-28<br />

108 Am 8,9<br />

109 Gl 3,4<br />

110 Gl 4,15<br />

33


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

si oscurerà al suo sorgere e la luna non <strong>di</strong>ffonderà la sua luce. Io punirò il mondo per il male, gli empi per la loro<br />

iniquità; farò cessare la superbia <strong>dei</strong> protervi<br />

e umilierò l'orgoglio <strong>dei</strong> tiranni. 111<br />

Ci sono poi i riferimenti anche sul NT:<br />

• Subito dopo la tribolazione <strong>di</strong> quei <strong>giorni</strong>, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno<br />

dal cielo e le potenze <strong>dei</strong> cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora<br />

si batteranno il petto tutte le tribù <strong>della</strong> terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo<br />

con grande potenza e gloria. 112<br />

• In quei <strong>giorni</strong>, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore e gli astri si<br />

metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. 113<br />

• Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e <strong>sulla</strong> terra angoscia <strong>di</strong> popoli in ansia per il fragore del<br />

mare e <strong>dei</strong> flutti, men<strong>tre</strong> gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa <strong>di</strong> ciò che dovrà accadere <strong>sulla</strong> terra.<br />

Le potenze <strong>dei</strong> cieli infatti saranno sconvolte. 114<br />

• Quando l'Agnello aprì il sesto sigillo, vi<strong>di</strong> che vi fu un violento terremoto. Il sole <strong>di</strong>venne nero come sacco <strong>di</strong><br />

crine, la luna <strong>di</strong>ventò tutta simile al sangue, le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come quando un<br />

fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi. Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e<br />

tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. Allora i re <strong>della</strong> terra e i gran<strong>di</strong>, i capitani, i ricchi e i potenti,<br />

e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi <strong>dei</strong> monti; e <strong>di</strong>cevano ai<br />

monti e alle rupi: Cadete sopra <strong>di</strong> noi e nascondeteci dalla faccia <strong>di</strong> Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello,<br />

perché è venuto il gran giorno <strong>della</strong> loro ira, e chi vi può resistere? 115<br />

Veniamo ora alla questione relativa ai demoni. Nel <strong>di</strong>ario <strong>della</strong> beata, questa<br />

particolarità, nelle sue esperienze mistiche, compare solo una volta, nella<br />

visione del 29/06/1820 116 :<br />

“[…]si servirà Dio <strong>della</strong> podestà delle tenebre per sterminare questi settari, uomini iniqui e scellerati[…]e con un<br />

solo cenno <strong>della</strong> sua destra mano onnipotente punirà questi iniqui, permettendo alla podestà delle tenebre <strong>di</strong><br />

sortire dall’inferno; e queste gran<strong>di</strong> legioni <strong>di</strong> demoni scorreranno per tutto il mondo; e per mezzo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> rovine<br />

eseguiranno gli or<strong>di</strong>ni <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina giustizia, a cui questi maligni spiriti sono soggetti, sicché né più né meno <strong>di</strong> quanto<br />

lo permetterà Dio potranno danneggiare gli uomini e le loro sostanze, le loro famiglie, i loro poderi, villaggi, città,<br />

case e palazzi, e ogni altra cosa che sussisterà sopra la terra. Comanderà Dio imperiosamente alla podestà delle<br />

tenebre che facciano crudo scempio <strong>di</strong> tutti i suoi ribelli, che temerariamente ar<strong>di</strong>rono <strong>di</strong> offenderlo con tanto<br />

ar<strong>di</strong>re e baldanza. Permetterà Dio che siano castigati questi uomini iniqui dalla crudeltà <strong>dei</strong> fieri demoni, perché<br />

volontariamente alla podestà del demonio si assoggettarono, e con loro si confederarono a danneggiare la santa<br />

Chiesa cattolica. Permetterà Dio che da questi maligni spiriti siano puniti, per mezzo <strong>di</strong> morte cruda e spietata. E<br />

perché il povero mio spirito bene apprendesse questo sentimento <strong>della</strong> giustizia <strong>di</strong>vina, mi fu mostrato l’orrido<br />

carcere infernale. Vedevo aprirsi dal profondo cupo <strong>della</strong> terra una tenebrosa e spaventevole caverna, piena <strong>di</strong><br />

fuoco, dove vedevo sortire tanti demoni, i quali, presa chi una figura e chi un’altra, chi da bestia, chi umana,<br />

venivano tutti ad infestare il mondo e fare dappertutto stragi e rovine. […] Permetterà Dio a questi maligni spiriti<br />

<strong>di</strong> fare molte rovine <strong>sulla</strong> terra, devasteranno tutti quei luoghi dove Dio è stato ed è oltraggiato, profanato,<br />

idolatrato e sacrilegamente trattato: tutti questi luoghi saranno demoliti, rovinati, e perderanno ogni loro<br />

vestigio.”<br />

Quest’aspetto <strong>della</strong> <strong>“profezia</strong>” è indubbiamente il più controverso, anche <strong>della</strong><br />

caratteristica relativa al <strong>buio</strong>.<br />

111 Is 13,9-10<br />

112 Mt 24,29-30<br />

113 Mc 13,24-25<br />

114 Lc 21,25-26<br />

115 Ap 6,12-17<br />

116 Ve<strong>di</strong> n. 455<br />

34


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Dio che permette, anzi “usa”, i demoni per punire, <strong>di</strong>struggere, uccidere…<br />

Sulle prime, sembrerebbe che nella Sacra Scrittura non ci siano riscontri<br />

<strong>di</strong>retti in merito. Nemmeno nella nona piaga d’egitto ci sono demoni che<br />

<strong>di</strong>struggono ed uccidono. C’è il <strong>buio</strong>, c’è l’angoscia, ecc. ma demoni che portano<br />

morte e <strong>di</strong>struzione non se ne intravede il riferimento.<br />

Tuttavia, nel libro <strong>di</strong> Giobbe, il Signore “usa” satana in persona per mettere<br />

alla prova il suo servo e testare la sua fedeltà 117 . In effetti, Giobbe, in un<br />

solo giorno perde tutti i suoi armenti e tutti i suoi figli 118 ; mantenendo la sua<br />

fedeltà al Signore 119 , quest’ultimo permette al demonio <strong>di</strong> colpirlo <strong>di</strong>rettamente<br />

<strong>di</strong> persona procurandogli una grave malattia <strong>della</strong> pelle 120 .<br />

Nel libro <strong>di</strong> Tobia abbiamo un demonio che uccideva tutti i mariti <strong>di</strong> Sara il<br />

giorno stesso delle nozze 121 .<br />

Infine, negli Atti, troviamo il tentativo <strong>di</strong> esorcizzare un indemoniato da parte<br />

<strong>dei</strong> figli <strong>di</strong> Sceva 122 . Bisogna riconoscere che in quest’ultimo riferimento,<br />

l’azione <strong>di</strong>retta non proviene dal demonio ma dal posseduto. Tuttavia questi è<br />

spinto dal demonio a lanciarsi contro i falsi esorcisti picchiandoli<br />

selvaggiamente.<br />

Dai riferimenti biblici appena in<strong>di</strong>cati, possiamo <strong>di</strong>re che anche quest’aspetto<br />

<strong>della</strong> <strong>“profezia</strong>” trova un certo suo riscontro.<br />

Nel libro <strong>di</strong> Giobbe, Dio permette al demonio <strong>di</strong> “rovinare” patrimonialmente il<br />

Suo servo fedele; <strong>di</strong> far uccidere i suoi servi e i suoi stessi figli.<br />

E’ vero che l’azione del demonio qui si vede in<strong>di</strong>retta, i servi vengono uccisi<br />

dai ban<strong>di</strong>ti che rubano gli armenti; i figli restano uccisi dal crollo <strong>della</strong><br />

tenda a causa <strong>di</strong> un forte vento. Però ciò è dovuto dall’autorizzazione ad<br />

intervenire da parte <strong>di</strong> Dio al demonio.<br />

Nel libro <strong>di</strong> Tobia, invece, l’azione demoniaca è <strong>di</strong>retta. Non viene detto come,<br />

la Scrittura riporta solamente che il cattivo demonio, glieli aveva uccisi 123 .<br />

L’ultimo riferimento, riporta un’azione demoniaca semi-<strong>di</strong>retta. Fisicamente è il<br />

posseduto che si scaglia sui falsi esorcisti; ma <strong>di</strong>rettamente, questi, è sotto<br />

l’influenza e la “guida” del demonio che lo possiede. Questa scena degli Atti<br />

lascia chiaramente intendere che i sette figli <strong>di</strong> Sceva sono stati letteralmente<br />

puniti per aver abusato <strong>di</strong> un ministero che non gli era stato conferito.<br />

Infatti, prima <strong>di</strong> scagliarsi contro <strong>di</strong> loro gli sono state rivolte le seguenti<br />

parole: “«Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?»” 124 .<br />

Infine riportiamo all’attenzione il capitolo 9 del libro dell’Apocalisse <strong>di</strong><br />

Giovanni: La stella caduta dal cielo a cui gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso. Dal<br />

pozzo dell’Abisso uscirà un fumo che oscurerà il sole e l’atmosfera. Dal fumo<br />

usciranno le cavallette che tormenteranno gli uomini, senza però ucciderli. Il<br />

re delle cavallette è l’angelo dell’Abisso.<br />

I demoni, benchè privi <strong>della</strong> Grazia <strong>di</strong>vina, mantengono sempre la loro natura<br />

angelica. Quin<strong>di</strong>, per “angelo dell’Abisso” il riferimento a santana è chiaro e<br />

preciso.<br />

Ora se l’angelo dell’Abisso è il loro re, se le cavallette escono dal fumo che<br />

proviene dall’Abisso, è chiaro che le cavallette sono praticamente <strong>dei</strong> demoni.<br />

Quin<strong>di</strong> Dio, usa quest’ultimi per tormentare gli uomini nella forma e misura da<br />

lui stabilita.<br />

Ma chi potevano colpire le cavallette? Soltanto gli uomini che non avessero il sigillo <strong>di</strong> Dio <strong>sulla</strong><br />

fronte. Quin<strong>di</strong> tutti quelli che hanno accettato su <strong>di</strong> loro il dominio <strong>della</strong><br />

bestia. Infatti le tenebre sopraggiungeranno proprio durante il periodo in cui<br />

questa eserciterà <strong>sulla</strong> terra il suo potere: “Il quinto versò la sua coppa sul trono <strong>della</strong> bestia<br />

117 Gb 1,6-12<br />

118 Gb 1,13-18<br />

119 Gb 1,20-22<br />

120 Gb 2,1-7<br />

121 Tb 3,8<br />

122 At 19,13-16<br />

123 Tb 3,8<br />

124 At 19,15<br />

35


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

e il suo regno fu avvolto dalle tenebre.” 125<br />

Fin qui, abbiamo effettuato, riteniamo con successo, i dovuti risconti ed<br />

analisi, circa i contenuti delle visioni <strong>della</strong> beata Elisabetta Canori Mora, in<br />

merito alla questione <strong>dei</strong> demoni che infesteranno la terra.<br />

Sempre nella visione del 29/06/1820, la beata riporta <strong>di</strong> aver visto San Pietro,<br />

tracciare <strong>sulla</strong> terra una croce con il suo (presumiamo) bastone pastorale. Dai<br />

quattro punti car<strong>di</strong>nali <strong>della</strong> <strong>Croce</strong> tracciata dal santo, spuntare quattro alberi<br />

sotto i quali le anime elette vi si rifugeranno, men<strong>tre</strong> su quest’ultima<br />

imperverserà il flagello <strong>di</strong>vino del <strong>buio</strong> e <strong>dei</strong> demoni. Infatti, gli iniqui credendo <strong>di</strong><br />

dominare il popolo santo, incatenati nelle tenebre e prigionieri <strong>di</strong> una lunga notte, chiusi nelle case, giacevano<br />

esclusi dalla provvidenza eterna. 126<br />

Come abbiamo già visto nel capitolo <strong>dei</strong> riscontri biblici riferiti ai contenuti<br />

<strong>della</strong> profezia, dalla stessa visione risulta che Chiunque adora la bestia e la sua statua e ne<br />

riceve il marchio <strong>sulla</strong> fronte o <strong>sulla</strong> mano, berrà il vino dell'ira <strong>di</strong> Dio che è versato puro nella coppa <strong>della</strong> sua ira e<br />

sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell'Agnello 127 . Men<strong>tre</strong> per gli altri,<br />

come abbiamo visto sopra, saranno preservati perché possiederanno il sigillo <strong>di</strong><br />

Dio <strong>sulla</strong> fronte. Tutto ciò riporta anche ai flagelli d’Egitto, detti flagelli<br />

colpivano sempre e solo gli egizi, mai gli ebrei, e nemmeno gli stranieri nella<br />

loro terra e le al<strong>tre</strong> nazioni.<br />

Quin<strong>di</strong>, arrivati a questo punto, riteniamo <strong>di</strong> aver effettuato tutti i dovuti<br />

riscontri biblici con le visioni <strong>della</strong> beata Elisabetta Canori Mora in merito<br />

alla <strong>“profezia</strong> <strong>dei</strong> <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”.<br />

125 Ap 16,10<br />

126 Sap 17,2<br />

127 Ap 14,9-10<br />

36


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

San Gaspare del Bufalo<br />

Dai testi trovati, relativi al Processo <strong>di</strong> Canonizzazione, redatti in base alle<br />

deposizioni <strong>di</strong> San Vincenzo Pallotti e Don Biagio Valentini, non è stato<br />

riscontrato nulla che possa essere utile per la nostra ricerca in merito alla<br />

<strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”.<br />

37


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Beata Maria <strong>di</strong> Gesù Crocifisso (Maria Baouardy)<br />

Dai testi trovati ed esaminati, <strong>di</strong> Nicola Gori e del Rev. P. Pierre Estrate, non<br />

è stato riscontrato nulla che possa essere utile per la nostra ricerca in merito<br />

alla <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”.<br />

38


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Venerabile Elena Aiello<br />

Eccetto per un solo testo, non ci è stato possibile reperirne ulteriori nelle<br />

Biblioteche pubbliche e/o nelle librerie.<br />

Da una ricerca, risulta che i testi in questione sono <strong>di</strong>sponibili tramite le<br />

Suore Minime <strong>della</strong> Passione <strong>di</strong> N.S.G.C., a Cosenza.<br />

Nel testo consultato, <strong>di</strong> carattere esortativo nella fede basandolo <strong>sulla</strong><br />

biografia <strong>della</strong> venerabile, l’autore riporta degli stralci circa quanto riferito<br />

da questa.<br />

La maggior parte <strong>di</strong> queste citazioni, almeno quelle che interessano ai fini del<br />

presente documento, sono perlopiù ammonizioni con le relative richieste, <strong>di</strong>vine,<br />

<strong>di</strong> conversione per evitare il castigo.<br />

Detto flagello viene più volte annunciato come <strong>tre</strong>mendo, terribile per i<br />

peccatori impenitenti, i malvagi...<br />

Si parla <strong>di</strong> guerre, carneficine, <strong>della</strong> Russia (non si capisce se l’attuale<br />

Federazione Russa o l’ex U.R.S.S.), <strong>di</strong> una “rivoluzione anticristiana”…<br />

Del flagello in se, viene riportato che solo una terza parte dell’umanità si<br />

salverà perché sarà quella rimasta fedele a Dio attraverso la Sua Chiesa; che le<br />

tenebre copriranno la terra a causa del dominio <strong>di</strong> satana 128 ; che al momento del<br />

castigo il cielo si tingerà <strong>di</strong> rosso, la tempesta sarà <strong>di</strong> fuoco e si scatenerà<br />

per tutto il mondo.<br />

Va fatto presente, che le suddette citazioni sono espresse in modo molto<br />

frammentato. Sembra che nelle intenzioni dell’autore ci fosse la volontà <strong>di</strong><br />

esporle in modo da formare un intero <strong>di</strong>scorso lineare. Ma hai fini <strong>della</strong> nostra<br />

ricerca il testo e le citazioni non consentono un’adeguata analisi.<br />

In merito alla <strong>“profezia</strong>” in esame, nel testo dello Speziale, riferito alla<br />

venerabile Suor Elena Aiello, viene descritta in modo piuttosto chiaro. Ve lo<br />

riportiamo così come è descritto sul libro:<br />

“[…] Comparirà nel cielo una nube che si ingran<strong>di</strong>rà e annegherà popoli e nazioni. Una nube rossa come il fuoco<br />

attraverserà il cielo… tutto questo durerà <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> e <strong>tre</strong> notti, durante questi <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> bisogna rimanere in casa… i<br />

cadaveri copriranno tutta la terra… - La Madonna ha spiegato, <strong>di</strong>ce Suor Elena, il flagello che verrà per punire i<br />

malvagi con queste espressioni: - Verrà <strong>di</strong> mattina e sarà preceduto da un terribile uragano <strong>di</strong> vento che sconvolgerà<br />

tutto. Poi in una nube apparirà nel cielo Gesù Cristo stesso e si udrà un grido <strong>di</strong> giustizia in tutta la terra… tutti<br />

incominceranno ad impalli<strong>di</strong>re ed a <strong>tre</strong>mare per lo spavento. In seguito a questo grido spaventoso una densa tenebra<br />

avvolgerà tutta la terra e si scatenerà una <strong>tre</strong>menda procella <strong>di</strong> fuoco, che incenerirà tutti i cattivi ed i malvagi. Vedrete<br />

cadere a brandelli fumanti le carni <strong>dei</strong> corpi degli empi. Si cercheranno le caverne per sottrarsi, ma sarà invano! Per lo<br />

spavento morirebbero anche i buoni, ma la Madonna ha detto che Lei apparirà <strong>sulla</strong> terra e salverà dal flagello tutti i<br />

buoni e particolarmente quelli che reciteranno la corona del suo Santo Rosario! […]” 129<br />

Dalla bibliografia del testo, è possibile capire che l’autore ha avuto modo <strong>di</strong><br />

prendere in esame documenti e testi che possiamo considerare atten<strong>di</strong>bili.<br />

Comunque, un conto è attingere dai testi in stampa <strong>di</strong> biografie scritte da<br />

persone che hanno conosciuto i soggetti in esame (oppure ne hanno curato la<br />

canonizzazione), dalla stampa <strong>dei</strong> <strong>di</strong>ari, ecc.; un conto è prendere in<br />

considerazione informazioni che, per quanto correttamente riportate, non sono <strong>di</strong><br />

“prima mano”, ol<strong>tre</strong>tutto frammentarie ed inserite in un <strong>di</strong>scorso e contesto<br />

<strong>di</strong>verso da quello che stiamo realizzando con questa nostra ricerca.<br />

Volendo prendere in considerazione quanto riportatoci dallo Speziale ai fini<br />

128 Pag. 51 – Tuttavia, si fa presente che non abbiamo compreso se si tratta <strong>di</strong> una affermazione circa una con<strong>di</strong>zione fisica <strong>della</strong> terra<br />

oppure <strong>di</strong> un riferimento allegorico.<br />

129 Pagg. 53 e 54<br />

39


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

<strong>della</strong> nostra ricerca, ci mancano delle parti relative a quanto rivelato che<br />

po<strong>tre</strong>bbero darci ulteriori elementi in merito.<br />

E’ l’unica volta che c’imbattiamo nel riscontro circa la durata <strong>della</strong> <strong>“profezia</strong>”<br />

(<strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> e <strong>tre</strong> notti); non si parla <strong>di</strong> <strong>buio</strong> ma <strong>di</strong> vento ed uragano, <strong>di</strong> una<br />

nube rossa e <strong>di</strong> fuoco inceneritore <strong>di</strong> tutti i peccatori impenitenti, i cattivi<br />

ed i malvagi; si parla dello stare rintanati in casa ma non delle candele<br />

benedette, ma allo stesso tempo, se non si è <strong>dei</strong> buoni, a nulla vale cercare<br />

rifugio; non ci sono riferimenti relativi a demoni e sconvolgimenti cosmici.<br />

Non ci sentiamo <strong>di</strong> procedere ol<strong>tre</strong> per mancanza <strong>di</strong> elementi.<br />

40


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Santa Maria Faustina Kowalska<br />

Esaminando il <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> questa santa, abbiamo trovato un riferimento al <strong>buio</strong>:<br />

. 130<br />

Nell’opera scritta, il testo riportato si presenta così, senza nessun preambolo<br />

prima e spiegazione dopo.<br />

Nella frase <strong>di</strong> Gesù, non vi sono riferimenti che in<strong>di</strong>cano i <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> durata<br />

dell' evento, non si riscontra nemmeno l’accenno a demoni, candele benedette,<br />

ecc.<br />

L’unico elemento concordante è che ci sarà, su tutta la terra un’oscurità<br />

avvolgente, che non ci saranno luci degli astri e nemmeno quelle artificiali.<br />

L’unica fonte d’illuminazione proverrà dai fori <strong>della</strong> <strong>Croce</strong> che apparirà in<br />

Cielo. Tutto accadrà poco prima del giorno del Giu<strong>di</strong>zio.<br />

Sembra chiaro, fin qui, che si tratterà <strong>di</strong> un ultimo richiamo alla conversione.<br />

Nulla <strong>di</strong> angosciante e/o terribile.<br />

Una spiegazione più esauriente la possiamo trovare nelle parole <strong>della</strong> stessa<br />

santa: Verrà un momento, nel quale quest’opera (ndr. quella <strong>della</strong> Divina Misericor<strong>di</strong>a), che<br />

pure Dio raccomanda tanto, sembrerà in completo sfacelo ed all’improvviso seguirà l’azione <strong>di</strong> Dio con grande<br />

energia, la quale darà testimonianza alla verità. Essa, l’opera, sarà un nuovo splendore per la Chiesa, sebbene<br />

esistesse già da molto tempo in essa. Che Dio sia infinitamente misericor<strong>di</strong>oso, nessuno può negarlo. Egli desidera<br />

che questo lo sappiamo tutti, prima che torni come Giu<strong>di</strong>ce; vuole che le anime lo conoscano prima come Re <strong>di</strong><br />

misericor<strong>di</strong>a. Quando si verificherà questo trionfo, noi saremo già nella nuova vita, dove non ci sono sofferenze. Ma<br />

prima la tua anima sarà saziata d’amarezze al vedere la <strong>di</strong>struzione <strong>dei</strong> tuoi sforzi. Questa <strong>di</strong>struzione però sarà<br />

soltanto apparente, poiché Id<strong>di</strong>o non cambia quello che ha stabilito una volta. Ma anche se la <strong>di</strong>struzione sarà<br />

apparente, le sofferenze invece saranno reali. Quando ciò avverrà non lo so; quanto durerà non lo so. Ma Dio ha<br />

promesso una grande grazia specialmente a te e a tutti . 131<br />

C’e da fare presente che le parole <strong>di</strong> santa Faustina sono, perlopiù, riferite<br />

all’opera <strong>della</strong> Divina Misericor<strong>di</strong>a e <strong>dei</strong> suoi promotori. Tuttavia, si evidenzia<br />

il desiderio del Signore <strong>di</strong> chiamare alla salvezza tutti gli uomini prima del<br />

Giu<strong>di</strong>zio Universale.<br />

Dal Diario viene riportato anche un appello alla conversione fatto dalla Santa<br />

Vergine: Il 25 marzo (ndr. 1936). La mattina, durante la me<strong>di</strong>tazione, mi investì la presenza <strong>di</strong> Dio in<br />

maniera particolare, men<strong>tre</strong> riflettevo <strong>sulla</strong> grandezza incommensurabile <strong>di</strong> Dio e nello stesso tempo sul Suo<br />

abbassarsi fino ad una creatura. Ad un tratto vi<strong>di</strong> la Madonna che mi <strong>di</strong>sse:


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

rispondere <strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong> anime. Non aver paura <strong>di</strong> nulla; sii fedele fino alla fine. Io ti accompagno<br />

con la mia tenerezza>>. 132<br />

Come si può notare dalle parole <strong>della</strong> Madonna, il Signore chiama alla<br />

conversione invitandoci ad invocare la Sua Misericor<strong>di</strong>a. Inol<strong>tre</strong> viene riba<strong>di</strong>to<br />

che alla Sua seconda venuta, Egli verrà come Giu<strong>di</strong>ce giusto. Ol<strong>tre</strong>tutto, quel<br />

giorno (quello <strong>della</strong> sua venuta), sarà tutt’altro che “allegro”. Del resto, dopo<br />

tanti appelli alla conversione, con ad<strong>di</strong>rittura un’ultimo segno pro<strong>di</strong>gioso, quel<br />

giorno, gli unici che avranno poco da rallegrarsi saranno solo chi avrà scelto<br />

<strong>di</strong> perseverare con una condotta iniqua ed ostile alla grazia <strong>dei</strong> continui<br />

richiami.<br />

Infatti, circa gli appelli e gli inviti alla conversione in previsione <strong>di</strong> quel<br />

giorno, santa Faustina ci riporta delle parole dettele da Gesù con un suo breve<br />

commento in appen<strong>di</strong>ce: . O anime umane, dove troverete riparo nel giorno dell’ira <strong>di</strong> Dio? Accorrete ora alla sorgente <strong>della</strong><br />

Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio. Ho, che gran numero <strong>di</strong> anime vedo! Vedo che hanno adorato la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio e<br />

canteranno nell’eternità l’inno <strong>della</strong> gloria. 133<br />

Un particolare degno <strong>di</strong> nota è l’osservare che Gesù <strong>di</strong>chiara l’opera <strong>della</strong><br />

Divina Misericor<strong>di</strong>a come uno <strong>dei</strong> segni degli ultimi tempi, prima ed a<br />

preannuncio del suo glorioso ritorno, come Giu<strong>di</strong>ce.<br />

Riportiamo un’ultima parte significativa del <strong>di</strong>ario: 9.II.1937. Ultimi <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> carnevale. In<br />

questi ultimi due <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> carnevale ho conosciuto un’enorme quantità <strong>di</strong> pene e <strong>di</strong> peccati. In un attimo il Signore<br />

mi ha fatto conoscere i peccati commessi nel mondo intero in questo giorno. Sono svenuta per lo spavento e,<br />

nonostante che io conosca l’abisso <strong>della</strong> Divina Misericor<strong>di</strong>a, mi sono stupita che Id<strong>di</strong>o tenga in vita l’umanità . Ed il<br />

Signore mi ha fatto conoscere chi è che sostiene l’esistenza dell’umanità: sono le anime elette. Quando il numero<br />

degli eletti sarà terminato, il mondo cesserà <strong>di</strong> esistere. 134<br />

Sul Diario è riportato più volte che le “anime elette” sono principalmente i<br />

consacrati e le consacrate in generale, ma anche le tante anime laiche fedeli ed<br />

osservanti <strong>della</strong> Volontà <strong>di</strong> Dio. Veramente beate e dobbiamo rendere grazie a<br />

queste persone che hanno corrisposto alla grazia in modo veramente speciale.<br />

Tornando a riflettere sullo scritto, si riscontra quanto l’umanità “provoca” lo<br />

sdegno del Signore. Infatti, Questi, conforme alla Sua Volontà, è in attesa che<br />

si compia il numero degli eletti, poi provvederà con il Suo intervento <strong>di</strong>retto<br />

sul mondo e sull’umanità.<br />

Ricapitolando, dal Diario otteniamo i seguenti “dati”:<br />

Poco prima del giorno del giu<strong>di</strong>zio ci sarà un periodo <strong>di</strong> oscurità su tutta<br />

la terra; l’unica luce proverrà da una <strong>Croce</strong> nel cielo.<br />

Non si conosce quando avverrà e quanto durerà<br />

L’opera <strong>della</strong> Divina Misericor<strong>di</strong>a è uno <strong>dei</strong> segni degli ultimi tempi che<br />

il Signore usa per chiamare gli uomini a Se. Il segno pro<strong>di</strong>gioso sarà<br />

un’ultimo appello alla conversione.<br />

Che, per i peccati che ogni giorno vengono commessi <strong>sulla</strong> terra, lo sdegno<br />

<strong>di</strong> Dio è al culmine e che la Sua mano è ancora trattenuta da tante anime<br />

elette che intercedono per l’umanità.<br />

Quando il numero <strong>di</strong> questi eletti avrà raggiunto quello designato dal Signore,<br />

Egli interverrà <strong>di</strong>rettamente ed in maniera sicuramente inequivocabile.<br />

132 II° quaderno, 635 – pagg 410-411<br />

133 II° quaderno, 848 – pag 505<br />

134 II° quaderno, 926 – pagg 541-542<br />

42


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

In conclusione <strong>di</strong> questa analisi su quanto ha riportato Suor Faustina Kowalska,<br />

vogliamo portare alla vostra attenzione anche una citazione proveniente da<br />

un’opera <strong>di</strong> San Luigi-Maria Grignon, L’Amore <strong>della</strong> Eterna Sapienza: Nel gran giorno<br />

del giu<strong>di</strong>zio, cesseranno tutte le reliquie <strong>dei</strong> santi, anche <strong>di</strong> quelli maggiormente degni <strong>di</strong> onore, ma non quelle <strong>della</strong><br />

croce. La Sapienza comanderà ai primi serafini e cherubini <strong>di</strong> andare per il mondo a radunare i pezzi <strong>della</strong> vera<br />

croce. Per la sua onnipotenza d'amore, questi saranno riuniti così perfettamente da formare una sola croce: quella<br />

su cui egli stesso morì. E farà portare in trionfo quella croce dagli angeli che canteranno inni <strong>di</strong> gioia; si farà<br />

precedere dalla croce, innalzata <strong>sulla</strong> nube più lucente e, con essa e per mezzo <strong>di</strong> essa, giu<strong>di</strong>cherà il mondo 135 .<br />

Allora, quale sarà la gioia degli amici <strong>della</strong> croce 136 nel vederla e quale la <strong>di</strong>sperazione <strong>dei</strong> nemici! Non potendone<br />

sopportare la vista brillante e folgorante, grideranno alle montagne <strong>di</strong> cadere su <strong>di</strong> essi e all'inferno <strong>di</strong><br />

inghiottirli! 137<br />

Il santo, parla <strong>della</strong> <strong>Croce</strong> come il mezzo con cui Gesù, il Cristo, giu<strong>di</strong>cherà il<br />

mondo. Ritornando alla <strong>Croce</strong> nel cielo menzionata nel <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Santa Faustina<br />

Kowalska, quanto detto dal Montfort avrebbe un certo riscontro in quanto, come<br />

abbiamo detto, quel segno nel cielo po<strong>tre</strong>bbe essere un ultimo invito alla<br />

conversione. E’ indubbio che chi si rimetterà nel riconoscere il Cristo come il<br />

solo ed unico salvatore, appellandosi alla Sua Misericor<strong>di</strong>a otterrà la salvezza,<br />

gli altri, per loro precisa scelta… no.<br />

Quin<strong>di</strong>, questo po<strong>tre</strong>bbe stare ad in<strong>di</strong>care che il giu<strong>di</strong>zio avviene in questi<br />

termini.<br />

135 Cf Breviaro romano, 14 Settembre, ora Nona: «II segno <strong>della</strong> croce apparirà nel cielo quando il Signore tornerà per giu<strong>di</strong>care».<br />

136 Si veda la lettera circolare del Montfort agli <strong>Amici</strong> <strong>della</strong> croce.<br />

137 AES XIV,II,172<br />

43


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Santa Maria Faustina Kowalska<br />

(riscontri biblici)<br />

Esaminato il <strong>di</strong>ario <strong>della</strong> Kowalska, estrapolato i “dati” da noi ritenuti<br />

rilevanti ai fini <strong>della</strong> ricerca, proce<strong>di</strong>amo con la loro analisi per mezzo <strong>della</strong><br />

Sacra Scrittura.<br />

Nella ricapitolazione <strong>dei</strong> dati è stato detto che, poco prima del giorno del<br />

giu<strong>di</strong>zio, ci sarà un periodo <strong>di</strong> oscurità su tutta la terra, l’unica luce<br />

proverrà da una <strong>Croce</strong> nel cielo.<br />

Riguardo al Giorno del Giu<strong>di</strong>zio, questo è teologicamente risaputo, resta la<br />

questione del <strong>buio</strong> e <strong>della</strong> luce che proviene dalla <strong>Croce</strong>.<br />

Affrontiamo per prima il <strong>buio</strong>. Riportiamo una parte del capitolo 17 del Vangelo<br />

secondo Luca:<br />

“ [22] Disse ancora ai <strong>di</strong>scepoli: «Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo <strong>dei</strong> <strong>giorni</strong> del Figlio<br />

dell'uomo, ma non lo vedrete. [23] Vi <strong>di</strong>ranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. [24] Perché come il<br />

lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. [25] Ma prima è<br />

necessario che egli soffra molto e venga ripu<strong>di</strong>ato da questa generazione. [26] Come avvenne al tempo <strong>di</strong> Noè, così<br />

sarà nei <strong>giorni</strong> del Figlio dell'uomo: [27] mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui<br />

Noè entrò nell'arca e venne il <strong>di</strong>luvio e li fece perire tutti. [28] Come avvenne anche al tempo <strong>di</strong> Lot: mangiavano,<br />

bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; [29] ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco<br />

e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. [30] Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà. [31] In quel giorno,<br />

chi si troverà <strong>sulla</strong> terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non<br />

torni in<strong>di</strong>etro. [32] Ricordatevi <strong>della</strong> moglie <strong>di</strong> Lot. [33] Chi cercherà <strong>di</strong> salvare la propria vita la perderà, chi invece la<br />

perde la salverà. [34] Vi <strong>di</strong>co: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato;<br />

[35] due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata». [36] . [37] Allora i <strong>di</strong>scepoli<br />

gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli <strong>di</strong>sse loro: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi»”.<br />

Gesù ci avverte che il giorno del suo glorioso ritorno, Egli sarà tangibilmente<br />

ed inequivocabilmente visibile a tutti su tutta la terra 138 . C’informa anche che<br />

Egli tornerà all’improvviso senza essere preannunciato 139 . Va aggiunto in<br />

proposito che il Signore Gesù, più volte ha riba<strong>di</strong>to questo attraverso le<br />

parabole. L’unico “metro” per capire il tempo del suo ritorno sono i cosiddetti<br />

“segni <strong>dei</strong> tempi”.<br />

Tornando alla nostra analisi, Gesù parla <strong>di</strong> “giorno” 140 e <strong>di</strong> “<strong>giorni</strong>” 141 , ma anche<br />

e <strong>di</strong> “notte” 142 .<br />

Esaminando il testo, non possiamo fare a meno <strong>di</strong> ritenere che Egli si riferisce<br />

al “giorno” (e/o <strong>giorni</strong>) come “calendario” (per intenderci); come “notte” intesa<br />

come “ora” oppure con<strong>di</strong>zione “astrale”, nel senso che manca la luce solare<br />

oppure lunare/stellare (in termini <strong>di</strong> metrica oraria, o è giorno oppure è<br />

notte).<br />

Per cercare <strong>di</strong> comprendere al meglio (il messaggio, ovviamente, non <strong>di</strong> certo la<br />

data e l’ora), pren<strong>di</strong>amo in esame anche una parte del Vangelo secondo Matteo, il<br />

capitolo 24 per l’esattezza:<br />

“ [36] Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il<br />

Padre. [37] Come fu ai <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. [38] Infatti, come nei <strong>giorni</strong> che<br />

precedettero il <strong>di</strong>luvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, [39] e<br />

non si accorsero <strong>di</strong> nulla finché venne il <strong>di</strong>luvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo.<br />

[40] Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. [41] Due donne macineranno alla mola: una<br />

138 vv. 22-24<br />

139 vv. 26-30<br />

140 vv. 24;27;29;30;31<br />

141 v. 26<br />

142 v. 34<br />

44


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

sarà presa e l'altra lasciata. [42] Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.<br />

[43] Questo considerate: se il padrone <strong>di</strong> casa sapesse in quale ora <strong>della</strong> notte viene il ladro, veglierebbe e non si<br />

lascerebbe scassinare la casa. [44] Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio<br />

dell'uomo verrà.”<br />

Vi è una in<strong>di</strong>scutibile sinotticità con il Vangelo secondo Luca, anche se il<br />

testo tende a dare un messaggio più marcato in merito alla “data” e l’“ora” del<br />

ritorno del Signore.<br />

Tutto ciò che ci è dato <strong>di</strong> sapere è che giungerà all’improvviso quando meno ce<br />

lo aspettiamo e compiamo le nos<strong>tre</strong> azioni quoti<strong>di</strong>ane: uomini che lavorano nei<br />

campi, donne che macinano, persone che dormono… sono azioni che vengono<br />

solitamente svolte nell’arco delle 24 ore secondo il fuso orario del luogo in<br />

cui ci si trova. Men<strong>tre</strong> da una parte del mondo ci si sveglia per il mattino, in<br />

un’altra si va a dormire perché è tarda sera.<br />

Fin qui, si può <strong>di</strong>re che si è compreso il senso <strong>della</strong> parola “giorno”.<br />

Tuttavia, se il Signore ci avvisa che “Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa,<br />

neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.”, perché <strong>di</strong>ce anche “in quella notte”?<br />

Tutto ciò che possiamo supporre è che, in<strong>di</strong>pendentemente dalla metrica circa la<br />

data ed ora, tutto avverrà durante una con<strong>di</strong>zione, in termini <strong>di</strong> illuminazione<br />

naturale, “notturna”.<br />

Per concludere questo punto circa il <strong>buio</strong>, va ricordato che Gesù ha detto a<br />

Santa Maria Faustina Kowalska che “si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su<br />

tutta la terra”, lasciandoci presumere che non ci potrà essere luce nemmeno<br />

attraverso mezzi artificiali.<br />

Ovviamente, ricor<strong>di</strong>amo che si parla sempre e solo per ipotesi basate sugli<br />

elementi trovati e riscontrati.<br />

Andando avanti con la nostra analisi, il Signore, ol<strong>tre</strong> a parlare <strong>di</strong> “<strong>buio</strong>” od<br />

“oscurità”, parla anche <strong>della</strong> <strong>Croce</strong> che apparirà nel cielo. Nel capitolo 24 del<br />

Vangelo secondo Matteo troviamo quello che si può ritenere il giusto riscontro<br />

biblico:<br />

“ [29] Subito dopo la tribolazione <strong>di</strong> quei <strong>giorni</strong>, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno<br />

dal cielo e le potenze <strong>dei</strong> cieli saranno sconvolte. [30] Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora<br />

si batteranno il petto tutte le tribù <strong>della</strong> terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con<br />

grande potenza e gloria. [31] Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai<br />

quattro venti, da un es<strong>tre</strong>mo all'altro <strong>dei</strong> cieli.”<br />

Dunque, non solo viene specificato che il sole, la luna e le stelle non daranno<br />

più luce, ma anche che “comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo”. Questo segno nel<br />

cielo, stando a quanto ci è riportato da santa Faustina, è un ultimo appello<br />

alla conversione; infatti nel Vangelo il Signore, citando il profeta <strong>di</strong>ce che<br />

alla vista del segno si batteranno il petto tutte le tribù <strong>della</strong> terra. E’ indubbio che la<br />

Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio verso l’uomo è infinita, è questo lo <strong>di</strong>ce Gesù stesso più<br />

volte a santa Faustina, ma c’è una parte del Vecchio Testamento che è molto<br />

eloquente in proposito: “Forse che io ho piacere <strong>della</strong> morte del malvagio - <strong>di</strong>ce il Signore Dio - o non<br />

piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?” 143<br />

“Io non godo <strong>della</strong> morte <strong>di</strong> chi muore. Parola del Signore Dio. Convertitevi e vivrete”. 144<br />

Sono parole che il Signore ci comunica attraverso il profeta Ezechiele. Una<br />

“<strong>di</strong>chiarazione d’amore” verso l’uomo da parte <strong>di</strong> Dio stesso. “Dio infatti ha tanto amato<br />

il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha<br />

mandato il Figlio nel mondo per giu<strong>di</strong>care il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo <strong>di</strong> lui. Chi crede in lui non<br />

è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio <strong>di</strong><br />

Dio.” 145<br />

Nel Vangelo ci sono parole <strong>di</strong> salvezza e <strong>di</strong> vita eterna per chi crede in Gesù il<br />

Cristo Figlio unigenito, ma anche <strong>di</strong> condanna per chi si ostina a non voler<br />

credere.<br />

143 Ez 18,23<br />

144 Ez. 18,32<br />

145 Gv 3,16-18<br />

45


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Sono bellissime le parole <strong>di</strong> san Pietro (primo Papa) quando scrive: “voi lo amate,<br />

pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui.” 146<br />

Non si può negare che c’è chi, per credere deve avere delle prove da lui<br />

ritenute tangibili, come l’Apostolo Tommaso che nel sentire gli altri Apostoli<br />

<strong>di</strong>sse: “«Se non vedo nelle sue mani il segno <strong>dei</strong> chio<strong>di</strong> e non metto il <strong>di</strong>to nel posto <strong>dei</strong> chio<strong>di</strong> e non metto la mia<br />

mano nel suo costato, non crederò»” 147 .<br />

Il Signore, gli rimprovererà questa “rigi<strong>di</strong>tà” all’ascolto <strong>di</strong>cendo a lui ed<br />

esortando tutti noi: “«Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto<br />

crederanno!»” 148 . Va fatto presente che, seppur rimproverando, Gesù non condanna chi<br />

cerca “le prove” per credere.<br />

Quin<strong>di</strong>, il Signore nella sua infinita comprensione circa i nostri limiti, ci<br />

manda un segno tangibile per provare, agli increduli, che egli è presente nel<br />

mondo e nella storia esortando alla fede ed alla conversione.<br />

E’ scontato, che chi, nonostante tutto, non vuole credere e quin<strong>di</strong> convertirsi,<br />

si condanna da solo…<br />

Ricapitolando su quello che il Signore ci ha fatto sapere per opera <strong>di</strong> santa<br />

Faustina Kowalska, Dio non è in<strong>di</strong>fferente circa i peccati, le iniquità ed i<br />

delitti che avvengono quoti<strong>di</strong>anamente nel mondo, ed il Suo intervento, nella Sua<br />

Giustizia è sempre pronto per essere messo in atto.<br />

Riguardo alle punizioni <strong>di</strong>vine, c’è da fare presente quanto ci comunica in<br />

proposito il Signore: “Io prego coloro che avranno in mano questo libro <strong>di</strong> non turbarsi per queste<br />

<strong>di</strong>sgrazie e <strong>di</strong> considerare che i castighi non vengono per la <strong>di</strong>struzione ma per la correzione del nostro popolo. E<br />

veramene il fatto che agli empi è data libertà per poco tempo, e subito incappano nei castighi, è segno <strong>di</strong> grande<br />

benevolenza. Poiché il Signore non si propone <strong>di</strong> agire con noi come fa con gli altri popoli, attendendo<br />

pazientemente il tempo <strong>di</strong> punirli, quando siano giunti al colmo <strong>dei</strong> loro peccati; e questo per non dovere alla fine<br />

punirci quando fossimo giunti all'es<strong>tre</strong>mo delle nos<strong>tre</strong> colpe. Perciò egli non ci toglie mai la sua misericor<strong>di</strong>a, ma,<br />

correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo. Questo sia detto come verità da ricordare.” 149<br />

Riguardo al Suo intervento trattenuto dalle anime elette che pregano per tutti<br />

noi, si può riportare la bellissima intercessione <strong>di</strong> Abramo quando il Signore<br />

decise <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere Sodoma: “Quegli uomini partirono <strong>di</strong> lì e andarono verso Sòdoma, men<strong>tre</strong> Abramo<br />

stava ancora davanti al Signore. Allora Abramo gli si avvicinò e gli <strong>di</strong>sse: «Davvero sterminerai il giusto con<br />

l'empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per<br />

riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia<br />

trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il<br />

Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito <strong>della</strong> città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la<br />

città». Abramo riprese e <strong>di</strong>sse: «Ve<strong>di</strong> come ar<strong>di</strong>sco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... Forse ai<br />

cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque <strong>di</strong>struggerai tutta la città?». Rispose: «Non la<br />

<strong>di</strong>struggerò, se ve ne trovo quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e <strong>di</strong>sse: «Forse là se ne troveranno<br />

quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si a<strong>di</strong>ri il mio Signore, se parlo<br />

ancora: forse là se ne troveranno <strong>tre</strong>nta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò <strong>tre</strong>nta». Riprese: «Ve<strong>di</strong> come<br />

ar<strong>di</strong>sco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la <strong>di</strong>struggerò per riguardo a quei<br />

venti». Riprese: «Non si a<strong>di</strong>ri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno <strong>di</strong>eci».<br />

Rispose: «Non la <strong>di</strong>struggerò per riguardo a quei <strong>di</strong>eci». Poi il Signore, come ebbe finito <strong>di</strong> parlare con Abramo, se<br />

ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.” 150<br />

Questo <strong>di</strong>alogo tra Abramo e Dio è indubbiamente una delle più belle parti del<br />

VT.<br />

In questo “mercanteggiare” la salvezza <strong>di</strong> una intera città, che ha talmente<br />

peccato da suscitare lo sdegno e la punizione <strong>di</strong>vina, in base al numero <strong>di</strong> anime<br />

giuste presenti in essa, si denota quanto la Giustizia <strong>di</strong> Dio sia largamente<br />

trattenuta dalla Misericor<strong>di</strong>a. Questo è <strong>di</strong>mostrato dalla risposta del Signore<br />

146 1Pt 1,8<br />

147 Gv 20,25<br />

148 Gv 20,29<br />

149 2Mac 6,12-17<br />

150 Gn 18,22-33<br />

46


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

ogni volta che Abramo gli enumerava l’ipotetica quantità <strong>di</strong> giusti presenti<br />

nella città: “per riguardo a loro perdonerò a tutta la città”.<br />

Un’intera città, composta da miglia <strong>di</strong> persone, poteva salvarsi in virtù <strong>della</strong><br />

Misericor<strong>di</strong>a, per riguardo a pochi giusti.<br />

47


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Le nos<strong>tre</strong> opinioni in merito e conclusione<br />

In base ai risultati <strong>della</strong> nostra ricerca, siamo arrivati alla conclusione che<br />

l’affermare l’esistenza <strong>della</strong> cosiddetta <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>” non è<br />

del tutto esatto.<br />

E’ vero che sono stati trovati degli inequivocabili riscontri, ma questi non ci<br />

sono sembrati relazionabili tra loro come se formassero un’unica e ben precisa<br />

rivelazione privata.<br />

Parrebbe essere più esatto <strong>di</strong>re che esistono delle rivelazioni private, fatte a<br />

persone che per la Santa Romana Chiesa sono d’indubbia fede, moralità e<br />

testimonianza; che da tale testimonianza la Chiesa accetta le loro <strong>di</strong>chiarazioni<br />

nelle quali affermano <strong>di</strong> aver ricevuto delle rivelazioni <strong>di</strong>vine relative alla<br />

fine <strong>dei</strong> tempi.<br />

Che queste rivelazioni coincidono con quanto dettoci da Gesù, seppur brevemente,<br />

in Mt 24 e con alcuni capitoli e versetti dell’Apocalisse <strong>di</strong> san Giovanni.<br />

Questo, almeno per i soli riscontri sul Nuovo Testamento.<br />

Riguardo alle ricerche, la nostra verifica è stata effettuata presso biblioteche<br />

pubbliche e tramite l’acquisto <strong>di</strong> alcuni testi. Il fatto <strong>di</strong> non aver trovato <strong>dei</strong><br />

riscontri circa alcune presunte rivelazioni, per noi, non stabilisce che queste<br />

non siano state pronunciate.<br />

Per quanto riguarda Santa Faustina Kowalska e la Beata Elisabetta Canori Mora,<br />

la ricerca ed il reperimento delle informazioni è stato semplificato dai <strong>di</strong>ari<br />

autobiografici che le stesse hanno redatto.<br />

Ma per le al<strong>tre</strong> figure religiose, la cosa non è stata così semplice. Pren<strong>di</strong>amo<br />

ad esempio quanto attribuito alla Beata Anna Maria Taigi: come si può notare<br />

dalla bibliografia, abbiamo consultato <strong>di</strong>versi testi, eppure solo in uno <strong>di</strong> essi<br />

c’è uno spora<strong>di</strong>co accenno circa le rivelazioni, relative alla <strong>“profezia</strong>” in<br />

questione, che la Beata avrebbe ricevuto.<br />

Anche per la Beata Maria <strong>di</strong> Gesù Crocifisso si è verificata una situazione<br />

analoga; tutto ciò che avveniva e che essa rivelava, veniva accuratamente<br />

trascritto dalle consorelle che erano sempre presenti proprio per annotare tutto<br />

quelle che veniva fatto e detto dalla Beata.<br />

Delle due Beate appena citate e delle al<strong>tre</strong> figure religiose, alla nostra<br />

ricerca non ci è giunto altro che pochi testi dove, naturalmente, si mette in<br />

evidenza la persona credente e <strong>di</strong> fede in Dio. Se queste hanno poi ricevuto<br />

delle rivelazioni private, vengono perlopiù riportate quelle d’imme<strong>di</strong>ato<br />

ammonimento e sollecito alla conversione, oppure <strong>di</strong> speranza ed fiducia nel<br />

Signore.<br />

Come risulta evidente dalla bibliografia, non abbiamo attinto a testi in<br />

originale e/o dalla specifica documentazione che ha determinato i processi <strong>di</strong><br />

canonizzazione.<br />

Forse, e dobbiamo ripetere il “forse” perché dovuto, elementi più concreti e<br />

chiarificatori po<strong>tre</strong>bbero essere riportati proprio nell’autorevole<br />

documentazione appena citata… che a noi non è stato dato <strong>di</strong> poter consultare.<br />

Ad ogni modo, per quel che riguarda la nostra posizione in merito circa la<br />

cosiddetta <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”, quello che abbiamo esposto lo<br />

riteniamo per noi sufficiente per avere un’idea in proposito, ed è quella che<br />

abbiamo in<strong>di</strong>cato all’inizio <strong>di</strong> questo capitolo.<br />

I particolari <strong>della</strong> cosiddetta <strong>“profezia</strong> sui <strong>tre</strong> <strong>giorni</strong> <strong>di</strong> <strong>buio</strong>”, con o senza<br />

riscontro positivo, non sembrano <strong>di</strong>rci <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quanto Gesù stesso ci ha detto<br />

ed è riportato nei quattro Vangeli canonici. In particolare ci porta<br />

all’attenzione e riflessione sulle varie parabole che non fanno altro che<br />

48


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

ripeterci <strong>di</strong> essere sempre pronti perché non sappiamo ne il giorno e né l’ora.<br />

Per quel che ci riguarda, riteniamo <strong>di</strong> aver seguito il consiglio dell’Apostolo<br />

Paolo “Non <strong>di</strong>sprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono.” [1Ts 5,20-21].<br />

Non abbiamo ritenuto opportuno <strong>di</strong>sprezzare senza prima aver esaminato, abbiamo<br />

preso e tenuto ciò che ci è sembrato buono, ma questo non ci è stato dato dai<br />

contenuti particolari <strong>della</strong> presunta <strong>“profezia</strong>”… è stato più quello che abbiamo<br />

letto in generale nell’effettuare la ricerca.<br />

Vogliamo concludere con una simpatica “perla <strong>di</strong> saggezza” infantile che ci ha<br />

fatto riflettere su quanto, spesso, ci si concentri sui “dettagli”, perdendo <strong>di</strong><br />

vista l’essenziale nell’Escatologia Cristiana.<br />

***** - . - *****<br />

Io preferisco la fine del mondo, perché non ho paura, in quanto che sarò già<br />

morto da un secolo.<br />

Dio separerà le capre dai pastori, uno a destra e uno a sinistra, al<br />

centro quelli che andranno in Purgatorio.<br />

Saranno più <strong>di</strong> mille miliar<strong>di</strong>, più <strong>dei</strong> cinesi, fra capre, pastori e<br />

mucche. Ma Dio avrà <strong>tre</strong> porte. Una gran<strong>di</strong>ssima (che è l’Inferno), una me<strong>di</strong>a<br />

(che è il Purgatorio) e una s<strong>tre</strong>ttissima (che è il Para<strong>di</strong>so). Poi Dio <strong>di</strong>rà: «Fate<br />

silenzio tutti!» e poi li <strong>di</strong>viderà. A uno qua a un altro là. Qualcuno che vuole<br />

fare il furbo mettersi <strong>di</strong> qua, ma Dio lo vede. Le capre <strong>di</strong>ranno che non hanno<br />

fatto niente <strong>di</strong> male, ma mentiscono. Il mondo scoppierà, le stelle<br />

scoppieranno, il cielo scoppierà. Arzano si farà in mille pezzi. Il sindaco <strong>di</strong><br />

Arzano e l’assessore andranno in mezzo alle capre. Ci sarà una confusione<br />

terribile, Marte scoppierà, le anime andranno e torneranno dalla terra per<br />

prendere il corpo, il sindaco <strong>di</strong> Arzano e l’assessore andranno in mezzo alle<br />

capre. I buoni rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del purgatorio un po<br />

ridono e un po piangono. I bambini del Limbo <strong>di</strong>venteranno farfalle.<br />

Io speriamo che me la cavo. 151<br />

“In verità vi <strong>di</strong>co: se non vi convertirete e non <strong>di</strong>venterete come i bambini, non en<strong>tre</strong>rete nel regno <strong>dei</strong> cieli. Perciò<br />

chiunque <strong>di</strong>venterà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno <strong>dei</strong> cieli.” 152<br />

Ave Maria... e coraggio!<br />

151 Io speriamo che me la cavo, pagg. 23-24<br />

152 Mt 18,3-4<br />

49<br />

Bismark e Santippe


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Biografie delle fonti<br />

Santa Jeanne Le Royer - Suor <strong>della</strong> Natività<br />

Jeanne Le Royer nacque in Bretagna, Francia, il 24 febbraio del 1731. Venne<br />

ammessa come domestica nel convento <strong>di</strong> Santa Clara a Fougères, dove nel 1755<br />

<strong>di</strong>venne suora nell'or<strong>di</strong>ne delle Clarisse Urbaniste, prese il nome religioso <strong>di</strong><br />

"Suor <strong>della</strong> Natività". Ebbe numerose visioni profetiche e rivelazioni celesti.<br />

Poiché non sapeva scrivere, dettò le sue rivelazioni al suo padre spirituale. Ma<br />

qualche tempo dopo, assalita dagli scrupoli, <strong>di</strong>strusse le prime copie gettandole<br />

nel fuoco. Trent'anni più tar<strong>di</strong>, nel 1790, il suo nuovo <strong>di</strong>rettore spirituale,<br />

l'abate Genet, trascrisse nuovamente le rivelazioni. Nelle prime rivelazioni<br />

andate <strong>di</strong>strutte tra l'altro erano descritti in grande dettaglio i terribili<br />

avvenimenti <strong>della</strong> Rivoluzione Francese. Padre Genet aveva già scritto quattro<br />

libri quando improvvisamente dovette interrompere il lavoro a causa delle<br />

persecuzioni contro la Chiesa intentate dai rivoluzionari. Suor Jeanne Le Royer<br />

morì nel 1798. Le rivelazioni <strong>di</strong> Suor <strong>della</strong> Natività vennero raccolte in <strong>tre</strong><br />

volumi e pubblicate nel 1817.<br />

Beata Anna Maria Taigi<br />

Sposa esemplare e devota <strong>della</strong> Santissima Trinità. Sono le<br />

due caratteristiche <strong>di</strong> Anna Maria Taigi, nata Anna Maria<br />

Riannetti a Siena nel 1769 e vissuta a Roma dall'età <strong>di</strong> sei<br />

anni alla morte, avvenuta nel 1837. Per aiutare i genitori<br />

bisognosi si de<strong>di</strong>cò a <strong>di</strong>versi lavori. Ancor giovane si sposò<br />

con Domenico Taigi, uomo dal carattere molto <strong>di</strong>fficile.<br />

Mandò avanti la casa, dando un'educazione cristiana ai<br />

figli. La coppia ne ebbe sette (<strong>tre</strong> morirono, però, in<br />

tenera età). E non si <strong>di</strong>menticava <strong>dei</strong> poveri. Tanto che un<br />

mistico fiammingo <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> lei che non <strong>di</strong>sdegnava <strong>di</strong><br />

lasciare le visioni ultraterrene per scaldare la minestra a<br />

un malato. Nel 1808 abbracciò l'Or<strong>di</strong>ne secolare trinitario.<br />

Tra i doni miracolosi che ebbe c'era un sole luminoso che<br />

per 47 anni le brillò davanti agli occhi. Vi vedeva quanto accadeva nel mondo e<br />

la situazione in cui si trovavano le anime <strong>di</strong> vivi e morti. Anna Maria è stata<br />

beatificata nel 1920 e il suo corpo riposa in una cappella <strong>della</strong> chiesa romana<br />

<strong>di</strong> San Crisogono.<br />

Beata Elisabetta Canori Mora<br />

Elisabetta Canori Mora nasce a Roma il 21 novembre 1774 da<br />

Tommaso e Teresa Primoli. La sua è una famiglia benestante,<br />

profondamente cristiana e attenta all'educazione <strong>dei</strong> figli. Il<br />

10 gennaio 1796 nella chiesa <strong>di</strong> Santa Maria in Campo Corleo,<br />

si celebra il matrimonio con Cristoforo Mora, ottimo giovane,<br />

colto, educato, religioso, ben avviato nella carriera <strong>di</strong><br />

avvocato. Il matrimonio è una scelta maturata attentamente ma,<br />

dopo alcuni mesi, la fragilità psicologica <strong>di</strong> Cristoforo Mora<br />

compromette tutto. Allettato da una donna <strong>di</strong> modeste<br />

con<strong>di</strong>zioni, tra<strong>di</strong>sce la moglie e si estranea dalla famiglia,<br />

riducendola sul lastrico. Elisabetta alle violenze fisiche e<br />

psicologiche del marito risponde con una totale fedeltà.<br />

Cos<strong>tre</strong>tta a guadagnarsi da vivere col lavoro delle proprie mani, segue con la<br />

massima attenzione le figlie e la cura quoti<strong>di</strong>ana <strong>della</strong> casa, de<strong>di</strong>cando nello<br />

stesso tempo molto spazio alla preghiera, al servizio <strong>dei</strong> poveri e<br />

all'assistenza degli ammalati. Muore il 5 febbraio 1825. È sepolta nella Chiesa<br />

<strong>di</strong> San Carlino. Subito dopo la sua morte, il marito si converte, entra<br />

nell'Or<strong>di</strong>ne secolare <strong>dei</strong> Trinitari e <strong>di</strong>viene, poi, frate Minore Conventuale e<br />

50


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

sacerdote, come gli aveva predetto la consorte. Elisabetta Canori Mora viene<br />

beatificata il 24 aprile 1994 - Anno Internazionale <strong>della</strong> Famiglia.<br />

San Gaspare del Bufalo<br />

Nato a Roma il 6 gennaio 1786 fin da piccolissimo fu de<strong>di</strong>to<br />

alla preghiera e alla penitenza. Suo padre era cuoco del<br />

principe Altieri, sua madre si occupava <strong>della</strong> famiglia e gli<br />

assicurò una buona educazione cristiana. Or<strong>di</strong>nato sacerdote<br />

il 31 luglio 1808 si specializzò nell'evangelizzazione <strong>dei</strong><br />

«barozzari», carrettieri e conta<strong>di</strong>ni <strong>della</strong> campagna romana.<br />

Condannato all'esilio per aver rifiutato il giuramento <strong>di</strong><br />

fedeltà a Napoleone, passò quattro anni in carcere tra<br />

Bologna, Imola e la Corsica. Tornato a Roma, dopo la caduta<br />

dell'imperatore francese Papa Pio VII gli affidò l'incarico<br />

<strong>di</strong> girare l'Italia pre<strong>di</strong>cando e de<strong>di</strong>candosi soprattutto alle<br />

missioni popolari. Devotissimo al Prezioso sangue <strong>di</strong> Gesù, il<br />

15 agosto 1815 fondò la Congregazione <strong>dei</strong> missionari del preziosissimo sangue.<br />

Gli appartenenti a quest'or<strong>di</strong>ne si de<strong>di</strong>cano alla pre<strong>di</strong>cazione e<br />

all'insegnamento. Nel 1834, insieme a Maria de Mattia <strong>di</strong>ede vita al ramo<br />

femminile <strong>della</strong> Congregazione: «Le suore dell'adorazione del preziosissimo<br />

sangue». Morì a Roma il 28 <strong>di</strong>cembre 1837. È stato canonizzato da Pio XII il 12<br />

giugno 1954.<br />

Beata Maria <strong>di</strong> Gesù Crocifisso – “la piccola araba”<br />

Mariam Baouardy nacque ad Abellin in Galilea il 5 gennaio<br />

1846, da genitori molto poveri ma al<strong>tre</strong>ttanto onesti e pii<br />

cristiani greco-cattolici. Rimasta orfana <strong>di</strong> entrambi i<br />

genitori a soli <strong>tre</strong> anni <strong>di</strong> età insieme al fratello Paolo,<br />

venne affidata ad uno zio paterno, che alcuni anni dopo si<br />

trasferì ad Alessandria d'Egitto. Non ricevette alcuna<br />

istruzione scolastica: era analfabeta. A <strong>tre</strong><strong>di</strong>ci anni, per il<br />

desiderio <strong>di</strong> appartenere solo a Dio, rifiuta con fortezza il<br />

matrimonio che, secondo le consuetu<strong>di</strong>ni orientali, le aveva<br />

preparato lo zio. Seguirono alcuni anni durante i quali lavora<br />

come domestica ad Alessandria, Gerusalemme, Beirut e<br />

Marsiglia. Qui all'inizio <strong>della</strong> Quaresima del 1865, entrò<br />

dalle Suore <strong>della</strong> Compassione, ma ammalatasi dovette lasciare dopo due mesi. Fu<br />

poi accolta nell'Istituto delle Suore <strong>di</strong> San Giuseppe dell'Apparizione, ma dopo<br />

due anni <strong>di</strong> postulandato ne fu <strong>di</strong>messa, essendo stata giu<strong>di</strong>cata più adatta per<br />

la vita claustrale. Fu così che il 14 giugno 1867 arrivò al Carmelo <strong>di</strong> Pau. Il<br />

21 agosto 1870, ancora novizia, partì per l'In<strong>di</strong>a per la fondazione <strong>di</strong> un<br />

Carmelo a Mangalore. Il 21 novembre 1871 fece la sua professione religiosa. Un<br />

anno dopo fu rimandata a Pau, da dove partì con al<strong>tre</strong> religiose nell'agosto 1875<br />

per Betlemme, per la fondazione del primo Carmelo in terra <strong>di</strong> Palestina. Morì il<br />

26 agosto 1878 a Betlemme a causa <strong>di</strong> una cancrena contratta in seguito ad una<br />

frattura prodotta da una caduta. Fu beatificata da Giovanni Paolo II il 13<br />

novembre 1983.<br />

Venerabile Elena Aiello<br />

Nata a Montalto Uffugo, nel Cosentino, il 10 aprile 1895,<br />

Elena Emilia Aiello, cresce in un ambiente familiare<br />

esemplarmente cristiano. I suoi genitori, Pasquale e Teresa<br />

gestivano una sartoria ed erano buoni e onesti, sempre<br />

<strong>di</strong>sponibili ad aiutare gli otto figli.<br />

Buona e sveglia, a 4 anni ripeteva le formule del Catechismo<br />

e viene mandata presso le Suore del Preziosissimo Sangue per<br />

frequentare la scuola e seguire i corsi <strong>di</strong> Catechismo.<br />

Apprendeva con gioia la Parola <strong>di</strong> Dio tanto che le Suore,<br />

51


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

quando aveva 8 anni la facevano insegnare la Dottrina ai più piccoli.<br />

Dopo la morte <strong>della</strong> mamma avvenuta nel 1905, Elena si adopera in famiglia come<br />

può, aiuta il papà nella sartoria, compie i lavori domestici e inol<strong>tre</strong> soccorre<br />

i poveri e gli ammalati.<br />

Vuole <strong>di</strong>ventare Religiosa e amare Dio nella sofferenza. Sceglie l'Istituto delle<br />

Suore Del Preziosissimo Sangue, ma cade ammalata grave, subisce dolorose<br />

operazioni senza anestesia che sopporta con fede eroica, viene espulsa dalla<br />

congregazione e rimandata a morire a casa, ma è miracolata, e Gesù le <strong>di</strong>ce che<br />

sarebbe guarita, ma il venerdì santo <strong>di</strong> ogni anno avrebbe sofferto le pene <strong>della</strong><br />

croce. E' stato così ogni anno. Elena sudava Sangue e sul suo corpo si formavano<br />

le stigmate che il sabato santo scomparivano miracolosamente.<br />

Un'amica, Luigia Mazza, detta Gigia, era anch'essa desiderosa <strong>di</strong> farsi<br />

religiosa, e si consiglia con Elena. Le due si trasferiscono a Cosenza e fondano<br />

l'Istituto delle Suore Minime <strong>della</strong> Passione <strong>di</strong> N. S. Gesù Cristo.<br />

Suor Elena sceglie per sè e le sue figlie come modello <strong>di</strong> vita la Passione <strong>di</strong><br />

Gesù e il primato <strong>della</strong> carità testimoniato da S. Francesco da Paola.<br />

Umiltà, carità e sacrificio sono le basi su cui Madre Elena e<strong>di</strong>fica la sua<br />

famiglia religiosa che, si inserisce nella missione <strong>della</strong> Chiesa per risanare il<br />

tessuto sociale del suo tempo e soccorrere i fratelli più deboli e <strong>di</strong>sagiati, in<br />

modo specifico l'infanzia bisognosa.<br />

Infatti Madre Elena, istituisce per gli orfani alcuni istituti e, apre un<br />

Istituto Magistrale per garantire un futuro alle ragazze che devono abbandonare<br />

l'orfanotrofio.<br />

Recatasi a Roma per l'apertura <strong>di</strong> una nuova casa, in via Dei Baldassini, vi<br />

muore il 19 giugno 1961.<br />

S<strong>tre</strong>pitosi miracoli e conversioni si verificano a partire dal giorno dopo la sua<br />

morte fino ad oggi. Madre Elena riposa nella Cappella <strong>di</strong> Casa Madre, a Cosenza.<br />

Giovanni Paolo II l'ha <strong>di</strong>chiarata Venerabile il 22 gennaio 1991.<br />

Santa Faustina Kowalska<br />

Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome <strong>di</strong> Elena, è<br />

la terza <strong>dei</strong> 10 figli <strong>di</strong> Marianna e Stanislao Kowalski. Che<br />

sono conta<strong>di</strong>ni poveri, nella Polonia <strong>di</strong>visa tra gli imperi<br />

russo, tedesco e austriaco. Pensava <strong>di</strong> farsi suora già da<br />

piccola, ma realizza il progetto solo nell’agosto 1925: a<br />

Varsavia. Entra nella comunità <strong>della</strong> Vergine <strong>della</strong><br />

Misericor<strong>di</strong>a, prendendo i nomi <strong>di</strong> Maria Faustina. E fa la<br />

cuoca, la giar<strong>di</strong>niera, la portinaia, passando poi per varie<br />

case <strong>della</strong> Congregazione (tra cui, quelle <strong>di</strong> Varsavia, Vilnius<br />

e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria <strong>di</strong> visioni e<br />

rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono <strong>di</strong> annotare<br />

in un <strong>di</strong>ario. Lei scrive che alla perfezione si arriva<br />

attraverso l’unione intima dell’anima con Dio, non per mezzo <strong>di</strong> “grazie,<br />

rivelazioni, estasi”. Queste sono piuttosto veicoli dell’invito <strong>di</strong>vino a lei,<br />

perché richiami l’attenzione su ciò che è stato già detto, ossia sui testi <strong>della</strong><br />

Scrittura che parlano <strong>della</strong> misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina e poi perché stimoli fra i<br />

credenti la fiducia nel Signore (espressa con la formula: Gesù, confido in te) e<br />

la volontà <strong>di</strong> farsi personalmente misericor<strong>di</strong>osi. Muore a 33 anni in Cracovia.<br />

Proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II.<br />

52


SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Bibliografia<br />

• La Bibbia <strong>di</strong> Gerusalemme; E<strong>di</strong>zioni Dehoniane; Bologna 1974<br />

• La Sacra Bibbia; Ed. CEI-UECI 1982<br />

• La Bibbia: in lingua corrente; Ed. LDC-ABU 1985<br />

• Vangelo ed Atti degli Apostoli; E<strong>di</strong>zioni Paoline 1987<br />

• LITURGIA DELLE ORE SECONDO IL RITO ROMANO; Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana 2002<br />

• CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA; Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana 1992<br />

• MANUALE DI TEOLOGIA 2 – sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Joseph Dorè, Pierre Vallin,<br />

E<strong>di</strong>trice Queriniana, Brescia 1987, IMPRIMATUR A. Milet, Ep. Del Tournai, le 20 août<br />

1985<br />

• OPERE <strong>di</strong> S. Luigi Maria da Montfort - Volume I: Ed. Monfortane; Roma 1990<br />

• Guardare Cristo – Esercizi <strong>di</strong> fede, speranza e carità, Card. Joseph<br />

Ratzinger, E<strong>di</strong>toriale Jaca Book, Milano 1989<br />

• Mistero Medjugorje; Antonio Socci; E<strong>di</strong>zioni PIEMME; Casale Monferrato (AL)<br />

2005<br />

• Anna Maria Taigi, madre <strong>di</strong> famiglia e Terziaria dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>della</strong> SS.<br />

Trinità, Card. Carlo Salotti, Isola del Liri 1920; NIHIL OBSTAT Carolus<br />

Salotti S.Cons. Adv. S.R. Congreg. Adsessor.; IMPRIMATUR: Fr. Alberus Lepi<strong>di</strong>,<br />

O.P.; S.P.A. Magister. Josephus Palica, Archiep. Philippen., Vicesger.<br />

• Anna Maria Taigi, madre <strong>di</strong> famiglia, Card. Carlo Salotti, Isola del Liri<br />

1937; IMPRIMATUR + Michael Fontevecchia, E.pus. Aquin., Soramus et Pontiscurvi<br />

• Anna Maria Taigi - Amore e sacrificio, storia <strong>di</strong> una mamma; Gerardo<br />

Antignani, Ed. Cantagalli, Siena 1975, IMPRIMATUR + fr. Mario I. Castellano O. P.,<br />

Arcivescovo, Siena 3/4/1975<br />

• Anna Maria Taigi – storia <strong>di</strong> una mamma dai documenti e dal <strong>di</strong>ario ine<strong>di</strong>ti;<br />

Gerardo Antignani, Ed. Cantagalli, Siena 1983, IMPRIMATUR + fr. Mario I.<br />

Castellano O.P., Arcivescovo, Siena 14/11/1983<br />

• Anna Maria Taigi, Antonietta Fallacara; Ed. Sales, Roma 1941; IMPRIMATUR:<br />

Sac. Fer<strong>di</strong>nandus Prosperini, Cens. Del. Roma <strong>di</strong>e XVI AUGUSTI MCMXLI + A. Traglia, Archiep.<br />

Caesarien Vices Gerens.<br />

• LA MIA VITA NEL CUORE DELLA TRINITÀ – Diario <strong>della</strong> beata Elisabetta Canori<br />

Mora, sposa e madre; Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana; Roma 1996; IMPRIMATUR: Dal<br />

Vicariato <strong>di</strong> Roma, 31 agosto 1995 – Sac. Luigi Moretti, Segretario Generale<br />

• Mariam <strong>di</strong> Betlemme – vita <strong>della</strong> beata Maria <strong>di</strong> Gesù Crocifisso,<br />

carmelitana scalza; Nicola Gori; E<strong>di</strong>zioni San Paolo; Cinisello Balsamo<br />

2005<br />

• Il piccolo nulla – vita <strong>della</strong> Beata Maria <strong>di</strong> Gesù Crocifisso; Rev. P.<br />

Pierre Estrate, s.c.j.; E<strong>di</strong>zioni Agami 2001<br />

• Suor Elena Aiello, Profeta <strong>di</strong> Dio – vita, opere e scritti <strong>della</strong> venerabile<br />

madre, Vincenzo Speziale, Rever<strong>di</strong>to E<strong>di</strong>zioni, Trento 1995<br />

• DIARIO – la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina nella mia anima, Santa Faustina Kowalska,<br />

Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana, Decima E<strong>di</strong>zione 2006 Rinnovata, IMPRIMATUR:<br />

Francesco Card. Marsicano, Arciprete <strong>della</strong> Basilica Vaticana, Vicario Generale <strong>di</strong> Sua<br />

Santità per lo Stato <strong>della</strong> Città del Vaticano; E Vicariatu Civitatis Vaticanæ d. XXIII m.<br />

Ianuarii a. MMIV<br />

• Deposizione <strong>di</strong> San Vincenzo Pallotti al Processo Or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Albano per<br />

la Beatificazione e canonizzazione <strong>di</strong> San Gaspare del Bufalo, fondatore<br />

<strong>dei</strong> Missionari del Preziosissimo Sanguei, a cura <strong>di</strong> D. Beniamino Conti<br />

CPPS; E<strong>di</strong>zioni Pia Unione Preziosissimo Sangue, Roma 1989<br />

• Deposizione <strong>di</strong> Don Biagio Valentini al Processo Or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Albano per la<br />

Beatificazione e canonizzazione <strong>di</strong> San Gaspare del Bufalo, fondatore <strong>dei</strong><br />

Missionari del Preziosissimo Sanguei, a cura <strong>di</strong> D. Beniamino Conti CPPS;<br />

E<strong>di</strong>zioni Pia Unione Preziosissimo Sangue, Roma 1990<br />

• Io speriamo che me la cavo – sessanta temi <strong>di</strong> bambini napoletani, a cura<br />

<strong>di</strong> Marcello D’Orta, Arnoldo Mondadori E<strong>di</strong>tore, Milano 1990<br />

53

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