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sulla “profezia dei tre giorni di buio - Amici della Croce - Altervista

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SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

nonostante la filiale confidenza che mi <strong>di</strong>ede l’infinito suo amore mi <strong>di</strong>ede coraggio <strong>di</strong> sostenere il suo braccio<br />

onnipotente, e così fu sospeso il colpo formidabile <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina giustizia, che voleva scagliare in quel momento il<br />

forte suo braccio ven<strong>di</strong>catore, che per le nos<strong>tre</strong> gran<strong>di</strong> iniquità e gravi peccati tiene armato il suo forte braccio <strong>di</strong><br />

terribile flagello, che al solo vederlo mi fece tanto terrore, che per lo spavento mi sarei nascosta nel cupo più<br />

profondo <strong>della</strong> terra.<br />

A questa vista così spaventevole cad<strong>di</strong> in un deliquio mortale e stetti molte ore come morta affatto, senza quasi<br />

più respirare e senza pulsazione, <strong>di</strong> maniera che non davo più segni <strong>di</strong> vita, ma in questo tempo il mio spirito operava<br />

con grande agilità ed attività. A fatto così terribile e spaventoso, piena <strong>di</strong> timore e <strong>di</strong> lacrime volgevo lo sguardo<br />

verso l’umanità santissima <strong>di</strong> Gesù Cristo, facevo una fervida preghiera in vantaggio <strong>di</strong> tutti i poveri peccatori, nel<br />

numero <strong>dei</strong> quali ben conoscevo <strong>di</strong> avere io il primo posto.<br />

Dicevo: . Queste ed al<strong>tre</strong> parole<br />

<strong>di</strong>cevo con tutto l’affetto del cuore e con tanto fervore che impietosiva il cuore <strong>di</strong> Dio, men<strong>tre</strong> io ero risoluta <strong>di</strong><br />

andare all’inferno per impe<strong>di</strong>re lo sdegno <strong>di</strong> Dio, giustamente irritato contro tanti ostinati peccatori. Io, benché<br />

indegna peccatrice, mi caricavo <strong>di</strong> ogni patimento, ezian<strong>di</strong>o ancora dell’inferno, per liberare tante anime dal<br />

meritato castigo.<br />

Fatta la forte preghiera, Dio, per la sua infinita bontà, si degnò <strong>di</strong> esau<strong>di</strong>rmi, e mi permise <strong>di</strong> avvicinarmi alla<br />

<strong>tre</strong>menda sua maestà, e sostenere il forte suo braccio armato, acciò non scaricasse il colpo terribile del suo giusto<br />

furore. E così per quel momento fu sospesa la giustizia <strong>di</strong> Dio, ma non placata; men<strong>tre</strong>, per tante iniquità che si<br />

commettono, Dio ha stabilito <strong>di</strong> mandare un terribile castigo sopra la terra, per così lavare tante sozzure ed<br />

iniquità che si commettono. La preghiera delle anime che il Signore si degna per sua bontà chiamarle con il nome <strong>di</strong><br />

sue pre<strong>di</strong>lette, queste con le loro preghiere vanno temporeggiando il tempo.<br />

Ma pur verrà questo tempo terribile e <strong>tre</strong>mendo, Dio chiuderà le sue orecchie e non ascolterà preghiera alcuna,<br />

ma portato dallo zelo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>care i torti gravissimi che riceve la sua <strong>di</strong>vina giustizia, che armata mano tutti<br />

severamente punirà, senza che alcuno possa resistere né sfuggire dalla sua mano ven<strong>di</strong>catrice. Raccoman<strong>di</strong>amoci<br />

caldamente al Signore acciò si degni usarci misericor<strong>di</strong>a.<br />

Pregando un giorno, dopo passata la festa <strong>di</strong> Pentecoste del medesimo anno 1820, per molte persone facoltose<br />

che desideravano sapere quale regolamento potevano prendere nelle presenti circostanze per salvare le loro<br />

persone e la loro roba, men<strong>tre</strong> per tutto il mondo si sentivano delle insurrezioni <strong>dei</strong> popoli, che facevano temere<br />

qualche rivolta nella nostra città <strong>di</strong> Roma, ad imitazione delle al<strong>tre</strong> nazioni, segnatamente nella Spagna. Da<br />

miserabile peccatrice come sono, con tutto l’impegno feci la preghiera al Signore, acciò si degnasse darmi lume per<br />

consigliare le suddette persone, benché io non le conoscessi, ma solo a me raccomandate da un mio grande<br />

benefattore.<br />

Ecco il sentimento che ebbe l’anima nella santa orazione, quando si trovava nel profondo <strong>della</strong> quiete e tutta<br />

assorta in Dio: non vi sarà precauzione che sia sufficiente per salvare la roba e le persone, perché la grande opera<br />

che è per fare il Signore non c’è chi possa resistere e salvarsi; sicchè si renderà vana ogni prevenzione, ogni<br />

cautela. Quello che si deve fare è ricorrere all’Altissimo, acciò si degni per la sua infinita misericor<strong>di</strong>a annoverarci<br />

nel numero <strong>di</strong> quelli che ha prescelti, i quali saranno annoverati sotto questo glorioso stendardo tutti quelli che<br />

conserveranno la fede <strong>di</strong> Gesù Cristo nel loro cuore, e che manterranno la buona coscienza, senza contaminarla<br />

nelle false massime presenti, che ne è pieno tutto il mondo.<br />

454 73 – Il fatto che sono per raccontare mi seguì il giorno <strong>della</strong> festa del gran principe degli apostoli, il glorioso<br />

san Pietro, 29 giugno 1820. fui alienata <strong>dei</strong> propri sensi. Proseguendo a pregare il giorno del gran principe san<br />

Pietro del 1820, pregando per i bisogni <strong>della</strong> santa Chiesa cattolica, trovandomi <strong>di</strong> pregare per la conversione <strong>dei</strong><br />

peccatori, fratelli miei, nel numero <strong>dei</strong> quali io occupo il primo luogo, si trovava il mio povero spirito sollevato per<br />

mezzo <strong>di</strong> particolare favore <strong>di</strong> Dio ad un rapimento celeste, e mi trovavo propriamente vicina a Dio medesimo. Per<br />

mezzo <strong>di</strong> una luce inaccessibile ero unita intimamente in Dio in guisa tale che più mi <strong>di</strong>stinguevo, ma tutta ero<br />

trasformata in quella <strong>di</strong>vina luce. Ricevetti la dolce impressione <strong>della</strong> <strong>di</strong>vina carità. Oh qual giubilo, oh qual contento<br />

<strong>di</strong> para<strong>di</strong>so resò nel povero mio cuore! Quando ero in mezzo a questa dolcezza e il mio spirito era circondato da una<br />

perfetta quiete, mi parve <strong>di</strong> vedere aprirsi il cielo, e scendere dall’altro con grande maestà, corteggiato da molti<br />

santi angeli, che cantavano inni <strong>di</strong> gloria, il gran<strong>di</strong>ssimo principe degli apostoli san Pietro, vestito degli abiti<br />

pontificali; portava nelle mani il pastorale, con il quale segnava sopra la terra una vastissima croce, i santi angeli gli<br />

facevano intorno corona, cantavano con sommo rispetto e venerazione, in lode del santo apostolo:

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