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sulla “profezia dei tre giorni di buio - Amici della Croce - Altervista

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SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

santa Chiesa, da quelli che sotto nome <strong>di</strong> bene e <strong>di</strong> vantaggio cercano <strong>di</strong> rovinarla, per esser questi lupi rapaci che,<br />

sotto il manto <strong>di</strong> agnelli, cercano la sua totale <strong>di</strong>struzione. Questi, sebbene non lo compariscono, sono acerrimi<br />

persecutori <strong>di</strong> Gesù crocifisso e <strong>della</strong> sua sposa, la santa Chiesa.<br />

Mi pareva dunque <strong>di</strong> vedere tutto il mondo in scompiglio, particolarmente la città <strong>di</strong> Roma. Conoscevo la verità<br />

delle false opinioni, che si nascondono sotto il manto <strong>della</strong> vera religione cattolica. Conoscevo la <strong>di</strong>versità <strong>dei</strong><br />

partiti, i quali cospiravano gli uni contro gli altri; questi miseri si laceravano nella fama, si vituperavano nell’onore, si<br />

ammazzavano senza pietà.<br />

Cosa <strong>di</strong>rò poi del sacro collegio? Questi per le varie opinioni erano chi <strong>di</strong>spersi, chi <strong>di</strong>strutti, chi spietatamente<br />

uccisi. In simile guisa e anche peggio era trattato il clero secolare e la nobiltà. Il clero regolare poi non soffriva la<br />

totale <strong>di</strong>spersione, ma era decimato <strong>di</strong> numero. Molti e senza numero erano gli uomini <strong>di</strong> ogni con<strong>di</strong>zione che<br />

perivano nella strage, ma non tutti erano riprovati. Molti erano uomini <strong>di</strong> buoni costumi, e molti altri <strong>di</strong> santa vita. Il<br />

mondo era in gravissima desolazione; il piccolo gregge <strong>di</strong> Gesù Cristo porgeva infuocate preghiere all’Altissimo,<br />

acciò si fosse degnato <strong>di</strong> sospendere tanta strage e tanta rovina. Ai voti <strong>di</strong> questo piccolo numero cessava la strage<br />

per parte degli uomini e cominciava quella per parte <strong>di</strong> Dio.<br />

Il cielo si ammantò <strong>di</strong> nera caligine, scoppiando i fulmini più <strong>tre</strong>men<strong>di</strong>, dove incenerivano, dove bruciavano: la<br />

terra, non meno che il cielo, era sconvolta. I terremoti più orribili, le voragini più rovinose facevano le ultime stragi<br />

sopra la terra. In questa guisa furono separati i buoni cattolici dai falsi cristiani. Molti <strong>di</strong> quelli che negavano Dio lo<br />

confessavano e lo riconoscevano per quel Dio che egli è. Tutti lo stimavano, lo adoravano, lo amavano. Tutti<br />

osservavano la sua santa legge. Tutti i religiosi e religiose si sistemavano nella vera osservanza delle loro regole. Il<br />

clero secolare era l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>della</strong> santa Chiesa. Nelle religioni fiorivano uomini <strong>di</strong> molta santità e dottrina, e <strong>di</strong><br />

vita austera. Tutto il mondo era in pace. Scritto per obbe<strong>di</strong>enza.<br />

390 64 – Il dì 24 <strong>di</strong>cembre 1816, […] 65<br />

Quando l’anima mia si compiaceva infinitamente in Dio e prendeva altissima compiacenza nell’infinito suo essere,<br />

quando ero già immersa in questa infinita magnificenza, il mio Dio mi obbligò ad abbassare lo sguardo, e mirare<br />

questo mondo sensibile, e mi <strong>di</strong>ede a vedere le gran<strong>di</strong>ssime iniquità che in questo si commettono.<br />

Che in<strong>di</strong>gnazione, che iniquità! Mio Dio, datemi grazia voi per poterlo manifestare, men<strong>tre</strong> al solo pensarlo io<br />

raccapriccio, e si riempie <strong>di</strong> confusione ed orrore il mio spirito. Abbasso dunque lo sguardo e vedo Maria santissima<br />

con il suo santissimo Figliolo tra le sue braccia santissime, la vedo mesta e dolente. La usa mestizia destò nel mio<br />

cuore viva compassione e ardente amore, e mossa da cor<strong>di</strong>ale affetto, domando a lei la cagione del suo dolore,<br />

offrendomi, benché indegna peccatrice, ad ogni sorta <strong>di</strong> patimenti, per così dare qualche conforto all’affannato suo<br />

cuore.<br />

La pietosa Madre gradì la povera, ma sincera mia offerta, men<strong>tre</strong> in quel momento mi sarei data in mano ai più<br />

spietati carnefici, acciò avessero fatto <strong>di</strong> me il più crudele scempio, per così dare qualche conforto alla mia<br />

amabilissima madre Maria. La <strong>di</strong>vina Madre a me rivolta, così mi <strong>di</strong>ce: .<br />

A queste parole vedo che ar<strong>di</strong>tamente tentano i nostri apostati <strong>di</strong> strapparle ar<strong>di</strong>tamente e temerariamente il<br />

suo santissimo Figliolo dal suo purissimo seno, dalle sue santissime braccia. A questo grande attentato la <strong>di</strong>vina<br />

Madre non più chiedeva misericor<strong>di</strong>a per il mondo, ma giustizia chiedeva all’eterno <strong>di</strong>vin Padre; il quale, rivestito<br />

<strong>della</strong> sua inesorabile giustizia e pieno <strong>di</strong> sdegno, si rivolse verso il mondo. In quel momento si sconvolse tutta la<br />

natura, e il mondo perdette il suo giusto or<strong>di</strong>ne, e si formò <strong>sulla</strong> terra la più grande infelicità che mai possa <strong>di</strong>rsi né<br />

immaginarsi. Cosa così lacrimevole e affittiva che renderà il mondo all’ultima desolazione. Non posso <strong>di</strong>r <strong>di</strong> più.<br />

Preghiamo il Signore caldamente, acciò si degni mitigare verso <strong>di</strong> noi il suo giustissimo sdegno. Quale timore, quale<br />

spavento mi apportò simile vista non ho termini <strong>di</strong> poterlo spiegare.<br />

411 66 - Il dì 15 novembre 1818 fu il mio povero spirito nelle orazioni favorito dal Signore con particolare grazia.<br />

Fui sopraffatta da interno riposo, la povera anima mia godeva nel riposo la dolce presenza del suo <strong>di</strong>letto Signore,<br />

che, per mezzo <strong>di</strong> intellettuali illustrazioni, mi dava particolari cognizioni riguardanti i suoi giustissimi giu<strong>di</strong>zi.<br />

Se ne stava la povera anima mia tutta profondata in se stessa, e, piena <strong>di</strong> santo timore, andava piena <strong>di</strong><br />

ammirazione penetrando i <strong>di</strong>vini giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> Dio, imperscrutabili. Ero tutta penetrata da profondo rispetto e da<br />

interna venerazione; era sopraffatto il mio cuore da santo timore, e piena <strong>di</strong> riverenza, adoravo profondamente gli<br />

eterni <strong>di</strong>vini giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> Dio, che per pura sua bontà mi faceva comprendere con somma chiarezza.<br />

L’anima, a questa cognizione, si compiaceva nel suo amorosissimo Dio, trovando i suoi <strong>di</strong>vini giu<strong>di</strong>zi tutti santi,<br />

tutti retti, tutti giusti.<br />

64 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg. 409-412<br />

65 Ndr. Non è stata riportata una lunga parte non rilevante all’argomento del presente testo.<br />

66 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg. 428-430<br />

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