SUI “TRE GIORNI DI BUIO” Come si possono intendere in modo corretto - ci chie<strong>di</strong>amo ora - le rivelazioni private a partire dalla Sacra Scrittura? San Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi <strong>di</strong>ce: "Non spegnete lo Spirito, non <strong>di</strong>sprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono" (5,19ss). In ogni tempo è dato alla Chiesa il carisma <strong>della</strong> profezia, che deve essere esaminato, ma anche non può essere <strong>di</strong>sprezzato. Al riguardo occorre tener presente che la profezia in senso biblico non significa pre<strong>di</strong>re il futuro, ma spiegare la volontà <strong>di</strong> Dio per il presente, e quin<strong>di</strong> anche in<strong>di</strong>care la retta via verso il futuro. In questo senso si può collegare il carisma <strong>della</strong> profezia con la categoria <strong>dei</strong> "segni del tempo". Nelle rivelazioni private riconosciute dalla Chiesa - quin<strong>di</strong> anche in Fatima - si tratta <strong>di</strong> questo: aiutarci a comprendere i segni del tempo ed a trovare per essi la giusta risposta nella fede. Una volta determinato il luogo teologico delle rivelazioni private, dobbiamo cercare <strong>di</strong> chiarire un poco il loro carattere antropologico. L'antropologia teologica <strong>di</strong>stingue in questo ambito <strong>tre</strong> forme <strong>di</strong> percezione o "visione": la visione con i sensi, la percezione interiore e la visione spirituale. È chiaro che nelle visioni <strong>di</strong> Lourdes, Fatima, ecc. non si tratta <strong>della</strong> normale percezione esterna <strong>dei</strong> sensi. Così pure è evidente che non si tratta <strong>di</strong> una "visione" intellettuale senza immagini, come essa si trova negli alti gra<strong>di</strong> <strong>della</strong> mistica. Quin<strong>di</strong> si tratta <strong>della</strong> categoria <strong>di</strong> mezzo, la percezione interiore, che certamente ha per il veggente una forza <strong>di</strong> presenza, che per lui equivale alla manifestazione esterna sensibile. Vedere interiormente non significa che si tratta <strong>di</strong> fantasia, o solo <strong>di</strong> un'espressione dell'immaginazione soggettiva. Piuttosto significa che l'anima viene sfiorata dal tocco <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> reale anche se sovrasensibile e viene resa capace <strong>di</strong> vedere il non sensibile, il non visibile ai sensi - una visione con i "sensi interni". Si tratta <strong>di</strong> veri "oggetti", che toccano l'anima, sebbene essi non appartengano al nostro abituale mondo sensibile. La "visione interiore" non è dunque fantasia, ma non<strong>di</strong>meno comporta delle limitazioni. Già nella visione esteriore è sempre coinvolto anche il fattore soggettivo: non ve<strong>di</strong>amo l'oggetto puro, ma esso giunge a noi attraverso il filtro <strong>dei</strong> nostri sensi, che devono compiere un processo <strong>di</strong> traduzione. Ciò è ancora più evidente nella visione interiore, sopratutto allorché si tratta <strong>di</strong> realtà, che ol<strong>tre</strong>passano in se stesse il nostro orizzonte. Il soggetto, il veggente, è coinvolto in modo ancora più forte. Egli vede con le sue possibilità concrete, con le modalità a lui accessibili <strong>di</strong> rappresentazione e <strong>di</strong> conoscenza. Le immagini sono per così <strong>di</strong>re una sintesi dell'impulso proveniente dall'alto e delle possibilità per questo <strong>di</strong>sponibili del soggetto che percepisce, cioè <strong>dei</strong> bambini. Per questo motivo il linguaggio immaginifico <strong>di</strong> queste visioni è un linguaggio simbolico. Il Car<strong>di</strong>nal Sodano <strong>di</strong>ce al riguardo: "...non descrivono in senso fotografico i dettagli degli avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondo fatti che si <strong>di</strong>stendono nel tempo in una successione e in una durata non precisate". Questo addensamento <strong>di</strong> tempi e spazi in un'unica immagine è tipica per tali visioni, che per lo più possono essere decifrate solo a posteriori. Non ogni elemento visivo deve al riguardo avere un concreto senso storico. Conta la visione come insieme, e a partire dall'insieme delle immagini devono essere compresi i particolari. Che cosa è il centro <strong>di</strong> un'immagine, si svela ultimamente a partire da ciò che è il centro <strong>della</strong> "profezia" cristiana in assoluto: il centro è là dove la visione <strong>di</strong>viene appello e guida verso la volontà <strong>di</strong> Dio. 6 In comunione con la Santa Romana Chiesa, conclu<strong>di</strong>amo questa parentesi sul significato <strong>della</strong> mistica riportando quanto scritto nel Catechismo <strong>della</strong> Chiesa Cattolica: ““Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> ai padri per mezzo <strong>dei</strong> profeti, ultimamente, in questi <strong>giorni</strong>, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1-2). Cristo, il Figlio <strong>di</strong> Dio fatto uomo, è la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre, il quale in lui <strong>di</strong>ce tutto, e non ci sarà altra parola che quella. San Giovanni <strong>della</strong> <strong>Croce</strong>, sulle orme <strong>di</strong> tanti altri, esprime ciò in maniera luminosa, commentando Eb 1,1-2 : Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola Parola e non ha più nulla da <strong>di</strong>re. . . Infatti quello che un giorno <strong>di</strong>ceva parzialmente ai profeti, l'ha detto tutto nel suo Figlio, donandoci questo tutto che è il suo Figlio. Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose <strong>di</strong>verse e novità [San Giovanni <strong>della</strong> <strong>Croce</strong>, Salita al monte Carmelo, 2, 22, cf Liturgia delle Ore, I, Ufficio delle letture del lunedì <strong>della</strong> seconda settimana <strong>di</strong> Avvento]. “L'Economia cristiana, in quanto è Alleanza Nuova e definitiva, non passerà mai e non è da aspettarsi alcuna nuova Rivelazione pubblica prima <strong>della</strong> manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 4]. Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso <strong>dei</strong> secoli. Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”, alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità <strong>della</strong> Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito <strong>della</strong> fede. Il loro ruolo non è quello <strong>di</strong> “migliorare” o <strong>di</strong> “completare” la Rivelazione definitiva <strong>di</strong> Cristo, ma <strong>di</strong> aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal Magistero <strong>della</strong> Chiesa, il senso <strong>dei</strong> fedeli sa <strong>di</strong>scernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico <strong>di</strong> Cristo o <strong>dei</strong> suoi santi alla Chiesa. La fede cristiana non può accettare “rivelazioni” che pretendono <strong>di</strong> superare o correggere la Rivelazione <strong>di</strong> cui Cristo è il compimento. È il caso <strong>di</strong> alcune Religioni non cristiane ed anche <strong>di</strong> alcune recenti sette che si fondano su tali 6 INTERVENTO DEL CARD. JOSEPH RATZINGER alla CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO "IL MESSAGGIO DI FATIMA", 26.06.2000 (fonte: www.vatican.va) 8
SUI “TRE GIORNI DI BUIO” “rivelazioni”.” 7 C’è ancora da spendere qualche parola relativa alle rivelazioni mistiche. Queste sono da riassumersi in <strong>tre</strong> modalità: Attraverso i sogni, come quello <strong>di</strong> Giacobbe 8 o <strong>di</strong> San Giuseppe, lo sposo <strong>della</strong> Vergine Maria 9 ; <strong>di</strong> voci, come quella che parlava al piccolo Samuele 10 , la chiamata alla vocazione <strong>di</strong> San Paolo 11 ; apparizioni fisiche, come quella <strong>di</strong> Gesù a Maria <strong>di</strong> Magdala 12 , agli Apostoli 13 , ai <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Emmaus 14 . Quelle sopra riportate, sono solo alcune citazioni bibliche, tanto per rendere l’idea. Poi, sempre attraverso la Bibbia e le apparizioni riconosciute dalla Chiesa, ci sarebbe da segnalare anche eventi, cosidetti, “miracolosi”, legati a guarigioni, fenomeni fisici anche livello “cosmico”, ecc. Ma quest’ultimo aspetto, non verrà trattato in questa parte perché lo scopo è quello <strong>di</strong> comprendere al meglio il significato <strong>della</strong> parola <strong>“profezia</strong>” e tutto ciò che gli è annesso. 7 C.C.C 65-67 8 Gn 28,10-15 9 Mt 1,20-21 10 Sam 3,3-14 11 At 9,3-5 12 Gv 20,14-17 13 Gv 21, 4-22 14 Lc 24,13-32 9