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sulla “profezia dei tre giorni di buio - Amici della Croce - Altervista

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SUI “TRE GIORNI DI BUIO”<br />

Guai a noi! Sarebbe restato al momento subissato il mondo tutto! S’interpose la Vergine Santissima: . Ciò detto, si genuflette sollecitamente ai pie<strong>di</strong> del suo<br />

santissimo Figliolo e ci ottiene la grazia. Il <strong>di</strong>vino Infante alza la mano santissima, autorevole e imperiosa:<br />

. Per ben due volte così <strong>di</strong>sse. I messaggeri celesti <strong>di</strong>misero il loro sdegno, e umili e rispettosi<br />

si prostrarono ai pie<strong>di</strong> suoi santissimi. Per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Gesù Bambino consegnarono i <strong>tre</strong> vasi nelle mani <strong>di</strong> Maria<br />

santissima. Appariscono al<strong>tre</strong> <strong>tre</strong> messaggeri celesti: erano questi commessi dalla <strong>di</strong>vina misericor<strong>di</strong>a. Giulivi e<br />

contenti si presentano pieni <strong>di</strong> sottomissione, prendono dalle mani <strong>della</strong> Madre santissima i suddetti vasi e,<br />

cantando inni <strong>di</strong> lode a questo <strong>di</strong>vino attributo <strong>di</strong>sparvero.<br />

171 56 – Il 15 agosto 1814 mi portai alla missione in piazza Barberini. Ad un tratto il mio spirito restò sopito, e mi fu<br />

manifestato il frutto che si sarebbe ricavato da quelle sante missioni. Da varie persone vedevo deplorare il<br />

peccato; altri, convinti <strong>della</strong> ragione, si convertivano; ma guai a quelli che, duri <strong>di</strong> cuore, non daranno ascolto alla<br />

chiamata che Dio fa per la valevole me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Maria Santissima! Guai, guai <strong>di</strong>co, giacchè poco e niente posso<br />

ri<strong>di</strong>re <strong>di</strong> tutto quello che vi<strong>di</strong>. Tanto fu il terrore e lo spavento che ebbi, che credetti <strong>di</strong> morire!<br />

Il tutto mi fu <strong>di</strong>mostrato con molta rapi<strong>di</strong>tà. Vedevo dunque il mondo tutto in scompiglio; non solo gli uomini tutti,<br />

ma anche le bestie stesse erano ripiene <strong>di</strong> orrore. Vedevo quattro angeli che rapidamente scorrevano le contrade<br />

con le spade sfoderate e intrise <strong>di</strong> vivo sangue, per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Dio tutti gli empi restavano morti. Oh quanto poco<br />

numero <strong>di</strong> viventi restavano sopra la terra! Sono restata così stor<strong>di</strong>ta per l’orrore e la pena, che mi ha causato un<br />

grave dolore <strong>di</strong> testa.<br />

Padre mio 57 , Dio è molto sdegnato con gli uomini, e molti non lo credono. Raccoman<strong>di</strong>amoci caldamente alla gran<br />

Madre <strong>di</strong> Dio, perché si degni <strong>di</strong> placare lo sdegno <strong>di</strong> Dio.<br />

224 58 – Il 26 gennaio 1815 nella santa comunione dai santi angeli, che sono soliti favorirmi, fui condotta in luogo<br />

sotterraneo, dove per mezzo <strong>di</strong> torce accese, che portavano nelle loro mani, potei scolpire l’occulta persecuzione<br />

che si fa a Dio da tanti ecclesiastici che sotto manto <strong>di</strong> bene perseguitano Gesù crocifisso e il suo santo Evangelo.<br />

Li vedevo dunque come lupi arrabbiati, che macchinavano <strong>di</strong> balzare il capo <strong>della</strong> Chiesa dal suo trono, cercavano in<br />

ogni modo <strong>di</strong> atterrare la Chiesa cattolica; ma come piacque a Dio, per la valevole intercessione del patriarca<br />

sant’Ignazio 59 , vedevo dalla nobilissima Compagnia <strong>di</strong> Gesù sorgere un gran personaggio, ricco <strong>di</strong> virtù e <strong>di</strong> dottrina,<br />

molto insigne, dotato <strong>di</strong> celeste eloquenza, che sosteneva le ragioni <strong>della</strong> Chiesa cattolica, unitamente agli altri suoi<br />

compagni, molti <strong>dei</strong> quali davano il sangue per Gesù Cristo.<br />

A queste cognizioni la povera anima mia porgeva infuocate preghiere all’Altissimo, perché si fosse degnato <strong>di</strong><br />

liberare la nostra Madre, la santa Chiesa, da persecuzione tanto funesta. Quando in un baleno sono stata<br />

trasportata a vedere il crudo scempio che è per fare la giustizia <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> questi miseri; con sommo mio terrore<br />

vedevo da ogni intorno baleare i fulmini dell’irritata giustizia.<br />

Intanto vedevo rovinare i palazzi, le città, le intere province, tutto il mondo era in scompiglio; non altro si u<strong>di</strong>va<br />

che flebili voci che imploravano la misericor<strong>di</strong>a: il numero <strong>dei</strong> morti era incalcolabile. Fu tale e tanto lo spavento e il<br />

timore, che perdetti ogni uso <strong>di</strong> ragione e, annientata in me stessa, credetti <strong>di</strong> restare estinta. Per grande orrore<br />

che ebbe il mio spirito restò tutto il giorno affatto stor<strong>di</strong>to dallo spavento, il corpo restò gelato come un marmo,<br />

quasi privo <strong>di</strong> ogni sensazione.<br />

Raccoman<strong>di</strong>amoci caldamente al Signore, acciò si degni placare la sua <strong>di</strong>vina giustizia, per i meriti <strong>di</strong> Maria<br />

santissima, Vergine e Madre.<br />

237 60 – Dal 20 febbraio fino al 20 marzo 1815 il mio spirito si è impegnato in piangere i propri peccati. In questo<br />

tempo però il Signore si è degnato <strong>di</strong> favorire il mio povero spirito per ben <strong>tre</strong> volte, col sollevarlo ad una<br />

particolare unione. Particolarmente il giorno 9 marzo mi seguì un certo fatto, che io non so ri<strong>di</strong>re, per essere cosa<br />

intellettuale; ma non per mancare all’obbe<strong>di</strong>enza, procurerò <strong>di</strong> spiegare alla meglio la cognizione che ebbe il mio<br />

intelletto.<br />

Mi si mostrò Dio sotto la figura <strong>di</strong> un forte guerriero armato, e con la sua spada ven<strong>di</strong>catrice era sul momento <strong>di</strong><br />

ven<strong>di</strong>care i gravi torti che riceve dai suoi. E, ridendo ed esultando, m’invitava ad esultare con lui; ma la povera<br />

anima mia era sopraffatta da mestizia così profonda, che invece <strong>di</strong> esultare piangeva amaramente, perché<br />

56 Parte II: Le nozze Mistiche, pag. 215<br />

57 Si riferisce al suo confessore (Padre Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> San Luigi), il quale gli aveva or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> riportare minuziosamente tutto quello che<br />

le accadeva nella vita e nelle estasi con le relative visioni e rivelazioni. Più volte è stata rimproverata ed ad<strong>di</strong>rittura “punita” perché,<br />

perlopiù per pudore spirituale e modestia, ometteva delle cose.<br />

58 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg 257-258<br />

59 Sant’Ignazio da Lojola, fondatore dell’or<strong>di</strong>ne Gesuita<br />

60 Parte II: Le nozze Mistiche, pagg 269-270<br />

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