Antichità Romane-2 Mens 2011-12 - Università degli Studi di Salerno

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Mens / 2 

Corso di 

Antichità Romane 

2. 

Laurea Magistrale in Filologia, 

Letterature e Storia dell’Antichità 

A.a. 2011-2012 

Dott. Fernando La Greca 

flagreca@unisa.it 

Sito WEB: 

www3.unisa.it/docenti/lagreca/index 

Appunti ad esclusivo uso didattico 

per gli studenti del corso 

(sono parte integrante del programma d’esame) 

Dipartimento di Studi Umanistici 

Università degli Studi di Salerno 


III. Origine romana del culto di Mens 


1. Mens e i Sondergötter 

(= dèi momentanei, minuti) 

2. La nascita del culto di Mens 

Mens e i Sondergötter 

- Agostino e l’interpretazione di Mens come ‘deus 

minutus’ 

•Alcuni passi di Tertulliano e di Agostino sembrano inserire Mens fra 

le divinità degli indigitamenta 

•Entrambi attingono alle opere di Varrone 

•Mens, dispersa in una turba vilis, è sembrata una Sondergöttheit 

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(Mens / saggezza nella storia romana) 

•Romolo e il dio Asilo – i re di Roma 

•Servio Tullio – Comizi centuriati – Ruolo nello stato 

• Il consolato e la dittatura 

•Furio Camillo e i Latini/Italici: la cittadinanza 

•Il console romano nell’accampamento 

•Alleanza con Capua 

•La liberazione degli schiavi 

•Il re Filippo V di Macedonia 

•Adozione delle migliori armi dei nemici 

•Gli alleati e gli stati-cuscinetto 

•Strategia militare della dissuasione 

•L’imperatore Tiberio e l’accusa di trascurare i culti tradizionali 

•L’imperatore Claudio e i Galli in senato 

•L’imperatore Caracalla e la cittadinanza estesa a tutti 

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- Mens, i Sondergötter e gli indigitamenta 

•Se Mens non è greca, è romano-italica 

•Alcuni pongono Mens tra gli “dèi momentanei” (Sondergötter) 

•Allora Mens sarebbe compresa nelle liste dette “indigitamenta” 

•Allora Mens sarebbe più antica del 217, di origine romana o italica 

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“Inoltre per assumere i primi cibi e bevande (si invocano) Potina ed 

Edula, e per sostenere il bambino Statina. Per l’andar via, c’è Adeona, 

e per il sopraggiungere, Abeona; hanno anche Domiduca, e la dea 

Mente, affinché renda la mente parimente buona e cattiva. E così 

dalla volontà hanno Volumno e Voleta; dallo spavento hanno 

Paventina, dalla speranza Venilia, dal piacere Volupia, dalla prestanza 

Prestizia…”.

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AGOSTINO 

Di fronte alla presa di Roma ed al suo saccheggio da 

parte di Alarico nel 410, venne meno un punto di 

riferimento ideale, sia per i pagani, ora in minoranza, che 

per i cristiani. 

Nell’opera “La città di Dio”, Agostino affermò che la 

chiesa cristiana, sulla terra, si trova in una condizione di 

“pellegrina”, e deve essere considerata una famiglia, non 

uno stato. 

Per Agostino ogni forma assunta sulla terra è 

provvisoria, dunque è provvisoria anche Roma, e il suo 

impero. 

Da questo punto di vista, Roma e la sua storia sono 

soltanto un momento del percorso terreno della città di 

Dio. 

Nell’esposizione, con il ragionamento “distrugge” la 

religione pagana mostrando l’assurdità degli dèi, dei culti e 

dei riti romani. 

Per le notizie sulle divinità, attinge all’opera di Varrone. 

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Mens / 2

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Aug., Civ., VII, 3 

Iuno selecta et regina "Iovisque et soror et coniunx"; haec tamen 

Iterduca est pueris et opus facit cum deabus ignobilissimis Abeona et 

Adeona. Ibi posuerunt et Mentem deam, quae faciat pueris bonam 

mentem, et inter selectos ista non ponitur, quasi quicquam maius 

praestari homini potest; ponitur autem Iuno, quia Iterduca est et 

Domiduca, quasi quicquam prosit iter carpere et domum duci, si mens 

non est bona, cuius muneris deam selectores isti inter selecta numina 

minime posuerunt. Quae profecto et Minervae fuerat praeferenda, cui per 

ista minuta opera puerorum memoriam tribuerunt. Quis enim dubitet 

multo esse melius habere bonam mentem quam memoriam quantumlibet 

ingentem? Nemo enim malus est, qui bonam habet mentem; quidam vero 

pessimi memoria sunt mirabili, tanto peiores quanto minus possunt quod 

male cogitant oblivisci. Et tamen Minerva est inter selectos deos; Mentem 

autem deam turba vilis operuit. Quid de Virtute dicam? quid de Felicitate? 

de quibus in quarto libro plura iam diximus; quas cum deas haberent, 

nullum eis locum inter selectos deos dare voluerunt, ubi dederunt Marti et 

Orco, uni effectori mortium alteri receptori. 

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- Agostino e le Antiquitates divinae di Varrone 

•Varrone divideva gli dèi in certi, incerti e scelti 

•Selectae, scelte erano le divinità pubbliche, onorate con templi e 

statue 

•Fra le divinità certae vi erano i Sondergötter degli indigitamenta 

•Ma fra le certae vi erano anche le divinità più importanti e scelte 

•Sono tutte certe, perché hanno una funzione precisa. 

•Agostino, per i suoi fini polemici, cita insieme dèi certi e scelti 

•E’ indubbio che Mens sia selecta, avendo un tempio pubblico 

•Si deve negare che Mens sia negli indigitamenta fra gli dèi minuti 

•Mens non è più antica del 217 

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Aug., Civ., IV, 21 

Quid necesse erat Opi deae commendare nascentes, deo Vaticano vagientes, 

deae Cuninae iacentes, deae Ruminae sugentes, deo Statilino stantes, deae 

Adeonae adeuntes, Abeonae abeuntes; deae Menti, ut bonam haberent 

mentem, deo Volumno et deae Volumnae, ut bona vellent; diis nuptialibus, ut 

bene coniugarentur, diis agrestibus, ut fructus uberrimos caperent, et 

maxime ipsi divae Fructeseae; Marti et Bellonae, ut bene belligerarent, deae 

Victoriae, ut vincerent; deo Honori, ut honorarentur, deae Pecuniae, ut 

pecuniosi essent, deo Aesculano et filio eius Argentino, ut haberent aeream 

argenteamque pecuniam? (…) 

Quid ergo erat necesse propter haec bona vel animi vel corporis vel externa 

tantam deorum turbam colere et invocare (quos neque omnes commemoravi, 

nec ipsi potuerunt omnibus bonis humanis minutatim singillatimque digestis 

deos minutos et singulos providere), cum posset magno facilique compendio 

una dea Felicitas cuncta conferre, nec solum ad bona capienda quisquam 

alius, sed neque ad depellenda mala quaereretur? Cur enim esset invocanda 

propter fessos diva Fessona, propter hostes depellendos diva Pellonia, 

propter aegros medicus vel Apollo vel Aesculapius vel ambo simul, quando 

esset grande periculum? Nec deus Spiniensis, ut spinas ex agris eradicaret; 

nec dea Robigo, ut non accederet, rogaretur: una Felicitate praesente et 

tuente vel nulla mala exorerentur, vel facillime pellerentur. 

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- I Sondergötter nella religione romana arcaica 

•I Sondergötter / dèi minuti sono le più antiche divinità romane 

•Sono meno progrediti, tipici di una religione arcaica 

•Erano legati a fatti naturali o lavori agricoli 

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III. Origine romana del culto di Mens 

1. Mens e i Sondergötter 

(= dèi momentanei, minuti) 

2. La nascita del culto di Mens 

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- Rapporto tra le divinità astratte e gli ‘dei minuti’ 

•Mens comprende nel suo significato le forze dello spirito 

•Mens è una astrazione complessa 

•Non è pensabile sia nata in epoca arcaica con gli dèi minuti 

•I Romani onorarono divinità astratte complesse nel IV-III secolo 

•Le nuove divinità complesse collegate alla storia dello stato romano 

•Esempio di Concordia nel 367 a.C. (leggi Licinie-Sestie) 

•Culto di Mens in relazione all’amentia di Flaminio e dello Stato 

•Scheid: l’empietà, l’offesa agli dèi di un solo romano deve essere 

riparata da tutti, dallo stato (es. Pleminio, Fulvio Flacco) 

•Mens divinità creata non dal popolo, ma dagli uomini di stato 

•Dare una “buona mente” ai fanciulli era solo una delle sue funzioni 

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- La tesi del Bömer sullo sviluppo del culto di Mens 

•Mens sarebbe nata come divinità minuta 

•Poi sarebbe diventata “statale” nel 217 

•Poi, passato il momento, sarebbe ritornata dea del popolo e degli 

schiavi 

•Questa tesi è da respingere 

•Non è una divinità minuta 

•Nasce in ambiente nobiliare-senatorio 

•Resta sempre connessa alla religione ufficiale 

•Non poteva “ritornare” ad essere divinità di schiavi extra-italici 

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Nascita del culto di Mens (fine III sec. a.C.) 

- Le divinità astratte alla fine del III sec. a.C. e in Plauto 

•In quest’epoca diverse divinità analoghe a Mens 

•Templi ad Honos, Concordia, Virtus, Fortuna, Victoria, Iuventas 

•Divinità astratte frequenti in Plauto, a volte con intento satirico 

•Il suo pubblico doveva capire e gustare questi riferimenti 

•In Plauto: Venustas, Gaudium, Iocus, Ludus, Sermo, Suavisuaviatio, 

Salus, Fortuna, Spes, Virtus, ed altre

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Cic., De leg., II, 11, 28 

(ricorda e riassume antiche leggi romane) 

. 

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- Mens ed Ennio 

•L’accusa contro Flaminio riguardava la sfera mentale 

•Gli erano mancati intelligenza, equilibrio, cautela, prudenza, 

saggezza 

Ennio: 

“Quo vobis mentes rectae quae stare solebant 

ante hac, dementes sese flexere viai?” 

•“In quali direzioni le vostre menti, che prima d’ora solevano star 

ferme nella giusta via, hanno ora, folli, deviato?” (riferito forse al 

discorso di Appio Claudio Cieco in senato) 

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Cic., De leg., II, 8, 19 

(ricorda e riassume antiche leggi romane) 

. 

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- Corrispondenza tra il significato di Mens e le accuse 

rivolte contro C. Flaminio (Livio-Plutarco) 

•Tripartizione delle divinità secondo Scevola 

•Mens divinità civile, messa in atto dal gruppo politico di Fabio 

•Colpa di Flaminio di natura religiosa (neglegentia caerimoniarum) 

•Si minimizzano le colpe strategiche e politiche (inscitia, inettitudine) 

•Eletto console, Flaminio era partito senza auspici e cerimonie sacre 

•I senatori dichiarano di avere in pratica un solo console, Servilio 

•Molti prodigi accrescono il timore religioso dei Romani 

•Flaminio infuriato dai saccheggi di Annibale ordina il combattimento 

•Flaminio è troppo fiducioso, smanioso di vittoria, precipitoso 

•L’accusa di sola empietà, provata, rinsalda i gruppi politici 

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- Fabio Massimo, il suo gruppo politico e il fiorire del culto 

di Mens 

•217 anno di nascita del culto ufficiale di Mens 

•Culto collegato a Fabio Massimo e al suo gruppo politico 

•Cicerone: gli antichi (Fabio) ressero lo stato con l’autorità della 

religione (rem publicam religionum auctoritate rexerunt) 

•In Fabio vita religiosa strettamente legata alla visione politica 

•Appena dittatore, Fabio inizia “dagli dèi” 

•Convince il senato a consultare i libri sibillini 

•I suoi provvedimenti tendono a unificare tutte le forze romane 

•L’avo Fabio Gurgite aveva già dedicato un tempio a Venere (295)

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- Le virtù dei nobili romani del tempo 

•Fabio, detto cunctator, particolarmente legato a Mens 

•Sua dote la riflessione e la ponderazione di fronte ad Annibale 

•Mens / Sapientia uno degli ideali dei nobili romani del III secolo a.C. 

•Durante le guerre sannitiche, dice Plinio il Vecchio, furono erette nel 

foro di Roma le statue di Alcibiade (il più valoroso) e di Pitagora (il 

più sapiente dei Greci) 

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193 = 12 2 + 7 2 

- Per quanto possa sembrare strano, ci sono indizi nel sistema dei comizi 

centuriati che ci riportano a Pitagora ed alla Magna Grecia. 

- Il numero 193 è un numero “pitagorico”, riferito al famoso teorema (in 

un triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa (193) è 

pari alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti 

(12 2 + 7 2 = 144 + 49 = 193). 

- In riferimento all’astrologia/astronomia, ed alla sacralità religiosa della politica 

e del calendario a Roma, il numero 12 è quello dei segni zodiacali, ed il 

numero 7 è quello dei corpi celesti “erranti” fra le stelle fisse. 

- Inoltre, tra i limiti delle classi in reddito (100-75-50-25-12,5) esistono rapporti 

che si possono riconoscere come “rapporti armonici” pitagorici. 

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•Fabio al senato: un bravo generale non è soggetto alla “fortuna”, 

perché in lui prevale l’intelligenza e la prudenza (mentem 

rationemque dominari) 

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•Elogium epigrafico di Scipione Barbato (inizi III sec.): fortis vir 

sapiensque 

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•Elogio di L. Cecilio Metello, cos. 251 e 247, pont. max. 243-221: 

summa sapientia esse 

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- Interesse di Fabio e dei generali romani per le divinità 

astratte 

•Fabio nel 233 nella guerra contro i Liguri votò un tempio ad Honos 

•(Ma forse fu il suo antenato Fabio Rulliano a votarlo un secolo prima) 

•Nel 303 Giunio Bubulco dedica il tempio di Salus, affrescato da un 

Gaio Fabio poi detto Pittore 

•Nel 294 Lucio Postumio Megello dedica il tempio di Victoria 

•Claudio Marcello vota nel 222 e nel 211 templi ad Honos e Virtus 

•Acilio Glabrione vota nel 191 un tempio a Pietas 

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- Rapporti politici e religiosi tra Fabio e Otacilio Crasso 

•Il tempio di Mens viene dedicato da Otacilio l’8 giugno 215 a.C. 

•La festività è riportata sui calendari, e nei Fasti di Ovidio 

•Ovidio, Fasti, VI, 241-248: 

• 

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- Rapporti politici e religiosi tra Fabio e Otacilio Crasso 

•Tra Fabio ed Otacilio dobbiamo supporre una piena collaborazione 

•Otacilio imparentato con Fabio (sposa la nipote) 

•Alta posizione religiosa di Otacilio, augure e pontefice 

•Otacilio sfiduciato da Fabio nelle elez. cons. del 215, fu solo pretore 

•Non ci sono motivi per mettere in dubbio l’amicizia tra i due 

•Otacilio dirige le operazioni militari nella zona di Trapani presso Erice 

•Forse suo il suggerimento del tempio per Venere Erucina 

•Fabio suggerisce Mens 

•Come dedicanti c’è un’inversione, gli onori per la divinità maggiore 

spettavano al magistrato con la carica più alta 

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- Possibili influssi greci nel culto di Mens 

•Roma in quest’epoca è aperta alla cultura greca 

•Alcuni culti romani prendono coloriture greche 

•La famiglia dei Fabii è aperta verso la grecità 

•Fabio Gurgite eresse un tempio a Venere nel 295 

•Fabio Gurgite ambasciatore in Egitto nel 273 da Tolomeo Filadelfo 

•Fabio Massimo studiava Tucidide e aveva una vasta cultura 

•Fabio Pittore scrisse una storia di Roma in lingua greca

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- Fabio Pittore e l’ambasceria a Delfi nel 216 a.C. 

•Fabio Pittore fu ambasciatore a Delfi dopo la sconfitta di Canne 

•Ambasceria sicuramente sostenuta da Fabio Massimo 

•Il responso sembra un altro progetto religioso (di Fabio?) per 

onorare gli dèi 

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- Fabio Pittore e l’ambasceria a Delfi nel 216 a.C. 

•Significativa la promessa di vittoria e l’avvertimento di tenere 

lontana la “lascivia”: lasciviam a vobis prohibetote 

•Lascivia forse nel senso di sfrenatezza, sregolatezza, mancanza di 

controllo, indisciplina 

•E’ in fondo il peccato di Flaminio, cui si voleva rimediare con Mens 

•Mens, ideazione religiosa romana, sembra ricevere da questo 

responso una maggiore profondità di contenuto 

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IV. La rinnovazione del tempio di Mens 

- Incertezza sulla cronologia e sull’autore della 

rinnovazione 

•Cicerone e Plutarco ricordano un tempio di Mens legato a Emilio 

Scauro 

•Ignorano Otacilio 

•Cicerone: tempio posto sul Campidoglio 

•Dunque non un altro tempio, ma il rinnovo del tempio precedente 

•Dubbi sulla cronologia 

•Dubbi sul personaggio: Scauro padre cos. 115; Scauro figlio pret. 56 

e candidato console nel 54 

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- Possibilità di attribuire la rinnovazione a Emilio Scauro 

padre 

•Scauro padre cos. 115, trionfatore sui Galli della Liguria, vittorie di 

poco conto, comunque pontefice e princeps senatus 

•Plutarco dice peri; ta; Kimbrika; toi`" crovnoi" gegonwv", “nato / 

fiorito / (vissuto) al tempo delle guerre contro i Cimbri” 

•Ma guerre Cimbriche 113-101, vero pericolo solo 105-101 

•Scauro padre non fa nulla di importante dopo il 115 

•Ma forse termine “guerre Cimbriche” in Plutarco solo approssimato 

•Forse rinnovo dei templi di Mens e Fides per la brutalità di Servilio 

Cepione verso gli ambasciatori dei Cimbri ad Arausio/Orange (105) 

•Ipotesi poi in contrasto con il proxume di Cicerone. 

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- Conclusione 

•Da Cicerone non può ricavarsi nessun argomento sicuro 

•Da Plutarco sembra accettabile la cronologia Cimbrica per il tempio, 

sia pure imprecisa 

•Il rinnovamento del tempio, comunque, indica il persistere 

dell’interesse per Mens della religione di stato 

•L’associazione Mens / Fides indica il bisogno sentito di entrambe le 

divinità in relazione ad un fatto preciso a noi ignoto 

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- Possibilità di attribuire la rinnovazione a Emilio Scauro 

figlio 

•Forse Plutarco usa gegonwv" nel senso di “nato” al tempo delle 

guerre Cimbriche, da riferire a Scauro figlio 

•Münzer: primo figlio Emilio morto suicida nel 102: nuovo matrimonio 

e altro figlio Emilio nato nel 101, alla fine delle guerre Cimbriche 

•Ma lascerebbe imprecisata la cronologia del tempio di cui si parla 

•Inoltre, problematica l’espressione proxume (“recentemente”) di 

Cicerone: nel 45/44? Nel 77/75? 

•Ancora, nessun momento della vita di Scauro figlio e delle lotte 

politiche del tempo si può collegare a Mens e Fides 

•Infine, Cicerone difende Scauro figlio nel 54, ma non fa accenno ai 

templi (ci sono però passi mutili) 

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V. Il culto di Mens 

1. Sviluppo e caratteri 

2. Mens e le divinità astratte nella religione romana

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Sviluppo e caratteri 

- Significato della rinnovazione del tempio 

•L’incertezza sulla data della rinnovazione del tempio impedisce di 

dare un significato sicuro alla stessa 

•Sicuramente il rinnovo fu dovuto a una particolare situazione 

politica, militare o spirituale 

•Per Scauro padre, probabile il nesso con il pericolo dei barbari Cimbri 

e Teutoni (poi sconfitti da Mario) 

•Per Scauro figlio, il momento non è precisabile 

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- Mens e gli schiavi 


•Per il II secolo a.C. e parte del I sec. abbiamo solo epigrafi su Mens 

da altre città diverse da Roma: Tivoli, Cori, Alba Fucens, Aquileia. 

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•Un’iscrizione di Cori, fra le più antiche, ci dà notizia di alcuni schiavi e 

di 10 magistri che raccolgono una somma per Mens, per fare non si sa 

che cosa 

•Questo fa ritenere che gli schiavi fossero particolarmente legati a 

Mens (forse speravano di ottenere la libertà dalla bona mens del 

padrone) 

•CIL I 1156 = I 2 1510 = X 6514 = D 3819 = I.L.R.P. 225 

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- Mens nel sentire popolare 


•Comunque, il culto di Mens continua nella religione ufficiale 

•Si sviluppa poi negli strati popolari anche fuori di Roma, in città 

minori 

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•CIL I 1156 = I 2 1510 = X 6514 = D 3819 = I.L.R.P. 225 

•CIL I 1156 = Corpus Inscriptionum Latinarum, vol. I, 

(1863 - iscriz. repubblicane), iscriz. num. 1156 

•CIL I 2 1510 = Corpus Inscriptionum Latinarum, vol. I, 

seconda edizione (1918 - iscriz. repubblicane), iscriz. 

num. 1510 

•CIL X 6514 = Corpus Inscriptionum Latinarum, vol. X, 

(1883 - iscriz. di Bruzio, Lucania, Campania, Sicilia, 

Sardegna), iscriz. num. 6514

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•CIL I 1156 = I 2 1510 = X 6514 = D 3819 = I.L.R.P. 225 

•D 3819 = H. Dessau, Inscriptiones Latinae Selectae, I-III 

(1892-1916), iscriz. num. 3819 

•I.L.R.P. 225 = A. Degrassi, Inscriptiones Latinae Liberae 

Rei Publicae, I-II (1965-1972), iscriz. num. 225 (anche 

ILLRP) 

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•Ma un’altra iscrizione di Cori presenta tra i magistri di Mens un 

ingenuo e quattro liberti 

•Costoro dedicano a Mens una statua (signum) e fanno svolgere 

rappresentazioni teatrali (ludos scaenicos fecer(unt)) 

•CIL X 6512 

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•Anche in due iscrizioni di Alba Fucens (presso il Fucino) troviamo 

schiavi che onorano Mens (rappresentata come donna seduta) 

•Non si può precisare il motivo del legame tra Mens e gli schiavi 

•Iscrizioni di Alba: 

•CIL I 1167 = I 2 1817 = IX 3910 = D 3817 = I.L.R.P. 227 

•CIL I 1168 = I 2 1818 = IX 3911 = D 3818 = I.L.R.P. 228 

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- Mens e l’attività dello studio 

•Mens rappresentata sulle monete di Paestum come seduta nell’atto 

di leggere 

•Plutarco, De fort. Rom., 5 (dopo aver parlato del tempio di Mens): 

•“Poiché già allora erano entrate nella città di Roma retorica, sofistica 

ed oratoria, si cominciò a magnificare simili attività”. 

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- Mens come divinità ‘salutare’ 

•Si invocava Mens anche per chiedere bonam mentem, quale salute 

interiore accanto alla salute fisica 

•Iscrizione di Tivoli (CIL XIV 3564 = D 3821): al primo rigo, dedica 

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Menti Bonae Saluti 



•Mens è divinità salutare anche in una iscrizione di Aquileia 

(=“Archeografo Triestino”, XXI, 1896-97, p. 348, n. 75) 

•L’iscriz. proviene dal tempio di Beleno, dio guaritore 

•A Beleno un’altra iscrizione associa Valetudo (ivi, p. 347 n. 74) 

•Quindi Mens e Salus/Valetudo onorate ad Aquileia come 

dispensatrici di salute completa 

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- Mens e l’attività dello studio 

•Naturale che Mens sia messa in rapporto con le attività di studio 

•Molto spesso i magistri dedicanti a Mens sono liberti, solitamente di 

provenienza greca e persone istruite, attivi nelle attività commerciali 

ed educative (ma lo sono anche per altre divinità…) 

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Menti Bonae Saluti 

•Espressione dubbia, forse Salus cognomen di Mens Bona, ma con 

maggiore probabilità si tratta di due divinità, per una salute completa 

•Salus = greca Igieia (anche Valetudo), divinità della salute del corpo 

•Salus protegge anche lo stato romano (salvezza, fortezza) 

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•Ad Aquileia nei pressi dell’iscriz. di Mens trovata una iscrizione con 

Atamenti, intesa come At(r)a(e) Menti = Malae Menti (ivi, p. 349 n. 

76): si vuole allontanare l’aspetto maligno della dea 

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•Mens e Salus / Valetudo associate anche nella letteratura 

•Sono sentite vicine e complementari (es. mens sana in corpore sano) 

•Nella religione popolare Mens dava bonam mentem ai fanciulli 

(Agostino, Civ. Dei, IV, 21; VII, 3) 

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- Mens nella religione 

imperiale 

•Il culto pubblico, statale di Mens 

continua nel tempo 

•Si chiedeva a Mens la saggezza 

politica e militare 

•Era invocata specialmente in casi 

di grave pericolo per lo Stato 

•L’imperatore Pertinace (193 d.C.) 

conia una moneta con Mens in 

piedi, lunga veste, scettro e 

corona, e l’iscrizione Menti 

Laudandae 

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•Petronio, 61: i commensali prima di iniziare si augurano bonam 

mentem et bonam valetudinem 

•Petronio, 88: ora si fanno voti agli dèi per ottenere una rapida 

ricchezza e non bonam mentem aut bonam valitudinem 

•Seneca, Epist., I, 10, 4: bisogna chiedere dapprima bonam mentem, 

bonam valetudinem animi, e poi la salute del corpo (deinde tunc 

corporis) 

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- Mens nella religione imperiale 

•Eckhel: la dedica di Pertinace ha lo scopo di mostrare la sua nuova 

politica, del tutto diversa dall’amentia di Commodo 

•Mens dea del buon senso e della moderazione, con laudanda invece 

del solito bona, con significato simile e immutato nel tempo 

•Non sembra si possa parlare, con il Grant, del terzo centenario del 

rinnovamento del tempio (107 a.C. - 193 d.C.)

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•Mens in relazione a fatti politico-militari in una iscrizione di Lione 

(CIL XIII 1673 = D 1152) 

•Filippiano legato di Settimio Severo nella provincia dedica un altare 

Bonae Menti ac reduci Fortunae 

•Probabilmente Filippiano sconfigge e scaccia dalla provincia gli 

avversari di Settimio Severo, facenti capo al pretendente Clodio 

Albino 

•La dedica è in relazione alla saggezza / buona disposizione mentale 

ed alla buona fortuna tornate nella provincia di Lione 

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•Mens nelle nuove iscrizioni di Paestum: già prima di Pertinace Mens 

è collegata agli imperatori e alla vita dell’impero 

•ILP 12 (prima metà II sec. d.C.) e ILP 13 (più tarda): Mens ha 

l’appellativo di Augusta 

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ILP 13 

[---]inius 

[---]ogenes 

[---]onius 

[---]enu[s] 

[Mag(istri) Me]nt(i) Bon(ae) 

[Augu]st(ae) sacr(averunt). 

80 

82 

84 




ILP 12 

P(ublius) Pomponius 

Lucanus 

L(ucius) Valerius 

Benignus 



Mag(istri) Ment(i) B[on(ae)] 

August(ae) sacr(averunt) 

•Anche altre divinità astratte (Concordia, Victoria, Felicitas, Pax, 

Pietas, Providentia, Salus, Virtus, Liberalitas, ecc), molto frequenti 

nella monetazione imperiale, hanno l’appellativo di Augusta. 

•Augusta ha di solito il significato di genitivo possessivo, come 

Augusti, di Augusto, dell’imperatore 

•a) l’imperatore possiede quel bene, quella virtù 

•b) l’imperatore distribuisce al popolo quel bene o virtù 

•c) la divinità è associata all’imperatore e ne protegge l’attività

85 




•Mens in queste iscrizioni sembra identificarsi con l’imperatore: 

•Mens assiste l’imperatore 

•L’imperatore ha una Mens divina 

•Pertinace con le sue monete vuole ispirare la sua condotta politica 

alla saggezza di Mens 

•I magistri di Paestum riconoscono, con lealtà ed adulazione, 

l’assistenza effettiva di Mens sulla condotta imperiale 

•Appellativo Augusta forse nato prima a Roma e poi rifluito altrove 

•Magistri associati forse agli Augustales, sacerdoti del culto imperiale 

87 



- Come era amministrato il culto di Mens 

•Paestum: culto di Mens presieduto da 2 magistri, tutti liberti 

•Pozzuoli: 2 magistri, liberti 

•Tivoli: 2 magistri quinquennales, liberti 

•Cori: 10 magistri; personaggi schiavi e liberti; personaggi liberi e 

liberti; ludi scenici 

•Cales: 13 ministri, ma la parola è integrata (m[inis]trei), forse 12 

•Alba Fucens: 3 schiavi; immagine di donna sedente 

•Luni: un privato, Felix Vilicus, dedica a Mens un altare 

•Non si conosce l’eventuale ruolo degli augustales di Paestum 

•Anche altre divinità sono onorate da magistri liberti, non deve essere 

sopravvalutata la loro importanza 

89 


Mens e le divinità astratte nella religione romana 

- Le divinità astratte nelle epigrafi 

•Le divinità astratte (come Mens) furono sentite come concrete o 

artificiose? 

•Studio di Axtell 

•Sono in genere prova di un carattere personale della divinità gli 

aggettivi che la accompagnano (es. Fortuna regina), ma di solito per 

le divinità astratte sono impersonali 

•Bona insieme a Mens è impersonale, e non significa “la buona 

divinità Mens”, ma “l’aspetto buono di Mens”. 

•In genere le divinità astratte non avevano un grado apprezzabile di 

personalità 

86 


- Sviluppo del culto di Mens 


•Mens nasce durante la repubblica in ambiente senatorio 

•Il culto pubblico ufficiale viene incentivato solo in occasione di 

particolari eventi (rinnovo di Scauro) 

•Mens poi legata alla persona dell’imperatore 

•Si sviluppò in parallelo il culto privato, popolare di Mens: facoltà 

dell’intelletto, salute mentale, assistenza nello studio, liberazione per 

gli schiavi, ecc. 

•Culto periferico di Mens complementare a quello di Roma, curato da 

personaggi non solo schiavi o liberti, ma anche liberi 

•A Paestum anche un tempio 

88 

90 


V. Il culto di Mens 

1. Sviluppo e caratteri 

2. Mens e le divinità astratte nella religione romana 



- Le divinità astratte nella letteratura 

•In genere le divinità astratte non avevano un grado apprezzabile di 

personalità: ciò risulta anche dalle testimonianze letterarie 

•Già in Plauto e in altri commediografi c’è la coscienza scherzosa di 

come venissero create

91 



- Le divinità astratte in Varrone 

•Varrone distingue gli dèi della tradizione in certi - incerti - selecti 

•Varrone inserisce fra i certi anche gli dèi minuti, i Sondergötter degli 

indigitamenta 

•Agostino si meraviglia di non trovare Mens-Virtus-Felicitas fra i 

selecti 

•Per Varrone stesso non era chiara la divinità di queste astrazioni, ma 

la giustificava 

•Es. Felicitas: non è una dea la felicità che viene data, ma la divinità 

(ignota…) dalla quale viene concessa 

93 


- Le divinità astratte in Cicerone 

•Cicerone, più o meno come Varrone, intende le divinità astratte come 

concetti mentali 

•Alcune divinità, es. Salus, Mens, Fides, Concordia, Victoria, hanno 

tratto il loro nome da qualità, virtù, doni o benefici, la cui forza non si 

spiega senza un dio 

•Tuttavia, insieme ad altri romani colti, ha molti dubbi su queste forze 

divine, anche se ne vede le statue e i templi del culto pubblico 

95 




- Le divinità astratte in autori successivi 

•Ovidio, Amores, I, 2, 29 ss.: il poeta, preda di Cupìdo, si arrende e 

partecipa alla sfilata del suo trionfo. 

• 

•C’è in Ovidio un tono di finzione che appiattisce le divinità, viste nel 

loro aspetto esteriore 

92 



- Le divinità astratte in Varrone 

•Varrone così NON inserì le divinità astratte fra gli dèi selecti 

•Varrone come stoico credeva ad un dio unico, universale, 

dispensatore di benefici per gli uomini 

•Varrone rispettava la tradizione romana e la teologia tripartita degli 

uomini colti romani (elaborata da Panezio di Rodi e poi dal pontefice 

Scevola) (vd. Aug., Civ., IV, 27) 

•a) divinità derivate dai poeti, inventate 

•b) divinità derivate dai filosofi, dannose per le masse 

•c) divinità derivate dai capi di Stato / governanti, utili alla 

conservazione dello Stato (genus civile) 

•Mens e le altre divinità astratte appartenevano al genus civile, ma 

non avevano individualità/personalità 

94 




•Publilio Siro: “Per i desideri degli uomini la Fortuna fu fatta dea” 

•Properzio, III, 24, 17-20: persa la cieca passione di una volta per 

Cinzia, il poeta ha gettato l’ancora nel porto: 

• 

•Mens, signora della tranquillità interiore, lascia tuttavia Properzio un 

po’ scettico sulla sua natura divina 

96 




•Plinio il Vecchio, Nat. hist., II, 5, 14: 

• 

•Plinio critica decisamente le forme e le figure delle divinità 

tradizionali

97 


Mens e le divinità astratte 

nella religione romana 

- Le divinità astratte in autori 

successivi 

•Nel complesso, tutti gli scrittori 

antichi si mostrano alquanto freddi, 

distaccati verso le divinità astratte. 

•L’ultima battaglia del paganesimo è 

combattuta da Simmaco per la statua 

della Vittoria nel senato di Roma, 

rimossa dagli imperatori cristiani 

99 


98 




•Gli scrittori cristiani (Tertulliano, Arnobio, Lattanzio, Agostino) 

polemizzavano soprattutto sulle divinità astratte e sui valori / virtù 

che esse rappresentavano, sostenendo che non bisognava fare templi 

o statue, ma collocarle nel petto, nell’anima 

•Le divinità astratte lasciano il posto ai valori cristiani provenienti da 

Dio. 

100 




•Gli scrittori cristiani debellarono così culti mai veramente sentiti 

•Le divinità astratte ebbero vita lunga solo come culti di stato 

•Mens tuttavia in qualche modo si mantenne viva anche 

nell’interpretazione popolare, insieme a Salus

Antichità Romane-2 Mens 2011-12 - Università degli Studi di Salerno

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