Boll. Novembre 05 - Parrocchia di Salò
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La Vicaria <strong>di</strong> <strong>Salò</strong><br />
in seno al Consiglio Pastorale Diocesano<br />
I<br />
l Vescovo Luciano ha convocato<br />
il Consiglio Pastorale<br />
Diocesano sabato 24 maggio<br />
u. s., ponendo all’or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno della riunione due quesiti<br />
guida. La Vicaria <strong>di</strong> <strong>Salò</strong> ha fatto<br />
sentire la propria voce con un<br />
intervento <strong>di</strong> cui riassumiamo i<br />
contenuti.<br />
Inquadro i due quesiti-guida, rapportandoli<br />
alla concretezza del<br />
vissuto ecclesiale costituito dalle<br />
parrocchie e dalla <strong>di</strong>ocesi.<br />
Sintetizzerei la sfida pedagogica<br />
attuale nello slogan : “Guardare<br />
oltre l’oggi”. I problemi attuali<br />
sono talmente complessi e<br />
globalizzati da richiedere un<br />
ripensamento dell’uomo e<br />
della possibilità <strong>di</strong> realizzazione<br />
dello stesso. Quanto<br />
affermato vale anche per la<br />
Chiesa. Vale anche per la<br />
Pastorale, che non può ridursi<br />
ad una serie <strong>di</strong> attività e <strong>di</strong><br />
tecniche, ma che deve essere<br />
capace <strong>di</strong> “riflettere” il cuore<br />
<strong>di</strong> Dio e, in questa luce, <strong>di</strong> far<br />
crescere una umanità credente.<br />
Per attuare questo obiettivo,<br />
si rende necessario un<br />
rinnovamento alla ra<strong>di</strong>ce<br />
(appunto, una rievangelizzazione).<br />
L’attuale percepibile<br />
“impasse” della vita ecclesiale, in<br />
<strong>di</strong>fficoltà nel generare cristiani<br />
adulti e testimonianze cre<strong>di</strong>bili,<br />
può essere colta nella richiesta<br />
impropria fatta alla Chiesa <strong>di</strong><br />
ridursi a luogo del sacro o a custode<br />
<strong>di</strong> valori, com’è tipico <strong>di</strong> una<br />
religione civile.<br />
Partendo da questa premessa, si<br />
possono cogliere i no<strong>di</strong> <strong>di</strong> fondo<br />
utili ad in<strong>di</strong>viduare le vie possibili<br />
per un reale e vero rinnovamento<br />
(… recuperare maggior attenzione<br />
nei confronti della parola <strong>di</strong> Dio). In<br />
primo luogo, potrebbe essere<br />
in<strong>di</strong>cato il <strong>di</strong>scernimento su quello<br />
che è il compito specifico della<br />
Chiesa, corrisponde a ciò che<br />
<strong>di</strong>venta nutrimento essenziale per<br />
la vita credente. In secondo luogo,<br />
tornerebbe utile capire quale (conseguente)<br />
identità sociale è chiamata<br />
ad assumere e a testimoniare<br />
la comunità cristiana oggi (… la<br />
formazione, ad esempio, degli operatori<br />
pastorali laici… intesi come profeti<br />
<strong>di</strong> rievangelizzazione). In terzo<br />
luogo, parrebbe necessario cercare<br />
nuovi criteri per i rapporti con<br />
l’esterno, intrecciando compagnie<br />
<strong>di</strong> uomini e confrontandosi con i<br />
poteri politici, economici e culturali.<br />
Le tra<strong>di</strong>zioni parrocchiali sono<br />
<strong>di</strong>fferenti e <strong>di</strong>versamente ra<strong>di</strong>cate.<br />
Tuttavia, tre parametri potrebbero<br />
essere utilizzati come misura<br />
<strong>di</strong> un modello buono (se non<br />
ad<strong>di</strong>rittura ottimale). In primo<br />
1 – “Come aiutare le nostre<br />
comunità cristiane a recuperare<br />
maggior attenzione nei confronti<br />
della Parola <strong>di</strong> Dio?”.<br />
2 – “Quali elementi evidenziare<br />
in tema <strong>di</strong> formazione degli<br />
operatori pastorali laici nella<br />
nostra <strong>di</strong>ocesi?”.<br />
luogo, un modello <strong>di</strong> parrocchia<br />
costruito attorno all’essenziale<br />
della fede e della vita, da nutrire<br />
con il “Cibo” sostanziale, particolarmente<br />
necessario in questo<br />
tempo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> cambiamenti.<br />
Inoltre, una affettuosa attenzione<br />
a tutti, rinnovando quella che don<br />
Primo Mazzolari chiamava “l’agonia<br />
per l’assente”. Infine, a complemento,<br />
la proposta <strong>di</strong> mete<br />
comunque alte, senza mai ridursi<br />
– come <strong>di</strong>ceva don Milani – a fare<br />
i “commercianti”, cercando sempre<br />
<strong>di</strong> elevare, <strong>di</strong> far crescere le persone<br />
e il contesto.<br />
È utile ricordare una affermazione<br />
tutt’ora <strong>di</strong> perdurante attualità,<br />
del card. Martini: “La <strong>Parrocchia</strong> è<br />
chiamata ad essere una comunità che,<br />
in una società connotata da relazioni<br />
fragili, conflittuali e <strong>di</strong> tipo consumistico,<br />
esprime la possibilità <strong>di</strong> relazioni<br />
gratuite, forti e durature, cementa-<br />
te dalla mutua accettazione e dal perdono<br />
reciproco, una comunità segnata<br />
dalla giustizia e dalla ricerca <strong>di</strong><br />
riconciliazione e <strong>di</strong> pace”.<br />
Si dovrebbe cioè porre il massimo<br />
impegno nel far maturare un<br />
clima nuovo: come in una famiglia<br />
ove vige la legge dell’amore e<br />
non del successo, dell’offerta e<br />
non della contabilità, e in cui la<br />
mensa è sempre preparata con<br />
affetto e vissuta come incontro<br />
atteso, e non solo come mera consumazione<br />
<strong>di</strong> pasti. Ma per fare<br />
questo, occorre superare l‘apocalittica<br />
soglia del millennio<br />
e la misura biblica del<br />
quarantennio a valle del<br />
Vaticano II, sviluppando<br />
quel “santuario” aperto,<br />
umanizzante, ospitale,<br />
che accoglie – secondo<br />
l’antica anafora <strong>di</strong> san<br />
Basilio – “ciascuno con il<br />
suo dono, ciascuno con il suo<br />
peso”.<br />
Entro questo orizzonte,<br />
l’accoglienza dei poveri<br />
risulta la verifica più concreta<br />
<strong>di</strong> cosa si sta perseguendo:<br />
se la logica del<br />
serf-service religioso, in<br />
cui ognuno resta isolato<br />
dall’altro, ovvero la mensa<br />
imban<strong>di</strong>ta per tutti, e anzitutto<br />
per i più piccoli, in cui si ritrova la<br />
famiglia abitata da un cuore che<br />
va in ricerca del più debole, per<br />
avvolgerlo in un mantello <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>lezione,<br />
se povero e sofferente, e<br />
per accoglierlo, se errante e peccatore.<br />
Entro questi orizzonti, anche i<br />
rapporti con l’esterno dovrebbero<br />
essere improntati alla profezia. La<br />
casa, infatti, e non il Palazzo, era il<br />
luogo più caro ai <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong><br />
Gesù. Infatti, l’unica realtà<br />
“sacra” per il Vangelo era (e rimane)<br />
la persona umana.<br />
E se resta importante il tempio, i<br />
testimoni (gli operatori pastorali)<br />
dovrebbero essere anzitutto gli<br />
uomini della “via”: annunciatori<br />
fedeli della Parola e testimoni<br />
fedeli della stessa nella quoti<strong>di</strong>anità.<br />
Renato Cobelli<br />
VARIETÀ VERSO L’UNITÀ a cura della Redazione<br />
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