17.04.2013 Views

Boll. Novembre 05 - Parrocchia di Salò

Boll. Novembre 05 - Parrocchia di Salò

Boll. Novembre 05 - Parrocchia di Salò

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La Vicaria <strong>di</strong> <strong>Salò</strong><br />

in seno al Consiglio Pastorale Diocesano<br />

I<br />

l Vescovo Luciano ha convocato<br />

il Consiglio Pastorale<br />

Diocesano sabato 24 maggio<br />

u. s., ponendo all’or<strong>di</strong>ne del<br />

giorno della riunione due quesiti<br />

guida. La Vicaria <strong>di</strong> <strong>Salò</strong> ha fatto<br />

sentire la propria voce con un<br />

intervento <strong>di</strong> cui riassumiamo i<br />

contenuti.<br />

Inquadro i due quesiti-guida, rapportandoli<br />

alla concretezza del<br />

vissuto ecclesiale costituito dalle<br />

parrocchie e dalla <strong>di</strong>ocesi.<br />

Sintetizzerei la sfida pedagogica<br />

attuale nello slogan : “Guardare<br />

oltre l’oggi”. I problemi attuali<br />

sono talmente complessi e<br />

globalizzati da richiedere un<br />

ripensamento dell’uomo e<br />

della possibilità <strong>di</strong> realizzazione<br />

dello stesso. Quanto<br />

affermato vale anche per la<br />

Chiesa. Vale anche per la<br />

Pastorale, che non può ridursi<br />

ad una serie <strong>di</strong> attività e <strong>di</strong><br />

tecniche, ma che deve essere<br />

capace <strong>di</strong> “riflettere” il cuore<br />

<strong>di</strong> Dio e, in questa luce, <strong>di</strong> far<br />

crescere una umanità credente.<br />

Per attuare questo obiettivo,<br />

si rende necessario un<br />

rinnovamento alla ra<strong>di</strong>ce<br />

(appunto, una rievangelizzazione).<br />

L’attuale percepibile<br />

“impasse” della vita ecclesiale, in<br />

<strong>di</strong>fficoltà nel generare cristiani<br />

adulti e testimonianze cre<strong>di</strong>bili,<br />

può essere colta nella richiesta<br />

impropria fatta alla Chiesa <strong>di</strong><br />

ridursi a luogo del sacro o a custode<br />

<strong>di</strong> valori, com’è tipico <strong>di</strong> una<br />

religione civile.<br />

Partendo da questa premessa, si<br />

possono cogliere i no<strong>di</strong> <strong>di</strong> fondo<br />

utili ad in<strong>di</strong>viduare le vie possibili<br />

per un reale e vero rinnovamento<br />

(… recuperare maggior attenzione<br />

nei confronti della parola <strong>di</strong> Dio). In<br />

primo luogo, potrebbe essere<br />

in<strong>di</strong>cato il <strong>di</strong>scernimento su quello<br />

che è il compito specifico della<br />

Chiesa, corrisponde a ciò che<br />

<strong>di</strong>venta nutrimento essenziale per<br />

la vita credente. In secondo luogo,<br />

tornerebbe utile capire quale (conseguente)<br />

identità sociale è chiamata<br />

ad assumere e a testimoniare<br />

la comunità cristiana oggi (… la<br />

formazione, ad esempio, degli operatori<br />

pastorali laici… intesi come profeti<br />

<strong>di</strong> rievangelizzazione). In terzo<br />

luogo, parrebbe necessario cercare<br />

nuovi criteri per i rapporti con<br />

l’esterno, intrecciando compagnie<br />

<strong>di</strong> uomini e confrontandosi con i<br />

poteri politici, economici e culturali.<br />

Le tra<strong>di</strong>zioni parrocchiali sono<br />

<strong>di</strong>fferenti e <strong>di</strong>versamente ra<strong>di</strong>cate.<br />

Tuttavia, tre parametri potrebbero<br />

essere utilizzati come misura<br />

<strong>di</strong> un modello buono (se non<br />

ad<strong>di</strong>rittura ottimale). In primo<br />

1 – “Come aiutare le nostre<br />

comunità cristiane a recuperare<br />

maggior attenzione nei confronti<br />

della Parola <strong>di</strong> Dio?”.<br />

2 – “Quali elementi evidenziare<br />

in tema <strong>di</strong> formazione degli<br />

operatori pastorali laici nella<br />

nostra <strong>di</strong>ocesi?”.<br />

luogo, un modello <strong>di</strong> parrocchia<br />

costruito attorno all’essenziale<br />

della fede e della vita, da nutrire<br />

con il “Cibo” sostanziale, particolarmente<br />

necessario in questo<br />

tempo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> cambiamenti.<br />

Inoltre, una affettuosa attenzione<br />

a tutti, rinnovando quella che don<br />

Primo Mazzolari chiamava “l’agonia<br />

per l’assente”. Infine, a complemento,<br />

la proposta <strong>di</strong> mete<br />

comunque alte, senza mai ridursi<br />

– come <strong>di</strong>ceva don Milani – a fare<br />

i “commercianti”, cercando sempre<br />

<strong>di</strong> elevare, <strong>di</strong> far crescere le persone<br />

e il contesto.<br />

È utile ricordare una affermazione<br />

tutt’ora <strong>di</strong> perdurante attualità,<br />

del card. Martini: “La <strong>Parrocchia</strong> è<br />

chiamata ad essere una comunità che,<br />

in una società connotata da relazioni<br />

fragili, conflittuali e <strong>di</strong> tipo consumistico,<br />

esprime la possibilità <strong>di</strong> relazioni<br />

gratuite, forti e durature, cementa-<br />

te dalla mutua accettazione e dal perdono<br />

reciproco, una comunità segnata<br />

dalla giustizia e dalla ricerca <strong>di</strong><br />

riconciliazione e <strong>di</strong> pace”.<br />

Si dovrebbe cioè porre il massimo<br />

impegno nel far maturare un<br />

clima nuovo: come in una famiglia<br />

ove vige la legge dell’amore e<br />

non del successo, dell’offerta e<br />

non della contabilità, e in cui la<br />

mensa è sempre preparata con<br />

affetto e vissuta come incontro<br />

atteso, e non solo come mera consumazione<br />

<strong>di</strong> pasti. Ma per fare<br />

questo, occorre superare l‘apocalittica<br />

soglia del millennio<br />

e la misura biblica del<br />

quarantennio a valle del<br />

Vaticano II, sviluppando<br />

quel “santuario” aperto,<br />

umanizzante, ospitale,<br />

che accoglie – secondo<br />

l’antica anafora <strong>di</strong> san<br />

Basilio – “ciascuno con il<br />

suo dono, ciascuno con il suo<br />

peso”.<br />

Entro questo orizzonte,<br />

l’accoglienza dei poveri<br />

risulta la verifica più concreta<br />

<strong>di</strong> cosa si sta perseguendo:<br />

se la logica del<br />

serf-service religioso, in<br />

cui ognuno resta isolato<br />

dall’altro, ovvero la mensa<br />

imban<strong>di</strong>ta per tutti, e anzitutto<br />

per i più piccoli, in cui si ritrova la<br />

famiglia abitata da un cuore che<br />

va in ricerca del più debole, per<br />

avvolgerlo in un mantello <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>lezione,<br />

se povero e sofferente, e<br />

per accoglierlo, se errante e peccatore.<br />

Entro questi orizzonti, anche i<br />

rapporti con l’esterno dovrebbero<br />

essere improntati alla profezia. La<br />

casa, infatti, e non il Palazzo, era il<br />

luogo più caro ai <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong><br />

Gesù. Infatti, l’unica realtà<br />

“sacra” per il Vangelo era (e rimane)<br />

la persona umana.<br />

E se resta importante il tempio, i<br />

testimoni (gli operatori pastorali)<br />

dovrebbero essere anzitutto gli<br />

uomini della “via”: annunciatori<br />

fedeli della Parola e testimoni<br />

fedeli della stessa nella quoti<strong>di</strong>anità.<br />

Renato Cobelli<br />

VARIETÀ VERSO L’UNITÀ a cura della Redazione<br />

15

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!