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Rosetta Nulli - Testimonianze dai lager

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in ritirata, a piedi, come in un film. Erano con le giubbe tutte slacciate senza i cinturoni e<br />

senza le armi. Verso le dieci circa non abbiamo più visto soldati tedeschi. Siamo usciti<br />

fuori e siamo andati verso la strada che doveva portarci a Riva ma l’abbiamo trovata<br />

interrotta, con un grande buco. Dall’altra parte abbiamo visto due camionette americane.<br />

Ho pensato “Finalmente adesso qualcuno mi raccoglierà e non dovrò più continuare a<br />

piedi” invece gli Americani hanno girato intorno a questa voragine con le loro jeeps ma<br />

non sono riusciti ad attraversarla, era troppo profonda. Abbiamo vedere il foglio di<br />

scarcerazione e loro hanno preso sulla loro jeep mia suocera, mia madre e il bambino. Io<br />

e mio padre abbiamo dovuto andare a piedi fino a Riva di Trento. Il nostro ritorno a casa è<br />

un finale veramente incredibile.<br />

A Riva di Trento ci riuniamo tutti. In inglese cerco di spiegare agli Americani la nostra<br />

situazione e chiedo cosa possono fare per noi. Ci portano con un mezzo anfibio al di là di<br />

Malcesine, fino a un bel prato in riva al lago, dove c’era un distaccamento di soldati<br />

americani. Mentre siamo a chiederci come fare per proseguire si avvicina un giovanotto<br />

che ci dice “ho sentito che state cercando un mezzo per tornare a casa. Vorrei farle una<br />

proposta. C’è un giovane laggiù che ha una moto con un sidecar. Se lei riesce a farsi dare<br />

dagli Americani la benzina, lui vi porta a casa” Arriva il giovane, sul sidecar c’era una<br />

bandiera tricolore. Era stato partigiano in quelle zone. Quindi ci sentiamo sicuri. Gli<br />

Americani riempiono il serbatoio e ci danno anche una tanichetta piccola. Ci siamo<br />

disposti così: mia madre nel sidecar con mio figlio, mio padre dietro il guidatore, mia<br />

suocera dietro il sidecar e io in piedi con un piede sul sidecar e uno sulla moto. Tremavo.<br />

Andiamo velocissimi e a un certo punto di viale Venezia si rompe una gomma. Proprio<br />

squarciata. Mio padre propone di andare la Fiat da un certo Bertolotti per trovare una<br />

gomma. Andiamo e lì siamo avvicinati da dei capi partigiani. Tra loro un tedesco. Mio<br />

padre decide di portarlo fino a Iseo. Dopo avremmo pensato cosa fare. E’ stato sei mesi a<br />

casa nostra, perché non voleva tornare in Germania, aveva paura. Era di Colonia.<br />

A casa nostra è stata dura ma abbiamo trovato tutto. Mio marito l’ho visto soltanto il 12 di<br />

maggio perché non l’hanno smobilitato finché non è stata firmata la pace gli Alleati. Anzi,<br />

gli avevano concesso solo di venire a casa, non era ancora stato smobilitato.

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