29.04.2013 Views

Il Lago e il Vento.pdf

Il Lago e il Vento.pdf

Il Lago e il Vento.pdf

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Il</strong> <strong>Lago</strong> e <strong>il</strong> <strong>Vento</strong><br />

Non è semplice parlare dei venti del <strong>Lago</strong> Maggiore; numerosi e mutevoli variano di direzione e di<br />

nome a seconda di dove ci si trova e della “lingua" ut<strong>il</strong>izzata: in piemontese, per esempio, <strong>il</strong> nostro<br />

“Marengo” (o Marenco, vento da Est-Sud-Est) cambia sesso diventando “Marenca”!<br />

Ma procediamo con ordine. <strong>Il</strong> regime classico del nostro lago (regime di brezza) è formato da due<br />

venti principali, l’uno è la “Tramontana” che viene da Nord la notte o <strong>il</strong> mattino, l’altro l’”Inverna” che<br />

proviene in senso opposto normalmente nelle ore pomeridiane (dall’una - una e trenta fino a sera nel periodo<br />

estivo).<br />

Questi venti non sono altro che la versione “locale” delle cosiddette brezze di monte e di valle, che si<br />

formano, nelle giornate non perturbate, grazie al differente grado di riscaldamento dell’acqua del lago (a<br />

valle) e delle montagne circostanti che si trovano maggiormente verso Nord.<br />

Di notte e di prima mattina l’acqua, che è più calda (avete mai provato a fare <strong>il</strong> bagno di notte?),<br />

riscalda l’aria circostante, che sale verso l’alto (perché meno densa) e viene rimpiazzata dall’aria più fredda<br />

che si trova sui r<strong>il</strong>ievi (avete mai notato che la tramontana è un vento fresco?). Verso metà mattina <strong>il</strong> vento<br />

da Nord cala e, dopo una breve calma di vento, appare l’Inverna, proveniente da Sud, che con la<br />

caratteristica onda corta, sale dal basso lago verso Reno, Laveno, Caldè fino a Luino (l’Inverna del<br />

“Canalone” ha un’altra origine). Ciò è dovuto al fatto che <strong>il</strong> Sole, battendo sui lati dei monti, arriva, verso<br />

mezzogiorno, a riscaldarli maggiormente dell’acqua sottostante (d’estate è piacevole fare nel pomeriggio <strong>il</strong><br />

bagno per rinfrescarsi); ciò provoca la risalita dell’aria che li circonda che viene rimpiazzata da quella più<br />

fredda che sovrasta l‘acqua. Tipica avvisaglia dell’arrivo dell’Inverna sono i “cumuli di bel tempo” (quelle nubi<br />

bianche isolate che sembrano batuffoli d’ovatta) che appaiono sopra la sommità dei monti, ad indicare <strong>il</strong><br />

crearsi delle correnti ascensionali. L’aria, salendo, trova temperature sempre più basse, (a parità di<br />

condizioni la temperatura scende di circa 6 gradi ogni 1000 metri di altezza) e ciò fa condensare l’umidità<br />

che contiene creando la nube.<br />

Vi è sempre Tramontana <strong>il</strong> mattino ed Inverna <strong>il</strong> pomeriggio? Purtroppo no! Questa situazione si ha<br />

solamente in assenza di perturbazioni (aree depressionarie), cioè in condizioni climatiche ottimali. Spesso<br />

capita di avere solo uno dei due venti, di non averne, oppure di avere venti differenti causati da basse<br />

pressioni in arrivo o in partenza dalla nostra zona o, d’estate, venti di temporale (su questi ultimi, molto<br />

intensi ma brevi, non ci soffermeremo).<br />

Naturalmente la conformazione orografica della nostra zona influisce in modo determinante nel<br />

definire la direzione e l’intensità degli spostamenti dell’aria. Ogni zona può così avere piccoli cambiamenti di<br />

direzione per lo stesso vento.<br />

Si ha così l’”Invernone” o “Inverna Novarina” che di intensità maggiore dell’Inverna normale (fino a<br />

2/3 volte) proviene leggermente inclinata da Sud-Ovest.<br />

<strong>Il</strong> “Marenco”, di cui si è accennato all’inizio, che soffia molto forte dal golfo di Laveno verso Intra<br />

(dove solleva una notevole onda) ad una velocità che può raggiungere i 50 nodi (circa 90 ch<strong>il</strong>ometri all’ora);<br />

esso dura da poche ore a mezza giornata ed è abbastanza raro.<br />

<strong>Il</strong> “Mergozzo” (o Margoezz) che, provenendo dal Sempione, si incanala nella Val d’Ossola, si alza<br />

sopra <strong>il</strong> laghetto di Mergozzo (da cui prende <strong>il</strong> nome) per ricadere dall’alto sulla parte di lago antistante l’Isola<br />

Madre ed infrangersi contro Cerro con onde “quasi marine”. <strong>Il</strong> Mergozzo è considerato uno dei venti più<br />

temib<strong>il</strong>i del <strong>Lago</strong> Maggiore a causa della sua intensità (fino a 100 km all’ora) e, soprattutto, della sua<br />

imprevedib<strong>il</strong>ità: da quando compaiono le prime avvisaglie all’orizzonte (<strong>il</strong> golfo di Baveno), a quando arriva<br />

sulla sponda lombarda del lago, possono passare poche decine di secondi (a volte meno)! <strong>Il</strong> Mergozzo non<br />

“monta” progressivamente, arriva improvviso già al massimo della sua intensità. Fortunatamente dura poco:<br />

da qualche ora a, più sovente, poche decine di minuti. Esso spazia dalla punta di San Michele, sulla parte<br />

destra del golfo di Laveno, fino ad Arolo ed offre tregua solo fuori della sua zona o dentro la piccola baia<br />

della Polidora protetta dalla punta di Ceresolo. Si può avere Mergozzo anche verso Lisanza, Ispra e Luino,<br />

ma non è quello “doc”!<br />

<strong>Il</strong> “Monscendrino” ( “Muscendrin”) appare nell’alto lago e prende <strong>il</strong> nome dal Monte Ceneri. (1)<br />

<strong>Il</strong> “Maggiore” è <strong>il</strong> vento principe del nostro lago (da cui prende <strong>il</strong> nome). Spira da Nord Est con forza<br />

e potenza creando una notevole onda. Può durare fino a tre giorni, specialmente d’inverno, ed è <strong>il</strong> vento più


amato dai velisti. Di solito è portatore di bel tempo e può essere di origine favonica (cioè caldo). Può<br />

capitare, durante i freddi mesi invernali, di avere uno o due giorni col termometro sui 24 gradi: è merito del<br />

Favonio (o foehn)!<br />

Possono definirsi venti minori le “montive” e le “bozzasche”.<br />

< Le montive, che spirano da terra nelle notti estive, sono <strong>il</strong> normale discarico di calore della terra<br />

surriscaldata dal sole: soffiano s<strong>il</strong>enziosamente da ogni piccola valle e attaccano la superficie del lago a<br />

qualche centinaio di metri da terra, quasi senza sollevare onda e con una superficie di incidenza assai<br />

ristretta, tanto che non raggiungono mai oltre un ch<strong>il</strong>ometro dalle rive. Lo sanno i veleggiatori notturni che in<br />

assenza dell’Inverna le aspettano a giusta distanza da terra per ritornare nei porti, e i pescatori che di notte<br />

ne respirano <strong>il</strong> profumo terragno mentre stendono le reti.<br />

Le bozzasche, non più larghe di un bel praticello, arricciano le acque in prossimità delle bozze o<br />

insenature pianeggianti come quella di Monvalle o di Germignaga. Sono vere e proprie brezze, preziose<br />

nelle giornate di calma piatta, ma quasi inut<strong>il</strong>i per <strong>il</strong> veleggiatore che se ne <strong>il</strong>lude qualche minuto e vede<br />

subito ricadere la tela afflosciata non appena ne varca <strong>il</strong> brevissimo cerchio> (1).<br />

Molte montive hanno un nome proprio di solito dovuto alla loro provenienza. Tra tutte cito<br />

l’“Intragnola”, che soffia da Intra verso Cerro, quasi raggiungendolo, nelle ore serali estive. Ha <strong>il</strong><br />

caratteristico profumo di cioccolato dovuto alla presenza della fabbrica della Nestlé di Verbania, della quale<br />

porta in giro gli odori. Da bambino mi piaceva uscire in barca a vela, le sere d’estate, per “sniffare” un po’<br />

d’Intragnola!<br />

Ultima curiosità, prima di concludere, è che le notti di luna piena sono sempre caratterizzate da una<br />

forte Tramontana! (provare per credere). Non ne conosco <strong>il</strong> motivo, ma così mi ha detto <strong>il</strong> mio amico Lauro di<br />

cui mi fido ciecamente (in fatto di meteorologia), e ciò mi basta.<br />

Gianluigi Arioli<br />

Istruttore Nazionale della Federazione Italiana Vela e<br />

responsab<strong>il</strong>e della scuola di vela “Centro Vela” di Cerro.<br />

(1) I paragrafi tra virgolette (< >) sono presi dall’articolo di Piero Chiara “<strong>Il</strong> grande ponte e i venti del <strong>Lago</strong><br />

Maggiore” apparso su “La Prealpina” del 21 luglio 1961.<br />

Laveno, 13 maggio 1999 - articolo per “Informa Sport”

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!