ALBERI - dieci anni di poesie.pdf - Antonella Barina
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IN COPERTINA:<br />
“OMAGGIO A MALCONTENTA”<br />
<strong>di</strong> Marco Gazzato, olio su tela, 138x164 cm., 2008<br />
Il <strong>di</strong>pinto raffigura il<br />
fantasma femminile<br />
(interpretato come<br />
<strong>di</strong>vinità che sovrintende<br />
il territorio)<br />
che, secondo leggend<br />
a , s u l f a r<br />
dell‘aurora si aggira<br />
nel parco <strong>di</strong> Villa<br />
Foscari a Malcontenta.<br />
Il quadro rappresenta il suo ritorno.<br />
La figura della dea in età giovane è circondata<br />
da erbe, fiori, alberi rappresentati in<br />
or<strong>di</strong>ne progressivo a partire dalle barene<br />
lagunari che la marea copre e riscopre fino<br />
ai prati e al bosco che circonda la villa,<br />
riassumendo tutti gli elementi <strong>di</strong> un erbolario<br />
aggiornato. Sono una sessantina le specie<br />
autoctone catalogate dal pittore in Malcontenta<br />
per la realizzazione del quadro. La<br />
raffigurazione è svincolata dalla consuetu<strong>di</strong>ne<br />
che identifica il fantasma nell‘affresco<br />
<strong>di</strong> una dama in abiti d‘epoca, che si trova<br />
dentro la villa, ed è semmai apparentabile<br />
alla Dike-Astrea greca riprodotta sul soffitto<br />
del salone centrale, proprio davanti alla<br />
stanza dell‘ Aurora che incede sul carro<br />
trainato dalle Ore. Nel mito, Dike, dea della<br />
giustizia nell‘età dell‘oro, abbandona la terra<br />
<strong>di</strong>sgustata dalla violenza e dalle guerre<br />
degli uomini e si rifugia in cielo, nella costellazione<br />
della Vergine. Temi, sua madre,<br />
in Omero simbolo del contratto sociale tra<br />
i popoli, a sua volta è figlia della terra Gea.<br />
Entrambe sono protettrici della profezia a<br />
Delfi.<br />
135<br />
Il ritiro dal mondo figura anche nel mito <strong>di</strong><br />
Astrea, figlia della dea dell‘aurora, Eos,<br />
madre delle Ore, le quali sono, scrive la<br />
mitologa Patricia Monaghan, ―le dee che<br />
determinavano il momento giusto in cui la<br />
terra fruttifera doveva fiorire e quello in cui<br />
doveva riposarsi esausta, nonché il momento<br />
appropriato per qualsiasi azione umana‖.<br />
La protagonista dell‘ ―Omaggio a Malcontenta‖<br />
ha in mano la falce che cadde <strong>di</strong> mano<br />
a Demetra mentre la dea del grano –<br />
anch‘essa relazionata alla costellazione della<br />
Vergine – cercava <strong>di</strong>speratamente la figlia<br />
rapita. Racconta una delle leggende <strong>di</strong><br />
fondazione della città <strong>di</strong> Trapani che così si<br />
formò il grande golfo sotto la montagna<br />
sacra <strong>di</strong> Erice. Come nel culto <strong>di</strong> Demetra,<br />
a reggere la falce è la mano sinistra. A far<br />
ritorno è quin<strong>di</strong> la stessa Dea Madre, la De<br />
(o Ge) Meter, la Madre Terra: una Demetra<br />
giovane dallo sguardo imperscrutabile che<br />
ha in sé il potere <strong>di</strong> rigenerazione <strong>di</strong> Proserpina<br />
figlia, rappresentata come raccoglitrice<br />
<strong>di</strong> erbe nel momento dell‘aurora con in mano<br />
la falce lunare in fase calante, propizia<br />
alla semina. I capelli rossi della protagonista,<br />
motivati dalla leggenda sulla villa, rimandano<br />
alla figura dell‘Anguana, protettivo<br />
e preveggente spirito delle acque e dei<br />
boschi, capace anche <strong>di</strong> crudeltà verso chi<br />
spregia le leggi dell‘ambiente e della mutua<br />
solidarietà. La chioma tagliata, tratto guerriero<br />
della <strong>di</strong>vinità, conferisce alla raffigurazione<br />
carattere moderno, unitamente alla<br />
scelta del pittore <strong>di</strong> non idealizzare i tratti<br />
somatici del personaggio, ma <strong>di</strong> rappresentarlo<br />
con il corpo <strong>di</strong> una donna reale, frutto<br />
del proprio tempo. (A.B.)