19.05.2013 Views

sul fil di ragno della memoria.pdf - Italogramma - Eötvös Loránd ...

sul fil di ragno della memoria.pdf - Italogramma - Eötvös Loránd ...

sul fil di ragno della memoria.pdf - Italogramma - Eötvös Loránd ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

276<br />

GERARDO GUCCINI<br />

evidenti da suscitare l’imme<strong>di</strong>ata rettifica <strong>della</strong> ragazza. Rosine: “C’est<br />

qu’il est inouï qu’on se permette d’ouvrir les lettres de quelqu’un”. Bartholo:<br />

“De sa femme?”. Rosine: “Je ne la suis pas encore”. (Atto II, sc. 15)<br />

Donizetti, nella sua carriera <strong>di</strong> compositore eclettico e “bon à<br />

tout faire”, si era <strong>di</strong>rettamente confrontato con il tipo del “vecchio in<br />

amore” frequentando gli ambiti <strong>della</strong> farsa popolare e del vaudeville<br />

– Il campanello <strong>di</strong> notte è infatti tratto dal vaudeville, La sonnette de<br />

la nuit <strong>di</strong> Léon Lévy Brunswick, Mathieu-Barthélemy Troin e Victor<br />

Lhérie (Parigi, 1836) – , ma aveva anche avuto modo <strong>di</strong> verificare come<br />

nel genere più elevato e, allora, ancora in voga dell’opera buffa questo<br />

stesso carattere suscitasse apprensioni e cautele. Nel libretto de L’ajo<br />

nell’imbarazzo (Roma, 1824), che Jacopo Ferretti aveva tratto per lui<br />

dall’omonima comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Giovanni Giraud (Roma, 1807), la sola possibilità<br />

che il vecchio istitutore Don Gregorio abbia una relazione con<br />

una giovinetta provoca nel marchese Don Giulio una sorta <strong>di</strong> paralisi<br />

fisica e mentale: “Vecchio indegno! Mira,/paralitico son per il furore”.<br />

E poi, vedendo Don Gregorio tenere in braccio un infante che crede<br />

nato da un’illecita relazione del tutore: “Chi!…chi mi regge? Io sento,/<br />

che la ragion vacilla”. L’ajo nell’imbarazzo <strong>di</strong> Giraud è testo storicamente<br />

pregnante. Clau<strong>di</strong>o Meldolesi ha <strong>di</strong>mostrato con circostanziata<br />

analisi che le sue situazioni e i suoi personaggi mettono allo scoperto<br />

la crisi dell’istituzione familiare, il <strong>di</strong>ssolversi dell’autorità paterna, il<br />

<strong>di</strong>ritto all’in<strong>di</strong>pendenza sessuale, le tare che provengono dall’emancipazione<br />

negata. (Cfr. Clau<strong>di</strong>o Meldolesi, Fer<strong>di</strong>nando Taviani, Teatro e<br />

spettacolo nel primo Ottocento, Roma–Bari, Laterza, 1991, pp. 213-222)<br />

Fra i tanti problemi coraggiosamente affrontati da Giraud, quasi tutti<br />

inerenti l’incontenibile vitalità procreativa dei giovani, ve n’è però uno<br />

che fluttua allo stato <strong>di</strong> fantasma: la follia amorosa dei vecchi, il loro<br />

innaturale cadere “in amore”. Don Giulio Antiquati, il marchese capo<br />

famiglia, è così esageratamente misogino da farci sospettare che lui<br />

per primo avverta il fascino delle donne, e che non sia solo per proteggere<br />

i figli che sbarra le porte al gentil sesso. Dice a Don Gregorio allorché<br />

questi si lascia scappare che qualche frequentazione femminile<br />

farebbe bene ai giovani <strong>di</strong> casa: “Donne! Donne! è meglio un fulmine./…/Donne!<br />

Oh ciel! mi prende un brivido,/e mi sembra <strong>di</strong> sognar”.<br />

(Atto I, sc. 2) E Don Gregorio, l’ajo nell’imbarazzo cui fa riferimento<br />

il titolo, finisce per comporre malgré lui una raffigurazione plastica<br />

del vecchio <strong>di</strong>ssoluto talmente scabrosa da essere rappresentabile solo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!