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sul fil di ragno della memoria.pdf - Italogramma - Eötvös Loránd ...

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26<br />

FAUSTO DE MICHELE<br />

<strong>di</strong> Sciascia, in cui lo scrittore e saggista spiega il meccanismo che sta<br />

<strong>di</strong>etro l’invenzione e la creatività, in questo caso, <strong>di</strong> Luigi Pirandello.<br />

L’analisi e spiegazione delle tecniche pirandelliane ci farà capire in che<br />

modo Andrea Camilleri per molti aspetti riapplichi in modo molto simile<br />

le tecniche del modello pirandelliano e segua, quin<strong>di</strong>, le orme del<br />

grande maestro dell’umorismo. Allo stesso modo, partendo da questa<br />

definizione, sarà più semplice vedere in cosa consiste la peculiarità<br />

dell’umorismo del padre del commissario Montalbano.<br />

La genesi delle cose pirandelliane è quasi sempre questa: c’è un “avvenimento<br />

faceto”, <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione o <strong>di</strong> cronaca locale, un “mimo”; Pirandello ne scopre il rovescio<br />

doloroso, pietoso, assurdo: e l’“avvenimento faceto” è già dramma. La<br />

scena è quasi sempre Girgenti, anche se appena delineata o alterata o taciuta.<br />

Pirandello opera insomma una specie <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione tra un fatto realmente<br />

accaduto in quel teatro che è la sua città e la vera e propria rappresentazione<br />

teatrale dello steso fatto. In questa me<strong>di</strong>azione, tra i due fatti egualmente<br />

ed equamente teatrali, il fatto com’è e il fatto interpretato, la sua con<strong>di</strong>zione<br />

d’autore è un po’ simile a quella dei persiani <strong>di</strong> Montesquieu a teatro. 16<br />

Il racconto che ho voluto analizzare ha le stesse caratteristiche del<br />

mimo <strong>di</strong> cui parla Sciascia ed è uno dei più interessanti <strong>della</strong> raccolta.<br />

Qui viene presentata una Sicilia “esotica” e “folcloristica” tratteggiata<br />

con forti tinte umoristiche in cui il commissario Montalbano<br />

si muove come un pesce nell’acqua. Ho scelto questo pezzo perché<br />

l’aspetto legato all’identità è molto presente e perché la storia stessa<br />

è originalissima e lo resterebbe anche senza la presenza del <strong>di</strong>aletto<br />

siciliano. In questo racconto il commissario solitamente protagonista<br />

è questa volta osservatore esterno. Il commissario Montalbano è<br />

qui solo deuteragonista, quin<strong>di</strong>, ma anche questa con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> avere<br />

in un racconto una posizione così marginale è, per certi aspetti, una<br />

sua caratteristica peculiare. Montalbano non è, infatti, un eroe, bensì<br />

un anti-eroe, un poliziotto dalle caratteristiche molto umane e un po’<br />

anarcoi<strong>di</strong>, in accordo con il cliché più tipico sui popoli me<strong>di</strong>terranei.<br />

Il commissario è riflessivo, un po’ indolente, grande amante <strong>della</strong> cucina,<br />

un po’ donchisciottesco forse, ma estremamente intelligente, in<br />

una parola, è un uomo che conosce la sua gente e la sua cultura e sa<br />

16 Leonardo Sciascia, La corda pazza. Scrittori e cose <strong>della</strong> Sicilia, Adelphi, Milano<br />

1991, p. 146.

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