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Napolisana 2011-1.pdf - Collegio Provinciale IPASVI di Napoli

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30 Aprile <strong>2011</strong><br />

continua da pagina 29<br />

aziende sanitarie e aziende ospedaliere. La<br />

riorganizzazione della rete ospedaliera, in<br />

definitiva, ha il compito <strong>di</strong> tracciare il solco<br />

verso una complessiva razionalizzazione del<br />

Servizio Sanitario Regionale per evitare<br />

anche il fenomeno, <strong>di</strong> un certo rilievo tra i<br />

residenti della Regione Campania, che è<br />

rappresentato dalla migrazione sanitaria<br />

per prestazioni <strong>di</strong> ricovero presso altre Regioni<br />

Italiane anche per banali patologie.<br />

La migrazione <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni della Campania<br />

, per il 54% è <strong>di</strong>retta verso le Regioni<br />

confinanti e principalmente verso il Lazio<br />

che accoglie il 30% dei citta<strong>di</strong>ni in mobilità.<br />

Tra le Regioni non confinanti quelle<br />

che risultano più attrattive sono la Lombar<strong>di</strong>a,<br />

la Toscana e l’Emilia Romagna che<br />

accolgono il 40 % dei nostri citta<strong>di</strong>ni in<br />

mobilità.<br />

Ma an<strong>di</strong>amo a vedere cosa accadrà sul<br />

territorio <strong>di</strong> Caserta?<br />

Il piano ospedaliero regionale interviene<br />

nel servizio sanitario della provincia <strong>di</strong> Caserta<br />

con una corposa riduzione <strong>di</strong> posti<br />

letto, anche per effetto della prevista chiusura<br />

<strong>di</strong> due ospedali, nell’imme<strong>di</strong>ato, e <strong>di</strong><br />

un terzo a seguire. Tale riduzione non è<br />

compensata dai posti letto previsti dal progettato<br />

policlinico la cui costruzione, tra<br />

l’altro, al momento è bloccata e non si sa<br />

quando e se riprenderà.<br />

Di conseguenza, un primo fattore con<br />

cui i citta<strong>di</strong>ni dovranno fare i conti è la ridotta<br />

possibilità, in caso <strong>di</strong> bisogno, <strong>di</strong> accedere<br />

a un ricovero ospedaliero; ridotta<br />

possibilità che già in partenza vede Caserta<br />

penalizzata, poiché anche includendo i<br />

posti teorici, la percentuale <strong>di</strong> posti letto è<br />

inferiore a quella delle altre province e allo<br />

standard <strong>di</strong> riferimento per la regione Campania.<br />

Un quadro, non certo positivo, che rischia<br />

<strong>di</strong> complicarsi ulteriormente in mancanza<br />

<strong>di</strong> una valida alternativa dell’offerta<br />

sanitaria nei servizi territoriali che dal 2005<br />

colpisce, in<strong>di</strong>stintamente, tutti i reparti e i<br />

servizi sanitari, nonché quelli sociali <strong>di</strong> tutta<br />

la Terra <strong>di</strong> Lavoro, e cosa più colpevole, lo<br />

fa riducendo i finanziamenti a pioggia per<br />

tutti e penalizzando, cosi, anche quelle<br />

strutture che devono svolgere un ruolo<br />

guida e <strong>di</strong> riferimento provinciale. Non lo<br />

fa razionalizzando l’offerta sanitaria, ma<br />

solo nella cruda logica <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> rien-<br />

tro dal <strong>di</strong>savanzo sanitario dove, ragionieristicamente,<br />

la fa da padrona la logica della<br />

«scure» in<strong>di</strong>scriminata.<br />

In tal modo si favoriscono <strong>di</strong>suguaglianze<br />

inaccettabili come quelle con <strong>Napoli</strong>, la<br />

quale continua ad essere privilegiata per<br />

presenza <strong>di</strong> strutture a scapito dell’autosufficienza<br />

territoriale delle altre province,<br />

dando luogo al realizzarsi <strong>di</strong> un welfare<br />

sempre meno inclusivo e capace <strong>di</strong> tutelare<br />

e promuovere i <strong>di</strong>ritti dei citta<strong>di</strong>ni, in primis<br />

quello alla protezione della salute.<br />

L’in<strong>di</strong>scriminata lotta allo spreco <strong>di</strong>venta,<br />

in tal modo, la lotta ai <strong>di</strong>ritti dei citta<strong>di</strong>ni e<br />

<strong>di</strong>venta anche improduttiva, perché davanti<br />

all’ansia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere la propria salute,<br />

in specie nei casi più drammatici, ogni citta<strong>di</strong>no<br />

ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fare scelte che lo porteranno<br />

in strutture extraregionali la cui<br />

spesa, alla fine, cadrà sul bilancio regionale,<br />

aggravandolo <strong>di</strong> più, ma realizzando, <strong>di</strong><br />

contro, anche il calvario, i <strong>di</strong>sagi, i patimenti<br />

dei pazienti e dei loro familiari.<br />

Ancora una volta i signori del potere<br />

fanno scelte <strong>di</strong>menticando <strong>di</strong> mettere al<br />

centro la persona nella sua inviolabile <strong>di</strong>-<br />

gnità e questo <strong>di</strong>venta più delittuoso<br />

quando quella stessa persona, qui da noi, è<br />

colpita nella salute più che altrove, per i<br />

guasti dei rifiuti tossici e non, delle cave incontrollate<br />

e devastate e dell’ambiente degradato,<br />

danni che richiederebbero<br />

maggior protezione sanitaria e non abolizione<br />

<strong>di</strong> eccellenze o presi<strong>di</strong> vali<strong>di</strong>.<br />

Per le emergenze me<strong>di</strong>che e chirurgiche<br />

che nessun piano <strong>di</strong> rientro può programmare,<br />

ritorneranno le invereconde barelle<br />

nei pronto soccorsi e nelle corsie.<br />

Nel territorio dell’Asl Caserta Uno il parametro<br />

<strong>di</strong> posti letto ogni mille abitanti è<br />

<strong>di</strong> 3,6, questo dato è penalizzante per tutto<br />

il territorio dell’intera ex ASL CE/1 rispetto<br />

alla provincia <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong>. L’analisi relativa<br />

all’alto casertano, è ancora più<br />

significativa, infatti esiste uno squilibrio<br />

pauroso tra la zona nord che va dal basso<br />

Lazio fino alla zona del Matese e la zona<br />

che va da Caserta a Maddaloni e Marcianise.<br />

Attualmente dai dati si evince che<br />

questo deficit è particolarmente sfavorevole<br />

per i citta<strong>di</strong>ni dell’alto casertano, infatti i<br />

posti letto dell’area Caserta capoluogo,

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