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Biomeccanica dei Tendini e dei Legamenti - Masteringegneriaclinica.it

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<strong>Biomeccanica</strong> <strong>dei</strong> <strong>Tendini</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Legamenti</strong><br />

Tutti i mammiferi sono in grado di convertire l’energia<br />

chimica in energia meccanica.<br />

Questo processo richiede che la forza generata dai<br />

muscoli sia trasmessa ai componenti scheletrici coinvolti<br />

nel movimento, i quali, con opportuni leveraggi,<br />

permettono di convertire le forze di contrazione in<br />

traslazioni e rotazioni.<br />

I tendini e i legamenti svolgono un ruolo fondamentale in<br />

questo processo: i tendini trasmettono la forza tra i<br />

muscoli e le ossa; i legamenti provvedono al contatto tra<br />

ossa in corrispondenza delle articolazioni.


I legamenti e i tendini sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i prevalentemente<br />

da collagene.<br />

Tali strutture giocano un’azione significativa della<br />

biomeccanica muscolo scheletrica.<br />

Essi inoltre hanno un ruolo di enorme rilievo nei<br />

trattamenti ortopedici, basti pensare all’elevato<br />

numero di operazioni chirurgiche che vengono compiute<br />

annualmente in ogni centro ortopedico su tali<br />

strutture.<br />

Scopo primario <strong>dei</strong> trattamenti chirurgici è quello di<br />

ripristinare la meccanica funzionale di questi tessuti.


Come la maggior parte <strong>dei</strong> tessuti biologici anche i<br />

legamenti e i tendini hanno una struttura gerarchica<br />

che influisce sul loro comportamento meccanico e<br />

che li permette di adattarsi ai cambiamenti<br />

meccanici del loro ambiente di lavoro che possono<br />

avvenire in segu<strong>it</strong>o a fratture, fer<strong>it</strong>e, malattie o<br />

esercizi intensi.<br />

La struttura gerarchica riportata (schema di Kaerlic)<br />

mostra il tendine (o il legamento) nelle sue<br />

suddivisioni cost<strong>it</strong>utive.<br />

La struttura principale è suddivisa in ent<strong>it</strong>à più<br />

piccole chiamate fascicoli che sono rivest<strong>it</strong>i dalla<br />

membrana fascicolare.<br />

I fascicoli a loro volta contengono le fibrille di base<br />

del legamento e i fibroblasti che sono le cellule<br />

biologiche che cost<strong>it</strong>uiscono il legamento stesso.<br />

A loro volta le fibrille sono suddivise in sottofibrille e in<br />

microfibrille le quali sono le sedi <strong>dei</strong> filamenti elementari<br />

di collagene.


TENDINI<br />

Anatomia:<br />

1. I tendini contengono le fibrille di collagene (Tipo<br />

I);<br />

2. I tendini contengono la matrice di proteoglicani;<br />

3. I tendini contengono i fibroblasti (cellule biologiche)<br />

che sono arrangiati un colonne parallele.<br />

Funzioni di Base:<br />

1. I tendini trasmettono la tensione dai muscoli alle<br />

ossa;<br />

2. Essi trasmettono la forza di compressione quando si<br />

avvolgono attorno ad un osso come una puleggia.<br />

Collagene di tipo 1<br />

1. ~86% in peso di tendine secco;<br />

2. Glicina(~33%);<br />

3. Prolina (~15%);<br />

4. Idrossiprolina (~15%).<br />

Apporto sanguigno<br />

1. Vasi nel perimisio (copertura tendinea);<br />

2. Inserzioni Periosteali;<br />

3. Tessuti circostanti.


LEGAMENTI<br />

Anatomia:<br />

1. Struttura gerarchica simile a quella<br />

tendinea;<br />

2. Le fibre di collagene sono leggermente<br />

minori in volume e in organizzazione <strong>dei</strong><br />

tendini;<br />

3. Maggiore percentuale della matrice <strong>dei</strong><br />

proteoglicani rispetto ai tendini;<br />

4. Fibroblasti.<br />

Apporto sanguigno<br />

1. Microvascolarizzazione da s<strong>it</strong>i di<br />

inserzione;<br />

2. Nutrizione per la popolazione cellulare<br />

necessaria per la sintesi e la riparazione<br />

della matrice.


I fibroblasti si orientano principalmente secondo la<br />

direzione principale del carico.<br />

La disposizione delle fibrille del collagene nei tendini è<br />

completamente parallela<br />

Grazie a questa conformazione essi sopportano forza<br />

unidirezionale.<br />

La disposizione delle fibrille del collagene nei legamenti è<br />

invece non perfettamente tesa anche se con una direzione<br />

prevalente, questo li rende in grado di sostenere i carichi<br />

in direzioni differenti


L’osso ha un modulo di elastic<strong>it</strong>à 10 volte più<br />

grande del tendine o del legamento.<br />

Il collegamento diretto tra questi matriali<br />

risulterebbe quindi difficile a causa dell’elevata<br />

discontinu<strong>it</strong>à nella sollec<strong>it</strong>azione e nello sforzo<br />

che si verrebbe a realizzare all’interfaccia.<br />

La natura risolve il problema realizzando una<br />

disposizione spaziale sequenziale del tendine (o<br />

del legamento) di fibrocartilagini e di fibre<br />

mineralizzate di fibrocartilagine (fibre di<br />

Sharpey) che si inseriscono direttamente<br />

nell’osso, perpendicolarmente alla superficie<br />

realizzando così una zona di proprietà meccaniche<br />

intermedie.


I tendini e i legamenti hanno un comportamento non<br />

lineare ovvero non esiste una proporzional<strong>it</strong>à diretta<br />

tra gli allungamenti e il carico a cui la struttura è<br />

sottoposta.<br />

Questo comportamento non lineare segue il modello di<br />

Voight ovvero il Modello del Reclutamento delle fibre:<br />

con l'aumento della deformazione, un numero sempre<br />

maggiore di fibre inizialmente scariche si tende e<br />

partecipa, in questo modo, alla suddivisione del carico.


Un tipico andamento della curva tensioni deformazioni per un<br />

tendine o per un legamento è il seguente:<br />

E’ possibile suddividere la curva in tre regioni:<br />

• zona del piede della curva (Toe Region) o zona di<br />

convergenza (Toe-in Region);<br />

•zona lineare;<br />

•zona dello snervamento e della rottura.<br />

Il modulo di Young <strong>dei</strong> tendini e <strong>dei</strong> legamenti (oltre<br />

la regione del piede) varia fra 400 e 1500 MPa.<br />

La tensione di rottura (prova a trazione) varia fra<br />

50 e 100 MPa.<br />

La capac<strong>it</strong>à di carico e la rigidezza <strong>dei</strong> tendini e <strong>dei</strong><br />

legamenti dipende dalla loro lunghezza e dalla loro<br />

sezione trasversale


Come molti materiali polimerici, i tendini e i<br />

legamenti mostrano un comportamento viscoelastico<br />

(tempo-dipendente);<br />

i principali fenomeni a cui sono soggetti tali<br />

materiali sono:<br />

• isteresi (dissipazione energetica);<br />

• creep;<br />

• incremento della rigidezza a segu<strong>it</strong>o di un<br />

incremento di carico;<br />

• cedimento sotto carico.<br />

Isteresi<br />

Eseguendo su una macchina di trazione un ciclo di<br />

carico e di scarico si osserva che le curve non sono<br />

le stesse, il lavoro compiuto durante l’allungamento<br />

non è lo stesso ma risulta maggiore di quello<br />

recuperato durante l’accorciamento.<br />

Si assiste pertanto ad una perd<strong>it</strong>a di energia<br />

(energia dissipata in calore) di circa il 7%.


Creep<br />

Un incremento a gradino (step) nel carico (o nella<br />

tensione) produce una deformazione che tende ad<br />

aumentare in modulo nel tempo.<br />

Cedimento sotto carico (rilassamento)<br />

Un incremento a gradino (step) nella deformazione<br />

produce un incremento di carico (o di tensione) che<br />

tende a diminuire in modulo nel tempo.


Il comportamento viscoelastico del tendine o del<br />

legamento può essere schematizzato attraverso un<br />

opportuno modello; esistono tre modelli principali di<br />

schematizzazione:<br />

•Il modello di Maxwell;<br />

•Il modello di Voight;<br />

•Il modello di Kelvin.<br />

Il modello di Maxwell è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un elemento<br />

elastico (molla) ed un elemento viscoso in serie;<br />

il modello di Voight è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un elemento elastico<br />

in parallelo con un elemento viscoso;<br />

l’elemento di Kelvin è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un elemento elastico<br />

in parallelo con una serie cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da un ulteriore<br />

elemento elastico e un elemento viscoso.<br />

•<br />

• F<br />

x = +<br />

K<br />

F<br />

b<br />

•<br />

F = Kx + b x<br />

F<br />

+ α F = K<br />

α =<br />

•<br />

b<br />

K<br />

1<br />

; β<br />

=<br />

2<br />

•<br />

(x + β x)<br />

b<br />

K<br />

2<br />

⎛ K<br />

⎜<br />

⎜1+<br />

⎝ K<br />

2<br />

1<br />

⎞<br />

⎟<br />


Sottoponendo i tre modelli ad un gradino di forza<br />

vediamo che;<br />

1) il primo tende a deformarsi istantaneamente in<br />

segu<strong>it</strong>o alla presenza della molla e successivamente<br />

abbiamo lo scorrimento dello smorzatore;<br />

2) il secondo modello non presenta nessuna<br />

deviazione immediata perché lo smorzatore non ha<br />

una risposta immediata. La molla gradualmente<br />

prende sempre più carico, mentre alla fine lo<br />

smorzatore si scarica (creep) con una propria<br />

costante di tempo (b/k);<br />

3) Le molle K1 e K2 iniziano istantaneamente a<br />

deformarsi ed inizialmente ripartiscono il carico; lo<br />

smorzatore allora scorre e K2 inizia gradualmente ad<br />

aumentare di carico.


Se invece consideriamo uno step di deformazione<br />

vediamo che:<br />

nel modello di Maxwell la molla eserc<strong>it</strong>a<br />

istantaneamente una forza e successivamente lo<br />

scorrimento dello smorzatore crea un rilassamento<br />

con costante elastica (b/k);<br />

nel modello di Voight un incremento di deformazione<br />

produce istantaneamente sulla molla una forza,<br />

mentre sullo smorzatore si viene a creare una<br />

veloc<strong>it</strong>à infin<strong>it</strong>a e una forza infin<strong>it</strong>a (comportamento<br />

non realistico);<br />

nel modello di Kelvin abbiamo una forza iniziale<br />

istantanea dovuta alla presenza sia di K1 che di K2, il<br />

successivo scorrimento dello smorzatore produce un<br />

rilassamento della forza sulla molla K1. La forza<br />

finale è dovuta alla molla K2.


Il modello di Maxwell a grandi livelli di carico<br />

presenta una bassa deformazione dello smorzatore<br />

che dissipa poca energia.<br />

Il modello di Voight a grandi livelli di carico mostra<br />

una grande deformazione dello smorzatore che<br />

dissipa grandi quant<strong>it</strong>ativi di energia.<br />

Nel modello di Kelvin a bassi livelli di carico la molla<br />

K1 scarica la maggior parte del carico. A grandi livelli<br />

di carico lo smorzatore si deforma pochissimo.<br />

Quindi il massimo dell’energia dissipata si presenta a<br />

livelli di carico intermedi.

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