Muscoli 1.pdf - Master in INGEGNERIA CLINICA
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Biomeccanica del Tessuto Muscolare<br />
Il tessuto muscolare è la base costitutiva di tutti i tipi<br />
di muscolo ed è responsabile della locomozione e del<br />
movimento delle varie parti del corpo.<br />
Esistono due tipologie di tessuto muscolare:<br />
• il tessuto muscolare striato, <strong>in</strong> genere organizzato <strong>in</strong><br />
unità motorie controllate dai motoneuroni del sistema<br />
nervoso volontario e ulteriormente suddivisibile <strong>in</strong>:<br />
-scheletrico<br />
-cardiaco<br />
• tessuto muscolare liscio, <strong>in</strong> genere controllato dal<br />
sistema nervoso autonomo.<br />
Si noti che questo tipo di suddivisione è stilata su base<br />
visiva ed esistono diverse eccezioni (ad esempio gli<br />
sf<strong>in</strong>teri sono costituiti di tessuto muscolare liscio ma<br />
sono sotto controllo del sistema volontario).
Si possono evidenziare <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e gerarchico diverse<br />
unità:<br />
Muscolo: circondato dall’epimisio, è suddiviso <strong>in</strong>:<br />
Fascicoli: sono delimitati e circondati da tessuto<br />
connettivo (perimisio); al loro <strong>in</strong>terno contengono un<br />
<strong>in</strong>sieme ord<strong>in</strong>ato di:<br />
Fibre muscolari: sono l'elemento di base del muscolo<br />
scheletrico.<br />
Ogni fibra è una s<strong>in</strong>gola cellula ed è pol<strong>in</strong>ucleata per<br />
soddisfare al fabbisogno energetico della stessa (si<br />
hanno cent<strong>in</strong>aia di nuclei per fibra).<br />
Le fibre vanno da un estremo all'altro del muscolo, o ne<br />
attraversano solo parte, term<strong>in</strong>ando <strong>in</strong> tessuto<br />
connettivo o tend<strong>in</strong>eo.<br />
(diametri di 10-60 µm e lunghezze variabili da qualche<br />
millimetro f<strong>in</strong>o a mezzo metro nei muscoli lunghi)<br />
muscolo<br />
endomisium<br />
perimisium<br />
fascicolo<br />
fibra
Un muscolo è formato dalla fusione di cent<strong>in</strong>aia di fibre.<br />
Gran parte dell’<strong>in</strong>terno della fibra muscolare è formata<br />
da filamenti proteici (miofibrille)<br />
Il Muscolo Scheletrico è attaccato alle ossa tramite i<br />
tend<strong>in</strong>i.<br />
Serve per produrre movimenti o esercitare forze:<br />
locomozione, postura, respirazione, mangiare,<br />
espressione….<br />
I muscoli sono <strong>in</strong>nervati<br />
da motoneuroni,<br />
comandati dal sistema<br />
nervoso centrale. L’unita’<br />
motoria comprende il<br />
neurone, e le fibre<br />
muscolari che lui attiva.<br />
La risposta graduata è<br />
dovuta alla variazione nel<br />
grado di attivazione del<br />
tessuto dai nervi.
Il muscolo scheletrico viene chiamato anche muscolo<br />
striato perché, visto al microscopio, forma delle bande<br />
chiare e scure alternativamente ripetute<br />
Le bande sono all<strong>in</strong>eate <strong>in</strong> senso trasverso.
Le Miofibrille hanno<br />
diametri dell'ord<strong>in</strong>e del<br />
µm ed all'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
microscopica con l'uso<br />
di appositi coloranti e<br />
sotto luce polarizzata,<br />
appaiono striate<br />
Questa caratteristica è dovuta al fatto che<br />
all'<strong>in</strong>terno della miofibrilla vi sono sostanze che<br />
<strong>in</strong>teragiscono col piano di polarizzazione della luce<br />
e che delimitano due bande dist<strong>in</strong>te: quella isotropa<br />
I e quella anisotropa A, le quali sono bisecate<br />
rispettivamente da altre due bande (o zone) più<br />
sottili, che vanno sotto il nome di Z ed H.<br />
Queste operano<br />
un'ulteriore<br />
suddivisione all'<strong>in</strong>terno<br />
delle miofibrille<br />
evidenziando i<br />
Sarcomeri che<br />
costituiscono l'unità<br />
contrattile di base del<br />
muscolo scheletrico e<br />
sono delimitati da due<br />
bande Z successive
All'<strong>in</strong>terno di essi si hanno i<br />
miofilamenti di act<strong>in</strong>a e di<br />
mios<strong>in</strong>a, complessi proteici la cui<br />
disposizione spaziale è ben<br />
regolare.<br />
La lunghezza a riposo del<br />
sarcomero è di circa 2,5mm ed è<br />
variabile a seconda dell'attività<br />
del muscolo.
Filamenti sottili: Contengono le prote<strong>in</strong>e<br />
act<strong>in</strong>a, tropon<strong>in</strong>a e tropomios<strong>in</strong>a.<br />
La prote<strong>in</strong>a F-act<strong>in</strong>a è composta da due catene<br />
<strong>in</strong>trecciate ad elica. Una molecola di ADP è<br />
attaccata ad ogni catena.<br />
La tropon<strong>in</strong>a è <strong>in</strong>filata dentro l’F-act<strong>in</strong>a e ha tre<br />
subunità: una che si lega all’act<strong>in</strong>a, una alla<br />
tropomios<strong>in</strong>a, e una che si lega <strong>in</strong> maniera reversibile<br />
con lo ione Ca++.
Filamenti Spessi: Ogni filamento spesso è<br />
composto da cent<strong>in</strong>aia di molecole di mios<strong>in</strong>a.<br />
La mios<strong>in</strong>a è composta da due catene pesanti<br />
(meromios<strong>in</strong>a pesante) e 4 leggere<br />
(meromios<strong>in</strong>a leggera).<br />
La mios<strong>in</strong>a leggera si aggrega per formare filamenti,<br />
mentre la mios<strong>in</strong>a pesante, che è la parte attiva,<br />
forma due teste piegate. Le teste si legano con<br />
l’act<strong>in</strong>a e funzionano da ATPasi (idrolizzano ATP <strong>in</strong><br />
ADP +P rilasciando energia).<br />
L’energia viene utilizzata nel meccanismo di<br />
contrazione.
Le fibre muscolari sono circondate da una rete di<br />
elementi vescicolari: il reticolo sarcoplasmatico che<br />
regola i meccanismi di contrazione attraverso il<br />
rilascio (che porta alla contrazione) e il richiamo (che<br />
porta al rilassamento) di Calcio. Lo ione Ca++ viene<br />
rilasciato quando c’è una depolarizzazione che apre i<br />
canali ionici del reticolo sarcoplasmatico.<br />
Il meccanismo di contrazione dei sarcomeri non è<br />
ancora precisamente compreso.<br />
Si sono succedute nel tempo varie ipotesi e teorie per<br />
spiegare il meccanismo contrattile dei miofilamenti,<br />
alle quali hanno fatto seguito i relativi modelli<br />
matematici.<br />
Tra queste, quella più accreditata è la cosiddetta<br />
cross bridge theory, la quale vede la formazione di<br />
ponti trasversali ATP-dipendenti tra le teste della<br />
mios<strong>in</strong>a e gli appositi siti dell'act<strong>in</strong>a ed il conseguente<br />
movimento relativo tra i due slid<strong>in</strong>g filaments<br />
(filamenti scorrevoli).
La teoria dei filamenti scorrevoli<br />
(Huxley 1954)<br />
La teoria modellizza la contrazione come dovuta al<br />
movimento relativo tra i filamenti spessi e i filamenti<br />
sottili .<br />
L’osservazione è basata sul fatto che le bande A<br />
rimangono <strong>in</strong>variate durante una contrazione.<br />
Lo scorrimento è dovuto alla formazione e alla rottura<br />
di ponti tra act<strong>in</strong>a e mios<strong>in</strong>a.<br />
Le teste delle molecole di mios<strong>in</strong>a si attaccano al sito<br />
attivo di act<strong>in</strong>a e lo tirano verso l’<strong>in</strong>terno del<br />
sarcomero. Dopodichè la mios<strong>in</strong>a lo rilascia e si<br />
attacca al prossimo sito per ripetere il ciclo.
Durante il riposo, le <strong>in</strong>terazioni tra act<strong>in</strong>a e mios<strong>in</strong>a sono<br />
<strong>in</strong>ibite a livello del sito attivo di <strong>in</strong>terazione dei due<br />
filamenti.<br />
Allorché un potenziale di azione si propaga sulla fibra, il<br />
reticolo sarcoplasmatico rilascia il Ca++. Il Ca++ si lega<br />
alla tropon<strong>in</strong>a, attivando un cambiamento di<br />
conformazione della molecola, che a sua volta espone il<br />
sito attivo dell’act<strong>in</strong>a, al quale si lega la mios<strong>in</strong>a.<br />
Prima che <strong>in</strong>izi la contrazione, l’ATP si lega alla testa<br />
della mios<strong>in</strong>a. Questo viene subito idrolizzato<br />
dall’ATPase sulla testa. ADP e P rimangono attaccate<br />
alla testa.
A questo punto, grazie all’energia fornita dall’ATP e<br />
con il rilascio di P, la testa di mios<strong>in</strong>a si ruota<br />
(questo è il power stroke) e causa uno scorrimento<br />
del filamento di act<strong>in</strong>a.<br />
Una volta che la testa ruota (o comunque varia<br />
l’angolo), l’ADP viene rilasciato, e un nuovo ATP può<br />
legarsi alla testa.<br />
Si osservi come senza ATP, non c’è rilascio.<br />
Qu<strong>in</strong>di l’ADP è necessario aff<strong>in</strong>ché si legh<strong>in</strong>o, e<br />
l’ATP perché si separ<strong>in</strong>o.
Se la teoria è giusta, si dovrebbe osservare un<br />
movimento di mios<strong>in</strong>a durante una contrazione.<br />
Dai dati più recenti ottenuti con diffrazione a raggi<br />
X, sembra che non ci sia una rotazione, ma un<br />
effettivo accorciamento dei filamenti spessi (la<br />
teoria <strong>in</strong>vece è basata sul fatto che i filamenti non<br />
si accorciano ma si muovono uno rispetto all’altro,<br />
qu<strong>in</strong>di le bande A rimangono <strong>in</strong>variate).<br />
Adesso la versione generalmente accettata punta su<br />
una contrazione delle catene leggere di mios<strong>in</strong>a, ma<br />
sempre con lo scorrimento dell’act<strong>in</strong>a.
Una teoria alternativa proposta da Pollack afferma che i<br />
filamenti di mios<strong>in</strong>a sono <strong>in</strong>terconessi tra di loro, e<br />
l’act<strong>in</strong>a scorra al loro <strong>in</strong>terno, agganciandosi ai siti di<br />
mios<strong>in</strong>a una alla volta.<br />
Inoltre si ha un<br />
accorciamento della catena<br />
leggera della mios<strong>in</strong>a.<br />
La base di questa teoria è<br />
che tutto dipende dalla<br />
struttura dell’acqua nel<br />
sistema.<br />
L’<strong>in</strong>gresso di Ca++ causa<br />
l’espulsione di acqua, come<br />
anche l’ATP.<br />
Questo è la causa pr<strong>in</strong>cipale<br />
della contrazione.
Per descrivere <strong>in</strong> modo completo le prestazioni di<br />
un muscolo scheletrico è sufficiente prendere <strong>in</strong><br />
considerazione solo tre variabili: forza, lunghezza e<br />
tempo (dalle quali sono derivate velocità e lavoro).<br />
Oltre ad esse vengono def<strong>in</strong>ite, nello studio delle<br />
proprietà contrattili le seguenti variabili:<br />
•lunghezza normalizzata rispetto a quella di riposo,<br />
(L/Lo)<br />
•forza per unità di area, F<br />
•velocità, v=dL/dt<br />
•stiffness, dF/dl<br />
•compliance, dL/dF<br />
•lavoro, W=Fdl<br />
•potenza, p=dW/dt<br />
Solitamente si mantiene costante una delle tre<br />
variabili pr<strong>in</strong>cipali e si ricavano le relazioni tra le<br />
altre due.<br />
Le tipologie di contrazione possibile nel muscolo<br />
scheletrico sono:<br />
Isometrica: lunghezza fissa e la tensione aumenta<br />
con l’attivazione<br />
Isotonica: il carico è fisso e il muscolo può<br />
accorciarsi<br />
Isoc<strong>in</strong>etica: la velocità di contrazione è fissa e la<br />
tensione può variare
La Contrazione isometrica<br />
Il muscolo (o, nello specifico, il s<strong>in</strong>golo sarcomero) è<br />
viene mantenuto a lunghezza costante, e sviluppa una<br />
forza quando stimolato elettricamente. Questo<br />
produce una contrazione o twitch.<br />
La forza varia con la lunghezza <strong>in</strong>iziale.<br />
Infatti, la tensione massima viene sviluppata quando il<br />
muscolo è a riposo.<br />
Il massimo si ha quando i due filamenti sono<br />
sovrapposti per tutta la loro lunghezza, e qu<strong>in</strong>di il<br />
numero di ponti è massimo.
La tensione sviluppata dal sarcomero è funzione della<br />
sua lunghezza, o meglio dalla sovrapposizione dei<br />
miofilamenti:<br />
per lunghezze superiori a 3,7mm non si ha sviluppo di<br />
forza a causa della non <strong>in</strong>terazione tra i miofilamenti;<br />
analogamente succede per lunghezze <strong>in</strong>feriori a quella<br />
ottimale L0 a causa dell'<strong>in</strong>terferenza reciproca dei<br />
miofilamenti che provoca un'alterazione del<br />
meccanismo di attivazione e della geometria dei<br />
sarcomeri.<br />
La tensione massima è sviluppata quando il muscolo è<br />
mantenuto a lunghezze fisiologiche.
Inoltre è importante notare che la caratteristica<br />
meccanica esterna del muscolo è la somma di due<br />
stati: quello attivo, determ<strong>in</strong>ato dalla tensione<br />
sviluppata dal sarcomero, e quello passivo,<br />
determ<strong>in</strong>ato dalla rigidezza dei costituenti del<br />
tessuto (fondamentalmente connettivo e tend<strong>in</strong>eo).<br />
Per quanto riguarda quest'ultimo è possibile darne una<br />
espressione di tipo esponenziale:<br />
σ = µ e αε -β<br />
<strong>in</strong> cui α e β sono una caratteristica del materiale e µ è<br />
una costante d'<strong>in</strong>tegrazione.
La Contrazione isotonica<br />
Il muscolo è lasciato libero di<br />
accorciarsi/allungarsi sotto l'imposizione di un<br />
carico costante.<br />
Gli esperimenti di questo tipo sono solitamente<br />
quelli di quick release: si prepara il muscolo (o il<br />
s<strong>in</strong>golo sarcomero) attaccandogli un carico<br />
predeterm<strong>in</strong>ato e portandolo alla lunghezza<br />
ottimale L0 per lo sviluppo di forza, dopodiché si<br />
stimola <strong>in</strong> regime tetanico, lo si lascia libero di<br />
accorciarsi/allungarsi tramite un fermo<br />
elettromeccanico e si misura la velocità di<br />
contrazione come pendenza della caratteristica<br />
sforzo-deformazione.
Si noti la discont<strong>in</strong>uità tra i due regimi di<br />
accorciamento ed allungamento, attribuibile al<br />
cambio di comportamento del muscolo<br />
rispettivamente da contrazione ad allungamento.
scheletrico Cardiaco Liscio<br />
Diametro µm 50-100 5-10 2-10<br />
Lunghezza µm centimetri 100-200 20-600<br />
Nucleo tanti 1-2 1<br />
Mitocondri 2-12% volume 40% volume 5% volume<br />
Tuboli diametro 20 nm 100 nm Non ci sono<br />
Reticolo<br />
sarcoplasmatico<br />
Abbondante e<br />
ben organizzato(9%)<br />
Filamenti Spesso e<br />
sottile<br />
Innervazione CNSvoluntario<br />
Tutto o niente<br />
Poco (1-2%)