QUALITÀ DELLA VITA DEL TRAUMATIZZATO CRANICO ...
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Sezione III: Attività per progetti<br />
RAZIONALE ED OBIETTIVI<br />
Il trauma cranico rappresenta una delle principali cause di disabilità nei<br />
giovani (15-35 anni) e una delle problematiche di maggiore rilevanza sociale<br />
per gli esiti a lungo termine in una popolazione produttiva con lunga speranza<br />
di vita. Il percorso riabilitativo del trauma cranico grave è spesso complesso<br />
e prolungato, per la necessità di un intervento precoce e multidisciplinare,<br />
dalla Terapia Intensiva alla Riabilitazione, fino alla ridomiciliazione. Le<br />
difficoltà di reinserimento sociale sono prevalentemente determinate dai<br />
disturbi cognitivi e comportamentali (Jennett, 1981), anche se studi più<br />
recenti hanno dimostrato che l’associazione dei deficit motori può ulteriormente<br />
compromettere il reinserimento lavorativo e la partecipazione alla vita<br />
sociale di questi soggetti (Greenspan, 1996).<br />
È noto che le conseguenze del trauma cranico non riguardano soltanto il<br />
paziente che ne è affetto ma il suo intero nucleo familiare (Lezak, 1988), che<br />
spesso percepisce i cambiamenti della vita del paziente in maniera più sofferta<br />
(Koskinen, 1998). Una indagine affidabile sulla qualità della vita del<br />
paziente con esiti di trauma cranico deve quindi prevedere uno studio preliminare<br />
sulla consapevolezza del paziente (Fleming, 1996, 1998; Prigatano,<br />
2005) e la somministrazione di un questionario sulla qualità della vita percepita<br />
dal paziente e dal suo familiare più prossimo (“ caregiver ” o “ caretaker ”).<br />
Le scale di outcome (Jennett e Bond, 1975) prendono infatti in considerazione<br />
il recupero dell’autonomia funzionale del traumatizzato cranico, ma<br />
non la qualità della sua reintegrazione sociale.<br />
Scopo di questo studio è correlare gli indici di gravità della fase acuta, la<br />
durata del programma riabilitativo e gli esiti neuromotori, neurosensoriali e<br />
neuropsicologici con la qualità della vita del traumatizzato cranico, come percepita<br />
dal paziente e dal suo familiare, a medio e lungo termine.<br />
METODI<br />
Ai fini di stabilire un piano di intervento riabilitativo individuale mirato,<br />
che faciliti il reinserimento sociale, oltre che migliorare la qualità di vita<br />
stessa del paziente, il protocollo di studio propone l’impiego di strumenti di<br />
valutazione con l’obiettivo di approfondire i disturbi della consapevolezza e la<br />
qualità della vita, nel paziente con esiti di trauma cranio-encefalico (TCE). I<br />
pazienti inclusi presentano esiti di trauma cranico lieve, moderato e grave, in<br />
accordo alla scala di valutazione del coma di Glasgow (GCS) in fase acuta<br />
(Teasdale & Jennett, 1974).<br />
L’indagine coinvolge il paziente e un suo caregiver, ai quali vengono somministrate<br />
delle scale di valutazione successivamente poste a confronto, e<br />
un’équipe clinica (medico di riferimento del reparto, psicologo e sociologo)<br />
che si occupa della somministrazione delle diverse scale. Il confronto è svolto<br />
per valutare la possibile discrepanza tra la percezione delle problematiche<br />
esperite dal paziente con quanto osservato dal suo caregiver e la gravità dei<br />
deficit cognitivo-comportamentali secondo il riscontro clinico. Allo stesso<br />
740 2006