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L'Albania racconta - Comune di Piana degli Albanesi

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Flutura në kabinën time <strong>racconta</strong> <strong>di</strong> Flutura, una bella e ingenua maestra <strong>di</strong> un<br />

piccolo villaggio <strong>di</strong> montagna - Luiza Xhuvani - che accetta <strong>di</strong> salire sul camion <strong>di</strong><br />

Toma, un uomo rude, violento, tenuto a <strong>di</strong>stanza da tutti – Ndriçim Xhepa – che si<br />

innamora della donna e con l’inganno prova più volte a violentarla ma Flutura riesce<br />

a fuggire lanciandosi dal camion in movimento. Il film punta sul tema dell’educazione<br />

e sulla fiducia verso il prossimo.<br />

In Pranvera s’erdhi vetëm, film altamente drammatico, invece, una splen<strong>di</strong>da Anisa<br />

Markarian è Irena, una giovane scienziata fidanzata con Ilir – Kristaq Skrami – alla<br />

quale viene <strong>di</strong>agnosticata una forma rara <strong>di</strong> leucemia. Sapendo <strong>di</strong> dover morire comincia<br />

ad apprezzare ogni secondo della sua vita accettando saggiamente la sua triste<br />

situazione.<br />

Un capolavoro <strong>di</strong> genere storico del 1979 è Ballë për ballë (Faccia a faccia) <strong>di</strong> Piro<br />

Milkani e Kujtim Çashku, tratto dal romanzo <strong>di</strong> Ismail Kadare Dimri i vetmisë së madhe<br />

(L’inverno della grande solitu<strong>di</strong>ne). Il film narra della rottura delle relazioni sovietico-albanesi<br />

e del conflitto per le basi militari nelle coste <strong>di</strong> Valona negli anni Sessanta.<br />

Tema drammatico alla luce della paura dei carri armati russi dopo le vicende<br />

della Primavera <strong>di</strong> Praga. Con grande libertà, i due registi, mostrano il degrado morale,<br />

la caduta dei valori umani e l’arroganza russa.<br />

Altro film storico tratto da un altro romanzo <strong>di</strong> Ismail Kadare è Kthimi i ushtrisë<br />

së vdekur (Il ritorno dell’armata morta) prodotto nel 1989 dalla Kinostu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>retto da<br />

Dhimitër Anagnosti con Bujar Lako, nelle vesti del generale italiano, e Guliem Radoja,<br />

in quelli del sacerdote, e con la partecipazione straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> Roza Anagnosti nel<br />

ruolo dell’anziana Nicë. La trama, intensa e commovente, <strong>racconta</strong> <strong>di</strong> un generale italiano<br />

inviato in Albania per recuperare i corpi <strong>di</strong> alcuni soldati uccisi durante la seconda<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale. Con lui c’è un enigmatico prete che, insieme ad altri misteriosi<br />

personaggi, lo aiuterà a scavare nella sua memoria e nel suo passato. Anagnosti, da<br />

bravo regista qual è, ricrea perfettamente la stessa atmosfera <strong>di</strong> lutto che si respira tra<br />

le pagine del romanzo e mette in evidenza la psicologia <strong>di</strong> ogni singolo personaggio,<br />

rendendo il film un successo in patria e all’estero.<br />

Per una singolare coincidenza la morte <strong>di</strong> Enver Hoxha, nel 1985, coincise con<br />

l’elezione del giovane politico Michail Gorbaciov a segretario del Partito Comunista<br />

dell’Unione Sovietica. Dopo un lungo periodo <strong>di</strong> lutto nazionale subentrò ad Hoxha,<br />

il suo delfino, Ramiz Alia. Il neopresidente intraprese caute aperture verso l’estero,<br />

non potendo ignorare i ra<strong>di</strong>cali cambiamenti in corso nel campo socialista, ma non<br />

riuscì ad avviare reali e ra<strong>di</strong>cali trasformazioni interne per paura del capitalismo.<br />

Lo scenario politico e sociale cambia e ancora una volta il cinema procede in<br />

parallelo con la vita sociale. In seguito ad una ondata <strong>di</strong> rabbia popolare vengono <strong>di</strong>strutti<br />

e saccheggiati uffici pubblici, teatri <strong>di</strong> posa, scuole e caserme e le emittenti televisive<br />

straniere, non autorizzate, inviano immagini <strong>di</strong> un mondo spesso sognato, ma<br />

proibito. Gli albanesi si rendono conto che erano stati isolati troppo a lungo e vogliono<br />

scoprire cosa c’è al <strong>di</strong> là dei propri confini.<br />

Nel 1992 il complesso Kinostu<strong>di</strong>o Shqipëria e Re, privatizzato con il nome <strong>di</strong> Albafilm<br />

Stu<strong>di</strong>o, comincia una modesta produzione cinematografica e televisiva. Senza aiuti<br />

economici statali e senza finanziatori privati stranieri – a causa dei conflitti che hanno<br />

investito il Paese – il cinema albanese entra in crisi. La produzione precipita alla me-<br />

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