Settembre 2009 - Inizio

aspetto già allontana dal mito che
aprire un’attività di questo tipo sia
semplice e alla portata di tutti. Non
si tratta solo di partecipare all’attività
di una ristretta nicchia alla
moda ma di offrire un servizio che
coniughi il risparmio alla qualità e
ad un certo stile”. E prosegue: “Il
termine B&B non è una espressione
generica ma identifica sia giuridicamente
che commercialmente un
tipo di accoglienza turistica regolamentata
da una precisa normativa
regionale che fissa rigidamente le
caratteristiche che una struttura
deve avere”.
Oggi infatti la legge regionale n.33
prevede che i Bed and Breakfast
possano avere un massimo di tre
stanze per un totale di nove posti
letto. E i proprietari devono vivere
nello stesso appartamento. “I motivi
della popolarità di questa nuova
formula non sono da ricercare tanto
nei prezzi” commenta Albertina
“perché alcune strutture sono più
costose degli alberghi, quanto piuttosto
nel tipo di accoglienza che
l’ospite trova. I turisti sentono,
infatti, di stare in famiglia e questo
è possibile perché le nostra struttura
è piccola e quindi il rapporto personale
prevale su quello professionale”.
Bed, letto, e Breakfast, colazione,
appunto. Ogni struttura che sia
degna di questo nome ha l’obbligo,
per legge, non solo di offrire un
letto dove dormire ma anche di servire
la colazione al mattino. E l’intera
attività, dalla gestione delle
prenotazioni, all’accoglienza, al
marketing, alla pulizia delle stanze
deve essere interamente gestita dai
padroni di casa che non possono
assumere dipendenti che li aiutino
nello svolgimento del servizio.
“Il ruolo di un gestore è molto complesso”
spiega Romy Roker, vice
presidente dell’Associazione
Verona B&B e gestore di una struttura
a Trezzolano “perché bisogna
comunicare i nominativi degli ospiti
alle autorità e per lo più abbiamo
un contatto diretto con i clienti
prima del loro arrivo e questo ci
permette di capire con che genere
di persona abbiamo a che fare
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