Settembre 2009 - Inizio

prima di accoglierlo nella nostra
casa. Però la moda che si è diffusa
sa da un lato ha richiesto una regolamentazione
più precisa da parte
del Ministero del Turismo, dall’altro
abbiamo assistito al nascere di
una serie di strutture che si fanno
chiamare ugualmente B&B mentre
in realtà sono degli affitta camere
senza la residenzialità dei proprietari.
Ecco perché da qualche anno
abbiamo sentito l’esigenza di
riunirci in associazione, anche per
una tutela del cliente”.
Settanta strutture controllate e visitate
direttamente dai membri del
direttivo fanno oggi parte
dell’Associazione, nata con lo
scopo di riunire i gestori regolarmente
per un confronto delle loro
attività ma anche di interagire sia
con le associazioni regionali
d’Italia sia con le Istituzioni e di
partecipare alle tavole nazionali sul
turismo.
“La nostra associazione” sottolinea
Romy “è in prima linea nel contrastare
l’abusivismo non solo ma da
tempo chiediamo che nella nuova
normativa regionale non venga
aumentato il numero di 3 stanze per
struttura proprio per non snaturare
la nostra attività”.
Ma nonostante la burocrazia e le
quotidiane difficoltà di gestione
della struttura, il B&B resta un
luogo che sa di vita, di persone vere
e di calore. E per questo sono,
anche per Verona, un prezioso successo,
come quantità ma anche
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come qualità. “Con queste attività
la città valorizza il turismo famigliare
e va incontro anche alle
nuove tendenze del viaggiatore”
sottolinea Albertina “perché visitare
una città non è solo ammirarne i
monumenti ma viverne anche le
persone nel loro stile di vita e nelle
loro abitudini, per questo noi non
siamo concorrenziali con gli alberghi”.
E per questo chi cerca questo
tipo di esperienza trova nella realtà
del B&B il gusto di sentirsi a casa
in un territorio straniero.
Così, infatti, molto spesso la fortuna
del buon gestore di B&B è quella
di avere un forte legame di fiducia
e di collaborazione con le strutture
turistiche circostanti. “Si crea
una impercettibile rete di comunicazione
con i ristoranti e le trattorie
del luogo ad esempio” racconta
Romy “perché non potendo per
legge servire la cena agli ospiti consigliamo
spesso i locali della zona
così che i turisti possano apprezzare
anche i prodotti eno-gastronomici.
E’ molto importante questo tipo
di scambio reciproco soprattutto
per l’economia del territorio”.
Non solo, ma forse queste realtà
possono essere prese d’esempio se
solo si pensa che il Centro
Internazionale di Studi sul l’E -
conomia Turistica dell’Università
Cà Foscari di Venezia, in una recentissima
indagine congiunturale del
giugno scorso, indica nel rapporto
qualità- prezzo dei servizi offerti la
chiave per il superamento di una
crisi che coinvolge l’intero comparto
turistico.