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PAGINE A Z Z U R R E A CURA DI ANTONIO FROVA<br />
La posta<br />
Sono il padre di un paziente ricoverato<br />
presso una Residenza Sanitaria<br />
Assistenziale (Rsa) del<strong>la</strong> provincia di<br />
Como. Mio figlio, a seguito di un grave<br />
incidente stradale, è andato in coma, dal<br />
quale è uscito dopo oltre un mese: è stato<br />
un lungo peregrinare in varie strutture<br />
ospedaliere per interventi e riabilitazione,<br />
fino ad una definitiva diagnosi di<br />
stato vegetativo permanente. Da oltre<br />
cinque anni <strong>la</strong> Rsa che lo accoglie, mi richiede<br />
il pagamento di una quota parte<br />
del<strong>la</strong> retta giornaliera di degenza (70 euro).<br />
Posso sapere il motivo per il quale un<br />
paziente che necessita di mirati interventi<br />
sanitari, che deve essere seguito da<br />
medici e infermieri quotidianamente oltre<br />
che da personale di assistenza, che<br />
deve fare tutti i giorni adeguata riabilitazione<br />
fisica, alimentato con sondino<br />
gastrico, fino a quando si trova in una<br />
struttura sanitaria accreditata (Ospedali<br />
o Case di Cura) riceve tutto gratuitamente,<br />
mentre se il suo stato patologico<br />
cronicizza e viene dimesso dalle strutture<br />
sanitarie al di là di limitati periodi di<br />
tempo, deve pagare una parte del<strong>la</strong> degenza?<br />
Perché questa discriminazione<br />
fra sanitario e sanitario esclusivamente<br />
legata al<strong>la</strong> cronicità o meno? Ritengo<br />
che sia una discriminazione grave che finisce<br />
per mettere sul <strong>la</strong>strico un numero<br />
enorme di famiglie. La cosa infatti non riguarda<br />
solo mio figlio, ma tutti i ricoverati<br />
in questa struttura e penso anche<br />
nelle altre, che si trovano nelle stesse<br />
condizioni, o condizioni simi<strong>la</strong>ri. Sono<br />
tanti ve lo assicuro!<br />
Lettera firmata<br />
La sua sentita lettera suona disperata,<br />
anche perché moltiplicando <strong>la</strong> cifra da<br />
lei pagata di 70 euro al giorno per 365<br />
giorni ne scaturisce l’importante<br />
esborso di 25.550 euro all’anno, 50 milioni<br />
di una volta, importo che non è assolutamente<br />
sostenibile da un reddito<br />
medio di una famiglia. La nuova normativa<br />
del<strong>la</strong> Regione Lombardia sul<strong>la</strong><br />
riabilitazione, già citata nel nostro<br />
precedente numero, pare faccia chiarezza,<br />
ma non affronta in modo complessivo<br />
e risolutivo il problema che<br />
Lei pone che ci sembra abbia risvolti<br />
drammatici. È nostro impegno fare<br />
avere <strong>la</strong> sua lettera ai nuovi Assessori<br />
regionali e, vista <strong>la</strong> situazione che lei ci<br />
denuncia, anche al Governatore del<strong>la</strong><br />
Regione e al Ministro del<strong>la</strong> Salute.<br />
“Il coma è come<br />
un b<strong>la</strong>ck-out”<br />
N e u ropsicologa e psicoterapeuta, Pao<strong>la</strong> Chiambretto, 32 anni, è<br />
responsabile del servizio di psicologia del<strong>la</strong> Cooperativa Sociale<br />
Vi t a residence che gestisce due re p a rti per pazienti in stato vegetativo<br />
e post comatosi a Guanzate e a Legnano, in stru t t u re<br />
e x t r a o s p e d a l i e re Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa).<br />
D I PAOLA D’AMICO<br />
Quando si entra in coma?<br />
Dopo un evento acuto, un trauma, un incidente<br />
s t r a d a l e, un ictus o un arresto cardiocirco<strong>la</strong>torio<br />
c h e,per qualche minuto,causano l’arresto del flusso<br />
sanguigno al cervello.Senza ossigeno,le cellule<br />
cerebrali muoiono.<br />
Dopo quanti minuti muoiono?<br />
Tre-cinque minuti bastano per creare lesioni imp<br />
o r t a n t i . Il cervello dopo un evento acuto presenta<br />
una grave sofferenza che causa il coma.<br />
Il coma è come un b<strong>la</strong>ck out?<br />
S ì , un b<strong>la</strong>ck out generale,una le-<br />
Pao<strong>la</strong> Chiambretto<br />
sione del sistema nervoso centrale<br />
(Snc) per cui tutte le funzioni<br />
vitali sono in grossa difficoltà,<br />
devono essere supportate per<br />
f u n z i o n a r e. Il cervello non invia<br />
più stimoli corretti per far funzionare<br />
<strong>la</strong> “macchina corpo”. I l<br />
paziente viene assistito in terapia<br />
intensiva , <strong>la</strong> sua vita è legata<br />
al supporto delle macchine.<br />
Questo stato di coma non<br />
dura per sempre ?<br />
N o, a un certo punto una parte<br />
del cervello ricomincia a funzion<br />
a r e : è <strong>la</strong> “centralina dello stand by”, il sistema<br />
neurovegetativo del nostro cervello situato a livello<br />
del troncoencefalo (pensate al<strong>la</strong> lucetta del<strong>la</strong><br />
Tv quando è spenta) che sovrintende al respiro<br />
a u t o n o m o, all’alternanza sonno-veglia.Il paziente<br />
dorme,r u s s a , riapre gli occhi quando si sveglia,<br />
fa movimenti anche minimi,a volte emette suoni,<br />
piange ma non riconosce l’ambiente, vive senza<br />
l’ausilio delle macchine ma senza contatti con<br />
l ’ a m b i e n t e.È come sospeso.<br />
Questo è lo stato vegetativo?<br />
E s a t t a m e n t e,c’è ma è come se non ci fosse,si è ris<br />
v e g l i a t o, ha fatto un passo ava n t i , è vivo ma è in<br />
una condizione vegetativa .<br />
Un termine che sembra assimi<strong>la</strong>re al<strong>la</strong><br />
condizione dei vegetali.<br />
Infatti è un termine aborrito dai familiari. Per assonanza<br />
ricorda le piante,invece è da riportare ad<br />
una dimensione medica, c l i n i c a , s c i e n t i f i c a .<br />
Significa che quello che funziona nel paziente è il<br />
sistema vegetativo.<br />
Che assistenza è necessaria in questo sta-<br />
~ 22 ~<br />
dio, lo stadio di Terry Schiavo?<br />
Il paziente va accudito, dal<strong>la</strong> A al<strong>la</strong> Zeta, deve essere<br />
alimentato con un sondino che entra nello<br />
s t o m a c o.È uno stadio,come uno scalino che ogni<br />
paziente in coma deve fare. Per alcuni è solo uno<br />
s c a l i n o,per altri può essere un momento di arrivo.<br />
Cosa accade al secondo scalino?<br />
Ci sono i pazienti minimal responder, che hanno<br />
una risposta minima agli stimoli dell’ambiente,<br />
chiudono gli occhi per dire sì,una condizione di responsività<br />
che può anche variare nel<strong>la</strong> giornata.<br />
Una ripresa di coscienza magari<br />
intermittente.<br />
P ro s e g u i a m o .<br />
Al terzo stadio aumentano tutte<br />
le capacità di contatto con<br />
l ’ a m b i e n t e,v i g i l a n z a , il paziente<br />
esprime qualche paro<strong>la</strong>,<br />
muove qualche passo.A volte,<br />
i n v e c e, control<strong>la</strong> solo le palpebre<br />
ma è assolutamente lucido,<br />
c o s c i e n t e,ha integrato <strong>la</strong> capacità<br />
di comprendere.<br />
To rnando allo stadio vegetativo,<br />
si sente il dolore<br />
?<br />
Non si sa,ma l’impressione è che lo sentano.Pe r ò<br />
il dolore, seppur avvertito, non è percepito nel<strong>la</strong><br />
sua componente discriminatoria.È come se dessimo<br />
un pizzicotto leggero a una persona che dorme<br />
tale da non farlo svegliare.La persona avverte<br />
il pizzicotto (sposta il braccio), m a , non ne è cons<br />
a p e v o l e. Il dolore,il fastidio si esprime con increspature<br />
del<strong>la</strong> bocca, piccoli grugniti. Nello stato<br />
vegetativo è sempre a livello non cosciente perché<br />
<strong>la</strong> parte corticale del cervello, quel<strong>la</strong> più esterna,<br />
più evoluta,non è più coinvolta,non è in contatto<br />
con <strong>la</strong> parte vegetativa , le informazioni non arriva<br />
n o. Come se un ascensore si fermasse a metà<br />
s t r a d a , non arrivasse all’attico.<br />
Questi pazienti sono il risultato dei prog<br />
ressi del<strong>la</strong> medicina che li strappa a morte<br />
certa. Siamo pre p a r a t i ?<br />
Non ancora abbastanza. C’è una nebbia. S p e s s o<br />
vengono ricoverati qua o là, è una realtà nuova .<br />
Saranno sempre di più.La medicina è ava n t i ,ma <strong>la</strong><br />
cultura dell’assistenza non ha tenuto il passo.<br />
Dobbiamo fare molta strada.