MENO MALE CHE C'È IL SONDAGGIO GIAMMARIO ... - Teramani.info
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divorare un’ape, o nel ragno che intrappola<br />
e avvelena la mosca per divorarla. La sua<br />
mente comincia a intorbidire, a immaginare<br />
l’oscuro. Medita il delitto, memore della lettura<br />
coinvolgente, uscita dal sè. Du musst<br />
Caligari werden, incarnazione di un<br />
archetipo. Vuole freddare lo zio dormiente<br />
col fucile, non ce la fa. Fuori un cane ulula,<br />
immagine divorante. E c’è il battibeccare<br />
dell’italiano di cui si è detto, deciso a<br />
portarsi a letto una donna. Segnali foschi,<br />
l’aspirante omicida esita e desiste. Lui si<br />
sveglia, discussione, alterco e strangolamento.<br />
L’italiano sente le grida e, in un secondo<br />
momento, ne approfitterà ricattando<br />
il colpevole. Poi è tutto un precipitare nel<br />
delirio, il lato freudiano del cinema.<br />
La sovrimpressione dello zio squarcia lo<br />
schermo. Insieme a immagini di teschi, streghe<br />
e strane bestie. Persino le tavole della<br />
legge, Gesù. Cosa può esprimere l’interiorità<br />
di chi forza i propri desideri o di chi<br />
si sbilancia in un lato solo dell’esistenza,<br />
quello negativo, arrivando al delitto, al lato<br />
oscuro ma negato dell’esistere? Il protagonista<br />
non ha bisogno di sdoppiarsi in Hutter<br />
e Nosferatu: scivola nell’incarnazione<br />
immonda per gradi, il passaggio da uomo<br />
a bestia ha una sua logica attenuante. La<br />
coscienza diventa paradossalmente la sua<br />
metà oscura, l’eccesso di buio che potrà far<br />
ritrionfare la luce. O meglio, proprio come<br />
in Murnau, incarna quel misto di reale e<br />
simbolico, di sole e tenebre che rende completo<br />
l’essere umano, un po’ raziocinio un<br />
po’ immaginazione, mezzo uomo e mezzo<br />
bestia. Mezzo capro, espressione di libido.<br />
Dopo aver svelato ch’era tutto un incubo,<br />
espediente un po’ censorio, un po’<br />
assolutorio (inserito in una perfetta logica<br />
di inconscio scandagliato), il film mostra gli<br />
esiti dello stato naturale delle cose. Lo zio<br />
accetta l’unione, gli amanti risplendono.<br />
Pan, il simbolo caprino del tutto, quindi<br />
dell’unità ricostituita e non più scissa, è<br />
l’ultima, definitiva apparizione, contornata<br />
da piccole figure paniche, vertigine politeista<br />
che ha a che fare con l’umano, Hutter e<br />
Nosferatu fusi e riprodotti. Inno alla fertilità,<br />
alla selva non oscura. Senza tacere che,<br />
dietro ogni angolo ninfeo, terrore e oscurità<br />
sono mai silenti, pronte a stendere le ali minacciose,<br />
il manto nero. Il canto del capro è<br />
eros, il canto del capro è tragedia. n<br />
27<br />
n.73