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Incontenibile Mirella Un Campitelli indiavolato Vengo già ... - Teramani

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<strong>Incontenibile</strong><br />

<strong>Mirella</strong><br />

pag. 6<br />

mensile di informazione in distribuzione gratuita<br />

n. 55 • luglio-agosto 2009<br />

<strong>Un</strong> <strong>Campitelli</strong><br />

<strong>indiavolato</strong> pag. 14<br />

<strong>Vengo</strong> <strong>già</strong><br />

mangiato pag. 19


luglio-agosto 2009<br />

sommario<br />

3 La ZTL<br />

4 Cucù, guarda chi c’è<br />

5 Lettera a <strong>Teramani</strong><br />

6 <strong>Mirella</strong> Marchese<br />

8 L’Utopia necessaria<br />

10 Elezioni Comunali<br />

11 Elezioni Provinciali<br />

12 Intervista a Tommaso Ginoble<br />

14 Intervista a Luciano <strong>Campitelli</strong><br />

15 Eccellenze teramane<br />

16 Tu<br />

18 Dura Lex Sed Lex<br />

19 Lettera al Cavaliere<br />

20 La terra di Dio<br />

21 L’Oggetto del Desiderio<br />

21 Note linguistiche<br />

22 Lettere dai Caraibi<br />

23 Coldiretti informa<br />

24 Ortega in mostra<br />

26 Il Futurismo<br />

27 Cinema<br />

28 La Coppa Interamnia<br />

30 Basket<br />

è possibile scaricare il pdf<br />

di questo e degli altri numeri dal sito web<br />

www.teramani.info<br />

scriveteci a<br />

dimmitutto@teramani.info<br />

Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli<br />

Redattore Capo: Maurizio Di Biagio<br />

Coordinatore: Maria Grazia Frattaruolo<br />

Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Piergiorgio D’Andrea,<br />

Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano,<br />

Elvio Fortuna, Antonella Gaita, Amilcare Lauria,<br />

Nicola Lucci, Bebè Martorelli, Fausto Napolitani,<br />

Francesco Pellecchia, Leonardo Persia<br />

Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione<br />

di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione<br />

né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo<br />

parziale, sia degli articoli che delle foto.<br />

Ideazione grafica ed impaginazione: Antonio Campanella<br />

Periodico Edito da “<strong>Teramani</strong>”, di Marisa Di Marco<br />

Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930<br />

per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />

Organo Ufficiale di informazione<br />

dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />

Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930<br />

Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004<br />

Stampa Bieffe - Recanati<br />

Per la pubblicità: Tel. 0861 250930<br />

347.4338004 - 333.8298738 - 320.0455180<br />

<strong>Teramani</strong> è distribuito da:<br />

Pegaso Distribuzioni di Roberto Cerasi - 389.7822574<br />

Si torna alla Ztl.<br />

traffico<br />

dalla Redazione<br />

Bene!<br />

Il nostro periodico, nel tempo e con tutta una serie di articoli sul traffico che strangola il Centro Storico, si<br />

è sempre detto favorevole ad una applicazione puntuale e rigorosa dell’Ordinanza a suo tempo emessa.<br />

Soprattutto in virtù del fatto che la stessa, per tutta una serie di motivi, veniva regolarmente disattesa. Sia per la<br />

maleducazione che impera tra tanti automobilisti e motociclisti, sia e soprattutto per la scarsità di controlli da<br />

parte della Polizia Municipale che non è mai riuscita a sanzionare in maniera continuativa le violazioni.<br />

Vogliamo elencare alcune delle più frequenti.<br />

- Sosta vietata attorno al Duomo. Impunita!<br />

- Sosta prolungata in Piazza Martiri della Libertà di veicoli autorizzati solo e unicamente al carico e scarico di<br />

merci. Impunita!<br />

- Sosta vietata in Piazza Martiri della Libertà, nei pressi di Uffici Comunali, Banche, Bar. Impunita!<br />

- Libero e indebito attraversamento di Piazza Martiri della Libertà di automobilisti e motociclisti. Impunito!<br />

- Ingresso nella Ztl di automezzi non autorizzati ma fatti entrare tramite l’apertura delle sbarre da persone<br />

munite di tessera. Impunito!<br />

- Uscita da Piazza Martiri della Libertà per Via Oberdan, attraverso il varco che serve solo per entrare. Impunita!<br />

Siamo perfettamente d’accordo con il Dottor Maurizio Brucchi, nuovo Sindaco di Teramo.<br />

Piazza Martiri della Libertà deve tornare ad essere il Cuore e il Salotto buono della nostra città, restituendole Decoro<br />

e Dignità. I raid da parte dei Vigili Urbani con caterve di multe non sono proprio la soluzione per risolvere il<br />

problema. E’ necessario istituire un servizio fisso sulla Piazza, con la presenza continuativa di una pattuglia di Vigili<br />

che oltre a multare quando se ne ravveda la necessità, impedisca sul nascere le violazioni sopra elencate.<br />

Inoltre, per evitare che il centro storico e segnatamente Piazza Martiri della Libertà e Corso S. Giorgio vengano<br />

invasi quotidianamente da una miriade di autocarri che devono consegnare le merci, suggeriamo di individuare,<br />

ai margini del centro (ma non Via Delfico, oppure peggio ancora Via Mario Capuani, come ventilato), stalli per la<br />

sosta riservata ai Corrieri, mettendo a loro disposizione dei carrelli a trazione elettrica con i quali raggiungere<br />

poi le varie attività del Centro. Così facendo, si potrebbe anche concedere ai Corrieri un tempo più lungo per<br />

le consegne, non costringendoli a corse frenetiche per restare negli orari stabiliti, oppure ad interrompere le<br />

consegne con grave danno al commercio e alle altre attività..<br />

A proposito di Decoro e Dignità della nostra Piazza, suggeriamo al nostro Sindaco di far valutare dai Tecnici<br />

comunali la possibilità concreta di chiudere l’imbocco del sottopassaggio a ridosso dei Portici, per dare continuità<br />

e respiro alla Piazza. u<br />

pag<br />

03


pag<br />

04<br />

elezioni<br />

Cucù,<br />

guarda<br />

chi c’è<br />

Con il 20,9% dei voti e<br />

l’assegnazione di 4 seggi<br />

al Parlamento Europeo, la<br />

Socialdemokratiet di Danimarca<br />

ha vinto quest’ultima tornata<br />

elettorale, battendosi contro un<br />

astensionismo diffuso e, soprattutto,<br />

a dispetto di una dilagante<br />

euro-affermazione politica della<br />

Destra. Solo e inconfutabilmente<br />

in netta controtendenza, il piccolo<br />

stato scandinavo, definito anche<br />

paese periferico, ha subito suscitato,<br />

nelle centralità egemoniche<br />

di nazioni più evolute - latine<br />

piuttosto che anglosassoni - una sorta di humana pietas.<br />

In Spagna, Zapatero inciampa mentre Nicolas Sarcozy se la<br />

ride assieme a Carla Bruni. Il Cavaliere non sfonda in Europa,<br />

ma stravince le amministrative in Italia, conquistando tutte le<br />

Province e i Comuni dello stivale, Teramo compresa, tanto da<br />

doversi meritare, sulle pagine dei quotidiani, un appellativo<br />

così affettuoso: “Il Provinciale”.<br />

Giusto per la cronaca e per rifletterci meglio fra cinque anni,<br />

è da rilevare che la percentuale degli eletti è stata straordinariamente<br />

alta fra i candidati che hanno scelto di farsi pubblicità<br />

elettorale sulle pagine del periodico che state sfogliando,<br />

“<strong>Teramani</strong>”. Ora però, bando alle ciance. Anche se ci dispiace<br />

tanto per la Danimarca, che si sta inabissando ed offuscando<br />

nel suo effimero mondo incantato fatto di Sirenette, attenzioni<br />

perniciose al sociale, diritti umani e altre storielle simili alla<br />

Hans Christian Andersen, dobbiamo guardare dritto in avanti,<br />

perché la via è ancora lunga e tortuosa, per noi Paesi grandi ed<br />

emancipati del G8.<br />

Dopo la visita a Roma, sobria ed elegante nei costumi, del<br />

Colonnello libico Muammar Gheddafi, si resta in impaziente attesa<br />

di una folta schiera di rappresentanti politici d’alto rango,<br />

di stati ancora in mano ad allegri oligarchi, allergici alla democrazia.<br />

Senz’altro si vorrà dare in futuro il benvenuto e buffetto<br />

sulla guancia, ad Omar Hasan Ahmad al-Bashir, Presidente del<br />

Sudan, con una guerra in Darfur all’attivo, dove permane una<br />

catastrofe umanitaria.<br />

Cucù, guarda chi c’è… ad Isaias Afewerki, Presidente dell’Eritrea,<br />

ultimo in Africa per la libertà di stampa. Ancora a spellar-<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Mimmo Attanasii<br />

si le mani, dopo avergli fatto le corna di nascosto, per Idriss<br />

Déby Itno, Presidente del Ciad, accusato di comprare armi<br />

utilizzando denaro datogli in dono con progetti di sviluppo.<br />

<strong>Un</strong>a Standing Ovation con la ola non si contesterà al Presidente<br />

della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso,<br />

protagonista di una sanguinosa guerra civile, durante la<br />

quale i miliziani a lui fedeli, riuniti in un gruppo armato chiamato<br />

Cobra, si sono macchiati di numerose atrocità, contro la<br />

popolazione civile. Noemi & famiglia richiamate d’urgenza in<br />

servizio al seguito di Sua Altezza Mswati III, giovane re dello<br />

Swaziland, più preoccupato a scegliere vergini da sposare e<br />

lussuose Mercedes per la sua residenza che al fabbisogno di<br />

una popolazione poverissima e falcidiata dall’Aids. Come fare<br />

a non accogliere fra impetuosi fuochi d’artificio e sagome di<br />

Superman appese agli elicotteri, Teodoro Obiang Nguema<br />

Mbasogo, Presidente della Guinea Equatoriale dal 1979, divenuto<br />

uno dei più feroci despoti della storia contemporanea?<br />

Non potranno infine mancare all’appello François Bozizé<br />

Yangouvonda, Generale golpista, Presidente della Repubblica<br />

Centrafricana e Robert Gabriel Mugabe, padre-padrone<br />

dello Zimbabwe, dal<br />

personalissimo curriculum<br />

di barbarie<br />

lungo un quarto di<br />

secolo, per le rituali<br />

foto di gruppo, con<br />

Premier su predellino<br />

a sembrare un po’ più<br />

alto degli altri.<br />

E la Sinistra che cosa<br />

fa? A Teramo, dopo<br />

l’apparizione del<br />

Sommo Pontefice sui<br />

marmi di una chiesa, Marcello Marchesi, autore d’irresistibili<br />

aforismi umoristici, pare abbia ispirato attraverso sonni<br />

inquieti a dirigenti negligenti con il piede <strong>già</strong> nella fossa, il<br />

nuovo corso ed un favoloso progetto innovativo da anteporre<br />

al Condottiero d’Arcore, affinché ci sia una vera rinascita nel<br />

Partito Democratico della nostra città, ormai disperso come<br />

una mandria allo sbando:“Mangiate merda, milioni di mosche<br />

non possono sbagliare.” u


la lettera<br />

Lettera a<br />

“<strong>Teramani</strong>”<br />

e ai teramani<br />

Gentile Redazione di “<strong>Teramani</strong><br />

sono un libero cittadino e come tale, conoscendo il<br />

vostro giornale e la vostra libertà di stampa, vorrei<br />

permettermi di dire, o meglio, di sfogarmi, su ciò che,<br />

secondo me, secondo il mio modestissimo parere, non<br />

ha funzionato nello schieramento del centro-sinistra a<br />

Teramo. Partiamo dalla scelta del candidato Sindaco Paolo<br />

Albi. <strong>Un</strong> uomo di sinistra?<br />

Non direi proprio, anzi,<br />

tutt’altro. <strong>Un</strong> uomo di destra,<br />

un uomo che fino ad un anno<br />

fa ha fatto parte di uno schieramento<br />

di centro destra,<br />

vestendo anche la carica di<br />

Presidente del Consiglio al<br />

Comune di Teramo. <strong>Un</strong> uomo<br />

di un’intelligenza e di un’ironia<br />

sottile che solo in pochi<br />

sono in grado di comprendere,<br />

purtroppo.<br />

Come si può comunicare<br />

al popolo se non si parla<br />

la stessa lingua? Durante<br />

la campagna elettorale è<br />

stato spesso ribadita la sua<br />

posizione centrista. Ma come,<br />

all’interno della sua coalizione<br />

parliamo di Pd, ldv e Sinistra<br />

e Libertà, escludendo le<br />

due liste civiche in supporto,<br />

e poi diciamo che è di centro?<br />

Qualcosa non torna. Veniamo<br />

ai partiti. Dov’erano? Dov’erano durante la campagna<br />

elettorale? Non mi sembra di avere visto tutti gli esponenti<br />

partecipare attivamente agli incontri politici. E allora?<br />

Ognuno ha badato al suo orticello, ognuno si è curato i propri<br />

interessi, come qualcuno delle liste civiche. <strong>Un</strong> veterano<br />

della politica teramana che “quatto quatto” ha creato<br />

un po’ di confusione tra Udc e Udt. Lui, sempre nel retro e<br />

mai avanti direttamente, lui che ha dichiarato di svegliare<br />

Albi all’alba, che ha detto di fare il bene del partito e non<br />

abbandonare chi lo ha appoggiato. E ora? Si torna all’Udc<br />

luglio-agosto 2009<br />

o si dirige in quel di Campli? E i soloni del centro-sinistra<br />

teramano? I vari Melarangelo e la Di Pasquale cos’anno<br />

fatto per il proprio schieramento? Nulla! Se non correre<br />

per conto proprio cercando di “accucchiare” quanti più voti<br />

possibile, pensando di poterli far pesare su qualche tavolo<br />

ormai sgangherato. E la Franceschini? Altrettanto nulla!.<br />

Ma i danni che hanno fatto gli rimarranno appiccicati<br />

addosso. Bene ha detto il giovane Giorgio Giannella dopo<br />

i risultati elettorali, fondando il proprio movimento: basta<br />

con questa gente che ha a cuore solo il proprio interesse,<br />

fregandosene di tutto il resto. Non era il caso di puntare su<br />

alcune persone che erano <strong>già</strong> nel gruppo per poter maggiormente<br />

essere rappresentati da chi <strong>già</strong> aveva dato tutto<br />

il proprio contributo e la propria fedeltà? Quelle stesse<br />

persone sono state abbandonate a se stesse e messe sullo<br />

stesso piano di tutti gli altri. A questo punto ci si chiede:<br />

ma ne è valsa la pena? Ciò sarebbe servito, inoltre, a far<br />

capire davvero l’dea di centralità che l’Udt aveva.<br />

Torniamo un attimo alla<br />

comunicazione. C’era? Non<br />

me ne sono accorto. Bastava<br />

entrare nella sede elettorale<br />

per percepirne l’assenza.<br />

Senza una strategia oggi non<br />

si va da nessuna parte. E il<br />

centro destra lo ha dimostrato.<br />

E poi, tutte le persone che<br />

si sono candidate, una marea.<br />

E che marea! <strong>Un</strong> dispendio<br />

di voti e basta. Parliamoci<br />

chiaro: la sinistra non esiste<br />

più. Né a livello nazionale né<br />

a livello locale. La dimostrazione<br />

è stata data da molte<br />

regioni che da sempre sono<br />

state rosse.<br />

La politica è fatta così. Si viaggia<br />

sempre con il più forte.<br />

La morale non esiste e, forse,<br />

non è mai esistita in questo<br />

ambito.<br />

Con chi ce la vogliamo prendere?<br />

Con chi sa comunicare?<br />

Con chi è vicino alle persone? O forse, sarebbe il caso,<br />

invece di piangersi addosso, di darsi una mossa? Non lo<br />

so. Ma chi ha perso deve sapere il perché. Destra, sinistra,<br />

centro. <strong>Un</strong> gran casino di nomi e di persone. I fatti se<br />

li porta il vento: chi fa a qualunque mezzo va avanti e ha<br />

consensi. Il resto sono chiacchiere inutili. Il Pdl ha puntato<br />

sulla compattezza, sulla continuità e ha vinto, veri o falsi<br />

che siano stati.<br />

La gente ha bisogno di sorrisi e di comunicabilità.<br />

E anche del fare, ovviamente e soprattutto. u<br />

pag<br />

05


pag<br />

06<br />

l’Assessore<br />

Incon<br />

tenibile<br />

<strong>Mirella</strong><br />

Q<br />

uando <strong>Mirella</strong> Marchese in aula consiliare predicava<br />

la riabilitazione del “pavimento pelvico”, argomento<br />

che l’ex aennina usava per combattere un fenomeno<br />

noto e purtroppo diffuso come l’incontinenza, il ciarpame di<br />

molti suoi colleghi maschietti si riversava per l’assise intera<br />

con battutacce della peggior specie. Lei incurante di tutto<br />

è andata avanti nel suo progetto,<br />

quello di realizzare un consultorio<br />

in cui gli specialisti del settore<br />

potessero alleviare le frustrazioni di<br />

migliaia di pazienti teramani, e tutto<br />

ciò con fermezza ed anche audacia,<br />

dritta verso la meta, contro ogni<br />

becero fallocratismo di maniera.<br />

Per chi non la conoscesse, <strong>Mirella</strong><br />

Marchese è un’ex sindacalista, e<br />

di questo mestiere ha serbato quei<br />

tratti severi e quella compunta<br />

risolutezza che davanti a tavoli<br />

estenuanti non si spuntano e non si<br />

placano mai. La lady di ferro con gli<br />

occhi di ghiaccio è stata premiata<br />

per il suo essere politica e donna<br />

vicina a chi soffre: Vai avanti con il<br />

progetto, ti prego, perché ho una<br />

figlia di 40 anni che si fa la pipì<br />

addosso, gli implorò tempo fa un<br />

nostro concittadino. <strong>Mirella</strong> ora nel<br />

team di Maurizio Brucchi è assessore comunale con delega<br />

all’anagrafe, al personale, e giustamente alle pari opportunità.<br />

“Vorrei che si parlasse del potere in maniere asessuata”<br />

sono le sue prime parole, quando nel varcare la soglia del<br />

portonaccio di Piazza Orsini si univa alla masnada dell’era<br />

post Chiodi.<br />

Personalmente ricordo, qualche tempo fa, che uno dei suoi<br />

assilli era diretto verso quest’euro “che ci ha impoveriti tutti”,<br />

verso una moneta che evidentemente non vedeva di buon<br />

occhio e che aveva portato solo maggiori afflizioni. Compresi<br />

subito che la sua irritazione nei confronti dell’Eurotower era<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Maurizio Di Biagio<br />

dettata più dalle ristrettezze economiche sempre più diffuse<br />

in Italia che da un reale accanimento. Per quello che Teramo<br />

dovrebbe fornire ai suoi concittadini, Marchese nella sua<br />

nuova veste di assessore assume una posizione di ferro:<br />

“A volte anche una piccola opera può essere più importante<br />

di una grande ed eclatante, dipende senza dubbio dal valore<br />

che il cittadino attribuisce ad essa, perciò non bisogna tralasciare<br />

nulla, nemmeno una pensilina”. Perché è proprio vero<br />

che perfino una pensilina può rappresentare un problema<br />

quasi insormontabile, soprattutto in un giorno di pioggia.<br />

<strong>Mirella</strong> Marchese questo lo sa e parte da quest’assunto per i<br />

grandi progetti.<br />

Mamma di tre figli serba una concezione del potere molto<br />

più vicina a quella anglosassone che a lidi più strettamente<br />

meridionali, e tale immagine viene evidenziata soprattutto<br />

quando dichiara che il potere deve concretizzarsi “in<br />

un’organizzazione di un servizio per qualcuno, espletando<br />

qualcosa di utile per la collettività: il potere – ripete - se così<br />

concepito, può essere emanato<br />

sia da un uomo che da una donna,<br />

purché però sia esercitato con<br />

responsabilità”. Bene pubblico,<br />

consapevolezza, politica al servizio<br />

del cittadino e altro ancora, sono<br />

anche le reminiscenze che Marchese<br />

serba intatte e che provengono<br />

dal retaggio culturale di una<br />

forza come Alleanza Nazionale che<br />

faceva del sociale il suo punto di<br />

forza, calzando appunto quell’anima<br />

dedita alla terzietà. E’ proprio<br />

in quelle file che <strong>Mirella</strong> Marchese<br />

ha prestato per un bel pezzo la sua<br />

opera, prima da semplice iscritta,<br />

poi da segretaria del presidente<br />

della federazione e del vicepresidente<br />

del circolo “Ernesto Villari”,<br />

fino alla candidatura, nel 2004, e<br />

alla rispettiva elezione come consigliere<br />

comunale. La lady di ferro<br />

dagli occhi di ghiaccio dichiara di portarsi dietro come suo<br />

personale bagaglio tutta la sua sensibilità di donna “anche<br />

se spesso le mamme peccano di obiettività”. Rivendica il<br />

modello Teramo (“un progetto portato avanti da una squadra<br />

di cui mi sento di far parte”) e non lo svuota di significati.<br />

Per la prima volta nella sua vita, <strong>Mirella</strong> Marchese si è seduta<br />

negli scranni a ridosso di quello del primo cittadino:<br />

“<strong>Un</strong>a buona squadra – conclude – viene fuori non solo<br />

dall’esecutivo ma anche (e le perdoniamo il veltronismo,<br />

ndr) dall’occhio propositivo e dai suggerimenti espressi dai<br />

consiglieri”. u


pag<br />

08<br />

riflessioni<br />

L’utopia<br />

necessaria<br />

M e ne andavo a spasso per Corso San Giorgio per la<br />

solita passeggiata serale, pochi giorni dopo il terremoto<br />

dell’Aquila, quando incontro Giorgio, amico intimo fin<br />

dall’infanzia , un tipo un (bel) po’ polemico, ma che va al fondo delle<br />

cose e per questo mi stimola, anche se talvolta mi mette in difficoltà<br />

per la resistenza mia, come di tanti, a voler riconoscere la verità.<br />

“Ciao Piero, ciao Giorgio, come stai ? bene, bene”<br />

“Hai visto che fine ha fatto il cemento antifascista? ” attacca subito,<br />

senza preamboli, Giorgio.<br />

Io rimango un po’ perplesso e rispondo “scusa Giorgio, ma che<br />

c’entra il cemento con l’antifascismo?”. “Piero, non far finta di non<br />

aver capito, io intendo riferirmi al<br />

fatto che a L’Aquila sono crollati, per<br />

il terremoto, palazzi costruiti dopo<br />

la guerra, addirittura del 1990 e del<br />

2000 costati fior di miliardi (i cui costi<br />

sono lievitati di dieci – venti volte),<br />

mentre accanto sono rimasti in piedi<br />

edifici costruiti prima della guerra<br />

senza moderna tecnica antisismica<br />

né cemento armato: lo hanno visto<br />

tutti. Per cui la tragica sintesi di questa tragica vicenda si può<br />

riassumere così: il cemento fascista ha resistito mentre il cemento<br />

antifascista è crollato.”<br />

“Ecco Giorgio sei il solito nostalgico anarcoide, non sai che ti metterai<br />

nei guai per queste tue posizioni?. Ti chiuderanno le strade nella<br />

tua città e nel tuo paese” “l’hanno <strong>già</strong> fatto, Piero” “Non ti faranno<br />

fare carriera, Giorgio“ ”l’hanno <strong>già</strong> fatto“ ”Ti isoleranno“ ”Questo<br />

l’ho fatto io, Piero, mi sono volontariamente e convintamene isolato<br />

dai disonesti e dai vili.<br />

Lo so bene ormai per esperienza che questo regime pseudo –<br />

democratico è mafioso nella sostanza e ghettizza chi non vuol far<br />

parte della cricca (qualsiasi cricca) e non piega la schiena.<br />

Voglio però dirti che non sono un nostalgico, cioè uno con la testa<br />

rivolta al passato e un laudator temporis acti, né un amante della<br />

dittatura, ma un uomo libero (ci provo) che vive nel presente e desidera<br />

un futuro diverso e migliore per tutto il nostro popolo.<br />

Quindi per tornare alla questione posta ironicamente (ma in senso<br />

amaro) dalla mia battuta sul cemento, dico che tutta questa gente,<br />

invece di riempirsi la bocca ed invocare continuamente l’antifascismo,<br />

la resistenza per fondare su queste basi, loro sì nostalgici, la<br />

loro legittimazione politica, farebbero bene a vergognarsi in quanto<br />

sanno bene di non poter presentarsi e legittimarsi per se stessi e il<br />

proprio presente che è marcio e corrotto.<br />

Non è questione di costruttori disonesti, mica non hanno controlli,<br />

ma dei controlli politico – amministrativi e che sono mancati.<br />

Quindi non si tratta di corruzione individuale ma, come si dice,<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Piergiorgio D’Andrea<br />

sistemica e che è diventata endemica. L’aver coinvolto il popolo o<br />

comunque averlo portato alla rassegnazione è quello che fa dire<br />

“ma come è potuto succedere ?” – l’ipocrita meraviglia – o peggio<br />

“ma sono passati trenta - trentacinque anni, non si trovano più i<br />

responsabili”- sempre la responsabilità individualistica e non sistemica,<br />

ma soprattutto la paura che se si trovano i responsabili e si<br />

cominciano a tirare le fila “si sfila” il sistema e questo è troppo non<br />

solo per tanti che ne hanno approfittato, ne profittano e vogliono<br />

continuare ad approfittarne, ma anche per tanti altri che si ritraggono<br />

atterriti dal guardare in faccia il vero volto di Dorian Gray<br />

di questa società e dei suoi capi (dal popolo eletti) che mostrano<br />

il volto imbellettato di democrazia e invece sono come i farisei di<br />

evangelica memoria “sepolcri imbiancati che all’esterno appaiono<br />

belli a vedersi, dentro invece sono pieni di ossa di morti e di ogni<br />

putredine, all’esterno appaiono giusti, ma all’interno sono pieni di<br />

ipocrisia e iniquità”.<br />

Vedi Piero, farebbero bene questi sepolcri imbiancati, invece di<br />

qualificare il passato come “male assoluto” (ma non esiste nella<br />

storia umana il male assoluto, è un’istanza metafisica, forse il<br />

diavolo per chi ci crede) come ha fatto, qualche tempo fa, un tale<br />

asservito ai poteri finanziari mondialisti passato dall’apologia acritica<br />

(“Mussolini il più grande statista del secolo XX“) alla altrettanto<br />

errata negazione totale, - a prendere dal passato quel che c’era<br />

di valido nei fatti e come aspirazione ideale, ad esempio il valore<br />

dell’onestà, dell’onore, della<br />

lealtà, dei valori morali.<br />

Piero, è dal crollo dei valori<br />

morali che deriva il crollo degli<br />

edifici dell’Aquila. E’ questa<br />

la dura verità che non si vuol<br />

vedere, perché significa ammettere<br />

che la nostra società è<br />

marcia e siamo tutti coinvolti e<br />

dobbiamo quindi prendere posizione.<br />

Tutta questa corruzione, e cioè avidità, deriva dalla mancanza<br />

di fede, mancanza di fede nei valori della vita, di fede nel bene e<br />

quindi, come illusorio e fallace riempitivo dell’inevitabile ma non<br />

riconosciuto vuoto interiore, i beni al posto del bene, la fame di<br />

potere invece dell’essere , dell’avere la propria identità.”<br />

Ero stato a sentire a lungo senza interrompere, sia perché Giorgio<br />

è un tipo che si incazza facilmente, ma soprattutto perché quel che<br />

diceva e l’analisi che andava sviluppando mi sembrava veramente<br />

penetrante. Mi accorsi però che voleva sentire anche la mia<br />

opinione e allora dissi “Giorgio, quello che hai detto mi sembra<br />

duro ma vero, anche se tanti avanzeranno delle obiezioni tecniche o<br />

pseudo – tecniche, di tipo politico o presunte tali per negare che sia<br />

la corruzione la causa di questo o altri disastri, non solo materiali.<br />

Ma penso, d’accordo con te, che, a parte quelli in mala fede, le obiezioni<br />

siano per i più delle razionalizzazioni (in senso psicanalitico)<br />

delle proprie resistenze a riconoscere la verità. Ma arrivati a questo<br />

punto, si pone e ti pongo la domanda sul perché avvenga tutto<br />

questo, cioè sulle cause e su una eventuale soluzione”.<br />

“ Piero, la tua è una domanda da un milione di dollari, sia pure<br />

svalutati ma, passeggiando come i peripatetici, cercherò di guadagnarmeli.<br />

u<br />

› continua il prossimo numero


artigianato<br />

CNA<br />

informa<br />

settimana dedicata al rinnovo<br />

degli organismi provinciali<br />

protagonisti… le imprese associate<br />

Èterminata la prima parte della Campagna Congressuale di<br />

Cna. Nei giorni scorsi si sono svolte le assemblee elettive<br />

delle unioni di categoria che raggruppano le oltre 3500<br />

imprese CNA.<br />

Presiedute dai responsabili di categoria, le assemblee hanno dato<br />

grande rilievo ai problemi che interessano le aziende dei settori<br />

richiamati, al fine di dare un contributo al loro sviluppo. Tra le<br />

esigenze primarie riscontrate, quella dell’accesso al credito, condizione<br />

fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo e per dotare<br />

il nostro territorio di infrastrutture, necessità che oggi possiamo<br />

soddisfare grazie alla costituzione del super-confidi regionale CNA<br />

“Fidimpresa Abruzzo”.<br />

CNA SERVIZI ALLA COMUNITA’: referente Prov.le Vincenzo<br />

Cicioni. L’<strong>Un</strong>ione delle imprese del settore autoriparazione, tinto<br />

lavanderie e imprese di pulizie, ha confermato Presidente Attilio<br />

Petrini, imprenditore nel settore autoriparazioni di Roseto e definito<br />

i membri di Presidenza in Simona Moscianese della F.lli Moscianese<br />

di Morro D’Oro, Benito Di Paolantonio di Montorio, Duillio<br />

Cipolloni di Pineto, Francesco Rapali della F.lli Rapali di Torano,<br />

Massimo Siena de Il Mago di Martinsicuro e Angelo Lozzi della<br />

Lozzi & De Leonardis di Roseto.<br />

CNA PENSIONATI: referente Prov.le Sonia Miracoli. La CNA Pensionati<br />

associa i pensionati di tutte le categorie ed è l’organizzazione<br />

più rappresentativa tra quelle dell’artigianato. L’unione di Teramo,<br />

che sviluppa politiche ed azioni a livello nazionale e locale per la<br />

difesa dello Stato Sociale e per la rappresentanza degli interessi<br />

degli anziani nei confronti del Governo centrale, degli Istituti pubblici,<br />

delle Regioni, degli Enti locali, ha eletto Presidente Silvano Paci<br />

e Membri di Presidenza Armando Piccinini, come Vice-Presidente,<br />

Merendi Lina Adelina, Savini Giuseppe e Di Sabatino Pasquale.<br />

CNA BENESSERE E SANITA’: referente Prov.le Gabriella Corona.<br />

L’unione raggruppa le imprese dei settori acconciatori, estetiste,<br />

odontotecnici ed ottici ed ha nominato Presidente Elvira Di Giuseppe<br />

acconciatrice di Teramo e il gruppo di Presidenza con Di Simone<br />

Vincenzo, Di Gregorio Ileana, Calabrese Valeria, Di Ventura Renato,<br />

acconciatori di Teramo, Ianni Giuseppe della I.A.D.I.P. Dental di<br />

Tortoreto, Ginevro Emanuela della Batik di S.Nicolò.<br />

CNA COSTRUZIONI: referente Prov.le Gabriella Corona. L’unione<br />

raggruppa le imprese delle costruzioni ed ha designato come<br />

Presidente Valerii Lanfranco, di Sant’Egidio e come membri della<br />

Presidenza Di Gregorio Marco della DGT Costruzioni Industriali e<br />

Civili Srl di Giulianova, Straccia Enio della Adriatica Cave Srl di Alba<br />

Adriatica, Sansonetti Roberto della Sansonetti Appalti Srl di Mon-<br />

› CNA Federmoda › CNA Impianti › CNA Produzione<br />

torio, Malvone Aurelio della Malvone Srl di Morro D’Oro e Furi<br />

Silvano della Furi Costruzioni Edili Srl di Martinsicuro.<br />

CNA PRODUZIONE: referente Prov.le Rosaria Valentini. L’unione<br />

tutela e rappresenta le aziende artigiane e le piccole imprese del<br />

Settore Meccanica che comprende anche nautica, chimica e plastica<br />

e del Settore Legno/Arredo che comprende ditte produttrici<br />

di legno, mobili da arredamento e serramentisti. Ha rinnovato gli<br />

Organismi con Alfredo Martinelli della Euroline Srl di Mosciano<br />

come Presidente e come membri di Presidenza Bruno Leonzi della<br />

Ellepi Serramenti di Roseto, Nori Amalia della Nori Serramenti di<br />

Teramo, Pomponi Gerardo della Edilglass Snc di Teramo, Angelo<br />

Ruffini della Nautica Ruffini & Ippoliti di Giulianova, Sofia Bernardo<br />

della Nuova S.M.A. di Bellante, Tina Bosica della Bosica Estintori<br />

di Martinsicuro, Tanzi <strong>Mirella</strong> dell’omonima Srl di Sant’Omero e<br />

Pedicone Gaetano della omonima di Teramo.<br />

CNA FEDERMODA: referente Prov.le Rosaria Valentini. L’unione<br />

delle imprese dei settori pelletteria, tessile-abbigliamento, calzature,<br />

pellicceria, sartoria, oggettistica e attività connesse purché<br />

facciano moda, ha nominato Presidente Giovanni Di Michele della<br />

D&D Pelletterie Srl di Mosciano e Membri della Presidenza e<br />

delegati Regionali Filippo Flocco dell’Atelier Factory di Teramo,<br />

Marcella Fiorà della Cro Solution Sas di Civitella Del Tronto, Carla<br />

Ripani di Pelletterie Ripani di Tortoreto, Marco Scardecchia e<br />

Simona Tavoletti della G.M. di Scardecchia Marco & c. snc di Alba<br />

A., Eros Testella della Libellula Srl di Corropoli e Paolo Polini della<br />

Le Confezioni di Sant’Egidio.<br />

CNA ARTISTICO E TRADIZIONALE: referente Prov.le Concetta<br />

Ricci. L’unione delle imprese del settore dei Mestieri Tradizionali e<br />

dell’Artigianato Artistico, operanti nel settore della ceramica, della<br />

tela stampata, oreficeria, lavorazione dei metalli preziosi, liuteria,<br />

restauro mobili, restauro e conservazione beni culturali, produzione<br />

di oggetti d’arte ha eletto Presidente Giovanni Simonetti dell’omonima<br />

snc di Castelli e Membri di Presidenza: Rubini Tito orafo di<br />

Nereto e Camaioni Irma, restauratrice di opere d’Arte della ditta<br />

KO.RE di Bellante.<br />

CNA INSTALLAZIONE ED IMPIANTI: referente Prov.le Gabriella<br />

Corona. L’unione delle imprese del settore installazione impianti<br />

idraulici ed elettrici ha nominato Presidente Mauro Copelli<br />

dell’omonima di Teramo e il gruppo di Presidenza composto da<br />

De Santis Gianfredo di Civitella del Tronto, Ruggieri Gabriele della<br />

MAIR di Villa V., Carginari Emiliano della Center Service Sas di<br />

Teramo, Di Carlo Simona della Tecnocontrol Srl di Teramo, Ippoliti<br />

Francesco di Teramo e Amatucci Pierluigi della CSA Impianti Sas<br />

Sant’Egidio. u<br />

pag<br />

09


pag<br />

10<br />

comune<br />

Al Centro<br />

per<br />

Brucchi<br />

…e l’opposizione<br />

che non c’è<br />

Q<br />

uella della destra è stata una vittoria figlia “dello<br />

spirito dei tempi”, tanto per citare Befacchia-Hegel,<br />

l’unico a resistere nel suo fortino Bastiani nella sede<br />

di Via Costantini dopo il redde rationem, ma anche un’affermazione<br />

i cui presupposti si conoscevano da mesi, checché<br />

ne dicessero gli ultimi e fin troppo<br />

entusiastici sondaggi fatti trapelare<br />

dal Pd. Il vento europeo è quello dei<br />

“pirati”, del color blu tendente al nero<br />

che batte in tutto il continente, dalla<br />

Francia alla Spagna, dalla Repubblica<br />

Ceca al Belpaese, che persiste sui<br />

nuovi immigrati, Islam, rumeni, crisi<br />

finanziaria da swap e bolle speculative.<br />

<strong>Un</strong> cocktail esplosivo. Ma qui da<br />

noi è tutt’altra storia. Tra il campanile<br />

del duomo e i due torrenti, da decadi<br />

l’elettorato è pressoché centrista, con<br />

poche sbavature dall’una e l’altra frangia, se non sdoganate<br />

recentemente da tycoon che ammiccavano a destra e da<br />

uomini della Dc che guardavano a sinistra. Tra il Tordino ed<br />

il Vezzola, insomma, chi conquista più Centro si aggiudica il<br />

match: questo è quanto. La nostra città è d’animo conservatore:<br />

solo intercettando i voti dell’Udc, dell’ex Udeur, della<br />

zona moderata dei socialisti, e di tutti quelli che aspirano a<br />

piazzarsi in mezzo, una coalizione può avere qualche chance<br />

di vittoria, soprattutto in questi tempi di ambìto bipartitismo.<br />

La differenza tra le formazioni di centrodestra e centrosinistra<br />

(completa dell’apporto di Santacroce&co.) era nel 2004,<br />

quando si diedero battaglia Befacchia e Chiodi, di 2.137 voti:<br />

alle amministrative del 2009 il gap è salito a 5.619. <strong>Un</strong>’impennata<br />

notevole in cui, come <strong>già</strong> detto, sono da conteggiare<br />

soprattutto le trasfusioni verso la destra di Udc, ex Udeur<br />

e Sdi. In teoria, il piano ginobliano che prevedeva a sinistra<br />

l’accaparramento di forze come l’Udc, e più in genere centriste,<br />

poteva ritenersi anche valido, però cozzava fatalmente<br />

contro il deciso niet della sinistra radicale, soprattutto per<br />

luglio-agosto 2009<br />

› la giunta Brucchi<br />

di Maurizio Di Biagio<br />

i trascorsi fin troppo recenti del candidato Paolo Albi nel<br />

governo del governatore Chiodi: un insulto per molti che<br />

hanno rigettato lo stratagemma anche astenendosi dal voto.<br />

Mentre a destra il disegno era chiaro: “Siamo i veri moderati”<br />

hanno fatto capire. I voti della sinistra radicale erano<br />

nel 2004 circa 1700, che si sono attestati a 1636 il sei e sette<br />

giugno scorsi, sostanzialmente non modificando il proprio<br />

contributo nel panorama statistico. Il Pd si è assestato a<br />

7.240 voti, lasciando sulla strada ben 4.151 suffragi, non<br />

rispettando l’addizione matematica delle due figure unitesi<br />

in matrimonio: Ds e Margherita infatti nel 2004 raggiunsero<br />

insieme 11.391 voti. <strong>Un</strong>a differenza che sostanzialmente è<br />

rifluita nell’ultimo scrutinio verso le sirene dipietriste (1.382<br />

voti), Città di Virtù (2.676) e Udt, la creazione scissoria di<br />

Silvino (1.527). E’ venuta meno quindi la fazione centrista che<br />

nel 2004 espresse con l’Udeur 1.267 voti, con lo Sdi 857, e<br />

con la lista civica di Di Bonaventura 1.490. Nonostante tutto,<br />

anche con questo tipo di centro moderato, da schierare<br />

assieme a Rifondazione e Comunisti Italiani, la coalizione di<br />

centrosinistra avrebbe ripetuto il risultato delle amministrative<br />

2004, con Befacchia soccombente<br />

come allora e con la stessa differenza<br />

di voti. Teramo è moderata, e non ci<br />

sono altre vie. Bisogna solo concepire<br />

buone alchimie e non giocare al piccolo<br />

chimico, altrimenti è il disastro.<br />

Forzando un po’ il detto, se Sparta<br />

piange, Atene invece ride, a Piazza<br />

S.Agostino la tattica è stata azzeccata<br />

in pieno. Cresce anche contro la<br />

tendenza nazionale il Pdl locale: alla<br />

faccia del fisiologico calo delle mid<br />

term. I suoi 12.817 voti sono perfino<br />

superiori a quelli che deriverebbero dalla somma di An e<br />

Forza Italia nel 2004 (10.464). Impressionante i voti ottenuti<br />

dalla lista civica “Al Centro per Teramo” che dai 3.390 voti<br />

del 2004 giunge a quota 5.521, risultato che in parte recupera<br />

il pesante calo dell’Udc (-2.961) i cui aficionado si sono buttati<br />

direttamente tra le braccia della casa madre Pdl, visto che<br />

nemmeno Silvino dall’altra parte è riuscito ad intercettarli.<br />

L’ascesa della lista civica è dovuta anche ad un preciso calcolo<br />

che prevedeva l’irrobustimento della creatura di Mauro<br />

Di Dalmazio. Il fenomeno Lega (253 voti) per il momento<br />

resta in una ambito folcloristico ma segnala decisamente la<br />

svolta a destra di tutto il continente, una tra le poche forze<br />

che, con il suo movimentismo, riesce umilmente a comprendere<br />

gli strati della popolazione davvero incazzata. Alla<br />

luce dei numeri che premiano il centrodestra, per la fazione<br />

avversa c’era poco da fare: al massimo, con tutta la buona<br />

volontà, si sarebbe ripetuto il risultato del 2004. Teramo è, e<br />

rimarrà, un elettorato di centro: chi è più abile in quest’humus<br />

avrà la partita vinta. u


provincia<br />

Via Giannina<br />

Milli e …via<br />

d’Agostino!<br />

ordinanza<br />

di sgombero<br />

per la sinistra<br />

Anche se sub iudice, cade un’altra roccaforte rossa<br />

dopo più di 15 anni di militanza di profondo centrosinistra.<br />

Ad una lettura più approfondita ed analitica<br />

dei dati, ciò che ha consegnato su un piatto d’argento la<br />

vittoria a Valter Catarra sono stati i<br />

piccoli numeri (e non poteva essere<br />

altrimenti, visti i 28 voti di margine<br />

sopra il limite del 50% dei voti).<br />

A cominciare dal 2,5% dell’Mpa e<br />

dall’1,3 della Lega Nord, in buona<br />

sostanza quei nuovi cespugli rampicanti<br />

del centrodestra che alla luce<br />

dei fatti hanno pesato come una<br />

spada di Damocle sul capo del presidente<br />

uscente Ernino D’Agostino.<br />

Anche lo stesso ex assessore della<br />

giunta uscente, Nicola Di Marco,<br />

capofila ora dei Liberalsocialisti<br />

con un buon 3,6% ha contribuito a spazzare via lo status quo<br />

che in Via Milli ha avuto più efficacia di uno spoil system del<br />

vecchio bidello Andrew Jackson. Tra le fila dell’ex presidente,<br />

la sinistra “radicale” (Comunisti, Rifondazione e Sinistra e<br />

Libertà) ha assolto pienamente al suo compito portando in<br />

dote al presidente una buona percentuale, l’11. La stessa<br />

“Lista di D’Agostino”, bene o male, ha funzionato: ciò che è<br />

venuto meno in questa tornata “maledetta” per il centrosinistra<br />

teramano è stato soprattutto il Pd, con il suo 23%, e lo<br />

stesso D’Agostino, che nelle scorse elezioni del 2004, beccò<br />

ben 104 mila preferenze contro le attuali 83 mila. Evidentemente,<br />

oltre allo “spirito dei tempi” e al nuovo vento che spira<br />

in Europa, un nuovo volto avrebbe pure, come si usa dire nel<br />

gergo calcistico, “dato una scossa all’ambiente” sonnacchioso<br />

e rabbuiato del centrosinistra, senza per questo stroncare<br />

il lavoro svolto sin qui dal presidente uscente.<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Maurizio Di Biagio<br />

E’ mancato invece il radicamento sul territorio, “come ai<br />

tempi della Dc o del Pci” rincara la dose Befacchia: l’esempio<br />

della Vibrata è calzante, con una Stefania Ferri “brava e che<br />

aveva fatto bene – come spiega Ginoble – è stata sconfitta per<br />

colpa dei referenti e di un atteggiamento periferico causa di<br />

guai irrimediabili. Non si è pensato alla coalizione” urla tutta<br />

la sua rabbia il rosetano. Per l’ex capogruppo Pd in Via Milli,<br />

Leandro Di Donato, la legnata “è stato un dato non previsto:<br />

la Provincia paga un prezzo troppo alto per le vicende<br />

generali, è stato travolta un’esperienza di buon governo”.<br />

Dall’altra fila di banchi di un tempo, l’ex capogruppo del Pdl,<br />

Carlo Taraschi, serba per la vicenda due chiavi di lettura: la<br />

prima concerne “una mancanza di buona funzionalità di un<br />

governo che si è distratto dalle sue competenze principali,<br />

come la viabilità o i rifiuti, per toccare tematiche meramente<br />

propagandistiche, non avendo avuto il coraggio delle scelte”;<br />

la seconda invece riguarda sempre lo spirito dei tempi, cioè<br />

“l’abbrivio del vento in poppa per un centrodestra di questi<br />

tempi inarrivabile”. Valter Catarra, con la “V di Vicenza” solo<br />

perché all’anagrafe di Charleroi, la città belga che gli ha dato<br />

i natali, l’impiegato gli affibbiò la “V” latina di Vittoria, ha <strong>già</strong><br />

ben in mente ciò che dovrà fare nei prossimi anni di legislatura:<br />

non ha l’aria di un miracolato, e nemmeno vuol far<br />

passare questo messaggio. Il notareschino ha vinto a colpi di<br />

Pdl che in questa tornata ha beccato quasi 20 mila voti in più<br />

(tra An e Forza Italia) spalmati in tutto il territorio provinciale<br />

con una certa uniformità: anche le<br />

zone più rosse si sono piegate al<br />

nuovo vento. Dalla fusione fredda tra<br />

Margherita e Ds, al nuovo Pd sono<br />

mancati circa 10 mila voti, sopperiti<br />

però dalla sinistra radicale. Alla fine,<br />

come detto, sono stati i cespugli<br />

di destra a decretare la vittoria<br />

insperata. Frattanto, D’Agostino<br />

s’appiglia anche all’appello erroneo<br />

di un dirigente della Prefettura<br />

che avrebbe invitato gli elettori ad<br />

attuare il voto disgiunto in Provincia<br />

di Teramo, oppure alla finestra che<br />

dava sulla cabina elettorale, o a criteri differenti nell’attribuzione<br />

dei voti nulli tutto a vantaggio di Catarra. Ci penserà<br />

il Tar ora a disbrigare la matassa e ad attribuire eventualmente<br />

un nuovo inquilino in Via Milli. Per il momento Catarra<br />

<strong>già</strong> è proiettato in avanti annunciando sburocratizzazioni alla<br />

Brunetta, semplificazioni, sede unica, la fine dei protocolli<br />

d’intesa, vigilando sulla viabilità anche rimettendo al proprio<br />

posto i cantonieri di un tempo. Però il notareschino alla fine<br />

appare serafico: “Non temo il suo ricorso, ho sempre tremila<br />

voti in più di lui”. come dire: vuoi la bella? Vuol dire che anche<br />

lì ti mazzolerò. Parola di un Pdl al 43,22%. Cose mai viste da<br />

queste parti. u<br />

pag<br />

11


pag<br />

12<br />

il partito democratico<br />

Ginoble:<br />

“molti hanno<br />

poltrito, si torni<br />

al porta a porta!”<br />

si ricomincia<br />

dalle primarie<br />

L<br />

a gravità del compito, Tommaso Ginoble la riassume<br />

così: “Nei Comuni dove vinciamo i sindaci sono bravi,<br />

in quelli dove perdiamo la colpa è del segretario o del<br />

parlamentare”. La linea da assumere ora per i piddini teramani<br />

è quella del basso profilo, del silenzio orgoglioso, evitando le prime<br />

pagine dei giornali, riconquistando i voti anche door to door,<br />

come facevano i vecchi partiti. E questo in attesa del congresso<br />

d’autunno.<br />

Onorevole Ginoble, un brutto colpo la recente tornata elettorale<br />

“La ferita più profonda viene della Provincia. E le motivazioni<br />

sono tante, vengono da lontano, dalle difficoltà del centrosinistra,<br />

dal Pd in ritardo, da un lavoro che poteva essere fatto<br />

meglio, soprattutto perché l’ente di Via Milli è stato percepito<br />

come lontano”.<br />

Solo vento di destra o c’è dell’altro?<br />

“Dove governavamo da tempo si è manifestato un effetto stanchezza.<br />

In molti è subentrata la voglia di cambiare; c’è stata una<br />

maggiore mobilità dell’elettorato, ora non ci sono più i blocchi<br />

sociali precostituiti dal punto di vista del consenso”.<br />

Alcuni come Giannella e soci sono andati porta a porta a<br />

far sentire le proprie ragioni, a discutere.<br />

“Giannella lo rispetto. Ma c’era qualcun altro che contava<br />

sull’esistenza della ditta: non c’è più! Non ci sono partiti<br />

che di per sé portano voti, ora li si dovranno conquistare<br />

sul posto come facevano i vecchi partiti, con la stessa voglia<br />

di impegnarsi, di contattare, di sudare, e su questo<br />

si fonderà la nuova classe dirigente”.<br />

Attualmente chi attinge dalle forze del<br />

centro ha buone possibilità di vittoria.<br />

“Il Pd l’ha fatto in tanti posti del paese,<br />

soprattutto al ballottaggio. L’Udc ha<br />

appoggiato forze di centrosinistra per<br />

esperimenti importanti che devono<br />

essere ripetuti in futuro: a Teramo<br />

è andata male in Comune, mentre<br />

in Provincia non siamo riusciti a<br />

completare organicamente il<br />

discorso con la Regione Abruzzo.<br />

Qualche piccolo interesse<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Maurizio Di Biagio<br />

di bottega del centrosinistra e del Pd non ha permesso che facessimo<br />

quest’accordo a livello regionale e questo si è trascinato<br />

a livello provinciale. Fui profeta inascoltato quando dissi che si<br />

metteva tutto a rischio”.<br />

Molti le rinfacciano la strategia Albi-Silvino. Le forze di sinistra<br />

erano contrarie ad Albi.<br />

“Non mi sembra che le forze di sinistra di questa città abbiano<br />

dato un grosso contributo alla causa, mi auguravo di più dallo<br />

stesso Pd: a Teramo speravo di superare il 25% ma questa è una<br />

città singolare: coloro che si sono candidati e si sono messi a<br />

disposizione, portando consensi, stanno osservando un rigoroso<br />

silenzio, gli altri invece schiamazzano. Mi riferisco al libraio e a<br />

qualche altro dirigente che hanno fatto una campagna elettorale<br />

pigra e stanca. Non apprezzo questa gente”.<br />

La base, tra cui pure il libraio, vuole ripartire cambiando il vertice<br />

“Ci sono le primarie: chi ottiene il consenso, guiderà il partito”.<br />

Ad un certo punto Manola Di Pasquale ha abbandonato: perché?<br />

Forse perché non è stata nominata candidato sindaco?<br />

“Tutto ciò mi dispiace ma non credo che abbia lasciato per questo<br />

motivo: qui non si è fatta una candidatura contro qualcuno.<br />

La candidatura di Albi ha attraversato tutti gli organi che dovevano<br />

esprimersi a livello comunale e provinciale; credo che qualcuno<br />

dovrebbe mostrare un po’ più di memoria. Di Pasquale ha assunto<br />

una posizione che posso condividere o meno ma la rispetto e<br />

rispetto la sua disponibilità. Così si è partito e schieramento”.<br />

<strong>Un</strong> Pd troppo sbilanciato verso la costa<br />

“<strong>Un</strong>a volta lo si diceva della Dc”.<br />

I comuni più deludenti?<br />

“S. Egidio e Morro d’Oro”.<br />

In breve l’operato di Franceschini, Melarangelo e Di Luca.<br />

“Persone giovani che stanno facendo il loro dovere in un momento<br />

di grande difficoltà. Consiglierei loro di avere più<br />

carattere e non farsi strumentalizzare”.<br />

A livello locale state pensando ad una apertura alla<br />

sinistra radicale?<br />

“Non abbiamo mai chiuso con loro”.<br />

Il liberalsocialista Nicola Di Marco ora con Catarra<br />

canta vittoria.<br />

Di Marco andò da Nencini a Roma per portare il<br />

simbolo del Ps sotto le insegne della destra. A Roseto<br />

voleva stare in Provincia col centrosinistra, mentre<br />

alla Regione si candidava con Chiodi:<br />

Nencini intervenne e lo commissariò.<br />

Gli auguro di fare meglio nel centrodestra,<br />

finora non ci ricordiamo un<br />

solo intervento che lo qualifichi come<br />

un bravo amministratore”.<br />

Franceschini, Bersani o Marino?<br />

“Io condivido la linea politica di<br />

Franceschini appoggiata da Fassino,<br />

Veltroni e Chiamparino: è<br />

quella che vedo più dinamica,<br />

più nuova”. u


L’AZIENDA E LA SUA MISSION<br />

La Julia Servizi Più è una società, con capitale pubblico, specializzata nella fornitura di gas metano ad uso civile e industriale, con<br />

10.000 clienti <strong>già</strong> serviti e 14 milioni di metri cubi annui erogati nella provincia di Teramo.<br />

La società è nata nel 2004, a seguito della liberalizzazione del mercato del gas naturale, disposta dal Decreto Legislativo 23 maggio 2000 n. 164.<br />

L’obiettivo primario della Julia Servizi Servizi Più Più è rispondere rispondere alle esigenze di gas metano nel territorio, garantendo garantendo un servizio efficiente efficiente e<br />

qualificato a costi convenienti.<br />

Si tratta di una società di proprietà del Comune di Giulianova che svolge, in in collaborazione con l’amministrazione comunale, anche<br />

un importante importante ruolo ruolo in ambito ambito sociale, attraverso una serie serie di agevolazioni agli utenti che vivono in condizioni economicamente<br />

disagiate.<br />

L’attività di Julia Servizi Più si basa su:<br />

• rapporto diretto con la clientela;<br />

• sconti tariffari sul costo del gas;<br />

• fatturazione mensile o bimestrale;<br />

• fatturazione costante dei consumi con conguaglio di fine anno;<br />

• rateizzazione dei pagamenti;<br />

• pagamento tramite domiciliazione bancaria o postale;<br />

• pagamento tramite sportelli provinciali della SOGET Spa senza costi aggiuntivi,<br />

e altre soluzioni personalizzate per favorire e agevolare le famiglie e le imprese clienti.<br />

JULIA SERVIZI PIÙ ARRIVA A TERAMO<br />

Con lo stesso spirito e i medesimi obiettivi aziendali e sociali, Julia Servizi Più si affaccia sul mercato della città di Teramo,<br />

proponendo le proprie offerte commerciali a privati, imprese ed enti, con servizi innovativi e personalizzati, in grado di soddisfare<br />

le esigenze di tutti.<br />

L’offerta di Julia Servizi Più agli utenti di Teramo porterà RISPARMIO e QUALITÀ nei servizi; sarà sempre possibile il contatto<br />

diretto con il personale dell’azienda, nonchè concordare tempi e modalità di pagamento delle bollette, per rispondere al meglio alle<br />

esigenze di ognuno.<br />

I clienti di Julia Servizi Più hanno a disposizione un sito internet per ricevere informazioni specifiche, richiedere un appuntamento o<br />

contattare l’azienda, proporre variazioni al contratto o alla gestione dell’utenza, richiedere ulteriori preventivi, segnalare inefficienze<br />

o proporre iniziative utili al miglioramento del servizio, ecc. Ciò nell’ottica del CONTATTO DIRETTO e quotidiano tra l’azienda di<br />

erogazione e l’utente.<br />

Per essere CLIENTI di Julia Servizi Più è sufficiente sottoscrivere un contratto, senza apportare alcuna modifica al proprio impianto<br />

in casa o in azienda. L’erogazione del gas metano continuerà come sempre, ma avverrà a opera di un altro fornitore, Julia Servizi Più,<br />

con un significativo risparmio e migliori servizi.<br />

Julia Servizi Più<br />

Corso Garibaldi, 65 - 64021 Giulianova (Teramo)<br />

Tel. 085 8001111 - 085 8007651 • Fax 085 8025783<br />

commerciale@juliaservizi.it<br />

www.juliaservizi.it


pag<br />

14<br />

teramo calcio<br />

<strong>Un</strong><br />

<strong>Campitelli</strong><br />

<strong>indiavolato</strong><br />

…che solletica il destino<br />

venuto da zero. Zero” ripete. Gli occhi di ghiaccio<br />

e grandi incassati in un volto da cartoons. Addosso<br />

“Sono<br />

guance soffici come una pesca che provano a minare<br />

la sua autorevolezza. Luciano <strong>Campitelli</strong> continua a sfidare vita<br />

e mondo per “solleticare quel destino”, come dice lui, <strong>già</strong> scritto<br />

nelle tavole delle stelle. Il sabato da ragazzo a lavorare in pizzeria o<br />

per dare una mano di bianco in qualche parete, e la domenica in un<br />

matrimonio o in un bar della provincia a raccattare quella paghetta<br />

che i genitori non potevano stendergli. Calcio, umiltà e smisurata<br />

orgogliosa povertà, per diverso<br />

tempo. Ad iniziare dai primi calci<br />

a Canzano, quando nel paese del<br />

tacchino un rettangolo di terra<br />

e gesso nemmeno esisteva, e<br />

tutti quindi dietro la chiesa in<br />

un campetto di cemento a fare<br />

a gara a sbucciarsi le ginocchia<br />

e ad immaginare uno spicchio<br />

di verde dove tuffarsi un giorno.<br />

Sono venuto da zero, zero, bercia<br />

ancora. <strong>Un</strong>a vita a trovare espedienti<br />

per sopravvivere, suonando<br />

perfino una tromba in una band<br />

di Gianni Dale, perché spolparsi<br />

una pizza da Mario di quando in<br />

quando e strofinare col polpastrello<br />

perfino un biglietto della<br />

curva Est, avrebbe avuto il sapore<br />

dolciastro della vittoria di chi scende in campo poche volte. Teramo<br />

è casa mia, ride sollevato.<br />

Nel libro di una vita che bene o male riesce sempre a stupire, ora il<br />

presidente biancorosso (30 anni di calcio a Canzano) è possidente<br />

di quattro stabilimenti e dà lavoro a 160 operai con il suo marchio<br />

Sapori Veri, una sfida vinta assieme a suo cugino Ercole Cimini.<br />

“Sono di passaggio qui” racconta dopo aver rammentato la sua<br />

unica volta che incontrò il suo predecessore, Romy Malavolta, per<br />

richiedergli il logo del diavolo con il tridente assieme ad una storia<br />

lunga decenni: era registrato a suo nome ma alla città avrebbe fatto<br />

piacere averlo indietro. Dapprima fu un sì, poi l’umore cambiò e<br />

fu un no incondizionato. “Voglio che il mio ricordo rimanga positivo”<br />

chiosa il canzanese. L’attimo in cui Luciano <strong>Campitelli</strong> si decise<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Maurizio Di Biagio<br />

a rilevare il Teramo, fu l’anno scorso durante una sua pedalata<br />

scacciapensieri per il lungomare sgombro della città predestinata<br />

di Giulianova: davvero strano vedere il sogno biancorosso<br />

concepito nella città degli odiati cugini. E’ come se un imperatore<br />

romano decidesse il suo futuro passeggiando per le vie di Cartagine,<br />

strambo no! Le voci di fallimento insistevano sul vecchio<br />

Comunale e su di una genia che senza calcio non c’era mai stata,<br />

anche se diguazzando sul fango contro undici ragazzoni di Castellalto<br />

avrebbe poi vinto 11 a 0, ma erano tempi di Promozione<br />

anche quelli se non erro. Il sogno del canzanese è tornare in C1,<br />

perché crede al destino anche “se bisogna solleticarlo” e come<br />

tutti gli addetti ai lavori di questo pazzo pazzo mondo è piacevolmente<br />

scaramantico: nelle partite più importanti indossa un solo<br />

tipo di orologio. Padre di Francesca, Benedetta e Edoardo, ha<br />

impresso nello stemma di famiglia il motto “lavoro ed onestà”,<br />

e impresso nella mente sua moglie Teresa che “risposerebbe<br />

da subito”. Gli si sono appesantite le gambe quando in un giorno<br />

d’agosto di presentazione, accorsero in tanti sulle gradinate del<br />

Comunale per salutare la prima era biancorossa post fallimento:<br />

lì per la prima volta ebbe la precisa sensazione di cosa fosse il<br />

Teramo calcio e cosa quest’idea farneticante rappresentasse per<br />

la sua tribù chiusa ed elitaria, al limite dello snobismo. <strong>Campitelli</strong><br />

continua ad osare e dichiara di<br />

arrivare almeno fino in C2 con le<br />

sue gambe, poi si vedrà. Tanto lui<br />

“è solo calcio, lavoro e famiglia”,<br />

anche se come presidente per il<br />

momento è abbastanza part time<br />

per via dei giorni dedicati alla<br />

nuova sede biancorossa di Via<br />

Oberdan: il martedì ed il mercoledì,<br />

almeno in questi mesi di calura<br />

estiva, poi si vedrà, anche se<br />

il resto è da spalmare nei quattro<br />

stabilimenti. Con mister Valbruni<br />

il feeling è atterrato bruscamente:<br />

“E’ fatto a modo suo” svicola,<br />

mentre per il prossimo campionato<br />

di Eccellenza, <strong>Campitelli</strong><br />

ha le idee chiare sin da subito:<br />

“Partiamo per vincerlo, anche se<br />

questa volta, a dispetto del campionato di Promozione, tutte le<br />

squadre si allenano costantemente durante la settimana” ed il<br />

vantaggio iniziale dell’anno scorso quindi si dissolve. Le sorprese<br />

potranno venire da Montesilvano e Francavilla: i pretendenti alla<br />

vittoria finale invece saranno oltre al Teramo, Rosetana, Castel<br />

di Sangro, S. Nicolò. Come un businessman che si rispetti, si è<br />

<strong>già</strong> prefissato un target: mille abbonati, duecento in più del 2008.<br />

“Non ho mai chiesto nulla alla città, ma questa quota un risultato<br />

del genere ci permetterà di allestire una squadra competitiva<br />

e allo stesso tempo avere un pubblico che faccia davvero da<br />

dodicesimo uomo”.<br />

E per concludere: Teramo ora è ritornato ad essere solo e semplicemente<br />

Teramo, non più Real. E non è poco. u


a tavola<br />

Lorolio<br />

eccellenze teramane<br />

Il 2 giugno scorso, presso l’Oleoteca<br />

Regionale a Loreto Aprutino, si<br />

è svolta la cerimonia di presentazione<br />

degli oli risultati vincitori al concorso<br />

Lorolio, patrocinato dai comuni<br />

di Loreto Aprutino e Tocco da Casauria,<br />

oltre che dalla Regione Abruzzo e<br />

dall’Arrsa.<br />

Gli oli del Concorso appartenevano a<br />

quattro distinte categorie: gli Oli Dop,<br />

gli Oli Monovarietali, gli Oli Biologici<br />

e gli Oli Extravergini. Gli Oli Dop sono<br />

quelli a Denominazione di Origine<br />

Protetta per i quali esiste un disciplinare di produzione che ne<br />

garantisce la qualità e la provenienza, gli Oli cosiddetti Monovarietali<br />

sono quelli ottenuti da un’unica varietà do olive, gli Oli<br />

Biologici sono quelli provenienti da produzioni biologiche mentre<br />

gli Oli Extravergini sono quelli in commercio che rispettano i<br />

requisiti previsti dalla legge per la categoria.<br />

La Commissione del Concorso, al quale hanno partecipato le<br />

Via Pretuzio, 36<br />

Angolo Via Getulio<br />

(Zona Piazza S.Anna)<br />

Teramo<br />

Mobile 339.2112322<br />

Aperti a<br />

Pranzo e Cena<br />

Chiuso il Martedì<br />

luglio-agosto 2009<br />

dalla Redazione<br />

più importanti aziende regionali produttrici di olio, presieduta dal<br />

dottor Marino Giorgetti. capo panel e composta da esperti nazionali<br />

ed internazionali, ha provveduto a nominare i vincitori per ciascuna<br />

categoria.<br />

I risultati:<br />

Dop<br />

1ª Classificata - Az. Agricola De Antoniis di S. Omero (Te)<br />

2ª Classificata - Az. Agricola Speranza di Loreto Aprutino (Pe)<br />

3ª Classificata - Aiprol Abruzzo di Colonnella (Te)<br />

Biologico<br />

1ª Classificata - Azienda Agricola Branella di Teramo<br />

2ª Classificata - Azienda Agricola Persiani di Atri (Te)<br />

3ª Classificata - Soc. Coop. Scal di Loreto Aprutino (Pe)<br />

Monovarietale<br />

1ª Classificata - Azienda Agricola Branella di Teramo<br />

2ª Classificata - Az. Agricola Forcella di Loreto Aprutino (Pe)<br />

3ª Classificata - Agricola Stirpe Pierdomenico<br />

Extravergine<br />

1ª Classificata - Azienda Agricola Sangiovanni<br />

2ª Classificata - Azienda Agricola Speranza<br />

3ª Classificata - Azienda Agricola Masciantonio<br />

Alcune di queste Aziende si sono fatte notare anche in precedenti<br />

concorsi, infatti l’Azienda De Antoniis di San’Omero ha ottenuto<br />

importanti riconoscimenti nei Concorsi Internazionali SOL del 2008<br />

e 2009 che si sono svolti a Verona nel corso del Vinitaly, così come<br />

l’Azienda Persiani di Atri. u<br />

pag<br />

15


pag<br />

16<br />

le convenzioni<br />

Tu...<br />

gli approcci<br />

L’<br />

approccio confidenziale prevale ormai anche tra persone<br />

estranee o che sono il relazioni asimmetriche per l’età, gerarchia<br />

o posizione sociale: un segno di democratizzazione<br />

dei rapporti che, abbattendo le convenzioni, cerca di portare in spontaneità<br />

e “autenticità” nelle relazioni. Ma con il rischio dell’appiattimento<br />

e di un finto egualitarismo, che può riservare qualche delusione.<br />

“Ciao” !. Non scandalizzare quasi più nessuno, essere accolti così in<br />

un negozio, anche se i 40 anni li abbiamo passati da un po’. In ufficio,<br />

tra colleghi, le formalità linguistiche sono cadute insieme all’obbligo<br />

della cravatta. E in televisione non è raro sentire i conduttori rivolgersi<br />

con il giusto distacco all’interlocutore sconosciuto, autorevole<br />

o semplicemente più anziano.<br />

Non è solo una questione di pronomi, l’alternanza di tu<br />

e lei è la spia di una generale tendenza all’approccio<br />

confidenziale, che cerca la familiarità in ogni contesto.<br />

Qualcuno si sente ancora a disagio di fronte alla<br />

scomparsa di convenzioni che hanno accompagnato<br />

le relazioni interpersonali per generazioni. E reagisce<br />

male quando al ristorante o in ospedale, viene trattato<br />

come un vecchio amico, e ritenendo che il passaggio da<br />

una forma all’altra debba sottintendere una stabilizzazione<br />

delle relazioni, che le renda non superficiali e<br />

occasionali.<br />

Se tutti ammettono che il modello dello you inglese<br />

pesa anche nell’Italia che la lingua di Shakespeare<br />

continua a conoscerla in modo approssimativo, gli osservatori più<br />

attenti non sono concordi nel leggere un fenomeno che manifesta<br />

tendenze profonde, a livello di psicologia individuale e di rapporti sociali,<br />

maggiormente “democratiche”. Perché dietro l’intimità esibita<br />

c’è spesso la spinta alla sincerità e all’”autenticità” del proprio io,<br />

da rivelare senza più pudori, come accade in forma parossistica nei<br />

reality show, fino a sfociare persino in forme di narcisismo.<br />

La transazione al tu ha in parte ragioni morfologiche in base alle<br />

quali la lingua viva ha soppresso prima il voi, forma più elaborata,<br />

e ora va riducendo anche il lei. In realtà il lei è una terza persona<br />

che ha la caratteristica dell’impersonalità: è un come dire “ove”.<br />

All’interlocutore in terza persona si toglie la natura di interlocutore,<br />

non è l’individuo cui si parla, ma l’individuo di cui si parla. Ma al di<br />

là di queste ragioni tecniche, c’è pure l’imbarazzo per il genere, il<br />

lei è femminile (curioso notare che le cose importanti diventano<br />

femmine: sua maestà, sua eccellenza). Il tu neutralizza la questione<br />

e diventa argine del fascismo.<br />

Il modo di interloquire può essere un importante spia a dinamiche<br />

sottostanti, sia a livello di psicologia individuale sia a livello di psicologia<br />

collettiva, bisogna cercare di individuare che cosa si muove<br />

sotto la superficie del “ciao” diffuso. Rispetto a un decennio fa, si è<br />

imposta una spinta egualitaristica, sotto l’effetto della quale si sono<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Fausto Napolitani<br />

indeboliti e ridotti gli ambiti formali. Viviamo in un contesto in cui<br />

le gerarchie sono messe in discussione o non riconosciute. Segno<br />

di una difficoltà e di una fatica nell’ammettere punti di stabilità<br />

nell’ordine sociale. Prevalgono le relazioni informali. Anche se si<br />

tratta con sconosciuti, domina l’elemento funzionale (tra colleghi<br />

conta l’obiettivo comune, il non la posizione aziendale). In crisi<br />

sono l’autorità e il riconoscimento del ruolo a vantaggio di una<br />

personalizzazione dei rapporti.<br />

I pronomi sono inscritti anche in relazioni di potere, e ne sono<br />

un indicatore: dare del lei implica un’asimmetria di qualche tipo,<br />

mentre con il tu ci si pone sullo stesso piano. <strong>Un</strong>a volta si lottava<br />

per dare a tutti del lei, come forma di rispetto. Oggi invece si<br />

preferisce il tu. Significa che si pensa a una reversibilità potenziale<br />

e non gerarchica dei ruoli, cioè si ritiene che ciascuno occupi<br />

provvisoriamente una posizione, legata alla situazione. Ma non<br />

può che essere un’illusione o una speranza, perché i ruoli esistono<br />

e pesano. La semplificazione, anche dei tempi, rispetto ai rituali<br />

antichi, è un fenomeno centrale della nostra epoca. Tutto diventa<br />

funzionale agli aspetti “totalitari” della società dei consumi, che<br />

tende a cancellare le culture particolari e forti, quella contadina,<br />

quella operaia e quella borghese, insieme ai loro<br />

riferimenti linguistici. Si eliminano le appartenenze<br />

specifiche, ovvero tutto ciò che ingombra o rallenta i<br />

tempi del consumo: l’imperativo è fare in fretta, non<br />

fare fatica.<br />

A livello individuale, se la persona è in grado di sfruttare<br />

la caduta delle barriere formali e se ne serve per<br />

essere più efficiente, va bene. Se invece si tratta di una<br />

perdita di identità forte, allora nascono i problemi. Perché<br />

oggi, centrale nello stare bene e il riconoscimento<br />

di connotazione del io, la lotta per il riconoscimento<br />

finisce però in balia di tendenze opposte (che convivono<br />

nella società del tu): l’omologazione da un lato e<br />

dall’altro la tendenza all’autenticità e all’espressione del sé al di là<br />

di convenzioni difformi imposte dall’esterno.<br />

Se, come si è visto, non appare immotivata qualche nostalgia per<br />

la distinzione tu-lei, risulta anacronistico condurre una battaglia<br />

per il ripristino di modi antichi che la società ha superato. <strong>Un</strong>a<br />

volta invalso lo stile, lo si può sfruttare al meglio. Il tu generalizzato<br />

costituisce anche uno slancio verso un legame davvero universale,<br />

non gerarchico, non segmentato. Pensiamo al fatto che nelle religioni<br />

la relazione con Dio paradigmatica dei rapporti basati sul tu:<br />

indica disponibilità incondizionata, vicinanza reale. Gli eccessi non<br />

sono mai consigliabili, in nessuna direzione, né troppa gerarchia e<br />

formalismo né troppa omologazione e differenziazione. Abbiamo<br />

bisogno di due registri, che è necessario saper bilanciare. La competenza<br />

sociale è quella che sa passare da un registro all’altro, secondo<br />

i contesti appropriati. Serve un’educazione alle competenze<br />

sociali. Altrimenti tutto diventa indistinto; ciò sembra rendere più<br />

facili le relazioni, ma in realtà le complica, perché non si capisce<br />

più di cosa si parla e dove se ne può e se ne deve parlare.<br />

La questione è controversa, accorciare le distanze o riconoscere<br />

ad ogni individuo un ruolo sociale che dia il riconoscimento di ciò<br />

che è?<br />

Tu lettore che ne pensi? u


N ell’<br />

redazionale<br />

RC Auto:<br />

la polizza<br />

anche in<br />

Banca<br />

anno in corso BancaTercas ha investito nella formulazione<br />

di nuovi prodotti nell’ottica di crescita e di potenziamento<br />

dei servizi offerti ai propri clienti, intesi come<br />

“portatori di bisogni” da soddisfare. La crisi finanziaria ha indotto<br />

consumatori e risparmiatori a rivedere i propri modelli di spesa<br />

e le scelte di investimento, per cercare di coniugare al meglio le<br />

esigenze e gli obiettivi con i vincoli di bilancio familiare.<br />

Il cambio di rotta è visibile anche nel comparto assicurativo e, in<br />

particolar modo, nel settore RC auto dove la clientela è alla ricerca<br />

della migliore e più ampia copertura al minor costo.<br />

BancaTercas non si è fatta trovare impreparata al modificarsi dello<br />

scenario competitivo ed ha adeguato la propria offerta all’evoluzione<br />

della domanda attraverso un prodotto specifico denominato:<br />

Circolazione Protetta. Si tratta di una classica polizza RC auto che,<br />

oltre alla garanzia principale della Responsabilità Civile, offre al<br />

cliente la possibilità di tutelarsi contro i Rischi diversi quali il furto<br />

ed incendio, gli eventi atmosferici, gli atti vandalici, ecc. L’utilizzo<br />

del canale bancario per il collocamento della polizza permette una<br />

gestione più efficiente della catena del valore che viene trasferita<br />

al cliente con un risparmio sul premio da corrispondere. L’atten-<br />

zione al territorio ed alla qualità del servizio offerto alla propria<br />

clientela da parte di BancaTercas sono confermati dal fatto che il<br />

Centro Liquidazione Sinistri è localizzato a Roseto degli Abruzzi:<br />

in questo modo l’Assicurato può avere una relazione diretta e<br />

personalizzata, nella gestione dell’eventuale sinistro, con evidenti<br />

benefici in tutte le fasi di definizione del danno.<br />

Può apparire inusuale acquistare una polizza RC Auto in banca,<br />

ma in un mondo dove “pensare globale ed agire locale” è sinonimo<br />

di vantaggio competitivo, avere un istituto di credito orientato<br />

al mercato ed intenzionato a servire la propria clientela a 360° è<br />

un motivo di soddisfazione per gli utenti.<br />

Nuova vita per il palazzo Ex Inail presso il quale sono in via di<br />

trasferimento alcuni uffici di BancaTercas prima allocati presso<br />

il Centro Servizi del quartiere Gammarana. <strong>Un</strong>a scelta, quella<br />

della più importante Azienda di Credito della Regione, che va<br />

in controtendenza in un momento in cui alcuni edifici storici di<br />

Teramo, sede per tanti anni di strutture pubbliche, sono stati<br />

abbandonati a seguito di recenti operazioni di decentramento.<br />

BancaTercas, invece, con l’acquisizione del Palazzo ex Inail,<br />

ha inteso accorpare i propri uffici proprio nel cuore del centro<br />

storico, non solo per snellire e facilitare i contatti dei vari reparti<br />

interni con la Direzione Generale, ma anche per garantire ai cittadini<br />

una fruizione più completa della propria gamma di servizi,<br />

in modo agevole e comodo e per evitare il progressivo “impoverimento”<br />

del centro città.<br />

Interamente ristrutturati e dotati di ogni confort, in linea con tutti<br />

requisiti imposti dalle recenti normative sulla sicurezza, i nuovi<br />

locali della Banca saranno presto attivi e funzionali, a conferma del<br />

costante desiderio, più volte manifestato dai vertici aziendali, di lavorare<br />

a stretto contatto con la clientela, cercando di essere sempre<br />

vicino, anche fisicamente, alle sue più svariate esigenze. u<br />

<br />

145x205.indd 1 1-07-2009 13:49:07<br />

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17


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18<br />

dura lex sed lex<br />

Tradimento<br />

incolpevole<br />

L<br />

a violazione del dovere di fedeltà coniugale non implica<br />

necessariamente la pronuncia di addebito della separazione<br />

coniugale, occorrendo in tal senso che sia accertata la<br />

sua capacità di incidere negativamente sull’affectio coniugalis.<br />

In tal senso la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6697/2009,<br />

ampiamente commentata da riviste e quotidiani, ha<br />

accolto il ricorso di una moglie, (ribaltando così il<br />

verdetto della Corte di appello di Firenze), che si era<br />

vista addebitare la separazione sulla base di un unico<br />

episodio di infedeltà ai danni del marito.<br />

In realtà, secondo i giudici del Palazzaccio, il giudice<br />

del merito ha errato nel valutare unicamente il<br />

tradimento della donna, peraltro caratterizzato da<br />

un fatto episodico, senza attribuire alcuna rilevanza<br />

ad altre circostanze e cioè: al fatto che il marito aveva tenuto<br />

all’oscuro il coniuge circa la propria impotenza generandi,<br />

impedendo così alla moglie di realizzarsi pienamente come<br />

moglie e come madre; e al fatto che il marito, nonostante fosse a<br />

conoscenza del tradimento subito, ha continuato a convivere con<br />

la moglie, colmandola di regali.<br />

E’ noto che ai sensi dell’art 143 del codice civile con il matrimonio i<br />

coniugi acquistano i medesimi diritti ed assumono i medesimi obblighi.<br />

Detti obblighi si sostanziano nella reciproca fedeltà, nell’assistenza<br />

morale e materiale, nella collaborazione nell’interesse<br />

della famiglia e nella coabitazione.<br />

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI<br />

ED ESPERTI CONTABILI DI TERAMO<br />

VIA N. SAURO N. 27 - 64100 TERAMO<br />

TEL. 0861 - 245541 • FAX 0861 - 253973<br />

A cura della FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DE-<br />

GLI ESPERTI CONTABILI DI TERAMO, con sede in Teramo, alla<br />

via N. Sauro n. 27, si comunicano:<br />

LE PRINCIPALI SCADENZE RELATIVE AL MESE DI LUGLIO 2009<br />

LUNEDI’ 6<br />

• UNICO 2009 - versamento del saldo 2008 e/o del 1° acconto<br />

delle imposte risultanti dalla dichiarazione dei redditi<br />

(contribuenti interessati agli studi di settore - le persone<br />

fisiche titolari di partita iva, le società di persone e i sog-<br />

luglio-agosto 2009<br />

a cura di<br />

Amilcare Laurìa ed Elvio Fortuna<br />

avvocati associati<br />

La giurisprudenza della Corte di Cassazione è ferma nel ritenere<br />

che la violazione di uno dei doveri elencati nella norma evidenziata,<br />

non può giustificare una pronuncia di addebito della separazione,<br />

laddove non sia stata accertata la sua effettiva incidenza<br />

nel determinare la fine del rapporto coniugale. Ne consegue che<br />

deve escludersi l’addebito della separazione nell’ipotesi in cui,<br />

dall’indagine dei fatti allegati, la violazione dei doveri in esame sia<br />

intervenuta quando ormai il rapporto di coniugio era irrimediabilmente<br />

compromesso.<br />

Nel caso di specie, la Suprema corte ha ritenuto che l’episodio<br />

di infedeltà contestato alla moglie non ha avuto alcuna incidenza<br />

negativa sulla prosecuzione della convivenza, anche<br />

perché i coniugi avevano protratto la loro unione<br />

per diverso tempo e nonostante l’adulterio commesso<br />

e, oltre a ciò, il marito non aveva ravvisato in<br />

tale episodio una stabile relazione extraconiugale.<br />

Perciò quel singolo episodio non poteva ritenersi<br />

fonte della rottura del rapporto coniugale, che era,<br />

invece, ascrivibile ad altre cause.<br />

Per individuare il responsabile della cessazione<br />

del rapporto coniugale il giudice dovrà operare, pertanto, una<br />

valutazione complessiva del comportamento di entrambi i coniugi,<br />

ponendo a raffronto la condotta di uno con quella dell’altro, per<br />

comparare in tal modo l’incidenza di esse sulla insorgenza della<br />

crisi matrimoniale. In altri termini dovrà essere accertato se la<br />

violazione del dovere di fedeltà di un coniuge, come la violazione di<br />

qualsiasi altro dovere nascente dall’art. 143 cc, sia rilevante come<br />

causa o concausa della frattura del rapporto coniugale, o debba,<br />

invece, reputarsi del tutto irrilevante perché intervenuta quando<br />

detta frattura era divenuta irreversibile per le trasgressioni dei<br />

doveri matrimoniali in cui era incorso l’altro coniuge. u<br />

•<br />

•<br />

getti IRES con periodo d’imposta coincidente con l’anno<br />

solare) o della prima rata delle stesse in caso di rateizzazione,<br />

senza l’applicazione della maggiorazione. Entro oggi<br />

deve essere versato l’acconto, in unica soluzione o la prima<br />

rata, dell’addizionale comunale Irpef senza maggiorazione.<br />

DIRITTO ANNUALE CCIAA - contribuenti interessati agli<br />

studi di settore - versamento dovuto da tutte le imprese<br />

<strong>già</strong> iscritte al Registro delle Imprese (sezione ordinaria e<br />

speciale) senza maggiorazione dello 0,40 %.<br />

IVA - contribuenti interessati agli studi di settore versamento<br />

susseguente un adeguamento degli studi di settore,<br />

senza senza maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse<br />

corrispettivo.<br />

MERCOLEDI’ 15<br />

• IVA fatturazione differita,<br />

relativa a beni consegnati o spediti<br />

nel mese precedente.<br />

GIOVEDI’ 16<br />

• Versamento delle ritenute sui redditi di lavoro autonomo,<br />

dipendente e su provvigioni inerenti a somme corrisposte


lettera al Cavaliere<br />

<strong>Vengo</strong> <strong>già</strong><br />

mangiato<br />

…ad evitare<br />

possibili dinieghi<br />

Illustrissimo Signor Presidente del Consiglio, a<br />

scriverle queste minime accorate è un salariato<br />

in odore di cassa integrazione <strong>già</strong> paventata<br />

in brevi articoli dalla stampa locale nei riguardi di<br />

un’azienda partecipata della Regione Abruzzo<br />

(Il Centro, Cronaca de L’Aquila, 13 giugno 2009).<br />

Mi rendo conto che in Ella prevarrà di certo una<br />

sorta di legittima disattenzione animata da argomenti<br />

di politica internazionale, all’indomani delle<br />

dichiarazioni del Colonnello libico, Muhammar Gheddafi, su<br />

improbabili e risibili paralleli tra gli Stati <strong>Un</strong>iti d’America e un<br />

indefinibile personaggio quale il tristemente risaputo Sceicco<br />

Osama bin Laden; così indigeribili da far rettificare nottetempo<br />

alla Casa Bianca l’agenda dei colloqui attesi e rinforzare le<br />

istanze manifestate da Barack Obama di avere necessariamente<br />

una preziosissima mezz’ora di conversazione a tu per tu con il<br />

presidente del Consiglio italiano, al fine di poterlo comprendere<br />

meglio. (La Stampa, 12 giugno 2009).<br />

Signor Presidente, La pregherei di abbandonare per un solo<br />

momento il complicatissimo scenario internazionale e raggiun-<br />

nel mese precedente.<br />

• UNICO 2009 - versamento 2° rata,<br />

titolari di partita IVA.<br />

• UNICO 2009 - versamento - da parte delle società di persone<br />

e delle persone fisiche.<br />

• UNICO 2009 - versamento da parte di società di capitali,<br />

enti equiparati ed enti non commerciali.<br />

• IVA liquidazione e versamento dovuto dai contribuenti<br />

mensili relativo al mese di giugno.<br />

• INPS - versamento contributi lavoro dipendente.<br />

• INPS - versamento contributi artigiani e commercianti<br />

dovuti sul reddito eccedente il minimale a saldo per il 2008<br />

e di acconto per il 2009, con maggiorazione dello 0,40% a<br />

titolo di interesse corrispettivo.<br />

• INPS - versamento contributi gestione separata.<br />

• ICI - ravvedimento della prima rata (o unica) dovuta per<br />

l’anno 2009.<br />

• Diritto annuale CCIAA - versamento dovuto da tutte le imprese<br />

<strong>già</strong> iscritte al Registro delle Imprese (sezione ordinaria<br />

e speciale) con maggiorazione dello 0,40 % a titolo di<br />

interesse corrispettivo.<br />

• Versamento addizionale regionale IRPEF sulle competenze<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Mimmo Attanasii<br />

gere idealmente chi di più la invoca a mezzo di semplice lettera<br />

aperta in un lieve frangente per condurla a contribuire altamente<br />

alla risoluzione di un piccolo dramma, seppur esso accreditato di<br />

caratteri assai personali.<br />

Il sottoscritto si struggerebbe di consumare una composta<br />

settimana sulle rive dei mari di Sardegna. Tuttavia, destino volle<br />

che insolvibilità e mutui vari ebbero a concorrere negli anni e nei<br />

trascorsi ad ostacolare con veemenza la realizzazione di questa<br />

magra vaghezza. Poiché - come <strong>già</strong> più volte ripetuto in TV dal<br />

Suo premuroso Ministro La Russa - i voli di Stato sarebbero <strong>già</strong><br />

pagati e quindi se in essi dovessero imbarcarsi individui non<br />

previsti dal rigidissimo protocollo comunque non si<br />

andrebbe ad inficiare i conti dello Stato, Le chiederei<br />

umilmente, con devota soggezione, di poter prendere<br />

in considerazione di concedere un benevolo<br />

passaggio a me e alla mia famiglia, compresa la<br />

suocera ottantaseienne con annessa bombola d’ossigeno<br />

per estenuanti e ripetute ventilazioni notturne<br />

e diurne, durante uno dei Suoi trasferimenti alla<br />

volta della Costa Smeralda. Ella potrà ovviamente<br />

liberarsi di codesta fastidiosa zavorra e proseguire subito per Villa<br />

Certosa, intanto che qualcuno di noialtri si occuperà di trovare<br />

alloggi confortevoli presso economici ostelli nella zona.<br />

<strong>Un</strong>a minuta della presente sarà prontamente inoltrata anche<br />

a Sua Maestà, la Regina d’Inghilterra Elisabetta II, a chiedere<br />

grazia e indulgenza per un nostro prossimo itinerario: da<br />

Buckingham Palace alla residenza estiva della famiglia reale,<br />

Windsor Castle.<br />

Fiducioso nella Sua comprensione degli smarriti animi umani, mi<br />

congedo adesso ma non prima d’averla riverita magnificamente<br />

e fortemente rassicurata che verrò <strong>già</strong> mangiato. u<br />

del mese precedente.<br />

• Versamento addizionale comunale IRPEF in forma di acconto<br />

e di saldo.<br />

LUNEDI’ 20<br />

• Presentazione modello INTRASTAT per operatori intracomunitari<br />

con obbligo mensile.<br />

VENERDI’ 31<br />

• Dichiarazioni - Invio telematico Mod. 770/2009 semplificato,<br />

inerente somme soggette a ritenuta alla fonte e/o a<br />

contributi previdenziali ed assistenziali e/o premi assicurativi.<br />

• Dichiarazioni - Invio telematico Mod. 770/2009 ordinario.<br />

• Presentazione INTRASTAT trimestrale per operatori intracomunitari.<br />

• IVA<br />

– rimborso infrannuale 2° trimestre 2009 (aprile –<br />

giugno) per i titolari di partita IVA con IVA a credito.<br />

pag<br />

19


pag<br />

20<br />

Teramo ecologica<br />

“God’s<br />

own<br />

country”<br />

la terra di Dio<br />

S<br />

embra persino troppo bello per essere vero.<br />

Di colpo, dopo anni di fallimenti urbanistici, di soppressione<br />

del verde, di sfruttamento del territorio con cemento<br />

e smog da traffico, ora un primo cittadino a Teramo si scopre<br />

ecologista. Non è una novità a dire il vero. Qualcuno ricorderà<br />

che Angelo Sperandio, due volte sindaco aprutino nell’arco di<br />

nove anni, in un suo comizio elettorale parlò di aree verdi, di<br />

piste ciclabili, di una città presto vivibile, strappando diversi voti<br />

di speranza. Potenza dell’eloquio.<br />

Forse il dottor Maurizio Brucchi ha meno dimestichezza con le<br />

parole, rispetto all’Angelo professore.<br />

Sicuramente sa meno di conti se paragonato al Gianni governatore<br />

d’Abruzzo, <strong>già</strong> Dottore Commercialista, Revisore dei conti<br />

specializzato in alta finanza aziendale.<br />

Ma forse e mi piace crederlo, il nostro chirurgo ha anche un vero<br />

animo ecologico.<br />

Pragmatico, abile, persino astuto, ha annunciato che i suoi<br />

assessori dovranno andare in bici alle sedute comunali.<br />

<strong>Un</strong> percorso di pochi metri, è vero, dal piazzale San Francesco al<br />

Comune, attraverso la storica Porta Melatina, ma vuoi mettere<br />

il ritorno d’immagine? Sembra di vederli i vari Guido Campana,<br />

Mario Cozzi, Giovanni Luzii, Giorgio D’Ignazio, Piero Romanelli,<br />

Alfonso Di Sabatino, Corrado Robimarga, Rudy Di Stefano, insieme<br />

alla “quota rosa” <strong>Mirella</strong> Marchese e l’esperto del traffico,<br />

Giorgio Di Giovangiacomo, in fila indiana che passano in sella<br />

alle loro bici personalizzate lungo il corso De Michetti<br />

Ai lati delle strade, in stand bye, le auto bloccate dai vigili urbani<br />

con tanto di pettorina che gesticolano con la simmetria dei<br />

ginnasti di valore. Intorno a loro la folla dei cittadini a spellarsi<br />

le mani per applaudire e incitare i beniamini che pedalano con<br />

Foto: Lucio De Marcellis<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Sergio Scacchia<br />

www.pensieriteramani.splinder.com<br />

grazia.<br />

Ma la pulsione distruttiva di una città innamorata del cemento<br />

e in preda a un delirio gommato che genera nuvole di polveri<br />

sottili velenose, chiede evidentemente altri tipi di interventi.<br />

Pretende il rovesciamento della prospettiva con cui si è affrontato<br />

l’ultimo travagliato ventennio cittadino.<br />

Ho letto con piacere su il “Centro” del 24 giugno scorso che, per<br />

il sindaco Brucchi, la città di Teramo ciclabile e pedonale non<br />

è stato un abile slogan elettorale, ma che sarà invece obiettivo<br />

prioritario della nuova amministrazione. La cosa non può che<br />

essere condivisa da chi vi scrive, avendo più volte nei miei articoli<br />

denunciato una vera e propria mancanza di politica ambientale<br />

nelle giunte succedutisi alla guida della città.<br />

Fra le priorità, credo debba esserci la riapertura del parco fluviale<br />

del Tordino e il tanto agognato completamento dell’anello<br />

a monte di Teramo dei due fiumi, oltre alla creazione di una rete<br />

ciclopedonale cittadina che colleghi le periferie di Villa Pavone,<br />

Ponte Vezzola, Scapriano e Mezzanotte.<br />

Secondo il prof. Lucio De Marcellis, autore del sito Abruzzoinbici,<br />

membro del direttivo dell’associazione sportiva dilettantistica<br />

RuotaLibera Veloteam Teramo e del Coordinamento Provinciale<br />

per le Piste ciclabili dell’Abruzzo Teramano, tali collegamenti<br />

sarebbero realizzabili a basso costo, con antiche stradine di<br />

campagna tuttora esistenti.<br />

<strong>Un</strong>a rete di percorsi cicloturistici lungo i crinali di Teramo, dove<br />

si distendono strade sinuose, poco trafficate e molto panoramiche.<br />

Questi itinerari servirebbero a collegare il capoluogo con le<br />

frazioni. Ad uso turistico, sarebbe sufficiente installare alcune<br />

tabelle stradali, con le indicazioni anche dei luoghi di sosta<br />

come cantine visitabili, frantoi, fontane storiche, agriturismo<br />

che danno un’adeguata accoglienza ai ciclisti, monumenti, aree<br />

archeologiche, borghi, musei pubblici ma anche quelli etnografici<br />

privati, ecc.<br />

<strong>Un</strong> grande contributo potrebbe venire dai Comitati di quartiere,<br />

attenti alle problematiche di una città in preda al caos, dove<br />

muoversi alternativamente alle auto, è quasi impossibile, dove<br />

circolare è un supplizio, una gimkana a tempo indeterminato.<br />

Ad esempio, in contrada Mezzanotte, i residenti avrebbero <strong>già</strong><br />

un’ipotesi di collegamento con il parco fluviale, lo stesso dicasi<br />

per il quartiere Gammarana, il cui collegamento con Villa Pavone<br />

gioverebbe anche alla futura Teramo Mare ciclabile.<br />

Sarebbe auspicabile anche l’avvio del bike sharing.<br />

Le postazioni andrebbero installate in punti strategici per prendere<br />

e lasciare le bici condivise. Snodo fondamentale sarebbe la<br />

stazione ferroviaria, per favorire l’intermodalità treno + bici.<br />

Nella vicina Ascoli Piceno, la scorsa primavera si è dato vita al<br />

più grande circuito di BIKE SHARING oggi esistente nel nostro<br />

paese, come rapporto bici pubbliche/abitanti.<br />

A Pescara quando la giunta comunale ha deciso di abbassare<br />

drasticamente i valori delle polveri sottili in città, ormai fuori<br />

controllo, davanti a tutti gli uffici pubblici e scuole sono comparse<br />

magicamente rastrelliere per due ruote, lanciando un segnale<br />

importante di promozione del mezzo ecologico alternativo.<br />

In più, ci ricorda sempre il professor De Marcellis, si dovrebbe


l’oggetto del desiderio<br />

La tranquillità<br />

di un investimento<br />

alternativo<br />

L a favola di Pinocchio ci insegna quanto sia pericoloso fidarsi<br />

del gatto e della volpe, i due furfanti che rubarono le cinque<br />

monete all’ingenuo burattino.<br />

Ma come riconoscere i compari truffaldini? Collodi nella sua favola li<br />

descrive con la lunga coda e gli occhi furbi. Edoardo Bennato, famoso<br />

musicista partenopeo ce li presenta invece, come due affabili innocenti<br />

impresari discografici. Il fatto è che il gatto e la volpe si mimetizzano<br />

tra la gente comune ed è possibile incontrarli ovunque.<br />

note linguistiche<br />

La parola “determinativo” significa “che determina” ossia<br />

“che definisce con certezza”, “che individua”. Consideriamo<br />

alcuni esempi:<br />

1. <strong>Un</strong>a barca si dirigeva verso di loro…improvvisamente<br />

la barca cambiò rotta. La parola “barca” è preceduta<br />

dall’articolo determinativo (la), perché ciò di cui si parla è<br />

<strong>già</strong> conosciuto essendo stato nominato prima: “una barca<br />

si dirigeva…”<br />

2. In fondo alla strada c’è la caserma dei carabinieri. Non si<br />

tratta di una caserma qualsiasi, ma di una caserma ben<br />

precisa : quella dei carabinieri.<br />

3. Il passero cinguetta/Il passero cinguetta sul ramo del pino.<br />

Nel primo caso usiamo l’articolo determinativo (il) per<br />

cominciare a pensare ai portabici da<br />

installare davanti gli autobus della Staur<br />

per favorire gli spostamenti e rendere i<br />

mezzi pubblici più appetibili, consentendo<br />

di trasportare le bici anche su tratte con<br />

dislivello tipo Colleparco, Colleatterrato,<br />

Villa Mosca, Scapriano.<br />

Il sistema è rapido, bastano 10-15 secondi<br />

per mettere le due ruote sul portabici.<br />

Certo, i problemi che si presenteranno<br />

di Maria Gabriella<br />

Di Flaviano<br />

L’Articolo<br />

Determinativo<br />

aprile 2009<br />

agli amministratori saranno molteplici.<br />

Nel favorire il collegamento tra la stazione<br />

ferroviaria di Teramo con il centro<br />

storico,<br />

un esempio per tutti, il Ponte San Ferdinando<br />

risulterebbe troppo stretto per<br />

passare con le bici.<br />

Per quel che risulta, all’attualità, inoltre,<br />

il PUT, piano urbano del traffico, non ha<br />

previsto percorsi per pedoni o bici, né<br />

di Carmine Goderecci<br />

di Oro e Argento<br />

Il nostro oggetto del desiderio è il Diamante come investimento<br />

alternativo.<br />

Il Diamante rappresenta un investimento alternativo rispetto a quelli<br />

tradizionali offerti dai mercati finanziari (Borsa Economica, Titoli di<br />

Stato, Investimenti Immobiliari). Tutti possono investire in diamanti<br />

in base alla propria disponibilità economica; <strong>già</strong> da piccole carature<br />

risulta vantaggioso investire in questo bene prezioso. Il Diamante è,<br />

metaforicamente parlando, una moneta universalmente riconosciuta.<br />

La quotazione dei diamanti è destinata a crescer vertiginosamente a<br />

causa della sua scarsa reperibilità (negli ultimi quindici anni ha reso<br />

mediamente l’8 % annuo). Oltretutto l’investimento in diamanti è<br />

monetizzabile in qualsiasi momento e può essere rivenduto in tutto<br />

il mondo. Solo il 20 % della produzione mondiale di diamanti grezzi<br />

è trasformato in gemme. Esclusivamente l’1 % di tali gemme viene<br />

classificato come diamante da investimento. Il diamante, bene rifugio<br />

per eccellenza è da considerarsi un ottimo investimento. u<br />

riferirci all’intera classe o categoria di elementi indicati dal<br />

nome, puntualizzando una precisa caratteristica: “tutti i<br />

passeri cinguettano”; nel secondo caso l’articolo determinativo<br />

indica un elemento della “classe” dei passeri che,<br />

in una particolare situazione o in un determinato luogo<br />

“cinguetta”.<br />

4. Il giovedì Marco va in discoteca. Il giovedì sta per “ogni<br />

giovedì”, tutti i giovedì: qui l’articolo determinativo (il) indica<br />

qualcosa che si ripete.<br />

5. La Francia è una regione europea: La parola Francia è<br />

preceduta dall’articolo determinativo (la), perché si tratta di<br />

una realtà unica: c’è una sola Francia.<br />

Concludendo, si può dire che gli articoli determinativi si usano<br />

quando:<br />

1. Ciò di cui si parla è noto, perché se ne è gia parlato prima, o<br />

fa parte di conoscenze comuni;<br />

2. Si vuole indicare con precisione un “oggetto”<br />

3. Ci si riferisce ad una intera classe di elementi o ad un elemento<br />

non precisato di una classe:<br />

4. Si indica qualcosa che si ripete;<br />

5. Si tratta di realtà uniche. u<br />

sensi unici sulle zone più difficili.<br />

Cosa dire di più? Se son rose fioriranno…Teramo<br />

non acquisterà campi e<br />

colline, cieli lunghi e fattorie, romantiche<br />

brughiere, non sarà mai lo “Yorkshire”<br />

inglese così bello da essere definito dai<br />

sudditi della Regina, il “God’s own country”,<br />

la terra di Dio.<br />

Ma, diamine, forse riusciremo a regalarci<br />

boccate d’aria meno velenosa. u<br />

pag<br />

21


pag<br />

22<br />

Periodo<br />

Especial<br />

(1° capitolo)<br />

S ono<br />

lettere dai Caraibi<br />

due anni che scrivo di quest’isola che fa parlare di sé politologi,<br />

sociologi, storici, semplici osservatori, ma un po’ perché non volevo<br />

essere criticato dai comunisti pro-Castro e dai liberisti pro-resto<br />

del mondo, un po’ perché è difficilissimo trovare il bandolo di una matassa che<br />

probabilmente non ne ha, non mi sono mai addentrato in argomentazioni serie<br />

lasciando che articoli a volte ironici mi facessero da scudo ai non teneri giudizi<br />

delle fazioni sopra menzionate. Ho però sempre desiderato scrivere su un argomento<br />

che mi ha affascinato e che recentemente è ritornato in auge giacché la<br />

blogger cubana Yoani Sanchez ne parla spesso nel suo blog Generacion Y: il così<br />

chiamato “periodo especial”. Quest’argomento è per forza di cose molto esteso<br />

per cui lo svilupperò frazionandolo su più numeri di “<strong>Teramani</strong>” ma credo che ne<br />

valga la pena per capire qualcosa in più di questo paese troppo spesso giudicato<br />

da una comoda poltrona italiana. Nessuno, immagino, avrà la necessità della<br />

traduzione all’italiano dello spagnolo Periodo especial che fu decretato dall’allora<br />

presidente di Cuba Fidel Castro all’indomani della visita sull’isola di Mikail<br />

Gorbaciov. E’ stato un evento tragico della storia di questo paese. <strong>Un</strong> evento la<br />

cui fine ancora non è stata annunciata e anzi, proprio ora che Cuba sembrava<br />

avviata a una normalità economica, ecco la crisi mondiale che fa tornare di<br />

moda i fantasmi di quell’epoca che hanno segnato, sicuramente più dello stesso<br />

socialismo, l’attuale società cubana.<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Francesco Pellecchia<br />

agente.havana@yahoo.it<br />

Siamo nel 1989, venti anni fa’. L’economia cubana poggiava quasi interamente<br />

sulle importazioni dai paesi del patto di Varsavia che rifornivano Cuba di<br />

qualsiasi genere e servizio, scelta questa che si rivelerà deleteria. Cuba non<br />

aveva un’industria degna di questo nome, al massimo c’erano le assemblatrici<br />

di beni prodotti nei paesi del Comecon. L’embargo americano quindi non si faceva<br />

sentire più di tanto proprio perché i sovietici, presenti anche militarmente<br />

in numero massiccio sull’isola, mantenevano i cubani con un tenore di vita<br />

accettabile. Era senza dubbio un’economia dopata. Poi avvenne l’impensabile:<br />

“la caduta del muro di Berlino” che rimarrà un simbolo indelebile nella<br />

storia dell’Europa con ripercussioni di carattere mondiale. I presidenti USA e<br />

URSS Reagan e Gorbaciov giunsero a una serie di accordi di carattere politico,<br />

economico e militare fino allora nemmeno ipotizzabili e il dissolvimento del<br />

socialismo nei paesi dell’Europa dell’est fu repentino. Sappiamo tutti com’è<br />

finita in Romania, in Polonia e via via tutti gli altri paesi, con l’<strong>Un</strong>ione Sovietica<br />

che si frazionò e un sistema che da socialista si trasformò in capitalista. <strong>Un</strong><br />

solo paese di quel blocco rimase ancorato rigidamente al socialismo: Cuba.<br />

<strong>Un</strong> paese che aveva scelto questo sistema nel 1962 e che per non cedere ai<br />

rivali americani decise di andare avanti con il progetto della Rivoluzione.<br />

Nel 1989 dunque i sovietici salutarono i cubani lasciandoli soli al loro destino,<br />

privi di un’economia (producevano tabacco, zucchero e rum), e con una situazione<br />

politica gravissima: soli contro il gigante americano a poche miglia, cui<br />

non rimaneva altro da fare che aspettare e vedere il crollo economico cubano<br />

di lì a poco. Dicevo di un’economia che doveva far fronte a importazioni di ogni<br />

genere, dal petrolio, al cibo, ai vestiti, a tutto. Cuba doveva comprare tutto<br />

avendo da vendere solo zucchero. Chi resiste in quelle condizioni? Chi resiste<br />

se nessuno ti vuole o può aiutare e il morso americano alla tua giugulare si fa’<br />

sempre più stretto con delle leggi che indurirono, e non di poco, il <strong>già</strong> pesantissimo<br />

embargo? Hasta la proxima u


coldiretti informa<br />

Salute<br />

ecco i cibi che<br />

aiutano 6 milioni<br />

di allergici al sole<br />

Consumare frutta e verdura non serve<br />

solo a recuperare la forma perduta<br />

per superare la prova bikini ma fare<br />

il pieno di carote, insalate, cicoria, lattughe,<br />

meloni, peperoni, pomodori, albicocche aiuta<br />

anche la tintarella grazie alla presenza di<br />

vitamina A che difende l’organismo dai raggi<br />

solari e favorisce la produzione nell’epidermide<br />

del pigmento melanina che dona la<br />

classica tintarella alla pelle. Il riferimento<br />

è ai sei milioni di italiani che, secondo la<br />

Società Italiana di Dermatologia medica,<br />

chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente<br />

Trasmesse (SIDeMaST), soffrono di<br />

intolleranza al sole, o fotodermatosi, che si<br />

può prevenire consumando “ molta frutta e<br />

verdura durante tutto l’anno, ma soprattutto<br />

in questa stagione: gli antiossidanti proteg-<br />

luglio-agosto 2009<br />

gono la pelle dagli effetti del sole”. Antiossidanti<br />

“naturali” sono infatti le vitamine A,<br />

C ed E che sono contenute in abbondanza in<br />

frutta e verdura fresca. Questi vegetali sono<br />

quindi alimenti che soddisfano molteplici<br />

esigenze del corpo: nutrono, dissetano,<br />

reintegrano i sali minerali persi con il sudore,<br />

riforniscono di vitamine, mantengono in<br />

efficienza l’apparato intestinale con il loro<br />

apporto di fibre e si oppongono all’azione<br />

dei radicali liberi prodotti nell’organismo<br />

dall’esposizione al sole, nel modo più naturale<br />

ed appetitoso possibile. La Coldiretti<br />

ha stilato una classifica top-ten della frutta<br />

e verdura che “abbronza” sulla base del<br />

contenuto in Vitamina A dei diversi alimenti.<br />

Il primo posto è conquistato indiscutibilmente<br />

dalle carote che contengono ben 1200<br />

microgrammi di Vitamina A o quantità equivalenti<br />

di caroteni per 100 grammi . Al posto<br />

d’onore salgono gli spinaci che ne hanno<br />

circa la metà, a pari merito con il radicchio<br />

mentre al terzo si posizionano le albicocche<br />

seguite da cicoria, lattuga, melone giallo e<br />

sedano, peperoni, pomodori, pesche gialle,<br />

cocomeri, fragole e ciliege che presentano<br />

comunque contenuti elevati di vitamina A<br />

o caroteni. Il consumo di frutta di stagione<br />

non è in realtà importante solo per l’aspetto<br />

SERA<br />

EMOZIONI D’ARREDO<br />

Saldi di fine stagione<br />

di Nicola Lucci<br />

Coldiretti Teramo<br />

fisico poiché l’aumento<br />

di peso è un importante<br />

fattore di rischio per<br />

molte malattie come<br />

i problemi cardiocircolatori,<br />

il diabete,<br />

l’ipertensione, l’infarto<br />

e certi tipi di cancro, nei<br />

confronti delle quali la<br />

dieta mediterranea ha<br />

dimostrato scientificamente di essere particolarmente<br />

efficace nella prevenzione<br />

La tintarella alla frutta<br />

Vitamina A (*)<br />

1. Carote 1200<br />

2. Spinaci e radicchi 500-600<br />

3. Albicocche 350-500<br />

4. Cicorie e lattughe 220-260<br />

5. Meloni gialli 200<br />

6. Sedano 200<br />

7. Peperoni 100-150<br />

8. Pomodori 50-100<br />

9. Pesche 100<br />

10. Cocomeri e ciliegie 20-40<br />

(*) in microgrammi di Vitamina A o in quantità<br />

equivalenti di caroteni per 100 grammi di<br />

parte edibile<br />

<br />

pag<br />

23


pag<br />

24<br />

È stata<br />

la mostra<br />

Josè<br />

Ortega<br />

inaugurata giovedì 25 giugno 2009, presso il<br />

Museo C. Barbella di Chieti, la mostra “Josè Ortega.<br />

Realismo e identità mediterranea” a cura di Gianfranco<br />

Bruno e Alfredo Paglione, operatore culturale,<br />

umanista e mecenate che ha saputo dar vita ad una serie<br />

di eventi nel<br />

panorama<br />

dell’arte<br />

italiana del<br />

‘900.<br />

L’esposizione,<br />

ad ingresso<br />

gratuito,<br />

aperta al pubblico<br />

fino al 29<br />

agosto 2009,<br />

abbraccia,<br />

su due piani,<br />

tra le pareti<br />

dai colori<br />

pastello –<br />

cipria e verde<br />

acqua – 113 opere provenienti da musei e collezioni private<br />

abruzzesi dal 1959 al 1989, tra cui dieci xilografie del ciclo<br />

El Terror. Le opere furono meditate e realizzate da Ortega<br />

all’inizio degli anni Cinquanta durante la sua detenzione<br />

nelle carceri spagnole a seguito di una condanna a dieci<br />

anni per attività contro il regime franchista.<br />

I rossi, i gialli, gli arancioni a tempera spiccano sulla tela<br />

dando una luminosità a dir poco sconvolgente che si placa<br />

con i freddi blu, viola e verdi regalando un forte animismo<br />

Dos segadores<br />

1970, tecnica mista su tela 54 x 65<br />

Vasto (CH) collezione museo civico<br />

d’arte moderna di Palazzo D’Avalos<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Antonella Gaita<br />

ai dipinti, dividendo l’ambiente dai personaggi e geometrizzando<br />

le figure.<br />

Ogni colore ha un suo significato profondo per l’artista.<br />

Nel 1971, infatti, Ortega scrive la sua tavolozza, riportata<br />

nel catalogo della mostra edito da Vallecchi: “Il rosso è il<br />

rosso del sangue, il viola è il colore che sta a significare<br />

lutto, giallo sta per oro, frumento, abbondanza; l’azzurro<br />

che uso è l’oltremare. Odio l’azzurro di Prussia. Il verde lo<br />

uso poco perché non ho visto il verde che molto tardi nel<br />

paesaggio che mi circondava. Io vengo da una regione dalle<br />

terre bruciate. E inoltre nero, bianco, carminio, terra rossa,<br />

vermiglione, ocra. Ho conosciuto il mare a 30 anni quando<br />

avevo i ferri ai polsi e mi portavano dal carcere di Ocana in<br />

Toledo al carcere di Duero nel Cantabrico”.<br />

Il colore, dunque, non solo come mezzo, ma anche come<br />

anima in grado di comunicare la propria emozione.<br />

Ortega (1921 – 1990), sulla tela traspone scene di vita quotidiana<br />

contadina<br />

spagnola - mietitori,<br />

raccoglitrici<br />

di olive, pescatori<br />

- calcando le figure,<br />

delineandole<br />

attraverso segni<br />

marcati, con volti<br />

travagliati dalla<br />

miseria, dalla sofferenza<br />

di uomini<br />

alienati dal duro<br />

lavoro ricordando<br />

l’arte di Courbet,<br />

Van Gogh, Guttuso,<br />

El Greco e<br />

Goya, ma anche di<br />

Picasso.<br />

La pittura, la<br />

Adam y Eva (a Teresita)<br />

1970, tempera su carta intelata 90 x 65<br />

Giulianova (TE) collezione privata<br />

ceramica, il mosaico,<br />

l’affresco<br />

e, soprattutto,<br />

l’incisione, quindi,<br />

nascono tutte da un’emozione dominante e continua che<br />

trasforma i contenuti in fatti e simboli. u<br />

Info: Museo Costantino Barbella<br />

Via De Lollis, 10 - 66100 Chieti<br />

Tel 0871 330873 / 0871 4083352<br />

museo.barbella@provincia.chieti.it<br />

www.provincia.chieti.it<br />

Orari: martedì e giovedì 9-13 / 16-20<br />

mercoledì, venerdì e sabato 9-13<br />

1^ domenica del mese 9-12<br />

Chiuso il lunedì


pag<br />

26<br />

arte<br />

il<br />

Futurismo<br />

V<br />

enti febbraio 1909: sul quotidiano francese “Le Figaro”<br />

viene pubblicato il primo Manifesto del Futurismo ad<br />

opera del poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.<br />

Venti febbraio 2009: a Roma, le Scuderie del Quirinale inaugurano<br />

(fino al 24 maggio 2009), a cento anni dalla pubblicazione<br />

del Manifesto, la mostra “Futurismo.<br />

Avanguardiavanguardie”, a cura di<br />

Didier Ottinger (commissario per la<br />

sede italiana Ester Coen).<br />

La mostra, in collaborazione con la<br />

Tate Modern di Londra e il Centre<br />

George Pompidou di Parigi, è un<br />

impegno comune per ricordare<br />

una corrente artistica alla cui<br />

base c’è il dinamismo, la velocità,<br />

l’innovazione e la modernità.<br />

La mostra si snoda su due piani.<br />

Sulle pareti in cartongesso color<br />

“carta da zucchero”, del primo<br />

piano, si fondono in cinque sale<br />

le luci, gli stati d’animo, i suoni,<br />

i rumori, gli odori, i tempi<br />

e ritmi e le linee-forza del<br />

futurismo. Umberto Boccioni,<br />

Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino<br />

Severini e Luigi Russolo rovesciano le linee compositive<br />

facendo entrare nella rappresentazione emozioni e<br />

sensazioni. I rumori della<br />

città, delle persone, dei<br />

motori, dei tram e ferrovie<br />

sono incorporati in un<br />

movimento continuo tra<br />

disarmonie e dissonanze<br />

sonore. Il tempo discontinuo<br />

e scorrevole è espressione<br />

di durata e memoria<br />

tra gli angoli intersecati, i<br />

piani tagliati della città e i<br />

colori scomposti della luce<br />

delle sale da ballo nella<br />

tensione di linee-forza.<br />

Dinamismi, cubismi, vorticismo e sincronismo, architettura<br />

e memoria che arrivano ad iniezioni di realtà, sono illuminati<br />

dalle luci del soffitto del secondo piano delle Scuderie tra le<br />

pareti color grigio perla.<br />

› Le Figarò<br />

Manifesto del Futurismo<br />

› Giacomo Balla,<br />

Bambina che corre sul balcone<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Antonella Gaita<br />

Il linguaggio futurista entra nell’immaginario e si misura con<br />

lo stile delle altre tendenze rappresentando in toto il movimento.<br />

Ciò è quello che fa Marcel Duchamp accentuando il<br />

senso plastico dell’immagine: si avvicina a Balla per l’immagine<br />

in movimento e a Boccioni per la tridimensionalità.<br />

La pittura compositiva del futurismo si distacca da quella<br />

analitica del cubismo anche se Picasso reinventa una nuova<br />

grammatica architettonica e Braque indaga la stessa materia<br />

con maggiore attenzione sulla tela, il tutto accentuato<br />

dalla frammentazione e geometrizzazione di Albert Gleizes e<br />

Jean Metzinger di cui, però, si allontana Fernand Lèger con<br />

un equilibrio di linee, forme e colori forti.<br />

La simultaneità è al centro del dibattito<br />

del 1913 (Robert Delaunay, Frantisek<br />

Kupka, Stanton Macdonald-Wright,<br />

Morgan Russel, Raymond Duchamp Villon,<br />

Felix Del Marle, Ljubov Popova) che<br />

vede da una parte la sensibilità degli<br />

oggetti, dall’altra la sensibilità pittorica,<br />

proponendo piani slittati dando il senso<br />

della frammentazione, definendo linee<br />

e volumi.<br />

Le forme futuriste testimoniano forti<br />

suggestioni e un’idea di realtà molto<br />

forte tra<br />

l’arte e la<br />

vita.<br />

Due piani,<br />

quindi e,<br />

dieci sale<br />

ricche<br />

di quel<br />

movimento<br />

fondato per<br />

“liberare<br />

questo<br />

paese dalla<br />

sua fetida<br />

cancrena di<br />

professori,<br />

d’archeologi,<br />

di<br />

ciceroni e d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata<br />

un mercato di rigattieri […] Ritti sulla cima del mondo, noi<br />

scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!...”.<br />

E oggi, nella nostra Città, qual è la sfida che ci aspetta a 100<br />

anni da questo fervido movimento? “La magnificenza del<br />

mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della<br />

velocità”.<br />

Dopo le elezioni del 6 e 7 giugno non resta che fare un<br />

grande in bocca al lupo e i complimenti ai nuovi governatori<br />

della città e della provincia di Teramo per un “Futuro”<br />

all’unisono!!! u<br />

› Marcel Duchamp,<br />

Nudo che scende le scale n.2<br />

› Umberto Boccioni, Visioni simultanee


cinema<br />

Il<br />

rigetto<br />

del<br />

Fato<br />

Marco<br />

Bellocchio<br />

svela i<br />

meccanismi<br />

del Vincere<br />

Non si crede mai a quel che si crede.<br />

Parole, giustissime, di Franco<br />

Fortini, utilizzate a epigrafe di<br />

uno dei tanti film italiani non visti degli<br />

ultimi anni, Fascisti su Marte. Pensate<br />

a quello che credono i politici. O quello a<br />

cui credete voi, credendogli. Per questo<br />

si perde sempre, ritenendo di vincere.<br />

Non si vince nemmeno nell’ordine simbolico<br />

della messa in scena. Guardate il<br />

finale anti-chapliniano di Mein Fuhrer.<br />

Il nuovo film di Bellocchio, come quello<br />

di Guzzanti, coniuga genialmente e<br />

tragicamente futuro (anzi, futurismo)<br />

e tradizione cancerosa, fascismo e<br />

famiglia, tradotta eufemisticamente in<br />

melodramma (leggi: italici costumi).<br />

Esplosioni di pathos, dunque. Primissimi<br />

piani sonori che squarciano lo schermo.<br />

Come fossero colpi di cannone aggiornati<br />

al sound irresistibile (per i potenti, ma<br />

anche per le vittime: nuovo eros senza<br />

libido come mostra il Matthew Barney<br />

di Destrictred) di carne post-umana<br />

sfracellata dal neo-liberismo. La barbarie<br />

fascista è ora (non solo perché ci<br />

sono Berlusconi, Fini o Bossi o Brunetta,<br />

contro i quali niente possono i meteorici<br />

astro-zombi dell’opposizione: Prodi,<br />

Weltroni o Franceschini). Allo stesso<br />

modo in cui il futuro di allora, l’industrial<br />

luglio-agosto 2009<br />

design che involve le sequenze più affrescate<br />

di Vincere, impronterà per sempre<br />

gli strani e tristi giorni a venire. I nostri.<br />

Da non credere.<br />

Ida Dalser come Madama Butterfly.<br />

Affossa il suo stesso essere liberal -<br />

atea, femminista e borghese facoltosa:<br />

un’anomalia – nell’amplesso letale di<br />

Mussolini, horror e ammorbante come<br />

quello di Nosferatu, espresso in meravigliose<br />

sequenze di erotismo allucinatorio,<br />

il meglio del film. Al suo sguardo<br />

al-di-là, perso nel sangue e nel dolore<br />

delle future vittime, lei, interpretata da<br />

una Giovanna Mezzogiorno plurisenso,<br />

non sa dir di no. Proprio come, in un articolo<br />

cult, Indro Montanelli, che dichiarerà<br />

al duce tutta la sua fede omosessuale<br />

(etimologicamente: amo in lui lo stronzo<br />

che è in me, tipicissimo dell’italica stirpe,<br />

e segreto, neanche tanto, investimento<br />

per stravincere alle elezioni).<br />

Per lui la donna, giornalista e modista,<br />

si denuda francescanamente, consegnandogli<br />

tutti i suoi averi, in stile Senso,<br />

per permettergli di fondare Il Popolo<br />

d’Italia. Non è misoginia. Non lo erano<br />

neppure le cronache storiche di Visconti<br />

e di Rossellini (la stendhaliana Vanina<br />

Vanini). Si ritrova piuttosto, lì come qui,<br />

e qui è esplicita, nelle sequenze eros di<br />

cui sopra, la generosità archetipica del<br />

femminile/terra che prende in grembo<br />

di Leonardo Persia<br />

l’amante/figlio, che subito quest’ultimo<br />

ribalta in presa di possesso con occhi<br />

persi nel v(u)oto. Culto della dea trasformato<br />

in patriarcato. Fascista deriva da<br />

fascio che deriva da fascino che deriva<br />

da fallo. Il fallo è detto, più che esibito.<br />

Nelle parole fiere e false del futuro duce,<br />

un logos, la Dalser si perde, come poi<br />

l’Italia tutta. Sedotta e abbandonata,<br />

pure con bebé. Come la Edna Purviance<br />

de Il monello di Chaplin, citato in una<br />

proiezione per matti. Il nostro fardello<br />

di popolo tra i più conservatori e bigotti<br />

al mondo. Senza neppure credere e<br />

crederci.<br />

Eppure il duce credeva nella famiglia. E<br />

nei figli. Non credeva ai non-mariti, nonpadri,<br />

non-soldati, che neutralizzava al<br />

confino. Anche qui, in un certo senso,<br />

lui si esilia. E lei credeva nella donna<br />

emancipata. Giornalista e socialista.<br />

Il bimbo invece, poi cresciuto, crede a<br />

Freud e a Jean Vigo, nella ribellione contro<br />

il Padre, finendo però per esserne<br />

un clone stinto, satirico e sbeffeggiato.<br />

Come tanti sinistronzi di oggi, da cui è<br />

meglio sottrarre la pietas riservata al<br />

figlio sconfessato del duce. Oggi Fini<br />

crede nel multiculturalismo. E Berlusconi<br />

nelle libertà. Liberissimo Benito<br />

Albino Mussolini di morire a 27 anni, nel<br />

1942, in manicomio. Idem, cinque anni<br />

prima la madre, dopo un ventennio di<br />

elettro-choc e di vano tentativo di rigettare<br />

il fato, di cambiare le ultime note<br />

del melodramma. Ma come farlo quando<br />

ci si ostina a voler riconoscere chi non ti<br />

riconosce?<br />

Il leit-motiv di Marco Bellocchio (famiglia<br />

+ manicomio, contraltare di eros +<br />

massacro) si storicizza aprendosi al<br />

nostro immondo presente, dove ogni<br />

tentativo di opporsi alla storia <strong>già</strong> scritta<br />

appare vano. Attorno ad esso (e ad essi:<br />

Albino e Ida) sfila il festival vigliacco e<br />

ipocrita dell’italianità, dalla quale una<br />

discendente, Alessandra Mussolini, oggi<br />

nega i fatti, documentatissimi da Marco<br />

Zeni e poi da un docu di Fabrizio Laurenti<br />

e Gianfranco Norelli. Facciamoci i cazzi<br />

nostri. Proprio come i questurini, veri o<br />

per vocazione, che all’epoca fecero finta<br />

di non vedere e non sapere. Siamo o no<br />

› segue<br />

pag<br />

27


pag<br />

28<br />

facezie<br />

La 37ª versione<br />

dell’Interamnia<br />

World Cup<br />

C<br />

aratterizzata quest’anno dall’effluvio ovino<br />

alla brace, generosamente diffuso dagli<br />

stand di arrosticini posti in ogni angolo del<br />

centro a rafforzare la teramanità evocata dai nostri amministratori<br />

pubblici, la tradizionale serata dedicata alle consacrazioni<br />

di Miss e Mister pallamano per la 37ª versione dell’Interamnia<br />

World Cup ha visto esibirsi in uno strettissimo insieme di parole<br />

› da pag. 27<br />

un paese mafioso? Ma anche qui non<br />

si crede a ciò che si crede. L’elemento<br />

religioso, per esempio, dell’immacolata<br />

concezione, immagine cristallo del film.<br />

La trinità Benito-Ida-Albino ne riscrive<br />

le coordinate. <strong>Un</strong>a love story dove la<br />

Ruach divina, cioè il femminino sacro<br />

di cui parla anche Dan Brown, vero<br />

motore del concepimento (biologico e<br />

concettuale: Gesù è l’uomo che segna il<br />

rinascimento spirituale anche rigettando<br />

i valori autoritari, fascisti e maschi del<br />

Dio del Vecchio Testamento), viene ridimensionata<br />

a Spirito Santo, un ri-trionfo<br />

del macho, sia pure evanescente come<br />

il logos di un cinegiornale o un TG5 (che<br />

però, è noto, sono beceri). Al femminile,<br />

inteso simbolicamente come novità,<br />

saggezza, sensuosità, vengono spezzate<br />

le reni. Si riedifica il Cazzo. Guerra,<br />

manganello, forza (non di carattere),<br />

possesso, proprietà. E possessività<br />

sessuale. Quello di chi ha, ma non è, dirà<br />

Fromm. Oltre a Chaplin, l’altra proiezione<br />

(in tutti i sensi) che si vede nel film, al<br />

manicomio, è quella di Christus (1916) di<br />

Antanamoro-Lupi-Guazzoni.<br />

In questa simbolizzazione è possibile<br />

leggere come modernità e avanguardia<br />

del ‘900, persino la psicanalisi edipica,<br />

vennero subito ricompres(s)i nei<br />

ranghi conservatori. Il futurismo, il<br />

meno provinciale e il più importante dei<br />

movimenti artistici italiani novecente-<br />

luglio-agosto 2009<br />

schi, venne svilito nel fascismo. Anche il<br />

socialismo. Anche il femminismo. Anche<br />

il pacifismo. Anche la poesia (D’Annunzio).<br />

I valori rovesciati in disvalori. Il<br />

figlio contestatore viene castrato in una<br />

macchietta, la donna libera si sdilinquisce<br />

in una martire del cuore, eroina da<br />

feuilletton. Nei film di Matarazzo (come<br />

Angelo bianco), eredi della grande<br />

tradizione melodrammatica italiana,<br />

Yvonne Sanson veniva ri-modellata da<br />

Amedeo Nazzari. Negli USA era Jimmy<br />

Stewart a voler ri-modellare (ma senza<br />

esito) Kim Novak. Ed eravamo negli anni<br />

’50, un decennio prima della contestazione.<br />

La tradizione storica della sinistra<br />

italiana, nota fino a qualche lustro fa, è<br />

ridotta oggi a PD (una L in meno rispetto<br />

a Berlusca). Volenti o no, siamo i figli di<br />

nessuno della misera trinità qui esibita.<br />

Nessun ri-corso storico, come sanno<br />

Hardt & Negri. Soltanto un complotto<br />

del potere fondato sull’innervision reazionaria<br />

sempre latente e mai latitante.<br />

Quella mai debellata nei più.<br />

Certo Mussolini credeva alle folle adoranti.<br />

Tuttavia scriverà, nella prefazione<br />

alla biografia in fregola di Margherita<br />

Sarfatti (Dux del 1926), che «il pensiero<br />

e la constatazione reale di non appartenermi<br />

più, di essere di tutti – amato da<br />

tutti, odiato da tutti – elemento necessario<br />

alla vita altrui, mi dà una specie<br />

di ebbrezza “nirvanica”. E poi, quando<br />

di Mimmo Attanasii<br />

romanesche un comico di straordinaria bravura, il quale si è<br />

poi rammaricato di non essere stato apprezzato abbastanza<br />

dal pubblico presente a prevalenza danese. Questa una delle<br />

battute più espressive: “<strong>Un</strong> avviso importante alle<br />

ragazze con l’apparecchio metallico sui denti.<br />

Attenzione, si aggira per le vie della città un tizio<br />

con la calamita in mezzo alle gambe!”<br />

Certo è che qui adesso bisogna essere tutti quanti<br />

grati e solidali all’organizzazione della Coppa per<br />

non aver previsto un interprete per un evento<br />

ritenuto internazionale.<br />

I soliti disfattisti e detrattori nostrani invece sostengono<br />

che alla Sagra della Porchetta italica a Campli, più di<br />

un intrattenitore si sia rivolto alla folla in lingua inglese. Mah!<br />

Diceva Ennio Flaiano: “Il peggio che può capitare ad un genio è<br />

di essere compreso”. u<br />

si è di tutti, non si è di nessuno. Già fu<br />

detto che una folla può dare l’acre e pur<br />

tuttavia riposante gioia della solitudine<br />

più che un deserto».<br />

Disprezzo delle folle senza le quali<br />

sono nulla (e anche per questo poi le si<br />

condanna, le si stritola, le si costringe<br />

a fare la fame). E disprezzo di chi mi ha<br />

procurato l’orgasmo, solidissimo feeling<br />

di tutte le pornografie contemporanee.<br />

Quando in Etiopia stuprerà le negrette,<br />

Montanelli si riferirà ad esse definendole<br />

piccoli animali. Immaginate cosa dicono<br />

e pensano oggi i potenti quando fottono<br />

le loro lolite. Nel film, dopo l’abbandono<br />

della sedotta, l’attore Filippo Timi, bravissimo<br />

a esprimere i moti inquietanti<br />

del possessore impossessato, sparisce<br />

salvo risorgere in Benito jr, una parodia<br />

impotente.<br />

Ed è sostituito dai cinegiornali, cioè dal<br />

Mussolini vero che, nell’ottica rovesciata<br />

del film, diventa falso. Ovvero si annulla<br />

nella sua stessa essenza mediatica e<br />

spettacolare, in un’immagine visibile/invisibile<br />

che è la quintessenza di<br />

ogni v(u)oto politico. E pure, come si è<br />

detto, del logos maschile alias Spirito<br />

Santo. Se oggi, come sappiamo (ma non<br />

crediamo), tutto si è dissolto in questa<br />

irreversibile invisibilità incorporea,<br />

potete capire in che mondo viviamo, che<br />

cosa circondiamo e da che cosa siamo<br />

circondati. u


pag<br />

30<br />

basket<br />

Play<br />

Off<br />

Scudetto<br />

U<br />

na nuova avventura storica per BancaTercas ha<br />

preso il via, con i quarti di finale, lunedi 18 maggio<br />

con i seguenti accoppiamenti: 1ªclassificata<br />

Siena vs 8ª Pesaro – 2ª Roma vs 7ª Biella – 3ª Teramo vs<br />

6ª Milano- 4ª Treviso vs 5ª Fortezza Bologna. L’esordio<br />

di Teramo, al PalaScapriano, primo incontro fra cinque<br />

partite previste a fase alterne, non è stato positivo. Forse<br />

condizionata dall’emozione per questo tipo di torneo, la<br />

prestazione di alcuni giocatori è stata al di sotto del proprio<br />

standard abituale. Milano, che ci è sembrata più in forma,<br />

ne approfittava per portar via un risultato utile, con il duo<br />

Hall-Marconato su tutti e Vitali che, in cabina di regia,<br />

dimostrava come saper attaccare la zona press, tanto da<br />

aggiudicarsi il primo match con il risultato di 85 a 75. Nel<br />

secondo incontro, giocato al PalaLido di Milano, Teramo<br />

esce sconfitto, ma a testa alta, dopo aver dominato per<br />

tutta la prima parte della gara anche con un + 16 e chiudendo<br />

il primo tempo in vantaggio di 10 punti. Poi, testa a<br />

testa, fino alla fine dove la BancaTercas viene beffata, per<br />

mera sfortuna, con il risultato di 83 a 82. A distanza di due<br />

giorni dal primo incontro, Brown, Carrol, Poeta, Amoroso e<br />

Moss sono sembrati in netta ripresa, bene in fase difensiva<br />

e bravi in attacco nel perforare, in continuazione, la difesa<br />

di Milano che a Teramo sembrava insuperabile, ma intanto<br />

Milano si porta sul 2 a 0. Nel terzo incontro, secondo giocato<br />

al PalaScapriano, per la BancaTercas, questa volta l’Armani<br />

Jeans Milano non ha scampo, la regia e le giocate di<br />

un grande Poeta, gli immensi Amoroso e Brown, un Moss<br />

imprendibile, le percussioni di Carrol e l’apporto ”concreto”<br />

dei vari Hoover, Cerella, Jaacks, Piazza e Lulli danno la<br />

possibilità d’imporsi con il risultato di 85 a 77.<br />

Milano, con la classe indiscutibile dei suoi giocatori, ha<br />

cercato in tutti i modi di portarsi sul 3 a 0 e chiudere definitivamente<br />

il conto della qualificazione alle semifinali ma<br />

si è notato subito che faceva fatica, non aveva lo smalto e<br />

la lucidità della prima gara e la grinta del secondo tempo<br />

della partita di Milano, merito di un Teramo tutto cuore che<br />

sapeva infondere energia ed impetuosità alle trame del<br />

suo giuoco. Si è portata sul 2 a 1 e, tenterà di pareggiare<br />

luglio-agosto 2009<br />

di Bebè Martorelli<br />

i conti nella quarta gara al PalaLido di Milano. La Banca-<br />

Tercas c’era quasi riuscita, ma qualcosa si è inceppato<br />

nei meccanismi della squadra teramana a 14” secondi<br />

dal finale. Teramo è avanti di due punti (67 a 69), rimessa<br />

della palla a suo favore, ma questa non viene effettuata<br />

per un’infrazione di 5”, (che poi misurata è sembrata di 4”<br />

secondi e 18 decimi) rilevata con molta celerità dall’arbitro<br />

Paternicò, regala un possesso insperato per Milano che<br />

Katelynas trasforma in un incredibile tiro da tre punti a<br />

4” dalla fine, vanificando cosi una rimonta spettacolare di<br />

Poeta e compagni che nella prima parte della partita erano<br />

sotto di 14 punti. Milano elimina Teramo con il risultato di<br />

70 a 69. Nel senno del poi si possono fare tutte le considerazioni<br />

possibili, ma quella certa che ci ha lasciato l’amaro<br />

in bocca è che questa bella avventura sia finita anzitempo,<br />

per colpa di un possesso di palla non giocato. Ma noi<br />

diciamo grazie lo stesso, anzi esterniamo da parte mia e di<br />

tutta la redazione di ”<strong>Teramani</strong>” le felicitazioni più vive allo<br />

sponsor, alla società, allo staff tecnico e a tutti i giocatori<br />

per averci fatto gustare questa entusiasmante annata. Per<br />

quanto riguarda le altre partite dei quarti di finale esse si<br />

sono conclusi con Siena che ha eliminato Pesaro, Treviso<br />

che ha eliminato la Fortezza (Virtus) Bologna e della<br />

sorprendente Biella che ha eliminato Roma. L’evolversi<br />

delle semifinali sono state a favore di Milano che ha trovato<br />

in Biella un avversario ostico e duro a mollare e di Siena<br />

che, invece, ha trovato vita facile nell’affrontare un Treviso,<br />

forse, rassegnato alla forza dei toscani.<br />

Quindi Siena e Milano sono state le finaliste per la conquista<br />

dello scudetto tricolore al limite delle sette partite. Il<br />

Montepaschi Siena è Campione d’Italia 2008/2009, quarto<br />

scudetto della sua storia (terzo consecutivo), schiacciante<br />

superiorità nella 4ª gara della serie finale nei confronti di<br />

un’Armani Milano decisamente sotto tono. Troppo facile<br />

per i toscani, in una finale liscia come l’olio, al di là del<br />

problema infortuni dell’Armani (vedi Hawkins e Taylor).<br />

La squadra milanese non è sembrata avversaria da poter<br />

impensierire lo strapotere senese.<br />

Scende il sipario su questo avvincente campionato di serie<br />

A con un arrivederci al prossimo torneo. Intanto la società<br />

di via De Albentiis <strong>già</strong> pensa alla prossima annata e conferma<br />

alcuni movimenti effettuati: la durata della sponsorizzazione<br />

con BancaTercas fino al 2012, stessa cosa ha fatto<br />

con il bravo tecnico Andrea Capobianco e poi con alcuni<br />

giocatori come capitan Lulli, Amoroso, Poeta, Cerella. Altri<br />

se ne aggiungeranno nel corso di questi mesi, ovvio che ci<br />

saranno delle partenze che, forse, dispiaceranno ma alla<br />

fine sicuramente si formerà di nuovo un buon roster per<br />

un’altra annata, speriamo ripetibile.<br />

Buone vacanze! u


Da un paio d’anni ormai c’è stata una svolta radicale<br />

nella storia del cinema, un’innovazione di importanza<br />

pari all’avvento del sonoro ed all’introduzione del colore: esso<br />

è diventato digitale, abbandonando la vecchia pellicola che ne è<br />

stato il supporto fin dalla nascita. Il cinema digitale offre non solo una<br />

qualità d’immagine superiore a quella ottenibile finora con la pellicola<br />

35mm, che, soprattutto negli ultimi tempi, è andata invece scadendo<br />

sempre più, ma consente anche esperienze esclusive come il Digitale-3D<br />

e la visione di eventi Live in una sala cinematografica. Anche con la pellicola si è tentato nel tempo di realizzare film in tre dimensioni<br />

ma, essendo l’unico sistema possibile quello dell’anaglifo, i risultati non hanno mai convinto il pubblico pertanto, pian piano nel<br />

tempo, il 3D era stato messo da parte. Ora col digitale si hanno tecniche di realizzazione dei film e di proiezione che forniscono<br />

un’esperienza tridimensionale davvero realistica, mai vissuta prima, inoltre sempre con lo stesso apparecchio<br />

digitale possono essere proiettati al cinema anche concerti, eventi sportivi ed altre trasmissioni in diretta.<br />

Il Multisala Smeraldo di Teramo si appresta al grande cambiamento; la Sala 1 verrà rivoluzionata<br />

ingrandendo lo schermo ed ottimizzando la collocazione delle poltrone. Verrà inoltre installato nella cabina<br />

di proiezione un proiettore digitale 2K (vale a dire con una risoluzione di oltre 2 M pixel) CP2000-<br />

ZX prodotto da Christie Digital che è leader mondiale nella ricerca e nella realizzazione delle macchine<br />

digitali per proiezione; il server per la decodifica video ed audio dei film sarà invece della Quvis ed<br />

il sistema 3D sarà con occhialini attivi di ultimissima generazione della XpanD, attualmente il più<br />

avanzato al mondo. Gli occhiali attivi funzionano come degli otturatori: per la precisione l’occhio sinistro<br />

viene chiuso quando passa sullo schermo il fotogramma per il destro e viceversa; in questo modo in ogni<br />

istante lo spettatore guarda lo schermo con un solo occhio alla volta e quindi i 2 occhi vedono 2 immagini<br />

distinte in istanti talmente vicini da risultare praticamente simultanei, ed il cervello le combina in un’unica<br />

immagine tridimensionale; il tutto è sincronizzato col proiettore tramite un apposito sistema di controllo.<br />

L’allestimento del Multisala Smeraldo verrà quindi realizzato per creare un’istallazione allo stato<br />

dell’arte e davvero unica in Abruzzo in modo da garantire allo spettatore il massimo sia<br />

per la visione 3D che 2D.<br />

La sala sarà pronta per il 28 agosto, in occasione dell’uscita del film “L’era glaciale 3” in 3D, con<br />

cui inizierà l’esperienza del cinema del futuro anche per il pubblico teramano.<br />

info<br />

Via Maestri del lavoro, Teramo<br />

www.multisalasmeraldo.net • Tel. 0861.415778

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