Incontenibile Mirella Un Campitelli indiavolato Vengo già ... - Teramani
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pag<br />
24<br />
È stata<br />
la mostra<br />
Josè<br />
Ortega<br />
inaugurata giovedì 25 giugno 2009, presso il<br />
Museo C. Barbella di Chieti, la mostra “Josè Ortega.<br />
Realismo e identità mediterranea” a cura di Gianfranco<br />
Bruno e Alfredo Paglione, operatore culturale,<br />
umanista e mecenate che ha saputo dar vita ad una serie<br />
di eventi nel<br />
panorama<br />
dell’arte<br />
italiana del<br />
‘900.<br />
L’esposizione,<br />
ad ingresso<br />
gratuito,<br />
aperta al pubblico<br />
fino al 29<br />
agosto 2009,<br />
abbraccia,<br />
su due piani,<br />
tra le pareti<br />
dai colori<br />
pastello –<br />
cipria e verde<br />
acqua – 113 opere provenienti da musei e collezioni private<br />
abruzzesi dal 1959 al 1989, tra cui dieci xilografie del ciclo<br />
El Terror. Le opere furono meditate e realizzate da Ortega<br />
all’inizio degli anni Cinquanta durante la sua detenzione<br />
nelle carceri spagnole a seguito di una condanna a dieci<br />
anni per attività contro il regime franchista.<br />
I rossi, i gialli, gli arancioni a tempera spiccano sulla tela<br />
dando una luminosità a dir poco sconvolgente che si placa<br />
con i freddi blu, viola e verdi regalando un forte animismo<br />
Dos segadores<br />
1970, tecnica mista su tela 54 x 65<br />
Vasto (CH) collezione museo civico<br />
d’arte moderna di Palazzo D’Avalos<br />
luglio-agosto 2009<br />
di Antonella Gaita<br />
ai dipinti, dividendo l’ambiente dai personaggi e geometrizzando<br />
le figure.<br />
Ogni colore ha un suo significato profondo per l’artista.<br />
Nel 1971, infatti, Ortega scrive la sua tavolozza, riportata<br />
nel catalogo della mostra edito da Vallecchi: “Il rosso è il<br />
rosso del sangue, il viola è il colore che sta a significare<br />
lutto, giallo sta per oro, frumento, abbondanza; l’azzurro<br />
che uso è l’oltremare. Odio l’azzurro di Prussia. Il verde lo<br />
uso poco perché non ho visto il verde che molto tardi nel<br />
paesaggio che mi circondava. Io vengo da una regione dalle<br />
terre bruciate. E inoltre nero, bianco, carminio, terra rossa,<br />
vermiglione, ocra. Ho conosciuto il mare a 30 anni quando<br />
avevo i ferri ai polsi e mi portavano dal carcere di Ocana in<br />
Toledo al carcere di Duero nel Cantabrico”.<br />
Il colore, dunque, non solo come mezzo, ma anche come<br />
anima in grado di comunicare la propria emozione.<br />
Ortega (1921 – 1990), sulla tela traspone scene di vita quotidiana<br />
contadina<br />
spagnola - mietitori,<br />
raccoglitrici<br />
di olive, pescatori<br />
- calcando le figure,<br />
delineandole<br />
attraverso segni<br />
marcati, con volti<br />
travagliati dalla<br />
miseria, dalla sofferenza<br />
di uomini<br />
alienati dal duro<br />
lavoro ricordando<br />
l’arte di Courbet,<br />
Van Gogh, Guttuso,<br />
El Greco e<br />
Goya, ma anche di<br />
Picasso.<br />
La pittura, la<br />
Adam y Eva (a Teresita)<br />
1970, tempera su carta intelata 90 x 65<br />
Giulianova (TE) collezione privata<br />
ceramica, il mosaico,<br />
l’affresco<br />
e, soprattutto,<br />
l’incisione, quindi,<br />
nascono tutte da un’emozione dominante e continua che<br />
trasforma i contenuti in fatti e simboli. u<br />
Info: Museo Costantino Barbella<br />
Via De Lollis, 10 - 66100 Chieti<br />
Tel 0871 330873 / 0871 4083352<br />
museo.barbella@provincia.chieti.it<br />
www.provincia.chieti.it<br />
Orari: martedì e giovedì 9-13 / 16-20<br />
mercoledì, venerdì e sabato 9-13<br />
1^ domenica del mese 9-12<br />
Chiuso il lunedì