Incontenibile Mirella Un Campitelli indiavolato Vengo già ... - Teramani
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pag<br />
10<br />
comune<br />
Al Centro<br />
per<br />
Brucchi<br />
…e l’opposizione<br />
che non c’è<br />
Q<br />
uella della destra è stata una vittoria figlia “dello<br />
spirito dei tempi”, tanto per citare Befacchia-Hegel,<br />
l’unico a resistere nel suo fortino Bastiani nella sede<br />
di Via Costantini dopo il redde rationem, ma anche un’affermazione<br />
i cui presupposti si conoscevano da mesi, checché<br />
ne dicessero gli ultimi e fin troppo<br />
entusiastici sondaggi fatti trapelare<br />
dal Pd. Il vento europeo è quello dei<br />
“pirati”, del color blu tendente al nero<br />
che batte in tutto il continente, dalla<br />
Francia alla Spagna, dalla Repubblica<br />
Ceca al Belpaese, che persiste sui<br />
nuovi immigrati, Islam, rumeni, crisi<br />
finanziaria da swap e bolle speculative.<br />
<strong>Un</strong> cocktail esplosivo. Ma qui da<br />
noi è tutt’altra storia. Tra il campanile<br />
del duomo e i due torrenti, da decadi<br />
l’elettorato è pressoché centrista, con<br />
poche sbavature dall’una e l’altra frangia, se non sdoganate<br />
recentemente da tycoon che ammiccavano a destra e da<br />
uomini della Dc che guardavano a sinistra. Tra il Tordino ed<br />
il Vezzola, insomma, chi conquista più Centro si aggiudica il<br />
match: questo è quanto. La nostra città è d’animo conservatore:<br />
solo intercettando i voti dell’Udc, dell’ex Udeur, della<br />
zona moderata dei socialisti, e di tutti quelli che aspirano a<br />
piazzarsi in mezzo, una coalizione può avere qualche chance<br />
di vittoria, soprattutto in questi tempi di ambìto bipartitismo.<br />
La differenza tra le formazioni di centrodestra e centrosinistra<br />
(completa dell’apporto di Santacroce&co.) era nel 2004,<br />
quando si diedero battaglia Befacchia e Chiodi, di 2.137 voti:<br />
alle amministrative del 2009 il gap è salito a 5.619. <strong>Un</strong>’impennata<br />
notevole in cui, come <strong>già</strong> detto, sono da conteggiare<br />
soprattutto le trasfusioni verso la destra di Udc, ex Udeur<br />
e Sdi. In teoria, il piano ginobliano che prevedeva a sinistra<br />
l’accaparramento di forze come l’Udc, e più in genere centriste,<br />
poteva ritenersi anche valido, però cozzava fatalmente<br />
contro il deciso niet della sinistra radicale, soprattutto per<br />
luglio-agosto 2009<br />
› la giunta Brucchi<br />
di Maurizio Di Biagio<br />
i trascorsi fin troppo recenti del candidato Paolo Albi nel<br />
governo del governatore Chiodi: un insulto per molti che<br />
hanno rigettato lo stratagemma anche astenendosi dal voto.<br />
Mentre a destra il disegno era chiaro: “Siamo i veri moderati”<br />
hanno fatto capire. I voti della sinistra radicale erano<br />
nel 2004 circa 1700, che si sono attestati a 1636 il sei e sette<br />
giugno scorsi, sostanzialmente non modificando il proprio<br />
contributo nel panorama statistico. Il Pd si è assestato a<br />
7.240 voti, lasciando sulla strada ben 4.151 suffragi, non<br />
rispettando l’addizione matematica delle due figure unitesi<br />
in matrimonio: Ds e Margherita infatti nel 2004 raggiunsero<br />
insieme 11.391 voti. <strong>Un</strong>a differenza che sostanzialmente è<br />
rifluita nell’ultimo scrutinio verso le sirene dipietriste (1.382<br />
voti), Città di Virtù (2.676) e Udt, la creazione scissoria di<br />
Silvino (1.527). E’ venuta meno quindi la fazione centrista che<br />
nel 2004 espresse con l’Udeur 1.267 voti, con lo Sdi 857, e<br />
con la lista civica di Di Bonaventura 1.490. Nonostante tutto,<br />
anche con questo tipo di centro moderato, da schierare<br />
assieme a Rifondazione e Comunisti Italiani, la coalizione di<br />
centrosinistra avrebbe ripetuto il risultato delle amministrative<br />
2004, con Befacchia soccombente<br />
come allora e con la stessa differenza<br />
di voti. Teramo è moderata, e non ci<br />
sono altre vie. Bisogna solo concepire<br />
buone alchimie e non giocare al piccolo<br />
chimico, altrimenti è il disastro.<br />
Forzando un po’ il detto, se Sparta<br />
piange, Atene invece ride, a Piazza<br />
S.Agostino la tattica è stata azzeccata<br />
in pieno. Cresce anche contro la<br />
tendenza nazionale il Pdl locale: alla<br />
faccia del fisiologico calo delle mid<br />
term. I suoi 12.817 voti sono perfino<br />
superiori a quelli che deriverebbero dalla somma di An e<br />
Forza Italia nel 2004 (10.464). Impressionante i voti ottenuti<br />
dalla lista civica “Al Centro per Teramo” che dai 3.390 voti<br />
del 2004 giunge a quota 5.521, risultato che in parte recupera<br />
il pesante calo dell’Udc (-2.961) i cui aficionado si sono buttati<br />
direttamente tra le braccia della casa madre Pdl, visto che<br />
nemmeno Silvino dall’altra parte è riuscito ad intercettarli.<br />
L’ascesa della lista civica è dovuta anche ad un preciso calcolo<br />
che prevedeva l’irrobustimento della creatura di Mauro<br />
Di Dalmazio. Il fenomeno Lega (253 voti) per il momento<br />
resta in una ambito folcloristico ma segnala decisamente la<br />
svolta a destra di tutto il continente, una tra le poche forze<br />
che, con il suo movimentismo, riesce umilmente a comprendere<br />
gli strati della popolazione davvero incazzata. Alla<br />
luce dei numeri che premiano il centrodestra, per la fazione<br />
avversa c’era poco da fare: al massimo, con tutta la buona<br />
volontà, si sarebbe ripetuto il risultato del 2004. Teramo è, e<br />
rimarrà, un elettorato di centro: chi è più abile in quest’humus<br />
avrà la partita vinta. u