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scarica la rassegna stampa completa del 10 Gennaio 2010

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press L.If lE<br />

<strong>10</strong>/01/20<strong>10</strong> I Sole r `<br />

Nelle scuole/i. A Modena tutti riuniti in tre sezion i<br />

Famiglie in fuga dal<strong>la</strong> Ceccherell i<br />

Maria Piera Ceci<br />

Gli alunni stranieri qui, all a<br />

scuo<strong>la</strong> primaria Ceccherelli d i<br />

Modena, sfiorano il 90 per cen -<br />

to. Sono distribuiti su tre c<strong>la</strong>ssi,<br />

le uniche rimaste in tutto l'istitu -<br />

to. Le famiglie italiane hanno<br />

iscritto i loro figli altrove. Ma anche<br />

le famiglie di immigrati so -<br />

no fuggiti. Così il prossimo anno<br />

<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> primaria Ceccherelli<br />

non esisterà più . Le ultime c<strong>la</strong>ssi<br />

residue verranno aggregate a<br />

un'altra scuo<strong>la</strong> . «Io che ci <strong>la</strong>voro<br />

- ci racconta con una punta d i<br />

amarezza <strong>la</strong> dirigente sco<strong>la</strong>stic a<br />

Anna Maria Quartili - non l'ho<br />

mai vissuta come una scuol a<br />

ghetto, ma gli altri sì . Le famigli e<br />

italiane hanno smesso di mandare<br />

i loro figli qui. E sudi loro ch e<br />

bisognerebbe <strong>la</strong>vorare, renden-<br />

doli consapevoli che se ci sono<br />

in c<strong>la</strong>sse 4-5 bambini stranieri ,<br />

non succede nul<strong>la</strong>».<br />

Ma al<strong>la</strong> Ceccherelli ormai altro<br />

che 4-5 bambini per c<strong>la</strong>sse.<br />

«La nostra scuo<strong>la</strong> di fatto separa<br />

gli stranieri dagli altri-spiega an -<br />

cora <strong>la</strong> Quartili-. Suddividerli in<br />

maniera più equa sul territorio è<br />

giusto, anche se non facile . Questa<br />

scuo<strong>la</strong> viene frequentata da<br />

alunni stranieri perché son o<br />

quelli che abitano qui intorno e<br />

distribuendoli si andrebbe ad incidere<br />

sul<strong>la</strong> loro realtà quotidiana:<br />

significherebbe per esempi o<br />

nonpoter frequentare nelpomeriggio<br />

i bambini <strong>del</strong> quartiere.<br />

Ha anche qualcosa <strong>del</strong>l'ingiustizia<br />

sociale prendere i bambini<br />

con il pulmino solo perché stranieri<br />

e distribuirli in maniera<br />

uniforme in tutta <strong>la</strong> città, mentr e<br />

i loro compagni italiani possono<br />

frequentare senza problemi <strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> di quartiere» .<br />

E un'ingiustizia sociale anche<br />

confinarli in una realtà che non<br />

dialoga con <strong>la</strong> nostra, impedendo<br />

di fatto una vera integrazione.<br />

Senza contare quanti sono<br />

nati in Italia da famiglie che non<br />

par<strong>la</strong>no l'italiano . «Il problema<br />

- conclude - va esaminato cas o<br />

per caso. Certo è che soprattutto<br />

fra i bambini l'apprendimento<br />

<strong>del</strong>l'italiano avviene soprattutto<br />

attraverso i rapporti amicali.<br />

Quindi è chiaro che se l'unic o<br />

italiano corretto che un bambino<br />

sente in tutta <strong>la</strong> giornata resta<br />

limitato a quello <strong>del</strong>l'insegnante,<br />

è decisamente un po' poco» .<br />

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