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SpaoLithos. - Pro Loco di Spoleto

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38<br />

<strong>SpaoLithos</strong>. SPOLETONOVANTA<br />

<strong>di</strong> Massimo Gramignani<br />

Le prime colonie<br />

sorte<br />

al <strong>di</strong> fuori<br />

della Grecia propriamente<br />

detta<br />

vennero fondate<br />

nell’Italia meri<strong>di</strong>onale<br />

che, essendoterritorial-<br />

Massimo Gramignani<br />

mente più vasta,<br />

fu da loro chiamata<br />

“Magna Grecia”. Altre colonie nacquero<br />

lungo le coste dell’Africa settentrionale,<br />

della Spagna e della Francia<br />

meri<strong>di</strong>onale, ma anche nella parte<br />

orientale e settentrionale della Turchia<br />

e lungo le sponde settentrionali del<br />

Mar Nero. Sebbene l’amore per lo<br />

sport fosse caratteristica <strong>di</strong> molti popoli<br />

del mondo antico, furono i greci a<br />

universalizzare le competizioni sportive<br />

istituendo delle manifestazioni<br />

aperte alla partecipazione <strong>di</strong> tutti coloro<br />

che fossero <strong>di</strong> stirpe greca. Se è vero<br />

che l’attività fisica serviva anche per allenare<br />

e sviluppare la mente e il corpo<br />

dei citta<strong>di</strong>ni per meglio prepararli alle<br />

guerre peraltro continue che caratterizzavano<br />

quel periodo storico, la più<br />

conosciuta <strong>di</strong> queste competizioni, le<br />

antiche Olimpia<strong>di</strong>, furono istituite sotto<br />

il segno della pace. Infatti un’iscrizione<br />

su <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sco <strong>di</strong> bronzo purtroppo<br />

andato perduto, ma il cui contenuto<br />

ci è stato tramandato dagli storici antichi,<br />

ban<strong>di</strong>va una tregua nei combattimenti<br />

durante lo svolgimento dei giochi<br />

olimpici. Inizialmente l’accordo si<br />

limitava a due sole città. Successivamente<br />

aderirono all’accordo sempre<br />

più città fino ad includere tutta la Grecia<br />

ed in seguito tutti gli stati che partecipavano<br />

alle competizioni. Era questa<br />

la tregua olimpica. Bisogna però<br />

precisare che la tregua non era estesa<br />

fino a sospendere tutti i conflitti in corso,<br />

ma più realisticamente era limitata<br />

ai luoghi dove si svolgevano le gare e<br />

garantiva l’incolumità a tutti coloro<br />

che vi partecipavano. La prima Olimpiade<br />

venne inaugurata nel 776 a.C.,<br />

quando Roma non era ancora stata<br />

fondata e consisteva in un’unica gara<br />

<strong>di</strong> corsa veloce tenuta in un solo giorno.<br />

In seguito vennero aggiunte altre<br />

ArtisticaMente SKY 921 e TEF Channel sabato ore 21,45<br />

LO SPORT NEL MONDO<br />

DELLA GRECIA CLASSICA<br />

L’antica Grecia era all’epoca sud<strong>di</strong>visa in una miriade <strong>di</strong> città-stato<br />

in<strong>di</strong>pendenti in perenne conflitto tra <strong>di</strong> loro. Con il passare del<br />

tempo e con l’aumentare della popolazione, gruppi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni emigravano<br />

perio<strong>di</strong>camente per andare a fondare nuovi inse<strong>di</strong>amenti<br />

dove sorgevano altre città politicamente in<strong>di</strong>pendenti anche nei<br />

confronti della madre patria <strong>di</strong> origine.<br />

competizioni fino ad avere un programma<br />

in più giorni che comprendeva<br />

gare <strong>di</strong> velocità, fondo e mezzo-fondo,<br />

lotta, pugilato, pancrazio (una specie<br />

<strong>di</strong> lotta senza regole), il pentathlon<br />

composto da cinque gare: corsa, lotta,<br />

lancio del <strong>di</strong>sco, lancio del giavellotto e<br />

salto in lungo. Era in programma anche<br />

la corsa con l’armatura in cui i partecipanti<br />

dovevano gareggiare indossando<br />

elmo, scudo, lancia e schinieri.<br />

Circa un secolo dopo vennero ammesse<br />

alle Olimpia<strong>di</strong> anche le gare <strong>di</strong> corsa<br />

coi cavalli e con i carri che però erano<br />

appannaggio dei citta<strong>di</strong>ni più ricchi.<br />

Nel sesto secolo a.C. si organizzarono<br />

altri giochi panellenici tra cui i<br />

più importanti furono i giochi Pitici, i<br />

giochi Istmici e quelli Nemei. Queste<br />

manifestazioni non erano solo atletiche<br />

ma anche culturali e prevedevano<br />

perciò anche gare <strong>di</strong> canto, <strong>di</strong> danza e<br />

<strong>di</strong> recitazione poetica. La loro cadenza<br />

era stabilita in modo da non accavallarsi<br />

con gli altri giochi in modo che<br />

quasi ogni anno c’erano degli eventi<br />

sportivi in qualche parte del mondo ellenizzato.<br />

Ma questi giochi avevano<br />

anche una valenza sociale; infatti, in<br />

un’epoca priva dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione<br />

<strong>di</strong> massa caratteristici dei nostri<br />

giorni, la concentrazione <strong>di</strong> folle <strong>di</strong><br />

persone costituiva anche un grande<br />

mercato come non si trovava altrimenti.<br />

Ciò richiamava artigiani e mercanti<br />

venuti per vendere i loro prodotti, ma<br />

anche acrobati, saltimbanchi, guaritori<br />

e filosofi che approfittavano <strong>di</strong> queste<br />

vaste platee per esibire la propria<br />

arte o <strong>di</strong>ffondere il proprio sapere. Ma<br />

non solo. Vi si recavano anche le delegazioni<br />

politiche in rappresentanza<br />

delle varie città partecipanti che coglievano<br />

l’opportunità per risolvere le<br />

loro contese o per riallacciare antiche<br />

alleanze. Ma con il passare dei secoli lo<br />

spirito originario dei giochi volto alla<br />

ricerca della perfezione fisica e morale<br />

attraverso l’agonismo sportivo cominciò<br />

a declinare. Gli atleti non si accontentavano<br />

più dell’alloro ma volevano<br />

l’oro. Lo sport non era più visto come<br />

fine a se stesso ma <strong>di</strong>venne un mezzo<br />

per arricchirsi. I documenti storici riportano<br />

casi <strong>di</strong> atleti che non esitarono<br />

a gareggiare per una città <strong>di</strong>versa da<br />

quella <strong>di</strong> origine solo perché la città<br />

adottiva pagava meglio. E poi vennero<br />

i Romani. Nel secondo secolo a.C. Roma<br />

estese il suo dominio sulla Grecia; i<br />

giochi continuarono ma il loro declino<br />

si accentuò. La per<strong>di</strong>ta dei valori sportivi<br />

unitamente allo scarso interesse<br />

dei nuovi venuti verso i giochi, mercificò<br />

ulteriormente l’attività sportiva. I<br />

Romani infatti preferivano i combattimenti<br />

al circo più che le corse negli sta<strong>di</strong><br />

tanto che la decisione <strong>di</strong> Silla <strong>di</strong> portare<br />

l’Olimpiade dell’80 a.C. a Roma<br />

non ebbe un seguito; nel 76 a.C. i giochi<br />

tornarono a Olimpia. Tutto questo<br />

portò allo sviluppo del professionismo<br />

atletico volto alla ricerca del risultato<br />

agonistico come fonte <strong>di</strong> denaro più<br />

che <strong>di</strong> gloria. Denaro a fiumi non solo<br />

per gli atleti ma anche per tutto il mondo<br />

che girava loro intorno: allenatori,<br />

organizzatori dei giochi, finanziatori,<br />

associazioni costituite in <strong>di</strong>fesa degli<br />

interessi degli atleti nelle varie specialità,<br />

eccetera. Le conseguenze principali<br />

furono l’esasperazione dei ritmi <strong>di</strong> allenamento<br />

e l’elaborazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ete alimentari<br />

speciali allo scopo <strong>di</strong> consentire<br />

all’atleta <strong>di</strong> affrontare sempre più<br />

gare e <strong>di</strong> allungarne la vita agonistica.<br />

Altre conseguenze non meno <strong>di</strong>ffuse<br />

furono lo sviluppo della corruzione e la<br />

manipolazione dei risultati finali. Con<br />

la vittoria <strong>di</strong> Costantino il Grande su<br />

Massenzio nella battaglia <strong>di</strong> ponte Milvio<br />

del 312 d.C. il Cristianesimo non fu<br />

più una religione illegale: l’e<strong>di</strong>tto emanato<br />

da Costantino nel 313 d.C. ne riconosceva<br />

la liceità. Da quel momento<br />

la fine dei giochi olimpici fu solo una<br />

questione <strong>di</strong> tempo.<br />

Alcuni decenni dopo, sotto il regno <strong>di</strong><br />

Teodosio, scoppiarono dei gravi <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni<br />

a seguito <strong>di</strong> alcune gare atletiche<br />

che vennero repressi nel sangue per or<strong>di</strong>ne<br />

dell’imperatore. L’allora vescovo<br />

<strong>di</strong> Milano, Ambrogio, condannò l’imperatore<br />

con la scomunica. Quest’ultimo<br />

alla fine chiese <strong>di</strong> essere perdonato<br />

e <strong>di</strong> essere riammesso nell’ambito dei<br />

fedeli ammettendo in<strong>di</strong>rettamente la<br />

sottomissione dell’Impero all’autorità<br />

della Chiesa. Ambrogio accettò il pentimento<br />

ma impose all’imperatore <strong>di</strong><br />

chiudere i templi e <strong>di</strong> abolire tutti i culti<br />

ed i riti pagani. L’e<strong>di</strong>tto <strong>di</strong> Costantinopoli<br />

del 392 d.C. <strong>di</strong>ede forza <strong>di</strong> legge<br />

alle richieste <strong>di</strong> Ambrogio. Con esso<br />

vennero vietati anche i giochi atletici<br />

con tutti i loro riti e tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> origine<br />

pagana. L’anno seguente si sarebbero<br />

dovuti <strong>di</strong>sputare i giochi della 293°<br />

Olimpiade ma non lo furono. Il 393<br />

d.C. segnò così la fine delle antiche<br />

Olimpia<strong>di</strong> ma lo spirito olimpico era<br />

già morto da un pezzo. q

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