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Pio X e Merry Del Val

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SCALABRINI, PIO X E RAFFAELE<br />

MERRY DEL VAL<br />

(1903-1905)<br />

I rapporti epistolari di Scalabrini con <strong>Pio</strong> X sono notevolmente anteriori all’inizio del pontificato di<br />

Giuseppe Sarto (1903). Vescovo di Mantova e Patriarca di Venezia, il futuro Pontefice guarda al<br />

confratello piacentino come al Vescovo che sostiene con voce autorevole le istanze in merito<br />

all’insegnamento catechistico che si levano da numerose diocesi italiane, dando ad esse espressione<br />

corale nel primo congresso catechistico nazionale di Piacenza del 1889. La diffusione del catechismo<br />

unico è sostenuta dai due vescovi anche in prospettiva migratoria, perché l’uniformità nell’esposizione<br />

della dottrina cristiana potrà rendere più facile la catechesi ai figli degli italiani all’estero provenienti<br />

dalle diverse diocesi della penisola.<br />

Il breve epistolario che presentiamo interessa soprattutto la visita di Scalabrini alle missioni del<br />

Brasile nel 1904, che il Pontefice ha benedetto e seguito con grande attenzione. Nelle lettere di<br />

Scalabrini si può osservare la maturazione del “memoriale” sull’istituzione di un organismo centrale per<br />

l’assistenza agli emigranti di tutte le nazioni cattoliche, una proposta che rimane tra le più significative e<br />

lungimiranti di Scalabrini. Lo scambio epistolare con il card. Raffaele <strong>Merry</strong> del <strong>Val</strong> (1865-1930),<br />

Segretario di Stato di <strong>Pio</strong> X, per il cui tramite Scalabrini trasmette al Papa la sua proposta, completa le<br />

informazioni relative allo stesso “memoriale”.<br />

Beatissimo Padre,<br />

1 - SCALABRINI A PIO X1[1]<br />

Piacenza, 25 Novembre 1903<br />

Mi ha vivamente rallegrato l’interesse che prende la Santità Vostra per le missioni a favore<br />

dei nostri poveri emigrati in America e ne ringrazio di gran cuore il Signore.<br />

I molti sacerdoti che vi si dedicano, riuniti in Congregazione che s’intitola dal grande S.<br />

Carlo, lavorano da molti anni al santissimo scopo con uno zelo veramente ammirabile.<br />

Qualche attestato del gradimento e della benevolenza della Santa Sede accrescerebbe lena al<br />

loro spirito e sarebbe stimolo efficace a far sempre meglio.<br />

Propongo pertanto sia concessa qualche onorificenza, come sarebbe la croce Pro Ecclesia et<br />

Pontifice ai missionari seguenti:<br />

1. Padre Paolo Novati Superiore Provinciale delle Case del Nord di America;<br />

2. Padre Faustino Consoni Superiore a S. Paolo nel Brasile e Direttore a quell’Orfanotrofio<br />

pei figli degli emigrati;<br />

3. Padre D. Domenico Vicentini Superiore Provinciale delle Case del Brasile;<br />

1[1]AGS AB 01-04/22 (minuta).


4. Padre D. Giacomo Gambera già Superiore Provinciale al Nord d’America ed ora assistente<br />

al Porto di Nova York per gli emigranti che colà arrivano.<br />

5. Padre Pietro Maldotti assistente al porto di Genova per gli emigranti che partono.<br />

Sono tutti missionari che si distinguono per zelo e virtù, e meritano speciale considerazione.<br />

BaciandoVi umilmente i SS.mi Piedi, mi reco ad onore altissimo il professarmi<br />

Di Vostra Santità<br />

Beatissimo Padre<br />

2 - SCALABRINI A PIO X2[2]<br />

U.mo Oss.mo Obb.mo figlio<br />

Gio. Battista Scalabrini<br />

Roma, 25 Novembre 1903<br />

A me, come a Superiore Generale della Congregazione dei Missionari di S. Carlo per gli<br />

emigrati italiani, il Sommo Pontefice Leone XIII di S. m. accordava vivae vocis oraculo:<br />

1° di concedere ai sacerdoti della stessa Congregazione e a quelli che, pur non<br />

appartenendovi, vengono da me spediti per l’assistenza spirituale degli emigranti durante il<br />

viaggio di andata e ritorno, la facoltà di celebrare sul piroscafo la S. Messa; 2° di<br />

amministrare i sacramenti della Penitenza e della Eucaristia; 3° di assistere, in casi<br />

specialissimi, ai matrimoni, s’intende sempre e in ogni cosa servatis de iure servandis; facoltà<br />

che cessa quando il missionario arriva in territorio soggetto a qualche Ordinario, al quale deve<br />

presentarsi a chiedere, come di dovere, le facoltà necessarie ed opportune.<br />

Per il bene di tante anime chieggo umilmente alla Santità Vostra la rinnovazione di dette<br />

facoltà, mentre baciandoVi prostrato i Santissimi Piedi, mi professo coi sensi della<br />

venerazione più profonda<br />

<strong>Del</strong>la Santità Vostra<br />

2[2]AGS AB 01-04/24a (originale).<br />

3[3]AGS AB 01-04/24b (originale).<br />

3 - PIO X A SCALABRINI3[3]<br />

U.mo Dev.mo Obb.mo figlio<br />

+ Gio. Battista Vescovo di Piacenza<br />

Dal Vaticano, 25 Novembre 1903


Si confermano le facoltà già concesse secondo la petizione, ad beneplacitum<br />

Pius PP. X<br />

E.mo Principe,<br />

4 - SCALABRINI A MERRY DEL VAL4[4]<br />

Piacenza, 3 Febbraio 1904<br />

Allorché nel passato Novembre io ebbi l’alto onore di presentarle i miei umili omaggi, le<br />

parlai delle grandi miserie religiose e morali degli emigrati italiani al Nord America, e mi feci<br />

ardito di chiedere all’E.V. una lettera commendatizia presso l’Episcopato italiano per uno de’<br />

miei missionarii, che avrei richiamato, perché tenesse conferenze al laicato, al clero e<br />

specialmente ai seminaristi. E mi si allargò il cuore quando l’E.V. non mostrò difficoltà di<br />

accordarla, come ne accordò un’altra al P. Maldotti, ora in viaggio per l’America centrale.<br />

Il latore della presente è appunto il missionario richiamato. È desso il p. Francesco<br />

Beccherini, uomo di ingegno e di grande attività, che da 12 anni lavora indefessamente pei<br />

nostri emigrati, che innalzò chiese e case, e segnatamente la bella chiesa di Detroit, ove ora<br />

risiede. Sarebbe veramente meritevole che V.E. gli conferisse la croce pro Pontifice et<br />

Ecclesia, che gli servirebbe assai per conseguire il nobilissimo intento, pel quale è ritornato in<br />

Italia.<br />

Egli desidera presentarsi ai Venerandi Pastori delle Diocesi italiane con una lettera di V.E.<br />

R.ma. Dessa gli faciliterebbe il suo compito e gli aprirebbe il passo dappertutto. Non le<br />

nascondo che io ne sarei lietissimo e perché un tal fatto produrrebbe ottimi effetti sul popolo,<br />

e perché mostrerebbe che la S. Sede Apostolica, che fu la prima a studiare l’importantissima<br />

questione della nostra emigrazione, non l’abbandona nelle mani dei nemici di Dio e della sua<br />

Chiesa.<br />

Nella speranza di essere esaudito, le anticipo, E.mo Principe, i più fervidi ringraziamenti, e<br />

baciandole con devoto ossequio la S.P. con sensi di profonda venerazione mi professo<br />

Di V.E. R.ma<br />

U.mo dev.mo oss.mo servo<br />

+ Gio. Battista Vesc.° di Piacenza<br />

5 - MERRY DEL VAL A SCALABRINI 5[5]<br />

4[4]AGS AB 02-02/5 (originale). Nel novembre 1903 Scalabrini aveva parlato al Segretario di Stato dell’opportunità di incaricare un suo<br />

missionario di tenere conferenze al laicato, clero e seminaristi. Il cardinale acconsentì all’idea, così come accordò commendatizie a P.<br />

Maldotti in partenza per l’America centrale. Ora Scalabrini invia a <strong>Merry</strong> del <strong>Val</strong> il missionario Beccherini incaricato del ciclo di<br />

conferenze, chiedendo per il suddetto la croce Pro Pontifice et Ecclesia che gli consenta di conseguire il nobilissimo intento “pel quale è<br />

destinato in Italia”.<br />

5[5]AGS BA 04-02/1 (originale). <strong>Pio</strong> X ha appreso con piacere del progetto di incaricare P. Francesco Beccherini “di tener conferenze in<br />

Italia” per interessare il clero e il laicato in favore degli emigrati italiani nel Nord America e soprattutto “per accendere nel cuore dei<br />

seminaristi la fiamma dello zelo” che li disponga ad accorrere in aiuto dei connazionali all’estero. Ma la commendatizia presso i vescovi<br />

può essere data dallo stesso Scalabrini.


Ill.mo e Rev.mo signore,<br />

Roma, 13 Febbraio 1904<br />

II Santo Padre, a Cui ho riferito il contenuto della lettera indirizzatami da V. S. Ill.ma e<br />

Rev.ma il 3 del corrente, ha appreso con piacere il progetto da Lei formato, d’incaricare il P.<br />

Francesco Beccherini di tener conferenze in Italia, per interessarvi il clero ed il laicato in<br />

favore degli italiani emigrati nell’America del Nord, e sopratutto per accendere nel cuore dei<br />

seminaristi la fiamma dello zelo, che li renda desiderosi di accorrere in aiuto delle grandi<br />

miserie religiose e morali di quei poveri emigrati. Sua Santità, in vista dello scopo a cui mira,<br />

non ha potuto non lodare il progetto di V.S. e, mentre si è degnata di confortare<br />

coll’Apostolica benedizione il predetto P. Beccherini, ha significato che la S.V. può munirlo<br />

di commendatizia presso i suoi Rev.mi Colleghi nell’Episcopato italiano, affinché gli<br />

agevolino l’adempimento dell’incarico che V.S. intende di affidargli.<br />

Vuole peraltro Sua Santità che se, in seguito alle conferenze del P. Beccherini, vi fossero dei<br />

seminaristi, i quali manifestassero il desiderio di recarsi alle missioni di America, la S.V. non<br />

ne dia loro licenza, se non dopo di averli tenuti in cotesto Istituto «Cristoforo Colombo» il<br />

tempo necessario per dar prova della sincerità della loro vocazione.<br />

Mi è grata intanto l’opportunità di raffermarmi con sensi di particolare stima<br />

Di V.S. Ill.ma e Rev.ma<br />

Servitore<br />

R. Card. <strong>Merry</strong> del <strong>Val</strong><br />

6 - MERRY DEL VAL A SCALABRINI6[6]<br />

Roma, 15 Febbraio 1904<br />

In Filadelfia degli Stati Uniti Americani trovasi una colonia composta di oltre trecento italiani<br />

priva di Sacerdoti, che ne conoscano i costumi e la lingua. Se la S.V. Ill.ma e Rev.ma che<br />

tante volte è venuta in sollievo delle Colonie, potesse nell’Istituto «Cristoforo Colombo»<br />

trovare un soggetto adatto da inviarvi, farebbe davvero opera pietosa i santa aumentando le<br />

non poche benemerenze dell’Istituto medesimo.<br />

Nella fiducia che Ella vorrà pormi in grado di corrispondere al desiderio di chi me ne ha fatto<br />

richiesta, godo frattanto profittare dell’incontro ecc.<br />

7 - SCALABRINI A MERRY DEL VAL7[7]<br />

Piacenza, 18 Febbraio 1904<br />

6[6]AGS AB 02-02/6a (minuta). Il Segretario di Stato chiede se nell’Istituto Cristoforo Colombo sia possibile trovare un sacerdote per la<br />

colonia italiana di Filadelfia, negli Stati Uniti.<br />

7[7]AGS AB 02-02/6c (originale).


E.mo Principe,<br />

In risposta alla venerata sua del 15 corr. mi affretto di farle sapere che scriverò al superiore<br />

delle missioni italiane al Nord d’America, perché voglia, al più presto possibile, preparare,<br />

come V.E. desidera, un soggetto per Filadelfia.<br />

È vero che sempre rincresce inviare un individuo da solo, essendo ciò più o meno contrario<br />

alle Regole, ma ogni regola ha le sue eccezioni, e questa eccezione la faccio ora di buon<br />

grado, nella speranza di poter presto inviare colà un altro prete.<br />

Per rendere più sollecite le trattative in proposito, suggerirei sommessamente che V.P.<br />

significasse a chi gliene ha fatto richiesta, che si rivolga, per le opportune intelligenze, al P.<br />

Paolo Novati sup. provinciale dei missionarii di S. Carlo (Providence, R.I.) previo accordo<br />

coll’Arcivescovo di Filadelfia.<br />

La ringrazio, E.mo, della cortese risposta alla mia del 3 corrente. La benedizione del nostro<br />

amatissimo S. Padre, pegno della benedizione di Dio, mi affida che a qualche cosa riusciremo.<br />

Le bacio umilmente la S. Porpora e con sensi di particolare venerazione godo raffermarmi<br />

di V.E. R.ma<br />

U.mo dev.mo oss.mo servo<br />

+ Gio. Battista Vesc.° di Piacenza<br />

Beatissimo Padre,<br />

8 - SCALABRINI A PIO X8[8]<br />

Piacenza, 1 Marzo 1904<br />

Sono lieto di umiliare ai piedi di Vostra Santità da parte dei miei missionari del Nord<br />

America, l’unita offerta di L. 2000. Vogliate, Ve ne prego gradirla con l’usata benignità e<br />

impartire ai zelanti oblatori, che la implorano, l’Apostolica benedizione. Terminata in Aprile<br />

p.v. la quinta visita pastorale della diocesi avrei intenzione di recarmi nell’America del Sud.<br />

Vorrei dare laggiù, come feci al Nord, gli Esercizi spirituali, ai Missionari, alle suore agli<br />

orfani italiani, raccolti in numero di circa 300 nel nostro Orfanotrofio di Ipiranga e visitare poi<br />

le missioni e le colonie dei nostri emigrati!<br />

Credo che tutto questo gioverebbe a rialzare il morale di quei poveretti e fare un po’ di bene.<br />

Se Vostra Santità è ancora del parere espressomi a voce, tengo per fermo vorrà accordarmi il<br />

permesso, che ora umilmente domando, di effettuare quel disegno. Non Vi nascondo però,<br />

Beatissimo Padre, che sono al momento un po’ turbato ed incerto, e ve ne dico apertamente il<br />

8[8]AGS AB 01-04/28 (minuta). Scalabrini invia a <strong>Pio</strong> X l’offerta di L. 2.000 da parte dei suoi missionari ed esprime l’intenzione di visitare<br />

le missioni dell’America meridionale in aprile, appena avrà terminata la quinta visita pastorale alla sua diocesi. Aggiunge però che è<br />

amareggiato perché Paolo Ligutti, ex francescano che si vanta di essere stato in udienza del Papa, strumentalizza questo episodio per<br />

avallare calunnie sul conto di ecclesiastici. Soltanto per non dare l’impressione di essere in contrasto con il papa, Scalabrini gli ha<br />

sospeso una censura per le gravissime false accuse sul conto di tre sacerdoti piacentini.


motivo. Il 14 corr. la Santità Vostra degnavasi ricevere in privata udienza certo Paolo Ligutti,<br />

ex frate francescano, il calunniatore più sacrilego e più subdolo ch’io mi abbia mai<br />

conosciuto. La razza di quei preti, descritti da S. Cipriano a così foschi colori, che ad insaputa<br />

del loro Vescovo correvano a Roma per denigrare la fama e l’onore, non è ancora spenta. Il<br />

Ligutti è purtroppo uno di costoro. Proprio di questi giorni io dovevo comunicargli con la<br />

relativa censura (ed egli forse lo prevedeva), l’esito affatto negativo di un processo dovutosi<br />

istruire contro tre rispettabili ecclesiastici di Piacenza per gravissime accuse di immoralità da<br />

lui inventate a loro carico solo perchè essi non erano favorevoli alle sue imprese senza base e<br />

senza principio di sana e soda educazione. Ma, tornato egli da Roma, eccolo a strombazzare<br />

l’avuta udienza sul suo giornale (tutt’altro che meritevole di encomio), aggiungendo, al<br />

pomposo titolo Il giovane italiano corriere nazionale le parole: Benedetto cordialmente dal S.<br />

Padre <strong>Pio</strong> X.<br />

Con questa etichetta egli cerca ora di accreditare le sue idee balzane e di trappolare ancor<br />

meglio i semplici; Non dico quale impressione questa cosa abbia fatto a sull’animo dei<br />

benpensanti, perché facile a immaginarsi. Dal canto mio mi credetti in dovere di sospendere<br />

contro quel poveretto ogni atto giudiziale, non volendo per niuna cosa del mondo che<br />

apparisse una specie di contrasto fra gli encomii veri o supposti di Vostra Santità e il mio<br />

modo di agire verso di lui. Ora poi (perdonate, Beatissimo Padre, se mi dilungo forse un po’<br />

troppo) si va buccinando ch’egli venne a Roma (chiesto) dalla S. Sede per deporre innanzi<br />

alla Santità Vostra cose gravissime, incomunicabili a carico di una Comunità religiosa che ha<br />

per lui il grande torto di avere per ben tre volte rinviato una donna strana, per non dir altro,<br />

che egli tiene ora con sé. Posso assicurarVi, Padre Santo, che i fatti da lui denunziati e che<br />

assai si conoscono non fuori che nella sua fantasia inferma e perversa. Sono pronto a fornire<br />

alla Santità Vostra le prove che si tratta di un vero mistero d’iniquità. L’ex frate l’ha col<br />

Vescovo e coi più assennati del clero, perchè non vogliono favorire le sue stranezze; l’ex<br />

monaca l’ha con la Congregazione da cui venne espulsa, appunto perché venne espulsa. Di<br />

qui tutte le loro maligne invenzioni.<br />

Ma Deus, non dubito, humiliabit calumniatorem.<br />

Prostrato al bacio dei Santissimi Piedi e implorando l’Apostolica benedizione, ho l’onore di<br />

ripeterrni coi sensi della venarazione più illimitata e profonda<br />

9 - PIO X A SCALABRINI9[9]<br />

Di Vostra Santità<br />

Umil.mo Devot.mo Obb.mo figlio aff.mo<br />

[Scalabrini]<br />

Dal Vaticano, 7 Marzo 1904<br />

È doloroso l’essere attaccati dalle lingue malediche e calunniose, che non risparmiano le<br />

persone più sante; ma porti in pace anche questa croce, ben sicuro, che qui specialmente cotali<br />

si tengono in quel conto che meritano.<br />

9[9]AGS AB 01-04/29 (originale). <strong>Pio</strong> X esorta Scalabrini a portare in pace la croce, spiacente di aver concesso la benedizione al<br />

giornale di Paolo Ligutti, ritenendo che il giornale, come anche l’istituto, fossero “sotto la tutela e la sorveglianza” di Scalabrini.


Mi duole assai di essere stato sorpreso nel concedere al Giornale la benedizione implorata,<br />

perché non dubitavo punto, che come il Giornale così l’Istituto fossero sotto la tutela e la<br />

sorveglianza della S. V. Ill.ma.<br />

Come Le ho manifestato a voce, Le confermo per iscritto, che convinto del bene fatto da Lei<br />

nella prima Sua visita in America, sarò ben lieto se Ella potrà ritornarvi per essere di aiuto e<br />

conforto ai nostri poveri emigrati, col voto ardentissimo che Iddio L’accompagni e Le dia le<br />

più care consolazioni.<br />

La ringrazio vivamente delle Lire 2.000 per l’Obolo di S. Pietro e imploro su tutti gli offerenti<br />

e sopra di Lei, Venerabile Fratello, con particolare affezione le divine benedizioni.<br />

Beatissimo Padre,<br />

10 - SCALABRINI A PIO X10[10]<br />

Pius PP. X<br />

Piacenza, 3 Giugno 1904<br />

in omaggio al desiderio espressomi da Vostra Santità, io partirò, a Dio piacendo, il giorno 17<br />

corr. per l’America del Sud, conducendo meco sei nuovi missionarii.<br />

Desideriamo vivissimamente di prostrarci prima ai piedi della Santità Vostra e ricevere una<br />

speciale Benedizione. Se tanto onore ci verrà, come speriamo, accordato, saremo a Roma il 14<br />

per avviarci a Napoli il giorno appresso.<br />

Sarà per me una ineffabile consolazione il poter presentarVi di nuovo personalmente i miei<br />

omaggi umilissimi e ricevere quegli ordini e quelle istruzioni che Vi piacesse impartirmi.<br />

DegnateVi intanto, Beatissimo Padre, gradire i sensi della profonda venerazione onde,<br />

baciandoVi i SS. Piedi, mi glorio di raffermarmi<br />

Il.mo e Rev.mo Monsignore,<br />

10[10]AGS AB 01-04/32 (minuta).<br />

11[11]AGS AB 01-04/33 (originale).<br />

11 - PIO X A SCALABRINI11[11]<br />

Di Vostra Santità<br />

U.mo dev.mo servo e figlio aff.mo<br />

Gio. Battista Vesc.° di Piacenza<br />

Dal Vaticano lì 5 Giugno 1904


Contento per la notizia, che Ella si compiacque di comunicarmi, sarò ben lieto di rivederla il<br />

giorno 14 corr. coi diletti suoi Missionari per impartire loro di cuore quella benedizione, che li<br />

accompagni nel viaggio e nella permanenza, e sia caparra di messe copiosa e di soavi conforti<br />

nelle loro apostoliche fatiche.<br />

Beatissimo Padre,<br />

12 - SCALABRINI A PIO X12[12]<br />

Pius PP. X<br />

Piacenza, s.d.<br />

La Vostra Apostolica Benedizione con una parola di augusto conforto sarà il premio più<br />

grande per questi dodici missionari, veri apostoli di Gesù Cristo, e sarà caparra di gran bene.<br />

Alla loro ardisco unire la mia umile preghiera. Degnatevi di benedire anche me, che colgo con<br />

tutto il cuore l’occasione di riaffermarmi, previo il bacio del S. Piede, con profonda devozione<br />

Di Vostra Santità<br />

U.mo Dev.mo Aff.mo figlio<br />

[Scalabrini]<br />

13 - SCALABRINI A PIO X13[13]<br />

S. Paolo (Brasile), 22 Luglio 1904<br />

Vogliate, ve ne supplico, scusare nella Vostra immensa bontà l’ardire che mi prendo di<br />

indirizzarVi questa mia e di usare di questa carta, la migliore che trovasi in questa casa della<br />

Congregazione dei miei Missionarii e che Vi mette sott’occhio un’opera di grande carità da<br />

loro compiuta. Sento prepotente il bisogno di ringraziarVi, prostrato in ginocchio innanzi alla<br />

Vostra Augusta Persona, della Benedizione con la quale Vi degnate accompagnarmi nel lungo<br />

viaggio e della quale ebbi a provare i più salutari effetti.<br />

Grazie a Dio non ebbi a soffrire menomamente durante i 27 giorni di bastimento, sebbene il<br />

mare non ci sia stato sempre amico. Ogni dì celebrai la S. Messa, si confessava, si<br />

comunicava, si predicava, si insegnava il catechismo, sicché un signore brasilero diceva<br />

scendendo in terra: Abbiamo passato tre settimane in un monastero!<br />

Qui fui accolto splendidamente dal Vescovo, uomo degno dell’alta sua posizione, dal<br />

Capitolo, dal Clero, e da immenso popolo italiano accorso, sicché turbò non poco i nervi al<br />

partito socialista cosmopolita, qui numeroso e forte.<br />

12[12]AGS AB 01-04/41a (minuta).<br />

13[13]AGS AB 01-04/41b (minuta).


Ho dato gli Esercizi spirituali ai Missionarii e alle Suore ed ho cominciato a visitare le colonie<br />

italiane raccolte nelle così dette Fazende. L’incontro con me è qualche cosa d’impossibile a<br />

descriversi. Quando mi veggono da lontano gridano gli evviva, ma quando son giunto in<br />

mezzo a loro piangono tutti. Ma il momento più solenne e commovente è quando io parlo loro<br />

della Santità Vostra e che imparto la Vostra Benedizione Apostolica. Un pianto dolcissimo di<br />

gioia viva, intensa. Ieri vidi una colonia quasi interamente di Trevigiani. Che bellezza sentirli<br />

parlare del loro Padre Santo, che vanti innocenti di averVi veduto, di averVi parlato, di essersi<br />

confessati dal loro Papa, quando era Parroco, Canonico, Vicario ecc. Il padrone della Fazenda<br />

che era presente piangeva anche lui come gli altri e mi disse esser quello uno de’ più bei<br />

giorni della sua vita.<br />

Continuerò così sino a oggi otto e poi mi metterò in viaggio per gli Stati dello Spirito Santo,<br />

del Paranà, di S. Catarina, di Rio Grande do Sul, in visita delle case della Congregazione e,<br />

per quanto mi sarà dato, delle colonie dei nostri emigrati.<br />

Parto da S. Paolo assai contento per aver potuto combinare con questo ottimo Prelato varie<br />

cose che riusciranno di grande vantaggio alle anime dei nostri poveri espatriati, qui, più che in<br />

Italia, assetati di parola di Dio e di Sacramenti. Sono in questa Diocesi più di 2000 fazende<br />

che i Missionari di S. Carlo percorrono indefessi, da veri apostoli, colla maggior frequenza<br />

possibile, ma non certo più di una volta all’anno, sebben siano in 12. Ma bisognerà che ne<br />

aumenti il numero anche per provvedere meglio all’assistenza di queste importanti opere di<br />

carità create da loro da una diecina d’anni. Gli orfani italiani finivan tutti in modo<br />

innominabile. I primi Missionari inviati qui conobbero tosto il bisogno di un orfanotrofio<br />

italiano; si misero coraggiosamente all’opera e Dio venne in loro aiuto. Sono già 802 i giovani<br />

raccolti, istruiti e messi a posto con un’arte in mano; e sono 242 i ragazzi ora qui, divisi in due<br />

stabilimenti grandi e ben collocati fuori della città e che studiano, pregano, apprendono un<br />

mestiere qui in casa e si preparano ad essere buoni cristiani. Vivono di elemosine che i<br />

Missionari raccolgono nelle loro continue escursioni apostoliche. Quello che mi sorprese di<br />

più è che non hanno debiti di sorta. È Dio che vede e provvede.<br />

Ed ora mi permetto, P.B., di esporle una mia idea. La S.V. si è proposto il sublime e fecondo<br />

programma: Instaurare omnia in Christo. Ora la Chiesa, che coll’ammirabile Istituzione di<br />

Propaganda Fide spende tanto denaro e consuma tanti preti per la diffusione della fede tra gli<br />

infedeli, non farà qualche cosa di simile per la conservazione della fede tra gli emigrati? E<br />

parlo degli emigrati di tutte le nazioni e di tutte le religioni cattoliche: italiani, tedeschi,<br />

spagnuoli, portoghesi, canadesi ecc. ecc. Una Congregazione speciale dedicata a questo<br />

problema, il più grande del nostro secolo, riuscirebbe di onore alla Santa Sede Apostolica, le<br />

avvicinerebbe i popoli, come a tenera madre, e produrrebbe un bene immenso. Lassù negli<br />

Stati Uniti del Nord le perdite del Cattolicesimo si contano a milioni, certo più numerose delle<br />

conversioni degli infedeli fatte dalle nostre Missioni in tre secoli, e nonostante le apparenze,<br />

continuano ancora. Il protestantesimo lavora lassù e lavora anche qui a pervertire le anime.<br />

Ora una Congregazione che si mettesse in relazione coi Vescovi, dai quali si dipartono e con<br />

quelli presso i quali arrivano gli emigranti cattolici, e se non basta coi rispettivi Governi; che<br />

studiasse in ogni sua parte l’arduo e complesso quesito dell’emigrazione, giovandosi all’uopo<br />

degli studi antichi e moderni, e a nome del Santo Padre imponesse le provvidenze del caso,<br />

sarebbe una benedizione pel mondo e basterebbe a rendere glorioso il Vostro Pontificato.<br />

Perdonate, P.B., la mia audacia, audacia di un figlio devoto e riconoscente che darebbe per<br />

Voi e per la causa Vostra il sangue e la vita, e degnatevi di continuare la vostra santa<br />

Benedizione, che ricevo ogni dì inginocchiato con profonda commozione, perché possa


compiere, col divino aiuto, le opere per le quali sono venuto, e così per la solennità dei Santi<br />

trovarmi in mezzo al mio popolo carissimo.<br />

Vi bacio, P.B., i piedi e coi sensi della più viva, antica e sentita venerazione, mi glorio di<br />

raffermarmi<br />

B.P.,<br />

14 - SCALABRINI A PIO X14[14]<br />

della S.V.<br />

Um.mo, Dev.mo, Obbl.mo, Aff.mo figlio<br />

Fine Agosto 1904<br />

In mezzo alle angustie e affanni del Vostro sublime ministero, non Vi sia discaro che un<br />

Vostro figlio lontano venga a deporre ai V. Piedi i suoi omaggi, umiliando gli auguri che Dio<br />

Vi conceda luce e forza pari al bisogno dell’ora presente. E poiché la S.V. mi onora della sua<br />

benevolenza paterna, mi permetta le esponga qualche cosa che mi riguarda.<br />

Son qui nello Stato del Paranà. Il Presidente e tutte le autorità civili, militari, ecclesiastiche<br />

erano alla stazione al mio arrivo, e fu per me una viva consolazione dopo le tristezze del<br />

viaggio per giungere costassù (a 900 metri sul livello del mare), 6 giorni di mare e 6 ore di<br />

ferrovia arrampicantesi sopra precipizi orribili.<br />

Presi dimora presso i miei Missionarii a S. Felicidade. È questa la colonia modello: la più ben<br />

regolata di tutto il Brasile. I Missionarii l’ebbero in mano in sul nascere e, assistita<br />

continuamente, si mantenne cristiana, cattolica, fervente. Ieri comunicai un numero stragrande<br />

di persone. Si stende a circa 20 miglia all’interno e questi buoni preti sono in moto<br />

continuamente non solo per le colonie, ma ancora in tutto lo Stato per le missioni. Sono<br />

giunto a P. ultimo confine civilizzato. Al di là è tutto bosco abitato dagl’indii selvaggi.<br />

Il S. Card. Simeoni diceami spesse volte: Quando i Missionarii giungeranno presso gli Indii,<br />

dovrebbero pensare di far qualche cosa anche per loro. Siamo nel caso. Me ne parlò anche il<br />

Presidente dello Stato assicurandomi di tutto il suo appoggio. Per ora 3 o 4 preti basteranno.<br />

Prendendo cura in prevalenza delle colonie italiane studieranno il modo di mettersi in<br />

comunicazione con quei selvaggi. Se Dio li assisterà e potranno ottenere la sua grazia,<br />

manderei i soggetti pronti a sacrificarsi, se no, si terrà conto del buon desiderio. Questi<br />

selvaggi sono i discendenti di quelli che i P. Gesuiti convertirono; ma poi abbandonati e presi<br />

a cannonate fuggirono nei boschi. Conservano ancora, a quanto si dice, qualche traccia di<br />

cristianesimo nelle loro cerimonie. P. S., una preghiera e una speciale benedizione per questa<br />

nuova opera di carità.<br />

La mia salute, non ostante i disagi dei lunghi viaggi, si conserva sempre ottima. È, ripeto,<br />

l’effetto della Vostra Benedizione. Ebbi un giorno solo di malessere sul mare, causa una<br />

burrasca non piccola, e dissi: Forse il S. Padre non si è ricordato di benedirmi.<br />

14[14]AGS AB 01-04/42 (minuta).


Cominciano in questo grande paese i calori di primavera, e con essi i soliti malanni, il vajuolo<br />

che miete vittime numerose e qua e là qualche caso di peste. I paesi infetti li ho di già passati.<br />

Proseguirò per lo Stato di Rio Grande e penso, se Dio lo vorrà, di partire in sui primi di<br />

Ottobre.<br />

Prostrato al bacio, ecc.<br />

B.P.,<br />

15 - SCALABRINI A PIO X15[15]<br />

Brasile, Ottobre 1904<br />

Forse commetto una indiscrezione, permettendomi di scriverVi di nuovo; ma Voi, ne sono<br />

certo, la perdonereste a un vostro figlio affezionatissimo, che trova un grande sollievo nel<br />

rivolgersi al Padre comune, al Vic. di N.S.G.C.<br />

Da 40 giorni mi trovo in mezzo alle colonie it. di Rio Grande del Sul e non essendo sicuro di<br />

avere la consolazione di prostrarmi innanzi a V.B. se il bastimento non fermasse in Napoli,<br />

ardisco mettere sotto gli occhi di V.S. le condizioni di questi 300 mila italiani, raccolti nelle<br />

valli formate dai fiumi Carrero, Prata e Das Antas. È questo un territorio tutto italiano lungo<br />

250 chilometri e largo 150 circa. È cosa meravigliosa il pensare che esso sino al 1876 era<br />

occupato dagli Indios, selvaggi, che si ritirarono poi a Nord al sopraggiungere della nostra<br />

emigrazione. La <strong>Val</strong>le do Carrero comprende le Missioni di Enc[antado] con 175 cappelle.<br />

Questo territorio è assistito dai nostri Missionari di S. Carlo.<br />

La <strong>Val</strong>le das Antas è assistita da preti diocesani e dai cappuccini venuti dalla Savoia.<br />

Nelle 300 e più cappelle che dipendono dalle Chiese Matrici sono ricordati tutti i Santi<br />

Patroni del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia ecc.<br />

L’accoglienza fattami fu qualche cosa di sorprendente, indescrivibile...<br />

Ill.mo e R.mo Monsignore,<br />

16 - PIO X A SCALABRINI16[16]<br />

Dal Vaticano, 22 Dicembre 1904<br />

Col primo affettuoso saluto appena Ella metteva piede nel Continente avrei voluto<br />

presentarLe le mie più vive congratulazioni pel gran bene ch’Ella ha fatto nella sua visita<br />

15[15]AGS BA 04-08/17 (minuta di lettera probabilmente non inviata). Scalabrini scrive che da 40 giorni si trova nelle colonie italiane di<br />

Rio Grande do Sul; non essendo sicuro di poter passare per Roma e avere un’udienza pontificia, informa il papa sui 300.000 italiani<br />

raccolti nelle valli formate dai fiumi Carrero, Prata e das Antas, dove operano preti diocesani e i cappuccini venuti dalla Savoia. Nelle<br />

300 e più cappelle che dipendono dalle chiese matrici sono venerati tutti i santi patroni del Veneto, Lombardia, Emilia ecc.<br />

16[16]AGS AB 01-04/36.


apostolica all’America Latina e specialmente ai nostri poveri italiani. Ma per le tante<br />

occupazioni dei dì passati fui invece prevenuto dalla bontà sua; e mentre con tutto il cuore La<br />

ringrazio dell’opera fruttuosa, che solamente per la gloria di Dio laggiù Ella ha esercitato, La<br />

prego dal Signore le più larghe ricompense. La vedrò volentieri, quando senza suo grave<br />

incomodo Ella potrà venire a Roma per far tesoro dei suoi consigli e delle sante sue<br />

proposizioni per migliorare le condizioni morali di quei nostri doppiamente diletti figliuoli.<br />

Intanto La ringrazio dell’obolo e Le presento il ricambio degli augurii per le Sante feste<br />

desiderando a Lei e alla sua Diocesi colla Benedizione Apostolica, che Le impartisco con<br />

effusione di cuore i più soavi conforti.<br />

Monsignor Scalabrini<br />

Vescovo di Piacenza<br />

17 - PIO X A SCALABRINI17[17]<br />

Pius PP. X<br />

Roma, Dicembre 1904<br />

Santo Padre riconoscente nuovo argomento bontà Sua colle vive congratulazioni frutti copiosi<br />

suo apostolato felice ritorno imparte cordialmente Apostolica Benedizione.<br />

Autografo di un telegramma che S.S. <strong>Pio</strong> X ordinava di spedire a Mons. Scalabrini ritornato<br />

dall’America nel 1904. Gio. Bressan.<br />

18 - SCALABRINI: PROMEMORIA PER L’UDIENZA DEL S. PADRE18[18]<br />

Al S. Padre<br />

Piacenza, 3 Febbraio 1905<br />

I ringraziamenti - viaggio - stato dell’emigrazione in generale - in particolare - Italiani,<br />

Polacchi, Ruteni - Pericoli del protestantesimo attivo e ricco.<br />

Gli Indios - colloquio col chefe del Paranà - La Chiesa ci ha abbandonati.<br />

Si può e si deve provvedere<br />

Provvedimenti -<br />

1 Una parola del S. P.<br />

17[17]AGS AB 01-04/38. Testo autografo di un telegramma di felicitazioni di <strong>Pio</strong> X a Scalabrini per il ritorno dal Brasile.<br />

18[18]AGS AB 01-04/39a (minuta). Nel promemoria Scalabrini ha fissato schematicamente gli argomenti da trattare con <strong>Pio</strong> X.


2 Qualche ricordo alle Missioni, specialmente Caxias e Campo Comprido<br />

3 Incoraggiamento al Vescovo di S. Paolo e di Porto Alegre, che celebra il suo giubileo<br />

episcopale - Can.° Lesa Prot. Ap. ad Instar.<br />

4 Congregazione pro emigratis catholicis. I vantaggi con poche spese<br />

5 Provvedere all’evangelizzazione degli Indios. Dopo 300 anni di cattolicismo.<br />

Prefetture staccate dai Vescovi - Capp. nello Stato di Rio Grande; Francescani a S. Caterina;<br />

Miss. di S. Carlo al Paranà; Cappuccini a S. Paolo e al Nord - Maragnon - Domenicani al Parà<br />

-<br />

Benedettini disposti a prendere una Missione.<br />

Poche spese; gli Stati aiutano...<br />

6 Far osservare le prescrizioni nella Italia Meridionale.<br />

7 Zorini - Tononi -<br />

1 Vinati Gio. Batt. Dott. in teologia e Diritto Can. - Can. Arciv. Vic. Gen. d’anni 57<br />

2 Dallepiane Can.° Teologo della Catt. Dott. e Prof. in S. Teologia 44<br />

3 Mangot Dott. in D.C. Can.° Prev. della Catt. di (Piacenza) d’anni 54<br />

4 Squeri Gio. Arcipr. Vic. For. di Borgotaro 45<br />

5 Molinari C. fu Dirett. Sp. del Seminario, poi Arcipr. Vic.<br />

Monsignore Veneratissimo,<br />

19 - MERRY DEL VAL A SCALABRINI19[19]<br />

Roma, 19 Marzo 1905<br />

mi perdoni se ho tardato tanto a rispondere alla sua preg.ma lettera del 28 di Febbraio pp.<br />

Molto ho avuto da fare e poi volevo riflettere maggiormente alla grave questione che in verità<br />

mi sta molto a cuore. Non ho bisogno di aggiungere che ne ho parlato, e più volte, col Santo<br />

Padre. Né sarebbe difficile, né sgradito a Sua Santità d’indirizzare a tutti gli emigrati di<br />

qualsiasi nazionalità la parola di conforto da Lei indicata; ma mi pare che questa parola<br />

19[19]AGS BA 04-14/1 (originale). <strong>Merry</strong> del <strong>Val</strong> informa di aver parlato più volte a <strong>Pio</strong> X della “grave questione” dell’assistenza degli<br />

emigrati cattolici. Il papa intende “indirizzare a tutti gli emigrati di qualsiasi nazionalità la parola di conforto”, secondo le indicazioni di<br />

Scalabrini, quando essa potrà essere seguita da un intervento efficace. Il cardinale chiede a Scalabrini di approfondire la proposta della<br />

Commissione “Pro emigratis catholicis” con quegli elementi necessari per un’azione efficace.


dovrebbe essere pronunciata quando potrà essere seguita e con sollecitudine da un<br />

provvedimento efficace. Ora è precisamente in ciò che ci difetta una linea di condotta chiara<br />

ed un programma concreto di azione. Si potrà nominare una Commissione «Pro emigratis<br />

catholicis». Sta bene. E poi? Fa d’uopo trovare persone competenti e poi tracciare una linea di<br />

azione, determinare i limiti del suo apostolato, ed i mezzi che avrà a disposizione, nonché il<br />

modo pratico di usarne. Insomma è necessario un lavoro di preparazione, altrimenti avremo<br />

delle parole, delle promesse, una Commissione, delle sante intenzioni, delle complicazioni<br />

con altre società di simile natura, ma nulla più. Veda Lei, Monsignore, se può studiare la cosa<br />

e preparare gli elementi necessari per una azione efficace, la quale secondo me non dovrebbe<br />

incominciare con troppo chiasso e in proporzioni troppo estese. Sarebbe meglio un «granum<br />

sinapis» che in seguito colla benedizione del Signore potrebbe estendersi sempre più.<br />

Non ho mancato di scrivere subito al Brasile nel senso da Lei proposto ed attendo risposta.<br />

Mi raccomando a Dio, Monsignore, e mi creda con sensi di vera stima,<br />

Eminenza Rev.ma,<br />

20 - SCALABRINI A MERRY DEL VAL20[20]<br />

ebbi la venerata sua del 19 corr. e ne la ringrazio di cuore.<br />

suo dev.mo<br />

R. Card. <strong>Merry</strong> del <strong>Val</strong><br />

Piacenza, 29 o 21 Marzo 1905<br />

Le osservazioni sue, intorno al progetto di una Congregazione Pro emigratis catholicis, mi<br />

paiono sagge e degne di tutta la considerazione.<br />

Farò quanto V.E. desidera. Non potrò spedire tanto presto il nuovo studio, perché<br />

sopraccarico di lavoro, ma vedrò di sbrigarmi il più presto possibile.<br />

Mi è cara l’opportunità per rinnovarle i sensi di particolare venerazione, onde, baciandole la<br />

S. Porpora, mi raffermo.<br />

20[20]AGS AB 02-02/8a (minuta).<br />

21 - SCALABRINI A MERRY DEL VAL21[21]<br />

+ Gio. Battista Vescovo di Piacenza<br />

Piacenza, 5 Maggio 1905<br />

21[21]AGS AB 02-02/8b (minuta). Scalabrini trasmette a <strong>Merry</strong> del <strong>Val</strong> il “noto” rapporto: scritto a intervalli, presenta, a giudizio<br />

dell’autore varie imperfezioni eliminabili con ulteriore lavoro, “se Dio mi darà vita”: Scalabrini non potrà perfezionare il suo progetto,<br />

perché verrà a morire dopo alcune settimane, il 1 giugno 1905.


Em.za Rev.ma,<br />

Le trasmetto l’unito rapporto intorno al noto argomento.<br />

Scritto ad intervalli fra un’udienza e l’altra e in mezzo a mille occupazioni, esso presenta<br />

molti difetti, parecchie lacune e qualche ripetizione. Andrebbe rifatto e ordinato diversamente:<br />

ma il tempo proprio mi manca. Lo rifarò e completerò, se Dio mi darà vita, in seguito.<br />

Voglia intanto l’E.V. accoglierlo così com’è e perdonare l’ardire soverchio.<br />

Mi è cara l’occasione per rinnovarle i sensi della mia venerazione più sentita e profonda e<br />

raffermarmi.<br />

Di V. E. Rev.ma<br />

Um.mo dev.mo servo aff.mo<br />

Gio. Battista Vescovo di Piacenza

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