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Gianfranco Maris - Testimonianze dai lager

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Italia, e chiesero se qualcuno di noi volesse aderire, io ravvisai in questa scelta la<br />

possibilità di realizzare situazioni nuove e diverse delle quali avrei potuto operare quella<br />

scelta finalmente volontaria di lotte di collocazione nella lotta che avevo pensato di<br />

realizzare l'8 settembre quand'ero ancora in Croazia.<br />

Dissi che ero disponibile; ci presero: eravamo solo in tre, tanto è vero che fu angosciosa<br />

anche questa scelta di fronte a tutti quanti gli altri che ritenevano che noi fossimo<br />

addirittura dei traditori, dei traditori perché la massa, pur avendo l'angoscia della prigionia<br />

e l'angoscia della lontananza dalla famiglia, pur intravedendo attraverso quella scelta la<br />

possibilità di tornare a casa, la rifiutarono. Fui molto fermo, io dissi di sì, ebbi una piccola<br />

prudenza, presi un compagno che era un ufficiale notaio di Venezia, e gli dissi: "Guarda tu<br />

mi conosci, sai cosa potrebbe capitarmi, qualunque cosa mi possa capitare ove io morissi<br />

prima sappi che questa è la ragione della mia scelta”. Comunque fui portato, mi pare, a<br />

Uhlm, poi di lì, alla fine di ottobre, primissimi di novembre, su un treno e portato in Italia.<br />

Questo treno passa il Brennero, passa naturalmente Verona, arriva a Bologna di notte, a<br />

me pare che quello sia il momento giusto, scendo dal treno in un buio tremendo e mi<br />

allontano dal treno rapidissimamente. Io non conoscevo quale fosse la situazione di<br />

Bologna. Bologna era stata bombardata; il treno si era fermato, ma non è che si fosse<br />

fermato in stazione, era fuori stazione, io non capivo più niente, però vidi alcune persone<br />

che camminavano perché si vede che altri erano scesi, e pure lì c'era altra gente e<br />

camminava in una certa direzione. Io mi misi al seguito di costoro, mi confusi nel buio con<br />

le loro figure, che malamente si intravedevano e arrivammo alla stazione di Bologna dove<br />

sono salito su un treno che avevo visto che andava in direzione di Milano. Nella notte<br />

fonda mi infilo in questo convoglio, ma dove mi metto io? Ci sono una serie di soldati e di<br />

ufficiali tedeschi. Mi siedo lì in silenzio, non parlo, non succede niente, è il buio, non c'è

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