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Libro a cura di Federico Oriani Consulta o scarica il

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Musica sacra a Barzio<br />

Da sempre la musica, in tutte le culture, è fortemente connessa al sacro al<br />

punto da derivare <strong>il</strong> suo stesso nome da quello delle muse, le <strong>di</strong>vinità pagane<br />

delle arti. Proprio all’ambito sacro risalgono le prime testimonianze storiche<br />

<strong>di</strong> musica a Barzio. Testimonianze estremamente recenti, non perché fino a<br />

pochi secoli fa la musica fosse sconosciuta nella nostra valle, ma perché <strong>il</strong><br />

suono è quanto <strong>di</strong> meno concreto e conservab<strong>il</strong>e esistesse prima delle rivoluzioni<br />

tecniche ottocentesche. Si possono citare le campane che già nella fase<br />

terminale del Me<strong>di</strong>oevo chiamavano a raccolta i nostri antenati se è vero che<br />

fino alla metà del XIX secolo la chiesa parrocchiale <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> un piccolo<br />

campan<strong>il</strong>e <strong>di</strong> epoca gotica e “risulta che <strong>il</strong> tempio <strong>di</strong> Sant’Alessandro abbia sempre<br />

posseduto alcune campane e così <strong>di</strong>casi per la chiesa <strong>di</strong> San Giovanni Battista (per<br />

questo, perlomeno, dall’epoca della sua ricostruzione primoseicentesca)” 3 . La prima<br />

campana documentata a Barzio risale comunque solo al 1589 4 , mentre, delle<br />

sei attuali, una è del 1706, opera del fon<strong>di</strong>tore Bonav<strong>il</strong>la <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, e le altre<br />

cinque sono del 1856, della <strong>di</strong>tta Felice Bizzozzero sempre <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano. A completare<br />

<strong>il</strong> quadro sulle campane barziesi si possono ricordare le due campane<br />

ancora issate sul campan<strong>il</strong>e della ex chiesa <strong>di</strong> S. Giovanni Battista (sono una<br />

del 1706 e l’altra del 1752), quella della chiesina <strong>di</strong> S. Matteo alla Robiasca del<br />

1816 ed una campanella tardoseicentesca 5 custo<strong>di</strong>ta in casa parrocchiale.<br />

Sempre muovendosi nell’ambito religioso non si può non ricordare l’organo<br />

che a Barzio ha una storia più lunga <strong>di</strong> quello che finora si è creduto: la<br />

prima in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> un organo in paese è contenuta in una lettera che l’11 settembre<br />

1808 <strong>il</strong> vice Prefetto <strong>di</strong> Lecco scrisse al Prefetto <strong>di</strong> Como:<br />

“Dietro reiterate rimostranze dei comunisti [abitanti del Comune] <strong>di</strong> Barzio,<br />

quell’Amministrazione Municipale ha fatto r<strong>il</strong>evare la Perizia delle spese occorrenti<br />

onde rimontar l’organo della Parrocchia reso quasi inservib<strong>il</strong>e. Nell’atto pertanto che<br />

le sottopongo per la superiore sua approvazione la motivata Perizia, le significo che <strong>il</strong><br />

detto Comune ha già <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong> supplire alla spesa inerente con un fondo <strong>di</strong> Cassa che<br />

trovasi <strong>di</strong> avere”.<br />

Il Prefetto però rispose che “Dalle recenti istruzioni per la comp<strong>il</strong>azione de’<br />

B<strong>il</strong>anci Comunali […] viene escluso <strong>il</strong> pagamento dell’organista a carico Com.le e per<br />

conseguenza anche le spese per la riparazione degli organi. Le ritorno quin<strong>di</strong> la rimostranza<br />

dei Comunisti <strong>di</strong> Barzio colla annessa perizia della riparazione occorrente<br />

all’organo <strong>di</strong> quella chiesa perchè quando quei terrieri non fossero <strong>di</strong>sposti a concorrere<br />

alle opere <strong>di</strong> cui trattasi altrimenti la chiesa non abbia fon<strong>di</strong> ed assegni propri da<br />

convertirsi a tal uopo li faccia avvertire che non fu luogo ad approvare tale spesa” 6 .<br />

La questione dei restauri all’organo fu nuovamente affrontata <strong>il</strong> 7 luglio<br />

1829 in una lettera scritta dall’Imperial Regio Commissario <strong>di</strong>strettuale all’I. R.<br />

Delegato provinciale <strong>di</strong> Como: “Per assecondare la richiesta che vienmi fatta dalla<br />

Deput. Com.le <strong>di</strong> Barzio in unione al Parroco e fabbriceria <strong>di</strong> quella parrocchiale col<br />

foglio, che unito rassegno, mi permetto d’invocare la sup.e ab<strong>il</strong>itaz.e, onde far ristau-<br />

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