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Dibattito nella <strong>Thule</strong>:<br />

Sull’Etnonazionalismo, limiti<br />

impliciti, opportunità<br />

sviluppabili Miles<br />

Questa minoranza che è silenziosa solo perchè non ha<br />

una voce o un canto di battaglia da urlare , in faccia ad<br />

un nemico di cui percepisce la presenza, ma non sa che<br />

volto dargli, ha un concetto di Patria che, è più legato a<br />

ciò che ai sensi si manifesta e del cui lato spirituale riesce<br />

a percepire una pallida ma esistente ombra di ciò che da<br />

esso emana.<br />

Queste persone sono a noi avvicinabili solo usando quel<br />

linguaggio che essi riescono a percepire, fatto dai tanti<br />

Dialetti che in <strong>Italia</strong> , parliamo , dalle nostre specificità<br />

che ci fanno emergere come eterno faro rispetto a quel<br />

nemico che siede non solo a Washington o a Tel Aviv ma<br />

purtroppo anche appunto a casa nostra.<br />

Perchè la gente si svegli davvero , non basta un Gagliardetto<br />

con la Ruota Solare e la scritta “Deutschland Erwache”.<br />

Ciò però che voglio intendere non è far proprie tali istanze<br />

come strumento per un fine diverso, ma in linea con ciò che<br />

esse sottintendono in potenziale, un progetto metapolitco<br />

e metastorico coincidente sullo stesso piano dell’Europa<br />

vera e delle sue genti, fermo restando il pragmatismo in<br />

termini economici e di risorse energetiche che è espresso<br />

in lapalissiani termini da alcuni pensatori delle correnti<br />

Eurasiatiche (Eurasia che personalmente intendo come<br />

una visione strategica che riduca il ruolo della Russia,<br />

e invece apra molto all’India per motivi non solo legati<br />

al mero dato economico , ma sul cui approfondimento<br />

dedicherò spazio in apposita sede).<br />

Queste considerazioni doppiamente pragmatiche di<br />

crescita umana e qualitativa e di realizzabilità del Progetto<br />

Europa in termini di equilibri commerciali e di materie<br />

prime, sono allo stato attuale a mio avviso facilmente<br />

facenti coincidere con un terzo polo mentale , che richieda<br />

di ripensare la Patria Italica, nel territorio degli attuali<br />

confini, come istanza mediatrice dell’Etnonazionalismo<br />

nostrano e le spinte centrifughe del massimalismo che ci<br />

spingerebbe fin troppo a Est. <strong>Italia</strong> Forte, quindi.<br />

Ovvero ripensare e vivificare il contenuto di questi confini,<br />

partendo dalla constatazione che le forze pulsanti di vita<br />

propria sono rimaste purtroppo e sottolineo il purtroppo,<br />

solo in ambito piccolo-locale, ma facendole esprimere e<br />

guidando la loro esplosione di vita propria in modo che<br />

siano funzione di un progetto ben più ampio, in grado di<br />

ritornare a vivere di vita propria, di pari passo però a tale<br />

valorizzazione del contenuto localistico, si deve e si dovrà<br />

a mio avviso sempre ricordare cosa è successo quando<br />

queste di per se ottime forze, quando sinergicamente<br />

unite, abbiano veramente potuto raggiungere vette<br />

apparentemente inarrivabili, pensando a questo oltre<br />

che a Roma, in tempi più a noi vicini a quella che è<br />

stata la Vittoria nella Prima Guerra Mondiale, figlia di<br />

Sacrificio totale, e anche a quegli esempi di coraggio<br />

assoluto che sc<strong>org</strong>iamo nell’impresa di Fiume e nella<br />

lotta Rivoluzionaria Fascista sia come, nella Seconda sia<br />

mancata spesso la Fortuna, ma oltre che al Valore non<br />

siano Mancati ne la Tenacia ne il Genio bellico, sia come<br />

anche a livello Ideologico nella formulazione del Fascismo<br />

come pensiero strutturato, non ci sia stata da parte <strong>Italia</strong>na<br />

la necessità ne di sbirciare ne di copiare molto oltralpe,<br />

mentre viceversa è accaduto spesso il contrario (come ad<br />

esempio la parte della Socialità del Lavoro).<br />

Ricordiamoci anche che l’Europa, e in primis la Germania<br />

stessa , il cui capo era il Kaiser, il Cesare han sempre<br />

guardato a noi, come faro che irraggia, deridendoci<br />

perchè non riuscivamo a essere all’altezza delle nostre<br />

potenzialità.<br />

Ovvio che queste “piccole” considerazioni per motivi di<br />

spazio e concisione siano solo piccoli esempi di come<br />

nella definizione e trattazione dei temi possa strutturarsi<br />

la specificità locale in funzione di un concetto più ampio<br />

ed elevato e di come soprattutto bisogni stare ben vigili<br />

nei confronti del pericolo di cadere , nel vizioso circolo<br />

del onanismo mentale con un culto feticistico del passato,<br />

mentre il passato invece di essere un gioiello da tenere ben<br />

celato nel nostro cuore, debba essere fondamentalmente<br />

sprone per l’azione futura.<br />

Cerchiamo in primis di definire ciò che ci unisce non ciò<br />

che ci divide, l’amore per la nostra Terra Fisica non deve<br />

essere messo in concorrenza con l’amore per un’<strong>org</strong>anicità<br />

di Pensiero, ma proprio come sinergicamente si devono<br />

unire le piccole Patrie, così si deve unire tale doppio Amore,<br />

in vista dell’Obiettivo più grande che ci prefiggiamo.<br />

A Noi, quindi di rimetterci in opera. Questo insieme di<br />

appunti sono da intendersi non come un punto di arrivo<br />

del mio pensiero , bensì come una tappa di riflessione, cui<br />

vi invito a contribuire e a controbattere anche aspramente<br />

se necessario, in modo di meglio definire <strong>org</strong>anicamente<br />

noi tutti, ciò che debba essere il pensiero della <strong>Thule</strong>,<br />

per ciò che concerne la Forma della comunità per cui<br />

combattiamo per i nostri Figli.<br />

ifesa della tradizione dif

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