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Borghese, l'Italia e gli Americani - Blog di Giuseppe Casarrubea

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L’Italia nei documenti dei Servizi Segreti <strong>Americani</strong><br />

LA DECIMA MAS E IL NEOFASCISMO<br />

25 Aprile 1943<br />

Egregio Signor Pacciar<strong>di</strong>,<br />

1943-1947<br />

ho fatto arrivare a Donovan il mio parere favorevole alla Legione, attraverso un amico, non<br />

essendo mai stato in contatto con lui.<br />

Ho espresso il mio parere, nei riguar<strong>di</strong> de<strong>gli</strong> Italo-<strong>Americani</strong>, da consentirsi che da volontari<br />

aderiscano alla Legione, in una delle risposte inviate a The New Leader. Penso che oggi saranno<br />

pubblicate. Se sì Lei lo vedrà.<br />

Ho seguito il Suo giro ed ho apprezzato l’attività <strong>di</strong> Mgr. Sciarrocchi.<br />

Gra<strong>di</strong>sca i miei più cor<strong>di</strong>ali saluti<br />

Luigi Sturzo<br />

Data, 2 Novembre 1944<br />

Promemoria<br />

STATO MAGGIORE DELLA R. MARINA<br />

Reparto Informazioni<br />

( S. I. S.)<br />

Argomento: Missione Tenente Vascello Giorgio Zanar<strong>di</strong>.<br />

1 – Il Tenente <strong>di</strong> Vascello Zanar<strong>di</strong>, alla fine dell’agosto ultimo scorso, giungeva a Roma dopo<br />

aver attraversato le linee del fronte in corrispondenza del settore adriatico.<br />

Sottoposto ad esame della Commissione d’Inchiesta, la sua condotta veniva giu<strong>di</strong>cata conforme<br />

all’onore militare e l’Ufficiale <strong>di</strong>chiarato idoneo all’impiego.<br />

1


2 – Durante il periodo trascorso nell’Italia occupata, lo Zanar<strong>di</strong> era venuto a contatto con<br />

elementi del Fronte della Resistenza; giunto a Roma si mise in relazione con il Sig. Bauer (<br />

partito d’Azione) al quale doveva riferire per conto <strong>di</strong> elementi del partito d’Azione del territorio<br />

occupato.<br />

Ebbe contatti anche con il Magg. Robinson del P.W.B., me<strong>di</strong>ante il quale fece alcune<br />

trasmissioni alla Ra<strong>di</strong>o, nella rubrica "L’Italia combatte", per conto della R. Marina.<br />

Il Sig. Bauer <strong>gli</strong> propose <strong>di</strong> ritornare nell’Italia del Nord per impartire alcune <strong>di</strong>sposizioni del<br />

partito d’Azione, ed allo scopo, lo mise in contatto con il Capitano Conti (già in relazione con il<br />

SIS), facente parte della organizzazione O.R.I. (Special Force) che a mezzo <strong>di</strong> aerei inviava<br />

elementi oltre le linee del fronte.<br />

Il SIS, subito informato della proposta, si <strong>di</strong>mostrava favorevole, stabilendo <strong>di</strong> ampliare la<br />

missione dello Zanar<strong>di</strong> affidando<strong>gli</strong> compiti informativi generali antigermanici ed incaricandolo<br />

<strong>di</strong> eseguire alcuni prudenti e non impegnativi approcci, presso elementi autorevoli della Marina<br />

Repubblicana, allo scopo <strong>di</strong> tentare <strong>di</strong> salvare [ manca rigo nella fotocopia].<br />

3 – La partenza dello Zanar<strong>di</strong> veniva improvvisamente rinviata a tempo indeterminato per<br />

in<strong>di</strong>sponibilità de<strong>gli</strong> apparecchi destinati al lancio; <strong>di</strong> sua iniziativa detto ufficiale propose allora<br />

<strong>di</strong> recarsi nel territorio occupato con i suoi mezzi, approfittando della coincidenza del passaggio<br />

della linea del fronte per la Repubblica <strong>di</strong> San Marino ove e<strong>gli</strong> aveva la fami<strong>gli</strong>a.<br />

La proposta fu accettata e, dato che essa poteva essere effettuata soltanto se perdurava tale<br />

situazione favorevole, e dato il fatto che la missione era stata concretata con il Capitano Conti,<br />

che era in relazione con le Autorità inglesi, fu senz’altro data l’autorizzazione per la sua<br />

esecuzione. Sarebbe stato in seguito ampiamente riferito alle Autorità interessate.<br />

4- Verso il 20 <strong>di</strong> ottobre lo Zanar<strong>di</strong>, eseguita la missione, rientrava nelle linee e riferiva<br />

ampiamente alle Autorità inglesi che lo avevano fermato, facendo dare notizia al SIS del suoi<br />

arrivo.<br />

L’Ufficio Informazioni, date <strong>di</strong>sposizioni allo Zanar<strong>di</strong> <strong>di</strong> riferire alle Autorità della VIII^ Armata<br />

nel modo più completo ed assoluto, provvedeva ad avvertire il SIM ed il maggiore Pace – Capo<br />

della Organizzazione Offensiva Inglese (24 ottobre).<br />

Le circostanze nelle quali si era svolta la missione venivano ampliamente precisate; in un primo<br />

tempo ( a causa dell’assenza da Roma del titolare della Sezione incaricato della questione ),<br />

veniva però omessa la parte riguardante <strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> presi con l’organizzazione Conti.<br />

La missione è stata subito giu<strong>di</strong>cata feconda <strong>di</strong> risultati; sono state fatte però gravi obbiezioni<br />

sull’irregolarità del proce<strong>di</strong>mento seguito per il passaggio delle linee.<br />

Allegato 4<br />

Comandante <strong>Borghese</strong><br />

Conversazioni avute con il Comandante <strong>Borghese</strong><br />

Appena presentato ho tenuto al comandante <strong>Borghese</strong> il seguente <strong>di</strong>scorso: - sono un Tenente <strong>di</strong><br />

Vascello effettivo del corso Azioni. All’armistizio mi sono trovato da questa parte, sono stato<br />

2


fatto prigioniero dai tedeschi e sono riuscito a fuggire. Non ho aderito alla Marina repubblicana<br />

perché non ne con<strong>di</strong>videvo <strong>gli</strong> ideali. Ho però sempre eseguito attentamente l’attività della<br />

Marina repubblicana e de<strong>gli</strong> enti da essa <strong>di</strong>pendenti, in particolare della X^ flotti<strong>gli</strong>a MAS. Ho<br />

acquisito la convinzione che la X^ Flotti<strong>gli</strong>a MAS è una delle pochissime, forse l’unica<br />

organizzazione militare repubblicana che non agisce a<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>retti dei tedeschi e che ha<br />

conservato una certa in<strong>di</strong>pendenza ed autonomia. Circa due mesi fa ho passato le linee e ripreso<br />

il mio [ sic ] nella R. Marina. Ho riferito al SIS le mie impressioni sulla Marina repubblicana e<br />

sulla X^ Flotti<strong>gli</strong>a MAS e ho avuto dal SIS l’incarico <strong>di</strong> venire ad accertare fino a quale punto<br />

questa autonomia della X^ può manifestarsi e quale atteggiamento essa ha intenzione <strong>di</strong><br />

assumere davanti alla immancabile <strong>di</strong>struzione delle basi navali, delle industrie, in una parola<br />

delle ricchezze tutte del nostro paese che i tedeschi effettueranno immancabilmente quando si<br />

ritireranno dall’Italia settentrionale.<br />

Il Comandante <strong>Borghese</strong> mi ha ascoltato attentamente senza interrompermi. Dall’espressione del<br />

suo viso ho capito subito che non correvo nessun pericolo <strong>di</strong> essere fucilato e ho aspettato<br />

tranquillamente la sua risposta. E<strong>gli</strong> mi ha detto più o meno queste parole:<br />

So che sul conto mio sono corse spesso voci <strong>di</strong> ogni genere circa la possibilità che faccio, ad un<br />

certo momento, un volta faccia ai tedeschi o per lo meno che io non sia convinto del mio modo<br />

<strong>di</strong> agire. La verità invece è questa: io non ho potuto seguire <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni del governo che si è<br />

accordato in modo così poco onorevole col nemico e continuerò a combattere fino in fondo<br />

questo nemico a prescindere da<strong>gli</strong> obblighi che posso avere contratto con i tedeschi. Tuttavia io<br />

non andrò mai in Germania perché non ritengo, andando in Germania, <strong>di</strong> fare il bene del mio<br />

paese e mi ritirerò piuttosto sulle montagne da dove continuerò a combattere <strong>gli</strong> inglesi. Sono<br />

sicuro che attorno a me si racco<strong>gli</strong>eranno anche italiani che ora si trovano al Sud e spero, intorno<br />

a me, <strong>di</strong> riaccendere quella fiaccola che sento latente ne<strong>gli</strong> animi <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> italiani. Da queste<br />

isole in mezzo alle montagne dove sarò riunito con i miei uomini invierò parlamentari a voi<br />

italiani degni <strong>di</strong> stima, all’Eccellenza De Courten soprattutto, per offrir<strong>gli</strong> il mio appoggio a quel<br />

movimento <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza del quale anch’e<strong>gli</strong> non mancherà prima o poi <strong>di</strong> sentire il bisogno.-<br />

Gli ho risposto che l’Ecc. De Courten e tutti noi non aspiriamo che a questa in<strong>di</strong>pendenza ma che<br />

per arrivarvi occorre innanzitutto liberare il paese dai tedeschi e perciò è nostro dovere aiutare <strong>gli</strong><br />

Alleati il cui scopo coincide col nostro. – Comunque le sue intenzioni future non mi<br />

riguardavano mentre il mio compito era quello <strong>di</strong> appurare il suo atteggiamento presente.- A<br />

questo proposito <strong>gli</strong> ho chiesto se lui riteneva che il sabotaggio da parte tedesca <strong>di</strong> tutta<br />

l’industria Lombarda o la non effettuazione <strong>di</strong> questo sabotaggio avesse avuto influenza sul<br />

risultato finale della guerra.- Mi ha risposto che era convinto che la cosa non potesse avere<br />

importanza decisiva.- Allora <strong>gli</strong> ho detto poiché invece per l’Italia questa mancata <strong>di</strong>struzione<br />

può avere un’importanza decisiva per consentire la rinascita del Paese nel quale finora sono state<br />

<strong>di</strong>strutte perfino le macchine utensili e le officinette dei fabbri – ferrai, non capisco perché lei<br />

che <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> adorare il Paese non sfrutti il suo ascendente sui tedeschi per procrastinare fino al<br />

limite estremo il sabotaggio delle industrie della Lombar<strong>di</strong>a e il suo ascendente sui suoi seguaci<br />

per impe<strong>di</strong>re con la forza all’ultimo momento l’effettuazione del sabotaggio stesso.<br />

E’ rimasto un pò pensoso e poi mi ha detto che avrebbe riflettuto sulla cosa.- Comunque e<strong>gli</strong> non<br />

avrebbe potuto andare <strong>di</strong> sua iniziativa incontro a<strong>gli</strong> industriali della Lombar<strong>di</strong>a se questi non<br />

avessero chiesto per primi il suo appoggio.- Gli ho detto che avrei pensato io ad avvertire <strong>gli</strong><br />

industriali che potevano andar<strong>gli</strong> a parlare senza preoccupazione.-<br />

L’ho messo, poi, in guar<strong>di</strong>a sulle voci tendenziose che probabilmente <strong>gli</strong> erano pervenute dal Sud<br />

circa <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, malcontenti e <strong>di</strong>sorganizzazione e in particolare <strong>gli</strong> ho illustrato la losca figura<br />

3


del comandante Scarelli da lui eletto comandante <strong>di</strong> uno dei suoi reparti senza sapere che al Sud<br />

e<strong>gli</strong> aveva lasciato debiti ovunque e che era fuggito appunto perché la sua situazione era<br />

<strong>di</strong>ventata insostenibile. Gli ho detto inoltre che noi giovani patrioti ci meravi<strong>gli</strong>avamo che lui,<br />

autentica Meda<strong>gli</strong>a d’Oro, già vanto della nostra Marina, facesse causa comune con uomini come<br />

Grossi, simulatore <strong>di</strong> affondamenti <strong>di</strong> navi da batta<strong>gli</strong>a chiamato da<strong>gli</strong> <strong>Americani</strong> "Disonore <strong>di</strong><br />

tutte le Marine". Ho inoltre deprecato in forma naturalmente molta rispettosa, che fosse proprio<br />

la X^ Flotti<strong>gli</strong>a Mas a combattere contro i ribelli mentre invece sarebbe stato molto più<br />

opportuno guidare questi ribelli verso la <strong>di</strong>sciplina, l’or<strong>di</strong>ne e la vera riscossa del Paese. Mi ha<br />

detto che e<strong>gli</strong> aveva già tentato de<strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> con i partigiani, ma che la cosa era molto <strong>di</strong>fficile<br />

perché i loro capi non trasmettevano ai ribelli le promesse <strong>di</strong> buon trattamento che e<strong>gli</strong> aveva<br />

fatto loro per timore <strong>di</strong> perdere i seguaci.<br />

Mi ha detto anche che avrebbe esaminato la possibilità, piuttosto che sterminarli, <strong>di</strong> attendere che<br />

le prime nevi li facessero scendere per fame o per freddo dalla montagna. L’idea <strong>di</strong> mettersi a<br />

capo <strong>di</strong> tutto il ribellismo lombardo e piemontese mi è parso che lo allettasse molto e ho cercato<br />

<strong>di</strong> stuzzicarlo nella realizzazione <strong>di</strong> questa cosa che se avvenisse costringerebbe i tedeschi a<br />

<strong>di</strong>sto<strong>gli</strong>ere un notevole numero <strong>di</strong> forze dal fronte <strong>di</strong> combattimento e che porrebbe<br />

definitivamente fine ad una vergognosa guerra fratricida.<br />

Qualunque possa essere l’atteggiamento che il Comandante <strong>Borghese</strong> assumerà nei riguar<strong>di</strong> de<strong>gli</strong><br />

industriali e dei ribelli io non mi sono impegnato in nessun modo a nome <strong>di</strong> nessuno a nessuna<br />

promessa limitandomi a <strong>di</strong>r<strong>gli</strong> che il giu<strong>di</strong>zio de<strong>gli</strong> italiani nei suoi riguar<strong>di</strong> e il seguito che e<strong>gli</strong><br />

potrà avere in avvenire fra questi, <strong>di</strong>penderà molto dalla linea <strong>di</strong> condotta che e<strong>gli</strong> terrà d’ora in<br />

avanti. Congedandomi da lui <strong>gli</strong> ho detto: - non <strong>di</strong>mentichi comandante che i suoi sentimenti <strong>di</strong><br />

italianità dei quali io sono personalmente convinto hanno bisogno <strong>di</strong> una prova concreta per<br />

essere apprezzati e creduti. Al che e<strong>gli</strong> mi ha risposto: - mi man<strong>di</strong> <strong>gli</strong> industriali. – cosa che mi<br />

sono affrettato a fare prima <strong>di</strong> lasciare Milano.<br />

Sono rimasto anche d’accordo con loro che se le loro conversazioni col comandante <strong>Borghese</strong><br />

dovessero sortire buon esito, essi dovranno trasmettere nei giorni cinque – 10 – 15 – 20 – 25 – 30<br />

<strong>di</strong> ogni mese alle ore 8 – 12 – 16 su onda 41 e alle ore 24 su onda 80 con nominativo <strong>di</strong> chiamata<br />

Z gamma 1 una <strong>di</strong> queste tre parole: Ernesto, Giorgio, Zika che significano rispettivamente:<br />

<strong>Borghese</strong> ha accettato in pieno la nostra causa; <strong>Borghese</strong> farà qualche cosa; chie<strong>di</strong>amo l’ascolto<br />

continuo perché dobbiamo trasmettere notizie importanti.<br />

Se invece né <strong>Borghese</strong> né il Comitato Nazionale <strong>di</strong> Liberazione, né il Gruppo delle Fiamme<br />

Bianche, né il Gruppo Franchi daranno a<strong>gli</strong> industriali garanzia <strong>di</strong> qualche successo sarà<br />

trasmesso il segnale " necessaria tua presenza " con le stesse modalità che significa non si può<br />

contare che su <strong>di</strong> una azione <strong>di</strong> paracadutisti. Per quanto riguarda questa azione ho già riferito<br />

nella mia relazione <strong>di</strong> carattere militare.<br />

Il Tenente <strong>di</strong> Vascello<br />

Giorgio Zanar<strong>di</strong><br />

Class.: top secret<br />

4


Oggetto: Capitano <strong>di</strong> fregata principe Valerio <strong>Borghese</strong><br />

Data: 19 maggio 1945<br />

Come abbiamo già spiegato verbalmente al colonnello Nichols, il soggetto è stato contattato a<br />

Milano attraverso un agente <strong>di</strong> questa unità e tradotto a Roma per essere utilizzato.<br />

Dopo una conversazione con il colonnello Fischer e il tenente colonnello Young, è stato trovato<br />

un accordo con il maggiore Shergold affinché il soggetto venga tradotto allo Cs<strong>di</strong>c <strong>di</strong> Roma per<br />

un detta<strong>gli</strong>ato interrogatorio.<br />

Questa unità intende interrogare il soggetto a proposito delle operazioni delle unità z per il<br />

controspionaggio (Sci/z, ndr) e su altri temi <strong>di</strong> natura politica, <strong>di</strong> particolare interesse per il<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Stato.<br />

La notizia dell’arresto del soggetto è stata nascosta ai servizi d’informazione italiani. Sul<br />

rapporto ufficiale si è parlato dell’arresto <strong>di</strong> Rossi Mario.<br />

James Angleton<br />

- 24 Maggio 1945<br />

Colonnello Randolfo Pacciar<strong>di</strong><br />

Roma, Italia<br />

Mio caro Colonnello Pacciar<strong>di</strong>,<br />

da un bel pezzo che non Le scrivo – non certamente per mancanza <strong>di</strong> interesse da parte mia in<br />

Lei o nel Suo lavoro, bensì per la pressione de<strong>gli</strong> affari ed anche perché ultimamente la mia<br />

salute si è andata indebolendo, causa dell’energia che ho dovuto contribuire intensamente alle<br />

mie attività ( Sic ).<br />

Ecco perché soltanto oggi riscontro la Sua del 30 Marzo, u. s. – ed anche un'altra dello scorso 5<br />

Dicembre.<br />

Le sono molto grato per il Suo sentito messaggio <strong>di</strong> condo<strong>gli</strong>anze per la per<strong>di</strong>ta della mia<br />

carissima mamma. Come avrà già potuto sapere da Vincent, la sua morte fu causata da una<br />

emorragia cerebrale. La sua scomparsa fu per me tanto più grave quanto fu fulminea e totalmente<br />

inaspettata. L’unica consolazione per me fu il fatto che lei non ebbe a soffrire molto prima <strong>di</strong><br />

dare il suo ultimo sospiro.<br />

Le Sue sentite espressioni <strong>di</strong> simpatia – come quelle <strong>di</strong> tanti altri amici d’Italia e qua ( sic ) –<br />

hanno contribuito enormemente ad alleggerire il mio dolore.<br />

Nella Sua del 5 Dicembre fui molto interessato <strong>di</strong> ricevere il Suo punto <strong>di</strong> vista sulla crisi <strong>di</strong><br />

Novembre e <strong>di</strong> notare le Sue opinioni che, come Ella ben sa, io apprezzo molto. Mi hanno anche<br />

5


interessato moltissimo i Suoi commenti e pensieri per quanto riguarda altri sviluppi in Italia, il<br />

contatto che ha avuto con tanta <strong>di</strong>versa gente nel Suo giro del Mezzogiorno e Sicilia ed il<br />

progresso del Suo lavoro in generale.<br />

Sebbene molti avvenimenti hanno lasciato il loro stampo nel tempo da quando quella lettera fu<br />

scritta, osservo con grande piacere che quel che Lei ha detto nel passato è ancora pieno <strong>di</strong> verità<br />

e molte cose da Lei profetizzate si sono già avverate. Sembra che col passare del tempo il Suo<br />

chiaro punto <strong>di</strong> vista e le Sue previsioni si sono affermate.<br />

Ho già spe<strong>di</strong>to una copia <strong>di</strong> " il mondo libero" alla Sua signora, secondo il Suo desiderio.<br />

Mi ha molto interessato il Suo articolo biografico: mi son permesso la liberta’ <strong>di</strong> farne fare delle<br />

copie per i miei fascetti personali.<br />

Le comunico che noi qui siamo in continuo contatto postale e telefonico con la Sua signora.<br />

Oltre, quando mi trovo a Nuova York abbiamo occasione <strong>di</strong> incontrarci personalmente. A tal<br />

riguardo, Le comunico con sommo piacere che Lei gode ottima salute; però, naturalmente, e un<br />

po’ <strong>di</strong>sturbata <strong>di</strong> non aver potuto raggiungerLa – ed io ben capisco con che ansia la riunione è<br />

desiderata da ambo le parti.<br />

Noi ci siamo fatto un dovere <strong>di</strong> interessarci in ogni ostacolo che ha impe<strong>di</strong>to la sua partenza,<br />

cercando <strong>di</strong> dare sempre tutta la nostra assistenza possibile. Nutriamo ancora grande speranza <strong>di</strong><br />

avere per Lei buone notizie a riguardo nel prossimo futuro.<br />

Sono non lievemente <strong>di</strong>sturbato e <strong>di</strong>spiaciuto per l’incerto stato della Sua salute, e riconosco con<br />

grande chiarezza quale conforto Le sarà la presenza <strong>di</strong> Sua mo<strong>gli</strong>e nella vita giornaliera.<br />

Vo<strong>gli</strong>o AssicurarLa che io continuerò ad interessarmi nella faccenda, come ho fatto in un simile<br />

caso non molto tempo fa e che Lei ben ricorda.<br />

Recentemente ho avuto l’opportunità <strong>di</strong> presentare il nostro amico Nick Olds alla Sua signora,<br />

perché son sicuro che Le farà molto piacere <strong>di</strong> ricevere da Olds personalmente le sue impressioni<br />

e le ultime novità, giacchè anticipiamo la partenza <strong>di</strong> Nick in Italia da un momento all’altro.<br />

Anzi, mi aspettavo che e<strong>gli</strong> fosse già partito fin’ora, portando seco un messaggio e delle scarpe<br />

per Lei dalla Sua signora. Sfortunatamente, delle forze maggiori ne hanno ostacolato la sua<br />

partenza. Con tutto ciò, speriamo <strong>di</strong> poter farlo partire nel prossimo futuro.<br />

Spero che Vincent abbia avuto l’opportunità <strong>di</strong> vederLa prima <strong>di</strong> partire per l’America e che Le<br />

avrà detto come le cose sono un po’ <strong>di</strong>fficili per noi al momento.<br />

Comunque, vo<strong>gli</strong>o rassicurarLa che, accada, quel che può, io sarò sempre a Sua <strong>di</strong>sposizione per<br />

qualsiasi cosa. Nel frattempo spero <strong>di</strong> ricevere da Lei ogni qual volta avrà del tempo per<br />

scrivermi, sia pure brevemente( Sic)<br />

Assieme al mio sentito augurio per un ottima salute per Lei ed un pieno successo nelle Sue<br />

attività, Le invio i miei più cari saluti.<br />

6


Class.: Top secret<br />

Oggetto: Interrogatorio preliminare del principe Valerio <strong>Borghese</strong>.<br />

Data: 28 maggio 1945<br />

Circostanze che hanno portato all’interrogatorio<br />

Il soggetto è stato trasferito da Milano a Roma dopo essere stato contattato da due agenti <strong>di</strong><br />

questa unità in un periodo precedente all’offensiva alleata. <strong>Borghese</strong> è stato allontanato dalla<br />

città <strong>di</strong> Milano, per evitare il sorgere <strong>di</strong> una situazione impossibile con i partigiani e tradotto a<br />

Roma per essere sottoposto ad un minuzioso interrogatorio. Il soggetto è a <strong>di</strong>sposizione del Cs<strong>di</strong>c<br />

(spionaggio britannico, ndr) e <strong>di</strong> questa unità.<br />

Rapporti tra la Decima Mas e il Gis<br />

Fino all’autunno del 1943, l’unità <strong>di</strong> <strong>Borghese</strong> <strong>di</strong>pendeva totalmente dai servizi <strong>di</strong> intelligenza<br />

germanici. Nel gennaio del 1944 i primi elementi della Decima Mas entrarono nel Gis e si<br />

unirono all’organizzazione <strong>di</strong> Thun Von Hohestein. Attraverso una serie <strong>di</strong> rapporti e<br />

osservazioni personali, il soggetto arrivò alla conclusione che la situazione si <strong>di</strong>mostrava<br />

svantaggiosa per <strong>gli</strong> italiani: i tedeschi non si curavano della sicurezza personale dei suoi uomini,<br />

non li addestravano alle missioni in maniera adeguata e lo stesso <strong>Borghese</strong> non riceveva alcun<br />

rapporto sui risultati ottenuti.<br />

Proteste con il generale Harster<br />

Nell’agosto del 1944 <strong>Borghese</strong> affrontò l’argomento con il generale Harster. Si arrivò ad un<br />

accordo: nessun elemento della Decima Mas sarebbe più stato utilizzato dai tedeschi senza<br />

l’autorizzazione del comandante. Le richieste dovevano arrivare da Harster e soprattutto, come<br />

ricorda il soggetto, dall’ufficiale <strong>di</strong> collegamento Koehler. Nei mesi seguenti il trattamento<br />

riservato ai suoi uomini dai tedeschi continuò a peggiorare, soprattutto dopo che <strong>Borghese</strong> compì<br />

un’ispezione (tra settembre e ottobre) dell’organizzazione "Cypresse" a Campalto, a<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni del<br />

maggiore Begus. Dopo l’ispezione, il soggetto si recò da Harster per informarlo che non avrebbe<br />

più fornito uomini ai tedeschi e che, da quel momento, avrebbe lavorato da solo secondo le<br />

<strong>di</strong>rettive impartite dal Gis per lo spionaggio e il sabotaggio. Harster rispose che ne avrebbe<br />

parlato con i suoi subor<strong>di</strong>nati, Huegel e Begus. <strong>Borghese</strong> non ne parlò più con Harster ed iniziò<br />

ad operare in maniera in<strong>di</strong>pendente, limitandosi a re<strong>di</strong>gere rapporti mensili per il generale.<br />

Creazione del batta<strong>gli</strong>one Vega<br />

In seguito al colloquio con Harster, a ottobre <strong>Borghese</strong> istituì il batta<strong>gli</strong>one Vega per collocarlo<br />

al comando del tenente <strong>di</strong> vascello Rossi. L’obiettivo era quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre tutti <strong>gli</strong> elementi<br />

legati allo spionaggio o al sabotaggio sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> un’unica unità. In linea con tale<br />

proposito, le unità dei Nuotatori-Paracadutisti (che fino ad allora obbe<strong>di</strong>vano al Gis) vennero<br />

inglobate dal batta<strong>gli</strong>one Vega. Lo stesso Buttazzoni venne rimosso da tutte le attività <strong>di</strong><br />

sabotaggio e spionaggio e i suoi uomini convertiti in forze <strong>di</strong> fanteria. Il batta<strong>gli</strong>one Vega venne<br />

concepito per:<br />

racco<strong>gli</strong>ere informazioni nelle zone liberate da<strong>gli</strong> Alleati;<br />

7


commettere atti <strong>di</strong> sabotaggio nelle zone liberate da<strong>gli</strong> Alleati;<br />

pre<strong>di</strong>sporre attività <strong>di</strong> spionaggio e <strong>di</strong> sabotaggio nelle principali città dell’Italia settentrionale<br />

all’indomani dell’occupazione (alleata, ndr.).<br />

Rossi venne incaricato <strong>di</strong> organizzare tali attività e <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere perio<strong>di</strong>ci rapporti destinati a<br />

<strong>Borghese</strong> sui progressi compiuti.<br />

Preparazione dei gruppi <strong>di</strong> sabotaggio della Decima Mas<br />

<strong>Borghese</strong> sostiene che le attività del batta<strong>gli</strong>one Vega si svilupparono parallelamente a quelle del<br />

Gis, del servizio segreto a<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Pavolini e, probabilmente, del Mgir (?). A detta <strong>di</strong><br />

<strong>Borghese</strong>, tali gruppi lavoravano separatamente. Tra il novembre e il <strong>di</strong>cembre del 1944, Rossi<br />

preparò un piano per la costituzione <strong>di</strong> cinque gruppi della Decima Mas da attivare (in seguito<br />

all’occupazione alleata) a Milano, Torino, Genova, Bologna e Venezia. Il gruppo veneziano<br />

faceva base in città ma operava in tutto il Veneto. Ogni gruppo era composto da almeno sei<br />

uomini e, in tutto, <strong>gli</strong> agenti del Vega raggiunsero la cifra <strong>di</strong> settanta elementi. Ogni gruppo era<br />

dotato <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>o ricetrasmittente portatile, <strong>di</strong> armi e esplosivi. In ogni città vennero messe in<br />

atto <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> copertura commerciale. Secondo <strong>Borghese</strong>, <strong>gli</strong> obiettivi dei vari gruppi<br />

erano strettamente militari: in pratica, i commandos dovevano operare nel corso <strong>di</strong> operazioni<br />

belliche. Soltanto Rossi era al corrente <strong>di</strong> tutti i detta<strong>gli</strong> del piano. Nel corso dell’inverno<br />

1944/1945, questi si recava ogni due settimane a Milano per riferire sui progressi compiuti e per<br />

ricevere finanziamenti extra. I rapporti redatti da Rossi si trovano nell’archivio della Decima<br />

Mas a Castello <strong>di</strong> Lonato. Anche Uxa e Morbelli erano al corrente <strong>di</strong> vari detta<strong>gli</strong> del piano.<br />

Quest’ultimo era il capo della segreteria <strong>di</strong> <strong>Borghese</strong> e, <strong>di</strong> conseguenza, riceveva tutti i rapporti<br />

<strong>di</strong> Rossi. Il suo compito era quello <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>rli e archiviarli.<br />

Dislocamento e ultime notizie sui gruppi <strong>di</strong> sabotaggio<br />

I vari componenti dei gruppi Vega vennero schierati tra il febbraio e il marzo 1945. Secondo il<br />

piano, i gruppi dovevano tenersi in comunicazione ra<strong>di</strong>o con <strong>Borghese</strong>, la cui base doveva essere<br />

fissata prima a Milano e poi in un luogo segreto o tra le montagne del "ridotto" germanico.<br />

Secondo <strong>Borghese</strong>, tutto il piano era basato sulla tesi che la liberazione dell’Italia settentrionale<br />

sarebbe avvenuta gradualmente e che, quin<strong>di</strong>, sarebbe stato possibile ritirarsi in altre roccaforti<br />

durante l’avanzata alleata. I gruppi non ricevettero istruzioni per un eventuale armistizio:<br />

<strong>Borghese</strong> considera questo punto un suo madornale errore, ma ritiene che nessun commando<br />

Vega sarebbe stato in grado <strong>di</strong> continuare a operare dopo la fine delle ostilità. <strong>Borghese</strong> vide per<br />

l’ultima volta Rossi alla fine <strong>di</strong> marzo o all’inizio <strong>di</strong> aprile, ma solo per pochi minuti. Gli venne<br />

anche riferito che Lo Cascio (è lo stesso menzionato durante l’interrogatorio <strong>di</strong> Locatelli) era<br />

stato catturato dai partigiani. A partire da questo momento <strong>Borghese</strong> non ricevette più alcun<br />

rapporto. Non ha più visto Rossi. Di conseguenza, è all’oscuro delle decisioni sull’operatività dei<br />

gruppi. Ma riba<strong>di</strong>sce che nessun gruppo del batta<strong>gli</strong>one Vega sarebbe stato in grado <strong>di</strong><br />

continuare le operazioni, giacchè <strong>gli</strong> obiettivi dei commandos erano strettamente militari. Le<br />

varianti postbelliche non erano previste.<br />

Personalità dei gruppi <strong>di</strong> sabotaggio<br />

A proposito della fase in cui Rossi ebbe la responsabilità del batta<strong>gli</strong>one Vega e dei gruppi <strong>di</strong><br />

sabotaggio, <strong>Borghese</strong> sostiene <strong>di</strong> ricordare solo alcuni tra i nomi de<strong>gli</strong> elementi implicati nel<br />

piano. E<strong>gli</strong> ha sentito nominare Rino Grasso. Secondo <strong>Borghese</strong>, Uxa (uno dei comandanti della<br />

Decima Mas) era al corrente <strong>di</strong> tutte le operazioni. Il batta<strong>gli</strong>one Vega finì quin<strong>di</strong> sotto la sua<br />

8


esponsabilità. Ma il soggetto sostiene che Uxa era totalmente all’oscuro dei piani dei vari gruppi<br />

<strong>di</strong> sabotaggio da attivare dopo la <strong>di</strong>sfatta.<br />

<strong>Borghese</strong> sostiene che la signora Fede Arnaud Pocek, responsabile delle truppe ausiliari<br />

femminili della Decima Mas, non aveva niente a che fare con i suddetti piani <strong>di</strong> sabotaggio.<br />

Come ufficiale pagatore della Decima Mas, il sottotenente <strong>Giuseppe</strong> Gozzi potrebbe essere al<br />

corrente <strong>di</strong> altri detta<strong>gli</strong>, giacchè lavorava a stretto contatto con Rossi. <strong>Borghese</strong> ricorda che forti<br />

somme <strong>di</strong> denaro vennero consegnate a Gozzi perché le <strong>di</strong>stribuisse ai vari gruppi <strong>di</strong> sabotaggio.<br />

Sia Gozzi che Rossi vennero nominati da <strong>Borghese</strong> responsabili <strong>di</strong> tutti i finanziamenti a<br />

<strong>di</strong>sposizione. Il soggetto ricorda che il sottotenente Giovanni Del Camperio era uno dei membri<br />

dei gruppi <strong>di</strong> sabotaggio e che il sottotenente Elio Cucchiari, un esperto sabotatore con varie<br />

missioni a suo carico nell’Italia liberata, faceva parte dei commandos clandestini.<br />

Tuttavia, <strong>Borghese</strong> non ricorda i nomi de<strong>gli</strong> altri membri dei vari gruppi <strong>di</strong> sabotaggio, nemmeno<br />

i detta<strong>gli</strong> delle coperture commerciali attivate in ogni città. In seguito al <strong>di</strong>slocamento dei vari<br />

gruppi clandestini, <strong>gli</strong> elementi eccedenti (circa 140) vennero assegnati ad altre unità. Lo stesso<br />

batta<strong>gli</strong>one Vega venne <strong>di</strong>ssolto nel marzo 1945.<br />

Commento dell’interrogante<br />

<strong>Borghese</strong> ha dato chiari segnali <strong>di</strong> voler cooperare ed ha insistito molto sui precisi obiettivi dei<br />

gruppi <strong>di</strong> sabotaggio della Decima Mas. Secondo <strong>Borghese</strong>, nulla in<strong>di</strong>ca che a tali gruppi siano<br />

state affidate missioni da compiersi all’indomani della <strong>di</strong>sfatta. In generale, possiamo affermare<br />

che per <strong>Borghese</strong> sarebbe stato <strong>di</strong>fficile attivare tali piani: e<strong>gli</strong> era ormai totalmente integrato nei<br />

servizi <strong>di</strong> intelligenza e ne<strong>gli</strong> apparati germanici. Di conseguenza, sapeva benissimo che tutti i<br />

membri delle unità al suo comando sarebbero stati rimossi dai servizi <strong>di</strong> informazione alleati o<br />

italiani.<br />

Raccomandazioni<br />

<strong>Borghese</strong> sostiene che Mario Rossi, su precisi or<strong>di</strong>ni suoi, potrebbe all’occorrenza far arrestare<br />

tutti i membri della rete clandestina <strong>di</strong> sabotaggio ed in<strong>di</strong>viduare le armi e <strong>gli</strong> esplosivi nascosti.<br />

In seguito all’interrogatorio preliminare <strong>di</strong> Mario Rossi, verranno presto emanate nuove<br />

<strong>di</strong>sposizioni in materia.<br />

L’interrogatorio e il rapporto sono stati curati <strong>di</strong> Raymond G. Rocca, agente <strong>di</strong> questa unità.<br />

James Angleton,<br />

primo sottotenente delle unità Z per il controspionaggio.<br />

9


-<br />

STATO MAGGIORE DELLA R. MARINA<br />

II° REPARTO<br />

Sez. C. 5 Data, 11 giugno 1945<br />

N. 366 bis<br />

p r o m e m o r i a<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Organizzazione segreta della Decima Mas<br />

A Verona nei primi giorni del gennaio 1945, il Comandante Rossi Mario, della X^ M.A.S.<br />

iniziava <strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> con le autorità tedesche delle S.S. per costituire un servizio <strong>di</strong> spionaggio e<br />

sabotaggio in seno alla X^ M.A.S. contro le truppe Alleate. Il Rossi aveva soventi colloqui in<br />

merito con il Capitano della S.S. Tuhnel ed il Tenente Strauss.<br />

Il Rossi non aveva però spiegato esattamente alle Autorità delle S.S. che avrebbe voluto creare<br />

un servizio che doveva funzionare in<strong>di</strong>pendentemente in caso <strong>di</strong> ritirata delle truppe tedesche<br />

perché la X^ M.A.S. non avrebbe seguito i tedeschi in una eventuale ritirata in Germania.<br />

Per accontentare però i tedeschi, il Rossi inviava <strong>di</strong> quando in quando alcuni elementi sabotatori<br />

nella zona occupata da<strong>gli</strong> alleati (esempio : Locatelli Gino, lanciato nella zona <strong>di</strong> Napoli).<br />

Le S.S. si accontentavano <strong>di</strong> questi risultati e fornivano il Rossi <strong>di</strong> mezzi con molta larghezza.<br />

Intanto, presi <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni dal Comandante <strong>Borghese</strong>, il Rossi preparava un reparto speciale a<br />

Montorfano che avrebbe dovuto essere il futuro nucleo dello spionaggio della Marina<br />

repubblicana in Italia Settentrionale occupata da<strong>gli</strong> Alleati.<br />

A questi, uomini venivano impartiti istruzioni sul sabotaggio sulla ra<strong>di</strong>otelegrafia e sul modo <strong>di</strong><br />

occultarsi nella vita civile.<br />

Venne redatto un piano operativo in tre copie (scritte a macchina dal marò Tirelli Luigi ora<br />

arrestato). Una copia venne trattenuta dal <strong>Borghese</strong>, una dal Rossi che fu depositata al Banco <strong>di</strong><br />

Roma e poi <strong>di</strong>strutta dal Tenente Gozzi.<br />

In questo piano, dopo una breve premessa su<strong>gli</strong> scopi dell’organizzazione segreta, venivano altre<br />

due parti riguardanti: la prima, il modo con cui venivano organizzati i gruppi nelle varie città e<br />

l’elenco del personale, la seconda, conteneva le <strong>di</strong>rettive sulle azioni da svolgere.<br />

10


A metà gennaio cominciò a concretarsi il piano e da Montorfano cominciarono a partire i<br />

materiali e <strong>gli</strong> uomini per le varie città.<br />

Il Capitano Zanessi Angelo, non potendo rimanere molto assente da Verona perché sapeva <strong>di</strong><br />

essere controllato dall’S.D. tedesco, incaricò il sottocapo Bucarelli <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> entrare in questa<br />

organizzazione e <strong>di</strong> interrogare i suoi compagni della X^.<br />

Nel frattempo lo Zanessi allargo la cerchia delle sue conoscenze alla X^ e frequentò il Comando<br />

Tappa della stessa ove si presentò in <strong>di</strong>visa <strong>di</strong> Capitano della Marina repubblicana <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong><br />

essere ufficiale <strong>di</strong> collegamento con il Comando tedesco per la X^ Mas. Non arrischiò nulla<br />

perché sapeva che non era possibile un imme<strong>di</strong>ato controllo al Comando della X^, per accertare<br />

se e<strong>gli</strong> fosse un vero o falso ufficiale della M.A.S.. In tali con<strong>di</strong>zioni, riuscì a sapere quando<br />

voleva ed a conoscere soprattutto de<strong>gli</strong> elementi che erano inviati a Verona ed a conoscere<br />

quanto sapeva il comando tedesco servendosi dell’amicizia personale del Tenente Strass e del<br />

Tenente Dittingen della S.D..<br />

Ebbe pure qualche informazione dal Corvettencapiten Balzer, capo dello spionaggio della<br />

Marina tedesca a Verona, che aveva conosciuto a Roma e che aveva a Verona il suo ufficio in<br />

via A. Garibal<strong>di</strong> 3 (Mar. Tra. Bu).<br />

Nel complesso però lo Zenussi notava sempre più che il Comandante Rossi non teneva al<br />

corrente i tedeschi <strong>di</strong> tutto il suo piano e che mirava lentamente a formare una organizzazione <strong>di</strong><br />

spionaggio e <strong>di</strong> sabotaggio non legata ai tedeschi, ma atta a funzionare in<strong>di</strong>pendentemente.<br />

Seppe poi che <strong>gli</strong> apparecchi ra<strong>di</strong>o a valigia venivano preparati a Crema da un certo Ferro.<br />

Verso i primi giorni <strong>di</strong> marzo, furono preparati dei falsi documenti <strong>di</strong> congedo per <strong>gli</strong> ufficiali e<br />

marinai senza però segnare il giorno del mese nella data. Il giorno fu poi scritto a mano in un<br />

secondo tempo.<br />

Ognuno prese la copertura civile che <strong>gli</strong> era stata assegnata, chi era previsto <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> appositi<br />

acquistò un esercizio pubblico, i ra<strong>di</strong>omontatori e ra<strong>di</strong>otelegrafisti ricevettero il materiale ra<strong>di</strong>o e<br />

presero la posizione civile <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>otecnico. Infatti a Milano, in piazza Squadrismo n°. 10, dove<br />

abitava il Ghirardelli, è stato notato un cartello; con la scritta: "ra<strong>di</strong>otecnico".<br />

Verso il 10 marzo il Comandante Rossi ebbe un lungo colloquio con le S.D. e subito dopo<br />

giunge il Capitano Lo Cascio. Non è noto l’esito del colloquio, ma si è saputo che i due erano<br />

convinti della prossima occupazione da parte de<strong>gli</strong> alleati dell’Italia Settentrionale ed erano<br />

contenti dell’approssimarsi della loro attività. Infatti giunto a Montorfano il Rossi imparti le<br />

ultime <strong>di</strong>sposizioni e portò a termine la <strong>di</strong>slocazione de<strong>gli</strong> uomini e dei materiali a Milano,<br />

Genova, Torino, Venezia e Bologna.<br />

Il 25 aprile lo Zanessi cercò <strong>di</strong> sapere qualcosa <strong>di</strong>rettamente da<strong>gli</strong> ufficiali della X^ che si<br />

trovavano asserra<strong>gli</strong>ati in Piazza Fiume ed entrato al <strong>di</strong> là dei reticolati in <strong>di</strong>visa <strong>di</strong> ufficiale della<br />

X^ si mise in contatto col Comandante Tappa <strong>di</strong> Verona che già conosceva, Tenente Gerin,<br />

cercando <strong>di</strong> sapere quali fossero stati i preparativi <strong>di</strong>fensivi della X^ nei nostri riguar<strong>di</strong>.<br />

D’accordo col Comandante dei partigiani Riccardo, appena uscito dal carcere <strong>di</strong> S. Vittore, lo<br />

Zenussi riuscì a far <strong>di</strong>sertare il presi<strong>di</strong>o della X^ comandato dal Tenente Gerin che occupava la<br />

stazione ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Milano.<br />

11


Né il Rossi, né il <strong>Borghese</strong> fecero parola dell’organizzazione segreta; si seppe soltanto che<br />

furono impartiti or<strong>di</strong>ni per rimanere collegati e <strong>di</strong> attendere ulteriori <strong>di</strong>sposizioni.<br />

E’ stato notato, successivamente, che nonostante la schiacciante vittoria de<strong>gli</strong> Alleati,<br />

l’organizzazione non si sfasciò, anzi si rinsaldò. A Milano il Gozzi piantò una regolare<br />

contabilità per il reparto. Nessun elemento desertò e venne meno al suo compito. Vi fu un solo<br />

caso: quello del Tenente Mambelli che era destinato a Torino e fuggì con i sol<strong>di</strong>. I suoi<br />

<strong>di</strong>pendenti non si scoraggiarono e fecero capo a Milano. All’orchè si procedette a<strong>gli</strong> arresti a<br />

Milano, tutti <strong>gli</strong> elementi furono trovati regolarmente al loro posto e perfettamente collegati. A<strong>gli</strong><br />

effetti del giu<strong>di</strong>zio sul loro operato e sulle loro intenzioni questo particolare ha un’importanza <strong>di</strong><br />

primo piano in quando si esclude l’ipotesi che dopo il 25 aprile l’organizzazione non fosse<br />

rimasta in efficienza e che la loro colpa fosse quella <strong>di</strong> aver appartenuto ad una organizzazione<br />

che ha durato solamente fino all’occupazione Alleata.<br />

E’ evidente che la responsabilità de<strong>gli</strong> arrestati e solamente militare per quello che hanno fatto<br />

fino al 25 aprile e responsabilità <strong>di</strong> spionaggio e <strong>di</strong> organizzazione segreta contro lo stato e<br />

contro <strong>gli</strong> Alleati per i giorni che vanno dal 26 aprile fino al loro arresto.<br />

Se non fossero stati sorretti da un ideale, quello cioè <strong>di</strong> mettere in esecuzione il piano operativo,<br />

ognuno sarebbe andato con i sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui era largamente provvisto.<br />

Difatti tutti speravano nell’abilità del Comandante <strong>Borghese</strong> che, a loro <strong>di</strong>re, sarebbe andato in<br />

questi giorni a Roma per trattare con le autorità alleate.<br />

L’arresto del Comandante Rossi a Genova preoccupò tanto tutta l’organizzazione e si inviarono<br />

subito staffette a Como per vedere se era possibile fare qualcosa per liberarlo. Il Tenente Linetti<br />

voleva persino organizzare un colpo <strong>di</strong> mano alle prigioni <strong>di</strong> Genova, con alcuni elementi della<br />

X^, per liberare il Comandante Rossi. Fu sconsi<strong>gli</strong>ato dal Gozzi perché tale colpo poteva<br />

compromettere tutta l’organizzazione.<br />

Lo Zanessi, presi accor<strong>di</strong> col Comandante dei partigiani Riccardo, Comandante Militare della<br />

Piazza <strong>di</strong> Como, iniziò le operazioni <strong>di</strong> arresto il giorno 19 maggio inviando<br />

contemporaneamente ufficiali e uomini a Genova e Torino onde svolgere azione contemporanea.<br />

-<br />

STATO MAGGIORE DELLA R. MARINA<br />

II° REPARTO<br />

Sez. C/5 Data, 11 Giugno 1945<br />

N. 366<br />

P r o m e m o r i a<br />

Argomento : Atteggiamento della X^ dopo l’8/9/1943.=<br />

12


Si riportano le notizie sull’atteggiamento della X nella forma integrale con cui sono state fornite<br />

da ufficiale superiore appartenente alla stessa.<br />

Si può <strong>di</strong>re che tutta la X^ Flotti<strong>gli</strong>a non accettò l’umiliazione militare dell’armistizio tragico<br />

perché, se pure l’adesione non fu totalitaria, lo stesso atteggiamento <strong>di</strong> rivolta fu preso da tutti i<br />

gruppi anche se geograficamente <strong>di</strong>stanti:<br />

<strong>Borghese</strong> e Longanesi a La Spezia – Wolk a Livorno – Buttazzoni a Roma – Lenzi all’ospedale<br />

<strong>di</strong> Siena. –<br />

Attorno a queste figure rappresentative si raggruppavano subito moltissimi della X^, ed in genere<br />

<strong>di</strong> Generalmas, oltre a molti sommergibilisti.-<br />

Ove si tenga conto del contegno assunto in Francia ed in Germania da gran parte de<strong>gli</strong> equipaggi<br />

<strong>di</strong> quei sommergibili, colpisce il fatto che la nuova "X" trovava, in Marina, il massimo afflusso<br />

<strong>di</strong> elementi fra i combattenti dei mezzi speciali, <strong>di</strong> quelli insi<strong>di</strong>osi, dei Mas e dei Smgg., fra<br />

coloro cioè che avevano partecipato alla guerra navale nelle specialità più ar<strong>di</strong>te e che maggiori<br />

successi avevano riportato.-<br />

L’atteggiamento <strong>di</strong> rivolta è stato dovuto:<br />

– alla coscienza esatta che la guerra non poteva finire in Italia con la pubblicazione<br />

dell’armistizio in quanto l’8 settembre essa era completamente occupata da una considerevole<br />

massa militare tedesca (14 <strong>di</strong>visioni, più forti aliquote <strong>di</strong> servizi vari, Aviazione e Marina).<br />

– alla forma o<strong>di</strong>osa <strong>di</strong> pubblicazione dell’armistizio.<br />

- alla visione obbrobriosa dello sbandamento delle forze armate italiane che, completamente<br />

<strong>di</strong>sanimate dall’abbandono dei capi, si lasciarono <strong>di</strong>sarmare come dei vinti.<br />

I tedeschi offrivano tre soluzioni ai militari italiani: continuare a combattere, collaborare o<br />

astenersi.<br />

Continuare a combattere significava potere avere ancora una ban<strong>di</strong>era propria, una propria<br />

<strong>di</strong>visa, una propria <strong>di</strong>gnità; continuare a combattere significava rinnegare i capi che erano fuggiti<br />

e verso i quali tutto il popolo italiano (e chiunque abbia vissuto da Roma in su può testimoniare)<br />

sentiva ribrezzo, significava ancora potere sostenere la <strong>di</strong>fesa legittima del popolo italiano<br />

dall’occupante tedesco con qualche probabilità <strong>di</strong> riuscita.<br />

Pensare <strong>di</strong> annichilire il tedesco con la lotta partigiana era follia; bastava affacciarsi ad una<br />

finestra per vedere la fiumana <strong>di</strong> sbandati in <strong>di</strong>visa che scappavano " dalla massa" come allora si<br />

<strong>di</strong>ceva, bastava ascoltare un qualsiasi <strong>di</strong>scorso in tram, in treno o sulla strada per sentire esaltare<br />

la <strong>di</strong>serzione, sostenere che non se ne voleva sapere più della guerra.<br />

Ad una rapida invasione – angloamericana non era da pensare, vista la velocità <strong>di</strong> invasione della<br />

Sicilia, ( si tenga conto che dopo 4 giorni dallo sbarco in Sicilia non esistevano più le truppe<br />

della <strong>di</strong>fesa costiera – tutte o quasi <strong>di</strong>sertate; due delle quattro <strong>di</strong>visioni <strong>di</strong> manovra italiane –<br />

Livorno e Napoli – <strong>di</strong>strutte; le altre due, Assetta e Esperia, <strong>di</strong>slocate nella parte nord, ormai<br />

smontate; praticamente solo due <strong>di</strong>visioni tedesche più sette mila uomini <strong>di</strong> arti<strong>gli</strong>eria italiana e<br />

poche unità sottili della Marina hanno tenuto ancora per quaranta giorni).<br />

13


Continuare a combattere voleva <strong>di</strong>re impe<strong>di</strong>re al furore teutonico <strong>di</strong> rovesciarsi senza nessuno<br />

ostacolo sul popolo italiano e portare lutti e devastazioni ancora maggiori, voleva <strong>di</strong>re tentare <strong>di</strong><br />

evitare che la guerra devastasse tutto il territorio italiano, ove si fosse potuto arrivare ad una<br />

stabilizzazione del fronte da mantenere fino alla fine della guerra, il cui epilogo, era già chiaro, si<br />

sarebbe avuto sui teatri operativi dell’Europa occidentale ed orientale.<br />

Collaborare significava ridursi in volontaria servitù, accettare una posizione <strong>di</strong> sottomissione<br />

indegna <strong>di</strong> un popolo che, anche se improvvisamente colpito da collasso, nei suoi ultimi cento<br />

anni <strong>di</strong> vita aveva saputo <strong>di</strong>mostrare coraggio, <strong>di</strong>gnità e meriti sufficienti ad annoverarlo fra i<br />

primi del mondo. La collaborazione era poi la strada particolarmente affine al modo <strong>di</strong> sentire e<br />

<strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> tutta la peggiore classe italiana, quella de<strong>gli</strong> egoisti profittatori, quella che aveva<br />

sempre saputo inchinarsi davanti a tutti pur <strong>di</strong> fare il proprio tornaconto. Era la strada battuta da<br />

tutti <strong>gli</strong> smidollati, i corrotti e <strong>di</strong>ciamo pure i peggiori de<strong>gli</strong> italiani.<br />

Astenersi significava estraniarsi, dare in mano ai tedeschi la Nazione ed il popolo, riconoscersi<br />

territorio occupato militarmente, accettare tutti i soprusi e le vessazioni che all’occupato<br />

competono. E, si ba<strong>di</strong> bene, dai tedeschi non c’era da sperare nulla in quanto la nostra posizione<br />

<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>tori e mancatori <strong>di</strong> parola era ragione sufficiente per loro a considerarci come l’ultima<br />

genia del mondo ed a trattarci <strong>di</strong> conseguenza.<br />

Una quarta soluzione si offriva al popolo italiano e questa <strong>di</strong> certo non offerta dai tedeschi: la via<br />

dei monti.<br />

Alcuni reparti infatti la scelsero. Pochi reparti dell’Esercito, e non numerosi, si mantennero<br />

compatti nelle zone montane più favorevoli e non si fecero <strong>di</strong>sarmare dai tedeschi. Erano in<br />

genere comandati da Ufficiali che cercavano <strong>di</strong> salvare il loro onore <strong>di</strong> soldati tentando la<br />

resistenza ai tedeschi or<strong>di</strong>nata dal proclama dell’armistizio, ma che data l’esiguità del numero e<br />

l’isolamento non potevano durare che breve tempo. I reparti si sciolsero rapidamente e <strong>gli</strong><br />

uomini, in gran parte andarono a casa, mentre alcuni si aggregarono alle formazioni decise a<br />

continuare la lotta a fianco dei tedeschi.<br />

Come si è già detto, nel 1943 non esistevano i presupposti per una guerra partigiana.<br />

E’ appunto da questa situazione <strong>di</strong> fatto che scaturì in molti soldati la scelta della prima<br />

soluzione, quella cioè <strong>di</strong> continuare a combattere.<br />

A tale passo molti, specialmente Ufficiali e Sottoufficiali del servizio permanente, trovarono<br />

dentro <strong>di</strong> sé una forte resistenza provocata dal vincolo del giuramento <strong>di</strong> fedeltà al Re.<br />

Bisogna considerare che il Re in Italia era, non solo stimato ma altresì amato dalla maggioranza<br />

del popolo; gran parte della politica interna ed estera del Governo fu accettata dalla massa perché<br />

avallata dalla firma o dalla parola del Sovrano. Fra i militari del servizio permanente poi, il Re<br />

godeva <strong>di</strong> una autorità in<strong>di</strong>scussa. In Marina infine ricordo <strong>di</strong> avere inteso a bordo <strong>di</strong> qualche<br />

nave in momento <strong>di</strong> particolare pericolo molti moccoli e qualche bestemmia, mai però mi è<br />

successo <strong>di</strong> sentire qualcuno accennare in modo meno che riverente alla Maestà del Re. Era<br />

sopratutto ra<strong>di</strong>cato nella mente dei suoi soldati il convincimento che la sua lealtà era superiore ad<br />

ogni sospetto. Vittorio Emanuele era sempre l’uomo del convegno <strong>di</strong> Peschiera che riscattò con<br />

la sua fiducia l’onore dell’Esercito barcollante dopo Caporetto, era sempre il pronipote <strong>di</strong> Carlo<br />

Alberto che aveva saputo ab<strong>di</strong>care per salvare il Piemonte, la rischiosa avventura dell’Unità<br />

d’Italia fortunatamente per lui finita bene (oggi tutti sono contro la Monarchia dei Savoia e tutti<br />

sanno <strong>di</strong>mostrare, come hanno fatto, che la sua popolarità era basata sulla dabbenaggine del<br />

14


popolo italiano perché i Savoia tutto hanno buttato a mare pur <strong>di</strong> salvare il trono; ad ogni modo<br />

fino alle 18.30 del tragico 8 settembre 1943 le forze armate italiane, ed in particolare la Marina,<br />

adoravano il loro Re).<br />

Era sopratutto ra<strong>di</strong>cato nella mente <strong>di</strong> tutti i militari che quella frase del giuramento: "il bene<br />

inseparabile del Re e della Patria" fosse una realtà impossibile ha subire qualsiasi mutamento<br />

fino a che Vittorio Emanuele era sul Trono.<br />

Ed il 25 lu<strong>gli</strong>o, che pure segnò un momento molto critico della nostra vita nazionale, fu accolto<br />

da tutti con la massima <strong>di</strong>sciplina. Fra i soldati al fronte la cosa apparve un po’ strana essendo<br />

noto il lento ma continuo sgretolarsi del fronte interno, ma in ciò si vide sopratutto l’intervento<br />

del Sovrano per sostituire un regime che ai fatti della guerra si era <strong>di</strong>mostrato demagogico, poco<br />

serio e niente preparato, con un governo militare atto ad affrontare con energia le ore tragiche<br />

che si preparavano per la Patria.<br />

E’ da notare come fra i soldati al fronte si ritenesse che le operazioni avrebbero subito una svolta<br />

decisiva non appena il nemico avesse messo piede sulla Penisola. Non che si ritenesse <strong>di</strong> poter<br />

cambiare le sorti della guerra, ma tolto <strong>di</strong> mezzo l’ostacolo ormai insormontabile delle<br />

comunicazione marittime annichilite – si era certi che il nemico avrebbe trovato pane per i suoi<br />

denti nella resistenza ad oltranza che il nuovo Esercito avrebbe opposto. E ciò malgrado il<br />

comportamento poco buono <strong>di</strong> gran parte delle truppe della Sicilia, in quanto in Sicilia<br />

esistevano alcuni fattori particolari sfavorevoli a noi: mancanza <strong>di</strong> comunicazioni marittime, con<br />

impossibilità <strong>di</strong> ammassare truppe nelle zone d’attacco, morale depresso della popolazione per i<br />

bombardamenti a massa con impossibilità – soprattutto per <strong>di</strong>sorganizzazione locale oltre che per<br />

impossibilità materiali – <strong>di</strong> riparare almeno in parte ai danni, completa <strong>di</strong>sorganizzazione dei<br />

servizi alimentari e ferroviari, presenza <strong>di</strong> forti aliquote <strong>di</strong> truppe regionali. Tutto ciò nella<br />

Penisola sarebbe mancato e quin<strong>di</strong> la resistenza sarebbe stata effettiva.<br />

Le assicurazioni del Governo Bado<strong>gli</strong>o fecero appunto rafforzare tale convinzione, mentre il<br />

sopraggiungere <strong>di</strong> nuove forze tedesche confermava la possibilità <strong>di</strong> infliggere finalmente<br />

all’VIII° armata britannica ( già tenuta a bada da Messe in Tunisia) ed alla V° americana una<br />

sconfitta in campo aperto.<br />

Su questo quadro della situazione piombò il fulmine dell’armistizio unilaterale, armistizio<br />

incomprensibile per chiunque sapesse come 14 <strong>di</strong>visioni tedesche (<strong>di</strong> cui alcune corazzate)<br />

valessero – anche a parità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni morali – almeno 45 nostre <strong>di</strong> cui nessuna corazzata per la<br />

superiorità <strong>di</strong> armamento, <strong>di</strong> addestramento, <strong>di</strong> esperienza combattiva; per chi sapesse, per averlo<br />

visto in Sicilia, come le nostre truppe erano in un momento <strong>di</strong> crisi morale, tanto che bastava una<br />

qualsiasi sorpresa per to<strong>gli</strong>er loro ogni mordente; per chi sapesse come chiedere <strong>di</strong> punto in<br />

bianco a dei soldati <strong>di</strong> assaltare in<strong>di</strong>vidualmente <strong>gli</strong> alleati <strong>di</strong> tre anni (anche se questi alleati<br />

erano in ben poco simpatici tedeschi) era cosa impossibile.-<br />

Sarebbe occorso una delle due cose:<br />

aggiungere al proclama che alle truppe tedesche erano concessi "Tot" giorni per evacuare l’Italia<br />

e or<strong>di</strong>nare contemporaneamente ai più alti comandanti militari <strong>di</strong> prendere in tal senso accor<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

detta<strong>gli</strong>o,<br />

rinchiudere il Re e il Bado<strong>gli</strong>o a Roma e ivi resistere ad oltranza ad ogni assolto tedesco.-<br />

15


Ciascuna delle due soluzioni sarebbe stata infelice in quanto non era concepibile trattare un<br />

armistizio isolato durante una guerra combattuta a fianco <strong>di</strong> un alleato e quin<strong>di</strong> l’onore nazionale<br />

(già giocato con l’entrata in guerra del 1915 e ulteriormente compromesso con l’aggressione alla<br />

Francia nel 1940) sarebbe stato gravemente insu<strong>di</strong>ciato, ma almeno si sarebbe salvata la coesione<br />

nazionale e si sarebbe potuto permettere il salvataggio dell’onore dell’esercito.-<br />

Nessuna delle due soluzioni fu adottata ed il risultato dell’armistizio superaffrettato e<br />

supersemplicista fu quello che tutti conoscono: avvilimento della nazione, sacrificio enorme<br />

delle armate <strong>di</strong> occupazione soprattutto dei Balcani, <strong>di</strong>sarmo dell’esercito, cinquecentomila<br />

prigionieri in Germania, fuga <strong>di</strong> tutti i capi responsabili, consegna della flotta nei porti nemici, <strong>di</strong><br />

quella flotta che era stata assente dai mari della Sicilia.-<br />

In questa situazione sembrava che il bene del Re e quello della Patria si fossero<br />

irrime<strong>di</strong>abilmente <strong>di</strong>ssociati.- Dei due soggetti il primo appariva in fuga ansioso solo <strong>di</strong> salvare<br />

la propria persona fisica mentre la seconda veniva percossa ed infangata da<strong>gli</strong> atti, dalle parole e<br />

dalle insolenze uscenti dalle bocche straniere e purtroppo anche italiane.- (In quei terribili giorni<br />

i soli a non imprecare furono i pochi incoscienti che credevano <strong>di</strong> vedere sbarcare in una<br />

settimana su tutti i li<strong>di</strong> d’Italia una marea anglo-americana tale da annichilire con la sola<br />

presenza i tedeschi ed evitare così ogni <strong>di</strong>struzione, pochissimi altri piangevano lacrime amare <strong>di</strong><br />

dolore su tanta rovina).-<br />

In queste con<strong>di</strong>zioni molti militari ritennero che fosse loro dovere abbandonare il Re alla sua<br />

fuga poco onorevole e restare vicini alla Patria per sollevarla <strong>di</strong> quel poco che sarebbe stato<br />

ancora loro concesso.=<br />

Il numero <strong>di</strong> costoro è <strong>di</strong>fficile a potersi precisare oggi, ma è da ritenere che si aggirava sui<br />

duecentomila soldati almeno.- Costoro o rimasero come reparti completi a continuare la guerra a<br />

fianco dei tedeschi o, con iniziativa singola, chiesero ed ottennero <strong>di</strong> entrare a far parte<br />

dell’esercito tedesco.-<br />

La ban<strong>di</strong>era della X^ Flotti<strong>gli</strong>a MAS non era mai stata ammainata e questa ban<strong>di</strong>era, la sola forse<br />

che entro il territorio metropolitano non si fosse abbassata con la resa all’occupazione angloamericana<br />

né inchinata all’occupante tedesco, attirò intorno a se mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> tutte le età<br />

e <strong>di</strong> tutte le armi.- Essi erano soprattutto guidati dall’esempio de<strong>gli</strong> affondatori <strong>di</strong> Gibilterra, <strong>di</strong><br />

Alessandria, <strong>di</strong> Suda e <strong>di</strong> Malta che nel partire per le azioni offensive sapevano già come per loro<br />

fosse quasi impossibile ritornare, e come questi sapevano che dai sacrifici e dai rischi ai quali si<br />

esponevano non potevano sperare <strong>di</strong> vincere una guerra già perduta, ma contavano <strong>di</strong> salvare ciò<br />

che ancora si poteva salvare, soprattutto l’onore delle forze armate.- E la ban<strong>di</strong>era della X^ sin<br />

dai primi giorni della sua seconda vita porta scritto questo solo motto: "Per l’onore".-<br />

Tutto ciò avveniva al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> qualsiasi ripresa civile o governativa del paese, in un campo<br />

prettamente militare.-<br />

Gli aderenti alla X^, non solo non attesero né guardarono ad una ricostituzione del governo, ma<br />

quando questo si formò con uomini politici già noti, essa mantenne le <strong>di</strong>stanze in attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

sospetto ed indagine quando, ai primi <strong>di</strong> Novembre, il neo partito fascista repubblicano cominciò<br />

a germo<strong>gli</strong>are, prese un atteggiamento nettamente contrario, atteggiamento manifestatosi<br />

soprattutto nel <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o, praticamente mai colmato, con la marina repubblicana, considerata quale<br />

espressione della malafede, delle cattive abitu<strong>di</strong>ni, e dei sistemi moralmente poco puliti del<br />

peggiore periodo del fascismo anti 25 Lu<strong>gli</strong>o.-<br />

16


Il <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o scoppiò nei fatti del 9 Gennaio 1944 ( arresto del Capitano <strong>di</strong> Vascello Bedeschi), nel<br />

successivo arresto del Com/te <strong>Borghese</strong> e terminò, nel mese <strong>di</strong> Marzo, con l’allontanamento del<br />

Sottosegretario Ferrini compilatore dell’accusa <strong>di</strong> tentativo <strong>di</strong> colpo <strong>di</strong> stato da parte delle 3<br />

meda<strong>gli</strong>e d’oro: <strong>Borghese</strong> – Grossi e Arillo.-<br />

Tale atteggiamento fu anche manifestamente mantenuto nella tessera <strong>di</strong> riconoscimento che fu<br />

sempre quella della X^ e mai quella del Ministero.- Ciò aveva grande importanza in quanto la X^<br />

si considerò sempre alleata con i tedeschi a parità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni, mentre il governo accettò un<br />

trattamento <strong>di</strong> inferiorità palese nei riguar<strong>di</strong> dei tedeschi (reparti misti, nessuna unità navale né<br />

terrestre, regolamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina tedesco e tribunali tedeschi ecc.).<br />

Riassumendo, l’in<strong>di</strong>rizzo della X^ fu quello <strong>di</strong> continuare la lotta contro <strong>gli</strong> anglo-americani, non<br />

riconoscere rispetto ai tedeschi nessuna con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> inferiorità mantenendo nei loro riguar<strong>di</strong> un<br />

atteggiamento estremamente energico, rifiutare qualsiasi assorbimento politico e sostenere che<br />

anche quando tutto è perduto è dovere <strong>di</strong> ogni uomo <strong>di</strong>fendere l’onore della nazione.-<br />

Furono fissati i punti fondamentali dell’atteggiamento della X^:<br />

L’Italia non si confonde né con un partito politico ormai svilito dalle proprie malefatte né con un<br />

gruppo <strong>di</strong> alti funzionari dello Stato che non hanno saputo né fare la guerra né fare la pace.-<br />

L’onore dell’Italia è superiore a qualsiasi interesse privato e, ormai che tutti <strong>gli</strong> interessi<br />

materiali della nazione sono stati compromessi, è l’unico bene spirituale che ci rimane e va<br />

<strong>di</strong>feso ad oltranza contro tutti; quin<strong>di</strong> raggiungere al più presto il fronte in terra e in mare per<br />

combattere l’invasore anglo-americano, e contegno energico verso l’occupante per non<br />

ammettere alcun sorpruso.-<br />

Un governo italiano <strong>di</strong> fatto non esiste e quin<strong>di</strong> non è concepibile coprirsi <strong>di</strong> galloni e insignirsi<br />

<strong>di</strong> cariche dai nomi roboanti; quin<strong>di</strong> niente promozioni se non quelle concesse sul campo.-<br />

Lotta a qualsiasi forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>sonestà sia morale che materiale.-<br />

Evitare qualsiasi ulteriore scissione fra <strong>gli</strong> italiani; quin<strong>di</strong> forze armate composte soltanto <strong>di</strong><br />

volontari e nessuna combattimento contro quelli della montagna.-<br />

Breve cronistoria de<strong>gli</strong> avvenimenti<br />

Il 14 Settembre, il pugno <strong>di</strong> uomini rimasti a La Spezia, confermava alle autorità tedesche la<br />

decisione <strong>di</strong> continuare a combattere e il Capitano <strong>di</strong> Fregata <strong>Borghese</strong> firmava un accordo in<br />

base al quale alla X^ Flotti<strong>gli</strong>a MAS veniva riconosciuta la qualità <strong>di</strong> alleata delle forze armate<br />

germaniche e che tutti i materiali e immobili ad essa appartenenti rimanevano <strong>di</strong> sua proprietà.-<br />

Tale accordo veniva confermato a Berlino verso il 20 Settembre, dove inoltre la Marina<br />

germanica si impegnava <strong>di</strong> affidare unità navali alla X^ e al Betasom per la continuazione della<br />

guerra. Parte de<strong>gli</strong> equipaggi <strong>di</strong> Gotenhafen venivano avviati a La Spezia.-<br />

Verso i primi <strong>di</strong> Ottobre giungeva a La Spezia una piccola autocolonna al comando del Maggiore<br />

del G.N. Bardelli con una quarantina <strong>di</strong> uomini del San Marco armati e con ban<strong>di</strong>era italiana.-<br />

Venivano da Pola e nel tragitto ebbero acco<strong>gli</strong>enze trionfali dalla gente che non poteva credere ai<br />

propri occhi.- Il ricordo delle torme <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarmati fuggiaschi erano ancora troppo vivo.-<br />

17


Alla stessa data con l’arrivo de<strong>gli</strong> uomini <strong>di</strong> Buttazzoni (NP) e <strong>di</strong> Wolk a La Spezia c’erano circa<br />

300 uomini.- (Il 14 Settembre erano 30).- Di questi, circa 150 erano dell’esercito e furono subito<br />

aggregati al San Marco essendosi decisa la costituzione <strong>di</strong> un batta<strong>gli</strong>one <strong>di</strong> fanteria <strong>di</strong> marina da<br />

inviare al fronte.- Inoltre da ogni parte dell’Italia arrivavano adesioni e si preannunciavano arrivi<br />

<strong>di</strong> uomini.-<br />

A fine Ottobre il numero era <strong>di</strong> 2.000; in Novembre e Dicembre l’afflusso fu fortissimo tanto che<br />

per le impossibilità materiali <strong>di</strong> accasermare, vestire, equipaggiare ed inquadrare tale massa <strong>di</strong><br />

uomini, moltissimi furono rimandati a casa.- Fino al mese <strong>di</strong> Febbraio compreso 300 – 400 unità<br />

giornaliere; in Marzo la leva delle classi dal 20 al 25 lo fece <strong>di</strong>minuire notevolmente, inoltre in<br />

Aprile il governo proibì <strong>gli</strong> arruolamenti, che dovevano essere fatti soltanto dalle federazioni dei<br />

fasci, e l’arruolamento si ridusse a ben poco.- L’andamento delle operazioni belliche e la<br />

propaganda anglo-americana mantennero tale riduzione dal mese <strong>di</strong> Maggio in poi.- Ad ogni<br />

modo la X^ arruolò in totale più <strong>di</strong> 30 mila uomini.- Dico subito che la metà <strong>di</strong> tali uomini fu<br />

allontanata dalla X^ nel lavoro continuo <strong>di</strong> selezione che fu sempre fatto fino all’ultimo giorno.-<br />

Come è facile comprendere un simile sviluppo non solo non era stato supposto, ma per <strong>di</strong> più<br />

metteva <strong>di</strong> fronte al problema pratico <strong>di</strong> far vivere tutti questi uomini, <strong>di</strong> vestirli, armarli ed<br />

equipaggiarli.- Il massimo delle cure fu dato al reparto mezzi d’assalto (entrata in azione alla<br />

vigilia dello sbarco a Nettuno 20 Gennaio 1944); fu quin<strong>di</strong> fatta una cernita molto accurata per<br />

sce<strong>gli</strong>ere nella massa <strong>gli</strong> in<strong>di</strong>vidui più idonei da inviare alla scuola preparatoria dei mezzi<br />

d’assalto prima e poi alle 3 scuole assaltatori.- I Marinai restanti vennero tutti raggruppati nel<br />

così detto "Reparto Navale" per costituire <strong>gli</strong> equipaggi dei MAS e nel "Reparto Subacqueo" per<br />

<strong>gli</strong> equipaggi dei sommergibili trasportatori (i 3 affondati al Muggiano e <strong>di</strong> cui fu subito iniziato<br />

il ricupero); i non marinai furono inquadrati nei batta<strong>gli</strong>oni del San Marco; in particolare i<br />

paracadutisti vennero inquadrati nel batta<strong>gli</strong>one NP.-<br />

La Marina tedesca si urtò imme<strong>di</strong>atamente dello sviluppo preso dalla X^ e manifestò subito la<br />

sua netta opposizione perché il suo piano, accettato dal governo, prevedeva soltanto uomini (tipo<br />

pecore) per equipaggi e reparti misti comandati da tedeschi, per reparti scaricatori, oltre a una<br />

serie <strong>di</strong> "Coman<strong>di</strong> Servizi Marina" con incarichi puramente amministrativi.- (Far parte <strong>di</strong> quei<br />

Coman<strong>di</strong>, secondo i tedeschi, voleva <strong>di</strong>re praticamente commerciare in "avorio nero".- bianco nel<br />

nostro caso.- Soltanto de<strong>gli</strong> smidollati decisi a salvare solo se stessi senza farsi scrupolo del<br />

lavoro svolto avrebbero potuto farlo.- Merito della X^ <strong>di</strong> aver subito capito dove si voleva finire<br />

e <strong>di</strong> essersi rifiutata <strong>di</strong> aver a che fare con simile incarico).-<br />

Come conseguenza la Marina tedesca fornì alla X^ soltanto il minimo in<strong>di</strong>spensabile per i mezzi<br />

d’assalto, consegnò sei MAS ed una motosilurante, osteggiò il recupero dei sommergibili<br />

trasportatori, <strong>di</strong> cui però alla fine tentò <strong>di</strong> assegnarne solo uno alla X^, e per il resto <strong>di</strong>ede<br />

praticamente soltanto i viveri.- Nessuna arma, nessun equipaggiamento, non una <strong>di</strong>visa, non un<br />

automezzo.- Nulla.-<br />

Neanche il Ministero della Marina <strong>di</strong>ede nulla perché impiegava <strong>gli</strong> autocarri a trasportare la<br />

roba del Ministero da Roma a Belluno, e del resto non aveva nulla; anche il danaro era negato ed<br />

intanto i fo<strong>gli</strong> d’or<strong>di</strong>ni portavano promozioni su promozioni per meriti speciali de<strong>gli</strong> Ufficiali <strong>di</strong><br />

Belluno.-<br />

L’atteggiamento della X^ fu deciso: aperta lotta con la Marina germanica i cui or<strong>di</strong>ni venivano<br />

boicottati ed eseguiti soltanto nella parte strettamente in<strong>di</strong>spensabile onde non scatenare il furore<br />

teutonico, aperta presa <strong>di</strong> posizione verso il Ministero al quale venne chiaramente rinfacciata la<br />

18


dappocaggine, l’incapacità, la malafede e l’arrivismo. (<strong>Borghese</strong> non accettò la promozione a<br />

Capitano <strong>di</strong> Vascello ufficialmente comunicata<strong>gli</strong> dal Ministero).-<br />

Bisognava però risolvere il problema e da soli.-<br />

I tedeschi avevano bloccato per se tutta la produzione italiana <strong>di</strong> ogni genere e occupati tutti i<br />

magazzini; requisivano tutto il materiale già appartenente allo Stato e tutte le scorte<br />

rintracciabili.- Si trattò <strong>di</strong> metter le mani su tale roba e portar<strong>gli</strong>ela via sotto il naso.- Si fece ciò<br />

soprattutto nel campo delle armi e de<strong>gli</strong> automezzi.-<br />

Una falange <strong>di</strong> italiani si de<strong>di</strong>cò con sviscerato amore ed enorme alacrità soprattutto nei<br />

primissimi giorni dopo l’8 Settembre all’occultamento <strong>di</strong> roba (sopratutto automezzi, "rubata" a<br />

depositi militari ed alla successiva ven<strong>di</strong>ta in proprio sul così detto mercato nero.-<br />

Si tentò <strong>di</strong> recuperare parte <strong>di</strong> tale roba e il resto si acquistò cercando <strong>di</strong> pagare (e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> far<br />

pagare allo stato), delle somme il meno esagerato possibile.- In questo campo si trovarono<br />

legioni <strong>di</strong> collaboratori; masse <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> ambo i sessi affollavano il Comando per in<strong>di</strong>care<br />

roba nascosta (per la quale volevano premi <strong>di</strong> recupero) od offrirne altra in ven<strong>di</strong>ta clandestina a<br />

prezzi proibitivi.<br />

(per inciso nessuno, almeno in Marina, avrebbe creduto mai che in Italia esistesse un concorso<br />

così totalitario a formare le torme <strong>di</strong> volgari profittatori e <strong>di</strong> farabutti).-<br />

La X^ dovette, soprattutto nei primi tempi, soggiacere a questo stato <strong>di</strong> cose e rassegnarsi ad uno<br />

stato <strong>di</strong> fatto che investiva tutta la Nazione (parlo <strong>di</strong> quando si combatteva ancora a Salerno).<br />

Evidentemente però fu dato in testa ai ladri che si erano appropriati indebitamente della roba<br />

dello Stato e che la volevano rivendere allo Stato a prezzi esosi, ai delatori interessati che<br />

volevano premi e ricompense, ai signori del mercato nero.- Ciò ha covato alla X^ de<strong>gli</strong> o<strong>di</strong> che<br />

evidentemente oggi la fanno bersa<strong>gli</strong>o delle più basse calunnie.- Si noti che la sfacciataggine dei<br />

profittatori è stata tanta da non farsi scrupolo <strong>di</strong> indossare ad<strong>di</strong>rittura la <strong>di</strong>visa della X^ e<br />

maneggiare poi per ottenere incarichi <strong>di</strong> approvvigionamento.-<br />

Essi sono stati però quasi tutti in<strong>di</strong>viduati e cacciati dalla X^ o rinviati ai tribunali nei casi in cui<br />

esistevano le prove incriminanti.- Non occorre <strong>di</strong>re che costoro, quasi tutti, hanno trovato e<br />

trovano modo <strong>di</strong> passare per vittime politiche e rappresentano un’altra categoria <strong>di</strong> calunniatori.-<br />

Oltre a ciò sono essi quei tali che più si sono fatti notare e giu<strong>di</strong>care male per aver frequentato <strong>gli</strong><br />

ambienti e <strong>gli</strong> uomini del mercato nero.- La X^ può <strong>di</strong>re soltanto e al caso <strong>di</strong>mostrarlo, che essi<br />

sono stati quasi tutti eliminati e che oggi si vedono ancora in giro indaffarati a giocare <strong>gli</strong> stessi<br />

giuochi con i vincitori.- E’ certamente gente che a lungo andare potrà essere messa in con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> non nuocere ulteriormente alla nazione, ma è altresì doveroso riconoscere che più <strong>di</strong> quanto è<br />

stato fatto dalla X^, contro <strong>di</strong> loro non era possibile fare date le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne del paese<br />

e soprattutto le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> impossibilità <strong>di</strong> funzionamento della giustizia nei venti mesi dopo<br />

l’8 Settembre quando essa fu prima inesistente, poi bloccata dall’errore della leva (250 mila<br />

<strong>di</strong>sertori) e infine paralizzata dal fatto che ogni processo assumeva aspetto politico.-<br />

In questo clima i lestofanti, i quali checchè <strong>di</strong>cano oggi, sono volontariamente appoggiati alle<br />

organizzazioni <strong>di</strong> sfruttamento tedesche onde sfuggire ancor me<strong>gli</strong>o alla giusta repressione,<br />

hanno pullulato e pullulano.-<br />

19


Va infine rilevato che, dopo circa un anno <strong>di</strong> vita, la X^ era riuscita ad istituire de<strong>gli</strong> organi i<br />

quali funzionavano con regolarità ed avevano abolito qualsiasi inframmettenza <strong>di</strong> sporchi<br />

in<strong>di</strong>vidui.-<br />

Imme<strong>di</strong>atamente dopo venne intensificata l’epurazione in quanto nella nuova atmosfera <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

tutti <strong>gli</strong> zoppi poterono venir in<strong>di</strong>viduati.-<br />

A metà Novembre mentre tutte queste attività erano in atto, la X^ tentò <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care tutte le sue<br />

forze soltanto al campo navale e per questo furono intavolate trattative con il Ministero della<br />

Marina per sistemare la questione della fanteria <strong>di</strong> Marina. Il problema non era semplice dal lato<br />

psicologico perché <strong>gli</strong> uomini non volevano sentir parlare <strong>di</strong> forze <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong>rettamente dal<br />

governo a in<strong>di</strong>rizzo esclusivamente politico e soltanto nello scudetto della X^ vedevano<br />

chiaramente definito l’impulso a carattere apolitico unicamente nazionale che li spingeva.-<br />

Inoltre la X^ si era impegnata <strong>di</strong> puntare energicamente i pie<strong>di</strong> onde evitare un invio in Germania<br />

a qualsiasi titolo, addestrativo od altro.-<br />

Ne<strong>gli</strong> ambienti del Ministero questa situazione <strong>di</strong> fatto venne interpretata nel modo seguente:<br />

avversione al fascismo e tentativo del <strong>Borghese</strong> <strong>di</strong> costituirsi un esercito personale con scopi non<br />

bene definiti, ma certamente poco puliti.-<br />

In questa atmosfera la situazione non venne definitivamente risolta, ma si decise solo la nomina<br />

del Comandante e del Comandante in 2^ del Reggimento San Marco: Capitano <strong>di</strong> Vascello<br />

Bedeschi e Capitano <strong>di</strong> Fregata Tortora.-<br />

Il Capitano <strong>di</strong> Vascello Bedeschi rimasto in Comando per 40 giorni, si fece notare per la sua<br />

assenza da La Spezia.- Fece due o tre lunghi viaggi con rapide capatine a La Spezia.- Ad ogni<br />

viaggio corrispondevano or<strong>di</strong>ni maleaccettati.- Fu pubblicato sul fo<strong>gli</strong>o d’or<strong>di</strong>ni che il San<br />

Marco non faceva più parte della X^ e <strong>di</strong>pendeva <strong>di</strong>rettamente dal Gabinetto; si seppe, e<br />

arrivarono <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni che il primo batta<strong>gli</strong>one pronto come quadri doveva andare in Piemonte<br />

(pezzo <strong>di</strong> lotta antipartigiana) i partigiani allora esistevano solo in Piemonte) anziché al Sud per<br />

il rapido addestramento prima e per l’impiego subito dopo, si <strong>di</strong>sse che il Cap. <strong>di</strong> Vasc. Bedeschi<br />

avesse proposto – nel suo ultimo viaggio – al Capo del Governo <strong>di</strong> mettere il San Marco in<br />

camicia nera.-<br />

Il Capitano <strong>di</strong> Vascello Bedeschi era squadrista e benché il suo passato <strong>di</strong> guerra fosse giu<strong>di</strong>cato<br />

bene, non altrettanto era apparso chiaro quello all’8 <strong>di</strong> Settembre.- Il Capitano <strong>di</strong> Fregata Tortora<br />

sosteneva tutto ciò che il C.V. Bedeschi faceva.- Il 6 Gennaio il Maggiore Bardelli, Comandante<br />

del 1° Batta<strong>gli</strong>one, fu chiamato a Belluno dove ebbe or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> raggiungere subito il Piemonte (il<br />

Batta<strong>gli</strong>one non era ancora equipaggiato e l’armamento era composto <strong>di</strong> soli mitra).- La sera<br />

dell’8 era <strong>di</strong> ritorno a La Spezia.- Il Com/te <strong>Borghese</strong> era assente.- In una riunione <strong>di</strong> suoi<br />

ufficiali informò de<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni ricevuti; da questo fu a sua volta messo al corrente che il mattino<br />

seguente il C.V. Bedeschi aveva <strong>di</strong>sposto una assemblea generale in cui si riteneva avrebbe<br />

informato la gente della partenza per il Piemonte e della storia – così si credeva – della camicia<br />

nera.-<br />

Mezz’ora prima dell’assemblea il Maggiore Bardelli arrestò il Com/te Bedeschi e il Com/te<br />

Tortora e li consegnò alla Federazione del fascio <strong>di</strong> Firenze.-<br />

Fu anche ventilato il proposito <strong>di</strong> autotrasportatore un reparto a Brescia ed imprigionare Renato<br />

Ricci Comandante generale della guar<strong>di</strong>a repubblicana ritenuto sostenitore dell’accentramento<br />

20


delle truppe italiane in Piemonte per i noti scopi <strong>di</strong> guerra civile.- Non era realizzabile<br />

materialmente.-<br />

Successe il finimondo. <strong>Borghese</strong> invitato telefonicamente alla Spezia per eseguire una inchiesta<br />

viene subito dopo telefonicamente convocato a Gardone per riferire al Capo del Governo. Dopo<br />

essere stato spinto a deporre la pistola con un trucco da operetta viene introdotto invece che dal<br />

Capo del Governo in una stanza secondaria e <strong>di</strong>chiarato in arresto da un Generale o Colonnello<br />

della Milizia. Trasportato a Brescia viene chiuso in fortezza per un giorno e poi trasferito per<br />

altri un<strong>di</strong>ci in una villetta e sorve<strong>gli</strong>ato da sei o sette Ufficiali della guar<strong>di</strong>a. I due Ufficiali che lo<br />

accompagnavano vengono arrestati e tenuti in fortezza per se<strong>di</strong>ci giorni.<br />

A La Spezia la X^ si barrica nella caserma con le armi pronte in attesa del reparto delle S.S.<br />

Tedesche <strong>di</strong> cui è previsto l’arrivo per l’arresto collettivo, decisa a sostenere il combattimento.<br />

I Capitani <strong>di</strong> Corvetta Allegri, Arillo e Lensi comandano i reparti <strong>di</strong> La Spezia. Le S.S. non<br />

giungono; i tedeschi si <strong>di</strong>sinteressano della cosa. Ne<strong>gli</strong> ambienti del Ministero ed in genere in<br />

tutti quelli ligi al Governo si accusa la X^ <strong>di</strong> essere una banda <strong>di</strong> pirati e si spargono le peggiori<br />

calunnie. Il Capitano <strong>di</strong> Vascello Grossi, subito informato, viene in Italia e per la sua<br />

intromissione <strong>Borghese</strong> viene rilasciato ed incaricato <strong>di</strong> eseguire l’inchiesta già or<strong>di</strong>nata<strong>gli</strong>.- In<br />

tutto questo pandemonio la X^ continua il suo lavoro ed intanto il batta<strong>gli</strong>one parte per Cuneo,<br />

comandato dal Capitano Vallauri, ma informa il prefetto Quarantotto che intende continuare<br />

l’approntamento e si rifiuta <strong>di</strong> fare lotta antiribelli – ciò è accettato.- La sosta dura pochi giorni (<br />

una quin<strong>di</strong>cina).-<br />

Si riesce a sapere che la accusa principale è quella <strong>di</strong> preparazione <strong>di</strong> un colpo <strong>di</strong> stato.-<br />

Viene inviato un generale <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione ad eseguire l’inchiesta per conto del Ministero forze<br />

armate.-<br />

Dopo molte <strong>di</strong>scussioni anche violente, nelle quali si infilano tutti i Ministri e tutti i pezzi grossi<br />

del partito fascista, l’accusa <strong>di</strong> colpo <strong>di</strong> stato viene smontata.- Nuova lotta perché il governo non<br />

vuole allontanare il Sottosegretario Ferrini.- Alla fine la X^ la spunta e l’Ammir. Sparzani<br />

sostituisce il C.V. Ferrini.-<br />

Il 1° Batta<strong>gli</strong>one ribattezzato "Barbarigo" è in possesso del minimo in<strong>di</strong>spensabile per poter alla<br />

meno peggio andare al fronte; viene chiesto e viene accordato che, quasi a riparazione dei fatti<br />

del 9 Gennaio, il batta<strong>gli</strong>one vada al fronte.- I tedeschi concedono e il Barbarigo, rientrato da<br />

Cuneo, ai primi <strong>di</strong> Marzo raggiunge Roma e poi si sposta a Nettuno.- Il Maggiore Bardelli esce<br />

<strong>di</strong> straforo dalla fortezza e prende il comando del Batta<strong>gli</strong>one; fino a quando il batta<strong>gli</strong>one non è<br />

entrato in linea il Capo del Governo e il Maresciallo Graziani, malgrado le insistenti domande<br />

non riescono a sapere il nome del Comandante.-<br />

Bardelli a Roma deve pensare a dare al Batta<strong>gli</strong>one tutto ciò che <strong>gli</strong> occorre per fare la guerra.-<br />

Ottiene tutte le armi dai tedeschi, costituisce anzi il primo reparto <strong>di</strong> arti<strong>gli</strong>eria con altri uomini<br />

inviati da Spezia.- Procura il resto attraverso le autorità italiane <strong>di</strong> Roma malgrado il<br />

boicottaggio de<strong>gli</strong> uni, la <strong>di</strong>ffidenza e l’avversione de<strong>gli</strong> altri.- Il batta<strong>gli</strong>one a Nettuno si<br />

sobbarca prima la linea e nei turni <strong>di</strong> riposo, compie l’addestramento nelle retrovie.-<br />

E’ della stessa epoca l’invio dei MAS, oltre ai mezzi d’assalto, ad operare contro la testa <strong>di</strong> ponte<br />

<strong>di</strong> Nettuno.-<br />

21


La Marina tedesca si <strong>di</strong>mostra sempre più infida e cresce sempre più il contrasto con la X^ che<br />

non vuole chinare la testa.<br />

Essa informa definitivamente che non intende occuparsi della fanteria <strong>di</strong> Marina e non da<br />

neanche un’arma. Desidera che tutto il San Marco sia messo a sua <strong>di</strong>sposizione per sud<strong>di</strong>viderlo<br />

per incarichi costieri in reparti misti. Intanto a Spezia il 2° batta<strong>gli</strong>one "Lupo" ha completato i<br />

suoi quadri (è ancora in borghese) e fa già addestramento.<br />

Il Com/te <strong>Borghese</strong>, entrato in contatto con l’esercito tedesco dal quale <strong>di</strong>pende il Barbarico,<br />

ottiene che il "Lupo" sia armato dall’esercito e sia inviato ad addestrarsi presso una <strong>di</strong>visione<br />

tedesca <strong>di</strong> secondo impiego nell’Italia centrale. E’ <strong>di</strong> questo periodo la chiamata delle classi <strong>di</strong><br />

leva, l’errore più colossale fatto dal Governo repubblicano e dai tedeschi.<br />

Il governo fascista era mal visto da tutti e viveva soltanto perché appoggiato e imposto dai<br />

tedeschi. C’erano molti italiani <strong>di</strong> tutti i casi <strong>di</strong> tutti i ceti convinti che si doveva combattere<br />

ancora; neanche questi però intendevano confondere la loro de<strong>di</strong>zione per la Patria ad una<br />

adesione al fascismo. Questi sarebbero accorsi volontari in formazioni militari <strong>di</strong> tipo X^ ; <strong>gli</strong><br />

altri sarebbero rimasti a casa a lavorare.<br />

Esisteva poi il "terrore della Germania"; nessuno si fidava <strong>di</strong> andarci e nessuno ci voleva andare.<br />

Infine nulla esisteva per acco<strong>gli</strong>ere, vestire ed equipaggiare tanti uomini; né caserme, né<br />

Ufficiali, né mezzi. La leva infatti <strong>di</strong>ede 350.000 uomini; <strong>di</strong> essi sembra che 270.000 abbiano<br />

<strong>di</strong>sertato. Era da prevedersi ancora peggio. Forte il problema dei renitenti e dei <strong>di</strong>sertori – i ban<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> amnistia non fecero nessun bene perché la con<strong>di</strong>zionavano ad un reingresso nel FF.AA.,<br />

reingresso ormai impossibile per la perpetuazione dell’impossibilità materiale <strong>di</strong> tenere <strong>gli</strong><br />

uomini e per il nuovo problema dei partigiani.<br />

La X^ sconsi<strong>gli</strong>ò tale atto, ma il Ministero (ancora Ferrini) non volle intendere ragioni. La X^<br />

offrì, se non veniva messa la leva, <strong>di</strong> dare una <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> volontari da addestrare in Italia in<br />

breve tempo. Non fu accettato. Sia per i tedeschi che per il Governo il ragionamento si faceva<br />

sulla carta e non sullo spirito e sulla volontà de<strong>gli</strong> uomini.<br />

La X^ fornì alla <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> fanteria <strong>di</strong> Marina 3.000 volontari non Ancora vestiti, informato in<br />

precedenza <strong>di</strong> dover accettare l’addestramento in Germania.- Essi accettarono.- La Marina<br />

chiamò due sole classi <strong>di</strong> leva.-<br />

Parte de<strong>gli</strong> uomini entrò nella <strong>di</strong>visione San Marco, parte fu data alla Marina tedesca per i reparti<br />

misti.- Rimasero circa 1.000 uomini.- Si trattava <strong>di</strong> specialisti che, opportunamente selezionati<br />

all’atto della leva, si volevano riservare alle unità navali promesse dai tedeschi al Ministero della<br />

Marina.-<br />

I tedeschi invece non solo non <strong>di</strong>edero le unità ma avanzarono una nuova richiesta esorbitante<br />

(se non erro <strong>di</strong> 12.000 uomini) per costituire dei batta<strong>gli</strong>oni <strong>di</strong> nebbiogenisti da inviare sulle<br />

coste del mare del Nord.- Fu mentre il Ministero preparava il bando <strong>di</strong> richiamo <strong>di</strong> una terza<br />

classe <strong>di</strong> leva che la X^ da una parte puntò i pie<strong>di</strong> e dall’altra tentò <strong>di</strong> salvare <strong>gli</strong> uomini dei suoi<br />

batta<strong>gli</strong>oni (nuovamente imperiosamente richiesti dalla Marina germanica).-<br />

Con il comando dell’esercito tedesco si buttarono le basi per la riunione dei vari batta<strong>gli</strong>oni già<br />

costituiti ed in costituzione in una unità organica italiana da chiamarsi "Divisione X^".- I<br />

tedeschi in un primo momento si lasciarono strappare una adesione <strong>di</strong> massima; su questa<br />

adesione si iniziò il lavoro malgrado l’opposizione e le proteste della Marina germanica, <strong>gli</strong><br />

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or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> scio<strong>gli</strong>mento e le minaccie del Ministero FF.AA. italiane.- Si passava ogni giorno dalla<br />

minaccia <strong>di</strong> arresto collettivo alla effettiva possibilità <strong>di</strong> veder realizzata tale minaccia.-<br />

Tralascio la parte riguardante i mezzi d’assalto, i MAS, i sommergibili, <strong>gli</strong> assaltatori e <strong>gli</strong> NP il<br />

cui lavoro organizzativo ed il cui impiego continuava anch’esso tra mille <strong>di</strong>fficoltà ed<br />

opposizioni perché queste erano <strong>di</strong> gravità minore e quelle della Divisione X^ in quanto era su<br />

questa massa <strong>di</strong> uomini che si appuntavano le mire <strong>di</strong> tutti per <strong>gli</strong> impieghi più strani ed<br />

inaccettabili (reparti misti, nebbiogeni, lotta antiribelli).-<br />

Noterò soltanto <strong>gli</strong> avvenimenti più salienti.-<br />

Il Ten. Col. Caralli, comandante in 2^ della neo Divisione X^, tracciò il seguente programma <strong>di</strong><br />

costituzione della <strong>di</strong>visione:<br />

Batta<strong>gli</strong>one <strong>di</strong> fanteria: Barbarigo – Lupo – Sagittario<br />

" ar<strong>di</strong>ti: NP. – Fulmine – Valanga<br />

" genio: Batta<strong>gli</strong>one Freccia<br />

Arti<strong>gli</strong>eria : 3 gruppi – Colleoni – Di Giussano – Da Barbiano.-<br />

Venne iniziata la costituzione contemporanea <strong>di</strong> tutti i vari batta<strong>gli</strong>oni in modo da potere evitare<br />

l’impiego fuori del fronte <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> essi.- Si voleva presentare la Divisione pronta tutta<br />

contemporaneamente per inviarla tutta insieme al fronte.- Il problema de<strong>gli</strong> uomini non<br />

presentava <strong>di</strong>fficoltà eccessive.- Le armi invece erano introvabili; si sperava <strong>di</strong> ottenerle<br />

dall’esercito tedesco.-<br />

Ai primi <strong>di</strong> Maggio sorse un nuovo fattore <strong>di</strong> grave importanza: i partigiani, rinforzati dai<br />

<strong>di</strong>sertori della leva, iniziavano le loro attività in tutta Italia.- Gli attentati terroristici nelle città<br />

furono intensificati mentre ebbero inizio su larga scala <strong>gli</strong> assalti alle strade montane ed ai treni.-<br />

La X^ fino a quel momento aveva sempre deciso <strong>di</strong> ignorare l’attività partigiana rivolta verso i<br />

tedeschi od i fascisti ed infatti al fermo <strong>di</strong> elementi della X^ si era sempre risposto inviando dei<br />

parlamentari i quali spiegato il nostro programma ottenevano la restituzione dei prigionieri.-<br />

Molti erano i contatti avuti con i partigiani le nuove formazioni che nel Maggio iniziarono a<br />

lavorare in grande stile non erano però più composte da militari, ma soprattutto da gente <strong>di</strong> partiti<br />

politici – soprattutto comunisti. –<br />

La X^ subì alcuni duri colpi: la bomba nel tram <strong>di</strong> San Bartolomeo, l’uccisione <strong>di</strong> alcuni uomini<br />

sul treno <strong>di</strong> Parma ed altri.<br />

Benché fosse necessario prendere delle misure repressive per evitare che <strong>gli</strong> uomini fossero<br />

uccisi e massacrati come pulcini, pure nessuna azione importante fu eseguita e si ritenne ancora<br />

possibile mantenere un accordo me<strong>di</strong>ante la propaganda e <strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti che furono tentati.<br />

I tedeschi però cominciarono i rastrellamenti e le spe<strong>di</strong>zioni punitive; per queste imponevano il<br />

concorso <strong>di</strong> aliquote <strong>di</strong> tutte le forze armate della zona. I reparti della X^ dovevano contribuire<br />

come <strong>gli</strong> altri; ad ogni modo non furono mai inviati nuclei superiori ai 15 – 30 uomini su colonne<br />

<strong>di</strong> trecento – quattrocento uomini. Inoltre in quell’epoca i partigiani ben <strong>di</strong>fficilmente davano<br />

combattimento e quin<strong>di</strong> non si ebbero scontri particolarmente forti. Le cose peggiorarono nel<br />

23


mese <strong>di</strong> Giugno (intorno a Spezia) ed in quell’epoca si formò un gruppo <strong>di</strong> 50 uomini il quale<br />

partecipava alle azioni in montagna. Tale soluzione permetteva <strong>di</strong> rispondere negativamente alle<br />

ulteriori richieste tedesche quando il gruppo era fuori. Il gruppo visse circa trenta giorni e poi fu<br />

sciolto afferrando la prima occasione favorevole.<br />

Ai primi <strong>di</strong> Giugno, la presa <strong>di</strong> Roma e la conseguente ritirata dei tedeschi all’Appennino fecero<br />

<strong>di</strong> Spezia zona <strong>di</strong> prima linea ed imposero lo spostamento al Nord <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> uomini in<br />

addestramento. Si dovettero sce<strong>gli</strong>ere posti in Piemonte e Lombar<strong>di</strong>a e precisamente: la Div. X^<br />

in Piemonte, i reparti navali in Lombar<strong>di</strong>a. Il trasferimento avvenne tra il 10 giugno circa ed il 25<br />

lu<strong>gli</strong>o.<br />

E’ <strong>di</strong> questo periodo la definitiva rinuncia a farsi sovvenzionare dalla Marina germanica per<br />

quanto riguardava le unità <strong>di</strong> superficie. Si decise <strong>di</strong> tenere armate soltanto le squadri<strong>gli</strong>e MAS<br />

(su 5 unità) in Tirreno e la motosilurante 75 in Adriatico. I quattrocento uomini pronti per<br />

ulteriore impiego navale vennero inviati a Pallanza per altro impiego. I sommergibili sia<br />

trasportatori che CB. Continuarono il loro approntamento.<br />

Dopo la caduta <strong>di</strong> Roma il Barbarigo rientrò dal fronte e dopo una licenza raggiunse alla fine <strong>di</strong><br />

giugno la <strong>di</strong>visione in Piemonte. Il Maggiore Bardelli, ufficiale più anziano dopo il Ten. Col.<br />

Caralli, era come questi contrario alla lotta antipartigiana che ormai sembrava inevitabile per <strong>gli</strong><br />

or<strong>di</strong>ni ricevuti dai tedeschi e dal governo oltre che per l’atmosfera del Piemonte.<br />

Il Caralli, appena giunto in Piemonte, iniziò delle trattative con i capi partigiani della zona <strong>di</strong><br />

Ivrea onde ottenere una soluzione <strong>di</strong> buon vicinato. Le trattative non portarono ad una chiara<br />

soluzione soprattutto perché i capi partigiani avevano ben poco in pugno i reparti <strong>di</strong>pendenti e<br />

praticamente non esisteva una autorità superiore capace <strong>di</strong> prendere impegni generali.<br />

Ad ogni modo il Ten. Col Caralli nei suoi <strong>di</strong>scorsi alle truppe or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> ignorare l’esistenza dei<br />

partigiani spiegando la ripugnanza a combattere contro <strong>gli</strong> italiani. Ciò provocò ad<strong>di</strong>rittura la<br />

reazione <strong>di</strong> elementi fascisti della X^, i quali presero un atteggiamento minaccioso accusando il<br />

comando <strong>di</strong> doppio giuoco. In questa atmosfera arrivò ad Ivrea il Marrire Bardelli. E<strong>gli</strong> aveva<br />

saputo <strong>di</strong>mostrare al fronte quanto fosse possibile ottenere dai tedeschi con un atteggiamento<br />

energico ed infatti si era rifiutato <strong>di</strong> considerarsi <strong>di</strong>pendente dai coman<strong>di</strong> germanici per tutto ciò<br />

che esulava dal campo operativo; fu in questo modo che <strong>di</strong>sciplina e giustizia del reparto<br />

rimasero sempre totalmente in mani italiane e su questo precedente la X^ conquistò<br />

l’in<strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> tutti i suoi reparti. Un altro dei punti fondamentali sostenuto dal Bardelli fu<br />

l’impossibilità <strong>di</strong> combattere i partigiani. A questo proposito il 7 Lu<strong>gli</strong>o 1944 colse un occasione<br />

opportuna per allontanare dalla X^ <strong>gli</strong> elementi più turbolenti. Il mattino dell’8 Lu<strong>gli</strong>o, accortosi<br />

che questi avevano approfittato <strong>di</strong> una sua concessione per portar seco più uomini e più armi <strong>di</strong><br />

quanto da lui ritenuto giusto, si <strong>di</strong>resse con una vettura e un camion (40 uomini del Barbarigo)<br />

verso la stazione <strong>di</strong> Ozegna per fermare tutti i partenti.<br />

Giunto sulla piazza del paese <strong>di</strong> Ozegna, visti due uomini armati e con fazzoletto rosso, li fece<br />

avvicinare e li incaricò <strong>di</strong> chiamare il loro capo per avere un colloquio. Per aderire il comandante<br />

partigiano chiese che <strong>gli</strong> uomini del Barbarigo non fossero armati e il Bardelli fece to<strong>gli</strong>ere i<br />

caricatori ai mitra. In mezzo alla piazza ebbe luogo il colloquio presenti in un primo momento<br />

una ventina <strong>di</strong> partigiani. Bardelli parlò per circa venti minuti spiegando come una guerra<br />

fratricida non poteva e non doveva aver luogo. Tale periodo <strong>di</strong> tempo fu sfruttato dai partigiani<br />

restanti per piazzare fucili mitra<strong>gli</strong>atori a<strong>gli</strong> sbocchi delle vie. Quando tutto fu pronto intimarono<br />

la resa al Barbarigo; Bardelli rispose:"il Barbarigo muore ma non si arrende". Ci furono<br />

<strong>di</strong>ciannove morti e tutti <strong>gli</strong> altri, dopo esaurite le munizioni, furono fatti prigionieri. Il cadavere<br />

24


<strong>di</strong> Bardelli, depredato <strong>di</strong> tutto fu lasciato sulla piazza. Particolare: quando venne ritirato due<br />

giorni dopo fu costatato che <strong>gli</strong> furono strappati i denti d’oro.<br />

Questi sono i fatti che <strong>di</strong>mostrano come le azioni antiribelli furono provocate dai partigiani stessi<br />

malgrado la repulsione esistente nella X^.<br />

Onde però uscire dal vicolo cieco in cui i tedeschi e <strong>gli</strong> italiani l’avevano trascinata, la X^<br />

ottenne – dopo sforzi immani e senza alcun appoggio fattivo da parte del governo – <strong>di</strong> trasferire<br />

la <strong>di</strong>visione nel gorinziano onde combattere contro le bande <strong>di</strong> Tito.<br />

Il trasferimento avvenne in due tempi per un contr’or<strong>di</strong>ne dei tedeschi che riuscirono a fermare la<br />

<strong>di</strong>visione per un mese circa nella zona <strong>di</strong> Cone<strong>gli</strong>ano Veneto, dopo <strong>di</strong> che la lasciarono<br />

proseguire per Gorizia. Il batta<strong>gli</strong>one Lupi invece dal Piemonte passò a Milano da dove partì per<br />

il fronte <strong>di</strong> Bologna.<br />

I tedeschi si erano impegnati <strong>di</strong> inviare a Bologna tutta la Divisione dopo congruo addestramento<br />

in zona Veneto – Gorizia e dopo completamento dell’armamento.<br />

Il trasferimento ebbe inizio, se non erro, nel mese <strong>di</strong> Ottobre e fu ultimato ai primi <strong>di</strong> Novembre.<br />

Ai primi <strong>di</strong> Settembre, dopo l’affondamento dei sommergibili trasportatori per bombardamento<br />

aereo e dopo la sempre più netta presa <strong>di</strong> posizione contro la Marina tedesca, venne tracciato un<br />

nuovo programma <strong>di</strong> impiego <strong>di</strong> tutta la X^ che teneva conto delle enormi <strong>di</strong>fficoltà frapposte dai<br />

tedeschi ad accettare un reparto totalmente italiano al fronte e delle promesse mantenute soltanto<br />

in parte <strong>di</strong> fornire le armi e <strong>gli</strong> automezzi per allestire i reparti.<br />

Tale programma contemplava le basi <strong>di</strong> mezzi d’assalto e MAS in Tirreno ed Adriatico, il<br />

trasporto della <strong>di</strong>visione X^ nel periodo addestrativo nel gorinziano e quin<strong>di</strong> al fronte sud, il<br />

trasporto <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> uomini rimanenti (Bat. Scirè – Castagnacci e Serenissima) nonché delle<br />

scuole assaltatori in Istria, la costituzione <strong>di</strong> reparti X^ a Trieste, Pola, Fiume.<br />

Complessivamente si trattava <strong>di</strong> sistemare circa 3.000 uomini sulle coste ed altre 5.000 nel<br />

gorinziano. Tali reparti avrebbero costituito i nuclei sui quali potevano ripiegare, almeno parte<br />

dei 7.000 soldati italiani esistenti già nella Venezia Giulia, alle <strong>di</strong>pendenze dei tedeschi.<br />

Fu senz’altro iniziata la procedura per ottenere dai tedeschi lo spostamento dei reparti e<br />

l’autorizzazione ad impiegarli sempre salvaguardando l’in<strong>di</strong>pendenza dei reparti stessi.<br />

Fino a quando la costa Istriana <strong>di</strong>pese dall’ammira<strong>gli</strong>ato tedesco per l’Adriatico ( Amm.<br />

Litzmann ?) le trattative procedettero abbastanza bene; non appena l’Istria passò alle <strong>di</strong>pendenze<br />

del Comando Marina tedesca in Italia (metà Novembre), la cosa prima si arenò e poi bisognò<br />

rinunciarvi.<br />

L’Ammira<strong>gli</strong>o Litzamann (?) subito dopo un <strong>di</strong>scorso fatto ai marinai italiani in occasione della<br />

consegna del primo CB venne richiamato in Germania dove risulta fu messo a riposo.<br />

La situazione della Venezia Giulia si poteva ritenere la seguente:<br />

– Autorità anche nominale del governo italiano inesistente.<br />

Comandante supremo, <strong>di</strong>pendente soltanto da Hitler, l’austriaco Reiner Gauleiter <strong>di</strong> Innsbruck.<br />

25


Generali ed alti funzionari civili tutti austriaci.<br />

– Politica neo-austriaca <strong>di</strong> favoreggiamento verso <strong>gli</strong> slavi calati nelle città a mi<strong>gli</strong>aia.<br />

– Abulia profonda nella popolazione italiana, incredula ancora <strong>di</strong> essersi veduta abbandonare l’8<br />

Settembre in mano a<strong>gli</strong> slavi e ai tedeschi senza nessuno, o quasi, reparto italiano che la<br />

proteggesse. Alcune mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> giovani specialmente fiumani, ancora decisi a combattere l’Italia<br />

incorporati in vari reparti della Milizia ( fra cui il batta<strong>gli</strong>one " M " Venezia Giulia ) furono<br />

mandati in Piemonte per la lotta antipartigiana.<br />

L’arrivo della Divisione X^, in Novembre, a Gorizia fece rialzare la testa a<strong>gli</strong> italiani e montare<br />

su tutte le furie le autorità locali tedesche. Le angherie <strong>di</strong> costoro non si contano e culminarono<br />

nell’or<strong>di</strong>ne, fatto venire da Berlino, <strong>di</strong> allontanare la <strong>di</strong>visione dalla Venezia Giulia. Vi furono<br />

episo<strong>di</strong> salienti; i tre principali sono le ban<strong>di</strong>ere italiane esposte all’arrivo, i combattimenti <strong>di</strong><br />

Tarnova e il tentato arresto del Comando Divisione terminato invece con la traduzione nella<br />

caserma tedesca dei soldati germanici <strong>di</strong>sarmati dalla X^.<br />

La consegna del ga<strong>gli</strong>ardetto al Batta<strong>gli</strong>one San Giusto a Trieste, il <strong>di</strong>scorso del Comandante<br />

<strong>Borghese</strong> trasmesso per ra<strong>di</strong>o e la sua ispezione a tutti i reparti della X^ e della Marina italiana in<br />

Istria, culminò con il tentato arresto a Fiume del Comandante <strong>Borghese</strong> stesso. Vi furono poi<br />

delle scuse ma nessun altro reparto potè essere inviato in Istria.<br />

In base a questo stato <strong>di</strong> cose, nel quale il governo brillò per la sua assenza, il Comandante<br />

<strong>Borghese</strong> chiese ed ottenne dal Generale Woli e dall’ambasciatore tedesco Von Rahn:<br />

– la Divisione X^ viene finalmente completata <strong>di</strong> armamento ed inviata al fronte sud su due<br />

gruppi da combattimento.<br />

– la Divisione X^ si addestra in zona Bassano dove non verrà mai chiamata ad azioni<br />

antipartigiane.<br />

- tutti <strong>gli</strong> uomini <strong>di</strong>sponibili della X^ si incorporano nella <strong>di</strong>visione.<br />

Questi accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> fine <strong>di</strong>cembre – primi gennaio furono mantenuti. Al 25 aprile il primo gruppo<br />

da combattimento era già al fronte ed il secondo in preparazione e doveva partire il 25 maggio.<br />

La <strong>di</strong>visione aveva ricuperato <strong>gli</strong> uomini dei batta<strong>gli</strong>oni Castagnacci, Serenissima e Scirè.<br />

Atutti i reparti della X^ vennero date consegne perché cessassero il combattimento con le forze<br />

anglo-americane onde finire lealmente e da soldati la loro vita e fu or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> opporsi con le<br />

armi a qualsiasi atto <strong>di</strong> devastazione delle truppe tedesche in ritirata.<br />

Notizie integrative –<br />

L’azione della X^ nel mese <strong>di</strong> aprile.<br />

In previsione del crollo definitivo del fronte sud, la X^ si preoccupo’ <strong>di</strong> mettere in atto tutte le<br />

sue possibilità per evitare la tanto temuta <strong>di</strong>struzione finale delle truppe tedesche in ritirata. Il<br />

problema già era stato impostato dal settembre 1944. Il Comandante <strong>Borghese</strong> ottenne dal<br />

Generale Wolf a metà aprile l’emanazione dell’or<strong>di</strong>ne, trasmesso in sua presenza, alle S.S. ed<br />

all’esercito <strong>di</strong> non compiere nessuna <strong>di</strong>struzione de<strong>gli</strong> impianti industriali e delle città. Il Wolf<br />

26


non potè prendere impegni per la Marina che non ubbi<strong>di</strong>va che a Donitz, ma interessò l’indomani<br />

telefonicamente il Grande Ammira<strong>gli</strong>o il quale assicurò che il porto <strong>di</strong> Genova ove non<br />

scoppiassero <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni popolari sarebbe stato risparmiato. Ad ogni modo il Capitano <strong>di</strong> Corvetta<br />

Arillo si era già preoccupato del problema e, ricevuti <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni dal Comandante <strong>Borghese</strong>, aveva<br />

preparato un nucleo <strong>di</strong> uomini adatti per sabotare l’impianto centralizzato della <strong>di</strong>ga e con i suoi<br />

uomini contava – come fece – <strong>di</strong> tenere a bada i tedeschi onde evitare il brillamento delle mine<br />

singole delle banchine.-<br />

A Milano, il reparto della X^, era troppo piccolo e composto <strong>di</strong> uomini a<strong>di</strong>biti soprattutto a uffici<br />

e magazzini, tali quin<strong>di</strong> da non permettere un’azione <strong>di</strong>retta.-<br />

Ai reparti dell’Istria fu or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> far fronte a<strong>gli</strong> slavi affiancandosi a chiunque combattesse<br />

nella stessa <strong>di</strong>rezione.-<br />

L’improvviso crollo dell’esercito tedesco fece si che i reparti della X^ si trovassero <strong>di</strong> fronte ai<br />

partigiani.- Non risulta che alcun reparto abbia combattuto contro <strong>di</strong> essi.-<br />

Le accuse contro la X^<br />

Ovunque oggi si sente <strong>di</strong>re che la X^ è stato un reparto simile alle Brigate Nere o alla Muti; con<br />

ciò ritengo si vo<strong>gli</strong>a <strong>di</strong>re che è stata a carattere completamente fascista, composta da gente decisa<br />

a combattere soltanto contro italiani, con compiti <strong>di</strong> polizia e nella quale soprattutto si pensava<br />

alla tasca ed a<strong>gli</strong> interessi propri.-<br />

Nella esposizione fatta si è parlato soprattutto della Divisione X^ perché <strong>gli</strong> uomini dei mezzi<br />

d’assalto, dei sommergibili, delle batterie costiere e dei reparti costieri erano praticamente già al<br />

fronte e quin<strong>di</strong> non sottoposti alla osservazione della gente e alla conseguente cervellotica<br />

critica.-<br />

Ad ogni modo credo che nella esposizione fatta è stato sufficientemente messo in chiaro come le<br />

accuse siano volgari calunnie.<br />

E però vero che nella X^ si erano arruolati molti elementi poco puliti. Ho già detto che circa<br />

15.000 uomini furono cacciati me<strong>di</strong>ante la selezione. La X^ non trattenne mai nessuno contro<br />

vo<strong>gli</strong>a.<br />

Inoltre scartò tutti i profittatori ed i maniaci dello spionaggio, calamità , questa, nazionale. Tutti<br />

sono detectives e informatori, tutti vo<strong>gli</strong>ono fare il servizio investigativo e <strong>gli</strong> interrogatori dei<br />

vari gra<strong>di</strong>.<br />

Anche costoro trovarono aria poco respirabile nella X^ e presero altre strade.<br />

Evidentemente oggi tutti costoro sono innocenti e, opportunamente infiltratisi in partiti politici<br />

fanno le vittime. Risultato: calunnie su coloro che sono rimasti e che rappresentano invece i non<br />

incriminabili, i soldati puri e semplici. Ove qualsiasi atto irregolare fu commesso da singoli<br />

questi furono espulsi, incarcerati o processati a seconda della gravità della colpa.<br />

Repressioni la X^ non né fece mai o quasi; anche a Milano dove pure ebbe ne<strong>gli</strong> ultimi tempi<br />

per<strong>di</strong>te notevoli per attentati nessun atto arbitrario venne eseguito. Ove si possa indagare a fondo<br />

si vedrà che le prime fucilazioni fatte dalla X^ riguardano soltanto delinquenti comuni neanche<br />

27


camuffati da partigiani. Altre esecuzioni furono fatte da elementi della X^ stessa per azioni a<br />

delinquere.<br />

Il breve riassunto è soltanto in<strong>di</strong>cativo della linea generale tenuta dalla X^. Dei singoli reparti<br />

sono in possesso <strong>di</strong> dati precisi soltanto ai singoli comandanti, delle questioni generali soltanto il<br />

Comandante <strong>Borghese</strong>.<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: Accor<strong>di</strong> intercorsi tra il comando della Decima Mas e la <strong>di</strong>visione patriottica "Osoppo".<br />

Fonte: Estratti dal rapporto del capitano Manlio Morelli, comandante del batta<strong>gli</strong>one Valanga<br />

della Decima Mas.<br />

Data: 21 agosto 1945<br />

Nel gennaio del 1945, in seguito a un lungo colloquio sostenuto con il sottotenente "Piave" a<br />

proposito della questione slovena, il capitano Morelli informò il comandante <strong>Borghese</strong> che era<br />

giunto il momento <strong>di</strong> aprire una trattativa tra i responsabili delle due unità. La <strong>di</strong>visione Osoppo<br />

poteva sicuramente essere attivata per obiettivi essenzialmente nazionali: <strong>di</strong>fendere il territorio<br />

del confine orientale dall’evidente penetrazione slava.<br />

Preoccupato dalla situazione giuliana, <strong>Borghese</strong> incaricò Morelli <strong>di</strong> organizzar<strong>gli</strong> un incontro con<br />

un rappresentante della Osoppo. Il comandante "Ver<strong>di</strong>" della Osoppo approvò l’idea e si <strong>di</strong>sse<br />

pronto ad incontrare <strong>Borghese</strong> o un suo delegato.<br />

Si convenne <strong>di</strong> organizzare il colloquio nell’appartamento <strong>di</strong> Morelli, a Vittorio Veneto. Questi,<br />

inoltre, <strong>di</strong>ede la sua parola d’onore per pre<strong>di</strong>sporre senza rischi il viaggio <strong>di</strong> "Ver<strong>di</strong>".<br />

Tuttavia, per impegni <strong>di</strong> servizio, il comandante <strong>Borghese</strong> non potè presentarsi. Ma considerando<br />

la questione urgente e <strong>di</strong> cruciale importanza, delegò per iscritto Morelli ad osservare una serie <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>ni impartiti verbalmente. Firmata da <strong>Borghese</strong>, la nota scritta finiva con le parole "per<br />

l’Italia". Gli or<strong>di</strong>ni verbali accennavano a<strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> da stringere con la Osoppo: l’obiettivo era<br />

quello <strong>di</strong> collaborare in maniera armoniosa e amichevole per lottare contro <strong>gli</strong> slavi. Inoltre,<br />

Morelli era libero <strong>di</strong> decidere se interrompere le trattative o raggiungere un accordo scritto (che<br />

sarebbe stato riconosciuto dal comandante <strong>Borghese</strong>).<br />

Il comandante "Ver<strong>di</strong>" giunse così a casa del capitano Morelli. Era presente anche il sottotenente<br />

"Piave", ma non prese parte attiva alle <strong>di</strong>scussioni.<br />

Durante l’incontro, si pervenne alle seguenti conclusioni:<br />

per la Decima Mas era impossibile rimanere a lungo nell’area giuliana (controllata<br />

completamente dai tedeschi, ossia dal governatore <strong>di</strong> Trieste e dal generale Globernick della<br />

Feldpolizei) senza assumere posizioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa sostenibili con la forza delle armi. Una situazione<br />

decisamente precaria, considerando le forze su cui poteva contare;<br />

28


per la Decima era impensabile aggregarsi alla Osoppo, giacchè le unità puramente navali ne<br />

sarebbero state impossibilitate. Di conseguenza, la Osoppo avrebbe dovuto affrontare da sola la<br />

rappresa<strong>gli</strong>a tedesca;<br />

Per contro, vi era la possibilità che un’unità della Decima, specializzata nella guerra <strong>di</strong><br />

montagna, si unisse alla Osoppo per spianare la strada all’arrivo <strong>di</strong> altre forze della Decima,<br />

sempre e quando <strong>gli</strong> eventi sul fronte italiano lo avessero permesso. Si trattava del batta<strong>gli</strong>one <strong>di</strong><br />

guastatori alpini "Valanga", ben armato e organizzato (circa 600 elementi). L’aggancio<br />

all’Osoppo si sarebbe realizzato in seguito alla lenta e progressiva defezione <strong>di</strong> piccoli gruppi del<br />

"Valanga", che si sarebbero poi ricompattati nella regione <strong>di</strong> Gorizia.<br />

Una volta <strong>di</strong>slocatosi sulle montagne, il "Valanga" si sarebbe posizionato con l’obiettivo <strong>di</strong><br />

evitare ogni contatto con i tedeschi e <strong>di</strong> evitare future rappresa<strong>gli</strong>e germaniche nei confronti dei<br />

militi della Decima. Da parte sua, la Osoppo avrebbe garantito la sua collaborazione attivando i<br />

suoi ufficiali per mantenere i collegamenti tra i coman<strong>di</strong> delle due unità e le forze <strong>di</strong>slocate sulle<br />

montagne. Inoltre, la Osoppo avrebbe dovuto facilitare l’arrivo <strong>di</strong> tutti quei gruppi della Decima<br />

che, per cause <strong>di</strong> forza maggiore, avessero raggiunto le montagne giuliane solo all’ultimo<br />

momento.<br />

Tuttavia, i seguenti fattori impe<strong>di</strong>rono la firma <strong>di</strong> un accordo:<br />

il comando del Corpo Italiano <strong>di</strong> Liberazione (da cui la Osoppo <strong>di</strong>pendeva) doveva essere<br />

informato su<strong>gli</strong> accor<strong>di</strong>. Se ne sarebbe dovuto occupare il comandante "Ver<strong>di</strong>";<br />

la prima unità a dare il via all’operazione doveva essere quella <strong>di</strong> Morelli. Ma ciò poteva indurre<br />

il comandante <strong>Borghese</strong> a sospettare che Morelli non agisse in maniera <strong>di</strong>sinteressata;<br />

era anzitutto necessario spianare la strada all’interno della Decima, arrivando persino ad<br />

epurarla. Non tutti, infatti, la pensavano come <strong>Borghese</strong>. Di conseguenza, venne deciso che<br />

Morelli avrebbe riferito ogni cosa soltanto al comandante, il quale avrebbe poi attivato il piano<br />

firmando un accordo scritto con la Osoppo.<br />

Dopo il colloquio con "Ver<strong>di</strong>", Morelli raggiunse <strong>Borghese</strong> a Cone<strong>gli</strong>ano. Qui dovette assistere<br />

alla presentazione delle credenziali del nuovo comandante della <strong>di</strong>visione "Fmx", il generale<br />

Corrado, assegnato alla Decima Mas dallo stato maggiore dell’esercito. Morelli riuscì comunque<br />

a parlare a quattrocchi con <strong>Borghese</strong>, che concordò sui risultati dei colloqui con la Osoppo.<br />

Ma durante la conversazione entrò all’improvviso il comandante Scarelli. All’inizio non<br />

riuscirono a vederlo, giacchè la stanza era in penombra. Secondo Morelli, Scarelli era entrato per<br />

ori<strong>gli</strong>are ed interrompere il colloquio. Aveva infatti ricevuto delle soffiate da alcuni informatori.<br />

Di fatto, Scarelli interruppe l’incontro per <strong>di</strong>re che una simile questione doveva essere <strong>di</strong>scussa<br />

da autorità superiori. Altrimenti, ogni accordo sarebbe risultato illegale.<br />

A questo punto, non invitato e contravvenendo all’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>Borghese</strong> <strong>di</strong> non permettere a<br />

nessuno <strong>di</strong> entrare nella stanza, fece il suo ingresso il generale Corrado, che arrivò subito al<br />

punto. Ciò porta a sospettare che, essendo arrivato solo da poche ore, il generale fosse stato<br />

informato da Scarelli. Corrado comunicò ai presenti <strong>di</strong> aver <strong>di</strong>scusso l’argomento con Graziani e<br />

Mussolini (dal quale era poi stato invitato ad aggregarsi alla Decima Mas).<br />

<strong>Borghese</strong> cambiò improvvisamente tono, ribaltando le idee che aveva espresso in precedenza.<br />

Replicò <strong>di</strong> aver <strong>di</strong>scusso la questione in maniera puramente accademica e <strong>di</strong>sse che ne avrebbe<br />

29


subito informato Graziani. Seppur non molto convinti, Corrado e Scarelli si calmarono. Morelli<br />

non ebbe più occasione <strong>di</strong> parlare a quattrocchi con <strong>Borghese</strong>, giacchè questi sarebbe partito la<br />

sera stessa. Tuttavia il comandante fece capire a Morelli che si sarebbe dovuto muovere secondo<br />

le <strong>di</strong>rettive <strong>di</strong>scusse in precedenza. Nei giorni seguenti, Scarelli commentò la questione<br />

all’interno della Decima, così creando un clima sfavorevole a<strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> con la Osoppo. Scarelli<br />

desiderava che la proposta fosse <strong>di</strong>scussa da tutta la Decima Mas.<br />

Morelli rimase in attesa per qualche tempo, per poi chiedere a <strong>Borghese</strong> una sua valutazione<br />

sull’argomento (rimasto virtualmente sospeso). Ma <strong>gli</strong> eventi incalzavano e la loro progressione<br />

relegò la questione della Osoppo e della Venezia Giulia in secondo piano.<br />

Durante <strong>gli</strong> scontri finali sul fronte italiano, il capitano Morelli cercò <strong>di</strong> raggiungere la zona <strong>di</strong><br />

U<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> Gorizia dalle postazioni <strong>di</strong> Bassano, per unire le sue forze a quelle dei patrioti della<br />

Osoppo. Morelli contava su<strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> con la Osoppo e sul placet <strong>di</strong> <strong>Borghese</strong>. Ma dovette<br />

rinunciare al progetto: i veicoli erano pochi ed i collegamenti impossibili. Inoltre, le sue truppe<br />

avrebbero dovuto attraversare una regione fortemente controllata dai partigiani rossi. E il tempo<br />

a <strong>di</strong>sposizione era ormai scarso.<br />

Agente JK/001<br />

Class.: secret.<br />

Destinatario: colonnello Earle B. Nichols, quartier generale delle forze alleate.<br />

Oggetto: Immunità garantita a<strong>gli</strong> ex-membri della Decima Mas.<br />

Data: 16 ottobre 1945<br />

Attraverso il nostro agente JK 1/8 abbiamo ricevuto la comunicazione in allegato, inviata dal<br />

colonnello Pompeo Agrifo<strong>gli</strong>o alla Regia Marina Italiana. In tale comunicazione, Agrifo<strong>gli</strong>o<br />

informa le autorità alleate (v.lettera del 47 F.s.s.) che un limitato gruppo <strong>di</strong> ex militi alla Decima<br />

Mas ("Gruppo Gamma") vengono attualmente utilizzati presso una base sperimentale alleata, a<br />

Venezia. Agrifo<strong>gli</strong>o conclude affermando che tali elementi, sulla base della lettera della 47 F.s.s.,<br />

sono da considerarsi <strong>di</strong>scriminati e immuni da qualsivo<strong>gli</strong>a accusa o attività svolta finora.<br />

Il nostro ufficio si è consultato con il comandante Horan: questi ha affermato che il suo comando<br />

non intende avere rapporti con elementi ex fascisti, se non nell’ambito dell’or<strong>di</strong>namento previsto<br />

per i prigionieri <strong>di</strong> guerra. E<strong>gli</strong> è all’oscuro delle <strong>di</strong>sposizioni rilasciate dalle autorità navali<br />

americane, che hanno acconsentito a garantire immunità totale a<strong>gli</strong> uomini della Decima Mas.<br />

Occorre notare che tra i <strong>di</strong>ciotto elementi del "Gamma" figurano le seguenti personalità:<br />

Sottotenente Roberto Wolner: ha condotto operazioni sottomarine clandestine contro <strong>gli</strong> Alleati;<br />

tenente <strong>di</strong> vascello Eugenio Wolk: figura <strong>di</strong> spicco nell’ambito delle operazioni del "Gamma".<br />

Ha personalmente sviluppato armi segrete destinate al sabotaggio navale. Voci non confermate<br />

affermano che Wolk, assieme ad un paio <strong>di</strong> amici, avrebbe inteso mettere in ven<strong>di</strong>ta tali armi<br />

segrete prima dell’armistizio dell’8 settembre. Wolk veniva considerato filorusso e antialleato a<br />

causa delle sue origini ucraine. Si sosteneva che i russi avrebbero volentieri acquistato le armi<br />

30


segrete, giacchè non erano in grado <strong>di</strong> allestire una flotta navale. Dovevano quin<strong>di</strong> puntare<br />

all’uso <strong>di</strong> armi <strong>di</strong> sabotaggio pilotate da volontari suici<strong>di</strong>;<br />

Tenente della GN Camillo Ta<strong>di</strong>ni: ha preso parte a<strong>gli</strong> attacchi contro Gibilterra nel 1943.<br />

Sergente Vittorio Stra<strong>di</strong>: è stato segnalato per aver ricevuto l’incarico <strong>di</strong> creare un sistema <strong>di</strong><br />

sabotaggio all’indomani dell’occupazione (alleata, ndr) della Rsi.<br />

Gli altri nomi compaiono nei bollettini del nostro controspionaggio come acerrimi nemici de<strong>gli</strong><br />

Alleati. Per tali motivi, gra<strong>di</strong>remmo ricevere rassicurazioni sui seguenti punti:<br />

la suddetta immunità viene garantita con il consenso del Suo comando;<br />

le competenti autorità del comando navale americano sono al corrente delle operazioni per la<br />

creazione <strong>di</strong> una base sperimentale a Venezia;<br />

i suddetti elementi sono stati ampiamente interrogati su<strong>gli</strong> sviluppi del sabotaggio navale nel<br />

periodo della Rsi. Le informazioni ottenute sono ora accessibili al comando navale americano.<br />

Questo ufficio non è in possesso dei rapporti su<strong>gli</strong> interrogatori dei suddetti elementi.<br />

James Angleton,<br />

Unità Z per il controspionaggio.<br />

(in allegato: documento in italiano del colonnello Agrifo<strong>gli</strong>o, con la lista dei 18 ex<br />

appartenenti alla Decima Mas).<br />

Class.: secret.<br />

Destinatario: Secret Counter Intelligence, quartier generale delle forze alleate.<br />

Oggetto: Decima Flotti<strong>gli</strong>a Mas.<br />

Data: 29 ottobre 1945<br />

Chie<strong>di</strong>amo informazioni sull’attuale status dei membri della Decima Flotti<strong>gli</strong>a Mas elencati in<br />

allegato. Gra<strong>di</strong>remmo ricevere conferma sul fatto che i suddetti:<br />

sono stati localizzati;<br />

sono ancora soggetti a impieghi speciali;<br />

verranno considerati prigionieri <strong>di</strong> guerra delle forze armate della Rsi, nel momento in cui<br />

avranno termine i loro impieghi speciali (v. lettera del 9 ottobre 1945).<br />

31


Si rende noto che, alla data, soltanto Wolk, Scarpa e Sperber sono stati sottoposti ad un breve<br />

interrogatorio da parte del nostro controspionaggio.<br />

Colonnello Earle B. Nichols,<br />

quartier generale delle forze alleate.<br />

(In allegato: lista <strong>di</strong> 20 nomi <strong>di</strong> ex appartenenti alla Decima Mas).<br />

Class.: secret.<br />

Destinatario: Sso / Med. e Us navy (Napoli).<br />

Oggetto: Decima Flotti<strong>gli</strong>a Mas<br />

Data: 29 ottobre 1945<br />

E’ noto che alcuni membri del "Gruppo Gamma" della Decima Flotti<strong>gli</strong>a Mas sono (o sono stati)<br />

utilizzati dalle autorità navali alleate a Venezia, in seguito al collasso delle forze germaniche in<br />

Italia.<br />

Inoltre, è noto che cinque tra i suddetti elementi (Camillo Ta<strong>di</strong>ni, Giulio Merighi, Franco Monti,<br />

Carlo Fregu<strong>gli</strong>a e Berno Berni) sono stati assunti per servizio ne<strong>gli</strong> Stati Uniti d’America (v.<br />

lettera del 30 giugno 1945).<br />

Questa sezione gra<strong>di</strong>rebbe ricevere informazioni sull’interesse <strong>di</strong>mostrato delle autorità navali<br />

alleate nei confronti dei suddetti. Il loro status necessita infatti <strong>di</strong> un chiarimento, dal momento<br />

che dovrebbero essere processati come prigionieri <strong>di</strong> guerra al termine dei loro incarichi speciali.<br />

Colonnello Earle B. Nichols,<br />

quartier generale delle forze alleate.<br />

(In allegato: lista <strong>di</strong> 20 nomi <strong>di</strong> ex appartenenti alla Decima Mas).<br />

Class.: secret & personal<br />

Destinatario: colonnello Earle B. Nichols, quartier generale delle forze alleate.<br />

Oggetto: Valerio <strong>Borghese</strong><br />

Data: 6 novembre 1945<br />

Lei ricorderà le accuse rivolte al comandante <strong>Borghese</strong>. Le sue attività <strong>di</strong> sabotaggio e <strong>di</strong><br />

spionaggio, guidate da ambizioni politiche nella fase del dopo armistizio, sono state da lui<br />

32


totalmente sconfessate nel corso del recente interrogatorio ad opera del Cs<strong>di</strong>c. Di conseguenza,<br />

questa unità si ritiene ora più motivata a salvaguardare il soggetto perché possa venir utilizzato in<br />

attività <strong>di</strong> spionaggio navale sul lungo periodo.<br />

Tre mesi fa il ministro italiano della Marina Militare ha inviato una lettera alla sottocommissione<br />

navale alleata: chiedeva che il soggetto venisse temporaneamente collocato a sua<br />

<strong>di</strong>sposizione per essere interrogato su alcune questioni <strong>di</strong> carattere amministrativo. Il 3 novembre<br />

il soggetto è stato consegnato alle autorità navali italiane, a Forte Boccea. Una lettera della sottocommissione<br />

navale alleata affermava che <strong>Borghese</strong> sarebbe dovuto tornare sotto la protezione<br />

alleata nel caso fosse stato processato e ritenuto innocente. In man alleate, il soggetto gode dello<br />

status <strong>di</strong> prigioniero <strong>di</strong> guerra. Ma in mani italiane la sua posizione <strong>di</strong>venta precaria, giacché e<strong>gli</strong><br />

verrà processato da un tribunale civile come un fascista qualsiasi. Senza alcun dubbio, il suo<br />

processo farà rumore.<br />

Per noi sarà semplice chiederne il rinvio se il Suo comando vorrà inviare una lettera al ministro<br />

italiano, chiedendo che <strong>Borghese</strong> sia riconsegnato a<strong>gli</strong> Alleati subito dopo il previsto<br />

interrogatorio. Tale mossa ci consentirà <strong>di</strong> consultare Washington sul futuro impiego delle<br />

superiori conoscenze <strong>di</strong> <strong>Borghese</strong> nell’ambito delle armi navali segrete e delle tattiche <strong>di</strong> guerra<br />

sottomarina. In tal modo, eserciteremo i nostri regolari <strong>di</strong>ritti militari senza interferire con la<br />

politica italiana.<br />

A causa della rapida azione che ha portato alla traduzione <strong>di</strong> <strong>Borghese</strong> a Forte Boccea, <strong>di</strong>venta<br />

purtroppo essenziale che una lettera del Suo comando arrivi quanto prima al ministero italiano<br />

della Marina Militare.<br />

Il sottoscritto è fortemente convinto che <strong>Borghese</strong> <strong>di</strong>verrà <strong>di</strong> grande interesse per lo spionaggio<br />

navale americano. Con deferenza, chiedo quin<strong>di</strong> che tale azione <strong>di</strong> "sospensione" venga attuata<br />

nell’imme<strong>di</strong>ato. La pausa ci permetterà <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere a Washington le possibilità <strong>di</strong> impiego del<br />

soggetto.<br />

James Angleton,<br />

capitano dell’unità Z <strong>di</strong> controspionaggio.<br />

Class.: secret.<br />

Destinatario: Comandante Titolo, via Sicilia 59.<br />

Oggetto: Comandante Valerio <strong>Borghese</strong>.<br />

Data: 6 novembre 1945<br />

In seguito alla nostra recente conversazione a proposito <strong>di</strong> <strong>Borghese</strong>, vi sono stati alcuni sviluppi<br />

che richiedono un’azione imme<strong>di</strong>ata da parte del comando militare alleato o <strong>di</strong> quello navale<br />

americano. Sembra che circa tre settimane fa lo stato maggiore della marina militare italiana<br />

abbia inviato una lettera chiedendo l’autorizzazione ad interrogare il soggetto. L’obiettivo<br />

dell’interrogatorio era <strong>di</strong> stretto ambito amministrativo (assegnazione <strong>di</strong> fon<strong>di</strong>, paghe, ecc.).<br />

33


Sebbene la richiesta prevedesse soltanto l’interrogatorio <strong>di</strong> <strong>Borghese</strong>, lo scorso 3 novembre il<br />

soggetto è stato consegnato a<strong>gli</strong> italiani dalle autorità alleate e imprigionato a Forte Boccea. Una<br />

lettera, firmata da un membro della sotto commissione navale alleata, sosteneva che <strong>Borghese</strong><br />

sarebbe dovuto tornare sotto la protezione alleata nel caso fosse risultato innocente da un<br />

eventuale processo.<br />

Come ho già avuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rLe, è <strong>di</strong> primaria importanza evitare il processo e l’esecuzione <strong>di</strong><br />

<strong>Borghese</strong> da parte de<strong>gli</strong> italiani. E’ necessario che una lettera venga imme<strong>di</strong>atamente inviata<br />

all’ammira<strong>gli</strong>o De Courten, chiedendo che il soggetto venga ricondotto sotto la custo<strong>di</strong>a alleata<br />

subito dopo il suo interrogatorio. In caso contrario, la sua esecuzione è da considerarsi<br />

inevitabile.<br />

In mani alleate <strong>Borghese</strong> è un prigioniero <strong>di</strong> guerra. In mani italiane e<strong>gli</strong> non godrà dello status<br />

militare e finirà per essere processato da un tribunale popolare.<br />

Il soggetto è <strong>di</strong> grande interesse per il nostro lavoro sul lungo periodo. Suggeriamo quin<strong>di</strong> che il<br />

Dipartimento della Marina Americana intervenga per richiedere la sua custo<strong>di</strong>a. L’obiettivo è<br />

quello <strong>di</strong> sfruttare al massimo le sue superiori conoscenze nell’ambito delle tattiche <strong>di</strong> sabotaggio<br />

navale e delle armi segrete.<br />

Noi non chie<strong>di</strong>amo che a <strong>Borghese</strong> venga garantita l’immunità per la sua adesione alla Rsi.<br />

Sollecitiamo invece che si compiano tutti i passi necessari alla <strong>di</strong>lazione della consegna del<br />

soggetto. <strong>Borghese</strong> deve poter godere dei vantaggi <strong>di</strong> un’amnistia generale, che verrà<br />

presumibilmente annunciata in breve e che sarà accompagnata dalla <strong>di</strong>ssoluzione dei tribunali<br />

per le epurazioni.<br />

In collaborazione con i nostri colleghi britannici (Cs<strong>di</strong>c), abbiamo esaminato le accuse rivolte a<br />

<strong>Borghese</strong>, accuse che lo avrebbero visto responsabile per l’organizzazione <strong>di</strong> una rete politica<br />

clandestina <strong>di</strong> sabotaggio e spionaggio. Ma l’impressione del Cs<strong>di</strong>c è che tali imputazioni siano<br />

prive <strong>di</strong> fondamento.<br />

Il sottoscritto è in procinto <strong>di</strong> tornare ne<strong>gli</strong> Stati Uniti (dove rimarrà per due settimane) per<br />

svolgere alcune mansioni temporanee. La invito quin<strong>di</strong> a prendere contatto con Rocca, agente <strong>di</strong><br />

questa unità già al corrente del caso.<br />

James Angleton,<br />

capitano delle Unità Z per il controspionaggio.<br />

Class.: segreto<br />

Mittente: Sotto-commissione navale alleata<br />

Destinatario: Ministro della Marina, Roma.<br />

Oggetto: Valerio <strong>Borghese</strong>/Mario Rossi, ex-marina della Rsi.<br />

Data: 20 novembre 1945<br />

34


In riferimento alla lettera del 15 ottobre 1945 della sotto commissione navale alleata (paragrafo<br />

2), si conferma che il capitano <strong>Borghese</strong> è stato consegnato alle autorità navali italiane per essere<br />

interrogato, come richiesto dal Ministero della Marina (lettera del 10 lu<strong>gli</strong>o 1945).<br />

Si richiede che l’interrogatorio venga rinviato al 15 <strong>di</strong>cembre, per permettere alle autorità navali<br />

de<strong>gli</strong> Stati Uniti d’America <strong>di</strong> completare le conversazioni con il suddetto ufficiale.<br />

Contro ammira<strong>gli</strong>o Warren,<br />

capo della sotto-commissione navale alleata.<br />

( seguono vari testi brevi in italiano)<br />

- ROME AREA ALLIED COMMAND s e g r e t o<br />

Office of the AC of S, G-2<br />

APO NO 794, US ARMY<br />

MB/as<br />

P/ 3802 <strong>di</strong> Prot. Roma, 17 gennaio 1946<br />

OGGETTO: Principe <strong>Borghese</strong> Valerio<br />

Al: Procuratore Militare presso<br />

Il Tribunale Militare Territoriale<br />

<strong>di</strong> Guerra<br />

Roma<br />

Comandante la Legione Territoriale<br />

CC.RR.<br />

Roma<br />

1. Con riferimento a precedente corrispondenza, questo ufficio desidera nuovamente fare<br />

presente che le Autorità Alleate sono sempre interessate nel caso della persona nominata in<br />

oggetto.<br />

35


2 . Giuste le <strong>di</strong>rettive ricevute dal Comando Supremo Alleato, il soggetto non potrà essere<br />

rilasciato né definitivamente né temporaneamente e nemmeno trasferito dalla sua attuale<br />

residenza senza previa autorizzazione della competente Autorità Alleata.<br />

3 . Ogni richiesta in tale senso dovrà essere <strong>di</strong>retta a questo ufficio, che la trasmetterà al<br />

Comando Supremo Alleato per le decisioni del caso.<br />

PHILIP J. CORSO<br />

Captain, GSC<br />

AC of S, G-2<br />

segreto<br />

Roma, 20 gennaio 1946<br />

PROCURA MILITARE DEL REGNO<br />

Presso<br />

Il Tribunale Militare Territoriale <strong>di</strong> Guerra<br />

Roma<br />

Al Ministero <strong>di</strong> Grazia Giustizia – Dir. Gen. Prevenzione e Pena<br />

Roma -<br />

Prot. N. 21 – R.<br />

OGGETTO: Principe <strong>Borghese</strong> Valerio.=<br />

Al Comando reclusorio <strong>di</strong> - Procida -<br />

al Ministero della Guerra – gabinetto - Roma –<br />

al Ministero della marina – gabinetto - Roma –<br />

36


Al Comando Legione RR. Carabinieri - Roma<br />

e per conoscenza<br />

Al Comando Militare Alleato<br />

Office AC of S, G-2 (Sig. Cap.no Corso ) - Roma –<br />

All’Ecc. Il Procuratore Generale Militare - Roma –<br />

Il Principe <strong>Borghese</strong> Valerio, ex comandante della X flotti<strong>gli</strong>a MAS, trovasi attualmente<br />

detenuto nel reclusorio <strong>di</strong> Procida, a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> questa Procura Militare del Regno.<br />

Il proce<strong>di</strong>mento penale a carico del nominato Principe <strong>Borghese</strong> interessa il Comando Militare<br />

Alleato, il quale fa presente che il prefato detenuto non potrà essere rilasciato né definitivamente<br />

né temporaneamente, e nemmeno trasferito dal reclusorio ove attualmente trovasi, senza la<br />

previa autorizzazione della competente Autorità Alleata.<br />

Ogni richiesta in tal senso dovrà essere <strong>di</strong>retta al Comando Militare Alleato Office AC of S, G+2<br />

– Roma, per le decisioni del caso.<br />

Tanto pregiomi comunicare per opportuna conoscenza e norma.=<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Il movimento fascista clandestino<br />

Data: 30 gennaio 1946<br />

Preambolo<br />

Le seguenti informazioni sono state ottenute da una fonte in<strong>di</strong>retta tramite l’unità Z per il<br />

controspionaggio <strong>di</strong> Milano. Abbiamo poi constatato che anche il gruppo 427 F.s.s. (?) è entrato<br />

in possesso delle medesime informazioni grazie ad una fonte <strong>di</strong>retta. Questa doppia verifica può<br />

essere considerata una prova che non vi è stato il deliberato tentativo <strong>di</strong> ingannare le autorità<br />

alleate. Di conseguenza, tali informazioni costituiscono una base per il conseguimento <strong>di</strong><br />

ulteriori dati e per la messa in atto <strong>di</strong> nuove operazioni.<br />

Incontri tra gruppi fascisti e monarchici<br />

Nel settembre e nell’ottobre del 1945, questo ufficio ha raccolto frequenti voci e testimonianze<br />

inverificabili sull’esistenza <strong>di</strong> forti gruppi fascisti, ben armati e generosamente finanziati.<br />

Augusto Turati e il generale Enzo Galbiati (Mvnr) sarebbero i leader <strong>di</strong> tali formazioni. Con la<br />

massima <strong>di</strong>screzione, essi agirebbero per organizzare la propaganda politica, raggruppare le varie<br />

unità fasciste <strong>di</strong>sperse e <strong>di</strong>stribuire materiale <strong>di</strong> assistenza. Sarebbero <strong>di</strong> estrazione monarchicofascista<br />

e tendenzialmente <strong>di</strong> Destra.<br />

37


La prima prova concreta a raggiungere questo ufficio è stata una serie <strong>di</strong> rapporti su un incontro<br />

avvenuto tra fascisti e monarchici. Tali rapporti sono stati confrontati con i materiali a<br />

<strong>di</strong>sposizione del gruppo 427 Fss.<br />

Il 24 ottobre 1945 si è tenuto un incontro presso un villino del quartiere <strong>di</strong> San Siro, a Milano.<br />

Erano presenti i rappresentanti <strong>di</strong> due formazioni monarchice, il Movimento Tricolore e i Fi<strong>gli</strong><br />

d’Italia, e i gruppi fascisti Vendetta Mussolini, Audaci, Onore e Combattimento, Squadre<br />

d’Azione Mussolini. Gli ultimi due erano capeggiati dal generale Galbiati, dall’ex federale<br />

Maresca e da un certo Salvetti.<br />

Era presente anche un rappresentante della Falange spagnola, che ha promesso <strong>di</strong> fornire aiuti ma<br />

soprattutto <strong>di</strong> incorporare nella Falange tutti <strong>gli</strong> elementi italiani attualmente presenti in Spagna,<br />

troppo compromessi con il fascismo per poter far ritorno in Italia. Informazioni raccolte da<br />

questo ufficio in un secondo momento confermano che questo in<strong>di</strong>viduo parlava anche a nome <strong>di</strong><br />

Anfuso, l’ex ministro de<strong>gli</strong> esteri della Rsi.<br />

Rapporti <strong>di</strong>fficili<br />

Galbiati ha accennato alla forza delle formazioni fasciste da lui guidate, sostenendo che era<br />

necessario utilizzare nell’imme<strong>di</strong>ato l’organizzazione militare a <strong>di</strong>sposizione della Destra per<br />

contrastare i partiti della Sinistra.<br />

I rappresentanti del Movimento Tricolore e dei Fi<strong>gli</strong> d’Italia si sono opposti a tale ipotesi,<br />

giacchè erano stati autorizzati a <strong>di</strong>scutere soltanto un piano <strong>di</strong>fensivo.<br />

Vista la situazione <strong>di</strong> stallo, l’incontro si è concluso con un nulla <strong>di</strong> fatto. Il nostro informatore<br />

non è stato in grado <strong>di</strong> sapere se vi sarà una seconda riunione.<br />

Defezione dei Fi<strong>gli</strong> d’Italia dai ranghi fascisti<br />

Sembra che i Fi<strong>gli</strong> d’Italia siano <strong>di</strong> fatto considerati un’unità fascista da<strong>gli</strong> stessi fascisti. Di<br />

conseguenza, la loro defezione ha rischiato <strong>di</strong> provocare una crisi ne<strong>gli</strong> ambienti fascisti. E’ stata<br />

quin<strong>di</strong> convocata un’assemblea plenaria del gruppo Vendetta Mussolini. Alla fine dell’incontro<br />

sono state <strong>di</strong>ramate <strong>di</strong>rettive a tutti i militanti perché tronchino ogni contatto con <strong>gli</strong> aderenti ai<br />

Fi<strong>gli</strong> d’Italia, chiedendo inoltre <strong>di</strong> riferire su tutte le attività del gruppo monarchico. L’or<strong>di</strong>ne è<br />

stato trasmesso in co<strong>di</strong>ce cifrato. Una copia è stata intercettata e copiata da un nostro<br />

informatore. Stiamo verificando l’autenticità del documento. L’or<strong>di</strong>ne era datato "28 ottobre<br />

dell’Anno I", prova che l’assemblea del Vendetta Mussolini è stata convocata subito dopo la crisi<br />

provocata dai Fi<strong>gli</strong> d’Italia.<br />

Vendetta Mussolini ha inoltre pubblicato e <strong>di</strong>ffuso un volantino (anche tra i militanti del<br />

movimento dell’Uomo Qualunque) in cui si afferma:<br />

"Siamo stati tra<strong>di</strong>ti ancora una volta, anche da quelli che credevamo puri in virtù della loro<br />

giovinezza. Siamo pochi, ma i numeri non contano. La defezione dei Fi<strong>gli</strong> d’Italia non ci tocca: è<br />

una mossa compiuta dai loro leader. La paura li ha travolti. Hanno tremato <strong>di</strong>nanzi ai nostri<br />

piani. Lo spirito squadrista è nato e si è sviluppato nel cuore <strong>di</strong> pochi militanti all’indomani della<br />

Grande Guerra, e al giorno d’oggi il nuovo spirito de<strong>gli</strong> squadristi può sorgere solo tra quelli che<br />

sono nati fascisti. Continueremo a marciare da soli. I Fi<strong>gli</strong> d’Italia hanno <strong>di</strong>mostrato il loro<br />

servilismo <strong>di</strong>nanzi ad una monarchia tra<strong>di</strong>trice e decadente. Non si può essere al contempo<br />

monarchici e fascisti. Dobbiamo ricordare che la monarchia, con la complicità <strong>di</strong> Bado<strong>gli</strong>o e<br />

38


dello stato maggiore dell’esercito, è stata la principale forza demolitrice del fascismo. I tra<strong>di</strong>tori<br />

sono <strong>gli</strong> alti ufficiali che hanno cercato <strong>di</strong> salvare la pelle e presto pagheranno le loro colpe.<br />

Avanti con fede! Il Duce ci guiderà! Duce, noi ti ven<strong>di</strong>cheremo!".<br />

I militanti dei nuclei fascisti sono stati <strong>di</strong>ffidati dal compiere atti <strong>di</strong> violenza nei confronti dei<br />

Fi<strong>gli</strong> d’Italia (questi, infatti, conoscono molti fascisti e potrebbero denunciarli).<br />

Assemblea dei gruppi fascisti<br />

Il 4 novembre 1945 si è svolto un incontro nel quartiere <strong>di</strong> San Siro, a Milano, tra l’ex federale<br />

Polvani, inviato per l’occasione dal Centro Nazionale Fascista <strong>di</strong> Palermo, ed i capi federali dei<br />

gruppi Onore e Combattimento, Vendetta Mussolini, Camicia Nera e Batta<strong>gli</strong>oni M.<br />

Polvani ha moderato l’incontro. Presentiamo un sunto del suo <strong>di</strong>scorso, così come ci è stato<br />

riferito dal nostro informatore:<br />

"Non dovremmo mai <strong>di</strong>menticare l’essenza del movimento dell’Uomo Qualunque. Se oggi in<br />

Italia esiste un movimento antifascista, questo è proprio l’Uomo Qualunque. L’apparente<br />

contrad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tale affermazione si basa su fatti concreti. L’UQ equivale alla monarchia che,<br />

al giorno d’oggi, sembra avere interessi comuni con la massoneria. E la massoneria si è<br />

comportata con astuzia nei fatti che hanno portato alla caduta del fascismo. In seguito, molti<br />

fascisti (autentici o meno che fossero) sono indubbiamente caduti in <strong>di</strong>sgrazia. Ma sono<br />

numerosi e possono <strong>di</strong>ventare utili. Nell’attuale sistema <strong>di</strong> potere (a cui aderiscono le Sinistre),<br />

basta che uno osi <strong>di</strong>chiararsi contrario a loro per essere tacciato <strong>di</strong> fascista. I fascisti in<br />

clandestinità vedono in Giannini un leader, anche se in realtà non lo è. E’ la situazione<br />

contingente che ha reso possibile la comparsa <strong>di</strong> Giannini. Ha scelto il momento opportuno per<br />

scendere in campo spacciandosi come il nuovo Duce dei fascisti e, <strong>di</strong>nanzi a<strong>gli</strong> industriali, come<br />

uno scudo contro il comunismo. Sostenuto da<strong>gli</strong> industriali, dai bottegai, dai benpensanti e dai<br />

fascisti, l’UQ <strong>di</strong>verrà ben presto il partito più forte d’Italia. Tuttavia questi fascisti non<br />

s’accorgono che Giannini li sta manovrando per i suoi fini, e che li scaricherà appena non <strong>gli</strong><br />

saranno più utili. La massoneria userà i militanti dell’UQ contro chiunque intralci il suo<br />

cammino. Una volta sbarazzatisi dei loro oppositori, i massoni si illudono che sarà facile liberarsi<br />

anche <strong>di</strong> noi. Saremo invece noi ad annientarli. I militanti dell’UQ dovrebbero prendere nota<br />

delle seguenti raccomandazioni:<br />

al momento, è opportuno che essi conservino le loro posizioni;<br />

devono attivare meto<strong>di</strong> e piani;<br />

devono registrare fatti e nomi;<br />

dopo che l’UQ avrà liquidato i comunisti ed i socialisti, saremo noi ad epurare l’UQ, <strong>di</strong> fatto<br />

<strong>di</strong>struggendo questo braccio attivo della massoneria.<br />

Molti tra noi (forse anche i presenti) periranno nella lotta. Tuttavia la vita non ha senso senza <strong>gli</strong><br />

ideali per i quali siamo nati. Ven<strong>di</strong>cheremo il Duce, che ha firmato un patto <strong>di</strong> sangue con la<br />

morte per la grandezza del suo popolo!".<br />

Dopo l’incontro, Polvani ha parlato con i rappresentanti <strong>di</strong> Onore e Combattimento e <strong>di</strong> Vendetta<br />

Mussolini, fornendo loro istruzioni su come monitorare i Fi<strong>gli</strong> d’Italia: per evitare ripercussioni,<br />

non bisogna infatti mantenere un atteggiamento aggressivo nei loro confronti.<br />

39


Informazioni sui gruppi fascisti<br />

L’importanza <strong>di</strong> questi gruppi clandestini fascisti non va sopravvalutata, ma è bene ricordare che<br />

essi esistono e che mirano a prendere il potere con la forza. Sostengono che <strong>gli</strong> ideali fascisti<br />

sono ra<strong>di</strong>cati nel popolo italiano, ma che i social-comunisti e <strong>gli</strong> Alleati li tengono attualmente in<br />

iscacco.<br />

Al momento, i più importanti nuclei neofascisti sembrano essere Vendetta Mussolini, Squadre<br />

d’Azione Mussolini e Onore e Combattimento.<br />

Le attività militari sono <strong>di</strong>rette da un gruppo <strong>di</strong> ufficiali della milizia capeggiato dal generale<br />

Galbiati (ex generale del Mvnr) e da Polvani, ex federale <strong>di</strong> Firenze, ex ufficiale della milizia ed<br />

uno de<strong>gli</strong> organizzatori della resistenza fascista a Firenze al tempo della ritirata germanica. Si<br />

<strong>di</strong>ce che Polvani controlli un gran numero <strong>di</strong> giovani fascisti, selezionati da Pavolini e dal Gis<br />

germanico per costituire una quinta colonna in Italia. Si segnala anche il Mgir, organizzazione<br />

che Polvani ha contribuito a <strong>di</strong>rigere (almeno fino al periodo fiorentino). Al momento non vi<br />

sono prove che Gino Stefani, ex capo del Mgir, sia collegato ai nuclei fascisti.<br />

Le attività politiche e ideologiche sono <strong>di</strong>rette da Augusto Turati, che ha raccolto attorno a sé un<br />

gruppo <strong>di</strong> fascisti della prima ora. Polvani è attivo anche in campo politico e opera in<br />

collaborazione con <strong>gli</strong> elementi più giovani.<br />

Gruppi monarchico-fascisti<br />

In parallelo ai suddetti gruppi, sembrano attualmente operare gruppi fascisti <strong>di</strong> tendenza<br />

monarchica guidati dal generale Renzo Montagna, ex capo della polizia della Rsi. Si <strong>di</strong>ce che<br />

Montagna sia in Svizzera e che mantenga i rapporti con l’Italia attraverso un corriere donna che è<br />

solito attraversare clandestinamente la frontiera.<br />

Si sospetta che tali gruppi siano in collegamento con i fascisti detenuti nel carcere <strong>di</strong> San Vittore<br />

(Milano), che fanno capo a Vito Mussolini e al prof. Alberto Coppo. Si <strong>di</strong>ce che il loro contatto<br />

esterno sia Mario Arata, che convive con una donna in via Boccaccio 29, a Milano.<br />

Arata frequenta Leonardo Siliato, un monarchico amico del generale Montagna, e desidera<br />

promuovere rapporti amichevoli tra i movimenti fascisti e quelli monachico-fascisti. Siliato<br />

frequenta il generale Infante, appartenente alla cerchia del principe <strong>di</strong> Piemonte. Nel novembre<br />

del 1945 Arata doveva recarsi a Roma per conferire con alcuni esponenti fascisti.<br />

E’ <strong>di</strong>fficile che i fascisti ed i monarchici riescano a trovare un accordo, giacchè Polvani<br />

considera i monarchici dei tra<strong>di</strong>tori da eliminare alla prima occasione.<br />

Voci<br />

Dino Gran<strong>di</strong> è arrivato a Roma ed è in contatto con il generale Montagna.<br />

Diffusione del movimento fascista<br />

Il movimento fascista è <strong>di</strong>ffuso in Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Liguria e in alcune aree del Veneto. Vi<br />

sono collegamenti anche con numerosi movimenti fascisti nell’Italia meri<strong>di</strong>onale.<br />

40


I rapporti in<strong>di</strong>cano che il neofascismo è in contatto con i detenuti fascisti in attesa <strong>di</strong> essere<br />

processati dalla corte d’assise straor<strong>di</strong>naria. Tra questi troviamo il prof. Coppo, che è in<br />

corrispondenza con elementi stranieri.<br />

Vi sono collegamenti anche con numerosi elementi del campo <strong>di</strong> prigionia <strong>di</strong> Terni. Qui<br />

primeggia Materassi, elemento che conosce i principali leader del movimento neofascista.<br />

Squadre d’Azione Mussolini<br />

Assieme ai gruppi Vendetta Mussolini e Onore e Combattimento, costituisce il braccio armato<br />

dei fascisti. Un loro punto fermo è il desiderio <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>care la morte del Duce. Vo<strong>gli</strong>ono inoltre<br />

eliminare i capi partigiani. I loro obiettivi sono imme<strong>di</strong>ati e le azioni sembrano aver già avuto<br />

inizio.<br />

Vari ex capi partigiani hanno ricevuto minacce <strong>di</strong> morte. Di alcuni casi ha riferito la stampa,<br />

soprattutto il quoti<strong>di</strong>ano L’Unità. Il partigiano Riccardo Bulloni, <strong>di</strong> Rho, è stato ucciso pochi<br />

giorni dopo aver ricevuto minacce.<br />

Il ventenne Aurelio Fanti, il partigiano che appese il corpo <strong>di</strong> Mussolini (a Piazzale Loreto, ndr),<br />

è scomparso dalla sua casa <strong>di</strong> via Plinio 39, a Milano, e non è stato più visto. Qualche notte<br />

dopo, anche suo fratello ha sofferto un attentato.<br />

Traffici d’armi fascisti<br />

Un traffico <strong>di</strong> armi automatiche, semiautomatiche e <strong>di</strong> pistole è stato segnalato nelle vicinanze<br />

del passo svizzero <strong>di</strong> Bernina, al confine con la Valtellina: il generale Galbiati, il colonnello<br />

Gelormini e Vittorio Mussolini ne sono <strong>gli</strong> organizzatori. Le autorità svizzere tentano <strong>di</strong> bloccare<br />

il traffico <strong>di</strong> armi e, in maniera semiufficiale, suggeriscono che i suddetti elementi debbano<br />

essere perseguiti in Italia. Abbiamo richiesto ulteriori informazioni in materia. […]<br />

James Angleton,<br />

capitano dell’unità Z per il controspionaggio.<br />

-<br />

IL PROCURATORE MILITARE DEL REGNO<br />

( Gen. G.M. Alberto Bellini)<br />

segreto<br />

Roma, 7 febbraio 1946<br />

PROCURA MILITARE DEL REGNO<br />

41


Presso<br />

il Tribunale Militare Territoriale <strong>di</strong> Guerra<br />

ROMA<br />

Al Comando Militare Alleato Uff. A. C. of S, G. 2 ( Sig. Capitano Corso )<br />

R o m a<br />

Prot. N. 31 Bis<br />

OGGETTO: Principe <strong>Borghese</strong> Valerio.=<br />

e per conoscenza<br />

al Comando Legione RR.Carabinieri R o m a<br />

all’Ecc. il Procuratore Generale Militare<br />

R o m a<br />

Il Comando della Legione RR. Carabinieri <strong>di</strong> Roma con nota n. 13/11 – Ris. Pers. del 6 corrente,<br />

ed in riferimento al mio fo<strong>gli</strong>o 21 R. del 20 gennaio u. s., rimesso per conoscenza a codesto<br />

Comando, mi comunica:<br />

" In relazione al fo<strong>gli</strong>o sopra <strong>di</strong>stinto che mi sono affrettato a comunicare alla Legione <strong>di</strong> Napoli,<br />

con allegato n. 13/8 R. P. del 29 gennaio u. s., ritengo doveroso far presente constarmi che il<br />

Principe <strong>Borghese</strong> Valerio non è ancora rientrato nel reclusorio <strong>di</strong> Procida, ma si trova tuttora nel<br />

carcere <strong>di</strong> Poggioreale a Napoli dove era stato portato da Procida in viaggio <strong>di</strong> trasferimento".<br />

Segnalo quanto sopra per opportuna doverosa notizia e per quanto codesto Comando riterrà del<br />

caso.=<br />

IL PROCURATORE MILITARE<br />

( Gen. A. Bellini )<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Il movimento neofascista<br />

Data: 10 aprile 1946<br />

42


Fonte: Nino Buttazzoni, ex capitano della Decima Mas.<br />

Commento: La fonte è evasa da un campo <strong>di</strong> detenzione alleato ed è in contatto con vari fascisti<br />

italiani. Siamo convinti che, sebbene <strong>gli</strong> scenari da lui <strong>di</strong>pinti siano grossolanamente esagerati,<br />

Buttazzoni goda dell’appoggio <strong>di</strong> molti elementi dell’esercito e dei movimenti dell’estrema<br />

Destra. L’agente JK1/4 ha ammesso <strong>di</strong> aver incontrato la fonte in svariate occasioni. Miss Quinn<br />

manterrà il contatto per il proprio lavoro informativo.<br />

Valutazione della fonte<br />

Attualmente la fonte opera clandestinamente a Roma con l’obiettivo <strong>di</strong> reperire appoggi politici<br />

ed economici per i neofascisti e <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> legalizzare la loro posizione. E<strong>gli</strong> punta ad ottenere<br />

la protezione alleata (in particolare americana) per <strong>gli</strong> elementi neofascisti. Ha fornito a questo<br />

ufficio vari rapporti sui movimenti neofascisti, nella speranza che destino l’attenzione delle<br />

autorità americane e che queste entrino in contatto con il suo gruppo.<br />

Buttazzoni e il suo movimento sostengono nei loro rapporti che i comunisti, e quin<strong>di</strong> la Russia,<br />

stanno assumendo il controllo dell’Italia. I neofascisti sono un forte baluardo contro il<br />

comunismo. Di conseguenza, dovrebbe essere loro consentito <strong>di</strong> rientrare nella vita politica<br />

italiana e <strong>di</strong> fornire un contributo alla sconfitta del comunismo. Gli Stati Uniti d’America hanno<br />

commesso molti e gravi errori sull’Italia. Tuttavia <strong>gli</strong> americani non desiderano che il<br />

bolscevismo prenda piede in Italia. Dovrebbero quin<strong>di</strong> aprire un negoziato con i neofascisti e<br />

sostenerli. In cambio, <strong>gli</strong> Stati Uniti sarebbero in grado <strong>di</strong> controllare la situazione politica<br />

italiana appoggiandosi sui neofascisti, che sono fortemente organizzati in <strong>di</strong>verse mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong><br />

militanti.<br />

Tutte le informazioni che riportiamo derivano dai rapporti compilati dalla fonte (<strong>gli</strong> scenari<br />

configurati sono attribuibili a lui, così come la descrizione delle varie organizzazioni, i nomi e i<br />

documenti). […]<br />

Attuale organizzazione dei neofascisti<br />

Le ristrettezze economiche e la costante minaccia <strong>di</strong> persecuzioni hanno finito per unificare i<br />

movimenti neofascisti, spingendoli ad organizzarsi.<br />

In ogni grande città italiana vi è un’organizzazione generale denominata "Comitato", costituita<br />

dai comandanti dei vari "Gruppi d’Azione", a loro volta sud<strong>di</strong>visi in "Squadre". Queste si<br />

rapportano solitamente con le varie sezioni citta<strong>di</strong>ne o provinciali.<br />

Fino a qualche tempo fa, una vera e propria organizzazione esisteva solo nell’Italia<br />

settentrionale. Milano costituiva il centro più importante, da cui <strong>di</strong>pendevano altre città del nord<br />

come Genova e Venezia.<br />

Al sud, i centri agivano in maniera in<strong>di</strong>pendente. Attorno al centro <strong>di</strong> Roma si raggruppavano i<br />

movimenti neofascisti <strong>di</strong> Lazio e Umbria. Erano attivi anche i centri <strong>di</strong> Napoli, Bari, Reggio<br />

Calabria e della Sicilia.<br />

Di recente tutti i centri sono stati compattati, stabilendo un piano unico per le attività e la<br />

propaganda. E’ Milano a governarli. La capitale lombarda è <strong>di</strong>ventata il quartier generale del<br />

movimento, soprattutto grazie all’appoggio ricevuto dalla maggioranza dei gran<strong>di</strong> industriali del<br />

nord. Da Milano, i fon<strong>di</strong> partono poi per le città dell’Italia centrale e meri<strong>di</strong>onale.<br />

43


A Milano e provincia i neofascisti armati sono 50.000. Genova e provincia ne conta 20.000<br />

(metà dei quali armati). La loro forza è simile a Venezia e <strong>di</strong>ntorni. Anche i centri <strong>di</strong> Bergamo e<br />

<strong>di</strong> Brescia sono molto forti. Roma ha 30.000 uomini, 10.000 dei quali armati. Vi sono centri<br />

neofascisti a Napoli, Bari, Reggio Calabria e in Sicilia. Tuttavia, la maggioranza dei neofascisti<br />

meri<strong>di</strong>onali è stata assorbita dal movimento dell’Uomo Qualunque. […]<br />

Programmi politici<br />

Lo scorso 4 aprile Buttazzoni ci ha fatto pervenire un rapporto dattiloscritto intitolato "Riassunto<br />

della situazione generale al 1 aprile 1946". La fonte ha rivelato <strong>di</strong> essere in contatto con Valerio<br />

<strong>Borghese</strong>, l’ex comandante della Decima Mas ora detenuto nell’isola <strong>di</strong> Procida, e con altri<br />

esponenti della Decima internati nello stesso penitenziario. Il rapporto presentato da Buttazzoni è<br />

il risultato <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> scambi <strong>di</strong> vedute con i suddetti elementi. I principali punti del<br />

resoconto sono i seguenti:<br />

al giorno d’oggi, sono due le potenze in lotta per l’egemonia mon<strong>di</strong>ale: l’Unione Sovietica e <strong>gli</strong><br />

Stati Uniti d’America;<br />

guidati da Mosca, i comunisti sono <strong>di</strong>ventati i padroni dell’Italia;<br />

la questione monarchica è stata artificialmente creata dai comunisti, giacchè una monarchia non<br />

può far parte dell’Unione Sovietica;<br />

se la monarchia vincesse il referendum, i comunisti proclamerebbero ugualmente la repubblica<br />

(che in un secondo tempo verrebbe annessa all’Urss). In tal caso, potrebbe scoppiare una guerra<br />

civile.<br />

non ci si può fidare della Dc, un partito pronto ad allearsi con chiunque pur <strong>di</strong> raggiungere i<br />

propri fini politici;<br />

il movimento dell’Uomo Qualunque ha <strong>gli</strong> obiettivi politici più chiari, ma, al punto in cui siamo,<br />

non è più in grado <strong>di</strong> concludere alcunché;<br />

l’unica soluzione possibile sarebbe quella <strong>di</strong> rovesciare l’attuale governo per imporre una<br />

autorità apolitica guidata da Nitti;<br />

un’altra alternativa potrebbe essere quella <strong>di</strong> una sollevazione popolare, una volta accertato che<br />

vi sono le con<strong>di</strong>zioni per tale azione;<br />

in ultima istanza, il luogotenente del regno (Umberto <strong>di</strong> Savoia, ndr) potrebbe ab<strong>di</strong>care e<br />

<strong>di</strong>chiarare a tutta la nazione che non vi sono le garanzie necessarie allo svolgimento <strong>di</strong> libere<br />

elezioni. Di fatto, e<strong>gli</strong> rinuncerebbe al suo incarico fino al momento in cui il popolo italiano non<br />

fosse in grado <strong>di</strong> decidere liberamente del proprio destino;<br />

sostenere che le elezioni decideranno ciò che più si conviene all’Italia, equivale a <strong>di</strong>re che questa<br />

deve <strong>di</strong>ventare un’alleata dei russi;<br />

non dobbiamo perderci d’animo per la sconfitta del movimento dell’Uomo Qualunque nelle<br />

elezioni amministrative. Occorre ora intensificare l’appoggio a questo partito per le elezioni del 2<br />

giugno;<br />

44


in conclusione, l’unica soluzione in grado <strong>di</strong> salvare l’Italia è quella <strong>di</strong> instaurare un governo<br />

imparziale guidato da Nitti, capace <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re un colpo <strong>di</strong> stato comunista e <strong>di</strong> favorire<br />

l’elezione del maggior numero possibile <strong>di</strong> deputati dell’Uomo Qualunque.<br />

Buttazzoni ci ha inoltre presentato uno scritto intitolato "Il Fronte Antibolscevico Italiano".<br />

Interrogato sui suoi componenti, la fonte ha risposto che il "Fronte" era interamente composto da<br />

unità neofasciste clandestine. Il documento propone un programma sociale e politico per l’Italia.<br />

I suoi principali punti sono i seguenti:<br />

In politica estera:<br />

la preservazione dell’integrità territoriale dell’Italia, i cui confini sono delimitati dalle Alpi e dal<br />

mare;<br />

il <strong>di</strong>ritto a conservare le colonie;<br />

una politica estera nazionalista;<br />

l’adozione <strong>di</strong> una posizione esclusivamente europea da parte delle nazioni occidentali per la<br />

<strong>di</strong>fesa del vecchio continente dall’imperialismo bolscevico.<br />

In politica interna:<br />

il rigetto delle epurazioni e la liberazione dei prigionieri politici;<br />

la garanzia <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti civili per il popolo italiano;<br />

il rinvio della soluzione per la questione monarchica: la libertà morale del popolo va garantita;<br />

la religione cattolica deve continuare ad essere la religione dello Stato. I Patti Lateranensi<br />

devono essere rispettati, così come le altre religioni.<br />

In campo sociale:<br />

tutte le industrie, con l’eccezione <strong>di</strong> quelle private e delle attività artigiane, devono essere<br />

socializzate;<br />

la socializzazione prevede la partecipazione dei sindacati dei lavoratori alla conduzione<br />

dell’impresa e alla <strong>di</strong>stribuzione dei <strong>di</strong>viden<strong>di</strong>. Tuttavia, ciò non significa che la proprietà privata<br />

debba essere socializzata;<br />

anche le imprese agricole, in cui operano agricoltori salariati, devono essere socializzate. Va<br />

inoltre mantenuto (con le opportune mo<strong>di</strong>fiche) il sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dei raccolti. I gran<strong>di</strong><br />

latifon<strong>di</strong> vanno eliminati..<br />

In conclusione, il documento afferma che non vi può essere giustizia sociale se ogni nazione non<br />

possiede "il capitale della terra", che deve equilibrarsi con le necessità basiche del "capitale<br />

dell’industria".<br />

All’inizio <strong>di</strong> marzo il centro neofascista <strong>di</strong> Roma ha approvato una risoluzione per la creazione<br />

<strong>di</strong> un ampio partito: tra i suoi obiettivi, la guida delle forze anticomuniste e la ricostruzione<br />

45


dell’Italia. Il partito dovrebbe inoltre stabilire un contatto con le autorità americane e cooperare<br />

con esse. La nuova formazione politica dovrebbe essere costituita da:<br />

i neofascisti organizzati;<br />

tutti <strong>gli</strong> italiani anticomunisti al momento perseguitati;<br />

tutti <strong>gli</strong> italiani <strong>di</strong>sgustati dall’attuale situazione politica;<br />

i reduci dai campi <strong>di</strong> concentramento;<br />

tutti <strong>gli</strong> anticomunisti <strong>di</strong> sinistra.<br />

Alla fine <strong>di</strong> febbraio, il centro neofascista <strong>di</strong> Roma ha approvato una risoluzione in cui si afferma<br />

che le mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> italiani che hanno combattuto contro il comunismo sono al giorno d’oggi<br />

esclusi da ogni attività politica e, al momento, organizzati clandestinamente. Tutti i partiti politici<br />

hanno fallito nel compito <strong>di</strong> ricostruire l’Italia. Di conseguenza, i neofascisti intendono stabilire<br />

un contatto con le autorità americane per analizzare congiuntamente la situazione del paese. La<br />

questione politica italiana verrà quin<strong>di</strong> collocata nelle mani de<strong>gli</strong> Stati Uniti d’America.<br />

Alla fine <strong>di</strong> febbraio il centro neofascista <strong>di</strong> Roma ha redatto un rapporto intitolato "Gli Stati<br />

Uniti e l’Italia", che è stato inviato al Papa. In sintesi, lo scritto afferma che:<br />

è interesse de<strong>gli</strong> Stati Uniti che l’Italia torni ad essere una nazione forte;<br />

un’Italia forte può <strong>di</strong>ventare un’ottima fonte <strong>di</strong> investimenti per <strong>gli</strong> Stati Uniti;<br />

l’Italia può <strong>di</strong>ventare una base me<strong>di</strong>terranea per <strong>gli</strong> Stati Uniti nella loro lotta contro l’Inghilterra<br />

e la Russia;<br />

se <strong>gli</strong> Stati Uniti abbandoneranno l’Italia al suo destino, avranno come nemico il popolo italiano<br />

stesso, prima sconfitto e poi soggiogato. L’Italia <strong>di</strong>verrà così un focolaio <strong>di</strong> infezione sociale per<br />

l’Europa e il mondo. Potrebbe quin<strong>di</strong> cadere nelle mani del comunismo, <strong>di</strong>ventando una<br />

repubblica sovietica nel bacino me<strong>di</strong>terraneo. […]<br />

Miss Quinn, agente dell’X-2 (Roma)<br />

Class.: confidenziale.<br />

Oggetto: Notizie sulla Decima Flotti<strong>gli</strong>a Mas<br />

Senza data<br />

(testo in italiano)<br />

NB! Inserire anche due documenti <strong>di</strong> Putzolu e Zanar<strong>di</strong> su JVB ?<br />

46


-class.: confidenziale<br />

Titolo: Creazione <strong>di</strong> un Fronte Nazionale<br />

Data: 14 agosto 1951<br />

Nell’autunno <strong>di</strong> quest’anno dovrebbe nascere il Fronte Nazionale, composto da neofascisti (come<br />

Valerio <strong>Borghese</strong>, Carlo Del Croix ed elementi provenienti dalla Rsi) e dai monarchici del<br />

Fronte Nazionale Monarchico creato dai deputati Giovanni Francesco Alliata <strong>di</strong> Montereale e da<br />

Tommaso Leone Marchesano.<br />

Con il Fronte Nazionale <strong>Borghese</strong> intende creare un movimento politico in grado <strong>di</strong> raggruppare<br />

vari esponenti dell’estrema Destra. All’inizio non sarà necessario scio<strong>gli</strong>ere le <strong>di</strong>verse formazioni<br />

che aderiscono al Fronte, giacchè questo, almeno all’inizio, avrà una funzione puramente<br />

elettorale. Una volta affermatosi nelle elezioni politiche del 1953, si darà quin<strong>di</strong> il via alla<br />

seconda fase che prevede la creazione <strong>di</strong> un vero e proprio partito <strong>di</strong> ispirazione monarchicofascista.<br />

Proprio a causa delle sue inclinazioni monarchiche, la maggioranza dell’estrema Destra e <strong>gli</strong><br />

esponenti del Movimento Sociale Italiano si oppongono al Fronte Nazionale e vorrebbero indurre<br />

<strong>Borghese</strong> a rinunciare al progetto. Inoltre, personalità come Del Croix desiderano che al Fronte<br />

aderiscano personaggi come <strong>Giuseppe</strong> Bottai e Dino Gran<strong>di</strong>, noti come "<strong>gli</strong> uomini del 25 lu<strong>gli</strong>o<br />

1943".<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà non mancheranno, giacchè <strong>Borghese</strong> si mostra intransigente su questo punto.<br />

"Monarchici sì, tra<strong>di</strong>tori no!" ha recentemente affermato nel corso <strong>di</strong> un’assemblea costitutiva<br />

del Fronte, a cui hanno preso parte <strong>di</strong>verse personalità.<br />

CAPITOLO II<br />

IL DOPOSBARCO, LA SICILIA E LA MAFIA<br />

Class.: segreto<br />

Mittente: Sicilia<br />

Destinatario: Algeri<br />

47


Oggetto: Attività dell’Oss<br />

Data: 13 agosto 1943<br />

Collocazione: Rg 226, serie 108, busta 111.<br />

Abbiamo soprattutto puntato a infiltrare le linee nemiche e a piazzare nostri agenti nel<br />

continente. Sebbene i nostri uomini non siano stati addestrati al lavoro <strong>di</strong> intelligenza in<br />

combattimento, abbiamo inviato al fronte varie squadre. Una <strong>di</strong> queste ha collaborato per 17<br />

giorni con il Cic e, secondo il rapporto stilato dal colonnello Porter, ha reso notevoli servizi e<br />

fornito importanti informazioni tattiche al comando. Due squadre a<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni del colonnello<br />

Pantaleoni hanno fornito una serie <strong>di</strong> preziose informazioni che hanno permesso all’esercito <strong>di</strong><br />

sferrare due attacchi. Un attacco è avvenuto nelle vicinanze <strong>di</strong> San Fratello, un altro presso<br />

Tortorici. Gli uomini si sono <strong>di</strong>stinti e, secondo il maggiore Carter del G-2 (i servizi segreti<br />

militari, ndr), meritano un encomio. Uno in particolare, il soldato Ribarich, riceverà la stella<br />

d’argento.<br />

Inoltre, siamo stati chiamati ad assistere il Cic e il Pwb. Di volta in volta, abbiamo prestato i<br />

nostri agenti a tali settori per missioni speciali. Anche l’Amgot ha richiesto (e ottenuto) i nostri<br />

servizi: abbiamo così smascherato le attività del mercato nero (soprattutto la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> pane alla<br />

popolazione più povera) ed espulso <strong>gli</strong> elementi della polizia locale considerati pericolosi per la<br />

nostra sicurezza militare. Queste attività si sono svolte senza mai rinunciare alle infiltrazioni e<br />

allo spionaggio.<br />

[…]<br />

In Sicilia, abbiamo un numero infinito <strong>di</strong> volontari italiani pronti a sbarcare nella terraferma.<br />

Sono affidabili e leali anzitutto alla loro causa - la lotta al fascismo - e, in secondo luogo, alla<br />

strategia alleata. Tra loro vi sono uomini <strong>di</strong>sposti ad attuare sabotaggi, organizzare <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni e, se<br />

necessario, a commettere omici<strong>di</strong>. Abbiamo a <strong>di</strong>sposizione anche de<strong>gli</strong> intellettuali: professori,<br />

avvocati e via <strong>di</strong>cendo. Non <strong>di</strong>sponiamo però <strong>di</strong> operatori ra<strong>di</strong>o efficienti.<br />

[…]<br />

Abbiamo scoperto che in Sicilia operano numerosi movimenti politici. Uno <strong>di</strong> questi è il<br />

Movimento per l’In<strong>di</strong>pendenza della Sicilia, che si batte per la totale separazione dall’Italia. Il<br />

suo leader è un certo Finocchiaro Aprile. Un altro movimento è il Partito d’Azione, capeggiato<br />

da un certo Vincenzo Purpura. Non propone il separatismo, bensì che ai siciliani sia concessa<br />

una maggiore rappresentanza. Punta a mi<strong>gli</strong>orare la situazione sociale e politica. Sospettiamo che<br />

il movimento separatista sia in parte sostenuto dai britannici. Riteniamo però che il Partito<br />

d’Azione abbia una base più solida e che conti su elementi più capaci. I britannici non sono<br />

finora riusciti ad infiltrare questa formazione, che ricopre un’importanza maggiore dal momento<br />

che opera in tutta l’Italia (il gruppo siciliano ne fa parte). Per quanto riguarda le nostre attività in<br />

Sicilia, non dobbiamo mai <strong>di</strong>menticare che la mafia vi svolge un ruolo importante. La mafia, a<br />

sua volta, è <strong>di</strong>visa in due tendenze: quella alta (composta da intellettuali e professionisti) e quella<br />

bassa, in cui troviamo elementi che svolgono lavori <strong>di</strong> manovalanza (ne fanno parte anche i<br />

borsaioli e i criminali). Solo la mafia è in grado <strong>di</strong> sopprimere il mercato nero e <strong>di</strong> influenzare i<br />

conta<strong>di</strong>ni, che costituiscono la maggioranza della popolazione.<br />

Al momento, possiamo puntare sul Pd’A e sulla mafia. Ci siamo incontrati con i loro leader. Gli<br />

accor<strong>di</strong> prevedono che essi agiranno secondo i nostri or<strong>di</strong>ni o suggerimenti. Da queste parti, un<br />

48


patto non si spezza facilmente. A riprova della buona fede del Pd’A, abbiamo ricevuto i nomi dei<br />

loro leader più importanti in Italia. Gli esponenti del Pd’A hanno poi sottolineato <strong>di</strong> non avere<br />

contatti con altri servizi <strong>di</strong> intelligenza. In risposta alla loro lealtà nei nostri confronti, abbiamo<br />

spiegato che il nostro obiettivo è quello <strong>di</strong> vedere la Sicilia liberata <strong>di</strong> fatto. Ogni movimento che<br />

appoggia la separazione dell’isola dal continente deve quin<strong>di</strong> essere guardato con sospetto, dal<br />

momento che la Sicilia potrebbe essere coinvolta in un nuovo conflitto per il controllo del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo. Abbiamo ascoltato le loro <strong>di</strong>fficoltà, rassicurandoli sul fatto che basta chiedere per<br />

ricevere la nostra cooperazione (anche se scarsa). Ne abbiamo utilizzato molti come informatori.<br />

Alcuni hanno rifiutato <strong>di</strong> ricevere un compenso. Grazie a loro, spostamenti permettendo, avremo<br />

presto una rete informativa estesa a tutta l’isola. Abbiamo agito nella più assoluta segretezza.<br />

Solo cinque persone ci conoscono.<br />

A causa della politica britannica, consideriamo <strong>di</strong> estrema importanza continuare a coltivare i<br />

nostri rapporti come stabilito. Non solo in Sicilia, ma ovunque si possa arrivare. L’obiettivo è<br />

quello <strong>di</strong> influenzare la politica italiana. Sebbene il nostro Dipartimento <strong>di</strong> Stato sia in sintonia<br />

con il ministero de<strong>gli</strong> esteri britannico e desideri ricevere i rapporti dei servizi britannici, non<br />

possiamo permetterci <strong>di</strong> ignorare le formazioni politiche. Di fatto, per la raccolta <strong>di</strong> informazioni<br />

politiche. Occorre inoltre rilevare che, al momento, non opera sul campo nessuna unità <strong>di</strong><br />

intelligenza militare né alcun funzionario del Dipartimento <strong>di</strong> Stato con l’obiettivo <strong>di</strong> racco<strong>gli</strong>ere<br />

informazioni politiche. Dobbiamo essere noi a portare avanti le operazioni. Se il governo de<strong>gli</strong><br />

Stati Uniti intende racco<strong>gli</strong>ere informazioni sui possibili scenari politici siciliani, all’occorrenza i<br />

nostri contatti possono estendersi anche ad altri settori. Riteniamo che dovremmo prepararci ad<br />

un’eventuale conferenza <strong>di</strong> pace.<br />

In questo paese vi è un conflitto sociale che da un giorno all’altro potrebbe sfociare in una serie<br />

<strong>di</strong> sommosse popolari e, forse, in una rivoluzione. Per vent’anni la popolazione ha sofferto una<br />

terribile oppressione, e ne<strong>gli</strong> ultimi tre anni è stata messa a dura prova dalla mancanza <strong>di</strong> beni <strong>di</strong><br />

prima necessità come il pane, la pasta, l’olio, il sapone e il vestiario. Le città sono state quasi<br />

completamente <strong>di</strong>strutte e molti villaggi rasi al suolo. Mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> persone hanno quin<strong>di</strong> perduto<br />

le loro case e soffrono <strong>di</strong> denutrizione. In molte aree sono scoppiate delle epidemie. Subito dopo<br />

il nostro arrivo nessuno ha messo mano al governo delle varie comunità. Non si è provveduto<br />

all’epurazione delle autorità fasciste, come si era pensato all’inizio. Il risultato è che, come<br />

liberatori, ci scre<strong>di</strong>tiamo <strong>di</strong> giorno in giorno. La frase "Per ogni fascista che se ne va, un altro ne<br />

arriva" è <strong>di</strong>ventata un’espressione comune. Il popolo ci ha accolti a cuore aperto e con sincerità,<br />

poichè la nostra propaganda e la nostra reputazione lo aveva convinto che arrivavamo come<br />

liberatori, non come conquistatori. La Sicilia non è stata liberata dal fascismo. I fascisti sono<br />

ancora al potere. Il popolo li vuole espellere. Molti intendono continuare a soffrire la fame finchè<br />

i fascisti non verranno rimossi dai loro incarichi. Si ripete la medesima situazione del Nord<br />

Africa, con l’eccezione che in Sicilia la popolazione non aspetterà che noi provve<strong>di</strong>amo ai<br />

necessari cambiamenti. Al momento, in molte città operano dei comitati che intendono prendere<br />

il potere con la forza. L’unica cosa che li trattiene dall’agire è la presenza della polizia militare<br />

americana, e il fatto che in Sicilia i combattimenti non sono ancora cessati. I comitati non<br />

desiderano pregiu<strong>di</strong>care la nostra sicurezza militare, ma è certo che finiranno per ritenerla<br />

infiacchita dal mantenimento in carica de<strong>gli</strong> elementi a noi ostili fino al 10 lu<strong>gli</strong>o del 1943.<br />

L’Amgot sostiene che non è possibile operare un’epurazione completa perchè ciò<br />

pregiu<strong>di</strong>cherebbe i servizi resi alla popolazione. Noi invece pensiamo che sia importante<br />

rinforzare il morale del popolo, mantenendo ora (e non tra qualche anno, quando sarà troppo<br />

tar<strong>di</strong>) la promessa <strong>di</strong> spazzar via il fascismo. Nel frattempo, con la <strong>di</strong>ssoluzione del Pnf, i fascisti<br />

si stanno riorganizzando per cercare <strong>di</strong> sopravvivere. Riteniamo che, in breve, <strong>gli</strong> ex fascisti<br />

49


formeranno un nuovo partito. E’ superfluo <strong>di</strong>re che consideriamo la situazione estremamente<br />

seria.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista economico, è probabile che nell’isola si verifichi una carestia questo inverno,<br />

a meno che <strong>gli</strong> alimenti non vengano importati. Alimenti basilari, come il pane e la pasta (senza i<br />

quali i siciliani non potrebbero vivere) vengono <strong>di</strong>stribuiti in razioni da sussistenza. La piaga<br />

della situazione alimentare è il mercato nero. Il salario <strong>di</strong> un lavoratore è <strong>di</strong> 40 lire al giorno. Nei<br />

centri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, il pane viene venduto a 3,60 lire al chilo (quando si trova). Ma la<br />

maggioranza della popolazione è costretta a comprarlo al mercato nero ad un prezzo che oscilla<br />

tra le 20 e le 25 lire al chilo. A queste con<strong>di</strong>zioni un lavoratore non è in grado <strong>di</strong> mantenere una<br />

fami<strong>gli</strong>a. Il mercato nero si estende anche ad altri beni <strong>di</strong> prima necessità. Non è stato compiuto<br />

alcun serio tentativo <strong>di</strong> cancellarlo. L’Amgot sostiene che esisteva prima del nostro arrivo e che<br />

non siamo in grado <strong>di</strong> spazzarlo via. Abbiamo suggerito all’Amgot che il prezzo del grano venga<br />

aumentato per incoraggiare il proprietario terriero a collocare il suo raccolto sul mercato,<br />

aumentando così il prezzo del pane. In tal modo vi sarebbe un certo margine <strong>di</strong> profitto. Il regime<br />

fascista non applicava questo schema. Durante il fascismo il proprietario perdeva denaro e<br />

doveva quin<strong>di</strong> ricorrere al mercato nero. Nascondeva parte del raccolto oppure si rifiutava <strong>di</strong><br />

aumentare la quantità <strong>di</strong> grano che era in grado <strong>di</strong> ammassare in tempi normali. In cambio, al<br />

fornaio veniva concesso <strong>di</strong> vendere il pane a prezzo fisso, elemento che <strong>gli</strong> provocava delle<br />

per<strong>di</strong>te. A sua volta, quin<strong>di</strong>, anche il fornaio ricorreva al mercato nero: vendeva una piccola parte<br />

del pane al prezzo stabilito e il resto al prezzo fissato dal mercato nero. L’Amgot ha leggermente<br />

innalzato il prezzo del pane, ma non abbastanza da <strong>di</strong>ssuadere il mercato nero.<br />

Per acquistare un po’ <strong>di</strong> pane, le persone sono obbligate a stare in fila dalle prime ore del mattino<br />

fino a tarda notte. Una nostra indagine ha svelato che le code per il pane si formano alle 11 <strong>di</strong><br />

sera. Le persone rimangono in fila fino alle 19.30 del giorno successivo. Uomini, donne e<br />

bambini, troppo poveri per acquistare il pane ai prezzi del mercato nero, vengono presi a calci,<br />

spintonati e insultati dalla polizia locale, che urla loro: "Avete applau<strong>di</strong>to all’arrivo de<strong>gli</strong><br />

americani ed ecco il risultato." Abbiamo riferito la circostanza all’Amgot, che non ha potuto fare<br />

a meno <strong>di</strong> licenziare 7 agenti della pubblica sicurezza. Abbiamo insistito, <strong>di</strong>cendo che il<br />

licenziamento dei 7 uomini non era sufficiente. Ci è stato quin<strong>di</strong> chiesto se eravamo a favore<br />

della cancellazione <strong>di</strong> tutte le forze <strong>di</strong> polizia, e enfaticamente abbiamo risposto <strong>di</strong> sì. I motivi?<br />

Gli agenti della pubblica sicurezza e <strong>gli</strong> squadristi costituivano il braccio armato del regime<br />

fascista. Sono le stesse persone che ne<strong>gli</strong> ultimi vent’anni hanno mantenuto al potere il fascismo<br />

utilizzando la violenza, il terrore e il manganello. E ora si vantano pubblicamente "<strong>di</strong> aver<br />

comandato in passato, <strong>di</strong> comandare ora e che ci vuole solo più manganello." Li consideriamo<br />

quin<strong>di</strong> pericolosi per la nostra sicurezza militare.<br />

Sono troppo addentro ai meto<strong>di</strong> del regime fascista perché sia loro consentito <strong>di</strong> rimanere al<br />

potere. Ovviamente, la risposta è stata negativa. Ci è stato detto: "I membri delle forze <strong>di</strong> p.s.<br />

possono essere allontanati solo nel caso emergano prove concrete contro <strong>gli</strong> stessi." Nei fatti,<br />

quattro agenti sono stati riammessi nei ranghi delle forze <strong>di</strong> polizia a<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni del colonnello<br />

Poletti. Scomparsi da Palermo prima del nostro arrivo, sono tornati senza spiegare dove sono<br />

stati e i motivi della fuga.<br />

Che Poletti obbe<strong>di</strong>sca o meno a or<strong>di</strong>ni superiori, <strong>di</strong> fatto e<strong>gli</strong> non sta governando la città o lo<br />

stato <strong>di</strong> New York. Poletti non comprende la situazione siciliana, la popolazione o le <strong>di</strong>namiche<br />

interne della politica isolana. Finchè rimarrà in carica, continuerà a commettere errori, gravi<br />

errori. Invece <strong>di</strong> essere arrestati, il questore, il capo della guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> p.s. e il comandante dei<br />

carabinieri conservano intatti poteri e incarichi. In pratica, si verifica la medesima situazione in<br />

tutte le città da noi occupate, con l’eccezione <strong>di</strong> alcuni villaggi dove il coor<strong>di</strong>natore de<strong>gli</strong> affari<br />

50


civili è in sintonia con le personalità antifasciste. Sebbene nella provincia <strong>di</strong> Palermo e nel resto<br />

dell’isola tutti ammettano i legami fascisti del car<strong>di</strong>nale, al momento questi ricopre l’incarico <strong>di</strong><br />

consi<strong>gli</strong>ere del generale Patton. Numerosi ex esponenti <strong>di</strong> alto rango del fascismo godono <strong>di</strong><br />

privilegi speciali, altri vengono impiegati dall’Amgot. Altri ancora sono usciti dai campi <strong>di</strong><br />

internamento e dal carcere per intercessione del car<strong>di</strong>nale. Siamo in grado <strong>di</strong> confermare i<br />

suddetti avvenimenti perché abbiamo avuto il piacere <strong>di</strong> incontrare quoti<strong>di</strong>anamente il colonnello<br />

Poletti e i quattro responsabili delle varie forze <strong>di</strong> polizia. Siamo a conoscenza<br />

dell’atteggiamento assunto dal colonnello Poletti nei confronti della situazione siciliana. Non si<br />

può <strong>di</strong>re che e<strong>gli</strong> agisca in malafede ma, piuttosto, che non comprenda bene la situazione.<br />

Siamo convinti che il tempo non porrà rime<strong>di</strong>o alla situazione. Se non si agisce in modo drastico,<br />

il popolo urlerà sempre più forte : "Per ogni fascista che se ne va, ne arriva uno nuovo."<br />

Tali meto<strong>di</strong> condurranno la Sicilia verso un’aperta e pericolosa rivolta e getteranno il popolo<br />

nelle braccia del comunismo, che in Italia è forte e ben organizzato. Prima <strong>di</strong> addentrarci in<br />

Italia, dobbiamo essere ben decisi a mettere in atto il piano preparato in origine per la Sicilia. In<br />

Italia troveremo masse più organizzate, soprattutto nel nord industrializzato, che non<br />

sopporteranno i suddetti meto<strong>di</strong> per più <strong>di</strong> un mese.<br />

I siciliani hanno sempre cooperato e in ogni modo. Molti si sono sacrificati per soccorrere le<br />

truppe al fronte, e molti sono stati fucilati dai tedeschi. Da noi, due civili sono stati passati per le<br />

armi per aver prestato aiuto ai nostri agenti.<br />

Inoltre, i siciliani amano <strong>gli</strong> americani e desiderano che a rimanere siano <strong>gli</strong> americani, non <strong>gli</strong><br />

inglesi. Sono affermazioni fatte senza alcun con<strong>di</strong>zionamento da parte nostra.<br />

Questo rapporto è stato redatto senza alcuna prevenzione. Abbiamo tracciato un quadro generale<br />

della situazione e avanzato delle accuse, ma con cautela e senza pregiu<strong>di</strong>zi. Siamo infine convinti<br />

che un’unità <strong>di</strong> intelligenza (appartenente o meno alla nostra organizzazione) dovrebbe operare<br />

per coprire <strong>gli</strong> avvenimenti sul campo.<br />

Class.: segreto<br />

Destinatari: colonnello Edward Glavin, comandante del teatro nordafricano dell’Oss; Whitney<br />

Shepardson, <strong>di</strong>rettore del Si (Washington, Dc); Earl Brennan, capo del settore italiano del Si<br />

(Washington, Dc).<br />

Mittente: Vincent J. Scamporino.<br />

Oggetto: Rapporto generale<br />

Data: 14 <strong>di</strong>cembre 1943<br />

Collocazione: Rg 226, serie 108, busta 111.<br />

51


[…]<br />

Sicilia<br />

Le con<strong>di</strong>zioni generali della Sicilia sono peggiorate nel periodo successivo al mio ultimo<br />

rapporto. Si verifica una chiara conflittualità sociale dovuta ai seguenti fattori:<br />

l’assoluta incapacità de<strong>gli</strong> enti governativi incaricati <strong>di</strong> amministrare l’isola a provvedere a<strong>gli</strong><br />

alimenti, al vestiario e alle abitazioni;<br />

la negazione delle libertà <strong>di</strong> stampa, parola e assemblea, che sono naturalmente con<strong>di</strong>zionate<br />

dalla censura militare;<br />

il mancato allontanamento dei membri del regime fascista dai pubblici uffici. Molti fascisti<br />

conservano impieghi e incarichi vecchi e nuovi e in molti casi incitano la popolazione contro il<br />

governo alleato;<br />

la mancata riorganizzazione della pubblica sicurezza, benchè si ammetta l’esistenza della<br />

corruzione in tutti i settori della polizia. La pubblica sicurezza è minacciata, i crimini sono<br />

quoti<strong>di</strong>ani e il mercato nero continua a prosperare. Tutte le colpe vengono gettate sul governo<br />

alleato o sulla popolazione. Per protestare contro una simile situazione, la folla ha attaccato e<br />

appiccato il fuoco a numerose se<strong>di</strong> municipali. E’ stata quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarata la legge marziale per<br />

restaurare la legge e l’or<strong>di</strong>ne.<br />

Nelle provincie <strong>di</strong> Ragusa e Siracusa, la situazione generale è mi<strong>gli</strong>ore <strong>di</strong> quella in atto in altre<br />

aree dell’isola. Il problema alimentare è tuttavia critico. Ad ogni persona vengono garantiti 200<br />

grammi giornalieri <strong>di</strong> pane. Le autorità sono preoccupate per il futuro. Le scorte <strong>di</strong> grano sono<br />

pericolosamente scarse. Abbiamo stilato rapporti speciali sulle città <strong>di</strong> Siracusa, Avola, Noto,<br />

Rosolini, Ispica, Pozzallo, Scicli, Mo<strong>di</strong>ca, Ragusa, Chiaramente, Comiso e Vittoria.<br />

Di fatto, 200 grammi <strong>di</strong> pane sono una razione da fame, soprattutto per un lavoratore. Carne,<br />

uova, formaggio, latte e legumi risultano introvabili o acquistabili a prezzi proibitivi. Malgrado<br />

la scarsità <strong>di</strong> alimenti e la sofferenza dei poveri, dei lavoratori e dei colletti bianchi, non si sono<br />

verificate sommosse. La popolazione <strong>di</strong>mostra un notevole grado <strong>di</strong> pazienza e <strong>di</strong> sopportazione.<br />

Nelle provincie <strong>di</strong> Ragusa e <strong>di</strong> Siracusa la situazione della pubblica sicurezza è <strong>di</strong>screta. Rapine e<br />

altri atti <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>tismo, così comuni e persino allarmanti in altre provincie siciliane, risultano<br />

quasi inesistenti. I motivi <strong>di</strong> tali forti <strong>di</strong>fferenze possono essere in<strong>di</strong>viduati nella situazione<br />

politica. Ragusa e Siracusa sono state occupate per prime dalle truppe alleate. Il popolo ha<br />

accolto con entusiasmo i nostri soldati e, al contempo, ha espresso il desiderio <strong>di</strong> essere<br />

governato dalle personalità che si erano opposte al fascismo. La volontà popolare è stata<br />

imme<strong>di</strong>atamente esau<strong>di</strong>ta e, al momento, le due amministrazioni civili sono rette da uomini che<br />

godono, con qualche eccezione, della fiducia popolare. Ci si rende conto che queste persone<br />

fanno del loro me<strong>gli</strong>o per risolvere i problemi della popolazione, a cominciare da quello<br />

alimentare. Si sa inoltre che, se ciò non accade, non è colpa de<strong>gli</strong> amministratori. I fascisti più<br />

importanti sono stati arrestati e internati in campi <strong>di</strong> concentramento (alcuni tra loro continuano a<br />

rimanerci): ciò ha portato allo smantellamento dell’organizzazione fascista e all’intimidazione<br />

dei fascisti <strong>di</strong> basso rango ancora in libertà. […]<br />

A Ragusa, il capo del governo civile (così viene ora denominato l’Amgot) è il colonnello<br />

Thunburn, un galantuomo inglese affabile ma fragile e indeciso. E’ con<strong>di</strong>zionato dal maggiore<br />

52


itannico Gilshnan (responsabile per l’educazione, la stampa, la comunicazione e la giustizia),<br />

un reazionario che tenta <strong>di</strong> sabotare l’opera delle autorità civili, ossia i sindaci e i prefetti<br />

provinciali.<br />

Il maggiore Gilshnan ha nominato sovraintendente <strong>di</strong> tutte le scuole della provincia un certo<br />

Guerrieri, un ex ispettore delle ferrovie. Prima del nostro arrivo in Sicilia, costui ha tenuto un<br />

comizio sul Mare nostrum, attaccando l’imperialismo britannico e il gangsterismo americano. Il<br />

prefetto ha invece deciso <strong>di</strong> mantenere al suo posto il professor Di Giacomo, un noto antifascista<br />

autore <strong>di</strong> opere filosofiche apprezzate da Benedetto Croce.<br />

Il maggiore Gilshnan appoggia inoltre un certo La Rocca (attuale sindaco <strong>di</strong> Ragusa), che in<br />

passato è stato segretario federale del partito fascista.<br />

Un altro elemento <strong>di</strong>sprezzato in numerosi ambienti è il capitano britannico Harris, che si è<br />

<strong>di</strong>stinto per i mo<strong>di</strong> bruschi e arroganti nei rapporti con le autorità civili. In contrasto con i<br />

suddetti galantuomini, troviamo il maggiore britannico Young, responsabile per la <strong>di</strong>stribuzione<br />

alimentare. E’ amato da tutti per i mo<strong>di</strong> affabili, l’intelligenza e <strong>gli</strong> sforzi messi in atto per<br />

cercare <strong>di</strong> risolvere i problemi più <strong>di</strong>fficili.<br />

Nella provincia <strong>di</strong> Siracusa la situazione è simile a quella <strong>di</strong> Ragusa. Occorrerebbe nominare un<br />

nuovo prefetto: quello attuale ha ricoperto la medesima carica durante il regime fascista. Il nome<br />

<strong>di</strong> Eduardo Di Giovanni, ex sindaco <strong>di</strong> Siracusa, ex membro del parlamento e sindaco durante la<br />

prima guerra mon<strong>di</strong>ale, è stato da noi segnalato al colonnello Poletti come la personalità più<br />

desiderata dalla popolazione. Poletti viene regolarmente aggiornato su tutte le questioni attinenti<br />

al suo incarico. Ci siamo accordati per fornir<strong>gli</strong> 11 uomini della nostra organizzazione.<br />

Lavoreranno per lui alla necessaria raccolta <strong>di</strong> informazioni, svincolandolo al contempo <strong>di</strong><br />

incarichi che sono <strong>di</strong> nostra competenza.<br />

Il colonnello Poletti ha spesso ignorato i nostri consi<strong>gli</strong>. Sebbene i nostri rapporti siano sempre<br />

stati amichevoli, e<strong>gli</strong> ha deciso <strong>di</strong> farsi consi<strong>gli</strong>are da alti funzionari del governo italiano. Tra<br />

questi, la maggioranza è costituita da ex fascisti rabbiosi. Il risultato è che i fascisti conservano le<br />

loro cariche nelle altre provincie. Durante il nostro ultimo incontro, Poletti ha affermato con<br />

forza che avrebbe accolto e messo in atto i nostri suggerimenti. Di fatto,e<strong>gli</strong> è ormai consapevole<br />

delle pubbliche critiche, passate rapidamente dai sussurri alle urla.<br />

Randolfo Pacciar<strong>di</strong><br />

Per motivi poco chiari, Pacciar<strong>di</strong> sembra essere persona non grata malgrado sia ben visto dal<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Stato. Sono stato autorizzato a visionare il cablogramma sulla questione<br />

Pacciar<strong>di</strong>, inviato da Hull a Murphy. Mi è stato riferito che quest’ultimo ha <strong>di</strong>rettamente<br />

affrontato la questione con il generale Eisenhower. Almeno per il momento, ambienti ufficiali<br />

qui in Italia (ma non appartenenti all’Oss) ritengono che Pacciar<strong>di</strong> debba rimanere ne<strong>gli</strong> Stati<br />

Uniti.<br />

La bancarotta italiana è totale. Il popolo non crede né al re né al governo. I membri delle forze<br />

armate non hanno fiducia alcuna nei vertici militari. Assieme alla carenza <strong>di</strong> alimenti e ai<br />

bombardamenti sulle città (che continuano), tale situazione ha infiacchito la morale della<br />

popolazione al punto tale che non dobbiamo aspettarci alcun aiuto dall’Italia nel corso <strong>di</strong> questa<br />

guerra. Lo status <strong>di</strong> nazione cobelligerante non ha alcun significato, giacchè l’Italia non è<br />

nemmeno in grado <strong>di</strong> equipaggiare una <strong>di</strong>visione. E non è sufficiente che l’Italia addestri i suoi<br />

soldati. I militi devono voler combattere. Questi uomini non lotteranno finchè verranno guidati<br />

53


da chi si è reso responsabile per la drammatica situazione in cui attualmente versa la nazione. Lo<br />

abbiamo già affermato: se vo<strong>gli</strong>amo che partecipi alla guerra, l’Italia dovrà dotarsi <strong>di</strong> un nuovo<br />

comando. Soprattutto dal punto <strong>di</strong> vista militare, tale guida potrebbe essere affidata ad un uomo<br />

come Pacciar<strong>di</strong>.<br />

Non è raccomandabile che Pacciar<strong>di</strong> mascheri le sue idee per assumere qualche incarico<br />

nell’attuale governo, magari giurando fedeltà al re. E’ così alta la <strong>di</strong>saffezione nei confronti del<br />

monarca che, accettando una sua nomina, Pacciar<strong>di</strong> finirebbe per scre<strong>di</strong>tarsi.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista strettamente militare, Pacciar<strong>di</strong> potrebbe comandare le truppe <strong>di</strong> guerri<strong>gli</strong>a o<br />

guidare le attività dei gruppi <strong>di</strong> resistenza nell’Italia settentrionale. Sono mi<strong>gli</strong>aia <strong>gli</strong> uomini<br />

pronti a seguirlo. Nella sola Sicilia siamo riusciti a reclutare un intero batta<strong>gli</strong>one <strong>di</strong> volontari<br />

pronti a compiere le imprese più pericolose. Tuttavia, l’esercito italiano ha urgente bisogno <strong>di</strong><br />

equipaggiamenti - scarpe, armi automatiche e munizioni - che potrebbero essere forniti se<br />

approvassimo non soltanto l’ingresso <strong>di</strong> Pacciar<strong>di</strong> nel teatro delle operazioni, ma anche l’uso<br />

delle sue abilità militari.<br />

In vari circoli italiani vi è la forte impressione che le nazioni alleate non vo<strong>gli</strong>ano la<br />

partecipazione dell’Italia alla guerra. Affermano che, per motivi politici, deve rimanerne esclusa.<br />

Se l’Italia combattesse, alla conferenza <strong>di</strong> pace le Nazioni Alleate sarebbero costrette a darle<br />

voce. Gli italiani sono inoltre convinti che la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> guerra dell’Italia alla Germania è<br />

stata imposta da<strong>gli</strong> Alleati. A<strong>gli</strong> occhi del mondo, l’Italia appare scre<strong>di</strong>tata e incapace <strong>di</strong> tener<br />

fede al suo status <strong>di</strong> nazione cobelligerante.<br />

E’ <strong>di</strong> estrema importanza segnalare che i cosiddetti elementi liberali sono attualmente privi <strong>di</strong><br />

una guida militare. Si occupano soprattutto <strong>di</strong> politica. L’unica loro concessione allo sforzo<br />

bellico è stata la decisione <strong>di</strong> rinviare ogni azione politica all’espulsione dei tedeschi dall’Italia.<br />

Di fatto, però, non vi è stata alcuna <strong>di</strong>lazione. Pacciar<strong>di</strong>, quin<strong>di</strong>, potrebbe colmare due vuoti:<br />

fornire la guida militare che manca al governo e, al contempo, quella che <strong>gli</strong> elementi liberali<br />

necessitano per condurre la loro strategia sovversiva (ossia la resistenza al nord, ndr.). E’ <strong>di</strong><br />

fondamentale importanza che Pacciar<strong>di</strong> venga rimpatriato e assuma un qualsiasi incarico, a<br />

con<strong>di</strong>zione che vi sia l’approvazione del comando operativo.<br />

[…]<br />

I politici e Sforza<br />

Al ritorno da<strong>gli</strong> Stati Uniti e da Londra, Sforza ha trascorso 10 giorni a Napoli, ospite della<br />

nostra organizzazione. Era accompagnato dal fi<strong>gli</strong>o Sforzino, dal segretario Almaggi e da<br />

Tarchiani. Sforza riscuote al momento un <strong>di</strong>screto successo, giacchè è politicamente solo e viene<br />

appoggiato dall’Inghilterra e da<strong>gli</strong> Stati Uniti. Non è riuscito a convincere i vecchi antifascisti<br />

sulla questione della reggenza. I cosiddetti partiti liberali (<strong>di</strong> fatto, i loro delegati non vengono<br />

scelti dal popolo) concordano su un unico punto: la repubblica. Per ragioni note a lui solo, Sforza<br />

ha offerto Bado<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> istituire una reggenza, appoggiato in questo da Benedetto Croce. E ciò<br />

malgrado l’evidente opposizione del popolo e dei cosiddetti elementi liberali. Possiamo quin<strong>di</strong><br />

affermare che Sforza e Croce non rappresentano né la pubblica opinione né, <strong>di</strong> fatto, alcun<br />

partito organizzato.<br />

Sforza si è <strong>di</strong>mostrato incapace <strong>di</strong> affrontare la situazione, rilasciando <strong>di</strong>chiarazioni che<br />

contrad<strong>di</strong>cevano quelle precedenti. In alcuni circoli e<strong>gli</strong> è considerato un monarchico, mentre i<br />

54


più informati sono dell’idea che la progressiva occupazione dell’Italia ad opera delle truppe<br />

alleate finirà per indebolirne le posizioni.<br />

La <strong>di</strong>chiarazione del Cln del 16 ottobre <strong>di</strong>mostra che Sforza non persegue la politica voluta da<strong>gli</strong><br />

elementi liberali: non vi è stato alcun accenno alla questione della reggenza; al contrario, si<br />

sviluppa una forte presa <strong>di</strong> posizione contro la monarchia. Nelle ultime due settimane, il Partito<br />

d’Azione si è schierato contro la reggenza e si è unanimemente <strong>di</strong>chiarato per la repubblica. E<br />

ciò malgrado una <strong>di</strong>rettiva <strong>di</strong> Raimondo Crateri, genero <strong>di</strong> Croce, secondo cui la reggenza<br />

sarebbe stata sostenuta dal partito in Sicilia. "Noi siamo per la repubblica" - hanno <strong>di</strong>chiarato i<br />

siciliani - "Questa non è mai stata la politica del Pd’A in Italia: è invece la strategia <strong>di</strong> quei pochi<br />

che parlano per se stessi e non per conto de<strong>gli</strong> italiani."<br />

Sforza ha tralasciato <strong>di</strong> elogiare i comunisti. Dal punto <strong>di</strong> vista politico ciò è esecrabile, dal<br />

momento che la Russia comunista partecipa a questa guerra. Inoltre, i comunisti italiani sono ben<br />

organizzati nell’Italia settentrionale ed è possibile che al momento opportuno si oppongano<br />

strenuamente a tutti i partiti liberali.<br />

Durante un <strong>di</strong>scorso a Bari, Sforza ha parlato dei cinque milioni <strong>di</strong> elettori italoamericani che<br />

seguono le questioni italiane. Le osservazioni hanno infasti<strong>di</strong>to i funzionari americani e in<br />

particolar modo i membri del Pwb (Prisoners of war branch, l’ente alleato che si occupa dei<br />

prigionieri in tutti i teatri <strong>di</strong> guerra, ndr). E Sforza non dovrebbe essere elogiato nemmeno per<br />

aver esortato <strong>gli</strong> italiani d’America a privilegiare i rappresentanti che hanno a cuore l’Italia. Tali<br />

affermazioni sono arrivate in Italia e si ritiene che possano danneggiare ( e non rafforzare) il<br />

lavoro da svolgere in Italia. Suggeriamo quin<strong>di</strong> che ogni iniziativa de<strong>gli</strong> italoamericani venga da<br />

loro promossa da americani, e non da italiani.<br />

Non è esatto affermare che esistono partiti politici ben organizzati, tantomeno che ricevono il<br />

sostegno <strong>di</strong> mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> militanti. In Italia operano personalità che, per il loro passato antifascista,<br />

si <strong>di</strong>chiarano leader politici. Ma nessun partito ha mai convocato un congresso con la<br />

partecipazione <strong>di</strong> delegati regolarmente eletti. Era impossibile durante il fascismo, e continua ad<br />

esserlo sotto Bado<strong>gli</strong>o e il governo alleato. La partita è aperta e i se<strong>di</strong>centi leader devono quin<strong>di</strong><br />

limitarsi a parlare per se stessi e non a nome del popolo (anche se ne rappresentano i sentimenti).<br />

Al momento, non si è ancora legalmente manifestata la volontà delle masse.<br />

Varie<br />

Ci occupiamo <strong>di</strong> tutta la corrispondenza (proveniente da privati) da recapitare in Sicilia e in<br />

Italia, specialmente delle lettere <strong>di</strong> Don Luigi Sturzo.<br />

[…]<br />

A Joseph Russo è stato affidato l’ufficio <strong>di</strong> Palermo. Vacirca e altri 10 siciliani rimarranno in<br />

Sicilia per operare sotto la copertura dell’Amgot.<br />

[…]<br />

Class.: segreto<br />

Destinatari: colonnello Glavin, comandante del tatro nordafricano dell’Oss, Algeri; Whitney<br />

Shepardson, <strong>di</strong>rettore del Si, Washington (Dc); Earl Brennan, capo del settore italiano del Si,<br />

Washington (Dc).<br />

55


Mittente: Vincent J. Scamporino.<br />

Oggetto: Lettera sulle attività della Dc<br />

Data: 14 febbraio 1944<br />

Collocazione: Rg 226, serie 108, busta 115A, fascicolo J-275.<br />

Nota: presentiamo la traduzione <strong>di</strong> una lettera scritta il 5 febbraio 1944 dall’avvocato Bernardo<br />

Mattarella al prof. Don Luigi Sturzo.<br />

Palermo, 14 febbraio 1944<br />

Carissimo Don Luigi,<br />

ho ricevuto solo oggi la Sua lettera del 21 <strong>di</strong>cembre 1943, lettera che mi ha riempito <strong>di</strong> gioia. Le<br />

allego copia del nostro bollettino politico, pubblicato qui a Palermo. E’ frutto del mio lavoro e<br />

dei "punti per la ricostruzione" fissati a Roma lo scorso maggio in una serie <strong>di</strong> riunioni tenute a<br />

casa <strong>di</strong> Spataro. Vi hanno preso parte De Gasperi, Gronchi, Iacini, Gonella, Scelba e il<br />

sottoscritto.<br />

Il documento ha avuto un notevole effetto, anche se è stato <strong>di</strong>sapprovato da alcuni nostri amici<br />

(come La Rosa), che sono passati al separatismo. Il movimento non ha un largo seguito,<br />

soprattutto nelle provincie.<br />

Il richiamo americano a proposito del ruolo del clero nelle scuole siciliane è l’evidente risultato<br />

<strong>di</strong> un equivoco. In seguito all’arrivo de<strong>gli</strong> Alleati, si è infatti <strong>di</strong>ffusa la voce secondo la quale<br />

soltanto le poche scuole parrocchiali sarebbero state autorizzate ad operare, dal momento che le<br />

autorità alleate non avevano fiducia alcuna nelle scuole fasciste. Tuttavia, la voce (che non<br />

corrispondeva al vero) ha scatenato le ipotesi più <strong>di</strong>sparate, messe poi a tacere dal fatto che le<br />

scuole pubbliche sono state riaperte senza interferenza alcuna da parte delle autorità<br />

ecclesiastiche. Queste infatti non esercitano alcuna influenza sul sistema educativo.<br />

E’ vero il contrario: le scuole private, comprese quelle religiose, sono sotto il controllo dei vari<br />

Provve<strong>di</strong>torati a<strong>gli</strong> Stu<strong>di</strong>, che <strong>di</strong>pendono dall’Amgot.<br />

La cosa più interessante è che, mentre alcuni in America si agitano per la clericalizzazione delle<br />

scuole, qui in Sicilia le autorità religiose si allarmano per il pericolo rappresentato da<strong>gli</strong><br />

esperimenti <strong>di</strong> innovazione naturalistica. Promossi da alcuni pedagoghi comunisti, i programmi<br />

sono stati autorizzati da alcune autorità scolastiche alleate. Si tratta in realtà <strong>di</strong> esperimenti<br />

facoltativi che vengono lasciati alla <strong>di</strong>screzione de<strong>gli</strong> insegnanti.<br />

Il Partito Blu, <strong>di</strong> ispirazione monarchica, è confluito nel Partito Unionista, che punta al<br />

medesimo obiettivo: il mantenimento della monarchia.<br />

In realtà, i cattolici napoletani e pu<strong>gli</strong>esi potrebbero appoggiare la monarchia, una tendenza<br />

rivelatasi durante il congresso antifascista <strong>di</strong> Bari.<br />

56


Ro<strong>di</strong>nò si è espresso in forma privata ma significativa. Al<strong>di</strong>sio e io siamo riusciti a persuadere i<br />

nostri amici del grave pericolo che potrebbe derivare dall’associare il nostro movimento<br />

all’istituzione monarchica. Un simile pericolo va evitato ad ogni costo. Oltre a riferirsi al suo<br />

articolo pubblicato su "America" il 18 settembre 1943, Ro<strong>di</strong>nò ha anche citato un suo <strong>di</strong>scorso<br />

del 1905 per provare che la nostra in<strong>di</strong>fferenza per le istituzioni non va fatta risalire all’attuale<br />

situazione. E ciò lungi da qualsiasi valutazione storica sul tema, che certamente non è favorevole<br />

alla monarchia.<br />

Ritengo che siamo riusciti a chiarire la questione.<br />

Nel corso del recente congresso <strong>di</strong> Bari abbiamo affrontato varie e urgenti questioni. La nostra<br />

mozione per il rinvio del problema istituzionale al dopoguerra è stata accolta dai liberali e da<strong>gli</strong><br />

esponenti <strong>di</strong> Democrazia del Lavoro (Ovvero da Bonomi, che però si trovava a Roma). Le nostre<br />

tesi sono infine prevalse.<br />

Come Lei probabilmente sa, anche i partiti della Sinistra hanno accettato l’idea.<br />

Dalle Sue lettere, appren<strong>di</strong>amo con gioia che le nostre azioni incontrano la Sua approvazione.<br />

A Bari abbiamo ricevuto notizie rassicuranti da De Gasperi, Gronchi, Spataro e da altri amici<br />

romani.<br />

Da qui abbiamo seguito la Sua attività giornalistica. Grazie alla gentilezza <strong>di</strong> alcuni funzionari<br />

americani, abbiamo letto alcuni articoli apparsi su "America". Li abbiamo pubblicati e <strong>di</strong>ffusi in<br />

forma <strong>di</strong> saggio.<br />

Al<strong>di</strong>sio ha ricevuto la Sua lettera tramite Calderon, che è in contatto con noi.<br />

Il nostro lavoro procede bene in Sicilia e in altre regioni.<br />

Tutti ci chiedono <strong>di</strong> Lei e del Suo ritorno. Compren<strong>di</strong>amo i motivi che determinano il Suo<br />

soggiorno americano. Ma il nostro maggior desiderio è che il Suo rimpatrio venga anticipato,<br />

soprattutto in vista della liberazione <strong>di</strong> Roma, evento che dovrebbe segnare per <strong>gli</strong> italiani<br />

l’inizio <strong>di</strong> una fase più stabile.<br />

Sentiamo l’urgente necessità <strong>di</strong> avere al fianco il nostro maestro, perché in questi tempi <strong>di</strong>fficili<br />

ci gui<strong>di</strong> verso il bene supremo della nazione.<br />

Tale esigenza è sentita anche dai nostri avversari. Se per noi Lei è una ban<strong>di</strong>era, per loro<br />

guardano è una speranza per la Patria.<br />

Per la situazione particolare in cui ci troviamo, è un sentimento che qui in Sicilia sentiamo con<br />

maggior forza. Il separatismo costutisce sempre un pericolo da evitare. La Sua presenza<br />

oscurerebbe qualsiasi altra stella e aiuterebbe i siciliani ad affrontare i problemi con serietà e<br />

realismo (e non caoticamente, come alcuni desiderano).<br />

E’ questa l’opinione dei nostri amici, soprattutto <strong>di</strong> Al<strong>di</strong>sio e Ro<strong>di</strong>nò, che me<strong>di</strong>tano <strong>di</strong> scriverLe<br />

in proposito.<br />

Noi tutti speriamo <strong>di</strong> rivederLa nell’arco della prossima primavera.<br />

57


Con antica e immutata devozione,<br />

Bernardo Mattarella.<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Attività della mafia a Montelepre, Sicilia.<br />

Fonti: Z, con la collaborazione <strong>di</strong> un italiano ben informato.<br />

Data: 24 febbraio 1944<br />

Collocazione: Rg 226, serie 108, busta 113, fascicolo j-225.<br />

La mafia si è riorganizzata e ha ripreso a spargere il terrore nella comunità <strong>di</strong> Montelepre. I suoi<br />

membri sono fuorilegge liberati da<strong>gli</strong> americani al momento della liberazione della Sicilia.<br />

Gli elementi più pericolosi sono:<br />

Remigi, un ex detenuto;<br />

I fratelli De Maria, ex detenuti;<br />

Badalamenti, un ventenne molto astuto;<br />

Giuliano, un ventitreenne dal carattere forte e determinato, responsabile dell’assassinio del<br />

poliziotto Mancini.<br />

Ricercati per vari crimini commessi contro proprietà e persone, i ribelli vivono nei boschi e<br />

agiscono con la complicità <strong>di</strong> almeno 20 elementi in città.<br />

Il comandante della polizia, maresciallo Salvatore Raimon<strong>di</strong>, ha chiesto più uomini per arginare<br />

l’ondata criminale. Ha a <strong>di</strong>sposizione solo pochi poliziotti. D’Acquisto, del batta<strong>gli</strong>one <strong>di</strong><br />

Palermo, è stato inviato a Montelepre per capire quanti uomini occorrono per catturare questa<br />

banda <strong>di</strong> 30 elementi. E’ stata richiesta una legione <strong>di</strong> 100 agenti.<br />

Ma il comandante, colonnello Lauro Andreoli, ha replicato che 100 uomini sono troppi per<br />

catturare 30 ban<strong>di</strong>ti. Per portare a termine la missione ne ha quin<strong>di</strong> inviati 40.<br />

I ladri si sono fatti beffe del piccolo gruppo inviato a catturarli e, dopo un feroce scontro a fuoco,<br />

sono riusciti a sopraffare i poliziotti. Il ban<strong>di</strong>to più coraggioso ha raggiunto la piazza del paese e<br />

58


ha iniziato a sparare contro case. All’arrivo <strong>di</strong> un poliziotto, il delinquente ha perso il controllo e<br />

lo ha ucciso con una sventa<strong>gli</strong>ata <strong>di</strong> mitra.<br />

Se fosse stato mandato a Montelepre un maggior numero <strong>di</strong> uomini per la cattura della banda,<br />

che ha commesso ogni sorta <strong>di</strong> atrocità, si sarebbe potuto evitare l’assassinio dell’agente. I<br />

criminali sarebbero così stati consegnati alle autorità preposte e giustamente puniti.<br />

Al momento, il maresciallo Raimon<strong>di</strong> si trova a Palermo. Il comando della stazione <strong>di</strong><br />

Montelepre è stato affidato al briga<strong>di</strong>ere Renato Mazzotti.<br />

I poliziotti non si sentono al sicuro perché vengono seguiti da ban<strong>di</strong>ti in possesso <strong>di</strong> bombe a<br />

mano. Sono terrorizzati.<br />

E’ stato accertato che poco tempo fa, verso le 7 <strong>di</strong> sera, due ban<strong>di</strong>ti sono stati inviati nei pressi<br />

della caserma. Con il viso coperto, si sono appostati per uccidere il maresciallo. Ma, per fortuna,<br />

questi si trovava a Palermo per sbrigare alcune questioni.<br />

Sarebbe opportuno dotare la caserma <strong>di</strong> materiale appropriato e sostituire il comandante assieme<br />

a tutti i poliziotti più noti. In tal modo, si potrebbe eliminare gran parte dell’o<strong>di</strong>o esistente e,<br />

forse, arrivare a catturare la banda.<br />

Qualche notte dopo, una pattu<strong>gli</strong>a <strong>di</strong> carabinieri è stata attaccata da alcuni membri della stessa<br />

banda, che hanno anche lanciato due bombe a mano. Numerosi poliziotti sono rimasti<br />

gravemente feriti. Non è stato effettuato alcun arresto.<br />

[…]<br />

Class.: segreto<br />

Destinatari: Colonnello Glavin, comandante del teatro nordafricano dell’Oss, Algeri; Whitney<br />

Shepardson, <strong>di</strong>rettore del Si, Washington (Dc); Earl Brennan, capo del settore italiano del Si,<br />

Washington (Dc).<br />

Mittente: Vincent J. Scamporino.<br />

Oggetto: Lettera <strong>di</strong> Salvatore Al<strong>di</strong>sio a Don Luigi Sturzo.<br />

Data: 29 marzo 1944<br />

Collocazione: Rg 226, serie 108, busta 119, fascicolo j-625.<br />

Nota: presentiamo la traduzione <strong>di</strong> una lettera scritta da Salvatore Al<strong>di</strong>sio, prefetto della<br />

provincia <strong>di</strong> Caltanissetta e leader della Dc in Sicilia, a Don Luigi Sturzo.<br />

Palermo, 29 marzo 1944<br />

Caro Sturzo,<br />

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iprendo a scriverLe la mia lettera o<strong>di</strong>erna. Ho dovuto interrompere quella precedente perché il<br />

funzionario che si era gentilmente offerto <strong>di</strong> recapitar<strong>gli</strong>eLa andava <strong>di</strong> fretta.<br />

In parallelo al lavoro politico, dall’inizio dell’anno abbiamo iniziato a organizzare i sindacati<br />

cattolici, le cooperative agricole, sindacali e quelle dei consumatori. Come ho già avuto modo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>re, a causa delle <strong>di</strong>fficoltà delle comunicazioni (le ferrovie non funzionano e le automobili<br />

sono sempre più rare per la scarsità dei pneumatici e dei pezzi <strong>di</strong> ricambio) il lavoro<br />

organizzativo procede con <strong>di</strong>fficoltà. Quasi ovunque i nostri amici hanno ripreso, o stanno<br />

riprendendo, le attività. Sfortunatamente, non saremo in grado <strong>di</strong> raggiungere tutte le<br />

organizzazioni rurali e le cooperative agricole. La maggior parte delle proprietà è infatti passata<br />

<strong>di</strong> mano o ha cessato le attività. Ma sono mi<strong>gli</strong>aia i proprietari che si affollano attorno ai nostri<br />

rappresentanti all’arrivo <strong>di</strong> questi nei paesi. Costoro conoscono e sperimentano le nostre speciali<br />

attività <strong>di</strong> consulenza. Nel giro che ho recentemente compiuto nei comuni delle provincie <strong>di</strong><br />

Caltanissetta e Enna sono rimasto commosso dalle sincere manifestazioni <strong>di</strong> affetto. Tutti mi<br />

riconoscevano e si ricordavano <strong>di</strong> me. Sembra che molti avessero la mia foto e le lettere che<br />

avevo loro inviato in <strong>di</strong>verse occasioni. Notiamo inoltre che molti comuni vorrebbero entrare nel<br />

nostro movimento, persino i vecchi nemici della democrazia. Da quando sono scomparsi<br />

delinquenti e imbro<strong>gli</strong>oni, molti appartenenti alle vecchie organizzazioni tendono ad orientarsi<br />

verso il nostro movimento, che viene considerato uno dei pochi onesti.<br />

La maggioranza delle persone che avevano 20 anni nel 1922, e che aderivano alla nostra<br />

organizzazione, sono tornati da noi e lavorano ora in ambito politico, sindacale o cooperativo.<br />

Una novità è costituita dalle se<strong>di</strong> comuniste. Non sono numerose ma possono crescere <strong>di</strong><br />

importanza a causa dell’estrema povertà della popolazione. Al momento la propaganda<br />

comunista non si proclama anticlericale. Cerca invece <strong>di</strong> mascherarsi affermando la necessità<br />

della piccola proprietà, della libertà e via <strong>di</strong>cendo.<br />

Tuttavia, sono i separatisti a sviluppare un forte anticlericalismo. Ci siamo infatti <strong>di</strong>chiarati per<br />

l’autonomia nell’ambito dell’unità italiana. Dopo tutto, siamo il maggior ostacolo sulla strada dei<br />

separatisti. Ci definiscono "il nemico pubblico numero uno", aggiungendo che il Papa si oppone<br />

al separatismo per favorire i Savoia (è l’opinione <strong>di</strong> Luigi la Rosa). Ma al giorno d’oggi il<br />

separatismo è in declino, dal momento che la Sicilia è sotto l’egemonia italiana. Per i separatisti<br />

è stato un colpo fatale. Il popolo ci attribuisce lungimiranza e maturità e partecipa alle nostre<br />

batta<strong>gli</strong>e. Se non verranno commessi errori politici, ritengo che il nostro movimento avrà un<br />

grande futuro. All’inizio <strong>di</strong> maggio si terrà il congresso della Dc, al quale parteciperanno<br />

rappresentanti <strong>di</strong> tutta l’Italia liberata.<br />

Il governo Bado<strong>gli</strong>o ha cercato la nostra collaborazione ministeriale. Sono stato invitato varie<br />

volte ad assumere il <strong>di</strong>castero dell’agricoltura ma ho rifiutato. Ritengo sia necessario mantenere<br />

questa linea <strong>di</strong> condotta finchè i partiti non avranno mo<strong>di</strong>ficato il loro atteggiamento nei<br />

confronti del presente governo. Non c’è fretta: la debolezza non deve compromettere il nostro<br />

passato.<br />

Nel partito, un problema delicato e importante è quello dell’assoluta mancanza <strong>di</strong> mezzi. A causa<br />

della svalutazione, occorrono grosse somme <strong>di</strong> denaro per sostenere anche le pubblicazioni più<br />

modeste e per mantenere i contatti con i nostri amici nei vari comuni. Abbiamo affrontato la<br />

<strong>di</strong>fficile situazione accettando alcune offerte vincolanti e interessate. Ma persino questi sistemi<br />

sono in declino. Un pugno <strong>di</strong> militanti con entrate modeste non ce la fa ad affrontare la<br />

situazione. Al contrario <strong>di</strong> noi, al momento i comunisti pubblicano una gran quantità <strong>di</strong> materiali.<br />

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Anche i separatisti producono numerose pubblicazioni. Vengono infatti finanziati dai gran<strong>di</strong><br />

proprietari terrieri che, a quanto sembra, pagano come ai tempi del fascismo.<br />

Se riuscissimo a superare questo primo momento dando vita a una modesta pubblicazione e<br />

sostenendo almeno una parte delle spese dell’organizzazione e della propaganda, potremmo<br />

rinvigorire l’intero movimento in pochi mesi. Almeno in Sicilia, saremmo così in grado <strong>di</strong><br />

tranquillizzare i cattolici americani sui potenziali pericoli <strong>di</strong> un vasto movimento clericale. Nel<br />

mio viaggio a Bari per partecipare al congresso ho attraversato la Calabria e la Pu<strong>gli</strong>a. Ho sostato<br />

in varie località e non ho intravisto alcun pericolo anticlericale. Il movimento va sostenuto con le<br />

pubblicazioni ma ci mancano i mezzi. Solo a Reggio Calabria possiamo contare su un<br />

quoti<strong>di</strong>ano. In Sicilia esiste un’unica pubblicazione, mentre un settimanale esce in qualche altra<br />

località.<br />

Spero <strong>di</strong> essere stato esauriente. Presto tornerò a scriverLe. Attendo buone nuove sulla Sua salute<br />

e sul Suo ritorno.<br />

Un cor<strong>di</strong>ale abbraccio,<br />

Totò Al<strong>di</strong>sio.<br />

Class.: segreto.<br />

Destinatari: Colonnello Glavin, comandante del teatro nordafricano dell’Oss, Algeri; Whitney<br />

Shepardson, <strong>di</strong>rettore della Si, Washington; Earl Brennan, capo della sezione italiana della Si,<br />

Washington.<br />

Mittente: Vincent J. Scamporino.<br />

Oggetto: Attività politiche ed economiche della vecchia mafia<br />

Data: 27 aprile 1944<br />

E’ noto che la cavalleresca "vecchia mafia" si sta riorganizzando in tutta la Sicilia. Tale<br />

organizzazione non deve essere confusa con le bande <strong>di</strong> delinquenti che per anni si sono<br />

spacciati per mafiosi.<br />

La sua guida, che ha operato clandestinamente durante il fascismo, prende ora parte attiva alle<br />

questioni politiche ed economiche dell’isola, con l’obiettivo <strong>di</strong> "aggiustare le cose in Sicilia".<br />

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Dal punto <strong>di</strong> vista politico, la mafia ha decisamente assunto una linea separatista filoamericana.<br />

Di fatto, i vari leader mafiosi raccontano ai loro numerosi e variegati seguaci che "la Sicilia<br />

potrebbe <strong>di</strong>ventare la quarantanovesima stella della ban<strong>di</strong>era americana."<br />

E’ noto che tale attività si è svolta ne<strong>gli</strong> ultimi 3 mesi e che, secondo affermazioni rese da<br />

contatti mafiosi insolitamente atten<strong>di</strong>bili, si sta ra<strong>di</strong>cando nelle provincie dell’interno, dove la<br />

parola della mafia è legge.<br />

Secondo fonti affidabili, i leader mafiosi affermano <strong>di</strong> parlare a nome del 90 per cento della<br />

popolazione.<br />

Si sono svolti frequenti incontri politici tra i vari capimafia <strong>di</strong> Palermo e Caltanissetta. Una <strong>di</strong><br />

queste riunioni si è recentemente svolta all’hotel "Sole" <strong>di</strong> Palermo; un’altra al "Grand Hotel" <strong>di</strong><br />

Caltanissetta.<br />

Lo scorso 23 aprile, due tra i più importanti capimafia hanno fatto alcune rivelazioni a nostri<br />

confidenti sull’incontro economico tenutosi presso la sede del Consorzio <strong>di</strong> via Bologni 10, a<br />

Palermo. Il tema era la campagna contro la coccini<strong>gli</strong>a del cactus.<br />

I due capimafia erano:<br />

il cavalier Calogero Vizzini <strong>di</strong> Caltanissetta, ricco proprietario agricolo e uno dei più influenti<br />

leader della mafia siciliana;<br />

il dott. Volpe, me<strong>di</strong>co chirurgo. Si <strong>di</strong>ce che suo padre e suo fratello siano elementi americani<br />

della mafia siciliana. Risiedono in America e sono in possesso della citta<strong>di</strong>nanza statunitense.<br />

Nel corso della <strong>di</strong>scussione tra i due capimafia e i nostri informatori, Vizzini ha affermato <strong>di</strong><br />

essere un intimo amico <strong>di</strong> Arcangelo Cammarata, presidente dell’Ufficio Regionale per<br />

l’Alimentazione. Ma ha anche precisato che Cammarata potrebbe <strong>di</strong>ventare un suo nemico se<br />

non riuscisse a risolvere in maniera definitiva la <strong>di</strong>fficile situazione alimentare dell’isola.<br />

Il principale argomento in <strong>di</strong>scussione era l’abolizione <strong>di</strong> tutti i consorzi e dei centri per<br />

l’ammasso del grano, creati (a detta loro) per avvantaggiare quei pochi che svolgevano ogni sorta<br />

<strong>di</strong> attività inique sotto la protezione del fascismo.<br />

Hanno proposto l’abolizione <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> enti governativi inutili e la riattivazione dei "magazzini<br />

generali" prefascisti gestiti dal Banco <strong>di</strong> Sicilia, che funzionava sia da racco<strong>gli</strong>tore che da<br />

<strong>di</strong>stributore.<br />

"L’onesta del Banco <strong>di</strong> Sicilia è ben nota", ha <strong>di</strong>chiarato Vizzini.<br />

E’ stata anche <strong>di</strong>scussa l’abolizione delle organizzazioni dei consumatori, soprattutto perché<br />

tendono a complicare la situazione alimentare.<br />

Hanno anche proposto che l’assegnazione e la <strong>di</strong>stribuzione dei fertilizzanti sia <strong>di</strong>rettamente<br />

gestita dall’organizzazione <strong>di</strong> Montecatini, senza l’aiuto dei consorzi.<br />

La loro <strong>di</strong>stribuzione dovrebbe essere decisa dopo le assegnazioni decise dall’Ufficio Regionale<br />

per l’Alimentazione tramite i "magazzini generali" del Banco <strong>di</strong> Sicilia. In seguito ad un<br />

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detta<strong>gli</strong>ato esame dei costi <strong>di</strong> produzione, hanno quin<strong>di</strong> deciso l’aumento del prezzo fisso del<br />

grano.<br />

I capimafia temono però che tale proposta, che affermano essere in grado <strong>di</strong> risolvere la<br />

situazione alimentare, sarà respinta dal governo Bado<strong>gli</strong>o, giacchè si è saputo che il governo non<br />

pagherà più <strong>di</strong> 9 lire. E’ stato invece provato che la produzione <strong>di</strong> grano costa più <strong>di</strong> ciò che il<br />

governo immagina.<br />

Si è poi deciso che in seguito all’assemblea dei proprietari agricoli (che avverrà a Caltanissetta il<br />

28 aprile alle ore 10.00), i principali produttori <strong>di</strong>chiareranno <strong>di</strong> "essere pronti a cooperare con le<br />

autorità americane per risolvere la grave questione alimentare". Illustreranno inoltre le carenze<br />

da affrontare per consentire ai proprietari <strong>di</strong> svolgere le loro attività, in modo da aumentare le<br />

razioni alimentari destinate alla popolazione.<br />

Il cavalier Vizzini ha poi rassicurato personalmente i presenti: "la questione alimentare sarà<br />

risolta con l’aiuto delle autorità <strong>di</strong> occupazione", ha affermato. Ha poi <strong>di</strong>chiarato che i proprietari<br />

onesti sono stanchi <strong>di</strong> essere accusati <strong>di</strong> voler affamare il popolo, aggiungendo <strong>di</strong> essere pronto<br />

ad ogni sorta <strong>di</strong> sacrificio personale.<br />

Secondo fonti atten<strong>di</strong>bili, domenica 24 aprile due persone (note come "luogotenenti" della mafia)<br />

hanno visitato <strong>di</strong>verse città della provincia <strong>di</strong> Palermo per rinsaldare i legami con questi centri e<br />

comunicare le decisioni dei capimafia.<br />

I cognomi dei due in<strong>di</strong>vidui (non siamo a conoscenza dei loro nomi) sono Basile, un ingegnere, e<br />

D’Azzo. La prima tappa è stata Cinisi, dove si sono incontrati con una decina <strong>di</strong> persone<br />

benestanti e <strong>di</strong> mezza età.<br />

L’incontro è avvenuto in una casa <strong>di</strong> campagna.<br />

E’ stata <strong>di</strong>scussa l’attuale situazione politica ed economica, improntata sul tema del separatismo<br />

o dell’unità con l’Italia.<br />

I partecipanti hanno protestato contro quella che hanno definito "la propaganda favorevole<br />

all’unità con l’Italia". Hanno poi affermato <strong>di</strong> non aver intenzione "<strong>di</strong> essere ingannati come al<br />

tempo del fascismo", aggiungendo che prenderanno parte a tutte le attività politiche. A detta loro,<br />

i comuni <strong>di</strong> Cinisi, Terrasini e Capaci sono pronti ad appoggiare la separazione della Sicilia in<br />

funzione americana e non inglese, se necessario anche contro il volere dei Reali Carabinieri.<br />

Si è anche parlato della recente visita <strong>di</strong> Finocchiaro Aprile, che si presenta come il leader del<br />

separatismo siciliano. Hanno rivelato che Finocchiaro Aprile, nella sua veste <strong>di</strong> presidente del<br />

Comitato per l’In<strong>di</strong>pendenza della Sicilia, ha recentemente visitato Terrasini per tenere uno dei<br />

suoi famosi comizi.<br />

Si è affacciato ad un balcone della pubblica piazza, gremita della solita folla domenicale, ed ha<br />

tentato <strong>di</strong> pronunciare un <strong>di</strong>scorso.<br />

Numerosi conta<strong>di</strong>ni e studenti si sono radunati sotto il balcone e lo hanno interrotto urlando<br />

"Venduto all’Inghilterra!". L’oratore è stato costretto ad andarsene. Ma tale versione contrasta<br />

con un comizio tenuto successivamente da Finocchiaro Aprile, a Palermo, ai membri<br />

dell’organizzazione giovanile separatista, nel corso del quale è stato spesso interrotto da urla <strong>di</strong><br />

"Venduto a<strong>gli</strong> americani!".<br />

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Un leader locale ha chiesto ai portavoce della mafia che cosa si poteva fare per instaurare un<br />

protettorato americano. Questi hanno replicato che, al momento, <strong>gli</strong> americani sono totalmente<br />

impegnati sui fronti <strong>di</strong> batta<strong>gli</strong>a. Ha poi aggiunto che <strong>gli</strong> stessi siciliani dovrebbero coalizzarsi<br />

contro tutte quelle fazioni politiche che tendono ad avvelenare il popolo, come già era avvenuto<br />

durante il fascismo, per <strong>di</strong>chiarare la nascita <strong>di</strong> una repubblica democratica siciliana sotto il<br />

protettorato americano.<br />

I leader locali hanno quin<strong>di</strong> assicurato che il popolo seguirà spontaneamente tale politica. E’<br />

quin<strong>di</strong> sorta la proposta <strong>di</strong> organizzare una serie <strong>di</strong> incontri pubblici nei vari comuni. I<br />

luogotenenti hanno affermato che ciò accadrà presto e hanno invitato tutti a rimanere in stretto<br />

contatto con loro.<br />

Da Cinisi, i due hanno poi proseguito per Partinico in compagnia <strong>di</strong> altre due persone, che<br />

sembravano appartenere alla mafia benestante.<br />

Qui si sono incontrati con altri amici per riunirsi nel retrobottega <strong>di</strong> una fabbrica <strong>di</strong> saponi, <strong>di</strong><br />

proprietà <strong>di</strong> uno dei presenti.<br />

I portavoce si sono poi recati a Camporeale, dove sembravano essere attesi, per cenare nella casa<br />

<strong>di</strong> un ricco proprietario. Erano presenti 19 persone, a quanto sembra appartenenti alla mafia.<br />

Quattro esponenti della provincia <strong>di</strong> Trapani hanno affermato che il popolo vuol sentir parlare<br />

soltanto <strong>di</strong> separatismo filoamericano, aggiungendo <strong>di</strong> essere pronti a fare propaganda in tal<br />

senso. "Né comunismo, né monarchia, né unità con l’Italia e, tanto meno, un protettorato<br />

inglese!", hanno <strong>di</strong>chiarato. I quattro hanno promesso ai visitatori che si sarebbero attivati,<br />

<strong>di</strong>cendosi sicuri che questa era la spontanea aspirazione del popolo.<br />

Hanno infine espresso il desiderio <strong>di</strong> organizzare manifestazioni pubbliche per influenzare la<br />

volontà popolare. Ma uno dei portavoce ha replicato che la questione era già stata <strong>di</strong>scussa per<br />

essere poi rinviata ad altra data.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto<br />

Destinatari: Colonnello E. Glavin, comandante dell’Oss nel teatro nordafricano, Algeri; Whitney<br />

Shepardson, <strong>di</strong>rettore del Si, Washington (Dc); Earl Brennan, capo del settore italiano del Si,<br />

Washington (Dc).<br />

Mittente: Vincent J. Scamporino<br />

Oggetto: Lettera <strong>di</strong> Luigi La Rosa a Don Luigi Sturzo.<br />

Data: 2 maggio 1944<br />

Collocazione: Rg 226, serie 108, busta 120, fascicolo j-675<br />

Nota: presentiamo la traduzione <strong>di</strong> una lettera scritta da Luigi La Rosa (un elemento separatista)<br />

a Don Luigi Sturzo.<br />

Carissmo Luigi,<br />

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consegno questa lettera alla cortesia <strong>di</strong> un funzionario americano (mi ha trasmesso la tua lettera<br />

del 6 novembre scorso) per aggiornarLa sulla situazione della Dc, a cui Lei tiene così tanto. Non<br />

conosco la situazione nel resto d’Italia, ma qui in Sicilia il partito è <strong>di</strong> fatto un’assoluta nullità.<br />

Se continueremo a mettere in campo i meto<strong>di</strong> finora utilizzati, non avremo alcuna possibilità <strong>di</strong><br />

risollevarci. Al<strong>di</strong>sio si è imposto con autorità e, pur <strong>di</strong> decidere da solo, ha allontanato quelli che<br />

tentavano <strong>di</strong> metterlo in secondo piano. Dio solo sa su chi può contare e che cosa intende<br />

ottenere! Sebbene io abbia chiaramente affermato <strong>di</strong> non avere alcuna ambizione, sono stato<br />

espulso con l’accusa <strong>di</strong> essere un separatista. A Palermo, Termine ha subìto lo stesso trattamento,<br />

malgrado si sia <strong>di</strong>chiarato separatista solo in seguito al suo allontanamento. Lo stesso <strong>di</strong>casi per<br />

Cammarata a Caltanissetta (non aderisce al separatismo) e per Silvio Milazzo, che Lei conosce<br />

bene. Il suo sarebbe stato un contributo prezioso per il partito. E’ stato accusato <strong>di</strong> essere un mio<br />

informatore e <strong>di</strong> altre nefandezze. Perché Lei possa rendersi conto delle miserabili con<strong>di</strong>zioni in<br />

cui ci troviamo a Caltagirone, La informo che è stata inaugurata una sezione con a capo<br />

Montevago, fi<strong>gli</strong>o del defunto Pasquale Sant’Elisabetta, che Lei certamente ricorda. Costui si<br />

circonda <strong>di</strong> una decina <strong>di</strong> nullità che non hanno mai fatto parte del partito e che non hanno mai<br />

ricevuto alcun tipo <strong>di</strong> indottrinamento. […] La situazione è la medesima a Palermo, e ancor più<br />

grave a Catania. Monsignor Filippi, l’arcivescovo <strong>di</strong> Monreale con cui ho parlato parecchi mesi<br />

fa, ha <strong>di</strong>chiarato che un simile partito è destinato a fallire miseramente. E questi, caro Luigi,<br />

parlano delle masse! Che rime<strong>di</strong>o può esserci? Bisognerebbe ricominciare da capo. Ma questi<br />

intriganti, che si sono dotati <strong>di</strong> ogni autorità, si rassegneranno a promuovere una pulizia generale,<br />

una nuova genesi? Certamente no. Tuttavia, la condotta <strong>di</strong> Al<strong>di</strong>sio e quella dei suoi amici è<br />

indubbiamente guidata da interessi personali. Essi ostentano uno spirito unitario (nel senso <strong>di</strong><br />

unità allo stato italiano, ndr.) per offrirlo alla monarchia e al governo. Puntano solo ad assicurarsi<br />

incarichi <strong>di</strong> alto livello, in un periodo <strong>di</strong> transizione come quello attuale in cui il potere si ottiene<br />

con le nomine, e non per via elettorale. Per giunta, ciò avviene dopo che costoro hanno<br />

proclamato l’esatto contrario. Riporto <strong>di</strong> seguito le testuali parole pronunciate da Al<strong>di</strong>sio nel<br />

corso <strong>di</strong> una riunione avvenuta a Caltanissetta il 16 <strong>di</strong>cembre 1943: "Per quanto riguarda il tema<br />

dell’eventuale collaborazione politica con il governo Bado<strong>gli</strong>o, la risposta non può che essere<br />

negativa." Al momento, viene invece sban<strong>di</strong>erata la totale collaborazione con il governo, nel bel<br />

mezzo della <strong>di</strong>sapprovazione popolare. Sono quin<strong>di</strong> emersi il <strong>di</strong>ssenso (sempre più profondo tra i<br />

potenziali aderenti al partito) e il sospetto che sia in atto un’ambigua trattativa politica. Sembra<br />

che non si vo<strong>gli</strong>ano <strong>di</strong>fendere i principi democratici e il rispetto della volontà popolare. I nostri<br />

leader fanno invece leva sui sentimenti per escludere <strong>gli</strong> elementi che pensano e agiscono con<br />

spirito magnanimo.<br />

Nell’incontro tenutosi a Caltanissetta il 16 <strong>di</strong>cembre 1943 (incontro battezzato come<br />

"costituente" e al quale hanno preso parte una ventina <strong>di</strong> persone e quattro amici <strong>di</strong> Caltagirone),<br />

la proposta <strong>di</strong> Silvio Milazzo - tesa a superare le <strong>di</strong>fficoltà e a riconciliare le fazioni opposte - è<br />

stata respinta con tale violenza e brutalità da rendere impossibile la presentazione dell’or<strong>di</strong>ne del<br />

giorno. Gli amici sono stati obbligati a sospendere la riunione. L’or<strong>di</strong>ne del giorno affermava:<br />

"Abbiamo ascoltato la proposta del cavalier Silvio Milazzo perchè il partito aiuti il popolo<br />

siciliano a decidere del proprio destino. Consideriamo che tale iniziativa sia in armonia con i<br />

principi fondamentali del nostro movimento, fondati sulla vera democrazia e in perfetta sintonia<br />

con i proclami de<strong>gli</strong> Alleati. In conformità con tali principi, che consentono la libera<br />

<strong>di</strong>mostrazione della volontà popolare, risolviamo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> affermare come principio<br />

programmatico <strong>di</strong> capitale importanza il <strong>di</strong>ritto del popolo a decidere per se stesso. Che tale<br />

<strong>di</strong>ritto possa in breve venir esercitato in un clima <strong>di</strong> assoluta libertà."<br />

Un simile or<strong>di</strong>ne del giorno avrebbe messo tutti d’accordo. Ma per impe<strong>di</strong>rne l’approvazione,<br />

fatto che avrebbe contribuito non poco al progresso del partito, hanno invece optato per lo<br />

scandalo. E nessuno lo ha sottoscritto. Monsignor Filippi, arcivescovo <strong>di</strong> Monreale, Monsignor<br />

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Carciotto, vicario generale della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Catania e molti altri si mostravano favorevoli al<br />

documento. Tutti infatti lo giu<strong>di</strong>cavano opportuno, ma era necessario creare uno scandalo, e con<br />

tale insistenza da escludere persino un’eventuale riconciliazione.<br />

Ora regna il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. La Sua lettera ad Al<strong>di</strong>sio del 30 novembre è stata <strong>di</strong>vulgata solo in parte.<br />

Sono inoltre sorte speculazioni sul Suo slogan "regionalismo sì, separatismo no". Mi <strong>di</strong>spiace<br />

contrad<strong>di</strong>rLa ma, al momento, non vi è persona in buona fede in Sicilia che non sia separatista.<br />

Tutti comprendono che, rimanendo unita all’Italia, la Sicilia precipiterà nel <strong>di</strong>sastro economico e<br />

morale. In ogni modo, abbiamo sempre avuto aspirazioni in<strong>di</strong>pendentiste. Nella sua "Cronistoria<br />

dell’In<strong>di</strong>pendenza Siciliana", pubblicata nel 1877, Cesare Cantù scrive: "Sembra che la Sicilia<br />

abbia sempre atteso l’ora e il luogo opportuni per liberarsi dalla dominazione italiana." E’ questa<br />

la situazione, anche se comprendo che possa provocarle dei <strong>di</strong>spiaceri. Le aspirazioni<br />

in<strong>di</strong>pendentiste si sono ora rafforzate a partire dal <strong>di</strong>sastro provocato dall’incurabile<br />

megalomania dell’Italia. Tra<strong>di</strong>remmo la nostra coscienza e i nostri sentimenti se ci<br />

avvicinassimo ad un partito che pretende la rinuncia alla libertà in<strong>di</strong>viduale, una pulsione<br />

naturale che nemmeno i neri accettano. Gli Alleati dovrebbero garantirci l’in<strong>di</strong>pendenza per<br />

avere un Me<strong>di</strong>terraneo libero ed evitare le <strong>di</strong>fficoltà che deriverebbero da una Sicilia in mani<br />

italiane. I siciliani non sarebbero felici <strong>di</strong> tale ipotesi. L’unità con l’Italia verrebbe accolta come<br />

una manifestazione della sfortuna. Come Lei sa bene, l’unità è l’obiettivo <strong>di</strong> pochi professionisti.<br />

Per la Sicilia è una questione <strong>di</strong> vita o <strong>di</strong> morte. Contrariamente a ciò che Lei pensa, la Sicilia è<br />

in grado <strong>di</strong> riparare ai danni della guerra attingendo alle sue risorse, mentre l’Italia (da Napoli al<br />

Nord) versa nella più totale rovina. L’unità finirà per vanificare tale ipotesi: ciò è chiaro come la<br />

luce del sole. Ho inteso fornirLe un quadro completo della nostra situazione. Lei conosce la mia<br />

generosità e la mia sincerità. Comprenderà, quin<strong>di</strong>, che solo l’amore per la verità mi ha spinto a<br />

scriverLe.<br />

Nella speranza <strong>di</strong> rivederla presto, le auguro ogni bene.<br />

Suo affezionatissimo,<br />

Luigi La Rosa.<br />

Class.: segreto.<br />

Per: Colonnello Glavin, comandante del teatro nordafricano dell’Oss (Algeri); Whitney<br />

Shepardson, <strong>di</strong>rettore del Si (Washington); Earl Brennan, capo del settore italiano del Si<br />

(Washington).<br />

Da: Vincent J. Scamporino.<br />

Oggetto: Situazione politica a Piana dei Greci<br />

Data: 3 giugno 1944<br />

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(controllare data) nelle 125 pag. Titolo: "Situazione politica a Piana dei Greci". Data: 10 aprile 1944. Class.: segreto. Redattore: Vincent J. Scamporino.<br />

Destinatari: colonnello Glavin (Oss teatro nordafricano), W. Shepardson (<strong>di</strong>rettore della secret intelligence a Washington), Earl Brennan (capo della<br />

sezione italiana dell’Oss, Washington).Si tratta dello stesso fascicolo Cfr. NARA, RG 226, serie 108, busta 147, fascicolo jp-625<br />

La propaganda neofascista è molto attiva nel territorio <strong>di</strong> Piana dei Greci.<br />

I seguenti elementi sono influenti fascisti che, in compagnia dei carabinieri, sono soliti riunirsi<br />

nei locali del caffè "Castorino" per ascoltare "Ra<strong>di</strong>o Roma"<br />

Schirò Tommaso, farmacista, ex commissario prefettizio fascista a Piana (zio del fascista<br />

Giacomo Schirò) e membro dell’Ovra (già insignito della meda<strong>gli</strong>a d’oro fascista);<br />

Patti Gaetano (fu Luigi), già insignito della sciarpa onoraria fascista ed ex informatore dell’Ovra;<br />

Gebbia Cesare (fu Antonino), avvocato e notaio, già sindaco <strong>di</strong> Piana nel 1943;<br />

Costantino Franco, funzionario della sanità pubblica e volontario fascista nella guerra <strong>di</strong> Spagna;<br />

Costantino Giorgio, propagan<strong>di</strong>sta fascista (parla inglese);<br />

La Piana Marco, professore <strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a superiore;<br />

Iacchelli Gioacchino, cugino del vice prefetto Lenini;<br />

Vicari Giorgio (<strong>di</strong> Paolo), gestore <strong>di</strong> magazzini agrari.<br />

Capeggiate dal farmacista Schirò, si racconta che le suddette persone stessero organizzando una<br />

rivolta da far scoppiare all’inizio <strong>di</strong> aprile, con l’intento <strong>di</strong> gettarne la responsabilità sul Pci. Si<br />

sarebbe così aperta la strada all’arresto dei <strong>di</strong>rigenti comunisti <strong>di</strong> Piana. La sommossa non è<br />

andata in porto, ma sembra che i fascisti siano in attesa <strong>di</strong> una nuova occasione.<br />

Malgrado la propaganda fascista, il Pci è il partito più forte a Piana dei Greci e conta su circa 400<br />

militanti. Tra questi, agricoltori, piccoli proprietari, fittavoli e artigiani. Fanno tutti parte della<br />

cooperativa agraria locale.<br />

Ecco i nomi dei <strong>di</strong>rigenti comunisti <strong>di</strong> Piana:<br />

Cuccia Antonino (<strong>di</strong> Vito);<br />

Parrino Vincenzo (fu Demetrio);<br />

Petrotta Vincenzo (fu <strong>Giuseppe</strong>);<br />

Petrotta Giacomo (fu <strong>Giuseppe</strong>);<br />

Caramanna Gaetano (fu Antonio);<br />

Megna Fortunato (fu Giovanni);<br />

Pinello Saverio (fu Giovanni);<br />

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Cuccia Giorgio (fu Filistaco);<br />

Maisano Salvatore (fu Vito).<br />

Il Pci <strong>di</strong> Piana non è incline alle idee separatiste.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: riservato<br />

Oggetto: Note sul separatismo<br />

Data: 6 settembre 1944<br />

Leader comunista sul separatismo<br />

Il prof. <strong>Giuseppe</strong> Montalbano, leader comunista, ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> aver ricevuto istruzioni (ma non<br />

ne ha rivelato la provenienza) <strong>di</strong> appoggiare il movimento separatista. Ha aggiunto che non si<br />

può negare che questo stia <strong>di</strong>ventando sempre più coerente.<br />

Montalbano ha aggiunto che né l’Inghilterra né l’America avranno mai l’ultima parola sul<br />

destino della Sicilia, dal momento che la Russia fa parte delle Nazioni Unite.<br />

Ha affermato che la vera vincitrice della Germania sarà la Russia, nazione che non consentirà<br />

nessuna manovra che porti a speculazioni strategiche o territoriali sui paesi europei o<br />

extraeuropei.<br />

Montalbano ha aggiunto che l’Inghilterra e l’America mantengono i loro agenti più o meno<br />

organizzati in Sicilia, mentre la Russia (almeno in apparenza) non ne ha alcuno. Ma è certo che<br />

<strong>gli</strong> occhi dei Soviet sono aperti su ogni comune. Tuttavia i russi non sembrano ansiosi <strong>di</strong><br />

raggiungere subito i loro obiettivi, dal momento che li ritengono inevitabili.<br />

Atteggiamento <strong>di</strong> Al<strong>di</strong>sio sull’autonomia siciliana<br />

Il nuovo alto commissario della Sicilia, il democristiano Salvatore Al<strong>di</strong>sio, rivela <strong>di</strong> puntare su<br />

un’autonomia amministrativa decentralizzata, che dovrebbe includere il pagamento delle tasse al<br />

governo italiano come risposta alla "questione siciliana".<br />

Al<strong>di</strong>sio ha fatto tale rivelazione ieri nel corso <strong>di</strong> un incontro segreto con i leader democristiani <strong>di</strong><br />

ispirazione separatista. Costoro hanno posto in maniera <strong>di</strong>retta la questione se e<strong>gli</strong> intenda o<br />

meno favorire l’autonomia amministrativa per la Sicilia, autonomia che vedrebbe il totale ta<strong>gli</strong>o<br />

delle tasse da versare al governo centrale <strong>di</strong> Roma.<br />

Uno dei democristiani separatisti presenti alla riunione era il dott. Calogero Volpe, il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />

Mussomeli (Caltanissetta), nonchè alto leader della mafia, che ha recentemente accompagnato<br />

Al<strong>di</strong>sio nel suo viaggio aereo a Roma. Il dott. Volpe è intimo amico del cavalier Calogero<br />

Vizzini, l’attuale capo del Fronte Democratico per l’Or<strong>di</strong>ne Siciliano (Fdos) e presunto numero<br />

uno dell’alta mafia.<br />

68


Il separatismo filoamericano a guida mafiosa cambia nome e programma<br />

Nota: presentiamo <strong>di</strong> seguito il programma in 20 punti del partito separatista filoamericano, che<br />

ha cambiato il suo nome da Partito Democratico d’Or<strong>di</strong>ne a Fronte Democratico per l’Or<strong>di</strong>ne<br />

Siciliano. Il nuovo programma non è ancora stato pubblicato. Dal momento che l’autorizzazione<br />

non sarà imme<strong>di</strong>ata, si ritiene che verrà <strong>di</strong>stribuito clandestinamente e affisso sui muri<br />

nottetempo. I membri <strong>di</strong> questo partito portano coccarde con la forma ed i colori della ban<strong>di</strong>era<br />

americana, con al centro l’isola della Sicilia. I suoi leader sono tutti membri e "luogotenenti"<br />

dell’alta mafia.<br />

Il Fronte Democratico per l’Or<strong>di</strong>ne Siciliano<br />

Ha se<strong>di</strong> in ogni comune dell’isola e rappresentanze in tutte le comunità siciliane all’estero.<br />

"L’Fdos punta soprattutto all’introduzione e alla <strong>di</strong>ffusione dei principi e del sistema della<br />

grande e libera democrazia americana, principi che hanno finito per rivelarsi a noi idonei sotto<br />

vari aspetti."<br />

"Nessuno può negare a noi e a tutti i siciliani sparsi per il mondo il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> esprimere<br />

liberamente le nostre opinioni e <strong>di</strong> manifestare le nostre affinità. Nessuno può impe<strong>di</strong>re al nostro<br />

popolo, con tutte le sue tra<strong>di</strong>zioni e qualità, <strong>di</strong> appellarsi al <strong>di</strong>ritto all’autodeterminazione, così<br />

come garantisce la Carta Atlantica."<br />

"Dobbiamo prepararci alla rinascita, che <strong>di</strong>pende esclusivamente dal saper plasmare la nostra<br />

vita nella sfera d’influenza della potente America. Potremo così riannodare i legami con i 4<br />

milioni <strong>di</strong> nostri fratelli che vivono oltre Atlantico."<br />

"Il nostro piano, chiaro ed evidente, si riassume nei seguenti punti:<br />

In<strong>di</strong>pendenza della Sicilia nell’ambito della sfera d’influenza americana.<br />

Una repubblica democratica e assolutamente autonoma, amministrata dai siciliani e con una<br />

legazione ufficiale presso il governo <strong>di</strong> Washington.<br />

Libertà <strong>di</strong> religione, pensiero, parola e stampa.<br />

Rispetto della proprietà privata.<br />

Riscatto materiale e morale del lavoratore, con l’obiettivo <strong>di</strong> affrancarlo dall’abbruttimento e<br />

dalle necessità.<br />

Istruzione elementare obbligatoria. Mantenimento dell’italiano come lingua ufficiale.<br />

Introduzione delle principali nozioni grammaticali della lingua inglese. Basico insegnamento<br />

della storia della Sicilia e dei paesi anglofoni.<br />

Abolizione delle dogane, delle tasse su<strong>gli</strong> animali, dei bachelors (?) (corvè? Lavoro<br />

obbligatorio o gratuito?) e delle imposte.<br />

Istituzione <strong>di</strong> porti franchi.<br />

Introduzione del dollaro come moneta ufficiale.<br />

69


Riconoscimento ed erogazione delle pensioni civili e militari.<br />

Graduale rimborso (all’attuale tasso <strong>di</strong> cambio) dei buoni del debito pubblico o <strong>di</strong> altre polizze<br />

statali.<br />

Totale abolizione delle leggi fasciste e rinnovo della vecchia legislazione secondo le regole della<br />

moderna vita democratica.<br />

Una repubblica basata sull’or<strong>di</strong>ne, la <strong>di</strong>sciplina e il lavoro, in amicizia con le altre nazioni del<br />

globo.<br />

Contatti e legami franchi con i partiti che favoriscono i supremi interessi della repubblica<br />

siciliana.<br />

Introduzione delle industrie che risultano assenti e che possono svilupparsi nella nostra regione.<br />

Sviluppo dei commerci, sia all’interno che all’estero.<br />

Rafforzamento della marina mercantile siciliana.<br />

Massima semplificazione della burocrazia.<br />

Sostegno all’istituzione <strong>di</strong> una potente banca siciliana per il finanziamento dell’agricoltura e<br />

dell’industria.<br />

Abolizione del servizio militare. La tutela dell’or<strong>di</strong>ne, della proprietà e della sicurezza personale<br />

deve essere affidata a un corpo scelto <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>e repubblicane, selezionate preferibilmente tra le<br />

mi<strong>gli</strong>ori milizie."<br />

Assemblea separatista a Bagheria (autorizzata)<br />

Il 6 agosto il Comitato per l’In<strong>di</strong>pendenza Siciliana ha promosso una manifestazione pubblica<br />

presso l’arena "Impero", un teatro all’aperto <strong>di</strong> Bagheria (in provincia <strong>di</strong> Palermo). Alcuni<br />

ambienti politici avevano annunciato che fazioni comuniste avrebbero <strong>di</strong>sturbato la<br />

manifestazione. La Lega Giovanile Separatista non ha esitato un istante a <strong>di</strong>chiarare che i<br />

separatisti avrebbero raccolto la sfida.<br />

L’assemblea <strong>di</strong> Bagheria era stata in un primo tempo cancellata, giacchè il prefetto si era rifiutato<br />

<strong>di</strong> concedere l’autorizzazione.<br />

Il permesso è stato finalmente concesso dopo molte pressioni. L’interesse popolare era<br />

considerevole, giacchè si trattava del primo raduno a forte carattere propagan<strong>di</strong>stico dopo quello<br />

<strong>di</strong> Regalbuto (in provincia <strong>di</strong> Catania), dove <strong>gli</strong> scontri tra comunisti e separatisti hanno<br />

provocato la morte <strong>di</strong> due militanti e il ferimento <strong>di</strong> molti altri.<br />

Alle ore 19.00 il corso principale <strong>di</strong> Bagheria veniva percorso da mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> persone, folti gruppi<br />

<strong>di</strong> comunisti e separatisti, numerosi carabinieri, poliziotti e agenti della squadra politica della<br />

questura <strong>di</strong> Palermo.<br />

L’arena "Impero" era stracolma (circa 2000 persone), mentre parte della folla è stata costretta a<br />

rimanere all’esterno. L’ingresso era gratuito.<br />

70


L’arrivo <strong>di</strong> Andrea Finocchiaro Aprile, leader del movimento separatista, ha scatenato una gran<br />

tripu<strong>di</strong>o.<br />

Subito dopo il suo arrivo, due gran<strong>di</strong> manifesti con l’effigie del presidente Roosevelt sono stati<br />

issati sul palco. Vi è stata un’ovazione prolungata.<br />

Molti presenti portavano un <strong>di</strong>stintivo che raffigurava la ban<strong>di</strong>era americana con la sagoma verde<br />

della Sicilia al centro (sono i militanti del Partito Democratico dell’Or<strong>di</strong>ne Siciliano, a guida<br />

mafiosa). Non è stata notata alcuna effigie filobritannica.<br />

Hanno parlato il segretario del Mis, Varvaro, e Andrea Finocchiaro Aprile. Concetto Battiato,<br />

<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> varie pubblicazioni separatiste a Catania, ha pronunciato alcune parole. Era a<br />

Palermo per il processo sui <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Regalbuto.<br />

Varvaro ha rivolto un entusiastico saluto alle truppe dei "nostri Alleati" che combattono contro i<br />

tedeschi.<br />

Ha poi messo in risalto che <strong>gli</strong> altri partiti hanno cercato <strong>di</strong> eliminare il separatismo non con<br />

l’uso della forza ma facendo ricorso ad una lenta morte per asfissia, sopprimendo cioè le libertà<br />

<strong>di</strong> parola e stampa.<br />

"Non è vero che il separatismo appoggia l’in<strong>di</strong>pendenza dell’isola con il beneplacito del<br />

latifondo. Il separatismo è un movimento che sostiene l’in<strong>di</strong>pendenza del popolo e non dei<br />

gruppi privilegiati. Il separatismo non ha mai ricevuto alcun appoggio finanziario da parte <strong>di</strong> stati<br />

stranieri. Le potenze democratiche non si abbasserebbero mai a finanziare il Mis; a sua volta, il<br />

Mis non potrebbe mai accettare l’aiuto economico delle potenze straniere."<br />

"La Dc si è sempre opposta al fascismo in maniera debole. La Chiesa e i suoi prolungamenti<br />

politici erano protetti dai Patti Lateranensi del 1929. La maggioranza del separatismo era invece<br />

pericolosamente impegnata a combattere il fascismo, e mimetizzava le sue posizioni a rischio<br />

della vita."<br />

"Il quoti<strong>di</strong>ano democristiano "Popolo e Libertà" ha affermato che i leader separatisti dovrebbero<br />

essere esposti al pubblico lu<strong>di</strong>brio. L’autore dell’articolo è un autentico erede <strong>di</strong> quel movimento<br />

ecclesiastico che è stata la causa <strong>di</strong> molti dolori e lutti: l’inquisizione."<br />

"Ora pensiamo all’inverno imminente. Noi vo<strong>gli</strong>amo che ogni siciliano abbia la sua razione <strong>di</strong><br />

pane. E’ un dovere patriottico portare il grano all’ammasso, secondo le leggi che regolano i<br />

granai popolari."<br />

"La Sicilia può essere autosufficiente. Ciò non significa che sia in possesso dei prodotti necessari<br />

all’autosufficienza, ma ha prodotti da scambiare con i paesi stranieri. Applicando basse tariffe,<br />

possiamo commerciare il nostro zolfo con manufatti e altri prodotti."<br />

"Per esempio, non possiamo acquistare un aratro sul mercato americano perché le leggi<br />

commerciali fasciste hanno sempre applicato tariffe altissime, con le conseguenti ritorsioni<br />

messe in atto da<strong>gli</strong> Stati Uniti d’America."<br />

"Abbassando le nostre tariffe, saremo quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> acquistare sul mercato americano ed<br />

esportare i nostri prodotti in America."<br />

71


"Il piano siciliano non prevede l’autarchia, che è stata un totale fallimento, ma l’autosufficienza<br />

economica tramite il commercio con l’estero."<br />

Andrea Finocchiaro Aprile ha aperto il suo lungo <strong>di</strong>scorso (<strong>di</strong> circa un’ora) con un saluto a<br />

Roosevelt e al suo popolo "splen<strong>di</strong>do faro <strong>di</strong> civiltà".<br />

"I siciliani d’America desiderano che lo stesso faro <strong>di</strong> civiltà e <strong>di</strong> libertà illumini i siciliani <strong>di</strong><br />

Sicilia. Abbiamo affermato, e lo ripetiamo, che un’occupazione militare alleata sarà preferibile al<br />

controllo militare dell’attuale governo italiano. La Sicilia è la mia nazione. In una lettera che ho<br />

recentemente inviato a Ivanoe Bonomi ho affermato che il Mis desidera <strong>di</strong>scutere un piano<br />

federativo con le altre regioni italiane. Ma la Sicilia negozierà tale piano con l’Italia partendo da<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equità <strong>di</strong>plomatica. Tutta la stampa internazionale riceve un impressione<br />

favorevole dal movimento separatista siciliano."<br />

"Siamo lieti <strong>di</strong> annunciare che numerosi gruppi <strong>di</strong> comunisti e socialisti hanno aderito al Mis.<br />

Molte nostre sezioni sono sorte in tutta l’isola."<br />

"Nel suo recente <strong>di</strong>scorso ra<strong>di</strong>ofonico a Palermo, Vittorio Emanuele Orlando ha affermato che<br />

l’Italia è una nave che affonda e che ognuno pensa solo a salvarsi. Ciò è vero e la Sicilia seguirà<br />

il suo destino. L’Italia è <strong>di</strong>strutta moralmente e fisicamente."<br />

"Dalle pagine de ‘L’Avanti!’ Pietro Nenni ha criticato il nostro movimento. Nenni non è<br />

purtroppo al corrente dei nostri problemi. Assomi<strong>gli</strong>a a quello scrittore che arriva a Pompei la<br />

mattina ed inizia a scriverne un libro la sera."<br />

"Tutti i popoli puntano all’autodeterminazione. La Sicilia ha <strong>di</strong>ritto a un plebiscito. E’ un <strong>di</strong>ritto<br />

che molte personalità internazionali appoggiano: tra queste, il sindaco <strong>di</strong> New York Fiorello La<br />

Guar<strong>di</strong>a."<br />

"Se non esistesse, la mafia è un’istituzione che dovrebbe essere inventata. Dobbiamo <strong>di</strong>stinguere<br />

tra mafia e criminalità: la mafia è un’organizzazione che si batte per l’or<strong>di</strong>ne, la <strong>di</strong>sciplina e la<br />

giustizia politica."<br />

L’assemblea si è svolta serenamente ed è stata ben gestita. Non si sono registrati incidenti. I<br />

comunisti non hanno <strong>di</strong>sturbato <strong>gli</strong> oratori.<br />

Il quoti<strong>di</strong>ano clandestino "Sicilia e Libertà" è stato rapidamente <strong>di</strong>stribuito all’interno del teatro.<br />

Ancora una volta, la manifestazione ha confermato il cambiamento <strong>di</strong> strategia del movimento<br />

separatista.<br />

I separatisti incoraggiano ora la campagna per i granai popolari. In precedenza vi si opponevano,<br />

affermando che tutto il grano sarebbe stato inviato in Italia. Il cambiamento <strong>di</strong> linea non avrà<br />

alcun effetto, giacchè la campagna per i granai popolari si è rivelata un fallimento ed è<br />

praticamente conclusa.<br />

I separatisti accarezzano l’idea <strong>di</strong> accettare il sostegno americano che, dal punto <strong>di</strong> vista<br />

siciliano, sarebbe preferibile a quello britannico.<br />

Oss (Palermo)<br />

72


Class.: segreto.<br />

Destinatario: segretario <strong>di</strong> Stato, Washington Dc.<br />

Mittente: Alfred T. Nester, console generale americano a Palermo.<br />

Oggetto: Necessità dell’Oss in Sicilia<br />

Data: 27 settembre 1944<br />

Collocazione: Rg 226, serie 108B, busta 56, fascicolo 468.<br />

Ho il dovere <strong>di</strong> segnalarLe che tutte le unità dell’Oss potrebbero essere ritirate dalla Sicilia.<br />

Desidero esprimere la speranza che ciò non accada.<br />

Nei mesi scorsi la locale stazione dell’Oss, <strong>di</strong>retta da Joseph Russo, ha lavorato a stretto contatto<br />

con il consolato, rendendo un valido servizio al nostro governo. Ha infatti fornito detta<strong>gli</strong>ate<br />

informazioni su<strong>gli</strong> sviluppi politici ed economici <strong>di</strong> tutta l’isola.<br />

L’Oss copre la Sicilia in maniera eccellente. I rapporti dei suoi agenti hanno fornito informazioni<br />

che per il consolato sarebbe stato altrimenti impossibile ottenere. In questo teatro la politica è in<br />

subbu<strong>gli</strong>o, soprattutto per colpa del movimento separatista e del partito comunista. Sono in molti<br />

a prevedere lo scoppio <strong>di</strong> gravi <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni. A causa della posizione strategica della Sicilia,<br />

riteniamo che il Dipartimento <strong>di</strong> Stato desideri essere costantemente informato su<strong>gli</strong> sviluppi<br />

della situazione. Ma se l’Oss venisse rimosso, il lavoro non verrebbe più attuato con efficienza.<br />

Il governo britannico mantiene attive in Sicilia varie unità per la sicurezza che - occorre <strong>di</strong>rlo -<br />

collaborano anche con il nostro consolato. Ma ritengo che sia essenziale mantenere i nostri<br />

servizi <strong>di</strong> intelligenza nell’isola. L’obiettivo non è soltanto quello <strong>di</strong> assistere il consolato nella<br />

raccolta <strong>di</strong> informazioni politiche ed economiche: all’occorrenza, infatti, l’Oss potrebbe<br />

contribuire a proteggere le vite e le proprietà de<strong>gli</strong> americani<br />

Class.: segreto<br />

A: Earl Brennan, capo del settore italiano della Si, Washington.<br />

Da: Vincent J. Scamporino.<br />

Fonte Mister X<br />

Oggetto: La verità sui fatti <strong>di</strong> Villalba.<br />

73


Data: 2 ottobre 1944<br />

Riportiamo in allegato copia <strong>di</strong> un opuscolo clandestino (non firmato) pubblicato e <strong>di</strong>stribuito dal<br />

cavalier Calogero Vizzini. Il capomafia della provincia <strong>di</strong> Caltanissetta presenta la sua versione<br />

dei noti incidenti accaduti a Villalba, dove una manifestazione della locale sezione del Pci ha<br />

provocato uno scontro armato tra militanti comunisti e separatisti.<br />

Vizzini è il principale esponente del movimento separatista filoamericano (a guida mafiosa)<br />

conosciuto come Fdos (Fronte Democratico per l’Or<strong>di</strong>ne Siciliano). Un traduzione integrale del<br />

documento firmato dal capomafia si trova nel rapporto n. jsp-965. La versione che presentiamo è<br />

identica, ma non riporta la sua firma.<br />

Sono tremila le copie dell’opuscolo stampate e <strong>di</strong>stribuite in tutta la Sicilia.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto<br />

Destinatario: Earl Brennan, capo del settore italiano del Si, Washington.<br />

Mittente: Vincent J. Scamporino<br />

Oggetto: Dichiarazioni del cavalier Vizzini<br />

Manca data<br />

Il capomafia siciliano Calogero Vizzini ha rilasciato le seguenti <strong>di</strong>chiarazioni:<br />

"E’ noto che il governo italiano ha inviato un ispettore generale <strong>di</strong> pubblica sicurezza per<br />

monitorare <strong>gli</strong> effetti della propaganda separatista sulla popolazione. Costui ha percorso l’isola<br />

visitando anche i centri rurali. Ha sempre prestato molta attenzione alle reazioni popolari per la<br />

propaganda separatista filoamericana. Tale informazione mi è stata confermata da una fonte<br />

atten<strong>di</strong>bile, che ha aggiunto: ‘Dio vo<strong>gli</strong>a che la Sicilia si stacchi dall’Italia e <strong>di</strong>venti un<br />

protettorato americano’".<br />

Il cavalier Vizzini si è detto sconfortato, prevedendo che nel giro <strong>di</strong> pochi mesi il popolo<br />

insorgerà e si manifesterà apertamente per un protettorato americano. Ha poi aggiunto che ciò è<br />

ormai inevitabile.<br />

Ha così concluso: "Gli abitanti <strong>di</strong> Caltanissetta, Agrigento e Catania sono ostili alla Divisione<br />

Sabauda. E’ noto infatti che quest’ultima ha ricevuto or<strong>di</strong>ni segreti (<strong>di</strong> natura politica) per il<br />

mantenimento dell’or<strong>di</strong>ne pubblico nell’eventualità <strong>di</strong> una rivolta popolare. Si ripeteranno così i<br />

Vespri Siciliani. Il popolo è stanco <strong>di</strong> subire i barbarici meto<strong>di</strong> della polizia, che si sono rivelati<br />

ad<strong>di</strong>rittura più feroci <strong>di</strong> quelli adoperati dal regime fascista. Spesso, infatti, <strong>gli</strong> elementi sospetti<br />

vengono sottoposti a torture."<br />

Vizzini, un democristiano, si reputa amico <strong>di</strong> Al<strong>di</strong>sio e cercherà <strong>di</strong> incontrarlo a Palermo per<br />

risolvere la questione del grano, in collaborazione con Cammarata. Quest’ultimo è infatti<br />

propenso alla riconciliazione. La soluzione del problema alimentare consentirà <strong>di</strong> colmare i<br />

74


depositi <strong>di</strong> grano senza l’intervento della la polizia. Sarà così possibile <strong>di</strong>stribuire giornalmente<br />

300 grammi <strong>di</strong> pane e 100 grammi <strong>di</strong> pasta a persona, in aggiunta ad una certa quantità <strong>di</strong> cereali.<br />

Il cavalier Vizzini è convinto che tutti i vecchi amici <strong>di</strong> Orlando si ribelleranno contro il vecchio<br />

uomo politico nel corso della sua imminente visita in Sicilia.<br />

Ha poi aggiunto: "Speravamo che Orlando venisse in Sicilia per salvare l’isola. Invece, ha solo<br />

cercato <strong>di</strong> salvaguardare <strong>gli</strong> interessi dell’Italia settentrionale. Ma qui sono tutti pronti a<br />

<strong>di</strong>fendere <strong>gli</strong> interessi siciliani: ad ogni costo e contro ogni forza."<br />

Oss (Palermo)<br />

-<br />

2677 TH REGT. CO. D.<br />

OSS – AAI<br />

S.I. BRANCH – ITALY<br />

2 October 1944<br />

To : Earl Brennan, Chief, Italian Section, S.I., Washington<br />

From : Vincent J. Scamporino<br />

subject : "La verita’ sui fatti <strong>di</strong> villalba"<br />

Source : Mr. X<br />

Report No. JP – 974<br />

Evaluation : B – 2<br />

Manca collocazione<br />

Nel pomeriggio <strong>di</strong> venerdì 15 corr. Si sparse a Villalba la notizia che all’indomani sarebbe stato<br />

tenuto in questo Comune un grande comizio comunista, il successo del quale avrebbe avuto larga<br />

ripercussione nei comuni viciniori.<br />

Nessun particolare allarme destò la notizia per quanto fosse risaputo che il giorno innanzi il Sig.<br />

Michele Pantaleone, esponente del locale movimento social-comunista, si fosse allontanato da<br />

Villalba, <strong>di</strong>retto a Caltanissetta, per preparae il comizio in parola.<br />

75


All’indomani <strong>di</strong>fatti, verso le ore 14, mentre la popolazione era, data l’ora, nelle proprie case, si<br />

sentirono eccheggiare a gran fanfara le note <strong>di</strong> "Ban<strong>di</strong>era rossa" e grida inconsiderate da parte <strong>di</strong><br />

un gruppo <strong>di</strong> almeno quaranta persone che su <strong>di</strong> un camion arrivarono alla piazza del paese.<br />

Quivi <strong>di</strong>scesi <strong>gli</strong> arrivati fecero una prima <strong>di</strong>mostrazione con battimani e grida <strong>di</strong> viva il<br />

comunismo, unici e soli ospiti nella piazza solatia.<br />

Successivamente, <strong>di</strong>visi in gruppi, si recarono nelle case <strong>di</strong> tre o quattro comunisti del luogo allo<br />

scopo evidente <strong>di</strong> pranzare prima <strong>di</strong> esibirsi in pubblico.<br />

A questo punto è opportuno far notare che nella mattina dello stesso giorno tutto il paese fu<br />

trovato imbrattato da numerose scritte ed emblemi <strong>di</strong> falce e martello, cosa questa che sorprese<br />

ed in<strong>di</strong>gnò gran parte della popolazione anche per il fatto che fino a quel giorno nessuna<br />

cantonata del paese portava segni od iscrizioni <strong>di</strong> questo o <strong>di</strong> quel partito.<br />

Ne scaturì un primo increscioso incidente: il locale Maresciallo ed il Briga<strong>di</strong>ere dei RR. CC.<br />

Furono affrontati dall’Avv. Vincenzo Immor<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Pietro, già capo manipolo della milizia<br />

volontaria sicurezza nazionale ed istruttore dei premilitari <strong>di</strong> Villalba, fi<strong>gli</strong>o del locale Direttore<br />

Didattico, fondatore del fascio <strong>di</strong> Villalba, segretario politico per ben 13 anni, centurione della<br />

milizia, sciarpa littorio ecc. il quale, con fare altezzoso, protestò perché un paio <strong>di</strong> ragazzi<br />

cancellavano le scritte stesse con latte <strong>di</strong> calce.<br />

Nel frattempo trovatasi a passare il Sindaco Avv. Beniamino Farina il quale, pregato dallo stesso<br />

Maresciallo ad avvicinarsi, fu da questi invitato ad esprimere il suo pensiero sulla opportunità <strong>di</strong><br />

intervenire o meno.<br />

I l Sindaco, allo scopo <strong>di</strong> non sottilizzare intorno ad un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> nessuna entità, ebbe<br />

testualmente a <strong>di</strong>re: " Che vuole che noi si faccia! Due imbecilli hanno imbrattati i muri e due<br />

imbecilli cancellano le scritte". Al che l’Immor<strong>di</strong>no reagì esclamando: "Il più grande imbecille è<br />

lei!"<br />

Si ebbe per tutta risposta un sonoro ceffone dall’Avv. Farina.<br />

L’incidente però fu subito dopo composto.<br />

Nel pomeriggio, stante questo precedente e per l’insolito avvenimento dell’arrivo del camion, sul<br />

quale aveva trovato posto come <strong>di</strong>anzi è detto una rumorosa fanfara, una <strong>di</strong>screta folla si riversò<br />

nella piazza ove fra <strong>gli</strong> altri trovatasi il Cav. Calogero Vizzini.<br />

Questi s’indugiava cor<strong>di</strong>almente, come è nelle sue abitu<strong>di</strong>ni, con i vari citta<strong>di</strong>ni e specialmente<br />

con i democratici cristiani, un po’ più allarmati, si intende, per la gazzarra che andatasi<br />

preparando perché veniva a turbare la pace del loro paese, sempre tranquillissimo, e pregò per la<br />

circostanza tutti i presenti <strong>di</strong> restare calmissimi e <strong>di</strong> mettersi in <strong>di</strong>sparte presso la loro sede dalla<br />

quale del resto avrebbero potuto comodamente assistere al comizio dei comunisti già definiti da<br />

essi stessi e dalla voce pubblica i "Volontari della morte".<br />

Incominciarono così ad arrivare nella piazza i comizianti, satolli del pasto consumato, ed alcuni<br />

<strong>di</strong> questi, riconosciuto il Cav. Vizzini, lo salutarono e <strong>gli</strong> si avvicinarono.<br />

76


Dopo lo scambio <strong>di</strong> cortesi convenevoli il Cav. Vizzini, non smentendo la tra<strong>di</strong>zionale ospitalità<br />

Villalbese, offrì a ciascuno dei presenti ed a<strong>gli</strong> altri che nel frattempo <strong>gli</strong> si erano avvicinati,<br />

delle sigarette ed una tazza <strong>di</strong> caffè nel più vicino bar.<br />

Si fecero così le ore 17 circa.<br />

In questo momento arrivarono, con un gruppo <strong>di</strong> forestieri, i comunisti del luogo, il Sig. Michele<br />

Pantaleone e l’oratore ufficiale Dott. Li Causi.<br />

Questi mandarono un Villalbese a domandare al Cav. Vizzini se corrispondesse a verità quanto<br />

era stato loro sussurrato e che cioè, essendo tutta la popolazione completamente ostile alla loro<br />

propaganda, il comizio sarebbe stato <strong>di</strong>sturbato da una solenne fischiata.<br />

Il Cav. Vizzini rispose tranquillizzandolo nella maniera più assoluta al riguardo e li rassicurò<br />

ancora, nel senso che avrebbero potuto tenere tranquillamente il loro comizio senza essere<br />

<strong>di</strong>sturbati da chicchessia.<br />

Inoltre ad un gruppo <strong>di</strong> comunisti nisseni, venuti a Villalba con lo stesso camion, ritenne<br />

opportuno consi<strong>gli</strong>are <strong>di</strong> non fare alcuna allusione intorno a persone e questioni <strong>di</strong> Villalba,<br />

anche per rispetto alla ospitalità che veniva loro offerta.<br />

Cominciò così il comizio.<br />

I democratici cristiani si raccolsero presso il loro circolo in un lato della piazza, i comunisti<br />

forestieri e quelli <strong>di</strong> Villalba, non più <strong>di</strong> cinquanta o sessanta persone al massimo, nell’altro lato<br />

e precisamente innanzi ai locali del Banco <strong>di</strong> Sicilia. Il rimanente della piazza, anzi gran parte<br />

della piazza stessa, rimase del tutto deserta.<br />

Parlò per primo il capo della locale sezione social-comunista Sig. Pantaleone, già capo settore <strong>di</strong><br />

Villalba del partito nazionale fascista (organizzazione capillare del regime ) seguito da un altro<br />

oratore forestiero e prese infine la parola il dott. Li Causi.<br />

Questi svolse per primo un inno all’internazionalismo, parlò <strong>di</strong> sopraffazioni e <strong>di</strong> liberazione,<br />

della Principessa <strong>di</strong> Travia, dei suoi feu<strong>di</strong>, dei gabellati sfruttatori, aggiungendo: "Non vi fate<br />

lusingare da un affittuario ( a chi intendeva riferirsi? ) che vi promette una salma <strong>di</strong> ottimo<br />

terreno per avervi con lui." A questo punto il Cav. Vizzini senza l’intenzione <strong>di</strong> provocare un<br />

tafferu<strong>gli</strong>o ma solo allo scopo <strong>di</strong> precisare, ebbe ad esclamare: "Quello che asserite è falso!" ed<br />

avrebbe desiderato continuare per <strong>di</strong>re che se oppressori vi erano stati a Villalba, il popolo tutto,<br />

non lo avrebbe mai <strong>di</strong>menticato, essi erano precisamente quei fascisti che oggi si presentavano al<br />

suo cospetto in veste <strong>di</strong> comunisti, tutti in rango serrato attorno all’oratore, e che avrebbe potuto<br />

documentare la sua asserzione in quanto proprio quei signori erano stati i fautori della <strong>di</strong>visione<br />

del feudo Miccichè, erano proprio essi che si erano presi terreni mi<strong>gli</strong>ori, erano proprio essi che<br />

<strong>di</strong>edero ai conta<strong>di</strong>ni i terreni peggiori e che per venti anni <strong>di</strong> regime fascista avevano<br />

ignobilmente sfruttato i poveri lavoratori <strong>di</strong> Villalba facendo ad essi pagare il doppio del canone<br />

che precedentemente veniva corrisposto in misura più equa e più onesta.<br />

(Vi erano infatti accanto all’oratore i seguenti in<strong>di</strong>vidui:<br />

Vaccarella Calogero, fascista della prima ora, fondatore del fascio <strong>di</strong> Villalba, ex segretario<br />

politico e primo podestà fascista;<br />

77


Pietro Immor<strong>di</strong>no, già innanzi citato, altro fondatore del fascio <strong>di</strong> Villalba, segretario politico per<br />

la bellezza <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci anni, centurione della milizia, sciarpa littorio, ecc, già arrestato dal<br />

Comando Alleato all’arrivo in Villalba delle truppe <strong>di</strong> liberazione e rilasciato a seguito <strong>di</strong><br />

generosa intercessione del Cav. Calogero Vizzini che, per la sua <strong>di</strong>rittura politica, fu dal popolo<br />

tutto acclamato sindaco della libertà e da<strong>gli</strong> Alleati convalidato sindaco <strong>di</strong> Villalba;<br />

Pantaleone Michele, fascista attivo ed intransigente, già capo settore del partito nazionale<br />

fascista;<br />

Vasta <strong>Giuseppe</strong> <strong>di</strong> Salvatore, milite fascista, volontario <strong>di</strong> Spagna, combattente contro il<br />

comunismo;<br />

Pellegrino Giovanni, fascista della prima ora e facente parte della polizia segreta della<br />

federazione dei fasci <strong>di</strong> combattimento, arrestato da<strong>gli</strong> Alleati al loro arrivo in Villalba e liberato,<br />

come l’Immor<strong>di</strong>no, per generosa intercessione del Cav. Vizzini;<br />

Calogero Ferrara, della gioventù italiana del littorio;<br />

Immor<strong>di</strong>no Vincenzo, fi<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> quel Pietro innanzi citato, capo manipolo della milizia ed<br />

istruttore dei premilitari <strong>di</strong> Villalba.<br />

Questi, unitamente al padre, all’approssimarsi de<strong>gli</strong> Alleati a Villalba, fuggì <strong>di</strong>rigendosi verso<br />

Valledolmo ove chiese ospitalità presso una fami<strong>gli</strong>a <strong>di</strong> Villalbesi ivi residenti. Disse il padre<br />

ch’era loro inten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> congiungersi con le truppe tedesche in ritirata per rifugiarsi in<br />

continente. Ne furono <strong>di</strong>ssuasi finchè non venne arrestato il Pietro Immor<strong>di</strong>no.<br />

Gi<strong>gli</strong>o <strong>Giuseppe</strong> fu Filippo, istruttore dei giovani fascisti <strong>di</strong> Villalba;<br />

Riggi Domenico, abberratissimo fascista, oggi comunista, in una proprietà del quale è stata<br />

rinvenuta, durante una perquisizione or<strong>di</strong>nata a seguito de<strong>gli</strong> incidenti verificatisi, una cassetta <strong>di</strong><br />

bome a mano.<br />

Tutti i sopra elencati hanno detenuto sfrontatamente per venti lunghissimi anni il potere a<br />

Villalba, ed oggi, ironia della vita, formano da soli, compatti, il gruppo social-comunista <strong>di</strong><br />

questo paese!<br />

Ed ora continuiamo:<br />

Non avvenne però quello che era in un cuore generoso e nel pensiero del Cav. Vizzini perché i<br />

comunisti, indubbiamente quelli del luogo, temendo <strong>di</strong> venire smascherati dalle sue<br />

<strong>di</strong>chiarazioni, si voltarono come un solo uomo verso la voce che veniva dalla piazza e<br />

cominciarono a sparare pazzamente.<br />

A questi spari seguì lo scoppio <strong>di</strong> una bomba a mano che provocò un generale fuggi fuggi.<br />

Fino a questo punto l’oratore rimase con presenza <strong>di</strong> spirito dritto sul tavolo dov’era salito per il<br />

concione mentre il Cav. Vizzini rivolto verso i comunisti gridava levando le braccia: "Calma,<br />

calma!".<br />

Seguì lo scoppio <strong>di</strong> un’altra bomba a pochi passi dal punto dove trovatasi il Cav. Vizzini il quale<br />

si riparò <strong>di</strong>etro il camion che riportò, come si vide poi, danneggiamenti al ra<strong>di</strong>atore.<br />

78


Dopo qualche istante la piazza rimase quasi deserta.<br />

Spuntò un Appuntato dei Carabinieri al quale il Cav. Vizzini rivolse subito invito <strong>di</strong> chiamare il<br />

Maresciallo per renderlo edotto <strong>di</strong> quanto era avvenuto, sullo stesso luogo cioè ove si era svolto<br />

un così grave ed increscioso incidente.<br />

Avrebbe <strong>di</strong>fatti potuto rilevarsi, e chiaramente, con le tracce ivi esistenti, da che parte ebbe inizio<br />

la batta<strong>gli</strong>a, da quel lato erano state lanciate le bombe, quale il piano <strong>di</strong> una così <strong>di</strong>abolica ed<br />

infernale azione così minutamente preparata ed organizzata da un gruppo <strong>di</strong> scalmanati e <strong>di</strong><br />

criminali.<br />

Il Maresciallo non credette opportuno intervenire, si ha ragione <strong>di</strong> ritenere, l’Appuntato non fece<br />

più ritorno e frattanto il Cav. Vizzini, sollecitato dal conducente dell’autocarro, si adoperò a<br />

fornire a questi quanto <strong>gli</strong> fu richiesto per potere rimettere in moto l’automezzo in parola.<br />

I carabinieri poi sopraggiunti rimossero i pezzi de<strong>gli</strong> strumenti abbandonati, rinvenirono una<br />

bomba inesplosa ed una cinghietta <strong>di</strong> bomba e, per suggerimento dello stesso Cav. Vizzini,<br />

trasportarono ogni cosa in caserma.<br />

Ciò fatto questi si allontanò dalla piazza, l’autocarro partì e la gazzarra insensata rimase in pasto<br />

ai più deplorevoli apprezzamenti della buona gente <strong>di</strong> Villalba, atterrita, che ha sempre vissuto in<br />

perfetta sanità <strong>di</strong> costumi, in tutti itempi e malgrado inenarrabili sofferenze.<br />

Tanto per la verità dei fatti.<br />

L’allegato è la copia non firmata, stampata, clandestinamente pubblicata e <strong>di</strong>stribuita dal Cav.<br />

Calogero Vizzini, capo dell’alta mafia nella zona <strong>di</strong> Caltanissetta, che presenta la sua posizione<br />

nel notorio incidente <strong>di</strong> Villaba dove una riunione della sezione locale del partito comunista fu<br />

segnale per una rissa armata fra partecipanti comunisti ed elementi separatisti. Vizzini è un<br />

esponente <strong>di</strong> spicco del gruppo separatista, guidato dalla mafia, filo-americano, conosciuto come<br />

fronte democratico d’or<strong>di</strong>ne siciliano. Una completa traduzione del documento firmata la Vizzini<br />

è stata inoltrata nel rapporto JSP-965. L’allegato è identito, tranne per il fatto che non è firmato.<br />

Tre mila copie sono state stampate e <strong>di</strong>ffuse in tutta la Sicilia.<br />

Class.: segreto.<br />

Fonte: Z<br />

Oggetto: Il Pci in Sicilia<br />

Data: 4 ottobre 1944 (controllare la data )<br />

.<br />

79


Le <strong>di</strong>rettive ricevute dal Pci provengono <strong>di</strong>rettamente da Stalin via To<strong>gli</strong>atti, il ministro<br />

comunista senza portafo<strong>gli</strong>o. Al momento, Mosca ha or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> combattere ogni forma <strong>di</strong><br />

separatismo.<br />

In Sicilia la propaganda comunista <strong>di</strong>fende l’unità italiana e cerca in ogni modo <strong>di</strong> aumentare <strong>gli</strong><br />

iscritti. Il Pci si batte per mi<strong>gli</strong>orare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita delle masse, aumentare i salari dei<br />

lavoratori e promuovere la sicurezza sociale, <strong>gli</strong> indennizzi per i <strong>di</strong>soccupati e l’or<strong>di</strong>ne pubblico.<br />

[…]<br />

To<strong>gli</strong>atti è in contatto permanente con l’ambasciatore sovietico a Roma, personalità che nessun<br />

italiano può incontrare senza il suo beneplacito.<br />

Durante il suo ultimo incontro con il leader comunista siciliano <strong>Giuseppe</strong> Montalbano,<br />

l’ambasciatore sovietico ha promesso che il suo governo infiltrerà agenti russi in Sicilia. Ufficiali<br />

russi verranno inoltre inviati per integrare la Commissione Alleata <strong>di</strong> Controllo nell’eventualità<br />

che il movimento separatista dell’isola assuma proporzioni inquietanti (al momento, possiamo<br />

affermare con certezza che non vi sono agenti sovietici in Sicilia, né ufficiali russi presso la<br />

Commissione. Montalbano va comunque considerato un agente del governo sovietico, dal<br />

momento che le sue attività sono fortemente connesse a quelle <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti).<br />

Montalbano comunica con To<strong>gli</strong>atti attraverso il telefono della sua residenza o tramite corrieri<br />

occasionali. Partirà per Roma nel giro <strong>di</strong> una settimana. Sebbene i suoi uffici siano a Palermo, al<br />

momento Montalbano si trova nella sua città natale, Raffadali (la famosa "città rossa"), per<br />

sbrigare alcune questioni personali.<br />

Montalbano ha frequenti contatti con Girolamo Li Causi, il capo del Pci siciliano, che al<br />

momento si trova in viaggio.<br />

Oss (Palermo)<br />

(segue testo in italiano)<br />

Destinatario: Alcide De Gasperi (Roma).<br />

Mittente: Don Luigi Sturzo (New York)<br />

Oggetto: Lettera <strong>di</strong> Don Sturzo a De Gasperi.<br />

Data: 11 ottobre 1944<br />

Collocazione: Rg 226, serie 92, busta 531, fascicolo 10.<br />

A Sua Eccellenza Alcide De Gasperi, Roma.<br />

Mio caro Alcide,<br />

non ho più ricevuto tue lettere dopo quella del 15 giugno scorso. So bene quanto tu sia<br />

indaffarato e oberato <strong>di</strong> lavoro. Mi basterebbe sapere che alcune mie lettere ti sono arrivate.<br />

Ti segnalo la mia lettera del 2 agosto (in cui chiedevo un’imme<strong>di</strong>ata risposta) e quella del 31<br />

agosto, nella quale comunicavo l’invio <strong>di</strong> 1500 dollari.<br />

80


Con la presente, ti informo <strong>di</strong> aver inviato 3000 dollari. Mille vanno a "Il Popolo <strong>di</strong> Roma", un<br />

acconto della somma promessa a Ro<strong>di</strong>nò nella mia lettera del 6 lu<strong>gli</strong>o. Gli avevo detto che avrei<br />

inviato il denaro in 3 settimane, ma una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà hanno provocato uno slittamento <strong>di</strong> 3<br />

mesi. Un mio amico, che deve essere già a Roma, consegnerà personalmente il resto della<br />

somma. Mille dollari vanno a Seli e si aggiungono alla somma già recapitata. Infine, mille sono<br />

destinati alla <strong>di</strong>rezione centrale della Dc. Fanne l’uso che ritieni più opportuno.<br />

Al momento mi occupo <strong>di</strong> altri due progetti. Il primo consiste nel racco<strong>gli</strong>ere del denaro per i<br />

nostri amici <strong>di</strong> Palermo, perché possano fondare un loro quoti<strong>di</strong>ano (inviami l’in<strong>di</strong>rizzo<br />

personale <strong>di</strong> Salvatore Al<strong>di</strong>sio per sveltire l’invio); il secondo, ancor più importante, punta a<br />

trovare finanziamenti per un nostro quoti<strong>di</strong>ano a Milano.<br />

A questo proposito, un caro amico mi ha chiesto <strong>di</strong> stilare un piano detta<strong>gli</strong>ato. Mi è sembrato<br />

che corrispondesse alle sue idee (e in parte anche alle mie) l’iniziativa <strong>di</strong> fondare a Milano un<br />

quoti<strong>di</strong>ano che affronti i temi sociali e lavorativi dal punto <strong>di</strong> vista della dottrina e della pratica<br />

della Dc. E<strong>gli</strong> si è incaricato <strong>di</strong> trovare 2000 dollari tra i suoi amici. Avrò un riscontro in pochi<br />

mesi. Naturalmente, in seguito all’unificazione dei sindacati, non è più possibile puntare su un<br />

organo informativo del sindacato bianco, come "Il Domani Sociale". Forse, non è nemmeno<br />

consi<strong>gli</strong>abile che il nuovo quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong>penda dall’Istituto Cattolico per le Attività Sociali. A me<br />

sembra invece che dovrebbe essere collegato al nostro partito e occuparsi prevalentemente del<br />

mondo del lavoro, lasciando a "Il Popolo <strong>di</strong> Roma" le questioni politiche. Diamo ovviamente per<br />

scontato che a Milano esca ancora "L’Italia", l’organo dell’Azione Cattolica <strong>di</strong>pendente dalla<br />

curia.<br />

Ti prego <strong>di</strong> <strong>di</strong>scuterne con Gronchi e Gran<strong>di</strong> e <strong>di</strong> inviarmi imme<strong>di</strong>ate notizie dei vostri piani<br />

perché io possa sostenere la questione (se, come spero, non sorgeranno ostacoli imprevisti).<br />

Inoltre, è bene che si sappia che la fonte delle piccole somme <strong>di</strong> denaro che io riesco a inviarvi è<br />

assolutamente in<strong>di</strong>pendente e pura. E’ una questione <strong>di</strong> amicizie e <strong>di</strong> simpatie personali.<br />

Tramite Baldanzi, che ho incontrato giorni fa, ho ricevuto una lettera <strong>di</strong> Gronchi e un esaustivo<br />

resoconto <strong>di</strong> Achille Gran<strong>di</strong> sulla questione sindacale, un rapporto che mi sarà utile per<br />

informare le persone interessate al tema. Il quadro tracciato da Baldanzi è veramente cupo. A lui<br />

sembra (ed è opinione corrente qui in America) che il governo sia debole, <strong>di</strong>viso e privo <strong>di</strong> guida.<br />

Ha tessuto le lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gronchi, affermando che è l’unico ad avere le idee chiare e le energie per<br />

promuoverle. Il generale O’Dwyer sembra avere una fiducia maggiore ne<strong>gli</strong> uomini del governo<br />

italiano. Mi ha anche parlato <strong>di</strong> Gronchi, aggiungendo Ruini e lo stesso Bonomi nella lista delle<br />

persone affidabili. Ciò che esaspera noi italiani è il tono <strong>di</strong> feroce critica, <strong>di</strong> generale sfiducia e <strong>di</strong><br />

persisitente <strong>di</strong>sprezzo utilizzato dai corrispondenti americani, un tono che sembra ispirato<br />

dall’intenzione <strong>di</strong> perpetuare per anni il controllo alleato sull’Italia. Tale tendenza si è ora<br />

attenuata (in seguito al comunicato Roosevelt-Churchill), ma in qualche modo continua a<br />

persistere come a voler giustificare il comportamento passato dei giornalisti. E’ il caso <strong>di</strong><br />

Matthews del New York Times. Tu non puoi immaginare quale effetto deprimente tale<br />

campagna <strong>di</strong> <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to abbia avuto sul popolo americano. Mi auguro che l’ambasciatore italiano<br />

si porti <strong>di</strong>etro un buon addetto stampa. Cerca <strong>di</strong> fare una scelta oculata. Ti confermo <strong>di</strong> essere a<br />

<strong>di</strong>sposizione dell’ambasciatore per qualsiasi compito in cui possa eventualmente rendermi utile.<br />

Avverti l’avvocato Scelba che il mio nuovo libro sull’Italia è stato pubblicato e che <strong>gli</strong> è già stato<br />

inviato.<br />

Con affetto,<br />

81


Luigi Sturzo.<br />

P.s.: Gli americani citano sempre nomi famosi, per non sforzarsi <strong>di</strong> impararne <strong>di</strong> nuovi. Di<br />

conseguenza, per l’Italia contano al momento Croce, Sforza, To<strong>gli</strong>atti (o Bonomi e Bado<strong>gli</strong>o).<br />

Devi fare in modo <strong>di</strong> ripetere sempre lo stesso nome (il tuo o quello <strong>di</strong> Gronchi), perché entri<br />

nella testa del lettore comune.<br />

11 ottobre 1944<br />

P.s.: leggo dai giornali che quattro sacerdoti americani sono stati ricevuti dal Papa. Tra questi si<br />

trova un mio caro amico. Tramite lui, ho inviato varie lettere a te, a Ro<strong>di</strong>nò e a Gronchi.<br />

Ho ricevuto il tuo telegramma dello scorso 5 ottobre e l’ho fatto <strong>di</strong>vulgare dalla stampa locale.<br />

Ma i due gran<strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> New York non l’hanno pubblicato. Sarebbe stato opportuno<br />

consegnare il telegramma ai loro corrispondenti <strong>di</strong> Roma o a quelli della Associated Press o della<br />

United Internationa Press. Tu non coltivi i contatti con i corrispondenti stranieri. I fascisti,<br />

invece, sanno come stabilire rapporti <strong>di</strong> vario tipo. Riescono così ad ottenere una copertura<br />

stampa molto favorevole a loro. Ho scritto della questione a Spataro, a Ro<strong>di</strong>nò e ad altri (tra<br />

questi, Luzzato). Ad essere in contatto con i corrispondenti americani sono proprio <strong>gli</strong> ex fascisti,<br />

la nobiltà romana e l’alta società. I giornalisti cercano sempre notizie sensazionali oppure notizie<br />

raccontate con sensazionalismo. Certo è che la maggior parte dei lettori americani non si<br />

interessa al nostro paese. Gli italiani vengono <strong>di</strong>pinti come incapaci <strong>di</strong> combattere, privi <strong>di</strong> ogni<br />

nozione sulla guerra <strong>di</strong> guerri<strong>gli</strong>a e via <strong>di</strong>cendo. Ora si è sparsa la voce che le truppe italiane<br />

sono state ritirate dal fronte perché incompetenti, perché <strong>gli</strong> ufficiali si comportano con slealtà o<br />

perché creano solo problemi. […] Il pubblico americano sa della presenza <strong>di</strong> greci, brasiliani e <strong>di</strong><br />

altri sul fronte, ma è convinto che non vi sia un cane <strong>di</strong> italiano! Ciò provoca un’enorme<br />

impressione! I miei quattro mesi <strong>di</strong> sforzi perché si raggiungesse una pace provvisoria con<br />

l’Italia (nell’eventualità che le clausole segrete dell’armistizio fossero venute meno) non hanno<br />

ricevuto alcun appoggio da parte della stampa. Persino le pubblicazioni cattoliche forniscono<br />

notizie scarse, o <strong>di</strong> carattere ecclesiastico. Con l’eccezione <strong>di</strong> due o tre testate, i quoti<strong>di</strong>ani non<br />

hanno dato spazio alla mia iniziativa. Di fatto, ci è mancata la passione dell’opinione pubblica.<br />

Di nuovo, saluti affettuosi a tutti <strong>gli</strong> amici e alla tua fami<strong>gli</strong>a,<br />

Luigi Sturzo.<br />

Class.: segreto<br />

Destinatari: William Donovan, <strong>di</strong>rettore dell’Oss (Washington), Earl Brennan, capo del settore<br />

italiano del Si (Washington), colonnello Glavin, capo del teatro <strong>di</strong> operazioni nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />

(Algeri).<br />

Oggetto: Riunione dell’alta mafia a Palermo.<br />

Data: 17 novembre 1944<br />

82


Nei locali del ristorante "Napoli" si è svolta oggi una cena tra i vari esponenti della mafia<br />

siciliana. La cena è il risultato <strong>di</strong> vari incontri avvenuti presso l’hotel "Sole".<br />

Erano presenti una ventina <strong>di</strong> persone. Tra queste: il cavalier Calogero Vizzini, il dott. Volpe,<br />

<strong>Giuseppe</strong> Russo <strong>di</strong> Mussomeli (o Misilmeri), Fazio <strong>di</strong> Trapani, Pirrone, Marrone, il duca<br />

Gu<strong>gli</strong>elmo <strong>di</strong> Carcaci (Catania), l’avvocato Bruno (Catania), Sollima, nipote <strong>di</strong> Russo, Nino<br />

Leanza (Catania), Vincenzo Palermo (Catania). Non è stato possibile identificare <strong>gli</strong> altri<br />

presenti.<br />

Secondo Nino Leanza, un separatista <strong>di</strong> Catania, il Mis si è in un primo tempo orientato verso la<br />

separazione e l’in<strong>di</strong>pendenza della Sicilia, ma ora tende ad appoggiare una repubblica italiana<br />

basata sul federalismo e le autonomie regionali.<br />

E’ questa l’idea del Leanza. Si ritiene che sia stato lui a spargere nei circoli separatisti le<br />

insistenti voci che vedrebbero l’imminente sostituzione dell’alto commissario Al<strong>di</strong>sio con un<br />

generale dell’esercito.<br />

Se ciò dovesse accadere, la mafia è convinta che le prime manifestazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni verrebbero<br />

seguite dalla <strong>di</strong>chiarazione dello stato d’asse<strong>di</strong>o. Sarebbe un insulto rivolto ai siciliani e a quei<br />

principi <strong>di</strong> libertà ai quali il popolo aspira dopo vent’anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ttatura fascista.<br />

La mafia ritiene che i generali dell’esercito, un’alta casta militare, siano legati alla monarchia e<br />

che <strong>di</strong> conseguenza non faranno che appoggiare la causa della <strong>di</strong>nastia tra<strong>di</strong>trice.<br />

La fonte commenta che, se queste sono le intenzioni delle alte sfere del governo italiano, la<br />

Sicilia non dovrebbe inchinarsi e tantomeno essere consegnata ad un generale, fatto che potrebbe<br />

provocare la replica de<strong>gli</strong> incidenti del 19 ottobre scorso.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: confidenziale.<br />

A: Earl Brennan, capo del settore italiano della Si, colonnello Glavin, teatro <strong>di</strong> operazioni per il<br />

Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Da: Vincent J. Scamporino, capo del settore italiano della Si.<br />

Fonti: Sicana e Italian.<br />

Oggetto: Circolare comunista incita <strong>gli</strong> agricoltori ad occupare le terre.<br />

Data: 20 novembre 1944<br />

Il 10 novembre la federazione provinciale del Pci <strong>di</strong> Palermo ha inviato a tutte le sezioni una<br />

circolare dal titolo "Soluzioni del problema della terra e misure <strong>di</strong> ritorsione contro <strong>gli</strong><br />

agricoltori".<br />

83


Il documento ha evidenziato che, in Sicilia, una forte percentuale della proprietà feudale è<br />

concentrata nelle mani <strong>di</strong> pochi proprietari terrieri. Il problema appare <strong>di</strong> vitale importanza per<br />

l’economia siciliana, ma deve essere rinviato fino alla convocazione dell’Assemblea Costituente.<br />

Al giorno d’oggi, tuttavia, appare urgente la concessione delle terre incolte a<strong>gli</strong> agricoltori. Le<br />

soluzioni in<strong>di</strong>cate dalla circolare sono le seguenti:<br />

revisione delle franchigie per usi esclusivi e riorganizzazione dei centri agrari;<br />

consegna a<strong>gli</strong> agricoltori che si costituiscono in cooperativa delle derrate <strong>di</strong> grano necessarie alla<br />

coltivazione e al consumo familiare;<br />

consegna alle cooperative delle terre confiscate ai fascisti.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: Il generale Castellano si incontra con i fratelli Tasca<br />

Fonte: Z<br />

Data: 7 <strong>di</strong>cembre 1944<br />

Il 6 <strong>di</strong>cembre il generale <strong>Giuseppe</strong> Castellano si è incontrato privatamente con i tre fratelli Tasca<br />

- Alessandro, Lucio e Paolo - leader separatisti e membri dell’alta mafia.<br />

Dopo aver tentato <strong>di</strong> organizzare la riunione per <strong>di</strong>verse settimane, il generale ha posto l’accento<br />

sull’importanza del mantenimento della legge e dell’or<strong>di</strong>ne in Sicilia, <strong>di</strong>chiarando che il<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne non può essere più tollerato. "Gli Alleati desiderano tranquillità" - ha aggiunto - "e noi<br />

dobbiamo dare il buon esempio, dal momento che il Cln non sopravviverà a lungo."<br />

Castellano desidera che i fratelli Tasca collaborino al mantenimento della pace nell’isola. I tre<br />

sono pronti a fornire l’aiuto necessario, a patto però che pane e pasta tornino ad essere <strong>di</strong>stribuiti.<br />

I Tasca hanno promesso <strong>di</strong> tenere informato il generale e <strong>di</strong> convocare frequenti riunioni.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Il generale Castellano presenta ad un funzionario del Dipartimento <strong>di</strong> Stato un piano per<br />

affrontare la questione siciliana.<br />

Mittente: Vincent J. Scamporino, responsabile del Si in Italia, teatro <strong>di</strong> operazioni per il<br />

Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Destinatari: Whitney Shepardson, capo del Si, e Earl Brennan, capo del settore italiano del Si<br />

(Washington)<br />

84


Fonte: Sicana.<br />

Data: 16 gennaio 1945<br />

Il generale <strong>Giuseppe</strong> Castellano ha avuto oggi un incontro fuori programma con il console<br />

americano <strong>di</strong> Palermo, Alfred Nester.<br />

Castellano ha colto l’occasione per illustrare il suo piano per risolvere l’attuale crisi siciliana. Ne<br />

elenchiamo i punti principali:<br />

1. Il generale ha rivelato <strong>di</strong> aver tentato <strong>di</strong> promuovere un accordo provvisorio tra il Cln e il Mis<br />

per risolvere il problema siciliano.<br />

2. Ha poi aggiunto che la crisi politica ed economica potrebbe essere gestita dai leader del<br />

popolo: quest’ultimo, però, appoggia soprattutto il separatismo, non i partiti del Cln.<br />

3. Per raggiungere tale obiettivo, ne<strong>gli</strong> ultimi cinque giorni e<strong>gli</strong> ha sostenuto varie <strong>di</strong>scussioni<br />

con <strong>gli</strong> esponenti del Cln e con <strong>gli</strong> "amici" (con questo termine vengono definiti i membri<br />

dell’antica e cavalleresca mafia, che è prevalentemente separatista).<br />

4. Castellano non ha ammesso <strong>di</strong> aver fallito nel tentativo <strong>di</strong> raggiungere un pieno accordo. Vi<br />

sarà quin<strong>di</strong> una tavola rotonda con appena una quarantina <strong>di</strong> leader (non solo del Cln). E<strong>gli</strong><br />

comunque spera <strong>di</strong> poter presto organizzare un incontro allargato ad altre forze.<br />

5. E<strong>gli</strong> punta a sce<strong>gli</strong>ere un portavoce (non necessariamente un separatista) capace <strong>di</strong><br />

rappresentare le idee dei siciliani. Questi dovrebbe poi recarsi da Bonomi per perorare la causa<br />

delle masse siciliane in forma <strong>di</strong> ultimatum.<br />

6. Ma potrebbe essere già troppo tar<strong>di</strong>, giacchè le rivolte sono in atto. Con l’intervento attivo dei<br />

leader dei partiti e dei capipopolo si potrebbe guadagnare un po’ <strong>di</strong> tempo ed evitare una<br />

situazione del tutto simile a quella greca.<br />

7. Il generale è convinto che i siciliani abbiano una caratteristica particolare: seguono un leader,<br />

non un partito politico. Chiamando a raccolta i leader nel modo più opportuno, i siciliani<br />

finiranno per calmarsi e non si abbandoneranno a violenze.<br />

8. Il generale ha aspramente criticato il modo in cui il governo italiano ha gestito la chiamata alle<br />

armi, causa della rivolta avvenuta ne<strong>gli</strong> ultimi quin<strong>di</strong>ci giorni.<br />

9. Ha messo in evidenza l’errore commesso dal governo italiano, che ha <strong>di</strong>vulgato la notizia nel<br />

bel mezzo delle feste natalizie, con il fatale risultato che conosciamo.<br />

10. Se invece il governo avesse fatto uso <strong>di</strong> una propaganda efficace, ossia trattando i siciliani in<br />

maniera fraterna e affettuosa, non vi è dubbio che la reazione sarebbe stata <strong>di</strong>versa.<br />

11. A proposito della rivolte, e<strong>gli</strong> ha ammesso che le cause vanno ricercate nella miseria<br />

economica e nella propaganda politica fomentata dai separatisti, dai fascisti e dai socialcomunisti.<br />

Ed è proprio la chiamata alle armi la scintilla che ha dato fuoco alle polveri.<br />

85


12. Incapaci <strong>di</strong> gestire la situazione, l’esercito e la polizia non possono sperare <strong>di</strong> controllare le<br />

sommosse con la forza. Le masse, infatti, sono dotate <strong>di</strong> bombe a mano (che possono essere<br />

acquistare a venti lire) e <strong>di</strong> armi automatiche abbandonate durante la campagna <strong>di</strong> Sicilia.<br />

13. Occorre quin<strong>di</strong> molta <strong>di</strong>plomazia. Se si riesce a guadagnare un po’ <strong>di</strong> tempo, si può arrivare<br />

ad un accordo tra i leader e le masse (al momento, queste non hanno un rappresentante ufficiale).<br />

Sarà così possibile evitare una rivolta generalizzata.<br />

14. Castellano ha rivelato che il piano è stato <strong>di</strong>scusso con Bonomi a Roma, due settimane fa. Il<br />

capo del governo si è detto pronto a ricevere un rappresentante del popolo siciliano.<br />

15. Castellano è convinto che il governo sia stato mal informato sul problema siciliano, rivelando<br />

che è stata presa in considerazione la possibilità <strong>di</strong> rimuovere dal suo incarico Salvatore Al<strong>di</strong>sio,<br />

l’alto commissario per la Sicilia. Il generale ha comunque suggerito a Bonomi che Al<strong>di</strong>sio<br />

rimanga al suo posto. Per il momento, infatti, la situazione non cambierà.<br />

16. Nel corso della conversazione a senso unico svoltasi con il funzionario del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Stato, Castellano si è augurato che Nester trasmetta le suddette informazioni all’ambasciatore<br />

Kirk e al governo americano.<br />

17. Nester ha ascoltato con interesse, facendo ogni tanto dei commenti o ponendo dei quesiti.<br />

Commenti:<br />

Ne<strong>gli</strong> ultimi due giorni, la mafia ha organizzato una serie <strong>di</strong> incontri segreti a Palermo, e in tre<br />

occasioni ha consultato Castellano sull’accordo che dovrebbe portare ad una tavola rotonda.<br />

Fonti mafiose hanno rivelato che il già citato 40 per cento mancante si riferisce a Finocchiaro<br />

Aprile, presidente del Mis, che si rifiuta <strong>di</strong> aprire una trattativa con i delegati del governo italiano<br />

(tra questi, i membri del Cln).<br />

L’accordo è stato pienamente accolto da Alessandro Tasca, leader separatista mafioso, ma<br />

rifiutato da Lucio Tasca, suo fratello ed ex sindaco <strong>di</strong> Palermo, che considera "impossibile" la<br />

realizzazione <strong>di</strong> un simile piano. Finocchiaro Aprile afferma: "Sono pronto ad aprire una<br />

<strong>di</strong>scussione con il governo alleato (e non con il governo italiano) su ogni questione. Non ripongo<br />

alcuna fiducia nel governo <strong>di</strong> Roma. Di conseguenza, non posso stringere alcun accordo a nome<br />

del movimento che rappresento."<br />

E’ questo il probabile motivo che ha portato Castellano a <strong>di</strong>scutere il piano con il console<br />

americano. Il generale spera almeno in un supporto morale per sorpassare Finocchiaro Aprile ed<br />

organizzare la tavola rotonda. Ma il console americano non ha offerto rassicurazioni o espresso<br />

commenti in materia.<br />

Sono in corso negoziati tra i capimafia e <strong>gli</strong> esponenti del Cln: tra questi, Girolamo Li Causi<br />

(Pci) e l’alto commissario Al<strong>di</strong>sio (Dc). Le trattative vengono coor<strong>di</strong>nate dal dott. Calogero<br />

Volpe, abile portavoce della mafia e sorta <strong>di</strong> ambasciatore dei separatisti mafiosi. Questi non si<br />

considerano seguaci <strong>di</strong> Finocchiaro Aprile, anche se molti appartengono al comitato nazionale<br />

per l’in<strong>di</strong>pendenza siciliana, mentre altri sono iscritti alla Dc.<br />

Volpe e Vizzini sono federalisti convinti e prevedono che al momento opportuno Finocchiaro<br />

Aprile cambierà idea, finendo per allinearsi alle <strong>di</strong>rettive della vecchia mafia.<br />

86


Occorre evidenziare che il generale Castellano è riuscito a convincere Alessandro Tasca, il<br />

cavalier Vizzini e il dott. Volpe (il rappresentante della vecchia mafia in tutta l’isola). E<strong>gli</strong> conta<br />

ora sulla promessa del loro appoggio per realizzare il suo piano.<br />

Castellano è fermamente convinto che il sistema della vecchia e rispettata mafia, un tempo<br />

vigente in Sicilia, dovrebbe tornare in scena per domare il ban<strong>di</strong>tismo e l’anarchia, elementi<br />

ormai fuori dal controllo dell’esercito e della polizia.<br />

Castellano non è da considerarsi come il can<strong>di</strong>dato della suddetta missione presso il governo<br />

italiano. Tuttavia, da convinto e onesto siciliano, il generale cerca <strong>di</strong> promuovere "ogni beneficio<br />

per l’isola" e, al contempo, <strong>di</strong> "garantire <strong>gli</strong> Alleati, che già combattono una guerra al fronte, <strong>di</strong><br />

non trovarsi a sostenere un nuovo conflitto in Sicilia."<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Colloquio con Vittorio Emanuele Orlando<br />

Data: 25 gennaio 1945<br />

Nota: il rapporto è basato su un colloquio intercorso tra Orlando e la fonte in<strong>di</strong>cata.<br />

Se il governo italiano e l’alto commissario per la Sicilia riuscissero a comprendere la tragica<br />

situazione in cui versa l’isola, prenderebbero imme<strong>di</strong>ate ed energiche misure per salvarla.<br />

Di ritorno a Roma, Orlando affronterà la questione con Bonomi, informandolo detta<strong>gli</strong>atamente<br />

sulle con<strong>di</strong>zioni e le necessità della Sicilia.<br />

Al contempo, e<strong>gli</strong> proporrà a Bonomi <strong>di</strong> indagare sull’operato dell’alto commissario Al<strong>di</strong>sio,<br />

affinché si provveda alla sua sostituzione nel caso le con<strong>di</strong>zioni generali dell’isola continuassero<br />

ad aggravarsi.<br />

Nel chiedere al governo <strong>di</strong> attuare misure preventive per evitare una rivolta siciliana<br />

generalizzata, Orlando consi<strong>gli</strong>erà <strong>di</strong>:<br />

valutare lo stato della pubblica sicurezza, con l’obiettivo <strong>di</strong> trasferire i funzionari e <strong>gli</strong> agenti <strong>di</strong><br />

dubbia onestà;<br />

aumentarne il personale;<br />

dotare le unità <strong>di</strong> polizia <strong>di</strong> veicoli, armi e munizioni per consentire la cattura <strong>di</strong> tutte le bande<br />

organizzate, che impe<strong>di</strong>scono ai proprietari terrieri <strong>di</strong> risiedere nelle loro terre (se il ban<strong>di</strong>tismo<br />

non verrà totalmente annichilato prima del raccolto, <strong>gli</strong> agricoltori non potranno mietere il<br />

grano);<br />

87


mi<strong>gli</strong>orare le con<strong>di</strong>zioni economiche de<strong>gli</strong> agenti <strong>di</strong> pubblica sicurezza e assegnare indennità alle<br />

loro fami<strong>gli</strong>e, in modo da non siano costretti a ricorrere ad azioni illecite;<br />

fare pressioni sull’alto commissario per nominare un consi<strong>gli</strong>o regionale basato sulla lista dei<br />

can<strong>di</strong>dati già presentata dai vari partiti.<br />

I Savoia riusciranno a salvarsi grazie al sostegno dei britannici. Ma, al momento, nulla si sa dei<br />

meto<strong>di</strong> che verranno utilizzati per raggiungere tale obiettivo.<br />

Malgrado abbia parlato a lungo con Finocchiaro Aprile, Orlando non è riuscito a convincerlo a<br />

rinunciare alla politica separatista in nome del bene comune. Sebbene lo smacco lo abbia<br />

alquanto abbattuto, Orlando continua a pensare che il leader separatista cambierà presto idea.<br />

Orlando ha promesso a Finocchiaro Aprile la completa autonomia amministrativa, la creazione<br />

<strong>di</strong> un parlamento siciliano, la costituzione <strong>di</strong> una corte d’appello regionale con sede a Palermo, la<br />

formazione <strong>di</strong> una forza regionale <strong>di</strong> pubblica sicurezza e le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> Al<strong>di</strong>sio dall’incarico <strong>di</strong><br />

alto commissario per la Sicilia.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: il separatismo siciliano ATTENZIONE NON TOGLIERE LA NOTA IN CASO DI<br />

AGGIUNTA DEL DOCUMENTO DIGITATO.<br />

Fonte: JK23<br />

Data: 6 marzo 1945<br />

.<br />

(testo in italiano)<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: L’alta mafia combatte il crimine<br />

Fonti: Mourner e Bullfrog<br />

Data: 5 aprile 1945<br />

88


Fino ai primi <strong>di</strong> marzo sono stati registrati un forte deterioramento della sicurezza pubblica e un<br />

aumento della criminalità. Bande armate hanno sparso il terrore nelle campagne e sulle principali<br />

vie <strong>di</strong> comunicazioni.<br />

Di conseguenza, sono stati sospesi i collegamenti tra le città e il trasporto delle merci, con gravi<br />

conseguenze per il commercio e i consumatori.<br />

Per mancanza <strong>di</strong> mezzi, le forze dell’or<strong>di</strong>ne si sono <strong>di</strong>mostrate impotenti ad affrontare la<br />

situazione. Si sono registrati <strong>di</strong>versi conflitti a fuoco tra criminali e agenti <strong>di</strong> polizia. Ma le forze<br />

dell’or<strong>di</strong>ne hanno iniziato ad evitare <strong>gli</strong> scontri a causa delle uccisioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi poliziotti I<br />

fuorilegge sono incoraggiati dalla facilità con cui carabinieri e poliziotti si fanno <strong>di</strong>sarmare.<br />

All’inizio <strong>di</strong> marzo, a Palermo, l’alta mafia ha quin<strong>di</strong> organizzato una serie <strong>di</strong> incontri segreti per<br />

porre fine all’ ondata criminale.<br />

Riportiamo <strong>di</strong> seguito i risultati della campagna anticrimine voluta dalla mafia:<br />

Il 5 marzo una banda <strong>di</strong> 8 uomini è stata completamente annientata: i loro cadaveri sono stati<br />

rinvenuti presso la contrada Fiume Salina Nera (Mussomeli), nelle terre <strong>di</strong> Cannitello. Sono stati<br />

crivellati <strong>di</strong> colpi, strangolati e bruciati.<br />

Il 9 marzo il latitante Ignazio Giammanco è stato ucciso nella zona <strong>di</strong> Monte Gallo, presso<br />

Palermo.<br />

Il 6 marzo Giovanni Casarino e Arturo Co<strong>gli</strong>tore sono stati assassinati a San <strong>Giuseppe</strong> Jato.<br />

Il 12 marzo Biagio Bucaro è stato ucciso ad Altavilla Milicia.<br />

Il 12 marzo il cadavere <strong>di</strong> Calogero Prizzi, latitante e membro della banda Mangione, è stato<br />

rinvenuto a Serra<strong>di</strong>falco (Caltanissetta). Il suo corpo è stato bruciato e risulta poco riconoscibile.<br />

Si suppone che abbia preso parte ai rapimenti <strong>di</strong> Arcangelo Cammarata e <strong>di</strong> Francesco Ba<strong>gli</strong>o.<br />

Il 12 marzo <strong>Giuseppe</strong> Renda è stato assassinato a Salemi (Trapani).<br />

Il 22 marzo Vincenzo Dioguar<strong>di</strong>, Carmelo Leta ed un terzo elemento (non identificato) sono stati<br />

eliminati. Avevano attaccato il pullman che collega Montemaggiore a Termini.<br />

Il 22 marzo Niccolò Sciacca è stato ucciso a Petrosino (Trapani).<br />

Il 24 marzo un certo Monachello è stato assassinato sulla strada <strong>di</strong> Bresciano Cappella de<strong>gli</strong><br />

Angeli (Castelvetrano, Trapani).<br />

Il 27 marzo Giovanni Vitali è stato trovato morto a Raffadale (Agrigento).<br />

Il 27 marzo Paolo Rotolo, uno dei tre capibanda attivi nelle zone <strong>di</strong> Campobello Di Licata, Naro<br />

e Palma <strong>di</strong> Montechiaro, è stato ucciso a Campobello (Agrigento).<br />

Il 20 marzo Antonino La Sala è stato eliminato a Montevago (Agrigento).<br />

Calogero Vizzini, il capo dell’alta mafia siciliana, sembra aver pronunciato le seguenti parole:<br />

"Ora basta! La Sicilia desidera tranquillità nelle campagne e sulle strade. Alcuni elementi sono<br />

89


già stati eliminati, ma un centinaio devono ancora cadere. Il fascismo ha <strong>di</strong>ffamato la Sicilia con<br />

le leggi speciali <strong>di</strong> pubblica sicurezza. Eravamo considerati una colonia penale. Il prefetto Mori e<br />

i suoi agenti sono i responsabili del degrado morale, economico e politico della Sicilia. Ma, al<br />

giorno d’oggi, <strong>gli</strong> americani devono poter giu<strong>di</strong>care l’isola come un gioiello del Me<strong>di</strong>terraneo."<br />

La Pubblica Sicurezza e i Carabinieri sono apertamente favorevoli all’improvviso interesse<br />

dell’alta mafia, per il rispetto della legge e dell’or<strong>di</strong>ne ed evitano volutamente <strong>di</strong> indagare sulle<br />

uccisioni dei suddetti latitanti.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: I leader dell’alta mafia concordano nel rivedere il movimento separatista.<br />

Fonti: Sicana e Bullfrog.<br />

Data: 9 aprile 1945<br />

Nel corso <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> recenti <strong>di</strong>scussioni a Palermo, <strong>gli</strong> esponenti dell’alta mafia siciliana<br />

hanno concordato nel trasformare il movimento separatista in una formazione politica favorevole<br />

all’instaurazione <strong>di</strong> una repubblica federale italiana.<br />

Le <strong>di</strong>scussioni sono state moderate da Don Calogero Vizzini. Erano presenti anche altri<br />

esponenti dell’alta mafia: Francesco Montalbano, Peppino Cotone, Alessandro Tasca e Vincenzo<br />

Palermo.<br />

Con una chiara minaccia <strong>di</strong> "liquidazione", i capimafia hanno costretto Finocchiaro Aprile a<br />

mo<strong>di</strong>ficare l’intero programma del movimento; questi si è poi consultato con Orlando sulla<br />

questione <strong>di</strong> una repubblica siciliana all’interno <strong>di</strong> una federazione italiana.<br />

Dopo aver concordato nell’appoggiare Orlando come capo del movimento repubblicano italiano<br />

in Sicilia, i capimafia hanno deciso che l’uomo politico debba assumere una posizione<br />

antimonarchica.<br />

In precedenza, Vizzini aveva ottenuto che Al<strong>di</strong>sio non ostacolasse le negoziazioni della mafia.<br />

Commento:<br />

Vizzini è entrato un anno fa nel Comitato per l’In<strong>di</strong>pendenza Siciliana, con l’obiettivo <strong>di</strong> guidare<br />

il movimento verso un programma repubblicano basato sul sistema <strong>di</strong> governo de<strong>gli</strong> Stati Uniti<br />

d’America.<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: To<strong>gli</strong>atti cancella la visita del Primo Maggio in Sicilia per evitare possibili <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni<br />

pubblici.<br />

Data: 25 aprile 1945<br />

90


Nota: il rapporto è basato sulle alcune <strong>di</strong>chiarazioni rese da Montalbano, il leader comunista<br />

siciliano tornato recentemente da Roma.<br />

Il Pci intendeva organizzare una <strong>di</strong>mostrazione a Palermo in occasione del Primo Maggio, alla<br />

quale avrebbe dovuto partecipare lo stesso To<strong>gli</strong>atti. Ma <strong>gli</strong> attacchi alle basi separatiste hanno<br />

sollevato forti preoccupazioni tra le autorità governative e militari, sia in Sicilia che a Roma. Al<br />

leader comunista è stato quin<strong>di</strong> chiesto <strong>di</strong> cancellare la visita siciliana, dal momento che la sua<br />

presenza avrebbe potuto provocare atti <strong>di</strong> violenza più seri. To<strong>gli</strong>atti ha accolto il suggerimento<br />

del governo, giacchè il Pci non intende assumersi alcuna responsabilità per lo scatenamento <strong>di</strong><br />

eventuali <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni.<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto.<br />

Destinatario: Collonello D. Young<br />

Mittente: capitano James J. Angleton, unità Z per il controspionaggio.<br />

Oggetto: Li Causi Girolamo, <strong>di</strong> Salvatore.<br />

Data: 29 ottobre 1945<br />

Dai nostri archivi non risulta che il soggetto sia mai stato utilizzato da questo ufficio come<br />

informatore.<br />

Class.: confidenziale.<br />

Oggetto: Attività del ban<strong>di</strong>to Giuliano in Sicilia.<br />

Fonti: informatori, vice questore dell’interpol italiano e articoli <strong>di</strong> giornale.<br />

Data: 24 giugno 1947<br />

In seguito ai successi alleati in Sicilia, si è sviluppata in tutta l’isola la propaganda comunista tra<br />

i braccianti agricoli.<br />

Sebbene non abbia attecchito per circa due anni, i suoi effetti hanno iniziato a farsi sentire con le<br />

prime misure governative per la riforma agraria.<br />

Tra<strong>di</strong>zionalmente, l’isola è sempre stata <strong>di</strong> forti tra<strong>di</strong>zioni monarchiche. Ciò ha reso <strong>di</strong>fficile<br />

l’opera delle unità <strong>di</strong> agit-prop <strong>di</strong>slocate a Trapani, Caltanissetta, Agrigento, Catania, Messina,<br />

Palermo e Siracusa.<br />

91


I ricchi proprietari terrieri hanno quin<strong>di</strong> reagito violentemente alla propaganda comunista per la<br />

<strong>di</strong>stribuzione delle terre. Sono stati registrati spora<strong>di</strong>ci atti <strong>di</strong> violenza nel momento in cui le lotte<br />

sono venute allo scoperto. I nostri precedenti rapporti sull’attività comunista in Sicilia mettono in<br />

evidenza l’efficacia dei meto<strong>di</strong> politici - <strong>di</strong>retti, semplici e potenti - messi in atto da<strong>gli</strong> agit-prop.<br />

Mascherandosi da crociati per la riforma agraria, i comunisti hanno quin<strong>di</strong> fatto breccia in questa<br />

roccaforte monarchica. Le recenti elezioni regionali testimoniano in maniera inequivocabile la<br />

crescente forza delle sinistre in Sicilia.<br />

La paura <strong>di</strong> perdere i loro privilegi per colpa dei comunisti ha quin<strong>di</strong> spinto i proprietari terrieri a<br />

pagare in cambio <strong>di</strong> "protezioni". Bande <strong>di</strong> fuorilegge hanno iniziato ad eseguire <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni dei<br />

loro clienti con l’obiettivo <strong>di</strong> scoraggiare le riforme per la <strong>di</strong>stribuzione della terra. Tolta ogni<br />

connotazione politica, il conflitto è <strong>di</strong> fatto uno scontro tra chi ha tutto e chi non ha niente.<br />

L’organizzazione terroristica mafiosa, nota come "banda Giuliano", è stata accusata in maniera<br />

più o meno fondata <strong>di</strong> aver commesso numerosi crimini accaduti in Sicilia. Secondo tutti i<br />

rapporti, tra le ore 22.00 del 22 giugno e le prime ore del 23 la banda ha messo in atto la sua<br />

autonoma strategia anticomunista attaccando con armi da fuoco e botti<strong>gli</strong>e molotov numerose<br />

se<strong>di</strong> comuniste nella provincia <strong>di</strong> Palermo. I comuni che hanno sofferto <strong>gli</strong> attacchi sono Carini,<br />

Partinico, Cinisi, San <strong>Giuseppe</strong> Jato, Borgetto, Monreale e Montelepre. Sventa<strong>gli</strong>ate <strong>di</strong> mitra e<br />

botti<strong>gli</strong>e molotov hanno colpito le suddette se<strong>di</strong> comuniste, provocando lutti e danni materiali.<br />

Le forti proteste sorte tra i militanti <strong>di</strong> sinistra non sono state placate dalle promesse del<br />

presidente della Regione Siciliana Alessi (Dc) per una forte ed imme<strong>di</strong>ata azione contro il<br />

ban<strong>di</strong>tismo isolano.<br />

Nel corso <strong>di</strong> una riunione convocata dal ministro dell’interno Scelba, a cui hanno preso parte il<br />

capo della polizia Ferrari, il generale dei carabinieri Branca, il sottosegretario alla guerra<br />

Chatrian e il capo del governo De Gasperi, si è deciso <strong>di</strong> creare una forza <strong>di</strong> polizia politica più<br />

efficace e <strong>di</strong> inviare a Palermo il capo della polizia Ferrari, il questore <strong>di</strong> Napoli Co<strong>gli</strong>tore (per<br />

assumere l’incarico <strong>di</strong> ispettore generale <strong>di</strong> pubblica sicurezza in Sicilia) e il generale dei<br />

carabinieri Branca. Il loro obiettivo è quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la situazione siciliana per iniziare<br />

un’azione su larga scala contro le attività criminali.<br />

La stampa <strong>di</strong> sinistra approfitta al massimo della situazione: si sca<strong>gli</strong>a infatti contro le<br />

"insufficienti azioni governative" e chiede l’imme<strong>di</strong>ata attuazione della riforma agraria. In<br />

seguito ad accurate indagini, la polizia ha redatto un rapporto sull’incidente del Primo Maggio a<br />

Portella della Ginestra (in provincia <strong>di</strong> Palermo, Sicilia). La relazione ha rivelato che la banda<br />

Giuliano è implicata nell’attacco contro la manifestazione dei lavoratori. Tuttavia, i deputati<br />

comunisti Colajanni e Scoccimarro hanno negato che tale azione criminale sia un atto <strong>di</strong><br />

ban<strong>di</strong>tismo, in<strong>di</strong>viduandone i responsabili nella Destra reazionaria. Scoccimarro ha poi accusato<br />

il capo del governo De Gasperi <strong>di</strong> piegarsi <strong>di</strong>nanzi a tali elementi, aggiungendo che i comunisti si<br />

sono contenuti troppo a lungo <strong>di</strong>nanzi a que<strong>gli</strong> avversari che utilizzano sistematicamente la<br />

violenza fisica. Tali <strong>di</strong>chiarazioni sono state applau<strong>di</strong>te con entusiasmo dai deputati dell’estrema<br />

sinistra durante i lavori dell’assemblea costituente. Viene così sfruttata al massimo l’occasione <strong>di</strong><br />

criticare il presidente De Gasperi e <strong>di</strong> minare l’autorità del nuovo governo (costituito poche<br />

settimane prima, il 31 maggio 1947, ndr.).<br />

L’atteggiamento politico della sinistra e le possibili <strong>di</strong>missioni del presidente della repubblica De<br />

Nicola, possono provocare una nuova crisi e la caduta del governo De Gasperi. Lo spettro del<br />

neofascismo, fa la sua inopportuna comparsa sullo scenario politico italiano e consente alla<br />

propaganda comunista <strong>di</strong> gettare <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to sul governo De Gasperi, <strong>di</strong>chiarandolo responsabile<br />

92


per la rinascita neofascista in Italia e incapace <strong>di</strong> eliminarne i seguaci. Ma tali accuse sembrano<br />

ri<strong>di</strong>cole, dal momento che le antiche roccaforti fasciste sono ora <strong>di</strong>ventate avamposti comunisti.<br />

Dopo il ritorno a Roma del capo della polizia Ferrari, il sottoscritto sarà in grado <strong>di</strong> ottenere<br />

ulteriori informazioni e <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere un rapporto definitivo sul tema.<br />

George C. Zappalà,<br />

agente speciale per il controspionaggio<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: promemoria su Lucky Luciano.<br />

Data: 27 agosto 1947.<br />

Lucky Luciano, me<strong>gli</strong>o identificato per Lucania Salvatore, giunse in Palermo, in traduzione,<br />

proveniente da Genova, il 2 gennaio u.s..<br />

Il 15 detto mese essendo stato prosciolto dal provve<strong>di</strong>mento per l’assegnazione al confino <strong>di</strong><br />

polizia, veniva rimesso in libertà previa <strong>di</strong>ffida a norma dell’articolo 160 della legge <strong>di</strong> P.S., data<br />

sotto la quale prese alloggio all’Albergo " Excelsior" ed il 30 maggio stesso mese, passò<br />

all’Albergo " Delle Palme".<br />

Il 22 giugno successivo lasciò Palermo asserendo che si recava a Capri dove avrebbe preso<br />

alloggio al "Trocadero".<br />

Durante la sua <strong>di</strong>mora in Palermo, non risulta abbia svolto attività <strong>di</strong> sorta.<br />

Per orientamento si comunica che il 4 lu<strong>gli</strong>o 1947, proveniente da New York giunse in Palermo<br />

la sud<strong>di</strong>ta americana Inciarda Jole <strong>di</strong> Clemente e <strong>di</strong> D’Agostino Ignazia, nata a Palermo il<br />

3/4/1907, domiciliata a New York, mo<strong>di</strong>sta, munita <strong>di</strong> passaporto n. 60179 rilasciato dal<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Stato a Wasshington, la quale ripartì per Capri, albergo " Trocadero" allo scopo<br />

<strong>di</strong> incontrarsi col Lucania, del quale asserì <strong>di</strong> essere l’amante.<br />

CAPITOLO III<br />

93


I PARTITI POLITICI E LA LOTTA AL COMUNISMO<br />

Class.: confidenziale.<br />

Oggetto: To<strong>gli</strong>atti e il Vaticano stabiliscono un primo contatto <strong>di</strong>retto<br />

Fonte: Z<br />

Data: 13 lu<strong>gli</strong>o 1944.<br />

Il 10 lu<strong>gli</strong>o, nella casa <strong>di</strong> un ministro democristiano, il segretario <strong>di</strong> stato vaticano provvisorio,<br />

monsignor Giovanni Battista Montini, si è incontrato con Palmiro To<strong>gli</strong>atti, ministro comunista<br />

senza portafo<strong>gli</strong>o nel governo Bonomi. Nel corso della conversazione sono state analizzate le<br />

intese raggiunte tra la Dc e il Pci.<br />

Fin dal suo arrivo in Italia, To<strong>gli</strong>atti si è spesso incontrato privatamente con personalità <strong>di</strong> spicco<br />

della Dc. Tali contatti hanno costituito la premessa politica del <strong>di</strong>scorso pronunciato da To<strong>gli</strong>atti<br />

domenica 9 lu<strong>gli</strong>o al teatro Brancaccio e spiegano la calda acco<strong>gli</strong>enza riservata al comizio da<br />

parte della stampa cattolica.<br />

Per intercessione <strong>di</strong> alcuni leader della Dc, To<strong>gli</strong>atti ha così potuto trasmettere al Vaticano le sue<br />

impressioni sulle opinioni <strong>di</strong> Stalin a proposito della libertà <strong>di</strong> religione (accolta ora dal<br />

comunismo) e del carattere democratico dell’intesa raggiunta tra la Russia e le nazioni alleate.<br />

Da parte sua, la Santa Sede ha stabilito un contatto con To<strong>gli</strong>atti attraverso <strong>gli</strong> stessi canali, ed ha<br />

espresso le sue opinioni sui futuri accor<strong>di</strong> con la Russia sovietica in rapporto al comunismo in<br />

Italia e in altre nazioni.<br />

Si è trattato del primo contatto <strong>di</strong>retto tra un alto prelato vaticano ed un leader comunista. Dopo<br />

aver esaminato la situazione, Montini e To<strong>gli</strong>atti si sono trovati d’accordo sulla concreta<br />

possibilità <strong>di</strong> promuovere un’alleanza contingente tra i cattolici ed i comunisti in Italia, fatto che<br />

permetterebbe alla Dc, al Psi e al Pci <strong>di</strong> raggiungere la maggioranza assoluta e,<br />

conseguentemente, <strong>di</strong> dominare il quadro politico.<br />

E’ stato quin<strong>di</strong> abbozzato un possibile piano <strong>di</strong> compromesso tra la Dc, il Psi e il Pci. Per gran<strong>di</strong><br />

linee, Montini e To<strong>gli</strong>atti hanno anche stilato un programma <strong>di</strong> base per arrivare ad un’effettiva<br />

intesa tra la Santa Sede e la Russia.<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: Rapporto dal Vaticano sul movimento cattolico-comunista.<br />

Data: 27 agosto 1944<br />

94


Il Papa ha impartito precise istruzioni a monsignor Montini sull’atteggiamento che la Santa Sede<br />

dovrà osservare in rapporto al ruolo dei comunisti nella politica interna italiana. Gli ha inoltre<br />

illustrato le <strong>di</strong>rettive politiche a cui le autorità ecclesiastiche si dovranno attenere.<br />

Il Papa è arrivato alla conclusione che il nuovo movimento dei cattolici comunisti non può che<br />

creare confusione tra i fedeli nell’ambito della dottrina cattolica. L’ortodossia cristiana ne<br />

verrebbe danneggiata. Dal punto <strong>di</strong> vista tattico non sembra esservi alcuna necessità <strong>di</strong> tale<br />

movimento, dal momento che il compromesso tra la Dc e il Pci regola già i rapporti tra i cattolici<br />

ed i comunisti in Italia. Per evitare ulteriori confusioni, il Papa ha quin<strong>di</strong> chiesto al padre<br />

domenicano Mariano Codovani, maestro del palazzo apostolico, <strong>di</strong> scrivere per "L’Osservatore<br />

Romano" un articolo dottrinario semiufficiale sul tema dei cattolici comunisti, mettendo in<br />

risalto che un buon cattolico non può essere, al contempo, un comunista. L’articolo è apparso<br />

domenica 23 lu<strong>gli</strong>o.<br />

Il giorno stesso, nel <strong>di</strong>scorso pronunciato per celebrare il settantacinquesimo anniversario del<br />

"Circolo <strong>di</strong> San Pietro", il Papa è ritornato con forza sull’argomento. "Lo Spirito Santo vi<br />

preserverà dal cadere in errore, così frequente nei tempi attuali" - ha detto - "Con dolore,<br />

dobbiamo constatare che, sebbene continuino a definirsi cattolici, molti nostri fratelli<br />

<strong>di</strong>menticano <strong>gli</strong> insegnamenti più importanti della Chiesa."<br />

Il Papa ha in<strong>di</strong>cato a monsignor Montini le fondamentali linee <strong>di</strong> condotta su tale argomento. Il<br />

movimento italiano dei cattolici comunisti dovrà essere abbandonato a se stesso e non verrà<br />

riconosciuto dalla Chiesa. Il clero, inoltre, dovrà convincere i fedeli che hanno aderito a tale<br />

movimento a iscriversi alla Dc.<br />

Il Papa è al corrente che lo stesso Pci si è convinto dell’inutilità del movimento dei cattolici<br />

comunisti. In pratica, <strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> raggiunti dal leader comunista To<strong>gli</strong>atti e da quello<br />

democristiano, De Gasperi, vengono ritenuti da Pci sufficienti a chiarire la posizione comunista<br />

sulla questione della libertà <strong>di</strong> religione. Questa è anche l’impressione che si trae dal <strong>di</strong>scorso<br />

pronunciato da De Gasperi il 23 lu<strong>gli</strong>o, che conferma l’alleanza tra cattolici e comunisti "sulla<br />

base dell’attuale politica sociale italiana."<br />

In ambienti vaticani si ritiene che, d’ora in poi, la politica della Santa Sede <strong>di</strong>penderà<br />

dall’atteggiamento che i cattolici comunisti assumeranno nei confronti delle decisioni papali.<br />

Class.: confidenziale.<br />

Oggetto: Colloquio con il sottosegretario Mattarella<br />

Fonte: Z (Palermo)<br />

Data: 7 settembre 1944<br />

95


Bernardo Mattarella, sottosegretario del ministero della pubblica istruzione, è stato contattato a<br />

Palermo l’8 agosto per <strong>di</strong>scutere le politiche governative sulla pubblica istruzione e le strategie<br />

della Dc nell’ambito della politica nazionale.<br />

Occorre rilevare che l’attuale ministro della pubblica istruzione, Guido De Ruggiero, è un<br />

membro del Partito d’Azione e un importante leader del liberalismo intellettuale e politico.<br />

Il sottosegretario Mattarella è un esponente della Dc siciliana. E’ un avvocato ma non possiede<br />

una formazione culturale eccezionale. Con ogni probabilità, e<strong>gli</strong> <strong>di</strong>venterà un docile strumento<br />

nelle mani del Vaticano per re<strong>di</strong>gere un programma educativo sotto il vigile controllo<br />

ecclesiastico.<br />

Non è stata ancora introdotta una riforma scolastica <strong>di</strong> ampio respiro a causa della natura<br />

provvisoria dell’attuale governo.<br />

Si progetta la soppressione <strong>di</strong> numerose facoltà universitarie <strong>di</strong> scienze politiche e sociali. Sono<br />

centri <strong>di</strong> propaganda fascista e che loro struttura non collima con l’attuale sistema educativo<br />

dell’Italia democratica. E’ stata quin<strong>di</strong> suggerita la loro abolizione, con l’eccezione della facoltà<br />

<strong>di</strong> scienze politiche e sociali <strong>di</strong> Roma.<br />

Interpellato sull’argomento, Mattarella ha sostenuto <strong>di</strong> essere favorevole ad un ra<strong>di</strong>cale<br />

cambiamento del corpo insegnante. Come Di Ruggiero, e<strong>gli</strong> non pre<strong>di</strong>ca nessuna forma <strong>di</strong><br />

cancellazione. Le facoltà create dal fascismo possono essere trasformate in centri per la<br />

formazione democratica dell’Italia.<br />

A Mattarella è stata poi chiesta un’opinione sulle conclusioni del congresso della Dc, tenutosi a<br />

Napoli il 29 e il 30 lu<strong>gli</strong>o scorsi. Il partito ha accolto il recente messaggio <strong>di</strong> Luigi Sturzo come<br />

una prova della sua attività per l’imme<strong>di</strong>ato raggiungimento <strong>di</strong> un armistizio. Mattarella ha<br />

inoltre confermato che il partito sarà guidato da due principi guida:<br />

la rinascita politica dell’Italia deve essere basata su principi spirituali. Il problema della<br />

ricostruzione è <strong>di</strong> natura morale: una rinascita materiale non sarebbe sufficiente (è un velato<br />

attacco alla dottrina e all’organizzazione comuniste, basate esclusivamente sull’approccio<br />

materiale ed economico delle questioni).<br />

La Dc considera la libertà un requisito in<strong>di</strong>spensabile per il futuro dell’Italia e non tollererà che<br />

"il destino della nazione venga deciso da gruppi plutocratici o da organizzazioni giacobine e<br />

squadre d’azione rivoluzionarie nelle pubbliche piazze (è un nuovo attacco ai partiti della<br />

Sinistra, un avvertimento sul fatto che la Dc desidera cooperare alla realizzazione <strong>di</strong> un piano per<br />

l’or<strong>di</strong>ne e la <strong>di</strong>sciplina, ma non tramite i meto<strong>di</strong> rivoluzionari dell’azione <strong>di</strong>retta).<br />

La Dc è senza dubbio un partito conservatore, sebbene sia favorevole ad alcune coraggiose<br />

forme <strong>di</strong> riforma agraria secondo le <strong>di</strong>rettive tracciate da Sturzo. Il partito continua ad avere un<br />

atteggiamento <strong>di</strong> cautela e <strong>di</strong> semicollaborazione nei confronti del Pci.<br />

Si ritiene che l’inizio della ricostruzione italiana provocherà lo scatenamento <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong><br />

contrasti sociali e politici.<br />

Oss (Palermo)<br />

96


Class.: segreto<br />

Oggetto: corrispondenza privata. Significative affermazioni sull’attuale situazione politica<br />

italiana contenute nella lettera inviata da un leader del partito cattolico a Don Sturzo ne<strong>gli</strong> Stati<br />

Uniti.<br />

Data del rapporto: 26 novembre 1944<br />

12 novembre 1944<br />

Caro Sturzo,<br />

ho avuto la Sua lettera dell’11 ottobre e sono <strong>di</strong>spiaciuto <strong>di</strong> apprendere che Lei non riceve nostre<br />

notizie. Le ho inviato una lettera ringraziandola dei 1.500 dollari ed una seconda relativa al<br />

medesimo argomento inviatoLe da Seli. Mi auguro abbia ricevuto la lettera ed altri materiali che<br />

Le ho fatto pervenire attraverso Marchisio. Il nostro ufficio tiene sempre una casella aggiornata<br />

con del materiale a Lei destinato, ma sembra che la sfortuna ci perseguiti. Quintieri e Mattioli,<br />

sono improvvisamente partiti, e non siamo stati in grado <strong>di</strong> consegnare loro un plico che Le<br />

sarebbe stato utile per accompagnare <strong>gli</strong> sviluppi italiani. Vorrei ringraziarLa ancora una volta<br />

per il regalo fattoci pervenire in occasione del Suo giubileo e per i 3.000 dollari che arriveranno<br />

presto, che dovranno essere <strong>di</strong>visi, secondo le Sue istruzioni, nel modo seguente: 1.000 a Seli,<br />

1.000 al partito e 1.000 a "Il Popolo". Ho incontrato padre Boland, che mi ha chiesto chiarimenti<br />

su come dovevano essere <strong>di</strong>stribuiti i sussi<strong>di</strong> per la stampa a lui consegnati. L’ho quin<strong>di</strong><br />

consi<strong>gli</strong>ato <strong>di</strong> finanziare il settimanale "Il Lavoratore Cristiano" (che presto uscirà a Roma come<br />

organo dell’Acli), "Il Domani d’Italia", quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Napoli che presto sarà in e<strong>di</strong>cola, e infine il<br />

quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Palermo che ben presto inizierà le sue pubblicazioni sotto la guida <strong>di</strong> Mattarella e<br />

Al<strong>di</strong>sio. I Suoi piani riguardanti l’Italia del Nord ci trovano concor<strong>di</strong>. I nostri amici oltre le linee<br />

nemiche sono molto attivi nella lotta clandestina. Inoltre, da una lettera ho appreso che si<br />

pianifica la pubblicazione <strong>di</strong> un grande quoti<strong>di</strong>ano politico a Milano, con e<strong>di</strong>zioni locali in<br />

Piemonte e in Liguria, ed un altro giornale nel Veneto. Mentasti è il nostro delegato per tutto il<br />

territorio ed è già riuscito a superare varie <strong>di</strong>fficoltà a Milano. Attendo l’arrivo dalla Svizzera <strong>di</strong><br />

Jacini e forse anche <strong>di</strong> Colonnetti. Mi <strong>di</strong>cono che nella Confederazione i nostri rapporti con <strong>gli</strong><br />

altri partiti sono buoni. I comunisti sono particolarmente ansiosi <strong>di</strong> collaborare: è questa la<br />

caratteristica più incisiva della politica italiana. Tornando ai giornali, il promesso sostegno <strong>di</strong><br />

20.000 dollari (che Lei ha raccolto) è prezioso. Concordo con Lei sul fatto che l’organo milanese<br />

debba essere nostro e avere un carattere sociale. Sono convinto che anche Gran<strong>di</strong> e Bronchi siano<br />

della stessa opinione. Cercherò ora <strong>di</strong> chiarire la complessa situazione sindacale. Come penso <strong>di</strong><br />

averLe già scritto, sono uno dei promotori <strong>di</strong> un accordo sindacale basato su precise con<strong>di</strong>zioni.<br />

Dal momento che tali accor<strong>di</strong> non potevano essere realizzati nell’ultima fase della lotta<br />

clandestina, Gran<strong>di</strong> è stato obbligato a firmare senza essersi prima consultato con il sud. Al<br />

momento, la nostra posizione non è delle mi<strong>gli</strong>ori. La salute <strong>di</strong> Gran<strong>di</strong> è peggiorata e non riesce a<br />

tener testa a chi non sempre si comporta lealmente con noi. Dopo venti anni <strong>di</strong> vuoto, non<br />

saremmo in grado <strong>di</strong> costituire un’organizzazione sindacale da un giorno all’altro. Al momento,<br />

stiamo cercando <strong>di</strong> rafforzare la posizione <strong>di</strong> Gran<strong>di</strong> affiancando<strong>gli</strong> un collaboratore.<br />

Promuoviamo inoltre la federazione dei piccoli proprietari terrieri che coltivano <strong>di</strong>rettamente la<br />

terra. Dovranno rafforzare l’unità sindacale ma, al contempo, godranno <strong>di</strong> una grande autonomia.<br />

Infine, sosteniamo le Acli a formare associazioni <strong>di</strong> lavoratori cristiani <strong>di</strong> cultura professionale<br />

non necessariamente incorporati ai sindacati. Naturalmente, la nostra collaborazione sindacale e<br />

politica con i socialcomunisti attenua la nostra forza propagan<strong>di</strong>stica. Ma, almeno per il<br />

97


momento, tale collaborazione sembra inevitabile, e si potrebbe anche affermare che in<br />

quest’ultimo periodo della guerra aiuta a prevenire forme <strong>di</strong> intolleranza violenta. A proposito<br />

delle opinioni <strong>di</strong> Baldanzi sul governo, non vi è dubbio che è debole, ed appare ancor più debole<br />

dal momento che organi <strong>di</strong> stampa estremisti come "L’Avanti!", "L’Unità" e qualche volta<br />

"L’Italia Libera" remano spesso contro, utilizzando persino <strong>gli</strong> organi ufficiali dello stesso. Tutti<br />

i tentativi <strong>di</strong> appianare le <strong>di</strong>fferenze all’interno del governo sono finora risultati infruttuosi. Ogni<br />

quin<strong>di</strong>ci giorni vengono avanzate proposte e promesse che nessuno mantiene. Su l’"Avanti!",<br />

Nenni assume spesso un atteggiamento simile a quello del 1919 (escludendo le posizioni<br />

anticlericali). Il 2 novembre, in seguito ad un attacco de l’"Avanti!" contro il comandante dei<br />

Carabinieri (compiuto senza prima avvertire i membri del governo), attacco in cui si chiedeva<br />

l’allontanamento del generale, i tre ministri democristiani hanno inviato una lettera al presidente<br />

del consi<strong>gli</strong>o minacciando <strong>di</strong> rassegnare le <strong>di</strong>missioni se il doppio gioco fosse continuato. In<br />

seguito ad una accesa <strong>di</strong>scussione con i ministri <strong>di</strong> sinistra, in cui questi hanno riconosciuto i<br />

nostri argomenti, la questione si è conclusa con una serie <strong>di</strong> promesse. Ma non dobbiamo nutrire<br />

molte speranze. Qual è la causa profonda <strong>di</strong> questa crisi incombente? Io la attribuisco alla<br />

demagogia, alla fatale competizione tra comunisti e socialisti ed ai vecchi, negativi meto<strong>di</strong> delle<br />

politiche socialiste. Tuttavia, mi sembra che il principale motivo della crisi risieda nella<br />

questione costituzionale e nelle preoccupazioni che produce. Due fantasmi si profilano<br />

all’orizzonte politico: per alcuni, il pericolo è rappresentato dallo stato totalitario<br />

socialcomunista. Per altri, dal timore <strong>di</strong> un colpo <strong>di</strong> stato alla Franco. Nenni, ex membro della<br />

giunta militare <strong>di</strong> Madrid, è il tipico esponente <strong>di</strong> questa seconda ipotesi. Tale paura è fondata?<br />

Io non lo credo. Non vi è alcuna tra<strong>di</strong>zione in tal senso, nessun sintomo <strong>di</strong> pronunciamento<br />

militare, nessun uomo in odore <strong>di</strong> gloria militare. Il nostro piccolo esercito inizia appena a<br />

riorganizzarsi, il re vive isolato a Posillipo, il luogotenente (il principe Umberto, ndr.) conduce<br />

una vita spartana attenendosi al più rigido dei protocolli, e finora non è mai uscito allo scoperto<br />

(con l’eccezione <strong>di</strong> un’intervista per la quale è stato biasimato). Assieme al suo collaboratore<br />

Canevari, un socialista, il ministro dell’interno Bonomi è una garanzia contro eventuali conati<br />

reazionari. Al Dipartimento della Guerra vi è un comunista che presiede la commissione per le<br />

epurazioni. Socialisti, comunisti ed azionisti hanno collocato loro uomini nei posti chiave. I<br />

partiti <strong>di</strong> governo controllano tutte le leve del comando.Dei due funzionari dell’alto<br />

commissariato per le epurazioni, soltanto uno è democristiano: Cingolani. La maggioranza delle<br />

cariche è occupata da estremisti. Nelle regioni, i nostri amici si lamentano per il gran numero <strong>di</strong><br />

sindaci socialisti e comunisti nominati dai prefetti o dalle autorità alleate. Dei i nove quoti<strong>di</strong>ani<br />

pubblicati a Roma, soltanto uno appoggia timidamente la monarchia, mentre almeno tre su<br />

quattro fanno propaganda antimonarchica. In tale situazione, si può seriamente agitare lo spettro<br />

<strong>di</strong> un colpo <strong>di</strong> stato militare, reazionario e antidemocratico? E’ comunque vero che le <strong>di</strong>scussioni<br />

vertono più sulle preoccupazioni per la democrazia liberale repubblicana che sulle simpatie per<br />

la monarchia. Se mi guardo intorno, mi rendo conto che la monarchia non è mai stata<br />

un’istituzione forte, tantomeno una vera forma <strong>di</strong> governo. Vi è comunque chi dubita che i partiti<br />

democratici sappiano garantire la libertà e l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>nanzi alla legge. Inoltre, molti si chiedono<br />

se i partiti della sinistra o del centro saranno capaci <strong>di</strong> attenuare il clima <strong>di</strong> violenza che incombe<br />

sulla vita sociale e che è l’anticamera <strong>di</strong> un regime totalitario. Al momento, i pochi incidenti<br />

vengono gonfiati, anche se abbondano in maniera sintomatica le manifestazioni verbali. I<br />

citta<strong>di</strong>ni più coraggiosi affermano che effettivamente l’Italia contemporanea vive un periodo <strong>di</strong><br />

calma relativa. Ma non è forse il risultato del provvisorio beneficio dell’occupazione (alleata,<br />

ndr.)? Al suo termine, si svilupperà il seme che viene oggi piantato? Nenni avverte i fremiti<br />

dell’opinione pubblica e ritiene <strong>di</strong> poter risolvere la situazione convincendo la Dc ad anticipare la<br />

sua adesione alle idee repubblicane. A suo parere, tale mossa finirebbe per to<strong>gli</strong>ere ogni speranza<br />

ai monarchici e lo spettro dei Savoia scomparirebbe. Dal plico che Le abbiamo spe<strong>di</strong>to, Lei potrà<br />

rendersi conto <strong>di</strong> come Nenni abbia cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>storcere a proprio vantaggio i contenuti del Suo<br />

ultimo libro, che Pazzi ha portato all’"Avanti!" invece che a me. Lei certamente sa che, durante<br />

98


la prima riunione del governo Bonomi a Salerno, io ho proposto (d’accordo con Ruini e con lo<br />

stesso Bonomi) che la legge per l’Assemblea Costituente non escludesse la realizzazione <strong>di</strong> un<br />

referendum. All’epoca, i socialcomunisti e <strong>gli</strong> azionisti <strong>di</strong> Sforza opposero una forte resistenza,<br />

obiettando che il popolo italiano non era politicamente maturo per un referendum. Ma alla fine<br />

tutti si trovare d’accordo nel promuovere un’assemblea costituente. Secondo me, un referendum<br />

avrebbe un grande valore morale, dal momento che confermerebbe il sentimento democratico e<br />

pacifico del popolo ed il consenso esplicito della maggioranza ad nuova forma <strong>di</strong> Stato. Inoltre,<br />

ciò è in sintonia con le aspettative de<strong>gli</strong> Alleati, che avevano in mente tale consultazione sia a<br />

Mosca che a Teheran (ne siamo stati informati in maniera ufficiale). Ritengo che un referendum<br />

non possa mutare le nostre prospettive, giacché - se teniamo fede alla conversazione svoltasi tra<br />

il giornalista Matthews ed il principe <strong>di</strong> Piemonte - è probabile che la maggioranza de<strong>gli</strong> italiani<br />

sia favorevole alla repubblica (a meno <strong>di</strong> improbabili colpi <strong>di</strong> scena). Ad ogni modo, mi sembra<br />

chiaro che un buon governo democratico, con aspetti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong>sciplina, sia sufficiente a fugare<br />

lo spettro <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ttatura reazionaria. Ecco perché ci sforziamo <strong>di</strong> convincere <strong>gli</strong> estremisti ad<br />

astenersi dal promuovere campagne <strong>di</strong> agitazione politica. Ed è il motivo che ci porta a<br />

minacciare <strong>di</strong> abbandonare il governo. L’uscita dal governo è naturalmente la nostra ultima<br />

risorsa, giacché la nostra assenza metterebbe in pericolo la nascita della democrazia. Ma se anche<br />

decidessimo <strong>di</strong> rimanere e se le tattiche estremiste dovessero continuare, ciò porterebbe ad<br />

approfon<strong>di</strong>re pericolosamente l’attuale crisi, dal momento che un governo democratico finirebbe<br />

per <strong>di</strong>ventare un cencio esposto al pubblico lu<strong>di</strong>brio.<br />

L’altro fantasma è la <strong>di</strong>ttatura socialcomunista. Utilizzo tale fusione verbale incurante delle<br />

speranze dei nostri amici (i militanti democristiani, ndr.) e de<strong>gli</strong> autentici sentimenti<br />

socialdemocratici <strong>di</strong> molti intellettuali socialisti A mio parere, passerà ancora molto tempo prima<br />

che i socialisti riescano a liberarsi dalla soggezione verso i comunisti.<br />

I comunisti hanno il mito e il sostegno della Russia, una propaganda ben organizzata, mezzi <strong>di</strong><br />

ogni sorta, leader capaci, ma, soprattutto, essi dominano i partigiani del nord (circa<br />

100.000/120.000 uomini). Tra questi, un buon numero proviene dall’esercito. Altri stanno dalla<br />

nostra parte o sono liberali. Anche tra i capi partigiani vi sono ufficiali dell’esercito, ma i più<br />

preparati e i più organizzati sono i comunisti. Gli Alleati temono un colpo <strong>di</strong> mano a Milano o a<br />

Torino. Ma è più probabile che i comunisti occupino le cariche politiche più importanti con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> fare pressioni sul governo in un secondo momento.<br />

Al momento, la loro tattica <strong>di</strong> penetrazione viene messa in atto con efficace perseveranza. Ho<br />

l’impressione che tentino <strong>di</strong> instaurare una <strong>di</strong>ttatura de facto mascherata <strong>di</strong> democrazia. Stando<br />

così le cose, non è facile liberarsi <strong>di</strong> un simile spettro. Si può solo <strong>di</strong>re che un’insurrezione<br />

armata appare improbabile, sia a causa dell’occupazione alleata che dell’appello alle forze<br />

democratiche e liberali. La maggioranza de<strong>gli</strong> italiani è anticomunista, ma non è certo sulla base<br />

dell’anticomunismo che possiamo racco<strong>gli</strong>ere le nostre forze. Si correrebbe il rischio <strong>di</strong> venir<br />

confusi con le forze della reazione.<br />

Per quanto riguarda <strong>gli</strong> Alleati, non credo che i loro rappresentanti conoscano bene i membri del<br />

governo. Ogni commissione mantiene rapporti <strong>di</strong>retti con i ministeri collegati alla sua attività,<br />

mentre i ministri senza portafo<strong>gli</strong>o sono poco noti ed è <strong>di</strong>fficile incontrarli. All’inizio ho cercato<br />

<strong>di</strong> conoscerli, ma <strong>gli</strong> impegni, <strong>gli</strong> incontri, le riunioni, le assemblee, il partito e il quoti<strong>di</strong>ano me<br />

lo hanno finora impe<strong>di</strong>to. Non capisco come faccia il Signore a preservarmi, considerando<br />

l’attuale assenza <strong>di</strong> ogni agiatezza.<br />

Ho raccomandato al nostro ufficio stampa e a Spataro contatti con i corrispondenti americani.<br />

Alla presenza <strong>di</strong> vari ministri, ho letto le Sue prese <strong>di</strong> posizione a proposito dei corrispondenti<br />

99


americani. Sforza pensa che Lei sia pessimista. Non sono riuscito ad influenzare la preparazione<br />

della sua missione. Ho avanzato alcune proposte, ma non so se le prenderà in considerazione. Lei<br />

saprà certamente che le truppe italiane non hanno combattuto male. Avrà già ricevuto varie<br />

informazioni in proposito. Quest’anno verranno formate sei nuove <strong>di</strong>visioni equipaggiate da<strong>gli</strong><br />

Alleati. Altre saranno pronte a breve.<br />

I nostri aviatori combattono con coraggio nei Balcani. Se si dovessero <strong>di</strong>stribuire punizioni ed<br />

elogi, i piloti italiani meriterebbero sicuramente i secon<strong>di</strong>. D’ora in poi vi saranno anche<br />

corrispondenti <strong>di</strong> guerra italiani. Il governo si sforzerà <strong>di</strong> iniziare il reclutamento militare.<br />

Abbiamo ricevuto i saluti <strong>di</strong> Veranrt e del gruppo <strong>di</strong> "Popolo e Libertà". La segreteria ricambierà<br />

i saluti. Mi auguro che Scelba L’abbia messa al corrente dei nostri progressi organizzativi. La<br />

situazione è mi<strong>gli</strong>orata rispetto a<strong>gli</strong> anni 1922-1926, ma continua ad essere complessa e <strong>di</strong>fficile.<br />

Dobbiamo potenziare i muscoli. Lo spirito <strong>di</strong> lotta non manca. Le Sue lettere ci trasmettono luce<br />

e coraggio. Finora, sono riuscito a superare le <strong>di</strong>fficoltà interne mantenendo vivi l’unità e lo<br />

spirito <strong>di</strong> combattimento. Ho una sola ambizione: consegnarLe il partito che Lei si merita.<br />

In attesa <strong>di</strong> quel momento, vo<strong>gli</strong>o ringraziarLa ancora per il Suo lavoro. Mi auguro che la Sua<br />

salute mi<strong>gli</strong>ori e che Lei torni presto. Le invio infine i più devoti saluti da parte della mia<br />

fami<strong>gli</strong>a e <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> amici.<br />

Alcide<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Direttive vaticane alla Dc<br />

Fonte: Z<br />

Data: 8 <strong>di</strong>cembre 1944<br />

Nel corso della recente crisi <strong>di</strong> governo, il Vaticano ha impartito categoriche istruzioni a De<br />

Gasperi, segretario della Dc.<br />

Nello specifico, De Gasperi dovrà:<br />

Cooperare ad ogni costo con i partiti dell’or<strong>di</strong>ne per trovare una soluzione alla crisi;<br />

Temporeggiare ad ogni costo con i sei partiti per evitare situazioni pericolose e, al momento<br />

opportuno, rompere con <strong>gli</strong> elementi <strong>di</strong> sinistra.<br />

Un’altra fonte ha riferito che il Vaticano ha istruito De Gasperi perché eviti <strong>di</strong> venir designato a<br />

costituire un nuovo governo, nel caso Bonomi rassegni le <strong>di</strong>missioni. Si ritiene che il seguente<br />

ragionamento sia alla base <strong>di</strong> tale mossa: un governo De Gasperi verrebbe considerato un<br />

governo del Vaticano. La Santa Sede non desidera assumere un simile ruolo, dal momento che i<br />

rapporti con la Gran Bretagna, <strong>gli</strong> Stati Uniti d’America e la Russia sono da considerarsi fattori<br />

critici.<br />

100


Class.: segreto.<br />

Fonte: Z<br />

Oggetto: Rapporto sul Pci: piani, organizzazione, propaganda.<br />

Data: 8 gennaio 1945.<br />

Nota: Si tratta <strong>di</strong> un rapporto sul Pci preparato dal Sis, il servizio segreto della marina italiana.<br />

Le opinioni espresse devono essere valutate in tale ottica. La Regia Marina Italiana<br />

(tra<strong>di</strong>zionalmente monarchica) si è infatti schierata politicamente contro il comunismo.<br />

Attuali manovre politiche del partito<br />

Approfittando della turbolenta situazione italiana, Il Pci si è organizzato per l’eventuale<br />

conquista delle masse indecise e <strong>di</strong>silluse. Le attività del partito sono guidate dal seguente<br />

assioma: "Quando regna il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, una minoranza ben organizzata è in grado <strong>di</strong> influenzare le<br />

masse". Al momento, tale minoranza conta su circa 30.000 iscritti nell’Italia liberata, un terzo dei<br />

quali solo a Roma.<br />

Per non spaventare i conservatori, i comunisti si <strong>di</strong>chiarano a favore della democrazia e lodano la<br />

collaborazione tra i partiti. L’obiettivo è scoprire le debolezze de<strong>gli</strong> avversari. Procedono poi alla<br />

loro graduale, sistematica <strong>di</strong>struzione. Tale politica ha portato all’indebolimento del Psi (risultato<br />

del patto <strong>di</strong> unità d’azione), alla spaccatura nel Partito d’Azione tra i filosocialisti (gruppo Bauer-<br />

La Malfa) ed i filocomunisti <strong>di</strong> Lussu (che ha assunto la guida del partito) e, infine, alla<br />

<strong>di</strong>ffusione dell’ideologia repubblicana tra i membri del Partito Liberale. Le manovre comuniste<br />

hanno meno successo con la Dc, il cui leader, De Gasperi, si oppone alle loro attività con ogni<br />

mezzo a sua <strong>di</strong>sposizione. I comunisti sono comunque riusciti a convincere <strong>gli</strong> Alleati ad<br />

impe<strong>di</strong>re a Don Sturzo <strong>di</strong> rimpatriare da<strong>gli</strong> Stati Uniti per assumere la guida della Dc, fatto che<br />

porterebbe alle stelle il prestigio del partito.<br />

Fuori dall’ambito partitico, la Cgil è la roccaforte della politica <strong>di</strong> Sinistra sebbene conclami la<br />

sua apoliticità. Non si sono mai tenute elezioni interne. I leader della Cgil vengono nominati dai<br />

tre partiti (Pci, Psi e Dc) che la compongono. Il leader comunista Di Vittorio cerca <strong>di</strong> assorbire o<br />

neutralizzare l’influenza de<strong>gli</strong> altri due partiti.<br />

Ma le attività più importanti del Pci si svolgono clandestinamente, tramite una rete organizzativa<br />

forte e compatta.<br />

Struttura interna del partito<br />

Il partito ha un segretario generale (To<strong>gli</strong>atti), un comitato centrale e numerose federazioni<br />

provinciali <strong>di</strong>rette da un segretario. Sotto le federazioni si trovano le sezioni locali che, a loro<br />

volta, sono composte da varie cellule. Ogni cellula ha un capocellula e dai 50 ai 100 iscritti. Il<br />

lavoro <strong>di</strong> tali gruppi viene coor<strong>di</strong>nato <strong>di</strong>rettamente dall’alto. In sintesi, il comitato centrale <strong>di</strong>rige<br />

l’organizzazione delle federazioni provinciali, le federazioni <strong>di</strong>rigono le sezioni e via <strong>di</strong>cendo.<br />

Gli iscritti sono <strong>di</strong>visi in due categorie: militanti regolari e neofiti. Questi ultimi sono i nuovi<br />

iscritti (che devono ancora provare quanto valgono), i primi invece quelli che hanno già lavorato<br />

per il partito. La propaganda e le misure <strong>di</strong> controllo vengono assicurate da questa struttura. In<br />

101


aggiunta, tuttavia, operano vari gruppi speciali per l’ulteriore lavoro <strong>di</strong> propaganda. Tra questi,<br />

l’Agi-Pro (Agitazione e Propaganda, un nucleo annesso ad ogni federazione provinciale) e le<br />

organizzazioni giovanili, che vengono formate appena una sezione raggiunge una certa quota <strong>di</strong><br />

iscritti.<br />

Le informazioni fluiscono dal basso verso l’alto attraverso regolari canali. Ad ogni iscritto viene<br />

chiesto <strong>di</strong> fare un rapporto giornaliero sulla situazione del suo posto <strong>di</strong> lavoro (sia esso statale o<br />

pubblico), ma anche sulle con<strong>di</strong>zioni economiche e sociali. I rapporti vengono fatti al capocellula<br />

o al militante dell’Agi-Pro inviato per l’occasione. In tal modo, il comitato centrale viene<br />

minuziosamente informato ed è quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> dettare, se necessario, precise istruzioni ad<br />

ogni singolo militante.<br />

Tecniche <strong>di</strong> propaganda del partito<br />

Agenti speciali dell’Agi-Pro approfittano delle attuali miserabili con<strong>di</strong>zioni dell’Italia per<br />

sobillare le masse sui treni, nelle file per l’acquisto dei prodotti del mercato nero, nelle piazze e<br />

in tutte quelle situazioni in cui la sofferenza è particolarmente manifesta. Questi agenti parlano<br />

dell’ostilità inglese, del rifiuto americano <strong>di</strong> estendere all’Italia la legge sui prestiti, del<br />

trattamento riservato ai prigionieri <strong>di</strong> guerra italiani e ai partigiani. Portano ad esempio la politica<br />

russa verso le nazioni ex nemiche da loro liberate.<br />

Il quoti<strong>di</strong>ano comunista "L’Unità" è un altro importante mezzo <strong>di</strong> propaganda. Si <strong>di</strong>ce siano stati<br />

depositati presso alcune banche romane 140 milioni <strong>di</strong> lire, <strong>di</strong> provenienza russa, per la creazione<br />

<strong>di</strong> due nuovi giornali.<br />

La ricchezza del Pci (raggiunta attraverso le iscrizioni e, si <strong>di</strong>ce, i lauti aiuti sovietici) viene<br />

investita con grande profitto. Grosse somme vengono elargite a<strong>gli</strong> Agi-Pro, <strong>gli</strong> alimenti vengono<br />

acquistati e rivenduti ai militanti a prezzi molto più bassi, fami<strong>gli</strong>e bisognose ricevono sussi<strong>di</strong><br />

per convincerle della buona volontà del partito e rafforzarne la <strong>di</strong>pendenza.<br />

Propaganda contro le forze armate italiane<br />

Una campagna particolarmente attiva viene <strong>di</strong>retta contro l’esercito, la marina e l’aeronautica.<br />

Gli ufficiali in servizio vengono accusati <strong>di</strong> sostenere legami con il fascismo, <strong>di</strong> inefficienza e <strong>di</strong><br />

comportarsi ingiustamente con i soldati <strong>di</strong> leva. Le attività del Corpo <strong>di</strong> Liberazione (attualmente<br />

inquadrato nel Regio Esercito Italiano) vengono minimizzate, mentre i partigiani vengono<br />

esaltati come i veri <strong>di</strong>fensori della patria.<br />

Si punta a demoralizzare le forze armate e a sostituirle con un’armata rossa. I comunisti insistono<br />

quin<strong>di</strong> perché le bande partigiane vengano inquadrate come regolari unità dell’esercito. Agenti<br />

dell’Agi-Pro <strong>di</strong>ffondono la propaganda comunista tra i soldati del Corpo <strong>di</strong> Liberazione per<br />

sminuirne il ruolo militare e denunciare il comportamento alleato. Recentemente è emersa la<br />

questione della partecipazione italiana nella guerra contro il Giappone. Le <strong>di</strong>rettive comuniste si<br />

oppongono a tale coinvolgimento, affermando che i soldati italiani non vengono attualmente<br />

utilizzati da<strong>gli</strong> Alleati. Vi è inoltre la pressante necessità <strong>di</strong> liquidare il nazifascismo in patria e <strong>di</strong><br />

rispettare la neutralità russa nei confronti del Giappone. E’ un tipico esempio <strong>di</strong> come sappiano<br />

infondere malessere e <strong>di</strong>ssenso, promuovendo al contempo la causa comunista.<br />

Class.: segreto.<br />

102


Destinatario: Sottotenente W.T.M. Beale, Usnr (?)<br />

Oggetto: Principali risultati ottenuti dalla sezione italiana del Si<br />

Data: 12 gennaio 1945<br />

In conformità alla Sua richiesta telefonica dell’11 gennaio, allego <strong>di</strong> seguito un elenco <strong>di</strong> quelli<br />

che considero essere i principali risultati della sezione italiana del Si, fin dalla sua instaurazione<br />

(da me operata) nel marzo del 1942.<br />

Per facilitare la lettura, l’elenco è <strong>di</strong>sposto in or<strong>di</strong>ne cronologico, e non dal punto <strong>di</strong> vista militare<br />

o dei servizi d’informazione.<br />

Italia e Sicilia<br />

Grazie alla consultazione <strong>di</strong> archivi ufficiali francesi, nel corso della campagna militare tunisina<br />

abbiamo ottenuto vari documenti sui rapporti franco-italiani. Vanno considerati <strong>di</strong> vitale<br />

importanza in rapporto ad eventuali colloqui <strong>di</strong> pace.<br />

Su richiesta del quartier generale alleato, ad Algeri abbiamo prodotto piani e materiali per<br />

l’invasione della Sicilia, fornendo il comando alleato <strong>di</strong> un nostro specialista e <strong>di</strong> altro personale.<br />

Durante l’invasione della Sicilia (e anche in precedenza), abbiamo prestato nostro personale<br />

addestrato ai servizi segreti inglesi, fornendo loro aiuto nelle zone in cui erano carenti. Questi<br />

elementi sono stati impiegati sia in azioni sovversive che per la raccolta <strong>di</strong> informazioni.<br />

Nel lu<strong>gli</strong>o del 1943 un nostro commando è entrato a Caltanissetta a seguito delle truppe alleate.<br />

Sono così stati arrestati il prefetto, il sindaco e 70 agenti fascisti. Abbiamo anche sequestrato<br />

<strong>di</strong>versi archivi del partito fascista.<br />

Nell’agosto del 1943 un nostro commando si è impossessato delle isole Eolie, facendo 48<br />

prigionieri. Abbiamo anche messo mano su alcuni volumi contenenti i co<strong>di</strong>ci segreti della marina<br />

italiana.<br />

Nel settembre del 1943 le isole <strong>di</strong> Santo Stefano, Ventotene e Ponza si sono arrese ad un nostro<br />

commando, che ha catturato 95 soldati tedeschi e liberato <strong>di</strong>versi prigionieri politici italiani,<br />

albanesi e greci.<br />

Nel settembre del 1943 5 membri dei nostri commandos hanno compiuto il salvataggio <strong>di</strong> 51<br />

paracadutisti della 82a Divisione Aerotrasportata, che era rimasta isolata oltre le linee nemiche<br />

nei pressi <strong>di</strong> Salerno.<br />

In Sicilia e a Salerno (ma anche durante le successive fasi della campagna in Italia), i nostri<br />

servizi <strong>di</strong> intelligenza hanno lavorato per le armate americane quinta e settima e per l’ottava<br />

armata britannica.<br />

Siamo riusciti ad infiltrare nostri elementi tra i servizi segreti britannici in Italia e a Londra,<br />

accedendo ad una serie <strong>di</strong> loro archivi. Abbiamo anche registrato <strong>gli</strong> incontri segreti dei servizi<br />

britannici in Italia.<br />

103


Durante l’invasione della Sicilia e all’inizio della campagna italiana, abbiamo istituito una serie<br />

<strong>di</strong> governi civili ad interim in attesa dell’inse<strong>di</strong>amento dell’Amgot (il governo americano dei<br />

territori occupati, ndr).<br />

In Sicilia, il nostro controspionaggio è riuscito a catturare numerosi agenti fascisti e nazisti. Tra<br />

questi, 70 sono stati acciuffati in un colpo solo. Sono stati anche sequestrati numerosi documenti<br />

fascisti.<br />

Abbiamo stabilito vari contatti con i servizi segreti italiani (Sim), ottenendo pieno accesso alla<br />

loro rete. Ne abbiamo anche microfilmato <strong>gli</strong> archivi e utilizzato l’infrastruttura.<br />

Grazie a<strong>gli</strong> agenti del Sim e ai nostri commandos all’interno delle bande partigiane nell’Italia<br />

settentrionale, abbiamo costituito un’ampia rete informativa nell’Italia occupata.<br />

Grazie ai nostri commandos nell’Italia occupata, tutti i contatti all’interno del Clnai (compresi i<br />

cablogrammi) si avvalgono ora dei nostri sistemi <strong>di</strong> comunicazione, in sostituzione <strong>di</strong> quelli<br />

britannici.<br />

Abbiamo spiato la residenza e l’ufficio del maresciallo Bado<strong>gli</strong>o, avvalendoci <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong>retti e<br />

in<strong>di</strong>retti.<br />

In esclusiva, siamo venuti in possesso del <strong>di</strong>ario personale e dei documenti segreti del generale<br />

Castellano (dell’alto comando militare fascista). Le carte forniscono un detta<strong>gli</strong>ato resoconto<br />

de<strong>gli</strong> eventi che hanno portato alla caduta <strong>di</strong> Mussolini e all’armistizio. Copie fotografiche <strong>di</strong><br />

questi documenti sono state inviate al presidente Roosevelt e al segretario <strong>di</strong> Stato.<br />

Clandestinamente, e senza che l’interessato se ne avvedesse, abbiamo localizzato, estratto da una<br />

cassetta <strong>di</strong> sicurezza e copiato una raccolta <strong>di</strong> importanti documenti (personali e ufficiali) del<br />

generale dell’esercito Giacomo Carboni, capo dei servizi segreti del ministero della guerra.<br />

Abbiamo consegnato brevi manu al presidente Roosevelt alcuni messaggi dei capi del governo<br />

Bado<strong>gli</strong>o e Bonomi.<br />

Abbiamo stabilito e mantenuto uno stretto collegamento con <strong>gli</strong> esponenti dei maggiori partiti<br />

politici italiani, dall’estrema Destra all’estrema Sinistra. Tra questi si contano molti leader<br />

dell’Italia attuale e, senza alcun dubbio, <strong>di</strong> quella futura.<br />

Abbiamo stabilito forti contatti con alcuni settori del Ministero de<strong>gli</strong> Esteri italiano.<br />

Ci siamo infiltrati in Vaticano con mezzi <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti, così ottenendo dalle alte sfere della<br />

Santa Sede (compresi il Papa e la segreteria <strong>di</strong> Stato) importanti informazioni sull’Italia e su altre<br />

potenze straniere.<br />

Utilizzando mezzi <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti, ci siamo infiltrati presso il palazzo del Quirinale. Siamo così<br />

venuti a conoscenza del contenuto delle conversazioni telefoniche intercorse tra il principe <strong>di</strong><br />

Piemonte, i suoi principali collaboratori e importanti personalità italiane.<br />

Abbiamo penetrato il sistema <strong>di</strong> intelligenza del governo svizzero (uno dei nostri agenti era nel<br />

loro libro paga). Abbiamo così ottenuto informazioni sull’Italia provenienti da fonti segrete<br />

svizzere.<br />

104


Siamo riusciti a richiamare l’attenzione sul movimento separatista siciliano, in un’epoca in cui<br />

questo veniva considerato insignificante da<strong>gli</strong> altri servizi segreti, sia alleati che americani.<br />

Abbiamo salvato dalle prigioni fasciste importanti personalità italiane e straniere.<br />

Abbiamo prelevato dall’Italia occupata un funzionario del consolato americano e cinque ufficiali<br />

alleati <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o rango.<br />

Su richiesta del Dipartimento <strong>di</strong> Stato, abbiamo trasferito dalla Svizzera all’Italia liberata due<br />

leader politici italiani in esilio. Da informazioni ottenute, i due hanno fornito un forte contributo<br />

al mi<strong>gli</strong>oramento della situazione politica italiana.<br />

Le nostre attività hanno largamente contribuito a coor<strong>di</strong>nare le attività dei gruppi patriottici<br />

nell’Italia settentrionale (con i quali continuiamo ad avere rapporti). Ci siamo anche mossi<br />

perché venissero ufficialmente riconosciuti dal governo italiano come appartenenti alle forze<br />

armate.<br />

Attraverso i contatti stabiliti con il governo italiano (un ex collaboratore dell’Asse), il Vaticano,<br />

il Sim e le autorità militari e navali italiane, abbiamo creato un canale per ricevere informazioni<br />

sulle infrastrutture e le attività <strong>di</strong> spionaggio giapponesi.<br />

Al momento, sono una ventina i commandos operanti nell’Italia occupata e in permanente<br />

contatto con le nostre basi. Il coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> questi gruppi ci permette <strong>di</strong> fornir loro<br />

informazioni su<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> batta<strong>gli</strong>a, sui servizi <strong>di</strong> intelligenza e <strong>di</strong> mantenere uno stretto<br />

collegamento con i partigiani.<br />

Earl Brennan,<br />

capo del settore italiano del Si,<br />

Washington.<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Esponente democristiano illustra la visione del suo partito a proposito del comunismo.<br />

Fonte: Z Sicana (Palermo)<br />

Data: 24 gennaio 1945<br />

Non esiste alcun patto tra la Dc e il Pci: è l’opinione <strong>di</strong> Bernardo Mattarella, sottosegretario alla<br />

pubblica istruzione ed esponente democristiano.<br />

I comunisti hanno vanamente cercato un accordo politico.<br />

105


Mattarella ha affermato che la Dc intende formare un governo tripartito con socialisti e liberali.<br />

Ma i democristiani non si sono finora accordati con i socialisti per l’insistenza <strong>di</strong> questi ultimi ad<br />

includere i comunisti nell’alleanza.<br />

A proposito della repentina decisione comunista <strong>di</strong> accettare un <strong>di</strong>castero nel nuovo governo<br />

Bonomi, Mattarella ha <strong>di</strong>chiarato:<br />

"l’inclusione del Pci nel governo ben si sposa con la nostra strategia politica: i socialisti, infatti,<br />

hanno deciso <strong>di</strong> rimanerne fuori. La situazione può aiutarci a trovare un accordo con il Psi per<br />

escludere i comunisti ed acco<strong>gli</strong>ere i liberali."<br />

Mattarella si è poi detto preoccupato per la crescita comunista E<strong>gli</strong> ritiene che la lotta politica<br />

italiana si svilupperà tra la Dc e il Pci. "I comunisti sono i nostri veri nemici", ha aggiunto.<br />

Il leader democristiano ha commentato l’atteggiamento americano nei confronti dell’espansione<br />

del comunismo in Italia: non comprende perché ai comunisti sia stato concesso <strong>di</strong> entrare nelle<br />

zone recentemente liberate da<strong>gli</strong> Alleati. Ai democristiani tale autorizzazione è stata negata.<br />

Inoltre, la Dc non ha le stesse opportunità <strong>di</strong> fare propaganda politica. Ha poi concluso con le<br />

seguenti parole: "la situazione è allarmante: non riesco a spiegarmi perché le autorità americane<br />

si comportino in questo modo."<br />

Oss (Palermo)<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Lettera <strong>di</strong> Mario Scelba (leader democristiano) a Don Sturzo.<br />

Data del rapporto: 26 aprile 1945.<br />

14 marzo 1945<br />

Carissimo Professore,<br />

a proposito delle questioni sollevate nelle Sue ultime tre lettere, inizio dal partito.<br />

E’ assolutamente falso che i leader della Dc siano gran parte sacerdoti. Con l’eccezione <strong>di</strong> Don<br />

Nicoletti <strong>di</strong> Cosenza e <strong>di</strong> alcuni segretari del partito in quella provincia, non vi sono altri<br />

funzionari ecclesiastici. Abbiamo impartito istruzioni affinché i sacerdoti non partecipino ai<br />

comitati esecutivi del partito. Tuttavia, vi sono effettivamente (come in passato) molti sacerdoti<br />

in<strong>di</strong>cati da<strong>gli</strong> Alleati, giacché i preti delle parrocchie sono sempre rimasti ai loro posti, portando<br />

a termine i compiti in maniera impeccabile. Gli Alleati non hanno mai avuto altra scelta.<br />

E’ vero che il clero è attivamente impegnato in politica e che sostiene la Dc. C’è stata molta<br />

enfasi sul tema. Una lettera pastorale del vescovo della Campania invitava i membri della <strong>di</strong>ocesi<br />

ad iscriversi alla Dc. Un’altra (scritta dal car<strong>di</strong>nal Salotti) esalta la Dc passata e presente, mentre<br />

il Papa non fa mistero <strong>di</strong> interessarsi al movimento.<br />

106


Come partito, abbiamo richiamato l’attenzione dei vescovi su simili manifestazioni, pregandoli<br />

<strong>di</strong> non assumere posizioni così esplicite da risultare dannose per tutti. La questione del voto<br />

femminile complica ulteriormente la situazione. Le organizzazioni femminili sono fortemente<br />

presenti nelle associazioni dell’Azione Cattolica e molto numerose nelle parrocchie. I rapporti<br />

con le organizzazioni femminili sono inevitabili. Inoltre, tutti concordano sulla decisiva<br />

importanza per <strong>gli</strong> interessi religiosi e ecclesiastici della prossima campagna elettorale che<br />

eleggerà l’Assemblea Costituente. Diventa quin<strong>di</strong> necessario racco<strong>gli</strong>ere tutte le forze militanti<br />

affinché i cattolici svolgano un ruolo decisivo. Tutto porta a confondere la situazione che, a<strong>gli</strong><br />

occhi de<strong>gli</strong> stranieri (soprattutto de<strong>gli</strong> anglosassoni), appare ovviamente incomprensibile. Un<br />

certo Monjur (corrispondente inglese per vari settimanali cattolici), non riesce a capire come<br />

possa esistere un partito come la Dc, tantomeno perché i cattolici dovrebbero ricoprire un ruolo<br />

minoritario in un paese che si considera cattolico al novantanove per cento.<br />

I cattolici hanno autorizzato la formazione del Cif (Centro Femminile Italiano), che dovrebbe<br />

<strong>di</strong>ventare un’organizzazione composta dalle varie associazioni cattoliche e un centro femminile<br />

<strong>di</strong> educazione sociale per opporsi alla sfrenata propaganda dell’U<strong>di</strong> (Unione Donne Italiane).<br />

L’U<strong>di</strong> si definisce un’organizzazione apolitica, guidata da esponenti liberali, azionisti e<br />

socialdemocratici. Di fatto, però, è gestita dai comunisti.<br />

Il Cif non rientra nella sfera dell’Azione Cattolica, e tra i suoi esponenti si contano nostri<br />

rappresentanti femminili. Sebbene non seguano un precisa tendenza politica, queste donne<br />

dovrebbero appoggiare attivamente la Dc, ora che i gruppi femminili hanno finalmente una<br />

rappresentanza politica. Un altro elemento <strong>di</strong> confusione è costituito dall’Acli (Associazione<br />

Cattolica dei Lavoratori Italiani). Sorta da un accordo tra l’Azione Cattolica e la Dc (intesa che<br />

punta ad utilizzare socialmente tutte le forze cattoliche, e quin<strong>di</strong> anche il clero, che non vuole e<br />

non può svolgere attività politica), l’Acli è stata accre<strong>di</strong>tata dall’attuale governo e da un <strong>di</strong>scorso<br />

del Papa.<br />

A <strong>di</strong>rigere l’Acli troviamo uomini dell’Azione Cattolica, come Storchi e Veronesi, e il segretario<br />

generale Giulio Pastore, membro del consi<strong>gli</strong>o nazionale della Dc. Tutti i suoi <strong>di</strong>rigenti sono<br />

iscritti al partito. Sia l’Acli che il Cif, così come la confederazione sindacale cristiana in procinto<br />

<strong>di</strong> essere creata, si avvalgono naturalmente delle forze dell’Azione Cattolica e della Dc. Nasce da<br />

qui la presente confusione. I processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione arriveranno più tar<strong>di</strong>. Nessuno mette in<br />

<strong>di</strong>scussione l’autonomia del partito, sebbene vi sia la tendenza a considerarlo un settore<br />

emergente dell’Azione Cattolica.<br />

Della Torre così si è espresso sul Partito Popolare e reputa inutile possedere giornali <strong>di</strong> partito.<br />

Sostiene che in Belgio, Germania e Olanda la stampa cattolica è <strong>di</strong> fatto la stampa del partito, e<br />

viceversa. Se nel campo delle idee esiste una gran confusione, con la tendenza a tornare alla<br />

situazione precedente la nascita del Partito Popolare, occorre comunque rilevare che l’autonomia<br />

delle organizzazioni è stata finora assoluta.<br />

La Sinistra Cristiana è un movimento senza seguito e sembra essere collegato ai comunisti: un<br />

guar<strong>di</strong>ano comunista in campo cattolico. Non tutti i suoi membri ne sono consapevoli, ma<br />

esistono prove concrete dei suoi legami con il comunismo. Di recente, dopo un intervento del<br />

Papa, sembrava che il movimento fosse entrato in crisi. La nomina <strong>di</strong> un triumvirato composto<br />

da Ossicini (fi<strong>gli</strong>o del povero Ossicini che Lei conosce), dal prof. Mira e da Montesi appariva<br />

come un segnale della separazione dai comunisti. […] Desideravano lavorare con la Dc e<br />

<strong>di</strong>ventarne <strong>di</strong> fatto l’avanguar<strong>di</strong>a. Io ho dato un cor<strong>di</strong>ale benvenuto alla nuova entità e mi sono<br />

espresso a favore della sua evoluzione. Ma l’annuncio della pubblicazione del loro giornale (che<br />

costa milioni) e la loro partecipazione all’ incontro sull’affare Roatta, in cui Rodano (che<br />

107


volevano farci credere non appartenente al movimento) ha pronunciato un <strong>di</strong>scorso pieno <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o,<br />

non hanno fatto che confermare la persistenza dei loro legami con il comunismo. Dobbiamo<br />

sempre rammaricarci della mancanza <strong>di</strong> fedeltà. Basta <strong>di</strong>re che Rodano e Ossicini, all’indomani<br />

del 25 lu<strong>gli</strong>o del 1943, vennero delegati a rappresentare il partito presso la Cgil e i movimenti<br />

giovanili. Pensavamo che si sarebbero astenuti da ogni attività autonoma. In realtà, non sono stati<br />

<strong>di</strong> parola.<br />

Tar<strong>di</strong>vamente, abbiamo allora chiesto l’intervento del Vaticano. Abbiamo pubblicato la notizia<br />

senza alcun commento e non abbiamo speculato sulla materia. Ma il giornale della Sinistra<br />

Cattolica ci ha fortemente aggre<strong>di</strong>ti. Ogni tanto i suoi militanti compaiono alle nostre assemblee<br />

romane per attaccarci, comportamento che non hanno con <strong>gli</strong> altri partiti.<br />

Torna a circolare la voce della mancata nomina a ministro del prof. Ugo Forti. E’ assolutamente<br />

falso che la Dc abbia utilizzato l’argomento dell’antisemitismo. La frase <strong>di</strong> Tupini, tristemente<br />

inopportuna, è dovuta più a leggerezza che ad antisemitismo ed è stata pronunciata per ischerzo.<br />

Il caso Forti può essere così spiegato: Bonomi ha promesso a Forti la presidenza della<br />

commissione per la riforma della pubblica amministrazione e <strong>di</strong> nominarlo ministro della<br />

giustizia alla prima occasione. In tal modo, Bonomi riteneva <strong>di</strong> rafforzare il ministero. Il piano <strong>di</strong><br />

Bonomi era sostenuto da Croce, amico personale <strong>di</strong> Forti. Inoltre, Croce desiderava che Arangio<br />

Ruiz <strong>di</strong>ventasse ministro dell’educazione senza includerlo tra i ministri liberali (con la scusa che<br />

Ruiz era vicino ad ambienti cattolici). Dopo molte <strong>di</strong>scussioni, Croce ha lasciato a noi la scelta<br />

tra i <strong>di</strong>casteri della giustizia e dell’educazione. Tupini ha però fatto il <strong>di</strong>avolo a quattro,<br />

rifiutandosi <strong>di</strong> cambiare idea. Sacrificare Tupini dopo pochi mesi <strong>di</strong> ministero (e <strong>di</strong> pesanti<br />

critiche), avrebbe significato ammettere la giustezza delle critiche, finendo per rovinarlo. In<br />

alternativa, io ritenevo che sarebbe potuto <strong>di</strong>ventare segretario politico (io avrei rinunciato<br />

volentieri alla vicesegretaria perché troppo faticosa). Il governo ha poi deciso che tale sacrificio<br />

era inopportuno.<br />

La questione era facilitata dal fatto che noi sapevamo che, mantenendo Tupini alla giustizia,<br />

Arangio Ruiz sarebbe <strong>di</strong>ventato ministro dell’educazione. Non abbiamo nulla da temere da lui o<br />

dalla collaborazione <strong>di</strong> Mattarella (sottosegretario democristiano all’educazione), che ha<br />

<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere un ottimo tecnico e che gode delle simpatie dei funzionari ministeriali. Tutto<br />

ciò ha favorito i nostri giochi. Forti mi ha detto <strong>di</strong> essere ebreo. Se non fosse sorto il caso del<br />

salvataggio <strong>di</strong> Tupini, né io (che ho curato le trattative per la formazione del governo) né<br />

Gronchi ci saremmo opposti alla nomina <strong>di</strong> Forti.<br />

Vi è preoccupazione per la liberazione dell’Italia settentrionale, per la politica inglese e per la<br />

posizione del governo Bonomi. Vi è il pericolo reale che i comunisti tentino un colpo <strong>di</strong> mano al<br />

momento della Liberazione. Ciò può accadere iall’improvviso. Ritengo che abbiano la forza <strong>di</strong><br />

mettere in atto un simile piano. Informazioni provenienti da varie fonti ci portano a credere che i<br />

comunisti hanno avuto or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> tenersi pronti. Inoltre, hanno iniziato la <strong>di</strong>stribuzione delle armi.<br />

Con la scusa della crisi seguita alla fuga <strong>di</strong> Roatta, il Pci ha chiesto la nomina <strong>di</strong> un<br />

sottosegretario a<strong>gli</strong> interni comunista, e la nomina <strong>di</strong> prefetti e questori legati al Pci. Per contro,<br />

le forze <strong>di</strong> polizia sono stanche delle continue campagne che sono costrette a subire, mentre<br />

l’esercito semplicemente non esiste. A proposito <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti, è opinione comune che sia un<br />

uomo forte e astuto. Non so se sarà in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un <strong>di</strong>ttatore, ma è comunque certo che<br />

tutti temono la possibilità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ttatura. Persino Nenni è preoccupato e, nel tentativo <strong>di</strong><br />

giustificare la sua politica filocomunista, afferma che, nel caso si instauri una <strong>di</strong>ttatura<br />

comunista, preferisce stare dalla loro parte piuttosto che beccarsi una pallottola in testa per aver<br />

108


tra<strong>di</strong>to la classe operaia. Alla Dc, considerata una forza politica conservatrice, spetterebbe invece<br />

un campo <strong>di</strong> concentramento.<br />

La politica to<strong>gli</strong>attiana <strong>di</strong> collaborazione con il governo e <strong>di</strong> amicizia nei nostri confronti<br />

(attribuite a<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Mosca) viene combattuta dallo stesso Pci. Recentemente ha portato ad<br />

un declino del movimento e a una virata verso il socialismo. Alcuni articoli comparsi nei giornali<br />

comunisti hanno destato un’enorme impressione. Se il Pci accettasse le tesi russo-yugoslave, la<br />

questione sarebbe risolta poiché ciò proverebbe la sua <strong>di</strong>pendenza da Mosca.<br />

Le prove sono costituite dal telegramma inviato a Franco e dalla <strong>di</strong>chiarazione che l’Italia è la<br />

prima nazione a rompere le relazioni <strong>di</strong>plomatiche con la Spagna. Ciò è accaduto dopo che<br />

un’analoga opinione era stata espressa dai giornali moscoviti. Va rilevato che, solo pochi giorni<br />

fa, i ministri comunisti avevano votato senza alcuna riserva la nomina del nuovo ambasciatore<br />

italiano in Spagna. Da qui i tentativi <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>fficoltà i socialisti.<br />

Il patto elettorale recentemente stipulato dai due partiti garantisce loro un’uguale rappresentanza<br />

in tutti i consi<strong>gli</strong> comunali. Ciò rappresenta un chiaro vantaggio per i socialisti: in pratica, i<br />

consi<strong>gli</strong>eri eletti dai socialisti finiranno per essere alla totale mercè dei comunisti, non essendo in<br />

grado <strong>di</strong> contare sull’appoggio del loro elettorato. E’ emerso inoltre un forte contrasto tra i due<br />

gruppi rossi a proposito della ricostituzione della Seconda Internazionale. Mentre Saragat ha<br />

salutato l’evento in termini entusiastici dalle pagine de l’"Avanti!", To<strong>gli</strong>atti ha scritto un duro<br />

articolo sostenendo che le responsabilità dell’attuale guerra e del fascismo vanno attribuite<br />

proprio alla Seconda Internazionale, che sarebbe stata la culla della reazione e delle <strong>di</strong>visioni<br />

della classe operaia.<br />

Il governo lavora e fa del suo me<strong>gli</strong>o, ma non riesce a galvanizzare o ad unificare la nazione.<br />

L’economia peggiora <strong>di</strong> giorno in giorno. Per colpa dell’inflazione, <strong>gli</strong> aumenti salariali vengono<br />

inevitabilmente erosi. A tutto ciò bisogna aggiungere l’incertezza per il futuro, lo scoramento per<br />

il comportamento dei ministri inglesi e la preoccupazione per la questione delle frontiere<br />

nazionali. Il paese ha l’impressione <strong>di</strong> essere nelle mani de<strong>gli</strong> angloamericani e delle nazioni a<br />

loro vicine, che cercano soltanto <strong>di</strong> trarre vantaggi dalla presente situazione.<br />

Abbiamo dovuto rinunciare alla Tunisia. Bidault ci ha messo due mesi a rispondere al<br />

telegramma <strong>di</strong> saluti <strong>di</strong> De Gasperi, e solo in seguito alla nostra <strong>di</strong>chiarazione. Assistiamo ad una<br />

campagna francese per l’annessione della Val d’Aosta mentre non sembrano voler rinunciare<br />

all’isola d’Elba. Si rumoreggia che l’Alto A<strong>di</strong>ge andrebbe all’Austria, per ripagarla <strong>di</strong> chissà<br />

quali buone azioni. Per non parlare dei confini orientali. Non capisco perché <strong>gli</strong> anglosassoni<br />

sono così teneri con la Yugoslavia, un paese che, sorto nel 1919 da un accordo de<strong>gli</strong> Alleati con<br />

la Francia, non ha mosso un <strong>di</strong>to al tempo dell’invasione germanica e che, inoltre, è stato per un<br />

lungo periodo al fianco della Germania. Il colpo <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> re Pietro, organizzato in extremis,<br />

non ha favorito <strong>gli</strong> Alleati, dal momento che la resistenza dei Serbi contro i tedeschi è durata<br />

appena una settimana.<br />

Veniamo ora alle bande partigiane. Il loro contributo alla causa italiana è <strong>di</strong> estrema importanza.<br />

Ora si comprende perché <strong>gli</strong> inglesi ci stiano privando <strong>di</strong> Tobruk ed abbiano iniziato ad evacuare<br />

<strong>gli</strong> italiani dall’Eritrea: sono i conquistatori e, per certi versi, fanno quel che vo<strong>gli</strong>ono. E <strong>di</strong>fficile<br />

comprendere perché alcune aree dell’Italia, conquistate con enormi sacrifici durante la Grande<br />

Guerra (proprio al lato <strong>di</strong> quelle nazioni che ora combattono unite), debbano ora essere<br />

consegnate alla Yugoslavia e all’Austria. In una simile situazione, come può un governo<br />

riscuotere la fiducia della nazione?<br />

109


A questo punto, sarebbe preferibile parlare a<strong>gli</strong> Alleati con coraggio e fermezza. Nessuno dei<br />

membri dell’attuale governo ha i numeri per farlo, con l’eccezione <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti (che però <strong>di</strong>pende<br />

dai russi). Ci vorrebbe unità <strong>di</strong> intenti, che però al momento appaiono spaccati tra fascismo e<br />

antifascismo. Gli antifascisti temono una nuova <strong>di</strong>ttatura, ma forse sono loro a prepararla.<br />

Dovrebbe rinascere un patriottismo nuovo e coraggioso, impensabile per <strong>gli</strong> uomini, le masse ed<br />

i partiti attuali.<br />

Viviamo nell’or<strong>di</strong>naria amministrazione. Il governo lavora ed opera con lentezza, e forse non<br />

potrebbe far <strong>di</strong> me<strong>gli</strong>o. Ma la nazione sente che il timone non è in mani sicure. La timidezza <strong>di</strong><br />

Bonomi e <strong>di</strong> quelli che lo circondano è risultata palese nella formazione della consulta. Ora sono<br />

tutti favorevoli alla creazione <strong>di</strong> una consulta politica, ma nessuno muove un <strong>di</strong>to. Si teme che<br />

possa <strong>di</strong>ventare un’entità costituente in grado <strong>di</strong> offuscare l’azione governativa con <strong>di</strong>scussioni <strong>di</strong><br />

natura parlamentare. Nel frattempo, il progetto che prevedeva la partecipazione <strong>di</strong>retta dei<br />

deputati interdetti dal mandato il 26 lu<strong>gli</strong>o 1926 ha finito per provocare l’ostilità <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti. Ha<br />

<strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> non desiderare la presenza dei rappresentanti dell’Aventino perché non vi erano<br />

comunisti tra quei settanta parlamentari. Tra questi, una gran parte era composta da elementi<br />

popolari e socialisti.<br />

Un problema che viene rimandato non può che <strong>di</strong>ventare più complesso. L’ultimo progetto in<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo prevede la creazione <strong>di</strong> una consulta composta da 400 delegati: 280 verrebbero<br />

nominati dai sei partiti del Cln, mentre <strong>gli</strong> altri 120 scranni sarebbero sud<strong>di</strong>visi tra i partiti<br />

repubblicano, democratico e monarchico, i 70 ex deputati dell’Aventino e le rappresentanze dei<br />

sindacati, delle leghe cooperative e del mondo della cultura. Un tipico esempio <strong>di</strong> Camera dei<br />

Fasci e delle Corporazioni! Bonomi vorrebbe istituire 10 commissioni allargate, le quali, a<br />

richiesta del governo, dovrebbero riunirsi in assemblea plenaria. Gli altri puntano solo ad una<br />

consulta politica, coa<strong>di</strong>uvata però dalle commissioni (come nel vecchio parlamento). La<br />

questione dell’equa rappresentanza dei sei partiti del Cln sembra essere svantaggiosa per noi.<br />

Tali motivi spingono Bonomi a rimandare la creazione della consulta, <strong>di</strong> fatto eliminando uno<br />

strumento politico <strong>di</strong> formazione e progresso. Forse Nenni non ha torto quando, nel mi<strong>gli</strong>or stile<br />

giacobino, descrive il governo Bonomi come un "potere alla camomilla". Su<strong>gli</strong> Alleati, il suo<br />

linguaggio è spesso troppo pungente.<br />

Crisi da una parte, fermenti rivoluzionari dall’altra. L’affare Roatta ha <strong>di</strong>mostrato con quale<br />

facilità l’Italia rischia <strong>di</strong> trasformarsi nuovamente in vittima dei traffici più infimi. In occasione<br />

della fuga del generale, vi sono state <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> piazza e campagne giornalistiche per<br />

abbattere il governo. Un comizio è stato organizzato nei pressi del Colosseo, promosso da<br />

socialisti e azionisti, assieme a liberali e militanti della Sinistra Cristiana. Si sono u<strong>di</strong>ti <strong>di</strong>scorsi<br />

infiammati ma, all’improvviso, la folla (non molto numerosa) ha abbandonato la piazza e si è<br />

<strong>di</strong>retta verso il Quirinale. Dalla folla sono state lanciate tre bome a mano (una è esplosa in mano<br />

ad un militante comunista, uccidendolo). Le forze <strong>di</strong> polizia hanno mantenuto la calma. Mentre<br />

la maggioranza della folla si <strong>di</strong>sperdeva, un gruppo <strong>di</strong> facinorosi ha issato il cadavere su un<br />

camion e si è <strong>di</strong>retto verso il Viminale.<br />

Qui, la polizia era quasi del tutto assente. Per la folla è stato quin<strong>di</strong> facile irrompere nel palazzo e<br />

occupare lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Bonomi. Una ban<strong>di</strong>era rossa è stata esposta al balcone. Un gruppo<br />

composto da partigiani, azionisti e comunisti, armato <strong>di</strong> bombe a mano e guidato dal generale<br />

Azzi, si è presentato a Bonomi in compagnia <strong>di</strong> un ufficiale dell’esercito e <strong>di</strong> Velio Spano,<br />

<strong>di</strong>rettore de "L’Unità". Dal balcone hanno pubblicamente chiesto le sue <strong>di</strong>missioni. Bonomi (con<br />

lui vi erano Spataro e Mole) ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> non aver nessuna intenzione <strong>di</strong> arrendersi alla folla<br />

e che avrebbe risposto delle sue azioni solo <strong>di</strong>nanzi al consi<strong>gli</strong>o dei ministri. Dall’esterno,<br />

110


prevaleva l’impressione che si stesse ordendo un complotto. Un ministro ha quin<strong>di</strong> chiesto<br />

l’intervento della polizia alleata per liberare Bonomi. La folla non se n’è accorta.<br />

La sera stessa, To<strong>gli</strong>atti ha cercato <strong>di</strong> spodestare Bonomi per formare un nuovo governo, ma il<br />

rifiuto <strong>di</strong> De Gasperi ha evitato la crisi. I socialisti e <strong>gli</strong> azionisti, che già cantavano vittoria,<br />

hanno accusato il colpo. Non essendo riuscito a provocare la crisi, To<strong>gli</strong>atti ha quin<strong>di</strong> cercato <strong>di</strong><br />

assicurarsi un maggiore potere all’interno della compagine governativa: ha chiesto che, accanto a<br />

Mole, venisse nominato un sottosegretario a<strong>gli</strong> interni comunista, oltre all’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> prefetti<br />

e questori vicini al Pci. Si <strong>di</strong>ce poi che abbia preteso un ambasciatore a Parigi <strong>di</strong> fede comunista.<br />

Tali richieste attendono ancora delle risposte. Nel frattempo sono state prese alcune misure. Tra<br />

queste, la sostituzione del comandante dei Carabinieri, la subor<strong>di</strong>nazione del Sim (il servizio<br />

segreto militare) al controllo del Ministero della Guerra e la virtuale soppressione del comando<br />

generale dell’esercito tramite la rimozione dei generali del periodo fascista.<br />

La crisi si è conclusa e il governo ne è emerso rafforzato. Ma la situazione è ancora precaria. Un<br />

tema che può portare allo scatenamento <strong>di</strong> una nuova crisi è il progetto <strong>di</strong> legge sulla confisca dei<br />

profitti avvenuti durante il regime fascista. Pesenti, ministro delle finanze comunista, ha proposto<br />

il sequestro dei beni accumulati dai gerarchi fascisti e dai contraenti dello Stato. Tutti <strong>gli</strong> aumenti<br />

<strong>di</strong> capitale realizzati dopo il 28 ottobre 1922 vengono quin<strong>di</strong> considerati de iure profitti<br />

eccedenti. Viene inoltre considerata fascista la quinta parte dei capitali scaturiti dalle manovre<br />

affaristiche promosse dal regime. Si è levato un coro <strong>di</strong> proteste. Molti hanno chiesto le prove<br />

che tali profitti siano riconducibili a manovre politiche. La questione cruciale sta nel<br />

comprendere se i comunisti esiteranno. Io penso <strong>di</strong> no.<br />

Questi sono i punti deboli del governo. Inoltre, <strong>gli</strong> inglesi contano sulla presunta debolezza del<br />

governo per affermare la loro egemonia. Sono convinto che, in loro assenza, l’affare Roatta<br />

sarebbe stato gestito in maniera <strong>di</strong>versa. Ed è vero che <strong>gli</strong> inglesi si oppongono alla ripresa<br />

produttiva delle industrie, ma solo <strong>di</strong> quelle tessili e <strong>di</strong> fibre artificiali. Le masse non sembrano<br />

essere al corrente <strong>di</strong> tali avvenimenti. L’avversione ai britannici è dovuta alla durezza dei loro<br />

ministri (i loro <strong>di</strong>scorsi sono dei capolavori d’ignoranza dello spirito italiano) e a una serie <strong>di</strong><br />

fatti seguiti alla liberazione del territorio italiano. Il miraggio della commercializzazione del pane<br />

bianco è infatti scomparso e le con<strong>di</strong>zioni economiche peggiorano <strong>di</strong> giorno in giorno in maniera<br />

impressionante. Vi sono poi stati casi <strong>di</strong> suici<strong>di</strong> <strong>di</strong> madri che non riuscivano a provvedere ai loro<br />

bambini. E, <strong>di</strong> recente, l’insegnante <strong>di</strong> una scuola me<strong>di</strong>a inferiore si è suicidato.<br />

Elezioni amministrative: come Lei sa, il governo ha già compiuto <strong>gli</strong> opportuni passi per la<br />

compilazione delle liste elettorali. Saranno forse pronte per la metà <strong>di</strong> maggio, in modo da poter<br />

fissare la data delle elezioni. Ma sono sorti numerosi problemi.<br />

Per quel che riguarda la legge elettorale, il consi<strong>gli</strong>o nazionale del nostro partito si è pronunciato<br />

per la "proporzionale amministrativa pura" (come Lei può leggere su "Il Popolo") e per<br />

l’"intransigenza elettorale" (sottoscritta a larghissima maggioranza). Il consi<strong>gli</strong>o intende<br />

<strong>di</strong>vulgare tali risoluzioni al momento opportuno, per evitare fin da subito la formazione <strong>di</strong><br />

blocchi elettorali all’interno delle varie sezioni.<br />

Il piano approvato nel 1920, che <strong>di</strong>chiarava vincitrice la lista che otteneva i due quinti dei voti, è<br />

stato scartato. Tale ipotesi favorirebbe infatti la vittoria del blocco socialcomunista in gran parte<br />

dei comuni. Per loro sarebbe molto facile ottenere i due quinti dei voti. In tali avverse<br />

circostanze, invece, noi dovremmo promuovere il sistema maggioritario, che <strong>di</strong>chiara vincitrice<br />

la lista che ottiene la metà più uno dei voti, un obiettivo <strong>di</strong>fficilmente raggiungibile dal blocco<br />

socialcomunista. La proporzionale ci impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> formare blocchi elettorali, cosa per noi molto<br />

111


pericolosa se si considerano le <strong>di</strong>fferenze tra le varie correnti. Alcuni militanti temono che i<br />

sistemi elettorali della proporzionale e dell’intransigenza elettorale finiscano per imprimere alle<br />

elezioni amministrative un carattere politico che sarebbe opportuno evitare prima dell’elezione<br />

dell’Assemblea Costituente. Altri propongono <strong>di</strong> in<strong>di</strong>re elezioni a partire dai vari Cln. Ciò<br />

avrebbe il vantaggio <strong>di</strong> separare la politica dall’attuale clima <strong>di</strong> contrasti. Io ritengo però che i<br />

pericoli siano in tal caso ancora più evidenti. Tale ipotesi finirebbe infatti per prolungare il potere<br />

dei sei partiti nei piccoli comuni, dove, al massimo, dovrebbero esisterne due. L’unico scenario<br />

in cui il blocco dei sei partiti merita attenzione è forse quello siciliano. Qui il Cln può opporsi al<br />

movimento separatista che, a mio parere, ha una certa consistenza solo in gran<strong>di</strong> centri come<br />

Palermo e Catania.<br />

Nel richiedere un blocco elettorale, i socialcomunisti hanno affermato che sarebbero lieti della<br />

nostra partecipazione.<br />

Dubito che le elezioni possano aver luogo in maggio, giacché mancano le premesse materiali. Si<br />

stima che a Napoli occorrerebbero cento milioni <strong>di</strong> lire per acquistare le urne e altri materiali<br />

elettorali.<br />

Nell’ultimo consi<strong>gli</strong>o nazionale, al comitato esecutivo del partito è stato chiesto <strong>di</strong> formulare un<br />

programma per le elezioni amministrative. Verrà presto istituita una commissione apposita,<br />

giacché vi è un’assoluta ignoranza dei problemi amministrativi locali. Nei comuni, le questioni<br />

da affrontare con urgenza sono le tasse locali, la riattivazione de<strong>gli</strong> enti comunali <strong>di</strong> assistenza<br />

(<strong>gli</strong> ex gruppi <strong>di</strong> carità), la municipalizzazione dei servizi e la socializzazione del monopolio<br />

dell’industria elettrica. Nel frattempo, i segretari comunali sono <strong>di</strong>ventati funzionari statali,<br />

mentre <strong>gli</strong> insegnanti <strong>di</strong>pendono ora dal ministero della pubblica istruzione.<br />

Saremmo lieti <strong>di</strong> ricevere i Suoi consi<strong>gli</strong> in materia amministrativa. La invito a stilare un<br />

manifesto politico, come Lei ha già fatto in passato. L’ho spesso riletto, trovandolo molto attuale<br />

e ricavandone una forte ispirazione.<br />

Su "Il Popolo", Lei potrà leggere <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni del giorno sui temi del lavoro e della politica<br />

economica redatti dalle varie commissioni, per sod<strong>di</strong>sfare il bisogno costante <strong>di</strong> linee<br />

programmatiche. I toni usati sono audaci. E’ un peccato che non vengano <strong>di</strong>vulgati e che non vi<br />

siano oratori capaci <strong>di</strong> propagandarli. I documenti sono spesso fred<strong>di</strong> e ari<strong>di</strong>. Sembrano creati in<br />

laboratorio.<br />

A conclusione <strong>di</strong> questa lunga lettera, Le comunico che urge un nuovo inno per la Dc. Quello<br />

vecchio non funziona. Non piace ai giovani e nessuno lo canta più. Senza inno, le nostre<br />

assemblee sono fredde. Manca l’entusiasmo. Alcuni si sono sforzati <strong>di</strong> scriverne versi e musica,<br />

ma con scarsi risultati. Lei non potrebbe fornire al partito un nuovo inno? Capisco che è un<br />

impegno gravoso, ma Lei è il capo del partito ed è per questo motivo che mi sento giustificato a<br />

rivolgerLe tale richiesta.<br />

Dalle Sue lettere percepisco quanto e come Lei lavori. Ciò mi riempie <strong>di</strong> grande gioia perché Lei<br />

si impegna come ai tempi <strong>di</strong> via <strong>di</strong> Ripetta. Una Sua grande fotografia è appesa nel mio stu<strong>di</strong>o al<br />

partito. Sono solito comunicarLe problemi, paure e preoccupazioni, ma anche fedeltà e affetto; e<br />

ne ricavo consi<strong>gli</strong> preziosi che tonificano le mie povere forze. Il Signore ci farà dono della Sua<br />

presenza? Mi auguro che ciò avvenga a Pasqua. Quali saluti posso inviarLe? Che il Signore La<br />

protegga e La affranchi da<strong>gli</strong> affanni del mondo.<br />

Sinceramente Suo,<br />

112


Scelba<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: Preoccupazione del Papa per il ritiro delle truppe alleate.<br />

Data: 6 lu<strong>gli</strong>o 1945<br />

Il Papa teme che le ultime truppe alleate vengano ritirare troppo rapidamente dall’Italia. Nel caso<br />

ciò avvenga prima che il paese trovi una certa stabilità, e<strong>gli</strong> ritiene che vi possa essere il pericolo<br />

<strong>di</strong> un colpo <strong>di</strong> Stato. Se le truppe venissero rimosse prematuramente, <strong>gli</strong> Alleati perderebbero i<br />

frutti della loro vittoria militare in Italia.<br />

Il Vaticano è rimasto sorpreso dalle <strong>di</strong>chiarazioni del generale McNarney dello scorso 25 giugno,<br />

in cui affermava che il comando americano avrebbe rimpatriato 2.500 soldati entro il primo<br />

gennaio del 1946 (Trieste esclusa). Secondo alcuni prelati vaticani, è stato un errore fare un<br />

simile annuncio, sebbene motivi militari o <strong>di</strong> altro genere rendano necessario il rientro.<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: I partiti politici italiani e la situazione politica<br />

Data: 27 novembre 1945.<br />

I principali partiti politici italiani<br />

(dalla destra alla sinistra)<br />

Partito della Concentrazione Nazionale Liberal-Democratica<br />

Principali esponenti: sen. Bergamini, sen. Della Torretta, sig. Armando Zanetti.<br />

Sarebbe più corretto definirlo "Partito Conservatore". E’ una formazione politica desiderosa <strong>di</strong><br />

salvare i resti delle vecchie istituzioni. Potrebbe essere ancora utile al paese e alle sue necessità<br />

sociali. Racco<strong>gli</strong>e uomini <strong>di</strong> destra provenienti da altri partiti (soprattutto del Partito Liberale).<br />

In<strong>di</strong>vidua la salvezza del paese nell’or<strong>di</strong>ne, nel patriottismo e nella monarchia. Il suo programma<br />

politico, sociale ed economico è stato pubblicato ne "L’opinione", organo ufficiale del partito, e<br />

si basa sulla tra<strong>di</strong>zionale risorgimentale, che ha dato al paese unità, libertà ed un meritato<br />

prestigio internazionale. Il Pcnld si ispira alla tra<strong>di</strong>zione liberale e si batte per il rispetto del<br />

sistema parlamentare e della legalità senza il ricorso a misure repressive. Dal punto <strong>di</strong> vista<br />

economico, il partito è a favore delle imprese private, sebbene ammetta la possibilità <strong>di</strong> interventi<br />

governativi nel caso in cui l’impresa privata si riveli inadeguata alle sfide della modernità. Vari<br />

partiti <strong>di</strong> scarsa importanza, sorti in<strong>di</strong>pendentemente l’uno dall’altro nelle varie regioni italiane,<br />

sono confluiti nel Pcnld e puntano a coor<strong>di</strong>nare le loro attività in vista della ricostruzione<br />

materiale e morale della nazione.<br />

Partito Democratico Italiano<br />

113


Segretario generale: Dott. Enzo Selvaggi.<br />

Principali esponenti: Roberto Lucifero, A.Premoli, V.Lucci.<br />

Pubblicazioni: "Italia Nuova" e tre settimanali a Roma. Numerosi altri giornali in varie regioni<br />

italiane.<br />

Il suo programma politico si basa sulla premessa che l’obiettivo <strong>di</strong> tutti i sistemi sociali punta a<br />

sviluppare e a proteggere la persona umana, vittima delle aberrazioni totalitarie. E’ a favore <strong>di</strong> un<br />

sistema costituzionale basato sulla monarchia, considerata la garanzia <strong>di</strong> un sistema politico<br />

realmente democratico, libero e non inquinato dalle continue vicissitu<strong>di</strong>ni partitiche. Per quanto<br />

riguarda i gravi problemi <strong>di</strong> politica interna ed estera, aderisce pienamente ai principi<br />

democratici che garantiscono (anche all’Italia) le fondamentali garanzie <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità ed<br />

ugua<strong>gli</strong>anza, come proclamato dalla Carta Atlantica. Al momento, il partito è schierato contro la<br />

"<strong>di</strong>ttatura" del Cln (a cui non aderisce) e si considera <strong>di</strong> conseguenza all’opposizione. In tempi<br />

recenti ha conosciuto uno sviluppo considerevole, inaugurando oltre 300 sezioni. Varie<br />

organizzazioni monarchiche, sorte nell’Italia settentrionale come reazione alla propaganda<br />

repubblicana promossa dal Cln e dai partiti <strong>di</strong> Sinistra, si sono alleate al P<strong>di</strong>, da loro considerato<br />

un alleato naturale. Tra queste, la "Conte <strong>di</strong> Cavour" in Piemonte e il "Movimento Tricolore" in<br />

Lombar<strong>di</strong>a. Quest’ultima sembra avere almeno 30.000 iscritti nella sola provincia <strong>di</strong> Milano.<br />

Partito Liberale<br />

Presidente: prof. Benedetto Croce.<br />

Segretario generale: avv. Cattani.<br />

Principali esponenti: conte Caran<strong>di</strong>ni, conte Casati, avv. Frosio, avv. Ricci, Manlio Lupinacci,<br />

Mario Ferrara.<br />

Principali pubblicazioni: "Il Risorgimento Liberale" <strong>di</strong> Roma, "La Patria" <strong>di</strong> Firenze, "Il<br />

Giornale" <strong>di</strong> Napoli, "La Libertà" <strong>di</strong> Milano, "L’Opinione" <strong>di</strong> Torino.<br />

Il Partito Liberale consacra tutte le sue energie alla <strong>di</strong>fesa delle fondamentali libertà <strong>di</strong> pensiero,<br />

parola, stampa, associazione e religione. Non ha un gran seguito tra le masse, essendo soprattutto<br />

un partito costituito da intellettuali. Di recente ha conosciuto una crescita notevole nell’Italia<br />

meri<strong>di</strong>onale, ha incorporato i locali P<strong>di</strong> <strong>di</strong> Toscana e Piemonte, traendo profitto dalla scissione<br />

del Partito d’Azione. Il programma liberale ha riscosso le simpatie dei citta<strong>di</strong>ni senza partito, ed<br />

è quin<strong>di</strong> probabile che raccolga un gran numero <strong>di</strong> voti nelle prossime libere elezioni. Al<br />

momento partecipa al governo e si è spesso opposto a<strong>gli</strong> altri partiti dell’esarchia (il Cln, ndr.). Il<br />

suo obiettivo è quello <strong>di</strong> prevenire l’adozione <strong>di</strong> leggi o misure considerate antiliberali o<br />

antidemocratiche, soprattutto nell’ambito della libertà <strong>di</strong> stampa e delle epurazioni. Non ha<br />

assunto una posizione chiara a proposito della questione istituzionale, ma va detto che, pur<br />

contando con una fazione repubblicana, è incline alla monarchia. In alcune sezioni la<br />

maggioranza ha recentemente approvato risoluzioni nettamente a favore della monarchia. Il Pli<br />

ha ingaggiato batta<strong>gli</strong>a con i partiti <strong>di</strong> sinistra per imporre limiti temporali e <strong>di</strong> azione alla futura<br />

Assemblea Costituente e per promuovere un referendum popolare (per la scelta tra monarchia e<br />

repubblica, ndr.) da tenersi assieme all’elezione dei deputati della Costituente.<br />

Partito Democratico del Lavoro<br />

114


Segretario: avv. Cevolotto.<br />

Principali esponenti: Ruini e Molè<br />

Pubblicazioni: "Ricostruzione" (scarsa circolazione).<br />

Persegue una politica progressista nel tentativo <strong>di</strong> fondere l’ideologia liberale, democratica e<br />

socialista. A proposito della questione istituzionale, si è pronunciato a favore della repubblica,<br />

ma si mormora che il suo leader, Meuccio Ruini, ed altri importanti esponenti del partito non<br />

esiterebbero a schierarsi a favore della monarchia. Il Pdl ha scarso seguito tra le masse ed è quasi<br />

esclusivamente formato da uomini politici. I suoi fon<strong>di</strong> sono carenti e non può vantarsi, come<br />

fanno il Partito Liberale e il Partito d’Azione, <strong>di</strong> contare tra le sue fila eminenti personalità. Se<br />

Nitti formasse un suo partito (cosa probabile), il Pdl perderebbe i suoi principali leader. E’ in<br />

ogni caso un partito destinato a scomparire nel momento in cui i suoi uomini più capaci<br />

subiranno la fatale attrazione delle formazioni politiche più <strong>di</strong>namiche e vitali. Il Pdl mantiene<br />

contatti con la massoneria.<br />

Democrazia Cristiana<br />

Segretario: De Gasperi<br />

Principali esponenti: Gronchi, Spataro, il conte Jacini.<br />

Pubblicazioni: "Il Popolo" (Roma e Milano) e vari altri giornali regionali.<br />

E’ l’erede del vecchio Partito Popolare Italiano <strong>di</strong> Don Luigi Sturzo, il sacerdote che<br />

all’indomani della prima guerra mon<strong>di</strong>ale riuscì a rinnovare il movimento cattolico "modernista"<br />

del primo Novecento. In campo ideologico, e<strong>gli</strong> sostituì il materialismo storico con l’intervento<br />

della Divina Provvidenza, e la lotta <strong>di</strong> classe con la collaborazione tra le classi sociali, garantita<br />

dall’equilibrio de<strong>gli</strong> interessi economici nel segno della Carità Cristiana. Venivano così applicati<br />

i principi emanati dalla famosa enciclica "Rerum Novarum" <strong>di</strong> papa Leone XIII, che gettò le basi<br />

della nuova dottrina sociale cristiana. Nel Ppi emerse ben presto il dualismo tra i conservatori e i<br />

progressisti, fatto che condusse i primi ad allinearsi al Fascismo (considerato il partito<br />

dell’or<strong>di</strong>ne), mentre i secon<strong>di</strong>, infiammati dalle teorie del Mi<strong>gli</strong>oli, finirono per abbracciare le<br />

tesi comuniste (occupazione delle fabbriche e delle terre, ecc.). Nell’attuale Dc si <strong>di</strong>stinguono<br />

due tendenze: una <strong>di</strong> destra (guidata da De Gasperi) ed una <strong>di</strong> sinistra, composta dalle forze<br />

progressiste giovanili. La sinistra vorrebbe chiudere con il settarismo e la <strong>di</strong>pendenza dal<br />

Vaticano, e che la Dc si pronunciasse a favore della repubblica, per l’assemblea costituente al<br />

posto del referendum e per la collaborazione con i socialcomunisti. Sebbene non in modo<br />

ufficiale, la destra considera la Dc il braccio secolare della Santa Sede nella politica italiana.<br />

Sotto la maschera dell’agnosticismo, appoggia la monarchia e il referendum al posto<br />

dell’assemblea costituente. Per timore <strong>di</strong> essere sbara<strong>gli</strong>ata dai socialcomunisti, è infine poco<br />

incline a stringere patti con loro. Vale notare che in Piemonte, Campania e Pu<strong>gli</strong>a la Dc è<br />

decisamente monarchica. Leader influenti del partito si sono più volte espressi ufficialmente a<br />

favore dei Savoia. Molti esponenti della Dc sono importanti professionisti del mondo industriale<br />

e finanziario. Ma anche operai e impiegati statali aderiscono al partito. La Dc conta inoltre con<br />

numerosi sostenitori tra <strong>gli</strong> ufficiali delle forze armate e promuove un’attiva propaganda<br />

volontaria per aiutare le masse a risolvere la questione alimentare, soprattutto attraverso<br />

l’organizzazione <strong>di</strong> "mense popolari" presso il Circolo <strong>di</strong> San Pietro (che ha recentemente<br />

rilevato varie mense popolari e ristoranti economici <strong>di</strong> proprietà della Società Immobiliare).<br />

Partecipa inoltre alle attività della "Pontificia Commissione per i Profughi", alla quale aderiscono<br />

115


alcuni <strong>di</strong>gnitari del Vaticano. La Dc è attualmente il maggior partito <strong>di</strong> massa italiano. Nelle<br />

regioni del centro e del sud i democristiani hanno il controllo della cosa pubblica, mentre i<br />

comunisti sono in decisa minoranza. Atten<strong>di</strong>bili statistiche <strong>di</strong>vulgate dal Ministero dell’Interno<br />

mostrano che nelle regioni controllate dal governo italiano (al <strong>di</strong> sotto della Linea Gotica) la sola<br />

Dc conta con più militanti <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> altri partiti messi insieme. Al nord, è fortissima in Piemonte<br />

e Lombar<strong>di</strong>a ma debole in Liguria e in Emilia Romagna. E’ praticamente l’unico partito nel<br />

Veneto, una regione che, come ai tempi del Ppi, viene considerata la roccaforte dei cattolici.<br />

Partito d’Azione<br />

Principali esponenti: Lussu, Cianca, La Malfa, Rossidoria.<br />

Pubblicazioni: "Italia Libera" (Roma), "L’Azione" (Genova), "GL" (Torino) e vari altri<br />

settimanali.<br />

Ai suoi esor<strong>di</strong>, il Pd’A era composto da intellettuali e da esiliati politici sostenuti dai servizi<br />

segreti alleati e occultamente finanziati dalla Banca Commerciale Italiana. Ha poi svolto un ruolo<br />

fondamentale durante l’occupazione tedesca. Nel Pd’A militavano soprattutto professionisti e<br />

intellettuali che hanno gradualmente assunto il comando della lotta clandestina. All’indomani<br />

della Liberazione, <strong>gli</strong> azionisti (che non erano certo alla testa <strong>di</strong> un movimento <strong>di</strong> massa) hanno<br />

continuato a influenzare i vari comitati <strong>di</strong> liberazione sparsi per l’Italia, ma senza un programma<br />

politico definito. Di idee decisamente repubblicane, durante la lotta <strong>di</strong> Liberazione il Pd’A<br />

riceveva aiuti speciali da parte de<strong>gli</strong> Alleati. Gli azionisti mantenevano i collegamenti con <strong>gli</strong><br />

angloamericani grazie ai servizi segreti militari. Di recente i ranghi del partito si sono fortemente<br />

assotti<strong>gli</strong>ati. Molti militanti azionisti che hanno preso parte alla Resistenza temono infatti che,<br />

nel caso venga instaurata una repubblica, il Pci possa impossessarsi del paese ed imporre una<br />

<strong>di</strong>ttatura comunista. Numerosi esponenti del partito hanno rassegnato le <strong>di</strong>missioni, soprattutto in<br />

seguito alla risoluzione <strong>di</strong> Cosenza che ne ha <strong>di</strong>chiarato il carattere rivoluzionario. Al momento,<br />

quin<strong>di</strong>, il Pd’A è lacerato da una drammatica crisi interna. L’ala destra si sposta verso il Partito<br />

Liberale, quella sinistra verso il Partito Socialista, mentre è palese che la maggioranza dei suoi<br />

leader viene attratta dal Partito Repubblicano. Se le suddette fazioni abbandonassero il partito, il<br />

Pd’A potrebbe confluire nel Pri. Gli azionisti hanno attraversato una <strong>di</strong>fficile crisi finanziaria,<br />

che sembra ora risolta grazie alle forti somme elargite da alcuni industriali. Questi hanno ottime<br />

ragioni <strong>di</strong> temere le epurazioni in atto e, per evitare <strong>di</strong> essere attaccati, si rifugiano sotto l’ala<br />

protettrice del partito.<br />

Partito Repubblicano Italiano<br />

Segretario: Randolfo Pacciar<strong>di</strong><br />

Principali esponenti: Conti, Buggelli, Facchinetti.<br />

Pubblicazioni: "La Voce Repubblicana" (Roma) e "Il Popolo Sovrano" (Milano e Torino).<br />

Il Pri si batte per l’abolizione della monarchia e si rifiuta <strong>di</strong> partecipare ai governi che giurano<br />

fedeltà al Re. E’ quin<strong>di</strong> schierato contro il Cln (al quale non appartiene) e il governo. Il partito<br />

propone che il potere legislativo venga esercitato da una camera dei deputati, da un senato (che<br />

non dovrebbe però interferire con la camera nell’elaborazione delle leggi, limitandosi a<br />

revisionarle) e da una corte costituzionale, che dovrebbe vigilare sulla legittimità delle leggi. Il<br />

potere esecutivo verrebbe esercitato dal presidente delle repubblica e dal governo. Il Pri punta a<br />

<strong>di</strong>ventare un partito "puro" che non scende mai a compromessi. La violenza dei suoi attacchi alla<br />

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monarchia e al governo in carica hanno convinto molti repubblicani ad abbandonarne le fila,<br />

convinti come sono che <strong>gli</strong> italiani dovrebbero raggiungere un qualche compromesso politico. In<br />

Romagna (da sempre una roccaforte delle idee repubblicane) il Pri è inesistente. I suoi fuoriusciti<br />

hanno fondato il Partito del Lavoro Italiano, che <strong>di</strong>ffonde le idee repubblicane ma in maniera<br />

meno violenta. Al momento, nel Pri agiscono numerose correnti che potrebbero portare ad una<br />

serie <strong>di</strong> scissioni.<br />

Partito Socialista<br />

Segretario: Nenni.<br />

Principali esponenti: Lizzar<strong>di</strong>, Saragat, Silone, Mo<strong>di</strong><strong>gli</strong>ani.<br />

Pubblicazioni: "L’Avanti" (Roma e Milano) e vari perio<strong>di</strong>ci nelle altre regioni.<br />

Il suo programma si ispira alle teorie economiche e sociali <strong>di</strong> Karl Marx. E’ favorevole<br />

all’instaurazione della Repubblica. Durante l’occupazione tedesca ha svolto attività<br />

propagan<strong>di</strong>stiche e informative e guidato i comitati <strong>di</strong> liberazione nazionale, ma non ha<br />

partecipato attivamente alla lotta partigiana. La politica <strong>di</strong> Nenni ha provocato una seria crisi nel<br />

partito. Malgrado i consi<strong>gli</strong> dei socialisti francesi e britannici, il leader ha spinto il partito verso i<br />

comunisti, fatto che <strong>gli</strong> ha tolto la fiducia della base. Nenni si è ultimamente avvicinato alla Dc.<br />

E’ convinto che se riuscisse a stabilire un’alleanza politica con i cattolici, la sua posizione nel Psi<br />

si rafforzerebbe. La sua guida è rimasta seriamente indebolita dalla sconfitta subita sulla<br />

questione della fusione con il Pci. E’ stato inoltre criticato dai membri anziani del partito, guidati<br />

da Mo<strong>di</strong><strong>gli</strong>ani (ex segretario del partito), e dal gruppo dei moderati capeggiati da Saragat. Un<br />

altro gruppo <strong>di</strong> moderati, con alla testa Zaniboni, ha da poco abbandonato il Psi per formare il<br />

Partito Socialista Democratico. Zaniboni, che è monarchico, ha inoltre acquistato un quoti<strong>di</strong>ano<br />

politico romano, "La Capitale". Sembra certo che nel corso dell’imminente congresso socialista<br />

finiranno per prevalere le idee <strong>di</strong> Saragat, Silone e Mo<strong>di</strong><strong>gli</strong>ani, che desiderano preservare la<br />

piena in<strong>di</strong>pendenza del partito per plasmarlo sul modello del partito laburista britannico. Sebbene<br />

passi come un partito <strong>di</strong> massa, il Psi ha pochi militanti, assai meno non solo dei comunisti e dei<br />

democristiani ma anche de<strong>gli</strong> iscritti al Partito Democratico Italiano. Vale notare che<br />

all’indomani della liberazione <strong>di</strong> Roma (giugno 1944), "L’Avanti" (organo ufficiale del partito)<br />

vendeva tra le 120.000 e le 150.000 copie al giorno. Ora le ven<strong>di</strong>te sono scese a 40.000, la metà<br />

delle quali a Roma. Dopo un iniziale successo, "L’Avanti" ha perduto lettori anche a Milano.<br />

Sinistra Cristiana<br />

Principali esponenti: Don Pecoraio, Franco Rodano, Giulio Serpa.<br />

Pubblicazioni: "La Voce Operaia".<br />

Si tratta <strong>di</strong> un movimento <strong>di</strong> sinistra che punta a svilupparsi all’interno della chiesa cattolica.<br />

Sembra che a finanziarlo sia il Pci, con l’obiettivo <strong>di</strong> spingere i militanti democristiani verso le<br />

politiche socialcomuniste. Il movimento cattolico-comunista è sorto grazie all’opera <strong>di</strong> alcuni<br />

giovani intellettuali e operai. Il suo programma è antifascista e si propone come avanguar<strong>di</strong>a<br />

della classe operaia e, nello specifico, dei lavoratori cattolici. Trasformatosi nell’ala sinistra dei<br />

cattolici, il partito è stato ripetutamente attaccato dai giornali vicini al Vaticano, che ha espresso<br />

sfiducia e apprensione a proposito <strong>di</strong> alcuni punti del suo programma politico, considerato troppo<br />

avanzato e pericoloso. La Sinistra Cristiana ha successivamente inglobato il Partito Cristiano<br />

Sociale e ricevuto adesioni <strong>di</strong> militanti in<strong>di</strong>pendenti e democristiani. "L’Osservatore Romano" ha<br />

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sconfessato il partito non solo per ragioni teoriche e dottrinali, ma anche per evitare il pericolo<br />

che all’estero simili gruppi o partiti, soprattutto in Francia e in Yugoslavia, arrivino a ritenere<br />

che la politica della Sinistra Cristiana riceva l’approvazione del Vaticano.<br />

Partito Comunista<br />

Segretario: To<strong>gli</strong>atti.<br />

Principali esponenti: Spano, Di Vittorio, De Negarville, Reale.<br />

Pubblicazioni: "L’Unità" (Roma e Milano), "La Voce" (Napoli) e vari settimanali. "La Voce"<br />

(Napoli).<br />

Il Pci punta ad abolire il capitalismo attraverso la lotta <strong>di</strong> classe del proletariato contro la classe<br />

me<strong>di</strong>a (borghesia). Tra tutti i partiti che nell’attuale periodo <strong>di</strong> transizione cercano <strong>di</strong> ottenere il<br />

sostegno delle masse in vista della batta<strong>gli</strong>a decisiva, il Pci sembra essere la formazione politica<br />

che compie i maggiori sforzi per conquistarle. Non dobbiamo infatti <strong>di</strong>menticare che<br />

ultimamente non ha soltanto proposto <strong>di</strong> andare al governo ma anche <strong>di</strong> instaurare un monopolio<br />

<strong>di</strong> potere per imporre la sua ideologia alla nazione. Il Pci non può limitarsi ad una politica<br />

puramente elettorale, in cui successo e fortuna appaiono incerti, ma deve sviluppare ad ampio<br />

raggio le sue attività strategiche. Per completare i preparativi (che consistono da una parte nel<br />

rimuovere ogni ostacolo e nel <strong>di</strong>struggere in tempo ogni possibilità <strong>di</strong> resistenza e, dall’altra,<br />

nell’allestire con cura un forte apparato organizzativo), il Pci si è camuffato da sostenitore della<br />

democrazia progressista, presentandosi sotto le spo<strong>gli</strong>e <strong>di</strong> un partito pronto a convivere in pace e<br />

armonia con le altre formazioni politiche. Il comunismo punta a prendere il potere applicando un<br />

principio già sperimentato in Russia: "Nel <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, una minoranza organizzata può conquistare<br />

le masse". Il Pci, quin<strong>di</strong>, cerca in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere i partiti avversari e <strong>di</strong> minare la<br />

struttura dello Stato. Approfitta così del fatto che molti esponenti comunisti partecipano al<br />

governo e ne occupano alte cariche. Soprattutto in un momento in cui la burocrazia statale viene<br />

purgata dai fascisti e nascono nuove organizzazioni sindacali, il Pci colloca i "compagni" nei<br />

punti nevralgici della nazione. I comunisti sono riusciti a infiltrarsi anche in tutte le istituzioni<br />

anglo-americane, dal momento che, al loro arrivo in Italia, <strong>gli</strong> Alleati erano fortemente allarmati<br />

dal pericolo fascista. Non hanno quin<strong>di</strong> esitato ad acco<strong>gli</strong>ere i comunisti nei loro ranghi. Anzi: li<br />

hanno ad<strong>di</strong>rittura cercati, convinti com’erano <strong>di</strong> non poter contare su collaboratori più zelanti.<br />

Gli Alleati sono quin<strong>di</strong> caduti nella trappola del Pci, che ha subito provveduto a circondarli <strong>di</strong><br />

suoi informatori (interpreti, impiegati, autisti, ecc.). Dal momento che ai militanti del partito<br />

viene chiesto <strong>di</strong> promuovere ogni forma <strong>di</strong> propaganda nei luoghi <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> supervisionare le<br />

attività economiche, tecniche e politiche de<strong>gli</strong> enti in cui lavorano e <strong>di</strong> racco<strong>gli</strong>ere tutte le<br />

informazioni che possono risultare utili al partito, il Pci si trova attualmente nella posizione <strong>di</strong><br />

controllare l’organizzazione dello Stato e le attività de<strong>gli</strong> Alleati. Sarà così in grado <strong>di</strong><br />

influenzarli per raggiungere i propri obiettivi, in conformità con le <strong>di</strong>rettive impartite dai<br />

<strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> alto rango. Viene così attivato il complesso apparato del partito, che dalle cellule<br />

raggiunge il comitato centrale passando attraverso le sezioni <strong>di</strong> quartiere e le federazioni<br />

provinciali. Il Pci spera <strong>di</strong> egemonizzare le masse con ogni mezzo. Come noto, si avvale <strong>di</strong><br />

ampie risorse finanziarie per aiutare i suoi militanti ad acquistare alimenti, arrivando a concedere<br />

loro prestiti in denaro. Il partito si è anche impossessato delle Camere del Lavoro. Gli operai non<br />

iscritti alle sezioni locali non ricevono infatti alcun aiuto, se non in malo modo, senza che<br />

l’apparato si interessi alla loro situazione. Per aumentare <strong>gli</strong> iscritti, i comunisti accolgono tra le<br />

lor fila anche ex fascisti, soprattutto ex gerarchi e squadristi, garantendo loro protezione da<br />

persecuzioni o epurazioni. Al momento, il Pci è il secondo partito per numero <strong>di</strong> iscritti. Il primo<br />

è la Dc, che <strong>di</strong>stanzia <strong>di</strong> gran lunga i comunisti per aderenti. I meto<strong>di</strong> che abbiamo appena<br />

118


elencato causano però <strong>di</strong>fficoltà interne. I nuovi iscritti infatti, entrati nel partito per cercare<br />

protezione o per necessità economiche, non nutrono una gran fiducia nell’ideologia comunista.<br />

Di fatto, l’aperta <strong>di</strong>pendenza del Pci dalla Russia, la posizione assunta sulla questione <strong>di</strong> Trieste,<br />

i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong>ttatoriali e il desiderio <strong>di</strong> arginare <strong>gli</strong> abusi e le violenze hanno finito per <strong>di</strong>ssuadere<br />

molte persone dall’iscriversi al partito, adesioni che all’indomani della Liberazione erano<br />

altissime, soprattutto in alcune regioni italiane. Seguendo le <strong>di</strong>rettive del comitato centrale, la<br />

propaganda comunista non viene <strong>di</strong>ffusa solo dai "compagni" nei quartieri e nei luoghi <strong>di</strong> lavoro,<br />

ma soprattutto da<strong>gli</strong> agit-prop, speciali gruppi presenti in ogni federazione e guidati da militanti<br />

addestrati in Russia all’arte dell’agitazione e della propaganda tra le masse. Gli agit-prop sono<br />

attivi nelle piazze, nei bar, sui treni e nelle file che si formano fuori dai negozi <strong>di</strong> alimentari.<br />

Approfittano delle <strong>di</strong>fficoltà alimentari della popolazione, del precario stato dei pubblici servizi e<br />

delle situazioni <strong>di</strong> povertà <strong>di</strong>ffusa. Fanno promesse, avviliscono ogni sforzo <strong>di</strong> mi<strong>gli</strong>orare la<br />

situazione, ricattano <strong>gli</strong> oppositori, <strong>di</strong>ffondono ovunque il verbo <strong>di</strong> Mosca e profetizzano a nome<br />

dei sovietici l’avvento imminente <strong>di</strong> un’era <strong>di</strong> giustizia e prosperità. L’esempio della Russia<br />

sovietica è il principale argomento della propaganda comunista, dal quale vengono tratte tutte le<br />

logiche conseguenze. Sminuendo in maniera deliberata il considerevole aiuto fornito alla Russia<br />

da<strong>gli</strong> anglo-americani, i comunisti affermano che le vittorie dell’Armata Rossa sono dovute<br />

esclusivamente al potenziale industriale del paese ed al nuovo spirito che anima i suoi soldati. E’<br />

il risultato della rivoluzione e del formidabile sistema sociale sorto da questa. Arrivano quin<strong>di</strong><br />

alla conclusione che la monarchia, le forze armate, l’aristocrazia, la classe me<strong>di</strong>a, la burocrazia,<br />

<strong>gli</strong> industriali ed il sistema capitalistico rappresentano la reazione che schiavizza le masse per i<br />

suoi fini. I comunisti fanno leva su vari argomenti: i paesi anglosassoni sono plutocrazie,<br />

l’Inghilterra impe<strong>di</strong>sce l’arrivo in Italia del grano russo, l’America si rifiuta <strong>di</strong> estendere al<br />

nostro paese la legge dei prestiti. Cercano in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> scre<strong>di</strong>tare le potenze occidentali e <strong>di</strong><br />

esaltare la Russia. Con il pretesto della sconfitta italiana, dei morti, dei prigionieri, delle<br />

<strong>di</strong>struzioni, delle polemiche tra i partiti, de<strong>gli</strong> sba<strong>gli</strong> grossolani de<strong>gli</strong> Alleati e dell’alto costo<br />

della vita, i comunisti lottano caparbiamente e pazientemente per minare il sistema e le<br />

istituzioni, provocando scontento e ribellioni. Puntano a creare uno stato permanente <strong>di</strong><br />

confusione e <strong>di</strong> caos, convinti come sono <strong>di</strong> essere l’unico partito ben organizzato. Dal caos<br />

attuale sorgerà lo stato comunista. Il Pci si è inoltre attivato per armarsi in vista della rivoluzione<br />

proletaria. E’ noto che non solo l’ala più estremista delle bande partigiane ha consegnato le armi<br />

al partito. Il Pci cerca <strong>di</strong> incrementare il suo arsenale con ogni mezzo. Lungi dal volersi<br />

scio<strong>gli</strong>ere, i Gap, i Sap e le altre squadre <strong>di</strong> "azione" si sono organizzati nelle città dove non<br />

avevano mai operato. In maniera palese, il Pci spende grosse somme <strong>di</strong> denaro per<br />

l’organizzazione, la propaganda e <strong>gli</strong> armamenti. Paga salari a tutti i suoi collaboratori, dalle<br />

8.000 lire in su. Ogni mese provvede a prestare denaro a chi non ne ha e, in nome del partito,<br />

occupa le cariche pubbliche. Promuove manifestazioni su vasta scala, come quella recentemente<br />

tenutasi a Mariano Comense. Dispone inoltre <strong>di</strong> numerose automobili e <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong><br />

benzina, che servono ai segretari <strong>di</strong> sezione e ai propagan<strong>di</strong>sti per raggiungere anche i centri<br />

abitati più piccoli. Le entrate finanziarie provenienti dalle donazioni e dalle iscrizioni, le somme<br />

ottenute ricattando i fascisti sospetti, i tributi imposti a istituti e imprese, e, infine, le grosse<br />

somme <strong>di</strong> denaro trafugate durante l’insurrezione (del 25 aprile 1945, ndr) non sono sufficienti a<br />

coprire le spese. Sono quin<strong>di</strong> da considerarsi atten<strong>di</strong>bili le voci secondo le quali il partito<br />

riceverebbe denaro dall’estero. Le attività del Pci in rapporto alle forze armate meritano una<br />

speciale attenzione. E’ evidente che il partito sta tentando <strong>di</strong> sostituire l’esercito, la marina e<br />

l’aeronautica con un’Armata Rossa ai suoi coman<strong>di</strong>. Cerca quin<strong>di</strong> in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> scre<strong>di</strong>tare le<br />

attuali istituzioni militari e <strong>di</strong> privarle <strong>di</strong> ogni autorità <strong>di</strong>nanzi alla nazione e a<strong>gli</strong> Alleati.<br />

Lavorano per minarle dall’interno, proclamando la necessità <strong>di</strong> un esercito nazionale potente e<br />

democratico. La stampa comunista non perde occasione per mettere in luce le responsabilità<br />

de<strong>gli</strong> alti coman<strong>di</strong> nei giorni ingloriosi dell’armistizio. Citano come esempio dell’inettitu<strong>di</strong>ne dei<br />

quadri militari i nomi de<strong>gli</strong> ufficiali considerati responsabili delle ignominie e de<strong>gli</strong> errori<br />

119


commessi, ed esaltano l’esempio dei bassi ranghi dell’esercito, soprattutto dei soldati semplici.<br />

Cercano così <strong>di</strong> attirarsi i favori delle masse. Il Pci riconosce il valore e i sacrifici dei fi<strong>gli</strong> del<br />

popolo, oppressi e sfruttati da una classe <strong>di</strong> governo corrotta composta da aristocratici e militari.<br />

I comunisti cercano <strong>di</strong> infiltrare nell’esercito i quadri partigiani, mentre <strong>di</strong>ssuadono<br />

dall’arruolarsi le reclute apolitiche, che essi ritengono propense ad obbe<strong>di</strong>re a<strong>gli</strong> ufficiali. Il Pci<br />

lo nega, ma vi sono prove che nelle tre armi il partito ha organizzato cellule con il compito <strong>di</strong><br />

organizzare la propaganda tra i soldati. Controllano soprattutto le attività dei coman<strong>di</strong> e sono in<br />

contatto con <strong>gli</strong> ufficiali e i militari assegnati alle centrali telefoniche e telegrafiche. Le cellule<br />

comuniste a bordo delle navi della Regia Marina (sono alle fasi iniziali e non sono presenti<br />

ovunque) sono state addestrate a <strong>di</strong>ffondere una cauta propaganda tra i marinai. Si tengono<br />

pronte ad eseguire <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni per una sollevazione generale. Dovranno quin<strong>di</strong> impossessarsi delle<br />

navi sia per prevenire eventuali azioni che potrebbero intralciare l’insurrezione, sia per agire a<br />

sostegno della sollevazione stessa. La partecipazione al governo del Pci e la necessità <strong>di</strong> adottare<br />

una politica apparentemente non violenta hanno convinto molti estremisti ad abbandonare il<br />

partito. Molti hanno aderito a formazioni <strong>di</strong>ssenzienti:<br />

Movimento Comunista: capeggiato da due elementi del quartiere <strong>di</strong> Trastevere , Antonino Poce e<br />

da un certo Sardella (alias Ferro), si considera un movimento <strong>di</strong> "puristi". Pre<strong>di</strong>ca una<br />

rivoluzione imme<strong>di</strong>ata. Ufficialmente in contrasto con il Pci, costituisce <strong>di</strong> fatto la sua ala<br />

sinistra.<br />

Partito Operaio Comunista Bolscevico: è guidato da Bor<strong>di</strong>ga, un vecchio leader sovversivo.<br />

Agisce soprattutto a Napoli e Torino e si ispira alle idee <strong>di</strong> Leone Trotzky.<br />

Movimento Spartachista: il suo leader è Carlo Andreoni, che ha raccolto i militanti del Pci in<br />

<strong>di</strong>ssenso con la <strong>di</strong>ttatura <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti e de<strong>gli</strong> altri <strong>di</strong>rigenti del partito.<br />

Movimento Libertario Comunista: ha tendenze anarchiche. E’ situato a Carrara. E’ in gran parte<br />

costituito da criminali comuni che hanno goduto dei benefici <strong>di</strong> un’amnistia.<br />

Appunti sulla situazione interna<br />

Il governo Parri rimane in carica grazie alla solidarietà in<strong>di</strong>retta dei vari partiti dell’esarchia (il<br />

Cln, ndr). Si detestano ma non si sentono forti abbastanza da prendere il potere da soli. Evitano<br />

quin<strong>di</strong> ogni chiarimento interno. Il governo emana i suoi provve<strong>di</strong>menti: ma appena questi<br />

vengono <strong>di</strong>vulgati, i partiti della coalizione li sconfessano, declinando ogni responsabilità sui<br />

loro contenuti. In ambienti liberali, ma anche nella Dc e nel Pdl, cresce la convinzione che è<br />

impossibile andare avanti in questo modo. Prevale la convinzione che, sebbene il governo sia<br />

composto da una coalizione, <strong>di</strong> fatto esiste solo il governo del Pci, al quale i partiti fanno da<br />

paravento per sod<strong>di</strong>sfare i personali interessi dei vari leader. L’unico partito che riesce a<br />

condurre la sua politica, sebbene in modo alterno, è il Pci. Ma i suoi risultati vengono attribuiti a<br />

tutti partiti, i quali, oltre a fungere da paravento, finiscono per essere accusati <strong>di</strong> voler affossare<br />

la "democrazia progressista". Secondo i comunisti, l’Italia si trova attualmente nella zona<br />

d’influenza politica ed economica de<strong>gli</strong> anglo-americani. Occorre quin<strong>di</strong> vigilare perché il paese<br />

non <strong>di</strong>venti un efficace strumento antisovietico nelle mani dei padroni dell’Occidente. Bisogna<br />

impe<strong>di</strong>re la riorganizzazione dello Stato mantenendo le leggi epurative (che costringono le alte<br />

sfere della burocrazia ad operare in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> costante allarme). Occorre quin<strong>di</strong><br />

continuare ad utilizzare lo strumento dei "comitati operai", la delega dei poteri ai commissari, la<br />

minaccia della tassazione fiscale per impe<strong>di</strong>re la ripresa industriale e agricola, incoraggiare<br />

l’inflazione aumentando retribuzioni e salari e con ogni sorta <strong>di</strong> assurde misure finanziarie. Tutti<br />

riconoscono l’onestà <strong>di</strong> Parri e i suoi meriti nella lotta partigiana contro i tedeschi. Tuttavia, la<br />

120


sua autorità si è indebolita, dal momento che a<strong>gli</strong> occhi dell’opinione pubblica non è certo il<br />

leader che al momento la nazione necessita. Inoltre, sono ben note la sua inesperienza e<br />

incapacità in campo burocratico e amministrativo. Nitti, che voleva silurarlo, ha finito per<br />

aiutarlo. Il <strong>di</strong>scorso pronunciato da Parri lo scorso 3 ottobre al teatro San Carlo <strong>di</strong> Napoli ha<br />

rafforzato i legami tra i vari ministri dei partiti al governo. Comunisti e socialisti sono <strong>di</strong>ventati i<br />

più ardenti sostenitori <strong>di</strong> Parri, giacchè temono che un eventuale governo Nitti non consentirebbe<br />

loro <strong>di</strong> agire autonomamente. Sono così numerosi <strong>gli</strong> interessi personali in gioco ai vertici dei<br />

vari partiti, che è impossibile prendere in considerazione tutte le proteste dei militanti, che si<br />

lamentano dei troppi ministri, sottosegretari e commissari. Si teme che la fine dell’esarchia<br />

segnerebbe la fine dei partiti che la compongono. Il timore è forse giustificato, ma va detto che<br />

ciò accadrà solo nel caso <strong>di</strong> un intervento esterno. Se uno dei sei partiti si ritirasse dalla<br />

coalizione, <strong>gli</strong> altri finirebbero per ritornare alle loro posizioni originali. L’opinione pubblica<br />

sarebbe grata al partito che decidesse <strong>di</strong> attuare una simile decisione, che impe<strong>di</strong>sce al paese la<br />

ripresa materiale e morale. Il popolo italiano è indolente e ama chi decide a nome suo. Nello<br />

specifico, il partito che salverà <strong>gli</strong> italiani da una guerra civile si assicurerà il maggior numero <strong>di</strong><br />

voti. Il partito che per primo abbandonerà il Cln avrà dalla sua parte il novanta per cento de<strong>gli</strong><br />

italiani senza partito e si garantirà il controllo della vita politica italiana per <strong>gli</strong> anni avvenire.<br />

L’autorità esercitata dal governo sulle regioni a sud della Linea Gotica non viene messa in<br />

questione, dal momento che nel centro-sud il fenomeno del Cln e dei partigiani (che minano lo<br />

Stato nelle regioni del nord) è praticamente inesistente. Tuttavia, qui il prestigio del governo è<br />

scarso, dal momento che è incapace <strong>di</strong> garantire ogni forma <strong>di</strong> assistenza. La povertà è <strong>di</strong>ffusa e<br />

<strong>gli</strong> effetti dei bombardamenti sono ancora visibili, così come le lotte intestine. Senza aiuti, il<br />

centro-sud non riesce a promuovere la ricostruzione e <strong>di</strong> rimettersi al lavoro. Inoltre, il governo<br />

non ha i mezzi per garantire l’or<strong>di</strong>ne. In molte regioni, la lotta politica ha creato un clima <strong>di</strong><br />

intimidazione che ostacola (soprattutto nelle aree rurali) ogni sforzo <strong>di</strong> riorganizzazione civile.<br />

L’Italia del sud è sempre stata convinta <strong>di</strong> subire lo sfruttamento del nord. Mentre al nord <strong>gli</strong><br />

operai <strong>di</strong>soccupati ricevono prestiti provenienti dalle riserve accumulate dai gran<strong>di</strong> trust<br />

industriali o dalle banche, al sud la proprietà manca <strong>di</strong> ogni forma <strong>di</strong> protezione. I prezzi dei<br />

prodotti agricoli vengono fissati a tassi scarsamente remunerativi, i proprietari terrieri non sanno<br />

come comportarsi per venire incontro alle richieste dei braccianti agricoli, che insistono per venir<br />

regolarmente pagati. Si assiste così all’invasione delle terre e al loro inutile sfruttamento. La<br />

situazione provoca quin<strong>di</strong> le proteste dei proprietari e dei conta<strong>di</strong>ni. I malumori cesserebbero<br />

imme<strong>di</strong>atamente se il governo potesse intervenire con efficacia. La crisi offre ai partiti <strong>di</strong> sinistra<br />

un’ottima occasione per istigare i lavoratori contro i proprietari terrieri, nel tentativo <strong>di</strong><br />

danneggiarli il più possibile. I risultati sono <strong>di</strong>sastrosi, dal momento che i proprietari terrieri sono<br />

costretti a cessare la produzione e la conservazione de<strong>gli</strong> alimenti. Non acquistano più bestiame e<br />

macchinari, dal momento che tale spesa risulterebbe poco red<strong>di</strong>tizia. Infine, le banche sono<br />

estremamente caute nel concedere loro prestiti <strong>di</strong> lungo periodo. Gli agricoltori, persino quelli<br />

benestanti, cercano <strong>di</strong> trarre vantaggio dalla gran confusione <strong>di</strong> leggi e decreti e dalle attività<br />

demagogiche dei partiti. Ma non puntano ad impossessarsi delle terre, giacchè temono l’onere<br />

delle future tassazioni, e non investono nelle necessarie manutenzioni e nell’acquisto <strong>di</strong> bestiame<br />

e macchine agricole.<br />

Nell’Italia centro-meri<strong>di</strong>onale i lavoratori occupati guadagnano abbastanza da sod<strong>di</strong>sfare ogni<br />

bisogno, soprattutto in quelle fami<strong>gli</strong>e in cui è raro che a guadagnarsi regolarmente il pane sia un<br />

unico componente. I più non desiderano una totale nazionalizzazione delle strutture sanitarie.<br />

Aderiscono alla Cgil, ma la maggioranza non milita nei partiti estremisti. Sono comunque<br />

perseguitati dallo spettro della <strong>di</strong>soccupazione e della fame.<br />

Al momento, i veri proletari sono i colletti bianchi, i cui salari sono bassi se comparati con il<br />

costo della vita. Tale categoria annovera anche i pensionati e le persone a basso red<strong>di</strong>to.<br />

121


La Sardegna si <strong>di</strong>fferenzia dal resto del paese, giacchè la situazione alimentare è eccellente e le<br />

vie <strong>di</strong> comunicazioni sono praticamente intatte. Si riscontra tuttavia una forte mancanza <strong>di</strong> beni<br />

materiali, manufatti e me<strong>di</strong>cinali. L’economia soffre più <strong>di</strong> quella del continente a causa del<br />

razionamento alimentare, dei controlli e dalle proibizioni che ostacolano <strong>gli</strong> scambi tra le varie<br />

zone dell’isola, elementi che favoriscono il mercato nero. Per fare un esempio, mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> pelli<br />

<strong>di</strong> cuoio grezzo sono marcite per le <strong>di</strong>fficoltà incontrate nel noleggio delle imbarcazioni e<br />

nell’ottenimento dei permessi. L’imposizione <strong>di</strong> sovratasse ha poi reso impossibile la loro<br />

esportazione. E ciò accade in un momento in cui le concerie italiane non riescono a lavorare per<br />

mancanza <strong>di</strong> pelli e il bisogno <strong>di</strong> calzature è fortemente sentito.<br />

Anche in Sicilia la situazione alimentare è mi<strong>gli</strong>ore che nel resto d’Italia, ma la guerra ha lasciato<br />

una terribile ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione, <strong>di</strong>soccupazione, povertà e criminalità, che in alcune zone ha<br />

assunto la forma del brigantaggio. Il movimento separatista siciliano è un episo<strong>di</strong>o chiuso.<br />

Sembra proprio che, in origine, fosse dovuto al desiderio <strong>di</strong> evitare le conseguenze economiche<br />

della sconfitta bellica. Come la storia insegna, è un fenomeno che si è sempre manifestato<br />

soprattutto nelle regioni <strong>di</strong> frontiera, dove i movimenti secessionisti trovano un clima favorevole.<br />

Le tendenze separatiste sono state ampiamente propagandate da leader ambiziosi. A detta loro, il<br />

Movimento per l’In<strong>di</strong>pendenza Siciliana veniva appoggiato da<strong>gli</strong> Alleati e avrebbe risolto tutti i<br />

mali dall’isola. Che il movimento abbia fallito nei suoi intenti, è <strong>di</strong>mostrato dalla completa<br />

in<strong>di</strong>fferenza con cui i siciliani hanno accolto la notizia dell’arresto <strong>di</strong> Finocchiaro Aprile e dei<br />

suoi principali collaboratori. La spiegazione è semplice: dal momento che <strong>gli</strong> Alleati non sono<br />

intervenuti, i separatisti hanno compreso che non c’era niente da fare e che Finocchiaro Aprile ed<br />

i suoi seguaci li avevano sommersi <strong>di</strong> futili parole. Ma se il movimento separatista aveva un forte<br />

seguito, ciò era dovuto al fatto che la loro propaganda si basava su fatti concreti, a cominciare<br />

dallo spauracchio del comunismo nel continente. I siciliani pensavano <strong>di</strong> evitare il comunismo<br />

attraverso l’autonomia, e non c’è da sorprendersi che tale idea risultasse attraente per i piccoli e i<br />

gran<strong>di</strong> proprietari terrieri. Ma se la questione separatista è ormai svanita, non dobbiamo<br />

<strong>di</strong>menticare che esiste ancora (ed è sempre esistita) una questione siciliana. Si basa sulla<br />

convinzione che l’Italia settentrionale ha sempre goduto <strong>di</strong> una posizione privilegiata in rapporto<br />

alla Sicilia, un’isola sfruttata che non ha mai partecipato alla vita pubblica della nazione. C’è una<br />

parte <strong>di</strong> verità in tali affermazioni. Quando i siciliani hanno coraggiosamente investito<br />

nell’industria, invece <strong>di</strong> rifugiarsi nei settori più sicuri e tra<strong>di</strong>zionali dei fon<strong>di</strong> pubblici e del<br />

latifondo, i successi sono infatti risultati evidenti; e la Sicilia ha dato alla nazione statisti del<br />

calibro <strong>di</strong> Crispi, Di Ru<strong>di</strong>nì, Paratore, Contarini, e anche ambasciatori, giu<strong>di</strong>ci e prefetti.<br />

La guerra non si è svolta nell’Italia settentrionale. Malgrado le per<strong>di</strong>te materiali, causate<br />

soprattutto dai bombardamenti aerei alleati prima dell’8 settembre, dai saccheggi e dalle<br />

<strong>di</strong>struzioni dei tedeschi, gran parte de<strong>gli</strong> impianti industriali è nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> riprendere a<br />

lavorare fin da subito. Il nord ha sofferto un periodo prolungato <strong>di</strong> occupazione germanica e<br />

quasi due anni <strong>di</strong> governo della Rsi, che ha tentato <strong>di</strong> socializzare i beni dello Stato. I fascisti<br />

italiani più violenti si sono trasferiti nella Rsi, per poi unirsi alle bande partigiane nei giorni della<br />

Liberazione assieme a parte delle forze armate repubblicane. Il movimento partigiano, che ha<br />

servito il paese durante l’occupazione tedesca e la Liberazione, è rapidamente degenerato.<br />

Quando i veri patrioti sono tornati alla vita civile, agitatori politici e delinquenti comuni hanno<br />

cercato <strong>di</strong> approfittare della situazione per i loro fini personali.<br />

L’Italia settentrionale, in con<strong>di</strong>zioni economiche relativamente mi<strong>gli</strong>ori <strong>di</strong> quelle delle altre<br />

regioni, attraversa da una situazione molto complessa. Al nord infatti le masse dei lavoratori<br />

industriali subiscono l’influenza della propaganda, soprattutto ora che la mancanza <strong>di</strong> materie<br />

prime e la scarsità <strong>di</strong> carbone ha provocato un rallentamento nella produzione industriale. Gli<br />

operai affrontano lo spettro della <strong>di</strong>soccupazione. Gli industriali non possono pagare i lavoratori<br />

122


se la produzione non riprende e le banche sono reticenti a fornire cre<strong>di</strong>ti nell’attuale, incerta<br />

situazione.<br />

I vari Cln cercano <strong>di</strong> affrontare i problemi, senza però trovare soluzioni pratiche. Hanno esor<strong>di</strong>to<br />

come organi <strong>di</strong> collaborazione e <strong>di</strong> consulta tra i vari partiti antifascisti per garantire la<br />

transizione ad un governo libero. In seguito, durante l’occupazione germanica, hanno assunto la<br />

<strong>di</strong>rezione della Resistenza e <strong>di</strong> tutte le attività che a questa affluivano. Cessata l’emergenza della<br />

lotta, il compito che avrebbero dovuto svolgere era quello per il quale erano nat: favorire le<br />

consultazioni tra i vari partiti e, in occasioni speciali, agire da consulenti provvisori per i governi<br />

locali.<br />

Ma alla fine della guerra i Cln approfittarono del fatto che <strong>gli</strong> Alleati, dopo aver governato il<br />

nord Italia, accordarono alle autorità italiane un <strong>di</strong>screto spazio <strong>di</strong> azione, soprattutto nei settori<br />

in cui non avevano esperienza <strong>di</strong>retta: l’amministrazione e la burocrazia delle prefetture, dei<br />

commissariati <strong>di</strong> polizia e dei comuni. Il Cln ha così cercato <strong>di</strong> esercitare la sua autorità in ambiti<br />

che <strong>gli</strong> Alleati avrebbero desiderato concedere al popolo italiano. Hanno quin<strong>di</strong> agito in maniera<br />

totalmente in<strong>di</strong>pendente dal governo <strong>di</strong> Roma, e non come rappresentanti provvisori dello stesso.<br />

Hanno inoltre tentato <strong>di</strong> estendere le loro attività, costituendo ovunque <strong>di</strong>stretti (ad<strong>di</strong>rittura<br />

consi<strong>gli</strong> <strong>di</strong> fabbrica) e nominando rappresentanti delle cosiddette organizzazioni <strong>di</strong> massa. Hanno<br />

poi moltiplicato <strong>gli</strong> iscritti <strong>di</strong> alcuni partiti costituiti in precedenza, creando le con<strong>di</strong>zioni per una<br />

maggioranza fittizia. Si sono infiltrati nelle istituzioni statali per promuovere riforme che solo<br />

una assemblea costituente è autorizzata a promulgare. Il Cln si è infine comportato come se i sei<br />

partiti che attualmente formano il governo fossero un’entità definita e ra<strong>di</strong>cata. Tali tendenze<br />

sono chiaramente antidemocratiche e rappresentano un’azione arbitraria a danno del popolo<br />

italiano, che dovrebbe invece recarsi alle urne senza finire nella trappola dall’organizzazione<br />

oppressiva dei Cln. La situazione è pericolosa perchè nelle mani <strong>di</strong> elementi estremisti, che <strong>gli</strong><br />

Alleati, all’inizio dell’occupazione dell’Italia, hanno appoggiato per ragioni <strong>di</strong> convenienza<br />

locale, contribuendo così rafforzarne la posizione invece <strong>di</strong> comprenderne il pericolo. All’inizio,<br />

quin<strong>di</strong>, il Governo Militare Alleato ha ratificato praticamente ovunque le nomine dei Cln per le<br />

cariche pubbliche e governative. Persone dal dubbio passato vennero spesso delegate al posto dei<br />

funzionari ufficiali. Ciò spiega alcune delle deplorevoli situazioni venutesi a creare all’indomani<br />

dell’insurrezione in molte regioni e città. Numerosi agitatori (incompetenti e spesso <strong>di</strong> dubbia<br />

moralità) si sono installati nelle pubbliche amministrazioni al posto dei funzionari che godevano<br />

della fiducia del governo. Tali elementi, nominati o imposti dal Cln, hanno dato origine a<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni e ad atti <strong>di</strong> ingiustizia. Come risultato, i pubblici uffici sono spesso <strong>di</strong>ventati centri <strong>di</strong><br />

corruzione e persecuzione e occasione <strong>di</strong> vendette personali. Il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne regna ne<strong>gli</strong> uffici,<br />

mentre <strong>gli</strong> archivi sono andati perduti per ne<strong>gli</strong>genza o furfanteria. In altri casi, documenti<br />

compromettenti sono stati infilati in fascicoli riguardanti persone in carcere da mesi, elementi<br />

contro i quali era impossibile formulare accuse che giustificassero il loro arresto arbitrario ed una<br />

detenzione prolungata. Le inchieste aperte nelle se<strong>di</strong> della polizia o nei commissariati spesso non<br />

sono arrivate a conclusione alcuna. Da qui, la necessità <strong>di</strong> aprire nuove indagini dopo molti mesi.<br />

Ancor più gravi sono stati <strong>gli</strong> arresti <strong>di</strong> persone contro le quali non esisteva accusa alcuna. E’<br />

accaduto spesso che venissero arrestati capitani d’industria, i quali, dopo aver trascorso qualche<br />

tempo in prigione, sono stati accusati <strong>di</strong> aver multato alcuni operai. Dopo aver subìto il furto <strong>di</strong><br />

beni e <strong>di</strong> attrezzature, alcuni commercianti sono stati arrestati per aver osato lamentarsi.<br />

Attendono ancora in prigione che qualcuno formuli un’accusa precisa in grado <strong>di</strong> giustificare un<br />

simile comportamento. In alcune regioni la situazione ha raggiunto un tale livello <strong>di</strong> gravità da<br />

costringere il governo alleato ad or<strong>di</strong>nare l’allontanamento dei pubblici ufficiali nominati dal<br />

Cln. Spesso è stato anche or<strong>di</strong>nato il loro arresto, come ad esempio a Genova, dove il capo e il<br />

vice capo della polizia sono stati prima arrestati e poi rimessi in carica dopo sei mesi. In tale<br />

lasso <strong>di</strong> tempo hanno considerevolmente contribuito a fomentare i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni invece che<br />

123


combatterli. In altre città, i sindaci (specialmente quelli appartenenti a partiti <strong>di</strong> sinistra) hanno<br />

messo a soqquadro l’amministrazione. Tipico è il caso <strong>di</strong> Novara, dove il sindaco comunista,<br />

Gino Moscatelli, ha inaugurato un’autentica <strong>di</strong>ttatura comunista e non nasconde <strong>di</strong> essere a capo<br />

<strong>di</strong> un’organizzazione clandestina che tiene perio<strong>di</strong>ci incontri segreti, controlla bande armate,<br />

commercia in armi e mette in circolazione grosse somme <strong>di</strong> valuta straniera. Di umili origini,<br />

Moscatelli è emigrato clandestinamente nel 1929. Ha vissuto molti anni in Russia dove, sembra,<br />

abbia frequentato un corso speciale <strong>di</strong> guerri<strong>gli</strong>a. E’ riapparso in Italia durante la guerra e si è<br />

<strong>di</strong>stinto durante l’occupazione germanica come uno dei più capaci e coraggiosi capi partigiani.<br />

La situazione non potrà mi<strong>gli</strong>orare fino a quando prefetti, capi e ispettori della polizia e poliziotti<br />

continueranno ad essere in<strong>di</strong>cati dal Cln e dai partigiani, che chiedono loro <strong>di</strong> amministrare la<br />

cosa pubblica secondo logiche personali e partitiche, incuranti della legge. Il mi<strong>gli</strong>oramento della<br />

situazione non può che essere il risultato dell’or<strong>di</strong>ne, e non vi può essere speranza <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

finché i sostenitori del <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne occuperanno ufficialmente le posizioni dei custo<strong>di</strong> dell’or<strong>di</strong>ne.<br />

La complessità della situazione, sia al nord che al sud, favorisce i partiti <strong>di</strong> sinistra, che<br />

mantengono le posizioni <strong>di</strong> privilegio occupate durante la lotta clandestina e l’insurrezione. Ecco<br />

perché le loro politiche cercano <strong>di</strong> prevenire la restaurazione dell’or<strong>di</strong>ne. La Sinistra <strong>di</strong>fende il<br />

Cln con le unghie e con i denti, in un momento in cui i suoi compiti dovrebbero considerarsi<br />

finiti. Si comportano così perché vo<strong>gli</strong>ono influenzare il governo e arrivare alle elezioni in<br />

possesso <strong>di</strong> organizzazioni operaie efficienti. Non si curano della tregua istituzionale. Sanno che<br />

gran parte del popolo italiano è ancora incline ad accettare la monarchia. Sanno inoltre che <strong>gli</strong><br />

italiani hanno iniziato a riflettere ed a capire il valore dell’istituzione monarchica, dopo un<br />

iniziale periodo <strong>di</strong> perplessità e dubbi sulla sua stabilità. La propaganda antimonarchica<br />

promossa dalla repubblica <strong>di</strong> Mussolini e le idee repubblicane insite nei partiti della sinistra<br />

hanno portato <strong>gli</strong> italiani a reagire. Sanno che senza l’azione promossa dal re il 25 lu<strong>gli</strong>o (del<br />

1943, ndr), l’Italia, volente o nolente, avrebbe continuato a combattere accanto ai tedeschi ed a<br />

persistere in una politica errata senza possibilità <strong>di</strong> redenzione. Al giorno d’oggi, quin<strong>di</strong>, l’Italia<br />

si troverebbe in una posizione peggiore della stessa Germania. Molti comprendono che la<br />

monarchia ha reso possibile il colpo <strong>di</strong> stato contro la <strong>di</strong>ttatura, cosa che l’antifascismo non è<br />

riuscito a fare. Gli italiani vedono nella monarchia l’unica istituzione in grado <strong>di</strong> prevenire (o<br />

almeno <strong>di</strong> controllare) una nuova <strong>di</strong>ttatura, che potrebbe sostituire il sistema totalitario fascista<br />

con un altro. Il sorgere <strong>di</strong> movimenti autonomisti e secessionisti rafforza le posizioni della<br />

monarchia, giacchè molti capiscono che questa non soltanto ha realizzato l’unità italiana, ma è<br />

anche l’unica istituzione in grado <strong>di</strong> preservarla. Una repubblica sarebbe inevitabilmente<br />

incapace <strong>di</strong> opporsi alle gelosie locali e alle riven<strong>di</strong>cazioni de<strong>gli</strong> interessi regionali, provocando<br />

profonde <strong>di</strong>visioni tra le varie zone d’Italia. I partiti <strong>di</strong> sinistra desiderano che l’Assemblea<br />

Costituente venga imme<strong>di</strong>atamente istituita: sentono infatti che il tempo (che porta a riflettere)<br />

lavora a favore della monarchia. Non desiderano un referendum, sebbene sia indubbiamente il<br />

modo più democratico <strong>di</strong> comprendere la volontà popolare. Cercano invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere l’idea<br />

che in Italia tutti sono repubblicani e che l’unica mossa dell’Assemblea Costituente deve essere<br />

la proclamazione della repubblica. Sanno comunque che sarebbe molto <strong>di</strong>fficile raggiungere un<br />

tale risultato, nel caso dovessero rispettare la tregua sulla questione istituzionale e riconoscere il<br />

<strong>di</strong>ritto dei loro avversari a ad esprimere e a <strong>di</strong>vulgare le loro idee. Socialisti, comunisti ed<br />

"azionisti" sono anche i promotori delle epurazioni. Il loro obiettivo non è tanto quello <strong>di</strong><br />

eliminare dalla vita pubblica i responsabili del regime fascista (o chi ha tratto benefici dal<br />

fascismo), ma soprattutto quello <strong>di</strong> utilizzare le epurazioni come arma politica per annientare<br />

l’intera classe politica. In altre parole, essi puntano ora a realizzare in Italia ciò che i tedeschi<br />

hanno fatto in Polonia ed in altri paesi da loro occupati, che poi è quello che i bolscevichi<br />

mettono in pratica installandosi nell’Europa del sud e dell’est. Lo spirito che guida le epurazioni<br />

è chiaro: il fascista che chiede la protezione <strong>di</strong> uno dei partiti della sinistra viene<br />

imme<strong>di</strong>atamente assolto da tutti i peccati. Se i tanto vituperati generali e ammira<strong>gli</strong> decidessero<br />

<strong>di</strong> mettersi al servizio dei comunisti, dei socialisti e dei repubblicani, non sentiremmo più parlare<br />

124


delle responsabilità dell’esercito e della marina, del Sim e <strong>di</strong> tutte quelle istituzioni oggetto <strong>di</strong><br />

continue accuse. I carabinieri sono o<strong>di</strong>ati se svolgono il loro dovere, ma i partiti sono lieti <strong>di</strong><br />

pubblicare lettere firmate da carabinieri. La Sinistra si sforza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere le sue idee tra i ranghi<br />

delle forze dell’or<strong>di</strong>ne. La reazione <strong>di</strong> cui parlano attualmente i partiti <strong>di</strong> sinistra non è<br />

rappresentata dai conservatori antiliberali e antidemocratici: questi non desiderano un ritorno del<br />

fascismo ma una sorta <strong>di</strong> governo assolutista. La reazione è <strong>di</strong>retta solo contro <strong>gli</strong> abusi e la<br />

condotta prepotente dei gruppi <strong>di</strong> sinistra che, ad esempio, impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> trovare lavoro alle<br />

persone non iscritte ai loro partiti. L’operaio non è libero <strong>di</strong> rimanere al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> certi sindacati<br />

e organizzazioni. Se decidesse <strong>di</strong> farlo, non troverebbe nè lavoro né pane. In ogni caso, la<br />

cosiddetta reazione si manifesta soprattutto (se non esclusivamente) come movimento <strong>di</strong><br />

opinione. Nelle ultime settimane, sono scoppiati incidenti nelle regioni in cui si manifesta la<br />

crescente esasperazione popolare. La sinistra mostra scarsa resistenza, incassa la sconfitta e non<br />

fa mistero <strong>di</strong> darsela a gambe. Molte persone hanno cambiato opinione sulla monarchia,<br />

considerata ora un fattore <strong>di</strong> stabilità e un’àncora <strong>di</strong> salvezza, con qualche eccezione per il re e il<br />

luogotenente. Un sintomo interessante del fenomeno che porta il popolo, stanco del <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne e<br />

della tirannia, verso la Destra (e ciò malgrado l’incessante propaganda promossa da<strong>gli</strong> estremisti)<br />

consiste nel crescente successo dei quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> destra e nel conseguente calo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te de<br />

"L’Avanti", de "L’Unità" e delle pubblicazioni del Partito d’Azione. La <strong>di</strong>ffusione dei principali<br />

quoti<strong>di</strong>ani romani è la seguente:<br />

"Il Tempo" (in<strong>di</strong>pendente, destra): 180.000 copie<br />

" Momento" (in<strong>di</strong>pendente): 60.000<br />

"Giornale del Mattino" (in<strong>di</strong>pendente): 60.000<br />

"Italia Nuova" (P<strong>di</strong>, monarchico): 35.000<br />

"Il Globo" (quoti<strong>di</strong>ano finanziario in<strong>di</strong>pendente, destra): 30.000<br />

"Giornale della Sera" (in<strong>di</strong>pendente, destra): 25.000<br />

"Risorgimento Liberale" (liberale): 20.000<br />

"Avanti!" (Partito Socialista): 20.000<br />

"Il Secolo XX" (liberale, monarchico): 20.000<br />

"L’Italia Libera" (Partito d’Azione): 10.000<br />

"L’Unità" (Pci): 8.000<br />

Il movimento de "L’Uomo Qualunque" è cresciuto in modo spontaneo. Era un giornale fondato e<br />

<strong>di</strong>retto da uno scrittore, Gu<strong>gli</strong>elmo Giannini. L’interesse del lettore si concentrava sullo stile<br />

sarcastico e aperto con cui si affrontavano <strong>gli</strong> eventi e i problemi italiani. Ma all’improvviso il<br />

governo ha proibito la sua circolazione, incurante delle leggi e della promessa <strong>di</strong> rispettare la<br />

libertà <strong>di</strong> stampa (e cedendo indubbiamente alle pressioni dei partiti <strong>di</strong> Sinistra). Tuttavia, il<br />

Consi<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> Stato ha <strong>di</strong>chiarato illegale l’iniziativa ed ha or<strong>di</strong>nato che l’UQ continuare ad uscire,<br />

contribuendo alla fortuna del giornale. In maniera chiara, con sarcasmo e ironia, l’UQ scrive ciò<br />

che tutti pensano e <strong>gli</strong> altri giornali non osano <strong>di</strong>re, sempre in uno stile chiaro e seducente. Svela<br />

il significato delle formule politiche e correda le sue posizioni con ragionamenti non sempre<br />

125


gra<strong>di</strong>ti ai più. L’UQ è l’equivalente della "bocca della verità" de<strong>gli</strong> antichi romani. Le idee che il<br />

movimento promuove hanno conquistato ampli strati della popolazione perché denuncia le<br />

debolezze del governo, del Cln, dell’esarchia. Segnala inoltre le manovre comuniste per<br />

impossessarsi delle attività politiche e civili della nazione, azioni che servono <strong>gli</strong> interessi<br />

imperialisti <strong>di</strong> Mosca.<br />

Le privazioni sofferte dalla popolazione (costante rinvio della ricostruzione, turbolenze politiche,<br />

mercato nero, fallimento delle epurazioni, brigantaggio, inflazione, strapotere dei partigiani, ecc.)<br />

hanno favorito l’UQ, che ora può contare su molte sezioni in tutte le città italiane e vantarsi <strong>di</strong><br />

essere forse il movimento politico più forte. Afferma che non è possibile condannare centinaia <strong>di</strong><br />

mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> fami<strong>gli</strong>e italiane alla povertà e alla fame solo perché il capofami<strong>gli</strong>a è stato (più o<br />

meno volontariamente) un membro del partito fascista, in un periodo in cui la tessera <strong>di</strong> partito<br />

era necessaria per trovare lavoro. Conclama inoltre il bisogno del perdono e della pacificazione,<br />

una necessità riconosciuta da tutti, ad eccezione <strong>di</strong> quelli che fomentano la lotta <strong>di</strong> classe e che<br />

desiderano facilitare l’avvento al potere dell’estrema sinistra. Se ogni settimana il giornale<br />

dell’UQ vende un milione <strong>di</strong> copie, e se è letto da centinaia <strong>di</strong> mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> persone in tutta Italia,<br />

vi deve pur essere un motivo. Allarmati da tale fenomeno, i suoi oppositori cercano ora <strong>di</strong> gettare<br />

<strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to sul movimento, accusandolo <strong>di</strong> venir foraggiato da<strong>gli</strong> ex fascisti. E’ un’accusa<br />

probabilmente infondata, ma se anche l’UQ ricevesse sovvenzioni, non si può negare<br />

l’importanza del movimento. Conferma infatti la crescita democratica dell’Italia, una nazione<br />

rassegnata a vent’anni <strong>di</strong> totalitarismo. Non si può <strong>di</strong>re che l’UQ abbia dato vita ad un partito<br />

politico nel senso stretto del termine. Tuttavia, il movimento perderebbe probabilmente terreno<br />

se si costituisse in partito e non fosse in grado <strong>di</strong> dotarsi dei quadri giusti, in grado <strong>di</strong> far sentire<br />

la loro influenza. Comunque vada, rimane il fatto che al momento le idee del movimento trovano<br />

consenso. Inoltre, il suo programma (pubblicato sul numero 38 del settimanale) è con<strong>di</strong>viso dalla<br />

maggioranza de<strong>gli</strong> italiani. Il programma prevede libertà totale in tutti <strong>gli</strong> aspetti della vita<br />

nazionale, un governo capace <strong>di</strong> amministrare il paese nell’interesse dei citta<strong>di</strong>ni (e non nel nome<br />

<strong>di</strong> uno Stato che si comporta come un padrone assoluto), la pacificazione generale, l’unione <strong>di</strong><br />

tutte le forze nazionali per la ricostruzione e l’instaurazione dell’or<strong>di</strong>ne. Sia dal nord che dal sud<br />

arriva nella capitale gente per assicurarsi il maggior numero <strong>di</strong> copie del settimanale. Al<br />

contempo, iniziano a comparire nelle altre regioni giornali redatti con lo stesso spirito dell’UQ,<br />

pubblicazioni che vengono accolte con grande favore dai lettori. Quando il 3 ottobre scorso Nitti<br />

ha pronunciato il suo famoso <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Napoli, le persone hanno notato con stupore che le idee<br />

espresse dall’ex presidente del consi<strong>gli</strong>o ricordavano, forse involontariamente, quelle sostenute<br />

dall’UQ, il quale in verità si è astenuto dal riprodurre integralmente il <strong>di</strong>scorso. Prima<br />

dell’avvento del fascismo, la massoneria aveva sempre svolto un ruolo importante nella vita<br />

politica italiana. Ora però non sembra in grado <strong>di</strong> riaffermare la sua antica influenza, mentre la<br />

sua riorganizzazione è minata da serie lotte intestine. Il Grande Oriente d’Italia, noto anche come<br />

la Massoneria <strong>di</strong> Palazzo Giustiniani (dal nome del palazzo in cui il gran maestro Nathan la creò<br />

nel 1890), soffrì una scissione nel 1908, causata dalla proposta <strong>di</strong> unificare l’Antico Rito<br />

Scozzese alla massoneria <strong>di</strong> Rito Simbolico. La mozione, presentata da numerose logge, venne<br />

rifiutata dal Grande Oriente. La scissione avvenne anche per il voto dato da alcuni massoni,<br />

membri del parlamento, ad una mozione per l’istruzione religiosa nelle scuole, documento a cui<br />

si oppose la massoneria ufficiale. I <strong>di</strong>ssidenti seguirono Saverio Fera nella creazione della Libera<br />

Massoneria <strong>di</strong> Piazza del Gesù, che osserva unicamente i principi dell’Antico Rito Scozzese. Le<br />

due massonerie hanno continuato ad operare insieme, in pacifica ostilità, fino all’avvento del<br />

fascismo. L’unico punto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssenso, a parte quello del rito unificato, era quello della politica<br />

perseguita dai massoni <strong>di</strong> palazzo Giustiniani, da sempre fortemente anticlericali. Le due<br />

massonerie hanno ricevuto riconoscimenti internazionali: quella <strong>di</strong> Piazza del Gesù dalle logge<br />

scozzesi e americane (le quali professano il vero rito); quella <strong>di</strong> palazzo Giustiniani dalle logge<br />

francesi, che ritengono che i fratelli <strong>di</strong> Piazza del Gesù abbiano operato la secessione in maniera<br />

126


irregolare. Le due massonerie non hanno ostacolato, ma ad<strong>di</strong>rittura favorito l’avvento del<br />

fascismo. Sembra inoltre che, nel 1924, la massoneria <strong>di</strong> piazza del Gesù sia riuscita, sotto la<br />

guida del gran maestro Palermi, a traghettare nelle logge numerosi gerarchi fascisti. Tra questi,<br />

Balbo, Rossoni e Farinacci. Nel 1926 Mussolini sciolse i due or<strong>di</strong>ni ma non ne perseguitò i<br />

membri. Alcuni scelsero l’esilio, mentre i massoni non antifascisti continuarono a vivere<br />

in<strong>di</strong>sturbati. Nel 1932, alcuni prigionieri politici confinati nell’isola <strong>di</strong> Ponza formarono una<br />

nuova loggia, la "Pisacane", ed in seguito la "Torrigiani". Poco prima del 25 lu<strong>gli</strong>o 1943,<br />

Domenico Baiocco, ex numero "33" <strong>di</strong> Palazzo Giustiniani (all’epoca in esilio in Francia), riunì<br />

alcuni membri militanti delle due logge per costituire la Massoneria Unificata <strong>di</strong> via Fornovo.<br />

Dopo l’8 settembre, i liberi massoni <strong>di</strong> palazzo Giustiniani si riorganizzarono ufficialmente,<br />

rinviando la nomina del gran maestro al momento in cui tutta l’Italia sarebbe stata liberata.<br />

Nominarono però uno speciale consi<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> reggenza composto da Cipollone, Lai e Guastalla. Il<br />

medesimo percorso è stato seguito dai massoni <strong>di</strong> piazza del Gesù nel periodo che va dal 25<br />

lu<strong>gli</strong>o all’8 settembre. Hanno così rieletto Palermi alla carica <strong>di</strong> gran maestro (che aveva dato le<br />

<strong>di</strong>missioni dopo l’8 settembre per passare le consegne a De Cantellis). Numerosi massoni non<br />

hanno approvato l’operato <strong>di</strong> De Cantellis: Hanno quin<strong>di</strong> promosso una nuova secessione<br />

(massoneria <strong>di</strong> via della Mercede) che ha nominato un triumvirato con Palermi gran maestro (è<br />

stato poi sostituito da Gustavo Scervini). Ma, mentre Palermi rioccupava l’incarico in via della<br />

Mercede, Scervini preferiva rimanere con un gruppo <strong>di</strong> massoni che optarono per una seconda<br />

scissione dal gruppo <strong>di</strong> piazza del Gesù. Al momento, in Italia si possono contare 5 massonerie:<br />

Palazzo Giustiniani: non ha ancora un gran maestro. E’ guidata da un triumvirato composto da<br />

Cipollone, Lai e Guastalla.<br />

Piazza del Gesù: De Cantellis (gran maestro).<br />

Piazza del Gesù / bis: via della Mercede. Gran maestro: Palermi.<br />

Piazza del Gesù / ter: Gran Maestro: Scervini<br />

Via Fornovo: massoneria unificata. Gran Maestro: Maiocco.<br />

Al momento, le cinque massonerie puntano a risolvere la crisi interna che le <strong>di</strong>vide. Tentano <strong>di</strong><br />

riunificarsi e <strong>di</strong> assicurarsi il riconoscimento delle massonerie straniere.<br />

Nell’esaminare i principali aspetti della situazione politica italiana, va menzionato il problema<br />

del ritorno dei prigionieri <strong>di</strong> guerra, che può trasformarsi in un tema <strong>di</strong> fondamentale importanza.<br />

I prigionieri vengono lentamente rimpatriati in Italia, dove si sentono smarriti. L’Italia li acco<strong>gli</strong>e<br />

controvo<strong>gli</strong>a. Tornano a casa senza che il governo o altri enti si prendano cura delle loro<br />

sofferenze. Non hanno indumenti, pane, lavoro. E’ quin<strong>di</strong> naturale che rimpiangano il periodo<br />

fascista, in cui certe cose non avvenivano. E’ inevitabile che tali paragoni nascano dalle persone<br />

più umili. Tutti sanno che il fascismo andò al potere per aiutare il popolo, ed è un peccato che il<br />

governo non prenda iniziative per evitare il sorgere <strong>di</strong> rancori e invi<strong>di</strong>e. Inoltre, <strong>gli</strong> ex prigionieri<br />

trovano i locali delle Case del Fascio occupati dai comitati liberazione, che chiedono loro <strong>di</strong><br />

aderire alle organizzazioni sovversive e antimonarchiche. Fanno quin<strong>di</strong> fatica a comprendere<br />

certe <strong>di</strong>fferenze. L’ex prigioniero <strong>di</strong> guerra si esaspera poiché ha combattuto e sofferto, e lo irrita<br />

notare che l’aver compiuto il suo dovere <strong>di</strong>venti ora una colpa. Non possiamo pensare che un<br />

uomo che ha rischiato la vita in Africa o in Russia, o che è stato costretto al lavoro obbligatorio<br />

in Germania, si entusiasmi per una situazione che rigetta i suoi antichi ideali. Per lui, non si<br />

trattava che del regolare espletamento <strong>di</strong> un dovere. Quali sono i sentimenti dei prigionieri <strong>di</strong><br />

ritorno dalla Russia, persone che hanno sperimentato il governo bolscevico? Ascoltano i <strong>di</strong>scorsi<br />

127


de<strong>gli</strong> estremisti <strong>di</strong> sinistra, secondo i quali l’avvento del bolscevismo in Italia sarebbe un dono<br />

per la popolazione più sfortunata e infelice! Ma sanno <strong>di</strong> cosa si parla, perché hanno visto con i<br />

loro occhi. Si ribellano quin<strong>di</strong> contro chi descrive come un para<strong>di</strong>so qualcosa che è ben lontano<br />

dall’esserlo. Anche questo breve, incompleto sommario della situazione interna italiana mostra<br />

chiaramente che le elezioni non costituiscono al momento il principale problema della nazione.<br />

Dalla loro riuscita <strong>di</strong>penderà la ripresa democratica del paese. Si aprirà altrimenti un nuovo<br />

periodo <strong>di</strong> oscurità, sebbene sembri assurdo privilegiare le elezioni a scapito dei tragici,<br />

allarmanti problemi economici e alimentari. I problemi elettorali non sono ancora chiari:<br />

circolano passioni rabbiose, mentre si scontrano le tendenze e <strong>gli</strong> interessi conflittuali dei<br />

numerosi partiti. La maggioranza della popolazione concentra la sua attenzione sulle elezioni,<br />

soprattutto le persone convinte che i principi della libertà (conquistati a costo <strong>di</strong> pesanti sacrifici<br />

e <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te umane) non devono essere arbitrariamente calpestati. Nell’esame della politica<br />

italiana, non si deve <strong>di</strong>menticare che la somma totale de<strong>gli</strong> italiani inquadrati nei partiti è in<br />

realtà una porzione molto piccola dell’elettorato (un sesto, secondo i calcoli realizzati <strong>di</strong> recente<br />

dal socialista moderato Silone), e ciò malgrado il gran numero <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani e formazioni<br />

politiche esistenti. Nessun partito quin<strong>di</strong> può pretendere <strong>di</strong> rappresentare da solo, o in coalizione<br />

con altri, il popolo italiano. Al momento, sono in <strong>di</strong>scussione le modalità che permetteranno al<br />

popolo italiano <strong>di</strong> esprimersi nelle prossime elezioni. Un manifesto alla nazione, firmato da<br />

Croce, Nitti, Bonomi, Einau<strong>di</strong>, Bencivenga, Labriola e Orlando, nega a questo governo il <strong>di</strong>ritto<br />

<strong>di</strong> prendere decisioni in materia elettorale. E’ un campanello d’allarme sul sistema elettorale da<br />

adottare nelle imminenti elezioni politiche. Una parte appoggia il "voto obbligatorio", in modo<br />

che la maggioranza reale della popolazione emerga dalle urne. Il sistema uninominale consente<br />

ad ogni elettore <strong>di</strong> sce<strong>gli</strong>ere il nome del can<strong>di</strong>dato (in questo caso non si vota una lista <strong>di</strong> nomi<br />

in<strong>di</strong>cati dai partiti). Vi è poi la necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>re un referendum, da tenersi assieme all’elezione<br />

dell’Assemblea Costituente. I citta<strong>di</strong>ni si esprimerebbero così sulle più importanti questioni (il<br />

problema istituzionale e la struttura della Costituente) attraverso un referendum popolare simile a<br />

quello che si è recentemente tenuto in Francia. Le garanzie per una libera votazione trovano<br />

espressione pratica nell’or<strong>di</strong>ne pubblico, sul quale al momento non è possibile fare affidamento.<br />

I partiti dell’estrema sinistra sostengono invece che i citta<strong>di</strong>ni dovrebbero essere liberi <strong>di</strong> votare<br />

secondo le loro scelte e che il voto obbligatorio dovrebbe quin<strong>di</strong> essere evitato. Puntano quin<strong>di</strong><br />

ad impe<strong>di</strong>re che la gran massa dell’elettorato si rechi alle urne, giacchè si tratta <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong><br />

persone che non si è mai interessata <strong>di</strong> politica, che non appartiene a nessun partito e che, <strong>di</strong><br />

conseguenza, non ama <strong>gli</strong> estremisti. Le sinistre appoggiano il sistema proporzionale, ovvero il<br />

voto fornito ad una lista <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati scelti da ogni partito. Sono convinti che sia più facile<br />

influenzare un piccolo gruppo <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati che non le masse. Sono inoltre certi che sia possibile<br />

assicurare l’or<strong>di</strong>ne pubblico e salvaguardare la libertà dell’elettore tramite un servizio d’or<strong>di</strong>ne<br />

autonomo! Desiderano infine che all’Assemblea Costituente vengano garantiti poteri sovrani,<br />

senza limiti <strong>di</strong> tempo o <strong>di</strong> azione.<br />

Nel concludere l’esame della situazione italiana, va sottolineata l’importanza della questione <strong>di</strong><br />

Trieste. E’ importante segnalare che sono proprio i leader comunisti (sebbene non lo confessino)<br />

a percepirne l’importanza e a comprendere l’impopolarità dell’atteggiamento agnostico da loro<br />

assunto su questo tema. Nessun italiano si rassegnerà mai a perdere Trieste, così come nessuno<br />

crederebbe più a<strong>gli</strong> Alleati se l’Italia venisse privata anche <strong>di</strong> un solo centimetro <strong>di</strong> territorio al <strong>di</strong><br />

qua della famosa linea Wilson. All’indomani della Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale, l’Italia non ha<br />

ottenuto ciò che le era stato promesso. Vede quin<strong>di</strong> con amarezza i tentativi <strong>di</strong> to<strong>gli</strong>erle il frutto<br />

<strong>di</strong> una guerra combattuta a fianco de<strong>gli</strong> anglosassoni. L’Italia è stata ingiustamente trattata nel<br />

1919 e ora, nel 1945, sembra prevalere una maggiore ingiustizia. Può essere corretto privare<br />

l’Italia delle conquiste fasciste, ma è ingiusto farlo con i territori italiani riuniti alla madrepatria<br />

grazie al sacrificio delle generazioni che hanno combattuto prima del fascismo. Le decisioni<br />

128


prese sul problema della Venezia Giulia avranno certamente influenza sul futuro comportamento<br />

del popolo italiano.<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Rapporti tra il Vaticano e la Dc<br />

Data: 13 febbraio 1946<br />

Lo scorso 31 <strong>di</strong>cembre Piccioni, segretario della Dc, ha sottomesso a monsignor Montini un<br />

detta<strong>gli</strong>ato e documentato rapporto, comprovante che tra la Dc ed i partiti <strong>di</strong> sinistra sono stati<br />

interrotti tutti i canali <strong>di</strong> collaborazione in rapporto ai piani per l’uso congiunto della forza. I<br />

<strong>di</strong>rigenti democristiani assicurano che nessuna sezione del partito è più in possesso <strong>di</strong> armi, e che<br />

nessun iscritto frequenta i gruppi armati appartenenti ad altri partiti.<br />

L’8 gennaio il Papa ha esaminato una proposta presentata alla Dc da comunisti e socialisti per la<br />

creazione <strong>di</strong> un’unica lista elettorale, che vedrebbe i tre partiti <strong>di</strong> massa concorrere insieme sia<br />

nelle elezioni amministrative che in quelle politiche. Il Papa ha istruito monsignor Montini<br />

perché informi i <strong>di</strong>rigenti democristiani che tale lista verrebbe accolta solo se i comunisti ed i<br />

socialisti venissero considerati un unico partito. In tal caso, i can<strong>di</strong>dati sarebbero per metà<br />

democristiani e per metà socialcomunisti. Il Papa ha comunque sostenuto che per la Dc sarebbe<br />

più vantaggioso presentarsi da sola.<br />

Class.: segreto.<br />

Oggetto: Proposte del Papa per la condotta del governo De Gasperi.<br />

Data: 13 febbraio 1946.<br />

A richiesta del Papa, monsignor Montini ha sottoposto al primo ministro De Gasperi alcune<br />

raccomandazioni sulla condotta governativa.<br />

In sintesi:<br />

il programma stilato da De Gasperi in persona, che include i punti forza del programma liberale,<br />

dovrebbe essere rispettato nei minimi detta<strong>gli</strong>;<br />

le proposte legislative per le elezioni amministrative e per l’Assemblea Costituente dovrebbero<br />

essere <strong>di</strong>scusse dalla Consulta. Al primo ministro si chiede <strong>di</strong> ricordare che le leggi elettorali<br />

sono <strong>di</strong> vitale importanza per la Dc, giacché da queste <strong>di</strong>pende il futuro dei cattolici italiani;<br />

si dovrebbe procedere all’allargamento del presente governo, almeno durante il periodo <strong>di</strong><br />

preparazione delle elezioni, con l’obiettivo <strong>di</strong> includervi il maggior numero <strong>di</strong> partiti. Di<br />

conseguenza, la vali<strong>di</strong>tà delle elezioni verrebbe garantita dal peso reale <strong>di</strong> ogni singola<br />

formazione.<br />

La risposta <strong>di</strong> De Gasperi alle proposte del Papa è stata consegnata il 18 <strong>di</strong>cembre a monsignor<br />

Tar<strong>di</strong>ni:<br />

129


Il primo ministro ritiene che in breve sarà in grado <strong>di</strong> sostituire <strong>gli</strong> attuali prefetti e questori con<br />

funzionari <strong>di</strong> carriera. Con il ritorno delle regioni settentrionali sotto il controllo del governo<br />

centrale, De Gasperi pensa che le sostituzioni potranno avvenire con maggiore rapi<strong>di</strong>tà. Ma,<br />

almeno all’inizio, e<strong>gli</strong> intende muoversi con cautela per non provocare l’opposizione della<br />

sinistra.<br />

De Gasperi ritiene che la richiesta <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere la legislazione elettorale presso la Consulta<br />

potrebbe ritardare la convocazione dei comizi elettorali. In ogni caso e<strong>gli</strong> reputa che, tra i partiti,<br />

la Dc occupa la posizione elettorale più forte.<br />

Al momento, un allargamento del presente governo è ritenuto da De Gasperi altamente<br />

problematico. Per annullare l’opposizione dei partiti <strong>di</strong> sinistra sarebbe quin<strong>di</strong> necessario<br />

procedere molto lentamente.<br />

Ricevuto in u<strong>di</strong>enza dal Papa il 28 <strong>di</strong>cembre, il primo ministro De Gasperi ha chiesto che la<br />

Santa Sede intervenga presso <strong>gli</strong> angloamericani nell’interesse dell’Italia. Gli Alleati vanno<br />

messi al corrente della serissima situazione in cui versa l’Italia. Il Papa ha acconsentito a<br />

me<strong>di</strong>are, a con<strong>di</strong>zione però che i partiti della coalizione <strong>gli</strong> forniscano chiare garanzie. In pratica,<br />

i partiti <strong>di</strong> sinistra o <strong>di</strong> altro colore dovranno impegnarsi a non abusare de<strong>gli</strong> eventuali benefici<br />

della sua azione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione.<br />

Class.: segreto.<br />

Cablogramma su De Gasperi<br />

Mittente: James Angleton (Roma)<br />

Destinatario: Ssu - Dipartimento della Guerra (Washington).<br />

Fonte: agente JK 12 (attraverso Giulio Andreotti).<br />

Data: 20 febbraio 1946<br />

Andreotti ha informato l’agente JK 12 che il 19 febbraio, nel corso <strong>di</strong> una conversazione privata,<br />

De Gasperi ha fatto le seguenti rivelazioni: (a) i liberali manovrano per spingere i democristiani<br />

verso la Destra e/o per creare una nuova crisi politica che porterebbe all’allargamento del<br />

governo e all’inclusione <strong>di</strong> Vittorio Emanuele Orlando, Croce, Bonomi o Nitti. La campagna<br />

stampa dei liberali, iniziata la scorsa settimana, fa parte <strong>di</strong> una manovra politica accuratamente<br />

costruita dalla Destra; (b) i liberali fanno circolare voci secondo le quali sarebbero in possesso <strong>di</strong><br />

documenti che proverebbero le simpatie pro austriache <strong>di</strong> De Gasperi, quando era presidente del<br />

partito cattolico a Trento prima dell’avvento del fascismo; (c) De Gasperi intende usare la Dc per<br />

bilanciare la propria posizione <strong>di</strong> potere e mantenersi come arbitro tra la Destra e la Sinistra; (d)<br />

De Gasperi intende convincere anche i monarchici.<br />

[…] E<strong>di</strong>tore del quoti<strong>di</strong>ano "Il Popolo", Andreotti è l’amico più intimo <strong>di</strong> De Gasperi.<br />

Class.: segreto.<br />

130


Oggetto: Informazione sui partiti italiani al governo<br />

Data: 25 febbraio 1946<br />

(testo in italiano).<br />

Democrazia Cristiana<br />

Monsignor Montini ha ricevuto l’On. De Gasperi nelle primissime ore <strong>di</strong> stamane e la<br />

<strong>di</strong>scussione si è protratta per circa tre ore. Soggetto: l’atteggiamento dei democristiani alla<br />

Consulta per l’affare dell’articolo 66 sull’impe<strong>di</strong>mento ai preti <strong>di</strong> eseguire propaganda politica in<br />

chiesa. De Gasperi ha detto ai suoi intimi che monsignor Montini, e quin<strong>di</strong> il Vaticano, si è<br />

lamentato del modo come la cosa è stata condotta, della nessuna preparazione preliminare con<br />

altri partiti rappresentati alla Consulta, e soprattutto per l’atteggiamento "liberaloide" <strong>di</strong> certi<br />

consultori democristiani che hanno fatto buon gioco per le sinistre. De Gasperi ai suoi intimi ha<br />

detto che sembra sempre più evidente, dall’atteggiamento del Vaticano, che alla Segreteria <strong>di</strong><br />

Stato si cerca <strong>di</strong> dare vita ad un nuovo partito, per intimorire la Democrazia Cristiana. […]<br />

Nota: inserire Kolbe?<br />

Class.: segreto<br />

Destinatario: Direttore dell’Ssu. Dipartimento della Guerra.<br />

Oggetto: Rapporto sui progressi compiuti nel periodo novembre 1945 - gennaio 1946.<br />

Data: 18 marzo 1946<br />

Il presente rapporto copre tutte le attività dell’Ssu nel settore italiano.<br />

Nel <strong>di</strong>cembre del 1945, in seguito ad un incontro svoltosi a Washington, il sottoscritto ha assunto<br />

il comando del settore italiano dell’Ssu. Su istruzioni del <strong>di</strong>rettore, sono stati imme<strong>di</strong>atamente<br />

compiuti i necessari passi per abolire <strong>gli</strong> aspetti istituzionali della missione italiana e sostituirli<br />

con una efficiente unità composta da elementi in grado <strong>di</strong> produrre informazioni, un’unità che<br />

verrà anche dotata <strong>di</strong> una minima struttura amministrativa.<br />

[…]<br />

Nel <strong>di</strong>cembre del 1945, il generale statunitense Charles L. Dasher, responsabile del comando<br />

alleato nell’area <strong>di</strong> Roma, ha compiuto un’ispezione nella sede dell’Ssu in via Sicilia 59. In<br />

attesa delle imminenti decisioni esecutive, <strong>gli</strong> abbiamo chiesto aiuto e cooperazione per stabilire<br />

uno stretto contatto con l’Ssu <strong>di</strong> Washington, in modo da poter ricevere <strong>di</strong>rettive dal<br />

Dipartimento della Guerra. Il generale Dasher ha approvato i nostri obiettivi e, da soldato, ha<br />

molto apprezzato l’eccellente lavoro compiuto dall’Oss durante la guerra. Ha poi affermato che<br />

userà tutta la sua influenza per aiutarci a continuare il lavoro. Dove possibile, garantirà anche la<br />

possibilità <strong>di</strong> mettere in atto tutte quelle operazioni che la stretta osservanza del regolamento<br />

militare non consente.<br />

131


[…]<br />

Unità Z per il controspionaggio:<br />

Nell’Italia settentrionale manteniamo ancora 5 unità, coor<strong>di</strong>nate dall’unità Z per il<br />

controspionaggio con sede a Roma. Nell’area n. 2, le stazioni Z operano a San Remo, Genova,<br />

Torino e Milano. Nel Friuli Venezia Giulia opera un’unità a Trieste. Le loro funzioni sono le<br />

seguenti:<br />

Roma: supervisiona e coor<strong>di</strong>na le operazioni delle altre stazioni. Mantiene una struttura <strong>di</strong><br />

segreteria e settori per le comunicazioni, <strong>gli</strong> approvvigionamenti e l’amministrazione. Siamo in<br />

contatto con vari ministeri (polizia, esercito, marina), con le due ambasciate americane (presso il<br />

governo italiano e la Santa Sede) e con i coman<strong>di</strong> dei tre servizi informativi italiani: il Sis<br />

(marina), il Sim, (esercito) e il Sia (aeronautica). I collegamenti romani garantiscono i rapporti<br />

con le seguenti unità:<br />

Genova: opera a stretto contatto con la polizia e con i servizi informativi locali per mantenere la<br />

sicurezza nell’area ligure. Assieme a quella <strong>di</strong> San Remo, questa stazione è un punto focale per il<br />

monitoraggio della forte attività francese nell’Italia settentrionale. Speciali attenzioni vengono<br />

rivolte ai numerosi stranieri che arrivano al porto per essere rimpatriati;<br />

San Remo: opera sotto il <strong>di</strong>retto controllo <strong>di</strong> Genova. Tra i suoi compiti vi è il monitoraggio delle<br />

attività illegali alla frontiera con la Francia. San Remo coor<strong>di</strong>na le sue attività a stretto contatto<br />

con il nostro controspionaggio nella Francia meri<strong>di</strong>onale;<br />

Milano: è il nodo ferroviario più importante nell’Europa meri<strong>di</strong>onale e il centro della vita<br />

commerciale italiana. Dista appena poche mi<strong>gli</strong>a dal confine svizzero. Milano offre ottime<br />

occasioni per il monitoraggio della politica e dell’economia nell’Italia settentrionale;<br />

Torino: opera sotto il controllo <strong>di</strong> Milano. Si occupa principalmente delle ampie attività della<br />

Sinistra, usuali in questa zona fortemente industrializzata;<br />

Trieste: situata al centro <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong> crisi, svolge i compiti più delicati e <strong>di</strong>fficili. Da entrambi i<br />

lati del confine italo-yugoslavo vi sono forti segnali <strong>di</strong> attività clandestine volte a controllare il<br />

territorio, se necessario anche con la forza delle armi. Come Milano, Trieste è un importante<br />

punto <strong>di</strong> transito <strong>di</strong> persone attinenti al nostro lavoro. La stazione <strong>di</strong> Trieste opera a stretto<br />

contatto con il Gsi (?) del tre<strong>di</strong>cesimo corpo d’armata. In Italia, è la sola unità dell’Ssu che<br />

continua ad operare sulla base <strong>di</strong> criteri strettamente militari. A quanto sembra, Trieste<br />

continuerà ad essere una roccaforte militare alleata anche nell’eventualità che il comando Mtousa<br />

(Teatro operativo me<strong>di</strong>terraneo dell’esercito americano, ndr) dovesse cessare le sue attività.<br />

[…]<br />

Operazioni <strong>di</strong> intelligenza (generale)<br />

Le operazioni <strong>di</strong> intelligenza sono proseguite sotto il comando delle unità Z per il<br />

controspionaggio (settore: X-2).<br />

Occorre rilevare che il personale delle unità Z è rimasto grossomodo il medesimo, malgrado il<br />

nuovo <strong>di</strong>slocamento avvenuto in ogni comando <strong>di</strong> questo teatro operativo.<br />

132


Come in passato, la rete dell’X-2 e le operazioni de<strong>gli</strong> agenti doppi producono un flusso costante<br />

<strong>di</strong> rapporti, che vengono poi inviati a Washington per essere <strong>di</strong>stribuiti nell’ambito dell’ Si. Da<br />

fruitore <strong>di</strong> dati, il settore italiano dell’X-2 ha spesso sofferto in passato per la mancanza <strong>di</strong><br />

informazioni. Di conseguenza, per svolgere la sua missione in maniera opportuna, la rete dell’X-<br />

2 è stata in parte sviluppata per racco<strong>gli</strong>ere i dati necessari, giacchè è fondamentale che <strong>gli</strong> agenti<br />

posseggano un’ampia conoscenza dello scenario politico ed economico italiano. In pratica, si<br />

verifica una certa sovrapposizione delle funzioni dell’X-2 e dell’Si, soprattutto nell’attuale<br />

turbolento periodo che precede la conferenza <strong>di</strong> pace. La maggior parte delle attività politiche<br />

segrete delle potenze straniere vengono infatti condotte attraverso le reti dei servizi <strong>di</strong><br />

intelligenza. Per me<strong>gli</strong>o illustrare questo punto, riportiamo <strong>di</strong> seguito alcuni scenari italiani. Ciò<br />

contribuirà a chiarire il motivo che ci spinge ad inviare a Washington rapporti che includono<br />

informazioni politiche ed economiche:<br />

la lotta politica in Italia si svolge soprattutto tra le forze rivoluzionarie e l’estrema Destra, che è<br />

fanaticamente monarchica, anticomunista, militarista e, per molti versi, neofascista. Dal<br />

momento che vanta tra le sue fila esponenti delle forze armate italiane, gode quin<strong>di</strong> del più totale<br />

appoggio da parte dei servizi <strong>di</strong> intelligenza italiani: il Sis, il Sia ed il Sim. E’ attraverso questi<br />

tre servizi che la Destra organizza le sue manovre politiche segrete: la loro penetrazione (ad<br />

opera dell’X-2) ci consente quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> svelare i piani politici segreti delle forze reazionarie. Per<br />

contro, l’infiltrazione dei movimenti neofascisti ci permette <strong>di</strong> conoscere i nominativi dei loro<br />

agenti e le future azioni dei servizi informativi italiani. Risulta invece <strong>di</strong>fficoltosa la penetrazione<br />

dei servizi <strong>di</strong> intelligenza della Sinistra, giacchè le clausole dell’armistizio vietano l’azione<br />

in<strong>di</strong>pendente dei servizi segreti italiani e autorizzano appena la formazione <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> estrema<br />

Destra. Gli agenti della Sinistra possiedono un’ottima rete e non hanno alcun collegamento con<br />

<strong>gli</strong> Alleati. Di conseguenza, è possibile in<strong>di</strong>viduarli solo accertando l’identità de<strong>gli</strong> autori e dei<br />

<strong>di</strong>ffusori dei loro saggi politici, dei volantini e delle scritte sui muri. Occorre quin<strong>di</strong> intraprendere<br />

uno stu<strong>di</strong>o continuativo sulle loro attività.<br />

Porto sicuro per mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> rifugiati, l’Italia è il campo <strong>di</strong> batta<strong>gli</strong>a <strong>di</strong> numerosi movimenti<br />

anticomunisti e rivoluzionari, che conducono le loro attività clandestine attraverso nuovi agenti o<br />

spie <strong>di</strong> professione. In Italia, ad esempio, sia i seguaci del maresciallo Tito che i suoi oppositori<br />

utilizzano in parte il personale fascista dei vecchi servizi segreti croati per svolgere le loro<br />

missioni. La nostra infiltrazione tra questi agenti potrebbe fornire importanti informazioni sulla<br />

Yugoslavia. L’attività dell’X-2 contro altri agenti stranieri operanti in Italia potrebbe produrre<br />

una serie <strong>di</strong> nuovi dati su temi come l’attività francese in Valle d’Aosta, <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> batta<strong>gli</strong>a<br />

yugoslavi, le relazioni vaticano-sovietiche, <strong>gli</strong> elementi rivoluzionari in Albania, i gruppi della<br />

resistenza ungherese e via <strong>di</strong>cendo.<br />

[…]<br />

Operazioni <strong>di</strong> intelligenza: rapporti e corrispondenze delle unità Z per il controspionaggio.<br />

[…]<br />

Yugoslavi<br />

L’attività yugoslava in Italia è stata eccezionalmente intensa ne<strong>gli</strong> ultimi tre mesi. E’ evidente<br />

che il servizio informativo yugoslavo, l’Ozna, è pronto a tutto pur <strong>di</strong> eseguire <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni del<br />

governo <strong>di</strong> Tito. Attualmente, vi sono prove che l’Ozna ha due importanti missioni da svolgere<br />

in Italia:<br />

133


infiltrare e neutralizzare i movimenti che si oppongono al maresciallo Tito. L’Ozna è<br />

particolarmente ansiosa <strong>di</strong> scoprire l’entità della collaborazione tra i gruppi <strong>di</strong> resistenza<br />

all’interno della Yugoslavia ed i politici anti-titini all’estero;<br />

ottenere prove documentarie (prima della conferenza <strong>di</strong> pace) sull’aiuto fornito dai servizi<br />

d’intelligenza alleati e dal Vaticano alle forze politiche anti-titine che operano per il<br />

rovesciamento del governo yugoslavo.<br />

[…]<br />

Albanesi<br />

I gruppi albanesi che si oppongono a Hoxha perseguono una politica rivoluzionaria meno<br />

coerente <strong>di</strong> quella condotta in Italia da<strong>gli</strong> elementi anti-titini. Non avendo <strong>di</strong>spute territoriali<br />

comparabili con quelle del Friuli Venezia Giulia, <strong>gli</strong> emigrati albanesi tendono a sollecitare<br />

l’aiuto dei fascisti, de<strong>gli</strong> industriali e del ministero de<strong>gli</strong> esteri italiano per promuovere la propria<br />

attività clandestina. Hanno anche preso contatto con il Vaticano per cercare appoggi, ma non vi<br />

sono prove che tali negoziati abbiano avuto esito positivo. Occorre ricordare che l’Italia occupò<br />

l’Albania utilizzando una quinta colonna, e che quin<strong>di</strong> ha ottimi contatti all’interno del paese<br />

balcanico.<br />

[…]<br />

Altre attività <strong>di</strong> intelligenza<br />

Varie agenzie <strong>di</strong> sicurezza continuano a sorve<strong>gli</strong>are i possibili depositi clandestini <strong>di</strong> armi<br />

appartenenti a <strong>di</strong>versi movimenti politici. Molte armerie sono state localizzate e <strong>di</strong>strutte. Il<br />

governo italiano ha emanato severe leggi sul porto d’armi. Le norme vengono fatte osservare<br />

dalla polizia italiana, che sta collaborando con le autorità alleate nel controllo dei luoghi<br />

potenzialmente pericolosi.<br />

[…]<br />

I rapporti jxx-5501 e 5544 in<strong>di</strong>cano che il Psi ha infiltrato suoi elementi all’interno della Regia<br />

Marina Italiana. Le prove sono arrivate in seguito all’arresto <strong>di</strong> un certo Riccardo Antonelli,<br />

latore <strong>di</strong> una lettera <strong>di</strong> credenziali firmata da Luigi Cacciatore, vice segretario del Psi. Il<br />

documento in<strong>di</strong>ca Antonelli come un veterano dei servizi <strong>di</strong> informazione socialisti. Ciò prova<br />

che i partiti della Sinistra sono ansiosi <strong>di</strong> penetrare i circoli <strong>di</strong> intelligenza della Destra, che<br />

mantengono rapporti con i servizi alleati. In pratica, mirano ad appropriarsi <strong>di</strong> tutte quelle<br />

informazioni d’archivio potenzialmente utili per la prossima campagna elettorale (ve<strong>di</strong> anche il<br />

rapporto n. 5577, in cui si riportano i tentativi del Pci <strong>di</strong> infiltrare suoi elementi tra i servizi <strong>di</strong><br />

intelligenza del Ministero dell’Aeronautica).<br />

[…]<br />

James Angleton,<br />

capitano delle unità Z per il controspionaggio.<br />

134


-196/2^ Sezione – Sit./"CD" s e g r e t o<br />

Situazione politica e attivita’ dei partiti in italia<br />

(da fonti confidenziali atten<strong>di</strong>bili e stralci <strong>di</strong> stampa nazionale)<br />

(31 marzo 1946 )<br />

s o m m a r i o :<br />

Partito comunista italiano<br />

Partito socialista italiano<br />

Partito d’azione<br />

Partito liberale italiano<br />

Democrazia cristiana<br />

Democrazia del lavoro<br />

Opposizioni <strong>di</strong> sinistra (repubblicani )<br />

Opposizioni <strong>di</strong> destra<br />

Movimenti separatisti (Sicilia/Valle<br />

d’Aosta )<br />

Attivita’ <strong>di</strong> fascisti<br />

R e l a z i o n e<br />

– Partito comunista italiano<br />

Le <strong>di</strong>rettive d’azione del P.C.I. non hanno subito varianti dai punti fissati nella precedente<br />

relazione, né potevano averne poiché il P.C.I. ha già superato lo sco<strong>gli</strong>o del Congresso<br />

Nazionale, che attende ancora <strong>gli</strong> altri maggiori partiti, e poiché, non essendovi urto <strong>di</strong> tendenze<br />

135


e conflitto <strong>di</strong> personalità, tutto l’"apparato" e tutti i <strong>di</strong>rigenti del P.C.I. possono de<strong>di</strong>carsi con<br />

grande larghezza <strong>di</strong> mezzi alla preparazione elettorale.<br />

Centinaia <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi con parole <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti, Longo ed altri sono stati or<strong>di</strong>nati in questi giorni alla<br />

Ditta "Ra<strong>di</strong>ocentrale" in Roma; contengono brani <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorsi pronunciati dalla viva voce dei<br />

massimi esponenti comunisti, e sono destinati alla <strong>di</strong>ffusione ne<strong>gli</strong> ultimi giorni precedenti le<br />

elezioni, poiché contengono incitamenti al voto per le forze proletarie, per la Repubblica, per la<br />

pace, con insistenza su quelli che sono le parole d’or<strong>di</strong>ne del P.C.I.: unità dei lavoratori;<br />

opposizione alla politica delle avventure nazionalistiche e alla guerra; repubblica democratica<br />

progressiva; in<strong>di</strong>pendenza del paese; fine dei privilegi delle classi ricche.<br />

Nuove informazioni si aggiungono alle precedenti circa il finanziamento della campagna<br />

elettorale comunista. Risulta che importanti versamenti sono stati fatti da industriali minacciati<br />

da questioni epurative; la Fiat, per raggiungere il compromesso sul Consi<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> gestione,<br />

avrebbe <strong>di</strong>stolto alcune centinaia <strong>di</strong> milioni dalla apertura <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to avuta recentemente dal<br />

governo a saldo delle forniture belliche; forti somme sarebbero state date da Puricelli, Cini, da<br />

impresari costruttori romani, da alcuni esponenti dell’industria tessile biellese.<br />

Altra fonte <strong>di</strong> finanziamenti è una più complessa organizzazione che va estendendo le sue ma<strong>gli</strong>e<br />

nella pubblica amministrazione. Per intendere questo metodo <strong>di</strong> finanziamento del P.C.I., si deve<br />

anzitutto premettere un cenno sulla situazione amministrativa del personale dell’"apparato"<br />

comunista. Detto " apparato " equivale ai "quadri" dell’organizzazione, compresi <strong>gli</strong> uomini (e le<br />

donne) destinati dal partito a funzioni <strong>di</strong> pubblica responsabilità: da quelle <strong>di</strong> ministro e<br />

sottosegretario, a quelle <strong>di</strong> sindaco, <strong>di</strong> assessore, <strong>di</strong> commissario <strong>di</strong> aziende ed Enti, <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore<br />

<strong>di</strong> giornale, <strong>di</strong> giornalista, ecc.. Tutti i comunisti destinati a funzioni pubbliche o <strong>di</strong> partito sono<br />

funzionari (cioè "attivisti") del partito, comandati a prestare servizio in questo o quell’incarico,<br />

sia esso un posto in un comitato "Agit Prop" o un portafo<strong>gli</strong>o ministeriale. Tutti <strong>gli</strong> attivisti<br />

destinati a varie funzioni debbono avere un unico tipo <strong>di</strong> trattamento e cioè: stipen<strong>di</strong>o variabile<br />

dalle 9.000 alle 15.000 lire mensili, mensa gratuita nelle organizzazioni del partito, in alcuni casi<br />

abbastanza frequenti – alloggio, pure gratuito, procurato dal partito. In nessun caso <strong>gli</strong> stipen<strong>di</strong><br />

globali potranno superare le 15.000 lire mensili: con questa limitazione si intende che, qualunque<br />

sia lo stipen<strong>di</strong>o realmente percepito p. es. da parte dello Stato e da Enti pubblici, la <strong>di</strong>fferenza<br />

oltre le 15.000 lire mensili deve essere versata al partito.<br />

Con questo sistema il P.C.I. – a prescindere da quelle sue ideologie, cui dà pratica realizzazione,<br />

e da qualche introito che si procura – ottiene il risultato <strong>di</strong> avere un facile controllo sulla vita<br />

privata e sulle probità amministrative dei suoi uomini.<br />

Grazie a questo sistema è quin<strong>di</strong> possibile realizzare certe forme <strong>di</strong> incremento delle finanze <strong>di</strong><br />

Partito che, <strong>di</strong>versamente, si presterebbero a favorire gran<strong>di</strong> arricchimenti dei singoli.<br />

Una <strong>di</strong> queste forme è quella della "ta<strong>gli</strong>a" sulla corruzione nelle pubbliche amministrazioni.<br />

Come per molte altre questioni, il P.C.I. sta racco<strong>gli</strong>endo gran<strong>di</strong> documentazioni sulla moralità e<br />

corruttibilità <strong>di</strong> pubblici funzionari non comunisti. Tali documentazioni, dovrebbero servire per<br />

future nuove epurazioni, <strong>di</strong> ben altra portata che quelle antifasciste: ma intanto consentono <strong>di</strong><br />

tenere in pugno funzionari che si lasciano corrompere e obbligarli a consentire <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre i loro<br />

illeciti proventi con elementi <strong>di</strong> fiducia del partito – spesso non ufficialmente iscritti – i quali<br />

versano al partito le somme così ricavate. Recente esempio: un elemento del Fronte della<br />

Gioventù non iscritto al P.C.I. sta in questi giorni incassando alcune centinaia <strong>di</strong> mi<strong>gli</strong>aia <strong>di</strong> lire<br />

su una fornitura <strong>di</strong> formaggi emiliani fatta da una grossa <strong>di</strong>tta della Valle Padana al<br />

136


Commissariato per l’Alimentazione. Tale somma, con molte altre simili, servirà alle spese<br />

elettorali del Partito.<br />

Ne<strong>gli</strong> ambienti della Direzione del Partito vi è molto compiacimento per il comportamento del<br />

Partito nelle elezioni amministrative, e una grande quantità <strong>di</strong> commissioni sta stu<strong>di</strong>ando le<br />

riforme delle pubbliche amministrazioni per il caso <strong>di</strong> successi elettorali che <strong>di</strong>ano il governo o<br />

un buon numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>casteri nelle mani dei comunisti. La commissione che si occupa delle<br />

FF.AA. è tenuta segreta, poiché comprende alcuni ufficiali generali e superiori più o meno<br />

segretamente aderenti al P.C.I.. La commissione è <strong>di</strong>retta dal consultore Longo, e comprende<br />

Trombadori, Rossi, Vercellino e molti altri. E’ in programma una nuova epurazione che, per le<br />

FF.AA., prevede la sospensione <strong>di</strong> tutti <strong>gli</strong> ufficiali in S.P.E., e la loro eventuale riassunzione e<br />

riconferma nel grado in base a liste <strong>di</strong> epurazione che sono in parte già pronte.<br />

Il Fronte della Gioventù <strong>di</strong> Roma è stato richiamato severamente dal Partito per la inefficienza<br />

<strong>di</strong>mostrata nel non saper <strong>di</strong>sorganizzare e impe<strong>di</strong>re (senza ricorso alla violenza) le manifestazioni<br />

studentesche per Trieste del 27 marzo. In tali manifestazioni, e massime nel corteo, il F. d. G. ha<br />

inviato in gran numero i suoi emissari, e il giovane Berlinguer ha avuto speciale incarico <strong>di</strong> agire<br />

in questo settore.<br />

In linea <strong>di</strong> politica generale, <strong>gli</strong> ambienti <strong>di</strong>rettivi del Partito hanno l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> preparare le loro<br />

masse a una vittoria della Democrazia Cristiana, e <strong>di</strong> agire con ogni mezzo per impe<strong>di</strong>re il<br />

concentramento della D.C. con le forze <strong>di</strong> centro-destra.<br />

Soprattutto il settore sindacale è il terreno su cui si intende agire per imporre alla D.C. un<br />

orientamento favorevole ai partiti "proletari" e solidale con essi. I comunisti fanno molto<br />

affidamento sul timore che hanno i <strong>di</strong>rigenti sindacali democristiani, massime Gran<strong>di</strong> e Quarello,<br />

<strong>di</strong> essere estromessi dalla C.G.I.L. e obbligati a riprendere una organizzazione sindacale "bianca"<br />

da soli.<br />

– Partito socialista italiano<br />

La preparazione socialista in vista del congresso è sempre attivissima, e quasi è pari per intensità,<br />

alla preparazione elettorale.<br />

I più decisi risultati <strong>di</strong> tre settimane <strong>di</strong> elezioni amministrative sono:<br />

– conferma dei risultati delle elezioni sindacali e aziendali. E cioè vitalità del P.S.I.U.P. superiore<br />

alle più ottimistiche previsioni; e vitalità autonoma, non priva <strong>di</strong> forti risentimenti periferici<br />

anticomunisti;<br />

– abbandono quasi totale (e solo in parte conseguente ai risultati elettorali) della tendenza<br />

fusionista, e reazione de<strong>gli</strong> ambienti periferici contro l’attuale <strong>di</strong>rezione del Partito, facente capo<br />

a Nenni;<br />

– orientamento a favore del P.S.I. <strong>di</strong> determinate correnti industriali (Olivetti – "Montecatini" del<br />

Nord – "Snia-Viscosa") e <strong>di</strong> ambienti che simpatizzano con l’idea <strong>di</strong> staccare il P.S.I. dal<br />

comunismo e <strong>di</strong> avviare il Paese su una concentrazione <strong>di</strong> governo social-democristiana, che<br />

sarebbe dotata <strong>di</strong> una forte maggioranza e garantirebbe quin<strong>di</strong> un governo stabile <strong>di</strong> coalizione<br />

me<strong>di</strong>o-piccolo borghese e proletario;<br />

137


– deciso interessamento socialista a problemi concreti dell’industria e del commercio in Alta<br />

Italia, e aperte <strong>di</strong>chiarazioni socialiste a favore <strong>di</strong> una economia industriale protetta e<br />

programmata, del mantenimento conseguente del Consi<strong>gli</strong>o Industriale Alta Italia, cui è a capo il<br />

Prof. Trepelloni, esponente e rappresentante <strong>di</strong> interessi dell’industria tessile, già <strong>di</strong>rigente<br />

dell’Ente Nazionale Cotoniero e dell’Ente Nazionale del Tessile;<br />

– più "platonico" e astratto interessamento socialista ai problemi del Mezzogiorno, confinati<br />

all’Istituto <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Socialisti"; interessamento che, in ogni modo, si rivolge al progetto <strong>di</strong><br />

trasformare l’economia e la vita del Mezzogiorno sul modello della vita dell’Alta Italia, cioè<br />

industrializzando il Mezzogiorno malgrado le note ostilità e <strong>di</strong>fficoltà delle popolazioni<br />

meri<strong>di</strong>onali a subire le industrializzazioni;<br />

– affermazioni notevoli della tendenza <strong>di</strong> "iniziative socialista", che si conquista la maggioranza<br />

ad Alessandria; a Bologna; a Perugia; a Ravenna; a Rovigo.<br />

Gran<strong>di</strong>ssima si rileva quin<strong>di</strong> l’importanza <strong>di</strong> questa corrente che si presenta alla scena politica<br />

con pochi mezzi (ha un solo giornale settimanale, nessun quoti<strong>di</strong>ano), fortemente combattuta da<br />

Nenni e dai suoi amici, ma con largo seguito. Il programma con cui "Iniziativa" vorrebbe<br />

prendere il comando nel partito socialista viene ufficialmente così sintetizzato:<br />

– Animare il partito e far<strong>gli</strong> assumere finalmente una linea politica propria;<br />

– prendere iniziativa in ogni campo;<br />

- rafforzare i quadri del Partito;<br />

– riaffermare l’unità d’azione della classe lavoratrice nella lotta per la ricostruzione socialista e la<br />

<strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti del paese (cioè contro le riven<strong>di</strong>cazioni jugoslave, austriache e francesi, o,<br />

almeno la maggior parte <strong>di</strong> esse);<br />

– promuovere l’organizzazione internazionale socialista;<br />

– riaffermare l’intransigenza ideale e tattica.<br />

Nella contingenza, "Iniziativa" non transige nella sua ostilità <strong>di</strong>retta contro Pietro Nenni, anche<br />

se Nenni e per lui Moran<strong>di</strong> accettano gran parte del programma <strong>di</strong> "Iniziativa". Nel campo<br />

economico – massime in Alta Italia – la attuale <strong>di</strong>rezione del partito vuole impe<strong>di</strong>re a "Iniziativa"<br />

<strong>di</strong> prendere il sopravvento, sopravanzandola con una realistica politica atta a procurarsi una salda<br />

base nelle masse operaie (circa 68% de<strong>gli</strong> iscritti) e svolgendo una propaganda atta a<br />

tranquillizzare i ceti borghesi, la cui adesione al P.S.I. è minima (5% <strong>di</strong> impiegati e 1% <strong>di</strong><br />

professionisti e intellettuali sulla totalità de<strong>gli</strong> iscritti al P.S.I.)<br />

c) – Partito d’azione<br />

Minima è l’attività positiva del Partito d’Azione che permane in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> grave crisi. I<br />

risultati elettorali delle elezioni amministrative sono tali da scoraggiare sempre più i <strong>di</strong>rigenti del<br />

P. d’A. che, nelle prime tre domeniche delle elezioni, hanno conquistato soltanto 183 seggi<br />

consi<strong>gli</strong>eri su un totale <strong>di</strong> 52.389. Il <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> Parri e LA Malfa ha tolto al F. d’A. forze<br />

intellettuali e finanziarie non sostituite, e l’autorità e l’attività del partito si spengono fra<br />

138


l’in<strong>di</strong>fferenza generale. Il quoti<strong>di</strong>ano romano del Partito vende alcune centinaia <strong>di</strong> copie, sette –<br />

ottocento, ed ha poche centinaia <strong>di</strong> abbonati (3 – 400 ) oltre ai vari uffici – stampa e ai molti<br />

omaggi. Il quoti<strong>di</strong>ano torinese vive con <strong>gli</strong> appoggi che <strong>gli</strong> vengono da sovventori. Molto<br />

energica continua ad essere l’attività del nucleo che aspira alla fusione P.S.I.U.P..<br />

d) – Partito liberale italiano<br />

Tendenze periferiche e giovanili del liberalismo italiano, fra cui l’attivissimo Armando ZanettI,<br />

<strong>di</strong>rettore del "giornale del Lunedì", premono sulla <strong>di</strong>rezione del Partito per il blocco delle forze<br />

democratico-liberale. Il blocco è ormai un fatto compiuto, che avrà certo influenza nelle elezioni<br />

politiche e potrà costituire una forza che si allineerà quarta dopo i tre partiti <strong>di</strong> massa e si prevede<br />

che potrà avere almeno un 10-15% dei seggi alla Costituente.<br />

Il P.L.I. attende dal suo congresso la definizione del suo atteggiamento sulla questione<br />

istituzionale, ed è possibile che si pronunci per una soluzione monarchica. Dal punto <strong>di</strong> vista<br />

finanziario, la propaganda del quoti<strong>di</strong>ano romano del partito per la raccolta <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> vuole anche<br />

<strong>di</strong>mostrare che il partito liberale italiano non ha fon<strong>di</strong> e risorse segrete. Ma in realtà il denaro non<br />

manca. Il P.L.I. non <strong>di</strong>spone ancora <strong>di</strong> una organizzazione elettorale efficiente e non risulta avere<br />

adeguata preparazione per una campagna <strong>di</strong> propaganda rivolta alle masse in profon<strong>di</strong>tà. Gli<br />

uffici della centrale sono <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati nei loro schedari e scarseggiano il materiale<br />

propagan<strong>di</strong>stico, e non <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> personale sufficiente. Nelle riunioni dei <strong>di</strong>rigenti si parla<br />

molto, ma in esse mancano elementi tecnici esercitanti funzioni <strong>di</strong> concetto e d’or<strong>di</strong>ne ne<strong>gli</strong><br />

uffici del partito. Questo stato <strong>di</strong> cose produce ne<strong>gli</strong> ambienti <strong>di</strong>rigenti psicosi <strong>di</strong> sconfitta<br />

rispetto ai Partiti <strong>di</strong> massa. Fonti informative molto atten<strong>di</strong>bili <strong>di</strong>chiarano apertamente che la<br />

mentalità <strong>di</strong> una gran parte dei <strong>di</strong>rigenti e de<strong>gli</strong> iscritti è nettamente pessimista.<br />

e) – Democrazia cristiana<br />

La Democrazia Cristiana ha avuto tali successi elettorali nelle prime giornate <strong>di</strong> elezioni<br />

amministrative, che ormai il Paese guarda ad essa come al probabile car<strong>di</strong>ne della futura<br />

Costituente e del futuro Governo.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà interne del Partito, nella imminenza del suo Congresso Nazionale, sono ancora<br />

molte. Anche per la D.C. alla metà <strong>di</strong> aprile le situazioni dovranno essere chiarite, e cioè:<br />

<strong>di</strong>chiarazione sull’in<strong>di</strong>rizzo circa la questione istituzionale; atteggiamento sulla politica<br />

sindacale; <strong>di</strong>rettive generali rispetto allo schieramento politico proletario.<br />

Sulla questione istituzionale, la D.C. continua a registrare voti <strong>di</strong> riunioni provinciali<br />

precongressuali che sono a grande maggioranza per la soluzione repubblicana. Continua, anche<br />

su questo punto, il grave contrasto fra l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> parte della massa del Partito e le <strong>di</strong>rettive del<br />

centro. Le forze più vicine alla Santa Sede e all’Azione Cattolica sono in complesso<br />

monarchiche, le altre repubblicane. Molte cifre <strong>di</strong> votazioni nei convegni provinciali non sono<br />

ancora note, ma si sa tuttavia che dove si è votato la soluzione repubblicana, la votazione ha dato<br />

a quest’ultima il 90% dei votanti; invece le maggioranze monarchiche ove ottenute, sono assai<br />

più modeste.<br />

139


Sulla politica sindacale è assai forte la tendenza – anch’essa <strong>di</strong> periferia, in opposizione al centro<br />

– che sarebbe l’uscita dei sindacalisti cristiani della C.G.L.I., considerando che l’unione a tre in<br />

tale organismo si è rivelata vantaggiosa solo per i comunisti.<br />

Nei rapporti con il P.C.I. si sono accentuate le asprezze e le <strong>di</strong>fficoltà. Significativo è il fatto che<br />

la gioventù della D.C. ha stabilito <strong>di</strong> non aderire alla Federazione mon<strong>di</strong>ale della gioventù<br />

democratica, perché detta Federazione è troppo controllata dai comunisti. To<strong>gli</strong>atti e De Gasperi<br />

hanno polemizzato pubblicamente in <strong>di</strong>scorsi elettorali, e si prevede che tali polemiche si<br />

accentueranno.<br />

L’attività della Direzione del Partito, oltre che del normale lavoro <strong>di</strong> preparazione elettorale, è<br />

assorbita dall’imminente Congresso Nazionale <strong>di</strong> aprile, nel quale avranno una grande parte<br />

Scelba, Piccioni, Jacini, Gonella, Gronchi, Gran<strong>di</strong>. l’on. De Gasperi sarà riconfermato segretario<br />

del partito, ma vi saranno molte opposizioni contro <strong>di</strong> lui a causa del malcontento <strong>di</strong> elementi<br />

appartenenti alle sinistre del partito, che si raccolgono attorno a Scelba, Gronchi e Quarello. ma<br />

la posizione <strong>di</strong> De Gasperi è fortissima non solo perché è presidente del consi<strong>gli</strong>o, ma anche<br />

perché esercita una funzione me<strong>di</strong>atrice rispetto alla destra della d.c., capeggiata da uomini come<br />

il conte Jacini e altri. l’on. De Gasperi è deciso a sfruttare la poca fiducia che il ceto me<strong>di</strong>o del<br />

Paese ha per le formazioni politiche democratico-liberali <strong>di</strong> centro, centro-sinistra e <strong>di</strong> destra;<br />

e<strong>gli</strong> tende a fare, dentro e fuori il suo Partito, da forza equilibratrice, sfruttando le antipatie che il<br />

socialismo si procura con la sua debolezza <strong>di</strong> fronte al comunismo, e quelle che i partiti<br />

democratici e liberali si procurano con i loro atteggiamenti definiti reazionari. SCELBA svolge<br />

attiva propaganda per l’orientamento repubblicano della D.C., ed è noto che ha grande seguito.<br />

F) – Democrazia del lavoro<br />

La D.d.L. ha assolto alla funzione <strong>di</strong> servire da base all’On. Bonomi per organizzare il blocco<br />

democratico-liberale. La maggiore <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> tale blocco, è proprio derivata dalla crisi interna<br />

della D.d.L. e dalla rivalità Bonomi-Mole’, superata con una formula <strong>di</strong> compromesso derivante<br />

dal fatto che il Ministro della Pubblica Istruzione non aveva alcuna possibilità <strong>di</strong> staccarsi<br />

dall’On. Bonomi per aderire, con Parri e La Malfa, a un blocco elettorale repubblicano, data la<br />

decisione intransigente <strong>di</strong> Pacciar<strong>di</strong> che esclude per il P.R.I. ogni alleanza elettorale. Pare<br />

d’altronde, che a decidere l’On. Mole’ a restare nell’ambito demolaburista non sia stata estranea<br />

una netta intimazione <strong>di</strong> fonte massonica. I risultati delle prime giornate <strong>di</strong> elezioni<br />

amministrative hanno accresciuto l’autorità del gruppo del Partito Democratico del Lavoro<br />

rispetto al Partito Liberale, poiché sinora le forze dei partiti sono pressoché alla pari,<br />

contrariamente alle previsioni che facevano ritenere il P.L.I. <strong>di</strong> gran lunga il più forte.<br />

La D.d.L. <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> avere un certo seguito nelle regioni del Mezzogiorno; e, nelle lunghe<br />

trattative condotte con molta abilità e pazienza dall’On. Bonomi, è risultato che le <strong>di</strong>fferenze<br />

dottrinali fra i gruppi che costituiscono il blocco elettorale Orlando-Nitti-Croce-Bonomi-<br />

Zaniboni non sono così gravi da impe<strong>di</strong>re una seria unità d’intenti. Assai riservato è<br />

l’atteggiamento circa la questione istituzionale, per quanto è possibile finisca con il prevalere in<br />

seno al blocco una soluzione monarchica con la formula Brosio (Corona al Principe <strong>di</strong> Napoli<br />

con una Reggenza Civile che potrebbe includere anche la Principessa Maria <strong>di</strong> Piemonte,<br />

escludendo però i Reali Principi cui, secondo lo Statuto Albertino, sarebbe spettata la eventuale<br />

Reggenza Dinastica).<br />

140


Intanto l’alleanza demoliberale ha cominciato a <strong>di</strong>venire operante in Consi<strong>gli</strong>o dei Ministri,<br />

facendo escludere la assegnazione dei simboli per il "referendum" istituzionale sfavorevole alla<br />

causa monarchica, cioè facendo sce<strong>gli</strong>ere all’elettore fra l’Italia e la Corona.<br />

Con la nuova sistemazione, l’Italia non sarà più esclusivo simbolo <strong>di</strong> nessuno delle due<br />

soluzioni, ma sarà presente in ambedue i simboli.<br />

g) – Opposizioni <strong>di</strong> sinistra (repubblicani)<br />

La decisione del P.R.I. <strong>di</strong> non accettare alleanze elettorali è una manovra per obbligare Parri e La<br />

Malfa ad abbondare la loro frazione democratica-repubblicana autonoma e ad entrare nel P.R.I.,<br />

e per evitare che altre possibili future formazioni repubblicane imitino il movimento della D.R.<br />

nel non voler entrare nel Partito Repubblicano.<br />

La mossa <strong>di</strong> Pacciar<strong>di</strong> implica anche una notevole mancanza <strong>di</strong> fiducia nelle forze della D.R. e <strong>di</strong><br />

altri eventuali frazioni che si staccassero da altri partiti. Tuttavia è notevole che Ferruccio Parri<br />

<strong>di</strong>spone <strong>di</strong> notevoli appoggi a Milano, ove è riuscito ad assicurarsi finanziamenti dal<br />

dott.Mattioli della Banca Commerciale Italiana, dal Consorzio Nazionale Industrie elettriche<br />

("ConieL") e da altri gruppi. L’ing. Banti del Coniel è uno dei più forti sostenitori del gruppo<br />

Parri.<br />

Pure a questo gruppo a Milano si attribuisce la denunzia per "atti rilevanti" dei fratelli Crespi, in<br />

quanto essendo stato prosciolto in Alta Corte il Senatore Mario Crespi, il "Corriere <strong>di</strong><br />

Informazione" avrebbe potuto tornare in piena proprietà della fami<strong>gli</strong>a Crespi e ne sarebbero stati<br />

estromessi <strong>gli</strong> amici <strong>di</strong> Parri: M. Borsa e Bauer.<br />

h) Opposizione <strong>di</strong> destra<br />

L’U.Q, che ha rivelato nelle elezioni amministrative la esagerazione delle conclamate cifre che<br />

facevano <strong>di</strong> questo partito una organizzazione <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> aderenti, si trova nuovamente ridotto<br />

a una funzione <strong>di</strong> avanguar<strong>di</strong>a scandalistica <strong>di</strong> opposizione, funzione più giornalistica che<br />

politica, assolta con molta efficacia per alcuni mesi nel recente passato. La manovra dei giornali<br />

qualunquisti, cui non partecipano i giornali del Partito Democratico Italiano, consiste nel<br />

sottoporre nuovamente la compagine del Governo <strong>di</strong> C.L.N. a una intensa campagna <strong>di</strong>retta a<br />

ottenerne l’allargamento prima delle elezioni. Gli attacchi a To<strong>gli</strong>atti e ai socialisti mirano<br />

precisamente a questo scopo, e Giannini costituisce così la punta avanzata <strong>di</strong> una manovra il cui<br />

scopo è quello <strong>di</strong> spingere il Gabinetto alle <strong>di</strong>missioni per variarne la composizione, eliminarne<br />

<strong>gli</strong> azionisti e fare posto a elementi nuovi (Nitti o suoi aderenti) in una <strong>di</strong>versa coalizione;<br />

cercando inoltre <strong>di</strong> to<strong>gli</strong>ere ai socialisti i due portafo<strong>gli</strong> che sono preposti alle elezioni, cioè<br />

Interni (Romita) e costituente (Nenni), nonché mutare il titolare del Ministero della Giustizia<br />

(To<strong>gli</strong>atti). La campagna <strong>di</strong> Giannini probabilmente si svilupperà con ulteriori polemiche e<br />

attacchi personali. Anche l’organo del Partito Liberale non ha risparmiato alcuni accenni alle<br />

questioni su cui "Il Buonsenso" sta attaccando, cioè, p. es. quella dei fon<strong>di</strong> destinati alla lotta<br />

partigiana.Peraltro Giannini sembra aver raccolto, a questo proposito, prova che possono colpire<br />

anche uomini del P.L.I. in quanto il Consultore Sogno, contro cui Giannini ha particolare rancore<br />

personale, potrà essere esplicitamente invitato dal "Buonsenso" che ha raccolto documentazioni<br />

in proposito, a spiegare l’origine delle somme ingenti <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spone per le sue due case e<strong>di</strong>trici,<br />

la sua rivista e il quoti<strong>di</strong>ano ("Il Corriere Lombardo") <strong>di</strong> cui è <strong>di</strong>rettore e comproprietario. E’<br />

noto che l’organizzazione "Franchi" che Sogno comandava in Alta Italia <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

141


somme, e pagava i suoi gregari mille lire al giorno, e i suoi ufficiali duemila, e inquadrava circa<br />

2500 partigiani fra Milano, Torino, Genova; cosicché costava, in fase operativa, circa 3 milioni<br />

al giorno per il solo personale. Se Giannini non ha ancora attaccato su questo punto è perché non<br />

desidera per ora peggiorare ulteriormente i suoi rapporti con i Liberali.<br />

Mentre Giannini attacca con metodo scandalistico il Partito Democratico Italiano sviluppa la sua<br />

manovra, forse tar<strong>di</strong>va, <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> accattivarsi simpatie nel campo cattolico per racco<strong>gli</strong>ere fra<br />

i malcontenti e i fuorusciti della D.C. e conciliare con autorevoli apporti <strong>di</strong> energie alla causa<br />

monarchica fra quanti, nel campo cattolico, vedono nella repubblica uno slittamento verso la<br />

politica demagogica, l’anticlericalismo, il <strong>di</strong>vorzio e la socializzazione.<br />

In genere però si lamenta la incapacità e la debolezza della propaganda monarchica, condotta con<br />

certa abilità ma non sempre tempestivamente dai giornali del P.D.I., mentre altri Enti e organi<br />

che dovrebbero agire in questo senso non mostrano né abilità né prontezza, né attitu<strong>di</strong>ne.<br />

Fra l’altro si nota che non vengono svolti con sufficiente ampiezza alcuni motivi che potrebbero<br />

avere molta efficacia poiché tutt’altro che irreali: come quello che la Repubblica potrebbe voler<br />

<strong>di</strong>re ripresa delle persecuzioni epurative; <strong>di</strong>sagio assai grave per l’Italia meri<strong>di</strong>onale e insulare<br />

sottoposta a una supremazia più assoluta che mai dall’Alta Italia; politica <strong>di</strong> netto carattere<br />

anticlericale, ecc.<br />

In molti ambienti, anche fra quelli che si dovrebbero ritenere i più fedeli alla Casa regnante, si<br />

comincia a <strong>di</strong>ffondere una parola d’or<strong>di</strong>ne ispirata dai circoli repubblicani e abbozzata nella nota<br />

intervista del Conte Sforza: "me<strong>gli</strong>o un Governo forte e autorevole in una repubblica moderata<br />

che una monarchia debole e senza prestigio". La neutralità e la imparzialità delle manifestazioni<br />

della Reale Corte e del Luogotenente se appaiono un esempio <strong>di</strong> correttezza e <strong>di</strong> stile, sono da<br />

molti interpretate come segno <strong>di</strong> debolezza e <strong>di</strong> preventiva rassegnazione alla sconfitta in una<br />

causa che potrebbe invece avere molti elementi <strong>di</strong> successo. Molti ambienti si orienterebbero più<br />

fermamente verso la soluzione monarchica se la propaganda fosse più energica, fiduciosa,<br />

efficace; cioè affidata a mani esperte e ad elementi attivi.<br />

Si nota che il libro <strong>di</strong> P. Silva "Io <strong>di</strong>fendo la Monarchia" ha avuto un significativo successo: ma<br />

si tratta <strong>di</strong> un libro, cioè <strong>di</strong> manifestazione ad azione limitata e ritardata, mentre alcune delle sue<br />

tesi più convincenti dovrebbero essere <strong>di</strong>ffuse con mezzi più semplici e accessibili,<br />

moltiplicando, con tutti i mezzi possibili, la <strong>di</strong>ffusione delle idee che consi<strong>gli</strong>ano la soluzione<br />

monarchico-parlamentare.<br />

I) – Movimenti separatisti (Sicilia – Valle d’Aosta)<br />

In Sicilia il movimento separatista si va attenuando e si orienta su una soluzione autonomista del<br />

tipo <strong>di</strong> quella concessa alla Valle d’Aosta e che per <strong>di</strong>versi segni appare ambita anche dalla<br />

Sardegna. Con la accettazione <strong>di</strong> tale soluzione sarebbero chiaramente sod<strong>di</strong>sfatte le varie<br />

aspirazioni e cadrebbero tutti i motivi <strong>di</strong> recriminazione che hanno dato un contenuto ideale al<br />

movimento separatista, che perderebbe quin<strong>di</strong> ogni importanza politica e militare e già va<br />

riducendosi ad un problema <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico <strong>di</strong> limitata proporzione.<br />

Assai più grave <strong>di</strong>viene invece la situazione della Valle D’Aosta. La soluzione autonomista<br />

aveva creato molti malcontenti, tanto fra l’ala estrema (ridottissima) dei vari separatisti<br />

francofili, quanto fra i "benpensanti" valligiani, che videro subito il danno ed i pericoli della<br />

142


autonomia; quanto infine, fra i non valligiani residenti in Valle. Tali correnti <strong>di</strong> malcontento<br />

hanno trovato esca per incen<strong>di</strong>arsi nelle insufficienze, ne<strong>gli</strong> errori e nelle <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e del governo<br />

della Valle, in seno al quale sono gravi rivalità personali a cominciare da quella fra l’autoritario<br />

Presidente Prof. Federico Chabod, e l’ambizioso e intrigante Vice Presidente Avv. Caveri. Il<br />

Prof. Chabod si era poi illuso <strong>di</strong> poter governare la Valle <strong>di</strong>stribuendo il suo tempo fra Aosta-<br />

Milano (ove è titolare <strong>di</strong> una cattedra e con<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> un Ente e<strong>di</strong>toriale) e Roma (ove, fra<br />

l’altro, aspira ad essere trasferito come titolare <strong>di</strong> cattedra universitaria).<br />

Le sue frequenti assenze hanno in<strong>di</strong>gnato molti in Aosta ed il suo carattere aspro ed intransigente<br />

<strong>gli</strong> ha procurato molti nemici.<br />

Inoltre il Prof. Chabod appartiene al P.d’A. e la crisi <strong>di</strong> detto partito ha notevolmente <strong>di</strong>minuito il<br />

suo prestigio personale.<br />

La sua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> funzionario e <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong> iniziative e<strong>di</strong>toriali lo fanno considerare dai più<br />

intransigenti un elemento passato alla causa "italiana" estraneo ormai alla Valle; i meno<br />

intransigenti <strong>di</strong>cono che era me<strong>gli</strong>o un Prefetto non valligiano, ma sempre sul posto e vigile ai<br />

problemi della Valle, che un Presidente sempre in viaggio e legato a interessi estranei alla Valle.<br />

L’opposizione contro F. Chabod è stata resa acuta e vivace dal <strong>di</strong>sagio alimentare. Da molti<br />

mesi, si può <strong>di</strong>re da tutto l’anno, sin da subito dopo il passato raccolto, la Valle che non è<br />

produttrice <strong>di</strong> grano, soffre per la mancanza <strong>di</strong> cereali, <strong>di</strong> pane e <strong>di</strong> pasta.<br />

La zona aostana era, sin dalla scorsa estate, l’unica regione d’Italia in cui fosse quasi impossibile<br />

trovare pane non razionato, e molto <strong>di</strong>fficile avere vivande a base <strong>di</strong> pasta. La Valle è solo<br />

produttrice <strong>di</strong> carne, latte e suoi derivati, patate e miele.<br />

Ma le patate ebbero un raccolto scarso. La produzione locale <strong>di</strong> avena è sempre stata<br />

insufficiente; né sufficiente quella del vino. Il governo della Valle ha messo gran<strong>di</strong> restrizioni<br />

alle poche esportazioni possibili della Valle, cioè legnami e formaggi, gravandole <strong>di</strong> dazi<br />

produttivi; e con questo, resi <strong>di</strong>fficili <strong>gli</strong> scambi, ha seriamente danneggiata la situazione<br />

alimentare.<br />

La propaganda francese ha avuto così buon gioco come non mai, ed anche i più ostili non solo al<br />

separatismo, ma anche alle autonomie, contribuiscono a creare un ambiente <strong>di</strong> sorda irritazione.<br />

I centri <strong>di</strong> maggiore agitazione separatista sono quelli <strong>di</strong> fondo Valle (Pont St. Martin – Verres –<br />

St. Vincent – quest’ultimo ha forse il più attivo nucleo <strong>di</strong> separatisti – Chatillon, e tutta la Val<br />

Tournanche). Particolare oggetto <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o sono coloro i quali vengono accusati <strong>di</strong> essere agenti "<strong>di</strong><br />

ROMA" come il capitano de<strong>gli</strong> alpini Remo Chabod, cugino del Presidente della Valle, ed altri.<br />

Di questo acuto stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio hanno approfittato i <strong>di</strong>rigenti del "Comitato Valdostano" <strong>di</strong><br />

Parigi per provocare le recenti note e gravi manifestazioni.<br />

D’Accordo con emissari <strong>di</strong> detto comitato giunti come prima dalla Francia, il noto Caveri –<br />

<strong>di</strong>rigente dell’Unione Valdostana – propose nel Consi<strong>gli</strong>o della Valle <strong>di</strong> chiedere garanzie<br />

internazionali; al rifiuto <strong>di</strong> Chabod si monta la manifestazione, che viene accuratamente<br />

cinematografata da agenti francesi. La documentazione cinematografica è stata imme<strong>di</strong>atamente<br />

inviata in Francia.<br />

143


La situazione Valdostana ritorna, dopo tutto ciò, ad essere grave, ed è suscettibile <strong>di</strong> dolorose<br />

sorprese.<br />

L) – Attivita’ <strong>di</strong> fascisti<br />

I fascisti della Capitale e dell’Alta Italia vanno irrigidendosi in una posizione <strong>di</strong> intransigente<br />

fedeltà alla idealità fascista e rifiutano le trattative, in passato da essi provocate e cercate, con<br />

altri partiti. Tale atteggiamento è infatti dovuto alla convinzione della inutilità <strong>di</strong> ogni trattativa.<br />

I fascisti stanno preparando a roma un settimanale clandestino, che avrà il titolo "s.i." ("Siamo<br />

Italiani"), è sarà <strong>di</strong>retto da Concetto Pettinato. Pare che tale settimanale avrà la collaborazione <strong>di</strong><br />

molti giornalisti già fascisti; che ora lavorano senza figurare in perio<strong>di</strong>ci vari. Un ambiente<br />

favorevole a quest’attività pare siano le redazioni romane del "Corriere Lombardo", della<br />

"Gazzetta d’Italia", e del "Commercio".<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: Rapporto del 808° Batta<strong>gli</strong>one per il Controspionaggio sulla situazione al mese <strong>di</strong><br />

marzo 1946.<br />

(testo in italiano)<br />

Class.: segreto<br />

Ufficio <strong>di</strong> origine: X-2 (Italia).<br />

Data: 3 aprile 1946.<br />

Oggetto: Rapporto politico sull’Italia.<br />

Fonte: JK 23 (probabilmente del Sim, ndr).<br />

Collocazione: Rg 226, serie 108A, busta 270, fascicolo: jzx-6960.<br />

(testo in italiano)<br />

Class.: confidenziale<br />

Oggetto: Lancia Aprilia Na 31707<br />

Data: 8 aprile 1946<br />

A chi interessa<br />

Si certifica che l’automobile in oggetto è <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> questo ufficio.<br />

Il veicolo è stato affidato al dott. Umberto D’Amato.<br />

144


Il combustibile viene fornito da questa unità.<br />

Il veicolo ha le seguenti credenziali:<br />

Libretto <strong>di</strong> circolazione: n. 31707<br />

Motore: n. 97/9458<br />

Telaio: n. 7749<br />

Per eventuali chiarimenti, rivolgersi al sottoscritto telefonando al 478445 (interno: 28), Roma.<br />

Capitano James Angleton,<br />

X-2 (Roma)<br />

Class.: segreto<br />

Destinatari: tutti i capi area<br />

Oggetto: Manuale <strong>di</strong> intelligenza per la propaganda occulta.<br />

Data: 16 maggio 1946.<br />

Suggeriamo la lettura del memorandum in allegato, che è stato preparato dal settore per la<br />

propaganda del Si. Suggeriamo inoltre l’invio <strong>di</strong> materiali che possono interessare questa<br />

operazione.<br />

Vi chie<strong>di</strong>amo inoltre <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere il memorandum e <strong>di</strong> illustrarne i contenuti ad ogni capo settore.<br />

Introduzione<br />

Il manuale è destinato al settore <strong>di</strong> intelligenza per la propaganda, con l’obiettivo <strong>di</strong> fornire <strong>gli</strong><br />

agenti del Si <strong>di</strong> una guida basica per la raccolta <strong>di</strong> informazioni segrete sulla propaganda occulta.<br />

Il manuale comprende:<br />

<strong>gli</strong> obiettivi del settore per la propaganda;<br />

le basi per rendere possibili l’in<strong>di</strong>viduazione, la raccolta e la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> informazioni segrete<br />

sulla propaganda occulta.<br />

Principali obiettivi del settore <strong>di</strong> intelligenza per la propaganda.<br />

Questa sezione del Si è fondamentalmente interessata a stu<strong>di</strong>are tutti que<strong>gli</strong> aspetti della<br />

propaganda comunemente noti come propaganda occulta. Inoltre, ma solo come obiettivo<br />

secondario, la sezione si interessa della pubblica opinione, nel caso questa sia connessa alla<br />

propaganda occulta.<br />

145


La propaganda occulta e la pubblica opinione sono il tema <strong>di</strong> questo manuale.<br />

La propaganda occulta<br />

Definizione generica<br />

E’ utile aiutare <strong>gli</strong> agenti a <strong>di</strong>stinguere la propaganda generica da quella occulta (è soprattutto <strong>di</strong><br />

quest’ultima che si occupa la sezione <strong>di</strong> intelligenza per la propaganda).<br />

In generale, si definisce propaganda qualsiasi tipo <strong>di</strong> persuasione organizzata che, attraverso<br />

misure non militari, tenta <strong>di</strong> manipolare i comportamenti, le idee e le azioni <strong>di</strong> una persona.<br />

Definizione della propaganda occulta<br />

In generale, si definisce tale la propaganda che può assumere la forma <strong>di</strong> fonte, <strong>di</strong> obiettivo o <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vulgazione.<br />

La fonte è l’origine della propaganda: l’elemento originale o il gruppo che attiva la propaganda.<br />

Esempio: una fonte coperta può essere l’autrice <strong>di</strong> un volantino anonimo, o assumere la forma <strong>di</strong><br />

un’organizzazione politica camuffata da associazione culturale. Una nota ra<strong>di</strong>o clandestina<br />

sionista che pre<strong>di</strong>ca la violenza può essere provocatoriamente gestita da agenti antisionisti.<br />

L’obiettivo è il proposito ultimo del propagan<strong>di</strong>sta, ovvero ciò che e<strong>gli</strong> intende raggiungere<br />

attraverso l’attività propagan<strong>di</strong>stica.<br />

Esempio: un sacerdote bud<strong>di</strong>sta giapponese può recarsi all’estero per organizzare una serie <strong>di</strong><br />

movimenti politici scintoisti sotto la copertura dell’attività religiosa. Un metodo ancor più<br />

subdolo è quello applicato nei libri <strong>di</strong> Storia della Germania prebellica: venne infatti soppresso<br />

l’episo<strong>di</strong>o de<strong>gli</strong> accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Monaco per nascondere al popolo tedesco le pacifiche intenzioni della<br />

Gran Bretagna.<br />

La <strong>di</strong>vulgazione equivale alla <strong>di</strong>ffusione della propaganda. La propaganda occulta viene spesso<br />

<strong>di</strong>ffusa attraverso canali invisibili.<br />

Esempio: la <strong>di</strong>stribuzione clandestina <strong>di</strong> volantini nascosti in una nave da carico. Oppure: la<br />

circolazione clandestina <strong>di</strong> un saggio sovversivo antiamericano tra i piccoli gruppi della Destra<br />

tedesca.<br />

Significato della propaganda occulta<br />

Significato generale: la propaganda occulta è uno dei più efficaci mezzi a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un<br />

governo, <strong>di</strong> un’organizzazione o <strong>di</strong> un gruppo per esercitare pressioni segrete. La pressione può<br />

essere <strong>di</strong> tipo politico, economico o militare, in patria o all’estero. Dal momento che non agisce<br />

alla luce del sole, la propaganda occulta viene spesso in<strong>di</strong>viduata solo dopo che i suoi obiettivi<br />

sono stati raggiunti, che possono essere: la fomentazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong> insurrezioni o <strong>di</strong> forme<br />

<strong>di</strong> resistenza, i cambiamenti politici, i sabotaggi commerciali o economici, l’infiacchimento della<br />

morale <strong>di</strong> un esercito o <strong>di</strong> un popolo.<br />

146


L’esperienza <strong>di</strong>mostra che la propaganda occulta costituisce un’arma internazionale sia in tempo<br />

<strong>di</strong> pace che <strong>di</strong> guerra. La sua <strong>di</strong>ffusione è sviluppata e sostenuta da interessi così potenti da<br />

rendere la sua in<strong>di</strong>viduazione un’attività specialistica.<br />

Ogni artificio <strong>di</strong> copertura che sappia utilizzare l’applicazione della più avanzata psicologia è<br />

utile alla manipolazione delle opinioni e dei comportamenti delle persone, senza che queste ne<br />

abbiano coscienza o siano in grado <strong>di</strong> esprimere la propria volontà.<br />

Importanza per <strong>gli</strong> Stati Uniti: la propaganda occulta riguarda <strong>di</strong>rettamente il nostro governo<br />

perché mira a svelare le segrete intenzioni <strong>di</strong> quei governi stranieri, movimenti politici e gruppi<br />

<strong>di</strong> pressione in grado <strong>di</strong> danneggiare <strong>gli</strong> interessi statunitensi.<br />

Tali occulti propositi possono rivelarsi dannosi a<strong>gli</strong> interessi o alla sicurezza de<strong>gli</strong> Stati Uniti.<br />

Anche nel caso che ciò non avvenga, <strong>gli</strong> Stati Uniti hanno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere informati. Dal<br />

momento che la propaganda occulta spesso precede <strong>gli</strong> eventi politici e militari, l’imme<strong>di</strong>ata<br />

percezione dei suoi primi sintomi permette <strong>di</strong> assumere le opportune contromisure.<br />

Propaganda aperta<br />

Naturalmente, non tutta la propaganda è occulta. Di fatto, spesso non è invisibile e viene<br />

comunemente definita propaganda aperta.<br />

Esempio: (OWI)? Vengono considerati propaganda aperta la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> volantini americani<br />

in tempo <strong>di</strong> guerra, le trasmissioni ra<strong>di</strong>o, i quoti<strong>di</strong>ani, i <strong>di</strong>scorsi, le esibizioni ed ogni forma <strong>di</strong><br />

persuasione che non nasconde le origini, propositi ei canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione.<br />

In generale, si può affermare che la sezione <strong>di</strong> intelligenza per la propaganda non si occupa dei<br />

suddetti temi.<br />

Mezzi <strong>di</strong> propaganda aperta utilizzati dai propagan<strong>di</strong>sti occulti.<br />

Tuttavia, al giorno d’oggi la propaganda occulta utilizza sempre più spesso il veicolo dei mezzi<br />

<strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa.<br />

Esempi: una voce dannosa per una certa impresa può essere pubblicata da un autorevole<br />

quoti<strong>di</strong>ano per provocarne il crollo nelle azioni in borsa. Un corrispondente straniero può<br />

ottenere da una presunta "fonte sicura" informazioni a proposito <strong>di</strong> un’organizzazione terroristica<br />

inesistente: ciò fornisce il pretesto <strong>di</strong> attivare una purga politica o un giro <strong>di</strong> vite poliziesco.<br />

L’esponente <strong>di</strong> un governo può provocare una fuga <strong>di</strong> notizie su possibili cambiamenti in politica<br />

estera, con l’obiettivo <strong>di</strong> influenzare o <strong>di</strong> sviare le reazioni dell’opinione pubblica o quelle<br />

ufficiali. Il funzionario <strong>di</strong> un ente coloniale può lavorare come corrispondente estero, in modo da<br />

fornire informazioni manipolate ad un’agenzia americana <strong>di</strong> notizie. Utilizzando un organismo <strong>di</strong><br />

copertura, un governo può investire capitali in un’industria cinematografica straniera con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> influenzare i suoi cinegiornali, o per poter realizzare pellicole piene <strong>di</strong> buoni<br />

sentimenti.<br />

Considerando l’ampio uso dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa, l’agente deve tenersi<br />

aggiornato su ciò che compare sulla stampa, alla ra<strong>di</strong>o e ne<strong>gli</strong> altri me<strong>di</strong>a. Come abbiamo già<br />

detto, un agente non è tenuto a scrivere rapporti sulla propaganda aperta in senso stretto.<br />

Tuttavia, e<strong>gli</strong> deve indagare e riferire su tutti quei casi in cui vi sia il sospetto che <strong>gli</strong> argomenti<br />

trattati dalla stampa o dalla ra<strong>di</strong>o sono opera <strong>di</strong> propagan<strong>di</strong>sti occulti.<br />

147


Principali organizzazioni <strong>di</strong> propaganda occulta<br />

Le principali organizzazioni <strong>di</strong> propaganda occulta potenzialmente dannose per <strong>gli</strong> interessi<br />

americani sono:<br />

i partiti politici, i gruppi o le organizzazioni che operano illegalmente.<br />

Esempi: il partito nazista durante il periodo clandestino prima della guerra. Al momento, i suoi<br />

malconci superstiti hanno preso nuovamente la via della clandestinità. Le forze <strong>di</strong> Mihailovic in<br />

Yugoslavia sono attualmente un’organizzazione illegale (alla stregua dei governi in esilio). La<br />

medesima cosa si può <strong>di</strong>re delle società segrete giapponesi, che mantengono sempre una forte<br />

coesione. Tali gruppi illegali possono fiorire tra le minoranze nazionali o tra i popoli colonizzati.<br />

i partiti politici, i gruppi o le organizzazioni che operano in maniera legale ma che hanno<br />

obiettivi illegali o segreti <strong>di</strong> natura antidemocratica o antiamericana;<br />

Esempi: il partito comunista e le sue coperture. Il partito non violento induista, i cui <strong>di</strong>rigenti<br />

sono stati coinvolti in atti <strong>di</strong> violenza contro <strong>gli</strong> Alleati. Ogni organizzazione religiosa che si<br />

batte genericamente contro l’uomo bianco o che nasconde i suoi obiettivi politici <strong>di</strong>etro un<br />

paravento religioso: è il caso <strong>di</strong> certi gruppi islamici in Indonesia o nel Vicino Oriente;<br />

i governi che perseguono <strong>di</strong>segni politici in grado <strong>di</strong> danneggiare <strong>gli</strong> interessi americani;<br />

Esempi: la Germania durante il nazismo. La Russia sovietica e le sue campagne intimidatrici nei<br />

confronti dei paesi o delle aree confinanti. L’Argentina, che utilizza la propaganda occulta (sia al<br />

suo interno che all’estero) per perseguire obiettivi fascisti sotto una copertura democratica;<br />

organizzazioni industriali, finanziarie e commerciali in cerca <strong>di</strong> predominio economico.<br />

La propaganda occulta viene spesso veicolata da organizzazioni <strong>di</strong> facciata, che non hanno<br />

rapporti <strong>di</strong>retti con i loro manipolatori. Un’organizzazione <strong>di</strong> facciata può nascondere i suoi reali<br />

propositi celandosi <strong>di</strong>etro attività commerciali, culturali o religiose. I partiti politici più estremisti<br />

ricorrono ampiamente a questo artificio.<br />

La propaganda occulta dei me<strong>di</strong>a<br />

Ogni possibile mezzo per la comunicazione delle idee viene utilizzato come veicolo <strong>di</strong><br />

propaganda occulta. I mezzi <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa possono essere <strong>di</strong>visi in due categorie:<br />

quelli parlati e quelli scritti. I falsi incidenti costituiscono una terza categoria per<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione della propaganda occulta: costituiscono infatti una pretesto per interventi<br />

ufficiali, militari o contro singole persone.<br />

La propaganda occulta parlata prevede l’uso dei seguenti elementi: le voci false, i contatti<br />

personali, le agitazioni e le <strong>di</strong>mostrazioni, l’istruzione, la cultura, la religione, la ra<strong>di</strong>o, il teatro e<br />

il cinema.<br />

La propaganda occulta scritta comprende l’uso <strong>di</strong> volantini, manifesti, libri e saggi, quoti<strong>di</strong>ani e<br />

agenzie <strong>di</strong> stampa, documenti contraffatti, lettere e petizioni.<br />

148


I falsi incidenti prevedono l’uso <strong>di</strong> provocazioni, false controversie e violenze.<br />

La propaganda occulta parlata<br />

Voci false: funzionano bene perchè è <strong>di</strong>fficile scambiarle per forme <strong>di</strong> propaganda e risalire alla<br />

loro fonte. Le voci possono circolare come pettegolezzi, aspirazioni collettive o speculazioni.<br />

Tuttavia, anche la spontanea espressione <strong>di</strong> un pensiero può essere sfruttata dal propagan<strong>di</strong>sta<br />

occulto per attivare la circolazione <strong>di</strong> una voce.<br />

La conoscenza delle varie caratteristiche delle voci può essere utile alla loro in<strong>di</strong>viduazione. Vi<br />

sono tre gran<strong>di</strong> categorie:<br />

Le voci specifiche.<br />

Esempio: "Nei pressi <strong>di</strong> Monaco, 200 carri armati con equipaggio tedesco e sotto il comando<br />

americano sono in stato <strong>di</strong> allerta permanente. Gli americani stanno reclutando volontari tra le<br />

unità dell’esercito tedesco."<br />

L’obiettivo sembra essere quello <strong>di</strong> provocare la <strong>di</strong>ffidenza russa. Ma può anche avere lo scopo<br />

<strong>di</strong> rafforzare il morale tedesco.<br />

Le voci che sono variazioni <strong>di</strong> un tema, e che quin<strong>di</strong> si basano su un argomento unico. La<br />

suddetta voce potrebbe svilupparsi nel modo seguente:<br />

Esempio: "Una forza tedesca <strong>di</strong> pronto intervento, camuffata da batta<strong>gli</strong>one lavorativo, è stata<br />

trasferita per or<strong>di</strong>ne della settima armata americana nella regione del fiume Elba, nei pressi della<br />

zona controllata dai russi."<br />

La simultanea apparizione <strong>di</strong> voci somi<strong>gli</strong>anti in zone molto vaste.<br />

E’ molto <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduare la fonte <strong>di</strong> una voce falsa. Ecco alcuni suggerimenti che possono<br />

essere d’aiuto: (a) Chi è il beneficiario <strong>di</strong> una voce specifica? Ciò può aiutare a risalire alla fonte;<br />

(b) la medesima voce può essere veicolata da volantini o manifesti; (c) una voce può circolare in<br />

una classe sociale o in un gruppo <strong>di</strong> persone. L’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> questa "area specifica" può<br />

condurre alla fonte.<br />

Contatti personali: la propaganda occulta può essere esercitata attraverso pressioni personali,<br />

come ad esempio la pressione esercitata su un particolare in<strong>di</strong>viduo, che può essere raggiunto<br />

con accor<strong>di</strong> finanziari o politici, la corruzione, le intimidazioni o il ricatto.<br />

Esempi: la tattica giapponese <strong>di</strong> corrompere i generali cinesi per usarli come leader <strong>di</strong> governi<br />

fantoccio. La tattica <strong>di</strong> un cartello economico che offre un blocco <strong>di</strong> merci a un pubblico<br />

ufficiale.<br />

La propaganda occulta può anche essere <strong>di</strong>ffusa attraverso i contatti sociali.<br />

Esempi: una festa d’ambasciata può essere sfruttata per <strong>di</strong>ffondere voci. I contatti personali<br />

possono servire a <strong>di</strong>ffondere ideologia mascherata da informazione o istruzione.<br />

149


Agitazione e <strong>di</strong>mostrazioni<br />

Esempi: in Valle d’Aosta, regione <strong>di</strong> confine, si scoprì che <strong>gli</strong> agitatori che propugnavano<br />

l’annessione alla Francia erano soldati francesi travestiti da civili. Oppure: la "spontanea"<br />

<strong>di</strong>mostrazione inscenata contro un inviato speciale americano nei Balcani, doveva creare<br />

l’impressione che la popolazione appoggiava il governo locale.<br />

Educazione e religione<br />

Esempi: un professore che fa propaganda a favore <strong>di</strong> un governo straniero, <strong>di</strong> un partito illegale o<br />

<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> pressione. Un propagan<strong>di</strong>sta si può celare anche tra gruppi <strong>di</strong> studenti o <strong>di</strong><br />

missionari.<br />

Ra<strong>di</strong>o: il problema consiste nell’in<strong>di</strong>viduare le forme <strong>di</strong> propaganda camuffate da notizie o<br />

<strong>di</strong>scorsi nei normali programmi ra<strong>di</strong>o. La propaganda può essere infilata in mezzo alla normale<br />

programmazione, approfittando della routine giornalistica o <strong>di</strong> un contatto personale con alcuni<br />

personaggi chiave dell’emittente.<br />

Vi sono poi le ra<strong>di</strong>o clandestine e illegali, che possono rappresentare il loro gruppo o essere<br />

utilizzate come copertura da un governo per raggiungere un obiettivo specifico.<br />

Il luogo dove opera una ra<strong>di</strong>o clandestina fornisce una traccia per svelarne l’identità. Se<br />

un’emittente segreta trasmette per un certo periodo <strong>di</strong> tempo da un’area sotto il controllo <strong>di</strong><br />

interessi stranieri, ciò <strong>di</strong> solito significa che questi la finanziano.<br />

Teatro e cinema: l’intrattenimento può fungere da copertura per la propaganda in generale, anche<br />

quella aperta. Il passato e le simpatie <strong>di</strong> un autore, <strong>di</strong> un produttore e <strong>di</strong> un finanziatore possono<br />

aiutare ad in<strong>di</strong>viduare l’uso occulto <strong>di</strong> un mezzo <strong>di</strong> comunicazione. Il teatro e il cinema possono<br />

aiutare a comprendere le tendenze dell’opinione pubblica. Gruppi <strong>di</strong>lettanti e piccole società<br />

teatrali costituiscono <strong>di</strong> solito una forma <strong>di</strong> copertura per i propagan<strong>di</strong>sti. Le pressioni occulte<br />

possono obbligare a cambiare un testo teatrale o una scena cinematografica. In maniera più o<br />

meno ufficiale, un produttore può imprimere un ta<strong>gli</strong>o propagan<strong>di</strong>stico a pellicole destinate al<br />

mercato estero. Sul produttore, inoltre, si possono esercitare pressioni <strong>di</strong> vario tipo.<br />

La propaganda occulta scritta<br />

La propaganda scritta o stampata <strong>di</strong> solito nasconde le sue origini. I seguenti fattori possono<br />

aiutare a rivelarne la fonte:<br />

Destinatari: il tipo <strong>di</strong> destinatario, e le sue opinioni su chi <strong>di</strong>ffonde la propaganda, può aiutare a<br />

svelare la fonte.<br />

Diffusori: l’occupazione o le simpatie <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ffusore possono aiutare a svelare la fonte. Anche i<br />

canali <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione possono essere d’aiuto.<br />

Aspetto: l’aspetto, la forma del materiale, il formato, la qualità della carta e il tipo <strong>di</strong> stampa<br />

possono facilitare la ricerca <strong>di</strong> una fonte e aiutare a scoprirla.<br />

150


Linguaggio: lo stile, il gergo, i termini e il <strong>di</strong>aletto utilizzati possono condurre alla fonte.<br />

Svarioni, errori <strong>di</strong> ortografia e citazioni sba<strong>gli</strong>ate possono in<strong>di</strong>care l’origine del testo e rivelarne<br />

l’ideologia, la nazionalità o la classe.<br />

Movente: l’analisi del materiale, volta a comprendere chi ne trae beneficio, può aiutare a risalire<br />

al movente e, quin<strong>di</strong>, alla fonte.<br />

Le forme dei materiali scritti, stampati o illustrati, sono le seguenti:<br />

Volantini: sono un veicolo fondamentale <strong>di</strong> propaganda occulta (produrli costa poco).<br />

Dove possibile, i rapporti sui volantini dovrebbero contenere, oltre alla descrizione e alla fonte,<br />

informazioni sulle forme e i luoghi della circolazione, sul periodo della loro apparizione, sul tipo<br />

<strong>di</strong> destinatario e le sue reazioni.<br />

Manifesti: Variano dal grande formato ai piccoli adesivi. I rapporti dovrebbero descriverne la<br />

grafica, il linguaggio, le illustrazioni, i detta<strong>gli</strong> sui luoghi e il periodo in cui vengono affissi, le<br />

reazioni dei passanti.<br />

Libri e saggi: possono essere anonimi o circolare segretamente in zone circoscritte. La<br />

propaganda occulta può celarsi nel testo o in altre pubblicazioni. In In<strong>di</strong>a, ad esempio, un libro<br />

molto venduto <strong>di</strong> argomento sessuale conteneva <strong>di</strong> fatto propaganda antiamericana. Si parlava <strong>di</strong><br />

una lettera zeppa <strong>di</strong> argomenti politici scritta da una ragazza anglo-in<strong>di</strong>ana rimasta incinta: la<br />

giovane gettava su un militare americano la colpa della propria volontà suicida.<br />

La fonte può essere localizzata anche attraverso <strong>gli</strong> stampatori. Diplomatici stranieri possono<br />

finanziare segretamente una casa e<strong>di</strong>trice. Le connessioni possono emergere in maniera chiara<br />

raffrontando il materiale trattato.<br />

Quoti<strong>di</strong>ani e agenzie <strong>di</strong> stampa: vi sono molti generi <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani: i giornali municipali a grossa<br />

circolazione che si sostengono con le ven<strong>di</strong>te o la pubblicità; <strong>gli</strong> organi ufficiali <strong>di</strong> un partito al<br />

governo o <strong>di</strong> una confessione religiosa; i giornali illegali o clandestini.<br />

Mentre la stampa clandestina è evidentemente alimentata dalla propaganda occulta, non è da<br />

escludere che anche la stampa ufficiale possa contenere un simile materiale. Un quoti<strong>di</strong>ano<br />

ritenuto in<strong>di</strong>pendente può ricevere finanziamenti o favori da governi o da gruppi <strong>di</strong> pressione. I<br />

membri della redazione possono essere corrotti o ricevere pressioni.<br />

Le agenzie <strong>di</strong> stampa possono essere gran<strong>di</strong>, come la Reuters o la Tass, oppure essere controllate<br />

da interessi privati o rivestire un ruolo semi ufficiale. Un’agenzia può anche <strong>di</strong>pendere<br />

totalmente da un governo.<br />

Occorre poi prestare attenzione alle piccole agenzie in<strong>di</strong>pendenti, alle agenzie sussi<strong>di</strong>ate e a<br />

quelle clandestine. Anche se in<strong>di</strong>pendenti, possono veicolare propaganda occulta obbligate dalla<br />

competizione con le gran<strong>di</strong> agenzie e dalla necessità <strong>di</strong> "<strong>di</strong>ffondere le notizie in modo nuovo". Le<br />

informazioni sui canali <strong>di</strong> finanziamento <strong>di</strong> queste piccole agenzie possono aiutare a svelarne la<br />

fonte.<br />

Tutti i quoti<strong>di</strong>ani e le agenzie <strong>di</strong> stampa subiscono infiltrazioni. Un <strong>di</strong>rettore non è in grado <strong>di</strong><br />

controllare tutti <strong>gli</strong> articoli. Fonti "atten<strong>di</strong>bili" e "ufficiali" nascondono spesso trappole e storie<br />

artefatte.<br />

151


Le conferenze stampa sono spesso utilizzate per <strong>di</strong>ffondere propaganda occulta. Molte<br />

informazioni apparentemente insignificanti provengono in realtà dai servizi <strong>di</strong> intelligenza e<br />

vengono veicolate sotto forma <strong>di</strong> commenti casuali o <strong>di</strong> osservazioni ufficiose.<br />

L’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> specifiche linee <strong>di</strong> propaganda occulta nei quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong>pende in gran parte<br />

dai contatti dell’agente con <strong>gli</strong> ambienti giornalistici. L’agente deve comprendere le modalità<br />

attraverso le quali un quoti<strong>di</strong>ano o un’agenzia configura o seleziona le sue notizie. Inoltre, deve<br />

saper in<strong>di</strong>viduare i pregiu<strong>di</strong>zi, i punti <strong>di</strong> vista e le ambizioni dei capiredattori e dei giornalisti.<br />

Occorre poi racco<strong>gli</strong>ere informazioni sui finanziatori (o sui corruttori) dei quoti<strong>di</strong>ani. Di chi è<br />

debitore il giornale? Chi beneficia dei suoi favori? Vi possono essere <strong>di</strong>savanzi <strong>di</strong> cassa o debiti<br />

derivati dall’acquisto <strong>di</strong> carta e inchiostro. Questi elementi rivelano spesso la fonte della<br />

propaganda occulta che viene pubblicata.<br />

Documenti contraffatti: si va da un cablogramma falso a un documento falso.<br />

Esempi: I falsi Protocolli <strong>di</strong> Sion vennero utilizzati per anni per promuovere campagne<br />

antisemite. Nel 1870 un telegramma <strong>di</strong>plomatico venne alterato ad arte da Bismarck per avere il<br />

pretesto <strong>di</strong> scatenare la guerra franco-prussiana.<br />

Lettere e petizioni: catene <strong>di</strong> Sant’Antonio e campagne postali organizzate sono veicoli <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione della propaganda occulta. Si può risalire ad una fonte per in<strong>di</strong>viduare quali interessi<br />

vengono favoriti e stu<strong>di</strong>arne il contenuto, nonché i comportamenti e le simpatie dei destinatari.<br />

Le petizioni vengono spesso ispirate da quelle fazioni interessate a mantenere occulti <strong>gli</strong> obiettivi<br />

e le fonti. Possono tentare <strong>di</strong> influenzare governi o gruppi non <strong>di</strong>rettamente menzionati nelle<br />

petizioni.<br />

Censura<br />

La censura è una forma negativa <strong>di</strong> propaganda occulta e consiste nella manipolazione<br />

dell’informazione attraverso la sua soppressione o contraffazione. Il censore può sopprimere<br />

interi articoli o ta<strong>gli</strong>arne dei brani per ottenere l’effetto desiderato. Un censore può anche<br />

esercitare pressioni per la revisione dei materiali scritti e or<strong>di</strong>narne la pubblicazione contro la<br />

volontà dell’e<strong>di</strong>tore.<br />

A causa della natura occulta <strong>di</strong> questo genere <strong>di</strong> operazioni, la censura richiede all’agente un<br />

particolare lavoro investigativo e informativo. Deve scoprire quali articoli sono stati censurati, il<br />

testo censurato, quali revisioni sono state richieste dal censore e <strong>di</strong> quali materiali è stata imposta<br />

la pubblicazione.<br />

E’ importante in<strong>di</strong>viduare <strong>gli</strong> enti o le autorità che inviano istruzioni al censore, e la natura e il<br />

tono <strong>di</strong> tali in<strong>di</strong>cazioni.<br />

La censura non è solo governativa: può essere il risultato <strong>di</strong> pressioni occulte esercitate da vari<br />

gruppi <strong>di</strong> interesse politico, finanziario, militare, religioso e via <strong>di</strong>cendo. Occorre quin<strong>di</strong> riferire<br />

le forme assunte da tali pressioni e in<strong>di</strong>viduarne <strong>gli</strong> autori e la vastità.<br />

Falsi incidenti<br />

152


I falsi incidenti sono la risorsa preferita dai propagan<strong>di</strong>sti occulti che intendono creare un<br />

mutamento nella pubblica opinione, un pretesto per un intervento <strong>di</strong>plomatico, un antecedente<br />

per una controversia internazionale o, ad<strong>di</strong>rittura, una giustificazione per lo scatenamento <strong>di</strong> una<br />

guerra.<br />

Tali incidenti vengono spesso preceduti da un periodo <strong>di</strong> preparazione. E’ quin<strong>di</strong> fondamentale<br />

in<strong>di</strong>viduare la propaganda occulta ai suoi esor<strong>di</strong>, cioè prima che l’evento abbia luogo. […] In<br />

sintesi, occorre focalizzare l’attenzione sui seguenti quattro elementi: genesi dell’incidente e<br />

azione preliminare sul campo, obiettivo dell’incidente e carattere dei partecipanti, reazioni<br />

popolari e conseguenti contromisure del governo, possibilità <strong>di</strong> ricorso a nuovi incidenti.<br />

Esempi: l’attentato alla ferrovia nei pressi <strong>di</strong> Mukden, organizzato dai giapponesi nel 1931 per<br />

avere il pretesto <strong>di</strong> conquistare la Manciuria. Nel 1934, un falso incidente <strong>di</strong> frontiera fornì a<br />

Mussolini la scusa per invadere l’Abissinia. Ne<strong>gli</strong> anni Trenta, l’incen<strong>di</strong>o del Reichstag venne<br />

pre<strong>di</strong>sposto dalla propaganda occulta del partito nazista per sopprimere il parlamento tedesco.<br />

Effetti della propaganda occulta<br />

Gli effetti della propaganda occulta in una determinata area operativa vanno investigati e riferiti.<br />

Così come è necessario in<strong>di</strong>viduare le fonti, è <strong>di</strong> vitale importanza conoscere le modalità<br />

attraverso le quali i comportamenti e le azioni <strong>di</strong> un certo gruppo sono stati influenzati o<br />

modellati dalla propaganda. L’analisi del successo o dell’insuccesso della propaganda può<br />

aiutare Washington ad in<strong>di</strong>viduare il tipo <strong>di</strong> azione da mettere in atto.<br />

Nella valutazione, vanno presi in esame i seguenti elementi: quante persone o gruppi sono state<br />

toccati dalla propaganda occulta? Quali aree o località ne sono state interessate? Qual’è stata la<br />

reazione psicologica? Quali comportamenti sono stati utilizzati dalla propaganda? Che <strong>di</strong>ffusione<br />

hanno avuto tali comportamenti e cosa li ha portati a propagarsi? Quali sono stati <strong>gli</strong> effetti della<br />

propaganda? Ad esempio: la creazione <strong>di</strong> nuove formazioni politiche, i cambiamenti <strong>di</strong> linea nei<br />

vecchi partiti, lo scatenamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazioni e la fomentazione <strong>di</strong> sommosse.<br />

Le principali linee della propaganda<br />

L’agente deve essere in grado <strong>di</strong> comprendere il significato relativo <strong>di</strong> ogni aspetto della<br />

propaganda occulta, puntare la sua attenzione sulle principali forze <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione che operano<br />

attualmente nel mondo ed in<strong>di</strong>viduare le connessioni tra queste e le forme <strong>di</strong> propaganda occulta<br />

che vengono evidenziate. Di conseguenza, l’agente dovrà occuparsi dell’azione <strong>di</strong>namica del<br />

comunismo, dell’Unione Sovietica, del fascismo, del nazionalismo, dell’imperialismo<br />

(britannico, francese, olandese e via <strong>di</strong>cendo) e della propaganda anticoloniale.<br />

Come abbiamo già detto, la propaganda occulta non sempre è riconducibile ai governi: può<br />

assumere la forma <strong>di</strong> cartelli economici, partiti politici e organizzazioni religiose impegnati nella<br />

lotta internazionale per il potere.<br />

L’agente sul campo dovrà investigare la propaganda occulta in maniera strettamente oggettiva,<br />

senza preconcetti <strong>di</strong> nessun tipo. Occorre monitorare i governi nemici, amici e alleati, ma anche<br />

le organizzazioni non politiche e quelle apparentemente innocue (come, ad esempio, la Chiesa).<br />

L’ideologia fascista della Germania e del Giappone non è stata sconfitta. Il testamento politico <strong>di</strong><br />

Hitler caldeggiava la continuazione della lotta nazista fino alla "gloriosa rinascita del movimento<br />

153


nazional-socialista". I giapponesi si ispirano ancora ai principi scintoisti del loro "or<strong>di</strong>namento<br />

nazionale".<br />

Le forme <strong>di</strong> propaganda sovietica e comunista sono attive in tutto il mondo e operano nelle più<br />

importanti regioni strategiche del globo.<br />

I britannici cercano <strong>di</strong> compensare le per<strong>di</strong>te avvenute durante la guerra e <strong>di</strong> controllare le loro<br />

ricchezze in tutto il pianeta. Promuovono quin<strong>di</strong> forme <strong>di</strong> propaganda contro le altre potenze<br />

mon<strong>di</strong>ali.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o della propaganda francese può aiutare a svelare il futuro ruolo <strong>di</strong> questa nazione<br />

europea e le sue aspirazioni coloniali.<br />

La sconfitta del Giappone ha trasformato la Cina nella potenza asiatica più influente. La<br />

conoscenza delle linee <strong>di</strong> propaganda cinesi <strong>di</strong>venta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> vitale importanza.<br />

Occorre monitorare la propaganda basata sullo slogan "L’Asia a<strong>gli</strong> asiatici", utilizzata come<br />

grido <strong>di</strong> batta<strong>gli</strong>a contro l’uomo bianco per più <strong>di</strong> una generazione. L’appello prospera tra tutte le<br />

popolazioni non bianche e viene facilmente sfruttato dai propagan<strong>di</strong>sti occulti.<br />

Grazie alle connessioni politiche della sua <strong>di</strong>plomazia, il Vaticano è in grado <strong>di</strong> esercitare<br />

fortissime pressioni. Le linee occulte <strong>di</strong> tali manovre vanno sempre prese in considerazione.<br />

I gran<strong>di</strong> gruppi industriali utilizzano sempre la propaganda e le pressioni occulte. I loro effetti<br />

sulle strategie <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa nazionale vanno monitorati e riferiti.<br />

In modo <strong>di</strong>retto o in<strong>di</strong>retto, le suddette forme <strong>di</strong> propaganda occulta cercano sempre <strong>di</strong><br />

danneggiare la strategia e la sicurezza de<strong>gli</strong> Stati Uniti. Vanno quin<strong>di</strong> controllate e comunicate.<br />

scenario? Come devo regolarmi?".<br />

L’agente non deve limitare le sue indagini soltanto alla propaganda Principi basici nel<br />

monitoraggio della propaganda occulta<br />

Nel monitorare la propaganda occulta, l’agente deve osservare i seguenti principi:<br />

Tipo <strong>di</strong> propaganda da illustrare<br />

L’agente deve chiedersi: "Nell’interesse dell’America, <strong>di</strong> che genere <strong>di</strong> propaganda mi devo<br />

occupare? Devo riferire soltanto sulla propaganda occulta antiamericana o allargare lo<br />

antiamericana. Sarebbe restrittivo. Di fatto, la propaganda occulta in<strong>di</strong>viduata dall’agente può<br />

anche non riguardare nell’imme<strong>di</strong>ato <strong>gli</strong> Stati Uniti Consideriamo, ad esempio, una potenza<br />

straniera che organizza una campagna <strong>di</strong> propaganda occulta contro una nazione vicina. Agenti<br />

russi hanno infatti appoggiato con forme <strong>di</strong> propaganda segreta il movimento autonomista<br />

dell’Iran settentrionale, elemento che ora danneggia <strong>gli</strong> interessi britannici e americani nel<br />

Vicino Oriente. Di conseguenza, come principio basico nel monitoraggio della propaganda<br />

occulta, l’agente deve saper investigare e stu<strong>di</strong>are qualsiasi forma <strong>di</strong> propaganda occulta in grado<br />

<strong>di</strong> danneggiare <strong>gli</strong> interessi e la sicurezza de<strong>gli</strong> Stati Uniti, in maniera <strong>di</strong>retta o in<strong>di</strong>retta.<br />

154


Occultamento: il test su cosa riferire<br />

La valutazione della propaganda occulta, sia essa vera o falsa, positiva o negativa, non determina<br />

una decisione automatica dell’agente sulle mosse da compiere. Occorre anzitutto capire se la<br />

propaganda contiene aspetti occulti. Solo in questo caso è opportuno aprire un’indagine.<br />

Esempi: non sappiamo se la creazione del governo <strong>di</strong> Lublino, in Polonia, è stata un fattore<br />

negativo o positivo per l’Europa. Ma l’in<strong>di</strong>viduazione in territorio russo della ra<strong>di</strong>o clandestina<br />

che per prima ha sostenuto quel governo sarebbe stata sicuramente utile ai servizi <strong>di</strong> intelligenza<br />

che si occupavano del caso.<br />

Propaganda occulta <strong>di</strong> un gruppo<br />

In generale, la propaganda occulta risulta utile solo se riguarda l’azione potenziale <strong>di</strong> un gruppo.<br />

Un propagan<strong>di</strong>sta solitario assume importanza solo se rappresenta un gruppo, o ne <strong>di</strong>venta il<br />

leader.<br />

Esempi: Gandhi ha rinunciato a tutte le cariche all’interno del Partito del Congresso, in In<strong>di</strong>a. Ma<br />

va rilevato che la propaganda occulta proveniente dalle sue idee risulta ancora importante. Senza<br />

dubbio, le sue opinioni determinano le politiche <strong>di</strong> quella temibile organizzazione politica<br />

dominata da<strong>gli</strong> indù.<br />

L’importanza dell’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una fonte<br />

E’ importante saper in<strong>di</strong>viduare la fonte della propaganda occulta originata da un gruppo. I<br />

rapporti dell’agente devono includere informazioni detta<strong>gli</strong>ate sull’organizzazione che si cela<br />

<strong>di</strong>etro alla propaganda, sulle personalità coinvolte e sui finanziamenti ricevuti. Dove possibile, è<br />

necessario ottenere prove documentarie (istruzioni, documenti, conti bancari, pubblicazioni) per<br />

risalire alle fonti della propaganda.<br />

L’opinione pubblica<br />

Obiettivi<br />

Come abbiamo già spiegato, l’opinione pubblica è un obiettivo secondario per il settore <strong>di</strong><br />

intelligenza che tratta la propaganda. L’opinione pubblica va stu<strong>di</strong>ata e investigata solo se<br />

presenta connessioni con la propaganda occulta.<br />

Nell’ottenere informazioni in materia, l’agente deve affidarsi soprattutto alle persone che<br />

frequenta per il suo lavoro abituale. Non è quin<strong>di</strong> necessario che e<strong>gli</strong> coltivi nuovi contatti solo<br />

per monitorare l’opinione pubblica.<br />

Con le suddette limitazioni, il lavoro <strong>di</strong> intelligenza dell’agente può quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare utile.<br />

L’agente deve stabilire contatti a vari livelli sociali per re<strong>di</strong>gere rapporti incrociati sull’opinione<br />

pubblica. Inoltre, le sue frequentazioni possono produrre informazioni più schiette <strong>di</strong> quelle<br />

espresse dai sondaggi <strong>di</strong> opinione. L’agente deve quin<strong>di</strong> riportare tutti i dati utili che e<strong>gli</strong> è in<br />

grado <strong>di</strong> racco<strong>gli</strong>ere attraverso i suoi normali contatti.<br />

Sondaggi <strong>di</strong> opinione<br />

155


I questionari redatti su base scientifica e su larga scala <strong>di</strong>pendono da altre agenzie statunitensi:<br />

non sono quin<strong>di</strong> compito della sezione <strong>di</strong> intelligenza per la propaganda. Tuttavia, rapporti<br />

occasionali sulla pubblica opinione possono aiutare a completare le informazioni raccolte da altre<br />

agenzie, per essere poi sviluppati in connessione con le regolari attività dell’agente. Ciò avviene<br />

soprattutto quando i gruppi o le singole persone frequentate dall’agente non sono normalmente a<br />

contatto delle altre agenzie americane.<br />

I sondaggi <strong>di</strong> opinione come fonte della propaganda occulta.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o dei sondaggi <strong>di</strong> opinione aiuta l’agente ad in<strong>di</strong>viduare la propaganda occulta. I<br />

sondaggi possono essere facilmente manipolati per fini politici e, qualche volta, utilizzati come<br />

veicolo <strong>di</strong> propaganda.<br />

I sondaggi sono manipolabili in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong>: le domande possono essere formulate in maniera<br />

da condurre alla risposta desiderata; i risultati <strong>di</strong> un sondaggio possono essere falsificati e le<br />

domande formulate in modo da intimi<strong>di</strong>re le persone su<strong>gli</strong> avvenimenti correnti.<br />

Esempi: in Giappone, il sondaggio promosso da un ministero è stato vietato dalle autorità<br />

americane perché considerato un veicolo <strong>di</strong> intimidazione politica.<br />

Quando vengono utilizzati come veicolo <strong>di</strong> propaganda occulta, i sondaggi rientrano<br />

naturalmente nell’ambito del lavoro <strong>di</strong> intelligenza.<br />

Aspetti fondamentali dei rapporti sulla pubblica opinione.<br />

L’opinione pubblica non deve essere confusa con l’informazione fornita dalla stampa quoti<strong>di</strong>ana<br />

e dalla ra<strong>di</strong>o. I mezzi <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa possono riflettere le idee della pubblica<br />

opinione, o influenzarla, ma non sono la stessa cosa. Di conseguenza, i sommari delle notizie<br />

giornalistiche e ra<strong>di</strong>ofoniche non vengono generalmente richiesti dal settore <strong>di</strong> intelligenza per la<br />

propaganda.<br />

Le opinioni possono essere ragionevolmente fondate su fatti concreti. La materia è <strong>di</strong> vitale<br />

importanza e, per quanto possibile, va stu<strong>di</strong>ata.<br />

Esempi: in alcune zone interne della Cina, l’opinione pubblica può arrivare a sostenere che i<br />

conta<strong>di</strong>ni vivono me<strong>gli</strong>o nella regione dello Yenan che in quella dello Chungking (?). L’agente<br />

può scoprire che questa opinione viene incoraggiata dalla propaganda comunista e che, al<br />

contempo, l’informazione è basata sui ritar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ciang Kai Shek nel rime<strong>di</strong>are ai <strong>di</strong>sagi della<br />

classe conta<strong>di</strong>na.<br />

L’opinione pubblica può essere influenzata dalla propaganda: in tal caso <strong>di</strong>venta degna <strong>di</strong> nota.<br />

Esempi: si riteneva che la pubblica opinione belga fosse favorevole a<strong>gli</strong> americani nel 1944, al<br />

tempo del loro arrivo. Ma i belgi hanno poi cambiato drasticamente opinione. Si è poi scoperto<br />

che i due estremi erano dovuti a voci <strong>di</strong>ffuse da agenti tedeschi prima dell’arrivo de<strong>gli</strong> americani,<br />

volte a far credere che <strong>gli</strong> Alleati avrebbero <strong>di</strong>stribuito gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> alimenti. Quando le<br />

aspettative non hanno trovato riscontro nella realtà, si è verificata la reazione negativa.<br />

Detta<strong>gli</strong> specifici nei rapporti sulla pubblica opinione<br />

I rapporti sulla pubblica opinione devono includere:<br />

156


detta<strong>gli</strong> sulle persone in questione (loro passato, posizione sociale, simpatie politiche e religiose,<br />

pregiu<strong>di</strong>zi personali e affidabilità);<br />

il grado <strong>di</strong> affidabilità <strong>di</strong> una persona nel riflettere le opinioni o i comportamenti dei gruppi<br />

sociali ai quali appartiene. (Nota: una persona può riferire appena la sua opinione. Questi<br />

informatori casuali possono <strong>di</strong>ventare una fonte <strong>di</strong> intelligenza sulla pubblica opinione. Oppure:<br />

grazie alla sua posizione chiave all’interno <strong>di</strong> un’organizzazione o <strong>di</strong> una classe, un in<strong>di</strong>viduo<br />

può tracciare un ampio quadro a proposito <strong>di</strong> un intero gruppo. Ma in entrambi i casi, le opinioni<br />

personali dell’informatore vanno verificate e riferite);<br />

una relazione sulle varie opinioni espresse, per poter fornire un ritratto equilibrato delle idee<br />

dell’informatore;<br />

un’illustrazione dell’area geografica in cui tali opinioni prendono corpo, e dei gruppi sociali o<br />

delle professioni trattate;<br />

il periodo in cui si formano tali opinioni, loro durata ed evoluzione, motivi del loro mutamento.<br />

[…]<br />

Sezione <strong>di</strong> Intelligenza per la Propaganda,<br />

Unità per i Servizi Strategici,<br />

Dipartimento della Guerra,<br />

Washington (Dc).<br />

Strettamente confidenziale – N°. 4<br />

Appunti sulla situazione politica<br />

italiana al 15 maggio 1946<br />

A seguito delle precedenti relazioni all’argomento:<br />

n°. 1 – 30 gennaio 1945<br />

n°. 2 – 15 <strong>di</strong>cembre 1945<br />

n°. 3 – 15 marzo 1946<br />

n°. 4 – 15 maggio 1946<br />

157


APPUNTI SULLA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA –<br />

I risultati ufficiali delle elezioni amministrative che si sono svolte nel primo turno ( 5 domeniche<br />

elettorali antecedenti alle elezioni politiche) in 5.638 comuni (circa la metà dei comuni d’Italia)<br />

sono i seguenti:<br />

( - socialisti (da soli) …………………….143 comuni<br />

(- comunisti (da soli) ……………………. 140 "<br />

SINISTRE (- repubblicani ……………………………36 "<br />

(- azionisti ……………………………….. 11 "<br />

(- socialcomunisti (con altri partiti) 1.965 "<br />

totale 2.295<br />

( - Dem. Cristiana (da sola) ……………1.998 comuni<br />

CENTRO ( - Dem. Crist. ( con altri part. Centro) 328 "<br />

( - Dem. Del Lavoro …………………… 69 "<br />

totale 2.395<br />

( - Liberali……………………………….. 97 comuni<br />

( - Democr. Ital. e concentr. Destra……… 54 "<br />

DESTRE ( - Qualunquisti………………………….. 22 "<br />

( - Concentrazioni varie monarchiche<br />

) reduci – liberali – democratiche – in =<br />

) <strong>di</strong>pendenti…………………………….. 775 "<br />

totale 948<br />

Nel considerare i dati <strong>di</strong> cui sopra, si deve però tener presente che si sono avute le elezioni a<br />

Milano ma in nessuno dei gran<strong>di</strong> centri meri<strong>di</strong>onali, e che le sinistre hanno sfruttato in campo<br />

158


elettorale vari elementi tutti in loro favore, come la presenza <strong>di</strong> loro esponenti ai Ministeri chiave<br />

per le elezioni (Interni, Giustizia, Costituente, Trasporti) ed il controllo delle Camere del lavoro e<br />

della Confederazione Generale del lavoro.<br />

Le elezioni hanno avuto solo apparentemente uno svolgimento regolare.<br />

La preparazione infatti non sempre è stata corretta: a Milano, per esempio, oltre 100.000 citta<strong>di</strong>ni<br />

dei quartieri del centro non hanno avuto il certificato elettorale, mentre ai comitati <strong>di</strong> fabbrica<br />

de<strong>gli</strong> stabilimenti della periferia erano <strong>di</strong>stribuiti blocchi <strong>di</strong> certificati elettorali in bianco per la<br />

<strong>di</strong>stribuzione ai compagni che non avevano ricevuto il loro.<br />

In altri comuni è stato fatto figurare il voto <strong>di</strong> morti, assenti, carcerati, o le liste elettorali non<br />

erano complete alla vigilia delle elezioni.<br />

Spesso è stata impe<strong>di</strong>ta ai partiti non <strong>di</strong> sinistra qualunque forma <strong>di</strong> propaganda: oltre a<strong>gli</strong><br />

episo<strong>di</strong> più conosciuti, come quelli <strong>di</strong> Terni e <strong>di</strong> Piombino, dove è stato letteralmente impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong><br />

parlare, in pubblici comizi organizzati dal loro partito, a Ministri liberali, in molte zone,<br />

specialmente rurali, dell’Umbria, della Toscana e della Lombar<strong>di</strong>a oltre all’impe<strong>di</strong>re i comizi,<br />

l’affissione <strong>di</strong> manifesti o la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> giornali, la popolazione è stata fortemente intimi<strong>di</strong>ta<br />

da minaccie <strong>di</strong> rappresa<strong>gli</strong>e, effettuate da bande armate <strong>di</strong> pseudo partigiani <strong>di</strong> acceso colore <strong>di</strong><br />

sinistra.<br />

I risultati delle prime elezioni amministrative hanno poi <strong>di</strong>mostrato la inconsistenza del Partito<br />

D’Azione, ormai svuotato <strong>di</strong> ogni contenuto organizzativo e <strong>di</strong> forza politica: il Partito d’Azione<br />

– come era stato segnalato nelle precedenti relazioni – è ridotto ad una ristretta equipe <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rigenti, senza seguito né <strong>di</strong> aderenti né <strong>di</strong> simpatizzanti, per giunta ancora spezzettata in<br />

frazioni, in lotta fra loro. I leaders <strong>di</strong> questo movimento politico insussistente, che detengono<br />

arbitrariamente e in assoluto contrasto con la irrisoria potenzialità del Partito, importanti posti<br />

nella vita pubblica del Paese, cercano <strong>di</strong> supplire con atteggiamenti giacobini e rivoluzionari e<br />

teoriche alleanze con l’estremismo <strong>di</strong> sinistra, alla propria impotenza e all’assenza <strong>di</strong> seguito e <strong>di</strong><br />

prestigio popolare. In pratica, il Partito d’Azione è il Partito-Quisling del Partito Comunista<br />

Italiano, che se ne serve per mascherare la sua effettiva azione totalitaria.<br />

Dopo le cinque giornate <strong>di</strong> elezioni amministrative, tutti i partiti e <strong>gli</strong> organi che ne <strong>di</strong>pendono<br />

sono tesi alla preparazione della campagna elettorale per le elezioni politiche.<br />

Sfrondata da motivi polemici e da <strong>di</strong>visioni, dovute a cricche od ambizioni personali, la lotta<br />

elettorale si impernia su due soli motivi: pro o contro il marxismo, pro o contro la monarchia.<br />

Secondo i dati ufficiali dei vari partiti, il totale de<strong>gli</strong> iscritti ai partiti stessi è <strong>di</strong> circa 6 milioni; <strong>di</strong><br />

questi <strong>gli</strong> iscritti ai partiti, che si sono pronunciati per la repubblica, più i due terzi de<strong>gli</strong> iscritti<br />

alla Democrazia Cristiana filorepubblicani raggiungono circa i quattro milioni, mentre a due<br />

milioni possono calcolarsi <strong>gli</strong> iscritti ai partiti che si sono pronunciati per la Monarchia ed il<br />

rimanente terzo della D.C..<br />

Altri sei milioni sono iscritti all’Azione Cattolica.<br />

159


Rimangono quin<strong>di</strong>, dato che il corpo elettorale e <strong>di</strong> circa ventotto milioni, quattor<strong>di</strong>ci milioni <strong>di</strong><br />

elettori fuori da qualsiasi organizzazione.<br />

Nonostante quin<strong>di</strong> la clamorosa propaganda e la proclamata certezza <strong>di</strong> vittoria delle sinistre, il<br />

risultato delle elezioni politiche è tuttora molto incerto, perché non è possibile prevedere quale<br />

sarà l’orientamento definitivo della maggioranza dell’opinione pubblica.<br />

Da molti sintomi il movimento verso destra, segnalato nelle precedenti relazioni, si è<br />

maggiormente accentuato nell’ultimissimo periodo.<br />

Si ha notizia che, anche nel Nord, larghi strati <strong>di</strong> aderenti ai partiti <strong>di</strong> sinistra abbandonano le<br />

ideologie social-comuniste, facendo chiaramente capire <strong>di</strong> essere stanchi <strong>di</strong> una demagogia<br />

politica priva <strong>di</strong> precisi piani costruttivi.<br />

Se il congresso del Partito Socialista a Firenze non ha concluso per una netta separazione tra<br />

socialisti e comunisti – principalmente per l’abilità manovriera <strong>di</strong> Nenni e il mancato accordo fra<br />

i suoi avversari – ha però chiaramente in<strong>di</strong>cato che la grande maggioranza dei socialisti tende<br />

verso un socialismo moderato, che potrebbe anche non essere incompatibile con la Monarchia,<br />

analogamente al laburismo inglese. Sta <strong>di</strong> fatto che risulta che a Torino e a Milano,<br />

recentemente, numerosi socialisti si sono <strong>di</strong>chiarati decisi a votare per la Monarchia, nella<br />

convinzione che in una repubblica il socialismo sarebbe imme<strong>di</strong>atamente sopraffatto dal<br />

comunismo.<br />

E da notare però che questo movimento dei socialisti moderati, che fa capo a Saragat, SILONE,<br />

etc., ostile ad un asservimento al comunismo totalitario e pertanto antifusionista, ha spiccato<br />

carattere intellettuale, suscettibile cioè <strong>di</strong> essere compreso e seguito solo dalle frazioni più colte<br />

del Partito Socialista, mentre la demagogia de<strong>gli</strong> estremisti ha più facile presa sulle masse<br />

socialiste.<br />

Nelle masse democristiane il pronunciamento in favore della repubblica, adottato dal Congresso<br />

Nazionale, è stato aspramente criticato. Non si ad<strong>di</strong>viene ad una scissione, unicamente per il<br />

fatto che l’Azione Cattolica (per quanto ufficialmente agnostica in materia istituzionale), ha fatto<br />

facilmente capire che appoggerà la Monarchia, ed i democristiani, <strong>di</strong> conseguenza, da buoni<br />

cattolici, tendono a seguire più le <strong>di</strong>rettive <strong>di</strong> questa, al quale riconoscono l’autorità che le deriva<br />

dall’essere la pupilla <strong>di</strong>retta del Sommo Pontefice, che le <strong>di</strong>rettive del loro partito politico,<br />

attribuendo al pronunciamento repubblicano <strong>di</strong> esso il valore esclusivo <strong>di</strong> una mossa politica, atta<br />

ad avallare l’azione effettuata dai suoi <strong>di</strong>rigenti nei comitati <strong>di</strong> Liberazione.<br />

La tendenza monarchica in seno al Partito Democristiano è stata rinforzata da due <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> Sua<br />

Santità ai <strong>di</strong>rigenti dell’Azione Cattolica ed alle trentamila donne cattoliche <strong>di</strong> Roma, in cui il<br />

Santo Padre, nonostante la sua necessaria riservatezza, ha non<strong>di</strong>meno chiaramente lasciato<br />

intendere i pericoli <strong>di</strong> una soluzione repubblicana.<br />

Di questo stato d’animo si è reso conto De Gasperi che, nel comizio tenuto l’un<strong>di</strong>ci c.m. alla<br />

basilica <strong>di</strong> Massenzio, ha dato una forte sterzata verso destra ed ha chiaramente espresso il<br />

dubbio che la soluzione repubblicana sia la mi<strong>gli</strong>ore.<br />

Altre forze laiche, rappresentative <strong>di</strong> una certa parte dell’opinione pubblica, svolgono azione<br />

politica, sia pure sotterranea, atta ad influire su<strong>gli</strong> elettori: così ad esempio mentre la Massoneria<br />

Italiana cosìdetta <strong>di</strong> Palazzo Giustiniani è per due terzi <strong>di</strong> tendenza repubblicana ( in ossequio<br />

alle tra<strong>di</strong>zioni mazziniani) almeno nei <strong>di</strong>rigenti; la Massoneria già nota come quella <strong>di</strong> Palazzo<br />

160


Gesù ( ora via Della Mercede) ha più democraticamente accolto i voti della grande maggioranza<br />

dei fratelli sparsi nelle Loggie d’Italia e si è decisamente schierata dalla parte monarchica.<br />

Le azioni <strong>di</strong> piazza è praticamente in atto da poco meno <strong>di</strong> due settimane.<br />

Ai RR.CC. ed al Ministero de<strong>gli</strong> Interni sono giunte segnalazioni <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> avvenuti in vari<br />

centri dell’Italia meri<strong>di</strong>onale ed insulare, dove oratori <strong>di</strong> sinistra sono stati zittiti e fatti tacere in<br />

pubblico comizio dal popolo, che li ha respinti con grida inneggianti alla Dinastia e all’Istituto<br />

monarchico. Sintomatico fra l’altro, l’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un cinematografo popolare <strong>di</strong> Napoli, ove<br />

l’apparizione del Ministro TOGLIATTI in un cinegiornale ha provocato lunghi e reiterati fischi e<br />

grida ostili.<br />

Le <strong>di</strong>mostrazioni avvenute a Roma per la Monarchia, nonostante siano state minimizzate dalle<br />

sinistre che – <strong>di</strong>sponendo delle agenzie e dei più gran<strong>di</strong> organi <strong>di</strong> informazioni hanno potuto<br />

cercare <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuirne <strong>gli</strong> echi – hanno veramente sorpreso per l’entusiasmo e per la grande<br />

partecipazione <strong>di</strong> popolo. Particolarmente impressionati ne sono stati i partiti <strong>di</strong> sinistra che<br />

hanno intensificato in tutti i mo<strong>di</strong> la loro azione ed hanno imme<strong>di</strong>atamente organizzato dei<br />

comizi repubblicani.<br />

L’Opinione pubblica però, è stata colpita dal <strong>di</strong>verso carattere delle manifestazioni. Mentre<br />

quelle monarchiche erano spontanee, <strong>di</strong> persone cioè entusiaste ed evidentemente organizzate,<br />

quelle repubblicane avevano tutti <strong>gli</strong> aspetti <strong>di</strong> quelle famose organizzate con cartolina rossa<br />

dalle federazioni fasciste.<br />

Le manifestazioni sono state infatti palesemente organizzate con affissioni <strong>di</strong> manifesti,<br />

altoparlanti etc. da tutti i partiti <strong>di</strong> sinistra e dalla C.G.I.L.. – quest’ultima – nonostante lo scopo<br />

squisitamente politico dei comizi – ha or<strong>di</strong>nato la sospensione del lavoro e tutti i capi ufficio ed i<br />

comitati <strong>di</strong> fabbrica hanno imposto la partecipazione ai comizi dei <strong>di</strong>pendenti.<br />

Si sono notati nei cortei, <strong>di</strong>etro le selve <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ere rosse – tra le quali appena timidamente solo<br />

qualche ban<strong>di</strong>era democristiana – dei manifestanti che camminavano leggendo il giornale con<br />

l’aria seccata <strong>di</strong> persone costrette a fare un "servizio" noioso.<br />

Molti dei partecipanti alla manifestazione repubblicana <strong>di</strong> Roma provenivano dalla provincia ed<br />

anche da più lontano: sono stati contati oltre duecento automezzi con rimorchio carichi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mostranti, che sono giunti dalle varie provincie, dove l’organizzazione socialcomunista è più<br />

efficiente, in seguito a<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni emanati dalla <strong>di</strong>rezione del partito la sera del nove, quando è<br />

stata conosciuta la notizia dell’ab<strong>di</strong>cazione del Re.<br />

Si ritiene che l’ab<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> S.M. abbia notevolmente rafforzato l’Istituto Monarchico dato che<br />

molti italiani – specie militari, reduci, combattenti – favorevoli in linea <strong>di</strong> principio alla<br />

Monarchia erano contrari a Vittorio Emanuele, accusato <strong>di</strong> non aver impe<strong>di</strong>to l’alleanza e la<br />

guerra, non voluta dal popolo, e <strong>di</strong> essere stato un correo <strong>di</strong> Mussolini.<br />

Altro fattore apertamente in favore della destra viene proclamato, ne<strong>gli</strong> ambienti politici predetti,<br />

il risultato del referendum francese. In proposito, anzi, risulta che or<strong>di</strong>ni sarebbero stati emanati<br />

dalle <strong>di</strong>rezioni dei partiti Socialista e Comunista per ridurre al minimo la sensazione sfavorevole<br />

alle sinistre, suscitata in Italia da tale notizia, affermando che il gesto francese deve considerarsi<br />

non come anti-comunista, ma unicamente come anti-governativo. Ossia un gesto <strong>di</strong> sfiducia<br />

verso <strong>gli</strong> uomini e non verso le idee che essi professano. Altri or<strong>di</strong>ni sarebbero stati impartiti per<br />

ottenere una maggiore adesione tra comunisti e socialisti, facendo intendere che se tale adesione,<br />

161


se tale azione in comune non sarà effettuata, i due partiti potrebbero trovarsi a dover ripetere i<br />

medesimi errori commessi in Francia e dar quin<strong>di</strong> alla destra la possibilità <strong>di</strong> riprendersi e<br />

rafforzare le proprie posizioni.<br />

Questo rapido spostamento verso destra dell’opinione pubblica ha sorpreso e <strong>di</strong>sorientato le<br />

sinistre che, mentre tendono a <strong>di</strong>minuire il valore e la portata <strong>di</strong> questi innegabili sintomi e<br />

riaffermano clamorosamente, in ogni occasione, la certezza della loro vittoria al referendum<br />

popolare, cominciano a prendere in seria considerazione la probabilità <strong>di</strong> una vittoria<br />

monarchica. E’ stata pertanto intensificata in tutti i settori l’azione e la propaganda, puntando<br />

principalmente sul problema istituzionale, secondo la tattica in<strong>di</strong>cata dallo stesso Lenin nella sua<br />

nota "parola d’or<strong>di</strong>ne" che "solo nella repubblica potrà trionfare il comunismo".<br />

Socialisti, repubblicani ed azionisti inconsciamente sono completamente al rimorchio<br />

dell’organizzato Partito Comunista.<br />

L’intensificata offensiva dei partiti <strong>di</strong> sinistra, oltre che con le campagne <strong>di</strong> stampa,<br />

principalmente basate su motivi allarmistici e scandalistici, si attua ostentatamente attraverso <strong>gli</strong><br />

organi pubblici e statali, <strong>di</strong> cui le sinistre, in due anni <strong>di</strong> governo dei C.L.N., sono riuscite ad<br />

ottenere il controllo ed il monopolio.<br />

L’azione dei partiti <strong>di</strong> sinistra ( comunista, socialista, d’azione) vanno svolgendo attraverso <strong>gli</strong><br />

organi statali, <strong>di</strong> cui hanno il controllo a mezzo dei ministeri affidati a uomini politici <strong>di</strong> sinistra,<br />

allo scopo <strong>di</strong> influire in senso partigiano sulle prossime elezioni per il referendum e la<br />

costituente, non può non lasciare scettici sulla effettiva legittimità e veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> un responso<br />

popolare, effettuato in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> deficiente libertà <strong>di</strong> opinione.<br />

In pratica, ai circoli vicini alle sfere governative, si sottolinea come – a <strong>di</strong>fferenza de<strong>gli</strong> uomini<br />

politici <strong>di</strong> destra meno scaltriti e in genere meno spregiu<strong>di</strong>cati – <strong>gli</strong> uomini <strong>di</strong> governo <strong>di</strong> parte<br />

sinistra non esitano a mobilitare i più delicati strumenti della macchina statale, allo scopo<br />

preme<strong>di</strong>tato <strong>di</strong> servirsene ai fini elettorali in senso fazioso.<br />

Alcuni provve<strong>di</strong>menti – parte palesi, parte emanati riservatamente – sono decisamente <strong>di</strong>retti a<br />

produrre una influenza favorevole sotto il profilo elettorale soltanto per i partiti <strong>di</strong> sinistra e per<br />

la corrente repubblicana.<br />

La Confederazione del Lavoro, tra i cui <strong>di</strong>rigenti la frazione democristiana ha ab<strong>di</strong>cato<br />

remissivamente ad ogni azione <strong>di</strong> controllo, anziché svolgere la normale attività sindacale, che<br />

dovrebbe essere apolitica, ha mobilitato i suoi organi periferici, a scopo <strong>di</strong> propaganda<br />

repubblicana e sinistroide, in<strong>di</strong>cando la repubblica come prima meta della lotta classista.<br />

Il recente preor<strong>di</strong>nato inasprimento delle polemiche su i contratti <strong>di</strong> lavoro, in <strong>di</strong>scussione<br />

perifericamente, ha lo scopo evidente <strong>di</strong> creare nella classe operaia delle astiosità verso la classe<br />

padronale. Inoltre la Confederazione si serve dell’arma dello sciopero esclusivamente per scopi<br />

politici ed elettorali in funzione sinistroide, e della sua organizzazione capillare per l’esecuzione<br />

de<strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> scuderia dei partiti <strong>di</strong> sinistra, particolarmente nelle zone dove detti partiti sono in<br />

minoranza. Questo è stato clamorosamente <strong>di</strong>mostrato nell’organizzazione della manifestazione<br />

antimonarchica, indetta precipitosamente dalle sinistre l’un<strong>di</strong>ci maggio a Roma, per tentare <strong>di</strong><br />

neutralizzare l’ondata <strong>di</strong> entusiasmo suscitata dall’avvento al trono del nuovo Re.<br />

Continua tuttora il monopolio delle trasmissioni ra<strong>di</strong>ofoniche nazionali da parte dei gruppi <strong>di</strong><br />

sinistra. Anche se la RAI è stata costretta a concedere delle trasmissioni ad altri partiti, queste<br />

162


sono state limitate a brevissime note, cui si contrappongono ostentatamente <strong>di</strong>ffuse trasmissioni a<br />

carattere repubblicano e specialmente tutta la intonazione dei notiziari e delle trasmissioni <strong>di</strong><br />

informazioni nonché il voluto silenzio su episo<strong>di</strong> e manifestazioni non favorevoli alle sinistre.<br />

Nella formazione del Gabinetto De Gasperi le sinistre riuscirono a strappare il Dicastero de<strong>gli</strong><br />

Interni che sino allora il Presidente del Consi<strong>gli</strong>o si era riservato.<br />

Il Ministero de<strong>gli</strong> Interni, che nell’organizzazione dello Stato Italiano rappresenta il Ministero<br />

chiave della vita pubblica acquista, nel periodo elettorale, una importanza decisiva.<br />

Il Ministro, socialista Romita, ha praticamente asservito l’amministrazione de<strong>gli</strong> Interni,<br />

particolarmente sotto il profilo elettorale, a<strong>gli</strong> interessi delle sinistre.<br />

Una serie <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti sono evidentemente stati attuati al solo scopo <strong>di</strong> favorire il successo<br />

della tendenza repubblicana e delle sinistre, tra cui la sostituzione, alla vigilia delle elezioni, <strong>di</strong><br />

questori e prefetti, <strong>di</strong>sorganizzando così l’Amministrazione dello Stato perifericamente a<br />

beneficio dei partiti organizzati. Le sostituzioni sono state fatte in particolare con il criterio <strong>di</strong><br />

eliminare uomini ritenuti fedeli alle tra<strong>di</strong>zioni monarchiche, rimpiazzandoli con in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong><br />

fiducia o legati ai partiti.<br />

Sono stati adottati su larghissima scala – su precise <strong>di</strong>rettive del Ministro, in seguito a<br />

segnalazioni del Partito comunista – provve<strong>di</strong>menti per to<strong>gli</strong>ere dalla circolazione, in vista delle<br />

elezioni, elementi che si ritengono ostili alle sinistre – i fermati, in genere, non sono passibili <strong>di</strong><br />

nessuna imputazione e dovrebbero essere rilasciati dopo il normale interrogatorio, che viene<br />

invece procrastinato sine <strong>di</strong>e. Si è notato che la recrudescenza <strong>di</strong> questi arresti arbitrari ha avuto<br />

inizio il 15 maggio, allo scopo <strong>di</strong> poterli trattenere fino al limite massimo dei venti giorni previsti<br />

dai regolamenti <strong>di</strong> polizia e <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re quin<strong>di</strong> la votazione il 02 giugno a queste persone.<br />

Questi provve<strong>di</strong>menti, già in atto più o meno clamorosamente e via via inaspritisi, sono<br />

abilmente fiancheggiati da una campagna <strong>di</strong> stampa nei giornali <strong>di</strong> sinistra, tendente a "gonfiare"<br />

artificiosamente il problema dei cosiddetti neofascisti e creare un’atmosfera <strong>di</strong> terrore, non solo<br />

ne<strong>gli</strong> ex aderenti al partito fascista ( che erano ben cinque milioni ) e nei loro familiari, ma anche<br />

in quei ceti me<strong>di</strong>, naturalmente timi<strong>di</strong> e perciò propensi ad astenersi dal voto, piuttosto che<br />

rischiare <strong>di</strong> essere sottoposti a vessazioni o soltanto <strong>di</strong> dover, sia pure involontariamente,<br />

partecipare a tafferu<strong>gli</strong>. D’altra parte, questa campagna <strong>di</strong> stampa dà buon gioco al Ministro<br />

socialista dell’Interno per giustificare ulteriori provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> polizia.<br />

Il recente episo<strong>di</strong>o della rivolta nel carcere <strong>di</strong> S. Vittore a Milano ha rivelato ( e perfino la<br />

stampa se ne è fatta eco) come tra i detenuti vi fossero persone trattenute in carcere senza<br />

motivazione fin dal 25 aprile dell’anno scorso.<br />

La stampa non <strong>di</strong> sinistra <strong>di</strong> tutta Italia ha esaurientemente denunciato una serie <strong>di</strong> episo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mostranti le irregolarità compiute da<strong>gli</strong> organi del Ministero de<strong>gli</strong> Interni durante le elezioni<br />

amministrative e nella preparazione delle elezioni politiche.<br />

Questo gravissimo stato <strong>di</strong> cose è stato perfino denunziato in Consi<strong>gli</strong>o dei Ministri, il 15<br />

maggio, dai Ministri liberali e in<strong>di</strong>pendenti, che hanno segnalato, tra l’altro, per esempio, come<br />

nella sola città <strong>di</strong> Roma oltre 150.000 elettori non hanno ancora ricevuto il certificato , come in<br />

molte città, ad esempio a Roma per il fattorini dell’ATAC iscritti al P.C.I. ed a Torino, elettori<br />

palesemente <strong>di</strong> sinistra hanno avuto doppi certificati; come la R. Marina, nonostante la<br />

163


tempestiva creazione <strong>di</strong> appositi uffici per ogni Comando, su 42.000 richieste <strong>di</strong> certificati, a<br />

tutt’oggi non è riuscita ad ottenerne che 20.000.<br />

Il Ministro dei Trasporti, nei piani per <strong>gli</strong> eventuali incrementi delle comunicazioni a scopo<br />

elettorale, per il 2 giugno, ha particolarmente favorito le regioni in cui le masse sono<br />

notoriamente <strong>di</strong> sinistra a scapito <strong>di</strong> altre regioni – per esempio quelle meri<strong>di</strong>onali – dove<br />

sussiste l’ipotesi <strong>di</strong> una maggioranza monarchica.<br />

Parallelamente il Ministro della Giustizia, che dalla nomina <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti svolge una insistente ed<br />

acuta azione intimidatrice nei confronti della magistratura, ha in questi giorni <strong>di</strong>sposto la<br />

riesumazione e l’acceleramento dei proce<strong>di</strong>menti penali contro ex fascisti e <strong>di</strong> tutti quei processi<br />

più atti ad agire sull’opinione pubblica, sia per intimi<strong>di</strong>re elementi ex fascisti o già filo-fascisti,<br />

sia per eccitare vieppiù le masse popolari ad evidente scopo elettorale.<br />

Informatori ne<strong>gli</strong> ambienti <strong>di</strong> sinistra e particolarmente nelle federazioni provinciali comuniste,<br />

hanno recentemente segnalato notizie circa un colpo <strong>di</strong> stato delle sinistre.<br />

Le segnalazioni, provenienti da varie fonti nelle varie provincie in linea <strong>di</strong> massima concordano.<br />

Esse non sono suffragate da documenti che comprovino la loro autenticità e fanno sorgere il<br />

dubbio che, se pure sono trasmesse in buona fede data l’atten<strong>di</strong>bilità e la serietà delle fonti, siano<br />

originate ad arte da elementi provocatori o da<strong>gli</strong> stessi partiti <strong>di</strong> sinistra, per smascherare le forze<br />

loro avverse ed avere il pretesto <strong>di</strong> scendere in piazza armati a <strong>di</strong>fesa del Governo legale.<br />

Dato, però, che sia <strong>gli</strong> Alleati che i RR.CC. hanno ormai raccolto prove esaurienti de<strong>gli</strong><br />

armamenti e delle organizzazioni militari dei comunisti e il numero sempre crescente <strong>di</strong><br />

elementi, specie stranieri, che attualmente sono in circolazione con scopi non determinati, si<br />

ritiene che la possibilità <strong>di</strong> un movimento armato <strong>di</strong> sinistra deve essere molto seriamente<br />

considerata e prevista.<br />

Non tutte le segnalazioni concordano sulla contemporaneità del movimento in tutta Italia:<br />

secondo alcuni potrebbe avvenire solamente nell’Italia del nord sino alla Linea Gotica, mentre a<br />

Roma avverrebbero solo dei moti per neutralizzare l’azione del Governo.<br />

Riassumendo le notizie più concrete l’azione che il Partito Comunista si prefiggerebbe <strong>di</strong><br />

svolgere, durante il periodo elettorale, sarebbe <strong>di</strong>visa in due fasi operative.<br />

Nella prima fase, da oggi al 2 giugno, si dovrebbe dare l’impressione <strong>di</strong> una osservanza<br />

dell’or<strong>di</strong>ne e della legalità – per evitare interventi e controlli de<strong>gli</strong> Alleati – salvo piccoli<br />

incidenti spora<strong>di</strong>ci e periferici, artatamente provocati, allo scopo <strong>di</strong> dare l’impressione<br />

dell’esistenza <strong>di</strong> una reazione armata e provocatrice delle destre.<br />

Il 2 giugno avrebbe inizio la seconda fase rivolta ad impadronirsi con la violenza dei poteri dello<br />

Stato, con la stessa tecnica insurrezionale usata dai sovietici bolscevici in Russia per abbattere,<br />

nell’ottobre 1917, il Governo Kerenski.<br />

Le sinistre avrebbero intenzione <strong>di</strong> organizzare, per la sera delle elezioni, cortei <strong>di</strong> popolo che –<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal risultato delle elezioni e dalla possibilità che questi fossero già conosciuti<br />

– propagherebbero rumorosamente la notizia della vittoria delle sinistre e domanderebbero<br />

l’imme<strong>di</strong>ata proclamazione della repubblica.<br />

164


Verrebbe imme<strong>di</strong>atamente proclamato lo sciopero generale e si procederebbe all’occupazione<br />

delle fabbriche e anche delle terre, nelle zone dove la situazione evolvesse più favorevolmente.<br />

Nello stesso tempo formazioni armate <strong>di</strong> partigiani procederebbero all’occupazione dei punti<br />

nevralgici delle città (stazioni ferroviarie, stazioni ra<strong>di</strong>o, telefoni e telegrafi, prefetture e<br />

questure, coman<strong>di</strong> militari, no<strong>di</strong> stradali più importanti) <strong>di</strong>sponendo un vero e proprio stato<br />

d’asse<strong>di</strong>o per il controllo della situazione.<br />

Si conta sulla non opposizione delle forze armate, dove le cellule esistenti lavorano attivamente<br />

per persuadere i militari a rifiutarsi <strong>di</strong> essere impiegati in servizio <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico; sulla<br />

neutralità benevola delle forze <strong>di</strong> polizia, dove sono stati immessi molti partigiani che sono stati<br />

trasferiti anche nelle zone centro-meri<strong>di</strong>onali (in particolare per Roma si conta sui batta<strong>gli</strong>oni<br />

della Scuola <strong>di</strong> Polizia, formati da partigiani provenienti dalle bande social-comuniste, fatti<br />

venire a Roma dal Ministro Romita); ed infine sulla incertezza dei carabinieri, cui non<br />

arriverebbero tempestivamente or<strong>di</strong>ni precisi e che sarebbero trattenuti dal prendere iniziative dal<br />

timore <strong>di</strong> non essere sostenuti da<strong>gli</strong> Alleati e dal Governo e <strong>di</strong> una effettiva vittoria delle sinistre.<br />

Contemporaneamente, speciali formazioni particolarmente preparate, con il pretesto <strong>di</strong> procedere<br />

imme<strong>di</strong>atamente alla epurazione <strong>di</strong> tutti i fascisti, che non sono stati epurati, provvederebbero<br />

alla eliminazione violenta o all’arresto <strong>di</strong> tutte le persone ritenute ostili al comunismo e<br />

pericolose perché in posizioni tali da poter organizzare una eventuale reazione.<br />

Con i membri della Fami<strong>gli</strong>a Reale, <strong>gli</strong> ex gerarchi fascisti – sfuggiti a<strong>gli</strong> ecci<strong>di</strong> dell’aprile del<br />

1945 e successivamente assolti dalle Corti <strong>di</strong> Assise – i principali proprietari terrieri ed i capi<br />

delle industrie, la cui eliminazione verrebbe attribuita al furore popolare, verrebbero soppressi o<br />

posti in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> non opporsi, i <strong>di</strong>rigenti dei servizi e reparti <strong>di</strong> Polizia e speciali, ufficiali<br />

generali, capi <strong>di</strong> Corpo, <strong>di</strong>rettori Generali dei Ministeri delle Forze Armate e de<strong>gli</strong> Interni, capi<br />

delle organizzazioni e dei partiti <strong>di</strong> destra e delle bande e delle formazioni della Democrazia<br />

Cristiana, nonché alcuni ufficiali e funzionari Alleati che sono stati in<strong>di</strong>viduati come ostili alle<br />

sinistre.<br />

Non appena attuato il colpo <strong>di</strong> stato, sarebbe prevista una energica "azione epurativa" de<strong>gli</strong><br />

organi e delle comunità ecclesiastiche ed in particolare del Vaticano, in<strong>di</strong>ziato come la roccaforte<br />

della reazione.<br />

L’apparato clandestino del P.C., cui particolarmente sarebbero devoluti <strong>gli</strong> incarichi più riservati<br />

come <strong>gli</strong> ecci<strong>di</strong> ed i prelevamenti, risulterebbe avere la centrale a Roma presso la Direzione del<br />

Partito, la centrale per l’Alta Italia in località non precisata (probabilmente a Vergato) nelle<br />

vicinanze <strong>di</strong> Bologna e nove centri regionali principali.<br />

Sarebbe composta <strong>di</strong> 25 gruppi armati, comandati da un elemento italiano, affiancato da un<br />

emissario sovietico: dei gruppi fanno parte partigiani comunisti, particolarmente <strong>di</strong>stintisi nelle<br />

organizzazioni militari partigiane, e citta<strong>di</strong>ni jugoslavi, francesi e slavi provenienti dalle scuole<br />

<strong>di</strong> sabotaggio e guerri<strong>gli</strong>a del Comintern.<br />

I capi italiani dell’organizzazione sarebbero: Longo (Gallo), Moscatelli, Barontini e Grieco.<br />

Larghi strati dell’opinione pubblica italiana, sulla scorta delle recenti esperienze delle elezioni<br />

amministrative e <strong>di</strong>ffidenti per le oramai palesi manovre del Partito Comunista, tendenti a<br />

preor<strong>di</strong>nare ad ogni costo la conquista violenta del potere da parte <strong>di</strong> una minoranza – che in<br />

realtà trova seguito solo fra un esiguo gruppo <strong>di</strong> masse popolari ipnotizzate da facili slogan<br />

165


etorici e da grossolani artifici demagogici – notoriamente vassalla dell’imperialismo russo, sono<br />

scettici non solo sulla possibilità <strong>di</strong> una pacifica attesa dei risultati delle prossime elezioni, ma,<br />

sulla scorta <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> fatto oramai <strong>di</strong> dominio pubblico, non possono che a priori ritenere<br />

fondatamente inficiato il valore reale <strong>di</strong> una consultazione popolare, non solo condotta e<br />

preor<strong>di</strong>nata con meto<strong>di</strong> antidemocratici, ma alla quale sono tenuti assenti larghi strati del popolo,<br />

dai prigionieri ed internati tuttora fuori della patria a quanti – e per effetto delle contingenze<br />

belliche, vale a <strong>di</strong>re i giuliani, <strong>gli</strong> atesini, <strong>gli</strong> italiani delle colonie e <strong>gli</strong> emigrati, e per bro<strong>gli</strong><br />

effettuati dal prepotere delle sinistre – non possono liberamente esprimere la propria opinione.<br />

Class.:segreto.<br />

Oggetto: situazione politica italiana.<br />

Data: 24 maggio 1946.<br />

(testo in italiano)<br />

Class.: segreto.<br />

A: Ssu Washington<br />

Da: Ssu Italia.<br />

Fonte: JK3<br />

Oggetto: Charles Poletti<br />

Data: 3 settembre 1946<br />

Poletti è tornato da un viaggio a Parigi, Ginevra, Zurigo e Milano. Al momento e<strong>gli</strong> risiede al<br />

Grand Hotel, dove e<strong>gli</strong> rimarrà fino al 6 o 7 settembre per poi imbarcarsi su un aereo della Twa<br />

<strong>di</strong>retto ne<strong>gli</strong> Stati Uniti.<br />

A Parigi, Poletti si è incontrato per un’ora con De Gasperi, una personalità che e<strong>gli</strong> ammira<br />

moltissimo. Il capo del governo italiano ha affermato <strong>di</strong> non avere altra alternativa che firmare il<br />

trattato <strong>di</strong> pace, malgrado questo contenga clausole punitive per l’Italia, e <strong>di</strong> aver compreso<br />

quanto sia inutile rifiutarsi <strong>di</strong> siglarlo. Di fatto, un suo eventuale atteggiamento recalcitrante<br />

risulterebbe sterile <strong>di</strong>nanzi alle pressioni britanniche e americane.<br />

Secondo Poletti, il trattato potrebbe essere firmato "nell’arco <strong>di</strong> sei settimane" o verso la metà <strong>di</strong><br />

ottobre. Ha poi aggiunto <strong>di</strong> aver sostenuto lunghe conversazioni con i vari delegati della<br />

conferenza <strong>di</strong> pace.<br />

166


Class.: segreto.<br />

Oggetto: Rapporto politico mensile (periodo: 1 - 30 aprile 1947).<br />

Data: 1 maggio 1947<br />

Generale<br />

A due anni dalla fine della guerra, l’Italia continua ad affrontare i problemi <strong>di</strong> un arduo<br />

programma <strong>di</strong> ricostruzione, sia dal punto <strong>di</strong> vista economico che politico e sociale. E’ un<br />

compito lento e <strong>di</strong>fficile che punta a spazzar via la tenace ere<strong>di</strong>tà del ventennio fascista. L’Italia<br />

cerca, <strong>di</strong>speratamente, <strong>di</strong> combattere l’inflazione, <strong>di</strong> rispettare le promesse fatte al popolo e <strong>di</strong><br />

mantenere l’or<strong>di</strong>ne attraverso una serie <strong>di</strong> confuse e inadeguate leggi e regole promulgate dal<br />

governo provvisorio italo-alleato (che non definiscono in maniera chiara ciò che si può o non si<br />

può fare). Viene poi eternamente rinviata la ratifica <strong>di</strong> un trattato <strong>di</strong> pace che rispetti le Quattro<br />

Libertà (?). Vi sono infine problemi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne economico, politico, educativo, industriale, morale<br />

e finanziario che tormentano una nazione prostrata dalla sconfitta subìta ad opera della macchina<br />

bellica alleata.<br />

Non deve quin<strong>di</strong> sorprendere che <strong>gli</strong> aspetti economici e politici siano apparsi critici nel corso <strong>di</strong><br />

questo mese. I tentativi del governo per affrontare e risolvere i problemi più gravi sono falliti,<br />

soprattutto a causa della mancanza <strong>di</strong> unità e <strong>di</strong> spirito costruttivo da parte dei partiti al potere. Il<br />

presidente De Nicola è totalmente passivo e, secondo una fonte atten<strong>di</strong>bile, ha chieste <strong>di</strong> non<br />

venir più importunato dai contrasti politici. La nostra fonte è convinta che il <strong>di</strong>sinteresse e la<br />

debolezza del presidente hanno contribuito ad aggravare la situazione. Il premier De Gasperi, che<br />

almeno in apparenza era tornato da<strong>gli</strong> Stati Uniti deciso a chiarire la situazione politica, viene ora<br />

criticato da numerosi circoli politici per aver concesso spazio alle sinistre e per l’atteggiamento<br />

conciliatorio nei confronti dei suoi oppositori. Dal momento che De Gasperi non è riuscito ad<br />

opporsi alle manovre ostruzionistiche dei comunisti e dei filocomunisti, il Centro e la Destra<br />

sono molto critici nei confronti della Dc e prevedono che le imminenti elezioni politiche del 29<br />

giugno segneranno una grave per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> prestigio e <strong>di</strong> voti.<br />

La vittoria del Blocco del Popolo nelle recenti elezioni siciliane viene considerata il barometro<br />

dell’insod<strong>di</strong>sfazione popolare in rapporto al presente governo. La Sinistra non ha nascosto la sua<br />

fervida attività nel fomentare scioperi, <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni e nel <strong>di</strong>ffondere propaganda comunista tra <strong>gli</strong><br />

insod<strong>di</strong>sfatti e i <strong>di</strong>soccupati <strong>di</strong> tutta Italia. Con l’obiettivo <strong>di</strong> tenere alta la tensione tra le masse,<br />

l’estrema sinistra ha fatto circolari voci sulla preparazione <strong>di</strong> un’offensiva comunista in Italia nel<br />

caso si verifichi uno scontro armato tra i blocchi dell’est e dell’ovest.<br />

Fonti solitamente atten<strong>di</strong>bili ci hanno riferito le seguenti informazioni:<br />

Nel caso <strong>di</strong> una crisi internazionale (che potrebbe degenerare in un conflitto armato tra l’Urss e<br />

<strong>gli</strong> angloamericani), il Pci farà ricorso ad ogni mezzo per prendere il potere, arrivando a<br />

167


ichiedere l’intervento delle truppe russo-yugoslave schierate sulla frontiera orientale italiana.<br />

Per tale obiettivo sono già pronti 150.000 soldati dei corpi speciali. Le azioni saranno limitate al<br />

nord industrializzato. Un'altra fonte ha rivelato che <strong>gli</strong> industriali del nord hanno stanziato grosse<br />

somme <strong>di</strong> denaro per organizzare un servizio informativo autonomo: ciò servirà ad allertarli in<br />

tempo <strong>di</strong> un possibile colpo <strong>di</strong> stato comunista (ma tale informazione non è stata confermata).<br />

Il fallimento della conferenza <strong>di</strong> Mosca è stata ampiamente trattata dalla stampa italiana con<br />

espressioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sappunto e <strong>di</strong> scetticismo per la pace futura. […]<br />

Situazione politica interna<br />

I numerosi atti <strong>di</strong> violenza scaturiti da scioperi e <strong>di</strong>mostrazioni in tutto il paese hanno contribuito<br />

ad accrescere il clima <strong>di</strong> tensione instaurato dalla "guerra dei nervi" comunista. La situazione ha<br />

costretto il ministro dell’interno Scelba (Dc) ad inviare un cablogramma ai prefetti, alle questure<br />

e ai coman<strong>di</strong> dei Carabinieri per or<strong>di</strong>nare il mantenimento dell’or<strong>di</strong>ne ad ogni costo. Scelba<br />

considera i prefetti responsabili per il mantenimento della pace e dell’or<strong>di</strong>ne. In seguito ad alcuni<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni avvenuti a Roma, il questore <strong>di</strong> Roma Saverio Polito ha <strong>di</strong>ramato precisi or<strong>di</strong>ni perché<br />

la polizia spari all’occorrenza su<strong>gli</strong> sciacalli che, approfittando <strong>di</strong> scioperi e <strong>di</strong>mostrazioni,<br />

facessero irruzione nei negozi per trafugare la mercanzia (or<strong>di</strong>ne n. 103 del 13 aprile 1947). […]<br />

Durante la campagna elettorale per i comizi elettorali del 20 aprile, la Sicilia è <strong>di</strong>ventata il centro<br />

dell’attenzione politica e terreno <strong>di</strong> verifica per i partiti. Leader come To<strong>gli</strong>atti, Nenni, Saragat,<br />

Vittorio Emanuele Orlando, Finocchiaro Aprile, Scelba e lo stesso De Gasperi hanno esposto con<br />

particolare foga le tesi dei loro rispettivi partiti.<br />

In sintesi, il risultato delle elezioni ha confermato che la coalizione <strong>di</strong> governo è riuscita a<br />

mantenere lo status quo: la percentuale <strong>di</strong> voti del Blocco del Popolo in aggiunta a quella della<br />

Dc rimane la stessa delle elezioni del 2 giugno 1946, malgrado la secessione dei socialisti <strong>di</strong><br />

Saragat.<br />

La Dc è stata moralmente battuta, con una per<strong>di</strong>ta del 12% dei voti in rapporto alle elezioni del 2<br />

giugno 1946, mentre la Sinistra (il Blocco del Popolo) ha vinto in maniera netta. Appaiono<br />

tuttavia importanti la sconfitta del movimento separatista e il declino dell’idea della Sicilia come<br />

roccaforte monarchica. […]<br />

Commentando il risultato ottenuto dal Blocco del Popolo, Gu<strong>gli</strong>elmo Giannini, leader del<br />

Movimento dell’Uomo Qualunque, ha osservato che soltanto la formazione <strong>di</strong> una coalizione <strong>di</strong><br />

Centro-Destra permetterà <strong>di</strong> ottenere una decisiva vittoria nelle imminenti elezioni politiche del<br />

29 giugno 1947. Ha quin<strong>di</strong> esortato la Dc ad unirsi all’UQ. […]<br />

Polizia italiana<br />

[…] Una circolare segretissima è stata inviata a tutti i coman<strong>di</strong> dei carabinieri con l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

tenere alla larga <strong>gli</strong> elementi <strong>di</strong> Sinistra. La nostra fonte rivela che i comunisti stanno tentando in<br />

ogni modo <strong>di</strong> infiltrarsi nell’Arma. Qualsiasi carabiniere che partecipasse ad attività politiche<br />

verrebbe imme<strong>di</strong>atamente allontanato. […]<br />

Attività dei partiti politici<br />

La Dc inizia a transitare dalla sua infelice posizione <strong>di</strong> sinistra del centro verso la collocazione<br />

che le compete naturalmente: la destra del centro. Sta inoltre assumendo un atteggiamento più<br />

168


fermo nei confronti dei comunisti. La per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> prestigio in seguito alle elezioni siciliane e la<br />

sconfitta sull’articolo 23 della Costituzione (in<strong>di</strong>ssolubilità del matrimonio) hanno provocato il<br />

risentimento e le proteste dei militanti democristiani nei confronti dell’incerta politica dei suoi<br />

deputati e delle posizioni del governo.<br />

Il Pci continua ad essere il partito più forte e organizzato. To<strong>gli</strong>atti, il leader del Pci, ha messo in<br />

campo un’efficace strategia politica: sostiene in apparenza il governo De Gasperi nei lavori<br />

dell’Assemblea Costituente, ma lo combatte sottobanco nelle piazze. Il suo organo <strong>di</strong> partito ha<br />

espresso apertamente la sua ostilità nei confronti della politica internazionale de<strong>gli</strong><br />

angloamericani, soprattutto <strong>di</strong> quella statunitense.<br />

Il Psli (i socialisti saragattiani) è andato male durante le elezioni siciliane. Il motivo è da<br />

attribuire alla scarsità <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> a <strong>di</strong>sposizione per la propaganda elettorale. To<strong>gli</strong>atti si comporta<br />

con cautela, astenendosi dall’attaccare apertamente Saragat. Un’ostilità manifesta non farebbe<br />

che favorire le iscrizioni al Psli.<br />

La rapida ascesa del Movimento dell’Uomo Qualunque sembra essersi arrestata ma l’influenza <strong>di</strong><br />

questo partito continuerà a farsi sentire. L’espulsione de<strong>gli</strong> elementi filofascisti (come Patrissi)<br />

ha infatti conferito al partito <strong>di</strong> Giannini un’apparenza più democratica. Giannini ha invitato i<br />

leader democristiani a presentare una lista comune nelle prossime elezioni politiche. Nel<br />

frattempo, l’Uomo Qualunque e il Partito Liberale continuano ad opporsi all’attuale governo e a<br />

combattere il comunismo.<br />

I neofascisti (noti anche come "nazionalisti estremi") sembrano orientarsi verso l’Msi<br />

(Movimento Sociale Italiano), formazione politica che si vanta <strong>di</strong> avere 200.000 militanti. L’Msi<br />

è <strong>di</strong>ffuso in tutta l’Italia. Il suo organo ufficiale, il settimanale "Rivolta Ideale" (<strong>di</strong>retto da<br />

Giovanni Tonelli), ha un’ampia circolazione anche all’estero, soprattutto in Sud America.<br />

Nell’Italia settentrionale circola il supplemento "Il Meri<strong>di</strong>ano d’Italia", un tempo <strong>di</strong>retto da<br />

Franco De Agazio (è stato assassinato dopo aver fatto una serie <strong>di</strong> rivelazioni sull’ "Oro <strong>di</strong><br />

Dongo"). A Roma ha fatto la sua recente comparsa il settimanale "L’Orizzonte d’Italia", <strong>di</strong>retto<br />

da <strong>Giuseppe</strong> Toscano Cultrera, che riflette le posizioni del partito. Si <strong>di</strong>ce che anche "L’Ora<br />

d’Italia", <strong>di</strong>retto da Emilio Patrissi, si stia spostando verso l’Msi. In sintesi, l’ideologia del partito<br />

è <strong>di</strong> natura nazionale e socialista. Le sue origini fasciste sono innegabili, dal momento che le sue<br />

tesi sociali sono identiche a quelle della Rsi, costituita a Verona nel 1943. […]<br />

Internazionale<br />

[…] La ferma presa <strong>di</strong> posizione assunta a Mosca dal generale Marshall ha provocato violente<br />

reazioni da parte della Sinistra. Alcune voci riferiscono che i comunisti tenteranno <strong>di</strong> rovesciare<br />

l’attuale governo italiano. Il Pci <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> 200.000 militanti in armi ed è pronto ad attuare un<br />

colpo <strong>di</strong> stato. […]<br />

George C. Zappalà,<br />

agente speciale per il controspionaggio.<br />

Gono Morena, agente supervisore.<br />

Class: Segreto.<br />

169


Memorandum per l’ufficiale in carica.<br />

Oggetto: Situazione politica a Roma.<br />

Re: Rapporto mensile. Periodo: 1 lu<strong>gli</strong>o - 1 agosto<br />

Data: 5 agosto 1947<br />

Generale<br />

I problemi del governo De Gasperi, ed i tentativi <strong>di</strong> risolverli durante il mese <strong>di</strong> lu<strong>gli</strong>o, possono<br />

essere così riassunti:<br />

affrontare e controllare i crescenti <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni creati da<strong>gli</strong> agitatori propagan<strong>di</strong>sti dell’estrema<br />

sinistra, che cercano <strong>di</strong> soffocare la libertà <strong>di</strong> espressione dei partiti avversari e de<strong>gli</strong> esponenti<br />

del governo;<br />

neutralizzare i tentativi comunisti <strong>di</strong> creare un forte stato <strong>di</strong> tensione tra le masse utilizzando la<br />

loro poderosa macchina propagan<strong>di</strong>stica. Sono circolate voci <strong>di</strong> possibili atti <strong>di</strong> violenza armata.<br />

Alcuni <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> Nenni e To<strong>gli</strong>atti contenevano insinuazioni tese a "rivelare" un certo allarme<br />

militante a proposito delle tendenze governative ad allinearsi al Blocco Occidentale, soprattutto<br />

all’America;<br />

ratificare il trattato <strong>di</strong> pace secondo i termini del paragrafo 90, prima che <strong>di</strong>venga effettiva la<br />

protesta ufficiale (testo Nitti-Ruini) contro le dure con<strong>di</strong>zioni del trattato stesso;<br />

bloccare la crescente attività sindacale ne<strong>gli</strong> impianti industriali, attività che propaganda la<br />

dottrina comunista (a scapito de<strong>gli</strong> impren<strong>di</strong>tori) con il pretesto della libertà <strong>di</strong> assemblea e <strong>di</strong><br />

espressione de<strong>gli</strong> operai;<br />

partecipare al Piano Marshall e neutralizzare i tentativi dei socialcomunisti <strong>di</strong> sabotare <strong>gli</strong> sforzi<br />

governativi per promuovere un accordo tra le nazioni che vi aderiscono;<br />

impe<strong>di</strong>re che la Cgil fomenti agitazioni tra <strong>gli</strong> impiegati statali chiedendo ulteriori aumenti. Di<br />

recente, il governo ha concesso incrementi salariali malgrado le <strong>di</strong>fficoltà a far quadrare il<br />

bilancio;<br />

affrontare la sfida del mercato nero in campo alimentare e abbassare il costo della vita. A tale<br />

scopo, il governo intende rafforzare i controlli <strong>di</strong> polizia ed equiparare la tessera alimentare al<br />

reale potere d’acquisto della popolazione. […]<br />

Notizie dal Vaticano<br />

Secondo fonti vaticane, nel 1950 si celebrerà l’Anno Santo. Sono in corso preparativi per<br />

affrontare il grande afflusso <strong>di</strong> pellegrini. Il problema dei loro alloggio è stato <strong>di</strong>scusso con i<br />

deputati della Dc e sottoposto all’attenzione del governo.<br />

Per quanto riguarda i rifugiati stranieri, vi è la tendenza da parte <strong>di</strong> alcuni funzionari vaticani a<br />

proteggere i cattolici accusati <strong>di</strong> crimini <strong>di</strong> guerra. Questi corrono infatti il serio pericolo <strong>di</strong><br />

essere deportati in paesi controllati dai comunisti. Nel corso <strong>di</strong> alcuni colloqui con il sottoscritto,<br />

vari prelati hanno can<strong>di</strong>damente affermato <strong>di</strong> non capire i motivi che portano <strong>gli</strong> Alleati a<br />

170


deportare i "rifugiati" in paesi che non hanno buoni rapporti con <strong>gli</strong> Stati Uniti e la Gran<br />

Bretagna. Nel frattempo, questo ufficio continua a ricevere rapporti riguardanti persone della<br />

suddetta categoria che godono della protezione e dell’immunità dello Stato Vaticano.<br />

Polizia italiana<br />

Informazioni provenienti da una fonte altamente atten<strong>di</strong>bile rivelano che il capo della polizia<br />

Ferrari gode dell’appoggio dei gruppi della Sinistra. Il ministro dell’Interno Scelba non è ancora<br />

riuscito ad allontanarlo. Alla debolezza e all’atteggiamento indeciso <strong>di</strong> Ferrari viene imputato il<br />

fallimento delle operazioni per l’in<strong>di</strong>viduazione dei depositi <strong>di</strong> armi, la repressione delle<br />

agitazioni comuniste e la cattura <strong>di</strong> Salvatore Giuliano e della sua banda <strong>di</strong> fuorilegge. Ed è una<br />

strana coincidenza che la stampa <strong>di</strong> Sinistra si astenga dall’attaccare Ferrari, cosa che invece altri<br />

giornali fanno.<br />

Un funzionario del Ministero dell’Interno ha informato il sottoscritto che molti agenti <strong>di</strong> Ps sono<br />

sprovvisti <strong>di</strong> pistole. Ne sono state richieste 20.000, ma la fabbrica <strong>di</strong> armi Beretta ne ha fornite<br />

soltanto 2000. La Ps ha inoltre richiesto al Ministero della Guerra 5000 fucili, modello 1891. A<br />

causa delle restrizioni alleate, non possono invece essere fornite armi semi automatiche (armi <strong>di</strong><br />

cui si sente la necessità).<br />

Il capo dell’ufficio politico della Questura <strong>di</strong> Roma, dott. Carmine Bottino, è stato sostituito dal<br />

commissario capo <strong>di</strong> Ps, Tommaso Au<strong>di</strong>ffred. Nato nel 1905, è entrato nella polizia nel 1924,<br />

raggiungendo l’attuale incarico nel giugno 1946. Au<strong>di</strong>ffred era stato rimosso dopo l’ingresso<br />

de<strong>gli</strong> Alleati a Roma (giugno 1944) per aver fatto parte della cerchia del questore Palma, ma è<br />

stato poi riabilitato in seguito al riesame del caso. I suoi colleghi lo considerano intelligente,<br />

capace e buon conoscitore della vita politica e dei problemi <strong>di</strong> Roma.<br />

Alcuni ufficiali <strong>di</strong> polizia si lamentano della decisione <strong>di</strong> chiudere i ristoranti che vendono cibi<br />

proibiti dalla legge. La decisione (presa dal questore <strong>di</strong> Roma Polito) ha avuto un effetto<br />

boomerang, minando il prestigio della polizia. La questione ha presto assunto i contorni <strong>di</strong> una<br />

grana politica piuttosto che <strong>di</strong> una necessaria misura alimentare. I proprietari <strong>di</strong> ristoranti, che<br />

<strong>di</strong>spensano legalmente i loro piatti ad una clientela in gran parte senza problemi economici, si<br />

lamentano <strong>di</strong> venir perseguitati, mentre <strong>gli</strong> operatori del mercato nero godono <strong>di</strong> una relativa<br />

immunità nelle strade <strong>di</strong> Roma.<br />

Situazione economica<br />

I prestiti statunitensi, che vengono ora elargiti a<strong>gli</strong> industriali del Nord tramite le agenzie<br />

governative, hanno avuto un effetto stabilizzante sulla Lira. La situazione industriale potrebbe<br />

mi<strong>gli</strong>orare in maniera apprezzabile, ma l’economia italiana nel suo insieme rimane in con<strong>di</strong>zioni<br />

precarie. A quanto sembra, la popolazione dovrà affrontare un altro duro inverno. Vi sono due<br />

scuole <strong>di</strong> pensiero su come sconfiggere il mercato nero: una pre<strong>di</strong>ca l’eliminazione <strong>di</strong> ogni<br />

controllo, l’altra l’introduzione <strong>di</strong> misure più severe. Ma non vi sarà alcuna panacea in grado <strong>di</strong><br />

mi<strong>gli</strong>orare la situazione economica italiana, almeno fino a quando non verrà raggiunto un certo<br />

equilibrio tra la domanda e l’offerta.<br />

George Zappalà,<br />

171


capo della sezione politica.<br />

Approvato da Gono Morena,<br />

agente supervisore<br />

Class.: segreto<br />

Oggetto: Disapprovazione sovietica per l’azione comunista in seguito al tentato assassinio <strong>di</strong><br />

To<strong>gli</strong>atti.<br />

Data: 18 agosto 1948.<br />

Si comunica che il tentato assassinio <strong>di</strong> To<strong>gli</strong>atti e la conseguente azione del Pci hanno scatenato<br />

una crisi molto seria all’interno della <strong>di</strong>rezione comunista. Subito dopo l’attentato, Pietro Secchia<br />

ha assunto il controllo del partito e proclamato lo sciopero generale.<br />

<strong>Giuseppe</strong> Di Vittorio, che è arrivato in aereo da<strong>gli</strong> Stati Uniti la sera <strong>di</strong> mercoledì 14 lu<strong>gli</strong>o, si è<br />

trovato <strong>di</strong> fronte al fatto compiuto. Si è <strong>di</strong>chiarato subito contrario allo sciopero, facendo notare<br />

che il sindacato non era preparato, che non vi erano fon<strong>di</strong> sufficienti per finanziare uno sciopero<br />

prolungato e che lo sciopero avrebbe probabilmente provocato la scissione del sindacato.<br />

Si <strong>di</strong>ce che anche Ruggero Grieco si sia opposto allo sciopero e che abbia fortemente contestato<br />

la decisione <strong>di</strong> Secchia. Grieco era dell’opinione che le squadre d’azione non erano pronte, che<br />

lo sciopero generale ad oltranza sarebbe fallito o avrebbe scatenato la rivoluzione, e che in ogni<br />

caso uno sciopero generale doveva essere proclamato solo dopo un’accurata preparazione.<br />

Grieco ha ricevuto l’appoggio <strong>di</strong> Luigi Longo. Il <strong>di</strong>saccordo è sfociato in un litigio tra Secchia e<br />

Grieco. Secchia ha poi abbandonato la riunione ed è scomparso.<br />

Quando Grieco ha contattato i funzionari dell’ambasciata russa, è venuto a sapere che Secchia vi<br />

aveva trovato rifugio. Verso le 23.30 <strong>di</strong> mercoledì l’ambasciata russa ha fatto sapere per telefono<br />

che lo sciopero doveva essere revocato giovedì mattina. La stessa notte, sul tar<strong>di</strong>, Grieco si è<br />

recato presso l’ambasciata russa per poi tornare molto abbattuto al quartier generale del Pci. Ha<br />

quin<strong>di</strong> informato i suoi colleghi che Mosca aveva condannato l’azione del partito e che Mosca<br />

aveva impartito or<strong>di</strong>ni affinché per nessun motivo venissero provocati atti <strong>di</strong> violenza in Italia. A<br />

causa della delicata situazione internazionale in atto, aggravata dalla crisi <strong>di</strong> Berlino e da quella<br />

yugoslava, Mosca non desiderava che i partiti comunisti <strong>di</strong> Italia e Francia si compromettessero<br />

troppo. Il Cremlino, infatti, non voleva al momento una guerra civile in Italia o in Francia, dal<br />

momento che la Russia era impossibilitata ad intervenire per sostenere i comunisti.<br />

Grieco ha aggiunto che Secchia era al corrente <strong>di</strong> questi or<strong>di</strong>ni e che, <strong>di</strong> conseguenza, la<br />

proclamazione dello sciopero generale era in aperto contrasto con le <strong>di</strong>rettive inviate da Mosca e<br />

approvate da To<strong>gli</strong>atti.<br />

Sembra che i <strong>di</strong>rigenti comunisti siano rimasti impressionati dal fatto che Secchia abbia cercato<br />

rifugio presso l’ambasciata russa, malgrado sapesse che Mosca aveva <strong>di</strong>sapprovato la<br />

proclamazione dello sciopero, e si sono chiesti i motivi <strong>di</strong> tale comportamento. Interpellato su<br />

tale questione, Grieco si è rifiutato <strong>di</strong> rispondere, ma poi ha perso le staffe ed ha gridato: "Non<br />

fatemi parlare, è me<strong>gli</strong>o per tutti!".<br />

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Grieco e Longo hanno avuto una lunga conversazione a porte chiuse la notte stessa dell’attentato.<br />

Secchia non si è fatto vedere per tutta la giornata <strong>di</strong> giovedì.<br />

Di Vittorio è rimasto a stretto contatto con Grieco durante lo sciopero. I successivi or<strong>di</strong>ni<br />

impartiti dalla Cgil sono il frutto <strong>di</strong> un accordo raggiunto tra la <strong>di</strong>rezione del Pci e il sindacato<br />

stesso.<br />

Si pensa che Di Vittorio abbia fatto pressioni sul Psli (Partito Socialista del Lavoratori Italiani)<br />

per persuaderlo a me<strong>di</strong>are per evitare una scissione sindacale. Si ritiene che tale mossa sia stata<br />

suggerita da Grieco su or<strong>di</strong>ni dell’ambasciata russa.<br />

A Giovanni <strong>Borghese</strong> del Psi (Partito Socialista Italiano) è stato chiesto <strong>di</strong> tenersi in contatto<br />

permanente con la sede centrale del Pci, per coor<strong>di</strong>nare ora per ora l’azione dei due partiti.<br />

Riccardo Lombar<strong>di</strong>, Alberto Jacometti e Giovanni <strong>Borghese</strong> hanno avuto un incontro con Sandro<br />

Pertini e <strong>Giuseppe</strong> Romita. E’ stato deciso che, a causa dei recenti sviluppi politici, era<br />

consi<strong>gli</strong>abile non fare alcun accenno (almeno per il momento) all’autonomia del Psi. I <strong>di</strong>rigenti<br />

del Pci sono stati informati <strong>di</strong> tale decisione. A sua volta, il Pci ha informato il Psi della sua<br />

intenzione <strong>di</strong> condurre una forte campagna propagan<strong>di</strong>stica contro la Dc ed i socialisti riformisti.<br />

Numerosi messaggi, provenienti dalle federazioni regionali e provinciali del Pci, hanno<br />

raggiunto la sede centrale comunista la mattina del 15 lu<strong>gli</strong>o, protestando contro <strong>gli</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

revocare lo sciopero. I <strong>di</strong>rigenti comunisti hanno spiegato ai segretari regionali che la<br />

continuazione dello sciopero avrebbe finito per provocare una guerra civile e il rovesciamento<br />

dell’attuale governo. Poiché i socialisti ed i comunisti non desiderano al momento assumersi<br />

responsabilità governative (fatto che porterebbe alla fine del Piano Marshall), era quin<strong>di</strong><br />

consi<strong>gli</strong>abile far cessare lo sciopero. Inoltre, hanno fatto notare che la denuncia del Piano<br />

Marshall non era praticabile, poiché al momento non era possibile sostituire l’assistenza<br />

americana con quella dei paesi dell’Europa orientale.<br />

In ogni caso, i <strong>di</strong>rigenti delle federazioni comuniste sono stati istruiti a tenere viva l’opposizione<br />

nelle loro aree. Inoltre, è stato loro chiesto <strong>di</strong> informare le masse che il momento dell’azione non<br />

era ancora arrivato, ma che sarebbe prima o poi giunto. Grieco è stato incaricato <strong>di</strong> riorganizzare<br />

il Pci in tutto il territorio nazionale.<br />

Al suo arrivo presso l’ambasciata russa, Di Vittorio è stato accolto dai funzionari in maniera<br />

molto fredda. Non è stato ricevuto dall’ambasciatore né dai segretari. Ha parlato soltanto con un<br />

funzionario <strong>di</strong> basso rango, il quale lo ha informato che le autorità russe si ritenevano molto<br />

insod<strong>di</strong>sfatte del modo in cui lo sciopero era stato condotto. Inoltre, Di Vittorio è stato accusato<br />

<strong>di</strong> aver svelato, con la cattiva condotta dello sciopero, la vera linea politica della filocomunista<br />

Cgil e <strong>di</strong> essere riuscito soltanto ad esasperare le masse italiane.<br />

A Di Vittorio è stato fatto notare che proclamare lo sciopero generale per un motivo così<br />

palesemente politico è stato un errore puerile. Di conseguenza, il governo ha avuto un’ottima<br />

occasione per rafforzare la sua posizione.<br />

Di Vittorio avrebbe poi confessato a Leonilde Iotti che, durante il colloquio con il <strong>di</strong>rigente<br />

sovietico, non ha mai avuto l’opportunità <strong>di</strong> replicare alle accuse o <strong>di</strong> affermare che aveva<br />

praticamente agito su or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Secchia. Ha poi aggiunto <strong>di</strong> essere molto risentito con Secchia per<br />

essere stato messo in una posizione così imbarazzante con l’ambasciata russa.<br />

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