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N.96 giugno (5,8Mb Pdf) - la Notizia

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editoriale Andrea Dal Prato<br />

Il Medio Oriente è una polveriera, basta un nonnul<strong>la</strong> ed è pronta ad esplodere. In questi ultimi mesi<br />

abbiamo assistito a “tentativi” di rovesciamenti di governi (tutti regimi dittatoriali) alcuni riusciti<br />

ed altri (al momento in cui scrivo) con una guerra civile ancora in atto, vedi l’Egitto e <strong>la</strong> Libia. Il<br />

Paese più importante, vuoi per <strong>la</strong> sua posizione geografica e politica che per <strong>la</strong> sua storia è l’Egitto.<br />

Dal<strong>la</strong> televisione le notizie si succedono: “Da ore il cuore del Cairo è un campo di battaglia in<br />

cui si scontrano i sostenitori del rais e i manifestanti che da giorni sono scesi in strada contro il<br />

regime”. “Che Dio ci aiuti o moriremo qui!”, grida al microfono una donna anziana… Migliaia di<br />

sostenitori del regime (in partico<strong>la</strong>re quelli che volevano difendere il loro <strong>la</strong>voro rivolto soprattutto<br />

ai turisti) hanno fatto irruzione nel<strong>la</strong> piazza “caricando” i manifestanti anti regime. Sono arrivati<br />

con i cammelli e a cavallo, usando i frustini contro <strong>la</strong> fol<strong>la</strong>.<br />

Il Paese, dopo alcuni mesi, resta ancora bloccato e sono tanti i commercianti che vorrebbero<br />

ricominciare a <strong>la</strong>vorare normalmente, il turismo, principale fonte di reddito è praticamente fermo.<br />

Anche il museo del Cairo è stato “assaltato”. Per fortuna non ci sono gravi danni, il bi<strong>la</strong>ncio,<br />

spiega il direttore del museo egizio del Cairo, poteva essere tragico, un gruppo di persone è entrato<br />

nell’edificio, ca<strong>la</strong>ndosi dal tetto, e ha saccheggiato il negozio di souvenir, spaccato vetrine<br />

e asportato preziosi reperti, danneggiato due mummie, una statuetta di Tutankhamon. “Abbiamo<br />

difeso il museo con i nostri corpi -racconta- l’esercito è arrivato solo dopo un’ora. Non voglio pensare<br />

che <strong>la</strong> matrice di questi attacchi sia di stampo religioso. Atti di iconoc<strong>la</strong>stia fondamentalista,<br />

tesi a cancel<strong>la</strong>re testimonianze pre is<strong>la</strong>miche, come quelli accaduti ai Buddah dell’Afganistan,<br />

sarebbero un delitto intollerabile”.<br />

Il Museo del Cairo è un’istituzione veneranda che risale al 1859, realizzata da Auguste Ferdinand<br />

Mariette mitico fondatore del Servizio delle Antichità dell’Egitto, ed è praticamente lo scrigno<br />

del<strong>la</strong> memoria dell’Egitto. Contiene il tesoro<br />

di Tutankhamon, una quantità di sar-<br />

Difendiamo i tesori<br />

del<strong>la</strong> storia egizia dai<br />

fondamentalisti<br />

cofagi dipinti, mummie di sovrani famosi<br />

come Ramses II, preziosi testi su papiro,<br />

oggetti e scene miniaturistiche, gioielli,<br />

armi, opere d’arte di straordinaria bellezza.<br />

Insomma le testimonianze di tutta una<br />

civiltà.<br />

Margaret Mait<strong>la</strong>nd, un’egittologa<br />

dell’Università di Oxford, ha identificato<br />

alcuni degli oggetti danneggiati. Per alcuni giorni ha sfogliato alcune foto da Al Jazeera e da Flickr<br />

[en] e le ha confrontate con quelle che ritraevano i pezzi originali intatti. “Tragico” e “devastante”<br />

sono solo alcuni degli aggettivi che usa per descrivere ciò che è andato perduto. “Ho riconosciuto<br />

<strong>la</strong> barca di legno distrutta che appartiene al<strong>la</strong> tomba di Meseti, a Asyut (Cairo 4918). È uno dei<br />

modelli di barca più grande esistente, misura più di 15 metri e risale approssimativamente al 2000<br />

a. C., ha più di 4000 anni”. Davvero triste. “Ci sono notizie preoccupanti riguardo ai siti archeologici<br />

e musei del Paese che sono stati presi di mira, ma ancora nessuna informazione concreta al<br />

riguardo. Tuttavia, sono sbalordita e ammiro gli sforzi dei cittadini locali che proteggono l’eredità<br />

di cui vanno tanto fieri. Qualunque sia il danno provocato, potrebbe essere stato addirittura più<br />

grave senza il loro intervento”.<br />

È interessante e ci porta un po’ di ottimismo considerare che i Paesi arabi <strong>la</strong>ici come l’Irak, <strong>la</strong><br />

Tunisia e lo stesso Egitto hanno sempre valorizzato grandemente <strong>la</strong> storia pre is<strong>la</strong>mica dei loro<br />

popoli. Mubarak ha sempre sostenuto l’immagine faraonica dell’Egitto e <strong>la</strong> Tunisia organizzò addirittura<br />

il rimpatrio delle presunte (quanto improbabili) ceneri di Annibale.<br />

Sarebbe un disastro se queste memorie tanto prestigiose fossero trascinate nel<strong>la</strong> rovina. D’altra<br />

parte l’emergere dei fratelli musulmani di matrice indubbiamente fondamentalista non aiuterebbe:<br />

per loro gli egiziani faraonici erano dei pagani e le loro immagini offendono Dio.<br />

È augurabile che chiunque vinca si renda conto che ogni danno inferto ai tesori dell’antichità è<br />

un danno grave per l’Egitto di oggi ma anche per l’eredità culturale e storica dell’intera umanità.<br />

Lo dimostra il grande impegno del mondo intero per salvare i Templi del<strong>la</strong> Nubbia che stavano per<br />

essere “sepolti” dalle acque del Nilo con <strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong> diga Nasser.<br />

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