Introduzione al disegno della ceramica romana - Cantiere delle Navi ...
Introduzione al disegno della ceramica romana - Cantiere delle Navi ...
Introduzione al disegno della ceramica romana - Cantiere delle Navi ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
CNAP - manu<strong>al</strong>i<br />
CANTIERE DELLE NAVI ANTICHE DI PISA E<br />
CENTRO DI RESTAUTO DEL LEGNO BAGNATO<br />
ANGELINA DE LAURENZI - INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA
Sono ormai <strong>al</strong>cuni anni che il <strong>Cantiere</strong> <strong>delle</strong> <strong>Navi</strong> Antiche di Pisa - e il<br />
Centro di Restauro del Legno Bagnato - , offrono le loro strutture, in<br />
collaborazione con Università ed enti di ricerca it<strong>al</strong>iani e stranieri, per la<br />
formazione <strong>delle</strong> più svariate profession<strong>al</strong>ità nel campo dell’archeologia,<br />
del restauro e <strong>delle</strong> scienze applicate ai Beni Cultur<strong>al</strong>i.<br />
La molteplicità di attività in corso di svolgimento ha suggerito la creazione<br />
di una serie di brevi guide - gratuite e scaricabili d<strong>al</strong> sito del cantiere - , che<br />
possano servire come riferimento di base.<br />
CNAP - manu<strong>al</strong>i<br />
<strong>Cantiere</strong> <strong>delle</strong> <strong>Navi</strong> Antiche di Pisa e<br />
Centro di Restauro del Legno Bagnato<br />
ANGELINA DE LAURENZI - INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA
Manu<strong>al</strong>i del <strong>Cantiere</strong> <strong>delle</strong> <strong>Navi</strong> Antiche di Pisa e del<br />
Centro di restauro del Legno Bagnato<br />
1 <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong> <strong>romana</strong><br />
A.De Laurenzi<br />
di prossima pubblicazione:<br />
2 Cat<strong>al</strong>ogazione e schedatura dei reperti<br />
3 Campionature e an<strong>al</strong>isi chimiche<br />
4 Campionature petrografiche e sedimentologia<br />
5 Stratigrafia dei fond<strong>al</strong>i fluvi<strong>al</strong>i<br />
6 Appunti sullo scavo dei reperti osteologici<br />
7 La gestione del magazzino<br />
8 Rilievi 3D, scansioni e restutuzioni grafiche<br />
9 Nozioni di museografia: organizzare una mostra<br />
10 Norme di sicurezza sui cantiere archeologici<br />
11 <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong>le tecniche di restauro: il legno<br />
12 introduzione <strong>al</strong>le tecniche di restauro: la <strong>ceramica</strong><br />
13 Documentazione grafica sullo scavo<br />
Supplemento N.0 di Gradus<br />
Firenze - Pisa 2006<br />
INDICE<br />
1 Il <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong> <strong>romana</strong><br />
2 1 Com’è una sezione<br />
3 2 Disegnare un vaso<br />
3 2.1 Ricostruzione dell’inclinazione<br />
4 2.2 Ricostruzione <strong>della</strong> circonferenza<br />
5 2.2.1 Ricostruzione geometrica<br />
7 2.2.2. Il cerchiometro<br />
8 2.3 Il profilo<br />
8 2.3.1 Il <strong>disegno</strong> con la squadra<br />
10 2.3.2 Disegno con la squadra di vasi integri (semplificato)<br />
10 2.3.3 Disegno con la fettuccia di piombo<br />
11 2.3.4 Disegno con la plastilina<br />
11 2.3.5 Metodi <strong>al</strong>ternativi (schiuma, fotocopie ecc.)<br />
11 2.3.6 Dove non si arriva a misurare<br />
11 2.4 Il rib<strong>al</strong>tamento del profilo<br />
12 2.5 Il prospetto e la caratterizzazione<br />
13 2.6 Metodi automatici (scansioni 3D e varie)<br />
13 3 Standard e caratterizzazioni<br />
13 3.1 Profili tratteggiati, anneriti o vuoti
13 3.1 Profili tratteggiati, anneriti o vuoti<br />
14 3.2 Una scelta: vasi frammentari o ricostruiti<br />
14 3.3 L’ombreggiatura <strong>della</strong> caratterizzazione<br />
15 3.4 La decorazione ripetitiva<br />
15 3.5 Iscrizioni o decorazioni particolari<br />
16 3.6 Solcature e tracce involontarie<br />
16 3.7 Bolli e decorazioni sul fondo <strong>della</strong> vasca e sull’orlo<br />
16 4 Lucidatura e presentazione<br />
17 5 Disegnare un fittile particolare<br />
17 5.1 Disegnare una lucerna<br />
18 6 Quasi come la <strong>ceramica</strong><br />
18 6.1 Il <strong>disegno</strong> del vasellame in vetro<br />
18 6.2 Il <strong>disegno</strong> del vasellame in met<strong>al</strong>lo<br />
19 APPENDICE 1<br />
Un kit di base per il <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong><br />
19 APPENDICE 2<br />
FINESTRA: PROFILOGRAFO, BALLERINA, CALIBRO<br />
21 BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO<br />
<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong><br />
<strong>romana</strong><br />
Angelina De Laurenzi<br />
Può apparire strano che nel XXI secolo ancora si parli di <strong>disegno</strong> manu<strong>al</strong>e<br />
dei materi<strong>al</strong>i. In re<strong>al</strong>tà quegli strumenti che prima venivano ritenuti<br />
indispensabili per la divulgazione dei materi<strong>al</strong>i ceramici ora sono<br />
diventati un metodo di studio. Se infatti è vero che scanner, fotocopiatrici e<br />
quant’<strong>al</strong>tro stanno sostanzi<strong>al</strong>mente sostituendo il tecnico (cioè in questo caso<br />
il disegnatore), d’<strong>al</strong>tro canto il <strong>disegno</strong> tecnico dei materi<strong>al</strong>i è diventato un<br />
indispensabile strumento didattico e di studio. Un vecchio adagio diceva “chi<br />
non sa fare non sa comandare”: è difficile immaginare degli studenti che si<br />
speci<strong>al</strong>izzino nelle tecniche informatiche di rilevamento del profilo dei materi<strong>al</strong>i<br />
senza essere in grado di capire le ragioni che sottendono lo stesso. Va inoltre<br />
sottolineato che il <strong>disegno</strong> è una forma di studio e di interpretazione<br />
dell’oggetto così come il rilievo dei monumenti eseguito a mano dagli<br />
archeologi spesso mette in evidenza particolari caratteristiche (crepe,<br />
slittamenti, andamenti particolari <strong>delle</strong> strutture, anom<strong>al</strong>ie varie, ecc.)<br />
<strong>al</strong>trimenti non individuati col <strong>disegno</strong> esclusivamente strument<strong>al</strong>e. Il <strong>disegno</strong><br />
dei materi<strong>al</strong>i mobili, con il suo approfondito contatto con l’oggetto, permette<br />
infatti <strong>al</strong>lo studioso e <strong>al</strong>lo studente di soffermarsi su di una serie di<br />
caratteristiche e di registrare considerevoli quantità di dati <strong>al</strong>trimenti perdute.<br />
Diversi anni di esperienza in attività seminari<strong>al</strong>i nel campo dello studio <strong>della</strong><br />
<strong>ceramica</strong> mi hanno convinto che chi disegna i materi<strong>al</strong>i impara più velocemente<br />
a identificare i confronti tipologici, perché ha ben chiaro qu<strong>al</strong>i siano le<br />
caratteristiche s<strong>al</strong>ienti che permettono di accostare un manufatto ad un <strong>al</strong>tro.<br />
Il semplice automatismo di guardare a sinistra per il profilo e la decorazione<br />
interna e a destra per l’aspetto esterno, si acquisisce più velocemente se si sono<br />
eseguiti dei disegni: è come dire che imparando a scrivere si impara più<br />
velocemente a leggere.<br />
Il <strong>disegno</strong> dei “cocci” non è più una necessità legata <strong>al</strong>la pubblicazione<br />
dell’oggetto o <strong>al</strong>lo studio in biblioteca di vasi o frammenti non trasportabili ma<br />
diventa quindi uno strumento didattico e di studio. Tutti i metodi di <strong>disegno</strong><br />
rapido che si avv<strong>al</strong>gono dell’informatico sono <strong>al</strong>trettanto utili, ma non possono<br />
prescindere, per chi li utilizza, d<strong>al</strong>la conoscenza del <strong>disegno</strong> tradizion<strong>al</strong>e dei<br />
materi<strong>al</strong>i archeologici.<br />
Il <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong> <strong>romana</strong><br />
Il <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong> <strong>romana</strong>, per quanto an<strong>al</strong>ogo d<strong>al</strong> punto di vista<br />
metodologico a quello <strong>delle</strong> ceramiche appartenenti ad <strong>al</strong>tre fasi cultur<strong>al</strong>i,<br />
presenta comunque <strong>al</strong>cune caratteristiche peculiari. Nella quasi tot<strong>al</strong>ità dei casi,<br />
infatti, s<strong>al</strong>vo <strong>al</strong>cune eccezioni di cui si accennerà in seguito, trattandosi per lo<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 1
più di <strong>ceramica</strong> tornita e prodotta in serie, si dà per scontato che il vaso sia<br />
sostanzi<strong>al</strong>mente regolare (o comunque presenti <strong>al</strong>meno <strong>al</strong>cune caratteristiche<br />
standardizzate); questo presupposto semplifica (o meglio, sistematizza) molte<br />
operazioni di <strong>disegno</strong> e soprattutto di caratterizzazione.<br />
1. Com’è una sezione<br />
I disegni <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong> classica non sono raffigurazioni artistiche né<br />
necessariamente del tutto re<strong>al</strong>istiche, ma presentano spesso semplificazioni<br />
convenzion<strong>al</strong>i. Nei seguenti disegni sono riportate <strong>al</strong>cune terminologie e<br />
convenzioni cui spesso si farà riferimento nel presente manu<strong>al</strong>e.<br />
c<br />
Figura 1 - Coppa a vernice nera. a) prospetto interno; b) prospetto esterno; c)<br />
sezione; d) solcatura involontaria (di tornitura); e) spigolo intenzion<strong>al</strong>e<br />
g<br />
a<br />
f<br />
d<br />
h<br />
Figura 2 - B<strong>al</strong>samario. f) sezione dell’ansa; g) prospetto “interno” dell’ansa; h)<br />
sezione interna ricostruita (non misurabile); i) prospetto dell’ansa; j) bande di<br />
vernice; k) solcature involontarie (di tornitura)<br />
2 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
b<br />
k<br />
i<br />
j<br />
e<br />
l<br />
m<br />
Figura 3- Tazza in <strong>ceramica</strong> invetriata. l) sezione dell’ansa (ricostruita); m) parte<br />
mancante del vaso; n) fascia decorata a rilievo; o) prospetto dell’ansa (ricostruito);<br />
p) decorazione a rilievo; q) ingombro dell’ansa; r) aree lacunose; s) vista d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to<br />
di orlo e ansa<br />
2. Disegnare un vaso<br />
2.1 Ricostruzione dell’inclinazione<br />
Nel caso di frammenti è necessario per prima cosa individuare la corretta<br />
inclinazione del pezzo per posizionarlo nel <strong>disegno</strong>. Il caso più frequente è<br />
quello dei frammenti di orlo. Il metodo più comune (fig. 4) consiste nel<br />
poggiare il bordo su di una superficie orizzont<strong>al</strong>e, in modo che aderisca a<br />
questa (fig. 4.1 corretto; fig. 4.2 e 4.3 errati), prendendo poi i v<strong>al</strong>ori a e b come<br />
in (fig. 4.4, fig. 4.5); in base ad essi si posiziona il frammento (cfr. infra) o si<br />
posiziona la sagoma precedentemente disegnata (fig. 4.6). Nel caso di<br />
frammenti di parete si dovrà ricorrere a tutte le informazioni ricavabili d<strong>al</strong><br />
pezzo, in primo luogo <strong>al</strong>le solcature lasciate d<strong>al</strong>la tornitura.<br />
1 2 3<br />
4<br />
n<br />
Figura 4 - Ricostruzione dell’inclinazione di un frammento di orlo (rielaborazione<br />
da GIULIANI 1986, p. 82)<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 3<br />
s<br />
o<br />
p<br />
5 6<br />
q<br />
r
2.2 Ricostruzione <strong>della</strong> circonferenza<br />
E’ necessaria se il vaso è frammentario o incompleto, e quindi la re<strong>al</strong>e<br />
dimensione dell’origin<strong>al</strong>e non è correttamente percepibile.<br />
Va anzitutto v<strong>al</strong>utata la natura stessa del pezzo, in quanto <strong>al</strong>cune determinate<br />
forme ceramiche presentano natur<strong>al</strong>i deformazioni; l’applicazione <strong>delle</strong> anse<br />
su di una coppa, ad esempio (fig. 5), può ov<strong>al</strong>izzarne la circonferenza tanto da<br />
rendere il diametro perpendicolare <strong>al</strong>le anse maggiore anche di <strong>al</strong>cuni<br />
centimetri rispetto <strong>al</strong> diametro preso in corrispondenza <strong>delle</strong> anse.<br />
Figura 5 - L’applicazione <strong>delle</strong> anse su di una coppa in <strong>ceramica</strong> a vernice nera ne<br />
deforma sensibilmente l’originaria circonferenza<br />
Lo stesso problema si presenta nel caso si una brocca con becco (fig. 6). Anche<br />
estromettendo il becco, la zona prossima a questo si presenta parzi<strong>al</strong>mente<br />
deformata, tanto da far risultare la circonferenza del vaso, molto maggiore<br />
rispetto <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>e.<br />
Figura 6 - La curvatura dell’orlo di una brocca è t<strong>al</strong>e da variare<br />
considerevolmente, da punto a punto, il diametro <strong>della</strong> circonferenza generante<br />
In linea di massima comunque, s<strong>al</strong>vo casi particolari come quelli citati, per la<br />
<strong>ceramica</strong> tornita si considera che il vaso sia regolare, e inscrivibile in un cerchio<br />
4 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
perfetto, sia per quanto riguarda il labbro che per il resto del corpo. I metodi<br />
più semplici per ricostruire la circonferenza origin<strong>al</strong>e di un vaso del qu<strong>al</strong>e si<br />
possiede solo un frammento sono essenzi<strong>al</strong>mente due; la ricostruzione<br />
geometrica e l’impiego del cosiddetto cerchiometro.<br />
2.2.1 Ricostruzione geometrica<br />
È il metodo più lungo, ma in assoluto il più accurato. La sua precisione si riduce<br />
con la dimensione del frammento, ma non richiede particolare esperienza;<br />
anche nei vasi piuttosto deformati con questo metodo si ottiene un diametro<br />
approssimativamente corretto.<br />
Si ric<strong>al</strong>ca su di un foglio uno degli archi di cerchio del frammento in questione,<br />
correttamente inclinato (fig. 7.1). La curvatura può essere presa in<br />
corrispondenza di qu<strong>al</strong>siasi punto del frammento, purché questo resti<br />
facilmente rintracciabile <strong>al</strong> momento del montaggio del profilo sulla sezione.<br />
Gener<strong>al</strong>mente si preferisce la circonferenza esterna (quando il frammento lo<br />
permette), mentre si utilizza la circonferenza interna quando il labbro esterno<br />
presenta troppe fratture o irregolarità t<strong>al</strong>i da non poterne ricavare un arco di<br />
cerchio sufficientemente ampio da essere significativo per la ricostruzione.<br />
Sarà quindi necessario individuare il centro geometrico <strong>della</strong> circonferenza cui<br />
è pertinente l’arco di cerchio tracciato, questo tracciando due raggi, ottenibili<br />
ricavando in due punti i segmenti perpendicolari <strong>al</strong>la circonferenza (o meglio,<br />
<strong>al</strong>la retta tangente la circonferenza in un dato punto).<br />
La procedura è illustrata nella figura 7. Si punta con il compasso sull’arco di<br />
cerchio tracciato (punto A), con apertura a piacere, e si traccia un arco. Si<br />
traccia poi con la stessa apertura un <strong>al</strong>tro arco di cerchio puntando dove il<br />
primo cerchio interseca la curvatura del vaso (punto A‘). Si punta con la stessa<br />
apertura sul lato opposto (punto B) e si traccia un <strong>al</strong>tro arco; nel punto in cui<br />
questo interseca l’arco di cerchio del vaso (B‘) si punta nuovamente e si traccia<br />
un quarto arco. Si sono individuati così quattro punti A1, A2, B1 e B2; si<br />
tracciano due rette una passante per A1 e A2 e l’<strong>al</strong>tra passante per B1 e B2: le<br />
due rette si intersecheranno in un punto (C), che sarà il centro <strong>della</strong><br />
circonferenza: la distanza tra C e un qu<strong>al</strong>siasi punto dell’arco di cerchio sarà il<br />
raggio del vaso. Per verificare la correttezza <strong>della</strong> misura si può puntare col<br />
compasso su C con apertura CD e tracciare un cerchio, che dovrebbe<br />
coincidere con l’arco di cerchio preso sul vaso.<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 5
1 2 3<br />
4 5<br />
Figura 7 - Ricostruzione geometrica <strong>della</strong> circonferenza (a partire da un arco di<br />
cerchio)<br />
Nel caso non sia possibile ric<strong>al</strong>care d<strong>al</strong> frammento un arco di cerchio preciso<br />
si può utilizzare il sistema dei tre cerchi, gener<strong>al</strong>mente utilizzato, nel rilievo<br />
architettonico, per c<strong>al</strong>colare la curvatura di un’abside. Si pone nella corretta<br />
inclinazione il frammento (come per prendere l’arco di cerchio), e si segnano<br />
d<strong>al</strong>la curvatura tre punti (A, B, C); si sceglie un’apertura di compasso la cui<br />
dimensione sia inferiore <strong>al</strong>la distanza tra i punti presi (cioè inferiore <strong>della</strong><br />
distanza tra A e B e tra B e C), si punta in A e si traccia un cerchio. Con la<br />
stessa apertura di compasso, si punta in B, e si traccia una <strong>al</strong>tro cerchio; in<br />
ultimo, sempre con la stessa apertura, si punta in C per disegnare un terzo<br />
cerchio. I tre cerchi si intersecano in quattro punti D, E, F, G; tracciando una<br />
retta passante per D ed E ed una passante per F e G, queste si incroceranno nel<br />
centro <strong>della</strong> circonferenza. Come sopra, anche in questo caso si può effettuare<br />
la prova aprendo il compasso con apertura HA o HB o HC e tracciare il cerchio<br />
tutti i punti presi dovranno cadere sulla circonferenza così disegnata.<br />
6 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
Figura 8 - Ricostruzione geometrica <strong>della</strong> circonferenza (a partire da tre punti)<br />
Lo stesso sistema è molto utile per disegnare <strong>al</strong>cuni pezzi particolari, come ad<br />
esempio una parete <strong>ceramica</strong> priva dell’orlo; in questo caso l’arco di cerchio<br />
viene preso in un punto prestabilito <strong>della</strong> parete con il profilografo o con la<br />
fettuccia di piombo, per poi riportarlo sul foglio. Il raggio viene poi c<strong>al</strong>colato<br />
con lo stesso sistema sopradescritto.<br />
2.2.2. Il cerchiometro<br />
Il metodo prevede l’utilizzo di uno stampato, il cosiddetto cerchiometro<br />
(scaricabile in formato *.pdf d<strong>al</strong> sito www.cantierenavipisa.it), su cui sono<br />
tracciati una serie di cerchi concentrici, distanti 5 millimetri l’uno d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro. Il<br />
frammento viene sovrapposto, correttamente inclinato, sul foglio, fino a far<br />
coincidere la curvatura con uno degli archi di cerchio, leggendone poi il<br />
diametro. Il sistema è consigliabile solo per chi ha una certa esperienza e<br />
conoscenza <strong>delle</strong> forme che si vanno a disegnare. E’ comunque inadatto per<br />
ceramiche deformate o d<strong>al</strong>la circonferenza “ov<strong>al</strong>izzata”.<br />
Figura 9 - Uso del cerchiometro<br />
1 2 3<br />
4 5 6<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 7
2.3 Il profilo<br />
Il <strong>disegno</strong> del profilo del vaso, essendo il vaso un solido di rotazione, è in<br />
sostanza il <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> sezione dello stesso. I metodi per disegnare i profili<br />
sono molti, ed in sostanza ogni disegnatore possiede il proprio. Si propone una<br />
rapida carrellata dei metodi più usati; <strong>al</strong>cuni di questi, tuttavia, non solo sono<br />
più precisi, ma permettono a chiunque di disegnare a prescindere d<strong>al</strong>le capacità<br />
grafiche del disegnatore. È fortemente consigliabile che gli studenti siano in<br />
grado di disegnare i propri materi<strong>al</strong>i, anche se non faranno mai i disegnatori di<br />
professione. Il <strong>disegno</strong> è infatti fondament<strong>al</strong>e non solo per lo studio e la<br />
pubblicazione dei materi<strong>al</strong>i stessi (è difficile infatti portarsi intere cassette in<br />
biblioteca per cercare i confronti, le foto sono più utili <strong>al</strong>lo studio storicoartistico<br />
per la verifica degli impasti che per un discorso tipologico), ma anche<br />
per acquisire quegli automatismi che consentono la comprensione <strong>delle</strong><br />
similitudini e <strong>delle</strong> differenze tra un vaso e un <strong>al</strong>tro, ed in sostanza la<br />
comprensione dei meccanismi di tipologizzazione.<br />
Il metodo più utile in questo senso, anche se il più lungo è certamente il <strong>disegno</strong><br />
con le quadre.<br />
2.3.1 Il <strong>disegno</strong> con la squadra<br />
- Il vaso o il suo frammento va posizionato su di un piano orizzont<strong>al</strong>e,<br />
rispettando (se si tratta di un frammento) l’originaria inclinazione, con<br />
l’ausilio di un sostegno (gener<strong>al</strong>mente <strong>della</strong> plastilina) (fig. 10.1).<br />
Dopodiché sul lato esterno del vaso, a contatto con il frammento, si pone<br />
una squadra o un doppio decimetro in vertic<strong>al</strong>e (fig. 10.2), tangente <strong>al</strong>la sua<br />
superficie esterna, e perpendicolare <strong>al</strong>la sua curvatura (anche la squadra<br />
può essere fissata <strong>al</strong> tavolo, per semplificare il lavoro).<br />
- Si traccia su di un foglio, meglio se millimetrato, una coppia di assi cartesiani<br />
di riferimento (fig. 10.3), avendo l’accortezza che la X sia in <strong>al</strong>to e la Y sulla<br />
sinistra; gli assi si incroceranno nell’angolo in <strong>al</strong>to a sinistra. E’ molto<br />
importante ricordare di verificare se la sc<strong>al</strong>a metrica <strong>della</strong> squadra inizi<br />
direttamente d<strong>al</strong>lo spigolo o parta a qu<strong>al</strong>che millimetro da esso (in genere<br />
tra i 5 ed i 6 millimetri). In t<strong>al</strong> caso questa differenza andrà riportata sugli<br />
assi cartesiani.<br />
- Si riportano, a cadenze regolari, le misure prese tra pezzo e squadra con<br />
l’ausilio di un <strong>al</strong>tro strumento di misura (un’<strong>al</strong>tra squadra, un c<strong>al</strong>ibro o un<br />
righello di precisione, fig. 10.4-5). I punti così ottenuti danno l’inclinazione<br />
del profilo esterno del vaso, cioè la sua posizione re<strong>al</strong>e nello spazio, ma<br />
possono essere utilizzati, a seconda dei casi, sia per disegnare il profilo ad<br />
occhio (in questo caso, ovviamente, questi devono essere necessariamente<br />
più fitti), o per riportare sul foglio il profilo preso con il profilografo (fig.<br />
8 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
10.6), con le fettuccia di piombo o con <strong>al</strong>tri mezzi; con questo sistema sono<br />
necessari solo due punti che diano l’inclinazione, ma se ne possono prendere<br />
molti di più per aiutarsi a tracciare il profilo. Più il disegnatore è esperto<br />
e/o il profilo del vaso è semplice, più il numero di punti necessari per il<br />
<strong>disegno</strong> diminuisce.<br />
- Alla sezione così ottenuta si deve giuntare il profilo interno del vaso. I punti<br />
di riferimento (fig. 10.7) possono essere presi con la b<strong>al</strong>lerina (la b<strong>al</strong>lerina<br />
deve essere graduata e non deve essere confusa con quella da mo<strong>della</strong>tore<br />
che, pur avendo la stessa forma, non presenta sc<strong>al</strong>e graduate di misurazione<br />
se il vaso è integro, o con il c<strong>al</strong>ibro se è frammentario, e riportare su di questi<br />
il profilo interno preso con il profilografo o con il filo di piombo (fig. 10.8).<br />
Per poter utilizzare questi strumenti bisogna utilizzare il profilo esterno<br />
come griglia di aggancio; si misura lo spessore sul vaso da un punto<br />
riconoscibile sul profilo esterno già disegnato, e quindi si riporta lo spessore<br />
così ottenuto.<br />
Questo metodo, oltre che per la precisione, è particolarmente indicato per il<br />
<strong>disegno</strong> di vasi integri, per i qu<strong>al</strong>i gli <strong>al</strong>tri metodi sotto descritti appaiono<br />
piuttosto difficili, quando non impossibili, da utilizzare.<br />
1 2 3<br />
4 5 6<br />
7 8<br />
Figura 10 - Disegno del profilo esterno con il metodo <strong>della</strong> squadra<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 9
2.3.2 Disegno di vasi integri con la squadra (semplificato)<br />
Il <strong>disegno</strong> di vasi integri, con il metodo precedentemente descritto, risulta<br />
estremamente semplice:<br />
- Si fissa una squadra, che rappresenta l’asse <strong>delle</strong> Y, cui si fa aderire il vaso.<br />
- Con una seconda squadra o righello si prendono le distanze tra Y e il vaso,<br />
e si riportano sul foglio sul qu<strong>al</strong>e sono stati tracciati gli assi cartesiani, avendo<br />
l’accortezza di porre in questo caso l’asse <strong>delle</strong> X in basso e non in <strong>al</strong>to,<br />
come si opera in genere per i frammenti; l’incrocio degli assi andrà quindi<br />
a cadere nell’angolo in basso a sinistra del foglio.<br />
- Dopo aver preso un certo numero di punti (un minimo di tre) ci si può<br />
avv<strong>al</strong>ere dei sistemi già descritti per tracciare la restante parte del profilo.<br />
- Nel caso dei vasi interi è indispensabile, per tracciare lo spessore <strong>della</strong> parete,<br />
utilizzare la b<strong>al</strong>lerina che, per la sua forma, permette di prendere lo spessore<br />
anche in profondità; praticamente inutile risulta invece il c<strong>al</strong>ibro.<br />
- In mancanza <strong>della</strong> b<strong>al</strong>lerina un metodo <strong>al</strong>ternativo (ma non particolarmente<br />
preciso) per stabilire lo spessore <strong>della</strong> parete è quello detto a sottrazione:<br />
stabilita infatti l’ampiezza <strong>della</strong> circonferenza esterna in determinati punti<br />
in questo si ricava il diametro interno (non sempre è possibile; l’applicazione<br />
del metodo dipende infatti d<strong>al</strong>l’ampiezza <strong>della</strong> bocca, e d<strong>al</strong>la possibilità di<br />
introdurre uno strumento (profilografo, filo di piombo, ecc.) per prendere<br />
l’impronta <strong>al</strong>l’interno del vaso stesso). Sottraendo il secondo <strong>al</strong> primo si ha<br />
lo spessore nel punto stabilito.<br />
2.3.3 Disegno con la fettuccia di piombo<br />
Si fa aderire la fettuccia a piombo <strong>al</strong> frammento di vaso, nel punto nel qu<strong>al</strong>e il<br />
profilo è meglio conservato, e si fa scorrere lungo il frammento, sfilandola. Il<br />
profilo interno del filo di piombo si ric<strong>al</strong>ca quindi sul foglio, cercando di<br />
rispettare l’inclinazione del vaso, ottenuta con il metodo suddescritto.<br />
Per ottenere l’inclinazione più precisa possibile si può anche applicare il<br />
metodo gener<strong>al</strong>mente utilizzato per il <strong>disegno</strong> <strong>delle</strong> pareti, che non avendo<br />
come riferimento l’orlo (e quindi il punto preciso di appoggio del vaso),<br />
basculano nello spazio: si prendono in due punti prestabiliti due archi di<br />
circonferenza sulla parete del vaso, e se ne c<strong>al</strong>colano i raggi; queste due distanze<br />
vengono poi tracciate facendo riferimento ad un asse vertic<strong>al</strong>e che rappresenta<br />
l’asse di rotazione del vaso. Quando i punti R1 e R2, riconoscibili sulla sezione,<br />
intersecano i due segmenti tracciati, il frammento si trova nella giusta<br />
inclinazione ed è quindi possibile ric<strong>al</strong>carne il profilo.<br />
Questo sistema presenta diversi inconvenienti, primo fra tutti la facilità di<br />
deformare il filo staccandolo d<strong>al</strong> frammento, ma anche la difficoltà di<br />
10 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
identificare sulla fettuccia i punti di riferimento per inclinare correttamente il<br />
profilo.<br />
2.3.4 Disegno con la plastilina<br />
Il <strong>disegno</strong> con la plastilina è an<strong>al</strong>ogo a quello descritto con la fettuccia di<br />
piombo, con la differenza che la plastilina si mantiene più stabile quando viene<br />
staccata d<strong>al</strong> vaso, ma richiede più tempo perchè si deve aspettare che si<br />
indurisca raffreddandosi. Nel caso si abbia a portata di mano un frigorifero<br />
questo accelera i tempi; congelando la plastilina questa ultima si indurisce<br />
prima e si stacca meglio d<strong>al</strong> vaso stesso, dando un profilo più attendibile (da<br />
non utilizzare con materi<strong>al</strong>i fragili e/o molto porosi). Oltretutto i punti in cui<br />
sono state prese le circonferenze possono essere segnati direttamente nello<br />
spessore <strong>della</strong> plastilina, eliminando questo rischio di errore.<br />
2.3.5 Metodi <strong>al</strong>ternativi (schiuma, fotocopie, ecc.)<br />
Per materi<strong>al</strong>i non troppo sottili e fragili si utilizzano anche i fogli di materi<strong>al</strong>e<br />
espanso utilizzati solitamente dai fiorai; inserendo attentamente i pezzi nella<br />
sostanza cedevole, si può ric<strong>al</strong>care o addirittura fotocopiare la sezione così<br />
ottenuta.<br />
Un metodo <strong>al</strong>ternativo è quello utilizzato da <strong>al</strong>cune scuole, soprattutto per<br />
frammenti molto piccoli e non torniti (quindi non ritenuti del tutto<br />
rappresentativi dell’intero vaso) ma che si può utilizzare per un <strong>disegno</strong> veloce<br />
anche per i materi<strong>al</strong>i frammentari di vasi torniti. Con il c<strong>al</strong>ibro si prende la<br />
distanza massima tra interno ed esterno; si tracciano due linee par<strong>al</strong>lele poste<br />
<strong>al</strong>la distanza appena presa tra i due punti. Si pone il frammento in modo t<strong>al</strong>e<br />
che ciascuno dei punti coincida con una <strong>delle</strong> due linee; a questo punto si<br />
tracciano i profili interno ed esterno. Eventu<strong>al</strong>i correzioni <strong>al</strong> profilo possono<br />
essere effettuate con il profilografo. I limiti di questo sistema sono evidenti.<br />
2.3.6 Dove non si arriva a misurare<br />
A volte, quando si disegnano vasi integri, non è possibile disegnare il profilo<br />
interno <strong>della</strong> sezione, potendo arrivare con gli strumenti di misura solo poco<br />
sotto il collo e sul fondo. In questo caso, si traccia il profilo noto con tratto<br />
continuo, e si segna una ide<strong>al</strong>e prosecuzione con <strong>al</strong>cuni trattini, o se ne<br />
ricostruisce il tracciato plausibile con una linea tratteggiata (cfr. fig. 2).<br />
2.4 Il rib<strong>al</strong>tamento del profilo<br />
Fino ad ora abbiamo parlato esclusivamente <strong>della</strong> sezione del vaso, mentre il<br />
<strong>disegno</strong> definitivo è costituito di più parti e deve dare l’idea, anche quando<br />
non si tratta di un <strong>disegno</strong> ricostruttivo, dell’aspetto origin<strong>al</strong>e dell’intero vaso.<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 11
È per questo che il profilo viene riportato anche sul lato destro del <strong>disegno</strong>,<br />
generando il prospetto esterno. In re<strong>al</strong>tà non si tratta di un <strong>disegno</strong> eseguito ex<br />
novo, ma del rib<strong>al</strong>tamento del profilo già disegnato in precedenza. Innanzitutto<br />
è necessario che lungo l’asse <strong>delle</strong> X, a partire d<strong>al</strong> punto dove si è preso l’arco<br />
di cerchio per c<strong>al</strong>colare la circonferenza (cfr. supra), si segni il raggio e si faccia<br />
passare per questo punto così preso un asse <strong>delle</strong> Y mediano (fig. 11.1).<br />
Il rib<strong>al</strong>tamento viene fatto ric<strong>al</strong>cando su di un foglio di carta da lucido gli assi<br />
cartesiani (l’asse Y mediano e l’intero asse <strong>delle</strong> X, fig. 11.2) e il profilo esterno<br />
del vaso; successivamente si capovolge il foglio e si fa coincidere la Y mediana<br />
lucidata e quella sul foglio origin<strong>al</strong>e e si ric<strong>al</strong>ca di nuovo il profilo sul foglio da<br />
lucido (fig. 11.3). Sul foglio di carta rimarrà l’impronta del profilo del vaso,<br />
rib<strong>al</strong>tata rispetto a quella di sinistra (sulla qu<strong>al</strong>e è spesso necessario ripassare<br />
con la matita, fig. 11.4).<br />
1 2<br />
3 4<br />
Figura 11 - Rib<strong>al</strong>tamento del profilo<br />
2.5 Il prospetto e la caratterizzazione<br />
A questo punto è necessario caratterizzare il <strong>disegno</strong> e mettere in evidenza le<br />
particolarità <strong>delle</strong> pareti interne (parte sinistra del <strong>disegno</strong>, prospetto interno)<br />
ed esterne (parte destra del <strong>disegno</strong>, prospetto esterno).<br />
In <strong>al</strong>cuni (rari) casi è necessario fare anche il prospetto dell’oggetto così come<br />
ci è giunto (cioè del frammento stesso) per rendere chiaro quanta parte del<br />
vaso è re<strong>al</strong>mente esistente o per permettere di mostrare una decorazione<br />
particolare.<br />
12 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
La decorazione, se ripetitiva ed uniforme su tutto il vaso, nei vasi romani viene<br />
gener<strong>al</strong>mente estesa a tutta la metà destra: a differenza <strong>della</strong> produzioni<br />
ceramiche non tornite, nella <strong>ceramica</strong> <strong>romana</strong> si tende a non disegnare il<br />
prospetto del frammento. Se la decorazione non è ripetitiva, cioè presente solo<br />
in <strong>al</strong>cune parti del corpo, o differisce da parte a parte, o non è uniforme (come<br />
ad esempio una linea incisa in maniera non regolare), può essere necessario<br />
invece eseguire il prospetto del frammento, indicandone su questo l’esatta<br />
posizione e l’esatto andamento <strong>della</strong> decorazione, piuttosto che raffigurare il<br />
dettaglio sul prospetto esterno con la conseguente deformazione costituita d<strong>al</strong>la<br />
proiezione su di una superficie curva (cfr. fig. 3). Trattandosi anche in questo<br />
caso di una proiezione il prospetto del frammento dovrà comunque essere<br />
disegnato con la corretta inclinazione che questo ha nello spazio: per<br />
posizionare correttamente il frammento di parete basta far coincidere la linea<br />
superiore dell’orlo con l’asse <strong>delle</strong> X sul <strong>disegno</strong>, e il punto più in basso del<br />
profilo esterno con una retta par<strong>al</strong>lela ad X e passante per il punto più in basso<br />
disegnato del profilo esterno. Una volta posizionato, il frammento andrà<br />
disegnato ponendosi in posizione zenit<strong>al</strong>e, e proiettandolo sul foglio. La<br />
posizione del frammento, non esistendo in <strong>ceramica</strong> classica convenzioni a<br />
riguardo è, d<strong>al</strong> punto di vista tecnico, irrilevante; la differenza è data solo d<strong>al</strong>le<br />
esigenze grafiche dell’editore.<br />
2.6 Metodi automatici (scansioni 3D e varie)<br />
Sono in corso di sperimentazione, anche presso il cantiere <strong>delle</strong> navi, numerosi<br />
sistemi automatizzati per la scansione tridimension<strong>al</strong>e degli oggetti o per la loro<br />
documentazione grafica con metodi automatici. Allo stato attu<strong>al</strong>e <strong>della</strong><br />
sperimentazione, tuttavia, questi sistemi a forte automazione risultano ancora<br />
essere piuttosto costosi ed applicabili su pezzi particolari. La maggior parte di<br />
questi metodi inoltre, richiedono comunque una consistente assistenza<br />
dell’esperto in fase di elaborazione, e mantengono <strong>delle</strong> forti limitazioni in<br />
quanto incapaci di compiere quelle operazioni di sintesi dell’oggetto che<br />
sostanzi<strong>al</strong>mente solo il disegnatore esperto di una determinata classe <strong>ceramica</strong><br />
riesce ad elaborare.<br />
3 Standard e caratterizzazioni<br />
3.1 Profili tratteggiati, anneriti o vuoti<br />
Una questione apparentemente irrilevante, ma in re<strong>al</strong>tà significativa, è quella<br />
inerente la scelta del metodo di caratterizzazione <strong>della</strong> sezione. Il profilo<br />
integr<strong>al</strong>mente annerito, che di fatto il sistema più preciso, è stato<br />
progressivamente abbandonato per la sua generica cattiva definizione in fase di<br />
riproduzione e stampa (e, soprattutto, di fotocopia), ed è convenzion<strong>al</strong>mente<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 13
iservato <strong>al</strong>le sezioni di vasellame in <strong>al</strong>tri materi<strong>al</strong>i (vetro, met<strong>al</strong>lo), nei qu<strong>al</strong>i<br />
non è necessaria <strong>al</strong>cuna caratterizzazione <strong>della</strong> sezione per indicare, ad esempio,<br />
la linea di curvatura del vaso in corrispondenza dell’attacco di una ansa. Il<br />
tratteggio par<strong>al</strong>lelo, utilizzato in testi anche di grande rilevanza, a mio avviso<br />
riduce considerevolmente la percezione del profilo in fase di lettura,<br />
confondendo l’occhio di chi consulta. La scelta di gran lunga preferibile è<br />
certamente quella del profilo vuoto, tracciato con una linea leggermente più<br />
spessa <strong>della</strong> rimanente caratterizzazione. Va tuttavia ricordato, soprattutto a<br />
chi lucida per la prima volta un <strong>disegno</strong>, che il tratto di ric<strong>al</strong>co del <strong>disegno</strong> a<br />
matita va tracciato tenendo conto dello spessore <strong>della</strong> linea, tenendosi con<br />
questa <strong>al</strong>l’interno del vaso, e mantenendo il suo limite esterno coincidente con<br />
quello del profilo. In caso contrario, specie per i materi<strong>al</strong>i di dimensioni mediopiccole,<br />
si tende ad una smussatura e semplificazione involontaria del profilo.<br />
3.2 Una scelta: vasi frammentari o ricostruiti<br />
Il <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong> <strong>romana</strong>, come già detto, riguarda materi<strong>al</strong>i<br />
caratterizzati da un forte grado di standardizzazione, che consente spesso<br />
l’identificazione, in fase di <strong>disegno</strong>, di tutte le caratteristiche del vaso origin<strong>al</strong>e,<br />
anche di quelle mancanti. La possibilità che, tuttavia, possano intervenire<br />
varianti e differenze sussiste sempre; è quindi decisamente da evitare<br />
l’integrazione di parti mancanti che non siano ricavabili tramite la semplice<br />
rotazione del pezzo. Per quanto riguarda la caratterizzazione <strong>della</strong><br />
frammentarietà del vaso nel prospetto esterno (destro), o interno (sinistro),<br />
questa ritengo sia gener<strong>al</strong>mente da evitare, in quanto confonde la lettura del<br />
<strong>disegno</strong>. È di gran lunga preferibile, specie nel caso di decorazioni ripetitive<br />
(rotellature, solcature par<strong>al</strong>lele, retinature indicanti colature di vernice, ecc.)<br />
semplicemente “omettere” queste nei punti dove è stata effettuata una<br />
integrazione per rotazione.<br />
3.3 L’ombreggiatura <strong>della</strong> caratterizzazione<br />
Una convenzione gener<strong>al</strong>e, di uso gener<strong>al</strong>izzato nel <strong>disegno</strong> dei reperti<br />
archeologici, è che l’ombreggiatura di qu<strong>al</strong>siasi anom<strong>al</strong>ia (rilievi, solcature,<br />
bolli, decorazioni, ecc.) viene raffigurata come se generata da una fonte di luce<br />
che provenga d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to a sinistra rispetto <strong>al</strong>l’osservatore dell’oggetto integro.<br />
Nella <strong>ceramica</strong> <strong>romana</strong>, dove è in genere sconsigliato l’uso dell’ombreggiatura<br />
e del puntinato, questi effetti si ottengono con l’impiego di linee ispessite o<br />
sottili.<br />
14 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
f<br />
a b<br />
g<br />
c d<br />
Figura 12 - Esempi di decorazioni ripetitive e standardizzate con ombreggiatura<br />
convenzion<strong>al</strong>e basata sulla differenza di spessore <strong>delle</strong> linee. a) solcatura; b)<br />
cordone; c) coppella, digit<strong>al</strong>atura; d) bugna; e) iscrizione incisa a crudo; f)<br />
rotellatura; g) scaglie di pigna; h) mammae; i) decorazione a rilievo; j) bollo<br />
impresso con lettere a rilievo<br />
3.4 La decorazione ripetitiva<br />
I sistemi per trasporre sul vasellame le tracce di una decorazione sono molti, e<br />
spesso sono scelti in base a cosa lo studioso vuole evidenziare del vaso e <strong>delle</strong><br />
sue caratteristiche. Per quanto riguarda le rotellature complesse, è possibile<br />
anche ric<strong>al</strong>carle su di un foglietto di carta da lucido o di acetato fatto aderire<br />
<strong>al</strong>la superficie del vaso, che si può successivamente riportare sul <strong>disegno</strong>,<br />
tenendo sempre presente la deformazione data d<strong>al</strong>la curvatura <strong>della</strong> parete del<br />
vaso sul prospetto.<br />
3.5 Iscrizioni o decorazioni particolari<br />
Particolari produzioni ceramiche, grazie <strong>al</strong>l’impiego <strong>della</strong> produzione amatrice,<br />
sono contraddistinte da complesse sintassi decorative, dotate di un certo grado<br />
di ripetitività, ma comunque difficili da v<strong>al</strong>utare e da confrontare se proiettate<br />
sul prospetto del vaso (con la conseguente deformazione). In questi casi è<br />
preferibile separare il <strong>disegno</strong> dettagliato <strong>della</strong> decorazione (che dovrà essere<br />
raffigurato nel suo sviluppo, a lato <strong>della</strong> sezione/prospetto, cfr. fig. 3). La parte<br />
decorata potrà comunque essere raffigurata in proiezione nel prospetto o, con<br />
l’uso inaugurato d<strong>al</strong> conspectus, campita da una retinatura.<br />
Allo stesso modo, le iscrizioni incise sul vaso, sia prima che dopo la cottura,<br />
devono essere disegnate separatamente, e posizionate a lato <strong>della</strong><br />
sezione/prospetto in corrispondenza <strong>della</strong> parte di vaso nella qu<strong>al</strong>e sono<br />
re<strong>al</strong>izzate (sulla destra del <strong>disegno</strong> se sul corpo, sopra se nella vasca, sotto se sul<br />
piede, tot<strong>al</strong>mente separate se di grandi dimensioni).<br />
h<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 15<br />
i<br />
e<br />
j
3.6 Solcature e tracce involontarie<br />
Solcature e tracce involontarie, specie se causate d<strong>al</strong>la tornitura, si riportano<br />
convenzion<strong>al</strong>mente (per distinguerle d<strong>al</strong>le tracce intenzion<strong>al</strong>i del ceramista)<br />
con dei tratti leggeri e spezzati.<br />
3.7 Bolli e decorazioni sul fondo <strong>della</strong> vasca e sull’orlo<br />
Le decorazioni sull’orlo, non visibili o troppo deformate nel prospetto interno<br />
o esterno, si riportano in proiezione sopra il prospetto/sezione. La<br />
consuetudine è di raffigurarne ¼ sopra la metà sinistra, oppure ½ sopra tutto<br />
il <strong>disegno</strong>. In casi particolari, quando il <strong>disegno</strong> riguarda decorazioni complesse<br />
<strong>della</strong> vasca, o bolli con particolari disposizioni, si può riportare anche l’intera<br />
vista d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to del pezzo. Qu<strong>al</strong>ora il bollo sul fondo <strong>della</strong> vasca non richiedesse<br />
di specificarne l’esatta posizione, potrà essere raffigurato sopra la<br />
sezione/prospetto, in corrispondenza <strong>della</strong> linea di sezione. Lo stesso sistema<br />
si utilizza qu<strong>al</strong>ora le anse dei vasi abbiano forme complesse e particolari, per<br />
presentarne la vista superiore (cfr. fig. 3).<br />
4 Lucidatura e presentazione<br />
La lucidatura manu<strong>al</strong>e del <strong>disegno</strong> è sempre più rara, anche per l’elevato costo<br />
in termini di manodopera, tempo e accuratezza del prodotto. Per queste<br />
operazioni si tenga conto di quanto già detto per il <strong>disegno</strong> <strong>delle</strong> sezioni, e si<br />
tenga presente che i disegni devono essere lucidati con norme univoche in<br />
modo da consentire una certa uniformità nella pubblicazione.<br />
Lo stesso v<strong>al</strong>e per le operazioni di lucidatura effettuate a computer con<br />
programmi di grafica. Èsempre più inv<strong>al</strong>so l’uso del CAD per la lucidatura<br />
(digit<strong>al</strong>izzazione) dei disegni. Questo uso, diffuso soprattutto a causa <strong>della</strong><br />
invadenza di operatori con formazione da architetti nel campo archeologico, è<br />
piuttosto discutibile. I programmi CAD, infatti, essendo nati per la<br />
progettazione di nuove re<strong>al</strong>izzazioni e non per la raffigurazioni di oggetti già<br />
esistenti, sono estremamente macchinosi, con comandi complessi e consentono<br />
procedure di importazione dell’immagine in formato raster e sua<br />
digit<strong>al</strong>izzazione estremamente imprecisi e lunghi. L’imprecisione è aumentata<br />
proprio d<strong>al</strong>la ripetitività dei comandi, che porta (specie nel rilievo archeologico,<br />
ma anche nel <strong>disegno</strong> dei materi<strong>al</strong>i), anche nell’operatore più esperto, ad una<br />
certa tendenza <strong>al</strong>la semplificazione <strong>della</strong> raffigurazione. E’ quindi decisamente<br />
preferibile l’impiego di programmi di grafica e illustrazione (come Corel Draw!<br />
o molti <strong>al</strong>tri), che consentano una più immediata importazione <strong>delle</strong> scansioni<br />
e l’esportazione dei prodotto finito in file vettori<strong>al</strong>i più leggeri o in raster dai<br />
formati definitivi, pronti per l’edizione.<br />
16 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
È da ricordare che i disegni dovrebbero sempre essere lucidati utilizzando lo<br />
spessore definitivo del tratto, tenendo conto <strong>delle</strong> dimensioni dell’impaginato<br />
da pubblicazione; ogni variazione di spessore in corso d’opera, infatti, nei file<br />
vettori<strong>al</strong>i, comporta una variazione <strong>della</strong> misura del tratto nelle due direzioni<br />
<strong>della</strong> sua mediana, comportando una variazione anche <strong>delle</strong> dimensioni<br />
dell’oggetto raffigurato.<br />
5 Disegnare un fittile particolare<br />
Il problema del <strong>disegno</strong> di reperti particolari, specie quelli non seri<strong>al</strong>i, si pone<br />
in ogni contesto; non si possono fornire regole precise, ma il suggerimento è<br />
comunque di uniformare il più possibile le mod<strong>al</strong>ità di presentazione del<br />
<strong>disegno</strong> ai pezzi dei qu<strong>al</strong>i si presenta il <strong>disegno</strong> “tradizion<strong>al</strong>e”. Reperti non<br />
torniti qu<strong>al</strong>i pesi da telaio, pesi da rete, scandagli possono essere pubblicati<br />
con sezioni/prospetto del tutto an<strong>al</strong>oghe a quelle <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong>, mentre<br />
elementi fittili particolari qu<strong>al</strong>i votivi, statuaria in gener<strong>al</strong>e, antefisse, ecc.<br />
dovranno, oltre <strong>al</strong>le sezioni ritenute necessarie per lavorare sulla ricomposizione<br />
architettonica, o sullo studio del pezzo, essere documentati con prospetti su<br />
tutti i lati decorati.<br />
5.1 Disegnare una lucerna<br />
Il <strong>disegno</strong> di una lucerna, d<strong>al</strong> punto di vista geometrico non differisce da quello<br />
di qu<strong>al</strong>siasi <strong>al</strong>tro oggetto, basandosi comunque sul rilevamento per coltellazione<br />
<strong>delle</strong> misure e sul loro riporto su assi cartesiani. Fondament<strong>al</strong>e nello studio<br />
<strong>della</strong> lucerna non è la sezione (soprattutto nelle produzioni a matrice), che<br />
spesso siamo impossibilitati a rilevare (nel caso del pezzo integro), ma<br />
essenzi<strong>al</strong>mente la sua visione d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to. Sono infatti elementi di fondament<strong>al</strong>e<br />
importanza per la tipologizzazione il becco e, qu<strong>al</strong>ora conservato, il disco.<br />
Si disegnano due assi cartesiani su di un foglio, su cui verrà posta la lucerna.<br />
Sugli assi verrà segnata una griglia di riferimento misurata, che verrà disegnata<br />
anche sul foglio da <strong>disegno</strong>. I punti, presi osservando il pezzo d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to con una<br />
squadra e un righello (con la massima cura di evitare par<strong>al</strong>lasse, cioè a non<br />
proiettare obliquamente il punto), si riportano sul foglio da <strong>disegno</strong> tramite il<br />
riferimento degli assi cartesiani. Il numero di punti necessari <strong>al</strong> <strong>disegno</strong><br />
dell’oggetto e del <strong>disegno</strong> interno deve essere v<strong>al</strong>utato d<strong>al</strong> disegnatore.<br />
Importante ricordarsi di evitare il par<strong>al</strong>lasse soprattutto in fase di<br />
caratterizzazione (ad esempio, un errore frequente è la errata posizione dei fori<br />
per gli stoppini, che vengono spesso osservati obliquamente).<br />
Qu<strong>al</strong>ora sul fondo sia presente un bollo o una iscrizione, è necessario fare anche<br />
una vista inferiore del vaso. Se, come di frequente, la metà inferiore non<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 17
presenta <strong>al</strong>cuna caratteristica utile, basterà riportare il solco circolare <strong>della</strong> base<br />
e il bollo, a lato <strong>della</strong> vista superiore. Il bollo può essere anche ric<strong>al</strong>cato su di<br />
un supporto trasparente (carta da lucido, acetato), posto direttamente a<br />
contatto del vaso.<br />
Re<strong>al</strong>izzata la vista d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to, se ritenute necessarie, si proiettano le due sezioni,<br />
una front<strong>al</strong>e e una later<strong>al</strong>e.<br />
6 Quasi come la <strong>ceramica</strong><br />
6.1 Il <strong>disegno</strong> del vasellame in vetro<br />
Le operazioni per il <strong>disegno</strong> del vasellame in vetro, a parte le ovvie<br />
considerazioni sulla fragilità dell’oggetto, risultano del tutto an<strong>al</strong>oghe a quelle<br />
<strong>della</strong> <strong>ceramica</strong>. Convenzion<strong>al</strong>mente la sezione si campisce in nero, per un<br />
motivo eminentemente pratico: t<strong>al</strong>volta il tratto di sezione standard risulta<br />
infatti essere di spessore maggiore di quello dell’oggetto stesso. Sarà comunque<br />
necessario osservare attentamente i punti nei qu<strong>al</strong>i la pasta è stata ripiegata<br />
(orlo, piede), per poi rendere evidente l’asola e la direzione di ripiegamento. Le<br />
variazioni <strong>della</strong> superficie, le incisioni e le variazioni di colore (nel caso <strong>della</strong><br />
pasta vitrea), seguono le stesse norme <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong>, anche per quanto riguarda<br />
la ricostruzione (entro i limiti evidenti dati <strong>della</strong> incertezza dovuta <strong>al</strong>la<br />
mancanza <strong>della</strong> tornitura).<br />
6.2 Il <strong>disegno</strong> del vasellame in met<strong>al</strong>lo<br />
Per quanto riguarda il vasellame in bronzo, la caratteristiche del <strong>disegno</strong> sono<br />
an<strong>al</strong>oghe a quelle <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong>. Nel disegnare la sezione, piena, si devono<br />
tener conto dei ripiegamenti <strong>della</strong> lamina, <strong>delle</strong> s<strong>al</strong>dature e di eventu<strong>al</strong>i ribattini.<br />
La superficie origin<strong>al</strong>e dei reperti, le sue variazioni e deformazioni sia d’uso<br />
che postdeposizion<strong>al</strong>i si rendono con un leggero puntinato, non potendo essere<br />
certi <strong>della</strong> ricostruzione per rotazione del pezzo, né <strong>della</strong> intenzion<strong>al</strong>ità o<br />
rilevanza di deformazioni o lacune.<br />
Il puntinato seguirà comunque le norme sulla luce già esposte.<br />
18 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
APPENDICE 1<br />
Un kit di base per il <strong>disegno</strong> <strong>della</strong> <strong>ceramica</strong><br />
- squadra 30/60° (possibilmente con lo zero che parte d<strong>al</strong>lo spigolo)<br />
- righello (possibilmente con lo zero che parte d<strong>al</strong>lo spigolo)<br />
- c<strong>al</strong>ibro ventesim<strong>al</strong>e<br />
- b<strong>al</strong>lerina<br />
- profilografo<br />
- compasso con prolunga<br />
- fettuccia di piombo o di <strong>al</strong>luminio ricotto<br />
- plastilina<br />
- carta millimetrata<br />
- carta da lucido<br />
- matita da <strong>disegno</strong> (2B)<br />
- matita morbida (per il rib<strong>al</strong>tamento, <strong>al</strong>meno HB)<br />
- acetato e marker sottile<br />
- un piano di lavoro solido e orizzont<strong>al</strong>e<br />
- cerchiometro<br />
APPENDICE 2<br />
FINESTRA: PROFILOGRAFO, BALLERINA, CALIBRO<br />
Il profilografo (spesso chiamato mimic d<strong>al</strong> nome di una marca diffusa, fig. 13.1)<br />
è uno strumento costituito da un corpo centr<strong>al</strong>e che stringe una fitta fila di<br />
rebbi par<strong>al</strong>leli, che possono scorrere separatamente nel senso <strong>della</strong> lunghezza.<br />
Accostando lo strumento ad un oggetto, i rebbi si spostano mantenendo una<br />
sorta di impronta del profilo dell’oggetto.<br />
Il c<strong>al</strong>ibro a sc<strong>al</strong>a ventesim<strong>al</strong>e (fig. 13.4) è uno strumento per la misurazione di<br />
precisione, che consiste in un due parti princip<strong>al</strong>i (dette sc<strong>al</strong>a fissa e nonio<br />
scorrevole) che scorrono l’una contro l’<strong>al</strong>tra; empiricamente, la misura presa<br />
sui due lati del becco può agevolmente essere riportata sul <strong>disegno</strong>. La misura<br />
puntu<strong>al</strong>e invece si prende leggendo la prima tacca <strong>della</strong> sc<strong>al</strong>a incisa sul nonio<br />
scorrevole (centimetri e millimetri) a cui si somma la lettura <strong>della</strong> prima tacca<br />
del nonio scorrevole che coincide perfettamente con una tacca <strong>della</strong> sc<strong>al</strong>a fissa<br />
(decimi e centesimi di millimetro) (<strong>al</strong>cuni esempi in figg. 13.5-7).<br />
La b<strong>al</strong>lerina è uno strumento di misura an<strong>al</strong>ogo <strong>al</strong> c<strong>al</strong>ibro, ed è particolarmente<br />
utile per prendere le misure degli spessori (fig. 13.2) nei vasi integri.<br />
La fettuccia di piombo o di <strong>al</strong>luminio ricotto (fig. 13.3) è una strisciolina di<br />
lamina met<strong>al</strong>lica larga 4-5 millimetri e spessa meno di 1 millimetro, che viene<br />
fatta aderire <strong>al</strong> frammento e ne prende l’impronta.<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 19
1 2 3<br />
5 6<br />
Figura 13 - Strumenti per il <strong>disegno</strong>. 1) profilografo o MIMIC; 2) b<strong>al</strong>lerina; 3)<br />
fettuccia di piombo; 4) c<strong>al</strong>ibro ventesim<strong>al</strong>e; esempi di lettura sul c<strong>al</strong>ibro: 5) 1<br />
millimetro + 10/20 = 1,5 millimetri; 6) 28 millimetri + 13/20 = 28,65 millimetri;<br />
7) 0 milimetri + 9/20 = 0,45 millimetri (rielaborazione da Pennacchioni 1970)<br />
20 www.cantierenavipisa.it CNAP - MANUALI<br />
4<br />
7<br />
Bibliografia di riferimento<br />
ADKINS, ADKINS 1989; L. Adkins, R. Adkins, Archaeologic<strong>al</strong> Illustration, Cambridge<br />
1989.<br />
GIULIANI 1986; C.F. Giuliani, Archeologia Documentazione Grafica, Roma 1986.<br />
LEONARDI, PENNELLO 1991; G. Leonardi, G. Pennello, Il <strong>disegno</strong> archeologico <strong>della</strong><br />
<strong>ceramica</strong>, Torino 1991.<br />
PENNACCHIONI 2004; M. Pennacchioni, Metodologie e tecniche del <strong>disegno</strong> archeologico,<br />
Firenze 2004.<br />
PENNACCHIONI 1970; M. Pennacchioni, Per il <strong>disegno</strong> dei manufatti litici, Roma 1970.<br />
PENNACCHIONI, ANGELOTTI 1971; M. Pennacchioni, M. Angelotti, Rappresentazione<br />
grafica di manufatti fittili, Roma 1971.<br />
A.De Laurenzi INTRODUZIONE AL DISEGNO DELLA CERAMICA ROMANA 21