CARMEN - Il giornale dei Grandi Eventi
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<strong>Il</strong> Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> <strong>Eventi</strong><br />
AGenova, dal 1880<br />
al 1884 il Teatro<br />
Carlo Felice restò<br />
chiuso per una vertenza<br />
che contrappose i palchettisti<br />
al Comune. Della crisi<br />
del massimo teatro cittadino<br />
approfittarono naturalmente<br />
gli altri palcoscenici<br />
privati, ovvero il<br />
Politeama Genovese e il<br />
Paganini.<br />
<strong>Il</strong> 26 novembre 1881 il Paganini<br />
mise, dunque, in<br />
scena in prima cittadina<br />
Carmen di Bizet. Fra gli<br />
spettatori, quella sera, c’era<br />
il filosofo e scrittore tedesco<br />
Friedrich Nietzsche.<br />
Nietzsche era un frequentatore<br />
di Genova e della<br />
Riviera. Amava il mare, il<br />
profumo delle colline, trovava<br />
una vivificante tran-<br />
quillità seduto su uno scoglio<br />
in solitudine; ma gli<br />
piaceva frequentare anche<br />
i teatri, ascoltare musica,<br />
senza alcun preconcetto<br />
d’autore o di stile.<br />
Acceso wagneriano<br />
Com’è noto Nietzsche era<br />
stato un acceso wagneriano,<br />
totalmente conquistato<br />
dalla personalità artistica<br />
e umana del grande Richard.<br />
Ma, deluso dall’atteggiamento<br />
morale ed<br />
etico, riflessivo e antistintivo<br />
del teatro di Wagner,<br />
se n’era poi gradualmente<br />
allontanato per trasformarsi<br />
in un critico estremamente<br />
severo e implacabile<br />
del suo stile e della<br />
sua poetica.<br />
Carmen<br />
La passione di Bizet per l’opera nelle sue lettere<br />
Nietzsche scopre Carmen<br />
A casa del librettista Halévy<br />
Duello al pianoforte<br />
tra Bizet e Liszt<br />
Una sera dell'anno 1861, lo scrittore francese Ludovic<br />
Halévy, autore con Meilhac del libretto di Carmen,<br />
riunì nella sua casa parigina, alcuni intimi amici e<br />
colleghi tra i quali figuravano il grande pianista e compositore<br />
ungherese Franz Liszt e il giovane Georges Bizet, che<br />
era all'epoca appena tornato dall'Italia.<br />
Dopo cena, gli invitati passarono nello studio per gustare<br />
caffè e sigari. Liszt si mise al pianoforte eseguendo per gli<br />
amici una delle sue recenti composizioni, come al solito irta<br />
di difficoltà e di passaggi arditissimi. In un crescendo<br />
vertiginoso Liszt fa esplodere gli accordi finali della sonata<br />
in una serie di pirotecnici, virtuosistici passaggi, scatenando<br />
l'applauso entusiastico <strong>dei</strong> presenti che si congratularono<br />
per la maestria con la quale aveva eseguito il difficile<br />
brano senza la minima sbavatura. «S i- rispose Liszt- questo<br />
pezzo è difficile, orribilmente difficile e io non conosco in Europa<br />
che due pianisti capaci di eseguirlo: Hans von Bılov ed io».<br />
Halévy, allora, si rivolse al giovane Bizet, del quale aveva<br />
sentito lodare la prodigiosa memoria, chiedendogli se<br />
avesse notato uno <strong>dei</strong> passaggi che lo avevano colpito, accennandone<br />
nel frattempo al pianoforte il tema con qualche<br />
accordo. Bizet accolse l'invito e sedutosi alla tastiera,<br />
suonò completamente a memoria il frammento. Liszt, stupefatto<br />
e affascinato dalla strabiliante facoltà memonica del<br />
giovane, lo interruppe e gli pose sotto gli occhi il manoscritto<br />
della sua composizione, invitandolo ad eseguire l'intero<br />
brano. In mezzo allo sbalordimento generale, Bizet<br />
suonò senza errori tutto il pezzo, con una verve e un'audacia<br />
paragonabili a quelle dell'autore, se non superiori. I presenti<br />
scoppiano in nuovi, più entusiastici applausi.<br />
Liszt, calmata l'emozione generale, si avvicinò a Bizet ed afferrandogli<br />
la mano gli disse: «Mio giovane amico, io credevo<br />
non vi fossero che due soli capaci di lottare vittoriosamente contro<br />
le difficoltà di cui mi prese vaghezza rendere irto questo pezzo;<br />
mi ero ingannato, siamo invece in tre e, debbo aggiungere, per<br />
voler esser giusto, che il più giovane <strong>dei</strong> tre è forse il più audace e<br />
il più brillante».<br />
A. C.<br />
L’incontro con l’opera di<br />
Bizet, per la prima volta<br />
ascoltata dal filosofo proprio<br />
a Genova, si rivelò<br />
fondamentale.<br />
In Carmen Nietzsche individuò<br />
il prototipo dell’opera<br />
mediterranea, antiwagneriana.<br />
E’ stato, del resto, sostenuto<br />
da molti, che fra i<br />
meriti indiscutibili di Bizet<br />
è da annoverarsi proprio<br />
la capacità di offrire<br />
un prodotto assolutamente<br />
autonomo e originale,<br />
distaccato non solo da<br />
Wagner, ma anche da<br />
Verdi, ovvero dai due<br />
punti di riferimento fondamentali<br />
del teatro dell’epoca.<br />
Del suo ascolto di Carmen<br />
Nietzsche parlò in varie<br />
lettere inviate all’amico<br />
compositore Peter Gast,<br />
pseudonimo di Heinrich<br />
Köselitz: «Urrà! Amico! –<br />
si legge in una lettera del<br />
28 novembre 1881 – Ancora<br />
una volta ho conosciuto<br />
qualcosa di bello: un’opera di<br />
Georges Bizet (chi è mai costui?):<br />
Carmen. Si fa ascoltare<br />
come una novella di Merimée,<br />
spiritosa, vigorosa,<br />
qua e là commovente. Un vero<br />
talento francese dell’opera<br />
comica, per nulla disorientato<br />
da Wagner: un vero scolaro<br />
di Hector Berlioz; cosa che<br />
io avevo ritenuto impossibile!<br />
A quel che pare i francesi<br />
in quanto a musica drammatica<br />
sono su una migliore<br />
strada <strong>dei</strong> tedeschi; essi hanno<br />
su questi la supremazia in<br />
un punto essenziale: in loro<br />
la passione non è tirata per i<br />
capelli (come in Wagner)…».<br />
E qualche giorno dopo,<br />
tornò sull’argomento: «<strong>Il</strong><br />
fatto che Bizet sia morto è<br />
per me un grave colpo. Ho<br />
sentito la Carmen una seconda<br />
volta e di nuovo ne ho<br />
riportato l’impressione di<br />
una novella di prim’ordine,<br />
come di un Merimée. Un’anima<br />
così passionale eppure<br />
così piena di grazia! Per me<br />
quest’opera vale un viaggio<br />
in Spagna, un’opera altamente<br />
meridionale, non rida<br />
amico mio, non è facile che io<br />
col mio gusto mi sbagli così<br />
radicalmente».<br />
Infine, l’8 dicembre ag-<br />
giungeva:<br />
«Molto in<br />
ritardo la<br />
mia memoria<br />
(che alcune<br />
volte è<br />
ostruita)<br />
scopre che<br />
esiste veramente<br />
di<br />
Merimée<br />
una novella<br />
intitolata<br />
Carmen e<br />
che lo schema<br />
e i concetti<br />
e anche la coerenza tragica<br />
di quest’artista sopravvivono<br />
nell’opera…».<br />
Nietzsche individuò dunque<br />
in Carmen e nel suo<br />
colorismo passionale ma<br />
anche ricco di sfumature e<br />
di poesia, l’alternativa a<br />
Wagner. Pesò certamente<br />
nel suo giudizio l’astio ormai<br />
nutrito per l’amico di<br />
un tempo. Basta rileggere<br />
cosa scrisse a Overbeck il<br />
22 febbraio 1883, a pochi<br />
giorni dalla morte di Wagner:<br />
«Wagner era di gran<br />
lunga la persona più ricca<br />
che io abbia mai conosciuto e<br />
in tal senso da sei anni ho<br />
molto sofferto di questa man-<br />
Filosofo e pensatore di<br />
forte personalità, travagliatointeriormente,<br />
anima inquieta, condannato<br />
alla pazzia,<br />
Friedrich Nietzsche,<br />
come è noto,<br />
ha costituito<br />
un motivo di<br />
ispirazione per<br />
molti compositori.<br />
Si pensi, per rimanerenell’ambito<br />
della cultura<br />
tedesca, a Richard<br />
Strauss o a<br />
Gustav Mahler<br />
od a Arnold<br />
Schöenberg.<br />
Meno conosciuta è invece<br />
l’attività creativa in campo<br />
musicale dello stesso<br />
Nietzsche. Da bambino<br />
aveva studiato il pianoforte<br />
e, pur mancandogli un organico<br />
studio dell’armonia<br />
e della composizione, ci ci-<br />
11<br />
canza. Ma fra noi due c’era<br />
qualcosa, come un’offesa<br />
mortale; e sarebbero potute<br />
succedere cose terribili se<br />
fosse vissuto più a lungo…».<br />
Un amore per la Carmen<br />
quello di Nietzsche che<br />
durò tutta la vita. Nel<br />
maggio 1888 da Torino<br />
scriveva: «Ho udito ieri –<br />
lo credereste ? – per la ventesima<br />
volta il capolavoro di<br />
Bizet. Ancora una volta persistetti<br />
in un soave raccoglimento,<br />
ancora una volta<br />
non fuggii Questa vittoria<br />
sulla mia impazienza mi<br />
sorprende. Come rende perfetti<br />
una tale opera!».<br />
Roberto Iovino<br />
Un insolito Nietzsche<br />
Filosofo e compositore<br />
mentò con forme complesse<br />
e articolate, guidato, sulla<br />
scia <strong>dei</strong> propri credi filosofici,<br />
dall’istinto. Fra le<br />
sue composizioni si ricordano<br />
il Weihnachtsoratorioum,<br />
il poema sinfonico<br />
Ermanarich, Herbstlich sonnige<br />
Tahe per quartetto vocale<br />
e pianoforte e qualche<br />
brano per pianoforte a<br />
quattro mani.<br />
R. I.