il compositore FERENC LISZT (1811-1886) il più grande pianista mai esistito, e uno dei compositori più geniali e autenticamente visionari <strong>dell</strong>a storia. di Giancarlo Pagni Quando si dice essere sottovalutati!. Un autore grande, talmente grande da sfiorare il gigantesco, un compositore che potrebbe tranquillamente sedersi al fianco di numi tutelari come Beethoven, Chopin, Brahms, Schumann e via elencando, viene considerato per anni poco meno che un istrione, un fenomeno da baraccone buono solo per esibire bellurie tecniche di grande impegno e di facile presa. E invece stiamo parlando non solo del più grande pianista mai esistito (e questo è scontato), ma anche di uno dei compositori più geniali e autenticamente visionari <strong>dell</strong>a storia. Personaggio mistico e carnale, depressivo e al tempo stesso vitale, il nome di Liszt ha generato un culto, una conventicola di adoratori ben consapevoli che dietro al genio <strong>dell</strong>’ormai celebre “Sonata in Si minore” (e c’è voluto un secolo per capire che si tratta di un immenso capolavoro), si cela (anche) colui che nelle opere <strong>dell</strong>a maturità ha disseccato gli orizzonti tonali tradizionali, riducendo il concetto di melodia ad un ammasso di lugubri lacerti sonori; l’uomo che per primo ha osato scrivere un brano dichiaratamente atonale, la stupenda “Bagatella senza tonalità” (ben prima di Schoenberg). Gli adepti sanno che negli incunaboli lisztiani si celano esoterici labirinti, pagine che si affiancano a quelle più conosciute in cui lo scintillio <strong>dell</strong>a diteggiatura stordisce l’ascoltatore ingenuo - ma la zampata lisztiana è pronta a colpire anche nelle pagine più innocue. Perché Liszt è anche questo: un mondo tutto da esplorare, un pianeta in cui s’incorre in lande desolate come in colline ubertose, in oasi ritempranti come in punitive radure espiatorie. Anche la sua vita rispecchia quella caleidoscopica pienezza e varietà caratteristica <strong>dell</strong>e esistenze più complesse. Nato a Doborjan (oggi Raiding), Ungheria, il 22 ottobre 1811, dopo aver iniziato precocissimo lo studio del pianoforte con il padre Adam, funzionario del principe Esterházy, ad undici anni Franz Liszt si trasferisce con la famiglia a Vienna dove può seguire lezioni di composizione con Salieri e di pianoforte con Czerny, uno dei più rinomati virtuosi <strong>dell</strong>’epoca. Nel 1823 è a Parigi dove studia teoria e composizione con Paer ma è rifiutato al Conservatorio <strong>dell</strong>a capitale da Cherubini. Nel 1825, quando già si era fatto conoscere come pianista, suona a Londra al cospetto di Re Giorgio IV. Lo stesso anno completa la sua unica opera “Don Sanche” che debutterà a Parigi. La sua <strong>Diapason</strong> - 12 fama d’interprete cresce e nel 1826 è in tournée in Francia e Svizzera pur proseguendo gli studi con Reicha. Dal 1828 si stabilisce a Parigi dove vive insegnando musica; incappa in uno sfortunato affare con Caroline de Saint-Cricq che lo porta in uno stato di frustrazione e depressione che riuscirà a superare solo con l’aiuto <strong>dell</strong>a lettura e <strong>dell</strong>a fede. Nel 1830 fa parte del pubblico che assiste alla prima esecuzione <strong>dell</strong>a Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz; farà inoltre la conoscenza di Men<strong>dell</strong>sohn e Chopin. Nel 1833 Liszt conosce una <strong>dell</strong>e donne che segneranno la sua vita, la contessa Marie d’Agoult; l’anno seguente George Sand. Nel 1835 fugge in Svizzera con Marie d’Agoult che lo farà diventare padre di Blandine; inizia intanto a comporre “Album di un voyageur”. Nel 1836 fa conoscere Chopin a George Sand. L’anno seguente scrive i “12 grand études” e combatte il famoso duello musicale contro Thalberg. Ne esce vittorioso. A Como intanto nasce la secondogenita Cosima e nel 1839 il figlio maschio Daniel; Liszt inizia la composizione <strong>dell</strong>a parte Italiana dei suoi “Annes de Pelerinage” ma fa anche la conoscenza, nel 1840, di due figure fondamentali (per lui e per la storia <strong>dell</strong>a musica): Schumann e Wagner. Con quest’ultimo il sodalizio, in nome del progetto di una musica per l’avvenire, è immediato e trasforma il diabolico pianista, ormai anche idolo <strong>dell</strong>e folle in senso pienamente moderno, in uno dei più accesi sostenitori <strong>dell</strong>’arte totale di Richard Wagner. Il carteggio che ci è rimasto costituisce un documento di rara intensità e profondità poetica. I suoi concerti in giro per il mondo si segue a pag. 24
13 - <strong>Diapason</strong> il compositore