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Indagine paleodemografica - Università degli Studi della Tuscia

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Analisi per la determinazione<br />

dell’età alla morte


Determinazione dell’età alla morte<br />

ACCRESCIMENTO SCHELETRICO…<br />

L’età cronologica è il numero di anni vissuti<br />

dalla nascita<br />

L’età biologica è il grado di senescenza delle<br />

funzioni fisiologiche, chimiche, sensoriali e<br />

psicologiche dell’individuo (Laugier, 1955)<br />

C’è inoltre un’età culturale?<br />

L’indagine scheletrica permette di stabilire<br />

l’età biologica; fine ultimo dell’analisi<br />

antropologica è di garantire la maggiore<br />

corrispondenza possibile tra età biologica<br />

ed età cronologica


Determinazione dell’età alla morte<br />

Vengono utilizzati indicatori di età<br />

differenti a seconda dell’età di sviluppo<br />

dell’individuo:<br />

Infantile<br />

Giovanile<br />

Adulto<br />

Come per la diagnosi di sesso<br />

vengono presi più indicatori<br />

scheletrici e dentari insieme<br />

(Approccio multifattoriale).


Determinazione dell’età alla morte<br />

Subadulti<br />

La determinazione dell’età alla morte<br />

<strong>degli</strong> individui subadulti (in età di<br />

accrescimento) fornisce diagnosi più<br />

precise che non per gli individui adulti.<br />

Durante il periodo <strong>della</strong> crescita esiste<br />

infatti una stretta relazione tra età<br />

cronologica e grado di sviluppo<br />

scheletrico e dentario.<br />

I processi di maturazione scheletrica e<br />

dentaria risultano fortemente controllati<br />

da fattori genetici e meno influenzati<br />

dall’ambiente.


Determinazione dell’età alla morte<br />

Accrescimento e maturità scheletrica…<br />

E’ maggiormente affidabile l’età biologica determinata per gli<br />

individui in accrescimento poiché vengono osservati i processi<br />

di maturazione e sviluppo scheletrico e dentario.<br />

Per questo motivo normalmente si attribuiscono classi di età<br />

piuttosto ristrette (12 anni)<br />

Per gli individui adulti sono invece il grado di deterioramento<br />

di alcuni caratteri scheletrici e dentari ad essere osservati,<br />

questi non sono così facilmente correlabili all’età cronologica<br />

poiché largamente influenzati da fattori ambientali (e.g. tipo<br />

di attività svolta, condizioni di vita e di salute, patologie…).<br />

Per gli adulti si attribuiscono classi di età più ampie (510<br />

anni)


Determinazione dell’età alla morte – SUBADULTI<br />

L’ accrescimento osseo avviene tramite un<br />

processo di sostituzione del tessuto cartillaginoso<br />

da parte <strong>degli</strong> osteoblasti.<br />

Le ossa si formano quindi mediante centri di<br />

ossificazione dove avviene la congiunzione di più<br />

segmenti fino a saldatura completa<br />

Centri di ossificazione<br />

dell’omero


Accrescimento scheletrico<br />

L’accrescimento delle ossa <strong>degli</strong><br />

arti, arti <strong>della</strong> base del cranio, del<br />

bacino e <strong>della</strong> colonna vertebrale<br />

avviene tramite un processo di<br />

sostituzione dell’abbozzo<br />

cartilagineo embrionale con tessuto<br />

osseo (ossificazione endocondrale)<br />

e di aggiunta di tessuto osseo a<br />

carico del periostio e dell’endostio.<br />

Prima <strong>della</strong> nascita (2°-3° mese di<br />

vita intrauterina), nel centro <strong>della</strong><br />

diafisi <strong>degli</strong> abbozzi cartilaginei<br />

delle ossa lunghe compaiono i<br />

centri di ossificazione primari, o<br />

diafisari.<br />

Dopo la nascita, all'interno delle<br />

epifisi compaiono i centri di<br />

ossificazione secondari, o<br />

epifisari.<br />

Nell'osso adulto, la cartilagine rimane<br />

solamente a livello delle superfici<br />

articolari (cartilagine articolare).


Determinazione dell’età alla morte – SUBADULTI


Determinazione dell’età alla morte – SUBADULTI<br />

L’età biologica può essere<br />

determinata trame<br />

l’osservazione del grado di<br />

saldatura tra diafisi ed epifisi e<br />

del grado di saldatura dei centri<br />

di ossificazione<br />

Metodi:<br />

France & Horn (1988)<br />

Iscan & Kennedy (1989)


Determinazione dell’età alla morte: subadulti<br />

Lunghezza <strong>della</strong> diafisi delle ossa lunghe<br />

Questo metodo si basa sulla correlazione esistente tra età e lunghezza delle diafisi delle<br />

ossa lunghe. Tenendo conto che queste misure possono essere soggette a variabilità<br />

popolazionistica, dovrebbero essere utilizzate quelle costruite su serie scheletriche che<br />

hanno affinità biologica con quella in esame.<br />

Per popolazioni europee si<br />

adotta di solito la Tabella di<br />

Stloukal e Hanakova (1978),<br />

costruita su una serie di<br />

bambini slavi medievali.<br />

6 mesi-14 anni<br />

Il metodo è tanto più<br />

efficace quanto più<br />

giovane è l’individuo.


Determinazione dell’età alla morte – SUBADULTI<br />

I denti hanno un processo di crescita che inizia dalla vita in<br />

utero e termina con l’eruzione del terzo molare permanente<br />

Dentizione decidua Dentizione permanente<br />

(20 denti) (32 denti)


Determinazione dell’età alla morte – SUBADULTI<br />

Grado di eruzione e sviluppo dei denti decidui e<br />

permanenti Ubelaker (1989)


Determinazione dell’età alla morte – ADULTI<br />

Per gli individui adulti - vale a dire che hanno terminato l’accrescimento scheletrico (dai<br />

20-25 anni in poi) - i criteri metodologici per le diagnosi di età alla morte cambiano e si<br />

basano sul grado di senescenza dello scheletro e sui processi degenerativi dello<br />

stesso.<br />

Ovviamente il grado di degenerazione dello scheletro dipende non solo dall’età, ma anche<br />

dai vari elementi che compongono lo stile di vita: alimentazione, attività lavorative,<br />

patologie, traumi …


Determinazione dell’età alla morte – ADULTI<br />

Grado di usura dentaria (Lovejoy, 1985)<br />

Grado si usura <strong>della</strong><br />

superficie occlusale<br />

del dente<br />

Si tende a attribuire<br />

una classe di età<br />

relativamente ampia<br />

(~ 510 anni)


Determinazione dell’età alla morte – ADULTI<br />

Grado di saldatura delle suture craniche<br />

Si osservano le suture<br />

esocranich ed<br />

endocraniche<br />

(Meindl & Lovejoy, 1985)


Determinazione dell’età alla morte – ADULTI<br />

Cambiamenti morfologici <strong>della</strong> sinfisi pubica<br />

Metodo: Todd (1921) e Angel (1980)


Determinazione dell’età alla morte – ADULTI<br />

Cambiamenti morfologici <strong>della</strong> sinfisi pubica<br />

Metodo: Brooks and Suchey (1990)<br />

Femmine Maschi<br />

Altri metodi:<br />

Variazione <strong>della</strong> superficie e dei margini dell’estremità sternale


Determinazione dell’età alla morte – ADULTI<br />

Altri metodi:<br />

• Variazione <strong>della</strong> superficie e dei margini dell’estremità<br />

sternale e delle costole<br />

• Cambiamenti del corpo vertebrale<br />

• Cambiamenti <strong>della</strong> superficie auricolare dell’ileo (bacino)<br />

• Generale senescenza dello scheletro (in particolare delle<br />

articolazioni)


L’indagine Paleodemografica<br />

Oggetto di studio Popolazione<br />

Biologia = gruppo di organismi interfecondi<br />

Scienze Umanistiche = gruppo di individui legati da affinità<br />

linguistica, culturale, geografica, nell’esperienza storica<br />

(comunità, cultura, ‘popolo’)<br />

•Dimensione <strong>della</strong> popolazione (numero di individui)<br />

•Struttura <strong>della</strong> popolazione (distribuzione <strong>degli</strong> individui per categorie per<br />

es. sesso ed età<br />

•Dinamiche <strong>della</strong> popolazione (processi di crescita e contrazione nel tempo)<br />

•Densità <strong>della</strong> popolazione (numero di individui residenti in un’area definita)<br />

•Fertilità (numero di figli per individuo per un termine di tempo definito –<br />

età fertile)<br />

•Mortalità (probabilità di morte di un individuo in un termine di tempo<br />

definito)<br />

•Migrazione (proporzione di individui che si uniscono o abbandonano una<br />

popolazione per fattori diversi da fertilità e mortalità)


<strong>Indagine</strong> <strong>paleodemografica</strong>: limiti<br />

Limite intrinseco alla natura del materiale oggetto di studio<br />

La popolazione scheletrica non è mai un campione “naturale” in senso demografico, ma<br />

rappresenta un campione all’exitus.<br />

Il campione scheletrico rappresenta la popolazione di morti, non la popolazione di<br />

vivi.<br />

Doppio salto inferenziale!!!


<strong>Indagine</strong> <strong>paleodemografica</strong>: limiti<br />

Scelta di un campione rappresentativo<br />

E’ necessario valutare se la necropoli può riflettere la<br />

composizione <strong>della</strong> popolazione naturale d’origine: in altre<br />

parole se tutti i membri <strong>della</strong> popolazione estinta sono<br />

rappresentati nel campione scheletrico.<br />

Limiti alla bontà del campione:<br />

Deposizioni differenziali:<br />

usi funerari particolari: i subadulti o particolari classi<br />

sociali deposti in luoghi separati;<br />

deposizione spaziale differenziale per i due sessi.<br />

migrazioni: seppellimento di alcuni individui lontano dal<br />

luogo di origine<br />

sepolture connesse con conventi o accampamenti<br />

militari.<br />

Cattivo stato di conservazione dei resti scheletrici<br />

Scavo parziale <strong>della</strong> necropoli


<strong>Indagine</strong> <strong>paleodemografica</strong>: limiti<br />

Sotto-rappresentatività <strong>degli</strong> individui infantili nelle serie scheletriche<br />

Ragioni biologiche: minore conservazione<br />

dei resti scheletrici infantili, meno<br />

mineralizzati rispetto a quelli <strong>degli</strong><br />

individui adulti.<br />

Ragioni culturali: in molti contesti ai<br />

bambini in età perinatale vengono<br />

riservate pratiche funerarie particolari,<br />

i.e. vengono sepolti in luoghi differenti da<br />

quelli di inumazione <strong>degli</strong> adulti, per es. in<br />

abitato, al di fuori delle aree sepolcrali<br />

etc. Questa selezione influisce su quello<br />

che sarà il quadro <strong>della</strong> popolazione<br />

sepolta nell’area sottoposta ad indagine<br />

(e.g. una necropoli, una chiesa etc.).<br />

Ragioni ‘metodologiche’: minore riconoscibilità dei resti scheletrici infantili in sede di<br />

scavo.


L’indagine Paleodemografica<br />

L’indagine <strong>paleodemografica</strong> tenta di ricostruire la struttura e<br />

le dinamiche (biologiche ma di rimando anche culturali) di una<br />

popolazione umana antica.Fondamentale è la possibilità di<br />

reperire una serie di parametri demografici.<br />

• Tasso di fecondità<br />

• Aspettativa di vita<br />

• Mortalità infantile<br />

• Mortalità differenziale per sesso ed età<br />

Tutti questi parametri sono usati nelle normali indagini di<br />

demografia ma non sempre sono calcolabili per le popolazioni<br />

umane antiche


L’indagine Paleodemografica<br />

In una indagine <strong>paleodemografica</strong> la popolazione<br />

scheletrica viene suddivisa (in base al sesso, ove possibile)<br />

in diverse classi di età:<br />

Infante I 0-6 anni<br />

Infante II 7-12 anni<br />

Giovane 13-18 anni<br />

Adulto giovane 19/20-30 anni<br />

Adulto 30-40 anni<br />

Maturo 40-50 anni<br />

Senile 50+ anni<br />

Adulto generico età indeterminabile<br />

Non sempre le classi di età si equivalgono nei vari studi…


L’indagine Paleodemografica<br />

Possono essere calcolati una serie di indici che rivelino il<br />

quadro demografico <strong>della</strong> popolazione<br />

• Sex ratio = rapporto numerioco tra maschi e femmine<br />

(M/F).<br />

• Indice di giovanilità = rapporto tra numero di individui di<br />

età 514 e quelli di età superiore ai 20 (D5-14/D20).<br />

Perche le classi di subadulti siano adeguatamente<br />

rappresentati l’indice deve essere compreso tra 0,1 e 0,3.<br />

• Rapporto B/A = ovvero tra due categorie di subadulti<br />

(D5-9/D10-14). Sono attesi valori compresi tra 1,5 e 2,0.


L’indagine Paleodemografica<br />

Viene solitamente costruita una tavola di mortalità che descrive per<br />

singole generazioni l'andamento del numero di sopravvisuti dal<br />

momento <strong>della</strong> nascita fino alla morte dell'ultimo. Trattandosi di uno<br />

strumento di analisi non rappresenta il numero effettivo di persone<br />

viventi in dato territorio, ma astrae tenendo conto di eventi non<br />

fisiologici quali ad esempio le migrazioni, eventi bellici o catastrofi<br />

naturali.<br />

Gen. adult<br />

Maturo<br />

Adulto<br />

Giovane adulto<br />

Giovanile<br />

Infante II<br />

Infante I<br />

0 2 4 6 8 10<br />

indeterm.<br />

Females<br />

Males


L’indagine Paleodemografica: storia<br />

Le prime indagine paleodemografiche di rilievo si hanno tra<br />

gli anni ’60 e ’70.<br />

Una serie di parametri demografici vengono applicati allo<br />

studio delle popolazioni umane del passato.<br />

• Angel J.L. (1969). The bases of paleodemography. American<br />

Journal of Physical Anthropology.<br />

• Acsadi G. & Némeskeri J. (1970). History of Human Life<br />

Span and Mortality. Manuale di Paleodemografia


L’indagine Paleodemografica: storia<br />

Intorno agli anni ’80 iniziano le prime controversie concettuali<br />

e metodologiche…<br />

Bocquet e Masset (1982). Farewell to paleodemography…<br />

Limiti metodologici<br />

• Corrispondenza tra campione analizzato e campione di riferimento nella<br />

ricostruzione del quadro paleodemografico.<br />

• Inaffidabilità dei metodi di determinazione di sesso ed età alla morte (in<br />

particolare quest’ultimo) a cui si aggiunge il problema di bias insiti nel<br />

campione.<br />

• Critica alla Uniformitarian Theory: le popolazioni antiche non possono<br />

essere paragonate, in termini biologici, a quelle moderne.<br />

• Corretto uso dei modelli di riferimento che variano in base alla<br />

popolazione


…Il “Paradosso Osteologico”<br />

J.W. Wood, G.R. Milner, H.C. Harpending, K.M. Weiss<br />

The Osteological Paradox. Problems of Inferring Prehistoric<br />

Health from Skeletal Samples. Current Anthropology, 33(4):<br />

343-370.<br />

Esiste una diretta relazione tra i risultati delle indagini<br />

Paleodemografiche e Paleopatologiche e lo stato di salute delle<br />

popolazioni studiate?<br />

Perché si possa comprendere a fondo lo stato di salute di una<br />

popolazione occorre tenere conto di alcuni fattori spesso<br />

ignorati nelle indagini paleobiologiche<br />

• Non-stazionarietà demografica<br />

• Mortalità selettiva<br />

• Eterogeneità individuale nel rischio di malattie e morte

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