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pagina 14 Martedì 6 ottobre 2009<br />

FESTIVAL DI ROMA<br />

La rivoluzione<br />

(immobile)<br />

di Alemanno<br />

di Federico Pontiggia<br />

S<br />

ono sempre riuscito a tenere<br />

lontano la politica dal mio lavoro<br />

e ho chiesto a questa<br />

che non pesasse su di me.<br />

Forse adesso avete capito<br />

che io non obbedisco a nessuno".<br />

Così il neopresidente<br />

Gian Luigi Rondi mandò in<br />

archivio, l’anno scorso, la<br />

terza edizione del Festival Internazionale<br />

del Film di Roma.<br />

In pectore per volontà di<br />

Gianni Alemanno, dopo la dipartita<br />

di Veltroni, il decano<br />

dei critici nostrani decise innanzitutto<br />

di cambiare nome:<br />

basta Festa, meglio un innocuo,<br />

generico festival. Anche<br />

perché, diciamolo, la Festa<br />

chi l’aveva vista? Pochi,<br />

ovvero numerosi addetti ai<br />

lavori e sparuti romani. O forse<br />

no? Nel lontano 2006,<br />

chiudendo la prima edizione,<br />

Veltroni gongolava: “R o-<br />

SECONDOTEMPO<br />

S P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE<br />

Verde celluloide<br />

ma ha vissuto la Festa con orgoglio.<br />

Bisogna avere coraggio,<br />

una città colta è una città<br />

in cui si vive meglio, ed è più<br />

ricca. Non bisogna avere<br />

paura del cinema, non è un<br />

animale in via di estinzione, e<br />

questa Festa lo ha dimostrato”.<br />

Sullo stesso ramo dondolava<br />

e gongolava Goffredo Bettini,<br />

allora senatore Ds e presidente<br />

della manifestazione:<br />

FOCUS S U L L’AMBIENTE<br />

Le iniziative - Domani alle 11.30, presso la residenza<br />

dell'ambasciatore britannico a Roma, Edward Chaplin,<br />

saranno presentate le iniziative di ambasciata<br />

britannica, British Council, Fao, Fondazione<br />

Sigma-Tau, Greenpeace, Legambiente e Wwf, in<br />

collaborazione con il Festival internazionale del Film<br />

di Roma, che dedica il Focus di quest'anno all'ambiente<br />

e al contributo che il cinema e le arti possono dare alla<br />

sfida globale contro i cambiamenti climatici.<br />

in & out<br />

Bersani<br />

Il nuovo<br />

“Manifesto<br />

a b u s i vo ”<br />

primo<br />

su I Tunes<br />

“Siamo molto soddisfatti perché<br />

abbiamo raggiunto gli<br />

obiettivi: grande partecipazione<br />

del pubblico, buon<br />

mix tra cinema popolare e<br />

d’autore, ricchezza alla città<br />

e impiego a tante persone”.<br />

A piegare quel ramo d’a l l o ro ,<br />

ci pensò un regista di sinistra,<br />

Ettore Scola, coordinatore<br />

della giuria popolare: “Il<br />

romano viene qui perché si<br />

sente a casa sua. Anzi, la gente<br />

neanche viene, perché i<br />

film se li sente suoi. Quindi le<br />

sale a volte restano vuote, sia<br />

detto senza ironia”.<br />

Richiamato all’ordine da Bettini,<br />

Scola non fece l’italiano,<br />

e nemmeno il presidente (di<br />

giuria, o del Consiglio, fate<br />

vobis), ovvero non smentì e<br />

non rettificò: “Prima ho detto<br />

che le sale erano vuote,<br />

non vorrei creare equivoci.<br />

Ho una certa età, posso avere<br />

anche delle allucinazioni, ma<br />

vi assicuro che le sedie vuote<br />

le ho viste”.<br />

La seconda edizione di sedie<br />

vuote ne contò pure di più,<br />

ma poco importa: Veltroni<br />

“l a s c i ava ” ad Alemanno, la<br />

Festa sarebbe divenuta Festival,<br />

e le Veltroniadi “s g u a rd i<br />

dentro il Raccordo”.<br />

Basta star-vehicle stelle &<br />

strisce, basta panem et circenses,<br />

basta, insomma, Hollywood:<br />

ar idatece il cinema<br />

italiano e, possibilmente, i<br />

romani, intesi <strong>com</strong>e pubblico<br />

pagante. Bene, non è andata<br />

proprio così. La volontà<br />

iconoclasta di Alemanno si è<br />

infranta su qualcosa di più<br />

granitico: il consenso.<br />

Qualcuno – il Pdl ha qualche<br />

affinità col cinema, da Medusa<br />

in giù – gli ha messo la mano<br />

sulla spalla e, <strong>com</strong>e si fa<br />

con i bambini, gli ha fatto capire<br />

l’importanza mediatica<br />

dell’ex vetrina Veltroni.<br />

Aperti gli occhi a Gianni, gli<br />

Garko<br />

Campione di<br />

share, dopo<br />

il ruolo di<br />

mafioso sarà<br />

un fascista<br />

Ve n t u r a<br />

“Io le<br />

mutande in<br />

t ra s m i s s i o n e<br />

le indosso<br />

s e m p re ”<br />

ha anche letto l’u p gra d e<br />

2009 del Gattopardo: “Se vogliamo<br />

che non tutto rimanga<br />

<strong>com</strong>e è, bisogna che non<br />

tutto cambi!". Fatto sta che la<br />

direttrice di P re m i e re (sezione<br />

principe della Festa) e direttrice<br />

di Ciak (Mondadori)<br />

Piera Detassis è divenuta direttora<br />

tout court, i due direttori<br />

del Concorso sono<br />

stati defenestrati - Giorgio<br />

Gosetti è ritornato alle Giornate<br />

degli Autori veneziane,<br />

Teresa Cavina a casa (Biarritz)<br />

– l’Extra-ordinario Mario<br />

Sesti confermato, Alice nella<br />

città, la sezione vietata ai<br />

maggiorenni, inglobata, il<br />

S<br />

Adriano<br />

Doppietta in<br />

dodici minuti<br />

nel classico<br />

c o n t ro<br />

il Fluminense<br />

Il red carpet del Festival e a destra<br />

il presidente della manifestazione,<br />

lo storico critico de “Il Tempo”,<br />

Gian Luigi Rondi ( FOTO ANSA)<br />

mercato affidato al presidente<br />

di Cinecittà Luce Roberto<br />

Cicutto, che dice di volersene<br />

andare.<br />

E che di destra non è, tutt’a ltro.<br />

Sorretto dunque il carrozzone<br />

con puntelli sinistrorsi,<br />

si possono aprire le<br />

finestre al nuovo vento culturale<br />

che soffia da destra: un<br />

esempio, oggi Gian Luigi<br />

Rondi aprirà le porte dell’Au -<br />

ditorium alla ministra della<br />

Gioventù Giorgia Meloni,<br />

che intratterrà gli astanti sul<br />

progetto dedicato ai giovani<br />

professionisti di cinema e il<br />

premio speciale “La Meglio<br />

G i ove n t ú ”.<br />

Progetto, in realtà, molto collaterale,<br />

perché viceversa la<br />

quarta edizione della Festa,<br />

pardon Festival (15-23 ottobre),<br />

punta sugli ultra 60enni,<br />

pur arzilli che siano: Meryl<br />

Streep premiata alla carriera;<br />

Stefania Sandrelli e il<br />

suo esordio in regia, Helen<br />

Mirren; Margareth Von Trotta;<br />

Richard Gere; Martin<br />

Scorsese e Anthony Hopkins<br />

diretto da James Ivory.<br />

Ah, c’è posto anche per 19<br />

titoli italiani, tra cui il film<br />

spot su Roma diretto da Zeffirelli,<br />

ispirato alla Tosca e interpretato<br />

da Bocelli e Bellucci.<br />

Ebbene sì, Alemanno<br />

ha capito: è qui la festa.<br />

LIBRI Il caffè<br />

al cianuro di Sindona<br />

tamattina, alla Sala Stampa Estera, in via dell’Umiltà<br />

83/C a Roma, Giovanni Maria Flick e Marcelle Padovani<br />

incontrano gli ex magistrati Gianni Simoni e Giuliano Turone,<br />

autori de Il caffè di Sindona (Garzanti editore, tre edizioni<br />

in un mese). «Ristabilire la verità dei fatti è un debito<br />

che sentiamo nei confronti della memoria di Ambrosoli”,<br />

spiegano gli autori. “Inoltre ci sembra che in questo paese,<br />

<strong>dove</strong> troppi misteri rimangono ancora avvolti nella<br />

nebbia più fitta, possa essere utile un contributo che getta<br />

uno spiraglio di luce su circostanze che misteriose non<br />

sono più, ma sulle quali permangono disinformazione e<br />

preg iudizio”. Il libro ripercorre uno dei più inquietanti<br />

misteri d’Italia, quello della morte di Michele Sindona nel<br />

marzo del 1986. Conosciamo la causa del decesso: un caffè<br />

al cianuro bevuto nella sua cella nel carcere di Voghera.<br />

Ma chi mise il veleno nella tazzina? E perché? Finanziere<br />

potentissimo, Sindona intratteneva rapporti con importanti<br />

uomini politici al di qua e al di là dell’oceano: nel<br />

1973 Andreotti lo definì «salvatore della lira» e nel 1974<br />

l’ambasciatore usa in Italia lo premiò <strong>com</strong>e «Uomo dell’an -<br />

no»; era uno degli uomini di fiducia del Vaticano, e in particolare<br />

dello Ior diretto da Paul Marcinkus, ma aveva anche<br />

legami con la mafia. Iscritto alla P2 di Licio Gelli, fu lui<br />

a introdurre Roberto Calvi negli ambienti di quella loggia<br />

segreta, oltre che in quelli vaticani e in quelli mafiosi: i due<br />

banchieri erano infatti legati da un intrico di affari avventurosi<br />

che avrebbero portato entrambi alla rovina.

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