27.05.2013 Views

Il Fatto quotidiano - Funize.com

Il Fatto quotidiano - Funize.com

Il Fatto quotidiano - Funize.com

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Fini difende l’autonomia dei pm e la stampa straniera<br />

che critica B. Gioco delle parti o si p re p a r a lo scontro?<br />

G i ove d ì 15 ottobre 2009 – Anno 1 – n° 20<br />

Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma<br />

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230<br />

Cacciate<br />

la Binetti<br />

di Luca Telese<br />

dc<br />

Paola Binetti va cacciata dal Pd: serenamente<br />

e pacatamente. Non per<br />

rigurgiti di stalinismo ma perché è<br />

una donna coerente. La Binetti è<br />

una persona umanamente corretta, convinta<br />

dei suoi valori. Non è disposta a <strong>com</strong>promessi.<br />

Ma sic<strong>com</strong>e i valori che considera<br />

irrinunciabili sono esattamente antitetici<br />

a quelli della <strong>com</strong>unità che deve rappresentare,<br />

cessa di essere un problema di<br />

libertà di coscienza e diventa una minaccia.<br />

Si dice: dovrebbe andarsene lei. E se<br />

non vuole? Anche in questo è coerente:<br />

per lei <strong>com</strong>battere la laicità del Pd è una<br />

missione, da attuare con fede crociata. La<br />

Binetti sta nel Pd con lo stesso spirito con<br />

in quale si autoinfligge il cilicio: un dolore<br />

è un giusto pegno di testimonianza fra gli<br />

infedeli. L’idea che cacciarla sarebbe uno<br />

strappo al Dna democratico è una fesseria.<br />

Ogni corpo che aspiri ad avere una identità<br />

deve tenere fuori chi afferma l’identità<br />

contraria. Si possono espellere un antisemita<br />

o un negazionista dal Pd? Certo. Dunque<br />

anche un omofobo. Chi nel terzo millennio<br />

crede che omossessualità e diversità<br />

siano “malattie”. La Binetti diventerà<br />

una martire, dicono i buonisti. I martiri sono<br />

quelli che in Italia muoiono appesi ai<br />

tubi, o vedono negato il loro diritto ad<br />

amarsi perché diversi. E se martirio fosse<br />

statene certi: a Paola non dispiace.<br />

No, è il Pd<br />

che deve espiare<br />

di Antonio Padellaro<br />

dc<br />

Caro Luca. Quanto è brutta la parola<br />

“c a c c i a re ”, e quanto essa ricorda<br />

modi e <strong>com</strong>portamenti padronali,<br />

in particolare di quel padrone che<br />

con gli editti stronca professioni e carriere.<br />

E poi, cacciare chi e perché? Una parlamentare<br />

bigotta solo perché professa<br />

idee che noi giudichiamo oscurantiste? Ricordi<br />

Voltaire? Disapprovo quello che dite,<br />

ma difenderò fino alla morte il vostro<br />

diritto a dirlo. Oltretutto, che sia un partito<br />

che si definisce Democratico a buttarla<br />

fuori mi sembrerebbe ingiusto oltre che<br />

paradossale. Di ben altra zavorra il Pd dovrebbe<br />

liberarsi. Degli assessori disonesti<br />

che mangiano sulla salute dei cittadini o<br />

dei capibastone che manovrando quintali<br />

di tessere, spesso false, condizionano candidati<br />

e congressi. No, lasciamo che la Binetti<br />

parli perché la sua più grande punizione<br />

è dover continuamente spiegare ciò<br />

che, probabilmente, anche lei, in cuor<br />

suo, giudica umanamente sbagliato. E lasciamo<br />

che, tenendola dentro, anche il Pd<br />

possa espiare la sua pena. Poiché la Binetti<br />

qualcuno l'avrà pure reclutata, con quell'opportunismo<br />

tipico di chi pensa di fare<br />

politica con le figurine: un industriale<br />

qua, una suorina là... Troppo semplice<br />

adesso dire: non ci serve più. Lei è il cilicio<br />

che il Pd ha volontariamente indossato.<br />

Che se lo tenga.<br />

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00<br />

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)<br />

Art. 1 <strong>com</strong>ma 1 Roma Aut. 114/2009<br />

PARLAMENTO CHIUSO<br />

MONTECITORIO SI VERGOGNA<br />

Mea culpa alla Camera dopo la denuncia del <strong>Fatto</strong><br />

Parole dure di Casini, durante un dibattito<br />

parlamentare, che poi telefona al presidente Fini.<br />

La maggioranza difende il vuoto voluto dal<br />

governo. Ma l’Italia è maglia nera in Europa: non<br />

ratifica le direttive. Ferrucci e Giulietti pag. 3 z<br />

nVento e gelo nella tendopoli de l’Aquila<br />

Seimila sfollati vivono ancora dentro le tende. Nei paesi dove le telecamere non arrivano, non esistono<br />

mense e ambulatori nonostante vi siano molti disabili e anziani. (FOTO ANSA) Amurri pag. 5 z<br />

T R AT TAV I A x Ai magistrati le carte di Ciancimino<br />

ECCO IL PAPELLO<br />

TRA STATO<br />

E MAFIA<br />

Annamaria Rivera<br />

Regole e roghi<br />

Metamorfosi del razzismo<br />

<strong>Il</strong> rifiuto dei migranti,<br />

il disprezzo delle minoranze<br />

e della pluralità culturale<br />

in un paese sull’orlo<br />

dell’abisso.<br />

in libreria<br />

www.edizionidedalo.it<br />

<strong>Il</strong> documento sulle<br />

richieste dei boss<br />

negli anni delle<br />

stragi all’esame<br />

del pm Ingroia<br />

Gomez e Lo Bianco pag. 6 z<br />

nsfide<br />

Maradona<br />

e la partita<br />

della vita<br />

Marco Risi pag. 14z<br />

C AT T I V E R I E<br />

Berlusconi annuncia il piano di<br />

ampliamento delle carceri.<br />

Quest'uomo continua a pensare<br />

solo a se stesso. ( w w w. s p i n o z a . i t )<br />

I CONSIGLI<br />

D E L L’ON. BETULLA<br />

di Marco Travaglio<br />

Ciedendo scusa alle signore, cito testualmente dall'editoriale di<br />

prima pagina sul Giornale lunedì a firma Renato Farina (me l'ha<br />

segnalato un lettore, mi era sfuggito, non ci si può fare del male<br />

tutti i giorni): “Per me uccidere una persona è il delitto<br />

peggiore che esista, grida vendetta al cospetto di Dio. E non<br />

dovrebbero esistere graduazioni. Ma a lume di buon senso, quanto al<br />

danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un<br />

omosessuale single che un padre di famiglia?”. Se le parole hanno un<br />

senso, il Farina sta fornendo, sul <strong>quotidiano</strong> di famiglia del presidente<br />

del Consiglio, preziose indicazioni per orientare il mirino di killer,<br />

serial killer, canari, neonazi da spedizione punitiva, teste rasate con le<br />

mani che prudono, personcine così. Una specie di listino di borsa dei<br />

bersagli da escludere e da privilegiare. A lume del suo proverbiale<br />

buon senso, egli ritiene che, dovendo proprio ammazzare qualcuno<br />

(quando ci vuole ci vuole), è meglio sincerarsi che la vittima sia gay,<br />

in quanto notoriamente incapace di procreare. L’ideale sarebbe<br />

sceglierlo single, il gay, onde evitare che a piangere sulla sua bara ci<br />

sia anche un <strong>com</strong>pagno, cioè un pubblico concubino contro natura,<br />

che guasterebbe il panorama e imbarazzerebbe gli eventuali Farina<br />

presenti alle esequie. E' viceversa vivamente sconsigliabile<br />

assassinare padri di famiglia, per definizione eterosessuali e dunque<br />

di rango doppiamente superiore ai gay single: anzitutto perchè, lo<br />

dice il ragionamento stesso, accanto a ogni padre di famiglia ci<br />

dev'essere (o ci dev'essere stata) per forza una madre di famiglia e<br />

soprattutto ci devono essere dei figli.<br />

Purtroppo i consigli ai cecchini si fermano qui, forse per motivi<br />

di spazio. Ma la speciale classifica dei soggetti socialmente più<br />

inutili, la cui eliminazione merita in tribunale la speciale<br />

“attenuante Farina”, si presta a ulteriori sviluppi che prima o poi<br />

andranno esplicitati. Se uno, per esempio, volesse incaponirsi a<br />

trucidare un eterosessuale col minimo danno sociale, sempre a<br />

lume di buon senso, dovrebbe concentrarsi sulla categoria degli<br />

impotenti scapoli che, non contenti di aver rinunciato a farsi una<br />

famiglia, hanno pure l'ardire di non procreare, e dunque, quanto<br />

a utilità sociale, sono molto prossimi ai gay, pur senza portare su<br />

di sé il marchio d'infamia della culattoneria: cioè, diciamolo,<br />

sono socialmente utili più o meno quanto un pelo superfluo.<br />

Anche fra i padri e le madri di famiglia, poi, bisognerebbe<br />

operare qualche opportuna distinzione: una donna in<br />

menopausa vale molto meno di una potenziale partoriente, e<br />

così un uomo operato alla prostata non può certo rivaleggiare<br />

con un maschio italico nel fiore degli anni (senz’allusioni ad alte<br />

o basse cariche dello Stato, notoriamente fuori concorso). Molto<br />

al ribasso immaginiamo si collochino, nel fixing farinesco, i<br />

portatori di qualsivoglia handicap dalla cintola in giù che li<br />

escluda dal novero dei padri di famiglia effettivi o potenziali.<br />

Volendo poi sottilizzare ci sarebbero anche, a fondo classifica, i<br />

giornalisti che prendono soldi dai servizi segreti perché si<br />

credono in missione antiterrorismo per conto di Dio, <strong>com</strong>e i<br />

Blues Brothers; si fanno chiamare Betulla; spìano colleghi e<br />

magistrati; pubblicano dossier farlocchi<br />

ispirati da Pio Pompa; infamano morti<br />

ammazzati <strong>com</strong>e Enzo Baldoni; vengono<br />

espulsi dell’Ordine: si fanno eleggere<br />

deputati; continuano a scrivere bestialità<br />

sul Giornale del premier. Non osiamo<br />

quantificare il danno sociale di una loro<br />

eventuale s<strong>com</strong>parsa dalla scena<br />

pubblica. Ma solo per il timore di<br />

svegliarci da un bel sogno.<br />

y(7HC0D7*KSTKKQ( +}!=!"!#!,<br />

R e n at o<br />

Fa r i n a


pagina 2 Giovedì 15 ottobre 2009<br />

Ecco cosa prevedeva<br />

il testo<br />

affossato dalla Camera<br />

Con 285 voti a favore, 222 contrari e 13<br />

astensioni, martedì scorso la Camera<br />

ha accolto la pregiudiziale di<br />

costituzionalità avanzata dall’Udc sulla proposta di<br />

legge sull’omofobia (relatrice la deputata Pd Anna<br />

Paola Concia). <strong>Il</strong> testo da un lato avrebbe<br />

ripristinato, con lievi modifiche, il <strong>com</strong>ma 1<br />

dell’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654.<br />

der del partito: la posizione di<br />

Franceschini è puramente<br />

strumentale, denunciano. Ma<br />

nel gioco di scacchi del dibattito<br />

all’interno del Pd, si registra<br />

anche la reazione piccata<br />

della stessa Binetti, che fa sapere<br />

di aver intenzione di restare,<br />

ma di non volere “il partito unico”.<br />

A questo punto si inserisce<br />

Pier Luigi Bersani: “Sui casi<br />

di coscienza decide l’or ganismo<br />

statutario”. Pronta arriva<br />

la reazione della deputata in<br />

questione: “Alle primarie penso<br />

di votare Bersani”. E con una<br />

sola dichiarazione riesce sia a<br />

vendicarsi dei franceschiniani,<br />

nelle cui fila peraltro sono molti<br />

dei più vicini alle sue posizioni,<br />

sia a mettere in difficoltà i<br />

bersaniani. “Chi vota per me,<br />

sa che questo significherebbe<br />

accettare le regole”, <strong>com</strong>menta<br />

l’ex Ministro. E i suoi fanno<br />

notare che il problema non è<br />

Dall’altro ne avrebbe esteso l’applicazione alle<br />

discriminazioni motivate dall’identità di genere o<br />

dall’orientamento sessuale. Sarebbe stato<br />

considerato un’aggravante, dunque, nei reati “non<br />

colposi contro la vita e l’incolumità individuale,<br />

contro la personalità individuale, contro la libertà<br />

personale e contro la libertà morale”, l’ave r<br />

<strong>com</strong>messo il fatto “con finalità inerenti<br />

di Elisa Battistini<br />

“L<br />

a Binetti è furba. Gioca sull’ambiguità del<br />

Pd per creare zizzania. Ma il problema<br />

non è lei. È il partito”. Non ha dubbi la deputata<br />

democratica Paola Concia, prima firmataria<br />

della legge contro l’omofobia affossata<br />

alla Camera. “<strong>Il</strong> tema di oggi - dice - non è<br />

l’espulsione della Binetti, ma la linea del Pd. A<br />

questo partito interessano i diritti degli omosessuali?<br />

Quando il Pd sarà chiaro su questo e<br />

all’orientamento o alla discriminazione sessuale<br />

della persona offesa dal reato”. Alle condanne per i<br />

reati della legge 654, sarebbero state applicabili<br />

tutte le pene accessorie previste del cosiddetto<br />

“decreto Mancino”. <strong>Il</strong> principio era quello di<br />

sancire l’equivalenza tra le discriminazioni causate<br />

da motivi razziali e quelle causate dall’identità di<br />

genere o dall’orientamento sessuale delle persone.<br />

IL CASO BINETTI SI ABBATTE SULLE PRIMARIE<br />

E OSCURA L’OMOFOBIA<br />

Franceschini: “Va espulsa”. Ma si rimanda tutto al 25 ottobre<br />

La teodem: “Per ora non decido niente”. E si schiera con Bersani<br />

di Wanda Marra<br />

Sparisce la questione omofobia<br />

e resta solo Paola Binetti.<br />

<strong>Il</strong> giorno dopo l’af -<br />

fossamento della legge,<br />

nel Partito democratico si discute<br />

quasi solo del caso della<br />

deputata teodem, che per l’en -<br />

nesima volta ha scelto di votare<br />

in maniera diversa dal suo<br />

gruppo parlamentare. Per la<br />

prima volta si parla esplicitamente<br />

di espulsione dal partito,<br />

ma con un dibattito che<br />

sembra attenere più alle dinamiche<br />

congressuali che a questioni<br />

di merito. Tanto è vero<br />

che ogni decisione è già rimandata<br />

a dopo lo primarie. Dopo<br />

la scelta della deputata teodem<br />

di votare le pregiudiziali di incostituzionalità<br />

al testo della<br />

Concia è durissima la dichiarazione<br />

del segretario Franceschini:<br />

“<strong>Il</strong> voto espresso alla Ca-<br />

mera da Binetti deve far riflettere<br />

sulla sua stessa permanenza<br />

nel Pd”, dichiara. Questo significa<br />

che si arriverà all’espul -<br />

sione? “Non sono io a poter decidere:<br />

il segretario del partito<br />

non ha questi poteri. Ma credo<br />

che questi non siano temi su<br />

cui ci possa essere libertà di coscienza.<br />

Sono chiamati in causa<br />

i valori fondativi, l'idea stessa<br />

del Pd". Con questa doppia<br />

dichiarazione, il leader del Pd<br />

in realtà manda due messaggi:<br />

da una parte, ancora una volta<br />

guarda all’elettorato di Ignazio<br />

Marino, in vista delle primarie.<br />

Dall’altra, fa capire, seppur tra<br />

le righe, che da qui al 25 ottobre<br />

non succederà niente. Nessuno<br />

pensa in questo momento<br />

di riunire gli uffici del Gruppo<br />

per discutere la questione. I<br />

mariniani, dal canto loro, continuano<br />

a respingere al mittente<br />

le aperture dell’attuale lea-<br />

STEFANO RODOTÀ<br />

“LA COSTITUZIONE TUTELA<br />

LE DISCRIMINAZIONI”<br />

di Stefano Caselli<br />

“S<br />

iamo purtroppo di fronte<br />

a una nuova dimostrazione<br />

dell’arretratezza italiana”.<br />

È il duro giudizio del professor<br />

Stefano Rodotà sulla pregiudiziale<br />

di incostituzionalità<br />

che, di fatto, ha affondato la<br />

cosiddetta legge sull’omofo -<br />

bia. “Dietro alle motivazioni<br />

giuridiche –dichiara Rodotà –<br />

si nasconde il chiaro retropensiero<br />

di chi stenta a riconoscere<br />

pari dignità sociale<br />

alle persone non eterosessuali”.<br />

Professore, partiamo dal<br />

dato tecnico. Si è sostenuto<br />

che introdurre un’aggra -<br />

vante per i delitti motivati<br />

dall’orientamento sessuale<br />

della vittima avrebbe creato<br />

una categoria di soggetti<br />

doppiamente tutelati. È<br />

una posizione sostenibile?<br />

Assolutamente no. La pregiudiziale<br />

non solo è infondata,<br />

ma capovolge la logica stessa<br />

che sta alla base della nostra<br />

Costituzione, del Trattato istitutivo<br />

dell’Unione Europea e<br />

della Carta dei Diritti Fondamentali<br />

della Ue. L’articolo 13<br />

del Trattato, che è assolutamente<br />

vincolante, prevede<br />

esplicitamente provvedimenti<br />

per <strong>com</strong>battere le discriminazioni<br />

fondate sulle tendenze<br />

sessuali. È un impegno istituzionale.<br />

E poi c’è l’ar ticolo<br />

3 della Costituzione italiana,<br />

che impone alla Repubblica<br />

di rimuovere gli ostacoli di ordine<br />

economico e sociale che<br />

impediscono il pieno svilup-<br />

po della persona umana. Non<br />

riconoscere ad alcuni soggetti<br />

il diritto di vivere liberamente<br />

la propria vita sessuale introduce<br />

una violazione della<br />

dignità sociale delle persone.<br />

L’argomento della discriminazione<br />

al contrario per i non<br />

omosessuali – per cui la legge<br />

non avrebbe previsto l’a ggravante<br />

– è poi un falso problema.<br />

La norma era un tentativo<br />

per garantire a una determinata<br />

categoria di cittadini uno<br />

status di uguaglianza che per<br />

altri non è messo in discussione.<br />

Nessuno aggredisce al grido<br />

di ‘sporco eterosessuale’,<br />

mentre le cronache – pur -<br />

troppo – riferiscono numerosi<br />

casi di violenza omofoba”.<br />

Dunque le motivazioni dello<br />

stop, più che giuridiche,<br />

sono di altro tipo?<br />

Un intervento normativo di<br />

questo genere avrebbe avuto<br />

non solo un valore normativo,<br />

ma anche un valore simbolico<br />

forte: l’accettazione<br />

sociale di qualsiasi tendenza<br />

sessuale. È questo il dato culturale<br />

che infastidisce, e qualcuno<br />

lo ha detto anche esplicitamente.<br />

Perché attraverso<br />

il riconoscimento formale<br />

della rilevanza di queste situazioni<br />

– meritevoli addirittura<br />

di una tutela penale rafforzata<br />

–diventa più difficile negare il<br />

riconoscimento di altri diritti,<br />

per esempio quello alle unioni<br />

di fatto. Come si può affermare<br />

che gli omosessuali già<br />

godono della piena parità, se<br />

poi viene loro negato ciò che<br />

ad altri è garantito? Dietro il<br />

riferimento ipocrita al principio<br />

di uguaglianza c’è quindi<br />

esattamente il contrario, il timore<br />

di una piena legittimazione<br />

di tendenze sessuali diver<br />

se”.<br />

A questo punto l’Italia rimane<br />

l’unico grande Paese<br />

dell’Unione a non aver una<br />

legge sull’o m o fo b i a …<br />

Purtroppo sì. <strong>Il</strong> nostro Parlamento<br />

rinuncia a fare dei passi<br />

significativi per dare attuazione<br />

a impegni assunti in sede<br />

internazionale. Quando<br />

entrerà in vigore la Carta dei<br />

Diritti Fondamentali<br />

dell’Unione Europea la questione<br />

dovrà necessariamente<br />

riproporsi”.<br />

LE SPINE NEL PD<br />

PRESSIONI DI GRUPPO<br />

SE I FINIANI VOTANO CONTRO<br />

H anno<br />

un giornale, una<br />

Fondazione e qualcosa che<br />

assomiglia da vicino a un sottogruppo<br />

parlamentare. Sono mesi, che i finiani<br />

si organizzano e si distinguono. <strong>Il</strong><br />

Secolo d’Italia ha portato avanti (e<br />

forse in alcuni casi anche “o l t re ”) le<br />

battaglie del Presidente della Camera,<br />

dalle posizioni su cittadinanza e<br />

immigrazione a quelle sui temi etici.<br />

Alla Fondazione Farefuturo spetta<br />

“s i s t e m a t i z z a re ” e“o r ga n i z z a re ” il<br />

pensiero politico dei fedelissimi di Fini.<br />

<strong>Il</strong> 16 settembre, 71 deputati ex An<br />

hanno firmato un documento in cui si<br />

l’espulsione, di cui in questo<br />

momento non è il caso di parlare,<br />

ma la presenza di regole<br />

certe. “È necessario stabilire<br />

una regola nella gestione del<br />

par tito”, afferma Letta, dando<br />

con questo una stoccata a Franceschini<br />

e ai suoi che hanno in<br />

mano sia questa, che la gestione<br />

del gruppo parlamentare alla<br />

Camera. Non senza sottolineare<br />

che a inseguire la<br />

deputata teodem<br />

per candidarla<br />

furono proprio<br />

Veltroni, Franceschini<br />

e Rutelli.<br />

La Binetti,<br />

intanto, è<br />

cor teggiatissima:<br />

voci la danno<br />

verso<br />

PaoloBinetti vista<br />

da Emanuele<br />

F u c e c ch i<br />

l’Udc, l’Mpa la freclama ufficialmente.<br />

“Deciderò solo dopo<br />

le primarie”, spiega lei. In<br />

questa fase, da una parte vuole<br />

pesare nel partito, dall’a l t ra<br />

aspetta il nuovo segretario del<br />

Pd e gli scenari che si delineeranno<br />

per valutare che fare.<br />

Non è escluso che alla fine decida<br />

di seguire Rutelli nella sua<br />

“s vo l t a ”, annunciata, ma ancora<br />

non ben chiarita. Da notare<br />

che a difenderla con<br />

più foga è tra gli altri<br />

uno degli “azionisti<br />

di maggioranza” di<br />

Franceschini. "Non<br />

prendiamo le scorciatoie<br />

delle espulsioni,<br />

che peraltro<br />

nello statuto non esistono.<br />

<strong>Il</strong> partito deve<br />

PAOLA CONCIA<br />

“IL VERO TEMA NON È LEI,<br />

MA LA LINEA DEL PARTITO”<br />

chiedeva una gestione più collegiale del<br />

gruppo del Pdl. E alla Camera hanno<br />

pronti i loro correttivi al testo sul<br />

biotestamento licenziato dal Senato.<br />

Martedì sul voto alla legge contro<br />

l’omofobia, in 9, “capeggiati” da Della<br />

Vedova e Flavia Perina, Bocchino e<br />

Adolfo Urso, si sono distinti in maniera<br />

netta, votando no alle pregiudiziali di<br />

costituzionalità sollevate dall’Udc e<br />

votate da tutta la maggioranza. Perché<br />

“il provvedimento andava corretto e<br />

non affossato”. Mentre esplode il caso<br />

Binetti, forse la questione finiani non è<br />

poi così da meno.<br />

favorire il confronto e la discussione<br />

interna", afferma Fioroni.<br />

Intanto, arriva dall’Onu una<br />

critica durissima all’Italia: lo<br />

stop alla legge sull'omofobia<br />

giunto ieri dal Parlamento italiano<br />

"è un passo indietro" per i<br />

diritti di gay e lesbiche, secondo<br />

Navi Pillay, Alto Commissario<br />

delle Nazioni unite per i diritti<br />

umani. E si vocifera che oggi<br />

in Consiglio dei Ministri la<br />

Carfagna presenterà un suo disegno<br />

di legge. Mentre il Pd<br />

cerca di arginare il danno: Casson<br />

ripresenta in Senato la proposta<br />

della Concia bocciata<br />

dalla Camera e a Montecitorio<br />

la presidenza del gruppo Pd deposita<br />

una proposta di legge<br />

per un nuovo testo armonizzato<br />

con il Trattato di Lisbona.<br />

L’Onu contro<br />

l’Italia: “Sui<br />

diritti dei gay<br />

è stato fatto<br />

un passo<br />

i n d i e t ro ”<br />

altri fronti, ognuno di noi deciderà se restare<br />

o meno”. E questo vale anche per per la Binetti.<br />

“Starà a lei capire se il Pd corrisponde<br />

alle sue idee. L’esplusione è un falso problema.<br />

La Binetti è un falso problema. La verità è<br />

che nei giorni che ci separano dalle primarie,<br />

dobbiamo smetterla con le ambiguità. Proprio<br />

per questo voto Marino”.<br />

Per il resto, Paola Concia è soprattutto amareggiata.<br />

“In un giorno abbiamo buttato via<br />

un anno di lavoro mostrando che alla politica<br />

interessano poco i diritti civili”.<br />

E sulla questione della costituzionalità<br />

precisa: “L’a ggravante<br />

di omofobia esiste in<br />

Francia, Belgio, Portogallo. La<br />

questione è pretestuosa. Al<br />

contrario, la legge avrebbe rea-<br />

lizzato l’articolo 3 in cui si parla<br />

del dovere di rimuovere gli<br />

ostacoli di ordine sociale che limitano<br />

la libertà dei cittadini.<br />

Le leggi europee paragonano<br />

l’omofobia al razzismo. In entrambi<br />

i casi la violenza viene<br />

perpetuata in ragione di una<br />

condizione. Se ci sono dati evidenti<br />

che un reato è <strong>com</strong>messo<br />

in ragione della razza o del sesso,<br />

allora si applica l’a ggravante”.<br />

Ma la legge è lettera morta.<br />

E il Ministro Carfagna proporrà<br />

un nuovo testo: “Se è convincente<br />

lo voterò. Ma bruciare un<br />

anno di lavoro bipartisan per rifare<br />

la legge, sul piano politico<br />

è imperdonabile”.


Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 3<br />

Sono 32 le leggi<br />

in corso d’esame<br />

tra Camera e Senato<br />

Idisegni di legge presentati alle<br />

Camere nella sedicesima legislatura<br />

sono 4471, di cui 1746 al Senato e<br />

2725 alla Camera. 4283 sono quelli<br />

d’iniziativa parlamentare. 153 d’iniziativa<br />

governativa, 21 regionale (2 Piemonte, 2 Valle<br />

d’Aosta, 2 Lombardia, 6 Veneto, 2 Liguria, 2<br />

Emilia Romagna,3 Toscana, 1 Lazio, 1<br />

ma non pochi parlamentari, e non solo nelle<br />

fila dell’opposizione. Sarebbe tuttavia un grave<br />

errore limitarsi ad una superficiale descrizione<br />

di quanto sta accadendo e non cogliere<br />

che si tratta di una vera e propria questione<br />

democratica. Sono rimasto imbarazzato<br />

quando il direttore Padellaro mi ha gentilmente<br />

chiesto di descrivere una giornata tipo<br />

del Parlamento. La tentazione sarebbe stata<br />

quella di mandare un foglio bianco, allegando gli<br />

ultimi ordini del giorno e i calendari di lavoro. Dall'inizio<br />

di settembre l'aula funziona a mezzo servizio,<br />

di regola le sedute si limitano al martedì pomeriggio e<br />

al mercoledì. Volete un esempio? Questa settimana le<br />

votazioni si sono svolte dalle 16 alle 19 e stamane<br />

dalle 11 alle 13. <strong>Il</strong> lavoro nelle <strong>com</strong>missioni ha seguito<br />

lo stesso andamento. Cattiveria del presidente<br />

Fini? Scarsa volontà dei singoli parlamentari? Furbizia<br />

della casta per intascare la diaria e andare a casa?<br />

M<br />

agari le cose stessero così, sarebbe una schifezza,<br />

ma sarebbe persino più rassicurante, il male sarebbe<br />

stato individuato con certezza. Purtroppo sta<br />

accadendo qualcosa di più grave e cioé un lento svuotamento<br />

della Costituzione. L'attività legislativa si sta<br />

trasferendo altrove, potere esecutivo e potere legislativo<br />

si stanno sovrapponendo. <strong>Il</strong> governo procede<br />

per decreti, quando ha paura delle sue divisioni interne<br />

mette il voto di fiducia. Questo lento processo<br />

di svuotamento del Parlamento si ac<strong>com</strong>pagna alla<br />

preannunciata offensiva contro l'autonomia del potere<br />

giudiziario e contro quel poco che resta dell’au -<br />

tonomia dell’informazione. Chiunque non sia in malafede<br />

o non sia un <strong>com</strong>plice non può non vedere che<br />

Berlusconi e i suoi hanno in mente di realizzare una<br />

Repubblica presidenziale a reti unificate, fondata sul<br />

Abruzzo) , 12 popolare e 2 provenienti dal<br />

CNEL. I disegni di legge approvati (alcuni in<br />

stadi intermedi) sono 145 al Senato e 126 alla<br />

Camera. I voti di fiducia, richiesti e accordati,<br />

sono stati 6 a Palazzo Madama e 15 a<br />

M o n t e c i t o r i o.<br />

I disegni di legge in corso di esame sono 32, dei<br />

quali 19 alla Camera e 13 al Senato. <strong>Il</strong> tempo<br />

“CI DOBBIAMO VERGOGNARE”<br />

Alla Camera Casini lancia<br />

l’allarme dopo la denuncia di ieri di Colombo<br />

di Alessandro Ferrucci<br />

giorno rischiamo<br />

di doverci vergognare,<br />

tutti”, am- “Un<br />

mette Pier Ferdinando<br />

Casini. E lo fa durante<br />

il dibattito parlamentare di ieri.<br />

Si riferisce, è chiaro, all’articolo<br />

di Furio Colombo pubblicato<br />

sulla prima pagina de<br />

“il <strong>Fatto</strong> Quotidiano” e intitolato:<br />

“Scandalo alla Camera: la<br />

settimana dura solo quattro<br />

o re ”. Applausi da tutta l’opposizione,<br />

fischi dalla maggioranza.<br />

Con l’ex ministro<br />

Antonio Martino lesto a prendere<br />

la parola, ed ergersi a<br />

scudiero del Governo: "Dobbiamo<br />

ritornare al vero Par-<br />

lamento, <strong>com</strong>e luogo di discussione,<br />

di confronto e di<br />

<strong>com</strong>petizione di idee e che<br />

vota soltanto alla fine”. E ancora<br />

"dobbiamo delegare la<br />

maggior parte dei voti alle<br />

<strong>com</strong>missioni, che infatti lavorano<br />

in questo senso. L'Aula<br />

deve servire <strong>com</strong>e luogo di<br />

dibattito. Credo che questa<br />

sia la posizione giusta per difendere<br />

il Parlamento". Bene,<br />

ma difenderlo da cosa? Probabilmente<br />

dalle future multe<br />

della <strong>com</strong>missione europea.<br />

Sì, perché con l’ar rivo<br />

del recente “Trattato di Lisbona”,<br />

poco amato da Silvio Berlussconi<br />

perché considerato<br />

invasivo dell’autonomia nazionale,<br />

ogni stato dovrà ra-<br />

tificare un numero sempre<br />

più alto di direttive europee.<br />

E già adesso siamo in grande<br />

difficoltà: numeri alla mano, a<br />

ottobre, siamo a 155 infrazioni,<br />

il 70% delle quali proprio<br />

per mancato recepimento.<br />

Vuol dire che Governo e Parlamento<br />

non trovano il tempo<br />

di discutere, valutare, adeguare<br />

e approvare. Siamo i<br />

peggiori d’Europa anche se,<br />

va detto, in miglioramento<br />

(tre anni fa superavamo ampiamente<br />

le 200). Ma, se questo<br />

aspetto, alcuni lo derubricano<br />

in chiave burocratese<br />

(“il sistema Italia è molto<br />

<strong>com</strong>plicato e articolato in<br />

gangli statali” spiega una fonte<br />

governativa), diverso è il<br />

discorso sulla attività nostrana:<br />

"<strong>Il</strong> Parlamento procede<br />

con voti di fiducia, maxi-emendamenti,<br />

apposizioni<br />

di procedure abbreviate che<br />

finiscono per. annullare, assimilare<br />

e assorbire tutto il dibattito<br />

del nostro Parlamento,<br />

e noi ci troviamo a non<br />

avere provvedimenti da calendarizzare",<br />

si sfoga Casini.<br />

Tradotto vuol dire congelare<br />

il lavoro parlamentare attraverso<br />

decreti e fiducia (un utilizzo<br />

record durante questa<br />

legislatura); la Camera lavora<br />

solo o quasi unicamente sui<br />

provvedimenti del governo<br />

IL RACCONTO<br />

LA GIORNATA DI UN PARLAMENTARE?<br />

SEMBRA UN FOGLIO BIANCO<br />

di Giuseppe Giulietti*<br />

P<br />

rimo sms. "Si avverte che le votazioni avranno luogo<br />

lunedì pomeriggio ore 16". Accidenti devo disdire<br />

l'incontro con i ragazzi di Libera che hanno promosso<br />

un incontro su mafia e informazione. Secondo<br />

sms: "Si avverte che le votazioni avranno luogo martedì<br />

alle ore 11". Convocare o no la riunione? Disdire<br />

subito gli appuntamenti di martedì <strong>com</strong>preso l'incontro<br />

con il sindacato europeo dei giornalisti, ma<br />

sarà bene non correre rischi, ci manca solo che si<br />

ripeta la vicenda dello scudo fiscale. Sms tre: "Votazioni<br />

spostate al pomeriggio, il governo sta valutando<br />

di mettere la fiducia". A questo punto rinuncio a<br />

organizzare alcunché, perché, a differenza di Berlusconi,<br />

non penso di essere il miglior parlamentare<br />

degli ultimi due secoli e non sono ancora riuscito a<br />

regalarmi il dono dell'ubiquità che mi consentirebbe<br />

di essere in aula, in <strong>com</strong>missione, ovunque, a prescindere<br />

dallo spazio e dal tempo. Al di là dell’i ro n i a<br />

questa modalità di organizzazione dei lavori, incide<br />

sulla qualità dei lavori, rende impossibile la continuità,<br />

vanifica persino quel poco di creatività e di impegno<br />

civico che <strong>com</strong>unque ancora resiste e che ani-<br />

D i s o rg a n i z z a z i o n e ,<br />

poco lavoro in aula e<br />

nelle <strong>com</strong>missioni: una<br />

strategia per svuotare<br />

la Costituzione<br />

CRISI DEMOCRATICA<br />

che, allo stato, non ha nulla<br />

da proporre all’assemblea. In<br />

pratica è stata messa in atto la<br />

proposta di Berlusconi di far<br />

votare solo i capogruppo.<br />

Una sorta di Consiglio d’amministrazione<br />

governativo.<br />

Fischi allora, quando l’ha detto,<br />

silenzio adesso quando lo<br />

sta mettendo in atto. Prendendo<br />

sempre spunto dai numeri,<br />

ecco scoprire che in<br />

questa XVI legislatura sono<br />

stati elaborati 1746 disegni di<br />

legge al Senato; 145 sono passati;<br />

ma il 70% di quest’ultimi,<br />

erano di iniziativa governativa.<br />

Insomma “ghe pensi mi”,<br />

<strong>com</strong>e direbbe Berlusconi.<br />

Tanto che il Pdl ha mandato<br />

una lettera ai suoi, dai toni<br />

molto chiari: “Coloro che<br />

non raggiungeranno l'80%<br />

delle votazioni non sarà ricandidato”.<br />

“La capacità della maggioran-<br />

I l<br />

za, del governo, ma anche del<br />

Parlamento, di dare delle risposte<br />

ai cittadini si misura<br />

non nel Palazzo, ma fuori",<br />

tuona il capogruppo della Lega,<br />

Roberto Cota. Altri applausi<br />

dalla maggioranza. “È<br />

inconcepibile rispetto alla<br />

tradizione lavorare un giorno<br />

e mezzo alla settimana” r isponde<br />

Casini. Quest’ultimo<br />

ha poi telefonato al presidente<br />

della Camera Gianfranco<br />

Fini che gli ha assicurato che<br />

provvederà a sollecitare le<br />

<strong>com</strong>missioni a calendarizzare<br />

i provvedimenti per l’Au l a .<br />

Un sollecito, niente più. Oltre<br />

non gli è consentito andare.<br />

Nel frattempo, finite le tre ore<br />

di ieri, è suonata la “campanella”.<br />

Fine della settimana.<br />

Tutti liberi di dedicarsi a hobby,<br />

viaggi o, magari, secondi<br />

lavori. <strong>Il</strong> tempo è anche den<br />

a ro .<br />

POTERE E TELEVISIONE<br />

Se anche le Iene<br />

si addormentano<br />

servizio sulla condanna del deputato Gabriella<br />

Carlucci a pagare la sua ex portaborse, an-<br />

ticipato dal nostro giornale, non è andato in onda nella<br />

puntata di martedì scorso delle Iene. Se sparisse per<br />

sempre dalla programmazione sarebbe un brutto segnale.<br />

Anche perché non è certo la prima volta che un<br />

servizio sgradito a un politico salta per ragioni oscure.<br />

In <strong>com</strong>penso, nella penultima puntata le Iene sono<br />

riuscite a fare uno scoop: hanno mostrato i poliziotti<br />

addormentati nelle auto davanti ai ministeri<br />

dopo una notte di guardia. <strong>Il</strong> Silp, sindacato della<br />

Cgil, ha ricordato che quel servizio <strong>com</strong>porterà<br />

un procedimento disciplinare e ha scritto un <strong>com</strong>unicato<br />

molto duro ma che oggi si rivela preveggente:<br />

“é satira mettere in ridicolo un uomo<br />

che guadagna 1400 euro e non ha avvocati per difendersi?<br />

No, la satira è cosa per uomini coraggiosi<br />

che se la prendono con i potenti”. Ma quelli<br />

sono dentro il Palazzo. Non dentro la guardiola.<br />

rapporto diretto tra il capo e la sua folla di spettatori.<br />

Ieri mattina, <strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong> <strong>quotidiano</strong> ha denunciato lo svuotamento<br />

progressivo del Parlamento. E per fortuna,<br />

le opposizioni, tutte insieme, hanno sollevato con<br />

energia il tema: lo fatto il gruppo dell'Idv manifestando<br />

davanti alla Camera, lo ha fatto il presidente Casini,<br />

lo ha fatto il Pd con l'onorevole Bressa che ha<br />

ricordato <strong>com</strong>e l'aula è diventata" quasi muta". Forse<br />

bisognerà andare oltre, bisognerà restare in aula anche<br />

quando vorranno limitarne i lavori, forse bisognerà<br />

ricorrere a forme di protesta più clamorose,<br />

forse le opposizioni unite potrebbero riunirsi in cento<br />

piazze italiane e raccontare ai cittadini quanto rischia<br />

di accadere. Nei giorni scorsi il direttore della<br />

rivista Confronti, storico giornale del dialogo interreligioso,<br />

Gian Mario Giglio, in una lettera spedita<br />

all’associazione Articolo21, ci ha invitato tutti a difendere<br />

la Costituzione promuovendo la lettura del<br />

testo in tutte le città e in tutti i paesi, portando con sé<br />

una copia della carta e un’agenda rossa per ricordare<br />

il sacrificio del giudice Borsellino e i misteri che pesano<br />

su quella morte e sullo stessa democrazia. Ci<br />

sembra una bella idea, i parlamentari potrebbero e<br />

dovrebbero mettersi a disposizione, utilizzare il proprio<br />

tempo, dentro e fuori l'aula, per difendere quei<br />

principi e quei valori che Berlusconi vorrebbe annullare<br />

o stravolgere. (Portavoce di Articolo21)<br />

medio di approvazione per una legge<br />

d’iniziativa parlamentare è di 162 giorni, che si<br />

riducono a 61 per quelli d’iniziativa<br />

governativa. La conversione dei decreti in legge<br />

ha bisogno invece di 40 giorni in media. I tempi<br />

più lunghi sono quelli spesi per le leggi<br />

ordinarie collegate alla manovra finanziaria:<br />

237 giorni.<br />

Giustizia,<br />

Fini frena<br />

il premier:<br />

no ai pm<br />

s o g ge t t i<br />

al governo<br />

U<br />

n conto è la separazione<br />

delle carriere dei<br />

magistrati, un altro è che il<br />

pm sia sottoposto ad altri<br />

poteri se non a quello<br />

dell’ordine giudiziario”.<br />

Arriva da Francoforte il<br />

nuovo strappo tra Fini e<br />

Berlusconi. Inaugurando<br />

lo “spazio Italia” al 61esimo<br />

Salone del Libro, il presidente<br />

della Camera è intervenuto<br />

infatti nel dibattito<br />

sulla riforma dell’o rd i -<br />

namento giudiziario, rilanciata<br />

in questi giorni dallo<br />

stesso premier. “Non ho<br />

cambiato idea sul fatto che<br />

la Costituzione vada rispettata<br />

- ha spiegato - sul<br />

principio di assoluta indipendenza<br />

di tutti i magis<br />

t ra t i ”. Un pensiero anticipato<br />

ieri, in un’inter vista,<br />

dalla presidente della<br />

Commissione Giustizia<br />

della Camera, Giulia Bongiorno,<br />

secondo cui “sottoporre<br />

i pm al controllo<br />

dell’esecutivo non garantirebbe<br />

nessuno”. Per l’av -<br />

vocato, inoltre, la riforma<br />

è “urgente, ma deve essere<br />

organica, non a macchia di<br />

l e o p a rd o ”<br />

Fini ha inoltre allargato il<br />

discorso a tutte le riforme:<br />

“Sulla fine del bicameralismo<br />

perfetto, sulla riduzione<br />

dei parlamentari e su<br />

nuove forme di equilibrio<br />

tra potere esecutivo e legislativo<br />

si possono fare riforme<br />

che siano approvate<br />

con una larga maggioranza<br />

quale è quella prevista<br />

dall’articolo 138 della Costituzione,<br />

indispensabile<br />

per evitare l’ipotesi, non<br />

automatica ma già attivata<br />

in passato, di un referendum<br />

confermativo”. Secondo<br />

il presidente dei deputati<br />

di Montecitorio, i<br />

padri costituenti non<br />

avrebbero inserito a caso<br />

le modalità per fare le riforme:<br />

“Io da sempre auspico<br />

- ha proseguito - che in questa<br />

legislatura non si perda<br />

l’occasione per riformare<br />

le istituzioni portando a<br />

<strong>com</strong>pimento un iter molto<br />

ricco. Ci sono le condizioni<br />

politiche perché ciò avvenga,<br />

sulla base di una larga<br />

o addirittura unanime<br />

convergenza su alcune<br />

questioni. Ad esempio,<br />

sulla necessità di portare a<br />

<strong>com</strong>pimento il processo<br />

federalista in corso, indispensabile<br />

perché abbia<br />

un modello istituzionale<br />

che gli offra uno sbocco”.<br />

Fini non ha risparmiato a<br />

Berlusconi neanche una<br />

stoccata sull’imma gine<br />

dell’Italia all’estero, che<br />

non dipende solo dai media.<br />

Tra i due era previsto<br />

per oggi un altro incontro<br />

chiarificatore, ma Montecitorio<br />

ha fatto sapere che<br />

l’appuntamento slitta alla<br />

prossima settimana. (s .d.r)


pagina 4 Giovedì 15 ottobre 2009<br />

La situazione L’ indice della produzione industriale<br />

destagionalizzato segna, nel mese di<br />

agosto 2009, un aumento del 7 per<br />

FA B B R I C H E<br />

tendenza rispetto alla recessione. Infatti,<br />

guardando i dati <strong>com</strong>plessivi relativi all’anno 2009<br />

rispetto al 2008, si nota una variazione negativa di<br />

stata di meno 21 per cento. Gli indici dei mesi<br />

estivi descrivono solo il <strong>com</strong>portamento delle<br />

industrie che hanno consumato tutte le scorte e<br />

delle imprese italiane<br />

cento rispetto a luglio 2009. La crescita è<br />

superiore a quella registrata a luglio 2009 rispetto<br />

quasi il 20 per cento: l’indice della produzione<br />

corretto per gli effetti di calendario ha registrato<br />

le stanno ricostituendo. Per questo spendono, da<br />

qui l’incremento dell’indice di produzione. Ma<br />

al precedente mese di giugno 2009 : l’i n c re m e n t o ad agosto una diminuzione tendenziale del 18,3 non durerà. Nel confronto tendenziale relativo al<br />

c’era stato, ma solo del 4%. L’ottimismo però è per cento, mentre nei primi otto mesi la periodo gennaio-agosto, l’indice è diminuito del<br />

solo apparente e non significa un’inversione di variazione rispetto allo stesso periodo del 2008 è 21,1 per cento.<br />

secondo l’Istat<br />

Cortei e sequestri<br />

nella Toscana in crisi<br />

A Piombino c’è il caso Dalmine<br />

A Massa operai e sindaci protestano<br />

di Giampiero Calapà Livorno<br />

Saranno solo le “g a z z e tte<br />

della sinistra”, <strong>com</strong>e<br />

dice il premier Silvio<br />

Berlusconi, a dipingere<br />

un’Italia in crisi. Eppure se<br />

trenta operai arrivano addirittura<br />

a sequestrare un sindaco<br />

(anche se in modo<br />

“simbolico” e accettato dal<br />

sequestrato stesso) forse significa<br />

che la situazione non<br />

è così rosea <strong>com</strong>e viene dipinta<br />

ad Arcore e palazzo<br />

G ra z i o l i .<br />

É successo ieri mattina ad<br />

Aulla, in Lunigiana, al confine<br />

tra Toscana e Liguria.<br />

Prima sono saliti sul tetto<br />

del municipio e poi hanno<br />

sequestrato il sindaco Roberto<br />

Simoncini. Perché da<br />

lunedì scorso i lavoratori<br />

della Costa Mauro, una<br />

azienda che si occupa di trasporto<br />

dei rifiuti, hanno dovuto<br />

incrociare forzatamente<br />

le braccia. Le porte<br />

dell’azienda non si sono<br />

aperte, e le attività sono cessate<br />

improvvisamente a causa<br />

della decisione della Provincia<br />

di Massa e Carrara: lo<br />

stop al trasporto di rifiuti da<br />

La Spezia a Albiano Magra e<br />

al loro trattamento. Tutto<br />

fermo fino all’arrivo - non si<br />

sa quando - di nuove autorizzazioni<br />

e, intanto, è in<br />

corso anche un accertamento<br />

da parte della Guardia di<br />

Finanza per presunte irregolarità<br />

contabili, anche se<br />

l’azienda si dichiara “e s t ranea<br />

ai fatti contestati”.<br />

<strong>Il</strong> sindaco di Aulla, il sequestrato,<br />

si è schierato dalla<br />

parte dei lavoratori: “Hanno<br />

tutta la mia solidarietà. É stato<br />

un sequestro consensuale<br />

e simbolico, nel senso che<br />

non mi sono mosso dal mio<br />

ufficio per diverse ore al fine<br />

di trovare una soluzio-<br />

ne”. Simoncini, che poi è anche<br />

salito sul tetto insieme<br />

ai lavoratori, ha ottenuto già<br />

per questa mattina un vertice<br />

con l’azienda e le altre<br />

istituzioni, mentre gli operai<br />

hanno passato la notte in<br />

municipio e “rimar ranno<br />

nella sede <strong>com</strong>unale con me<br />

fino a quando non avremo<br />

risposte precise sul loro fut<br />

u ro ”, annuncia il sindaco.<br />

Stesso giorno, 182 chilometri<br />

più a sud, i 124 dipendenti<br />

del tubificio della Tenaris<br />

Dalmine hanno marciato<br />

“per la sopravvivenza”<br />

dalla località Fiorentina a<br />

piazza Gramsci, nel cuore di<br />

Piombino. Sei chilometri a<br />

piedi, perché “l’azienda deve<br />

ritirare il piano di ristrutturazione<br />

che prevede la<br />

chiusura dello stabilimento”,<br />

afferma Luciano Gabrielli<br />

della Fiom, per un taglio<br />

<strong>com</strong>plessivo di 1024<br />

posti di lavoro su 2814 in<br />

tutta Italia da qui al 2011.<br />

Piombino, però, si è stretta<br />

intorno alle famiglie che si<br />

BERGAMO<br />

GUERRE DI CARTA<br />

SINDONA VALE IL KO?<br />

N el<br />

duello ormai in<strong>com</strong>prensibile tra<br />

il direttore del Corriere della Sera e<br />

il fondatore di Repubblica<br />

(in<strong>com</strong>prensibile perché i lettori normali<br />

leggono uno solo tra i due giornali),<br />

Ferruccio de Bortoli sembra aver<br />

assestato il colpo del knock out. Eugenio<br />

Scalfari sconta l’età, nel senso che in<br />

cinquant’anni di carriera qualche<br />

cantonata l’ha presa pure lui. E de Bortoli<br />

non manca di ricordarle con impietosa<br />

precisione. <strong>Il</strong> più famoso è ovviamente<br />

l’appoggio di “Repubblica” a Ciriaco De<br />

Mita. Ma de Bortoli evita l’ovvio e ricorda<br />

che Scalfari, almeno in una prima fase,<br />

stanno preparando al trauma<br />

della perdita di uno stipendio,<br />

e al termine del corteo<br />

molta gente ha partecipato<br />

al pranzo di solidarietà,<br />

offerto anche a qualche senzatetto:<br />

“Mi auguro che nelle<br />

prossime ore il lavoro e<br />

l’occupazione ritornino al<br />

centro di un dibattito politico<br />

che troppo spesso non<br />

se ne occupa”, afferma il sindaco<br />

Gianni Anselmi. E un<br />

motivo ci sarà se dal 1994<br />

questo è il momento peggiore<br />

per il livello occupazionale<br />

nel Paese. La Toscana<br />

non fa certo eccezione e,<br />

anzi, assiste al rapido e incessante<br />

declino industriale<br />

dell’area che da Piombino<br />

porta fino a Livorno con un<br />

misto di rassegnazione e impotenza.<br />

Attorno alla città dei quattro<br />

mori, infatti, i casi disperati<br />

paiono non finire mai. I 175<br />

operai della ex Delphi ancora<br />

aspettano una soluzione<br />

contando i giorni che li separano<br />

dalla scadenza della<br />

SE LA LEGA PERDE IL FEUDO DELLA DALMINE<br />

tifava per la Banca Privata (l’istituto di<br />

credito più amato dalla mafia) di Michele<br />

Sindona nello scontro con la Mediobanca<br />

di Enrico Cuccia. E non basta: FdB<br />

rivanga pure la signorile indifferenza con<br />

cui Scalfari auspicava il fallimento del<br />

Corriere, alla vigilia dello scandalo P2. In<br />

modo altrettanto signorile, il direttore di<br />

via Solferino usa pure l’argomento che<br />

Giampaolo Pansa agita in questi giorni su<br />

“L i b e ro ”: vendendo “Repubblica” a De<br />

Benedetti, Scalfari barattò<br />

l’indipendenza con un pacco di miliardi.<br />

Quindi ora stia zitto sull’azionariato del<br />

Corrierone. Urge replica.<br />

di Elisabetta Reguitti<br />

L<br />

cassa integrazione in deroga.<br />

L’elenco di aziende medie<br />

e piccole chiuse negli ultimi<br />

mesi continua ad aumentare.<br />

E la crisi non è solo<br />

industriale. <strong>Il</strong> simbolo della<br />

decadenza livornese, in<br />

questi giorni, viene visto nel<br />

fallimento della società di<br />

pallacanestro, nonostante<br />

in questi anni il Comune abbia<br />

investito oltre 2 milioni<br />

di euro per farla sopravvivere.<br />

Ma niente da fare, sipario<br />

calato su una società un<br />

tempo gloriosa che fu pure<br />

campione d’Italia, anche se<br />

solo per venti minuti: era la<br />

finale per lo scudetto<br />

1988/’89 e i giocatori del Li-<br />

Bergamo<br />

a Dalmine Tenaris di Bergamo, fortino leghista,<br />

rischia di perdere i pezzi. E non solo sul<br />

fronte occupazionale. Anche di credibilità politica.<br />

Non sono infatti piaciute ai lavoratori,<br />

molti dei quali iscritti alla Fiom Cgil e che però<br />

votano per il Carroccio, le dichiarazioni dei rappresentanti<br />

politici locali e nazionali sul futuro<br />

occupazionale dei dipendenti del gruppo industriale.<br />

Tutto è iniziato all’indomani della presentazione<br />

del piano industriale nazionale<br />

(2010-2011) da 114 milioni di euro (per i 4 siti<br />

produttivi: i bergamaschi Dalmine e Costa Volpino,<br />

quello di Arcore e Piombino) che prevede<br />

però il taglio <strong>com</strong>plessivo di 1024 posti di lavoro.<br />

Era il 28 settembre scorso.<br />

“<strong>Il</strong> giorno successivo il sindaco di Dalmine<br />

Claudia Terzi si è affrettato a rilasciare<br />

una dichiarazione che in sintesi diceva<br />

che non si deve più pensare al posto fisso<br />

quanto piuttosto investire in formazione<br />

per ricollocare i lavoratori”, ricorda Mirco<br />

Rota segretario generale della Fiom di Bergamo.<br />

A tutto ciò erano poi seguite le<br />

parole del consigliere regionale leghista<br />

Daniele Belotti che aveva rivelato l’e s istenza<br />

di un altro piano industriale con<br />

“solo” 500 esuberi. “Dichiarazioni smentite<br />

nella trattativa” dice Rota. Se tutto ciò<br />

non bastasse il ministro Roberto Calderoli,<br />

al termine di un recente incontro di<br />

due ore avuto con l’amministratore delegato<br />

della Dalmine Tenaris Vincenzo<br />

Crapanzano ha <strong>com</strong>mentato: “Dalle prime<br />

indicazioni <strong>com</strong>incio a vedere un percorso<br />

che possa portare all'obiettivo che<br />

nessuna famiglia possa avere un danno<br />

dall'attuazione di questo piano”. <strong>Il</strong> riferimento<br />

all’ “attuazione di questo piano”<br />

ai lavoratori proprio non è piaciuta. Loro<br />

infatti non intendono accettare passiva-<br />

Proteste operaie in Toscana<br />

Perfino lo sport diventa<br />

un simbolo della crisi,<br />

dal basket al fallimento<br />

del giornale livornese<br />

di Cristiano Lucarelli<br />

vorno appresero soltanto<br />

negli spogliatoi di un palasport<br />

in delirio che quell’u ltimo<br />

canestro non era stato<br />

convalidato, tricolore alla<br />

Philips Milano.<br />

Oggi sembra impossibile a<br />

Livorno ritornare a grandi livelli<br />

sul parquet per provare<br />

a riprendersi quella vittoria,<br />

anche se il sindaco Alessandro<br />

Cosimi è convinto che<br />

prima o poi “faremo rinascere<br />

il grande basket”. Le buone<br />

intenzioni, da queste parti,<br />

non mancano, ma non<br />

sempre bastano per raggiungere<br />

i risultati sperati.<br />

Come l’impresa del bomber<br />

Cristiano Lucarelli, qualcosa<br />

di più di un calciatore per<br />

la città, che dopo due anni<br />

ha annunciato dalle colonne<br />

del suo Corriere di Livorno<br />

di non avere più né le risorse<br />

economiche né l’e n t u s i asmo<br />

per continuare nell’av -<br />

ventura della carta stampata.<br />

Almeno la vicenda Toremar<br />

è arrivata ad una svolta:<br />

la <strong>com</strong>pagnia di navigazione<br />

passerà alla Regione in attesa<br />

dell’arrivo di un privato<br />

(sarebbe già pronto alla gara<br />

l’armatore sudamericano<br />

Corsica Ferries). Anche se i<br />

sindaci di Rio Elba e Rio Marina<br />

preferirebbero mantenere<br />

la presenza<br />

del ca-<br />

pitalepubblico, per garantire<br />

livelli<br />

o c c u p a z i onali<br />

e “c o l l egamentivitali<br />

per l’e c onomia<br />

di un<br />

ter ritorio<br />

che i nostri figli<br />

non devono<br />

abbandonare”. A Carrara,<br />

invece, i lavoratori della<br />

Nuovi Cantieri Apuania,<br />

quelli che hanno sequestrato<br />

una nave impedendone il<br />

varo, incassano una mozione<br />

approvata all’unanimità<br />

dal Consiglio regionale. Ma<br />

si tratta solo di solidarietà.<br />

mente il taglio di 836 posti di lavoro tra Dalmine,<br />

Costa Volpino, la chiusura di Piombino (124 dipendenti<br />

a casa) e i 64 tagli nel sito produttivo di<br />

A rc o re .<br />

Va anche rilevato che “Dalmine Tenaris nella<br />

prima semestrale ha realizzato utili nonostante il<br />

calo dei volumi del 30, 40 per cento”, <strong>com</strong>e<br />

spiega Giovanni Melchioretti, delegato Fiom.<br />

C'è quindi profonda delusione, tra i lavoratori,<br />

per la decisione dell'azienda: lo stupore deriva<br />

dal numero di posti a rischio in relazione al buon<br />

andamento della Tenaris e ai suoi utili. Lo sconcerto<br />

è unito anche alla determinazione di lottare<br />

per cancellare l'incubo dei tagli. Venerdì 2<br />

ottobre oltre 200 lavoratori hanno manifestato<br />

contro le scelte industriali. “Ti spremono e poi ti<br />

buttano” lo slogan dello striscione. Otto ore di<br />

sciopero nel giorno in cui gli onorevoli bergamaschi<br />

del centrodestra (<strong>com</strong>preso il presidente<br />

della Provincia) erano invece corsi a Roma<br />

per garantire la loro presenza di voto per lo<br />

scudo fiscale.<br />

“A Roma invece che a Dalmine, per votare quella<br />

che è una scelta vergognosa, a maggior ragione<br />

con l'impunità per falso in bilancio e per reati<br />

penalmente perseguibili <strong>com</strong>e la falsa fatturazione”<br />

aveva dichiarato Luigi Bresciani segretario<br />

generale Cgil Bergamo. “Andrebbe, invece,<br />

rilanciata la lotta all'evasione, all' elusione fiscale<br />

e al lavoro nero, ripristinando le norme<br />

antievasione quali la tracciabilità, il limite per<br />

l'emissione di assegni trasferibili e l'obbligo dell'elenco<br />

clienti/fornitori. Invece, ancora una<br />

volta, si dà ai ricchi e ai lavoratori dipendenti<br />

mentre ai pensionati non si dà nulla. Anziché<br />

esprimere solidarietà ai lavoratori che rischiano<br />

di perdere il posto di lavoro si corre a Roma a<br />

votare una legge vergognosa. Come se non bastasse,<br />

in settimane di emorragia occupazionale<br />

che sembra non fermarsi, la legge finanziaria<br />

presentata dal governo è incapace di rispondere<br />

alla pesante crisi economica in atto, a partire<br />

dalla difesa dell'occupazione”.


Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 5<br />

Case per sole 450 famiglie<br />

quasi 750 i milioni spesi<br />

di cui 14 per le aiuole<br />

La ricostruzione in Abbruzzo è costata<br />

un po’ più di 743 milioni di euro. Le<br />

450 case costruite fino ad ora, su 19<br />

piattaforme antisismiche di cemento a Bassano e<br />

a Cese di Preturo, ospitano circa 1500 sfollati<br />

contro i 70.000 <strong>com</strong>plessivi. Tolto il costo per<br />

l’espropriazione del terreno sono costate 2400<br />

euro al metro quadro contro i 500 euro del<br />

In quelle tende<br />

si muore di freddo<br />

Nelle zone del terremoto, molti rifiutano<br />

l’albergo: “qui sono nato e voglio restare”<br />

di Sandra Amurri<br />

<strong>Il</strong> freddo è arrivato a L’Aqui -<br />

la, 725 metri sul livello del<br />

mare, conca ai piedi del<br />

Gran Sasso e della catena<br />

del Velino Sirente, dove il gelo si<br />

incanala con temperature che<br />

sfiorano i 20 gradi sotto lo zero.<br />

Un freddo che nelle 2000 tende,<br />

fa battere i denti, gelare mani e<br />

piedi fino a paralizzarne le dita.<br />

“Quando lui diventa tutto bianco<br />

è finita” dice Maria, 59 anni,<br />

fazzoletto di lana che lascia scoperto<br />

il viso segnato dalle rughe.<br />

‘Lui’ è il Gran Sasso imbiancato<br />

che guarda ma non protegge<br />

i 6.000 sfollati che ancora vivono<br />

in tenda. A Tempera, San<br />

Gregorio, Navelli, San Demetrio,<br />

Villa Sant’Angelo,Santo Eusanio,<br />

le telecamere non sono<br />

mai arrivate. Arriviamo con occhi<br />

curiosi e non giudicanti, timorosi<br />

per non urtare la sensibilità<br />

di chi è giustamente geloso<br />

della propria intimità, devastata<br />

dal sisma. Niente mensa,<br />

niente presidio medico, niente<br />

vaccino antinfluenzale, nessuna<br />

assistenza nonostante vi siano<br />

disabili e anziani.<br />

S<br />

i legge la disperazione negli<br />

sguardi dei vecchi con i berretti<br />

di lana calzati sulla fronte,<br />

seduti sui muretti, immobili <strong>com</strong>e<br />

statue. Giovanni, 78 anni, fatica<br />

a parlare per via dell’asma:<br />

“qua sono nato, qua voglio mor<br />

ire”, dice battendo il pugno sul<br />

cemento. “Che albergo e albergo!<br />

Queste sono cose per signori,<br />

io ho lavorato tutta una vita<br />

per una casa che non ho più e<br />

adesso arrivano loro a dirmi che<br />

le case non ci sono e devo andare<br />

via. Bravi, proprio bravi”,<br />

conclude levandosi il cappello<br />

in segno di ironica referenza.<br />

Piove, l’aria è tagliente. Domani<br />

lo sarà ancor di più, con raffiche<br />

di vento previste a 80 km orari.<br />

“Resisteranno le tende, già allagate<br />

dal temporale dei giorni<br />

scor si?”. È la domanda che si fa<br />

Teresa, 68 anni, che si scalda le<br />

mani con il respiro mentre esce<br />

dalla tenda per raggiungere il<br />

bagno. La vita qui, dove il terremoto<br />

si è abbattuto sulla povertà,<br />

scorre lentamente tra il passo<br />

incerto delle donne avvolte nelle<br />

coperte e l’allegria muta dei<br />

bambini che giocano dentro<br />

queste celle frigorifero che si<br />

chiamano tende. Bimbi che vanno<br />

a scuola, vestiti <strong>com</strong>e eschimesi,<br />

per fronteggiare temperature<br />

severe. Si vedono mani callose,<br />

abituate a resistere, si sentono<br />

parole strazianti che ripetono,<br />

<strong>com</strong>e una litania: “io in albergo<br />

non ci vado”.<br />

Grazia, 30 anni, vive al nord. Qui<br />

ha i genitori che stringe a sé <strong>com</strong>e<br />

fossero figli. “Sono io che<br />

proteggo loro, adesso, sono<br />

spauriti. Temo che non ce la facciano<br />

a sopportare l’inver no.<br />

Mia madre ha la bronchite cro-<br />

nica ma purtroppo non posso<br />

portarli con me”. Anna Pacifica<br />

Colasacco nel suo blog (Mis -<br />

sKappa, fino a 3mila contatti al<br />

giorno) fin dalla prima scossa<br />

non ha mai smesso di fotografare<br />

la realtà, dietro il palcoscenico<br />

delle dentiere donate e delle<br />

ville a disposizione millantate.<br />

Anna aveva un laboratorio di restauro,<br />

viveva a Costa Masciarelli,<br />

in pieno centro storico, in<br />

una casa vincolata dalla soprintendenza<br />

che non è ancora stata<br />

puntellata <strong>com</strong>e le altre. Da sei<br />

mesi vive in un container che si<br />

è <strong>com</strong>perato con un mutuo. “<strong>Il</strong><br />

G8 non solo non ci ha portato<br />

nulla, ma ha ritardato di oltre<br />

due mesi la ricostruzione, fatta<br />

con gli occhi rivolti agli interessi<br />

delle imprese. Cosa che ha<br />

portato a saltare la fase intermedia,<br />

passando dalle tende alle case<br />

contro il nostro volere e ha<br />

segnato la <strong>com</strong>unità”.<br />

C’<br />

è chi ora vive, <strong>com</strong>e topi in<br />

gabbia, in case finte dove<br />

c’è tutto, dalle forchette agli<br />

strofinacci allo zerbino colorato<br />

davanti alla porta, ad eccezione<br />

della possibilità di riempirle di<br />

vita vera. E a Piazza D’Armi la disperazione<br />

si fa protesta. Che<br />

blocca il traffico in prossimità<br />

R E P O RTA G E<br />

costo di case mobili o di legno che avrebbero<br />

potuto accogliere tutti gli sfollati togliendoli dalla<br />

precarietà delle tende e dall’estraneità degli<br />

alberghi. Una delle spese più ingenti, giustificata<br />

forse dal bisogno di una forte finzione scenica, è<br />

stata per la realizzazione di aiuole e verde per<br />

cui sono stati spesi ben 14 milioni e 420 mila<br />

euro. Non sappiamo quante piante, fiori, e metri<br />

della rotonda di Santa Barbara Si<br />

tratta del campo tante volte mostrato<br />

in tv <strong>com</strong>e modello d’ef -<br />

ficienza, di organizzazione tempestiva<br />

nei soccorsi, un’imma -<br />

gine falsata dal bisogno del Premier<br />

di trasformare tutto, anche<br />

le catastrofi, in passerelle mediatiche.<br />

Ora il sole che non riscalda<br />

più né cuore né pelle è<br />

una morsa di gelo che fa paura<br />

anche ai maghi della ricostruzione.<br />

“Entro la fine del mese saranno<br />

smontate tutte le tendopoli<br />

in Abruzzo”, aveva detto<br />

Bertolaso il 15 settembre, nei<br />

giorni della consegna delle casette<br />

di Onna, a Porta a Porta. Le<br />

parole pesano se poi le azioni<br />

mancano. E pesano quelle della<br />

lettera firmata da Bertolaso e dal<br />

Sindaco de L’Aquila, Cialente<br />

(Pd), per chiedere ai cittadini di<br />

accettare di essere spostati negli<br />

alberghi: “in attesa di festeggiare<br />

il Natale in un clima più sere<br />

n o ”. La firma di Cialente susci-<br />

quadrati di prato all’inglese siano stati piantati.<br />

Ma di notte le temperature scendono sotto i 20<br />

gradi e difficilmente il gelo le conserverà in vita.<br />

Due le imprese che si sono aggiudicate gli<br />

appalti: il Consorzio Sestante di Milano con il<br />

28,11% di ribasso (quasi 6.500.000 euro) e la Rti<br />

3A progetti, con il 26,22% di ribasso (quasi<br />

6.640.000 euro). .<br />

A sinista, le tende devastate dal vento di lunedì scorso, qui sopra una casa a L’Aquila (FOTO ANSA)<br />

ta perplessità. Perchè “aveva sostenuto<br />

la proposta, una delle<br />

poche contrarie al volere della<br />

Protezione Civile, di realizzare<br />

case mobili mentre ora si allinea”,<br />

srive Anna pacifica sul suo<br />

blog. Sotto le tende arriva un’al -<br />

tra lettera di Bertolaso: “scr ivo<br />

perché non mi sento ma sono<br />

aquilano, non mi sento ma sono<br />

terremotato. Si passa dai giorni<br />

del lutto e della solidarietà a<br />

quelli duri del tempo che rallenta,<br />

delle televisioni che non hanno<br />

più inviati. Resto qui, credo<br />

in coscienza di aver conquistato<br />

il diritto e l’onore di vivere insieme<br />

a voi”. Pura retorica sentenzia<br />

Carlo, studente di 19 anni:<br />

“cosa altro ha in mente? Ha<br />

già contribuito ad affossare ogni<br />

nostra rivendicazione è meglio<br />

che torni da Papi”. Mentre Giulia,<br />

studentessa liceale che si dice<br />

credente, affida il <strong>com</strong>mento<br />

a Benedetto XVI, citando l’enci -<br />

clica Caritas in veritate: “la solida-<br />

rietà senza sussidiarietà scade<br />

nell'assistenzialismo che umilia<br />

il portatore di bisogno”. Questi<br />

aiuti senza coinvolgimento,<br />

“elargiti dall’alto <strong>com</strong>e "miracoli"<br />

di efficienza e di amore - dice<br />

Giulia - mi umiliano”.<br />

“Chiedevamo partecipazione,<br />

invece qualcuno ha detto ghe<br />

pensi mi” aggiunge Paolo, 21 anni,<br />

che mostra il volantino distribuito<br />

nelle tendopoli. C’è scritto:<br />

“Non camminare davanti a<br />

me, potrei non seguirti; non<br />

camminare dietro di me, non saprei<br />

dove condurti; cammina al<br />

mio fianco e saremo sempre<br />

amici”. Intanto nelle zone residenziali<br />

semideserte della città,<br />

a ridosso dei cassonetti, ci sono<br />

montagne di rifiuti bagnati dalla<br />

pioggia. Ma la vera emergenza,<br />

di cui nessuno parla, resta quella<br />

delle macerie non ancora rimosse<br />

che contengono materiali<br />

altamente tossici. Come l’eter -<br />

nit.<br />

Amantea, la strada dei veleni e dei tumori<br />

La Procura indaga sullo smaltimento illecito di materiali inquinanti mentre nel Comune calabrese la gente muore<br />

di Rosa Praticò<br />

È<br />

una strada stretta via Montebianco. Lunga poco<br />

più di 100 metri. Una palazzina dietro l’altra. Una<br />

ventina di famiglie. Ognuna con il suo morto o il suo<br />

ammalato di cancro. Dieci vittime dal 2000 ad oggi.<br />

E 25 persone che lottano ancora contro il tumore.<br />

Siamo ad Amantea, costa tirrenica della Calabria. A<br />

circa 5 chilometri dal torrente Oliva oggetto dell’in -<br />

chiesta della procura di Paola sullo smaltimento illecito<br />

di materiali inquinanti. Sulla spiaggia vicino,<br />

diciannove anni fa, si è arenata la Jolly Rosso, nella<br />

lista delle cosiddette navi dei veleni.<br />

In via Montebianco sono andati gli esperti dell’Ar -<br />

pacal, l’agenzia regionale per la protezione ambientale<br />

della regione, e quelli dell’Asp, l’azienda sanitaria<br />

provinciale di Cosenza. “Non abbiamo trovato<br />

nessun riscontro scientifico alle notizie allarmistich<br />

e ” assicura l’allora dirigente dell’Asp, Piero Borsani.<br />

Ma Adriano Bruni, 34 anni, non si rassegna. Ha visto<br />

troppa gente morire. Ultima sua madre, a maggio.<br />

Aveva solo 55 anni. “Qualcuno mi ha consigliato di<br />

stare zitto - confessa - perché danneggio l’imma gine<br />

del paese e allontano i turisti. Ma io vado avanti, ci<br />

deve essere per forza qualcosa sotto” . Lo sguardo<br />

va alla fabbrica abbandonata con il tetto in eternit<br />

“mai bonificata”, dice. Va alla sottostazione ferroviaria<br />

“per anni zeppa di amianto” . E poi a uno dei<br />

palazzi più recenti “costruito dove prima c’era un<br />

deposito di vecchie auto con tanto di barili d’olio e<br />

batterie scariche”, continua Adriano, che ha fondato<br />

il ‘Comitato per la vita’. Con il sostegno di una<br />

cinquantina di persone. Ma all’associazione man-<br />

cano i soldi per chiedere “la perizia di qualcuno che<br />

venga da fuori, qualcuno super partes con il curriculum<br />

giusto”. <strong>Il</strong> Comune di Amantea, a quanto<br />

pare, aveva stanziato dei fondi “ma poi è stato sciolto<br />

per infiltrazioni mafiose e non si è fatto nulla”.<br />

L’avvocato dell’associazione, Salvatore Politano,<br />

spiega: “nessuna delle autorità <strong>com</strong>petenti vuole<br />

sciogliere i nostri dubbi, anzi una dottoressa del dipartimento<br />

prevenzione dell’Asp ha addirittura<br />

consigliato ai miei assistiti di curare meglio l’ali -<br />

mentazione”. Soltanto qualche giorno fa ci sono stati<br />

nuovi rilievi dell’Arpacal e dei carabinieri di<br />

Amantea.<br />

Li ha richiesti il nuovo procuratore di Paola, Bruno<br />

Giordano. Un’attività di monitoraggio. Perché <strong>com</strong>e<br />

dice Tonino, che in via Montebianco ha un magazzino,<br />

“ormai da queste parti si sente solo parlare<br />

di morti e ammalati di cancro”.<br />

In effetti in tutto il tirreno cosentino negli ultimi 15<br />

anni c’è stato “un aumento esponenziale” di questi<br />

casi. A dirlo è Gianfranco Filippelli, responsabile<br />

del reparto di oncologia dell’ospedale di Paola, un<br />

osservatorio privilegiato. “Abbiamo registrato -<br />

spiega - in particolare più tumori al colon e alla<br />

mammella. Per quelli all’intestino siamo alla soglia<br />

dell’epidemia: tutto è legato all’inquinamento globale<br />

di questo territorio”.<br />

<strong>Il</strong> consulente della procura di Paola, Gia<strong>com</strong>o Brancati<br />

va oltre. E dice: “Nell’analisi che ho condotto,<br />

nelle zone prospicienti al torrente Oliva ho registrato<br />

un numero di tumori maggiore che in altri luoghi<br />

della regione. Parlo anche di quelli alla tiroide, per i<br />

quali c’è una correlazione netta molto alta con la<br />

presenza di sostanze radioattive“. Brancati fa rife-<br />

rimento ad alcune frazioni dei <strong>com</strong>uni di Serra<br />

d’Aiello, Aiello Calabro, San Pietro in Amantea ed<br />

Amantea. Proprio quelle in cui è emersa la presenza<br />

di metalli pesanti e residui nucleari non naturali <strong>com</strong>e<br />

il Cesio 137, interrato a pochi metri di profondità.<br />

Non solo. Sempre dalle analisi disposte dalla<br />

Procura di Paola è venuto fuori che, in una vecchia<br />

cava dismessa sulla strada di Serra d’Ajello, le radiazioni<br />

superano fino a cinque volte i livelli normali.<br />

“Sembrerebbe esserci un nesso tra questo materiale<br />

nocivo e un trend superiore nell’andamento<br />

delle malattie tumorali nell’area considerata. Con<br />

un picco avvenuto tra la fine degli anni ‘80, i primi<br />

anni ‘Novanta ‘90 e l’ inizio di questo decennio”,<br />

<strong>com</strong>menta il procuratore Bruno Giordano.<br />

Ma Brancati tiene a precisare che già nel 2005 aveva<br />

suggerito all’azienda sanitaria locale un’inda gine<br />

epidemiologica di campo e la bonifica del territorio.<br />

Cosa che oggi chiedono nuovamente le associazioni<br />

ambientaliste e i <strong>com</strong>itati cittadini. Quello<br />

nato in memoria di Natale De Grazia, il capitano<br />

della Marina morto in circostanze piuttosto strane<br />

mentre indagava sulle navi, ha dato il via ad una petizione.<br />

E ha già raccolto più di 4 mila firme.<br />

Un aumento esponenziale<br />

di casi di cancro, normalmente<br />

legati alla presenza di rifiuti<br />

tossici e materiale radioattivo


Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 6<br />

di Beatrice Borromeo<br />

L<br />

I misteri di Capaci<br />

via D’Amelio<br />

e il ruolo di Dell’Utri<br />

e parole di Vittorio Pisani, capo della<br />

squadra mobile di Napoli, contro<br />

Roberto Saviano, arrivano a freddo:<br />

“Dopo gli accertamenti demmo parere<br />

negativo sull’assegnazione della<br />

scorta a Saviano - dice Pisani in un’in -<br />

tervista pubblicata oggi dal “Ma gazine”<br />

del “Corriere della Sera” - resto<br />

perplesso quando vedo scortare persone<br />

che hanno fatto meno di tantissimi<br />

poliziotti, magistrati e giornalisti<br />

che <strong>com</strong>battono la camorra da anni”.<br />

Vittorio Pisani è definito dai colleghi<br />

Esistono due diverse cronologie della<br />

trattativa tra le istituzioni e Cosa<br />

Nostra: una dei mafiosi Giovanni Brusca<br />

e Pino Lipari, che coincide con quella di Massimo<br />

Ciancimino, l'altra degli ufficiali del Ros Mori e De<br />

Donno. I primi collocano l'inizio del dialogo a metà<br />

giugno, i secondi ai primi di agosto. In mezzo c'è la<br />

strage di via D'Amelio. Gli incontri proseguono fino<br />

Ciancimino jr:<br />

ecco il “papello”<br />

Le carte della trattativa<br />

di Peter Gomez<br />

Giuseppe Lo Bianco<br />

E<br />

dopo un lungo periodo<br />

di annunci e di attese, <strong>com</strong>e<br />

nella più classica delle<br />

suspences, il ''papello” è<br />

saltato fuori. L'elenco di richieste<br />

della mafia allo Stato per interrompere<br />

la stagione delle<br />

stragi è stato consegnato ieri<br />

mattina, insieme ad altri documenti,<br />

dal legale di Massimo<br />

Ciancimino, l'avvocato Francesca<br />

Russo, che ha incontrato<br />

il procuratore aggiunto Roberto<br />

Scarpinato e il pm Nino Di<br />

Matteo. La notizia è stata confermata<br />

dallo stesso Ciancimino<br />

(e non è stata smentita dalla<br />

procura): ''Abbiamo portato<br />

alcuni documenti - ha detto il<br />

figlio di don Vito - e tra questi<br />

una fotocopia del papello''.<br />

L'inchiesta sulla trattativa subisce<br />

così un'impennata nel giorno<br />

dell'interrogatorio di Liliana<br />

Ferraro, l'ex direttore degli<br />

affari penali del ministero della<br />

Giustizia chiamata in causa alla<br />

trasmissione Annozero dall'ex<br />

Guardasigilli Claudio Martelli,<br />

che ha rivelato un incontro tra<br />

la dirigente e l'allora capitano<br />

del Ros Beppe De Donno nel<br />

quale quest'ultimo la informò<br />

della volontà di collaborazione<br />

di don Vito Ciancimino a condizione<br />

di ottenere ''coperture<br />

politiche''. Circostanza smentita<br />

da De Donno che ha annunciato<br />

di aver querelato la Ferraro.<br />

Resta top secret, intanto,<br />

la natura degli altri documenti<br />

consegnati dal legale, materiale<br />

finora custodito da Ciancimino<br />

che ha deciso di rompere<br />

gli indugi spinto, forse, anche<br />

da un clima di allarme e di disagi<br />

che cresce attorno a lui. <strong>Il</strong><br />

giovane, infatti, ha rivelato che<br />

nella città in cui vive, nel centro-nord,<br />

la scuola frequentata<br />

da suo figlio Vito gli ha <strong>com</strong>unicato<br />

la decisione di non voler<br />

più il bambino per paura di rappresaglie<br />

mafiose.<br />

C<br />

on la consegna del documento<br />

che contiene le richieste<br />

di Cosa Nostra, dalla revisione<br />

dei processi alla cancellazione<br />

della legge sui pentiti,<br />

e, <strong>com</strong>e ha rivelato Sandro<br />

Ruotolo ad Annozero la scorsa<br />

settimana, anche la defiscaliz-<br />

<strong>com</strong>e una persona perbene, responsabile<br />

di uno degli uffici investigativi<br />

più delicati d’Italia. “Ma queste dichiarazioni<br />

- dice Rosaria Capacchione,<br />

giornalista minacciata dalla Camorra e<br />

sotto scorta da un anno e mezzo - sono<br />

inspiegabili. Io ho ricevuto un attacco<br />

analogo dall’avvocato Claudio Botti,<br />

ma che ne sanno loro dei pericoli che<br />

corriamo? Questi atteggiamenti hanno<br />

delle ricadute sulle nostre vite”.<br />

Sulla necessità della scorta a Saviano ci<br />

sono due punti da chiarire. <strong>Il</strong> primo:<br />

l’autore di “Gomor ra” è consapevole<br />

che il pericolo per lui non è tanto<br />

zazione della benzina, l'inchiesta<br />

della procura di Palermo<br />

sulla trattativa <strong>com</strong>pie un salto<br />

di qualità. Per un anno circa<br />

Massimo Ciancimino ha annunciato<br />

la consegna del documento<br />

che ha custodito in un<br />

luogo secreto dopo la morte<br />

del padre, protagonista del dialogo<br />

mafia-Stato a cavallo delle<br />

stragi di Capaci e via D'Amelio.<br />

L'ultimo dei figli di don Vito<br />

Ciancimino, che ha trascorso a<br />

fianco del padre gli ultimi anni<br />

della sua vita partecipando a<br />

numerosi incontri con gli<br />

esponenti di vertice di Cosa<br />

a dicembre del '92, data in cui viene arrestato Vito<br />

Ciancimino che nel frattempo, ha rivelato Massimo,<br />

aveva fornito, d'accordo con Provenzano, indicazioni<br />

ai carabinieri per l'arresto di Riina. Nel 1993, tra<br />

gennaio e marzo, Ciancimino viene interrogato dai<br />

pm di Palermo ma la sua testimonianza non diventa<br />

una collaborazione per la giustizia. Chiuso il capitolo<br />

Riina, secondo l'ipotesi investigativa della procura di<br />

Nostra ha così mantenuto la<br />

sua promessa. Nel corso dei<br />

numerosi interrogatori resi ai<br />

magistrati di Palermo, Caltanissetta,<br />

Firenze e Catania aveva<br />

più volte parlato di quel documento<br />

simbolo della trattativa,<br />

passato per le mani anche di un<br />

esponente dei servizi segreti, il<br />

signor Carlo o Franco. Richieste<br />

che, dopo averle lette,<br />

Ciancimino giudicò esose ed<br />

improponibili: ''Sono le solite<br />

teste di minchia'', disse, ipotizzando<br />

che Riina e soci, per<br />

averle fomulate in quel modo,<br />

avessero le spalle coperte. Così<br />

<strong>com</strong>e lui stesso, prima di assumersi<br />

l'onere rischioso di far<br />

da tramite tra i corleonesi e le<br />

istituzioni, avrebbe chiesto<br />

agli ufficiali del Ros Mori e De<br />

nell’immediato, quanto nel futuro<br />

prossimo. Nei mesi scorsi raccontava:<br />

“Per i camorristi non c’è nulla di più<br />

pericoloso che l’attenzione dei media<br />

e della società civile. La mafia, se può,<br />

evita di sparare. I Casalesi sparano, ma<br />

non fa notizia perché di solito si uccidono<br />

tra loroeigiornali non ne parlano.<br />

Ecco perché il boss Francesco<br />

‘Sandokan’ Schiavone ha dichiarato<br />

che se mi succederà qualcosa, non sarà<br />

ora. Oggi tutti sono dalla mia parte,<br />

non vogliono farmi morire da eroe.<br />

Aspettano che la gente si disinteressi,<br />

che aumentino i miei nemici. È quando<br />

va via la luce che ti ammazzano”.<br />

Anche se agli<br />

inizi del successo del libro<br />

gli accertamenti della polizia<br />

di Napoli non avevano<br />

portato a nulla, Pisani sembra<br />

non considerare gli svi-<br />

luppi successivi. Per esempio<br />

Nicola Schiavone, padre<br />

di ‘Sandokan’, che urla<br />

in piazza allo scrittore: “Sei<br />

un buffone, Saviano merda”.<br />

Oppure le rivelazioni<br />

di un pentito (poi ritrattate)<br />

che svelavano un piano<br />

per farlo esplodere con la<br />

sua scorta sull’a u t o s t ra d a<br />

Napoli-Roma. Poi ci sono i<br />

gruppi su Facebook “Pe r<br />

aiutare la Camorra ammazzare<br />

Saviano”. Su Facebook<br />

c’è di tutto, ma tra gli iscritti<br />

a questo gruppo ci sono<br />

nomi noti: “C’è Ivahnoe<br />

Schiavone - raccontava Saviano<br />

prima dell’estate - il<br />

Uno striscione con Borsellino e Falcone<br />

Donno, <strong>com</strong>e ha rivelato Massimo,<br />

'coperture politiche',<br />

pretendendo che venissero avvertiti<br />

della trattativa Nicola<br />

Mancino e Luciano Violante. <strong>Il</strong><br />

primo ha sempre smentito di<br />

aver mai saputo nulla, il secondo<br />

ha rivelato di avere ricevuto,<br />

tramite il generale Mori, la<br />

richiesta di un incontro privato<br />

da parte di Ciancimino, che<br />

egli ha sempre rifiutato. Violante<br />

sarà interrogato il 20 ottobre<br />

a Palermo nell'aula del<br />

processo a Mori e Obinu per la<br />

mancata cattura del boss Prove<br />

n z a n o .<br />

Ma che ci si stia avvicinando alla<br />

svolta ieri lo confermava indirettamente<br />

anche il pm Ingroia:<br />

“Siamo all'anticamera<br />

della verità".<br />

Saviano, la faida sulla scorta e i veleni di Gomorra<br />

<strong>Il</strong> capo della Mobile di Napoli: “Non si doveva dare”. Lo scrittore: “È quando va via la luce che ti ammazzano”<br />

LODO MONDADORI<br />

E IL CSM PROMUOVE MESIANO<br />

I n<br />

attesa che le attenzioni contro di<br />

lui dei giornali del premier si<br />

materializzino - “ne sentirete delle<br />

belle” aveva minacciato Berlusconi<br />

all’indomani della sentenza che ha<br />

condannato Fininvest a pagare 750<br />

milioni alla Cir per la vicenda<br />

Mandadori - lui, il giudice Raimondo<br />

Mesiano, è stato promosso dal Csm<br />

che ne ha sancito il superamento da<br />

parte sua della settima valutazione<br />

di professionalità. Motivazione:<br />

“Indipendenza, imparzialità ed<br />

equilibrio". E ancora: "Capacità,<br />

laboriosità, diligenza ed impegno<br />

<strong>Il</strong> figlio di don<br />

Vito ha<br />

consegnato<br />

i documenti<br />

ai pm. Ingroia:<br />

a un passo<br />

dalla verità<br />

dimostrati" nell’esercizio delle sue<br />

funzioni.<br />

La decisione è arrivata all’unanimità.<br />

Proprio nel giorno in cui il Cda del<br />

gruppo del Biscione ha deliberato<br />

formalmente di procedere alla<br />

presentazione dell’appello contro la<br />

decisione del Tribunale di Milano del<br />

3 ottobre 2009.<br />

E subito contro Palazzo Marescialli è<br />

scattato l’assalto dei berluscones.<br />

Tutti in fila: Gasparri, Bondi,<br />

Cicchitto, Capezzone, Lupi, Santelli,<br />

Lorenzin... Di par loro “laboriosi”.<br />

Ma soprattutto “diligenti”.<br />

PIOVRE<br />

figlio di Sandokan che ora è in carcere.<br />

Ha la faccia pulita, è carino, sembra<br />

uno degli Oasis. Se non lo uccidono<br />

prima, probabilmente sarà uno dei futuri<br />

capi.”<br />

I ragazzi della scorta sono sette, seguono<br />

Saviano in tutti i suoi spostamenti,<br />

troppi per essere giustificati solo da intenti<br />

pubblicitari e non da vere ragioni<br />

di sicurezza: “Mi sento di avere cento<br />

anni, non c’è più niente di spensierato<br />

in me. Sono <strong>com</strong>pletamente solo, oggi<br />

non mi fido di nessuno. Gli amici sono<br />

spariti, alcuni per l’invidia del successo,<br />

altri soltanto perché è s<strong>com</strong>odo<br />

starmi vicino. Stessa cosa con le ragazze.<br />

Ho rinunciato alla mia sicurezza<br />

per questa battaglia, rinuncio anche<br />

alla mia vita sentimentale”. <strong>Il</strong> gossip -<br />

dice Roberto - è una delle principali<br />

armi usate per screditare le persone<br />

s<strong>com</strong>ode “ne sa qualcosa Salman Rushdie”.<br />

Per creare una famiglia - si sfoga<br />

lo scrittore - “dovrei fare cose diverse.<br />

Incontrare gente diversa. Essere<br />

più libero. Oggi voglio solo tenere viva<br />

la questione Camorra: è il mio contrib<br />

u t o .”<br />

Pisani ha anche affermato che “Go -<br />

morra ha avuto un peso mediatico ecc<br />

e s s i vo ”. Saviano, invece, racconta così<br />

l’impatto del best seller sulla sua città:<br />

“Per i ragazzi di Casal di Principe è<br />

<strong>com</strong>e se avessi buttato una bomba sul<br />

mio paese. Loro vivono lì, in una realtà<br />

che non vogliono che si racconti. La<br />

Camorra è fisiologica. Immagina di<br />

avere da sempre una macchia sul petto,<br />

e qualcuno ti toglie la maglietta. Te<br />

la prendi con chi ti toglie la maglietta,<br />

non cerchi di cancellare la macchia.”<br />

Palermo la trattativa prosegue con Provenzano,<br />

protagonista della stagione della "sommersione''<br />

mafiosa. Agli atti dell'inchiesta i magistrati hanno<br />

acquisito le dichiarazioni del pentito Nino Giuffrè,<br />

secondo il quale il posto di Ciancimino, ''tradito e<br />

venduto'', <strong>com</strong>e ha detto il figlio Massimo, sarebbe<br />

stato preso da Marcello Dell'Utri. Da Capaci a via<br />

D'Amelio: i misteri della "doppia cronologia".<br />

N<br />

AT T E N TAT O<br />

Game accusato<br />

di terrorismo<br />

L a<br />

Procura di Milano ha<br />

chiesto l’aggravante di<br />

terrorismo per Mohamed<br />

Game e i due presunti<br />

<strong>com</strong>plici accusati di aver<br />

confezionato la bomba<br />

esplosa lunedì nella<br />

caserma Santa Barbara.<br />

Ieri le condizioni<br />

dell’uomo, ricoverato in<br />

ospedale, non hanno<br />

consentito che venisse<br />

interr ogato.<br />

INFLUENZA A<br />

Un medico<br />

il primo vaccinato<br />

A ll'Asl<br />

di Milano è stata<br />

vaccinata la prima<br />

persona in Italia contro il<br />

virus H1N1 responsabile<br />

dell'Influenza A. A<br />

riferirlo è stato Luciano<br />

Bresciani, assessore alla<br />

Sanità della Regione<br />

Lombardia. <strong>Il</strong> primo<br />

vaccinato è Giorgio<br />

Ciconali, medico e<br />

direttore del servizio di<br />

igiene pubblica della Asl<br />

di Milano.<br />

RADIO VAT I C A N A<br />

E l e t t ro s m o g :<br />

il reato è prescritto<br />

I l<br />

reato è prescritto.<br />

Perciò non si deve<br />

procedere nei confronti<br />

del cardinale Roberto<br />

Tucci, ex presidente del<br />

<strong>com</strong>itato di gestione di<br />

Radio Vaticana. Assieme<br />

al defunto Pasquale<br />

Borgomeo era imputato<br />

per le emissioni di<br />

elettrosmog. Condannati<br />

a 10 giorni d’arresto in<br />

primo grado, erano stati<br />

assolti in Appello ma la<br />

Cassazione aveva<br />

annullato la sentenza.<br />

EQ U O S O L I DA L E<br />

A l t ro c i o c c o l a t o<br />

3 giorni a Gubbio<br />

T re<br />

giorni di fiera, di<br />

manifestazioni, di<br />

eventi, di dibattiti. E poi,<br />

per <strong>com</strong>pensare le<br />

emissioni prodotte, una<br />

porzione di foresta<br />

grande <strong>com</strong>e un campo di<br />

calcio ripiantata in<br />

Costarica, <strong>com</strong>e<br />

simbolico (e non solo)<br />

risarcimento ambientale.<br />

Giunto alla sua ottava<br />

edizione, nella<br />

splendida cornice di<br />

Gubbio,<br />

l’Altrocioccolato, il<br />

festival delle botteghe<br />

equosolidali di tutta<br />

Italia inizia così: tre<br />

giorni, da domani a<br />

domenica, per tornare a<br />

discutere di altri modelli<br />

di sviluppo e consumo.


pagina 7 Giovedì 15 ottobre 2009<br />

<strong>Il</strong> prode Augusto: dalle<br />

escort oscurate al no<br />

alla piazza anti-bavaglio<br />

<strong>Il</strong> 9 giugno Augusto Minzoli si insedia<br />

ufficialmente alla direzione del Tg1, gli<br />

bastano due settimane per cambiare uomini,<br />

ruoli e annacquare qualche notizia s<strong>com</strong>oda a<br />

Berlusconi. <strong>Il</strong> 22 giugno, dalla sua scrivania e con la<br />

Treccani alle spalle, spiega perché il Tg1 non si<br />

occuperà dello scandalo escort e delle feste di Palazzo:<br />

“'Voglio dirvi perché il Tg1 ha assunto una posizione<br />

prudente sull'ultimo gossip, le famose cene o feste<br />

nelle residenze private del premier Berlusconi. Dentro<br />

questa storia piena di allusioni, rancori personali, non<br />

c’è ancora una notizia certa né un'ipotesi di reato che<br />

riguardi il premier e i suoi collaboratori. Solo<br />

strumentalizzazioni, processi mediatici, che non hanno<br />

nulla a che vedere con l'informazione del servizio<br />

pubblico”. Sabato 3 ottobre, il giorno della protesta di<br />

Minzolini: “Dico quello che mi pare<br />

Un minuto non vale 2 ore di Santoro”<br />

Ma in Vigilanza Zavoli insiste: l’informazione sia <strong>com</strong>pleta<br />

di Carlo Tecce<br />

Non sembra braccato, intrappolato<br />

in acque nemiche.<br />

<strong>Il</strong> sorriso beffardo<br />

è indelebile, sfuma<br />

soltanto per ascoltare Sergio<br />

Zavoli. Abbassa la testa per un<br />

attimo, poi la faccia di Augusto<br />

Minzolini trasfigura, diventa<br />

“squalo”, il soprannome<br />

che si era guadagnato - da<br />

Guido Quaranta - nell’altra sua<br />

vita da cronista politico. La<br />

<strong>com</strong>missione di Vigilanza<br />

l’aspetta (quasi) al <strong>com</strong>pleto,<br />

il presidente non vuole rinvigorire<br />

le polemiche: chiede<br />

chiarimenti, con gentilezza:<br />

“A noi interessa garantire trasparenza<br />

e <strong>com</strong>pletezza<br />

dell’informazione. Non esistono<br />

le interpretazioni nel<br />

servizio pubblico, ci sono i fatti.<br />

Direttore, le consiglio di<br />

giocare al centro, alla Pirlo,<br />

non all’attacco <strong>com</strong>e Gilardino”.<br />

Minzolini finge di non<br />

sentire e legge, a volte incespicando,<br />

la sua breve e affastellata<br />

introduzione: “<strong>Il</strong> Tg1 è<br />

il notiziario più seguito e negli<br />

anni ha contribuito alla cultura<br />

italiana. Ho avuto problemi<br />

con la sintonizzazione del digitale.<br />

La Rai è indietro di 20<br />

anni perché soffocata dalle rego<br />

l e ”. E così per dieci minuti. I<br />

due editoriali e le omissioni<br />

del telegiornale sono relegati<br />

in una postilla finale: “Gli interventi<br />

in video rientrano tra<br />

i miei diritti, anche se esprimo<br />

un’opinione diversa. Mi richiamo<br />

all’articolo 21 della<br />

Costituzione: gli altri non hanno<br />

manifestato per questo? <strong>Il</strong><br />

mio predecessore Riotta ne<br />

ha collezionati 15. Non ha<br />

senso accusarmi di aver dato o<br />

non dato alcune notizie. Ho<br />

scelto sobrietà e prudenza”. E<br />

per Minzolini l’audizione potrebbe<br />

finire qui. Ma i deputati<br />

e i senatori fremono e sfrutteranno<br />

i tre minuti a disposizione.<br />

Zavoli prova a indirizzare<br />

la discussione sui temi<br />

del pluralismo e della neutralità:<br />

“Un’insieme di versioni<br />

parziali dei diversi telegiornali<br />

- aggiunge - non garantisco-<br />

no l’imparzialità”. Un’ora di<br />

domande che rispecchiano i<br />

valori e i colori politici: il centrodestra<br />

difende, il centrosinistra<br />

incalza. Alessio Butti<br />

(Pdl) cerca di recuperare il direttore<br />

in trincea, apre una finestra<br />

su Annozero. Minzolini<br />

può mordere e capovolgere<br />

gli argomenti: “Non mi convincono<br />

le trasmissioni monografiche:<br />

il mio minuto non<br />

vale le due ore di Santoro. Non<br />

è possibile ascoltare attacchi<br />

senza replicare. L’azienda non<br />

può permetterlo”.<br />

U<br />

n colpo di teatro che trasforma<br />

i chiarimenti di<br />

Minzolini in un processo ad<br />

Annozero. Zavoli ammonisce,<br />

ancora: “Un approfondimento<br />

non è paragonabile al<br />

telegior nale”. Giovanna Melandri<br />

(Pd) e Nello Formisano<br />

(Idv) s’accalorano, chiedono,<br />

illustrano; Minzolini si dondola<br />

sulla poltrona, sogghigna e<br />

prende pochissimi appunti. <strong>Il</strong><br />

profluvio di quesiti e cifre si<br />

risolve in un quarto d’ora, non<br />

Addio Maria: ora dove cenerà Vespa?<br />

Se ne è andata la Angiolillo, regina dei salotti della Roma inciuciona<br />

di Roberto D’A go s t i n o<br />

M<br />

aria Gerani, sedicente vedova Angiolillo,<br />

'fondata' a Voghera nel 1918, se n'è andata.<br />

Così, all'improvviso, senza neanche<br />

una cena d'addio. In una mattinata di sole autunnale,<br />

in cui a molti "celebro-lesi" del potere<br />

romano sarà sembrato di assistere alla<br />

s<strong>com</strong>parsa del Colosseo. Un'illusione ottica.<br />

Tale era Maria-saura, per tutti quelli che <strong>com</strong>e<br />

me, avevano assistito fin dal principio al miracolo<br />

della sopravvivenza della vera antitesi<br />

al berlusconismo contemporaneo: l'andreottismo<br />

d'antan. La Dc era stata uccisa in un<br />

"attentato" del 1992 ma il sistema di potere<br />

del divo Giulio, sopravviveva nella palazzina<br />

di tre piani affacciata sulla scalinata di Piazza<br />

di Spagna. Era un'epoca diversa, quella. Nel<br />

secolo scorso, vincere in politica, non significava<br />

accaparrarsi tutta la torta e non fare<br />

prigionieri (ideologia berlusconica-brianzola<br />

tendenza Brambilla). L'arte del <strong>com</strong>ando<br />

conosceva la declinazione della spartizione.<br />

“Perchè escludere a priori quando si può agg<br />

iungere?”. E si chiudeva con quest'altro assioma<br />

zen dé noantri: "Quando non c'è soluzione,<br />

non esiste il problema". Su queste<br />

due massime stra-democriste, la Sora Maria<br />

aveva edificato il suo regno, pontefice massimo<br />

Gianni Letta, parroco Bru-neo Vespa,<br />

chierichetto il senatore e avvocato Giuseppe<br />

Consolo, sacrestano alla questua Bellavista<br />

Caltagirone. Gli immancabili della maison.<br />

Quella torta poteva bastare per tutti. Sette fette<br />

a me, tre a te. In attesa della volta successiva.<br />

Prendersi tutto ti crea solo nemici. (Un<br />

esempio, per capirsi meglio. La Banca di Roma<br />

di Geronzi, protesi finanziaria di Andreot-<br />

Da Gianni Letta a<br />

Caltagirone passando<br />

per vip e tv: un cuore<br />

del potere andreottiano<br />

ti, elargiva finanziamenti - a fondo perduto -<br />

sia ai giornali di destra che di sinistra, <strong>com</strong>preso<br />

"<strong>Il</strong> Manifesto" di Valentino Parlato).<br />

<strong>Il</strong> dominio non è smemorato. Gli scalini erano<br />

il tappeto rosso verso la gloria. Umberto<br />

Pizzi da Zagarolo, un fotografo antropologicamente<br />

distante dai paparazzi di oggi, si appostava<br />

paziente. Due, quattro, otto ore.<br />

L'occasione era costantamente imperdibile,<br />

perchè in quella discesa verso casa Gerani-Angiolillo,<br />

Maria riuniva al desco un'enclave<br />

trasversale. Nel più truce periodo di Roma<br />

Ladrona, si attovagliò perfino Bossi.<br />

A differenza degli altri salotti <strong>com</strong>e quello<br />

della marchesa Sandra Verusio, appaltato<br />

esclusivamente a un universo gauchista e radical<br />

chic, a casa di Maria, al riparo da orecchie<br />

indiscrete, si riuniva un mondo eterogeneo.<br />

Io e Pizzi sapevamo in anticipo appuntamenti<br />

e invitati e l'ospite d'onore. Gli<br />

informatori ci informavano. Svelavamo i segreti<br />

discorsi, le inconfessabili aspirazioni<br />

(Letta era molestato dalle richieste di posti<br />

dei vari postulanti e l'Eminenza Azzurrina<br />

aveva una promessa per tutti; così tutti uscivano<br />

convinti di diventare direttore generale<br />

della Rai, capo di una banca, presidente di un<br />

ente). Lei era basita dai report di Dagospia. E<br />

si arrabbiava. Col tempo, si era andata convincendo<br />

che all'interno della ristretta cerchia<br />

dei <strong>com</strong>mensali, si nascondesse una<br />

spia. Come Agatha Christie, diede il là alla sua<br />

personalissima eliminazione dei dieci piccoli<br />

indiani. Tagliò in sequenza Mario D'Urso, poi<br />

Carlo Rossella, ma la situazione non migliorò.<br />

Un giorno ci incontrammo per caso al Grand<br />

Hotel. Era furibonda. “Perchè mi fa questo?”.<br />

In un epoca di esibizionismo extra-large e di<br />

show off, non potevo e non volevo credere<br />

che fosse davvero irata. Ma alla fine capiii che<br />

il vero potere è sempre invisibile. Cuccia non<br />

ha mai concesso un'intervista, nemmeno alla<br />

moglie. Quello che vediamo alla ribalta sono<br />

"attori" che hanno alle spalle chi organizza<br />

tutto per loro. Ora che Maria-saura non c'è<br />

più, Roma inciuciona perde definitivamente<br />

il proprio punto di riferimento.<br />

VIALE MAZZINI<br />

di più. La controffensiva è battente:<br />

“Non sono un direttore<br />

militante, sono istituzionale,<br />

non voglio essere dimezzato.<br />

C’è chi si è lamentato perché<br />

le escort hanno avuto poco<br />

spazio, chi per le tangenti della<br />

sanità. C’è una differenza<br />

tra le vicende di Tangentopoli<br />

e quelle estive. Abbiamo assistito<br />

al susseguirsi di processi<br />

mediatici. Non solo Berlusconi,<br />

ma anche la famiglia Agnelli,<br />

De Benedetti, Ezio Mauro,<br />

Dino Boffo”. Un calderone, e<br />

Minzolini non fa distinzioni.<br />

Per descrivere l’ultima vicen-<br />

da, la “guerra tra testate”, esibisce<br />

una sua versione e una<br />

provocazione: “Ho riportato<br />

fedelmente le posizioni di Eugenio<br />

Scalfari e di Repubblica,<br />

quindi mi serviva il parere di<br />

altri giornali. Semmai dovevo<br />

interpellare Vittorio Feltri”.<br />

Messaggio subliminale per il<br />

presidente Paolo Garimberti:<br />

“Ho interrotto ogni collaborazione<br />

e, a differenza di altri,<br />

non ho rilasciato interviste”.<br />

Oggi secondo tempo dinanzi<br />

al Cda della Rai: “Spero non<br />

parleremo delle stese cose”.<br />

Vana speranza.<br />

Augusto Minzolini (FOTO MASSIMO DI VI TA )<br />

L’album dei neri<br />

Le aggressioni a Roma, Alemanno e il Secolo d’It alia<br />

I<br />

l Secolo d’Italia attacca il <strong>Fatto</strong> per un editoriale contro la violenza a<br />

Roma. Chiedevamo a Gianni Alemanno una parola di analisi: di dire che<br />

in quella violenza c’è un pezzo di Dna che viene dallo squadrismo fascista;<br />

che c’è questa radice nelle coltellate contro i gay, nelle prodezze dei nuovi<br />

eroi metropolitani, a partire dal più truculento, “Svastic hella”. Non abbiamo<br />

detto, ad Alemanno, che vedere Svastichella nei ristoranti del quartiere<br />

Prati, esibire il suo nomignolo repellente per prenotare un tavolo, ci pare una<br />

pratica distorta della custodia cautelare. E nemmeno che la stessa ferocia<br />

con cui certa destra invoca la legge del taglione contro gli extra<strong>com</strong>unitari<br />

andrebbe esercitata contro i citrulli violenti che si sognano ariani. Non lo<br />

abbiamo fatto, perché questa non è una sua responsabilità diretta. Gli<br />

abbiamo chiesto, invece, parole dure e pesanti su quel Dna squadrista. Di<br />

ammettere che in quel Dna c’è sentimento antidemocratico che legittima,<br />

ancora oggi, le culture dell’odio. La giornalista che mi ha bacchettato la<br />

conosco e la stimo. Si chiama Annalisa Terranova, e ieri ci rimproverava<br />

“una uscita tendenziosa”. <strong>Il</strong> titolo, divertente, era: “Alemanno, il postfascista,<br />

è ancora il primo della lista?”. Una lista di proscrizione, si intende, la<br />

nostra. La Terranova aggiungeva una accusa personale: “I Cuori neri diventano<br />

squadracce”. Intendeva dire che io, autore di un libro sui ragazzi di<br />

destra trucidati negli anni settanta, ero incoerente. Concludeva: “Con il<br />

linguaggio stereotipato che induce a parlare di ‘Teppaglia nera’ (Telese) e<br />

‘squadracce di camerati’ (Serra) non andiamo da nessuna parte. La reazione<br />

spontanea è lo sbadiglio. Quella ragionata il voltar pagina. Quella<br />

emozionale l’i n c a z z a t u ra ”. Ebbene, Annalisa non deve incazzarsi e Alemanno<br />

dovrebbe rispondere. Sono orgoglioso di aver denunciato le violenze<br />

e le falsificazioni dei teppisti che molti – negli anni di piombo - fingevano di<br />

non vedere perché erano <strong>com</strong>messe contro fascisti. Proprio per questo possiamo<br />

chiedere ai fascisti e ai postfascisti (per bene) di non chiudere gli occ hi<br />

sulla tavolata di Svastichella. Negli anni settanta c’è un “album di famiglia”<br />

rosso, che per tanti anni la sinistra ha negato: “le sedicenti Brigate rosse”, si<br />

diceva. Ora è tempo che anche la destra parli dell’album di famiglia nero, il<br />

suo. Ci guadagneremmo tutti, ma soprattutto loro. Luca Telese<br />

piazza del Popolo per il no al bavaglio<br />

sull’informazione, Minzolini interviene contro la<br />

manifestazione: “È in<strong>com</strong>prensibile, visto che negli<br />

ultimi mesi sono finiti in tanti nel tritacarne mediatico.<br />

È in atto uno scontro di poteri nell'informazione. Si<br />

tratta di una manifestazione convocata contro la<br />

decisione del premier di presentare due querele a<br />

Repubblica e all'Unità”.<br />

<strong>Il</strong> fatto politico<br />

dc<br />

Ecco perchè<br />

torna il Ponte<br />

di Stefano Feltri<br />

P<br />

erché Silvio Berlusconi<br />

torna a parlare del ponte<br />

sullo stretto di Messina<br />

proprio ora, con i corpi<br />

ancora caldi dei morti dopo il<br />

disastro dei giorni scorsi? Ieri<br />

il presidente del Consiglio ha<br />

detto: “Tra dicembre e<br />

gennaio <strong>com</strong>inceremo la<br />

realizzazione del ponte sullo<br />

S t re t t o ”, mentre - in teoria -<br />

doveva discutere di hub e<br />

trasporto aereo. Parlare di<br />

infrastrutture in questa fase,<br />

in cui i giornali sono pieni<br />

degli sfoghi dei piccoli<br />

imprenditori del nord e dei<br />

lamenti della Confindustria<br />

sulla Finanziaria, non sembra<br />

politicamente molto utile:<br />

l’impatto delle Grandi Opere<br />

sull’economia è molto<br />

differito. Soltanto dopo mesi<br />

o anni si osservano i risultati<br />

in termini di occupazione e<br />

indotto. <strong>Il</strong> Pd dice che il<br />

presidente del Consiglio ha<br />

“un’incredibile faccia tosta”<br />

a continuare a immaginare<br />

infrastrutture strategiche<br />

dove, <strong>com</strong>e dimostra la<br />

recente tragedia, non sono<br />

solide neppure le abitazioni,<br />

figurarsi i ponti.<br />

A<br />

pplicando la logica del<br />

‘cui prodest’ si possono<br />

azzardare alcune<br />

interpretazioni. La prima è di<br />

agenda: oggi in Consiglio dei<br />

ministri si discute la Banca<br />

del Sud, o del Mezzogiorno,<br />

l’ambizioso progetto di<br />

Giulio Tremonti che non<br />

piace molto ad alcuni<br />

ministri (<strong>com</strong>e Stefania<br />

Prestigia<strong>com</strong>o e Raffaele<br />

Fitto) che temono<br />

un’eccessiva ingerenza del<br />

ministro negli affari<br />

meridionali. Berlusconi,<br />

quindi, potrebbe voler<br />

preparare il terreno alla<br />

Banca del Sud, di cui il<br />

ministro dell’Economia ha<br />

davvero bisogno per<br />

consolidare la propria<br />

posizione nell’e s e c u t i vo<br />

dopo le polemiche di questi<br />

giorni rassicurando gli altri<br />

che avranno sempre il ponte<br />

per consolarsi. Va ricordato<br />

però lo scontro tra lo stesso<br />

Berlusconi e Tremonti per il<br />

seminario promosso dal<br />

ministro sul futuro del Paese,<br />

con accenni un po’ t ro p p o<br />

espliciti alla successione al<br />

Cavaliere. Quindi? A essere<br />

maliziosi l’uscita<br />

berlusconiana si potrebbe<br />

leggere anche così: anche se<br />

il governo boccerà la Banca<br />

del Sud, il Mezzogiorno potrà<br />

sempre contare sul ponte.<br />

P<br />

oi, certo, bisogna<br />

ricordare altre due cose: il<br />

Ponte sullo stretto lo<br />

costruirà Impregilo,<br />

presieduta dal tremontiano<br />

Massimo Ponzellini (che il<br />

ministro ha messo alla guida<br />

della Popolare di Milano), ma<br />

questo non sembra essere<br />

decisivo. E, sempre per stare<br />

al ‘cui prodest’, il ponte sta<br />

molto a cuore alla mafia. Che<br />

non sembra troppo<br />

interessata alla banca<br />

t re m o n t i a n a .


Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 9<br />

CON UN FILO DI VOCE.INFO<br />

Gli economisti restano senza soldi<br />

e chiedono aiuto ai lettori<br />

di Stefano Feltri<br />

economisti”, auspica<br />

spesso il ministro<br />

Giulio Tremonti<br />

“Silete,<br />

adattando l’invito perentorio<br />

che Carl Schmitt rivolgeva<br />

ai giuristi dalla prigione. E<br />

tra quelli la cui voce risulta meno<br />

amata dal ministro (e non solo<br />

da lui, anche da chi lo ha preceduto<br />

su quella poltrona) ci<br />

sono, appunto, quelli de lavoce.info<br />

il sito animato dal professor<br />

Tito Boeri che il 4 luglio<br />

2010 dovrebbe <strong>com</strong>piere otto<br />

anni. Condizionale d’o bbl i go<br />

(o almeno scaramantico), perché<br />

anche lavoce.info è a suo<br />

modo vittima della crisi.<br />

Sul sito è <strong>com</strong>parso un articolo<br />

che si rivolge “agli amici della<br />

Vo c e ” in cui si legge: “Per continuare<br />

a garantire la qualità che<br />

vi offriamo abbiamo il bisogno<br />

urgente che ritorniate a manifestarci<br />

in modo tangibile e continuativo<br />

il vostro consenso e il<br />

piacere di leggere le nostre analisi,<br />

i dati che vi proponiamo e le<br />

nostre critiche ai potenti di turno<br />

con i vostri tanti piccoli contr<br />

ibuti”. Tito Boeri spiega al<br />

“Fa t t o ” l’origine del problema:<br />

“Per la prima volta, quest’anno<br />

abbiamo fatto la convenzione<br />

per avere il 5 per 1000 e molti<br />

lettori che prima ci sostenevano<br />

con donazioni occasionali<br />

hanno scelto quella formula<br />

per aiutarci. E quindi i piccoli<br />

versamenti che finora erano<br />

stati la nostra principale entrata<br />

sono crollati, anche perché con<br />

la crisi ci sono meno soldi da<br />

spendere. Ma le risorse del 5<br />

per 1000 arriveranno dallo Stato<br />

solo tra due o tre anni”.<br />

Boeri, economista della Bocconi,<br />

si è inventato sette anni fa La<br />

Voce per dare una piattaforma<br />

agli economisti che vogliono<br />

partecipare al dibattito pubblico.<br />

Gli autori degli articoli non<br />

di Giorgio Arbatov<br />

E<br />

Alcuni degli<br />

animatori del sito<br />

lavoce.info, i<br />

bocconiani Marco<br />

Onado, Tito Boeri<br />

e Francesco<br />

Giavazzi (FOTO ANSA)<br />

sono retribuiti,<br />

ma anche una rivista<br />

virtuale <strong>com</strong>e<br />

La Voce ha bisogno<br />

di una (minima)<br />

redazione: ci sono due persone<br />

per la <strong>com</strong>unicazione, Ludovico<br />

Poggi e Davide Baldi,<br />

due editor che verificano forma<br />

e contenuto scientifico degli interventi<br />

(Sandra Bellini e Roberto<br />

Ceredi), poi c’è la redazione<br />

di 25 professori, ma quella<br />

è a costo zero perché le riunioni<br />

si fanno via mail o su<br />

S ky p e .<br />

“Potremmo trovare soldi senza<br />

problemi da qualche grande<br />

sponsor, per esempio andando<br />

a bussare alla porta di una fondazione<br />

bancaria, ma preferiamo<br />

non farlo, perché questo sarebbe<br />

contrario allo spirito<br />

dell’i n i z i a t i va ”, dice Boeri.<br />

L’idea de lavoce.info, infatti, è<br />

quella di fare da cane da guardia<br />

della politica economia - Boeri<br />

lo dice all’inglese, “wa t ch d o g ”-<br />

La nuova s<strong>com</strong>messa irachena dell’Eni<br />

Perché il giacimento di Zubayr è una seconda scelta rispetto a quello di Nassirya. L’incognita del Kashagan<br />

ni conquista la licenza per sviluppare il giacimento<br />

di Zubayr, nella parte meridionale<br />

dell’Iraq. Per l’amministratore delegato del cane a<br />

sei zampe, Paolo Scaroni, si tratta di uno dei pozzi<br />

“più importanti al mondo, uno dei pochi capaci di<br />

produrre più di un milione di barili al giorno”. Scaroni<br />

ha parlato con il “Financial Times” poche ore<br />

prime che i suoi inviati raggiungessero l’a c c o rd o<br />

con i rappresentanti iracheni. Per diventare valido,<br />

il patto dovrà essere controfirmato dal governo<br />

di Baghdad. Nessuno sa dire con esattezza<br />

quanto tempo richiederà questo passaggio. La<br />

maggior parte dei giornali italiani ha presentato la<br />

notizia <strong>com</strong>e un successo internazionale per la società<br />

italiana. In realtà, l’investimento di Zubayr è<br />

una mossa di riserva. Alla fine di agosto, il governo<br />

al di fuori delle<br />

linee editoriali<br />

che influenzano<br />

i<br />

<strong>com</strong>menti dei<br />

quotidiani. “E infatti ci attaccano<br />

spesso, sia da da destra che<br />

da sinistra a seconda di chi è al<br />

governo, perché noi ci mettiamo,<br />

per natura, sempre un po’<br />

all’opposizione”, spiega Boeri<br />

che, <strong>com</strong>e molti altri dei membri<br />

del nucleo centrale del sito è<br />

editorialista di un grande giornale.<br />

Lui di “R e p u bbl i c a ”, Francesco<br />

Giavazzi del “Cor riere”,<br />

Marco Onado del “Sole 24<br />

O re ”, Pietro Garibaldi della<br />

“Stampa”. Ma questo non <strong>com</strong>promette<br />

l’indipendenza<br />

dell’analisi - giura Boeri - non<br />

<strong>com</strong>promette affatto l’indipen -<br />

denza dell’analisi. Resta agli atti<br />

un fondo di Eugenio Scalfar”nel<br />

2007 in cui il fondatore di “Re -<br />

p u bbl i c a ”se la prendeva con gli<br />

“economisti indipendenti e silenti”<br />

che criticavano Romano<br />

iracheno ha assegnato il giacimento di Nassiriya ai<br />

giapponesi di Nippon Oil: quello era il vero obiettivo<br />

di Eni, ma il fatto non ha trovato grande spazio<br />

sui nostri quotidiani. Oggi l’annuncio di Scaroni ai<br />

cronisti di Ft pare più un ripiego che una rivincita.<br />

Secondo gli analisti di Iraq Oil Report, un blog che si<br />

occupa con grande <strong>com</strong>petenza di petrolio iracheno,<br />

Nassiriya è un affare da quattro miliardi e mezzo<br />

di barili. <strong>Il</strong> giacimento aveva anche un valore simbolico<br />

per il governo Berlusconi: qui c’era il quartier<br />

generale dell’esercito italiano negli anni della<br />

guerra e alcune inchieste giornaliste hanno messo<br />

in relazione la loro presenza e gli interessi di Eni<br />

nella regione. Dal punto di vista tecnico, il pozzo di<br />

Zubayr è una s<strong>com</strong>messa. Se le cose andranno <strong>com</strong>e<br />

Scaroni prevede, la produzione supererà il milione<br />

di barili al giorno nei prossimi sei o sette anni.<br />

Adesso è ferma a quota duecentomila. Bisogna dire<br />

che la fortuna non è sempre stata dalla parte di Eni.<br />

<strong>Il</strong> gruppo aveva s<strong>com</strong>messo buona parte<br />

della propria reputazione sul pozzo di Ka-<br />

shagan, in Kazakhstan: gli ingegneri italiani<br />

pensavano di portare in superficie<br />

fiumi di oro nero entro il 2008, ma ancora<br />

oggi nessuno crede che questo giacimento<br />

sarà attivo prima di tre anni. I continui<br />

rinvii hanno spazientito il governo locale.<br />

Le licenze degli italiani, che il governo deve<br />

rinnovare, scadono proprio nel 2012,<br />

quando il petrolio arriverà a galla. “Questo<br />

è un caso clamoroso – spiega un diplomatico<br />

italiano che si occupa della regione<br />

– ve lo immaginate che cosa sarebbe<br />

successo in Francia o in Germania se<br />

una società nazionale avesse perso un<br />

POVERI&RICCHI<br />

Prodi mentre erano stati troppo<br />

morbidi con il governo Berlusconi,<br />

Critiche di segno opposto<br />

sono arrivate in questa legislatura,<br />

da ricordare soprattutto<br />

la polemica sulle stime del<br />

costo del mancato election day<br />

(la separazione tra voto europeo<br />

e referendum sulla legge<br />

elettorale). L’attacco è arrivato<br />

soprattutto da giornali <strong>com</strong>e<br />

“Milano Finanza” che avevano<br />

preso sul personale la battaglia<br />

della voce.info per l’applicazio -<br />

ne della direttiva europea che<br />

impone la pubblicazione on-line<br />

delle informazione sensibili<br />

per la Borsa (con conseguente<br />

perdita di introiti per i giornali<br />

economici che ora le ospitano a<br />

pagamento). Visto che scrivere<br />

su lavoce.info garantisce una<br />

maggiore notorietà e autorevolezza,<br />

i redattori del sito che ottengono<br />

collaborazioni si auto-tassano<br />

per sostenere la causa<br />

<strong>com</strong>une. <strong>Il</strong> ricavato della rubrica<br />

che Tito Boeri tiene su<br />

contratto così importante?”. Eni ha avuto diversi<br />

problemi con i regni dell’Asia centrale. Sempre nel<br />

2008, le autorità turkmene hanno negato ai manager<br />

del gruppo il visto di ingresso del paese dopo<br />

una transazione avvenuta in Gran Bretagna. É successo<br />

tutto quando la società di Scaroni acquisì la<br />

Burren Energy, una <strong>com</strong>pagnia londinese molto attiva<br />

in Turkmenistan, senza consultarsi con il governo<br />

di Ashgabat. <strong>Il</strong> lunatico leader del posto, Gurbanguly<br />

Berdimukhammedov, non ha gradito<br />

l’operazione e ha bloccato a modo suo lo scambio.<br />

La società italiana è una delle prime a ottenere licenze<br />

in Iraq. Per il momento, le richieste formulate<br />

dal governo hanno tenuto alla larga le major<br />

straniere, tanto che la prima asta del dopo Saddam è<br />

andata praticamente deserta: soltanto British Petroleum<br />

ha chiuso un accordo con Baghdad. Ieri il<br />

“New York Times” ha pubblicato un lungo reportage<br />

per spiegare le ragioni che rendono poco appetibile<br />

il business iracheno. Le infrastrutture sono<br />

vecchie, spiega il <strong>quotidiano</strong>,<br />

e le condizioni offerte<br />

Se le cose<br />

vanno <strong>com</strong>e<br />

spera Scaroni,<br />

il giacimento<br />

produrrà un<br />

milione di<br />

barili al giorno<br />

“Inter nazionale” - spiega l’inte -<br />

ressato - viene devoluto alla Voce.<br />

Ma ora non basta più.<br />

Se lavoce.info fosse stata un’im -<br />

presa con l’obiettivo di produrre<br />

utili, forse, ne avrebbe ottenuti<br />

parecchi. L’intuizione di<br />

Boeri ha generato diversi<br />

s p i n - o f f, <strong>com</strong>e li chiamano alla<br />

Bocconi. In Francia è nato Telos,<br />

dichiaratamente ispirato<br />

alla Voce che ha la sua università<br />

di riferimento in Sciences-Po,<br />

così <strong>com</strong>e la Voce ce<br />

l’ha, di fatto, nella Bocconi. Poi<br />

c’è Voxeu.org, la versione più<br />

accademica e internazionale<br />

del sito italiano, dove i ricercatori<br />

pubblicano sintesi dei propri<br />

paper e dibattono di questioni<br />

anche teoriche (mentre<br />

lavoce.info si occupa soprattutto<br />

di questioni concrete di<br />

politica economica o regolazione<br />

finanziaria). “Adesso ne<br />

sta nascendo anche una versione<br />

spagnola che si chiamerà<br />

Sociedadabierta e una olandese,<br />

Neiudice, poi c’è il progetto<br />

di una Voce tedesca, ma ancora<br />

non si è concretizzato”, dice<br />

Boeri. Dal mondo della Voce è<br />

uscito anche il Festival<br />

dell’Economia di Trento, già arrivato<br />

alla quarta edizione.<br />

E di tutto questo ha beneficiato<br />

anche il sito internet: i contatti<br />

giornalieri oscillano tra 7.600 e<br />

punte occasionali di 16mila,<br />

che significano circa 2,5 milioni<br />

all’anno per un totale di 7,3<br />

milioni di pagine viste. “Voglia -<br />

mo manentere lo spirito di pu -<br />

blic <strong>com</strong>pany della testata - spiega<br />

Boeri - quindi chiediamo piccoli<br />

contributi: chi si impegna a<br />

versare 10 euro al mese tutti i<br />

mesi diventerà una specie di abbonato<br />

e quindi avrà diritto a<br />

partecipare a un convegno annuale<br />

e a strumenti di ricerca<br />

più mirati per consultare il nostro<br />

archivio che sta diventando<br />

sempre più ampio.”<br />

per sviluppare i giacimenti<br />

sono giudicate poco vantaggiose.<br />

Per questo, soltanto<br />

settanta degli ottanta<br />

pozzi conosciuti nel paese<br />

sono oggi produttivi. Scaroni<br />

dice di avere ottenuto<br />

condizioni favorevoli dai<br />

ministri di Baghdad. La prima:<br />

potrà lavorare su Zubayr<br />

senza i cinesi di Sinopec,<br />

che potevano essere concorrenti<br />

s<strong>com</strong>odi. Ma Nassiriya<br />

è ancora lontana.<br />

N<br />

CONTI PUBBLICI<br />

E u ro p a :<br />

finanze italiane<br />

insosteibili<br />

C ondizioni<br />

di bilancio<br />

“insostenibili” sul<br />

lungo termine. Così oggi<br />

la Commissione europea,<br />

in una <strong>com</strong>unicazione<br />

sulle prospettive delle<br />

finanze pubbliche dei 27,<br />

ha definito la situazione<br />

dell’Italia e di altri<br />

quattro Paesi: Francia,<br />

Ungheria, Polonia e<br />

Portogallo.<br />

STIME<br />

L’Isae ottimista<br />

sulla seconda<br />

metà del 2009i<br />

L’<br />

Isae, l’istituto di<br />

pr evisioni<br />

economiche legato al<br />

ministero del Tesoro,<br />

rivede al rialzo le<br />

previsioni per l'economia<br />

italiana. Nel 2009 il Pil<br />

calerà del 4,7%, in<br />

miglioramento rispetto al<br />

calo del 5,3% stimato in<br />

precedenza. Nel 2010 il<br />

Pil crescerà dello 0,6%<br />

(+0,2% previsto in<br />

pr ecedenza).<br />

BORSE PAZZE<br />

La corsa di oro,<br />

euro e listini<br />

C ontinuano<br />

i trend di<br />

Borsa di questi<br />

giorni: salgono l’or o<br />

(bene rifugio) e quasi tutti<br />

gli indici di riferimento<br />

dei listini: due eventi che<br />

di solito si escludono,<br />

perché chi cerca la<br />

sicurezza dell’oro teme<br />

crolli di Borsa. L’eur o<br />

arriva a quota 1,49 sul<br />

dollaro (valuta in cui è<br />

quotato l’oro) e si prepara<br />

a sfondare la barriera<br />

psicologica di 1,50.<br />

INVESTIMENTI<br />

Finmeccanica<br />

chiede al mercato<br />

600mln<br />

A confermare<br />

che<br />

questo è il momento<br />

dei corporate bond, il<br />

titoli di debito emessi<br />

dalle imprese, è arrivata<br />

ieri l’emissione<br />

obbligazionaria di<br />

Finmeccanica: 600<br />

milioni. La domanda,<br />

secondo le prime<br />

indiscrezioni, sembra<br />

essere stata dieci volte<br />

superior e.<br />

LODO MO N DA D O R I<br />

Parte la<br />

c o n t ro ff e n s i v a<br />

Fininvest<br />

<strong>Il</strong> cda di Fininvest ieri si<br />

è riunito martedì sotto<br />

la presidenza di Marina<br />

Berlusconi e ha<br />

deliberato di procedere<br />

alla presentazione<br />

dell'appello contro la<br />

sentenza del Tribunale di<br />

Milano del 3 ottobre 2009<br />

che la condanna a pagare<br />

750 milioni di euro alla<br />

Cir. <strong>Il</strong> nodo principale è<br />

quello dell'esecutività<br />

della sentenza.


pagina 10<br />

CSM<br />

BRUNI, L’ALTRO PM<br />

L’AT T E S A<br />

<strong>Il</strong> 19 ottobre si celebrerà il processo<br />

davanti alla sezione disciplinare del<br />

Csm a carico dei pm di Salerno. <strong>Il</strong> Csm<br />

vaglierà il sequestro dei fascicoli “W hy<br />

Not” e “Poseidone”, operato dai pm di<br />

Salerno, nei confronti dei colleghi di<br />

Catanzaro durante le perquisizioni del<br />

gennaio 2009.<br />

Intanto <strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong> Quotidiano è in grado di<br />

rivelare e ricostruire quanto accadde il 27<br />

maggio 2008, giorno in cui un magistrato<br />

bussò alla porta di Luigi de Magistris e<br />

ammise: “Adesso temo di uscirne<br />

stritolato”. Un episodio che getta luce<br />

sullo stato della giustizia in Calabria e nel<br />

resto del Paese.<br />

In basso, Luigi de Magistris<br />

In alto a destra,<br />

il pm Pierpaolo Bruni (FOTO ANSA)<br />

x GIUSTIZIA x<br />

di Antonio Massari<br />

S T R I T O L AT O<br />

DA WHY NOT<br />

IL 2008 per de Magistris è un periodo intenso.<br />

È stato punito dal Csm, trasferito di sede e funzioni<br />

dalla procura di Catanzaro, va e viene dalla<br />

procura di Salerno, dove sta denunciando un<br />

“sistema” di malaffare <strong>com</strong>posto da politici, imprenditori,<br />

agenti dei servizi, faccendieri, giornalisti e - soprattutto<br />

- magistrati. È questo “sistema” - dice De Magistris<br />

ai colleghi di Salerno - che gli ha sottratto le<br />

indagini “Why not” e “Po s e i d o n e ”. Gliele ha sottratte<br />

in maniera illegale e mirata: per impedirgli di continuare<br />

a indagare.<br />

È in questo contesto che, il 27 maggio, un magistrato<br />

si affaccia alla porta del suo ufficio. <strong>Il</strong> suo nome è Pierpaolo<br />

Bruni. Cravatta sottile, testa rasata, il crotonese<br />

Bruni è un pm poco noto alle cronache nazionali, e c’è<br />

poco da stupirsi, visto che da decenni, in Italia, la mafia<br />

non fa più notizia. Bruni - che ha quarantuno anni -<br />

può già contare numerosi successi in indagini di mafia.<br />

Vive sotto scorta e nel suo curriculum figurano<br />

circa 400 arresti, una decina di boss condannati in<br />

regime di 41-bis, almeno 140 milioni di euro sequestrati<br />

alle cosche. E infatti: la vita di Bruni è fortemente<br />

a rischio.<br />

PER 280MILA EURO<br />

Un collaboratore di giustizia, l’11 luglio dello stesso<br />

anno, chiede di parlare con la polizia. Poiché teme<br />

per la propria vita, decide di parlare soltanto in via<br />

“infor male”, e in questura verbalizzano il<br />

contenuto della dichiarazione: “Ernesto Grande<br />

Aracri, che è stato appena scarcerato, si sarebbe<br />

impegnato a trovare una persona che in cambio di<br />

280 mila euro sia disposta a portare a termine<br />

l’attentato nei confronti del magistrato”.<br />

Pochi giorni dopo, un<br />

altro collaboratore di<br />

giustizia, Angelo<br />

Salvatore Cortese,<br />

confermerà agli<br />

investigatori della<br />

squadra mobile di<br />

Crotone, guidati dal<br />

vice questore Angelo<br />

Morabito, che le cosche<br />

hanno condannato a<br />

morte Bruni. Come<br />

vedremo, gli stralci del<br />

verbale, meglio di qualsiasi <strong>com</strong>mento, spiegano la<br />

situazione.<br />

“Nel periodo 2000-2003”, dice Cortese il 19 luglio,<br />

“durante il processo ‘Scacco Matto’, mi trovavo nel<br />

carcere di Catanzaro e in parecchie occasioni si era<br />

parlato del dottor Bruni <strong>com</strong>e persona pericolosa<br />

per la nostra cosca. (…) Si doveva trovare una<br />

soluzione per fermarlo perché era pericoloso per le<br />

indagini che stava portando avanti”.<br />

“Che significa soluzione?”, chiede l’i s p e t t o re<br />

Russo. “Soluzione vuol dire eliminazione, di fare un<br />

attentato al dottor Bruni. Perché era pericoloso<br />

sia per il processo che era in corso, Scacco Matto,<br />

sia per altri procedimenti che sapevamo che<br />

erano contro la nostra cosca e le cosche, diciamo,<br />

alleate a noi (…). Parlando fra noi affiliati (…) si<br />

parlò del dottor Bruni, di una persona<br />

pericolosissima per le nostre attività e per la<br />

nostra cosca e si doveva in qualche<br />

modo eliminarlo e fermarlo con qualsiasi mezzo<br />

(…). E quindi si è già progettato che si doveva<br />

fermare con qualsiasi mezzo nel 2003 (…), con<br />

qualsiasi azione, sia con bazooka, sia con bombe,<br />

sia … trovare la soluzione di ucciderlo (…). Così si<br />

cambiava pm, insomma, si prendeva tempo …<br />

L’input è partito dalla nostra cosca, Grande Aracri<br />

Nicolino (…) e poi automaticamente tutti noi<br />

affiliati parlammo di questo qua perché, ogni volta<br />

che andavamo a fare i processi a Crotone partivamo<br />

da Catanzaro, un pullman, ed eravamo tutti noi<br />

affiliati (…) e si parlava, insomma, ogni volta che<br />

vedevano il dottor Bruni c’erano parole, diciamo,<br />

indescrivibili contro il dottor Bruni, che si dicevano<br />

sia durante il processo e sia una volta tornati in<br />

carcere … perché tutti i giorni c’era il problema del<br />

dottor Bruni, tutti i giorni si parlava, si doveva<br />

fermare in tutti i modi”.<br />

L’ispettore domanda: “Quindi oggi potrebbe essere<br />

a rischio?”:<br />

Risponde Cortese: “È a rischio, sì, specialmente<br />

con il fatto della mia collaborazione, perché io<br />

quando ho iniziato a collaborare ho deciso di<br />

parlare direttamente con il dottor Bruni (…). Sono<br />

a rischio di ergastolo le persone, in questo<br />

momento, e quindi è motivo in più adesso di<br />

uccidere il dottor Bruni (…). E poi il fatto che<br />

abbiamo a disposizione molte armi, sia bazooka, sia<br />

esplosivo in quanto già all’epoca si parlava che era<br />

una persona che non camminava così, libero,<br />

camminava con la scorta, con la macchina blindata,<br />

quindi si parlava di fare un attentato in modo che si<br />

colpisse la macchina blindata (…). Noi abbiamo a<br />

disposizione vari mezzi, dai lanciarazzi ed<br />

esplosivo, potrebbero mettere anche<br />

dell’esplosivo nell’abitazione, sia durante che si fa il<br />

<strong>Il</strong> 27 maggio 2008 Bruni dice<br />

a de Magistris di temere<br />

ritorsioni per un’indagine che<br />

coinvolge molti personaggi noti<br />

processo a Catanzaro, sul tragitto oppure anche<br />

durante il processo, si può colpire (…). Perché<br />

abbiamo anche fucili di precisione (…) venuti dalla<br />

Germania, di precisione, di lungo tiraggio, arrivano<br />

a due trecento metri (…) i mezzi ci sono, non<br />

mancano i mezzi, mezzi e armi non ci mancano, e<br />

uomini, quindi il dottor Bruni è a rischio di vita<br />

proprio assoluto”.<br />

“MI VOGLIONO STRITOLARE”<br />

Nel 2008, quindi, Bruni è certamente a “rischio di<br />

vita assoluto”. Eppure, quando bussa alla porta di<br />

de Magistris, è preda di ben altre preoccupazioni.<br />

Dice di temere per sé, esterna il timore d’e s s e re<br />

“str itolato”, ma non si riferisce alla ‘ndrangheta o ai<br />

bazooka o ai fucili di precisione. Si riferisce ai suoi<br />

colleghi. Ed è questo il punto. Bruni ha ereditato un<br />

filone dell’inchiesta “Why Not”, quella avocata a de<br />

Magistris, ma ha appena deciso di mollare il<br />

pool. È allarmato. E a distanza di un anno e<br />

mezzo - <strong>com</strong>e vedremo - i fatti gli danno<br />

ragione. Ma andiamo con ordine. La<br />

mattina del 27 maggio 2008, Bruni,<br />

intende spiegare a de Magistris<br />

<strong>com</strong>e procede l’indagine. Non<br />

parla dei contenuti. Non fa<br />

cenni all’aspetto<br />

investigativo. Vuole<br />

ra c c o n t a re<br />

l’organizzazione del<br />

Dopo de Magistris<br />

il caso del<br />

p ro c u r a t o re<br />

applicato<br />

all’inchiest a<br />

contro la sua<br />

vo l o n t à<br />

lavoro. Denuncia delle “anomalie”. A rivelarlo,<br />

dinanzi ai pm di Salerno, è lo stesso de Magistris.<br />

Una settimana più tardi, il 3 giugno, l’ex pm fa<br />

mettere a verbale: “La mattina del 27 maggio è<br />

venuto nel mio ufficio il dr. Pierpaolo Bruni (…). Mi<br />

ha detto di temere d’essere stritolato. Ha detto che<br />

voleva parlarmi (…) nell’interesse della Giustizia.<br />

Mi ha riferito che era molto contrariato delle<br />

continue anomalie che si stavano verificando<br />

nell’inchiesta Why Not (…). A suo dire, stavano<br />

demolendo l’intera originaria inchiesta (…)”. De<br />

Magistris aggiunge poi un altro particolare. Ed è<br />

quello che ci interessa: “Bruni mi ha detto, a questo<br />

punto, di temere di “essere stritolato”dalla Procura<br />

Generale. Mi ha detto che il dottor Iannelli lo<br />

avrebbe “distr utto” se egli si fosse “messo contro la<br />

sua volontà”.<br />

<strong>Il</strong> dottor Iannelli è l’ex procuratore generale di<br />

Catanzaro, indagato a Salerno, per la conduzione<br />

dell’inchiesta “Why not”. Con la formazione del<br />

pool, l’inchiesta viene separata in diversi filoni e,<br />

sempre secondo la procura di Salerno, che<br />

indagherà sulla vicenda, si creano i presupposti per<br />

la “stagnazione delle attività investigative”, per la<br />

“disintegrazione dell’originario disegno<br />

i nve s t i g a t i vo ”, per il “progressivo dissolvimento di<br />

tracce investigative”. Torniamo alle dichiarazioni di<br />

Bruni riferite da De Magistris. “Mi ha detto anche<br />

che lo potevano “r icattare” per il fatto che egli<br />

avesse delle applicazioni DDA (direzione<br />

distrettuale antimafia, ndr) … e che se avesse creato<br />

problemi, potevano revocargliele, tenuto conto<br />

anche della grave situazione di organico della<br />

procura della Repubblica di Crotone”. E infatti: a<br />

distanza di un anno e mezzo, scopriamo che Bruni<br />

aveva visto giusto: non è più applicato all’a n t i m a fi a ,<br />

gli hanno revocato l’applicazione, proprio <strong>com</strong>e<br />

aveva previsto. <strong>Il</strong> motivo? Esattamente quello che<br />

aveva immaginato: l’organico scarno della procura<br />

di Crotone. <strong>Il</strong> punto più oscuro, però, riguarda un<br />

altro elemento della sua profezia: Bruni si è davvero


“messo contro” la procura generale? E <strong>com</strong>e?<br />

Vediamo cos’è accaduto.<br />

“IL FATTO NUOVO”<br />

A maggio 2009, esattamente un anno dopo<br />

l’incontro tra Bruni e de Magistris, il procuratore<br />

capo di Crotone, Raffaele Mazzotta, rilascia la<br />

seguente dichiarazione: “Sono stato costretto a<br />

revocare il parere favorevole”. La profezia di Bruni<br />

s’è avverata. Mazzotta parla del parere favorevole<br />

all’applicazione di Bruni alla distrettuale antimafia:<br />

Bruni è ufficialmente fuori dalla dda. Ma perché<br />

Mazzotta usa questo termine: “costretto a revocare<br />

il parere favorevole”? “C o s t re t t o ” da chi? E perché?<br />

Mazzotta spiega che s’è verificato “un fatto nuovo,<br />

che ha turbato la serenità del mio ufficio e quella del<br />

dottor Bruni in primis. Un fatto nuovo sul quale non<br />

posso essere più esplicito, ma del quale ho già<br />

informato le autorità <strong>com</strong>petenti”. Le autorità<br />

<strong>com</strong>petenti sono il ministero di Giustizia, il Csm, il<br />

procuratore generale della Cassazione. Che infatti,<br />

di lì a poco, invieranno gli ispettori. Cos’è<br />

accaduto? La revoca del parere di Mazzotta giunge<br />

dopo le sollecitazioni della procura generale di<br />

Catanzaro, per la precisione del facente funzioni<br />

Dolcino Favi, l’uomo che avocò l’inchiesta “W hy<br />

Not” a de Magistris, anch’egli indagato dalla<br />

procura di Salerno. Che ha <strong>com</strong>binato Favi, questa<br />

volta? Ha spiegato - a voce e per iscritto - che non<br />

avrebbe tollerato alcun inadempimento da parte di<br />

Bruni, né il minimo errore, dovuto al suo carico di<br />

lavoro. <strong>Il</strong> procuratore Mazzotta ha letto, in questa<br />

presa di posizione, una sorta di intimidazione.<br />

Sarebbe questo il “fatto nuovo” che “ha turbato la<br />

serenità del mio ufficio e del dottor Bruni in<br />

pr imis”. Ed è per questo che Bruni, <strong>com</strong>e aveva<br />

previsto, perde la direzione distrettuale antimafia.<br />

Accanto al “fatto nuovo”, però, c’è un fatto<br />

bizzarro: è la “s ch i z o f re n i a ” di Favi. Nel maggio<br />

2009, infatti, stabilisce che Bruni è troppo<br />

occupato, che la procura di Crotone è troppo<br />

sguarnita, perché possa continua a occuparsi della<br />

‘ndrangheta. Un anno prima, però, la pensa<br />

diversamente. Molto diversamente.<br />

“NEL POOL NON CI VOLEVO<br />

A N DA R E ”<br />

Nel febbraio 2008, il pm di Salerno Dionigio<br />

Verasani, che sta indagando sul “caso de Magistris”<br />

e sulla procura di Catanzaro, rivolge qualche<br />

domanda al capo di Bruni, il procuratore Francesco<br />

Tricoli. Verasani vuol capire <strong>com</strong>e, e perché, Bruni<br />

sia stato applicato al pool che indaga su “Why Not”.<br />

La vicenda risale a pochi giorni dopo l’avo c a z i o n e<br />

dell’inchiesta, disposta da Favi, a de Magistris. “E bb i<br />

modo di incontrare Favi a Crotone, presso la<br />

Prefettura, (…) Favi mi disse che aveva bisogno<br />

della collaborazione di sostituti procuratori “di<br />

primo grado” per la gestione dell’inchiesta appena<br />

avocata (…). Risposi che il momento era poco<br />

favorevole, in quanto, di lì a poco, si sarebbero<br />

trasferiti due sostituti in servizio a Crotone. Ciò<br />

avrebbe <strong>com</strong>portato che su una pianta organica di<br />

sei sostituti la procura di Crotone sarebbe rimasta<br />

con soli quattro magistrati, oltre al Capo<br />

dell’uf ficio”.<br />

Le dichiarazioni di Tricoli, insomma, dimostrano<br />

che già nel febbraio 2008, l’organico della procura<br />

di Crotone era fortemente critico. E Favi ne è<br />

perfettamente a conoscenza. Ma non basta. Dice<br />

ancora Tricoli: “In quel contesto si parlò anche del<br />

fatto che il Bruni era applicato alla Dda di<br />

Catanzaro, circostanza peraltro istituzionalmente<br />

nota alla Procura Generale (…). Favi, pur<br />

prendendo atto delle mie perplessità, replicò che<br />

<strong>com</strong>unque era nella necessità di applicare dei<br />

sostituti di primo grado. (…). Pochi giorni dopo<br />

arrivò in Procura l’interpello formale. Lo<br />

<strong>com</strong>unicai formalmente ai miei sostituti (…).<br />

Nessuno di loro diede la disponibilità alla<br />

applicazione alla Procura Generale”. Ma anche qui<br />

accade un fatto nuovo: Tricoli segnala Bruni. “Mi<br />

determinai a ‘s e g n a l a re ’ il nominativo del dottor<br />

Bruni in quanto sapevo bene che rientrava fra i<br />

poteri della Procura Generale quello di applicare<br />

‘di ufficio’ un magistrato di una qualsiasi procura<br />

del Distretto. Ritenni, pertanto, di evidenziare che<br />

il dottor Bruni si era già interessato di reati contro la<br />

Pubblica Amministrazione”.<br />

<strong>Il</strong> punto è che Bruni non aveva alcuna intenzione di<br />

lavorare sull’inchiesta Why Not: aveva già troppo<br />

lavoro. Ma Favi lo applica ugualmente. Con il<br />

passare dei mesi, il pm di Crotone cercherà di<br />

allontanarsi dal pool, per le costanti divergenze<br />

sulla conduzione delle indagini. La sua<br />

partecipazione all’indagine è talmente<br />

problematica che, nel colloquio con de Magistris<br />

del 27 maggio, giungerà a una inquietante<br />

conclusione. Dichiara de Magistris: “Br uni<br />

prendeva atto che, probabilmente, la sua<br />

permanenza nell’inchiesta Why Not poteva servire<br />

a non ‘dare l’i m p re s s i o n e ’ che si procedesse<br />

all’archiviazione e alla demolizione dell’i n t e ra<br />

inchiesta (…) ma facendolo ‘l avo ra re ’ solo ed<br />

esclusivamente sui filoni che ‘non creavano<br />

p ro bl e m i ’alla Procura Generale e sotto la ‘costante’<br />

guida e direzione da parte del dr. Iannelli”. Ma<br />

Bruni, di “p ro bl e m i ”, ne crea ec<strong>com</strong>e. E sempre<br />

quando si toccano i livelli più alti. Per esempio:<br />

Prodi e Mastella. È lo stesso Bruni a raccontarlo ai<br />

pm di Salerno, quando gli chiedono conto della<br />

conversazione con de Magistris, e della richiesta di<br />

archiviazione che il pool ha avanzato sulla<br />

posizione di Mastella: “Si è parlato della richiesta di<br />

archiviazione e discutendo ho manifestato il mio<br />

dissenso in ordine a tale richiesta. Infatti nel corso<br />

delle riunioni presso la Procura Generale io non ho<br />

mai condiviso la scelta di procedere<br />

all’archiviazione della posizione del senatore<br />

Mastella anche perché, nello specifico, ritenevo<br />

che poteva essere approfondita sotto il profilo<br />

investigativo. Se non ricordo male il dr. Muraca (un<br />

consulente della procura, ndr) mi riferì in proposito<br />

che a suo parere vi erano degli ulteriori<br />

approfondimenti da fare su tale questione”. <strong>Il</strong> 30<br />

luglio 2008 Bruni è a Salerno. I pm Nuzzi e Verasani<br />

gli chiedono d’illustrare una delle ultime riunioni<br />

del pool che si occupa di “Why not”. Per la<br />

precisione, la riunione “fi u m e ”del 22 luglio, che s’è<br />

protratta per circa dieci ore, fino alle venti. “I<br />

contrasti - dice Bruni - sono perdurati per tutta la<br />

riunione fino a quando non si è arrivati alla stesura<br />

di un verbale, che adottava una soluzione tale da<br />

mettere d’accordo i punti di vista presenti nella<br />

discussione. Dal momento che nel corso di tutta la<br />

discussione, io, avevo una posizione difforme,<br />

rispetto agli altri colleghi, ancora una volta ho<br />

chiesto di essere estromesso dal gruppo di lavoro,<br />

per evitare la permanenza di punti di vista<br />

dif ferenti”. <strong>Il</strong> dissenso di Bruni emerge ancora. E il<br />

punto è importante perché riguarda “i criteri per<br />

l’adozione dei provvedimenti”. Dice Bruni: “La<br />

soluzione che gli altri colleghi volevano far passare,<br />

e mettere a verbale, era quella di far adottare le<br />

decisioni a maggioranza”. Una decisione che Bruni<br />

non approva, perché la maggioranza <strong>com</strong>porta<br />

“l’obbligo, anche da parte dei dissenzienti, di<br />

fir mare”. “Mi sono opposto a questo criterio -<br />

continua Bruni - ritenendolo lesivo della autonomia<br />

del magistrato (…). Ho ribadito che non mi<br />

sembrava giusto, che non solo ero stato applicato<br />

d’ufficio al procedimento Why Not, nonostante il<br />

mio dissenso, non solo non venivano accolte<br />

richieste di essere “solle vato” dall’incarico, ma<br />

avrei anche dovuto firmare provvedimenti che non<br />

condividevo. Alla fine si adottava la decisione che i<br />

provvedimenti sarebbero stati presi a maggioranza,<br />

senza però che vi fosse un obbligo, da parte dei<br />

dissenzienti, di firmare”.<br />

FIRMO, NON FIRMO<br />

Firmare, non firmare, la questione potrebbe<br />

sembrare noiosa e ininfluente. Ma ha un senso ben<br />

preciso. Bruni non soltanto è in dissenso con<br />

alcune decisioni ma è convinto che, in alcuni casi, il<br />

pool debba prendere iniziative più drastiche nei<br />

confronti di qualche indagato. Per esempio:<br />

Romano Prodi. De Magistris l’aveva iscritto nel<br />

registro degli indagati con l’accusa di abuso<br />

Secondo il pm, il pool avrebbe<br />

dovuto prendere iniziative più<br />

drastiche nei confronti di alcuni<br />

indagati, <strong>com</strong>e Romano Prodi<br />

d’ufficio. Bruni ritiene che, per Prodi, le accuse<br />

debbano essere più pesanti. All’interno del pool è<br />

isolato ma va avanti. E decide di mettere nero su<br />

bianco le sue ipotesi di reato, “depositandole”<br />

all’interno del pool, che viene così messo<br />

fortemente in imbarazzo. Secondo Bruni, l’ex<br />

premier va indagato per associazione per<br />

delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri<br />

d’ufficio e violazione della legge sul finanziamento<br />

dei partiti. <strong>Il</strong> tutto ruota intorno alle elezioni<br />

regionali del 2005, quelle vinte da Agazio Loiero, e<br />

le elezioni politiche del 2006, vinte da Prodi.<br />

Reati in concorso con il governatore calabrese<br />

Agazio Loiero, l’ex segretario regionale dei Ds<br />

Nicola Adamo e sua moglie Vincenza Bruno Bossio,<br />

il re calabrese dei supermarket Despar, Antonino<br />

Gatto, l’ex leader di Cl Calabria Antonio Saladino, il<br />

parlamentare europeo Sandro Gozi, il braccio<br />

destro di Prodi Pietro Scarpellini, la san riminese<br />

Claudia Mularoni, l’imprenditore d’area prodiana<br />

Pietro Macrì, i fratelli Mariangela e Francesco De<br />

Grano. Cos’avrebbero <strong>com</strong>binato? Avrebbero<br />

“asservito le istituzioni pubbliche per finalità<br />

private e di partito, strumentalizzando le istituzioni<br />

pubbliche di riferimento, e in particolare quelle<br />

della Regione Calabria, facendo in modo che<br />

venissero realizzate tutta una serie di leggi, atti e<br />

provvedimenti amministrativi, talora strumentali,<br />

talaltra quale corrispettivo delle condotte<br />

fraudolente (…)”. Non è roba da poco. Secondo<br />

Bruni, Claudia Mularoni e Pietro Scarpellini,<br />

Giovedì 15 ottobre 2009<br />

Accanto, l’ex premier<br />

Romano Prodi e l’ex<br />

ministro della Giustizia<br />

Clemente Mastella<br />

A sinistra, in alto, Antonio<br />

Saladino (FOTO ANSA)<br />

A sinistra, in basso,<br />

il presidente<br />

della Regione Calabria<br />

Agazio Loiero<br />

(FOTO MASSIMO DI VI TA )<br />

rispettivamente amministratore<br />

unico e titolare della<br />

Pragmata di San Marino, si<br />

sarebbero accordati con Prodi<br />

(e con Macrì e i fratelli De<br />

Grano), per lo “svuotamento<br />

delle casse della società Met<br />

Sviluppo, attraverso la<br />

distrazione dei finanziamenti<br />

p u bbl i c i ” ricevuti dalla Met.<br />

Bruni sostiene l’esistenza di<br />

“una serie di contratti di<br />

consulenza dal contenuto<br />

fittizio, intervenuti tra il 2004 e<br />

il 2005”. È convinto che vi siano<br />

state “fatturazioni fittizie”,<br />

anzi, “fatture pagate con danari<br />

p rove n t o ” di una “bancarotta fraudolenta”.<br />

Aggiunge che Pietro Macrì, insieme con Armando<br />

Borghi, avrebbe “emesso fatture per operazioni<br />

inesistenti”. <strong>Il</strong> pm parla - infine - di “operazioni al<br />

fine di ostacolare trasferimenti di danaro provento<br />

delle condotte di bancarotta” e “o p e ra z i o n i<br />

inesistenti dalla società Met Sviluppo alla società<br />

Pragmata e dalla cassa di quest’ultima verso se stessi<br />

o verso terzi”. Accuse molto gravi, insomma, che<br />

però, è bene specificarlo, restano soltanto sulla<br />

carta, non sono mai state formulate né verificate<br />

sotto il profilo giudiziario. Si tratta soltanto<br />

dell’ipotesi di lavoro che il pm Bruni aveva<br />

formulato, all’epoca, prima di lasciare il pool di<br />

“Why Not”. Queste ipotesi, però, sono state<br />

depositate nel fascicolo. Sono agli atti e mostrano la<br />

profonda divergenza tra il lavoro di Bruni e quello<br />

del pool che, infatti, a febbraio ha chiesto<br />

l’archiviazione per Prodi. Richiesta che - per quanto<br />

ci risulta - non è stata ancora evasa, poiché il gip di<br />

Catanzaro, Tiziana Macrì, non s’è ancora<br />

p ro nu n c i a t a .<br />

Ma proviamo a riassumere. Nel febbraio 2008,<br />

Bruni viene applicato all’inchiesta Why Not<br />

nonostante il proprio parere contrario e la scarsità<br />

d’organico, nella procura di Crotone, denunciata<br />

dal suo stesso capo. <strong>Il</strong> procuratore generale<br />

reggente Dolcino Favi lo applica a Why Not, quindi,<br />

nonostante sappia che Bruni è oberato di lavoro,<br />

essendo applicato anche all’antimafia. Circa anno<br />

dopo, nel maggio 2009, quando Bruni ha già<br />

lasciato il pool di “W hy<br />

Not”, e quindi potrebbe<br />

essere più “l i b e ro ” di<br />

prima, Favi “p re m e ”<br />

affinché Bruni esca<br />

dall’a n t i m a fi a ,<br />

spiegando al suo capo,<br />

Raffaele Mazzotta, che<br />

non tollererà<br />

inadempienze di Bruni<br />

nei carichi di lavoro. È<br />

evidente che Favi ha<br />

cambiato totalmente idea. Nel mezzo dei due<br />

eventi, la conversazione tra Bruni e de Magistris, il<br />

27 maggio 2008, durante la quale, Bruni dice di<br />

“temere di ‘essere stritolato’ dalla Procura<br />

G e n e ra l e ”, di essere “distr utto” se si fosse “messo<br />

contro la volontà” di Iannelli, di essere “r icattato”<br />

per via delle applicazioni alla Dda, e che se avesse<br />

creato problemi, potevano revocargliele”. <strong>Il</strong> tutto<br />

s’avvera e, effettivamente, <strong>com</strong>e dimostrano le<br />

vicende Prodi e Mastella, Bruni si mette contro il<br />

pool. Ma non soltanto. Le sue deposizioni a Salerno<br />

diventano fondamentali per le accuse che i<br />

procuratori campani muovono contro i colleghi di<br />

Catanzaro. E i magistrati di Salerno, per<br />

quest’inchiesta, hanno già pagato: il 19 ottobre si<br />

celebrerà il processo davanti alla sezione<br />

disciplinare del Csm a carico dei pm di Salerno. <strong>Il</strong><br />

Csm vaglierà il sequestro dei fascicoli “Why Not” e<br />

“Po s e i d o n e ”, operato dai pm di Salerno, nei<br />

confronti dei colleghi di Catanzaro durante le<br />

perquisizioni del gennaio 2009. Atti che il Csm ha<br />

già giudicato “abnor mi”, disponendo, su richiesta<br />

del ministro della Giustizia Angelino Alfano, la<br />

sospensione dalle funzioni e dallo stipendio di<br />

Apicella e il trasferimento d'ufficio di Nuzzi e<br />

Verasani. Quello di gennaio fu un provvedimento<br />

cautelare. Vedremo cosa accadrà il 19 ottobre. Nel<br />

frattempo, si può dire che un dato è certo: il “caso<br />

de Magistris” ha prodotto ulteriori vicende di<br />

interesse pubblico, diventando una storia<br />

paradigmatica della giustizia italiana.


pagina 12 Giovedì 15 ottobre 2009<br />

Dai piccoli gruppi<br />

alle bombe<br />

nella capitale<br />

La chiamano “mafiya”, anche se il suo<br />

nome ufficiale è “Organizatsya”,<br />

organizzazione. La mafia russa ha<br />

conosciuto due momenti storici: uno durante<br />

l’Urss, quando piccoli gruppi disorganizzati si<br />

occupavano di soddisfare la domanda dei beni<br />

introvabili, anche attraverso la <strong>com</strong>plicità di<br />

funzionari corrotti. L’altro, a partire dal 1991 e<br />

con il passaggio all’economia di mercato, quando<br />

la mafia uscì allo scoperto espandendosi<br />

repentinamente. L’Organizatsya faceva ricorso a<br />

metodi violenti, uccidendo funzionari,<br />

imprenditori e anche i presidenti delle principali<br />

banche del paese. La polizia era totalmente<br />

inadeguata a fronteggiare il fenomeno o<br />

addirittura collusa. La mafia riuscì ad infiltrarsi in<br />

ogni aspetto dell’organizzazione economica del<br />

paese, anche grazie all’inflazione galoppante di<br />

quegli anni, che rendeva inadeguati gli stipendi.<br />

Mosca, negli anni 90, dovette fare i conti anche<br />

con le mafie cecena e georgiana, che<br />

scatenarono una vera e propria guerra a suon di<br />

attentati. La lotta principale all’organizzazione si<br />

deve al presidente Boris Yeltsin.<br />

IL PADRINO DI MOSCA<br />

Funerali da star per Ivankov “<strong>Il</strong> Giapponese” che garantiva<br />

la pace fra clan (e business con i servizi)<br />

<strong>Il</strong> Cremlino di Mosca. Sotto, Vyacheslav Ivankov (FOTO ANSA)<br />

di Stefano Citati<br />

Vyacheslav Kirillovic Ivankov<br />

detto “il giapponese”<br />

è stato seppellito e da<br />

ora la mafia russa non sarà<br />

più la stessa. La notizia non<br />

è tanto che al suo funerale c'era<br />

una folla di circa mille persone<br />

e 150 uomini delle truppe<br />

speciali del governo russo<br />

per garantire la sicurezza: la<br />

tomba nel cimitero di Vagankoskoie<br />

era stata prima controllata<br />

dagli artificieri. Ma<br />

che la sua morte – il 9 ottobre,<br />

dopo il ferimento da parte di<br />

un cecchino all'uscita di un ristorante<br />

moscovita in estate –<br />

ha “cambiato la geopolitica<br />

criminale non solo russa, ma<br />

forse europea”, spiegano al<br />

Fa t t o delle fonti informate. Perché<br />

il 69enne nato in Georgia<br />

da genitori russi e con gli occhi<br />

a mandorla era l'uomo capace<br />

di mantenere gli equilibri<br />

mafiosi, soprattutto all'interno<br />

delle carceri, dove è de-<br />

LA SPAGNA<br />

ARRESTATO IL MODERATO DELL’E TA<br />

TERRORISTI BASCHI PRONTI ALLA GUERRA<br />

di Alessandro Oppes<br />

Z<br />

Madr id<br />

apatero era arrivato a definire Arnaldo<br />

Otegi, non più di tre anni fa, <strong>com</strong>e<br />

“un uomo di pace”. Ma quando l’Eta decise<br />

di annunciare a suo modo – con una<br />

bomba all’aeroporto di Barajas – la rottura<br />

della trattativa con il governo, tornò<br />

a essere quello di sempre, un pericoloso<br />

<strong>com</strong>plice dei terroristi. Lo misero in carcere<br />

per quindici mesi, e dall’estate dello<br />

scorso anno era un vigilato speciale.<br />

Fino all’altra sera, quando il giudice Baltasar<br />

Garzón ha ordinato il blitz che lo ha<br />

riportato in cella, insieme ad altri nove<br />

dirigenti della “izquierda abertzale”, il movimento<br />

indipendentista basco. L’a c c usa<br />

è quella di aver tentato di ricostituire<br />

il gruppo dirigente di Batasuna, partito<br />

messo fuorilegge sette anni fa, seguendo<br />

precise indicazioni del vertice<br />

dell’Eta.<br />

Non è mai stato un mistero che la vera<br />

ambizione di Otegi, leader carismatico<br />

del gruppo (decimato negli ultimi anni<br />

dagli arresti) fosse quella di trasformarsi<br />

nel Gerry Adams basco, cioè di farsi promotore<br />

di un’iniziativa politica che permettesse<br />

di mettere fine alla lotta armata<br />

e di concludere un accordo di pace per<br />

chiudere la “questione basca”. Ma il numero<br />

uno di Batasuna si è ritrovato stretto<br />

tra due fuochi: tra i pesanti condi-<br />

<strong>Il</strong> giudice Garzon<br />

decreta nuovamente<br />

la cattura di Otegi e l’ala<br />

dura del movimento<br />

riprende il controllo<br />

zionamenti imposti dai capi della banda<br />

armata (a loro volta divisi in fazioni in<br />

lotta tra loro) e un’offensiva poliziesca e<br />

giudiziaria a corrente alternata: più dura<br />

quando l’attività sanguinaria dell’Eta era<br />

al culmine, molto più blanda – se non<br />

addirittura inesistente – nelle fasi di tregua<br />

e quando il governo di Madrid puntava<br />

a un accordo politico.<br />

Si arrivava così all’assurdo che, nonostante<br />

il partito fosse fuorilegge dal<br />

2002, i suoi dirigenti si sono riuniti per<br />

anni regolarmente, osservati da vicino<br />

dalla polizia che non interveniva mai.<br />

Organizzavano persino conferenze<br />

stampa, a volte invitavano a San Sebastián<br />

piccoli gruppi di corrispondenti<br />

della stampa estera per far conoscere al<br />

mondo la loro “ver ità”. Tutto nell’a mbito<br />

di una specie di illegalità legalizzata.<br />

Un equilibrio andato in frantumi in seguito<br />

alla rottura del cosiddetto “cessate<br />

il fuoco unilaterale” da parte dell’Eta.<br />

Negli ultimi mesi, gli investigatori avrebbero<br />

seguito le tracce di Otegi nel corso<br />

di vari viaggi fatti nel sud della Francia<br />

per “prendere ordini” dai vertici dell’o rganizzazione<br />

terroristica. Secondo<br />

quanto risulta dagli ultimi documenti interni<br />

sequestrati alla banda, i dirigenti<br />

dell’Eta erano da tempo estremamente<br />

insoddisfatti dell’atteggiamento del loro<br />

ex braccio politico. Per questo, superata<br />

ormai la faida a colpi di espulsioni reciproche<br />

che, secondo quanto si è saputo<br />

di recente, aveva rischiato di provocare<br />

lo scorso anno una scissione interna<br />

all’Eta (i due protagonisti, “T h i e rr<br />

y” e “Tx eroki”, sono stati poi entrambi<br />

arrestati), ora l’organizzazione armata<br />

aveva deciso di riprendere in pieno il<br />

controllo di Batasuna. Otegi aveva ricevuto<br />

un secco “no” alla sua idea di creare<br />

una nuova “piattaforma indipendentista”<br />

nel Paese Basco. L’intervento della<br />

polizia ha fatto il resto.<br />

DAL MONDO<br />

tenuto gran parte del potere<br />

delle organizzazioni criminali<br />

russe. Del resto era stato in<br />

carcere - nel 1974, alla Butyrka,<br />

la maggiore prigione di<br />

Mosca dove per decenni sono<br />

stati rinchiusi criminali <strong>com</strong>uni<br />

e criminali politici – che “il<br />

g iapponese” era stato “incoro<br />

n a t o ”, ovvero premiato dalla<br />

fratellanza criminale con il<br />

titolo vor v zakone (ladro nella<br />

legge) uno dei gradi della gerarchia<br />

criminale. La sua carriera<br />

sovietica si interrompe<br />

nel 1991, quando si trasferisce<br />

con un normale visa d'affari<br />

negli Stati Uniti dove i sui business<br />

in libertà durano pochi<br />

mesi: in giugno è arrestato e<br />

incarcerato fino al 2005, quando<br />

viene estradato in Russia.<br />

In realtà, pur avendo passato<br />

la maggior parte del suo tempo<br />

in carcere, la sua attività<br />

non si è mai fermata, perché<br />

proprio dal carcere i capi del<br />

crimine organizzato russo<br />

controllano gli affari, stringono<br />

legami e mantengono il<br />

controllo sugli affiliati.<br />

Ed era proprio questo il cuore<br />

del potere di Ivankov: l'influenza<br />

e l'estesa rete di conoscenze<br />

nel vastissimo arcipelago<br />

carcerario russo, dove almeno<br />

30mila prigionieri appartengono<br />

in qualche modo<br />

e con qualche grado al mondo<br />

criminale. “Adesso quella rete<br />

non ha più una mano che la<br />

str inge”, rischia in qualche<br />

modo di andare in frantumi e<br />

chi vuole mantenere il controllo<br />

della criminalità nell'ex<br />

impero sovietico deve rapidamente<br />

trovare il modo di “r ipristinare<br />

la fiducia che è andata<br />

perduta con la morte di<br />

I va n kov ”.<br />

Dopo il ferimento del Giapponese<br />

il 29 luglio i vertici mafiosi<br />

moscoviti avevano trovato<br />

un sostituto, qualcuno che<br />

si sacrificasse nel ruolo di riunificatore<br />

e garante dei vari<br />

gruppi: la scelta è caduta su un<br />

uomo più anziano di Ivankov -<br />

identificato <strong>com</strong>e Aslan Ussoian,<br />

chiamato “nonno Has-<br />

san”, presente ai funerali - che<br />

dunque deterrà il potere conferitogli<br />

non troppo a lungo e<br />

questo fa pensare che una faida<br />

per la successione si potrebbe<br />

presto aprire.<br />

Intanto l'attacco contro il capo<br />

riconosciuto della mafia<br />

russa - molto probabilmente<br />

<strong>com</strong>piuto dai rivali georgiani,<br />

per via della sua politica “nazionalista”,<br />

ovvero di emarginazione<br />

delle mafie etniche<br />

georgiane o altrimenti caucasiche<br />

– “è stato rapidamente<br />

vendicato: chi ha sparato è già<br />

stato ucciso”, sono sicure nel<br />

affermare fonti informate del<br />

mondo criminale moscovita.<br />

All'eredità “politica” di Ivankov<br />

guardano con attenzione<br />

anche i servizi segreti russi,<br />

presenti ai funerali, secondo<br />

quando riportato dalle agenzie<br />

di stampa; la sua strategia<br />

di riunificazione della mafia<br />

russa contro le altre organizzazioni<br />

era stata avallata in qualche<br />

modo dall'Fsb, i servizi<br />

<strong>Il</strong> capomafia<br />

teneva le fila<br />

delle bande<br />

criminali nelle<br />

carceri russe<br />

Ora c’è un<br />

vuoto di potere<br />

succeduti al Kgb: ed era voce<br />

<strong>com</strong>une che il Giapponese facesse<br />

gli interessi di diversi<br />

mondi economico-finanziari,<br />

“spostando enormi somme di<br />

danaro da una parte all'altra”;<br />

adesso, con la sua morte “queste<br />

enormi somme che scorrono<br />

da una parte all'altra, rischiano<br />

di fermarsi o di disperdersi,<br />

o di cambiare direzione”<br />

e sono in molti a voler seguire<br />

le direzioni che prende-<br />

ra n n o .<br />

Ivankov metteva in relazione,<br />

gestiva rapporti e uomini più<br />

che direttamente cifre e conti,<br />

tessendo relazioni e probabilmente<br />

facendo favori a varie<br />

parti, a chi entrava in contatto<br />

con lui e con i suoi simili, ed<br />

era riuscito a salire i gradini<br />

della gerarchia criminale negli<br />

anni '80, finendo con il soppiantare<br />

la vecchia guardia<br />

della mafia russa – quella raccontata<br />

nei suoi riti e nel rigore<br />

dei ruoli dal giovane Nicolai<br />

Lilin, trasferitosi in Italia, in<br />

“Un'educazione siberiana”,<br />

con riferimento all'insieme di<br />

regole, in carcere e fuori, e i<br />

cui segni esteriori erano (e<br />

continuano ad essere) i tatuaggi<br />

e i loro molteplici significati<br />

– e creare una nuova forma<br />

di organizzazione. La stessa<br />

che aveva provato a esportare<br />

anche oltre Oceano, in<br />

America, a Little Odessa, il<br />

quartiere newyorchese degli<br />

immigrati russi. Ma Ivankov<br />

non era un superpadrino, un<br />

capo che univa i diversi gruppi<br />

e che tutti riconoscevano<br />

<strong>com</strong>e leader: era piuttosto<br />

una figura alla quale rivolgersi<br />

per accordi e intese che sarebbero<br />

poi state prese con altri.<br />

Certo anche se non un supercapo,<br />

Ivankov aveva le sue originalità<br />

e amava esibirle: si sa<br />

che era un patito dell'arte marziale<br />

giapponese del Ju-jitsu;<br />

che aveva pronta un'autobiografia<br />

scritta in carcere (“Contro<br />

il vento”) così <strong>com</strong>e poesie<br />

per bambini.


Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 13<br />

Cure pubbliche<br />

per decine di milioni<br />

di americani<br />

U<br />

Non tutti i cittadini americani hanno una<br />

copertura sanitaria. Per decine di milioni<br />

di persone la salute non è un diritto<br />

garantito dallo Stato. L’intervento pubblico sulla sanità<br />

è regolato dalle leggi contenute nel Social Security Act<br />

note <strong>com</strong>e Madicare e Madicaid, siglate da Lyndon<br />

Johnson nel 1965. Secondo il programma sanitario<br />

pubblico, sono previsti aiuti a individui e famiglie con<br />

Tutti i nemici<br />

del presidente<br />

Ok del Senato alla riforma sanitaria di<br />

Obama, gli oppositori affilano le armi<br />

di Angela Vitaliano<br />

New York<br />

Oggi siamo vicini <strong>com</strong>e mai<br />

all’approvazione della riforma<br />

sanitaria, ma ancora<br />

non abbiamo raggiunto<br />

il traguardo. Questo non è il momento<br />

per congratularci con<br />

noi stessi ma quello per spingere<br />

e lavorare ancora più duramente<br />

per portare a termine ciò<br />

che abbiamo iniziato”. È soddisfatto<br />

Barack Obama, dopo l’ap -<br />

provazione in <strong>com</strong>missione finanze<br />

del piano di 829 miliardi<br />

di dollari, garanzia fondamentale<br />

per estendere la copertura sanitaria<br />

ai circa 29 milioni di americani<br />

che, attualmente, non<br />

possono permettersela. Soddisfatto<br />

ma non pago. Anzi. Scrollatosi<br />

di dosso un po’ di tensione,<br />

fra un passo di mambo e uno<br />

di salsa, alla Fiesta latina, organizzata<br />

da Michelle alla Casa<br />

Bianca, nella serata di martedì,<br />

il presidente è subito tornato al<br />

lavoro, sapendo che ora bisogna<br />

essere bravissimi “dietro le<br />

porte chiuse”, dove si fanno gli<br />

accordi bipartisan, dove si costruisce,<br />

cioé, il possibile successo<br />

di una riforma storica.<br />

Obama è il terzo presidente in<br />

64 anni a porre l’assistenza sanitaria<br />

fra le priorità del paese:<br />

lo aveva fatto Henry S. Truman<br />

nel 1945 e poi Bill Clinton nel<br />

1993, senza mai, però, arrivare<br />

così vicini alla meta. È adesso,<br />

quindi, che si scatenerà la vera<br />

guerra di chi, ancora una volta,<br />

questa riforma provera’ a fermarla,<br />

anche se solo all’ultimo<br />

minuto. Da oggi, i nemici sono<br />

armati e senza più nemmeno la<br />

pretesa di uno spirito di collaborazione.<br />

E Obama lo sa. E li<br />

conosce bene: sono nel Congresso<br />

ma anche nei media e negli<br />

show tv e hanno grande impatto<br />

sull’opinione pubblica.<br />

Glenn Beck Conduttore di uno<br />

show per Fox News Channel, è<br />

uno degli oppositori più ag-<br />

FRONTE DEL LAVORO<br />

La Camera del Lavoro di Brescia torna<br />

all’antico rispolverando il mutuo<br />

soccorso. Tutte le Cgil di Brescia e<br />

provincia hanno attivato questo<br />

strumento per sostenere le famiglie dei<br />

lavoratori. Un salto nel passato e alle<br />

abitudini ottocentesche, ciò che cambia è<br />

la modalità: sono stati stampati 50.000<br />

biglietti-ricevuta nei tagli da 2, 5 e 10<br />

euro. L’ obiettivo, piuttosto ambizioso, è<br />

riuscire a raccogliere 250mila euro in un<br />

anno. I soldi serviranno per attivare forme<br />

di microcredito, condividere le spese<br />

sostenute dai lavoratori delle aziende in<br />

presidio permanente e soprattutto<br />

guerriti del presidente Obama,<br />

tanto che i suo reiterati attacchi<br />

gli sono valsi spesso accuse di<br />

razzismo e di incitamento alla<br />

violenza. Da mesi, Beck, passa<br />

al setaccio la vita di tutti i membri<br />

dell’amministrazione per<br />

scoprirne la più piccola “mac -<br />

ch i a ” e chiederne le dimissioni,<br />

<strong>com</strong>e è avvenuto per Van Jones.<br />

A proposito della riforma sanitaria,<br />

ha detto che per Obama<br />

rappresenta un modo per risarcire<br />

gli afro americani per il periodo<br />

della schiavitù. Sostenitore<br />

del libero possesso delle armi,<br />

Beck ha affermato che la F ox<br />

è perseguitata <strong>com</strong>e gli ebrei<br />

durante l’Olocausto.<br />

Rush Limbaugh C o n d u t t o re<br />

radiofonico, Limbaugh si è attirato<br />

molte critiche, anche da<br />

parte repubblicana quando,<br />

all’indomani dell’elezione di<br />

Obama, augurò al nuovo presidente<br />

di fallire nel suo ruolo. A<br />

n miliardo di affamati: di nuovo, dopo<br />

gli Anni ‘70 quando l'Occidente scoprì<br />

le crisi e l'aiuto umanitario, la popolazione<br />

mondiale che vive con una quantità<br />

di cibo non sufficiente, ha superato<br />

la soglia dei nove zeri; solo che nel frattempo<br />

gli abitanti del mondo sono passati<br />

da 4 a circa 6,5 miliardi. La percentuale<br />

totale è dunque diminuita, ma il numero<br />

degli affamati è lievitato per via<br />

della crisi: più 9% rispetto a un anno fa. A<br />

calcolarlo sono la Fao, l'agenzia Onu per<br />

l'alimentazione e il Pam, Programma alimentare<br />

mondiale, Ed è sempre l'Onu ad<br />

aver stabilito la “formula della fame”,<br />

riassunta nell'acronimo Mder, ovvero<br />

minimum energy requirement: la quantità di<br />

calorie necessarie per garantire a una<br />

persona un peso e un'attività minima (e<br />

che variano a seconda di età e aree geografiche),<br />

sotto i quali di fatto la propria<br />

vita è in pericolo.<br />

proposito della riforma sanitaria,<br />

ha detto che le cifre fornite<br />

dall’amministrazione a proposito<br />

di coloro che non possono<br />

permettersi una copertura, sono<br />

“i m p re c i s e ” perché includono<br />

gli immigrati clandestini che<br />

non hanno diritto a nessuna assistenza.<br />

Limbaugh, che ha ammesso<br />

la sua dipendenza agli antidolorifici,<br />

ha firmato un contratto<br />

fino al 2016 per la cifra di<br />

400 milioni di dollari.<br />

Joe Wilson Deputato repubblicano<br />

del Sud Carolina dal 2001,<br />

grande oppositore del piano di<br />

riforma sanitario e di un’e ventuale<br />

copertura sanitaria per i<br />

clandestini, diventato famoso<br />

per aver interrotto il discorso<br />

del presidente al Congresso, urlandogli<br />

“tu menti”. “Rispetto il<br />

presidente Obama – ha detto<br />

Wilson in una recente intervista<br />

radiofonica – ma abbiamo il diritto<br />

d’essere in disaccordo so-<br />

La sottonutrizione - secondo il rapporto<br />

delle agenzie dell’Organizzazione delle<br />

Nazioni Unite - è una realtà estesa in Asia<br />

e nel Pacifico, dove si stimano 642 milioni<br />

di affamati, ma non risparmia i Paesi<br />

sviluppati dove sono 15 milioni a soffrire<br />

la fame. Nell'Africa sub-sahariana sono<br />

265 milioni, in America Latina e Caraibi<br />

53 milioni, nel Vicino Oriente e Nord<br />

Africa 42 milioni. “Molti Paesi, a causa<br />

della crisi globale, hanno subito cali generalizzati<br />

nei propri flussi finanziari e<br />

<strong>com</strong>merciali, assistendo ad una caduta<br />

verticale delle entrate da esportazioni,<br />

degli investimenti esteri, degli aiuti allo<br />

sviluppo e delle rimesse in denaro”,<br />

spiega lo studio Fao-Pam, che osserva <strong>com</strong>e<br />

le 17 economie più importanti dell'America<br />

Latina, nel 2008 hanno ricevuto<br />

quasi la metà delle entrate finanziarie:<br />

89 miliardi di dollari contro 184 miliardi<br />

ricevuti nel 2007. E nel 2009 si prevede<br />

un ulteriore calo (44<br />

miliardi di dollari).<br />

basso reddito e agli anziani ma solo nei casi<br />

d’emergenza, o in casi molto gravi. In realtà, la vera<br />

sanità americana è gestita dalle assicurazioni private. A<br />

cui i cittadini pagano cifre da capogiro per avere in<br />

cambio cure ed esami medici. <strong>Il</strong> tipo di assistenza<br />

dipende dall’assicurazione siglata. Ci sono tabelle<br />

molto precise cui corrispondono versamenti<br />

altrettanto chiari: numeri di visite specialistiche, tipo di<br />

prattutto se lui promuove una<br />

politica sull’ immigrazione, legata<br />

alla riforma sanitaria, che<br />

ritengo sconsiderata”. Wilson<br />

insiste, nonostante non ci siano<br />

indicazioni in tal senso, che l’as -<br />

sistenza sanitaria, con la riforma<br />

Obama, verrà estesa anche<br />

ai clandestini.<br />

Olympia Snowe Senatrice repubblicana<br />

del Maine e leader<br />

della corrente moderata all’in -<br />

terno del partito, ha votato a favore<br />

del finanziamento approvato<br />

martedì in <strong>com</strong>missione fi-<br />

L’ONU E LA FORMULA DELLA FAME<br />

Calcolati oltre un miliardo di denutriti, <strong>com</strong>e nel 1970. Gli aiuti alimentari non bastano<br />

MUTUO SOCCORSO<br />

di Elisabetta Reguitti<br />

contribuire ai pacchi alimentari distribuiti<br />

dalla Caritas diocesana. “Un operaio<br />

percepisce 715 euro netti al mese. La<br />

perdita oscilla da 300 a 500 euro rispetto<br />

allo stipendio” precisa Marco Fenaroli<br />

segretario Generale della Cgil di Brescia.<br />

Oggi in provincia di Brescia vengono<br />

erogati 30mila assegni di disoccupazione,<br />

che garantiscono il 60% dello stipendio<br />

nei primi 4 mesi, il 50% nei 2 mesi seguenti<br />

e il 40% della retribuzione per altri 4 mesi<br />

ma solo agli ultra-cinquantenni. Le ore di<br />

Cassa integrazione nel 2009 sono state<br />

25,8 milioni, in tutto il 2008 erano state 7<br />

milioni.<br />

Osservando i dati dell'ultimo<br />

decennio, si<br />

osserva <strong>com</strong>e l'aumento<br />

delle persone<br />

sottonutrite “si verifichi<br />

sia nei periodi di<br />

prosperità economica<br />

che di recessione”.<br />

<strong>Il</strong> che - spiega la Fao -<br />

mostra l'estrema debolezza<br />

del sistema<br />

mondiale di governance<br />

della sicurezza<br />

alimentare. “I leader<br />

mondiali hanno reagito<br />

con determinazione<br />

alla crisi economica<br />

e finanziaria mobilitando<br />

miliardi di dollari<br />

in un lasso di tempo<br />

molto breve. La<br />

stessa azione decisa è<br />

adesso necessaria per<br />

<strong>com</strong>battere fame e<br />

DAL MONDO<br />

Nella foto grande<br />

Barack Obama. In<br />

senso orario dall’a l t o,<br />

Joe Wilson, Rush<br />

Limbaugh, Olympia<br />

Snowe e Glenn Beck<br />

(FOTO ANSA)<br />

nanze. “Quando la storia chiama,<br />

chiama” ha detto la senatrice,<br />

aggiungendo “io sono qui a<br />

lavorare per ciò che è meglio<br />

per il paese e per lo Stato che mi<br />

ha eletta”. Pur essendo, la prima<br />

senatrice repubblicana a garantire<br />

l’appoggio bipartisan al<br />

quale Obama sta lavorando, la<br />

Snowe ha anche sottolineato<br />

che il voto di ieri non significa<br />

un appoggio incondizionato in<br />

sede di discussione della riforma<br />

e ha ribadito il suo no secco<br />

all’opzione pubblica.<br />

pover tà”, afferma il direttore generale<br />

della Fao Jacques Diouf, convinto della<br />

necessità “di investire nel settore agricolo<br />

dei Paesi in via di sviluppo, non solo<br />

per sconfiggere fame e povertà, ma anche<br />

per assicurare una generalizzata crescita<br />

economica, dunque, pace e stabilità<br />

nel mondo”. Attualmente, invece, assistiamo<br />

al più basso livello di aiuti alimentari<br />

mai registrato - ha dichiarato Josette<br />

Sheeran, direttrice esecutiva del<br />

Programma alimentare mondiale dell'Onu,<br />

sottolineando “che servono risorse e<br />

impegno per coprire le necessità urgenti”.<br />

“La fame nel mondo aumenta nonostante<br />

il drastico calo dei prezzi dei prodotti<br />

agricoli, con quotazioni internazionali<br />

che in un anno sono passate da 0,37<br />

a 0,18 dollari al chilo”, osserva la Coldiretti.<br />

E l’ong ActionAid: “<strong>Il</strong> primo Obiettivo<br />

del millennio stabilito dall’Onu nel<br />

2000 e che aveva <strong>com</strong>e target di dimezzare<br />

il livello degli affamati entro il 2015,<br />

è ormai irraggiungibile”.<br />

E ieri, durante la presentazione nella sala<br />

degli Arazzi della Rai dell'ultima iniziativa<br />

del Cuamm (la maggiore ong italiana<br />

che si occupa di salute in Africa), in Etiopia<br />

e collegata al sinodo dei vescovi africani<br />

in svolgimento a Roma, il responsabile<br />

della Protezione civile Guido Bertolaso<br />

ha <strong>com</strong>mentato <strong>com</strong>e non si tratti<br />

di discutere se gli aiuti aiutano (riferimento<br />

al libro dell'economista africana<br />

Dambisa Moyo Dead Aid su <strong>com</strong>e gli aiuti<br />

e gli impegni umanitari dell'Occidente<br />

abbiano nociuto più che favorito l'Africa),<br />

ma <strong>com</strong>e vengono usati anche da<br />

parte dei governi africani e che serve un<br />

nuovo approccio, anche morale. L'Italia<br />

- ha detto Bertolaso alla presenza del direttore<br />

generale della Cooperazione allo<br />

sviluppo del ministero degli Esteri Elisabetta<br />

Belloni - con il suo modello di cooperazione<br />

e volontariato può avere un<br />

ruolo di leadership della solidarietà, anche<br />

tecnica per un modello efficace di<br />

aiuto. (S.CI.)<br />

malattia per cui sono previsti gli interventi. E tutto a<br />

seconda del proprio stipendio e del proprio contratto<br />

sanitario. Obama vorrebbe garantire il diritto alla<br />

salute a tutti gli americani. Con la creazione di un<br />

sistema sanitario nazionale universale. Una rivoluzione<br />

per gli Usa. <strong>Il</strong> tutto con una spesa di 900 miliardi di<br />

dollari in dieci anni. Molto meno, ha detto il presidente,<br />

del costo delle guerre di Bush in Iraq e Afghanistan.<br />

N<br />

SVEZIA<br />

Donne discriminate<br />

all’Università<br />

D iscriminazione<br />

sessuale: le donne<br />

non ammesse ad un<br />

corso di psicologia<br />

dell’Università di Lund<br />

hanno fatto ricorso<br />

perchè si sono viste<br />

scavalcare dagli<br />

uomini. Dal 2003 le<br />

università praticano la<br />

discriminazione<br />

positiva in favore delle<br />

per centuali<br />

sottorappresentate. In<br />

questo caso, gli uomini.<br />

VENEZUELA<br />

L’Hilton diventa<br />

dello Stato<br />

I l<br />

presidente<br />

venezuelano Chavez ha<br />

deciso di nazionalizzare<br />

l’hotel Hilton, sulla<br />

turistica isola Margarita. <strong>Il</strong><br />

<strong>com</strong>plesso ospita 280<br />

camere, 210 suite, un<br />

casinò e ristoranti.<br />

Diventerà tutto dei<br />

proprietà del minstero del<br />

Turismo. Nel decreto si<br />

legge che è un “dover e<br />

dello Stato” contare su<br />

stabilimenti turistici che<br />

dispongano di alloggi e<br />

ambienti ricreativi.<br />

INDIA<br />

A ttacco<br />

Nuovi attacchi<br />

dei naxaliti<br />

dei maoisti<br />

naxaliti nello stato<br />

nord orientale indiano del<br />

Bihar, nella città di<br />

Sintamarhi. In 50 hanno<br />

distrutto una torre<br />

telefonica e occupato il<br />

mercato costringendo gli<br />

abitanti a non uscire di<br />

casa. L’attacco è arrivato<br />

nel secondo giorno di<br />

sciopero generale<br />

proclamato dai maoisti<br />

nell’area, in<br />

con<strong>com</strong>itanza con le<br />

elezioni in alcuni stati<br />

indiani.<br />

PALESTINA<br />

L’Onu: indagare<br />

su ‘Piombo fuso’<br />

I l<br />

segretario generale<br />

dell'Onu, Ban Ki-moon,<br />

chiede a israeliani e<br />

palestinesi di aprire<br />

“indagini credibili” sulle<br />

accuse di crimini di<br />

guerra e violazioni del<br />

diritto internazionale<br />

contenute nel rapporto<br />

Goldstone. <strong>Il</strong> controverso<br />

dossier si riferisce<br />

all’operazione ‘Piombo<br />

fuso’ terminata in gennaio<br />

con un bilancio di oltre<br />

1400 morti. <strong>Il</strong> rapporto è<br />

stato criticato da Israele<br />

<strong>com</strong>e sbilanciato e ostile.


pagina 14 Giovedì 15 ottobre 2009<br />

LA PARTITA DECISIVA<br />

IL MIO DIEGO<br />

ANIMA<br />

I N Q U I E TA<br />

DEL SUDAMERICA<br />

Con questo articolo, il regista<br />

Marco Risi inizia la sua<br />

collaborazione con “<strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong><br />

<strong>quotidiano</strong>”. Lo fa parlando di<br />

uno dei grandi enigmi irrisolti<br />

del continente sudamericano,<br />

Diego Armando Maradona. Su<br />

Dieguito e sul suo sprofondo<br />

apparentemente senza fondo,<br />

Risi aveva già indagato, nel suo<br />

“La mano de dios”. Oggi<br />

ritorna sul luogo del delitto,<br />

senza volontà omicide.<br />

di Marco Risi<br />

A<br />

Buenos Aires, tra le pieghe nascoste<br />

di una città multiforme,<br />

esiste una chiesa speciale. Esteriormente,<br />

somiglia a tutte le altre.<br />

Ingresso, navate, altare.<br />

Dentro però, si professa il culto<br />

preferito di una nazione. Quello<br />

maradoniano. La gente si riunisce.<br />

Entra in silenzio per dare<br />

poi voce a una sottile linea di<br />

pensiero che attraversa l’anima<br />

inquieta di un luogo unico al<br />

mondo. Le invocazioni a Dio, in<br />

quell’avamposto quasi eretico,<br />

sono rivolte a Diego Maradona.<br />

L’ho visto con i miei occhi,<br />

ascoltato con le mie orecchie.<br />

“Ave Diego che sei tra noi”.<br />

Se non si è almeno una volta<br />

nell’esistenza trasvolato l’Ocea -<br />

no per giungere nella culla del<br />

maradonismo, riesce difficile<br />

crederlo. Ma Baires è un caleidoscopio<br />

di volti, in cui dietro la<br />

patina, l’ologramma di Maradona<br />

non abbandona mai gli abitanti.<br />

Nei bar, davanti alle edicole,<br />

nelle strade larghe <strong>com</strong>e highway<br />

o nei vicoli senza luce,<br />

Diego c’è.<br />

Mantra e dogma, speranza e fideismo.<br />

La venerazione per Maradona,<br />

tocca gli spigoli e sfiora<br />

gli angoli. E’ un vento che rincorre<br />

se stesso e si autorigenera<br />

quotidianamente. In alto il re, in<br />

basso i sudditi. E’ così da quasi<br />

t re n t ’anni e l’attitudine non è<br />

mutata neanche nei frangenti<br />

più <strong>com</strong>plicati dalla frastagliata<br />

biografia del Pibe.<br />

Ho conosciuto Diego Maradona<br />

in Italia. Era l’estate del 2005.<br />

Da tempo cercavo inutilmente<br />

di fissare un incontro per presentare<br />

all’oggetto della mia investigazione,<br />

il progetto di un<br />

film su di lui. Io e Gianni Minàraggiungemmo<br />

Cesenatico in<br />

un caldissimo giorno di luglio.<br />

Nel campus organizzato dal suo<br />

ex <strong>com</strong>pagno di squadra e sodale<br />

Salvatore Bagni, l’atmosfe -<br />

ra era quella della colonia estiva.<br />

Bambini ovunque, palloni,<br />

un confuso sciamare di dialetti<br />

e dietro allo spettacolo, lui.<br />

Sdraiato su una sedia, silente,<br />

un ombrellone a coprirne il corpo<br />

che dopo l’espansione, stava<br />

riappropiandosi di se stesso.<br />

Un quadro triste. Immobile. Ad<br />

un tratto Diego si alzò, si era<br />

stancato della finzione, del ruolo<br />

in cui quella situazione lo ingabbiava<br />

senza possibilità di fuga.<br />

In un istante, cambiò il cielo.<br />

Vidi gli occhi prendere vita, il<br />

sorriso incresparsi, il corpo liberarsi<br />

nell’alveo più naturale<br />

per lui. Quello in cui era nato ed<br />

era riuscito ad esprimersi meglio.<br />

La felicità non costa niente e per<br />

lui, prendeva forma solo sul prato<br />

verde. Poi parlammo. Ne ricavai<br />

l’impressione di un uomo<br />

di un’idiscussa intelligenza animale.<br />

Un monumento alla malinconia<br />

e alla fragilità, <strong>com</strong>e solo<br />

sanno essere i geni, ma senza<br />

reali punti di rottura. Diego ha<br />

sempre camminato da solo. Nel<br />

sole e nella tempesta, con l’ap -<br />

provazione o il discredito. La solitudine<br />

lo abbraccia da quando<br />

è nato, anche se ammetterlo gli<br />

costerebbe troppo.<br />

E’ stato l’unico calciatore che io<br />

ricordi, a poter vincere una partita<br />

da solo. Neanche Pelè sarebbe<br />

riuscito nell’impresa, ma<br />

Diego era diverso. Sentiva la<br />

missione, avvertiva l’investitu -<br />

ra popolare. Potrebbe utilizzare<br />

la sconfinata mitologia sul suo<br />

conto, nella maniera più conveniente.<br />

Entrare in politica, <strong>com</strong>e<br />

sentivo preconizzare in certi<br />

ristoranti argentini, in cui i notabili<br />

ragionavano sui possibili<br />

approdi di una stella appassita.<br />

Oggi che i proci e gli pseudoamici<br />

di un tempo hanno dirottato<br />

l’attenzione verso lidi altri,<br />

Diego lo deciderà finalmente in<br />

assoluta autonomia. Ieri notte<br />

Maradona si è giocato molto.<br />

Nell’ennesima roulette russa<br />

della sua vita, le pallottole gli so-<br />

SECONDOTEMPO<br />

S P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE<br />

no passate molto vicino. Quella<br />

con l’Uruguay non è soltanto la<br />

partita che decide se l’Ar gentina<br />

vedrà da vicino le contraddizioni<br />

sudafricane ma rappresenta<br />

soprattutto la sfida con il<br />

passato prossimo e l’immediato<br />

futuro. I miei amici argentini<br />

non temono.<br />

Non si dubita di una divinità.<br />

Per empatìa e irriducibile desiderio<br />

di schierarmi con i più deboli,<br />

accarezzo anch’io qualche<br />

certezza. Rammento lo scetticismo<br />

nei confronti di Bearzot,<br />

Zoff e Bruno Conti. Erano i giorni<br />

di Pontevedra, 1982. Al termine<br />

della notte, conquistammo<br />

il mondiale.<br />

Non escludo che a Maradona,<br />

una volta superate le colonne di<br />

Montevideo, possa accadere lo<br />

stesso.<br />

Nella difficoltà sa risorgere <strong>com</strong>e<br />

nessuno, la <strong>com</strong>plicazione è<br />

il mare in cui preferisce nuotare<br />

ese la Celeste, a un’ora in cui i<br />

bambini dormono, non si sarà<br />

messa tra lui e il sogno, Maradona<br />

sublimerà anche quest’a<br />

s p e t t a t i va .<br />

M<br />

aradona fluttua in una dimensione<br />

tutta sua. Da tempo<br />

non può più rispondere ai<br />

canoni della normalità. La trasposizione<br />

dei piani si verificò<br />

nell’epoca buia. Nei momenti<br />

più cupi, quelli in cui supponeva<br />

di dominare il reale, assumendo<br />

dieci grammi di cocaina<br />

al dì, Diego iniziò a spiazzare la<br />

ver ità.<br />

Divide anche adesso che la droga<br />

sembra lontana e quella sostanza<br />

che pare sollevarti e poi<br />

inevitabilmente distrugge la<br />

psiche, pare un veleno preistor<br />

ico.<br />

Anche l’Argentina è spaccata<br />

<strong>com</strong>e una mela ma Diego, di<br />

fronte a questa scissione, ha<br />

mantenuto il coraggio della<br />

contraddizione e l’inesausta<br />

fiamma che gli permette di but-<br />

in & out<br />

Polanski<br />

In carcere<br />

sta<br />

p re p a ra n d o<br />

“The ghost”<br />

con Brosnan<br />

tarsi nella mischia <strong>com</strong>e<br />

quand’era giovane, con sette<br />

fratelli, nell’inferno di Villa Fior<br />

ito.<br />

Per meglio <strong>com</strong>prendere nessi<br />

e circostanze, bisogna sentire<br />

l’odore delle cose. Calarsi nei<br />

meandri sconsigliati e nelle tante<br />

lande dimenticate. Villa Fiorito<br />

appartiene a quella schiera.<br />

Girammo nella casa di uno degli<br />

amici di infanzia di Maradona,<br />

tra pistole sul tavolo e criminali<br />

<strong>com</strong>uni. Respirammo l’aria che<br />

Diego aveva avuto <strong>com</strong>e amica<br />

e <strong>com</strong>pagna fin dall’i n fa n z i a .<br />

Un’aria che ti costringe all’at -<br />

tenzione e alla scelta, alla decisione<br />

immediata e all’intuito.<br />

Nessuno <strong>com</strong>e lui ha spinto le<br />

masse all’identificazione. Non<br />

solo per una smania di somigliare<br />

a un eroe maledetto ma perchè,<br />

chi per gettarsi nella battaglia<br />

ha fatto a pezzi la diplomazia,<br />

dimostra ogni giorno che la<br />

convenienza personale non è la<br />

sola ragione a cui immolarsi.<br />

Esiste un’altra via, un possibilità<br />

Classico al “centenario” di Montevideo<br />

PIÙ DI UN SECOLO DI S TO R I A<br />

Due nazioni allo specchio - Davanti alla stessa<br />

arena in cui nel 1930 Argentina e Uruguay diedero<br />

vita alla prima finale di Coppa del Mondo, ieri notte il<br />

Sudamerica si è fermato in contemplazione. In palio,<br />

tra le formazioni di Tabarez e Maradona, la<br />

qualificazione a Sud Africa 2010. Ex italiani in campo<br />

e in panchina, per una gara che evade dallo stretto<br />

sentiero della sfida calcistica per addentrarsi mani,<br />

corpo e anima in una profonda rivalità ancestrale.<br />

Consigli<br />

M a t e ra z z i<br />

Ct: “Al<br />

mondiale<br />

solo chi c’e ra<br />

fino ad ora”<br />

Celentano<br />

“<strong>Il</strong> Ragazzo<br />

della via<br />

Gluck”, 26<br />

puntate<br />

per Sky<br />

differente di essere, un certo<br />

modo di non sembrare.<br />

In mente, dopo tanti mesi piegato<br />

su una sceneggiatura, in<br />

cui <strong>com</strong>e nelle scatole cinesi, ad<br />

ogni porta aperta corrispondeva<br />

una barriera omologa, mi sono<br />

rimaste le immagini. Fotografie<br />

indelebili. Mentre la discesa<br />

non conosceva freno,<br />

Diego emigrò a Cuba.<br />

Nell’avventura all’ombra di Fidel<br />

Castro lo seguì un factotum<br />

italiano che in patria, a migliaia<br />

di chilometri dall’isola, possedeva<br />

un paio di ristoranti.<br />

<strong>Il</strong> suo sosia. Grasso, perduto, devoto.<br />

Era il suo doppio, l’altere -<br />

go che in quel viaggio disperato<br />

e finale, Diego aveva voluto al<br />

proprio fianco.<br />

Maradona impugnava la mazza<br />

da golf fino a tarda sera, quando<br />

sull’Avana, le stelle avevano già<br />

da un pezzo occupato il cielo<br />

senza condizioni. E in quel contesto<br />

da meteora decaduta, Diego<br />

aveva individuato in quello<br />

sport altero e antitetico alle sue<br />

origini, la boa cui aggrapparsi<br />

per stare lontano dalla sostanza<br />

che lo aveva quasi ucciso. Accanto<br />

alle buche, a tenere la torcia<br />

al sovrano in disgrazia, in<br />

quell’imbrunire gravido di simbolismi,<br />

c’era il suo amico.<br />

Maradona mi ha sempre fatto<br />

venire in mente Charlie Parker.<br />

Se hai suonato quella nota, raggiunto<br />

le vette, sfiorato il paradiso,<br />

ripetersi diventa un dovere.<br />

Sfiorare la terra può essere la<br />

pena più dolorosa da scontare.<br />

Ancor di più in un paese in cui<br />

Mourinho<br />

Andrè Boas,<br />

già assistente<br />

tattico del<br />

por toghese,<br />

lascia l'Inter<br />

Diego Armando Maradona (FOTO ANSA)<br />

gli abitanti parlano spagnolo,<br />

vestono all’inglese ma vorrebbero<br />

essere francesi e hanno visto<br />

in Diego l’entità sovrumana<br />

capace di far gol in undici tocch<br />

i .<br />

Fu un lampo, l’isteria collettiva,<br />

il prodigio che si trasforma in<br />

semplicità. Con l’Inghilter ra,<br />

subito dopo aver punito con il<br />

pugno le malefatte inglesi alle<br />

Falkland-Malvinas, Diego aveva<br />

pittato un’opera d’ar te.<br />

La rete perfetta, realizzata <strong>com</strong>e<br />

Nureyev, ballando tra gli avversari.<br />

<strong>Il</strong> radiocronista che raccontò<br />

in tutte le case argentine,<br />

da Posadas a Ushuaia,<br />

quell’epopea, era uruguaiano.<br />

Lo scovammo dopo una perigliosa<br />

ricerca.<br />

Ascoltammo la cronaca<br />

dell’epoca, parlammo con lui,<br />

mettemmo ne “La mano de<br />

Dios”, quella voce ritmata<br />

“ta-ta-ta-ta” che sapeva dove arrivare.<br />

Lui ci confessò che a metà<br />

dell’azione di Maradona, ebbe<br />

l’intuizione decisiva. Sapeva<br />

che nessuno lo avrebbe fermato.<br />

Che al di sopra di tutto, con<br />

tipica enfasi argentina, qualcuno<br />

aveva già deciso. In quella<br />

profezia avverata, c’era molto<br />

del segreto di Diego.<br />

Anche se il campo si è ristretto e<br />

inseguire la lucentezza, ha lo<br />

stolido suono delle rincorse improbabili,<br />

io e quel cantore moderno<br />

la vedevamo nello stesso<br />

modo.<br />

Tifosi, non giudici. Con la birra<br />

nell’angolo e la televisione accesa.<br />

A tutto volume.


Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 15<br />

CULTUR A E POTERE<br />

IL SALVADANAIO<br />

DI EMANUELE<br />

di Francesco Bonazzi Giovanni Benessia a Torino). In- ca e del volontariato. Tutti servece<br />

la recente nomina che il batoi di consenso elettorale ir-<br />

Tocca proprio entrare nella<br />

club house del Reale Circolo<br />

Canottieri Aniene, un<br />

sobrio posticino sulla<br />

barone di Culcasi ha incassato<br />

dal sindaco Gianni Alemanno,<br />

ovvero la presidenza del polo<br />

museale capitolino riunito nella<br />

rinunciabili per chi voglia <strong>com</strong>andare<br />

a Roma e che Emanuele,<br />

campione dell’ar istocrazia<br />

nera papalina e consigliere eco-<br />

sponda destra del Tevere al qua- holding Palaexpo, ha acceso i rinomico del Sacro Militare Ordile<br />

le donne non hanno diritto di flettori su questo indomito “hi - ne Costantiniano di San Gior-<br />

accedere senza un cavaliere, ghlander” tra Prima, Seconda e gio, amministra con generosità<br />

per trovare l'unico consesso ro- Terza Repubblica. Con la sola proverbiale. “Basta che m’invi -<br />

mano dove il professor avvoca- precisazione che accostare il teno”, <strong>com</strong>e diceva il <strong>com</strong>ico<br />

to Emmanuele Francesco Maria termine “re p u bbl i c a ” a un mo- Max Giusti in una vecchia imi-<br />

Emanuele, barone di Culcasi, narchico che da avvocato ha cutazione di Alberto Sordi, e il ba-<br />

accetta di non essere il numero rato le pratiche di rientro dei rone apre i cordoni della borsa.<br />

uno. E c'è da capirlo, perché nel<br />

circolo dove i magistrati che indagano<br />

sullo scandalo dei mon-<br />

maschi di casa Savoia potrebbe<br />

in effetti sembrare azzardato.<br />

Ma il barone è ormai definitiva-<br />

e poi gli offrono anche uno<br />

S strapuntino, che sia una prediali<br />

di nuoto hanno appena mente consacrato Grande Elesidenza o un qualche altro ono-<br />

messo i sigilli alla piscina, la premosiniere della cultura locale, re, lui accetta di buon grado. Per<br />

sidenza tocca a Giovanni Mala- oltre che della sanità, della ricer- capire davvero perchè, morta<br />

gò. Ma chi<br />

Maria Angio-<br />

controlla i voti<br />

lillo,Emanue- e gli blinda la<br />

le sia l’ultimo<br />

ma ggioranza<br />

è <strong>com</strong>unque il<br />

signor Barone,<br />

un settantennepalermitano<br />

che da<br />

soli vent’anni<br />

presiede la<br />

Fo n d a z i o n e<br />

della cassa di<br />

risparmio di<br />

Roma: bilancio<br />

annuo da<br />

due miliardi e<br />

una capacità<br />

di spendere a<br />

pioggia sul<br />

territorio ben<br />

superiore a<br />

quella del Comune.<br />

Così,<br />

mentre il vippumecapitolino<br />

è in estasi<br />

per la Festa<br />

del cinema,<br />

l’arte che ha<br />

portato perfino<br />

i fratelli<br />

Vanzina nelle<br />

segrete stanze del circolo Aniene,<br />

non sarebbe generoso dimenticare<br />

il prode Emanuele e<br />

il suo impegno per la città.<br />

In teoria, il ruolo della fondazione<br />

guidata da Emanuele non sarebbe<br />

molto diverso da quello<br />

che la Compagnia di San Paolo<br />

svolge per Torino, la Cariplo per<br />

Milano e la Fondazione CariVerona<br />

per la città scaligera. Solo<br />

che in quelle realtà periferiche i<br />

presidenti delle fondazioni si dimettono<br />

perfino dall’associa -<br />

zione Amici della musica (<strong>com</strong>e<br />

M O S T RA G ra c e,<br />

ritratto di un’icona<br />

FOTO, ABITI, gioielli, borse, locandine, cover<br />

di magazine, contratti cinematografici, lettere<br />

scambiate con Alfred Hitchcock e Cary Grant,<br />

filmati girati personalmente nei momenti importanti<br />

della vita, <strong>com</strong>pongono il ritratto intimo<br />

dell'attrice americana diventata principessa di<br />

Monaco e icona di stile, moglie e madre perfetta,<br />

nella mostra che sarà inaugurata oggi a Roma dal<br />

figlio, il principe Alberto. Gli anni di Grace Kelly,<br />

principessa di Monaco. La sede della mostra, in<br />

programma fino al 28 febbraio 2010, è la Fondazione<br />

Memmo, in via del Corso, dove domani<br />

il principe Alberto di Monaco taglierà il nastro<br />

del vernissage. La mostra <strong>com</strong>incia con una galleria<br />

di cover di magazine degli anni '50, periodo<br />

in cui Grace era passata da icona dei film di Hitchcock<br />

a principessa di Monaco: le locandine di<br />

Life, Time ma anche di Gente e Oggi. <strong>Il</strong> percorso<br />

prosegue con le foto di scena di Eric Carpenter,<br />

della Metro Goldwin Mayer, alternate agli scatti<br />

di artisti <strong>com</strong>e Howell Conant, Cecil Beaton, Irwing<br />

Penn.<br />

Grace Kelly: la mostra<br />

dedicata a lei inaugura<br />

oggi a Roma<br />

CAPE FAREWELL<br />

ART AND CLIMATE CHANGE<br />

AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA<br />

CULTURA E CLIMA IN CONVERSAZIONE CON...<br />

Jarvis Cocker - Musicista, dj radiofonico ed ex frontman dei Pulp<br />

David Buckland - Regista e fondatore di Cape Farewell<br />

Nick Stringer - Regista del film “L’incredibile viaggio della tartaruga”<br />

Giuseppe Onufrio - Direttore Esecutivo - Greenpeace<br />

Modera: Sylvie Coyaud - Giornalista<br />

Saranno proiettati estratti dal film “Disko Bay”.<br />

Performance live di Jarvis Cocker.<br />

Domenica 18 ottobre, ore 16:00<br />

Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli. Ingresso libero.<br />

Viale Pietro de Coubertin<br />

sacerdote di<br />

un certo Ancien<br />

Régime<br />

romano, bisogna<br />

spulciarsi<br />

SECONDO TEMPO<br />

l’ultimo bilancio della Fondazione<br />

Roma, una vera bibbia del<br />

trasversalismo. Nel bilancio<br />

2008, l’ultimo disponibile, ecco<br />

che ci sono gli spiccioli elargiti<br />

agli ospedali pubblici e i 559<br />

mila euro donati al Policlinico<br />

Gemelli; gli 899 mila euro per il<br />

Campus Biomedico dell’Opus<br />

Dei e i cinque milioni per la ricerca<br />

medica delle università<br />

pubbliche. Poi c’è la Luiss, della<br />

quale Emanuele è da sempre<br />

consigliere, che lo scorso anno<br />

si è presa oltre 642mila euro. Ma<br />

dopo aver così lautamente finanziato<br />

l’ateneo della Confindustria,<br />

che pure non è esatta-<br />

Frieze Art Fair a Londra<br />

L’ARTE, LA FIERA<br />

(E LA BOLLICINA)<br />

M<br />

entre fuori della colossale<br />

tensostruttura cadono<br />

le foglie autunnali di<br />

R e ge n t ’s Park, all’inter no<br />

sciamano battaglioni di collezionisti<br />

intenti a contrattare,<br />

discutere, <strong>com</strong>prare.<br />

Se uno fa attenzione, quasi<br />

sente lo sciabordio dei milioni<br />

di euro che allegramente<br />

scorre in mille rivoli<br />

nella settima edizione della<br />

Frieze Art Fair, la fiera di arte<br />

contemporanea che negli<br />

ultimi anni ha imposto Londra<br />

<strong>com</strong>e una delle piazze<br />

più importanti del mondo.<br />

Ieri era la serata vip, la preview<br />

riservata a chi le opere<br />

se le può davvero permettere:<br />

gli altri potranno accedere<br />

da oggi fino al 18 ottobre,<br />

a pagamento.<br />

Un’esperienza davvero rac<strong>com</strong>andabile,<br />

e non solo<br />

dal punto di vista estetico.<br />

Qui ci sono delle variabili<br />

extra: uomini e donne ric-<br />

chissimi, ac<strong>com</strong>pagnati da<br />

partner decorativi, e persone<br />

colte o, se non colte, “di<br />

gusto”. Ci sono quelli che<br />

<strong>com</strong>prano arte <strong>com</strong>e se <strong>com</strong>prassero<br />

azioni Tele<strong>com</strong>: per<br />

fare investimenti, ci sono<br />

quelli che sono ossessionati<br />

dalla “distinzione” studiata<br />

da Bordieu. Ma ci sono anche<br />

coloro che amano davvero<br />

l’arte, qualunque cosa questo<br />

termine ormai significhi.<br />

Nel <strong>com</strong>plesso, la sorte di<br />

questo mercato, le cui quotazioni<br />

si sono negli ultimi<br />

anni gonfiate allo stesso modo<br />

di quelle finanziarie, si vede<br />

dall’esito di eventi <strong>com</strong>e<br />

questo. Ci si aspettano<br />

60.000 visitatori per 165 gallerie<br />

da tutto il mondo (anche,<br />

naturalmente, l’Italia).<br />

Ma non c’è euforia: 28 espositori<br />

si sono ritirati dall’an -<br />

no scorso e, in un calo <strong>com</strong>plessivo<br />

delle vendite rispetto<br />

al passato, c’è chi teme il<br />

INCONTRI DI CAPE FAREWELL<br />

mente una onlus, si poteva restare<br />

insensibili ai bisogni materiali<br />

di Santa Romana Chiesa?<br />

Certo che no, e allora ecco<br />

281.870 euro per la cappella<br />

della Pontificia Università Lateranense<br />

e i 40 mila euro per la<br />

sua imperdibile cattedra di “Eti -<br />

ca e Tributi”. Ma poi mica si possono<br />

negare 136 mila euro per il<br />

master “Esperti in Politica” del -<br />

la Libera Università Maria Santissima<br />

Assunta. Però non c’è<br />

solo il Vaticano, a Roma, e sul<br />

fronte più laico e cco il contributo<br />

da 70 mila euro all’inizia -<br />

tiva “Quotidiano in classe”<br />

dell’Osservatorio Giovani Edi-<br />

peggio. C’è anche ci sostiene<br />

che questo tonfo del mercato<br />

sia salutare, in quanto riportando<br />

i prezzi sulla terra<br />

(si fa per dire) lavora a favore<br />

della qualità. Certo, le mise<br />

Prada continuano ad abbondare,<br />

<strong>com</strong>e anche le abbronzature<br />

e le scriminature e le<br />

plastiche disastrate, frammiste<br />

al look delabré di tormentatissimi<br />

artisti (tra i vip, oltre<br />

a un Valentino Garavani ormai<br />

a un passo dall’inquie -<br />

tante, avvistate Gwyneth Paltrow<br />

e Zadie Smith). <strong>Il</strong> fermento<br />

accanto alle gallerie<br />

più importanti, soprattutto<br />

Gagosian e la locale White<br />

Cube di Jay Jopling (con il solito<br />

abbinamento Emin/Hirst)<br />

è palpabile. La fiera, poi,<br />

fa da ombrello a una serie di<br />

aste, prime fra tutte quelle di<br />

Chr istie’s e Sotheby’s, entrambe<br />

con proiezioni di<br />

vendite vistosamente ridotte<br />

rispetto all’anno scorso. Ma<br />

per ora, a guardare questo<br />

sciamare di super-rich, sembra<br />

proprio che la bolla (anzi<br />

la bollicina: tutti fanno affari<br />

sorseggiando champagne)<br />

non sia affatto scoppiata.<br />

Leonardo Clausi<br />

AuditoriumArte - Spazio Hag - Viale Pietro de Coubertin. Ingresso Libero.<br />

- Venerdì 16 ottobre, ore 18.00 - Educazione<br />

Quentin Cooper e Suba Subramaniam<br />

- Sabato 17 ottobre, ore 18.00 - Cinema<br />

David Buckland, David Hinton, Peppe Ruggiero<br />

ed Esmeralda Calabria<br />

- Domenica 18 ottobre, ore 18.30 - Musica<br />

Siobhan Davies, Max Eastley e Jarvis Cocker<br />

- Lunedì 19 ottobre, ore 18.00 - Architettura<br />

Peter Clegg e Mario Cucinella<br />

- Martedì 20 ottobre, ore 18.00 - Arte<br />

David Buckland e Dan Harvey<br />

Emanuele Emanuele con l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli<br />

tori di Andrea Ceccherini, il<br />

“Gianni Letta di domani” ch e<br />

ogni anno convoca a Bagnaia i<br />

direttori dei principiali giornali.<br />

Con i cospicui dividendi che arrivano<br />

dalla quota che la Fondazione<br />

detiene in Unicredit-Capitalia,<br />

Emanuele tiene buoni rapporti<br />

anche con la Comunità<br />

ebraica romana (80 mila euro<br />

per i viaggi ad Auschwitz) e con<br />

quell’inimitabile crocevia di poteri<br />

che è la Comunità di<br />

Sant’Egidio. Non mancano poi i<br />

20 mila euro donati all’associa -<br />

zione “Amici dell’Accademia<br />

dei Lincei”, della quale il barone<br />

è membro, in modo da controllare<br />

al meglio l’utilizzo delle<br />

elargizioni. E altri ventimila euro<br />

vanno alla fondazione Civita,<br />

che a Roma forse è quanto di più<br />

lontano si possa immaginare da<br />

preti e dintorni, ammesso che<br />

queste distinzioni abbiano ancora<br />

un senso nel fantastico regno<br />

del barone Emanuele. Del<br />

resto, solo con un disegno di<br />

ampia trama si possono <strong>com</strong>prendere<br />

i 35 mila euro donati<br />

alla Fondazione Don Luigi Di<br />

Liegro (mitico padre della Caritas<br />

romana) e i 27.000 euro stanziati<br />

per una “bibliografia ragionata”<br />

di Antonio Gramsci a cura<br />

dell’omonima fondazione. E ancora,<br />

i 22 mila euro per la fondazione<br />

Bettino Craxi e 1 12 mila<br />

euro per un centro culturale<br />

sanmarinese. E poi 30 mila euro<br />

per una povera parrocchia della<br />

Ciociaria e analoga somma per<br />

la ristrutturazione della chiesa<br />

dell’Opus Dei ai Parioli, noto<br />

centro di bisognosi.<br />

Poi, certo, a Roma la musica di<br />

istituzioni “marg inali” <strong>com</strong>e<br />

Auditorium, Santa Cecilia e Teatro<br />

dell’Opera boccheggia, anche<br />

perchè la Fondazione Roma<br />

non passa loro un centesimo.<br />

Ma non si pensi che al signor barone<br />

dispiaccia la musica. Perchè<br />

quest’anno la “sua” fonda -<br />

zione Roma si è anche dotata<br />

della propria orchestra sinfonica.<br />

In effetti, se ne sentiva la<br />

mancanza.


pagina 16 Giovedì 15 ottobre 2009<br />

TELE+ COMANDO<br />

SECONDO TEMPO<br />

TG PAPI<br />

S a nt a n c h è<br />

<strong>com</strong>e Maigret<br />

di Paolo Ojetti<br />

T g1<br />

Si dice ma è tutto da dimostrare<br />

che i telegiornali<br />

diano le notizie. Ma danno<br />

questo è indiscutibile anche<br />

le verità rivelate, diffondono i<br />

dogmi, scolpiscono parole<br />

d’ordine che non ammettono<br />

contraddittorio. Prendiamo,<br />

per esempio, Alberto Matano<br />

al seguito di Berlusconi che, a<br />

Villa Madama, promette investimenti<br />

aeroportuali da qui al<br />

2040 (chissà, per allora magari<br />

avranno già inventato la<br />

pillola antigravità e gli umani<br />

si solleveranno dal suolo solamente<br />

agitando le braccia).<br />

In quella stessa sede, il premier<br />

ha minacciato che no,<br />

non ci sono alluvioni e dissesti<br />

idrogeologici che tengano:<br />

lui procederà a dicembre,<br />

massimo a gennaio alla costruzione<br />

del Ponte di Messina.<br />

Matano registra, incassa,<br />

passa oltre.<br />

Non lo sfiora il pensiero di ag-<br />

giungere due parole sulle polemiche,<br />

sui <strong>com</strong>itati che sono<br />

contrari, sui costi galattici<br />

da affrontare, forse sul dubbio<br />

di una intempestiva decisione.<br />

No.<br />

E non sussulta nemmeno<br />

quando il premier precisa<br />

che, con il Ponte, la Sicilia sarà<br />

resa italiana al 100 per 100.<br />

Siciliani, alle armi e viva la liber<br />

tà!<br />

T g2<br />

Tempo fa, la signora Santanché<br />

andò a rompere la<br />

quiete di alcune signore musulmane,<br />

tentando di strappare<br />

veli e burqa. Si trovò davanti<br />

a una certa qual resistenza<br />

e lei parlò di vile aggressione.<br />

Ora, sul libico-attentatore che<br />

rimane piantonato in ospedale<br />

senza occhi e senza una mano,<br />

la signora Santanché dice:<br />

l’ho riconosciuto, era lui che<br />

mi assaliva, sembrava uno dei<br />

capi della <strong>com</strong>unità islamica.<br />

Ebbene questa testimonian-<br />

za, così serena, è stata lanciata<br />

e rilanciata dal Tg2 <strong>com</strong>e decisiva.<br />

Mah. Altro telegiornale,<br />

altra perla. Studio Aperto,<br />

con fare insinuante, ha segnalato<br />

la promozione del giudice<br />

Maesano, quello della sentenza<br />

che condanna la Fininvest<br />

a restituire 750 milioni di<br />

euro alla Cir di De Benedetti,<br />

quasi che lo scatto di carriera<br />

sia un premio ad hoc, <strong>com</strong>unque<br />

una vendetta trasversale<br />

della magistratura contro<br />

l’Eletto dal Popolo. Di nuovo<br />

mah.<br />

T g3<br />

Passato in apertura anche<br />

altrove, ecco che il Tg3<br />

punta su Fini. <strong>Il</strong> presidente<br />

della Camera, spiegato al popolo<br />

da Danilo Scarrone: Un<br />

altro passo che lo allontana<br />

da Berlusconi. In realtà i passi<br />

sono due.<br />

Primo, riforme o non riforme,<br />

Fini difende l’indipendenza<br />

della magistratura da qualunque<br />

altro potere. Secondo, la<br />

cattiva immagine dell’Italia<br />

non dipende da quello che liberamente<br />

scrive la stampa<br />

estera. Tradotto: la cattiva immagine<br />

la sta dando qualcun<br />

altro. Fini, ovvero il buonsenso,<br />

la normalità. Studia da capo<br />

della destra italiana moderna<br />

e civile. Studia da presidente<br />

della Repubblica? Chi lo sa,<br />

<strong>com</strong>unque studia su buoni testi.<br />

di Nanni Delbecchi<br />

L<br />

a televisione della nostalgia è di moda, ma<br />

c’è modo e modo di fomentare la tenden-<br />

za. Quando Carlo Conti presenta programmi<br />

<strong>com</strong>e “I migliori anni”, ci fa toccare con mano<br />

quali vertici horror abbia raggiunto la tv di<br />

oggi; e dunque la nostalgia per quella di eri<br />

aumenta in via esponenziale. Quando “La<br />

storia siamo noi” manda in onda (<strong>com</strong>e è accaduto<br />

lunedì notte su Raidue) un ritratto di<br />

Antonello Falqui <strong>com</strong>e “Giochiamo al varietè”,<br />

l’ordine dei fattori si capovolge. Gli autori<br />

Gianluigi Attorre e Massimo Favia hanno<br />

alternato spezzoni di “Studio Uno”, “Canzonissima”<br />

e degli altri celebri varietà di Falqui<br />

a una gran messe di testimonianze; collaboratori<br />

storici <strong>com</strong>e Enrico Vaime, giovani allora<br />

al debutto <strong>com</strong>e Gigi Proietti e Loretta<br />

Goggi, ex ragazzini svezzati dai balletti delle<br />

gemelle Kessler <strong>com</strong>e Fiorello e Sergio Rubini.<br />

Ma soprattutto, in questo bel documentario<br />

di Rai Educational aleggia il fantasma di<br />

un’età dell’oro; l’unica che, <strong>com</strong>plice la giovinezza,<br />

abbia avuto la nostra tv.<br />

Falqui è l’uomo che, a partire dai primi anni<br />

Sessanta e per tutto il<br />

Carlo Conti,<br />

il conduttore<br />

de “I migliori anni”<br />

IL PEGGIO DELLA DIRETTA<br />

Quando la tv<br />

aveva stile<br />

decennio successivo,<br />

costruisce il mito<br />

del varietà del sabato<br />

sera; quel rito estremo<br />

della famiglia italiana<br />

che tutti a casa<br />

attendevano con<br />

aspettative diverse,<br />

ma con ansia <strong>com</strong>une.<br />

E’ vero che allora<br />

la televisione in sé<br />

aveva un quid di sovrumano<br />

- che oggi<br />

ha barattato per parecchio<br />

di subuma-<br />

no -, ma nessuno <strong>com</strong>e Falqui lo intuì e seppe<br />

trasformarlo in azione. Dopo avere scelto il<br />

meglio sulla piazza dello spettacolo leggero<br />

(Walter Chiari, Paolo Panelli, Lelio Luttazzi),<br />

volle giocare ancora al rialzo, dando al piccolo<br />

schermo un’aura di eleganza popolare e<br />

perfino di magia che rivaleggiava con quella<br />

del cinema. La costruzione del mito di Mina<br />

si basa sul talento straordinario della cantante,<br />

ma anche su una straordinaria intuizione<br />

mediatica; un mito fatto per metà di voce e<br />

l’altra metà di etere. Per questo, ancora oggi<br />

Mina, appare così poco umana.<br />

C’è poi il fattore S, che sta per stile, che fu la<br />

vera chimera inseguita dal perfezionismo di<br />

Falqui (con costi produttivi non proprio<br />

stracciati, bisogna dire), ed è ciò in cui appare<br />

più irraggiungibile. Quanto erano colti,<br />

vagamente felliniani, i piani sequenza di<br />

“Studio Uno”; con quella poesia in bianco e<br />

nero <strong>com</strong>e le geometrie optical di Cesarini<br />

da Senigallia, <strong>com</strong>e lo smoking di Luttazzi,<br />

<strong>com</strong>e i tasti del suo pianoforte. Con l’av ve n t o<br />

del colore nulla sarà più <strong>com</strong>e prima e Falqui,<br />

che a viale Mazzini si era fatto troppi nemici<br />

per uno del suo talento, verrà inesorabilmente<br />

messo da parte.<br />

Ci sono uomini per tutte le stagioni e uomini<br />

che sono essi stessi una stagione. Come Antonello<br />

Falqui. Dagli ani Ottanta in poi lo spirito<br />

dei tempi, che così a lungo gli aveva soffiato<br />

in poppa, cambia bruscamente direzione.<br />

La televisione smette di inseguire lo spettacolo<br />

per fare concorrenza alla vita; poi sarà<br />

addirittura la vita a inseguire la tv. Lo star<br />

system della videocrazia si svilupperà solo<br />

per fecondazione assistita, finché il pianoforte<br />

di Luttazzi diventerà la chitarra di Checco<br />

Zalone. Nella fiera dei sogni, il più proibito<br />

diventa proprio lo stile.


Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 17<br />

MONDO WEB<br />

Fuori la Binetti?<br />

I vostri <strong>com</strong>menti<br />

“V<br />

vorrei provare a ragionare<br />

su Paola Binetti e<br />

sui paradossi che la sua figura<br />

apre” queste le parole<br />

di Luca Telese ieri su Antefatto,<br />

il sito del nostro giornale.<br />

“Lei di coraggio ne ha”<br />

scrive ancora Luca analizzando<br />

gli scenari che apre il<br />

voto dell’Onorevole Pd sulla<br />

legge contro l’o m o fo b i a .<br />

“Da anni viene percepita <strong>com</strong>e<br />

un corpo estraneo, da anni,<br />

con una determinazione<br />

che rasenta la vocazione dei<br />

martiri, continua imperterrita<br />

la sua battaglia anti-illuminista<br />

a tutto campo”. E Telese<br />

conclude così il suo pezzo:<br />

“detto questo, devo aggiungere<br />

che ho molta più<br />

stima per la Binetti e della<br />

sua tetragona coerenza che<br />

per gli arrampicatori di muri<br />

che nel Pd, per mille motivi<br />

di utilità contingente, hanno<br />

finito per strumentalizzarla,<br />

e farsi strumentalizzare da<br />

lei”.<br />

Queste parole hanno coinvolto<br />

molti dei nostri lettori,<br />

che su Antefatto hanno<br />

espresso a riguardo le loro<br />

opinioni e i loro punti di vista.<br />

Riteniamo giusto dare loro<br />

voce. Di seguito alcuni<br />

dei loro <strong>com</strong>menti.<br />

“<strong>Il</strong> Pd sembra l'Inter di qualche<br />

anno fa: un manipolo<br />

eterogeneo di varia umanità,<br />

condannato alla sconfitta dal<br />

proprio dna e capace di vincere<br />

solo per mancamza di<br />

avversari all'orizzonte. Ora<br />

spera nella giustizia per far<br />

fuori Berlusconi (Juventus)<br />

senza la capacità di mettere<br />

in campo uno straccio di<br />

idea (e dire che basta vivere<br />

un solo giorno tra la gente<br />

<strong>com</strong>une per farsi venire il<br />

mal di testa ). Personalmente<br />

preferisco un'opposizione<br />

omogenea e riconoscibile,<br />

senza <strong>com</strong>promessi... con la<br />

capacità di aggregare per le<br />

sue idee e di di aggregarsi ad<br />

idee altrui”, (Bottega<br />

Oscura).<br />

Un suggerimento. La (recente)<br />

legge elettorale (porcellum)<br />

prevede che siano i partiti<br />

a decidere le candidature.<br />

Non mi piace e non con-<br />

di Federico Mello<br />

divido ma è così. Ma allora<br />

perché un partito non può<br />

chiedere e ottenere da un<br />

deputato eletto nelle sue fila<br />

di dimettersi quando non<br />

condivide le linee guida dello<br />

stesso partito lasciando<br />

così il posto al primo dei non<br />

eletti nel collegio? Le solite<br />

leggi fatte "alla Calderoli"<br />

e così la Binetti<br />

andrà nell'UDC. Telese:<br />

<strong>com</strong>plimenti per<br />

l'analisi. Purtroppo<br />

abbiamo bisogno di<br />

un Zapatero e non di<br />

una Giovanna D'Arco”,<br />

( G e rr i t t ) .<br />

“Rispetto per Bondage<br />

Binetti, rispetto per<br />

il gatto dello Zio Pino...<br />

Nessun rispetto<br />

per il PD, partendo<br />

dall'alto, inversamente<br />

proporzionale. <strong>Il</strong><br />

PD è un software impazzito<br />

(spaghetti code).<br />

Di solito, si riapre<br />

il codice e si riscrive il<br />

programma da<br />

z e ro ”, (Luca Lacone).<br />

Paola Binetti,<br />

il post di Luca Telese<br />

su L’A n t e fat t o,<br />

un’i m m agi n e<br />

da un gruppo<br />

Facebbok che chiede<br />

le dimissioni<br />

della Binetti,<br />

Sarx88 per <strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong><br />

è INUTILI GLI SLASH<br />

PARLA TIM BERNERS LEE<br />

L’INVENTORE DEL WEB<br />

A Tim Berners-Lee si<br />

perdona tutto. <strong>Il</strong> fisico<br />

britannico (insignito del<br />

titolo di “Cavaliere del<br />

re g n o ” dalla regina<br />

d’Inghilterra) è l’inventore del Web: prima di lui<br />

Internet era mail e trasferimento file (Ftp), e non<br />

esisteva ancora il grande ipertesto globale con link<br />

ed indirizzi. Ebbene Lee ha dichiarato di avere un<br />

piccolo rammarico sul suo progetto degli indirizzi<br />

web. “I due slash (http://) - dice - erano inutili”. Gli<br />

slash, soprattutto negli scorsi anni, ha causato non<br />

pochi problemi ai navigatori (era più facile sbagliare<br />

un indirizzo). Con i nuovi browser i problemi sono<br />

stati risolti ma, nonostante il rammarico di TBL, gli<br />

slash sono già nella storia del web.<br />

“Tutto ciò a mio parere ripropone<br />

il discorso dei fondamentalisti<br />

cattolici in politica,<br />

i quali non rispondono<br />

nè al partito nè ai propri<br />

elettori, nè all'interesse nazionale.<br />

Rispondono solamente<br />

alla Dottrina e al Vaticano<br />

che la espone. Essi sono<br />

l'indebita interferenza di<br />

uno Stato Estero negli affari<br />

interni dell'Italia. Questo<br />

problema non è mai stato affrontato<br />

e/o risolto nella Storia<br />

d'Italia. Quello che io<br />

contesto a questi Pubblici<br />

Ufficiali è di tradire la Costituzione<br />

anche e soprattutto<br />

nel negare diritti e libertà<br />

avendo <strong>com</strong>e obbiettivo<br />

quello di imporre il precetto<br />

cattolico e cristiano nell'Ordinamento<br />

dello Stato”,<br />

( Pa r s i p h a l ) .<br />

“Grazie, di articoli così ne<br />

vorrei legger più spesso.<br />

Una bella mazzata per quella<br />

è YOANI RESTA A CUBA<br />

RIFIUTATO ANCORA IL VISTO<br />

ALLA BLOGGER CUBANA<br />

É ormai un simbolo della libertà<br />

d’espressione, Yoani Sanchez, la blogger cubana che su<br />

desdecuba.<strong>com</strong>/generaciony racconta le difficoltà di ogni giorno<br />

nel regime dei Castro. Yoani era stata invitata lo scorso anno alla<br />

Fiera del libro di Torino: “il governo - aveva <strong>com</strong>mentato lei -<br />

non potrà mai autorizzarmi ad andare in Italia: se lo facesse<br />

dovrebbe <strong>com</strong>portarsi così in tanti altri casi simili”. E infatti non<br />

potè uscire da Cuba. Adesso Yoani riceve un altro invito per<br />

recarsi all’estero, e arriva un nuovo rifiuto. La blogger è stata<br />

insignita del prestigioso premio (il più antico per giornalisti)<br />

Maria Moors Cabot della Columbia University. Yoani ha provato<br />

a rifare tutta la trafila burocratica “ho deciso - ha scritto sul blog<br />

- di chiedere personalmente all’ufficio immigrazione se il divieto<br />

mi impedisce di andare all’estero è ancora in vigore”. Netta la<br />

risposta del governo: “per il<br />

momento lei non può<br />

v i a g g i a re ”. Yoani <strong>com</strong>unque,<br />

rimane ottimista: “I miei<br />

nipoti non ci crederanno<br />

quando dirò loro che sono<br />

stata condannata<br />

all’immobilità per il mio<br />

blog”. É quello che sperano<br />

anche le migliaia di lettori<br />

che la seguono ogni giorno.<br />

SECONDO TEMPO<br />

massa di ipocriti chiamata<br />

‘classe dirigente del PD”,<br />

(Rob).<br />

“Ringrazio Luca Telese per<br />

questo articolo che fotografa<br />

molto fedelmente anche il<br />

mio punto di vista su questo<br />

personaggio d'altri tempi.<br />

Mi affascina la determinazione<br />

lapidea di questa donna,<br />

dura e ottusa <strong>com</strong>e una pietra,<br />

ma non è ammirazione la<br />

mia, quanto piuttosto una<br />

curiosità distaccata che definirei<br />

quasi etologica. La visione<br />

della Binetti del cristianesimo<br />

è quanto di meno affine<br />

al messaggio originario<br />

del cristianesimo stesso. Come<br />

la predilezione di un Cristo<br />

per l'ultimo, il reietto, il<br />

diverso che <strong>com</strong>e ultimo sarà<br />

primo davanti agli occhi<br />

di Dio sia <strong>com</strong>patibile con la<br />

logica segregazionista di<br />

questo pseudo-cattolicesimo<br />

fondamentalista predicato<br />

dalla Binetti lo sa solo lei.<br />

Condanna l'omosessualità<br />

<strong>com</strong>e devianza sessuale, lei<br />

che rappresenta una devianza<br />

oscurantista del messaggio<br />

cristiano che in senso<br />

originario è accoglienza,<br />

s o-<br />

è FESTIVAL DELLA<br />

CREATIVITÀ A FIRENZE<br />

TUTTI GLI INCONTRI IN DIRETTA STREAMING<br />

É un programma ricco quello del Festival della<br />

Creatività 2009 che <strong>com</strong>incia oggi (continua fino<br />

a domenica) a Firenze, alla Fortezza da Basso.<br />

“Azioni urbane” di artisti internazionali,<br />

concerti (sabato c’è Uri Caine Ensemble),<br />

istallazioni, dibattiti e reading.<br />

Durante le quattro giornate verrà anche<br />

assegnato il premio “Giovani creativi cercasi”:<br />

saranno i fan della pagina<br />

Facebook del Festival a<br />

decretare il vincitore tra i<br />

14 finalisti. <strong>Il</strong> Festival avrà<br />

una copertura totale degli<br />

eventi e delle spettacoli,<br />

concerti <strong>com</strong>presi. Info:<br />

w w w. fe s t i v a l d e l l a c re a t i v i t à . i t .<br />

è “UNA PALLOTTOLA PER BERLUSCONI”<br />

IL COLPO DI TESTA DI UN GIOVANE PD SU FACEBOOK<br />

L’ha fatta davvero grossa Matteo Mezzadri<br />

coordinatore del circolo Pd di Vignola (Mo) e membro<br />

della segreteria provinciale dei Giovani democratici di<br />

Modena (e la sua età, 21 anni, non può essere in nessun<br />

modo una giustificazione). Nei giorni scorsi,<br />

all’indomani della bocciatura del Lodo Alfano, ha<br />

scritto sul suo profilo Facebook: “Ma santo cielo,<br />

possibile che nessuno sia in grado di ficcare una<br />

pallottola in testa a Berlusconi?”. Con i suoi 300 amici,<br />

le sue parole sono velocemente uscite dalla rete:<br />

subito sono partite le proteste del Pdl locale, che ha<br />

chiesto le sue dimissioni; e prontemente è giunta la<br />

condanna del Pd, per voce del segretario provinciale di<br />

Modena. Ora il ragazzo lascia tutte le sue cariche e<br />

chiede scusa: “Chiedo scusa a tutti. A Berlusconi, al<br />

Pdl, al Pd, ai cittadini che si sono sentiti offesi, a tutti,<br />

amici e meno amici. Quelle che ho usato sono parole<br />

che nessuno dovrebbe mai usare”. Ma il ragazzo deve<br />

imparare anche un’altra lezione: in rete il confine tra<br />

pubblico e privato è sottile (ancora di più con 300<br />

amici). E a 21 anni non si può non saperlo.<br />

lidarietà, condivisione, <strong>com</strong>partecipazione.<br />

A ben leggere<br />

forse Cristo è stato, incredibilmente,<br />

il primo "<strong>com</strong>unista"<br />

nel miglior senso del<br />

termine, (Chicca).<br />

“Anche se la Binetti si è aggrappata<br />

a Bersani (in un<br />

tentativo di abbraccio mortale?)<br />

mi sembra che quest'ultimo<br />

si sia smarcato bene.<br />

Non ha detto vade retro<br />

Paola - cosa che mi avrebbe<br />

fatto piacere ma che politicamente<br />

sarebbe stata una<br />

automartellata sui gioielli di<br />

famiglia - ma <strong>com</strong>e un vecchio<br />

zio saggio ha detto alla<br />

madama del cilicio di stare<br />

coperta e allineata se non<br />

vuole, alla prossima, una bella<br />

pedata nel didietro. Se il<br />

PD vuole crescere, però,<br />

quella pedata DEVE prima o<br />

poi arrivare”, (Binetto).<br />

“Nessuno vieta alla Binetti di<br />

avere le sue idee, di declamarle<br />

e di votare in base ai<br />

suoi convincimenti, considerato<br />

però che questo è in<br />

totale contrasto con le linee<br />

del partito in cui è inserita,<br />

sarebbe logico ed opportuno<br />

se si posizionasse in un<br />

ambiente politico in cui le<br />

sue idee sono condivise”,<br />

(Enrico Costa).<br />

“Certo che il<br />

c o mportamento<br />

di Bersani<br />

è inq<br />

u a l i fi c abile.Cercare<br />

di trarre<br />

vantaggio<br />

da una presa<br />

di posizione<br />

coraggiosa di<br />

Fra n c e s ch i n i<br />

(questa volta è<br />

stato chiaro)<br />

è una cosa<br />

sporca. Spero<br />

che gli si<br />

rivolti con-<br />

tro, anche<br />

perchè la<br />

coppia Bersani<br />

- D'Alema<br />

a capo<br />

del PD mi<br />

ter rorizza”,<br />

(Laura G.).<br />

“Vo g l i a m o<br />

soppor tare<br />

anche questa?<br />

Ma insomma<br />

USQUE AD<br />

TA N D E M . . . ?<br />

Cinque errori<br />

di tattica in<br />

dieci giorni.<br />

Come si fa<br />

dire che il<br />

PD non è alla<br />

canna del<br />

gas? Se vogliamo fare l'ultimo<br />

tentativo di salvarlo, scriviamo<br />

migliaia di email con<br />

la minaccia che, se non buttano<br />

fuori i maitre a penser<br />

che hanno conciato il partito<br />

in modo indecente, gli inquisiti<br />

e i teodementi, organizziamo<br />

una manifestazione<br />

oceanica con cartelli sul<br />

dorso che recitano FUORI<br />

LA BINETTI DAL PARTITO e<br />

un cilicio in mano”, (A l e ssandro<br />

Capece).<br />

“Bellissimo l'articolo, ma<br />

penso che la questione sia<br />

più prosaica. Nella votazione<br />

dello scudo fiscale la senatrice<br />

non c'era. Non ha fatto<br />

il suo dovere, a cui tiene<br />

moltissimo quando si tratta<br />

di altre cose. E' così dai tempi<br />

di Prodi , contro il quale<br />

ha sempre votato contro sulle<br />

questioni che sappiamo.<br />

Qualche volta , quando si vota<br />

su pillole o similari, potrebbe<br />

andare a visitare quella<br />

stessa sezione della Croce<br />

Rossa in cui era il giorno del<br />

lodo. E' una quinta colonna ,<br />

non una martire”, (Antonio<br />

P re a ) .


pagina 18 Giovedì 15 ottobre 2009<br />

PIAZZA GRANDE<br />

Costituzione, articolo 4: il lavoro<br />

di Lorenza Carlassare<br />

Repubblica riconosce<br />

a tutti i cittadini il<br />

diritto al lavoro e pro- “La<br />

muove le condizioni<br />

che rendono effettivo questo<br />

diritto. Ogni cittadino ha il dovere<br />

di svolgere, secondo le<br />

proprie possibilità e la propria<br />

scelta un’attività o una funzione<br />

che concorra al progresso<br />

materiale o spirituale della società”.<br />

Del lavoro si parla fin dal primo<br />

articolo della Costituzione -<br />

L’Italia e una Repubblica democratica<br />

fondata sul lavoro - il cui<br />

significato polemico è chiaro: il<br />

criterio prevalente per il riconoscimento<br />

della dignità morale<br />

e sociale dei cittadini dev’es -<br />

sere il lavoro, non la proprietà<br />

<strong>com</strong>e nelle Costituzioni liberali<br />

dell’800 che la definivano un diritto<br />

sacro e inviolabile. L’art.4 -<br />

collocato tra i principi costituzionali<br />

subito dopo i diritti della<br />

persona e l’eguaglianza (articoli<br />

2 e 3) che ne sono il presupposto<br />

- ha il significato di dichiarare<br />

la rilevanza costituzionale<br />

del lavoro ( <strong>com</strong>e ha riconosciuto<br />

la stessa Corte costituzionale).<br />

Per questo, nel suo stretto<br />

legame con l’art.1, illumina<br />

di senso l’intero sistema: il lavoro<br />

è posto <strong>com</strong>e elemento informatore<br />

dell’ordinamento .<br />

Benché non si tratti “di un diritto<br />

già assicurato e provvisto<br />

di azione giudiziaria” <strong>com</strong>e si<br />

legge nella Relazione al progetto<br />

di Costituzione, il diritto al lavoro<br />

non è mera affermazione<br />

retorica ma ha conseguenze<br />

giuridiche precise, la prima già<br />

espressamente indicata<br />

nell’art.4 : la Repubblica deve<br />

promuovere le condizioni che<br />

rendono effettivo questo diritto.<br />

E’ l’indicazione di un fine da<br />

perseguire, che vincola lo Stato,<br />

le Regioni e tutti gli enti in<br />

cui la Repubblica si articola.<br />

L’art.4 ha funzione di criterio<br />

generale direttivo e interpretativo,<br />

indicando quali devono essere<br />

i criteri degli interventi<br />

pubblici, indirizzando l’attività<br />

dei pubblici poteri ad attuare<br />

una politica di piena occupazione.<br />

P<br />

er la Corte costituzionale<br />

(sentenza n.61 del 1965)<br />

dall’art.4 si ricava che il diritto<br />

al lavoro è un “fondamentale diritto<br />

di libertà della persona<br />

umana che si estrinseca nella<br />

scelta e nel modo di esercizio<br />

dell’attività lavorativa” . E ciò<br />

<strong>com</strong>porta, per quanto riguarda<br />

lo Stato, da una parte il divieto<br />

di creare o lasciar sussistere<br />

norme che pongano limiti discriminatori<br />

a tale libertà o la<br />

rinneghino; dall’altra l’o bbl i go<br />

“di indirizzare l’attività dei pubblici<br />

poteri…alla creazione di<br />

condizioni economiche, sociali<br />

e giuridiche che consentano<br />

l’impiego di tutti i cittadini idonei<br />

al lavoro”. Un obbligo giuridico<br />

che dovrebbe concretarsi<br />

in una politica di sviluppo<br />

economico indirizzata alla creazione<br />

di posti di lavoro, in una<br />

politica in grado di determinare<br />

“una situazione di fatto tale da<br />

aprire concretamente alla generalità<br />

dei cittadini la possibi-<br />

Strag i<br />

e menzogne<br />

di Luigi Li Gotti*<br />

In tutta la vicenda nebulosa<br />

della strage di via D’Amelio,<br />

ciò che mi lascia perplesso,<br />

è il silenzio durato 17 anni<br />

su alcuni importanti snodi. Sino<br />

al luglio del 2009, i dati conosciuti<br />

erano:<br />

a) l’esistenza di una “t ra t t a t i va ”<br />

dello Stato con Cosa Nostra con<br />

annesso “papello” di richieste<br />

di Salvatore Riina per far cessare<br />

l’aggressione stragista;<br />

b) l’inizio della trattativa il 5 agosto<br />

1992 (incontro di Mori con<br />

Ciancimino) e, quindi, dopo la<br />

strage di via D’Amelio (19 luglio<br />

1992). Circostanza riferita da<br />

Mori e, esclusione conseguenziale<br />

di conoscenza da parte di<br />

Paolo Borsellino di una trattativa<br />

ancora inesistente. Peraltro<br />

lo stesso generale Mori, deponendo<br />

nel processo, a Caltanissetta,<br />

per la strage, aveva riferito<br />

che aveva incontrato Paolo Borsellino<br />

il 25 giugno 1992 (nella<br />

caserma Carini a Palermo), e<br />

che qualora avesse già avviato<br />

L’occupazione<br />

oltre che<br />

un diritto sociale,<br />

è una libertà<br />

individuale<br />

in cui rientra<br />

la scelta dell’attività<br />

e si concretizza<br />

nella libertà<br />

di accesso<br />

al mercato<br />

una “t ra t t a t i va ”, ne avrebbe sicuramente<br />

parlato con Borsellino.<br />

Non avendone parlato (e<br />

non avendolo più incontrato),<br />

significò che la trattativa fu succ<br />

e s s i va ;<br />

c) l’esclusione da parte del Ministro<br />

dell’Interno, Vincenzo<br />

Scotti, rimasto in carica fino al<br />

30 giugno 1992 (dal 1° luglio<br />

venne sostituito da Nicola Mancino)<br />

di aver mai saputo di “trat -<br />

t a t i ve ” e di essere per lui un mistero<br />

la ragione della sua sostituzione<br />

con Mancino (deposizione<br />

resa a Caltanissetta nel<br />

processo per la strage di via<br />

D’Amelio);<br />

d) l’esclusione da parte del subentrante<br />

Ministro dell’Inter -<br />

no, Nicola Mancino, di conoscenza<br />

di “t ra t t a t i ve ” e il suo<br />

non ricordo dell’incontro, al Viminale,<br />

con Paolo Borsellino, il<br />

1° luglio 1992.<br />

Essendo questi i fatti salienti conosciuti,<br />

in tutti questi anni e a<br />

lungo, si è discusso nel tentativo<br />

di dare certezza all’epoca<br />

dell’inizio della “t ra t t a t i va ”: sul<br />

lità di procurarsi un posto di lavo<br />

ro ” , ha detto ancora la Corte<br />

costituzionale ( sent. n. 105 del<br />

1963).<br />

<strong>Il</strong> lavoro dunque oltre che un diritto<br />

sociale che <strong>com</strong>porta per<br />

lo Stato l’obbligo di intervenire<br />

nel mercato del lavoro, è una libertà<br />

individuale in cui rientra<br />

la scelta dell’attività lavorativa e<br />

si concretizza nella libertà di accesso<br />

al lavoro, nella pretesa a<br />

che le offerte di lavoro siano<br />

aperte a tutti in modo eguale,<br />

senza discriminazioni che non<br />

siano quelle derivanti dalla capacità<br />

e/o dalla preparazione<br />

specifica richiesta dal tipo di attività<br />

.<br />

T<br />

utti siamo interessati: “lavo -<br />

ro di tutti, non solo manuale,<br />

ma in ogni sua forma di espressione<br />

umana”, fu subito chiarito<br />

. <strong>Il</strong> lavoro si esplica non soltanto<br />

nelle sue forme materiali<br />

“ma anche in quelle spirituali e<br />

morali che contribuiscono allo<br />

sviluppo della società”. L’am -<br />

piezza del concetto di lavoro risulta<br />

evidente dal <strong>com</strong>ma 2 dello<br />

stesso art.4 dove si parla del<br />

‘d ove re ’ di lavorare, e si afferma<br />

che ogni cittadino ha il dovere<br />

di svolgere “un’attività o una<br />

funzione che concorra al progresso<br />

materiale o spirituale<br />

della società”. Concorrere a tale<br />

progresso significa adempiere<br />

un obbligo di solidarietà : è<br />

sempre il concetto espresso nei<br />

l<br />

LA STECCA di I N D RO<br />

Ho fatto mia una regoletta<br />

insegnatami – s’immagini<br />

un po’ – dal Maresciallo<br />

Pétain: “Quando<br />

non sai qual è<br />

la via del dovere,<br />

scegli la più<br />

diff icile”<br />

(«Corriere della sera»,<br />

29 aprile 1996)<br />

prima o dopo la strage di via<br />

D’Amelio e, quindi, se l’accele -<br />

razione dell’esecuzione della<br />

strage, fosse da collegare alla<br />

“t ra t t a t i va ”, ossia ad una ferma<br />

opposizione di Paolo Borsellino<br />

di trattare con gli assassini di<br />

Giovanni Falcone. Insomma<br />

l’eventuale ostilità di Borsellino,<br />

avrebbe potuto indurre Cosa<br />

Nostra ad eliminare l’ostaco -<br />

lo Borsellino. Improvvisamente,<br />

nell’estate di quest’anno, è<br />

ri<strong>com</strong>parsa la memoria:<br />

a) parla Claudio Martelli (Mini-<br />

Claudio Martelli (FOTO ANSA)<br />

SECONDO TEMPO<br />

precedenti articoli che ritorna;<br />

la solidarietà , la pari dignità sociale,<br />

lo sviluppo della persona<br />

in condizioni di eguaglianza<br />

trovano nel lavoro un mezzo<br />

potente per rimuovere gli ostacoli<br />

che, di fatto, impediscono<br />

la partecipazione di tutti i lavoratori<br />

all’organizzazione politica,<br />

economica e sociale del Paese(<br />

art.3).<br />

La parte finale dell’articolo 4<br />

fornisce un altro chiarimento<br />

importante: ciascuno ha il dovere<br />

di esercitare un’attività lavorativa<br />

“secondo le proprie<br />

possibilità e la propria scelta”.<br />

In Assemblea Costituente si insistette<br />

molto su queste parole,<br />

ad evitare che si pensasse<br />

all’imposizione di un lavoro obbligatorio:<br />

”l’Assemblea vuole<br />

fare soltanto un’affer mazione<br />

morale e politica che non <strong>com</strong>porta<br />

vincoli e coazioni per il<br />

cittadino”.<br />

L’art.4 <strong>com</strong>prende il diritto alla<br />

conservazione del posto di lavoro?<br />

Se il diritto al lavoro non è<br />

il diritto ad ottenere un’occupa -<br />

zione, “ciò non esclude che per<br />

i rapporti già costituiti si imponga<br />

un’adeguata protezione<br />

del lavoratore nei confronti del<br />

datore di lavoro” (sent. n.45/<br />

1965). Dopo questa ed altre<br />

precedenti sentenze della Corte<br />

costituzionale , la disciplina<br />

dei licenziamenti è cambiata: la<br />

libertà di recedere dal rapporto<br />

di lavoro a tempo indeterminato<br />

salvo preavviso, è divenuta<br />

del tutto residuale. Che dire oggi<br />

di fronte alla situazione del lavoro?<br />

Tra le varie norme che lo<br />

tutelano, mi sembra necessario<br />

ricordarne una, <strong>com</strong>e conseguenza<br />

diretta del lavoro <strong>com</strong>e<br />

diritto, l’art.36 : in caso di disoccupazione<br />

involontaria, i lavoratori<br />

“hanno diritto che siano<br />

preveduti e assicurati mezzi<br />

adeguati alle loro esigenze di vita”.<br />

Adeguati, s’intende: e se<br />

ogni tanto i nostri governanti se<br />

ne ricordassero?<br />

stro della Giustizia<br />

nel periodo stragista<br />

del 1992) di<br />

una trattativa conosciuta<br />

e<br />

dell’estromissio -<br />

ne di Scotti (e sostituzione<br />

con<br />

Mancino) proprio<br />

a causa della posizione<br />

“d u ra ” as -<br />

sunta da questi<br />

b) anche Vincenzo<br />

Scotti ha, nel<br />

2009, ricordi vaghi<br />

di una “trattati -<br />

va ”.<br />

c) Si dice certo<br />

Martelli del fatto<br />

che Paolo Borsellino<br />

venne subito<br />

informato della<br />

“t ra t t a t i va ” e, a sostegno,<br />

richiama il<br />

ricordo di Liliana<br />

Ferraro (che al Ministero della<br />

Giustizia, aveva preso il posto di<br />

Giovanni Falcone), che ricevette,<br />

all’uopo, la visita del capitano<br />

De Donno, che le riferì dei<br />

contatti con Ciancimino e della<br />

richiesta di Cosa Nostra di copertura<br />

politica della “trattati -<br />

va ”.<br />

d) Colloca Martelli, con certezza,<br />

la conoscenza della trattativa<br />

al 23 giugno 1992 (trigesimo<br />

dell’uccisione di Giovanni Falcone);<br />

e) Non centrale, ma certamente<br />

nordisti É di Gianni Barbacetto<br />

QUI FRANA TUTTO<br />

M<br />

essina ha seppellito i suoi morti e la sciagura che l’ha<br />

colpita sta per essere dimenticata, fino alla prossima<br />

alluvione. Restano il disastro del territorio, il vorace consumo del<br />

suolo, l’abusivismo, gli sprechi. Roba da Meridione d’Italia? No,<br />

a leggere un dossier di Legambiente sul dissesto idrogeologico<br />

della Lombardia. Nella regione più ricca del paese ci sono ben<br />

914 <strong>com</strong>uni a rischio (su 1.500 totali). Solo il 6 per cento di essi<br />

dichiara di aver provveduto a spostare su aree sicure le<br />

abitazioni, le fabbriche, gli impianti costruiti in luoghi sottoposti<br />

a pericolo frane o alluvioni: significa che il restante 94 per cento<br />

dei <strong>com</strong>uni lombardi a rischio ha ancora costruzioni che<br />

potrebbero essere investite dall’acqua e dal fango alla prossima<br />

occasione. Nel solo Oltrepò pavese sono state censite ben 3.400<br />

frane che minacciano un territorio fragile e <strong>com</strong>promesso,<br />

governato da amministrazioni impreparate. La Valtellina, poi, è<br />

un caso da manuale. Qui le frane censite sono addirittura 6.954,<br />

ma la prevenzione lascia molto a desiderare, argomenta il<br />

presidente di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine. Ha<br />

una buona organizzazione di protezione civile, la Lombardia,<br />

pronta a intervenire rapidamente in caso di disastri; ma il<br />

problema è non farli accadere, i disastri, mettendo in sicurezza<br />

un territorio minato dall’incuria, dall’abbandono, dal cemento.<br />

E pensare che proprio in Valtellina la natura ha già mandato, in<br />

passato, un terribile segnale. Era il luglio 1987 quando, dopo<br />

quattro giorni di pioggia, il fiume Adda uscì dagli argini in più<br />

punti e centinaia di frane minarono il territorio e fecero<br />

straripare i torrenti. La frana più grave, in Valpola, scaraventò 40<br />

milioni di metri cubi di terra e fango, alla velocità di 400<br />

chilometri all’ora, sugli abitati di Sant’Antonio Morignone e<br />

Aquilone. Ci furono 35 morti, nonostante i due paesi fossero già<br />

stati evacuati. I detriti crearono uno sbarramento alto 50 metri<br />

che bloccò il flusso dell’Adda e creò un lago che minacciò a lungo<br />

la valle sottostante, con il pericolo di un effetto Vajont. Alla fine,<br />

il bilancio fu di 53 vittime e 4 mila miliardi di lire di danni.<br />

D<br />

a allora, la politica lombarda si è apparecchiata una ricca<br />

tavola in cui sono stati spartiti 1.500 milioni di euro. Nel<br />

1990 è stata approvata, su misura, la cosiddetta “legge<br />

Va l t e l l i n a ” che, gestita poi dalla Regione di Roberto Formigoni, è<br />

servita a distribuire soldi con meno controlli, in nome<br />

dell’emergenza. Ne hanno beneficiato le amministrazioni della<br />

provincia di Sondrio, ma anche (per il 20 per cento) di Bergamo,<br />

Brescia, Como e Lecco. Alla prima Repubblica è succeduta la<br />

seconda, le amministrazioni democristiane e socialiste sono<br />

state sostituite da quelle di Forza Italia e della Lega, ma il<br />

banchetto è proseguito senza scosse. Come ha ricordato Luigi<br />

Corvi sul Corriere, dopo 22 anni dalla sciagura della Valtellina e<br />

dopo 1.500 milioni di denaro pubblico speso, il territorio<br />

regionale resta fragile e ancora a rischio. Per mettere in<br />

sicurezza la frana del Ruinon, in Valfurva, oggi non c’è neppure<br />

un euro a disposizione. Idem per la frana di Spriana, che<br />

continua a minacciare Sondrio, malgrado lavori che sono durati<br />

ve n t ’anni (il cantiere è stato chiuso nel 2008 per mancanza di<br />

fondi). In <strong>com</strong>penso i soldi dell’emergenza Valtellina sono stati<br />

impiegati per opere <strong>com</strong>e il Casinò di San Pellegrino, in<br />

provincia di Bergamo oppure per la creazione di un «sentiero<br />

ornitologico» a Rasura, provincia di Sondrio. Non hanno niente<br />

da dire a proposito i buoni amministratori leghisti che criticano –<br />

giustamente – gli sprechi, i favoritismi, le leggi speciali e i<br />

finanziamenti a pioggia che irrorano il Sud?<br />

neanche marginale,e, <strong>com</strong>unque<br />

inquietante, si colloca anche<br />

una intervista di Arlacchi<br />

(27 luglio 2009 a La Stampa) che<br />

appare dubbioso sull’i n c o n t ro<br />

Borsellino-Mancino il 1° luglio<br />

1992 (incontro invece annotato<br />

sull’agenda grigia – quella rossa<br />

è sparita - di Borsellino e testimoniato<br />

da terzi) e ponendosi,<br />

invece lui, quale la persona che<br />

Borsellino avrebbe incontrato<br />

quel 1° luglio (ma non c’è traccia<br />

nell’agenda). Arlacchi ci dice<br />

anche che Borsellino era<br />

tranquillo (ma sappiamo da plurime<br />

fonti che invece era estremamente<br />

preoccupato e sappiamo,<br />

per testi, che Paolo Borsellino,<br />

in quel contesto temporale,<br />

e capendo che si avvicinava<br />

il “suo momento”, disse di essere<br />

stato tradito da chi si era fidato).<br />

Sempre Arlacchi riferisce<br />

del forte impegno del Ministro<br />

Nicola Mancino, per l’esito del<br />

maxiprocesso a Cosa Nostra<br />

(ma la sentenza del maxiprocesso<br />

è del 30 gennaio 1992, mentre<br />

Mancino divenne Ministro<br />

dell’Interno, dopo 7 mesi, ossia<br />

il 1° luglio). Inoltre, è strana, la<br />

sua affermazione su “f ra n ge<br />

marginali dello Stato che remavano<br />

contro, facevano trattative<br />

e papelli” e riferisce “di tre o<br />

q u a t t ro ” trattative, definendole<br />

anomalie delle quali parlava settimanalmente<br />

con Falcone e<br />

Borsellino, ma probabilmente<br />

non conosciute da altri, oltre<br />

che da lui! Ebbene. Ma perché<br />

per 17 anni è s<strong>com</strong>parsa la memoria<br />

e ora, nell’estate-autunno<br />

del 2009, affiorano tanti, e così<br />

importanti, ricordi? Le verità<br />

del 2009, sono l’altra faccia della<br />

menzogna degli anni precedenti<br />

e dei non ricordo. O, anche,<br />

il contrario. Sbrogliare questa<br />

intricata matassa, non sarà<br />

<strong>com</strong>pito facile. La sensazione di<br />

torbido è l’unica cosa certa.<br />

Qualcuno, pur in ritardo, potrà<br />

avvicinarci alla verità, altri continuano<br />

a intorbidire le acque.<br />

Siamo tornati ai “pupi e pupari”.<br />

Dobbiamo dare un volto agli uni<br />

e agli altri.<br />

(*senatore Italia dei Valori)<br />

Ma perché<br />

per 17 anni<br />

è s<strong>com</strong>parsa<br />

la memoria<br />

e ora affiorano<br />

tanti,<br />

e così importanti,<br />

r i c o rd i ?<br />

Le verità del 2009<br />

sono l’altra faccia<br />

delle bugie passate?


Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 19<br />

Studenti dell’Aquila<br />

terremotati di serie B<br />

6 Aprile 2009. Tanti studenti <strong>com</strong>e<br />

noi sono morti, quella terribile<br />

notte. Sono morti per la superficialità<br />

e l’indifferenza di chi<br />

avrebbe dovuto proteggerci. Anche<br />

tanti cittadini aquilani sono<br />

morti. Di diverso c’è che, nei<br />

confronti di noi studenti universitari,<br />

quella superficialità e<br />

quell’indifferenza continuano.<br />

Nei mesi successivi al sisma, molti<br />

studenti fuori sede si sono trasferiti<br />

nei paesi della costa abruzzese,<br />

così da poter tornare, con i<br />

mezzi pubblici, per dare gli esami<br />

ed assistere alle rimanenti lezioni.<br />

Per nessuno è stato facile.<br />

Nuova casa, nuova città, nuova<br />

vita. Perché quella vecchia ci era<br />

stata strappata, a noi <strong>com</strong>e ai residenti<br />

aquilani. Ma per loro qualche<br />

agevolazione, seppur insufficiente,<br />

c’è stata (trasporti pubblici<br />

e alloggi gratuiti). Noi studenti<br />

abbiamo pagato di tasca<br />

nostra sia le nuove case sia i trasporti<br />

verso l’Aquila. Abbiamo<br />

chiesto al Comune del L’Aquila la<br />

stessa tessera gratuita che era<br />

stata concessa ai residenti per<br />

viaggiare sugli autobus . Inizialmente<br />

ce l'hanno consegnata alcuni<br />

impiegati <strong>com</strong>unali, dopo<br />

pochi giorni però arriva la telefonata:<br />

“Siamo del <strong>com</strong>une del<br />

L’Aquila, siamo spiacenti, ma lei<br />

deve immediatamente riconsegnare<br />

la tessera per i trasporti<br />

gratuiti. La Regione si è lamenta-<br />

La vignetta<br />

ta con noi. Dice che quella tessera<br />

spetta solo ai residenti nel<br />

<strong>com</strong>une .” Un po’ per mancanza<br />

di tempo, un po’ per rabbia, invece<br />

di fare altre ore di fila per<br />

restituire la tessera, molti di noi<br />

si sono limitati a non utilizzarla<br />

più (pagando ogni volta l’autobus<br />

di tasca nostra). A settembre ci è<br />

arrivata un’altra lettera dal Comune,<br />

nella quale avvertivano<br />

che, se non avessimo restituito<br />

l’abbonamento entro i dieci giorni<br />

successivi, avrebbero preso<br />

provvedimenti legali. Siamo andati<br />

in Comune dove, dopo aver<br />

fatto un po’ di controlli, ci hanno<br />

detto che abbiamo fatto bene a<br />

MAIL B OX<br />

7<br />

Furio Colombo<br />

C<br />

aro Colombo,<br />

dal momento che scrivo a “<strong>Il</strong><br />

<strong>Fatto</strong> Quotidiano” puoi immaginare<br />

che cosa penso di Mara Carfagna.<br />

Eppure la questione del burqa esiste<br />

davvero. Si può permettere che nel<br />

nostro paese ci si possa presentare in<br />

pubblico (e <strong>com</strong>e utenti di servizi<br />

pubblici) a volto coperto e senza<br />

possibilità di identificazione? Si può in<br />

un mondo pericoloso, in giorni <strong>com</strong>e<br />

questi? La Carfagna vuole abolire il<br />

burqa. Ha davvero torto?<br />

S e re n a<br />

CAPISC O. Ma <strong>com</strong>e si fa a discutere<br />

con questo governo dove si alternano, nei<br />

rapporti con gli immigrati e le altre culture,<br />

cattiveria, stupidità, cinismo e sincera<br />

incapacità di governare? A differenza degli altri<br />

paesi europei,che non sono governati dal<br />

“miglior primo ministro in assoluto degli ultimi<br />

150 anni” ( che è anche “il più perseguitato<br />

della Storia”, Gesù Cristo e Anna Frank inclusi),<br />

in Italia si <strong>com</strong>mettono ogni giorno atti illegali e<br />

immorali contro gli immigrati che credono di<br />

approdare in un paese civile. Si va dal<br />

“respingimento in mare” (espediente crudele di<br />

cui non si conosce il numero dei morti<br />

annegati) alla “consegna alla Libia”, senza<br />

alcuna verifica del diritto di asilo e senza<br />

sapere quando s<strong>com</strong>pariranno per sempre nei<br />

campi di detenzione libici (pagati, è triste dirlo,<br />

non usare più la tessera, altrimenti<br />

ci avrebbero fatto ripagare<br />

in un solo colpo tutti i viaggi gratuiti<br />

che avevamo fatto (cosa che,<br />

effettivamente, è toccata ad altri<br />

studenti). Purtroppo i nostri guai<br />

non sono finiti qui. A settembre<br />

veniamo a sapere che l’u n i ve r s i t à<br />

non verrà spostata né a Pescara,<br />

né a Teramo, né in nessun’altra<br />

parte. Bisogna restare tutti a<br />

L’Aquila, perché “la città, se andassero<br />

via gli studenti, sarebbe<br />

p e rd u t a ”. Se siamo un patrimonio<br />

per la città, dobbiamo essere<br />

trattati con rispetto. Abbiamo<br />

telefonato a uno dei nostri ex padroni<br />

di casa, per sapere a che<br />

punto erano i lavori e se potevamo<br />

riavere l’appartamento (la<br />

notte del sisma il palazzo ha avuto<br />

pochi danni). <strong>Il</strong> proprietario,<br />

molto cordialmente, ci ha risposto<br />

che sì, certo, lo potevamo riavere,<br />

ma il prezzo <strong>com</strong>plessivo di<br />

quello che era praticamente un<br />

bilocale era salito da 400 a 650<br />

euro! Oltre al danno anche la bef-<br />

A DOMANDA RISPONDO<br />

DI BURQA<br />

E DI ALTRI VELI<br />

fa: dovevamo essere anche grati,<br />

perché “c’era chi stava facendo<br />

aumenti maggiori”. Abbiamo<br />

cercato altre case: sul sito stesso<br />

dell’Università apparivano offerte<br />

di appartamenti in affitto a<br />

1500 euro. Un giorno abbiamo<br />

trovato una casa al prezzo dell'anno<br />

precedente. <strong>Il</strong> padrone del<br />

palazzo però ci ha chiamati per<br />

dirci che la protezione civile gli<br />

aveva offerto 200 euro al mese in<br />

più se avesse destinato la casa ai<br />

residenti invece che agli studenti!<br />

Tanti studenti <strong>com</strong>e noi sono<br />

morti la notte del 6 Aprile. Avevano<br />

una storia. Avevano dei sogni.<br />

Noi siamo i sopravvissuti, e<br />

chiediamo alle istituzioni, che reputano<br />

che i “re s i d e n t i ” hanno il<br />

diritto di essere supportati,<br />

mentre i “domiciliati” no: “Pe r<br />

quale motivo il nostro dolore<br />

merita meno rispetto di quello<br />

degli altri?”<br />

Noemi Alagia<br />

Forse ci meritiamo<br />

Silvio Berlusconi<br />

Ieri sera l'ennesima arguta puntata<br />

di Blob mi ha fatto aprire gli<br />

occhi: e se ce lo meritassimo il<br />

buon Silvio?<br />

Se ad avere successo in Italia sono<br />

trasmissioni in cui mentecatti<br />

vanno a perdere ogni forma di dignità<br />

davanti a milioni di persone,<br />

oppure programmi dove si parla<br />

della dieta di una starletta, allora,<br />

forse, un Berlusconi è proprio<br />

quello che fa al caso nostro.<br />

Quell'uomo è un genio, è ricco, è<br />

potente, ha 70 anni, va con donne<br />

bellissime e riesce anche a farsi<br />

passare <strong>com</strong>e vittima di oscuri<br />

<strong>com</strong>plotti ad opera di non si sa<br />

bene chi.<br />

Forse questo paese, in balia di un<br />

IL FATTO QUOTIDIANO<br />

via Orazio n. 10 - 00193 Roma<br />

l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />

ma vero, da soldi italiani, previo voto del<br />

parlamento italiano). Ergendosi fiero su questo<br />

crescente tumulo di vittime, il ministro<br />

dell’Interno Maroni, conscio del fatto che<br />

elezioni regionali molto importanti per la Lega<br />

sono vicine, annuncia ogni due giorni “Un<br />

nuovo giro di vite” (<strong>Il</strong> titolo è del “Giornale”, che<br />

sa, 5 ottobre 2009). Forse è la Carfagna che<br />

dovrà indossare qualche tipo di velo o di burqa,<br />

altrimenti con che faccia si presenterà a<br />

persone escluse dagli ospedali, dalle scuole,<br />

dalle case, dal lavoro (salvo il lavoro in nero,<br />

che va fortissimo), per chiedere ai senza potere<br />

di osservare una regola (farsi vedere, che in se<br />

sarebbe logica e normale) da parte di un<br />

potere che le regole le ha violate e le viola<br />

tutte, dalla Carta dei diritti dell’uomo alla<br />

Costituzione italiana? Chi non fosse crudele e<br />

cinico o totalmente in<strong>com</strong>petente, saprebbe<br />

che l’integrazione è un capolavoro di civiltà che<br />

si realizza insieme,chi arriva e chi accoglie.<br />

Solo dopo si diventa grandi paesi (vedi<br />

l’America di Obama) con il merito di aver<br />

trasformato in cittadini i nuovi venuti e il diritto<br />

di chiedere a tutti l’osservanza di regole<br />

<strong>com</strong>uni. Altrimenti qualunque perseguitato da<br />

Maroni e della Lega può chiedere: “R e go l e<br />

<strong>com</strong>uni a chi?”. E anche “perché volete<br />

obbedienza e negate diritti?”<br />

Furio Colombo - <strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong> Quotidiano<br />

00193 Roma, via Orazio n. 10<br />

l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />

SECONDO TEMPO<br />

grave smarrimento ormai decennale,<br />

ha finalmente trovato colui<br />

che lo prenderà per mano e lo<br />

condurrà verso una mesta fine.<br />

Mattia Pappagallo<br />

La crisi è vera<br />

e in Sardegna si vede<br />

Scrivo da Carbonia (provincia<br />

sarda, poco nota) situata nella<br />

zona geografica definita Sulcis-Iglesiente.<br />

Volevo porre all'attenzione<br />

pubblica il problema<br />

di un'area che basa la sua economia<br />

sul <strong>com</strong>mercio e sull'industria<br />

(oltre che sul turismo, durante<br />

l'estate). Proprio l'industria<br />

fa da perno dell'economia<br />

col polo industriale sito in Portoscuso<br />

(CI), il problema è che<br />

molte fabbriche hanno temporaneamente,<br />

alcune definitivamente,<br />

chiuso i battenti a causa della<br />

"crisi". La stessa crisi che è vista<br />

<strong>com</strong>e solo “psicologica” dal nostro<br />

presidente del Consiglio.<br />

Sono figlio di un operaio che è in<br />

cassaintegrazione da aprile, una<br />

fortuna nella sfortuna in quanto<br />

molti altri lavoratori (soprattutto<br />

delle imprese di appalto) non<br />

hanno nemmeno il sussidio mensile<br />

per tirare avanti. In ogni caso<br />

la cassa integrazione di mio padre,<br />

che lavora all'Eurallumina, è<br />

garantita fino a marzo, mese in<br />

cui scadrà l'anno di chiusura "tecnico".<br />

Cosa succederà? Gli operai,<br />

lasciati soli da qualsivoglia<br />

rappresentante, cercano di muoversi,<br />

ma sembra tutto inutile.<br />

L'on. Cappellacci si è dimostrato<br />

più interessato a buttare cemento<br />

sulle coste che a salvaguardare<br />

il lavoro dei cittadini. Cappellacci<br />

inoltre è evanescente, marionetta<br />

posta lì dal piccolo giostraio di<br />

Arcore. La situazione è nerissima,<br />

e per il resto d'Italia la nostra<br />

crisi sembra non esistere.<br />

Luigi Floris<br />

Che fine ha fatto<br />

il Corriere della Sera<br />

<strong>Il</strong> Corriere sta bene? Severgnini<br />

dice di sì, e sarà certamente informato,<br />

ma da osservatore<br />

IL FATTO di ieri 15 Ottobre 1975<br />

“Una specie di covo della cultura di genere”. Così Luisa<br />

Muraro, decana del pensiero femminile in Italia, ha di<br />

recente definito la storica “Libreria delle donne”, quello<br />

speciale negozio aperto nel ‘75 a Milano, a due passi dal<br />

Duomo, dalle “ragazzacc e” dei collettivi eretici di via<br />

Cherubini e via Mancinelli. Laboratorio politico destinato<br />

alla vendita di libri scritti solo da donne, ma anche<br />

pensatoio, luogo di scambio di idee e progetti al femminile,<br />

all’ombra di grandi scaffali, un po’ memoria storica del<br />

femminismo, un po’ raccolta in progress di novità editoriali<br />

del “sesso altro”. Niente a che vedere con una strana<br />

riserva indiana. Anche se nel ’75 delle lotte per i diritti civili<br />

- divorzio, aborto, diritto di famiglia – l’idea di uno spazio<br />

collettivo non regolato dagli interessi maschili, era stata<br />

letta <strong>com</strong>e qualcosa di sovversivo, protestatario e sessista.<br />

Oggi, a oltre trenta’anni da quella sfida, la libreria<br />

milanese, coi suoi 10000 titoli, le sue 3000 autrici, la nuova<br />

sede con le vetrine animate da una striscia della vignettista<br />

Pat Carra, è ancora il simbolo della mission culturale di<br />

allora. “Le donne – per dirla sempre con Luisa Muraro –<br />

hanno saputo tener botta.”<br />

Giovanna Gabrielli<br />

L’abb o n at o<br />

del giorno<br />

GABRIELE LANZI<br />

Gabriele, 52 anni, insieme<br />

a Morena ha due ragazzi<br />

che frequentano<br />

l’università, Fabio e Milo.<br />

Possiede quattro bar A<br />

Magreta (frazione di<br />

Formigine). Per un mese ha<br />

pagato l’edicolante perché<br />

ad ogni bar facesse<br />

pervenire anche una copia<br />

del <strong>Fatto</strong>. Scrive:<br />

"Attendevo da tempo la<br />

nascita di un giornale senza<br />

censure o<br />

condizionamenti.<br />

Bisogna<br />

u s c i re<br />

dal<br />

l e t a r go<br />

mentale!”<br />

Raccontati<br />

e manda<br />

una foto a:<br />

a bb o n a t o d e l g i o r n o @<br />

i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />

esterno non ne sarei così sicuro.<br />

A parte le tirature - la Repubblica<br />

li ha abbondantemente superati -<br />

mi pare che il Corriere con il suo<br />

filoberlusconismo terzista abbia<br />

perso, e stavolta per sempre, la<br />

sua autorevolezza. E questo perché,<br />

e credo sia innegabile, il<br />

Corriere è <strong>com</strong>pletamente isolato<br />

dal mondo e nel mondo. Tutti<br />

i giornali del mondo sanno che<br />

in Italia c'è una anomalia, e che<br />

questa anomalia è grave. <strong>Il</strong> Corriere<br />

continua ostinatamente a<br />

negarlo, insieme ai giornali di<br />

proprietà del presidente del<br />

Consiglio. Purtroppo sembra<br />

che il berlusconismo abbia forgiato<br />

un nuovo Corriere, meno<br />

ambizioso, meno europeo, più limitato,<br />

più modesto, arroccato<br />

sulle piccolezze italiane, ricattato<br />

dal demiurgo televisivo.<br />

Marco Demmini<br />

<strong>Il</strong> governatore Draghi<br />

e la mia pensione<br />

<strong>Il</strong> Governatore della Banca d’Italia,<br />

Mario Draghi, <strong>com</strong>e molti è<br />

pronto a decidere delle sorti di<br />

milioni di italiani riguardo all'età<br />

in cui si potrà andare in pensione.<br />

Non sto qui a ribadire le solite<br />

cose che questi signori dovrebbero<br />

considerare. Anzi, qualcosa<br />

lo ricordo, perchè credo che dovreste<br />

<strong>com</strong>inciare a ragionare tenendo<br />

in considerazione i problemi<br />

veri, i problemi della gente,<br />

le nostre vite. Non le realtà fittizie<br />

che immaginate quando parlate<br />

di noi. Allora credo che chi<br />

decide per noi dovrebbe mettersi<br />

nei nostri panni.Provassero loro<br />

(industriali, politici, classe dirigente<br />

e lacchè vari) a lavorare<br />

veramente per 40 anni per 8 ore<br />

anzichè passare il loro tempo fra<br />

colazioni e pranzi di lavoro, convegni<br />

e congressi o altre amenità<br />

simili che servono solo a spendere<br />

i nostri soldi. Provassero,<br />

quando prendono queste decisioni,<br />

a tornare a fare una vita<br />

normale <strong>com</strong>e la nostra, sperimentando<br />

le decisioni che prendono<br />

quando stanno sui pulpiti.<br />

Ho cercato di protestare con la<br />

Banca d’Italia, ma nessuno risponde.<br />

Ho cercato di contattare<br />

il governatore Draghi, ma non<br />

c’è nemmeno un indirizzo mail<br />

per scrivergli. Grazie,<br />

Barbara P.<br />

Diritto di Replica<br />

Per un errore redazionale, il corsivo<br />

di pagina 13 dell’edizione di<br />

ieri, mercoledì 14 ottobre, del<br />

<strong>Fatto</strong>, è stata firmata da Gianni<br />

Perrelli invece che da Gianni<br />

Marsilli: ce ne scusiamo con gli int<br />

e re s s a t i .<br />

Direttore responsabile<br />

Antonio Padellaro<br />

Caporedattore Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez<br />

Progetto grafico Paolo Residori<br />

Redazione<br />

00193 Roma , Via Orazio n°10<br />

tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230<br />

e-mail: segreteria@ilfatto<strong>quotidiano</strong>.it<br />

sito: www.ilfatto<strong>quotidiano</strong>.it<br />

Editoriale il <strong>Fatto</strong> S.p.A.<br />

Sede legale: 00193 Roma , Via Orazio n°10<br />

Presidente e Amministratore delegato<br />

Giorgio Poidomani<br />

Consiglio di Amministrazione<br />

Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro<br />

Centro stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,<br />

20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4<br />

Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l'estero:<br />

Poster Pubblicità & Pubbliche Relazioni S.r.l.,<br />

Sede legale e Direzione <strong>com</strong>merciale: Via Angelo Bargoni n°8, 00153 Roma<br />

tel. + 39 06 68896911, fax. + 39 06 58179764, email: poster@poster-pr.it<br />

Distribuzione Italia:m-dis Distribuzione Media S.p.A.,<br />

Sede: Via Cazzaniga n°1, 20132 Milano<br />

tel. + 39 02 25821, fax. + 39 02 25825203, email: info@m-dis.it<br />

Resp.le del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Antonio Padellaro<br />

Chiusura in redazione ore 20.00<br />

Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599


<strong>Il</strong> libro di saggistica<br />

più venduto dell’anno*<br />

chiarelettere09<br />

NOVITÀ IN LIBRERIA ////////////////////////////////////////////////////// AGENDA 2010 /<br />

2<br />

SIMONE PEROTTI<br />

ADESSO<br />

BASTA<br />

EDIZIONI IN UNA SETTIMANA<br />

LASCIARE IL LAVORO<br />

E CAMBIARE VITA.<br />

FILOSOFIA E STRATEGIA<br />

DI CHI CE L’HA FATTA<br />

8<br />

EDIZIONI<br />

( * ) Dati NIELSEN Bookscan dal 28/12/2008 al 3/10/2009<br />

MICHELE AINIS<br />

LA<br />

CURA<br />

CONTRO IL POTERE<br />

DEGLI INETTI<br />

PER UNA REPUBBLICA<br />

DEGLI EGUALI.<br />

UN DECALOGO PER<br />

RICOMINCIARE DA ZERO<br />

WWW.CHIARELETTERE.IT<br />

LUCA STEFFENONI<br />

PRESUNTO<br />

COLPEVOLE<br />

SULLA PELLE DEI BAMBINI.<br />

LA FOBIA DEL SESSO<br />

E I TROPPI CASI<br />

DI MALAGIUSTIZIA<br />

GOMEZ/MASCALI<br />

IL REGALO DI<br />

BERLUSCONI<br />

COMPRARE UN TESTIMONE,<br />

VINCERE I PROCESSI<br />

E DIVENTARE PREMIER.<br />

LA VERA STORIA DEL CASO MILLS<br />

MILANO<br />

20/10 h.20.30<br />

PRESENTAZIONE<br />

ALLA CAMERA<br />

DEL LAVORO<br />

Pino Corrias Peter Gomez Marco Travaglio<br />

A CURA DI ROBERTO CORRADI<br />

VOGLIO<br />

SCENDERE<br />

AGENDA 2010

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!