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Fini difende l’autonomia dei pm e la stampa straniera<br />
che critica B. Gioco delle parti o si p re p a r a lo scontro?<br />
G i ove d ì 15 ottobre 2009 – Anno 1 – n° 20<br />
Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma<br />
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230<br />
Cacciate<br />
la Binetti<br />
di Luca Telese<br />
dc<br />
Paola Binetti va cacciata dal Pd: serenamente<br />
e pacatamente. Non per<br />
rigurgiti di stalinismo ma perché è<br />
una donna coerente. La Binetti è<br />
una persona umanamente corretta, convinta<br />
dei suoi valori. Non è disposta a <strong>com</strong>promessi.<br />
Ma sic<strong>com</strong>e i valori che considera<br />
irrinunciabili sono esattamente antitetici<br />
a quelli della <strong>com</strong>unità che deve rappresentare,<br />
cessa di essere un problema di<br />
libertà di coscienza e diventa una minaccia.<br />
Si dice: dovrebbe andarsene lei. E se<br />
non vuole? Anche in questo è coerente:<br />
per lei <strong>com</strong>battere la laicità del Pd è una<br />
missione, da attuare con fede crociata. La<br />
Binetti sta nel Pd con lo stesso spirito con<br />
in quale si autoinfligge il cilicio: un dolore<br />
è un giusto pegno di testimonianza fra gli<br />
infedeli. L’idea che cacciarla sarebbe uno<br />
strappo al Dna democratico è una fesseria.<br />
Ogni corpo che aspiri ad avere una identità<br />
deve tenere fuori chi afferma l’identità<br />
contraria. Si possono espellere un antisemita<br />
o un negazionista dal Pd? Certo. Dunque<br />
anche un omofobo. Chi nel terzo millennio<br />
crede che omossessualità e diversità<br />
siano “malattie”. La Binetti diventerà<br />
una martire, dicono i buonisti. I martiri sono<br />
quelli che in Italia muoiono appesi ai<br />
tubi, o vedono negato il loro diritto ad<br />
amarsi perché diversi. E se martirio fosse<br />
statene certi: a Paola non dispiace.<br />
No, è il Pd<br />
che deve espiare<br />
di Antonio Padellaro<br />
dc<br />
Caro Luca. Quanto è brutta la parola<br />
“c a c c i a re ”, e quanto essa ricorda<br />
modi e <strong>com</strong>portamenti padronali,<br />
in particolare di quel padrone che<br />
con gli editti stronca professioni e carriere.<br />
E poi, cacciare chi e perché? Una parlamentare<br />
bigotta solo perché professa<br />
idee che noi giudichiamo oscurantiste? Ricordi<br />
Voltaire? Disapprovo quello che dite,<br />
ma difenderò fino alla morte il vostro<br />
diritto a dirlo. Oltretutto, che sia un partito<br />
che si definisce Democratico a buttarla<br />
fuori mi sembrerebbe ingiusto oltre che<br />
paradossale. Di ben altra zavorra il Pd dovrebbe<br />
liberarsi. Degli assessori disonesti<br />
che mangiano sulla salute dei cittadini o<br />
dei capibastone che manovrando quintali<br />
di tessere, spesso false, condizionano candidati<br />
e congressi. No, lasciamo che la Binetti<br />
parli perché la sua più grande punizione<br />
è dover continuamente spiegare ciò<br />
che, probabilmente, anche lei, in cuor<br />
suo, giudica umanamente sbagliato. E lasciamo<br />
che, tenendola dentro, anche il Pd<br />
possa espiare la sua pena. Poiché la Binetti<br />
qualcuno l'avrà pure reclutata, con quell'opportunismo<br />
tipico di chi pensa di fare<br />
politica con le figurine: un industriale<br />
qua, una suorina là... Troppo semplice<br />
adesso dire: non ci serve più. Lei è il cilicio<br />
che il Pd ha volontariamente indossato.<br />
Che se lo tenga.<br />
w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00<br />
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)<br />
Art. 1 <strong>com</strong>ma 1 Roma Aut. 114/2009<br />
PARLAMENTO CHIUSO<br />
MONTECITORIO SI VERGOGNA<br />
Mea culpa alla Camera dopo la denuncia del <strong>Fatto</strong><br />
Parole dure di Casini, durante un dibattito<br />
parlamentare, che poi telefona al presidente Fini.<br />
La maggioranza difende il vuoto voluto dal<br />
governo. Ma l’Italia è maglia nera in Europa: non<br />
ratifica le direttive. Ferrucci e Giulietti pag. 3 z<br />
nVento e gelo nella tendopoli de l’Aquila<br />
Seimila sfollati vivono ancora dentro le tende. Nei paesi dove le telecamere non arrivano, non esistono<br />
mense e ambulatori nonostante vi siano molti disabili e anziani. (FOTO ANSA) Amurri pag. 5 z<br />
T R AT TAV I A x Ai magistrati le carte di Ciancimino<br />
ECCO IL PAPELLO<br />
TRA STATO<br />
E MAFIA<br />
Annamaria Rivera<br />
Regole e roghi<br />
Metamorfosi del razzismo<br />
<strong>Il</strong> rifiuto dei migranti,<br />
il disprezzo delle minoranze<br />
e della pluralità culturale<br />
in un paese sull’orlo<br />
dell’abisso.<br />
in libreria<br />
www.edizionidedalo.it<br />
<strong>Il</strong> documento sulle<br />
richieste dei boss<br />
negli anni delle<br />
stragi all’esame<br />
del pm Ingroia<br />
Gomez e Lo Bianco pag. 6 z<br />
nsfide<br />
Maradona<br />
e la partita<br />
della vita<br />
Marco Risi pag. 14z<br />
C AT T I V E R I E<br />
Berlusconi annuncia il piano di<br />
ampliamento delle carceri.<br />
Quest'uomo continua a pensare<br />
solo a se stesso. ( w w w. s p i n o z a . i t )<br />
I CONSIGLI<br />
D E L L’ON. BETULLA<br />
di Marco Travaglio<br />
Ciedendo scusa alle signore, cito testualmente dall'editoriale di<br />
prima pagina sul Giornale lunedì a firma Renato Farina (me l'ha<br />
segnalato un lettore, mi era sfuggito, non ci si può fare del male<br />
tutti i giorni): “Per me uccidere una persona è il delitto<br />
peggiore che esista, grida vendetta al cospetto di Dio. E non<br />
dovrebbero esistere graduazioni. Ma a lume di buon senso, quanto al<br />
danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un<br />
omosessuale single che un padre di famiglia?”. Se le parole hanno un<br />
senso, il Farina sta fornendo, sul <strong>quotidiano</strong> di famiglia del presidente<br />
del Consiglio, preziose indicazioni per orientare il mirino di killer,<br />
serial killer, canari, neonazi da spedizione punitiva, teste rasate con le<br />
mani che prudono, personcine così. Una specie di listino di borsa dei<br />
bersagli da escludere e da privilegiare. A lume del suo proverbiale<br />
buon senso, egli ritiene che, dovendo proprio ammazzare qualcuno<br />
(quando ci vuole ci vuole), è meglio sincerarsi che la vittima sia gay,<br />
in quanto notoriamente incapace di procreare. L’ideale sarebbe<br />
sceglierlo single, il gay, onde evitare che a piangere sulla sua bara ci<br />
sia anche un <strong>com</strong>pagno, cioè un pubblico concubino contro natura,<br />
che guasterebbe il panorama e imbarazzerebbe gli eventuali Farina<br />
presenti alle esequie. E' viceversa vivamente sconsigliabile<br />
assassinare padri di famiglia, per definizione eterosessuali e dunque<br />
di rango doppiamente superiore ai gay single: anzitutto perchè, lo<br />
dice il ragionamento stesso, accanto a ogni padre di famiglia ci<br />
dev'essere (o ci dev'essere stata) per forza una madre di famiglia e<br />
soprattutto ci devono essere dei figli.<br />
Purtroppo i consigli ai cecchini si fermano qui, forse per motivi<br />
di spazio. Ma la speciale classifica dei soggetti socialmente più<br />
inutili, la cui eliminazione merita in tribunale la speciale<br />
“attenuante Farina”, si presta a ulteriori sviluppi che prima o poi<br />
andranno esplicitati. Se uno, per esempio, volesse incaponirsi a<br />
trucidare un eterosessuale col minimo danno sociale, sempre a<br />
lume di buon senso, dovrebbe concentrarsi sulla categoria degli<br />
impotenti scapoli che, non contenti di aver rinunciato a farsi una<br />
famiglia, hanno pure l'ardire di non procreare, e dunque, quanto<br />
a utilità sociale, sono molto prossimi ai gay, pur senza portare su<br />
di sé il marchio d'infamia della culattoneria: cioè, diciamolo,<br />
sono socialmente utili più o meno quanto un pelo superfluo.<br />
Anche fra i padri e le madri di famiglia, poi, bisognerebbe<br />
operare qualche opportuna distinzione: una donna in<br />
menopausa vale molto meno di una potenziale partoriente, e<br />
così un uomo operato alla prostata non può certo rivaleggiare<br />
con un maschio italico nel fiore degli anni (senz’allusioni ad alte<br />
o basse cariche dello Stato, notoriamente fuori concorso). Molto<br />
al ribasso immaginiamo si collochino, nel fixing farinesco, i<br />
portatori di qualsivoglia handicap dalla cintola in giù che li<br />
escluda dal novero dei padri di famiglia effettivi o potenziali.<br />
Volendo poi sottilizzare ci sarebbero anche, a fondo classifica, i<br />
giornalisti che prendono soldi dai servizi segreti perché si<br />
credono in missione antiterrorismo per conto di Dio, <strong>com</strong>e i<br />
Blues Brothers; si fanno chiamare Betulla; spìano colleghi e<br />
magistrati; pubblicano dossier farlocchi<br />
ispirati da Pio Pompa; infamano morti<br />
ammazzati <strong>com</strong>e Enzo Baldoni; vengono<br />
espulsi dell’Ordine: si fanno eleggere<br />
deputati; continuano a scrivere bestialità<br />
sul Giornale del premier. Non osiamo<br />
quantificare il danno sociale di una loro<br />
eventuale s<strong>com</strong>parsa dalla scena<br />
pubblica. Ma solo per il timore di<br />
svegliarci da un bel sogno.<br />
y(7HC0D7*KSTKKQ( +}!=!"!#!,<br />
R e n at o<br />
Fa r i n a
pagina 2 Giovedì 15 ottobre 2009<br />
Ecco cosa prevedeva<br />
il testo<br />
affossato dalla Camera<br />
Con 285 voti a favore, 222 contrari e 13<br />
astensioni, martedì scorso la Camera<br />
ha accolto la pregiudiziale di<br />
costituzionalità avanzata dall’Udc sulla proposta di<br />
legge sull’omofobia (relatrice la deputata Pd Anna<br />
Paola Concia). <strong>Il</strong> testo da un lato avrebbe<br />
ripristinato, con lievi modifiche, il <strong>com</strong>ma 1<br />
dell’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654.<br />
der del partito: la posizione di<br />
Franceschini è puramente<br />
strumentale, denunciano. Ma<br />
nel gioco di scacchi del dibattito<br />
all’interno del Pd, si registra<br />
anche la reazione piccata<br />
della stessa Binetti, che fa sapere<br />
di aver intenzione di restare,<br />
ma di non volere “il partito unico”.<br />
A questo punto si inserisce<br />
Pier Luigi Bersani: “Sui casi<br />
di coscienza decide l’or ganismo<br />
statutario”. Pronta arriva<br />
la reazione della deputata in<br />
questione: “Alle primarie penso<br />
di votare Bersani”. E con una<br />
sola dichiarazione riesce sia a<br />
vendicarsi dei franceschiniani,<br />
nelle cui fila peraltro sono molti<br />
dei più vicini alle sue posizioni,<br />
sia a mettere in difficoltà i<br />
bersaniani. “Chi vota per me,<br />
sa che questo significherebbe<br />
accettare le regole”, <strong>com</strong>menta<br />
l’ex Ministro. E i suoi fanno<br />
notare che il problema non è<br />
Dall’altro ne avrebbe esteso l’applicazione alle<br />
discriminazioni motivate dall’identità di genere o<br />
dall’orientamento sessuale. Sarebbe stato<br />
considerato un’aggravante, dunque, nei reati “non<br />
colposi contro la vita e l’incolumità individuale,<br />
contro la personalità individuale, contro la libertà<br />
personale e contro la libertà morale”, l’ave r<br />
<strong>com</strong>messo il fatto “con finalità inerenti<br />
di Elisa Battistini<br />
“L<br />
a Binetti è furba. Gioca sull’ambiguità del<br />
Pd per creare zizzania. Ma il problema<br />
non è lei. È il partito”. Non ha dubbi la deputata<br />
democratica Paola Concia, prima firmataria<br />
della legge contro l’omofobia affossata<br />
alla Camera. “<strong>Il</strong> tema di oggi - dice - non è<br />
l’espulsione della Binetti, ma la linea del Pd. A<br />
questo partito interessano i diritti degli omosessuali?<br />
Quando il Pd sarà chiaro su questo e<br />
all’orientamento o alla discriminazione sessuale<br />
della persona offesa dal reato”. Alle condanne per i<br />
reati della legge 654, sarebbero state applicabili<br />
tutte le pene accessorie previste del cosiddetto<br />
“decreto Mancino”. <strong>Il</strong> principio era quello di<br />
sancire l’equivalenza tra le discriminazioni causate<br />
da motivi razziali e quelle causate dall’identità di<br />
genere o dall’orientamento sessuale delle persone.<br />
IL CASO BINETTI SI ABBATTE SULLE PRIMARIE<br />
E OSCURA L’OMOFOBIA<br />
Franceschini: “Va espulsa”. Ma si rimanda tutto al 25 ottobre<br />
La teodem: “Per ora non decido niente”. E si schiera con Bersani<br />
di Wanda Marra<br />
Sparisce la questione omofobia<br />
e resta solo Paola Binetti.<br />
<strong>Il</strong> giorno dopo l’af -<br />
fossamento della legge,<br />
nel Partito democratico si discute<br />
quasi solo del caso della<br />
deputata teodem, che per l’en -<br />
nesima volta ha scelto di votare<br />
in maniera diversa dal suo<br />
gruppo parlamentare. Per la<br />
prima volta si parla esplicitamente<br />
di espulsione dal partito,<br />
ma con un dibattito che<br />
sembra attenere più alle dinamiche<br />
congressuali che a questioni<br />
di merito. Tanto è vero<br />
che ogni decisione è già rimandata<br />
a dopo lo primarie. Dopo<br />
la scelta della deputata teodem<br />
di votare le pregiudiziali di incostituzionalità<br />
al testo della<br />
Concia è durissima la dichiarazione<br />
del segretario Franceschini:<br />
“<strong>Il</strong> voto espresso alla Ca-<br />
mera da Binetti deve far riflettere<br />
sulla sua stessa permanenza<br />
nel Pd”, dichiara. Questo significa<br />
che si arriverà all’espul -<br />
sione? “Non sono io a poter decidere:<br />
il segretario del partito<br />
non ha questi poteri. Ma credo<br />
che questi non siano temi su<br />
cui ci possa essere libertà di coscienza.<br />
Sono chiamati in causa<br />
i valori fondativi, l'idea stessa<br />
del Pd". Con questa doppia<br />
dichiarazione, il leader del Pd<br />
in realtà manda due messaggi:<br />
da una parte, ancora una volta<br />
guarda all’elettorato di Ignazio<br />
Marino, in vista delle primarie.<br />
Dall’altra, fa capire, seppur tra<br />
le righe, che da qui al 25 ottobre<br />
non succederà niente. Nessuno<br />
pensa in questo momento<br />
di riunire gli uffici del Gruppo<br />
per discutere la questione. I<br />
mariniani, dal canto loro, continuano<br />
a respingere al mittente<br />
le aperture dell’attuale lea-<br />
STEFANO RODOTÀ<br />
“LA COSTITUZIONE TUTELA<br />
LE DISCRIMINAZIONI”<br />
di Stefano Caselli<br />
“S<br />
iamo purtroppo di fronte<br />
a una nuova dimostrazione<br />
dell’arretratezza italiana”.<br />
È il duro giudizio del professor<br />
Stefano Rodotà sulla pregiudiziale<br />
di incostituzionalità<br />
che, di fatto, ha affondato la<br />
cosiddetta legge sull’omofo -<br />
bia. “Dietro alle motivazioni<br />
giuridiche –dichiara Rodotà –<br />
si nasconde il chiaro retropensiero<br />
di chi stenta a riconoscere<br />
pari dignità sociale<br />
alle persone non eterosessuali”.<br />
Professore, partiamo dal<br />
dato tecnico. Si è sostenuto<br />
che introdurre un’aggra -<br />
vante per i delitti motivati<br />
dall’orientamento sessuale<br />
della vittima avrebbe creato<br />
una categoria di soggetti<br />
doppiamente tutelati. È<br />
una posizione sostenibile?<br />
Assolutamente no. La pregiudiziale<br />
non solo è infondata,<br />
ma capovolge la logica stessa<br />
che sta alla base della nostra<br />
Costituzione, del Trattato istitutivo<br />
dell’Unione Europea e<br />
della Carta dei Diritti Fondamentali<br />
della Ue. L’articolo 13<br />
del Trattato, che è assolutamente<br />
vincolante, prevede<br />
esplicitamente provvedimenti<br />
per <strong>com</strong>battere le discriminazioni<br />
fondate sulle tendenze<br />
sessuali. È un impegno istituzionale.<br />
E poi c’è l’ar ticolo<br />
3 della Costituzione italiana,<br />
che impone alla Repubblica<br />
di rimuovere gli ostacoli di ordine<br />
economico e sociale che<br />
impediscono il pieno svilup-<br />
po della persona umana. Non<br />
riconoscere ad alcuni soggetti<br />
il diritto di vivere liberamente<br />
la propria vita sessuale introduce<br />
una violazione della<br />
dignità sociale delle persone.<br />
L’argomento della discriminazione<br />
al contrario per i non<br />
omosessuali – per cui la legge<br />
non avrebbe previsto l’a ggravante<br />
– è poi un falso problema.<br />
La norma era un tentativo<br />
per garantire a una determinata<br />
categoria di cittadini uno<br />
status di uguaglianza che per<br />
altri non è messo in discussione.<br />
Nessuno aggredisce al grido<br />
di ‘sporco eterosessuale’,<br />
mentre le cronache – pur -<br />
troppo – riferiscono numerosi<br />
casi di violenza omofoba”.<br />
Dunque le motivazioni dello<br />
stop, più che giuridiche,<br />
sono di altro tipo?<br />
Un intervento normativo di<br />
questo genere avrebbe avuto<br />
non solo un valore normativo,<br />
ma anche un valore simbolico<br />
forte: l’accettazione<br />
sociale di qualsiasi tendenza<br />
sessuale. È questo il dato culturale<br />
che infastidisce, e qualcuno<br />
lo ha detto anche esplicitamente.<br />
Perché attraverso<br />
il riconoscimento formale<br />
della rilevanza di queste situazioni<br />
– meritevoli addirittura<br />
di una tutela penale rafforzata<br />
–diventa più difficile negare il<br />
riconoscimento di altri diritti,<br />
per esempio quello alle unioni<br />
di fatto. Come si può affermare<br />
che gli omosessuali già<br />
godono della piena parità, se<br />
poi viene loro negato ciò che<br />
ad altri è garantito? Dietro il<br />
riferimento ipocrita al principio<br />
di uguaglianza c’è quindi<br />
esattamente il contrario, il timore<br />
di una piena legittimazione<br />
di tendenze sessuali diver<br />
se”.<br />
A questo punto l’Italia rimane<br />
l’unico grande Paese<br />
dell’Unione a non aver una<br />
legge sull’o m o fo b i a …<br />
Purtroppo sì. <strong>Il</strong> nostro Parlamento<br />
rinuncia a fare dei passi<br />
significativi per dare attuazione<br />
a impegni assunti in sede<br />
internazionale. Quando<br />
entrerà in vigore la Carta dei<br />
Diritti Fondamentali<br />
dell’Unione Europea la questione<br />
dovrà necessariamente<br />
riproporsi”.<br />
LE SPINE NEL PD<br />
PRESSIONI DI GRUPPO<br />
SE I FINIANI VOTANO CONTRO<br />
H anno<br />
un giornale, una<br />
Fondazione e qualcosa che<br />
assomiglia da vicino a un sottogruppo<br />
parlamentare. Sono mesi, che i finiani<br />
si organizzano e si distinguono. <strong>Il</strong><br />
Secolo d’Italia ha portato avanti (e<br />
forse in alcuni casi anche “o l t re ”) le<br />
battaglie del Presidente della Camera,<br />
dalle posizioni su cittadinanza e<br />
immigrazione a quelle sui temi etici.<br />
Alla Fondazione Farefuturo spetta<br />
“s i s t e m a t i z z a re ” e“o r ga n i z z a re ” il<br />
pensiero politico dei fedelissimi di Fini.<br />
<strong>Il</strong> 16 settembre, 71 deputati ex An<br />
hanno firmato un documento in cui si<br />
l’espulsione, di cui in questo<br />
momento non è il caso di parlare,<br />
ma la presenza di regole<br />
certe. “È necessario stabilire<br />
una regola nella gestione del<br />
par tito”, afferma Letta, dando<br />
con questo una stoccata a Franceschini<br />
e ai suoi che hanno in<br />
mano sia questa, che la gestione<br />
del gruppo parlamentare alla<br />
Camera. Non senza sottolineare<br />
che a inseguire la<br />
deputata teodem<br />
per candidarla<br />
furono proprio<br />
Veltroni, Franceschini<br />
e Rutelli.<br />
La Binetti,<br />
intanto, è<br />
cor teggiatissima:<br />
voci la danno<br />
verso<br />
PaoloBinetti vista<br />
da Emanuele<br />
F u c e c ch i<br />
l’Udc, l’Mpa la freclama ufficialmente.<br />
“Deciderò solo dopo<br />
le primarie”, spiega lei. In<br />
questa fase, da una parte vuole<br />
pesare nel partito, dall’a l t ra<br />
aspetta il nuovo segretario del<br />
Pd e gli scenari che si delineeranno<br />
per valutare che fare.<br />
Non è escluso che alla fine decida<br />
di seguire Rutelli nella sua<br />
“s vo l t a ”, annunciata, ma ancora<br />
non ben chiarita. Da notare<br />
che a difenderla con<br />
più foga è tra gli altri<br />
uno degli “azionisti<br />
di maggioranza” di<br />
Franceschini. "Non<br />
prendiamo le scorciatoie<br />
delle espulsioni,<br />
che peraltro<br />
nello statuto non esistono.<br />
<strong>Il</strong> partito deve<br />
PAOLA CONCIA<br />
“IL VERO TEMA NON È LEI,<br />
MA LA LINEA DEL PARTITO”<br />
chiedeva una gestione più collegiale del<br />
gruppo del Pdl. E alla Camera hanno<br />
pronti i loro correttivi al testo sul<br />
biotestamento licenziato dal Senato.<br />
Martedì sul voto alla legge contro<br />
l’omofobia, in 9, “capeggiati” da Della<br />
Vedova e Flavia Perina, Bocchino e<br />
Adolfo Urso, si sono distinti in maniera<br />
netta, votando no alle pregiudiziali di<br />
costituzionalità sollevate dall’Udc e<br />
votate da tutta la maggioranza. Perché<br />
“il provvedimento andava corretto e<br />
non affossato”. Mentre esplode il caso<br />
Binetti, forse la questione finiani non è<br />
poi così da meno.<br />
favorire il confronto e la discussione<br />
interna", afferma Fioroni.<br />
Intanto, arriva dall’Onu una<br />
critica durissima all’Italia: lo<br />
stop alla legge sull'omofobia<br />
giunto ieri dal Parlamento italiano<br />
"è un passo indietro" per i<br />
diritti di gay e lesbiche, secondo<br />
Navi Pillay, Alto Commissario<br />
delle Nazioni unite per i diritti<br />
umani. E si vocifera che oggi<br />
in Consiglio dei Ministri la<br />
Carfagna presenterà un suo disegno<br />
di legge. Mentre il Pd<br />
cerca di arginare il danno: Casson<br />
ripresenta in Senato la proposta<br />
della Concia bocciata<br />
dalla Camera e a Montecitorio<br />
la presidenza del gruppo Pd deposita<br />
una proposta di legge<br />
per un nuovo testo armonizzato<br />
con il Trattato di Lisbona.<br />
L’Onu contro<br />
l’Italia: “Sui<br />
diritti dei gay<br />
è stato fatto<br />
un passo<br />
i n d i e t ro ”<br />
altri fronti, ognuno di noi deciderà se restare<br />
o meno”. E questo vale anche per per la Binetti.<br />
“Starà a lei capire se il Pd corrisponde<br />
alle sue idee. L’esplusione è un falso problema.<br />
La Binetti è un falso problema. La verità è<br />
che nei giorni che ci separano dalle primarie,<br />
dobbiamo smetterla con le ambiguità. Proprio<br />
per questo voto Marino”.<br />
Per il resto, Paola Concia è soprattutto amareggiata.<br />
“In un giorno abbiamo buttato via<br />
un anno di lavoro mostrando che alla politica<br />
interessano poco i diritti civili”.<br />
E sulla questione della costituzionalità<br />
precisa: “L’a ggravante<br />
di omofobia esiste in<br />
Francia, Belgio, Portogallo. La<br />
questione è pretestuosa. Al<br />
contrario, la legge avrebbe rea-<br />
lizzato l’articolo 3 in cui si parla<br />
del dovere di rimuovere gli<br />
ostacoli di ordine sociale che limitano<br />
la libertà dei cittadini.<br />
Le leggi europee paragonano<br />
l’omofobia al razzismo. In entrambi<br />
i casi la violenza viene<br />
perpetuata in ragione di una<br />
condizione. Se ci sono dati evidenti<br />
che un reato è <strong>com</strong>messo<br />
in ragione della razza o del sesso,<br />
allora si applica l’a ggravante”.<br />
Ma la legge è lettera morta.<br />
E il Ministro Carfagna proporrà<br />
un nuovo testo: “Se è convincente<br />
lo voterò. Ma bruciare un<br />
anno di lavoro bipartisan per rifare<br />
la legge, sul piano politico<br />
è imperdonabile”.
Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 3<br />
Sono 32 le leggi<br />
in corso d’esame<br />
tra Camera e Senato<br />
Idisegni di legge presentati alle<br />
Camere nella sedicesima legislatura<br />
sono 4471, di cui 1746 al Senato e<br />
2725 alla Camera. 4283 sono quelli<br />
d’iniziativa parlamentare. 153 d’iniziativa<br />
governativa, 21 regionale (2 Piemonte, 2 Valle<br />
d’Aosta, 2 Lombardia, 6 Veneto, 2 Liguria, 2<br />
Emilia Romagna,3 Toscana, 1 Lazio, 1<br />
ma non pochi parlamentari, e non solo nelle<br />
fila dell’opposizione. Sarebbe tuttavia un grave<br />
errore limitarsi ad una superficiale descrizione<br />
di quanto sta accadendo e non cogliere<br />
che si tratta di una vera e propria questione<br />
democratica. Sono rimasto imbarazzato<br />
quando il direttore Padellaro mi ha gentilmente<br />
chiesto di descrivere una giornata tipo<br />
del Parlamento. La tentazione sarebbe stata<br />
quella di mandare un foglio bianco, allegando gli<br />
ultimi ordini del giorno e i calendari di lavoro. Dall'inizio<br />
di settembre l'aula funziona a mezzo servizio,<br />
di regola le sedute si limitano al martedì pomeriggio e<br />
al mercoledì. Volete un esempio? Questa settimana le<br />
votazioni si sono svolte dalle 16 alle 19 e stamane<br />
dalle 11 alle 13. <strong>Il</strong> lavoro nelle <strong>com</strong>missioni ha seguito<br />
lo stesso andamento. Cattiveria del presidente<br />
Fini? Scarsa volontà dei singoli parlamentari? Furbizia<br />
della casta per intascare la diaria e andare a casa?<br />
M<br />
agari le cose stessero così, sarebbe una schifezza,<br />
ma sarebbe persino più rassicurante, il male sarebbe<br />
stato individuato con certezza. Purtroppo sta<br />
accadendo qualcosa di più grave e cioé un lento svuotamento<br />
della Costituzione. L'attività legislativa si sta<br />
trasferendo altrove, potere esecutivo e potere legislativo<br />
si stanno sovrapponendo. <strong>Il</strong> governo procede<br />
per decreti, quando ha paura delle sue divisioni interne<br />
mette il voto di fiducia. Questo lento processo<br />
di svuotamento del Parlamento si ac<strong>com</strong>pagna alla<br />
preannunciata offensiva contro l'autonomia del potere<br />
giudiziario e contro quel poco che resta dell’au -<br />
tonomia dell’informazione. Chiunque non sia in malafede<br />
o non sia un <strong>com</strong>plice non può non vedere che<br />
Berlusconi e i suoi hanno in mente di realizzare una<br />
Repubblica presidenziale a reti unificate, fondata sul<br />
Abruzzo) , 12 popolare e 2 provenienti dal<br />
CNEL. I disegni di legge approvati (alcuni in<br />
stadi intermedi) sono 145 al Senato e 126 alla<br />
Camera. I voti di fiducia, richiesti e accordati,<br />
sono stati 6 a Palazzo Madama e 15 a<br />
M o n t e c i t o r i o.<br />
I disegni di legge in corso di esame sono 32, dei<br />
quali 19 alla Camera e 13 al Senato. <strong>Il</strong> tempo<br />
“CI DOBBIAMO VERGOGNARE”<br />
Alla Camera Casini lancia<br />
l’allarme dopo la denuncia di ieri di Colombo<br />
di Alessandro Ferrucci<br />
giorno rischiamo<br />
di doverci vergognare,<br />
tutti”, am- “Un<br />
mette Pier Ferdinando<br />
Casini. E lo fa durante<br />
il dibattito parlamentare di ieri.<br />
Si riferisce, è chiaro, all’articolo<br />
di Furio Colombo pubblicato<br />
sulla prima pagina de<br />
“il <strong>Fatto</strong> Quotidiano” e intitolato:<br />
“Scandalo alla Camera: la<br />
settimana dura solo quattro<br />
o re ”. Applausi da tutta l’opposizione,<br />
fischi dalla maggioranza.<br />
Con l’ex ministro<br />
Antonio Martino lesto a prendere<br />
la parola, ed ergersi a<br />
scudiero del Governo: "Dobbiamo<br />
ritornare al vero Par-<br />
lamento, <strong>com</strong>e luogo di discussione,<br />
di confronto e di<br />
<strong>com</strong>petizione di idee e che<br />
vota soltanto alla fine”. E ancora<br />
"dobbiamo delegare la<br />
maggior parte dei voti alle<br />
<strong>com</strong>missioni, che infatti lavorano<br />
in questo senso. L'Aula<br />
deve servire <strong>com</strong>e luogo di<br />
dibattito. Credo che questa<br />
sia la posizione giusta per difendere<br />
il Parlamento". Bene,<br />
ma difenderlo da cosa? Probabilmente<br />
dalle future multe<br />
della <strong>com</strong>missione europea.<br />
Sì, perché con l’ar rivo<br />
del recente “Trattato di Lisbona”,<br />
poco amato da Silvio Berlussconi<br />
perché considerato<br />
invasivo dell’autonomia nazionale,<br />
ogni stato dovrà ra-<br />
tificare un numero sempre<br />
più alto di direttive europee.<br />
E già adesso siamo in grande<br />
difficoltà: numeri alla mano, a<br />
ottobre, siamo a 155 infrazioni,<br />
il 70% delle quali proprio<br />
per mancato recepimento.<br />
Vuol dire che Governo e Parlamento<br />
non trovano il tempo<br />
di discutere, valutare, adeguare<br />
e approvare. Siamo i<br />
peggiori d’Europa anche se,<br />
va detto, in miglioramento<br />
(tre anni fa superavamo ampiamente<br />
le 200). Ma, se questo<br />
aspetto, alcuni lo derubricano<br />
in chiave burocratese<br />
(“il sistema Italia è molto<br />
<strong>com</strong>plicato e articolato in<br />
gangli statali” spiega una fonte<br />
governativa), diverso è il<br />
discorso sulla attività nostrana:<br />
"<strong>Il</strong> Parlamento procede<br />
con voti di fiducia, maxi-emendamenti,<br />
apposizioni<br />
di procedure abbreviate che<br />
finiscono per. annullare, assimilare<br />
e assorbire tutto il dibattito<br />
del nostro Parlamento,<br />
e noi ci troviamo a non<br />
avere provvedimenti da calendarizzare",<br />
si sfoga Casini.<br />
Tradotto vuol dire congelare<br />
il lavoro parlamentare attraverso<br />
decreti e fiducia (un utilizzo<br />
record durante questa<br />
legislatura); la Camera lavora<br />
solo o quasi unicamente sui<br />
provvedimenti del governo<br />
IL RACCONTO<br />
LA GIORNATA DI UN PARLAMENTARE?<br />
SEMBRA UN FOGLIO BIANCO<br />
di Giuseppe Giulietti*<br />
P<br />
rimo sms. "Si avverte che le votazioni avranno luogo<br />
lunedì pomeriggio ore 16". Accidenti devo disdire<br />
l'incontro con i ragazzi di Libera che hanno promosso<br />
un incontro su mafia e informazione. Secondo<br />
sms: "Si avverte che le votazioni avranno luogo martedì<br />
alle ore 11". Convocare o no la riunione? Disdire<br />
subito gli appuntamenti di martedì <strong>com</strong>preso l'incontro<br />
con il sindacato europeo dei giornalisti, ma<br />
sarà bene non correre rischi, ci manca solo che si<br />
ripeta la vicenda dello scudo fiscale. Sms tre: "Votazioni<br />
spostate al pomeriggio, il governo sta valutando<br />
di mettere la fiducia". A questo punto rinuncio a<br />
organizzare alcunché, perché, a differenza di Berlusconi,<br />
non penso di essere il miglior parlamentare<br />
degli ultimi due secoli e non sono ancora riuscito a<br />
regalarmi il dono dell'ubiquità che mi consentirebbe<br />
di essere in aula, in <strong>com</strong>missione, ovunque, a prescindere<br />
dallo spazio e dal tempo. Al di là dell’i ro n i a<br />
questa modalità di organizzazione dei lavori, incide<br />
sulla qualità dei lavori, rende impossibile la continuità,<br />
vanifica persino quel poco di creatività e di impegno<br />
civico che <strong>com</strong>unque ancora resiste e che ani-<br />
D i s o rg a n i z z a z i o n e ,<br />
poco lavoro in aula e<br />
nelle <strong>com</strong>missioni: una<br />
strategia per svuotare<br />
la Costituzione<br />
CRISI DEMOCRATICA<br />
che, allo stato, non ha nulla<br />
da proporre all’assemblea. In<br />
pratica è stata messa in atto la<br />
proposta di Berlusconi di far<br />
votare solo i capogruppo.<br />
Una sorta di Consiglio d’amministrazione<br />
governativo.<br />
Fischi allora, quando l’ha detto,<br />
silenzio adesso quando lo<br />
sta mettendo in atto. Prendendo<br />
sempre spunto dai numeri,<br />
ecco scoprire che in<br />
questa XVI legislatura sono<br />
stati elaborati 1746 disegni di<br />
legge al Senato; 145 sono passati;<br />
ma il 70% di quest’ultimi,<br />
erano di iniziativa governativa.<br />
Insomma “ghe pensi mi”,<br />
<strong>com</strong>e direbbe Berlusconi.<br />
Tanto che il Pdl ha mandato<br />
una lettera ai suoi, dai toni<br />
molto chiari: “Coloro che<br />
non raggiungeranno l'80%<br />
delle votazioni non sarà ricandidato”.<br />
“La capacità della maggioran-<br />
I l<br />
za, del governo, ma anche del<br />
Parlamento, di dare delle risposte<br />
ai cittadini si misura<br />
non nel Palazzo, ma fuori",<br />
tuona il capogruppo della Lega,<br />
Roberto Cota. Altri applausi<br />
dalla maggioranza. “È<br />
inconcepibile rispetto alla<br />
tradizione lavorare un giorno<br />
e mezzo alla settimana” r isponde<br />
Casini. Quest’ultimo<br />
ha poi telefonato al presidente<br />
della Camera Gianfranco<br />
Fini che gli ha assicurato che<br />
provvederà a sollecitare le<br />
<strong>com</strong>missioni a calendarizzare<br />
i provvedimenti per l’Au l a .<br />
Un sollecito, niente più. Oltre<br />
non gli è consentito andare.<br />
Nel frattempo, finite le tre ore<br />
di ieri, è suonata la “campanella”.<br />
Fine della settimana.<br />
Tutti liberi di dedicarsi a hobby,<br />
viaggi o, magari, secondi<br />
lavori. <strong>Il</strong> tempo è anche den<br />
a ro .<br />
POTERE E TELEVISIONE<br />
Se anche le Iene<br />
si addormentano<br />
servizio sulla condanna del deputato Gabriella<br />
Carlucci a pagare la sua ex portaborse, an-<br />
ticipato dal nostro giornale, non è andato in onda nella<br />
puntata di martedì scorso delle Iene. Se sparisse per<br />
sempre dalla programmazione sarebbe un brutto segnale.<br />
Anche perché non è certo la prima volta che un<br />
servizio sgradito a un politico salta per ragioni oscure.<br />
In <strong>com</strong>penso, nella penultima puntata le Iene sono<br />
riuscite a fare uno scoop: hanno mostrato i poliziotti<br />
addormentati nelle auto davanti ai ministeri<br />
dopo una notte di guardia. <strong>Il</strong> Silp, sindacato della<br />
Cgil, ha ricordato che quel servizio <strong>com</strong>porterà<br />
un procedimento disciplinare e ha scritto un <strong>com</strong>unicato<br />
molto duro ma che oggi si rivela preveggente:<br />
“é satira mettere in ridicolo un uomo<br />
che guadagna 1400 euro e non ha avvocati per difendersi?<br />
No, la satira è cosa per uomini coraggiosi<br />
che se la prendono con i potenti”. Ma quelli<br />
sono dentro il Palazzo. Non dentro la guardiola.<br />
rapporto diretto tra il capo e la sua folla di spettatori.<br />
Ieri mattina, <strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong> <strong>quotidiano</strong> ha denunciato lo svuotamento<br />
progressivo del Parlamento. E per fortuna,<br />
le opposizioni, tutte insieme, hanno sollevato con<br />
energia il tema: lo fatto il gruppo dell'Idv manifestando<br />
davanti alla Camera, lo ha fatto il presidente Casini,<br />
lo ha fatto il Pd con l'onorevole Bressa che ha<br />
ricordato <strong>com</strong>e l'aula è diventata" quasi muta". Forse<br />
bisognerà andare oltre, bisognerà restare in aula anche<br />
quando vorranno limitarne i lavori, forse bisognerà<br />
ricorrere a forme di protesta più clamorose,<br />
forse le opposizioni unite potrebbero riunirsi in cento<br />
piazze italiane e raccontare ai cittadini quanto rischia<br />
di accadere. Nei giorni scorsi il direttore della<br />
rivista Confronti, storico giornale del dialogo interreligioso,<br />
Gian Mario Giglio, in una lettera spedita<br />
all’associazione Articolo21, ci ha invitato tutti a difendere<br />
la Costituzione promuovendo la lettura del<br />
testo in tutte le città e in tutti i paesi, portando con sé<br />
una copia della carta e un’agenda rossa per ricordare<br />
il sacrificio del giudice Borsellino e i misteri che pesano<br />
su quella morte e sullo stessa democrazia. Ci<br />
sembra una bella idea, i parlamentari potrebbero e<br />
dovrebbero mettersi a disposizione, utilizzare il proprio<br />
tempo, dentro e fuori l'aula, per difendere quei<br />
principi e quei valori che Berlusconi vorrebbe annullare<br />
o stravolgere. (Portavoce di Articolo21)<br />
medio di approvazione per una legge<br />
d’iniziativa parlamentare è di 162 giorni, che si<br />
riducono a 61 per quelli d’iniziativa<br />
governativa. La conversione dei decreti in legge<br />
ha bisogno invece di 40 giorni in media. I tempi<br />
più lunghi sono quelli spesi per le leggi<br />
ordinarie collegate alla manovra finanziaria:<br />
237 giorni.<br />
Giustizia,<br />
Fini frena<br />
il premier:<br />
no ai pm<br />
s o g ge t t i<br />
al governo<br />
U<br />
n conto è la separazione<br />
delle carriere dei<br />
magistrati, un altro è che il<br />
pm sia sottoposto ad altri<br />
poteri se non a quello<br />
dell’ordine giudiziario”.<br />
Arriva da Francoforte il<br />
nuovo strappo tra Fini e<br />
Berlusconi. Inaugurando<br />
lo “spazio Italia” al 61esimo<br />
Salone del Libro, il presidente<br />
della Camera è intervenuto<br />
infatti nel dibattito<br />
sulla riforma dell’o rd i -<br />
namento giudiziario, rilanciata<br />
in questi giorni dallo<br />
stesso premier. “Non ho<br />
cambiato idea sul fatto che<br />
la Costituzione vada rispettata<br />
- ha spiegato - sul<br />
principio di assoluta indipendenza<br />
di tutti i magis<br />
t ra t i ”. Un pensiero anticipato<br />
ieri, in un’inter vista,<br />
dalla presidente della<br />
Commissione Giustizia<br />
della Camera, Giulia Bongiorno,<br />
secondo cui “sottoporre<br />
i pm al controllo<br />
dell’esecutivo non garantirebbe<br />
nessuno”. Per l’av -<br />
vocato, inoltre, la riforma<br />
è “urgente, ma deve essere<br />
organica, non a macchia di<br />
l e o p a rd o ”<br />
Fini ha inoltre allargato il<br />
discorso a tutte le riforme:<br />
“Sulla fine del bicameralismo<br />
perfetto, sulla riduzione<br />
dei parlamentari e su<br />
nuove forme di equilibrio<br />
tra potere esecutivo e legislativo<br />
si possono fare riforme<br />
che siano approvate<br />
con una larga maggioranza<br />
quale è quella prevista<br />
dall’articolo 138 della Costituzione,<br />
indispensabile<br />
per evitare l’ipotesi, non<br />
automatica ma già attivata<br />
in passato, di un referendum<br />
confermativo”. Secondo<br />
il presidente dei deputati<br />
di Montecitorio, i<br />
padri costituenti non<br />
avrebbero inserito a caso<br />
le modalità per fare le riforme:<br />
“Io da sempre auspico<br />
- ha proseguito - che in questa<br />
legislatura non si perda<br />
l’occasione per riformare<br />
le istituzioni portando a<br />
<strong>com</strong>pimento un iter molto<br />
ricco. Ci sono le condizioni<br />
politiche perché ciò avvenga,<br />
sulla base di una larga<br />
o addirittura unanime<br />
convergenza su alcune<br />
questioni. Ad esempio,<br />
sulla necessità di portare a<br />
<strong>com</strong>pimento il processo<br />
federalista in corso, indispensabile<br />
perché abbia<br />
un modello istituzionale<br />
che gli offra uno sbocco”.<br />
Fini non ha risparmiato a<br />
Berlusconi neanche una<br />
stoccata sull’imma gine<br />
dell’Italia all’estero, che<br />
non dipende solo dai media.<br />
Tra i due era previsto<br />
per oggi un altro incontro<br />
chiarificatore, ma Montecitorio<br />
ha fatto sapere che<br />
l’appuntamento slitta alla<br />
prossima settimana. (s .d.r)
pagina 4 Giovedì 15 ottobre 2009<br />
La situazione L’ indice della produzione industriale<br />
destagionalizzato segna, nel mese di<br />
agosto 2009, un aumento del 7 per<br />
FA B B R I C H E<br />
tendenza rispetto alla recessione. Infatti,<br />
guardando i dati <strong>com</strong>plessivi relativi all’anno 2009<br />
rispetto al 2008, si nota una variazione negativa di<br />
stata di meno 21 per cento. Gli indici dei mesi<br />
estivi descrivono solo il <strong>com</strong>portamento delle<br />
industrie che hanno consumato tutte le scorte e<br />
delle imprese italiane<br />
cento rispetto a luglio 2009. La crescita è<br />
superiore a quella registrata a luglio 2009 rispetto<br />
quasi il 20 per cento: l’indice della produzione<br />
corretto per gli effetti di calendario ha registrato<br />
le stanno ricostituendo. Per questo spendono, da<br />
qui l’incremento dell’indice di produzione. Ma<br />
al precedente mese di giugno 2009 : l’i n c re m e n t o ad agosto una diminuzione tendenziale del 18,3 non durerà. Nel confronto tendenziale relativo al<br />
c’era stato, ma solo del 4%. L’ottimismo però è per cento, mentre nei primi otto mesi la periodo gennaio-agosto, l’indice è diminuito del<br />
solo apparente e non significa un’inversione di variazione rispetto allo stesso periodo del 2008 è 21,1 per cento.<br />
secondo l’Istat<br />
Cortei e sequestri<br />
nella Toscana in crisi<br />
A Piombino c’è il caso Dalmine<br />
A Massa operai e sindaci protestano<br />
di Giampiero Calapà Livorno<br />
Saranno solo le “g a z z e tte<br />
della sinistra”, <strong>com</strong>e<br />
dice il premier Silvio<br />
Berlusconi, a dipingere<br />
un’Italia in crisi. Eppure se<br />
trenta operai arrivano addirittura<br />
a sequestrare un sindaco<br />
(anche se in modo<br />
“simbolico” e accettato dal<br />
sequestrato stesso) forse significa<br />
che la situazione non<br />
è così rosea <strong>com</strong>e viene dipinta<br />
ad Arcore e palazzo<br />
G ra z i o l i .<br />
É successo ieri mattina ad<br />
Aulla, in Lunigiana, al confine<br />
tra Toscana e Liguria.<br />
Prima sono saliti sul tetto<br />
del municipio e poi hanno<br />
sequestrato il sindaco Roberto<br />
Simoncini. Perché da<br />
lunedì scorso i lavoratori<br />
della Costa Mauro, una<br />
azienda che si occupa di trasporto<br />
dei rifiuti, hanno dovuto<br />
incrociare forzatamente<br />
le braccia. Le porte<br />
dell’azienda non si sono<br />
aperte, e le attività sono cessate<br />
improvvisamente a causa<br />
della decisione della Provincia<br />
di Massa e Carrara: lo<br />
stop al trasporto di rifiuti da<br />
La Spezia a Albiano Magra e<br />
al loro trattamento. Tutto<br />
fermo fino all’arrivo - non si<br />
sa quando - di nuove autorizzazioni<br />
e, intanto, è in<br />
corso anche un accertamento<br />
da parte della Guardia di<br />
Finanza per presunte irregolarità<br />
contabili, anche se<br />
l’azienda si dichiara “e s t ranea<br />
ai fatti contestati”.<br />
<strong>Il</strong> sindaco di Aulla, il sequestrato,<br />
si è schierato dalla<br />
parte dei lavoratori: “Hanno<br />
tutta la mia solidarietà. É stato<br />
un sequestro consensuale<br />
e simbolico, nel senso che<br />
non mi sono mosso dal mio<br />
ufficio per diverse ore al fine<br />
di trovare una soluzio-<br />
ne”. Simoncini, che poi è anche<br />
salito sul tetto insieme<br />
ai lavoratori, ha ottenuto già<br />
per questa mattina un vertice<br />
con l’azienda e le altre<br />
istituzioni, mentre gli operai<br />
hanno passato la notte in<br />
municipio e “rimar ranno<br />
nella sede <strong>com</strong>unale con me<br />
fino a quando non avremo<br />
risposte precise sul loro fut<br />
u ro ”, annuncia il sindaco.<br />
Stesso giorno, 182 chilometri<br />
più a sud, i 124 dipendenti<br />
del tubificio della Tenaris<br />
Dalmine hanno marciato<br />
“per la sopravvivenza”<br />
dalla località Fiorentina a<br />
piazza Gramsci, nel cuore di<br />
Piombino. Sei chilometri a<br />
piedi, perché “l’azienda deve<br />
ritirare il piano di ristrutturazione<br />
che prevede la<br />
chiusura dello stabilimento”,<br />
afferma Luciano Gabrielli<br />
della Fiom, per un taglio<br />
<strong>com</strong>plessivo di 1024<br />
posti di lavoro su 2814 in<br />
tutta Italia da qui al 2011.<br />
Piombino, però, si è stretta<br />
intorno alle famiglie che si<br />
BERGAMO<br />
GUERRE DI CARTA<br />
SINDONA VALE IL KO?<br />
N el<br />
duello ormai in<strong>com</strong>prensibile tra<br />
il direttore del Corriere della Sera e<br />
il fondatore di Repubblica<br />
(in<strong>com</strong>prensibile perché i lettori normali<br />
leggono uno solo tra i due giornali),<br />
Ferruccio de Bortoli sembra aver<br />
assestato il colpo del knock out. Eugenio<br />
Scalfari sconta l’età, nel senso che in<br />
cinquant’anni di carriera qualche<br />
cantonata l’ha presa pure lui. E de Bortoli<br />
non manca di ricordarle con impietosa<br />
precisione. <strong>Il</strong> più famoso è ovviamente<br />
l’appoggio di “Repubblica” a Ciriaco De<br />
Mita. Ma de Bortoli evita l’ovvio e ricorda<br />
che Scalfari, almeno in una prima fase,<br />
stanno preparando al trauma<br />
della perdita di uno stipendio,<br />
e al termine del corteo<br />
molta gente ha partecipato<br />
al pranzo di solidarietà,<br />
offerto anche a qualche senzatetto:<br />
“Mi auguro che nelle<br />
prossime ore il lavoro e<br />
l’occupazione ritornino al<br />
centro di un dibattito politico<br />
che troppo spesso non<br />
se ne occupa”, afferma il sindaco<br />
Gianni Anselmi. E un<br />
motivo ci sarà se dal 1994<br />
questo è il momento peggiore<br />
per il livello occupazionale<br />
nel Paese. La Toscana<br />
non fa certo eccezione e,<br />
anzi, assiste al rapido e incessante<br />
declino industriale<br />
dell’area che da Piombino<br />
porta fino a Livorno con un<br />
misto di rassegnazione e impotenza.<br />
Attorno alla città dei quattro<br />
mori, infatti, i casi disperati<br />
paiono non finire mai. I 175<br />
operai della ex Delphi ancora<br />
aspettano una soluzione<br />
contando i giorni che li separano<br />
dalla scadenza della<br />
SE LA LEGA PERDE IL FEUDO DELLA DALMINE<br />
tifava per la Banca Privata (l’istituto di<br />
credito più amato dalla mafia) di Michele<br />
Sindona nello scontro con la Mediobanca<br />
di Enrico Cuccia. E non basta: FdB<br />
rivanga pure la signorile indifferenza con<br />
cui Scalfari auspicava il fallimento del<br />
Corriere, alla vigilia dello scandalo P2. In<br />
modo altrettanto signorile, il direttore di<br />
via Solferino usa pure l’argomento che<br />
Giampaolo Pansa agita in questi giorni su<br />
“L i b e ro ”: vendendo “Repubblica” a De<br />
Benedetti, Scalfari barattò<br />
l’indipendenza con un pacco di miliardi.<br />
Quindi ora stia zitto sull’azionariato del<br />
Corrierone. Urge replica.<br />
di Elisabetta Reguitti<br />
L<br />
cassa integrazione in deroga.<br />
L’elenco di aziende medie<br />
e piccole chiuse negli ultimi<br />
mesi continua ad aumentare.<br />
E la crisi non è solo<br />
industriale. <strong>Il</strong> simbolo della<br />
decadenza livornese, in<br />
questi giorni, viene visto nel<br />
fallimento della società di<br />
pallacanestro, nonostante<br />
in questi anni il Comune abbia<br />
investito oltre 2 milioni<br />
di euro per farla sopravvivere.<br />
Ma niente da fare, sipario<br />
calato su una società un<br />
tempo gloriosa che fu pure<br />
campione d’Italia, anche se<br />
solo per venti minuti: era la<br />
finale per lo scudetto<br />
1988/’89 e i giocatori del Li-<br />
Bergamo<br />
a Dalmine Tenaris di Bergamo, fortino leghista,<br />
rischia di perdere i pezzi. E non solo sul<br />
fronte occupazionale. Anche di credibilità politica.<br />
Non sono infatti piaciute ai lavoratori,<br />
molti dei quali iscritti alla Fiom Cgil e che però<br />
votano per il Carroccio, le dichiarazioni dei rappresentanti<br />
politici locali e nazionali sul futuro<br />
occupazionale dei dipendenti del gruppo industriale.<br />
Tutto è iniziato all’indomani della presentazione<br />
del piano industriale nazionale<br />
(2010-2011) da 114 milioni di euro (per i 4 siti<br />
produttivi: i bergamaschi Dalmine e Costa Volpino,<br />
quello di Arcore e Piombino) che prevede<br />
però il taglio <strong>com</strong>plessivo di 1024 posti di lavoro.<br />
Era il 28 settembre scorso.<br />
“<strong>Il</strong> giorno successivo il sindaco di Dalmine<br />
Claudia Terzi si è affrettato a rilasciare<br />
una dichiarazione che in sintesi diceva<br />
che non si deve più pensare al posto fisso<br />
quanto piuttosto investire in formazione<br />
per ricollocare i lavoratori”, ricorda Mirco<br />
Rota segretario generale della Fiom di Bergamo.<br />
A tutto ciò erano poi seguite le<br />
parole del consigliere regionale leghista<br />
Daniele Belotti che aveva rivelato l’e s istenza<br />
di un altro piano industriale con<br />
“solo” 500 esuberi. “Dichiarazioni smentite<br />
nella trattativa” dice Rota. Se tutto ciò<br />
non bastasse il ministro Roberto Calderoli,<br />
al termine di un recente incontro di<br />
due ore avuto con l’amministratore delegato<br />
della Dalmine Tenaris Vincenzo<br />
Crapanzano ha <strong>com</strong>mentato: “Dalle prime<br />
indicazioni <strong>com</strong>incio a vedere un percorso<br />
che possa portare all'obiettivo che<br />
nessuna famiglia possa avere un danno<br />
dall'attuazione di questo piano”. <strong>Il</strong> riferimento<br />
all’ “attuazione di questo piano”<br />
ai lavoratori proprio non è piaciuta. Loro<br />
infatti non intendono accettare passiva-<br />
Proteste operaie in Toscana<br />
Perfino lo sport diventa<br />
un simbolo della crisi,<br />
dal basket al fallimento<br />
del giornale livornese<br />
di Cristiano Lucarelli<br />
vorno appresero soltanto<br />
negli spogliatoi di un palasport<br />
in delirio che quell’u ltimo<br />
canestro non era stato<br />
convalidato, tricolore alla<br />
Philips Milano.<br />
Oggi sembra impossibile a<br />
Livorno ritornare a grandi livelli<br />
sul parquet per provare<br />
a riprendersi quella vittoria,<br />
anche se il sindaco Alessandro<br />
Cosimi è convinto che<br />
prima o poi “faremo rinascere<br />
il grande basket”. Le buone<br />
intenzioni, da queste parti,<br />
non mancano, ma non<br />
sempre bastano per raggiungere<br />
i risultati sperati.<br />
Come l’impresa del bomber<br />
Cristiano Lucarelli, qualcosa<br />
di più di un calciatore per<br />
la città, che dopo due anni<br />
ha annunciato dalle colonne<br />
del suo Corriere di Livorno<br />
di non avere più né le risorse<br />
economiche né l’e n t u s i asmo<br />
per continuare nell’av -<br />
ventura della carta stampata.<br />
Almeno la vicenda Toremar<br />
è arrivata ad una svolta:<br />
la <strong>com</strong>pagnia di navigazione<br />
passerà alla Regione in attesa<br />
dell’arrivo di un privato<br />
(sarebbe già pronto alla gara<br />
l’armatore sudamericano<br />
Corsica Ferries). Anche se i<br />
sindaci di Rio Elba e Rio Marina<br />
preferirebbero mantenere<br />
la presenza<br />
del ca-<br />
pitalepubblico, per garantire<br />
livelli<br />
o c c u p a z i onali<br />
e “c o l l egamentivitali<br />
per l’e c onomia<br />
di un<br />
ter ritorio<br />
che i nostri figli<br />
non devono<br />
abbandonare”. A Carrara,<br />
invece, i lavoratori della<br />
Nuovi Cantieri Apuania,<br />
quelli che hanno sequestrato<br />
una nave impedendone il<br />
varo, incassano una mozione<br />
approvata all’unanimità<br />
dal Consiglio regionale. Ma<br />
si tratta solo di solidarietà.<br />
mente il taglio di 836 posti di lavoro tra Dalmine,<br />
Costa Volpino, la chiusura di Piombino (124 dipendenti<br />
a casa) e i 64 tagli nel sito produttivo di<br />
A rc o re .<br />
Va anche rilevato che “Dalmine Tenaris nella<br />
prima semestrale ha realizzato utili nonostante il<br />
calo dei volumi del 30, 40 per cento”, <strong>com</strong>e<br />
spiega Giovanni Melchioretti, delegato Fiom.<br />
C'è quindi profonda delusione, tra i lavoratori,<br />
per la decisione dell'azienda: lo stupore deriva<br />
dal numero di posti a rischio in relazione al buon<br />
andamento della Tenaris e ai suoi utili. Lo sconcerto<br />
è unito anche alla determinazione di lottare<br />
per cancellare l'incubo dei tagli. Venerdì 2<br />
ottobre oltre 200 lavoratori hanno manifestato<br />
contro le scelte industriali. “Ti spremono e poi ti<br />
buttano” lo slogan dello striscione. Otto ore di<br />
sciopero nel giorno in cui gli onorevoli bergamaschi<br />
del centrodestra (<strong>com</strong>preso il presidente<br />
della Provincia) erano invece corsi a Roma<br />
per garantire la loro presenza di voto per lo<br />
scudo fiscale.<br />
“A Roma invece che a Dalmine, per votare quella<br />
che è una scelta vergognosa, a maggior ragione<br />
con l'impunità per falso in bilancio e per reati<br />
penalmente perseguibili <strong>com</strong>e la falsa fatturazione”<br />
aveva dichiarato Luigi Bresciani segretario<br />
generale Cgil Bergamo. “Andrebbe, invece,<br />
rilanciata la lotta all'evasione, all' elusione fiscale<br />
e al lavoro nero, ripristinando le norme<br />
antievasione quali la tracciabilità, il limite per<br />
l'emissione di assegni trasferibili e l'obbligo dell'elenco<br />
clienti/fornitori. Invece, ancora una<br />
volta, si dà ai ricchi e ai lavoratori dipendenti<br />
mentre ai pensionati non si dà nulla. Anziché<br />
esprimere solidarietà ai lavoratori che rischiano<br />
di perdere il posto di lavoro si corre a Roma a<br />
votare una legge vergognosa. Come se non bastasse,<br />
in settimane di emorragia occupazionale<br />
che sembra non fermarsi, la legge finanziaria<br />
presentata dal governo è incapace di rispondere<br />
alla pesante crisi economica in atto, a partire<br />
dalla difesa dell'occupazione”.
Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 5<br />
Case per sole 450 famiglie<br />
quasi 750 i milioni spesi<br />
di cui 14 per le aiuole<br />
La ricostruzione in Abbruzzo è costata<br />
un po’ più di 743 milioni di euro. Le<br />
450 case costruite fino ad ora, su 19<br />
piattaforme antisismiche di cemento a Bassano e<br />
a Cese di Preturo, ospitano circa 1500 sfollati<br />
contro i 70.000 <strong>com</strong>plessivi. Tolto il costo per<br />
l’espropriazione del terreno sono costate 2400<br />
euro al metro quadro contro i 500 euro del<br />
In quelle tende<br />
si muore di freddo<br />
Nelle zone del terremoto, molti rifiutano<br />
l’albergo: “qui sono nato e voglio restare”<br />
di Sandra Amurri<br />
<strong>Il</strong> freddo è arrivato a L’Aqui -<br />
la, 725 metri sul livello del<br />
mare, conca ai piedi del<br />
Gran Sasso e della catena<br />
del Velino Sirente, dove il gelo si<br />
incanala con temperature che<br />
sfiorano i 20 gradi sotto lo zero.<br />
Un freddo che nelle 2000 tende,<br />
fa battere i denti, gelare mani e<br />
piedi fino a paralizzarne le dita.<br />
“Quando lui diventa tutto bianco<br />
è finita” dice Maria, 59 anni,<br />
fazzoletto di lana che lascia scoperto<br />
il viso segnato dalle rughe.<br />
‘Lui’ è il Gran Sasso imbiancato<br />
che guarda ma non protegge<br />
i 6.000 sfollati che ancora vivono<br />
in tenda. A Tempera, San<br />
Gregorio, Navelli, San Demetrio,<br />
Villa Sant’Angelo,Santo Eusanio,<br />
le telecamere non sono<br />
mai arrivate. Arriviamo con occhi<br />
curiosi e non giudicanti, timorosi<br />
per non urtare la sensibilità<br />
di chi è giustamente geloso<br />
della propria intimità, devastata<br />
dal sisma. Niente mensa,<br />
niente presidio medico, niente<br />
vaccino antinfluenzale, nessuna<br />
assistenza nonostante vi siano<br />
disabili e anziani.<br />
S<br />
i legge la disperazione negli<br />
sguardi dei vecchi con i berretti<br />
di lana calzati sulla fronte,<br />
seduti sui muretti, immobili <strong>com</strong>e<br />
statue. Giovanni, 78 anni, fatica<br />
a parlare per via dell’asma:<br />
“qua sono nato, qua voglio mor<br />
ire”, dice battendo il pugno sul<br />
cemento. “Che albergo e albergo!<br />
Queste sono cose per signori,<br />
io ho lavorato tutta una vita<br />
per una casa che non ho più e<br />
adesso arrivano loro a dirmi che<br />
le case non ci sono e devo andare<br />
via. Bravi, proprio bravi”,<br />
conclude levandosi il cappello<br />
in segno di ironica referenza.<br />
Piove, l’aria è tagliente. Domani<br />
lo sarà ancor di più, con raffiche<br />
di vento previste a 80 km orari.<br />
“Resisteranno le tende, già allagate<br />
dal temporale dei giorni<br />
scor si?”. È la domanda che si fa<br />
Teresa, 68 anni, che si scalda le<br />
mani con il respiro mentre esce<br />
dalla tenda per raggiungere il<br />
bagno. La vita qui, dove il terremoto<br />
si è abbattuto sulla povertà,<br />
scorre lentamente tra il passo<br />
incerto delle donne avvolte nelle<br />
coperte e l’allegria muta dei<br />
bambini che giocano dentro<br />
queste celle frigorifero che si<br />
chiamano tende. Bimbi che vanno<br />
a scuola, vestiti <strong>com</strong>e eschimesi,<br />
per fronteggiare temperature<br />
severe. Si vedono mani callose,<br />
abituate a resistere, si sentono<br />
parole strazianti che ripetono,<br />
<strong>com</strong>e una litania: “io in albergo<br />
non ci vado”.<br />
Grazia, 30 anni, vive al nord. Qui<br />
ha i genitori che stringe a sé <strong>com</strong>e<br />
fossero figli. “Sono io che<br />
proteggo loro, adesso, sono<br />
spauriti. Temo che non ce la facciano<br />
a sopportare l’inver no.<br />
Mia madre ha la bronchite cro-<br />
nica ma purtroppo non posso<br />
portarli con me”. Anna Pacifica<br />
Colasacco nel suo blog (Mis -<br />
sKappa, fino a 3mila contatti al<br />
giorno) fin dalla prima scossa<br />
non ha mai smesso di fotografare<br />
la realtà, dietro il palcoscenico<br />
delle dentiere donate e delle<br />
ville a disposizione millantate.<br />
Anna aveva un laboratorio di restauro,<br />
viveva a Costa Masciarelli,<br />
in pieno centro storico, in<br />
una casa vincolata dalla soprintendenza<br />
che non è ancora stata<br />
puntellata <strong>com</strong>e le altre. Da sei<br />
mesi vive in un container che si<br />
è <strong>com</strong>perato con un mutuo. “<strong>Il</strong><br />
G8 non solo non ci ha portato<br />
nulla, ma ha ritardato di oltre<br />
due mesi la ricostruzione, fatta<br />
con gli occhi rivolti agli interessi<br />
delle imprese. Cosa che ha<br />
portato a saltare la fase intermedia,<br />
passando dalle tende alle case<br />
contro il nostro volere e ha<br />
segnato la <strong>com</strong>unità”.<br />
C’<br />
è chi ora vive, <strong>com</strong>e topi in<br />
gabbia, in case finte dove<br />
c’è tutto, dalle forchette agli<br />
strofinacci allo zerbino colorato<br />
davanti alla porta, ad eccezione<br />
della possibilità di riempirle di<br />
vita vera. E a Piazza D’Armi la disperazione<br />
si fa protesta. Che<br />
blocca il traffico in prossimità<br />
R E P O RTA G E<br />
costo di case mobili o di legno che avrebbero<br />
potuto accogliere tutti gli sfollati togliendoli dalla<br />
precarietà delle tende e dall’estraneità degli<br />
alberghi. Una delle spese più ingenti, giustificata<br />
forse dal bisogno di una forte finzione scenica, è<br />
stata per la realizzazione di aiuole e verde per<br />
cui sono stati spesi ben 14 milioni e 420 mila<br />
euro. Non sappiamo quante piante, fiori, e metri<br />
della rotonda di Santa Barbara Si<br />
tratta del campo tante volte mostrato<br />
in tv <strong>com</strong>e modello d’ef -<br />
ficienza, di organizzazione tempestiva<br />
nei soccorsi, un’imma -<br />
gine falsata dal bisogno del Premier<br />
di trasformare tutto, anche<br />
le catastrofi, in passerelle mediatiche.<br />
Ora il sole che non riscalda<br />
più né cuore né pelle è<br />
una morsa di gelo che fa paura<br />
anche ai maghi della ricostruzione.<br />
“Entro la fine del mese saranno<br />
smontate tutte le tendopoli<br />
in Abruzzo”, aveva detto<br />
Bertolaso il 15 settembre, nei<br />
giorni della consegna delle casette<br />
di Onna, a Porta a Porta. Le<br />
parole pesano se poi le azioni<br />
mancano. E pesano quelle della<br />
lettera firmata da Bertolaso e dal<br />
Sindaco de L’Aquila, Cialente<br />
(Pd), per chiedere ai cittadini di<br />
accettare di essere spostati negli<br />
alberghi: “in attesa di festeggiare<br />
il Natale in un clima più sere<br />
n o ”. La firma di Cialente susci-<br />
quadrati di prato all’inglese siano stati piantati.<br />
Ma di notte le temperature scendono sotto i 20<br />
gradi e difficilmente il gelo le conserverà in vita.<br />
Due le imprese che si sono aggiudicate gli<br />
appalti: il Consorzio Sestante di Milano con il<br />
28,11% di ribasso (quasi 6.500.000 euro) e la Rti<br />
3A progetti, con il 26,22% di ribasso (quasi<br />
6.640.000 euro). .<br />
A sinista, le tende devastate dal vento di lunedì scorso, qui sopra una casa a L’Aquila (FOTO ANSA)<br />
ta perplessità. Perchè “aveva sostenuto<br />
la proposta, una delle<br />
poche contrarie al volere della<br />
Protezione Civile, di realizzare<br />
case mobili mentre ora si allinea”,<br />
srive Anna pacifica sul suo<br />
blog. Sotto le tende arriva un’al -<br />
tra lettera di Bertolaso: “scr ivo<br />
perché non mi sento ma sono<br />
aquilano, non mi sento ma sono<br />
terremotato. Si passa dai giorni<br />
del lutto e della solidarietà a<br />
quelli duri del tempo che rallenta,<br />
delle televisioni che non hanno<br />
più inviati. Resto qui, credo<br />
in coscienza di aver conquistato<br />
il diritto e l’onore di vivere insieme<br />
a voi”. Pura retorica sentenzia<br />
Carlo, studente di 19 anni:<br />
“cosa altro ha in mente? Ha<br />
già contribuito ad affossare ogni<br />
nostra rivendicazione è meglio<br />
che torni da Papi”. Mentre Giulia,<br />
studentessa liceale che si dice<br />
credente, affida il <strong>com</strong>mento<br />
a Benedetto XVI, citando l’enci -<br />
clica Caritas in veritate: “la solida-<br />
rietà senza sussidiarietà scade<br />
nell'assistenzialismo che umilia<br />
il portatore di bisogno”. Questi<br />
aiuti senza coinvolgimento,<br />
“elargiti dall’alto <strong>com</strong>e "miracoli"<br />
di efficienza e di amore - dice<br />
Giulia - mi umiliano”.<br />
“Chiedevamo partecipazione,<br />
invece qualcuno ha detto ghe<br />
pensi mi” aggiunge Paolo, 21 anni,<br />
che mostra il volantino distribuito<br />
nelle tendopoli. C’è scritto:<br />
“Non camminare davanti a<br />
me, potrei non seguirti; non<br />
camminare dietro di me, non saprei<br />
dove condurti; cammina al<br />
mio fianco e saremo sempre<br />
amici”. Intanto nelle zone residenziali<br />
semideserte della città,<br />
a ridosso dei cassonetti, ci sono<br />
montagne di rifiuti bagnati dalla<br />
pioggia. Ma la vera emergenza,<br />
di cui nessuno parla, resta quella<br />
delle macerie non ancora rimosse<br />
che contengono materiali<br />
altamente tossici. Come l’eter -<br />
nit.<br />
Amantea, la strada dei veleni e dei tumori<br />
La Procura indaga sullo smaltimento illecito di materiali inquinanti mentre nel Comune calabrese la gente muore<br />
di Rosa Praticò<br />
È<br />
una strada stretta via Montebianco. Lunga poco<br />
più di 100 metri. Una palazzina dietro l’altra. Una<br />
ventina di famiglie. Ognuna con il suo morto o il suo<br />
ammalato di cancro. Dieci vittime dal 2000 ad oggi.<br />
E 25 persone che lottano ancora contro il tumore.<br />
Siamo ad Amantea, costa tirrenica della Calabria. A<br />
circa 5 chilometri dal torrente Oliva oggetto dell’in -<br />
chiesta della procura di Paola sullo smaltimento illecito<br />
di materiali inquinanti. Sulla spiaggia vicino,<br />
diciannove anni fa, si è arenata la Jolly Rosso, nella<br />
lista delle cosiddette navi dei veleni.<br />
In via Montebianco sono andati gli esperti dell’Ar -<br />
pacal, l’agenzia regionale per la protezione ambientale<br />
della regione, e quelli dell’Asp, l’azienda sanitaria<br />
provinciale di Cosenza. “Non abbiamo trovato<br />
nessun riscontro scientifico alle notizie allarmistich<br />
e ” assicura l’allora dirigente dell’Asp, Piero Borsani.<br />
Ma Adriano Bruni, 34 anni, non si rassegna. Ha visto<br />
troppa gente morire. Ultima sua madre, a maggio.<br />
Aveva solo 55 anni. “Qualcuno mi ha consigliato di<br />
stare zitto - confessa - perché danneggio l’imma gine<br />
del paese e allontano i turisti. Ma io vado avanti, ci<br />
deve essere per forza qualcosa sotto” . Lo sguardo<br />
va alla fabbrica abbandonata con il tetto in eternit<br />
“mai bonificata”, dice. Va alla sottostazione ferroviaria<br />
“per anni zeppa di amianto” . E poi a uno dei<br />
palazzi più recenti “costruito dove prima c’era un<br />
deposito di vecchie auto con tanto di barili d’olio e<br />
batterie scariche”, continua Adriano, che ha fondato<br />
il ‘Comitato per la vita’. Con il sostegno di una<br />
cinquantina di persone. Ma all’associazione man-<br />
cano i soldi per chiedere “la perizia di qualcuno che<br />
venga da fuori, qualcuno super partes con il curriculum<br />
giusto”. <strong>Il</strong> Comune di Amantea, a quanto<br />
pare, aveva stanziato dei fondi “ma poi è stato sciolto<br />
per infiltrazioni mafiose e non si è fatto nulla”.<br />
L’avvocato dell’associazione, Salvatore Politano,<br />
spiega: “nessuna delle autorità <strong>com</strong>petenti vuole<br />
sciogliere i nostri dubbi, anzi una dottoressa del dipartimento<br />
prevenzione dell’Asp ha addirittura<br />
consigliato ai miei assistiti di curare meglio l’ali -<br />
mentazione”. Soltanto qualche giorno fa ci sono stati<br />
nuovi rilievi dell’Arpacal e dei carabinieri di<br />
Amantea.<br />
Li ha richiesti il nuovo procuratore di Paola, Bruno<br />
Giordano. Un’attività di monitoraggio. Perché <strong>com</strong>e<br />
dice Tonino, che in via Montebianco ha un magazzino,<br />
“ormai da queste parti si sente solo parlare<br />
di morti e ammalati di cancro”.<br />
In effetti in tutto il tirreno cosentino negli ultimi 15<br />
anni c’è stato “un aumento esponenziale” di questi<br />
casi. A dirlo è Gianfranco Filippelli, responsabile<br />
del reparto di oncologia dell’ospedale di Paola, un<br />
osservatorio privilegiato. “Abbiamo registrato -<br />
spiega - in particolare più tumori al colon e alla<br />
mammella. Per quelli all’intestino siamo alla soglia<br />
dell’epidemia: tutto è legato all’inquinamento globale<br />
di questo territorio”.<br />
<strong>Il</strong> consulente della procura di Paola, Gia<strong>com</strong>o Brancati<br />
va oltre. E dice: “Nell’analisi che ho condotto,<br />
nelle zone prospicienti al torrente Oliva ho registrato<br />
un numero di tumori maggiore che in altri luoghi<br />
della regione. Parlo anche di quelli alla tiroide, per i<br />
quali c’è una correlazione netta molto alta con la<br />
presenza di sostanze radioattive“. Brancati fa rife-<br />
rimento ad alcune frazioni dei <strong>com</strong>uni di Serra<br />
d’Aiello, Aiello Calabro, San Pietro in Amantea ed<br />
Amantea. Proprio quelle in cui è emersa la presenza<br />
di metalli pesanti e residui nucleari non naturali <strong>com</strong>e<br />
il Cesio 137, interrato a pochi metri di profondità.<br />
Non solo. Sempre dalle analisi disposte dalla<br />
Procura di Paola è venuto fuori che, in una vecchia<br />
cava dismessa sulla strada di Serra d’Ajello, le radiazioni<br />
superano fino a cinque volte i livelli normali.<br />
“Sembrerebbe esserci un nesso tra questo materiale<br />
nocivo e un trend superiore nell’andamento<br />
delle malattie tumorali nell’area considerata. Con<br />
un picco avvenuto tra la fine degli anni ‘80, i primi<br />
anni ‘Novanta ‘90 e l’ inizio di questo decennio”,<br />
<strong>com</strong>menta il procuratore Bruno Giordano.<br />
Ma Brancati tiene a precisare che già nel 2005 aveva<br />
suggerito all’azienda sanitaria locale un’inda gine<br />
epidemiologica di campo e la bonifica del territorio.<br />
Cosa che oggi chiedono nuovamente le associazioni<br />
ambientaliste e i <strong>com</strong>itati cittadini. Quello<br />
nato in memoria di Natale De Grazia, il capitano<br />
della Marina morto in circostanze piuttosto strane<br />
mentre indagava sulle navi, ha dato il via ad una petizione.<br />
E ha già raccolto più di 4 mila firme.<br />
Un aumento esponenziale<br />
di casi di cancro, normalmente<br />
legati alla presenza di rifiuti<br />
tossici e materiale radioattivo
Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 6<br />
di Beatrice Borromeo<br />
L<br />
I misteri di Capaci<br />
via D’Amelio<br />
e il ruolo di Dell’Utri<br />
e parole di Vittorio Pisani, capo della<br />
squadra mobile di Napoli, contro<br />
Roberto Saviano, arrivano a freddo:<br />
“Dopo gli accertamenti demmo parere<br />
negativo sull’assegnazione della<br />
scorta a Saviano - dice Pisani in un’in -<br />
tervista pubblicata oggi dal “Ma gazine”<br />
del “Corriere della Sera” - resto<br />
perplesso quando vedo scortare persone<br />
che hanno fatto meno di tantissimi<br />
poliziotti, magistrati e giornalisti<br />
che <strong>com</strong>battono la camorra da anni”.<br />
Vittorio Pisani è definito dai colleghi<br />
Esistono due diverse cronologie della<br />
trattativa tra le istituzioni e Cosa<br />
Nostra: una dei mafiosi Giovanni Brusca<br />
e Pino Lipari, che coincide con quella di Massimo<br />
Ciancimino, l'altra degli ufficiali del Ros Mori e De<br />
Donno. I primi collocano l'inizio del dialogo a metà<br />
giugno, i secondi ai primi di agosto. In mezzo c'è la<br />
strage di via D'Amelio. Gli incontri proseguono fino<br />
Ciancimino jr:<br />
ecco il “papello”<br />
Le carte della trattativa<br />
di Peter Gomez<br />
Giuseppe Lo Bianco<br />
E<br />
dopo un lungo periodo<br />
di annunci e di attese, <strong>com</strong>e<br />
nella più classica delle<br />
suspences, il ''papello” è<br />
saltato fuori. L'elenco di richieste<br />
della mafia allo Stato per interrompere<br />
la stagione delle<br />
stragi è stato consegnato ieri<br />
mattina, insieme ad altri documenti,<br />
dal legale di Massimo<br />
Ciancimino, l'avvocato Francesca<br />
Russo, che ha incontrato<br />
il procuratore aggiunto Roberto<br />
Scarpinato e il pm Nino Di<br />
Matteo. La notizia è stata confermata<br />
dallo stesso Ciancimino<br />
(e non è stata smentita dalla<br />
procura): ''Abbiamo portato<br />
alcuni documenti - ha detto il<br />
figlio di don Vito - e tra questi<br />
una fotocopia del papello''.<br />
L'inchiesta sulla trattativa subisce<br />
così un'impennata nel giorno<br />
dell'interrogatorio di Liliana<br />
Ferraro, l'ex direttore degli<br />
affari penali del ministero della<br />
Giustizia chiamata in causa alla<br />
trasmissione Annozero dall'ex<br />
Guardasigilli Claudio Martelli,<br />
che ha rivelato un incontro tra<br />
la dirigente e l'allora capitano<br />
del Ros Beppe De Donno nel<br />
quale quest'ultimo la informò<br />
della volontà di collaborazione<br />
di don Vito Ciancimino a condizione<br />
di ottenere ''coperture<br />
politiche''. Circostanza smentita<br />
da De Donno che ha annunciato<br />
di aver querelato la Ferraro.<br />
Resta top secret, intanto,<br />
la natura degli altri documenti<br />
consegnati dal legale, materiale<br />
finora custodito da Ciancimino<br />
che ha deciso di rompere<br />
gli indugi spinto, forse, anche<br />
da un clima di allarme e di disagi<br />
che cresce attorno a lui. <strong>Il</strong><br />
giovane, infatti, ha rivelato che<br />
nella città in cui vive, nel centro-nord,<br />
la scuola frequentata<br />
da suo figlio Vito gli ha <strong>com</strong>unicato<br />
la decisione di non voler<br />
più il bambino per paura di rappresaglie<br />
mafiose.<br />
C<br />
on la consegna del documento<br />
che contiene le richieste<br />
di Cosa Nostra, dalla revisione<br />
dei processi alla cancellazione<br />
della legge sui pentiti,<br />
e, <strong>com</strong>e ha rivelato Sandro<br />
Ruotolo ad Annozero la scorsa<br />
settimana, anche la defiscaliz-<br />
<strong>com</strong>e una persona perbene, responsabile<br />
di uno degli uffici investigativi<br />
più delicati d’Italia. “Ma queste dichiarazioni<br />
- dice Rosaria Capacchione,<br />
giornalista minacciata dalla Camorra e<br />
sotto scorta da un anno e mezzo - sono<br />
inspiegabili. Io ho ricevuto un attacco<br />
analogo dall’avvocato Claudio Botti,<br />
ma che ne sanno loro dei pericoli che<br />
corriamo? Questi atteggiamenti hanno<br />
delle ricadute sulle nostre vite”.<br />
Sulla necessità della scorta a Saviano ci<br />
sono due punti da chiarire. <strong>Il</strong> primo:<br />
l’autore di “Gomor ra” è consapevole<br />
che il pericolo per lui non è tanto<br />
zazione della benzina, l'inchiesta<br />
della procura di Palermo<br />
sulla trattativa <strong>com</strong>pie un salto<br />
di qualità. Per un anno circa<br />
Massimo Ciancimino ha annunciato<br />
la consegna del documento<br />
che ha custodito in un<br />
luogo secreto dopo la morte<br />
del padre, protagonista del dialogo<br />
mafia-Stato a cavallo delle<br />
stragi di Capaci e via D'Amelio.<br />
L'ultimo dei figli di don Vito<br />
Ciancimino, che ha trascorso a<br />
fianco del padre gli ultimi anni<br />
della sua vita partecipando a<br />
numerosi incontri con gli<br />
esponenti di vertice di Cosa<br />
a dicembre del '92, data in cui viene arrestato Vito<br />
Ciancimino che nel frattempo, ha rivelato Massimo,<br />
aveva fornito, d'accordo con Provenzano, indicazioni<br />
ai carabinieri per l'arresto di Riina. Nel 1993, tra<br />
gennaio e marzo, Ciancimino viene interrogato dai<br />
pm di Palermo ma la sua testimonianza non diventa<br />
una collaborazione per la giustizia. Chiuso il capitolo<br />
Riina, secondo l'ipotesi investigativa della procura di<br />
Nostra ha così mantenuto la<br />
sua promessa. Nel corso dei<br />
numerosi interrogatori resi ai<br />
magistrati di Palermo, Caltanissetta,<br />
Firenze e Catania aveva<br />
più volte parlato di quel documento<br />
simbolo della trattativa,<br />
passato per le mani anche di un<br />
esponente dei servizi segreti, il<br />
signor Carlo o Franco. Richieste<br />
che, dopo averle lette,<br />
Ciancimino giudicò esose ed<br />
improponibili: ''Sono le solite<br />
teste di minchia'', disse, ipotizzando<br />
che Riina e soci, per<br />
averle fomulate in quel modo,<br />
avessero le spalle coperte. Così<br />
<strong>com</strong>e lui stesso, prima di assumersi<br />
l'onere rischioso di far<br />
da tramite tra i corleonesi e le<br />
istituzioni, avrebbe chiesto<br />
agli ufficiali del Ros Mori e De<br />
nell’immediato, quanto nel futuro<br />
prossimo. Nei mesi scorsi raccontava:<br />
“Per i camorristi non c’è nulla di più<br />
pericoloso che l’attenzione dei media<br />
e della società civile. La mafia, se può,<br />
evita di sparare. I Casalesi sparano, ma<br />
non fa notizia perché di solito si uccidono<br />
tra loroeigiornali non ne parlano.<br />
Ecco perché il boss Francesco<br />
‘Sandokan’ Schiavone ha dichiarato<br />
che se mi succederà qualcosa, non sarà<br />
ora. Oggi tutti sono dalla mia parte,<br />
non vogliono farmi morire da eroe.<br />
Aspettano che la gente si disinteressi,<br />
che aumentino i miei nemici. È quando<br />
va via la luce che ti ammazzano”.<br />
Anche se agli<br />
inizi del successo del libro<br />
gli accertamenti della polizia<br />
di Napoli non avevano<br />
portato a nulla, Pisani sembra<br />
non considerare gli svi-<br />
luppi successivi. Per esempio<br />
Nicola Schiavone, padre<br />
di ‘Sandokan’, che urla<br />
in piazza allo scrittore: “Sei<br />
un buffone, Saviano merda”.<br />
Oppure le rivelazioni<br />
di un pentito (poi ritrattate)<br />
che svelavano un piano<br />
per farlo esplodere con la<br />
sua scorta sull’a u t o s t ra d a<br />
Napoli-Roma. Poi ci sono i<br />
gruppi su Facebook “Pe r<br />
aiutare la Camorra ammazzare<br />
Saviano”. Su Facebook<br />
c’è di tutto, ma tra gli iscritti<br />
a questo gruppo ci sono<br />
nomi noti: “C’è Ivahnoe<br />
Schiavone - raccontava Saviano<br />
prima dell’estate - il<br />
Uno striscione con Borsellino e Falcone<br />
Donno, <strong>com</strong>e ha rivelato Massimo,<br />
'coperture politiche',<br />
pretendendo che venissero avvertiti<br />
della trattativa Nicola<br />
Mancino e Luciano Violante. <strong>Il</strong><br />
primo ha sempre smentito di<br />
aver mai saputo nulla, il secondo<br />
ha rivelato di avere ricevuto,<br />
tramite il generale Mori, la<br />
richiesta di un incontro privato<br />
da parte di Ciancimino, che<br />
egli ha sempre rifiutato. Violante<br />
sarà interrogato il 20 ottobre<br />
a Palermo nell'aula del<br />
processo a Mori e Obinu per la<br />
mancata cattura del boss Prove<br />
n z a n o .<br />
Ma che ci si stia avvicinando alla<br />
svolta ieri lo confermava indirettamente<br />
anche il pm Ingroia:<br />
“Siamo all'anticamera<br />
della verità".<br />
Saviano, la faida sulla scorta e i veleni di Gomorra<br />
<strong>Il</strong> capo della Mobile di Napoli: “Non si doveva dare”. Lo scrittore: “È quando va via la luce che ti ammazzano”<br />
LODO MONDADORI<br />
E IL CSM PROMUOVE MESIANO<br />
I n<br />
attesa che le attenzioni contro di<br />
lui dei giornali del premier si<br />
materializzino - “ne sentirete delle<br />
belle” aveva minacciato Berlusconi<br />
all’indomani della sentenza che ha<br />
condannato Fininvest a pagare 750<br />
milioni alla Cir per la vicenda<br />
Mandadori - lui, il giudice Raimondo<br />
Mesiano, è stato promosso dal Csm<br />
che ne ha sancito il superamento da<br />
parte sua della settima valutazione<br />
di professionalità. Motivazione:<br />
“Indipendenza, imparzialità ed<br />
equilibrio". E ancora: "Capacità,<br />
laboriosità, diligenza ed impegno<br />
<strong>Il</strong> figlio di don<br />
Vito ha<br />
consegnato<br />
i documenti<br />
ai pm. Ingroia:<br />
a un passo<br />
dalla verità<br />
dimostrati" nell’esercizio delle sue<br />
funzioni.<br />
La decisione è arrivata all’unanimità.<br />
Proprio nel giorno in cui il Cda del<br />
gruppo del Biscione ha deliberato<br />
formalmente di procedere alla<br />
presentazione dell’appello contro la<br />
decisione del Tribunale di Milano del<br />
3 ottobre 2009.<br />
E subito contro Palazzo Marescialli è<br />
scattato l’assalto dei berluscones.<br />
Tutti in fila: Gasparri, Bondi,<br />
Cicchitto, Capezzone, Lupi, Santelli,<br />
Lorenzin... Di par loro “laboriosi”.<br />
Ma soprattutto “diligenti”.<br />
PIOVRE<br />
figlio di Sandokan che ora è in carcere.<br />
Ha la faccia pulita, è carino, sembra<br />
uno degli Oasis. Se non lo uccidono<br />
prima, probabilmente sarà uno dei futuri<br />
capi.”<br />
I ragazzi della scorta sono sette, seguono<br />
Saviano in tutti i suoi spostamenti,<br />
troppi per essere giustificati solo da intenti<br />
pubblicitari e non da vere ragioni<br />
di sicurezza: “Mi sento di avere cento<br />
anni, non c’è più niente di spensierato<br />
in me. Sono <strong>com</strong>pletamente solo, oggi<br />
non mi fido di nessuno. Gli amici sono<br />
spariti, alcuni per l’invidia del successo,<br />
altri soltanto perché è s<strong>com</strong>odo<br />
starmi vicino. Stessa cosa con le ragazze.<br />
Ho rinunciato alla mia sicurezza<br />
per questa battaglia, rinuncio anche<br />
alla mia vita sentimentale”. <strong>Il</strong> gossip -<br />
dice Roberto - è una delle principali<br />
armi usate per screditare le persone<br />
s<strong>com</strong>ode “ne sa qualcosa Salman Rushdie”.<br />
Per creare una famiglia - si sfoga<br />
lo scrittore - “dovrei fare cose diverse.<br />
Incontrare gente diversa. Essere<br />
più libero. Oggi voglio solo tenere viva<br />
la questione Camorra: è il mio contrib<br />
u t o .”<br />
Pisani ha anche affermato che “Go -<br />
morra ha avuto un peso mediatico ecc<br />
e s s i vo ”. Saviano, invece, racconta così<br />
l’impatto del best seller sulla sua città:<br />
“Per i ragazzi di Casal di Principe è<br />
<strong>com</strong>e se avessi buttato una bomba sul<br />
mio paese. Loro vivono lì, in una realtà<br />
che non vogliono che si racconti. La<br />
Camorra è fisiologica. Immagina di<br />
avere da sempre una macchia sul petto,<br />
e qualcuno ti toglie la maglietta. Te<br />
la prendi con chi ti toglie la maglietta,<br />
non cerchi di cancellare la macchia.”<br />
Palermo la trattativa prosegue con Provenzano,<br />
protagonista della stagione della "sommersione''<br />
mafiosa. Agli atti dell'inchiesta i magistrati hanno<br />
acquisito le dichiarazioni del pentito Nino Giuffrè,<br />
secondo il quale il posto di Ciancimino, ''tradito e<br />
venduto'', <strong>com</strong>e ha detto il figlio Massimo, sarebbe<br />
stato preso da Marcello Dell'Utri. Da Capaci a via<br />
D'Amelio: i misteri della "doppia cronologia".<br />
N<br />
AT T E N TAT O<br />
Game accusato<br />
di terrorismo<br />
L a<br />
Procura di Milano ha<br />
chiesto l’aggravante di<br />
terrorismo per Mohamed<br />
Game e i due presunti<br />
<strong>com</strong>plici accusati di aver<br />
confezionato la bomba<br />
esplosa lunedì nella<br />
caserma Santa Barbara.<br />
Ieri le condizioni<br />
dell’uomo, ricoverato in<br />
ospedale, non hanno<br />
consentito che venisse<br />
interr ogato.<br />
INFLUENZA A<br />
Un medico<br />
il primo vaccinato<br />
A ll'Asl<br />
di Milano è stata<br />
vaccinata la prima<br />
persona in Italia contro il<br />
virus H1N1 responsabile<br />
dell'Influenza A. A<br />
riferirlo è stato Luciano<br />
Bresciani, assessore alla<br />
Sanità della Regione<br />
Lombardia. <strong>Il</strong> primo<br />
vaccinato è Giorgio<br />
Ciconali, medico e<br />
direttore del servizio di<br />
igiene pubblica della Asl<br />
di Milano.<br />
RADIO VAT I C A N A<br />
E l e t t ro s m o g :<br />
il reato è prescritto<br />
I l<br />
reato è prescritto.<br />
Perciò non si deve<br />
procedere nei confronti<br />
del cardinale Roberto<br />
Tucci, ex presidente del<br />
<strong>com</strong>itato di gestione di<br />
Radio Vaticana. Assieme<br />
al defunto Pasquale<br />
Borgomeo era imputato<br />
per le emissioni di<br />
elettrosmog. Condannati<br />
a 10 giorni d’arresto in<br />
primo grado, erano stati<br />
assolti in Appello ma la<br />
Cassazione aveva<br />
annullato la sentenza.<br />
EQ U O S O L I DA L E<br />
A l t ro c i o c c o l a t o<br />
3 giorni a Gubbio<br />
T re<br />
giorni di fiera, di<br />
manifestazioni, di<br />
eventi, di dibattiti. E poi,<br />
per <strong>com</strong>pensare le<br />
emissioni prodotte, una<br />
porzione di foresta<br />
grande <strong>com</strong>e un campo di<br />
calcio ripiantata in<br />
Costarica, <strong>com</strong>e<br />
simbolico (e non solo)<br />
risarcimento ambientale.<br />
Giunto alla sua ottava<br />
edizione, nella<br />
splendida cornice di<br />
Gubbio,<br />
l’Altrocioccolato, il<br />
festival delle botteghe<br />
equosolidali di tutta<br />
Italia inizia così: tre<br />
giorni, da domani a<br />
domenica, per tornare a<br />
discutere di altri modelli<br />
di sviluppo e consumo.
pagina 7 Giovedì 15 ottobre 2009<br />
<strong>Il</strong> prode Augusto: dalle<br />
escort oscurate al no<br />
alla piazza anti-bavaglio<br />
<strong>Il</strong> 9 giugno Augusto Minzoli si insedia<br />
ufficialmente alla direzione del Tg1, gli<br />
bastano due settimane per cambiare uomini,<br />
ruoli e annacquare qualche notizia s<strong>com</strong>oda a<br />
Berlusconi. <strong>Il</strong> 22 giugno, dalla sua scrivania e con la<br />
Treccani alle spalle, spiega perché il Tg1 non si<br />
occuperà dello scandalo escort e delle feste di Palazzo:<br />
“'Voglio dirvi perché il Tg1 ha assunto una posizione<br />
prudente sull'ultimo gossip, le famose cene o feste<br />
nelle residenze private del premier Berlusconi. Dentro<br />
questa storia piena di allusioni, rancori personali, non<br />
c’è ancora una notizia certa né un'ipotesi di reato che<br />
riguardi il premier e i suoi collaboratori. Solo<br />
strumentalizzazioni, processi mediatici, che non hanno<br />
nulla a che vedere con l'informazione del servizio<br />
pubblico”. Sabato 3 ottobre, il giorno della protesta di<br />
Minzolini: “Dico quello che mi pare<br />
Un minuto non vale 2 ore di Santoro”<br />
Ma in Vigilanza Zavoli insiste: l’informazione sia <strong>com</strong>pleta<br />
di Carlo Tecce<br />
Non sembra braccato, intrappolato<br />
in acque nemiche.<br />
<strong>Il</strong> sorriso beffardo<br />
è indelebile, sfuma<br />
soltanto per ascoltare Sergio<br />
Zavoli. Abbassa la testa per un<br />
attimo, poi la faccia di Augusto<br />
Minzolini trasfigura, diventa<br />
“squalo”, il soprannome<br />
che si era guadagnato - da<br />
Guido Quaranta - nell’altra sua<br />
vita da cronista politico. La<br />
<strong>com</strong>missione di Vigilanza<br />
l’aspetta (quasi) al <strong>com</strong>pleto,<br />
il presidente non vuole rinvigorire<br />
le polemiche: chiede<br />
chiarimenti, con gentilezza:<br />
“A noi interessa garantire trasparenza<br />
e <strong>com</strong>pletezza<br />
dell’informazione. Non esistono<br />
le interpretazioni nel<br />
servizio pubblico, ci sono i fatti.<br />
Direttore, le consiglio di<br />
giocare al centro, alla Pirlo,<br />
non all’attacco <strong>com</strong>e Gilardino”.<br />
Minzolini finge di non<br />
sentire e legge, a volte incespicando,<br />
la sua breve e affastellata<br />
introduzione: “<strong>Il</strong> Tg1 è<br />
il notiziario più seguito e negli<br />
anni ha contribuito alla cultura<br />
italiana. Ho avuto problemi<br />
con la sintonizzazione del digitale.<br />
La Rai è indietro di 20<br />
anni perché soffocata dalle rego<br />
l e ”. E così per dieci minuti. I<br />
due editoriali e le omissioni<br />
del telegiornale sono relegati<br />
in una postilla finale: “Gli interventi<br />
in video rientrano tra<br />
i miei diritti, anche se esprimo<br />
un’opinione diversa. Mi richiamo<br />
all’articolo 21 della<br />
Costituzione: gli altri non hanno<br />
manifestato per questo? <strong>Il</strong><br />
mio predecessore Riotta ne<br />
ha collezionati 15. Non ha<br />
senso accusarmi di aver dato o<br />
non dato alcune notizie. Ho<br />
scelto sobrietà e prudenza”. E<br />
per Minzolini l’audizione potrebbe<br />
finire qui. Ma i deputati<br />
e i senatori fremono e sfrutteranno<br />
i tre minuti a disposizione.<br />
Zavoli prova a indirizzare<br />
la discussione sui temi<br />
del pluralismo e della neutralità:<br />
“Un’insieme di versioni<br />
parziali dei diversi telegiornali<br />
- aggiunge - non garantisco-<br />
no l’imparzialità”. Un’ora di<br />
domande che rispecchiano i<br />
valori e i colori politici: il centrodestra<br />
difende, il centrosinistra<br />
incalza. Alessio Butti<br />
(Pdl) cerca di recuperare il direttore<br />
in trincea, apre una finestra<br />
su Annozero. Minzolini<br />
può mordere e capovolgere<br />
gli argomenti: “Non mi convincono<br />
le trasmissioni monografiche:<br />
il mio minuto non<br />
vale le due ore di Santoro. Non<br />
è possibile ascoltare attacchi<br />
senza replicare. L’azienda non<br />
può permetterlo”.<br />
U<br />
n colpo di teatro che trasforma<br />
i chiarimenti di<br />
Minzolini in un processo ad<br />
Annozero. Zavoli ammonisce,<br />
ancora: “Un approfondimento<br />
non è paragonabile al<br />
telegior nale”. Giovanna Melandri<br />
(Pd) e Nello Formisano<br />
(Idv) s’accalorano, chiedono,<br />
illustrano; Minzolini si dondola<br />
sulla poltrona, sogghigna e<br />
prende pochissimi appunti. <strong>Il</strong><br />
profluvio di quesiti e cifre si<br />
risolve in un quarto d’ora, non<br />
Addio Maria: ora dove cenerà Vespa?<br />
Se ne è andata la Angiolillo, regina dei salotti della Roma inciuciona<br />
di Roberto D’A go s t i n o<br />
M<br />
aria Gerani, sedicente vedova Angiolillo,<br />
'fondata' a Voghera nel 1918, se n'è andata.<br />
Così, all'improvviso, senza neanche<br />
una cena d'addio. In una mattinata di sole autunnale,<br />
in cui a molti "celebro-lesi" del potere<br />
romano sarà sembrato di assistere alla<br />
s<strong>com</strong>parsa del Colosseo. Un'illusione ottica.<br />
Tale era Maria-saura, per tutti quelli che <strong>com</strong>e<br />
me, avevano assistito fin dal principio al miracolo<br />
della sopravvivenza della vera antitesi<br />
al berlusconismo contemporaneo: l'andreottismo<br />
d'antan. La Dc era stata uccisa in un<br />
"attentato" del 1992 ma il sistema di potere<br />
del divo Giulio, sopravviveva nella palazzina<br />
di tre piani affacciata sulla scalinata di Piazza<br />
di Spagna. Era un'epoca diversa, quella. Nel<br />
secolo scorso, vincere in politica, non significava<br />
accaparrarsi tutta la torta e non fare<br />
prigionieri (ideologia berlusconica-brianzola<br />
tendenza Brambilla). L'arte del <strong>com</strong>ando<br />
conosceva la declinazione della spartizione.<br />
“Perchè escludere a priori quando si può agg<br />
iungere?”. E si chiudeva con quest'altro assioma<br />
zen dé noantri: "Quando non c'è soluzione,<br />
non esiste il problema". Su queste<br />
due massime stra-democriste, la Sora Maria<br />
aveva edificato il suo regno, pontefice massimo<br />
Gianni Letta, parroco Bru-neo Vespa,<br />
chierichetto il senatore e avvocato Giuseppe<br />
Consolo, sacrestano alla questua Bellavista<br />
Caltagirone. Gli immancabili della maison.<br />
Quella torta poteva bastare per tutti. Sette fette<br />
a me, tre a te. In attesa della volta successiva.<br />
Prendersi tutto ti crea solo nemici. (Un<br />
esempio, per capirsi meglio. La Banca di Roma<br />
di Geronzi, protesi finanziaria di Andreot-<br />
Da Gianni Letta a<br />
Caltagirone passando<br />
per vip e tv: un cuore<br />
del potere andreottiano<br />
ti, elargiva finanziamenti - a fondo perduto -<br />
sia ai giornali di destra che di sinistra, <strong>com</strong>preso<br />
"<strong>Il</strong> Manifesto" di Valentino Parlato).<br />
<strong>Il</strong> dominio non è smemorato. Gli scalini erano<br />
il tappeto rosso verso la gloria. Umberto<br />
Pizzi da Zagarolo, un fotografo antropologicamente<br />
distante dai paparazzi di oggi, si appostava<br />
paziente. Due, quattro, otto ore.<br />
L'occasione era costantamente imperdibile,<br />
perchè in quella discesa verso casa Gerani-Angiolillo,<br />
Maria riuniva al desco un'enclave<br />
trasversale. Nel più truce periodo di Roma<br />
Ladrona, si attovagliò perfino Bossi.<br />
A differenza degli altri salotti <strong>com</strong>e quello<br />
della marchesa Sandra Verusio, appaltato<br />
esclusivamente a un universo gauchista e radical<br />
chic, a casa di Maria, al riparo da orecchie<br />
indiscrete, si riuniva un mondo eterogeneo.<br />
Io e Pizzi sapevamo in anticipo appuntamenti<br />
e invitati e l'ospite d'onore. Gli<br />
informatori ci informavano. Svelavamo i segreti<br />
discorsi, le inconfessabili aspirazioni<br />
(Letta era molestato dalle richieste di posti<br />
dei vari postulanti e l'Eminenza Azzurrina<br />
aveva una promessa per tutti; così tutti uscivano<br />
convinti di diventare direttore generale<br />
della Rai, capo di una banca, presidente di un<br />
ente). Lei era basita dai report di Dagospia. E<br />
si arrabbiava. Col tempo, si era andata convincendo<br />
che all'interno della ristretta cerchia<br />
dei <strong>com</strong>mensali, si nascondesse una<br />
spia. Come Agatha Christie, diede il là alla sua<br />
personalissima eliminazione dei dieci piccoli<br />
indiani. Tagliò in sequenza Mario D'Urso, poi<br />
Carlo Rossella, ma la situazione non migliorò.<br />
Un giorno ci incontrammo per caso al Grand<br />
Hotel. Era furibonda. “Perchè mi fa questo?”.<br />
In un epoca di esibizionismo extra-large e di<br />
show off, non potevo e non volevo credere<br />
che fosse davvero irata. Ma alla fine capiii che<br />
il vero potere è sempre invisibile. Cuccia non<br />
ha mai concesso un'intervista, nemmeno alla<br />
moglie. Quello che vediamo alla ribalta sono<br />
"attori" che hanno alle spalle chi organizza<br />
tutto per loro. Ora che Maria-saura non c'è<br />
più, Roma inciuciona perde definitivamente<br />
il proprio punto di riferimento.<br />
VIALE MAZZINI<br />
di più. La controffensiva è battente:<br />
“Non sono un direttore<br />
militante, sono istituzionale,<br />
non voglio essere dimezzato.<br />
C’è chi si è lamentato perché<br />
le escort hanno avuto poco<br />
spazio, chi per le tangenti della<br />
sanità. C’è una differenza<br />
tra le vicende di Tangentopoli<br />
e quelle estive. Abbiamo assistito<br />
al susseguirsi di processi<br />
mediatici. Non solo Berlusconi,<br />
ma anche la famiglia Agnelli,<br />
De Benedetti, Ezio Mauro,<br />
Dino Boffo”. Un calderone, e<br />
Minzolini non fa distinzioni.<br />
Per descrivere l’ultima vicen-<br />
da, la “guerra tra testate”, esibisce<br />
una sua versione e una<br />
provocazione: “Ho riportato<br />
fedelmente le posizioni di Eugenio<br />
Scalfari e di Repubblica,<br />
quindi mi serviva il parere di<br />
altri giornali. Semmai dovevo<br />
interpellare Vittorio Feltri”.<br />
Messaggio subliminale per il<br />
presidente Paolo Garimberti:<br />
“Ho interrotto ogni collaborazione<br />
e, a differenza di altri,<br />
non ho rilasciato interviste”.<br />
Oggi secondo tempo dinanzi<br />
al Cda della Rai: “Spero non<br />
parleremo delle stese cose”.<br />
Vana speranza.<br />
Augusto Minzolini (FOTO MASSIMO DI VI TA )<br />
L’album dei neri<br />
Le aggressioni a Roma, Alemanno e il Secolo d’It alia<br />
I<br />
l Secolo d’Italia attacca il <strong>Fatto</strong> per un editoriale contro la violenza a<br />
Roma. Chiedevamo a Gianni Alemanno una parola di analisi: di dire che<br />
in quella violenza c’è un pezzo di Dna che viene dallo squadrismo fascista;<br />
che c’è questa radice nelle coltellate contro i gay, nelle prodezze dei nuovi<br />
eroi metropolitani, a partire dal più truculento, “Svastic hella”. Non abbiamo<br />
detto, ad Alemanno, che vedere Svastichella nei ristoranti del quartiere<br />
Prati, esibire il suo nomignolo repellente per prenotare un tavolo, ci pare una<br />
pratica distorta della custodia cautelare. E nemmeno che la stessa ferocia<br />
con cui certa destra invoca la legge del taglione contro gli extra<strong>com</strong>unitari<br />
andrebbe esercitata contro i citrulli violenti che si sognano ariani. Non lo<br />
abbiamo fatto, perché questa non è una sua responsabilità diretta. Gli<br />
abbiamo chiesto, invece, parole dure e pesanti su quel Dna squadrista. Di<br />
ammettere che in quel Dna c’è sentimento antidemocratico che legittima,<br />
ancora oggi, le culture dell’odio. La giornalista che mi ha bacchettato la<br />
conosco e la stimo. Si chiama Annalisa Terranova, e ieri ci rimproverava<br />
“una uscita tendenziosa”. <strong>Il</strong> titolo, divertente, era: “Alemanno, il postfascista,<br />
è ancora il primo della lista?”. Una lista di proscrizione, si intende, la<br />
nostra. La Terranova aggiungeva una accusa personale: “I Cuori neri diventano<br />
squadracce”. Intendeva dire che io, autore di un libro sui ragazzi di<br />
destra trucidati negli anni settanta, ero incoerente. Concludeva: “Con il<br />
linguaggio stereotipato che induce a parlare di ‘Teppaglia nera’ (Telese) e<br />
‘squadracce di camerati’ (Serra) non andiamo da nessuna parte. La reazione<br />
spontanea è lo sbadiglio. Quella ragionata il voltar pagina. Quella<br />
emozionale l’i n c a z z a t u ra ”. Ebbene, Annalisa non deve incazzarsi e Alemanno<br />
dovrebbe rispondere. Sono orgoglioso di aver denunciato le violenze<br />
e le falsificazioni dei teppisti che molti – negli anni di piombo - fingevano di<br />
non vedere perché erano <strong>com</strong>messe contro fascisti. Proprio per questo possiamo<br />
chiedere ai fascisti e ai postfascisti (per bene) di non chiudere gli occ hi<br />
sulla tavolata di Svastichella. Negli anni settanta c’è un “album di famiglia”<br />
rosso, che per tanti anni la sinistra ha negato: “le sedicenti Brigate rosse”, si<br />
diceva. Ora è tempo che anche la destra parli dell’album di famiglia nero, il<br />
suo. Ci guadagneremmo tutti, ma soprattutto loro. Luca Telese<br />
piazza del Popolo per il no al bavaglio<br />
sull’informazione, Minzolini interviene contro la<br />
manifestazione: “È in<strong>com</strong>prensibile, visto che negli<br />
ultimi mesi sono finiti in tanti nel tritacarne mediatico.<br />
È in atto uno scontro di poteri nell'informazione. Si<br />
tratta di una manifestazione convocata contro la<br />
decisione del premier di presentare due querele a<br />
Repubblica e all'Unità”.<br />
<strong>Il</strong> fatto politico<br />
dc<br />
Ecco perchè<br />
torna il Ponte<br />
di Stefano Feltri<br />
P<br />
erché Silvio Berlusconi<br />
torna a parlare del ponte<br />
sullo stretto di Messina<br />
proprio ora, con i corpi<br />
ancora caldi dei morti dopo il<br />
disastro dei giorni scorsi? Ieri<br />
il presidente del Consiglio ha<br />
detto: “Tra dicembre e<br />
gennaio <strong>com</strong>inceremo la<br />
realizzazione del ponte sullo<br />
S t re t t o ”, mentre - in teoria -<br />
doveva discutere di hub e<br />
trasporto aereo. Parlare di<br />
infrastrutture in questa fase,<br />
in cui i giornali sono pieni<br />
degli sfoghi dei piccoli<br />
imprenditori del nord e dei<br />
lamenti della Confindustria<br />
sulla Finanziaria, non sembra<br />
politicamente molto utile:<br />
l’impatto delle Grandi Opere<br />
sull’economia è molto<br />
differito. Soltanto dopo mesi<br />
o anni si osservano i risultati<br />
in termini di occupazione e<br />
indotto. <strong>Il</strong> Pd dice che il<br />
presidente del Consiglio ha<br />
“un’incredibile faccia tosta”<br />
a continuare a immaginare<br />
infrastrutture strategiche<br />
dove, <strong>com</strong>e dimostra la<br />
recente tragedia, non sono<br />
solide neppure le abitazioni,<br />
figurarsi i ponti.<br />
A<br />
pplicando la logica del<br />
‘cui prodest’ si possono<br />
azzardare alcune<br />
interpretazioni. La prima è di<br />
agenda: oggi in Consiglio dei<br />
ministri si discute la Banca<br />
del Sud, o del Mezzogiorno,<br />
l’ambizioso progetto di<br />
Giulio Tremonti che non<br />
piace molto ad alcuni<br />
ministri (<strong>com</strong>e Stefania<br />
Prestigia<strong>com</strong>o e Raffaele<br />
Fitto) che temono<br />
un’eccessiva ingerenza del<br />
ministro negli affari<br />
meridionali. Berlusconi,<br />
quindi, potrebbe voler<br />
preparare il terreno alla<br />
Banca del Sud, di cui il<br />
ministro dell’Economia ha<br />
davvero bisogno per<br />
consolidare la propria<br />
posizione nell’e s e c u t i vo<br />
dopo le polemiche di questi<br />
giorni rassicurando gli altri<br />
che avranno sempre il ponte<br />
per consolarsi. Va ricordato<br />
però lo scontro tra lo stesso<br />
Berlusconi e Tremonti per il<br />
seminario promosso dal<br />
ministro sul futuro del Paese,<br />
con accenni un po’ t ro p p o<br />
espliciti alla successione al<br />
Cavaliere. Quindi? A essere<br />
maliziosi l’uscita<br />
berlusconiana si potrebbe<br />
leggere anche così: anche se<br />
il governo boccerà la Banca<br />
del Sud, il Mezzogiorno potrà<br />
sempre contare sul ponte.<br />
P<br />
oi, certo, bisogna<br />
ricordare altre due cose: il<br />
Ponte sullo stretto lo<br />
costruirà Impregilo,<br />
presieduta dal tremontiano<br />
Massimo Ponzellini (che il<br />
ministro ha messo alla guida<br />
della Popolare di Milano), ma<br />
questo non sembra essere<br />
decisivo. E, sempre per stare<br />
al ‘cui prodest’, il ponte sta<br />
molto a cuore alla mafia. Che<br />
non sembra troppo<br />
interessata alla banca<br />
t re m o n t i a n a .
Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 9<br />
CON UN FILO DI VOCE.INFO<br />
Gli economisti restano senza soldi<br />
e chiedono aiuto ai lettori<br />
di Stefano Feltri<br />
economisti”, auspica<br />
spesso il ministro<br />
Giulio Tremonti<br />
“Silete,<br />
adattando l’invito perentorio<br />
che Carl Schmitt rivolgeva<br />
ai giuristi dalla prigione. E<br />
tra quelli la cui voce risulta meno<br />
amata dal ministro (e non solo<br />
da lui, anche da chi lo ha preceduto<br />
su quella poltrona) ci<br />
sono, appunto, quelli de lavoce.info<br />
il sito animato dal professor<br />
Tito Boeri che il 4 luglio<br />
2010 dovrebbe <strong>com</strong>piere otto<br />
anni. Condizionale d’o bbl i go<br />
(o almeno scaramantico), perché<br />
anche lavoce.info è a suo<br />
modo vittima della crisi.<br />
Sul sito è <strong>com</strong>parso un articolo<br />
che si rivolge “agli amici della<br />
Vo c e ” in cui si legge: “Per continuare<br />
a garantire la qualità che<br />
vi offriamo abbiamo il bisogno<br />
urgente che ritorniate a manifestarci<br />
in modo tangibile e continuativo<br />
il vostro consenso e il<br />
piacere di leggere le nostre analisi,<br />
i dati che vi proponiamo e le<br />
nostre critiche ai potenti di turno<br />
con i vostri tanti piccoli contr<br />
ibuti”. Tito Boeri spiega al<br />
“Fa t t o ” l’origine del problema:<br />
“Per la prima volta, quest’anno<br />
abbiamo fatto la convenzione<br />
per avere il 5 per 1000 e molti<br />
lettori che prima ci sostenevano<br />
con donazioni occasionali<br />
hanno scelto quella formula<br />
per aiutarci. E quindi i piccoli<br />
versamenti che finora erano<br />
stati la nostra principale entrata<br />
sono crollati, anche perché con<br />
la crisi ci sono meno soldi da<br />
spendere. Ma le risorse del 5<br />
per 1000 arriveranno dallo Stato<br />
solo tra due o tre anni”.<br />
Boeri, economista della Bocconi,<br />
si è inventato sette anni fa La<br />
Voce per dare una piattaforma<br />
agli economisti che vogliono<br />
partecipare al dibattito pubblico.<br />
Gli autori degli articoli non<br />
di Giorgio Arbatov<br />
E<br />
Alcuni degli<br />
animatori del sito<br />
lavoce.info, i<br />
bocconiani Marco<br />
Onado, Tito Boeri<br />
e Francesco<br />
Giavazzi (FOTO ANSA)<br />
sono retribuiti,<br />
ma anche una rivista<br />
virtuale <strong>com</strong>e<br />
La Voce ha bisogno<br />
di una (minima)<br />
redazione: ci sono due persone<br />
per la <strong>com</strong>unicazione, Ludovico<br />
Poggi e Davide Baldi,<br />
due editor che verificano forma<br />
e contenuto scientifico degli interventi<br />
(Sandra Bellini e Roberto<br />
Ceredi), poi c’è la redazione<br />
di 25 professori, ma quella<br />
è a costo zero perché le riunioni<br />
si fanno via mail o su<br />
S ky p e .<br />
“Potremmo trovare soldi senza<br />
problemi da qualche grande<br />
sponsor, per esempio andando<br />
a bussare alla porta di una fondazione<br />
bancaria, ma preferiamo<br />
non farlo, perché questo sarebbe<br />
contrario allo spirito<br />
dell’i n i z i a t i va ”, dice Boeri.<br />
L’idea de lavoce.info, infatti, è<br />
quella di fare da cane da guardia<br />
della politica economia - Boeri<br />
lo dice all’inglese, “wa t ch d o g ”-<br />
La nuova s<strong>com</strong>messa irachena dell’Eni<br />
Perché il giacimento di Zubayr è una seconda scelta rispetto a quello di Nassirya. L’incognita del Kashagan<br />
ni conquista la licenza per sviluppare il giacimento<br />
di Zubayr, nella parte meridionale<br />
dell’Iraq. Per l’amministratore delegato del cane a<br />
sei zampe, Paolo Scaroni, si tratta di uno dei pozzi<br />
“più importanti al mondo, uno dei pochi capaci di<br />
produrre più di un milione di barili al giorno”. Scaroni<br />
ha parlato con il “Financial Times” poche ore<br />
prime che i suoi inviati raggiungessero l’a c c o rd o<br />
con i rappresentanti iracheni. Per diventare valido,<br />
il patto dovrà essere controfirmato dal governo<br />
di Baghdad. Nessuno sa dire con esattezza<br />
quanto tempo richiederà questo passaggio. La<br />
maggior parte dei giornali italiani ha presentato la<br />
notizia <strong>com</strong>e un successo internazionale per la società<br />
italiana. In realtà, l’investimento di Zubayr è<br />
una mossa di riserva. Alla fine di agosto, il governo<br />
al di fuori delle<br />
linee editoriali<br />
che influenzano<br />
i<br />
<strong>com</strong>menti dei<br />
quotidiani. “E infatti ci attaccano<br />
spesso, sia da da destra che<br />
da sinistra a seconda di chi è al<br />
governo, perché noi ci mettiamo,<br />
per natura, sempre un po’<br />
all’opposizione”, spiega Boeri<br />
che, <strong>com</strong>e molti altri dei membri<br />
del nucleo centrale del sito è<br />
editorialista di un grande giornale.<br />
Lui di “R e p u bbl i c a ”, Francesco<br />
Giavazzi del “Cor riere”,<br />
Marco Onado del “Sole 24<br />
O re ”, Pietro Garibaldi della<br />
“Stampa”. Ma questo non <strong>com</strong>promette<br />
l’indipendenza<br />
dell’analisi - giura Boeri - non<br />
<strong>com</strong>promette affatto l’indipen -<br />
denza dell’analisi. Resta agli atti<br />
un fondo di Eugenio Scalfar”nel<br />
2007 in cui il fondatore di “Re -<br />
p u bbl i c a ”se la prendeva con gli<br />
“economisti indipendenti e silenti”<br />
che criticavano Romano<br />
iracheno ha assegnato il giacimento di Nassiriya ai<br />
giapponesi di Nippon Oil: quello era il vero obiettivo<br />
di Eni, ma il fatto non ha trovato grande spazio<br />
sui nostri quotidiani. Oggi l’annuncio di Scaroni ai<br />
cronisti di Ft pare più un ripiego che una rivincita.<br />
Secondo gli analisti di Iraq Oil Report, un blog che si<br />
occupa con grande <strong>com</strong>petenza di petrolio iracheno,<br />
Nassiriya è un affare da quattro miliardi e mezzo<br />
di barili. <strong>Il</strong> giacimento aveva anche un valore simbolico<br />
per il governo Berlusconi: qui c’era il quartier<br />
generale dell’esercito italiano negli anni della<br />
guerra e alcune inchieste giornaliste hanno messo<br />
in relazione la loro presenza e gli interessi di Eni<br />
nella regione. Dal punto di vista tecnico, il pozzo di<br />
Zubayr è una s<strong>com</strong>messa. Se le cose andranno <strong>com</strong>e<br />
Scaroni prevede, la produzione supererà il milione<br />
di barili al giorno nei prossimi sei o sette anni.<br />
Adesso è ferma a quota duecentomila. Bisogna dire<br />
che la fortuna non è sempre stata dalla parte di Eni.<br />
<strong>Il</strong> gruppo aveva s<strong>com</strong>messo buona parte<br />
della propria reputazione sul pozzo di Ka-<br />
shagan, in Kazakhstan: gli ingegneri italiani<br />
pensavano di portare in superficie<br />
fiumi di oro nero entro il 2008, ma ancora<br />
oggi nessuno crede che questo giacimento<br />
sarà attivo prima di tre anni. I continui<br />
rinvii hanno spazientito il governo locale.<br />
Le licenze degli italiani, che il governo deve<br />
rinnovare, scadono proprio nel 2012,<br />
quando il petrolio arriverà a galla. “Questo<br />
è un caso clamoroso – spiega un diplomatico<br />
italiano che si occupa della regione<br />
– ve lo immaginate che cosa sarebbe<br />
successo in Francia o in Germania se<br />
una società nazionale avesse perso un<br />
POVERI&RICCHI<br />
Prodi mentre erano stati troppo<br />
morbidi con il governo Berlusconi,<br />
Critiche di segno opposto<br />
sono arrivate in questa legislatura,<br />
da ricordare soprattutto<br />
la polemica sulle stime del<br />
costo del mancato election day<br />
(la separazione tra voto europeo<br />
e referendum sulla legge<br />
elettorale). L’attacco è arrivato<br />
soprattutto da giornali <strong>com</strong>e<br />
“Milano Finanza” che avevano<br />
preso sul personale la battaglia<br />
della voce.info per l’applicazio -<br />
ne della direttiva europea che<br />
impone la pubblicazione on-line<br />
delle informazione sensibili<br />
per la Borsa (con conseguente<br />
perdita di introiti per i giornali<br />
economici che ora le ospitano a<br />
pagamento). Visto che scrivere<br />
su lavoce.info garantisce una<br />
maggiore notorietà e autorevolezza,<br />
i redattori del sito che ottengono<br />
collaborazioni si auto-tassano<br />
per sostenere la causa<br />
<strong>com</strong>une. <strong>Il</strong> ricavato della rubrica<br />
che Tito Boeri tiene su<br />
contratto così importante?”. Eni ha avuto diversi<br />
problemi con i regni dell’Asia centrale. Sempre nel<br />
2008, le autorità turkmene hanno negato ai manager<br />
del gruppo il visto di ingresso del paese dopo<br />
una transazione avvenuta in Gran Bretagna. É successo<br />
tutto quando la società di Scaroni acquisì la<br />
Burren Energy, una <strong>com</strong>pagnia londinese molto attiva<br />
in Turkmenistan, senza consultarsi con il governo<br />
di Ashgabat. <strong>Il</strong> lunatico leader del posto, Gurbanguly<br />
Berdimukhammedov, non ha gradito<br />
l’operazione e ha bloccato a modo suo lo scambio.<br />
La società italiana è una delle prime a ottenere licenze<br />
in Iraq. Per il momento, le richieste formulate<br />
dal governo hanno tenuto alla larga le major<br />
straniere, tanto che la prima asta del dopo Saddam è<br />
andata praticamente deserta: soltanto British Petroleum<br />
ha chiuso un accordo con Baghdad. Ieri il<br />
“New York Times” ha pubblicato un lungo reportage<br />
per spiegare le ragioni che rendono poco appetibile<br />
il business iracheno. Le infrastrutture sono<br />
vecchie, spiega il <strong>quotidiano</strong>,<br />
e le condizioni offerte<br />
Se le cose<br />
vanno <strong>com</strong>e<br />
spera Scaroni,<br />
il giacimento<br />
produrrà un<br />
milione di<br />
barili al giorno<br />
“Inter nazionale” - spiega l’inte -<br />
ressato - viene devoluto alla Voce.<br />
Ma ora non basta più.<br />
Se lavoce.info fosse stata un’im -<br />
presa con l’obiettivo di produrre<br />
utili, forse, ne avrebbe ottenuti<br />
parecchi. L’intuizione di<br />
Boeri ha generato diversi<br />
s p i n - o f f, <strong>com</strong>e li chiamano alla<br />
Bocconi. In Francia è nato Telos,<br />
dichiaratamente ispirato<br />
alla Voce che ha la sua università<br />
di riferimento in Sciences-Po,<br />
così <strong>com</strong>e la Voce ce<br />
l’ha, di fatto, nella Bocconi. Poi<br />
c’è Voxeu.org, la versione più<br />
accademica e internazionale<br />
del sito italiano, dove i ricercatori<br />
pubblicano sintesi dei propri<br />
paper e dibattono di questioni<br />
anche teoriche (mentre<br />
lavoce.info si occupa soprattutto<br />
di questioni concrete di<br />
politica economica o regolazione<br />
finanziaria). “Adesso ne<br />
sta nascendo anche una versione<br />
spagnola che si chiamerà<br />
Sociedadabierta e una olandese,<br />
Neiudice, poi c’è il progetto<br />
di una Voce tedesca, ma ancora<br />
non si è concretizzato”, dice<br />
Boeri. Dal mondo della Voce è<br />
uscito anche il Festival<br />
dell’Economia di Trento, già arrivato<br />
alla quarta edizione.<br />
E di tutto questo ha beneficiato<br />
anche il sito internet: i contatti<br />
giornalieri oscillano tra 7.600 e<br />
punte occasionali di 16mila,<br />
che significano circa 2,5 milioni<br />
all’anno per un totale di 7,3<br />
milioni di pagine viste. “Voglia -<br />
mo manentere lo spirito di pu -<br />
blic <strong>com</strong>pany della testata - spiega<br />
Boeri - quindi chiediamo piccoli<br />
contributi: chi si impegna a<br />
versare 10 euro al mese tutti i<br />
mesi diventerà una specie di abbonato<br />
e quindi avrà diritto a<br />
partecipare a un convegno annuale<br />
e a strumenti di ricerca<br />
più mirati per consultare il nostro<br />
archivio che sta diventando<br />
sempre più ampio.”<br />
per sviluppare i giacimenti<br />
sono giudicate poco vantaggiose.<br />
Per questo, soltanto<br />
settanta degli ottanta<br />
pozzi conosciuti nel paese<br />
sono oggi produttivi. Scaroni<br />
dice di avere ottenuto<br />
condizioni favorevoli dai<br />
ministri di Baghdad. La prima:<br />
potrà lavorare su Zubayr<br />
senza i cinesi di Sinopec,<br />
che potevano essere concorrenti<br />
s<strong>com</strong>odi. Ma Nassiriya<br />
è ancora lontana.<br />
N<br />
CONTI PUBBLICI<br />
E u ro p a :<br />
finanze italiane<br />
insosteibili<br />
C ondizioni<br />
di bilancio<br />
“insostenibili” sul<br />
lungo termine. Così oggi<br />
la Commissione europea,<br />
in una <strong>com</strong>unicazione<br />
sulle prospettive delle<br />
finanze pubbliche dei 27,<br />
ha definito la situazione<br />
dell’Italia e di altri<br />
quattro Paesi: Francia,<br />
Ungheria, Polonia e<br />
Portogallo.<br />
STIME<br />
L’Isae ottimista<br />
sulla seconda<br />
metà del 2009i<br />
L’<br />
Isae, l’istituto di<br />
pr evisioni<br />
economiche legato al<br />
ministero del Tesoro,<br />
rivede al rialzo le<br />
previsioni per l'economia<br />
italiana. Nel 2009 il Pil<br />
calerà del 4,7%, in<br />
miglioramento rispetto al<br />
calo del 5,3% stimato in<br />
precedenza. Nel 2010 il<br />
Pil crescerà dello 0,6%<br />
(+0,2% previsto in<br />
pr ecedenza).<br />
BORSE PAZZE<br />
La corsa di oro,<br />
euro e listini<br />
C ontinuano<br />
i trend di<br />
Borsa di questi<br />
giorni: salgono l’or o<br />
(bene rifugio) e quasi tutti<br />
gli indici di riferimento<br />
dei listini: due eventi che<br />
di solito si escludono,<br />
perché chi cerca la<br />
sicurezza dell’oro teme<br />
crolli di Borsa. L’eur o<br />
arriva a quota 1,49 sul<br />
dollaro (valuta in cui è<br />
quotato l’oro) e si prepara<br />
a sfondare la barriera<br />
psicologica di 1,50.<br />
INVESTIMENTI<br />
Finmeccanica<br />
chiede al mercato<br />
600mln<br />
A confermare<br />
che<br />
questo è il momento<br />
dei corporate bond, il<br />
titoli di debito emessi<br />
dalle imprese, è arrivata<br />
ieri l’emissione<br />
obbligazionaria di<br />
Finmeccanica: 600<br />
milioni. La domanda,<br />
secondo le prime<br />
indiscrezioni, sembra<br />
essere stata dieci volte<br />
superior e.<br />
LODO MO N DA D O R I<br />
Parte la<br />
c o n t ro ff e n s i v a<br />
Fininvest<br />
<strong>Il</strong> cda di Fininvest ieri si<br />
è riunito martedì sotto<br />
la presidenza di Marina<br />
Berlusconi e ha<br />
deliberato di procedere<br />
alla presentazione<br />
dell'appello contro la<br />
sentenza del Tribunale di<br />
Milano del 3 ottobre 2009<br />
che la condanna a pagare<br />
750 milioni di euro alla<br />
Cir. <strong>Il</strong> nodo principale è<br />
quello dell'esecutività<br />
della sentenza.
pagina 10<br />
CSM<br />
BRUNI, L’ALTRO PM<br />
L’AT T E S A<br />
<strong>Il</strong> 19 ottobre si celebrerà il processo<br />
davanti alla sezione disciplinare del<br />
Csm a carico dei pm di Salerno. <strong>Il</strong> Csm<br />
vaglierà il sequestro dei fascicoli “W hy<br />
Not” e “Poseidone”, operato dai pm di<br />
Salerno, nei confronti dei colleghi di<br />
Catanzaro durante le perquisizioni del<br />
gennaio 2009.<br />
Intanto <strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong> Quotidiano è in grado di<br />
rivelare e ricostruire quanto accadde il 27<br />
maggio 2008, giorno in cui un magistrato<br />
bussò alla porta di Luigi de Magistris e<br />
ammise: “Adesso temo di uscirne<br />
stritolato”. Un episodio che getta luce<br />
sullo stato della giustizia in Calabria e nel<br />
resto del Paese.<br />
In basso, Luigi de Magistris<br />
In alto a destra,<br />
il pm Pierpaolo Bruni (FOTO ANSA)<br />
x GIUSTIZIA x<br />
di Antonio Massari<br />
S T R I T O L AT O<br />
DA WHY NOT<br />
IL 2008 per de Magistris è un periodo intenso.<br />
È stato punito dal Csm, trasferito di sede e funzioni<br />
dalla procura di Catanzaro, va e viene dalla<br />
procura di Salerno, dove sta denunciando un<br />
“sistema” di malaffare <strong>com</strong>posto da politici, imprenditori,<br />
agenti dei servizi, faccendieri, giornalisti e - soprattutto<br />
- magistrati. È questo “sistema” - dice De Magistris<br />
ai colleghi di Salerno - che gli ha sottratto le<br />
indagini “Why not” e “Po s e i d o n e ”. Gliele ha sottratte<br />
in maniera illegale e mirata: per impedirgli di continuare<br />
a indagare.<br />
È in questo contesto che, il 27 maggio, un magistrato<br />
si affaccia alla porta del suo ufficio. <strong>Il</strong> suo nome è Pierpaolo<br />
Bruni. Cravatta sottile, testa rasata, il crotonese<br />
Bruni è un pm poco noto alle cronache nazionali, e c’è<br />
poco da stupirsi, visto che da decenni, in Italia, la mafia<br />
non fa più notizia. Bruni - che ha quarantuno anni -<br />
può già contare numerosi successi in indagini di mafia.<br />
Vive sotto scorta e nel suo curriculum figurano<br />
circa 400 arresti, una decina di boss condannati in<br />
regime di 41-bis, almeno 140 milioni di euro sequestrati<br />
alle cosche. E infatti: la vita di Bruni è fortemente<br />
a rischio.<br />
PER 280MILA EURO<br />
Un collaboratore di giustizia, l’11 luglio dello stesso<br />
anno, chiede di parlare con la polizia. Poiché teme<br />
per la propria vita, decide di parlare soltanto in via<br />
“infor male”, e in questura verbalizzano il<br />
contenuto della dichiarazione: “Ernesto Grande<br />
Aracri, che è stato appena scarcerato, si sarebbe<br />
impegnato a trovare una persona che in cambio di<br />
280 mila euro sia disposta a portare a termine<br />
l’attentato nei confronti del magistrato”.<br />
Pochi giorni dopo, un<br />
altro collaboratore di<br />
giustizia, Angelo<br />
Salvatore Cortese,<br />
confermerà agli<br />
investigatori della<br />
squadra mobile di<br />
Crotone, guidati dal<br />
vice questore Angelo<br />
Morabito, che le cosche<br />
hanno condannato a<br />
morte Bruni. Come<br />
vedremo, gli stralci del<br />
verbale, meglio di qualsiasi <strong>com</strong>mento, spiegano la<br />
situazione.<br />
“Nel periodo 2000-2003”, dice Cortese il 19 luglio,<br />
“durante il processo ‘Scacco Matto’, mi trovavo nel<br />
carcere di Catanzaro e in parecchie occasioni si era<br />
parlato del dottor Bruni <strong>com</strong>e persona pericolosa<br />
per la nostra cosca. (…) Si doveva trovare una<br />
soluzione per fermarlo perché era pericoloso per le<br />
indagini che stava portando avanti”.<br />
“Che significa soluzione?”, chiede l’i s p e t t o re<br />
Russo. “Soluzione vuol dire eliminazione, di fare un<br />
attentato al dottor Bruni. Perché era pericoloso<br />
sia per il processo che era in corso, Scacco Matto,<br />
sia per altri procedimenti che sapevamo che<br />
erano contro la nostra cosca e le cosche, diciamo,<br />
alleate a noi (…). Parlando fra noi affiliati (…) si<br />
parlò del dottor Bruni, di una persona<br />
pericolosissima per le nostre attività e per la<br />
nostra cosca e si doveva in qualche<br />
modo eliminarlo e fermarlo con qualsiasi mezzo<br />
(…). E quindi si è già progettato che si doveva<br />
fermare con qualsiasi mezzo nel 2003 (…), con<br />
qualsiasi azione, sia con bazooka, sia con bombe,<br />
sia … trovare la soluzione di ucciderlo (…). Così si<br />
cambiava pm, insomma, si prendeva tempo …<br />
L’input è partito dalla nostra cosca, Grande Aracri<br />
Nicolino (…) e poi automaticamente tutti noi<br />
affiliati parlammo di questo qua perché, ogni volta<br />
che andavamo a fare i processi a Crotone partivamo<br />
da Catanzaro, un pullman, ed eravamo tutti noi<br />
affiliati (…) e si parlava, insomma, ogni volta che<br />
vedevano il dottor Bruni c’erano parole, diciamo,<br />
indescrivibili contro il dottor Bruni, che si dicevano<br />
sia durante il processo e sia una volta tornati in<br />
carcere … perché tutti i giorni c’era il problema del<br />
dottor Bruni, tutti i giorni si parlava, si doveva<br />
fermare in tutti i modi”.<br />
L’ispettore domanda: “Quindi oggi potrebbe essere<br />
a rischio?”:<br />
Risponde Cortese: “È a rischio, sì, specialmente<br />
con il fatto della mia collaborazione, perché io<br />
quando ho iniziato a collaborare ho deciso di<br />
parlare direttamente con il dottor Bruni (…). Sono<br />
a rischio di ergastolo le persone, in questo<br />
momento, e quindi è motivo in più adesso di<br />
uccidere il dottor Bruni (…). E poi il fatto che<br />
abbiamo a disposizione molte armi, sia bazooka, sia<br />
esplosivo in quanto già all’epoca si parlava che era<br />
una persona che non camminava così, libero,<br />
camminava con la scorta, con la macchina blindata,<br />
quindi si parlava di fare un attentato in modo che si<br />
colpisse la macchina blindata (…). Noi abbiamo a<br />
disposizione vari mezzi, dai lanciarazzi ed<br />
esplosivo, potrebbero mettere anche<br />
dell’esplosivo nell’abitazione, sia durante che si fa il<br />
<strong>Il</strong> 27 maggio 2008 Bruni dice<br />
a de Magistris di temere<br />
ritorsioni per un’indagine che<br />
coinvolge molti personaggi noti<br />
processo a Catanzaro, sul tragitto oppure anche<br />
durante il processo, si può colpire (…). Perché<br />
abbiamo anche fucili di precisione (…) venuti dalla<br />
Germania, di precisione, di lungo tiraggio, arrivano<br />
a due trecento metri (…) i mezzi ci sono, non<br />
mancano i mezzi, mezzi e armi non ci mancano, e<br />
uomini, quindi il dottor Bruni è a rischio di vita<br />
proprio assoluto”.<br />
“MI VOGLIONO STRITOLARE”<br />
Nel 2008, quindi, Bruni è certamente a “rischio di<br />
vita assoluto”. Eppure, quando bussa alla porta di<br />
de Magistris, è preda di ben altre preoccupazioni.<br />
Dice di temere per sé, esterna il timore d’e s s e re<br />
“str itolato”, ma non si riferisce alla ‘ndrangheta o ai<br />
bazooka o ai fucili di precisione. Si riferisce ai suoi<br />
colleghi. Ed è questo il punto. Bruni ha ereditato un<br />
filone dell’inchiesta “Why Not”, quella avocata a de<br />
Magistris, ma ha appena deciso di mollare il<br />
pool. È allarmato. E a distanza di un anno e<br />
mezzo - <strong>com</strong>e vedremo - i fatti gli danno<br />
ragione. Ma andiamo con ordine. La<br />
mattina del 27 maggio 2008, Bruni,<br />
intende spiegare a de Magistris<br />
<strong>com</strong>e procede l’indagine. Non<br />
parla dei contenuti. Non fa<br />
cenni all’aspetto<br />
investigativo. Vuole<br />
ra c c o n t a re<br />
l’organizzazione del<br />
Dopo de Magistris<br />
il caso del<br />
p ro c u r a t o re<br />
applicato<br />
all’inchiest a<br />
contro la sua<br />
vo l o n t à<br />
lavoro. Denuncia delle “anomalie”. A rivelarlo,<br />
dinanzi ai pm di Salerno, è lo stesso de Magistris.<br />
Una settimana più tardi, il 3 giugno, l’ex pm fa<br />
mettere a verbale: “La mattina del 27 maggio è<br />
venuto nel mio ufficio il dr. Pierpaolo Bruni (…). Mi<br />
ha detto di temere d’essere stritolato. Ha detto che<br />
voleva parlarmi (…) nell’interesse della Giustizia.<br />
Mi ha riferito che era molto contrariato delle<br />
continue anomalie che si stavano verificando<br />
nell’inchiesta Why Not (…). A suo dire, stavano<br />
demolendo l’intera originaria inchiesta (…)”. De<br />
Magistris aggiunge poi un altro particolare. Ed è<br />
quello che ci interessa: “Bruni mi ha detto, a questo<br />
punto, di temere di “essere stritolato”dalla Procura<br />
Generale. Mi ha detto che il dottor Iannelli lo<br />
avrebbe “distr utto” se egli si fosse “messo contro la<br />
sua volontà”.<br />
<strong>Il</strong> dottor Iannelli è l’ex procuratore generale di<br />
Catanzaro, indagato a Salerno, per la conduzione<br />
dell’inchiesta “Why not”. Con la formazione del<br />
pool, l’inchiesta viene separata in diversi filoni e,<br />
sempre secondo la procura di Salerno, che<br />
indagherà sulla vicenda, si creano i presupposti per<br />
la “stagnazione delle attività investigative”, per la<br />
“disintegrazione dell’originario disegno<br />
i nve s t i g a t i vo ”, per il “progressivo dissolvimento di<br />
tracce investigative”. Torniamo alle dichiarazioni di<br />
Bruni riferite da De Magistris. “Mi ha detto anche<br />
che lo potevano “r icattare” per il fatto che egli<br />
avesse delle applicazioni DDA (direzione<br />
distrettuale antimafia, ndr) … e che se avesse creato<br />
problemi, potevano revocargliele, tenuto conto<br />
anche della grave situazione di organico della<br />
procura della Repubblica di Crotone”. E infatti: a<br />
distanza di un anno e mezzo, scopriamo che Bruni<br />
aveva visto giusto: non è più applicato all’a n t i m a fi a ,<br />
gli hanno revocato l’applicazione, proprio <strong>com</strong>e<br />
aveva previsto. <strong>Il</strong> motivo? Esattamente quello che<br />
aveva immaginato: l’organico scarno della procura<br />
di Crotone. <strong>Il</strong> punto più oscuro, però, riguarda un<br />
altro elemento della sua profezia: Bruni si è davvero
“messo contro” la procura generale? E <strong>com</strong>e?<br />
Vediamo cos’è accaduto.<br />
“IL FATTO NUOVO”<br />
A maggio 2009, esattamente un anno dopo<br />
l’incontro tra Bruni e de Magistris, il procuratore<br />
capo di Crotone, Raffaele Mazzotta, rilascia la<br />
seguente dichiarazione: “Sono stato costretto a<br />
revocare il parere favorevole”. La profezia di Bruni<br />
s’è avverata. Mazzotta parla del parere favorevole<br />
all’applicazione di Bruni alla distrettuale antimafia:<br />
Bruni è ufficialmente fuori dalla dda. Ma perché<br />
Mazzotta usa questo termine: “costretto a revocare<br />
il parere favorevole”? “C o s t re t t o ” da chi? E perché?<br />
Mazzotta spiega che s’è verificato “un fatto nuovo,<br />
che ha turbato la serenità del mio ufficio e quella del<br />
dottor Bruni in primis. Un fatto nuovo sul quale non<br />
posso essere più esplicito, ma del quale ho già<br />
informato le autorità <strong>com</strong>petenti”. Le autorità<br />
<strong>com</strong>petenti sono il ministero di Giustizia, il Csm, il<br />
procuratore generale della Cassazione. Che infatti,<br />
di lì a poco, invieranno gli ispettori. Cos’è<br />
accaduto? La revoca del parere di Mazzotta giunge<br />
dopo le sollecitazioni della procura generale di<br />
Catanzaro, per la precisione del facente funzioni<br />
Dolcino Favi, l’uomo che avocò l’inchiesta “W hy<br />
Not” a de Magistris, anch’egli indagato dalla<br />
procura di Salerno. Che ha <strong>com</strong>binato Favi, questa<br />
volta? Ha spiegato - a voce e per iscritto - che non<br />
avrebbe tollerato alcun inadempimento da parte di<br />
Bruni, né il minimo errore, dovuto al suo carico di<br />
lavoro. <strong>Il</strong> procuratore Mazzotta ha letto, in questa<br />
presa di posizione, una sorta di intimidazione.<br />
Sarebbe questo il “fatto nuovo” che “ha turbato la<br />
serenità del mio ufficio e del dottor Bruni in<br />
pr imis”. Ed è per questo che Bruni, <strong>com</strong>e aveva<br />
previsto, perde la direzione distrettuale antimafia.<br />
Accanto al “fatto nuovo”, però, c’è un fatto<br />
bizzarro: è la “s ch i z o f re n i a ” di Favi. Nel maggio<br />
2009, infatti, stabilisce che Bruni è troppo<br />
occupato, che la procura di Crotone è troppo<br />
sguarnita, perché possa continua a occuparsi della<br />
‘ndrangheta. Un anno prima, però, la pensa<br />
diversamente. Molto diversamente.<br />
“NEL POOL NON CI VOLEVO<br />
A N DA R E ”<br />
Nel febbraio 2008, il pm di Salerno Dionigio<br />
Verasani, che sta indagando sul “caso de Magistris”<br />
e sulla procura di Catanzaro, rivolge qualche<br />
domanda al capo di Bruni, il procuratore Francesco<br />
Tricoli. Verasani vuol capire <strong>com</strong>e, e perché, Bruni<br />
sia stato applicato al pool che indaga su “Why Not”.<br />
La vicenda risale a pochi giorni dopo l’avo c a z i o n e<br />
dell’inchiesta, disposta da Favi, a de Magistris. “E bb i<br />
modo di incontrare Favi a Crotone, presso la<br />
Prefettura, (…) Favi mi disse che aveva bisogno<br />
della collaborazione di sostituti procuratori “di<br />
primo grado” per la gestione dell’inchiesta appena<br />
avocata (…). Risposi che il momento era poco<br />
favorevole, in quanto, di lì a poco, si sarebbero<br />
trasferiti due sostituti in servizio a Crotone. Ciò<br />
avrebbe <strong>com</strong>portato che su una pianta organica di<br />
sei sostituti la procura di Crotone sarebbe rimasta<br />
con soli quattro magistrati, oltre al Capo<br />
dell’uf ficio”.<br />
Le dichiarazioni di Tricoli, insomma, dimostrano<br />
che già nel febbraio 2008, l’organico della procura<br />
di Crotone era fortemente critico. E Favi ne è<br />
perfettamente a conoscenza. Ma non basta. Dice<br />
ancora Tricoli: “In quel contesto si parlò anche del<br />
fatto che il Bruni era applicato alla Dda di<br />
Catanzaro, circostanza peraltro istituzionalmente<br />
nota alla Procura Generale (…). Favi, pur<br />
prendendo atto delle mie perplessità, replicò che<br />
<strong>com</strong>unque era nella necessità di applicare dei<br />
sostituti di primo grado. (…). Pochi giorni dopo<br />
arrivò in Procura l’interpello formale. Lo<br />
<strong>com</strong>unicai formalmente ai miei sostituti (…).<br />
Nessuno di loro diede la disponibilità alla<br />
applicazione alla Procura Generale”. Ma anche qui<br />
accade un fatto nuovo: Tricoli segnala Bruni. “Mi<br />
determinai a ‘s e g n a l a re ’ il nominativo del dottor<br />
Bruni in quanto sapevo bene che rientrava fra i<br />
poteri della Procura Generale quello di applicare<br />
‘di ufficio’ un magistrato di una qualsiasi procura<br />
del Distretto. Ritenni, pertanto, di evidenziare che<br />
il dottor Bruni si era già interessato di reati contro la<br />
Pubblica Amministrazione”.<br />
<strong>Il</strong> punto è che Bruni non aveva alcuna intenzione di<br />
lavorare sull’inchiesta Why Not: aveva già troppo<br />
lavoro. Ma Favi lo applica ugualmente. Con il<br />
passare dei mesi, il pm di Crotone cercherà di<br />
allontanarsi dal pool, per le costanti divergenze<br />
sulla conduzione delle indagini. La sua<br />
partecipazione all’indagine è talmente<br />
problematica che, nel colloquio con de Magistris<br />
del 27 maggio, giungerà a una inquietante<br />
conclusione. Dichiara de Magistris: “Br uni<br />
prendeva atto che, probabilmente, la sua<br />
permanenza nell’inchiesta Why Not poteva servire<br />
a non ‘dare l’i m p re s s i o n e ’ che si procedesse<br />
all’archiviazione e alla demolizione dell’i n t e ra<br />
inchiesta (…) ma facendolo ‘l avo ra re ’ solo ed<br />
esclusivamente sui filoni che ‘non creavano<br />
p ro bl e m i ’alla Procura Generale e sotto la ‘costante’<br />
guida e direzione da parte del dr. Iannelli”. Ma<br />
Bruni, di “p ro bl e m i ”, ne crea ec<strong>com</strong>e. E sempre<br />
quando si toccano i livelli più alti. Per esempio:<br />
Prodi e Mastella. È lo stesso Bruni a raccontarlo ai<br />
pm di Salerno, quando gli chiedono conto della<br />
conversazione con de Magistris, e della richiesta di<br />
archiviazione che il pool ha avanzato sulla<br />
posizione di Mastella: “Si è parlato della richiesta di<br />
archiviazione e discutendo ho manifestato il mio<br />
dissenso in ordine a tale richiesta. Infatti nel corso<br />
delle riunioni presso la Procura Generale io non ho<br />
mai condiviso la scelta di procedere<br />
all’archiviazione della posizione del senatore<br />
Mastella anche perché, nello specifico, ritenevo<br />
che poteva essere approfondita sotto il profilo<br />
investigativo. Se non ricordo male il dr. Muraca (un<br />
consulente della procura, ndr) mi riferì in proposito<br />
che a suo parere vi erano degli ulteriori<br />
approfondimenti da fare su tale questione”. <strong>Il</strong> 30<br />
luglio 2008 Bruni è a Salerno. I pm Nuzzi e Verasani<br />
gli chiedono d’illustrare una delle ultime riunioni<br />
del pool che si occupa di “Why not”. Per la<br />
precisione, la riunione “fi u m e ”del 22 luglio, che s’è<br />
protratta per circa dieci ore, fino alle venti. “I<br />
contrasti - dice Bruni - sono perdurati per tutta la<br />
riunione fino a quando non si è arrivati alla stesura<br />
di un verbale, che adottava una soluzione tale da<br />
mettere d’accordo i punti di vista presenti nella<br />
discussione. Dal momento che nel corso di tutta la<br />
discussione, io, avevo una posizione difforme,<br />
rispetto agli altri colleghi, ancora una volta ho<br />
chiesto di essere estromesso dal gruppo di lavoro,<br />
per evitare la permanenza di punti di vista<br />
dif ferenti”. <strong>Il</strong> dissenso di Bruni emerge ancora. E il<br />
punto è importante perché riguarda “i criteri per<br />
l’adozione dei provvedimenti”. Dice Bruni: “La<br />
soluzione che gli altri colleghi volevano far passare,<br />
e mettere a verbale, era quella di far adottare le<br />
decisioni a maggioranza”. Una decisione che Bruni<br />
non approva, perché la maggioranza <strong>com</strong>porta<br />
“l’obbligo, anche da parte dei dissenzienti, di<br />
fir mare”. “Mi sono opposto a questo criterio -<br />
continua Bruni - ritenendolo lesivo della autonomia<br />
del magistrato (…). Ho ribadito che non mi<br />
sembrava giusto, che non solo ero stato applicato<br />
d’ufficio al procedimento Why Not, nonostante il<br />
mio dissenso, non solo non venivano accolte<br />
richieste di essere “solle vato” dall’incarico, ma<br />
avrei anche dovuto firmare provvedimenti che non<br />
condividevo. Alla fine si adottava la decisione che i<br />
provvedimenti sarebbero stati presi a maggioranza,<br />
senza però che vi fosse un obbligo, da parte dei<br />
dissenzienti, di firmare”.<br />
FIRMO, NON FIRMO<br />
Firmare, non firmare, la questione potrebbe<br />
sembrare noiosa e ininfluente. Ma ha un senso ben<br />
preciso. Bruni non soltanto è in dissenso con<br />
alcune decisioni ma è convinto che, in alcuni casi, il<br />
pool debba prendere iniziative più drastiche nei<br />
confronti di qualche indagato. Per esempio:<br />
Romano Prodi. De Magistris l’aveva iscritto nel<br />
registro degli indagati con l’accusa di abuso<br />
Secondo il pm, il pool avrebbe<br />
dovuto prendere iniziative più<br />
drastiche nei confronti di alcuni<br />
indagati, <strong>com</strong>e Romano Prodi<br />
d’ufficio. Bruni ritiene che, per Prodi, le accuse<br />
debbano essere più pesanti. All’interno del pool è<br />
isolato ma va avanti. E decide di mettere nero su<br />
bianco le sue ipotesi di reato, “depositandole”<br />
all’interno del pool, che viene così messo<br />
fortemente in imbarazzo. Secondo Bruni, l’ex<br />
premier va indagato per associazione per<br />
delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri<br />
d’ufficio e violazione della legge sul finanziamento<br />
dei partiti. <strong>Il</strong> tutto ruota intorno alle elezioni<br />
regionali del 2005, quelle vinte da Agazio Loiero, e<br />
le elezioni politiche del 2006, vinte da Prodi.<br />
Reati in concorso con il governatore calabrese<br />
Agazio Loiero, l’ex segretario regionale dei Ds<br />
Nicola Adamo e sua moglie Vincenza Bruno Bossio,<br />
il re calabrese dei supermarket Despar, Antonino<br />
Gatto, l’ex leader di Cl Calabria Antonio Saladino, il<br />
parlamentare europeo Sandro Gozi, il braccio<br />
destro di Prodi Pietro Scarpellini, la san riminese<br />
Claudia Mularoni, l’imprenditore d’area prodiana<br />
Pietro Macrì, i fratelli Mariangela e Francesco De<br />
Grano. Cos’avrebbero <strong>com</strong>binato? Avrebbero<br />
“asservito le istituzioni pubbliche per finalità<br />
private e di partito, strumentalizzando le istituzioni<br />
pubbliche di riferimento, e in particolare quelle<br />
della Regione Calabria, facendo in modo che<br />
venissero realizzate tutta una serie di leggi, atti e<br />
provvedimenti amministrativi, talora strumentali,<br />
talaltra quale corrispettivo delle condotte<br />
fraudolente (…)”. Non è roba da poco. Secondo<br />
Bruni, Claudia Mularoni e Pietro Scarpellini,<br />
Giovedì 15 ottobre 2009<br />
Accanto, l’ex premier<br />
Romano Prodi e l’ex<br />
ministro della Giustizia<br />
Clemente Mastella<br />
A sinistra, in alto, Antonio<br />
Saladino (FOTO ANSA)<br />
A sinistra, in basso,<br />
il presidente<br />
della Regione Calabria<br />
Agazio Loiero<br />
(FOTO MASSIMO DI VI TA )<br />
rispettivamente amministratore<br />
unico e titolare della<br />
Pragmata di San Marino, si<br />
sarebbero accordati con Prodi<br />
(e con Macrì e i fratelli De<br />
Grano), per lo “svuotamento<br />
delle casse della società Met<br />
Sviluppo, attraverso la<br />
distrazione dei finanziamenti<br />
p u bbl i c i ” ricevuti dalla Met.<br />
Bruni sostiene l’esistenza di<br />
“una serie di contratti di<br />
consulenza dal contenuto<br />
fittizio, intervenuti tra il 2004 e<br />
il 2005”. È convinto che vi siano<br />
state “fatturazioni fittizie”,<br />
anzi, “fatture pagate con danari<br />
p rove n t o ” di una “bancarotta fraudolenta”.<br />
Aggiunge che Pietro Macrì, insieme con Armando<br />
Borghi, avrebbe “emesso fatture per operazioni<br />
inesistenti”. <strong>Il</strong> pm parla - infine - di “operazioni al<br />
fine di ostacolare trasferimenti di danaro provento<br />
delle condotte di bancarotta” e “o p e ra z i o n i<br />
inesistenti dalla società Met Sviluppo alla società<br />
Pragmata e dalla cassa di quest’ultima verso se stessi<br />
o verso terzi”. Accuse molto gravi, insomma, che<br />
però, è bene specificarlo, restano soltanto sulla<br />
carta, non sono mai state formulate né verificate<br />
sotto il profilo giudiziario. Si tratta soltanto<br />
dell’ipotesi di lavoro che il pm Bruni aveva<br />
formulato, all’epoca, prima di lasciare il pool di<br />
“Why Not”. Queste ipotesi, però, sono state<br />
depositate nel fascicolo. Sono agli atti e mostrano la<br />
profonda divergenza tra il lavoro di Bruni e quello<br />
del pool che, infatti, a febbraio ha chiesto<br />
l’archiviazione per Prodi. Richiesta che - per quanto<br />
ci risulta - non è stata ancora evasa, poiché il gip di<br />
Catanzaro, Tiziana Macrì, non s’è ancora<br />
p ro nu n c i a t a .<br />
Ma proviamo a riassumere. Nel febbraio 2008,<br />
Bruni viene applicato all’inchiesta Why Not<br />
nonostante il proprio parere contrario e la scarsità<br />
d’organico, nella procura di Crotone, denunciata<br />
dal suo stesso capo. <strong>Il</strong> procuratore generale<br />
reggente Dolcino Favi lo applica a Why Not, quindi,<br />
nonostante sappia che Bruni è oberato di lavoro,<br />
essendo applicato anche all’antimafia. Circa anno<br />
dopo, nel maggio 2009, quando Bruni ha già<br />
lasciato il pool di “W hy<br />
Not”, e quindi potrebbe<br />
essere più “l i b e ro ” di<br />
prima, Favi “p re m e ”<br />
affinché Bruni esca<br />
dall’a n t i m a fi a ,<br />
spiegando al suo capo,<br />
Raffaele Mazzotta, che<br />
non tollererà<br />
inadempienze di Bruni<br />
nei carichi di lavoro. È<br />
evidente che Favi ha<br />
cambiato totalmente idea. Nel mezzo dei due<br />
eventi, la conversazione tra Bruni e de Magistris, il<br />
27 maggio 2008, durante la quale, Bruni dice di<br />
“temere di ‘essere stritolato’ dalla Procura<br />
G e n e ra l e ”, di essere “distr utto” se si fosse “messo<br />
contro la volontà” di Iannelli, di essere “r icattato”<br />
per via delle applicazioni alla Dda, e che se avesse<br />
creato problemi, potevano revocargliele”. <strong>Il</strong> tutto<br />
s’avvera e, effettivamente, <strong>com</strong>e dimostrano le<br />
vicende Prodi e Mastella, Bruni si mette contro il<br />
pool. Ma non soltanto. Le sue deposizioni a Salerno<br />
diventano fondamentali per le accuse che i<br />
procuratori campani muovono contro i colleghi di<br />
Catanzaro. E i magistrati di Salerno, per<br />
quest’inchiesta, hanno già pagato: il 19 ottobre si<br />
celebrerà il processo davanti alla sezione<br />
disciplinare del Csm a carico dei pm di Salerno. <strong>Il</strong><br />
Csm vaglierà il sequestro dei fascicoli “Why Not” e<br />
“Po s e i d o n e ”, operato dai pm di Salerno, nei<br />
confronti dei colleghi di Catanzaro durante le<br />
perquisizioni del gennaio 2009. Atti che il Csm ha<br />
già giudicato “abnor mi”, disponendo, su richiesta<br />
del ministro della Giustizia Angelino Alfano, la<br />
sospensione dalle funzioni e dallo stipendio di<br />
Apicella e il trasferimento d'ufficio di Nuzzi e<br />
Verasani. Quello di gennaio fu un provvedimento<br />
cautelare. Vedremo cosa accadrà il 19 ottobre. Nel<br />
frattempo, si può dire che un dato è certo: il “caso<br />
de Magistris” ha prodotto ulteriori vicende di<br />
interesse pubblico, diventando una storia<br />
paradigmatica della giustizia italiana.
pagina 12 Giovedì 15 ottobre 2009<br />
Dai piccoli gruppi<br />
alle bombe<br />
nella capitale<br />
La chiamano “mafiya”, anche se il suo<br />
nome ufficiale è “Organizatsya”,<br />
organizzazione. La mafia russa ha<br />
conosciuto due momenti storici: uno durante<br />
l’Urss, quando piccoli gruppi disorganizzati si<br />
occupavano di soddisfare la domanda dei beni<br />
introvabili, anche attraverso la <strong>com</strong>plicità di<br />
funzionari corrotti. L’altro, a partire dal 1991 e<br />
con il passaggio all’economia di mercato, quando<br />
la mafia uscì allo scoperto espandendosi<br />
repentinamente. L’Organizatsya faceva ricorso a<br />
metodi violenti, uccidendo funzionari,<br />
imprenditori e anche i presidenti delle principali<br />
banche del paese. La polizia era totalmente<br />
inadeguata a fronteggiare il fenomeno o<br />
addirittura collusa. La mafia riuscì ad infiltrarsi in<br />
ogni aspetto dell’organizzazione economica del<br />
paese, anche grazie all’inflazione galoppante di<br />
quegli anni, che rendeva inadeguati gli stipendi.<br />
Mosca, negli anni 90, dovette fare i conti anche<br />
con le mafie cecena e georgiana, che<br />
scatenarono una vera e propria guerra a suon di<br />
attentati. La lotta principale all’organizzazione si<br />
deve al presidente Boris Yeltsin.<br />
IL PADRINO DI MOSCA<br />
Funerali da star per Ivankov “<strong>Il</strong> Giapponese” che garantiva<br />
la pace fra clan (e business con i servizi)<br />
<strong>Il</strong> Cremlino di Mosca. Sotto, Vyacheslav Ivankov (FOTO ANSA)<br />
di Stefano Citati<br />
Vyacheslav Kirillovic Ivankov<br />
detto “il giapponese”<br />
è stato seppellito e da<br />
ora la mafia russa non sarà<br />
più la stessa. La notizia non<br />
è tanto che al suo funerale c'era<br />
una folla di circa mille persone<br />
e 150 uomini delle truppe<br />
speciali del governo russo<br />
per garantire la sicurezza: la<br />
tomba nel cimitero di Vagankoskoie<br />
era stata prima controllata<br />
dagli artificieri. Ma<br />
che la sua morte – il 9 ottobre,<br />
dopo il ferimento da parte di<br />
un cecchino all'uscita di un ristorante<br />
moscovita in estate –<br />
ha “cambiato la geopolitica<br />
criminale non solo russa, ma<br />
forse europea”, spiegano al<br />
Fa t t o delle fonti informate. Perché<br />
il 69enne nato in Georgia<br />
da genitori russi e con gli occhi<br />
a mandorla era l'uomo capace<br />
di mantenere gli equilibri<br />
mafiosi, soprattutto all'interno<br />
delle carceri, dove è de-<br />
LA SPAGNA<br />
ARRESTATO IL MODERATO DELL’E TA<br />
TERRORISTI BASCHI PRONTI ALLA GUERRA<br />
di Alessandro Oppes<br />
Z<br />
Madr id<br />
apatero era arrivato a definire Arnaldo<br />
Otegi, non più di tre anni fa, <strong>com</strong>e<br />
“un uomo di pace”. Ma quando l’Eta decise<br />
di annunciare a suo modo – con una<br />
bomba all’aeroporto di Barajas – la rottura<br />
della trattativa con il governo, tornò<br />
a essere quello di sempre, un pericoloso<br />
<strong>com</strong>plice dei terroristi. Lo misero in carcere<br />
per quindici mesi, e dall’estate dello<br />
scorso anno era un vigilato speciale.<br />
Fino all’altra sera, quando il giudice Baltasar<br />
Garzón ha ordinato il blitz che lo ha<br />
riportato in cella, insieme ad altri nove<br />
dirigenti della “izquierda abertzale”, il movimento<br />
indipendentista basco. L’a c c usa<br />
è quella di aver tentato di ricostituire<br />
il gruppo dirigente di Batasuna, partito<br />
messo fuorilegge sette anni fa, seguendo<br />
precise indicazioni del vertice<br />
dell’Eta.<br />
Non è mai stato un mistero che la vera<br />
ambizione di Otegi, leader carismatico<br />
del gruppo (decimato negli ultimi anni<br />
dagli arresti) fosse quella di trasformarsi<br />
nel Gerry Adams basco, cioè di farsi promotore<br />
di un’iniziativa politica che permettesse<br />
di mettere fine alla lotta armata<br />
e di concludere un accordo di pace per<br />
chiudere la “questione basca”. Ma il numero<br />
uno di Batasuna si è ritrovato stretto<br />
tra due fuochi: tra i pesanti condi-<br />
<strong>Il</strong> giudice Garzon<br />
decreta nuovamente<br />
la cattura di Otegi e l’ala<br />
dura del movimento<br />
riprende il controllo<br />
zionamenti imposti dai capi della banda<br />
armata (a loro volta divisi in fazioni in<br />
lotta tra loro) e un’offensiva poliziesca e<br />
giudiziaria a corrente alternata: più dura<br />
quando l’attività sanguinaria dell’Eta era<br />
al culmine, molto più blanda – se non<br />
addirittura inesistente – nelle fasi di tregua<br />
e quando il governo di Madrid puntava<br />
a un accordo politico.<br />
Si arrivava così all’assurdo che, nonostante<br />
il partito fosse fuorilegge dal<br />
2002, i suoi dirigenti si sono riuniti per<br />
anni regolarmente, osservati da vicino<br />
dalla polizia che non interveniva mai.<br />
Organizzavano persino conferenze<br />
stampa, a volte invitavano a San Sebastián<br />
piccoli gruppi di corrispondenti<br />
della stampa estera per far conoscere al<br />
mondo la loro “ver ità”. Tutto nell’a mbito<br />
di una specie di illegalità legalizzata.<br />
Un equilibrio andato in frantumi in seguito<br />
alla rottura del cosiddetto “cessate<br />
il fuoco unilaterale” da parte dell’Eta.<br />
Negli ultimi mesi, gli investigatori avrebbero<br />
seguito le tracce di Otegi nel corso<br />
di vari viaggi fatti nel sud della Francia<br />
per “prendere ordini” dai vertici dell’o rganizzazione<br />
terroristica. Secondo<br />
quanto risulta dagli ultimi documenti interni<br />
sequestrati alla banda, i dirigenti<br />
dell’Eta erano da tempo estremamente<br />
insoddisfatti dell’atteggiamento del loro<br />
ex braccio politico. Per questo, superata<br />
ormai la faida a colpi di espulsioni reciproche<br />
che, secondo quanto si è saputo<br />
di recente, aveva rischiato di provocare<br />
lo scorso anno una scissione interna<br />
all’Eta (i due protagonisti, “T h i e rr<br />
y” e “Tx eroki”, sono stati poi entrambi<br />
arrestati), ora l’organizzazione armata<br />
aveva deciso di riprendere in pieno il<br />
controllo di Batasuna. Otegi aveva ricevuto<br />
un secco “no” alla sua idea di creare<br />
una nuova “piattaforma indipendentista”<br />
nel Paese Basco. L’intervento della<br />
polizia ha fatto il resto.<br />
DAL MONDO<br />
tenuto gran parte del potere<br />
delle organizzazioni criminali<br />
russe. Del resto era stato in<br />
carcere - nel 1974, alla Butyrka,<br />
la maggiore prigione di<br />
Mosca dove per decenni sono<br />
stati rinchiusi criminali <strong>com</strong>uni<br />
e criminali politici – che “il<br />
g iapponese” era stato “incoro<br />
n a t o ”, ovvero premiato dalla<br />
fratellanza criminale con il<br />
titolo vor v zakone (ladro nella<br />
legge) uno dei gradi della gerarchia<br />
criminale. La sua carriera<br />
sovietica si interrompe<br />
nel 1991, quando si trasferisce<br />
con un normale visa d'affari<br />
negli Stati Uniti dove i sui business<br />
in libertà durano pochi<br />
mesi: in giugno è arrestato e<br />
incarcerato fino al 2005, quando<br />
viene estradato in Russia.<br />
In realtà, pur avendo passato<br />
la maggior parte del suo tempo<br />
in carcere, la sua attività<br />
non si è mai fermata, perché<br />
proprio dal carcere i capi del<br />
crimine organizzato russo<br />
controllano gli affari, stringono<br />
legami e mantengono il<br />
controllo sugli affiliati.<br />
Ed era proprio questo il cuore<br />
del potere di Ivankov: l'influenza<br />
e l'estesa rete di conoscenze<br />
nel vastissimo arcipelago<br />
carcerario russo, dove almeno<br />
30mila prigionieri appartengono<br />
in qualche modo<br />
e con qualche grado al mondo<br />
criminale. “Adesso quella rete<br />
non ha più una mano che la<br />
str inge”, rischia in qualche<br />
modo di andare in frantumi e<br />
chi vuole mantenere il controllo<br />
della criminalità nell'ex<br />
impero sovietico deve rapidamente<br />
trovare il modo di “r ipristinare<br />
la fiducia che è andata<br />
perduta con la morte di<br />
I va n kov ”.<br />
Dopo il ferimento del Giapponese<br />
il 29 luglio i vertici mafiosi<br />
moscoviti avevano trovato<br />
un sostituto, qualcuno che<br />
si sacrificasse nel ruolo di riunificatore<br />
e garante dei vari<br />
gruppi: la scelta è caduta su un<br />
uomo più anziano di Ivankov -<br />
identificato <strong>com</strong>e Aslan Ussoian,<br />
chiamato “nonno Has-<br />
san”, presente ai funerali - che<br />
dunque deterrà il potere conferitogli<br />
non troppo a lungo e<br />
questo fa pensare che una faida<br />
per la successione si potrebbe<br />
presto aprire.<br />
Intanto l'attacco contro il capo<br />
riconosciuto della mafia<br />
russa - molto probabilmente<br />
<strong>com</strong>piuto dai rivali georgiani,<br />
per via della sua politica “nazionalista”,<br />
ovvero di emarginazione<br />
delle mafie etniche<br />
georgiane o altrimenti caucasiche<br />
– “è stato rapidamente<br />
vendicato: chi ha sparato è già<br />
stato ucciso”, sono sicure nel<br />
affermare fonti informate del<br />
mondo criminale moscovita.<br />
All'eredità “politica” di Ivankov<br />
guardano con attenzione<br />
anche i servizi segreti russi,<br />
presenti ai funerali, secondo<br />
quando riportato dalle agenzie<br />
di stampa; la sua strategia<br />
di riunificazione della mafia<br />
russa contro le altre organizzazioni<br />
era stata avallata in qualche<br />
modo dall'Fsb, i servizi<br />
<strong>Il</strong> capomafia<br />
teneva le fila<br />
delle bande<br />
criminali nelle<br />
carceri russe<br />
Ora c’è un<br />
vuoto di potere<br />
succeduti al Kgb: ed era voce<br />
<strong>com</strong>une che il Giapponese facesse<br />
gli interessi di diversi<br />
mondi economico-finanziari,<br />
“spostando enormi somme di<br />
danaro da una parte all'altra”;<br />
adesso, con la sua morte “queste<br />
enormi somme che scorrono<br />
da una parte all'altra, rischiano<br />
di fermarsi o di disperdersi,<br />
o di cambiare direzione”<br />
e sono in molti a voler seguire<br />
le direzioni che prende-<br />
ra n n o .<br />
Ivankov metteva in relazione,<br />
gestiva rapporti e uomini più<br />
che direttamente cifre e conti,<br />
tessendo relazioni e probabilmente<br />
facendo favori a varie<br />
parti, a chi entrava in contatto<br />
con lui e con i suoi simili, ed<br />
era riuscito a salire i gradini<br />
della gerarchia criminale negli<br />
anni '80, finendo con il soppiantare<br />
la vecchia guardia<br />
della mafia russa – quella raccontata<br />
nei suoi riti e nel rigore<br />
dei ruoli dal giovane Nicolai<br />
Lilin, trasferitosi in Italia, in<br />
“Un'educazione siberiana”,<br />
con riferimento all'insieme di<br />
regole, in carcere e fuori, e i<br />
cui segni esteriori erano (e<br />
continuano ad essere) i tatuaggi<br />
e i loro molteplici significati<br />
– e creare una nuova forma<br />
di organizzazione. La stessa<br />
che aveva provato a esportare<br />
anche oltre Oceano, in<br />
America, a Little Odessa, il<br />
quartiere newyorchese degli<br />
immigrati russi. Ma Ivankov<br />
non era un superpadrino, un<br />
capo che univa i diversi gruppi<br />
e che tutti riconoscevano<br />
<strong>com</strong>e leader: era piuttosto<br />
una figura alla quale rivolgersi<br />
per accordi e intese che sarebbero<br />
poi state prese con altri.<br />
Certo anche se non un supercapo,<br />
Ivankov aveva le sue originalità<br />
e amava esibirle: si sa<br />
che era un patito dell'arte marziale<br />
giapponese del Ju-jitsu;<br />
che aveva pronta un'autobiografia<br />
scritta in carcere (“Contro<br />
il vento”) così <strong>com</strong>e poesie<br />
per bambini.
Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 13<br />
Cure pubbliche<br />
per decine di milioni<br />
di americani<br />
U<br />
Non tutti i cittadini americani hanno una<br />
copertura sanitaria. Per decine di milioni<br />
di persone la salute non è un diritto<br />
garantito dallo Stato. L’intervento pubblico sulla sanità<br />
è regolato dalle leggi contenute nel Social Security Act<br />
note <strong>com</strong>e Madicare e Madicaid, siglate da Lyndon<br />
Johnson nel 1965. Secondo il programma sanitario<br />
pubblico, sono previsti aiuti a individui e famiglie con<br />
Tutti i nemici<br />
del presidente<br />
Ok del Senato alla riforma sanitaria di<br />
Obama, gli oppositori affilano le armi<br />
di Angela Vitaliano<br />
New York<br />
Oggi siamo vicini <strong>com</strong>e mai<br />
all’approvazione della riforma<br />
sanitaria, ma ancora<br />
non abbiamo raggiunto<br />
il traguardo. Questo non è il momento<br />
per congratularci con<br />
noi stessi ma quello per spingere<br />
e lavorare ancora più duramente<br />
per portare a termine ciò<br />
che abbiamo iniziato”. È soddisfatto<br />
Barack Obama, dopo l’ap -<br />
provazione in <strong>com</strong>missione finanze<br />
del piano di 829 miliardi<br />
di dollari, garanzia fondamentale<br />
per estendere la copertura sanitaria<br />
ai circa 29 milioni di americani<br />
che, attualmente, non<br />
possono permettersela. Soddisfatto<br />
ma non pago. Anzi. Scrollatosi<br />
di dosso un po’ di tensione,<br />
fra un passo di mambo e uno<br />
di salsa, alla Fiesta latina, organizzata<br />
da Michelle alla Casa<br />
Bianca, nella serata di martedì,<br />
il presidente è subito tornato al<br />
lavoro, sapendo che ora bisogna<br />
essere bravissimi “dietro le<br />
porte chiuse”, dove si fanno gli<br />
accordi bipartisan, dove si costruisce,<br />
cioé, il possibile successo<br />
di una riforma storica.<br />
Obama è il terzo presidente in<br />
64 anni a porre l’assistenza sanitaria<br />
fra le priorità del paese:<br />
lo aveva fatto Henry S. Truman<br />
nel 1945 e poi Bill Clinton nel<br />
1993, senza mai, però, arrivare<br />
così vicini alla meta. È adesso,<br />
quindi, che si scatenerà la vera<br />
guerra di chi, ancora una volta,<br />
questa riforma provera’ a fermarla,<br />
anche se solo all’ultimo<br />
minuto. Da oggi, i nemici sono<br />
armati e senza più nemmeno la<br />
pretesa di uno spirito di collaborazione.<br />
E Obama lo sa. E li<br />
conosce bene: sono nel Congresso<br />
ma anche nei media e negli<br />
show tv e hanno grande impatto<br />
sull’opinione pubblica.<br />
Glenn Beck Conduttore di uno<br />
show per Fox News Channel, è<br />
uno degli oppositori più ag-<br />
FRONTE DEL LAVORO<br />
La Camera del Lavoro di Brescia torna<br />
all’antico rispolverando il mutuo<br />
soccorso. Tutte le Cgil di Brescia e<br />
provincia hanno attivato questo<br />
strumento per sostenere le famiglie dei<br />
lavoratori. Un salto nel passato e alle<br />
abitudini ottocentesche, ciò che cambia è<br />
la modalità: sono stati stampati 50.000<br />
biglietti-ricevuta nei tagli da 2, 5 e 10<br />
euro. L’ obiettivo, piuttosto ambizioso, è<br />
riuscire a raccogliere 250mila euro in un<br />
anno. I soldi serviranno per attivare forme<br />
di microcredito, condividere le spese<br />
sostenute dai lavoratori delle aziende in<br />
presidio permanente e soprattutto<br />
guerriti del presidente Obama,<br />
tanto che i suo reiterati attacchi<br />
gli sono valsi spesso accuse di<br />
razzismo e di incitamento alla<br />
violenza. Da mesi, Beck, passa<br />
al setaccio la vita di tutti i membri<br />
dell’amministrazione per<br />
scoprirne la più piccola “mac -<br />
ch i a ” e chiederne le dimissioni,<br />
<strong>com</strong>e è avvenuto per Van Jones.<br />
A proposito della riforma sanitaria,<br />
ha detto che per Obama<br />
rappresenta un modo per risarcire<br />
gli afro americani per il periodo<br />
della schiavitù. Sostenitore<br />
del libero possesso delle armi,<br />
Beck ha affermato che la F ox<br />
è perseguitata <strong>com</strong>e gli ebrei<br />
durante l’Olocausto.<br />
Rush Limbaugh C o n d u t t o re<br />
radiofonico, Limbaugh si è attirato<br />
molte critiche, anche da<br />
parte repubblicana quando,<br />
all’indomani dell’elezione di<br />
Obama, augurò al nuovo presidente<br />
di fallire nel suo ruolo. A<br />
n miliardo di affamati: di nuovo, dopo<br />
gli Anni ‘70 quando l'Occidente scoprì<br />
le crisi e l'aiuto umanitario, la popolazione<br />
mondiale che vive con una quantità<br />
di cibo non sufficiente, ha superato<br />
la soglia dei nove zeri; solo che nel frattempo<br />
gli abitanti del mondo sono passati<br />
da 4 a circa 6,5 miliardi. La percentuale<br />
totale è dunque diminuita, ma il numero<br />
degli affamati è lievitato per via<br />
della crisi: più 9% rispetto a un anno fa. A<br />
calcolarlo sono la Fao, l'agenzia Onu per<br />
l'alimentazione e il Pam, Programma alimentare<br />
mondiale, Ed è sempre l'Onu ad<br />
aver stabilito la “formula della fame”,<br />
riassunta nell'acronimo Mder, ovvero<br />
minimum energy requirement: la quantità di<br />
calorie necessarie per garantire a una<br />
persona un peso e un'attività minima (e<br />
che variano a seconda di età e aree geografiche),<br />
sotto i quali di fatto la propria<br />
vita è in pericolo.<br />
proposito della riforma sanitaria,<br />
ha detto che le cifre fornite<br />
dall’amministrazione a proposito<br />
di coloro che non possono<br />
permettersi una copertura, sono<br />
“i m p re c i s e ” perché includono<br />
gli immigrati clandestini che<br />
non hanno diritto a nessuna assistenza.<br />
Limbaugh, che ha ammesso<br />
la sua dipendenza agli antidolorifici,<br />
ha firmato un contratto<br />
fino al 2016 per la cifra di<br />
400 milioni di dollari.<br />
Joe Wilson Deputato repubblicano<br />
del Sud Carolina dal 2001,<br />
grande oppositore del piano di<br />
riforma sanitario e di un’e ventuale<br />
copertura sanitaria per i<br />
clandestini, diventato famoso<br />
per aver interrotto il discorso<br />
del presidente al Congresso, urlandogli<br />
“tu menti”. “Rispetto il<br />
presidente Obama – ha detto<br />
Wilson in una recente intervista<br />
radiofonica – ma abbiamo il diritto<br />
d’essere in disaccordo so-<br />
La sottonutrizione - secondo il rapporto<br />
delle agenzie dell’Organizzazione delle<br />
Nazioni Unite - è una realtà estesa in Asia<br />
e nel Pacifico, dove si stimano 642 milioni<br />
di affamati, ma non risparmia i Paesi<br />
sviluppati dove sono 15 milioni a soffrire<br />
la fame. Nell'Africa sub-sahariana sono<br />
265 milioni, in America Latina e Caraibi<br />
53 milioni, nel Vicino Oriente e Nord<br />
Africa 42 milioni. “Molti Paesi, a causa<br />
della crisi globale, hanno subito cali generalizzati<br />
nei propri flussi finanziari e<br />
<strong>com</strong>merciali, assistendo ad una caduta<br />
verticale delle entrate da esportazioni,<br />
degli investimenti esteri, degli aiuti allo<br />
sviluppo e delle rimesse in denaro”,<br />
spiega lo studio Fao-Pam, che osserva <strong>com</strong>e<br />
le 17 economie più importanti dell'America<br />
Latina, nel 2008 hanno ricevuto<br />
quasi la metà delle entrate finanziarie:<br />
89 miliardi di dollari contro 184 miliardi<br />
ricevuti nel 2007. E nel 2009 si prevede<br />
un ulteriore calo (44<br />
miliardi di dollari).<br />
basso reddito e agli anziani ma solo nei casi<br />
d’emergenza, o in casi molto gravi. In realtà, la vera<br />
sanità americana è gestita dalle assicurazioni private. A<br />
cui i cittadini pagano cifre da capogiro per avere in<br />
cambio cure ed esami medici. <strong>Il</strong> tipo di assistenza<br />
dipende dall’assicurazione siglata. Ci sono tabelle<br />
molto precise cui corrispondono versamenti<br />
altrettanto chiari: numeri di visite specialistiche, tipo di<br />
prattutto se lui promuove una<br />
politica sull’ immigrazione, legata<br />
alla riforma sanitaria, che<br />
ritengo sconsiderata”. Wilson<br />
insiste, nonostante non ci siano<br />
indicazioni in tal senso, che l’as -<br />
sistenza sanitaria, con la riforma<br />
Obama, verrà estesa anche<br />
ai clandestini.<br />
Olympia Snowe Senatrice repubblicana<br />
del Maine e leader<br />
della corrente moderata all’in -<br />
terno del partito, ha votato a favore<br />
del finanziamento approvato<br />
martedì in <strong>com</strong>missione fi-<br />
L’ONU E LA FORMULA DELLA FAME<br />
Calcolati oltre un miliardo di denutriti, <strong>com</strong>e nel 1970. Gli aiuti alimentari non bastano<br />
MUTUO SOCCORSO<br />
di Elisabetta Reguitti<br />
contribuire ai pacchi alimentari distribuiti<br />
dalla Caritas diocesana. “Un operaio<br />
percepisce 715 euro netti al mese. La<br />
perdita oscilla da 300 a 500 euro rispetto<br />
allo stipendio” precisa Marco Fenaroli<br />
segretario Generale della Cgil di Brescia.<br />
Oggi in provincia di Brescia vengono<br />
erogati 30mila assegni di disoccupazione,<br />
che garantiscono il 60% dello stipendio<br />
nei primi 4 mesi, il 50% nei 2 mesi seguenti<br />
e il 40% della retribuzione per altri 4 mesi<br />
ma solo agli ultra-cinquantenni. Le ore di<br />
Cassa integrazione nel 2009 sono state<br />
25,8 milioni, in tutto il 2008 erano state 7<br />
milioni.<br />
Osservando i dati dell'ultimo<br />
decennio, si<br />
osserva <strong>com</strong>e l'aumento<br />
delle persone<br />
sottonutrite “si verifichi<br />
sia nei periodi di<br />
prosperità economica<br />
che di recessione”.<br />
<strong>Il</strong> che - spiega la Fao -<br />
mostra l'estrema debolezza<br />
del sistema<br />
mondiale di governance<br />
della sicurezza<br />
alimentare. “I leader<br />
mondiali hanno reagito<br />
con determinazione<br />
alla crisi economica<br />
e finanziaria mobilitando<br />
miliardi di dollari<br />
in un lasso di tempo<br />
molto breve. La<br />
stessa azione decisa è<br />
adesso necessaria per<br />
<strong>com</strong>battere fame e<br />
DAL MONDO<br />
Nella foto grande<br />
Barack Obama. In<br />
senso orario dall’a l t o,<br />
Joe Wilson, Rush<br />
Limbaugh, Olympia<br />
Snowe e Glenn Beck<br />
(FOTO ANSA)<br />
nanze. “Quando la storia chiama,<br />
chiama” ha detto la senatrice,<br />
aggiungendo “io sono qui a<br />
lavorare per ciò che è meglio<br />
per il paese e per lo Stato che mi<br />
ha eletta”. Pur essendo, la prima<br />
senatrice repubblicana a garantire<br />
l’appoggio bipartisan al<br />
quale Obama sta lavorando, la<br />
Snowe ha anche sottolineato<br />
che il voto di ieri non significa<br />
un appoggio incondizionato in<br />
sede di discussione della riforma<br />
e ha ribadito il suo no secco<br />
all’opzione pubblica.<br />
pover tà”, afferma il direttore generale<br />
della Fao Jacques Diouf, convinto della<br />
necessità “di investire nel settore agricolo<br />
dei Paesi in via di sviluppo, non solo<br />
per sconfiggere fame e povertà, ma anche<br />
per assicurare una generalizzata crescita<br />
economica, dunque, pace e stabilità<br />
nel mondo”. Attualmente, invece, assistiamo<br />
al più basso livello di aiuti alimentari<br />
mai registrato - ha dichiarato Josette<br />
Sheeran, direttrice esecutiva del<br />
Programma alimentare mondiale dell'Onu,<br />
sottolineando “che servono risorse e<br />
impegno per coprire le necessità urgenti”.<br />
“La fame nel mondo aumenta nonostante<br />
il drastico calo dei prezzi dei prodotti<br />
agricoli, con quotazioni internazionali<br />
che in un anno sono passate da 0,37<br />
a 0,18 dollari al chilo”, osserva la Coldiretti.<br />
E l’ong ActionAid: “<strong>Il</strong> primo Obiettivo<br />
del millennio stabilito dall’Onu nel<br />
2000 e che aveva <strong>com</strong>e target di dimezzare<br />
il livello degli affamati entro il 2015,<br />
è ormai irraggiungibile”.<br />
E ieri, durante la presentazione nella sala<br />
degli Arazzi della Rai dell'ultima iniziativa<br />
del Cuamm (la maggiore ong italiana<br />
che si occupa di salute in Africa), in Etiopia<br />
e collegata al sinodo dei vescovi africani<br />
in svolgimento a Roma, il responsabile<br />
della Protezione civile Guido Bertolaso<br />
ha <strong>com</strong>mentato <strong>com</strong>e non si tratti<br />
di discutere se gli aiuti aiutano (riferimento<br />
al libro dell'economista africana<br />
Dambisa Moyo Dead Aid su <strong>com</strong>e gli aiuti<br />
e gli impegni umanitari dell'Occidente<br />
abbiano nociuto più che favorito l'Africa),<br />
ma <strong>com</strong>e vengono usati anche da<br />
parte dei governi africani e che serve un<br />
nuovo approccio, anche morale. L'Italia<br />
- ha detto Bertolaso alla presenza del direttore<br />
generale della Cooperazione allo<br />
sviluppo del ministero degli Esteri Elisabetta<br />
Belloni - con il suo modello di cooperazione<br />
e volontariato può avere un<br />
ruolo di leadership della solidarietà, anche<br />
tecnica per un modello efficace di<br />
aiuto. (S.CI.)<br />
malattia per cui sono previsti gli interventi. E tutto a<br />
seconda del proprio stipendio e del proprio contratto<br />
sanitario. Obama vorrebbe garantire il diritto alla<br />
salute a tutti gli americani. Con la creazione di un<br />
sistema sanitario nazionale universale. Una rivoluzione<br />
per gli Usa. <strong>Il</strong> tutto con una spesa di 900 miliardi di<br />
dollari in dieci anni. Molto meno, ha detto il presidente,<br />
del costo delle guerre di Bush in Iraq e Afghanistan.<br />
N<br />
SVEZIA<br />
Donne discriminate<br />
all’Università<br />
D iscriminazione<br />
sessuale: le donne<br />
non ammesse ad un<br />
corso di psicologia<br />
dell’Università di Lund<br />
hanno fatto ricorso<br />
perchè si sono viste<br />
scavalcare dagli<br />
uomini. Dal 2003 le<br />
università praticano la<br />
discriminazione<br />
positiva in favore delle<br />
per centuali<br />
sottorappresentate. In<br />
questo caso, gli uomini.<br />
VENEZUELA<br />
L’Hilton diventa<br />
dello Stato<br />
I l<br />
presidente<br />
venezuelano Chavez ha<br />
deciso di nazionalizzare<br />
l’hotel Hilton, sulla<br />
turistica isola Margarita. <strong>Il</strong><br />
<strong>com</strong>plesso ospita 280<br />
camere, 210 suite, un<br />
casinò e ristoranti.<br />
Diventerà tutto dei<br />
proprietà del minstero del<br />
Turismo. Nel decreto si<br />
legge che è un “dover e<br />
dello Stato” contare su<br />
stabilimenti turistici che<br />
dispongano di alloggi e<br />
ambienti ricreativi.<br />
INDIA<br />
A ttacco<br />
Nuovi attacchi<br />
dei naxaliti<br />
dei maoisti<br />
naxaliti nello stato<br />
nord orientale indiano del<br />
Bihar, nella città di<br />
Sintamarhi. In 50 hanno<br />
distrutto una torre<br />
telefonica e occupato il<br />
mercato costringendo gli<br />
abitanti a non uscire di<br />
casa. L’attacco è arrivato<br />
nel secondo giorno di<br />
sciopero generale<br />
proclamato dai maoisti<br />
nell’area, in<br />
con<strong>com</strong>itanza con le<br />
elezioni in alcuni stati<br />
indiani.<br />
PALESTINA<br />
L’Onu: indagare<br />
su ‘Piombo fuso’<br />
I l<br />
segretario generale<br />
dell'Onu, Ban Ki-moon,<br />
chiede a israeliani e<br />
palestinesi di aprire<br />
“indagini credibili” sulle<br />
accuse di crimini di<br />
guerra e violazioni del<br />
diritto internazionale<br />
contenute nel rapporto<br />
Goldstone. <strong>Il</strong> controverso<br />
dossier si riferisce<br />
all’operazione ‘Piombo<br />
fuso’ terminata in gennaio<br />
con un bilancio di oltre<br />
1400 morti. <strong>Il</strong> rapporto è<br />
stato criticato da Israele<br />
<strong>com</strong>e sbilanciato e ostile.
pagina 14 Giovedì 15 ottobre 2009<br />
LA PARTITA DECISIVA<br />
IL MIO DIEGO<br />
ANIMA<br />
I N Q U I E TA<br />
DEL SUDAMERICA<br />
Con questo articolo, il regista<br />
Marco Risi inizia la sua<br />
collaborazione con “<strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong><br />
<strong>quotidiano</strong>”. Lo fa parlando di<br />
uno dei grandi enigmi irrisolti<br />
del continente sudamericano,<br />
Diego Armando Maradona. Su<br />
Dieguito e sul suo sprofondo<br />
apparentemente senza fondo,<br />
Risi aveva già indagato, nel suo<br />
“La mano de dios”. Oggi<br />
ritorna sul luogo del delitto,<br />
senza volontà omicide.<br />
di Marco Risi<br />
A<br />
Buenos Aires, tra le pieghe nascoste<br />
di una città multiforme,<br />
esiste una chiesa speciale. Esteriormente,<br />
somiglia a tutte le altre.<br />
Ingresso, navate, altare.<br />
Dentro però, si professa il culto<br />
preferito di una nazione. Quello<br />
maradoniano. La gente si riunisce.<br />
Entra in silenzio per dare<br />
poi voce a una sottile linea di<br />
pensiero che attraversa l’anima<br />
inquieta di un luogo unico al<br />
mondo. Le invocazioni a Dio, in<br />
quell’avamposto quasi eretico,<br />
sono rivolte a Diego Maradona.<br />
L’ho visto con i miei occhi,<br />
ascoltato con le mie orecchie.<br />
“Ave Diego che sei tra noi”.<br />
Se non si è almeno una volta<br />
nell’esistenza trasvolato l’Ocea -<br />
no per giungere nella culla del<br />
maradonismo, riesce difficile<br />
crederlo. Ma Baires è un caleidoscopio<br />
di volti, in cui dietro la<br />
patina, l’ologramma di Maradona<br />
non abbandona mai gli abitanti.<br />
Nei bar, davanti alle edicole,<br />
nelle strade larghe <strong>com</strong>e highway<br />
o nei vicoli senza luce,<br />
Diego c’è.<br />
Mantra e dogma, speranza e fideismo.<br />
La venerazione per Maradona,<br />
tocca gli spigoli e sfiora<br />
gli angoli. E’ un vento che rincorre<br />
se stesso e si autorigenera<br />
quotidianamente. In alto il re, in<br />
basso i sudditi. E’ così da quasi<br />
t re n t ’anni e l’attitudine non è<br />
mutata neanche nei frangenti<br />
più <strong>com</strong>plicati dalla frastagliata<br />
biografia del Pibe.<br />
Ho conosciuto Diego Maradona<br />
in Italia. Era l’estate del 2005.<br />
Da tempo cercavo inutilmente<br />
di fissare un incontro per presentare<br />
all’oggetto della mia investigazione,<br />
il progetto di un<br />
film su di lui. Io e Gianni Minàraggiungemmo<br />
Cesenatico in<br />
un caldissimo giorno di luglio.<br />
Nel campus organizzato dal suo<br />
ex <strong>com</strong>pagno di squadra e sodale<br />
Salvatore Bagni, l’atmosfe -<br />
ra era quella della colonia estiva.<br />
Bambini ovunque, palloni,<br />
un confuso sciamare di dialetti<br />
e dietro allo spettacolo, lui.<br />
Sdraiato su una sedia, silente,<br />
un ombrellone a coprirne il corpo<br />
che dopo l’espansione, stava<br />
riappropiandosi di se stesso.<br />
Un quadro triste. Immobile. Ad<br />
un tratto Diego si alzò, si era<br />
stancato della finzione, del ruolo<br />
in cui quella situazione lo ingabbiava<br />
senza possibilità di fuga.<br />
In un istante, cambiò il cielo.<br />
Vidi gli occhi prendere vita, il<br />
sorriso incresparsi, il corpo liberarsi<br />
nell’alveo più naturale<br />
per lui. Quello in cui era nato ed<br />
era riuscito ad esprimersi meglio.<br />
La felicità non costa niente e per<br />
lui, prendeva forma solo sul prato<br />
verde. Poi parlammo. Ne ricavai<br />
l’impressione di un uomo<br />
di un’idiscussa intelligenza animale.<br />
Un monumento alla malinconia<br />
e alla fragilità, <strong>com</strong>e solo<br />
sanno essere i geni, ma senza<br />
reali punti di rottura. Diego ha<br />
sempre camminato da solo. Nel<br />
sole e nella tempesta, con l’ap -<br />
provazione o il discredito. La solitudine<br />
lo abbraccia da quando<br />
è nato, anche se ammetterlo gli<br />
costerebbe troppo.<br />
E’ stato l’unico calciatore che io<br />
ricordi, a poter vincere una partita<br />
da solo. Neanche Pelè sarebbe<br />
riuscito nell’impresa, ma<br />
Diego era diverso. Sentiva la<br />
missione, avvertiva l’investitu -<br />
ra popolare. Potrebbe utilizzare<br />
la sconfinata mitologia sul suo<br />
conto, nella maniera più conveniente.<br />
Entrare in politica, <strong>com</strong>e<br />
sentivo preconizzare in certi<br />
ristoranti argentini, in cui i notabili<br />
ragionavano sui possibili<br />
approdi di una stella appassita.<br />
Oggi che i proci e gli pseudoamici<br />
di un tempo hanno dirottato<br />
l’attenzione verso lidi altri,<br />
Diego lo deciderà finalmente in<br />
assoluta autonomia. Ieri notte<br />
Maradona si è giocato molto.<br />
Nell’ennesima roulette russa<br />
della sua vita, le pallottole gli so-<br />
SECONDOTEMPO<br />
S P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE<br />
no passate molto vicino. Quella<br />
con l’Uruguay non è soltanto la<br />
partita che decide se l’Ar gentina<br />
vedrà da vicino le contraddizioni<br />
sudafricane ma rappresenta<br />
soprattutto la sfida con il<br />
passato prossimo e l’immediato<br />
futuro. I miei amici argentini<br />
non temono.<br />
Non si dubita di una divinità.<br />
Per empatìa e irriducibile desiderio<br />
di schierarmi con i più deboli,<br />
accarezzo anch’io qualche<br />
certezza. Rammento lo scetticismo<br />
nei confronti di Bearzot,<br />
Zoff e Bruno Conti. Erano i giorni<br />
di Pontevedra, 1982. Al termine<br />
della notte, conquistammo<br />
il mondiale.<br />
Non escludo che a Maradona,<br />
una volta superate le colonne di<br />
Montevideo, possa accadere lo<br />
stesso.<br />
Nella difficoltà sa risorgere <strong>com</strong>e<br />
nessuno, la <strong>com</strong>plicazione è<br />
il mare in cui preferisce nuotare<br />
ese la Celeste, a un’ora in cui i<br />
bambini dormono, non si sarà<br />
messa tra lui e il sogno, Maradona<br />
sublimerà anche quest’a<br />
s p e t t a t i va .<br />
M<br />
aradona fluttua in una dimensione<br />
tutta sua. Da tempo<br />
non può più rispondere ai<br />
canoni della normalità. La trasposizione<br />
dei piani si verificò<br />
nell’epoca buia. Nei momenti<br />
più cupi, quelli in cui supponeva<br />
di dominare il reale, assumendo<br />
dieci grammi di cocaina<br />
al dì, Diego iniziò a spiazzare la<br />
ver ità.<br />
Divide anche adesso che la droga<br />
sembra lontana e quella sostanza<br />
che pare sollevarti e poi<br />
inevitabilmente distrugge la<br />
psiche, pare un veleno preistor<br />
ico.<br />
Anche l’Argentina è spaccata<br />
<strong>com</strong>e una mela ma Diego, di<br />
fronte a questa scissione, ha<br />
mantenuto il coraggio della<br />
contraddizione e l’inesausta<br />
fiamma che gli permette di but-<br />
in & out<br />
Polanski<br />
In carcere<br />
sta<br />
p re p a ra n d o<br />
“The ghost”<br />
con Brosnan<br />
tarsi nella mischia <strong>com</strong>e<br />
quand’era giovane, con sette<br />
fratelli, nell’inferno di Villa Fior<br />
ito.<br />
Per meglio <strong>com</strong>prendere nessi<br />
e circostanze, bisogna sentire<br />
l’odore delle cose. Calarsi nei<br />
meandri sconsigliati e nelle tante<br />
lande dimenticate. Villa Fiorito<br />
appartiene a quella schiera.<br />
Girammo nella casa di uno degli<br />
amici di infanzia di Maradona,<br />
tra pistole sul tavolo e criminali<br />
<strong>com</strong>uni. Respirammo l’aria che<br />
Diego aveva avuto <strong>com</strong>e amica<br />
e <strong>com</strong>pagna fin dall’i n fa n z i a .<br />
Un’aria che ti costringe all’at -<br />
tenzione e alla scelta, alla decisione<br />
immediata e all’intuito.<br />
Nessuno <strong>com</strong>e lui ha spinto le<br />
masse all’identificazione. Non<br />
solo per una smania di somigliare<br />
a un eroe maledetto ma perchè,<br />
chi per gettarsi nella battaglia<br />
ha fatto a pezzi la diplomazia,<br />
dimostra ogni giorno che la<br />
convenienza personale non è la<br />
sola ragione a cui immolarsi.<br />
Esiste un’altra via, un possibilità<br />
Classico al “centenario” di Montevideo<br />
PIÙ DI UN SECOLO DI S TO R I A<br />
Due nazioni allo specchio - Davanti alla stessa<br />
arena in cui nel 1930 Argentina e Uruguay diedero<br />
vita alla prima finale di Coppa del Mondo, ieri notte il<br />
Sudamerica si è fermato in contemplazione. In palio,<br />
tra le formazioni di Tabarez e Maradona, la<br />
qualificazione a Sud Africa 2010. Ex italiani in campo<br />
e in panchina, per una gara che evade dallo stretto<br />
sentiero della sfida calcistica per addentrarsi mani,<br />
corpo e anima in una profonda rivalità ancestrale.<br />
Consigli<br />
M a t e ra z z i<br />
Ct: “Al<br />
mondiale<br />
solo chi c’e ra<br />
fino ad ora”<br />
Celentano<br />
“<strong>Il</strong> Ragazzo<br />
della via<br />
Gluck”, 26<br />
puntate<br />
per Sky<br />
differente di essere, un certo<br />
modo di non sembrare.<br />
In mente, dopo tanti mesi piegato<br />
su una sceneggiatura, in<br />
cui <strong>com</strong>e nelle scatole cinesi, ad<br />
ogni porta aperta corrispondeva<br />
una barriera omologa, mi sono<br />
rimaste le immagini. Fotografie<br />
indelebili. Mentre la discesa<br />
non conosceva freno,<br />
Diego emigrò a Cuba.<br />
Nell’avventura all’ombra di Fidel<br />
Castro lo seguì un factotum<br />
italiano che in patria, a migliaia<br />
di chilometri dall’isola, possedeva<br />
un paio di ristoranti.<br />
<strong>Il</strong> suo sosia. Grasso, perduto, devoto.<br />
Era il suo doppio, l’altere -<br />
go che in quel viaggio disperato<br />
e finale, Diego aveva voluto al<br />
proprio fianco.<br />
Maradona impugnava la mazza<br />
da golf fino a tarda sera, quando<br />
sull’Avana, le stelle avevano già<br />
da un pezzo occupato il cielo<br />
senza condizioni. E in quel contesto<br />
da meteora decaduta, Diego<br />
aveva individuato in quello<br />
sport altero e antitetico alle sue<br />
origini, la boa cui aggrapparsi<br />
per stare lontano dalla sostanza<br />
che lo aveva quasi ucciso. Accanto<br />
alle buche, a tenere la torcia<br />
al sovrano in disgrazia, in<br />
quell’imbrunire gravido di simbolismi,<br />
c’era il suo amico.<br />
Maradona mi ha sempre fatto<br />
venire in mente Charlie Parker.<br />
Se hai suonato quella nota, raggiunto<br />
le vette, sfiorato il paradiso,<br />
ripetersi diventa un dovere.<br />
Sfiorare la terra può essere la<br />
pena più dolorosa da scontare.<br />
Ancor di più in un paese in cui<br />
Mourinho<br />
Andrè Boas,<br />
già assistente<br />
tattico del<br />
por toghese,<br />
lascia l'Inter<br />
Diego Armando Maradona (FOTO ANSA)<br />
gli abitanti parlano spagnolo,<br />
vestono all’inglese ma vorrebbero<br />
essere francesi e hanno visto<br />
in Diego l’entità sovrumana<br />
capace di far gol in undici tocch<br />
i .<br />
Fu un lampo, l’isteria collettiva,<br />
il prodigio che si trasforma in<br />
semplicità. Con l’Inghilter ra,<br />
subito dopo aver punito con il<br />
pugno le malefatte inglesi alle<br />
Falkland-Malvinas, Diego aveva<br />
pittato un’opera d’ar te.<br />
La rete perfetta, realizzata <strong>com</strong>e<br />
Nureyev, ballando tra gli avversari.<br />
<strong>Il</strong> radiocronista che raccontò<br />
in tutte le case argentine,<br />
da Posadas a Ushuaia,<br />
quell’epopea, era uruguaiano.<br />
Lo scovammo dopo una perigliosa<br />
ricerca.<br />
Ascoltammo la cronaca<br />
dell’epoca, parlammo con lui,<br />
mettemmo ne “La mano de<br />
Dios”, quella voce ritmata<br />
“ta-ta-ta-ta” che sapeva dove arrivare.<br />
Lui ci confessò che a metà<br />
dell’azione di Maradona, ebbe<br />
l’intuizione decisiva. Sapeva<br />
che nessuno lo avrebbe fermato.<br />
Che al di sopra di tutto, con<br />
tipica enfasi argentina, qualcuno<br />
aveva già deciso. In quella<br />
profezia avverata, c’era molto<br />
del segreto di Diego.<br />
Anche se il campo si è ristretto e<br />
inseguire la lucentezza, ha lo<br />
stolido suono delle rincorse improbabili,<br />
io e quel cantore moderno<br />
la vedevamo nello stesso<br />
modo.<br />
Tifosi, non giudici. Con la birra<br />
nell’angolo e la televisione accesa.<br />
A tutto volume.
Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 15<br />
CULTUR A E POTERE<br />
IL SALVADANAIO<br />
DI EMANUELE<br />
di Francesco Bonazzi Giovanni Benessia a Torino). In- ca e del volontariato. Tutti servece<br />
la recente nomina che il batoi di consenso elettorale ir-<br />
Tocca proprio entrare nella<br />
club house del Reale Circolo<br />
Canottieri Aniene, un<br />
sobrio posticino sulla<br />
barone di Culcasi ha incassato<br />
dal sindaco Gianni Alemanno,<br />
ovvero la presidenza del polo<br />
museale capitolino riunito nella<br />
rinunciabili per chi voglia <strong>com</strong>andare<br />
a Roma e che Emanuele,<br />
campione dell’ar istocrazia<br />
nera papalina e consigliere eco-<br />
sponda destra del Tevere al qua- holding Palaexpo, ha acceso i rinomico del Sacro Militare Ordile<br />
le donne non hanno diritto di flettori su questo indomito “hi - ne Costantiniano di San Gior-<br />
accedere senza un cavaliere, ghlander” tra Prima, Seconda e gio, amministra con generosità<br />
per trovare l'unico consesso ro- Terza Repubblica. Con la sola proverbiale. “Basta che m’invi -<br />
mano dove il professor avvoca- precisazione che accostare il teno”, <strong>com</strong>e diceva il <strong>com</strong>ico<br />
to Emmanuele Francesco Maria termine “re p u bbl i c a ” a un mo- Max Giusti in una vecchia imi-<br />
Emanuele, barone di Culcasi, narchico che da avvocato ha cutazione di Alberto Sordi, e il ba-<br />
accetta di non essere il numero rato le pratiche di rientro dei rone apre i cordoni della borsa.<br />
uno. E c'è da capirlo, perché nel<br />
circolo dove i magistrati che indagano<br />
sullo scandalo dei mon-<br />
maschi di casa Savoia potrebbe<br />
in effetti sembrare azzardato.<br />
Ma il barone è ormai definitiva-<br />
e poi gli offrono anche uno<br />
S strapuntino, che sia una prediali<br />
di nuoto hanno appena mente consacrato Grande Elesidenza o un qualche altro ono-<br />
messo i sigilli alla piscina, la premosiniere della cultura locale, re, lui accetta di buon grado. Per<br />
sidenza tocca a Giovanni Mala- oltre che della sanità, della ricer- capire davvero perchè, morta<br />
gò. Ma chi<br />
Maria Angio-<br />
controlla i voti<br />
lillo,Emanue- e gli blinda la<br />
le sia l’ultimo<br />
ma ggioranza<br />
è <strong>com</strong>unque il<br />
signor Barone,<br />
un settantennepalermitano<br />
che da<br />
soli vent’anni<br />
presiede la<br />
Fo n d a z i o n e<br />
della cassa di<br />
risparmio di<br />
Roma: bilancio<br />
annuo da<br />
due miliardi e<br />
una capacità<br />
di spendere a<br />
pioggia sul<br />
territorio ben<br />
superiore a<br />
quella del Comune.<br />
Così,<br />
mentre il vippumecapitolino<br />
è in estasi<br />
per la Festa<br />
del cinema,<br />
l’arte che ha<br />
portato perfino<br />
i fratelli<br />
Vanzina nelle<br />
segrete stanze del circolo Aniene,<br />
non sarebbe generoso dimenticare<br />
il prode Emanuele e<br />
il suo impegno per la città.<br />
In teoria, il ruolo della fondazione<br />
guidata da Emanuele non sarebbe<br />
molto diverso da quello<br />
che la Compagnia di San Paolo<br />
svolge per Torino, la Cariplo per<br />
Milano e la Fondazione CariVerona<br />
per la città scaligera. Solo<br />
che in quelle realtà periferiche i<br />
presidenti delle fondazioni si dimettono<br />
perfino dall’associa -<br />
zione Amici della musica (<strong>com</strong>e<br />
M O S T RA G ra c e,<br />
ritratto di un’icona<br />
FOTO, ABITI, gioielli, borse, locandine, cover<br />
di magazine, contratti cinematografici, lettere<br />
scambiate con Alfred Hitchcock e Cary Grant,<br />
filmati girati personalmente nei momenti importanti<br />
della vita, <strong>com</strong>pongono il ritratto intimo<br />
dell'attrice americana diventata principessa di<br />
Monaco e icona di stile, moglie e madre perfetta,<br />
nella mostra che sarà inaugurata oggi a Roma dal<br />
figlio, il principe Alberto. Gli anni di Grace Kelly,<br />
principessa di Monaco. La sede della mostra, in<br />
programma fino al 28 febbraio 2010, è la Fondazione<br />
Memmo, in via del Corso, dove domani<br />
il principe Alberto di Monaco taglierà il nastro<br />
del vernissage. La mostra <strong>com</strong>incia con una galleria<br />
di cover di magazine degli anni '50, periodo<br />
in cui Grace era passata da icona dei film di Hitchcock<br />
a principessa di Monaco: le locandine di<br />
Life, Time ma anche di Gente e Oggi. <strong>Il</strong> percorso<br />
prosegue con le foto di scena di Eric Carpenter,<br />
della Metro Goldwin Mayer, alternate agli scatti<br />
di artisti <strong>com</strong>e Howell Conant, Cecil Beaton, Irwing<br />
Penn.<br />
Grace Kelly: la mostra<br />
dedicata a lei inaugura<br />
oggi a Roma<br />
CAPE FAREWELL<br />
ART AND CLIMATE CHANGE<br />
AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA<br />
CULTURA E CLIMA IN CONVERSAZIONE CON...<br />
Jarvis Cocker - Musicista, dj radiofonico ed ex frontman dei Pulp<br />
David Buckland - Regista e fondatore di Cape Farewell<br />
Nick Stringer - Regista del film “L’incredibile viaggio della tartaruga”<br />
Giuseppe Onufrio - Direttore Esecutivo - Greenpeace<br />
Modera: Sylvie Coyaud - Giornalista<br />
Saranno proiettati estratti dal film “Disko Bay”.<br />
Performance live di Jarvis Cocker.<br />
Domenica 18 ottobre, ore 16:00<br />
Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli. Ingresso libero.<br />
Viale Pietro de Coubertin<br />
sacerdote di<br />
un certo Ancien<br />
Régime<br />
romano, bisogna<br />
spulciarsi<br />
SECONDO TEMPO<br />
l’ultimo bilancio della Fondazione<br />
Roma, una vera bibbia del<br />
trasversalismo. Nel bilancio<br />
2008, l’ultimo disponibile, ecco<br />
che ci sono gli spiccioli elargiti<br />
agli ospedali pubblici e i 559<br />
mila euro donati al Policlinico<br />
Gemelli; gli 899 mila euro per il<br />
Campus Biomedico dell’Opus<br />
Dei e i cinque milioni per la ricerca<br />
medica delle università<br />
pubbliche. Poi c’è la Luiss, della<br />
quale Emanuele è da sempre<br />
consigliere, che lo scorso anno<br />
si è presa oltre 642mila euro. Ma<br />
dopo aver così lautamente finanziato<br />
l’ateneo della Confindustria,<br />
che pure non è esatta-<br />
Frieze Art Fair a Londra<br />
L’ARTE, LA FIERA<br />
(E LA BOLLICINA)<br />
M<br />
entre fuori della colossale<br />
tensostruttura cadono<br />
le foglie autunnali di<br />
R e ge n t ’s Park, all’inter no<br />
sciamano battaglioni di collezionisti<br />
intenti a contrattare,<br />
discutere, <strong>com</strong>prare.<br />
Se uno fa attenzione, quasi<br />
sente lo sciabordio dei milioni<br />
di euro che allegramente<br />
scorre in mille rivoli<br />
nella settima edizione della<br />
Frieze Art Fair, la fiera di arte<br />
contemporanea che negli<br />
ultimi anni ha imposto Londra<br />
<strong>com</strong>e una delle piazze<br />
più importanti del mondo.<br />
Ieri era la serata vip, la preview<br />
riservata a chi le opere<br />
se le può davvero permettere:<br />
gli altri potranno accedere<br />
da oggi fino al 18 ottobre,<br />
a pagamento.<br />
Un’esperienza davvero rac<strong>com</strong>andabile,<br />
e non solo<br />
dal punto di vista estetico.<br />
Qui ci sono delle variabili<br />
extra: uomini e donne ric-<br />
chissimi, ac<strong>com</strong>pagnati da<br />
partner decorativi, e persone<br />
colte o, se non colte, “di<br />
gusto”. Ci sono quelli che<br />
<strong>com</strong>prano arte <strong>com</strong>e se <strong>com</strong>prassero<br />
azioni Tele<strong>com</strong>: per<br />
fare investimenti, ci sono<br />
quelli che sono ossessionati<br />
dalla “distinzione” studiata<br />
da Bordieu. Ma ci sono anche<br />
coloro che amano davvero<br />
l’arte, qualunque cosa questo<br />
termine ormai significhi.<br />
Nel <strong>com</strong>plesso, la sorte di<br />
questo mercato, le cui quotazioni<br />
si sono negli ultimi<br />
anni gonfiate allo stesso modo<br />
di quelle finanziarie, si vede<br />
dall’esito di eventi <strong>com</strong>e<br />
questo. Ci si aspettano<br />
60.000 visitatori per 165 gallerie<br />
da tutto il mondo (anche,<br />
naturalmente, l’Italia).<br />
Ma non c’è euforia: 28 espositori<br />
si sono ritirati dall’an -<br />
no scorso e, in un calo <strong>com</strong>plessivo<br />
delle vendite rispetto<br />
al passato, c’è chi teme il<br />
INCONTRI DI CAPE FAREWELL<br />
mente una onlus, si poteva restare<br />
insensibili ai bisogni materiali<br />
di Santa Romana Chiesa?<br />
Certo che no, e allora ecco<br />
281.870 euro per la cappella<br />
della Pontificia Università Lateranense<br />
e i 40 mila euro per la<br />
sua imperdibile cattedra di “Eti -<br />
ca e Tributi”. Ma poi mica si possono<br />
negare 136 mila euro per il<br />
master “Esperti in Politica” del -<br />
la Libera Università Maria Santissima<br />
Assunta. Però non c’è<br />
solo il Vaticano, a Roma, e sul<br />
fronte più laico e cco il contributo<br />
da 70 mila euro all’inizia -<br />
tiva “Quotidiano in classe”<br />
dell’Osservatorio Giovani Edi-<br />
peggio. C’è anche ci sostiene<br />
che questo tonfo del mercato<br />
sia salutare, in quanto riportando<br />
i prezzi sulla terra<br />
(si fa per dire) lavora a favore<br />
della qualità. Certo, le mise<br />
Prada continuano ad abbondare,<br />
<strong>com</strong>e anche le abbronzature<br />
e le scriminature e le<br />
plastiche disastrate, frammiste<br />
al look delabré di tormentatissimi<br />
artisti (tra i vip, oltre<br />
a un Valentino Garavani ormai<br />
a un passo dall’inquie -<br />
tante, avvistate Gwyneth Paltrow<br />
e Zadie Smith). <strong>Il</strong> fermento<br />
accanto alle gallerie<br />
più importanti, soprattutto<br />
Gagosian e la locale White<br />
Cube di Jay Jopling (con il solito<br />
abbinamento Emin/Hirst)<br />
è palpabile. La fiera, poi,<br />
fa da ombrello a una serie di<br />
aste, prime fra tutte quelle di<br />
Chr istie’s e Sotheby’s, entrambe<br />
con proiezioni di<br />
vendite vistosamente ridotte<br />
rispetto all’anno scorso. Ma<br />
per ora, a guardare questo<br />
sciamare di super-rich, sembra<br />
proprio che la bolla (anzi<br />
la bollicina: tutti fanno affari<br />
sorseggiando champagne)<br />
non sia affatto scoppiata.<br />
Leonardo Clausi<br />
AuditoriumArte - Spazio Hag - Viale Pietro de Coubertin. Ingresso Libero.<br />
- Venerdì 16 ottobre, ore 18.00 - Educazione<br />
Quentin Cooper e Suba Subramaniam<br />
- Sabato 17 ottobre, ore 18.00 - Cinema<br />
David Buckland, David Hinton, Peppe Ruggiero<br />
ed Esmeralda Calabria<br />
- Domenica 18 ottobre, ore 18.30 - Musica<br />
Siobhan Davies, Max Eastley e Jarvis Cocker<br />
- Lunedì 19 ottobre, ore 18.00 - Architettura<br />
Peter Clegg e Mario Cucinella<br />
- Martedì 20 ottobre, ore 18.00 - Arte<br />
David Buckland e Dan Harvey<br />
Emanuele Emanuele con l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli<br />
tori di Andrea Ceccherini, il<br />
“Gianni Letta di domani” ch e<br />
ogni anno convoca a Bagnaia i<br />
direttori dei principiali giornali.<br />
Con i cospicui dividendi che arrivano<br />
dalla quota che la Fondazione<br />
detiene in Unicredit-Capitalia,<br />
Emanuele tiene buoni rapporti<br />
anche con la Comunità<br />
ebraica romana (80 mila euro<br />
per i viaggi ad Auschwitz) e con<br />
quell’inimitabile crocevia di poteri<br />
che è la Comunità di<br />
Sant’Egidio. Non mancano poi i<br />
20 mila euro donati all’associa -<br />
zione “Amici dell’Accademia<br />
dei Lincei”, della quale il barone<br />
è membro, in modo da controllare<br />
al meglio l’utilizzo delle<br />
elargizioni. E altri ventimila euro<br />
vanno alla fondazione Civita,<br />
che a Roma forse è quanto di più<br />
lontano si possa immaginare da<br />
preti e dintorni, ammesso che<br />
queste distinzioni abbiano ancora<br />
un senso nel fantastico regno<br />
del barone Emanuele. Del<br />
resto, solo con un disegno di<br />
ampia trama si possono <strong>com</strong>prendere<br />
i 35 mila euro donati<br />
alla Fondazione Don Luigi Di<br />
Liegro (mitico padre della Caritas<br />
romana) e i 27.000 euro stanziati<br />
per una “bibliografia ragionata”<br />
di Antonio Gramsci a cura<br />
dell’omonima fondazione. E ancora,<br />
i 22 mila euro per la fondazione<br />
Bettino Craxi e 1 12 mila<br />
euro per un centro culturale<br />
sanmarinese. E poi 30 mila euro<br />
per una povera parrocchia della<br />
Ciociaria e analoga somma per<br />
la ristrutturazione della chiesa<br />
dell’Opus Dei ai Parioli, noto<br />
centro di bisognosi.<br />
Poi, certo, a Roma la musica di<br />
istituzioni “marg inali” <strong>com</strong>e<br />
Auditorium, Santa Cecilia e Teatro<br />
dell’Opera boccheggia, anche<br />
perchè la Fondazione Roma<br />
non passa loro un centesimo.<br />
Ma non si pensi che al signor barone<br />
dispiaccia la musica. Perchè<br />
quest’anno la “sua” fonda -<br />
zione Roma si è anche dotata<br />
della propria orchestra sinfonica.<br />
In effetti, se ne sentiva la<br />
mancanza.
pagina 16 Giovedì 15 ottobre 2009<br />
TELE+ COMANDO<br />
SECONDO TEMPO<br />
TG PAPI<br />
S a nt a n c h è<br />
<strong>com</strong>e Maigret<br />
di Paolo Ojetti<br />
T g1<br />
Si dice ma è tutto da dimostrare<br />
che i telegiornali<br />
diano le notizie. Ma danno<br />
questo è indiscutibile anche<br />
le verità rivelate, diffondono i<br />
dogmi, scolpiscono parole<br />
d’ordine che non ammettono<br />
contraddittorio. Prendiamo,<br />
per esempio, Alberto Matano<br />
al seguito di Berlusconi che, a<br />
Villa Madama, promette investimenti<br />
aeroportuali da qui al<br />
2040 (chissà, per allora magari<br />
avranno già inventato la<br />
pillola antigravità e gli umani<br />
si solleveranno dal suolo solamente<br />
agitando le braccia).<br />
In quella stessa sede, il premier<br />
ha minacciato che no,<br />
non ci sono alluvioni e dissesti<br />
idrogeologici che tengano:<br />
lui procederà a dicembre,<br />
massimo a gennaio alla costruzione<br />
del Ponte di Messina.<br />
Matano registra, incassa,<br />
passa oltre.<br />
Non lo sfiora il pensiero di ag-<br />
giungere due parole sulle polemiche,<br />
sui <strong>com</strong>itati che sono<br />
contrari, sui costi galattici<br />
da affrontare, forse sul dubbio<br />
di una intempestiva decisione.<br />
No.<br />
E non sussulta nemmeno<br />
quando il premier precisa<br />
che, con il Ponte, la Sicilia sarà<br />
resa italiana al 100 per 100.<br />
Siciliani, alle armi e viva la liber<br />
tà!<br />
T g2<br />
Tempo fa, la signora Santanché<br />
andò a rompere la<br />
quiete di alcune signore musulmane,<br />
tentando di strappare<br />
veli e burqa. Si trovò davanti<br />
a una certa qual resistenza<br />
e lei parlò di vile aggressione.<br />
Ora, sul libico-attentatore che<br />
rimane piantonato in ospedale<br />
senza occhi e senza una mano,<br />
la signora Santanché dice:<br />
l’ho riconosciuto, era lui che<br />
mi assaliva, sembrava uno dei<br />
capi della <strong>com</strong>unità islamica.<br />
Ebbene questa testimonian-<br />
za, così serena, è stata lanciata<br />
e rilanciata dal Tg2 <strong>com</strong>e decisiva.<br />
Mah. Altro telegiornale,<br />
altra perla. Studio Aperto,<br />
con fare insinuante, ha segnalato<br />
la promozione del giudice<br />
Maesano, quello della sentenza<br />
che condanna la Fininvest<br />
a restituire 750 milioni di<br />
euro alla Cir di De Benedetti,<br />
quasi che lo scatto di carriera<br />
sia un premio ad hoc, <strong>com</strong>unque<br />
una vendetta trasversale<br />
della magistratura contro<br />
l’Eletto dal Popolo. Di nuovo<br />
mah.<br />
T g3<br />
Passato in apertura anche<br />
altrove, ecco che il Tg3<br />
punta su Fini. <strong>Il</strong> presidente<br />
della Camera, spiegato al popolo<br />
da Danilo Scarrone: Un<br />
altro passo che lo allontana<br />
da Berlusconi. In realtà i passi<br />
sono due.<br />
Primo, riforme o non riforme,<br />
Fini difende l’indipendenza<br />
della magistratura da qualunque<br />
altro potere. Secondo, la<br />
cattiva immagine dell’Italia<br />
non dipende da quello che liberamente<br />
scrive la stampa<br />
estera. Tradotto: la cattiva immagine<br />
la sta dando qualcun<br />
altro. Fini, ovvero il buonsenso,<br />
la normalità. Studia da capo<br />
della destra italiana moderna<br />
e civile. Studia da presidente<br />
della Repubblica? Chi lo sa,<br />
<strong>com</strong>unque studia su buoni testi.<br />
di Nanni Delbecchi<br />
L<br />
a televisione della nostalgia è di moda, ma<br />
c’è modo e modo di fomentare la tenden-<br />
za. Quando Carlo Conti presenta programmi<br />
<strong>com</strong>e “I migliori anni”, ci fa toccare con mano<br />
quali vertici horror abbia raggiunto la tv di<br />
oggi; e dunque la nostalgia per quella di eri<br />
aumenta in via esponenziale. Quando “La<br />
storia siamo noi” manda in onda (<strong>com</strong>e è accaduto<br />
lunedì notte su Raidue) un ritratto di<br />
Antonello Falqui <strong>com</strong>e “Giochiamo al varietè”,<br />
l’ordine dei fattori si capovolge. Gli autori<br />
Gianluigi Attorre e Massimo Favia hanno<br />
alternato spezzoni di “Studio Uno”, “Canzonissima”<br />
e degli altri celebri varietà di Falqui<br />
a una gran messe di testimonianze; collaboratori<br />
storici <strong>com</strong>e Enrico Vaime, giovani allora<br />
al debutto <strong>com</strong>e Gigi Proietti e Loretta<br />
Goggi, ex ragazzini svezzati dai balletti delle<br />
gemelle Kessler <strong>com</strong>e Fiorello e Sergio Rubini.<br />
Ma soprattutto, in questo bel documentario<br />
di Rai Educational aleggia il fantasma di<br />
un’età dell’oro; l’unica che, <strong>com</strong>plice la giovinezza,<br />
abbia avuto la nostra tv.<br />
Falqui è l’uomo che, a partire dai primi anni<br />
Sessanta e per tutto il<br />
Carlo Conti,<br />
il conduttore<br />
de “I migliori anni”<br />
IL PEGGIO DELLA DIRETTA<br />
Quando la tv<br />
aveva stile<br />
decennio successivo,<br />
costruisce il mito<br />
del varietà del sabato<br />
sera; quel rito estremo<br />
della famiglia italiana<br />
che tutti a casa<br />
attendevano con<br />
aspettative diverse,<br />
ma con ansia <strong>com</strong>une.<br />
E’ vero che allora<br />
la televisione in sé<br />
aveva un quid di sovrumano<br />
- che oggi<br />
ha barattato per parecchio<br />
di subuma-<br />
no -, ma nessuno <strong>com</strong>e Falqui lo intuì e seppe<br />
trasformarlo in azione. Dopo avere scelto il<br />
meglio sulla piazza dello spettacolo leggero<br />
(Walter Chiari, Paolo Panelli, Lelio Luttazzi),<br />
volle giocare ancora al rialzo, dando al piccolo<br />
schermo un’aura di eleganza popolare e<br />
perfino di magia che rivaleggiava con quella<br />
del cinema. La costruzione del mito di Mina<br />
si basa sul talento straordinario della cantante,<br />
ma anche su una straordinaria intuizione<br />
mediatica; un mito fatto per metà di voce e<br />
l’altra metà di etere. Per questo, ancora oggi<br />
Mina, appare così poco umana.<br />
C’è poi il fattore S, che sta per stile, che fu la<br />
vera chimera inseguita dal perfezionismo di<br />
Falqui (con costi produttivi non proprio<br />
stracciati, bisogna dire), ed è ciò in cui appare<br />
più irraggiungibile. Quanto erano colti,<br />
vagamente felliniani, i piani sequenza di<br />
“Studio Uno”; con quella poesia in bianco e<br />
nero <strong>com</strong>e le geometrie optical di Cesarini<br />
da Senigallia, <strong>com</strong>e lo smoking di Luttazzi,<br />
<strong>com</strong>e i tasti del suo pianoforte. Con l’av ve n t o<br />
del colore nulla sarà più <strong>com</strong>e prima e Falqui,<br />
che a viale Mazzini si era fatto troppi nemici<br />
per uno del suo talento, verrà inesorabilmente<br />
messo da parte.<br />
Ci sono uomini per tutte le stagioni e uomini<br />
che sono essi stessi una stagione. Come Antonello<br />
Falqui. Dagli ani Ottanta in poi lo spirito<br />
dei tempi, che così a lungo gli aveva soffiato<br />
in poppa, cambia bruscamente direzione.<br />
La televisione smette di inseguire lo spettacolo<br />
per fare concorrenza alla vita; poi sarà<br />
addirittura la vita a inseguire la tv. Lo star<br />
system della videocrazia si svilupperà solo<br />
per fecondazione assistita, finché il pianoforte<br />
di Luttazzi diventerà la chitarra di Checco<br />
Zalone. Nella fiera dei sogni, il più proibito<br />
diventa proprio lo stile.
Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 17<br />
MONDO WEB<br />
Fuori la Binetti?<br />
I vostri <strong>com</strong>menti<br />
“V<br />
vorrei provare a ragionare<br />
su Paola Binetti e<br />
sui paradossi che la sua figura<br />
apre” queste le parole<br />
di Luca Telese ieri su Antefatto,<br />
il sito del nostro giornale.<br />
“Lei di coraggio ne ha”<br />
scrive ancora Luca analizzando<br />
gli scenari che apre il<br />
voto dell’Onorevole Pd sulla<br />
legge contro l’o m o fo b i a .<br />
“Da anni viene percepita <strong>com</strong>e<br />
un corpo estraneo, da anni,<br />
con una determinazione<br />
che rasenta la vocazione dei<br />
martiri, continua imperterrita<br />
la sua battaglia anti-illuminista<br />
a tutto campo”. E Telese<br />
conclude così il suo pezzo:<br />
“detto questo, devo aggiungere<br />
che ho molta più<br />
stima per la Binetti e della<br />
sua tetragona coerenza che<br />
per gli arrampicatori di muri<br />
che nel Pd, per mille motivi<br />
di utilità contingente, hanno<br />
finito per strumentalizzarla,<br />
e farsi strumentalizzare da<br />
lei”.<br />
Queste parole hanno coinvolto<br />
molti dei nostri lettori,<br />
che su Antefatto hanno<br />
espresso a riguardo le loro<br />
opinioni e i loro punti di vista.<br />
Riteniamo giusto dare loro<br />
voce. Di seguito alcuni<br />
dei loro <strong>com</strong>menti.<br />
“<strong>Il</strong> Pd sembra l'Inter di qualche<br />
anno fa: un manipolo<br />
eterogeneo di varia umanità,<br />
condannato alla sconfitta dal<br />
proprio dna e capace di vincere<br />
solo per mancamza di<br />
avversari all'orizzonte. Ora<br />
spera nella giustizia per far<br />
fuori Berlusconi (Juventus)<br />
senza la capacità di mettere<br />
in campo uno straccio di<br />
idea (e dire che basta vivere<br />
un solo giorno tra la gente<br />
<strong>com</strong>une per farsi venire il<br />
mal di testa ). Personalmente<br />
preferisco un'opposizione<br />
omogenea e riconoscibile,<br />
senza <strong>com</strong>promessi... con la<br />
capacità di aggregare per le<br />
sue idee e di di aggregarsi ad<br />
idee altrui”, (Bottega<br />
Oscura).<br />
Un suggerimento. La (recente)<br />
legge elettorale (porcellum)<br />
prevede che siano i partiti<br />
a decidere le candidature.<br />
Non mi piace e non con-<br />
di Federico Mello<br />
divido ma è così. Ma allora<br />
perché un partito non può<br />
chiedere e ottenere da un<br />
deputato eletto nelle sue fila<br />
di dimettersi quando non<br />
condivide le linee guida dello<br />
stesso partito lasciando<br />
così il posto al primo dei non<br />
eletti nel collegio? Le solite<br />
leggi fatte "alla Calderoli"<br />
e così la Binetti<br />
andrà nell'UDC. Telese:<br />
<strong>com</strong>plimenti per<br />
l'analisi. Purtroppo<br />
abbiamo bisogno di<br />
un Zapatero e non di<br />
una Giovanna D'Arco”,<br />
( G e rr i t t ) .<br />
“Rispetto per Bondage<br />
Binetti, rispetto per<br />
il gatto dello Zio Pino...<br />
Nessun rispetto<br />
per il PD, partendo<br />
dall'alto, inversamente<br />
proporzionale. <strong>Il</strong><br />
PD è un software impazzito<br />
(spaghetti code).<br />
Di solito, si riapre<br />
il codice e si riscrive il<br />
programma da<br />
z e ro ”, (Luca Lacone).<br />
Paola Binetti,<br />
il post di Luca Telese<br />
su L’A n t e fat t o,<br />
un’i m m agi n e<br />
da un gruppo<br />
Facebbok che chiede<br />
le dimissioni<br />
della Binetti,<br />
Sarx88 per <strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong><br />
è INUTILI GLI SLASH<br />
PARLA TIM BERNERS LEE<br />
L’INVENTORE DEL WEB<br />
A Tim Berners-Lee si<br />
perdona tutto. <strong>Il</strong> fisico<br />
britannico (insignito del<br />
titolo di “Cavaliere del<br />
re g n o ” dalla regina<br />
d’Inghilterra) è l’inventore del Web: prima di lui<br />
Internet era mail e trasferimento file (Ftp), e non<br />
esisteva ancora il grande ipertesto globale con link<br />
ed indirizzi. Ebbene Lee ha dichiarato di avere un<br />
piccolo rammarico sul suo progetto degli indirizzi<br />
web. “I due slash (http://) - dice - erano inutili”. Gli<br />
slash, soprattutto negli scorsi anni, ha causato non<br />
pochi problemi ai navigatori (era più facile sbagliare<br />
un indirizzo). Con i nuovi browser i problemi sono<br />
stati risolti ma, nonostante il rammarico di TBL, gli<br />
slash sono già nella storia del web.<br />
“Tutto ciò a mio parere ripropone<br />
il discorso dei fondamentalisti<br />
cattolici in politica,<br />
i quali non rispondono<br />
nè al partito nè ai propri<br />
elettori, nè all'interesse nazionale.<br />
Rispondono solamente<br />
alla Dottrina e al Vaticano<br />
che la espone. Essi sono<br />
l'indebita interferenza di<br />
uno Stato Estero negli affari<br />
interni dell'Italia. Questo<br />
problema non è mai stato affrontato<br />
e/o risolto nella Storia<br />
d'Italia. Quello che io<br />
contesto a questi Pubblici<br />
Ufficiali è di tradire la Costituzione<br />
anche e soprattutto<br />
nel negare diritti e libertà<br />
avendo <strong>com</strong>e obbiettivo<br />
quello di imporre il precetto<br />
cattolico e cristiano nell'Ordinamento<br />
dello Stato”,<br />
( Pa r s i p h a l ) .<br />
“Grazie, di articoli così ne<br />
vorrei legger più spesso.<br />
Una bella mazzata per quella<br />
è YOANI RESTA A CUBA<br />
RIFIUTATO ANCORA IL VISTO<br />
ALLA BLOGGER CUBANA<br />
É ormai un simbolo della libertà<br />
d’espressione, Yoani Sanchez, la blogger cubana che su<br />
desdecuba.<strong>com</strong>/generaciony racconta le difficoltà di ogni giorno<br />
nel regime dei Castro. Yoani era stata invitata lo scorso anno alla<br />
Fiera del libro di Torino: “il governo - aveva <strong>com</strong>mentato lei -<br />
non potrà mai autorizzarmi ad andare in Italia: se lo facesse<br />
dovrebbe <strong>com</strong>portarsi così in tanti altri casi simili”. E infatti non<br />
potè uscire da Cuba. Adesso Yoani riceve un altro invito per<br />
recarsi all’estero, e arriva un nuovo rifiuto. La blogger è stata<br />
insignita del prestigioso premio (il più antico per giornalisti)<br />
Maria Moors Cabot della Columbia University. Yoani ha provato<br />
a rifare tutta la trafila burocratica “ho deciso - ha scritto sul blog<br />
- di chiedere personalmente all’ufficio immigrazione se il divieto<br />
mi impedisce di andare all’estero è ancora in vigore”. Netta la<br />
risposta del governo: “per il<br />
momento lei non può<br />
v i a g g i a re ”. Yoani <strong>com</strong>unque,<br />
rimane ottimista: “I miei<br />
nipoti non ci crederanno<br />
quando dirò loro che sono<br />
stata condannata<br />
all’immobilità per il mio<br />
blog”. É quello che sperano<br />
anche le migliaia di lettori<br />
che la seguono ogni giorno.<br />
SECONDO TEMPO<br />
massa di ipocriti chiamata<br />
‘classe dirigente del PD”,<br />
(Rob).<br />
“Ringrazio Luca Telese per<br />
questo articolo che fotografa<br />
molto fedelmente anche il<br />
mio punto di vista su questo<br />
personaggio d'altri tempi.<br />
Mi affascina la determinazione<br />
lapidea di questa donna,<br />
dura e ottusa <strong>com</strong>e una pietra,<br />
ma non è ammirazione la<br />
mia, quanto piuttosto una<br />
curiosità distaccata che definirei<br />
quasi etologica. La visione<br />
della Binetti del cristianesimo<br />
è quanto di meno affine<br />
al messaggio originario<br />
del cristianesimo stesso. Come<br />
la predilezione di un Cristo<br />
per l'ultimo, il reietto, il<br />
diverso che <strong>com</strong>e ultimo sarà<br />
primo davanti agli occhi<br />
di Dio sia <strong>com</strong>patibile con la<br />
logica segregazionista di<br />
questo pseudo-cattolicesimo<br />
fondamentalista predicato<br />
dalla Binetti lo sa solo lei.<br />
Condanna l'omosessualità<br />
<strong>com</strong>e devianza sessuale, lei<br />
che rappresenta una devianza<br />
oscurantista del messaggio<br />
cristiano che in senso<br />
originario è accoglienza,<br />
s o-<br />
è FESTIVAL DELLA<br />
CREATIVITÀ A FIRENZE<br />
TUTTI GLI INCONTRI IN DIRETTA STREAMING<br />
É un programma ricco quello del Festival della<br />
Creatività 2009 che <strong>com</strong>incia oggi (continua fino<br />
a domenica) a Firenze, alla Fortezza da Basso.<br />
“Azioni urbane” di artisti internazionali,<br />
concerti (sabato c’è Uri Caine Ensemble),<br />
istallazioni, dibattiti e reading.<br />
Durante le quattro giornate verrà anche<br />
assegnato il premio “Giovani creativi cercasi”:<br />
saranno i fan della pagina<br />
Facebook del Festival a<br />
decretare il vincitore tra i<br />
14 finalisti. <strong>Il</strong> Festival avrà<br />
una copertura totale degli<br />
eventi e delle spettacoli,<br />
concerti <strong>com</strong>presi. Info:<br />
w w w. fe s t i v a l d e l l a c re a t i v i t à . i t .<br />
è “UNA PALLOTTOLA PER BERLUSCONI”<br />
IL COLPO DI TESTA DI UN GIOVANE PD SU FACEBOOK<br />
L’ha fatta davvero grossa Matteo Mezzadri<br />
coordinatore del circolo Pd di Vignola (Mo) e membro<br />
della segreteria provinciale dei Giovani democratici di<br />
Modena (e la sua età, 21 anni, non può essere in nessun<br />
modo una giustificazione). Nei giorni scorsi,<br />
all’indomani della bocciatura del Lodo Alfano, ha<br />
scritto sul suo profilo Facebook: “Ma santo cielo,<br />
possibile che nessuno sia in grado di ficcare una<br />
pallottola in testa a Berlusconi?”. Con i suoi 300 amici,<br />
le sue parole sono velocemente uscite dalla rete:<br />
subito sono partite le proteste del Pdl locale, che ha<br />
chiesto le sue dimissioni; e prontemente è giunta la<br />
condanna del Pd, per voce del segretario provinciale di<br />
Modena. Ora il ragazzo lascia tutte le sue cariche e<br />
chiede scusa: “Chiedo scusa a tutti. A Berlusconi, al<br />
Pdl, al Pd, ai cittadini che si sono sentiti offesi, a tutti,<br />
amici e meno amici. Quelle che ho usato sono parole<br />
che nessuno dovrebbe mai usare”. Ma il ragazzo deve<br />
imparare anche un’altra lezione: in rete il confine tra<br />
pubblico e privato è sottile (ancora di più con 300<br />
amici). E a 21 anni non si può non saperlo.<br />
lidarietà, condivisione, <strong>com</strong>partecipazione.<br />
A ben leggere<br />
forse Cristo è stato, incredibilmente,<br />
il primo "<strong>com</strong>unista"<br />
nel miglior senso del<br />
termine, (Chicca).<br />
“Anche se la Binetti si è aggrappata<br />
a Bersani (in un<br />
tentativo di abbraccio mortale?)<br />
mi sembra che quest'ultimo<br />
si sia smarcato bene.<br />
Non ha detto vade retro<br />
Paola - cosa che mi avrebbe<br />
fatto piacere ma che politicamente<br />
sarebbe stata una<br />
automartellata sui gioielli di<br />
famiglia - ma <strong>com</strong>e un vecchio<br />
zio saggio ha detto alla<br />
madama del cilicio di stare<br />
coperta e allineata se non<br />
vuole, alla prossima, una bella<br />
pedata nel didietro. Se il<br />
PD vuole crescere, però,<br />
quella pedata DEVE prima o<br />
poi arrivare”, (Binetto).<br />
“Nessuno vieta alla Binetti di<br />
avere le sue idee, di declamarle<br />
e di votare in base ai<br />
suoi convincimenti, considerato<br />
però che questo è in<br />
totale contrasto con le linee<br />
del partito in cui è inserita,<br />
sarebbe logico ed opportuno<br />
se si posizionasse in un<br />
ambiente politico in cui le<br />
sue idee sono condivise”,<br />
(Enrico Costa).<br />
“Certo che il<br />
c o mportamento<br />
di Bersani<br />
è inq<br />
u a l i fi c abile.Cercare<br />
di trarre<br />
vantaggio<br />
da una presa<br />
di posizione<br />
coraggiosa di<br />
Fra n c e s ch i n i<br />
(questa volta è<br />
stato chiaro)<br />
è una cosa<br />
sporca. Spero<br />
che gli si<br />
rivolti con-<br />
tro, anche<br />
perchè la<br />
coppia Bersani<br />
- D'Alema<br />
a capo<br />
del PD mi<br />
ter rorizza”,<br />
(Laura G.).<br />
“Vo g l i a m o<br />
soppor tare<br />
anche questa?<br />
Ma insomma<br />
USQUE AD<br />
TA N D E M . . . ?<br />
Cinque errori<br />
di tattica in<br />
dieci giorni.<br />
Come si fa<br />
dire che il<br />
PD non è alla<br />
canna del<br />
gas? Se vogliamo fare l'ultimo<br />
tentativo di salvarlo, scriviamo<br />
migliaia di email con<br />
la minaccia che, se non buttano<br />
fuori i maitre a penser<br />
che hanno conciato il partito<br />
in modo indecente, gli inquisiti<br />
e i teodementi, organizziamo<br />
una manifestazione<br />
oceanica con cartelli sul<br />
dorso che recitano FUORI<br />
LA BINETTI DAL PARTITO e<br />
un cilicio in mano”, (A l e ssandro<br />
Capece).<br />
“Bellissimo l'articolo, ma<br />
penso che la questione sia<br />
più prosaica. Nella votazione<br />
dello scudo fiscale la senatrice<br />
non c'era. Non ha fatto<br />
il suo dovere, a cui tiene<br />
moltissimo quando si tratta<br />
di altre cose. E' così dai tempi<br />
di Prodi , contro il quale<br />
ha sempre votato contro sulle<br />
questioni che sappiamo.<br />
Qualche volta , quando si vota<br />
su pillole o similari, potrebbe<br />
andare a visitare quella<br />
stessa sezione della Croce<br />
Rossa in cui era il giorno del<br />
lodo. E' una quinta colonna ,<br />
non una martire”, (Antonio<br />
P re a ) .
pagina 18 Giovedì 15 ottobre 2009<br />
PIAZZA GRANDE<br />
Costituzione, articolo 4: il lavoro<br />
di Lorenza Carlassare<br />
Repubblica riconosce<br />
a tutti i cittadini il<br />
diritto al lavoro e pro- “La<br />
muove le condizioni<br />
che rendono effettivo questo<br />
diritto. Ogni cittadino ha il dovere<br />
di svolgere, secondo le<br />
proprie possibilità e la propria<br />
scelta un’attività o una funzione<br />
che concorra al progresso<br />
materiale o spirituale della società”.<br />
Del lavoro si parla fin dal primo<br />
articolo della Costituzione -<br />
L’Italia e una Repubblica democratica<br />
fondata sul lavoro - il cui<br />
significato polemico è chiaro: il<br />
criterio prevalente per il riconoscimento<br />
della dignità morale<br />
e sociale dei cittadini dev’es -<br />
sere il lavoro, non la proprietà<br />
<strong>com</strong>e nelle Costituzioni liberali<br />
dell’800 che la definivano un diritto<br />
sacro e inviolabile. L’art.4 -<br />
collocato tra i principi costituzionali<br />
subito dopo i diritti della<br />
persona e l’eguaglianza (articoli<br />
2 e 3) che ne sono il presupposto<br />
- ha il significato di dichiarare<br />
la rilevanza costituzionale<br />
del lavoro ( <strong>com</strong>e ha riconosciuto<br />
la stessa Corte costituzionale).<br />
Per questo, nel suo stretto<br />
legame con l’art.1, illumina<br />
di senso l’intero sistema: il lavoro<br />
è posto <strong>com</strong>e elemento informatore<br />
dell’ordinamento .<br />
Benché non si tratti “di un diritto<br />
già assicurato e provvisto<br />
di azione giudiziaria” <strong>com</strong>e si<br />
legge nella Relazione al progetto<br />
di Costituzione, il diritto al lavoro<br />
non è mera affermazione<br />
retorica ma ha conseguenze<br />
giuridiche precise, la prima già<br />
espressamente indicata<br />
nell’art.4 : la Repubblica deve<br />
promuovere le condizioni che<br />
rendono effettivo questo diritto.<br />
E’ l’indicazione di un fine da<br />
perseguire, che vincola lo Stato,<br />
le Regioni e tutti gli enti in<br />
cui la Repubblica si articola.<br />
L’art.4 ha funzione di criterio<br />
generale direttivo e interpretativo,<br />
indicando quali devono essere<br />
i criteri degli interventi<br />
pubblici, indirizzando l’attività<br />
dei pubblici poteri ad attuare<br />
una politica di piena occupazione.<br />
P<br />
er la Corte costituzionale<br />
(sentenza n.61 del 1965)<br />
dall’art.4 si ricava che il diritto<br />
al lavoro è un “fondamentale diritto<br />
di libertà della persona<br />
umana che si estrinseca nella<br />
scelta e nel modo di esercizio<br />
dell’attività lavorativa” . E ciò<br />
<strong>com</strong>porta, per quanto riguarda<br />
lo Stato, da una parte il divieto<br />
di creare o lasciar sussistere<br />
norme che pongano limiti discriminatori<br />
a tale libertà o la<br />
rinneghino; dall’altra l’o bbl i go<br />
“di indirizzare l’attività dei pubblici<br />
poteri…alla creazione di<br />
condizioni economiche, sociali<br />
e giuridiche che consentano<br />
l’impiego di tutti i cittadini idonei<br />
al lavoro”. Un obbligo giuridico<br />
che dovrebbe concretarsi<br />
in una politica di sviluppo<br />
economico indirizzata alla creazione<br />
di posti di lavoro, in una<br />
politica in grado di determinare<br />
“una situazione di fatto tale da<br />
aprire concretamente alla generalità<br />
dei cittadini la possibi-<br />
Strag i<br />
e menzogne<br />
di Luigi Li Gotti*<br />
In tutta la vicenda nebulosa<br />
della strage di via D’Amelio,<br />
ciò che mi lascia perplesso,<br />
è il silenzio durato 17 anni<br />
su alcuni importanti snodi. Sino<br />
al luglio del 2009, i dati conosciuti<br />
erano:<br />
a) l’esistenza di una “t ra t t a t i va ”<br />
dello Stato con Cosa Nostra con<br />
annesso “papello” di richieste<br />
di Salvatore Riina per far cessare<br />
l’aggressione stragista;<br />
b) l’inizio della trattativa il 5 agosto<br />
1992 (incontro di Mori con<br />
Ciancimino) e, quindi, dopo la<br />
strage di via D’Amelio (19 luglio<br />
1992). Circostanza riferita da<br />
Mori e, esclusione conseguenziale<br />
di conoscenza da parte di<br />
Paolo Borsellino di una trattativa<br />
ancora inesistente. Peraltro<br />
lo stesso generale Mori, deponendo<br />
nel processo, a Caltanissetta,<br />
per la strage, aveva riferito<br />
che aveva incontrato Paolo Borsellino<br />
il 25 giugno 1992 (nella<br />
caserma Carini a Palermo), e<br />
che qualora avesse già avviato<br />
L’occupazione<br />
oltre che<br />
un diritto sociale,<br />
è una libertà<br />
individuale<br />
in cui rientra<br />
la scelta dell’attività<br />
e si concretizza<br />
nella libertà<br />
di accesso<br />
al mercato<br />
una “t ra t t a t i va ”, ne avrebbe sicuramente<br />
parlato con Borsellino.<br />
Non avendone parlato (e<br />
non avendolo più incontrato),<br />
significò che la trattativa fu succ<br />
e s s i va ;<br />
c) l’esclusione da parte del Ministro<br />
dell’Interno, Vincenzo<br />
Scotti, rimasto in carica fino al<br />
30 giugno 1992 (dal 1° luglio<br />
venne sostituito da Nicola Mancino)<br />
di aver mai saputo di “trat -<br />
t a t i ve ” e di essere per lui un mistero<br />
la ragione della sua sostituzione<br />
con Mancino (deposizione<br />
resa a Caltanissetta nel<br />
processo per la strage di via<br />
D’Amelio);<br />
d) l’esclusione da parte del subentrante<br />
Ministro dell’Inter -<br />
no, Nicola Mancino, di conoscenza<br />
di “t ra t t a t i ve ” e il suo<br />
non ricordo dell’incontro, al Viminale,<br />
con Paolo Borsellino, il<br />
1° luglio 1992.<br />
Essendo questi i fatti salienti conosciuti,<br />
in tutti questi anni e a<br />
lungo, si è discusso nel tentativo<br />
di dare certezza all’epoca<br />
dell’inizio della “t ra t t a t i va ”: sul<br />
lità di procurarsi un posto di lavo<br />
ro ” , ha detto ancora la Corte<br />
costituzionale ( sent. n. 105 del<br />
1963).<br />
<strong>Il</strong> lavoro dunque oltre che un diritto<br />
sociale che <strong>com</strong>porta per<br />
lo Stato l’obbligo di intervenire<br />
nel mercato del lavoro, è una libertà<br />
individuale in cui rientra<br />
la scelta dell’attività lavorativa e<br />
si concretizza nella libertà di accesso<br />
al lavoro, nella pretesa a<br />
che le offerte di lavoro siano<br />
aperte a tutti in modo eguale,<br />
senza discriminazioni che non<br />
siano quelle derivanti dalla capacità<br />
e/o dalla preparazione<br />
specifica richiesta dal tipo di attività<br />
.<br />
T<br />
utti siamo interessati: “lavo -<br />
ro di tutti, non solo manuale,<br />
ma in ogni sua forma di espressione<br />
umana”, fu subito chiarito<br />
. <strong>Il</strong> lavoro si esplica non soltanto<br />
nelle sue forme materiali<br />
“ma anche in quelle spirituali e<br />
morali che contribuiscono allo<br />
sviluppo della società”. L’am -<br />
piezza del concetto di lavoro risulta<br />
evidente dal <strong>com</strong>ma 2 dello<br />
stesso art.4 dove si parla del<br />
‘d ove re ’ di lavorare, e si afferma<br />
che ogni cittadino ha il dovere<br />
di svolgere “un’attività o una<br />
funzione che concorra al progresso<br />
materiale o spirituale<br />
della società”. Concorrere a tale<br />
progresso significa adempiere<br />
un obbligo di solidarietà : è<br />
sempre il concetto espresso nei<br />
l<br />
LA STECCA di I N D RO<br />
Ho fatto mia una regoletta<br />
insegnatami – s’immagini<br />
un po’ – dal Maresciallo<br />
Pétain: “Quando<br />
non sai qual è<br />
la via del dovere,<br />
scegli la più<br />
diff icile”<br />
(«Corriere della sera»,<br />
29 aprile 1996)<br />
prima o dopo la strage di via<br />
D’Amelio e, quindi, se l’accele -<br />
razione dell’esecuzione della<br />
strage, fosse da collegare alla<br />
“t ra t t a t i va ”, ossia ad una ferma<br />
opposizione di Paolo Borsellino<br />
di trattare con gli assassini di<br />
Giovanni Falcone. Insomma<br />
l’eventuale ostilità di Borsellino,<br />
avrebbe potuto indurre Cosa<br />
Nostra ad eliminare l’ostaco -<br />
lo Borsellino. Improvvisamente,<br />
nell’estate di quest’anno, è<br />
ri<strong>com</strong>parsa la memoria:<br />
a) parla Claudio Martelli (Mini-<br />
Claudio Martelli (FOTO ANSA)<br />
SECONDO TEMPO<br />
precedenti articoli che ritorna;<br />
la solidarietà , la pari dignità sociale,<br />
lo sviluppo della persona<br />
in condizioni di eguaglianza<br />
trovano nel lavoro un mezzo<br />
potente per rimuovere gli ostacoli<br />
che, di fatto, impediscono<br />
la partecipazione di tutti i lavoratori<br />
all’organizzazione politica,<br />
economica e sociale del Paese(<br />
art.3).<br />
La parte finale dell’articolo 4<br />
fornisce un altro chiarimento<br />
importante: ciascuno ha il dovere<br />
di esercitare un’attività lavorativa<br />
“secondo le proprie<br />
possibilità e la propria scelta”.<br />
In Assemblea Costituente si insistette<br />
molto su queste parole,<br />
ad evitare che si pensasse<br />
all’imposizione di un lavoro obbligatorio:<br />
”l’Assemblea vuole<br />
fare soltanto un’affer mazione<br />
morale e politica che non <strong>com</strong>porta<br />
vincoli e coazioni per il<br />
cittadino”.<br />
L’art.4 <strong>com</strong>prende il diritto alla<br />
conservazione del posto di lavoro?<br />
Se il diritto al lavoro non è<br />
il diritto ad ottenere un’occupa -<br />
zione, “ciò non esclude che per<br />
i rapporti già costituiti si imponga<br />
un’adeguata protezione<br />
del lavoratore nei confronti del<br />
datore di lavoro” (sent. n.45/<br />
1965). Dopo questa ed altre<br />
precedenti sentenze della Corte<br />
costituzionale , la disciplina<br />
dei licenziamenti è cambiata: la<br />
libertà di recedere dal rapporto<br />
di lavoro a tempo indeterminato<br />
salvo preavviso, è divenuta<br />
del tutto residuale. Che dire oggi<br />
di fronte alla situazione del lavoro?<br />
Tra le varie norme che lo<br />
tutelano, mi sembra necessario<br />
ricordarne una, <strong>com</strong>e conseguenza<br />
diretta del lavoro <strong>com</strong>e<br />
diritto, l’art.36 : in caso di disoccupazione<br />
involontaria, i lavoratori<br />
“hanno diritto che siano<br />
preveduti e assicurati mezzi<br />
adeguati alle loro esigenze di vita”.<br />
Adeguati, s’intende: e se<br />
ogni tanto i nostri governanti se<br />
ne ricordassero?<br />
stro della Giustizia<br />
nel periodo stragista<br />
del 1992) di<br />
una trattativa conosciuta<br />
e<br />
dell’estromissio -<br />
ne di Scotti (e sostituzione<br />
con<br />
Mancino) proprio<br />
a causa della posizione<br />
“d u ra ” as -<br />
sunta da questi<br />
b) anche Vincenzo<br />
Scotti ha, nel<br />
2009, ricordi vaghi<br />
di una “trattati -<br />
va ”.<br />
c) Si dice certo<br />
Martelli del fatto<br />
che Paolo Borsellino<br />
venne subito<br />
informato della<br />
“t ra t t a t i va ” e, a sostegno,<br />
richiama il<br />
ricordo di Liliana<br />
Ferraro (che al Ministero della<br />
Giustizia, aveva preso il posto di<br />
Giovanni Falcone), che ricevette,<br />
all’uopo, la visita del capitano<br />
De Donno, che le riferì dei<br />
contatti con Ciancimino e della<br />
richiesta di Cosa Nostra di copertura<br />
politica della “trattati -<br />
va ”.<br />
d) Colloca Martelli, con certezza,<br />
la conoscenza della trattativa<br />
al 23 giugno 1992 (trigesimo<br />
dell’uccisione di Giovanni Falcone);<br />
e) Non centrale, ma certamente<br />
nordisti É di Gianni Barbacetto<br />
QUI FRANA TUTTO<br />
M<br />
essina ha seppellito i suoi morti e la sciagura che l’ha<br />
colpita sta per essere dimenticata, fino alla prossima<br />
alluvione. Restano il disastro del territorio, il vorace consumo del<br />
suolo, l’abusivismo, gli sprechi. Roba da Meridione d’Italia? No,<br />
a leggere un dossier di Legambiente sul dissesto idrogeologico<br />
della Lombardia. Nella regione più ricca del paese ci sono ben<br />
914 <strong>com</strong>uni a rischio (su 1.500 totali). Solo il 6 per cento di essi<br />
dichiara di aver provveduto a spostare su aree sicure le<br />
abitazioni, le fabbriche, gli impianti costruiti in luoghi sottoposti<br />
a pericolo frane o alluvioni: significa che il restante 94 per cento<br />
dei <strong>com</strong>uni lombardi a rischio ha ancora costruzioni che<br />
potrebbero essere investite dall’acqua e dal fango alla prossima<br />
occasione. Nel solo Oltrepò pavese sono state censite ben 3.400<br />
frane che minacciano un territorio fragile e <strong>com</strong>promesso,<br />
governato da amministrazioni impreparate. La Valtellina, poi, è<br />
un caso da manuale. Qui le frane censite sono addirittura 6.954,<br />
ma la prevenzione lascia molto a desiderare, argomenta il<br />
presidente di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine. Ha<br />
una buona organizzazione di protezione civile, la Lombardia,<br />
pronta a intervenire rapidamente in caso di disastri; ma il<br />
problema è non farli accadere, i disastri, mettendo in sicurezza<br />
un territorio minato dall’incuria, dall’abbandono, dal cemento.<br />
E pensare che proprio in Valtellina la natura ha già mandato, in<br />
passato, un terribile segnale. Era il luglio 1987 quando, dopo<br />
quattro giorni di pioggia, il fiume Adda uscì dagli argini in più<br />
punti e centinaia di frane minarono il territorio e fecero<br />
straripare i torrenti. La frana più grave, in Valpola, scaraventò 40<br />
milioni di metri cubi di terra e fango, alla velocità di 400<br />
chilometri all’ora, sugli abitati di Sant’Antonio Morignone e<br />
Aquilone. Ci furono 35 morti, nonostante i due paesi fossero già<br />
stati evacuati. I detriti crearono uno sbarramento alto 50 metri<br />
che bloccò il flusso dell’Adda e creò un lago che minacciò a lungo<br />
la valle sottostante, con il pericolo di un effetto Vajont. Alla fine,<br />
il bilancio fu di 53 vittime e 4 mila miliardi di lire di danni.<br />
D<br />
a allora, la politica lombarda si è apparecchiata una ricca<br />
tavola in cui sono stati spartiti 1.500 milioni di euro. Nel<br />
1990 è stata approvata, su misura, la cosiddetta “legge<br />
Va l t e l l i n a ” che, gestita poi dalla Regione di Roberto Formigoni, è<br />
servita a distribuire soldi con meno controlli, in nome<br />
dell’emergenza. Ne hanno beneficiato le amministrazioni della<br />
provincia di Sondrio, ma anche (per il 20 per cento) di Bergamo,<br />
Brescia, Como e Lecco. Alla prima Repubblica è succeduta la<br />
seconda, le amministrazioni democristiane e socialiste sono<br />
state sostituite da quelle di Forza Italia e della Lega, ma il<br />
banchetto è proseguito senza scosse. Come ha ricordato Luigi<br />
Corvi sul Corriere, dopo 22 anni dalla sciagura della Valtellina e<br />
dopo 1.500 milioni di denaro pubblico speso, il territorio<br />
regionale resta fragile e ancora a rischio. Per mettere in<br />
sicurezza la frana del Ruinon, in Valfurva, oggi non c’è neppure<br />
un euro a disposizione. Idem per la frana di Spriana, che<br />
continua a minacciare Sondrio, malgrado lavori che sono durati<br />
ve n t ’anni (il cantiere è stato chiuso nel 2008 per mancanza di<br />
fondi). In <strong>com</strong>penso i soldi dell’emergenza Valtellina sono stati<br />
impiegati per opere <strong>com</strong>e il Casinò di San Pellegrino, in<br />
provincia di Bergamo oppure per la creazione di un «sentiero<br />
ornitologico» a Rasura, provincia di Sondrio. Non hanno niente<br />
da dire a proposito i buoni amministratori leghisti che criticano –<br />
giustamente – gli sprechi, i favoritismi, le leggi speciali e i<br />
finanziamenti a pioggia che irrorano il Sud?<br />
neanche marginale,e, <strong>com</strong>unque<br />
inquietante, si colloca anche<br />
una intervista di Arlacchi<br />
(27 luglio 2009 a La Stampa) che<br />
appare dubbioso sull’i n c o n t ro<br />
Borsellino-Mancino il 1° luglio<br />
1992 (incontro invece annotato<br />
sull’agenda grigia – quella rossa<br />
è sparita - di Borsellino e testimoniato<br />
da terzi) e ponendosi,<br />
invece lui, quale la persona che<br />
Borsellino avrebbe incontrato<br />
quel 1° luglio (ma non c’è traccia<br />
nell’agenda). Arlacchi ci dice<br />
anche che Borsellino era<br />
tranquillo (ma sappiamo da plurime<br />
fonti che invece era estremamente<br />
preoccupato e sappiamo,<br />
per testi, che Paolo Borsellino,<br />
in quel contesto temporale,<br />
e capendo che si avvicinava<br />
il “suo momento”, disse di essere<br />
stato tradito da chi si era fidato).<br />
Sempre Arlacchi riferisce<br />
del forte impegno del Ministro<br />
Nicola Mancino, per l’esito del<br />
maxiprocesso a Cosa Nostra<br />
(ma la sentenza del maxiprocesso<br />
è del 30 gennaio 1992, mentre<br />
Mancino divenne Ministro<br />
dell’Interno, dopo 7 mesi, ossia<br />
il 1° luglio). Inoltre, è strana, la<br />
sua affermazione su “f ra n ge<br />
marginali dello Stato che remavano<br />
contro, facevano trattative<br />
e papelli” e riferisce “di tre o<br />
q u a t t ro ” trattative, definendole<br />
anomalie delle quali parlava settimanalmente<br />
con Falcone e<br />
Borsellino, ma probabilmente<br />
non conosciute da altri, oltre<br />
che da lui! Ebbene. Ma perché<br />
per 17 anni è s<strong>com</strong>parsa la memoria<br />
e ora, nell’estate-autunno<br />
del 2009, affiorano tanti, e così<br />
importanti, ricordi? Le verità<br />
del 2009, sono l’altra faccia della<br />
menzogna degli anni precedenti<br />
e dei non ricordo. O, anche,<br />
il contrario. Sbrogliare questa<br />
intricata matassa, non sarà<br />
<strong>com</strong>pito facile. La sensazione di<br />
torbido è l’unica cosa certa.<br />
Qualcuno, pur in ritardo, potrà<br />
avvicinarci alla verità, altri continuano<br />
a intorbidire le acque.<br />
Siamo tornati ai “pupi e pupari”.<br />
Dobbiamo dare un volto agli uni<br />
e agli altri.<br />
(*senatore Italia dei Valori)<br />
Ma perché<br />
per 17 anni<br />
è s<strong>com</strong>parsa<br />
la memoria<br />
e ora affiorano<br />
tanti,<br />
e così importanti,<br />
r i c o rd i ?<br />
Le verità del 2009<br />
sono l’altra faccia<br />
delle bugie passate?
Giovedì 15 ottobre 2009 pagina 19<br />
Studenti dell’Aquila<br />
terremotati di serie B<br />
6 Aprile 2009. Tanti studenti <strong>com</strong>e<br />
noi sono morti, quella terribile<br />
notte. Sono morti per la superficialità<br />
e l’indifferenza di chi<br />
avrebbe dovuto proteggerci. Anche<br />
tanti cittadini aquilani sono<br />
morti. Di diverso c’è che, nei<br />
confronti di noi studenti universitari,<br />
quella superficialità e<br />
quell’indifferenza continuano.<br />
Nei mesi successivi al sisma, molti<br />
studenti fuori sede si sono trasferiti<br />
nei paesi della costa abruzzese,<br />
così da poter tornare, con i<br />
mezzi pubblici, per dare gli esami<br />
ed assistere alle rimanenti lezioni.<br />
Per nessuno è stato facile.<br />
Nuova casa, nuova città, nuova<br />
vita. Perché quella vecchia ci era<br />
stata strappata, a noi <strong>com</strong>e ai residenti<br />
aquilani. Ma per loro qualche<br />
agevolazione, seppur insufficiente,<br />
c’è stata (trasporti pubblici<br />
e alloggi gratuiti). Noi studenti<br />
abbiamo pagato di tasca<br />
nostra sia le nuove case sia i trasporti<br />
verso l’Aquila. Abbiamo<br />
chiesto al Comune del L’Aquila la<br />
stessa tessera gratuita che era<br />
stata concessa ai residenti per<br />
viaggiare sugli autobus . Inizialmente<br />
ce l'hanno consegnata alcuni<br />
impiegati <strong>com</strong>unali, dopo<br />
pochi giorni però arriva la telefonata:<br />
“Siamo del <strong>com</strong>une del<br />
L’Aquila, siamo spiacenti, ma lei<br />
deve immediatamente riconsegnare<br />
la tessera per i trasporti<br />
gratuiti. La Regione si è lamenta-<br />
La vignetta<br />
ta con noi. Dice che quella tessera<br />
spetta solo ai residenti nel<br />
<strong>com</strong>une .” Un po’ per mancanza<br />
di tempo, un po’ per rabbia, invece<br />
di fare altre ore di fila per<br />
restituire la tessera, molti di noi<br />
si sono limitati a non utilizzarla<br />
più (pagando ogni volta l’autobus<br />
di tasca nostra). A settembre ci è<br />
arrivata un’altra lettera dal Comune,<br />
nella quale avvertivano<br />
che, se non avessimo restituito<br />
l’abbonamento entro i dieci giorni<br />
successivi, avrebbero preso<br />
provvedimenti legali. Siamo andati<br />
in Comune dove, dopo aver<br />
fatto un po’ di controlli, ci hanno<br />
detto che abbiamo fatto bene a<br />
MAIL B OX<br />
7<br />
Furio Colombo<br />
C<br />
aro Colombo,<br />
dal momento che scrivo a “<strong>Il</strong><br />
<strong>Fatto</strong> Quotidiano” puoi immaginare<br />
che cosa penso di Mara Carfagna.<br />
Eppure la questione del burqa esiste<br />
davvero. Si può permettere che nel<br />
nostro paese ci si possa presentare in<br />
pubblico (e <strong>com</strong>e utenti di servizi<br />
pubblici) a volto coperto e senza<br />
possibilità di identificazione? Si può in<br />
un mondo pericoloso, in giorni <strong>com</strong>e<br />
questi? La Carfagna vuole abolire il<br />
burqa. Ha davvero torto?<br />
S e re n a<br />
CAPISC O. Ma <strong>com</strong>e si fa a discutere<br />
con questo governo dove si alternano, nei<br />
rapporti con gli immigrati e le altre culture,<br />
cattiveria, stupidità, cinismo e sincera<br />
incapacità di governare? A differenza degli altri<br />
paesi europei,che non sono governati dal<br />
“miglior primo ministro in assoluto degli ultimi<br />
150 anni” ( che è anche “il più perseguitato<br />
della Storia”, Gesù Cristo e Anna Frank inclusi),<br />
in Italia si <strong>com</strong>mettono ogni giorno atti illegali e<br />
immorali contro gli immigrati che credono di<br />
approdare in un paese civile. Si va dal<br />
“respingimento in mare” (espediente crudele di<br />
cui non si conosce il numero dei morti<br />
annegati) alla “consegna alla Libia”, senza<br />
alcuna verifica del diritto di asilo e senza<br />
sapere quando s<strong>com</strong>pariranno per sempre nei<br />
campi di detenzione libici (pagati, è triste dirlo,<br />
non usare più la tessera, altrimenti<br />
ci avrebbero fatto ripagare<br />
in un solo colpo tutti i viaggi gratuiti<br />
che avevamo fatto (cosa che,<br />
effettivamente, è toccata ad altri<br />
studenti). Purtroppo i nostri guai<br />
non sono finiti qui. A settembre<br />
veniamo a sapere che l’u n i ve r s i t à<br />
non verrà spostata né a Pescara,<br />
né a Teramo, né in nessun’altra<br />
parte. Bisogna restare tutti a<br />
L’Aquila, perché “la città, se andassero<br />
via gli studenti, sarebbe<br />
p e rd u t a ”. Se siamo un patrimonio<br />
per la città, dobbiamo essere<br />
trattati con rispetto. Abbiamo<br />
telefonato a uno dei nostri ex padroni<br />
di casa, per sapere a che<br />
punto erano i lavori e se potevamo<br />
riavere l’appartamento (la<br />
notte del sisma il palazzo ha avuto<br />
pochi danni). <strong>Il</strong> proprietario,<br />
molto cordialmente, ci ha risposto<br />
che sì, certo, lo potevamo riavere,<br />
ma il prezzo <strong>com</strong>plessivo di<br />
quello che era praticamente un<br />
bilocale era salito da 400 a 650<br />
euro! Oltre al danno anche la bef-<br />
A DOMANDA RISPONDO<br />
DI BURQA<br />
E DI ALTRI VELI<br />
fa: dovevamo essere anche grati,<br />
perché “c’era chi stava facendo<br />
aumenti maggiori”. Abbiamo<br />
cercato altre case: sul sito stesso<br />
dell’Università apparivano offerte<br />
di appartamenti in affitto a<br />
1500 euro. Un giorno abbiamo<br />
trovato una casa al prezzo dell'anno<br />
precedente. <strong>Il</strong> padrone del<br />
palazzo però ci ha chiamati per<br />
dirci che la protezione civile gli<br />
aveva offerto 200 euro al mese in<br />
più se avesse destinato la casa ai<br />
residenti invece che agli studenti!<br />
Tanti studenti <strong>com</strong>e noi sono<br />
morti la notte del 6 Aprile. Avevano<br />
una storia. Avevano dei sogni.<br />
Noi siamo i sopravvissuti, e<br />
chiediamo alle istituzioni, che reputano<br />
che i “re s i d e n t i ” hanno il<br />
diritto di essere supportati,<br />
mentre i “domiciliati” no: “Pe r<br />
quale motivo il nostro dolore<br />
merita meno rispetto di quello<br />
degli altri?”<br />
Noemi Alagia<br />
Forse ci meritiamo<br />
Silvio Berlusconi<br />
Ieri sera l'ennesima arguta puntata<br />
di Blob mi ha fatto aprire gli<br />
occhi: e se ce lo meritassimo il<br />
buon Silvio?<br />
Se ad avere successo in Italia sono<br />
trasmissioni in cui mentecatti<br />
vanno a perdere ogni forma di dignità<br />
davanti a milioni di persone,<br />
oppure programmi dove si parla<br />
della dieta di una starletta, allora,<br />
forse, un Berlusconi è proprio<br />
quello che fa al caso nostro.<br />
Quell'uomo è un genio, è ricco, è<br />
potente, ha 70 anni, va con donne<br />
bellissime e riesce anche a farsi<br />
passare <strong>com</strong>e vittima di oscuri<br />
<strong>com</strong>plotti ad opera di non si sa<br />
bene chi.<br />
Forse questo paese, in balia di un<br />
IL FATTO QUOTIDIANO<br />
via Orazio n. 10 - 00193 Roma<br />
l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />
ma vero, da soldi italiani, previo voto del<br />
parlamento italiano). Ergendosi fiero su questo<br />
crescente tumulo di vittime, il ministro<br />
dell’Interno Maroni, conscio del fatto che<br />
elezioni regionali molto importanti per la Lega<br />
sono vicine, annuncia ogni due giorni “Un<br />
nuovo giro di vite” (<strong>Il</strong> titolo è del “Giornale”, che<br />
sa, 5 ottobre 2009). Forse è la Carfagna che<br />
dovrà indossare qualche tipo di velo o di burqa,<br />
altrimenti con che faccia si presenterà a<br />
persone escluse dagli ospedali, dalle scuole,<br />
dalle case, dal lavoro (salvo il lavoro in nero,<br />
che va fortissimo), per chiedere ai senza potere<br />
di osservare una regola (farsi vedere, che in se<br />
sarebbe logica e normale) da parte di un<br />
potere che le regole le ha violate e le viola<br />
tutte, dalla Carta dei diritti dell’uomo alla<br />
Costituzione italiana? Chi non fosse crudele e<br />
cinico o totalmente in<strong>com</strong>petente, saprebbe<br />
che l’integrazione è un capolavoro di civiltà che<br />
si realizza insieme,chi arriva e chi accoglie.<br />
Solo dopo si diventa grandi paesi (vedi<br />
l’America di Obama) con il merito di aver<br />
trasformato in cittadini i nuovi venuti e il diritto<br />
di chiedere a tutti l’osservanza di regole<br />
<strong>com</strong>uni. Altrimenti qualunque perseguitato da<br />
Maroni e della Lega può chiedere: “R e go l e<br />
<strong>com</strong>uni a chi?”. E anche “perché volete<br />
obbedienza e negate diritti?”<br />
Furio Colombo - <strong>Il</strong> <strong>Fatto</strong> Quotidiano<br />
00193 Roma, via Orazio n. 10<br />
l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />
SECONDO TEMPO<br />
grave smarrimento ormai decennale,<br />
ha finalmente trovato colui<br />
che lo prenderà per mano e lo<br />
condurrà verso una mesta fine.<br />
Mattia Pappagallo<br />
La crisi è vera<br />
e in Sardegna si vede<br />
Scrivo da Carbonia (provincia<br />
sarda, poco nota) situata nella<br />
zona geografica definita Sulcis-Iglesiente.<br />
Volevo porre all'attenzione<br />
pubblica il problema<br />
di un'area che basa la sua economia<br />
sul <strong>com</strong>mercio e sull'industria<br />
(oltre che sul turismo, durante<br />
l'estate). Proprio l'industria<br />
fa da perno dell'economia<br />
col polo industriale sito in Portoscuso<br />
(CI), il problema è che<br />
molte fabbriche hanno temporaneamente,<br />
alcune definitivamente,<br />
chiuso i battenti a causa della<br />
"crisi". La stessa crisi che è vista<br />
<strong>com</strong>e solo “psicologica” dal nostro<br />
presidente del Consiglio.<br />
Sono figlio di un operaio che è in<br />
cassaintegrazione da aprile, una<br />
fortuna nella sfortuna in quanto<br />
molti altri lavoratori (soprattutto<br />
delle imprese di appalto) non<br />
hanno nemmeno il sussidio mensile<br />
per tirare avanti. In ogni caso<br />
la cassa integrazione di mio padre,<br />
che lavora all'Eurallumina, è<br />
garantita fino a marzo, mese in<br />
cui scadrà l'anno di chiusura "tecnico".<br />
Cosa succederà? Gli operai,<br />
lasciati soli da qualsivoglia<br />
rappresentante, cercano di muoversi,<br />
ma sembra tutto inutile.<br />
L'on. Cappellacci si è dimostrato<br />
più interessato a buttare cemento<br />
sulle coste che a salvaguardare<br />
il lavoro dei cittadini. Cappellacci<br />
inoltre è evanescente, marionetta<br />
posta lì dal piccolo giostraio di<br />
Arcore. La situazione è nerissima,<br />
e per il resto d'Italia la nostra<br />
crisi sembra non esistere.<br />
Luigi Floris<br />
Che fine ha fatto<br />
il Corriere della Sera<br />
<strong>Il</strong> Corriere sta bene? Severgnini<br />
dice di sì, e sarà certamente informato,<br />
ma da osservatore<br />
IL FATTO di ieri 15 Ottobre 1975<br />
“Una specie di covo della cultura di genere”. Così Luisa<br />
Muraro, decana del pensiero femminile in Italia, ha di<br />
recente definito la storica “Libreria delle donne”, quello<br />
speciale negozio aperto nel ‘75 a Milano, a due passi dal<br />
Duomo, dalle “ragazzacc e” dei collettivi eretici di via<br />
Cherubini e via Mancinelli. Laboratorio politico destinato<br />
alla vendita di libri scritti solo da donne, ma anche<br />
pensatoio, luogo di scambio di idee e progetti al femminile,<br />
all’ombra di grandi scaffali, un po’ memoria storica del<br />
femminismo, un po’ raccolta in progress di novità editoriali<br />
del “sesso altro”. Niente a che vedere con una strana<br />
riserva indiana. Anche se nel ’75 delle lotte per i diritti civili<br />
- divorzio, aborto, diritto di famiglia – l’idea di uno spazio<br />
collettivo non regolato dagli interessi maschili, era stata<br />
letta <strong>com</strong>e qualcosa di sovversivo, protestatario e sessista.<br />
Oggi, a oltre trenta’anni da quella sfida, la libreria<br />
milanese, coi suoi 10000 titoli, le sue 3000 autrici, la nuova<br />
sede con le vetrine animate da una striscia della vignettista<br />
Pat Carra, è ancora il simbolo della mission culturale di<br />
allora. “Le donne – per dirla sempre con Luisa Muraro –<br />
hanno saputo tener botta.”<br />
Giovanna Gabrielli<br />
L’abb o n at o<br />
del giorno<br />
GABRIELE LANZI<br />
Gabriele, 52 anni, insieme<br />
a Morena ha due ragazzi<br />
che frequentano<br />
l’università, Fabio e Milo.<br />
Possiede quattro bar A<br />
Magreta (frazione di<br />
Formigine). Per un mese ha<br />
pagato l’edicolante perché<br />
ad ogni bar facesse<br />
pervenire anche una copia<br />
del <strong>Fatto</strong>. Scrive:<br />
"Attendevo da tempo la<br />
nascita di un giornale senza<br />
censure o<br />
condizionamenti.<br />
Bisogna<br />
u s c i re<br />
dal<br />
l e t a r go<br />
mentale!”<br />
Raccontati<br />
e manda<br />
una foto a:<br />
a bb o n a t o d e l g i o r n o @<br />
i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />
esterno non ne sarei così sicuro.<br />
A parte le tirature - la Repubblica<br />
li ha abbondantemente superati -<br />
mi pare che il Corriere con il suo<br />
filoberlusconismo terzista abbia<br />
perso, e stavolta per sempre, la<br />
sua autorevolezza. E questo perché,<br />
e credo sia innegabile, il<br />
Corriere è <strong>com</strong>pletamente isolato<br />
dal mondo e nel mondo. Tutti<br />
i giornali del mondo sanno che<br />
in Italia c'è una anomalia, e che<br />
questa anomalia è grave. <strong>Il</strong> Corriere<br />
continua ostinatamente a<br />
negarlo, insieme ai giornali di<br />
proprietà del presidente del<br />
Consiglio. Purtroppo sembra<br />
che il berlusconismo abbia forgiato<br />
un nuovo Corriere, meno<br />
ambizioso, meno europeo, più limitato,<br />
più modesto, arroccato<br />
sulle piccolezze italiane, ricattato<br />
dal demiurgo televisivo.<br />
Marco Demmini<br />
<strong>Il</strong> governatore Draghi<br />
e la mia pensione<br />
<strong>Il</strong> Governatore della Banca d’Italia,<br />
Mario Draghi, <strong>com</strong>e molti è<br />
pronto a decidere delle sorti di<br />
milioni di italiani riguardo all'età<br />
in cui si potrà andare in pensione.<br />
Non sto qui a ribadire le solite<br />
cose che questi signori dovrebbero<br />
considerare. Anzi, qualcosa<br />
lo ricordo, perchè credo che dovreste<br />
<strong>com</strong>inciare a ragionare tenendo<br />
in considerazione i problemi<br />
veri, i problemi della gente,<br />
le nostre vite. Non le realtà fittizie<br />
che immaginate quando parlate<br />
di noi. Allora credo che chi<br />
decide per noi dovrebbe mettersi<br />
nei nostri panni.Provassero loro<br />
(industriali, politici, classe dirigente<br />
e lacchè vari) a lavorare<br />
veramente per 40 anni per 8 ore<br />
anzichè passare il loro tempo fra<br />
colazioni e pranzi di lavoro, convegni<br />
e congressi o altre amenità<br />
simili che servono solo a spendere<br />
i nostri soldi. Provassero,<br />
quando prendono queste decisioni,<br />
a tornare a fare una vita<br />
normale <strong>com</strong>e la nostra, sperimentando<br />
le decisioni che prendono<br />
quando stanno sui pulpiti.<br />
Ho cercato di protestare con la<br />
Banca d’Italia, ma nessuno risponde.<br />
Ho cercato di contattare<br />
il governatore Draghi, ma non<br />
c’è nemmeno un indirizzo mail<br />
per scrivergli. Grazie,<br />
Barbara P.<br />
Diritto di Replica<br />
Per un errore redazionale, il corsivo<br />
di pagina 13 dell’edizione di<br />
ieri, mercoledì 14 ottobre, del<br />
<strong>Fatto</strong>, è stata firmata da Gianni<br />
Perrelli invece che da Gianni<br />
Marsilli: ce ne scusiamo con gli int<br />
e re s s a t i .<br />
Direttore responsabile<br />
Antonio Padellaro<br />
Caporedattore Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez<br />
Progetto grafico Paolo Residori<br />
Redazione<br />
00193 Roma , Via Orazio n°10<br />
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Chiusura in redazione ore 20.00<br />
Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599
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