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Artrite Reumatoide - ASL n. 4 Chiavarese

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<strong>Artrite</strong> <strong>Reumatoide</strong><br />

Manifestazioni cliniche articolari e<br />

sistemiche<br />

Dott. Giovanni Verso


Definizione clinica dell’<strong>Artrite</strong> <strong>Reumatoide</strong><br />

-E’ una malattia infiammatoria cronica che colpisce<br />

prevalentemente le articolazioni diartroidali*, anche se<br />

potenzialmente può coinvolgere ogni distretto dell’organismo.<br />

A livello articolare il processo infiammatorio ha carattere<br />

erosivo e può portare alla distruzione dei capi ossei<br />

iuxtarticolari e all’anchilosi.<br />

-Il termine “artrite reumatoide” fu coniato nel 1876 da Sir<br />

Alfred Bering Garrod e adottato definitivamente dall’American<br />

Rheumatism Association (ARA) nel 1941


Epidemiologia<br />

• L’AR è diffusa in tutto il mondo e non<br />

sembra vi siano predilezioni di clima o di<br />

razza.<br />

• La Prevalenza della malattia è compresa tra<br />

lo 0.3 e il 2% della popolazione mondiale<br />

con un picco il alcune tribù di Indiani<br />

d’America.


Epidemiologia<br />

Population Prevalence<br />

High prevalence<br />

Yakima Indians, USA<br />

Pima Indians, USA<br />

Intermediate prevalence<br />

Europe<br />

North-America (Caucasians)<br />

South America and Carribean<br />

Low prevalence<br />

Asia<br />

Africa<br />

Middle-East<br />

6.0<br />

5.3<br />

0.9 - 1<br />

0.9 - 1<br />

0.6 - 1.9<br />

0.1 - 0.3<br />

0.0 - 0.3<br />

0.2 - 0.4<br />

Abdel-Nasser et al., Semin Arthritis Rheum, 1997


• Le femmine sono più colpite dei maschi con<br />

un rapporto di 4 a 1.<br />

• L’esordio della malattia può avvenire a<br />

qualsiasi età, ma è più frequente tra i 40 e<br />

60 anni.


(Persons)<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

Distribution of age at disease onset for men and<br />

women with RA<br />

Male<br />

18 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 74<br />

(Age)<br />

Female<br />

Yukioka et al., Brit J Rheumatol, 1998


Artriti idiopatiche giovanili<br />

• <strong>Artrite</strong> sistemica : morbo di Still ( febbre)<br />

• Poliartrite :<br />

• - Poliartrite sieropositiva (simile alla AR)<br />

• - Poliartrite siero negativa<br />

• Oligoartrite (la più comune)<br />

• Entesoartriti (HLA B-27)<br />

• Artriti indifferenziate


Eziopatogenesi A.R.<br />

• L’eziopatogensi della AR non è ancora stata chiarita<br />

completamente. Sembra che la malattia si sviluppi quando<br />

in un individuo geneticamente predisposto agisce un<br />

antigene scatenante. Tale incontro determinerebbe<br />

un’attivazione del sistema immunitario. Una serie<br />

complessa di eventi coinvolgente sia l’immunità umorale<br />

sia quella cellulare, porterebbe allo sviluppo di un processo<br />

infiammatorio acuto e successivamente al suo<br />

automantenimento e alla cronicizzazione.


Predisposizione genetica<br />

• Con la scoperta del sistema maggiore di istocompatibilità,<br />

fu possibile dimostrare l’associazione tra AR e gli antigeni<br />

di classe II HLA-DR4 e DR1.<br />

• In particolare il DR4 sarebbe presente nel 60-70% dei pz<br />

con AR, e nel 20-30% della popolazione generale. Per i<br />

soggetti DR4 positivi è stato calcolato che il rischio di<br />

contrarre la malattia e 4-5 volte superiore dei DR4negativi.<br />

Sembra che tale antigene, oltre a essere<br />

responsabile della suscettibilità all’AR, sia anche correlato<br />

alla gravità, della malattia.


Antigene scatenante<br />

• La natura dell’antigene in grado di<br />

scatenare la malattia è ancora sconosciuta,<br />

nonostante siano stati presi in<br />

considerazione numerosi agenti esogeni ed<br />

endogeni:<br />

• - batteri e virus<br />

• - superantigeni<br />

• - autoantigeni


Batteri e Virus<br />

• Sono numerosi gli agenti infettivi chiamati in<br />

causa come possibili agenti eziologici della AR.<br />

• Tra i batteri : streptococco ,clostridi l’escherichia<br />

coli e…..<br />

• Tra i virus : rosolia, varicella, parotite e …..<br />

• Tali agenti potrebbero scatenare la malattia con un<br />

meccanismo diretto producendo una infezione<br />

articolare o, più verosimilmente,con un<br />

meccanismo indiretto, attraverso una risposta<br />

immunitaria anticorpale o attraverso la reattività<br />

crociata tra antigeni microbici e autoantigeni<br />

articolari.


• Nessun microrganismo è mai stato isolato dal<br />

liquido sinoviale o dalla membrana sinoviale dei<br />

pz affetti da AR, ne si è mai riusciti a trasmette<br />

sperimentalmente la malattia. È tuttavia possibile<br />

che l’agente funga da “MICCIA” e sia presente in<br />

ambiente articolare solo per un tempo limitato<br />

nelle fasi precoci della malattia o addirittura<br />

• “ nella fase preclinica”<br />

o che sia alterato o infine che in articolazioni<br />

giungano solo alcune componenti.


Superantigeni<br />

• I superantigeni sono molecole che si legano direttamente a<br />

ponte tra una regione esterna della molecola del MHC di<br />

classe II e la regione esterna del recettore del linfocita T.<br />

• Superantigeni perché non necessitano di essere fagocitati e<br />

presentati dalle cellule accessorie o presentanti, come<br />

accade per gli antigeni convenzionali.


Autoantigeni<br />

L’autoimmunità e sicuramente coinvolta nell’<br />

eziopatogenesi della AR , ma è probabile che gli<br />

autoantigeni intervengano non tanto nello scatenamento<br />

iniziale del processo morboso, quanto nella sua<br />

CRONICIZZAZIONE.


AUTOANTIGENI<br />

• Uno dei possibili autoantigeni è il collagene.<br />

• Questa glicoproteina può determinare la comparsa di artrite<br />

nei roditori e l’artrite indotta dal collagene è considerata un<br />

buon modello sperimentale per l’AR.<br />

• La maggior parte degli studi nell’uomo indica che gli<br />

anticorpi anti collagene di tipo II intervengono non tanto<br />

nell’inizio del processo infiammatorio sinoviale, quanto<br />

nella sua “ AMPLIFICAZIONE “.


Probabilmente la cartilagine articolare, quando è<br />

invasa dal panno sinoviale, va incontro a processi<br />

degenerativi che portano alla liberazione di alcuni<br />

epitopi del collagene, che si comportano come<br />

antigeni eterologhi stimolando la produzione di<br />

autoanticorpi e la successiva formazione di<br />

immunocomplessi.<br />

Meccanismo analogo per i proteoglicani della<br />

cartilagine articolare.


FATTORE REUMATOIDE<br />

• Un’altra proteina endogena in grado, come il collagene e i<br />

proteoglicani ,di stimolare un processo autoimmune è una<br />

• immunoglobulina di tipo G.<br />

• Gli autoanticorpi che si formano sono i ( FR ).<br />

• Ipotesi : nell’ AR vi sarebbero livelli ridotti di enzimi<br />

coinvolti nella glicosilazione delle IgG, evento che<br />

potrebbe far riconoscere come estraneo ( NON SELF ) tale<br />

antigene.


RUOLO DEGLI AUTOANTIGENI<br />

• Per gli anticorpi anticollagene , antiproteoglicani, FR e alla<br />

formazione di immunocomplessi IgG-FR è riconosciuto un<br />

ruolo nell’AMPLIFICAZIONE della risposta immunitaria<br />

e non invece nel suo innesco.<br />

• Gli anticorpi contro le proteine citrullinate, hanno assunto<br />

grande rilevanza dal punto di vista prognostico.


PATOGENESI PRIMA DEI<br />

BIOLOGICI<br />

• Sulla base di modelli sperimentali e di<br />

indagini istopatologiche in vivo sono state<br />

definite 5 fasi o tappe patogenetiche, a<br />

ognuna delle quali corrisponde un preciso<br />

stadio istopatologico, clinico e radiologico.


PATOGENESI DOPO I<br />

BIOLOGICI<br />

• Studi nel corso della risposta in vivo ai farmaci<br />

biologici, hanno profondamente modificato la<br />

teoria della patogenesi della AR, portando alla<br />

formulazione di un modello in diverse fasi, in cui<br />

l’immunità innata aspecifica e la risposta immune<br />

specifica intervengono in modo sequenziale,<br />

svolgendo un ruolo autonomo,reciprocamente<br />

esclusivo,ma con possibilità di meccanismi di<br />

interdipendenza.


Fasi patogenetiche<br />

1-Fase Fase di induzione ( della risposta immune innata).<br />

Precede il 1° dei 5 stadi.<br />

2-Fase Fase infiammatoria ( della risposta immune<br />

antigene-specifica ). Corrisponde agli stadi 1° 2°<br />

3°.<br />

3-Fase “ mesenchimale “ o distruttiva<br />

Fase “ mesenchimale “ o distruttiva.<br />

Corrisponde al 4° e 5° stadio in cui viene<br />

classicamente suddivisa la fisiopatologia e la<br />

clinica della artrite reumatoide.


1-Fase Fase di induzione<br />

• Precede il 1° dei cinque stadi in cui viene classicamente<br />

schematizzata la fisiopatologia e la clinica della sinovite<br />

reumatoide.<br />

• Risposta rapida a molteplici stimoli patogeni, spesso di<br />

origine esogena.<br />

• Le alterazioni iniziali riguardano i sinoviociti e i capillari<br />

sinoviali, evidenziati da segni di iperplasia sinoviale e<br />

depositi di fibrina.<br />

• Iperincrezione di citochine e chemochine predispongono,<br />

l’ambiente sinoviale all’infiltrazione di PMN e MNC, fra<br />

cui i linfociti T.


2-Fase Fase infiammatoria<br />

• Riguarda gli aspetti tipici della SINOVITE.<br />

• Possono entrare in gioco molteplici antigeni di derivazione<br />

esogena o nativa,costitutivi del cavo articolare o<br />

riconosciuti in periferia.<br />

• In caso di preattivazione dei sinoviociti dovuta a<br />

produzione di citochine secondaria a traumi,reazioni<br />

allergiche o infezioni, peptidi self vengono presentati ai<br />

linfociti T dalle cellule dendritiche del microambiente<br />

sinoviale.


• Tappa patogeneticamente di grande importanza,<br />

durante il processo di presentazione antigenica in situ,<br />

a livello sinoviale è un sistema di costimolazione da<br />

adesione diretta fra sinoviociti di tipo A e linfociti T.<br />

• Le cellule CD4 ( specifiche per l’antigene che ha<br />

scatenato la malattia ) una volta attivate fungono da<br />

• AMPLIFICATORI<br />

• della risposta cellulo-mediata ( linfociti T, linfociti B e<br />

monociti-magrofagi ).<br />

• Attorno ai vasi sotto la superficie della membrana<br />

sinoviale si formano caratteristici aggregati formati da<br />

linfociti circolanti.


• Le citochine rilasciate dai linfociti CD4 assieme al deficit<br />

dei linfociti CD8 determinano una attivazione delle cellule<br />

B che proliferano infiltrando la sinovia e che in parte si<br />

differenziano in cellule anticorpo-secernenti.<br />

• Una parte delle immunoglobuline prodotte sono FR.<br />

• In situ danno luogo alla formazione di<br />

Immunocomplessi<br />

• Immunocomplessi<br />

• che passano nel liquido sinoviale e attivano il sistema del<br />

complemento.<br />

• Precipitano sulla superficie della cartilagine articolare<br />

attraendo il panno sinoviale che si va via via formando.


Vasculite <strong>Reumatoide</strong><br />

• Gli immunocomplessi possono poi entrare<br />

nel torrente circolatorio e depositarsi nella<br />

parete dei vasi extrasinoviali


3-Fase Fase mesenchimale o<br />

distruttiva<br />

• Può decorrere asintomatica, evolvere in modo<br />

antigene-indipendente e non correlato con la<br />

flogosi.<br />

• La cellule mesenchimali che svolgono il ruolo<br />

principale sono i fibroblasti e i sinoviociti.<br />

• La reazione mesenchimale permetterebbe<br />

l’automantenimento e la persistenza del processo<br />

di SINOVITE , sostenuta dalla sola<br />

partecipazione dei sinoviociti di tipo A e B.


Mutazione dei Sinoviociti B<br />

• I sinoviociti di tipo B presentano aspetti di<br />

tipo trasformato,simil-tumorale,come la<br />

perdita dell’inibizione da contatto da cui<br />

deriva la denominazione di “pannociti”e la<br />

riduzione della apoptosi.


Attivazione dei sinoviociti A<br />

• Sono la quota più numerosa del lining<br />

spesso adiacenti a linfociti attivati, e sono<br />

a loro volta in uno stato di attivazione<br />

come dimostrano l’aumentata espressione<br />

dei fattori nucleari di trascrizione e dei<br />

geni che codificano per ( TNF-ALFA, IL -<br />

6).


FASE MESENCHIMALE<br />

DISTRUTTIVA<br />

• Alcune citochine,appartenenti citochine,appartenenti<br />

alla<br />

superfamiglia del TNF ,rivestono<br />

notevole importanza nella regolazione<br />

della DIFFERENZIAZIONE E<br />

ATTIVAZIONE degli OSTECLASTI


RANK-RANKL<br />

RANK RANKL<br />

• I PRECURSORI DEGLI OSTEOCLASTI CON IL<br />

LORO RECETTORE:<br />

• RECEPTOR ACTIVATOR ( RANK )<br />

• LEGANO L’AGONISTA PRODOTTO DAI<br />

LINFOCITI T DELLA MEMBRANA SINOVIALE<br />

ATTIVATI DAI SINOVIOCITI TIPO B.<br />

• L’ATTIVITA’ DI RANKL E’ ANTAGONIZZATA<br />

DALLA OSTEOPROTEGERINA.


LE EROSIONI<br />

si formano per la azione diretta degli<br />

OSTEOCLASTI<br />

che proliferano<br />

dal fronte invasivo del panno sinoviale<br />

dal versante osseo subcondrale<br />

dagli infiltrati della spongiosa ossea


Danno Cartilagineo<br />

• Il danno cartilagineo è indipendente dal<br />

precedente e deriva dalla digestione<br />

enzimatica prodotta dai polimorfonucleati e<br />

sinoviociti del PANNO SINOVIALE


Caso Clinico: gennaio 2010<br />

• Paziente femmina<br />

• di anni 45<br />

• Valutata a gennaio<br />

• Priva di deformazione alle piccole articolazione delle<br />

mani<br />

• Funzionalità articolare ancora conservata nella sua<br />

totalità<br />

• Indici di flogosi negativi<br />

• Ra test e ccp pos<br />

• Astenia e sintomi sistemici sfumati<br />

• Ma:<br />

• EROSIONI EVIDENZIATE DA RM<br />

• CLINIMETRIA DELLA PAZIENTE OGGI<br />


Perché le piccole articolazioni delle<br />

mani ?!?<br />

• Tra i mediatori ,è stata evidenziata la sostanza P, un<br />

neuropeptide che in vitro stimola la crescita dei sinoviociti<br />

l’esistenza di un legame tra gli eventi a livello articolare e<br />

il sistema nervoso, facendo avanzare l’ipotesi che la<br />

maggiore incidenza e maggiore gravità della<br />

compromissione di alcune articolazioni dipendano dalla<br />

ricchezza della loro innervazione.<br />

• Infatti la componente neurogena dell’infiammazione<br />

potrebbe essere mediata in parte dal rilascio di alcuni<br />

neuropeptidi, tra cui la sostanza P, dalle terminazioni<br />

periferiche delle fibre nocicettive.


• La sostanza P<br />

• indurrebbe il rilascio<br />

• da parte dei monociti<br />

• di TNF e IL-6<br />

• da parte dei sinoviociti<br />

• di prostaglandine e proteasi.<br />

• Homunculus motorius<br />

• rappresentazione somatotopica<br />

• periferia motrice


CLINICA DELLE 5 TAPPE<br />

FISIOPATOLOGICHE<br />

• Stadio 1<br />

• Riconoscimento immunitario privo di<br />

manifestazioni cliniche ( asintomatica).<br />

• Stadio 2<br />

• Il tessuto sinoviale è il bersaglio<br />

• Coesistono fenomeni di natura infiammatoria con<br />

le caratteristiche della fase acuta e fenomeni di<br />

differenziazione e proliferazione ,espressione di<br />

una fase cronica.


• Caratterizzano la fase 2 sintomi come malessere<br />

generale e astenia ( citochine IL-1 TNF ),rigidità<br />

mattutina e di reperti obiettivi quali lieve tumefazione<br />

e dolorabilità alla digitopressione ( rx ispessimento<br />

capsule articolari ).<br />

• STADIO 3<br />

• Caratterizzato dall’aumento della gravità dei<br />

fenomeni dello stadio 2.<br />

• Oltre ai sintomi generali e alla rigidità mattutina<br />

compare il dolore articolare e si fanno più evidenti la<br />

tumefazione e il calore.<br />

• Inizia la limitazione funzionale per accumulo di<br />

liquido e la proliferazione dei tessuti molli nel cavo<br />

articolare.<br />

• Rx : ispessimento capsule articolari.


STADIO 4<br />

• Lo stadio 4 è caratterizzato da un’ulteriore<br />

accentuazione dei segni di flogosi e da una ><br />

limitazione funzionale delle articolazioni colpite.<br />

• Si assiste alla organizzazione del processo<br />

proliferativo sinoviale con invasione e distruzione<br />

della cartilagine ialina articolare dei tendini e<br />

dell’osso subcondrale.<br />

• Rx : riduzione spazio articolare e segni di o.p.<br />

periarticolari.


STADIO 5<br />

• Le articolazioni si deformano perdono<br />

ulteriormente funzione e compare la<br />

limitazione ai movimenti anche passiva.<br />

• Frequente in questo stadio la comparsa di<br />

manifestazioni extrarticolari.<br />

• Rx : compaiono le erosioni.


• <strong>Artrite</strong> settica<br />

Diagnosi differenziale<br />

• Artriti sieronegative<br />

• Spondilite anchilosante *<br />

• Le connettivopatie<br />

• Polimialgia reumatica<br />

• Artriti microcristalline<br />

• Osteo artrosi erosiva


Score<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

EVOLUZIONE DELL’AR<br />

0 2,5 5 7,5 10 12,5 15 20<br />

Anni<br />

Articol. Tumefatte<br />

N. di erosioni<br />

Indice di deformità<br />

Wolfe e Sharp, A&R, 1998


Evoluzione “naturale” della malattia<br />

Disabilità<br />

• Il 40% dei pazienti ha un decorso benigno (13% in<br />

remissione), il 44% sviluppa un certo grado di disabilità, il<br />

16% grave disabilità o morte (Young et al, 2000)<br />

• Dopo 10 anni il 25% dei pazienti non è in grado di<br />

continuare l’attività lavorativa che esercitava prima della<br />

malattia (Wolfe et al, 1994)<br />

• Dopo 2 anni un certo grado di disabilità lavorativa si<br />

verifica nel 42% dei pazienti (Doeglas et al, 1995)<br />

• Disabilità lavorativa grave del 44% dopo 10 anni di malattia<br />

(Sokka et al, 1999)


Meccanismi patogenetici dell’AR<br />

Early Rheumatoid Arthritis<br />

Neutrophils<br />

Neutrophil<br />

Hyperplastic<br />

Synovial<br />

Membrane<br />

Capillary Formation<br />

Hypertrophic<br />

Synoviocyte<br />

T Cells B Cells<br />

Adapted with permission from:<br />

Choy EHS, Panayi GS. N Engl J Med. Med.<br />

2001;344:907–<br />

2001;344:907<br />

916.<br />

Copyright © 2001 Massachusetts Medical Society.<br />

All rights reserved. reserved<br />

Normal knee Joint<br />

Established Rheumatoid Arthritis<br />

Neutrophils<br />

Plasma Cell<br />

Synovial Villi<br />

Extensive<br />

Angiogenesis<br />

Eroded Bone<br />

Bone<br />

Cartilage<br />

Capsule<br />

Synovial<br />

Membrane<br />

Synoviocytes<br />

Pannus


L’era dei farmaci biologici<br />

• Nel 1999 si inizia la sperimentazione dei<br />

farmaci biologici anti TNF-alfa in Italia<br />

con il cosiddetto uso “ compassionevole “.<br />

• 1999 Infliximab.<br />

• 2000 Etanercept.


PROGETTO ANTARES<br />

• Progetto ministeriale che abilita alla<br />

somministrazione dei farmaci biologici<br />

solamente alcuni centri specialistici sul<br />

territorio italiano imponendo:<br />

• Criteri inclusione pazienti<br />

• Modalità di somministrazione<br />

• Mantenimento in terapia.


Centri Antares<br />

• La sperimentazione è condotta sul<br />

territorio nazionale dal 2001 al 2004<br />

• Adalimumab


• Nel 2007 diversi studi clinici dimostrano che un<br />

trattamento precoce è in grado di modificare in<br />

modo sostanziale l’evoluzione e il decorso della<br />

malattia.<br />

• Si sviluppa il concetto di<br />

“ window of oppurtunity”


Window of opportunity<br />

• Un periodo iniziale di malattia<br />

particolarmente sensibile all’azione dei<br />

• Disease Modifying Anti-reumatic Drugs<br />

• (DMARDS) durante il quale sembra<br />

possibile incidere significativamente sulla<br />

progressione della malattia.


Early inflammatory<br />

polyarthritis<br />

• Può evolvere verso un LES, una artrite psoriasica<br />

(AP), una AR o risolversi senza lasciare esiti.<br />

• L’AR a sua volta può andare incontro a<br />

remissione o trasformarsi in forma persistente<br />

aggressiva e non.<br />

• Le early inflammatory polyarthritis possono<br />

evolvere nel 50% dei casi in artriti infiammatorie<br />

indifferenziate, nel 15-25% dei casi in AR e nel<br />

25-35% in altre forme di artriti.


• Le artriti indifferenziate a loro volta<br />

possono in oltre il 50% dei casi risolversi<br />

spontaneamente senza lasciare esiti e nel<br />

10-15% evolvere in AR.<br />

• In conclusione le EIP possono<br />

autolimitarsi, oppure evolvere verso forme<br />

infiammatorie persistenti erosive e non.


• Il concetto di diagnosi viene<br />

superato e si identifica con il<br />

concetto di evoluzione o<br />

“outcome” e quello di prognosi<br />

viene sostituito da quello di<br />

previsione dell’outcome.


Criteri ARA/ACR (1987) classificazione<br />

A.R.<br />

• Rigidità articolare mattutina di almeno 1<br />

ora<br />

• Tumefazione di 3 o più articolazioni<br />

osservata da un medico<br />

• Tumefazione delle IPP,MCP e dei polsi<br />

• Tumefazione simmetrica<br />

• Noduli Reumatoidi<br />

• Positività del FR<br />

• Erosioni e/o osteoporosi articolari alle<br />

mani e/o ai polsi rilevate con la radiografia<br />

• * I primi 4 criteri devono persistere per almeno 4<br />

settimane e sono necessari almeno 4 criteri


Meccanismi patogenetici dell’AR<br />

Early Rheumatoid Arthritis<br />

Neutrophils<br />

Neutrophil<br />

Hyperplastic<br />

Synovial<br />

Membrane<br />

Capillary Formation<br />

Hypertrophic<br />

Synoviocyte<br />

T Cells B Cells<br />

Adapted with permission from:<br />

Choy EHS, Panayi GS. N Engl J Med. Med.<br />

2001;344:907–<br />

2001;344:907<br />

916.<br />

Copyright © 2001 Massachusetts Medical Society.<br />

All rights reserved. reserved<br />

Normal knee Joint<br />

Established Rheumatoid Arthritis<br />

Neutrophils<br />

Plasma Cell<br />

Synovial Villi<br />

Extensive<br />

Angiogenesis<br />

Eroded Bone<br />

Bone<br />

Cartilage<br />

Capsule<br />

Synovial<br />

Membrane<br />

Synoviocytes<br />

Pannus


ERA<br />

Early Rheumatoid<br />

Arthritis


• In realtà, che cosa si intende con il termine di<br />

ERA?<br />

• In quale momento e per quanto tempo l’AR può<br />

essere considerata early?<br />

• Qual è la differenza tra ERA e very early<br />

reumathoid arthritis (VERA)?<br />

• Quando l’AR all’esordio dà luogo all’AR?<br />

• Possiamo predire l’AR in uno stadio di artrite<br />

all’esordio o indifferenziata?


Definizione basata sul tempo<br />

• Attualmente ( 2007), non è possibile<br />

definire l’AR all’esordio basandoci sui<br />

meccanismi patogenetici ossia prima che si<br />

instaurino irreversibili danni strutturali e<br />

meccanismi di immunoflogosi.


Classificazione dell’ERA effettuata sulla<br />

base del tempo<br />

• Very early RA (VERA) durata < 3mesi<br />

• Early RA (ERA) durata < 1 anno<br />

• Late RA durata da 1 a 5 anni<br />

• Very late RA durata > 5 anni


CONSEGUENZA<br />

Inadeguatezza dei criteri della<br />

American College Of Rheumatology<br />

(ACR)<br />

Per la diagnosi di artrite reumatoide<br />

all’esordio.


EULAR 16 GIUGNO 2010<br />

Nuovi criteri ARA per la<br />

diagnosi<br />

<strong>Artrite</strong> <strong>Reumatoide</strong>


I criteri si basano su un punteggio che deve essere uguale o maggiore di<br />

6 per poter classificare una artrite come artrite reumatoide.<br />

• Essi si basano sui seguenti parametri:<br />

Impegno articolare con articolazione dolente e tumefatta<br />

- 1 grossa articolazione 0<br />

- 2-10 grosse articolazioni 1<br />

- 1-3 piccole articolazioni 2<br />

- 4-10 piccole articolazioni 3<br />

- più 10 piccole articolazioni 5<br />

• Fattore <strong>Reumatoide</strong> e anticorpi anti peptici citrullinati ciclici<br />

- FR e CC-P negativi 0<br />

- FR ++ e CC-P ++ 2<br />

- FR +++ e CC-P +++ 3<br />

• Durata della malattia<br />

- inferiore a 6 settimane 0<br />

- più di 6 settimane 1<br />

• Proteina C reattiva e Velocità di Eritrosedimentazione<br />

- PCR e VES nella norma 0<br />

- PCR e VES aumentata 1


• Da notare che rispetto ai precedenti criteri ACR del 1987<br />

la mancanza del criterio radiologico in quanto nella<br />

discussione della lettura si è osservato la non<br />

completa definizione dell’erosione radiologica e il suo<br />

valore predittivo nel tempo.<br />

Inoltre, altro aspetto clinico diverso rispetto ai precedenti è<br />

quello di aver accomunato, e non separato come era in<br />

precedenza, le articolazioni dolenti e tumefatte.<br />

Nella classificazione, inoltre, sono comparsi gli anticorpi<br />

anti peptici citrullinati ciclici il cui valore diagnostico è<br />

ormai riconosciuto.


• Nella seconda lettura del congresso il Prof J<br />

Smolen ha illustrato le raccomandazioni del<br />

management dell’artrite reumatoide per l’uso di<br />

glucocorticoidi DMARD e terapie biologiche,<br />

sintetizzando il lavoro pubblicato su Ann Rheum<br />

Dis 2010 ; 69:964-75.<br />

Le raccomandazioni si basavano su 5 reviews<br />

sistematiche della letteratura, ed erano sintetizzate<br />

e discussi con il Delphi round.


• 1) una terapia con DMARD che deve portare alla remissione o alla<br />

bassa attività di malattia deve essere iniziata non appena la diagnosi è<br />

fatta<br />

• 2) La remissione o la bassa attività di malattia deve essere l’obbiettivo<br />

della terapia con rivalutazione periodica ogni 3 mesi del paziente<br />

• 3) Il methotrexate con dosi variabili da 7,5 a 25-30 mg deve essere il<br />

farmaco di prima scelta<br />

• 4) Leflunomide, Salazopyrin e Sali d’oro devono essere utilizzati come<br />

alternativa al methotrexate, l’ idrossiclorochina deve essere utilizzata<br />

in associazione<br />

• 5) I DMARD possono essere utilizzati da soli o in combinazione, i dati<br />

di quest’ultimi sono inficiati dalla presenza nelle combinazioni di<br />

corticosteroidi<br />

• 6) I glucocorticoidi presentano attività non solo antinfiammatoria ma<br />

anche proprietà di DMARD con inibizione del danno radiologico<br />

• 7) La presenza di Fattore <strong>Reumatoide</strong> e CC-P elevati, di DAS28<br />

elevato e la comparsa precoce di erosioni deve essere un fattore di<br />

scelta per un cambiamento di DMARD o per il passaggio alla terapia<br />

con farmaci biologici


• 8) Anti TNFalpha e Tocilizumab possono essere iniziati in pazienti che<br />

falliscono la terapia con DMARD<br />

• 9) Abataceopt, Rituximab e Tocilizumab mostrano evidenze di efficacia in<br />

pazienti che hanno fallito la terapia con anti TNFalpha<br />

• 10) Azathioprina , ciclosporina e ciclofosfamide possono essere utilizzati<br />

tenendo conto della loro tossicità in pazienti che hanno fallito le terapie con<br />

DMARD o farmaci biologici<br />

• 11) Intense strategie di trattamento anche con associazione tra methotrexate<br />

farmaci biologici e corticosteroidi e con uno stretto controllo del paziente<br />

ogni tre mesi devono essere eseguite dal reumatologo<br />

• 12) Paziente che soddisfano la remissione possono scalare la terapia<br />

biologica mantenendo il DMARD<br />

• 13) In caso di persistente remissione dopo aver interrotto i corticosteoridi è<br />

possibile interrompere la terapia con DMARD, con cautela e a discrezione<br />

del reumatologo non esistendo delle evidenze<br />

• 14) L’uso di farmaci biologici in prima scelta in pazienti naive da DMARD e<br />

in particolare da methotrexate non è raccomandato<br />

• 15) Aggiustamento del dosaggio deve essere fatto sulla base di fattori<br />

prognostici negativi in particolare sulla progressione del danno articolare


• Infine, gli aspetti economici. Tutte le raccomandazioni,<br />

fatta eccezione della 14, sono da considerarsi costeffectiveness.<br />

A tuttoggi l’uso di farmaci biologici in<br />

pazienti early e naive da methotrexate non è da<br />

considerarsi cost-effectiveness nel trattamento dell’artrite<br />

reumatoide.


Quadro Clinico<br />

• Dominato dalle manifestazioni articolari e<br />

pararticolari.<br />

• L’interessamento extrarticolare è più raro<br />

ma deve essere considerato poiché alcune<br />

sue manifestazioni sono particolarmente<br />

gravi * e possono condizionare la prognosi<br />

dei pazienti.


Compressione del nervo mediano al polso<br />

(Sindrome del Tunnel Carpale)


AR e rachide cervicale<br />

Il rachide cervicale è interessato<br />

nel 40 % dei casi<br />

Nella maggior parte dei casi, compare entro<br />

i primi 2 anni di malattia<br />

Può interessare<br />

L’articolazione atlanto-epistrofea<br />

Le articolazioni uncovertebrali<br />

Le articolazioni interapofisarie


Modalità di Esordio<br />

• POLIARTRITE:<br />

• caratteristiche : distribuzione simmetrica andamento<br />

centripeto carattere aggiuntivo.<br />

• IFP mani<br />

• MCP<br />

• Polsi<br />

• MTP<br />

• IFP piedi<br />

• Ginocchia<br />

• C.Cervicale *


Altre modalità di esordio<br />

• Monoarticolare (più raro)<br />

• Oligoarticolare (più raro)<br />

• Sistemico ( febbre astenia perdita di peso<br />

mialgie rash cutanei)<br />

• Palindromico ( durata fugace di 2/3 giorni)<br />

• Simile alla Polimialgia reumatica ( senile)


• Il Dolore ,spontaneo e continuo, aumentato dal<br />

movimento e dal carico.<br />

• La Rigidità articolare (morning stiffness)<br />

generalmente di lunga durata una 2-3 ore.<br />

• Presente debolezza e facile stancabilità dovuti alla<br />

sinovite e al versamento.<br />

• Tumefazione articolare sostenuta dal versamento<br />

dalla ipertrofia-iperplasia membrana sinoviale e<br />

dall’edema tessuti molli periarticolari.<br />

• La tumefazione ( sulla superficie estensoria )


• Rossore e calore della cute soprastante<br />

l’articolazione.<br />

• Questi sintomi nella fase iniziale o nelle sinovite a<br />

bassa espressione flogistica acuta possono<br />

mancare o essere poco evidenti.<br />

• Ricercheremo la dolorabilità suscitata dalla<br />

digitopressione o dalla mobilizzazione attiva o<br />

passiva della articolazione.<br />

• Limitazione funzionale ( sinovite)


Forme no responder<br />

• Deformità articolari<br />

• Anchilosi .


<strong>Artrite</strong> reumatoide<br />

Mano a colpo di vento<br />

• Sinovite MCF, sfiancamento della<br />

capsula articolare, allungamento dei<br />

legamenti collaterali<br />

• Erniazione dorsale della capsula con<br />

dislocazione ulnare del t. estensore<br />

• Atrofia dei mm intrinseci radiali<br />

• Tenosinovite dei flessori superficiali<br />

con MCF atteggiate in flessione ed<br />

ulteriore spinta ulnare estensori<br />

• Sublussazione delle MCF con<br />

dislocazione ulnare delle dita


<strong>Artrite</strong> reumatoide<br />

Deformità “en boutonniere”<br />

- Flessione IFP<br />

- Iperestensione IFD<br />

1. Rottura del fascetto mediano dell’estensore<br />

2. Spostamento delle bandelette laterali<br />

3. Retrazione del legamento retinacolare<br />

4. Iperestensione della 3° falange<br />

5. Retrazione della placca palmare dell’IFP


Cause<br />

1. Aumentata trazione del sistema<br />

estrinseco<br />

Conseguenze<br />

1. Spostamento dorsale dell’asse di<br />

trazione del sistema estensore<br />

2. Flessione della falange distale<br />

<strong>Artrite</strong> reumatoide<br />

Deformità a “collo di cigno”<br />

2. Aumentata trazione del sistema intrinseco<br />

3. Aderenze nella guaina dell’estensore della<br />

falange prossimale<br />

4. Rottura del flessore superficiale<br />

3. Retrazione del leg. retinacolare obliquo<br />

4. Spostamento delle forze di trazione del<br />

sistema intrinseco<br />

- Iperestensione dell’IFP<br />

- Flessione di MCF ed IFD


Piede reumatoide


Piede triangolare reumatoide<br />

Valgismo dell’alluce<br />

Valgismo di 2°-3°-4° dito<br />

Varismo del 5° dito<br />

Meccanismi<br />

• Varismo del 1° metatarso<br />

• Squilibrio tra ab/adduttori 1° dito<br />

• Sinovite delle MTF causa di lassità<br />

capsulo-legamentosa<br />

• Atrofia dei mm intrinseci delle dita<br />

(interossei e dei lombricali)<br />

• Sublussazione plantare di 2°-3°-4°<br />

MTF con caduta dell’arcata<br />

matatarsale ed estensione delle IFP<br />

• Calzature inadeguate<br />

• Patologia del retropiede<br />

• Azione dei m. estensori corti delle<br />

dita nel determinare la deviazione<br />

peroneale di 2°, 3°, 4° dito: non<br />

agisce sul 5° dito


Instabilità dei ligamenti collaterali<br />

Ipotrofia del quadricipite


<strong>Artrite</strong> reumatoide<br />

Rottura di cisti con pseudo-tromboflebite


AR: vasculite<br />

Un coinvolgimento vascolare diretto è usualmente dovuto alla deposizione di<br />

immunocomplessi e complemento, a volte sono presenti crioglobuline<br />

• Arterite distale (dagli ‘splinters alla gangrena acrale)<br />

• Dalla neuropatia sensoriale alla mononeurite multipla<br />

• Ulcerazioni cutanee talora simil pioderma<br />

• Porpora palpabile ( farmaci e crioglobuline)<br />

• Arterite viscerale (identica alla PAN)


Manifestazioni pararticolari<br />

• La malattia può colpire tendini guaine<br />

tendinee e borse sierose.<br />

• Le tenosinoviti possono rappresentare il 1°<br />

sintomo della malattia.<br />

• Borsiti (trocanterica).


Impegno extrarticolare AR<br />

• PRIMO GRUPPO.<br />

• Localizzazione del processo reumatoide in<br />

sedi diverse dalle articolazioni.(frequenza<br />

bassa).<br />

• Sierositi<br />

• Noduli( FR)<br />

• Vasculite(FR)


• SECONDO GRUPPO.<br />

• Comprende alcune complicanze:<br />

• Amiloidosi (raramente causa disturbi<br />

clinici).<br />

• Osteoporosi.<br />

• TERZO GRUPPO.<br />

• Sindrome sicca. ( xeroftalmia)<br />

• QUARTO GRUPPO.<br />

• Complicanze della terapia.


Varianti cliniche<br />

• Sindrome di Caplan : pneumopatia nodulare<br />

in pz con AR esposti polveri di silice.<br />

• Sindrome di Felty : manifestazioni tipiche<br />

della AR (noduli ) splenomegalia e<br />

neutropenia.<br />

• L’AR maligna : erosiva vasculite più colpiti<br />

i maschi decorso rapidamente evolutivo.<br />

• Morbo si Still dell’adulto.


Colonna cervicale<br />

• Localizzazione rara<br />

• Il quadro più temibile è la sinovite<br />

atlodontoidea con conseguente possibile<br />

erosione del dente dell’epistrofeo e lassità<br />

del legamento trasverso del dente.


Decorso<br />

• L’AR è una malattia eterogenea.<br />

• Subset di pz con tipi di decorsi differenti.<br />

• Esordi con varie modalità.<br />

• Decorso con fasi di attività e di remissione.<br />

• Brevi o lunghi periodi di remissione.<br />

• Diversi gradi di attività gravità e<br />

progressione


Prognosi<br />

• La prognosi quoad valetudine è severa.<br />

• L’impegno articolare ha carattere rapidamente<br />

evolutivo.<br />

• Entro il 1° anno si possono osservare erosioni<br />

nell’80% dei pazienti.<br />

• Dopo 10 anni il 50% dei pazienti presenta una<br />

importante compromissione della funzione<br />

articolare e deve sospendere definitivamente<br />

l’attività lavorativa.


Prognosi<br />

• La prognosi quoad vitam è valutata in una<br />

riduzione della aspettativa di vita di 7 anni<br />

negli uomini e di 3 anni nelle donne.<br />

• La mortalità risulta particolarmente elevata<br />

nei paziente con interessamento<br />

extrarticolare e articolare severo.


DISEASE ACTIVITY SCORE<br />

(DAS)<br />

L’American College of Rheumatology (ACR) e la European League<br />

against rheumatism (EULAR) hanno stabilito il DAS come indice<br />

composito di valutazione della malattia che si esprime mediante uno<br />

score continuo da 0 a 10 e permette la misurazione precisa sia della<br />

attività attuale di malattia sia delle modificazioni della stessa nel<br />

tempo.<br />

Secondo i criteri EULAR la risposta al trattamento può essere definita<br />

come: assente(1,2).<br />

EXS. DAS>2,2=la malattia è attiva<br />

DAS3,7=AR particolarmente attiva


• Ves (0-100)<br />

• SJC (0-44)<br />

• TJC<br />

• RAI (0-78)<br />

Calcolo per il DAS<br />

• VAS-GH-paziente (0-100)<br />

• Swollen joint count<br />

(N°articolazioni tumefatte 44)<br />

• Tender joint count<br />

• (N° articolazioni dolenti 47)<br />

• Richie Articular Index<br />

• (pressione manuali su<br />

articolazioni signal)<br />

• Visual Analogue Scale(scale<br />

analogiche di valutazione del<br />

dolore secondo il paziente e<br />

secondo il medico) e del<br />

Global Health (attività globale<br />

di malattia secondo il<br />

paziente e secondo il medico)


DAS 28<br />

• Nella pratica clinica viene spesso utilizzata<br />

una versione facilitata del Das,ristretta a 28<br />

articolazioni.<br />

• IL DAS 28 ha lo stesso range (0-10) ma<br />

fornisce valori più elevati rispetto al Das<br />

originale.


Caso clinico ottobre 2010<br />

• Donna di 40 anni<br />

• Tumefazione da Sinovite alle MCP 2° 3° bil<br />

• Dolore riferito modico<br />

• Modico calore<br />

• Rossore assente<br />

• ASTENIA<br />

• RIGIDITA’ ARTICOLARE


ASTENIA<br />


RIGIDITA’<br />

ARTICOLARE

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