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« Ora supponete che codesta disposizione<br />
dell’ animo sia portata nelle alte regioni della<br />
filosofia, quale idea, quale verità potrà resistere<br />
al filosofo di cattivo umore ? Certo, nè lo spirito,<br />
nè la materia, nè il deismo, nè il panteismo,<br />
nè la <strong>vita</strong>, nè la morte. Quale confusione<br />
di sistem i, di teorie ! Il mondo è uggioso :<br />
cancelliamo il mondo. Ma anche il vuoto è molesto<br />
: aboliamo il vuoto. La natura è un rozzo<br />
vaso d’ alabastro : frantumiamo il vaso ». ( i )<br />
Che resterà alla fine ?<br />
Nulla, più nulla.<br />
Un velo funereo si distenderà sopra tutta la<br />
natura. L ’ umanità, colpita al cuore dal freddo<br />
eterno de’ ghiacci polari, cesserà di esistere<br />
senza mandare un gemito , senza levare uno<br />
sguardo nè al creato nè al Creatore. Nulla ,<br />
più nulla !<br />
« Posa per sempre. Assai<br />
Palpitasti. Non vai cosa nessuna<br />
I moti tuoi, nè di sospiri è degna<br />
La terra. Amaro e noia<br />
La <strong>vita</strong>, altro mai nulla ; e fango è il mondo.<br />
T ’ acqueta ornai. Dispera<br />
L ’ ultima volta. Al gener nostro il fato<br />
Non donò che il morire. Ornai disprezza<br />
Te, la natura, il brutto<br />
Poter che ascoso a comun danno impera,<br />
E l’ infinita vanità del tutto ».<br />
(i) Q u i n e t — Opera citata.