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Se potessi avere 1000 euro al mese - Liceo Classico "G. Leopardi"

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Molti esclameranno: cos’è? Il sogno di un operaio rumeno<br />

o tunisino che desidera un aumento di stipendio?<br />

E invece no! Non sembra, ma questa è l’ambizione attu<strong>al</strong>e<br />

dei dottorandi it<strong>al</strong>iani, che <strong>al</strong> momento, se sono fortunati,<br />

percepiscono il faraonico compenso di 820 <strong>euro</strong> <strong>al</strong><br />

<strong>mese</strong>; se non lo sono, invece, in moltissimi casi, si vedono<br />

proporre attività a titolo gratuito. Oggi l’ADI (associazione<br />

dottorandi e dottori di ricerca it<strong>al</strong>iani), con una<br />

petizione chiede l’elevazione del limite minimo della<br />

borsa di dottorato fino a raggiungere <strong>al</strong>meno i <strong>1000</strong> <strong>euro</strong><br />

mensili, nonché l’obbligatorietà dell’erogazione della<br />

borsa per tutti i posti di dottorato di ricerca. Biasimiamo<br />

dunque la famigerata “fuga dei cervelli” in atto nel<br />

nostro paese da decenni, ma cosa possiamo in re<strong>al</strong>tà rimproverare<br />

ai nostri giovani se scappano da un paese che,<br />

investendo appena l’un per cento del proprio PIL nella<br />

ricerca (la metà della media <strong>euro</strong>pea), mette a dura prova<br />

la loro attività in un periodo in cui spesso si affrontano<br />

scelte essenzi<strong>al</strong>i e fondament<strong>al</strong>i per la propria vita?<br />

Nel frattempo c’è anche qu<strong>al</strong>cuno che tenta di “chiudere<br />

la bocca a chi si speci<strong>al</strong>izza”, come scrive nel<br />

numero di giugno il direttore della rivista Le Scienze,<br />

Enrico Bellone, riguardo <strong>al</strong>la, permettetemi, <strong>al</strong>quanto<br />

infelice uscita del dottor Alberoni sul Corriere della<br />

<strong>Se</strong>ra del 14 Maggio: il noto sociologo mette infatti in<br />

guardia tutti quanti sul pericolo costituito dagli speci<strong>al</strong>isti;<br />

difatti egli scrive: “il superspeci<strong>al</strong>ista, indispensabile<br />

nel suo settore,diventa pericoloso <strong>al</strong> di<br />

fuori” soprattutto se pretende di “dare pareri autorevoli<br />

su tutto”. <strong>Se</strong> chi si speci<strong>al</strong>izza, dunque, danneggia<br />

lo stato, come può lo stesso sovvenzionarlo? Insomma,<br />

è una causa persa in partenza!<br />

D’<strong>al</strong>tronde deve pur esserci una ragione se in It<strong>al</strong>ia vi<br />

è il rapporto più basso tra ricercatori e popolazione<br />

occupata: secondo i dati riportati nell’Annuario<br />

Scienza e Società 2007, pubblicazione dell’associazione<br />

Observa-Science in Society giunta <strong>al</strong>la sua terza<br />

edizione, in It<strong>al</strong>ia il numero di ricercatori è sceso a 2,9<br />

ogni <strong>1000</strong> abitanti, segnando il record negativo in<br />

Europa (la media del continente è di 5,9): da quest’anno<br />

il nostro paese si piazza dietro a Portog<strong>al</strong>lo,<br />

Grecia, Ungheria e Repubblica Ceca, ed è sempre più<br />

lontano d<strong>al</strong>la Finlandia, che vanta addirittura 17<br />

ricercatori ogni <strong>1000</strong> lavoratori. A dir la verità la<br />

Finlandia ci supera anche di oltre il doppio nel punteggio<br />

appena pubblicato dell’EIS, che an<strong>al</strong>izza i<br />

paesi che più si distinguono per innovazione scientifica<br />

in Europa. Di contro possiamo affermare con un<br />

tocco di orgoglio che i nostri cervelli, anche se pochi,<br />

sono quelli che pubblicano più articoli scientifici,<br />

eccezion fatta per gli Svizzeri: infatti nel quinquennio<br />

2000-2004 ogni scienziato it<strong>al</strong>iano ha firmato mediamente<br />

2,47 studi, contro gli 1,66 degli Svedesi, gli 1,28<br />

dei Francesi e gli 0,98 degli Statunitensi. Questa irre<strong>al</strong>e<br />

prolificità ci fa <strong>al</strong>meno riprendere fiato dopo una<br />

lunga immersione (non me ne voglia Molière per la<br />

Λογος ΛΛογος Λογος Λ ο γ ο ς<br />

Periodico di Informazione & Cultura<br />

a cura degli studenti del <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong> “G. Leopardi” di S. Benedetto del Tronto<br />

citazione), facendoci arrivare ad un onorevole sesto<br />

posto <strong>al</strong>l’interno della graduatoria mondi<strong>al</strong>e per<br />

numero di articoli scientifici pubblicati. Un po’ di sollievo<br />

in una v<strong>al</strong>le di lacrime…<br />

“D<strong>al</strong> punto di vista qu<strong>al</strong>itativo, questo dato dimostra che<br />

il presente della ricerca it<strong>al</strong>iana non è così critico”,<br />

commenta Massimiano Bucchi, professore di sociologia<br />

della scienza <strong>al</strong>l’Università di Trento e curatore<br />

dell’Annuario,“Il vero problema è il futuro”aggiunge<br />

Bucchi: infatti, dato che l’It<strong>al</strong>ia in uno scenario di ricerca<br />

glob<strong>al</strong>e non riesce ormai evidentemente a riemergere<br />

da anni di profondo oblio, molto spesso ci raccontano,<br />

per tenerci a bada, che l’unico vero problema dello scarso<br />

numero di ricercatori in It<strong>al</strong>ia è la famigerata (non so<br />

perché ma questa parola mi piace davvero molto) “fuga<br />

dei cervelli”, verso mete più appetibili d<strong>al</strong> punto di vista<br />

dell’occupazione e dello stipendio. Certo, questo è sicuramente<br />

vero, ma <strong>al</strong>lo stesso tempo non ci raccontano<br />

anche del processo della fuga dei cervelli da <strong>al</strong>tri paesi<br />

occident<strong>al</strong>i, come ad esempio l’Irlanda, d<strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e emigra<br />

ogni anno il 26% dei laureati e dei dottorati, contro<br />

l’8,8% dell’UE e il 7,3% dell’It<strong>al</strong>ia; in Irlanda, però, il<br />

processo della fuga dei cervelli funziona anche <strong>al</strong> contrario:<br />

magia? No, semplice attrattiva che questo paese,<br />

attu<strong>al</strong>mente una delle immagini più belle della ricerca in<br />

Europa, esercita su migliaia e migliaia di giovani menti.<br />

Perché, vi chiederete voi, la stessa cosa non accade<br />

anche in It<strong>al</strong>ia? Poiché, dopo il lungo periodo di oblio<br />

d<strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e riaffioriamo, i nostri enti di ricerca, <strong>al</strong> di là dei<br />

buoni risultati produttivi, non offrono un ambiente confortevole<br />

per i neolaureati che si affacciano per la prima<br />

volta sul mondo del lavoro, con tutti i legittimi sogni e<br />

aspettative che possono accompagnare un ragazzo ventiquattrenne.<br />

Allora qu<strong>al</strong> è, andando a scavare più a<br />

fondo, il vero anello marcio della catena? Qu<strong>al</strong>e il tarlo<br />

che da più tempo scava insidioso <strong>al</strong>l’interno del fragile<br />

legno di b<strong>al</strong>sa della nostra ricerca e del nostro sistema<br />

di sviluppo?<br />

In re<strong>al</strong>tà, il problema veramente serio siamo proprio noi,<br />

studenti della scuola media superiore, i potenzi<strong>al</strong>i ricercatori<br />

di domani, cioè proprio coloro cui si dovrebbe<br />

guardare con maggiore speranza per riuscire ad emergere<br />

da questa situazione di incredibile decadenza. Difatti,<br />

secondo un sondaggio di quest’anno, noi studenti it<strong>al</strong>iani<br />

risultiamo tra i meno preparati in matematica <strong>al</strong><br />

mondo e, pensate, solamente Greci, Turchi e Messicani<br />

ottengono risultati peggiori di noi ai test OCSE-PISA,<br />

mentre sempre minore è il numero di iscrizioni a facoltà<br />

scientifiche <strong>al</strong>l’università. Dunque siamo noi l’anello<br />

debole della catena, quello destinato a portarsi dietro<br />

tutti gli <strong>al</strong>tri in un abisso?<br />

<strong>Se</strong>mbrerebbe proprio di sì, visto che in questo ultimo<br />

<strong>mese</strong> il ministro Fioroni ha proposto una riforma del<br />

nostro sistema scolastico, che ha scatenato immediate<br />

critiche da parte, soprattutto, degli studenti (che già si<br />

sono adoperati su sc<strong>al</strong>a nazion<strong>al</strong>e per lo sciopero del 12<br />

N. 7 - Dicembre 2007<br />

<strong>Se</strong> <strong>potessi</strong> <strong>avere</strong> <strong>1000</strong> <strong>euro</strong> <strong>al</strong> <strong>mese</strong><br />

Prospettive ed aspettative della ricerca it<strong>al</strong>iana<br />

Ottobre), i qu<strong>al</strong>i ritengono che dopo 13 anni di pacchia<br />

“the show must go on”poiché non studiare è bene, ma se<br />

si viene lo stesso promossi, è, francamente, anche<br />

meglio. E così <strong>al</strong> telegiorn<strong>al</strong>e ascolto ragazzi della mia<br />

stessa età recatisi <strong>al</strong>lo sciopero, che difendono la loro<br />

manifestazione con dei commenti in di<strong>al</strong>etto romanesco<br />

di dubbio tessuto argomentativo tipo “ma io ormai me<br />

sono abituato a ‘sto metodo, perché lo devono cambiare?”<br />

oppure “ma questi devono capì che nessuno può<br />

metterci fretta nello studio, noi abbiamo i nostri tempi,<br />

mica vogliamo fissà dei termini…”<br />

Io, lo avrete già capito, appoggio Fioroni e le sue buone<br />

(<strong>al</strong>meno in confronto <strong>al</strong> metodo dei debiti)iniziative, ma,<br />

come direbbe un nostro esimio collega, “il mio cuore è<br />

con lo sciopero, invece il mio cervello con la riforma”;<br />

in effetti devo ammettere che forse è una riforma troppo<br />

severa - magari la bocciatura dovrebbe essere utilizzata<br />

solo nel caso di due e più debiti e non quando l’<strong>al</strong>unno<br />

presenta un debito solo - ma nel momento in cui, per<br />

ridare serietà ad un sistema che produce ogni anno un<br />

numero di debiti straordinario (di noi studenti il 42%<br />

viene promosso con <strong>al</strong>meno uno di essi, e solo un quarto<br />

di questo 42% riesce ad estinguerlo)si utilizza un<br />

metodo così risoluto ma anche efficace non bisogna<br />

subito bocciarlo con delle inutili sovrastrutture (i nostri<br />

vecchi con un metodo più o meno così sono sopravvissuti,<br />

o sbaglio?), ma an<strong>al</strong>izzarlo e commentarlo con ratio<br />

e cognizione di causa!<br />

Poiché sì, ammetto che vi è una relatività del vero e che<br />

ognuno ha le proprie ragioni, ma se possiamo mettere<br />

anche una sola e misera toppa ad un metodo che attu<strong>al</strong>mente<br />

ti permette di passare tutti e cinque gli anni di liceo<br />

classico senza studiare una sola nozione di matematica<br />

(circa il 50% dei debiti concerne l’<strong>al</strong>gebra), cenerentola<br />

del caso, latino e greco, certi problemi te li poni…<br />

Come capirete il sistema dei debiti ha apportato non<br />

pochi problemi <strong>al</strong>la ricerca it<strong>al</strong>iana, e il difenderlo ad<br />

oltranza non potrà che peggiorare la situazione; non<br />

credo che a questo punto si tratti di un problema della<br />

sola ricerca, ma anche un punto di orgoglio della nostra<br />

nazione, dato che a nessuno fa piacere essere deriso per<br />

delle nomee che poi, si sa, ti restano attaccate per tanto,<br />

troppo tempo,legittimate da qu<strong>al</strong>cosa che tu, direttamente,<br />

non hai fatto. E’ giunto il momento che tutti si<br />

diano da fare per risollevare le sorti mor<strong>al</strong>i, scientifiche<br />

e cultur<strong>al</strong>i del nostro paese, che non merita il titolo di<br />

ultimo della classe, cominciando d<strong>al</strong> nostro impegno<br />

quotidiano contro i famigerati compiti in classe: proprio<br />

da questi piccoli sacrifici individu<strong>al</strong>i si costruisce un<br />

avvenire migliore per i nostri figli e per noi stessi!<br />

<strong>Se</strong> nutrite ancora dei dubbi riguardo <strong>al</strong>lo stato di cose<br />

del nostro sistema di ricerca, beh, non so più che dirvi.<br />

Forse, guardando i vostri voti di matematica in pagella,<br />

vi si sp<strong>al</strong>ancheranno magicamente le porte a nuovi stati<br />

di coscienza…<br />

Alessandro Venieri VC


Pagina 2 Λογος<br />

Mettendo subito in chiaro che questo pezzo non<br />

ha <strong>al</strong>cuna pretesa di critica o di giudizio in merito<br />

a questioni che ognuno deve porsi individu<strong>al</strong>mente<br />

e senza dar retta più di tanto <strong>al</strong>le opinioni<br />

<strong>al</strong>trui, vorrei esporre <strong>al</strong>cune mie considerazioni<br />

riguardo in gener<strong>al</strong>e a noi che veniamo chiamati<br />

“giovani”.La televisione,i libri,i giorn<strong>al</strong>i sono pieni<br />

zeppi di esperti che non fanno <strong>al</strong>tro che parlare<br />

di cosa “i giovani” dicono, pensano, mangiano,<br />

comprano e del perché si comportano in questo<br />

modo. La grande notizia di oggi, ragazzi, è che<br />

siamo noi questi giovani di cui parlano tanto<br />

come uno strano fenomeno, e siamo persone. La<br />

maggior parte di ciò che viene detto non è affatto<br />

vero, o <strong>al</strong>meno non lo è prima di essere sban-<br />

Kurt Cobain<br />

dierato davanti <strong>al</strong>le telecamere (le profezie si<br />

avverano soltanto quando chi le ascolta si comporta<br />

di conseguenza, no?). Ma ciò su cui io person<strong>al</strong>mente<br />

vorrei invitarvi a riflettere, sperando<br />

di non generare la “fobia da predicozzo” tanto<br />

comune tra noi ragazzi, è il significato della parola<br />

“ribelle”. Voglio dire, quando cominciamo ad<br />

abbandonare l’infanzia e a sentirci <strong>al</strong>lo stesso<br />

tempo ancora poco considerati d<strong>al</strong> mondo degli<br />

adulti, quasi tutti noi reagiamo a questa condizione<br />

con un rifiuto gener<strong>al</strong>izzato verso le istituzioni<br />

che prima ci erano familiari, la scuola, la<br />

Chiesa, la “società”, la nostra stessa famiglia; poi<br />

subentra – si spera – il ragionamento e molta<br />

della nostra rabbia e della nostra disillusione permangono,<br />

stavolta sostenute però da argomentazioni<br />

sensate (<strong>al</strong>meno secondo il nostro giudizio,<br />

ovviamente). Anche nei casi in cui questo<br />

ragionamento non interviene affatto, si tende<br />

comunque a considerare la nostra età come<br />

quella in cui bisogna “godersi la vita”, e questo è<br />

sicuramente vero, ma il concetto stesso di “godimento”<br />

andrebbe forse approfondito da parte di<br />

ciascuno di noi a seconda delle proprie idee e dei<br />

propri punti di riferimento. Allora una considerevole<br />

parte di adolescenti comincia a vestirsi e a<br />

parlare in un determinato modo, a frequentare<br />

certi posti e compagnie – niente di più natur<strong>al</strong>e e<br />

di più giusto. Il problema, <strong>al</strong>meno secondo me,<br />

Ribelli!?<br />

giunge nel momento in cui questi tipi si mettono<br />

la coscienza a posto nei confronti delle eventu<strong>al</strong>i<br />

domande e perplessità che dovessero presentarsi<br />

<strong>al</strong>la loro mente etichettando se stessi con le<br />

parole magiche “ribelli”, “anticonformisti”, che<br />

sicuramente hanno un effetto es<strong>al</strong>tante su<br />

chiunque di noi. A questo punto mi chiedo, per<br />

essere ribelli non ci si dovrebbe appunto ribellare<br />

a qu<strong>al</strong>cosa? Per essere anticonformisti, non ci<br />

si dovrebbe soffermare a v<strong>al</strong>utare criticamente<br />

quel che ci circonda e, di conseguenza, scegliere<br />

una via perché ciò che non ci piace sia bandito<br />

d<strong>al</strong>la nostra vita? E questi ragazzi e speci<strong>al</strong>mente<br />

ragazzine anche più piccole di chi scrive, che<br />

vanno in giro vestiti da punk con la birra in mano<br />

e Avril Lavigne nelle cuffie, lo fanno davvero?<br />

Vedo ragazzi con zaini, borse e abiti pieni di spille<br />

– ripeto che non ho niente in contrario, e anzi<br />

basta guardare la mia borsa per rendersene<br />

conto: ma sanno <strong>al</strong>meno che cosa c’è scritto?<br />

Quando si firmano con la A cerchiata tanto di<br />

moda di questi tempi, hanno una vaga idea di<br />

cosa sia l’anarchia e di quante persone abbiano<br />

dedicato la loro vita a questa o a un’<strong>al</strong>tra ideologia?<br />

Quando si dichiarano comunisti o fascisti<br />

(perché sono le uniche parole che per la maggior<br />

parte di loro richiamano lontanamente l’attività<br />

politica) sarebbero in grado di dire a cosa si riferiscono?<br />

Il mio non vuole essere un discorso di<br />

parte (da qu<strong>al</strong>unque parte voglia essere letto), e<br />

tantomeno mira a fare di tutt’erba un fascio<br />

dichiarando, come i suddetti esperti televisivi<br />

spesso ricordano, che “i giovani non hanno v<strong>al</strong>ori<br />

bla bla bla…” Non mi interessa questo, anche<br />

perché le mie opinioni person<strong>al</strong>i avrebbero ben<br />

poco diritto di essere esposte in questa sede, con<br />

l’unico possibile scopo di annoiarvi (e comunque,<br />

per inciso, non sono affatto d’accordo con la<br />

teoria che noi apparteniamo a una generazione<br />

di anime perdute e senza mor<strong>al</strong>e). Il mio unico<br />

consiglio è, date un’occhiata <strong>al</strong> significato delle<br />

parole prima di usarle. E soprattutto <strong>al</strong> significato<br />

delle azioni, prima di commetterle. Non fate<br />

qu<strong>al</strong>cosa perché è di moda: credete di essere voi<br />

a decidere cosa faccia tendenza? Non saranno<br />

piuttosto “i soliti ignoti” a radunarsi a tavolino e<br />

stabilire cosa mangeremo, compreremo, indosseremo<br />

e di conseguenza leggeremo, guarderemo,<br />

penseremo per la stagione successiva? Siate<br />

in grado di scegliere per voi stessi e per la vostra<br />

vita, e non permettetevi di criticare le scelte<br />

<strong>al</strong>trui, siano o meno condivisibili secondo il<br />

vostro parere, purché siano scelte coraggiose e<br />

autonome. Mi chiedete, e cos’è <strong>al</strong>lora il vero anticonformismo,dove<br />

sta la vera ribellione? Di certo<br />

non posso essere io a dirvelo. Ma chiedetevi un<br />

attimo, un/a ragazzo/a che non studia, o che si<br />

droga e si ubriaca pesantemente, o che insulta<br />

gratuitamente i genitori o gli insegnanti o anche<br />

gli amici,che sfrutta le persone senza provare per<br />

loro veri sentimenti, a chi dà fastidio? A chi fa<br />

m<strong>al</strong>e, tranne che <strong>al</strong>la sua famiglia (la maggior<br />

parte delle volte solo povera gente che cerca di<br />

fare del suo meglio, anche perché quando davvero<br />

si tratta di genitori impossibili,quanti hanno<br />

il coraggio di ribellarsi?) e soprattutto, più o<br />

meno irrimediabilmente, a se stesso?<br />

Trasgressione: e che cosa si trasgredisce in que-<br />

sto modo? Partendo delle minime cose. <strong>Se</strong> ci<br />

vestiamo di stracci e ci copriamo di teschi perché<br />

ci piace che la gente “rispettabile” ci guardi storto<br />

per la strada, ok. Ma se per queste magliettine<br />

coperte di teschi spendiamo l’equiv<strong>al</strong>ente del<br />

costo di una borsa firmata o di un capo d’<strong>al</strong>tra<br />

moda, stiamo solo facendo il loro gioco ragazzi,<br />

non diamo fastidio a nessuno, siamo piccoli consumatori<br />

come tutti gli <strong>al</strong>tri, solo che crediamo di<br />

essere migliori. <strong>Se</strong> le gonne, le c<strong>al</strong>ze, i pant<strong>al</strong>oni<br />

che indossiamo per apparire ribelli e trasandati<br />

possono essere usati soltanto da ragazzine scheletriche<br />

taglia 42 costantemente a dieta, o da<br />

ragazzi d<strong>al</strong> fisico scolpito,è inutile parlar m<strong>al</strong>e dei<br />

“figli di papà”perché gli assomigliamo spaventosamente.<br />

<strong>Se</strong> ascoltiamo musica poco commerci<strong>al</strong>e,lontana<br />

d<strong>al</strong>le grandi etichette discografiche<br />

e dagli enormi profitti che gener<strong>al</strong>mente attribuiamo<br />

<strong>al</strong> genere pop, ma da cui non sono<br />

immuni neanche i gruppi che, anch’essi, fingono<br />

di essere diversi, ok. Ma se nella nostra lotta contro<br />

la musica commerci<strong>al</strong>e e l’impero delle multinazion<strong>al</strong>i,<br />

ci sorprendiamo <strong>al</strong> tavolino di un certo<br />

Jim Morrison<br />

fast food che ben conosciamo con la s<strong>al</strong>sa dell’hamburger<br />

schizzata sulla maglia firmata, l’Mp3<br />

col gruppetto di turno sparato nelle orecchie, a<br />

leggere sull’ultimo numero di inqu<strong>al</strong>ificabili riviste<br />

per adolescenti gossip sulla vita del nostro<br />

cantante preferito, lo capite che stiamo andando<br />

un po’ fuori strada, o no? I nostri eroi, i nostri<br />

modelli, credono in quello che fanno? E noi, ci<br />

crediamo? O siamo soltanto un <strong>al</strong>tro strumento<br />

per arricchire una decina di industri<strong>al</strong>i in giacca<br />

e cravatta, i cui figli si vestono e si comportano<br />

proprio come noi? E lasciatemi tediarvi con<br />

un’<strong>al</strong>tra osservazione. I meravigliosi anni ‘60 –<br />

’70, ancora oggi punto di riferimento per chiunque<br />

si avvicini <strong>al</strong> rock, <strong>al</strong> punk e a determinati<br />

stili di vita. Beh, ragazzi lasciate che vi dia una<br />

brutta notizia: sono finiti. Al tempo di Sid Vicious<br />

e Jim Morrison ci si ribellava a un ordine soci<strong>al</strong>e<br />

opprimente, a genitori che decidevano la vita<br />

dei figli quando essi erano ancora nella culla, a<br />

scuole e strutture che non lasciavano parlare i<br />

giovani – loro sì che erano giovani, non come la<br />

maggior parte di noi, che siamo già così scontati<br />

e abbattuti da non aspettarci nulla d<strong>al</strong>la vita, e<br />

del resto la vita non si aspetta un granchè da<br />

noi. Oggi non è così: oggi tanti atteggiamenti<br />

che <strong>al</strong>lora erano trasgressivi sono soltanto conformisti.<br />

Questi ribelli del 2000, se sono tanto<br />

<strong>Se</strong>gue a pag. 3


Λογος<br />

Think with the senses, feel with the mind?<br />

Continua da pag. 2<br />

ribelli, mi spiegate perché sono tutti ugu<strong>al</strong>i?<br />

Sono riusciti a sfruttare quel casino meraviglioso,<br />

quella rivoluzione artistica che furono i<br />

decenni sopracitati rendendola un <strong>al</strong>tro modo<br />

di obbedire. Ai soldi, <strong>al</strong> mercato, <strong>al</strong>la società, dite<br />

quel che volete. Ma ciò che rendeva i <strong>Se</strong>x Pistols<br />

più che semplici ubriaconi era la rabbia, ciò che<br />

rese Kurt Cobain una leggenda era l’anima.<br />

Sbaglio? E voi che vi definite anticonformisti ed<br />

eredi di questi bei vecchi tempi, dov’è la vostra<br />

rabbia? Nell’ultimo cd primo in classifica dei<br />

Finley? Dov’è la vostra anima? Nel mercato di<br />

massa di magliette nere e rossetti viola che<br />

costano una barca di soldi? <strong>Se</strong> trovate che questo<br />

comportamento sia coerente con il vostro<br />

essere, e vi renda soddisfatti, continuate pure.<br />

Ma per favore, non macchiate la splendide parole<br />

ribellione, rock, anarchia, della vostra presunzione<br />

ignorante che sa tanto di compromesso e<br />

rassegnazione. I Clash erano pecore nere, ma<br />

ormai metà del gregge si è tinto di grigio sporco:<br />

cercate il vostro colore e seguitelo, e siatene<br />

fieri. La ribellione nasce da dentro, e solo dopo<br />

può diventare fenomeno di massa. Dovete sapere<br />

qu<strong>al</strong>i idee combattete, per qu<strong>al</strong>i parteggiate, e<br />

se vi sentite ignoranti abbiate la sincera umiltà<br />

di chiedere, cercare spiegazioni, informarvi su<br />

quel che vi sta intorno; non crediate di essere<br />

Pagina 3<br />

Mercoledì 21 novembre si è chiusa la 52esima Esposizione Internazion<strong>al</strong>e d'Arte che ha richiamato, quest'anno,<br />

319.332 visitatori nelle sedi espositive dei Giardini e dell'Arsen<strong>al</strong>e, il più <strong>al</strong>to consenso di pubblico<br />

negli ultimi venticinque anni.<br />

L'Importanza della mostra è comprensibile proprio d<strong>al</strong> numero dei visitatori stranieri che sono confluiti<br />

da tutto il mondo per visitare una mostra che pone sullo stesso piano culture provenienti da<br />

paesi molto differenti tra loro.<br />

L'Esposizione è stata curata da Robert Storr, primo direttore statunitense nella storia ultracentenaria<br />

della Bienn<strong>al</strong>e Arte.<br />

“Think with the senses feel with the mind, the art in present tense”...il titolo è già una premessa.<br />

Una premessa a qu<strong>al</strong>cosa di strano a cui non tutti sono abituati. Perché tra videoesposizioni e padiglioni<br />

non è facile ritrovarsi e spesso non è neppure facile adattarsi. Ma l'atmosfera non può che essere<br />

attraente, soprattutto ai giardini dove le opere d'arte sono esposte tra la natura, dove è possibile<br />

sedersi tra i padiglioni delle diverse nazioni, e dove è possibile conoscere tanta gente nuova con cui<br />

sicuramente qu<strong>al</strong>cosa da condividere: la passione o <strong>al</strong>meno la curiosità nei confronti dell'arte.<br />

E' l'arte del presente il motivo che lega ciascun artista che ha avuto la possibilità di presentare le proprie<br />

opere, un'arte forse difficile da capire ma che sperimenta tutto il possibile. Forse l'aspetto che definisce<br />

meglio l'arte contemporanea è la difficoltà di definirla criticamente. Ed è proprio questo il bello,<br />

la necessità di doverci <strong>al</strong>lontanare d<strong>al</strong>la norm<strong>al</strong>e concezione di opera e di artista per entrare in un'<strong>al</strong>tra<br />

dimensione in cui tutto può divenire arte.<br />

Ispirandosi a temi politici, e non solo, gli artisti an<strong>al</strong>izzano l'uso delle teorie, in particolare quelle della<br />

storia dell'arte, nonché il loro rapporto con l'arte contemporanea e l'effetto che su di essa producono,<br />

spingendo il potenzi<strong>al</strong>e comunicativo intrinseco dell'arte a confrontarsi con argomenti molto complessi<br />

che fanno parte della vita di ciascuno di noi.<br />

La mostra ha presentato un centinaio di artisti provenienti da tutto il mondo che hanno esposto le<br />

loro opere migliori. All’Arsen<strong>al</strong>e ha trovato sede permanente d<strong>al</strong> 2006 il nuovo Padiglione It<strong>al</strong>iano, che<br />

ha debuttato nella storia dell'Esposizione d'Arte con una mostra a cura di Ida Gianelli.<br />

I progetti e le opere sono estremamente diversi non soltanto per il gusto artistico e la visione del<br />

mondo che caratterizzano i vari artisti esposti, ma anche per la serie di mezzi e supporti moderni e tradizion<strong>al</strong>i<br />

utilizzati nelle loro esecuzioni.<br />

Sicuramente qu<strong>al</strong>che commento del tipo “ ma che roba è? che schifo...” sarebbe scappato a chiunque<br />

ma questo forse testimonia la scarsa sensibilità artistica che ciascuno di noi ha.<br />

Esperienze di questo genere sarebbero utili a chiunque, a mio parere, per staccarsi da tutto ciò che di razion<strong>al</strong>e<br />

c'è nelle nostre vite e cercare in qu<strong>al</strong>che modo di aprire le nostre menti...ed avvicinarsi a culture molto<br />

lontane d<strong>al</strong>la nostra...non a caso il motto è “pensa con i sensi, senti con la mente”.<br />

Osservando le forme, i colori, vengono idee, e tutto è luogo di di ispirazione, la mostra è una<br />

sequenza illimitata di composizioni che lasciano spazio a interpretazioni diverse e person<strong>al</strong>i.<br />

In questo caso non servono le parole, sono le immagini a parlare.<br />

Giorgia III C<br />

tanto indietro rispetto a quelli che sventolano<br />

con facilità enormi bandiere di cui non sarebbero<br />

mai capaci di sopportare il peso, ne sanno<br />

meno di voi, nella maggior parte dei casi.<br />

Cercate le persone <strong>al</strong> di là del pop o rock, fascista<br />

o comunista, fiocchetti o teschi, e solo <strong>al</strong>lora<br />

potrete farvi un’idea di chi vi circonda e di cosa<br />

volete diventare. Avete la piena libertà di essere<br />

quel che decidete di essere, ed è un privilegio<br />

che non va buttato via per la paura di non ritrovarsi<br />

in un gruppo, per una musica che in re<strong>al</strong>tà<br />

non vi piace, per una birra che in re<strong>al</strong>tà vi stomaca<br />

( o <strong>al</strong> contrario, per l’obbligo di non <strong>al</strong>zare mai<br />

la testa, di tornare a casa prima che faccia buio,<br />

di andare a Messa la domenica, se credete che<br />

questo non faccia per voi. La ragione per cui<br />

parlo soprattutto dell’<strong>al</strong>tro tipo di questioni è<br />

che in genere sono loro a definirsi “ribelli”).“Voi<br />

stessi” sarà sempre meglio di qu<strong>al</strong>siasi <strong>al</strong>tra<br />

maschera cerchiate di indossare: perché prima o<br />

poi vi stancherete, e perché anche gli <strong>al</strong>tri se ne<br />

accorgeranno. Sarebbe bello se fossimo tenuti<br />

assieme da amicizia, curiosità di conoscersi,<br />

rispetto e fiducia l’uno per l’<strong>al</strong>tro piuttosto che<br />

paura di restare soli e f<strong>al</strong>sità, anche se poi tutto<br />

questo è mascherato da belle parole. La generazione<br />

di Jim Morrison voleva fregarsene di<br />

tutto quel che gli era imposto, che toglieva ai<br />

ragazzi la libertà di essere e fare ciò che voleva-<br />

no essere e fare. Oggi questa libertà va guadagnata<br />

in un <strong>al</strong>tro modo, perché ormai il metodo<br />

“sesso,droga e rock’n’roll”è t<strong>al</strong>mente strument<strong>al</strong>izzato<br />

e commerci<strong>al</strong>izzato da essere vuoto, va<br />

guadagnata attraverso il coraggio di trovare e<br />

difendere la propria strada. Il mondo attorno a<br />

noi sta andando <strong>al</strong>legramente a rotoli. <strong>Se</strong> tutti ce<br />

ne rendessimo conto, se capissimo quanto sono<br />

poche e meschine le persone che hanno motivo<br />

di incoraggiare questa disfatta univers<strong>al</strong>e, se<br />

sentissimo dentro di noi la nostra voce che ci<br />

chiama e ci intima di agire, <strong>al</strong>lora una nuova e<br />

vera rivoluzione sarebbe davvero <strong>al</strong>le porte,<br />

tutto per merito nostro, e molti di quelli che credevate<br />

simili a voi dimostrerebbero il contrario,<br />

e viceversa. La ribellione non va mai confusa con<br />

la massificazione, è questo che sto cercando di<br />

dirvi. E niente di quello che fa parte del vostro<br />

essere dev’essere ragione di vergogna o di<br />

paura. In fondo, Jim Morrison era più di un drogato<br />

ubriacone perché era un poeta: tornate a<br />

scrivere poesie. Quella sì, è ribellione sempre<br />

attu<strong>al</strong>e e sempre significativa, perché non è <strong>al</strong>tro<br />

che espressione di qu<strong>al</strong>cosa che dentro di voi<br />

esiste già e chiede di essere esternata, in musica,<br />

in parole, in disegni, in quel che preferite; la<br />

vostra poesia vi sta chiamando, sepolta sotto<br />

strati di vestiti costosi e auto-mortificazione.<br />

Aquila


Pagina 4 Λογος<br />

Bordertown<br />

A volte guardando un film si possono capire<br />

tante cose…ad esempio che esistono re<strong>al</strong>tà<br />

diverse d<strong>al</strong>la nostra, la qu<strong>al</strong>e tutto sommato<br />

non è poi così dura. Il film che mi ha fatto riflettere<br />

è “Bordertown”, con Jennifer Lopez e<br />

Antonio Banderas. E’ ambientato a Juarez, una<br />

città situata esattamente sul confine tra<br />

Messico e Stati Uniti e tratta la storia di una<br />

ragazza che viene violentata e abbandonata in<br />

una zona desolata, perché creduta morta. In<br />

re<strong>al</strong>tà è viva, ed è l’unica persona a possedere la<br />

verità su ciò che accade <strong>al</strong>le donne di questa<br />

misteriosa città. A Juarez si trovano, infatti, le<br />

“maquiladoras”, stabilimenti industri<strong>al</strong>i posseduti<br />

o controllati da soggetti stranieri, che si<br />

occupano della produzione di televisioni, computer,<br />

ed elettrodomestici di questo tipo.<br />

Purtroppo, però, vengono assunte solo donne,<br />

in quanto sono le uniche a non lamentarsi dei<br />

lunghi e faticosi turni di lavoro e dei s<strong>al</strong>ari bassissimi.<br />

E per di più, sulla via per la fabbrica o<br />

d<strong>al</strong>la fabbrica a casa, esse vengono prese, violentate<br />

e uccise. Per spostarsi, infatti, vengono<br />

messi a loro disposizione dei mezzi pubblici, e<br />

molto spesso gli autisti, con la scusa di dover<br />

fare benzina, trascinano l’ultima lavoratrice<br />

rimasta sul pullman in una specie di landa isolata,<br />

dove, con l’aiuto di <strong>al</strong>tri, abusa di lei e poi brut<strong>al</strong>mente<br />

la uccide. E la polizia?La risposta è in<br />

una parola: corruzione. La ragazza che riesce a<br />

sopravvivere viene ricercata d<strong>al</strong>le forze pubbliche,<br />

perché conosce l’identità di <strong>al</strong>cuni uomini<br />

che commettono questi atti immondi e quindi<br />

deve morire. Purtroppo questa non è solo la<br />

trama di un film: è re<strong>al</strong>tà. Le donne impiegate in<br />

queste multinazion<strong>al</strong>i davvero vengono stuprate<br />

e abbandonate in zone sperdute, dove<br />

comunque non rimarranno sole, poiché tanti<br />

corpi sono ammucchiati l’uno sopra <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro e<br />

tutti con dei segni comuni: morsi sul seno,<br />

ecchimosi sul collo, ferite dappertutto. Si c<strong>al</strong>cola<br />

che d<strong>al</strong> 1993 ne siano state assassinate più di<br />

400, il che può lasciare indifferente qu<strong>al</strong>cuno,<br />

ma stupire qu<strong>al</strong>cun <strong>al</strong>tro, come ad esempio<br />

Jennifer Lopez, che per questo film è stata pre-<br />

miata da Ammesty Internation<strong>al</strong>. L’attrice riveste<br />

il ruolo di Lauren, una giorn<strong>al</strong>ista che da<br />

Chicago viene mandata a Ciudad Juarez per<br />

fare luce sugli strani avvenimenti che coinvolgono<br />

le ragazze tra i 16 e i 22 anni, e durante le<br />

indagini conosce Eva, cioè la sopravvissuta<br />

<strong>al</strong>l’aggressione già menzionata. Lauren farà di<br />

tutto per scoprire la verità, interrogando ripetutamente<br />

anche la ragazza, la qu<strong>al</strong>e le confessa la<br />

sua tragica storia che la vede senza denaro e<br />

costretta a lavorare in quelle condizioni disumane,<br />

senza speranza per il futuro e con il<br />

rischio di rimanere uccisa crudelmente, tra l’<strong>al</strong>tro<br />

rischio già corso e scampato, sebbene con<br />

tragiche conseguenze. La situazione, però, non<br />

cambia e non sembra essere in procinto di farlo:<br />

la polizia copre questi delitti e cerca in tutti i<br />

modi di soffocare le voci di chi prova ad emergere<br />

per parlare, per liberare le donne di Juarez<br />

da questa schiavitù. Mettersi contro questi<br />

potenti crimin<strong>al</strong>i, infatti, significherebbe anche<br />

La Teca de’ Dischi<br />

Ovvero il tempio dell’uomo brillante<br />

La società è un obbligo per i rampolli del nuovo<br />

bel mondo fumoso.Tirarsene fuori significa essere<br />

inetti; anche il più abile, infatti, senza l'audacia<br />

è un'ombra e un anonimo. L'uomo brillante brilla<br />

nelle arti, nelle dimostrazioni di forza e più che<br />

mai negli appuntamenti mondani.<br />

E' per questo che un'occasione qu<strong>al</strong>e la Teca de'<br />

Dischi costituisce, per così dire, un obbligo soci<strong>al</strong>e<br />

del giovane <strong>al</strong>la rib<strong>al</strong>ta. Pure,<br />

oggi molti se ne tengono <strong>al</strong>la<br />

larga, credendo sia un intrattenimento<br />

di cattivo gusto. In<br />

re<strong>al</strong>tà, questi ultimi sono assai<br />

meno sinceri di quanto si<br />

creda: legati a un idolo music<strong>al</strong>e<br />

qu<strong>al</strong>e la Roccia, il Bluso o il<br />

Met<strong>al</strong>lo, sono come impigliati<br />

nelle loro catene e costretti a<br />

imitare in tutto l'immagine in<br />

cui hanno scelto di annegare,<br />

di modo che si costringono da<br />

soli ad evitare la Teca, poichè<br />

estranea <strong>al</strong> loro modello di vita.<br />

Si comprende, quindi, come<br />

questi fieri oppositori abbiano<br />

poco di nobile ed intellettu<strong>al</strong>e,<br />

e siano sicuramente più squ<strong>al</strong>lidi<br />

di coloro che accettano l'irrinunciabile invito<br />

del secolo.<br />

Ma, come succede assai sovente, degna della propria<br />

presenza non solo colui <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e l’invito è<br />

rivolto. E non potrebbe essere <strong>al</strong>trimenti, perché<br />

la liber<strong>al</strong>ità dei grandi appuntamenti impone la<br />

convenienza di mai chiudere i cancelli.<br />

Toccherebbe <strong>al</strong>la discrezione del singolo comprendere<br />

l’opportunità o meno di aggregarsi, né<br />

<strong>al</strong>la portata di tutti è la capacità di tirarsi fuori<br />

quando ne è il caso. Meglio, però: la selezione<br />

natur<strong>al</strong>e avviene solo là dove possano trovarsi,<br />

dichiarare guerra aperta <strong>al</strong>le autorità di Messico<br />

e Stati Uniti, vincolati d<strong>al</strong>l’accordo NAFTA, per il<br />

libero scambio di merci tra i due Stati, che non<br />

vogliono, quindi, cattiva pubblicità. Un film che<br />

si ispira a fatti autentici e veri, che ritrae la drammatica<br />

re<strong>al</strong>tà di un Paese a noi così lontano, che<br />

deve far pensare, deve far muovere qu<strong>al</strong>cuno<br />

perché la situazione non può andare avanti<br />

così…il tragico fin<strong>al</strong>e della pellicola non è solo<br />

un’invenzione cinematografica per attirare<br />

pubblico, è la copia di ciò che re<strong>al</strong>mente accade:<br />

processi repressi nell’ombra perché troppo<br />

pericolosi per la reputazione di qu<strong>al</strong>che politico<br />

corrotto e infame. Tutto questo mi provoca una<br />

grande rabbia, una rabbia che nasce d<strong>al</strong>la<br />

voglia di fare qu<strong>al</strong>cosa, di non chiudere gli occhi<br />

e otturare le orecchie per non vedere e non sentire,<br />

d<strong>al</strong>la voglia di sentirmi parte di un mondo<br />

che si chiama “donna”, un mondo di cui spesso si<br />

abusa e, purtroppo, si tace.<br />

La ragazza del Piper IC<br />

magari accanto, un peggiore e un migliore.<br />

D’<strong>al</strong>tro canto, perderebbe ogni stimolo l’uomo<br />

che vedesse scomparsa, tutto a un tratto, la vecchia<br />

cara media dei mediocri di cui ergersi a capo.<br />

In questo modo, un’onorata s<strong>al</strong>a qu<strong>al</strong>siasi si<br />

popola di individui tanto diversi da far pensare<br />

che si tratti di un piccolo cosmo ricreato e isolato<br />

nel laboratorio di qu<strong>al</strong>che filantropico scienziato.<br />

Fanno la loro comparsa figure<br />

sempre interessanti, per quanto<br />

sub<strong>al</strong>terne. Il medio, per<br />

esempio, è il soggetto che non<br />

ha un predicato, tanto la sua<br />

condizione non si <strong>al</strong>lontana da<br />

quanto detto nel suo nome.<br />

Che aggettivo dareste a un<br />

Tizio che non si distingue nemmeno,<br />

tanto è ugu<strong>al</strong>e ai Caio e<br />

ai <strong>Se</strong>mpronio, tutti dotati di<br />

virtù e vizio nella norma?<br />

Meglio il ridicolo o il grottesco<br />

che, se non <strong>al</strong>tro, fanno a meno<br />

delle virtù per eccellere nel<br />

vizio. Ma tutti insieme non v<strong>al</strong>gono<br />

un baffo dell’uomo brillante.<br />

Eccolo, lo si riconosce:<br />

seduto o in piedi, <strong>al</strong> banco<br />

delle vivande come in pista, è illuminato da un<br />

contegno che lo separa dagli <strong>al</strong>tri e li lascia nella<br />

loro penombra. Si muove e attrae sguardi. Parla e<br />

suscita ammirazione. In tanti vorrebbero sentirlo<br />

o, magari, stargli vicino, ma hanno paura perché<br />

pare loro lontanissimo, come <strong>al</strong> nasoinsù la luna,<br />

e dimenticano che è un uomo.<br />

Egli vede, sente tutto questo e ne trae la prontezza<br />

per cimentarsi, in fine, in un gesto di audacia;<br />

il rispetto o l’acclamazione fanno della Teca il suo<br />

in<strong>al</strong>ienabile tempio.<br />

Francesco Barbaro - Isernia


Λογος<br />

Agorà dei giovani 2007: semplicemente sconvolgente!<br />

È difficile mettere su carta le forti emozioni che<br />

ho avuto l’occasione di condividere con <strong>al</strong>tri<br />

500.000 ragazzi che con me hanno partecipato<br />

<strong>al</strong>l’Agorà dei giovani 2007, evento questo voluto<br />

person<strong>al</strong>mente d<strong>al</strong> nostro Papa Benedetto XVI.<br />

La manifestazione si è svolta in due momenti<br />

fondament<strong>al</strong>i; l’incontro vero e proprio dell’1 e il<br />

2 settembre è stato infatti preceduto da tre giorni<br />

di accoglienza durante i qu<strong>al</strong>i le diocesi di<br />

Marche, Umbria e Abruzzo hanno accolto giovani<br />

provenienti da tutta It<strong>al</strong>ia. Nella nostra parrocchia<br />

di Mont<strong>al</strong>to Marche, abbiamo ospitato la<br />

diocesi di P<strong>al</strong>estrina(una cittadina vicino Roma),<br />

sono state giornate intense, insieme a questi<br />

ragazzi abbiamo condiviso momenti di gioia<br />

vera, senza mai riposare, tanta era la voglia di<br />

vivere <strong>al</strong> cento per cento il nostro tempo.<br />

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere persone<br />

eccezion<strong>al</strong>i, tra cui Anna, una ragazza che ha<br />

voluto condividere con noi la sua esperienza di<br />

vita: è una bella ragazza che però <strong>al</strong>cuni anni fa si<br />

guadagnava da vivere lavorando nei loc<strong>al</strong>i notturni<br />

come cubista. Sua madre, molto preoccupata,<br />

pregava incessantemente per lei. Un giorno<br />

Anna sentì il bisogno di entrare in Chiesa. Da<br />

quel momento decise di abbandonare il suo<br />

lavoro e pian piano donare tutta se stessa a Gesù<br />

che l’ha chiamata a seguire la sua strada. Ora<br />

Anna è una suora davvero fuori d<strong>al</strong> norm<strong>al</strong>e:<br />

s<strong>al</strong>ta e b<strong>al</strong>la dappertutto e non perde un<br />

momento per reg<strong>al</strong>are la sua gioia che è davvero<br />

contagiosa! Insieme a lei e agli <strong>al</strong>tri ragazzi i<br />

giorni sono passati così in fretta da non accorgerci<br />

che il grande evento stava per cominciare.<br />

Ci siamo ritrovati, la mattina del 1 settembre, con<br />

gli zaini in sp<strong>al</strong>la in marcia verso la piana di<br />

Montorso. Verso mezzogiorno si apriva ai nostri<br />

occhi una scena memorabile: sarebbe bastato il<br />

brivido che si provava nel guardare quella infinità<br />

di ragazzi che arrivavano da ogni parte e che<br />

coloravano sempre di più quella immensa spianata<br />

per rendere quell’esperienza indimenticabile;<br />

ma cosa facevamo tutti lì? Perché avevamo<br />

sopportato tanta strada e tanta fatica? Quando<br />

nel pomeriggio è arrivato Benedetto XVI l’aria si<br />

è riempita di grida di gioia; è incredibile pensare<br />

che un solo piccolo uomo possa trasportare i<br />

cuori di tanta gente, non riesco ancora a dimenticare<br />

il suo sguardo capace di trasmettere<br />

un’immediata sensazione di pace e gioia che ti<br />

entra dentro e non ti lascia indifferente. La sera,<br />

dopo cena, è iniziato il concerto: un momento di<br />

festa e di riflessione insieme, che ha <strong>al</strong>ternato<br />

momenti music<strong>al</strong>i (animati da vari artisti it<strong>al</strong>iani<br />

invitati per l’occasione), a commoventi testimonianze<br />

di ragazzi che hanno fatto esperienza del-<br />

l’amore di Dio e che grazie a lui sono riusciti ad<br />

affrontare le difficoltà della vita! Tra di essi anche<br />

Padre Bossi, un missionario che dopo quaranta<br />

giorni di prigionia in Africa ha voluto raccontarci<br />

come Dio gli ha dato la forza di resistere a quella<br />

disperata situazione. Quella sera eravamo tutti lì,<br />

chi seduto, chi appoggiato <strong>al</strong> compagno, chi<br />

disteso o già addormentato nel sacco a pelo, in<br />

quella piana che era ormai diventata come un<br />

rifugio accogliente, coperti da un tetto di stelle e<br />

consapevoli che quei momenti si sarebbero<br />

stampati nelle nostre anime come ricordi indimenticabili.<br />

Durante la notte chi voleva poteva<br />

recarsi <strong>al</strong>le “fontane di luce”: 8 settori inst<strong>al</strong>lati<br />

nel centro della piana dedicati ai diversi bisogni<br />

di noi giovani, dove si potevano vivere momenti<br />

di di<strong>al</strong>ogo, di preghiera o di semplice silenzio.<br />

Questi sono luoghi nei qu<strong>al</strong>i si sperimenta davvero<br />

che non siamo soli e che Qu<strong>al</strong>cuno ci ama<br />

veramente. La mattina seguente, prima di ripartire,<br />

il Papa ha celebrato la S. Messa e ci ha s<strong>al</strong>utato<br />

rinnovando il suo invito a partecipare <strong>al</strong>la<br />

Giornata Mondi<strong>al</strong>e dei giovani a Sydney che si<br />

terrà la prossima estate. Così la nostra avventura<br />

è finita, eravamo tutti molto stanchi <strong>al</strong> momento<br />

della partenza, ma pieni di gioia e pronti a rico-<br />

Pagina 5<br />

minciare con il piede giusto. Questa esperienza<br />

ci ha sconvolti, ha rimesso in discussione la<br />

nostra vita svegliandoci d<strong>al</strong>la solita routine che<br />

rende ogni giorno sempre più noioso. Abbiamo<br />

capito che vivere vuol dire mettersi in gioco, non<br />

aver paura di andare contro corrente e affrontare<br />

con grinta e gioia ogni attimo. Spesso la nostra<br />

società ci impone modelli di vita e v<strong>al</strong>ori da<br />

seguire che ci omologano e ci rendono incapaci<br />

di essere noi stessi e di comprendere ciò che è<br />

giusto o sbagliato, questo rende la nostra esistenza<br />

vuota e priva di significato. D<strong>al</strong> basso dei<br />

miei 17 anni ho capito da ciò che vedo e che ho<br />

provato sulla mia pelle che certe esperienze proposte<br />

d<strong>al</strong>la nostra società lasciano sempre una<br />

sensazione di strana insoddisfazione e col passare<br />

del tempo portano inesorabilmente <strong>al</strong>la noia;<br />

bisogna invece cercare con forza tutto ciò che<br />

dà senso <strong>al</strong>la nostra esistenza, tutto ciò che ci<br />

v<strong>al</strong>orizza come persone vere, che contano per<br />

ciò che sono e non per ciò che appaiono, senza<br />

mai dimenticare che Dio ci ama e ci ha creati<br />

ognuno diverso d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro, capaci di dare qu<strong>al</strong>cosa<br />

di unico e prezioso. È infatti nel donarsi gratuitamente<br />

agli <strong>al</strong>tri che sta la vera felicità.<br />

Pierluigi II - Mont<strong>al</strong>to Marche<br />

Possessed by sunglasses<br />

Chiunque, entrando nel liceo classico,<br />

si domanda quante cose incontrerà.<br />

Professori, materie diverse, compagni<br />

di banco ed amici… un mondo ignoto.<br />

E nessuno, probabilmente, si sarebbe<br />

immaginato di trovare "L'universo<br />

degli occhi<strong>al</strong>i da sole". Eh sì! A quanto<br />

pare, invece di seguire i nostri "antenati"<br />

sul detto “Occhi, specchio dell'anima”,<br />

la nuova generazione ha<br />

subito un nitido mutamento. Gli<br />

occhi<strong>al</strong>i sono tutto:carattere,person<strong>al</strong>ità,<br />

carisma e sex-appe<strong>al</strong>. Insomma, se<br />

i tuoi occhi<strong>al</strong>i non sono <strong>al</strong> top del<br />

momento sei “out”d<strong>al</strong>la società adolescenzi<strong>al</strong>e.E<br />

vi si aggiungono, per completare<br />

l'opera, una bella sfilza di accessori delle marche più invidiate. Bracci<strong>al</strong>etti, collane <strong>al</strong>iene e orecchini<br />

stramp<strong>al</strong>ati non devono mancare assolutamente nel nostro guardaroba. Questo per le ragazze, s'intende;<br />

ma nemmeno i maschi sfuggono <strong>al</strong>l'ossessione della moda: maglie firmate, jeans bassi (tanto che<br />

fanno prima a non metterseli affatto!), e insostituibili… un bel paio di occhi<strong>al</strong>i a specchio, che hanno conquistato<br />

ormai d<strong>al</strong>l'inizio dell'estate tutti i giovani di adesso. E ci si domanda: come mai tutto ciò? È paura<br />

di mostrarsi? O semplicemente per evidenziare la propria fantasia? Non si sa. Ma da un punto di vista<br />

potrebbe re<strong>al</strong>izzarsi come una sfrenata voglia di esprimersi. Colori, tagli e forme rispecchiano il nostro<br />

boom interiore: Fanno proprio bene i candidati della nostra "dolce scuola" a occuparsi della progettazione<br />

di attività creative, qu<strong>al</strong>i cinema e disegno. Forse, in questo modo, i ragazzi potranno dare tutto di loro<br />

stessi, senza complicazioni su come vestirsi la mattina. Ma speriamo soprattutto che le loro suggestive<br />

ambizioni vengano poi, in qu<strong>al</strong>che modo concretizzate. E non siano semplici parole gettate <strong>al</strong> vento.<br />

Un commento negativo su questa ossessione occhi<strong>al</strong>i è il fattore insicurezza in se stessi. Gli occhi<strong>al</strong>i<br />

sono una barriera protettiva di chi non è convinto delle proprie qu<strong>al</strong>ità. Credendo di apparire più "fighi"<br />

segue un'immagine di fiducia.Ma in re<strong>al</strong>tà con o senza di essi, le persone rimangono ugu<strong>al</strong>i, a parte la tendenza<br />

a traviare scuse accettabili per essere cafoni e stizzosi. Per le ragazze inoltre, a parte quella bella<br />

maschera di trucco, è un modo facile e veloce per sentirsi più grandi ed apprezzate. Ma sinceramente<br />

credo che appaiono solo più ragazzine ed immature.<br />

P.S. Ai portatori di "sunglasses", una semplice domanda: ma ci vedete la mattina con quelli addosso? È<br />

tutto buio! Vi auguro solo di non imbattervi in qu<strong>al</strong>che p<strong>al</strong>o… Sarebbe un peccato vedere un bernoccolo<br />

su quel viso da star di Hollywood!<br />

Minette


Pagina 6 Λογος<br />

I Queen: un importante tassello nel mondo del rock<br />

Il 24 novembre del 1991<br />

Freddie Mercury, cantante<br />

dei Queen, morì di<br />

AIDS lasciando un grande<br />

vuoto nel mondo<br />

della musica e nei cuori<br />

dei fans ai qu<strong>al</strong>i ha dato il<br />

suo ultimo s<strong>al</strong>uto <strong>al</strong>la<br />

fine del video di “These<br />

are the day of our lives”.<br />

Proprio con la sua morte,<br />

terminò la grandissima<br />

carriera di questo gruppo<br />

formato d<strong>al</strong> chitarrista<br />

Brian May, d<strong>al</strong> batterista<br />

Roger Meddows-<br />

Taylor, d<strong>al</strong> bassista John<br />

Deacon e d<strong>al</strong> cantante<br />

stesso. Esordirono nel<br />

luglio del 1973 con il 33<br />

giri Queen: un ibrido tra<br />

le asprezze hard rock dei<br />

Led Zeppelin e dei Deep<br />

Purple e i caratteri glam di David Bowie. L’<strong>al</strong>bum<br />

the Queen II, in cui l’hard rock melodico viene<br />

caratterizzato d<strong>al</strong>la straordinaria voce di Freddie<br />

Mercury porta notevoli riconoscimenti <strong>al</strong> gruppo.<br />

Ad esempio, ad imporre la sua attenzione su<br />

tutte le classifiche è il singolo “Killer queen”: un<br />

art-rock di notevole impatto, fatto di armonie<br />

beatlesiane, di uno stile che oramai si può definire<br />

queeniano e di una grande dose di ironia<br />

quasi cabarettistica. Subito dopo esce il costosissimo<br />

“A night at the Opera”,disco che riesce a fondere<br />

magicamente generi music<strong>al</strong>i diversi da<br />

quelli più popolari, <strong>al</strong>l’opera, il music h<strong>al</strong>l, il music<strong>al</strong><br />

di Broadway, l’hard rock di Who e dei Led<br />

Zeppelin in un unico stile. Ad aprire il disco sono<br />

le note di “ Death on two legs” in perfetto stile<br />

hard-heavy, mentre è presente l’hard- rock classico<br />

duro e viscer<strong>al</strong>e in “Sweet lady”, fatta di violenti<br />

“stop e go” della chitarra che scuotono l’atmosfera<br />

raffinata e teatr<strong>al</strong>e del disco. Anche<br />

Deacon si cimentò nella scrittura di <strong>al</strong>cuni pezzi<br />

come “You are my best friend”, b<strong>al</strong>lata-pop, music<strong>al</strong>mente<br />

scontata. La sua, nonostante sia una<br />

melodia semplice, possiede una seconda chiave<br />

di lettura: la parodia della song romantica <strong>al</strong> pianoforte.<br />

A impreziosire il disco è la celeberrima<br />

“Bohemian Rapsody”: brano operistico, controverso,<br />

con un testo oscuro e di difficile comprensione,<br />

quindi il suo incredibile successo segna un<br />

punto di svolta nella storia della musica rock. I<br />

primi secondi della canzone sono dedicati <strong>al</strong>le<br />

sole voci, che si aprono lasciando spazio a quella<br />

di Freddie accompagnata da una deliziosa melodia<br />

pianistica fin<strong>al</strong>izzata a completare un emozionante<br />

assolo chitarristico. Poi i toni si fanno<br />

più teatr<strong>al</strong>i, ironici fino ad esplodere in un graffiante<br />

hard rock prima di spegnersi in una nota di<br />

dolcezza ancora a base di piano. Altra canzone<br />

dinamica e travolgente è senza dubbio “I’m in<br />

love with my car”, sicuramente la migliore composizione<br />

di Taylor, che carica l'ascoltatore con<br />

un tessuto magnetico di chitarre elettriche. “A<br />

night at the Opera” si conclude con una trasposizione<br />

per chitarra elettrica dell'inno nazion<strong>al</strong>e<br />

britannico. Tanto fedele quanto ironicamente<br />

"corretta", "God Save The<br />

Queen" è un ultimo sberleffo<br />

rivolto a Sua Maestà<br />

la Regina d'Inghilterra e a<br />

"Sua Maestà il Re della<br />

chitarra" Jimi Hendrix,<br />

che a Woodstock aveva<br />

eseguito una versione<br />

scatenata (e a sua volta<br />

polemica) dell'inno<br />

nazion<strong>al</strong>e americano. Il<br />

successo dei Queen avanza<br />

sempre più; nel dicembre<br />

del 1976 esce “A day<br />

at the races” e il riscontro<br />

delle vendite è notevole.<br />

Infatti lanciarono un elaborato<br />

45 giri di<br />

“Somebody to love” che<br />

rappresenta <strong>al</strong> meglio lo<br />

stile dei Queen: armonie<br />

Freddie Mercury<br />

voc<strong>al</strong>i, ariose melodie,<br />

complessi cori, e assoli di<br />

chitarra elettrica. Non a caso “Somebody to<br />

love”sarà un discreto hit raggiungendo la posizione<br />

n°2 delle charts inglesi.Tra il ‘76 e il ‘77 nel panorama<br />

rock mondi<strong>al</strong>e si sta abbattendo il punk. Le<br />

band del passato si sentono spiazzate osservando<br />

giovani che re<strong>al</strong>izzano canzoni pur avendo modeste<br />

competenze nel campo music<strong>al</strong>e: Led<br />

Zeppelin, Genesis e Queen vengono considerati il<br />

passato da cancellare per la loro poca immediatezza.<br />

Così, come reazione a questa situazione, i<br />

Queen elaborano un nuovo disco<br />

“News of the World”.Avrà un notevole<br />

successo per la presenza<br />

delle due tra le più celebri canzoni<br />

del gruppo “ We will rock you”e<br />

“We are the champions”. La prima<br />

è un’incredibile scarica di adren<strong>al</strong>ina<br />

condensata in due minuti<br />

con il classico battito e frastuono<br />

ottenuto con le mani; la seconda<br />

è un inno come solo Freddie sa<br />

comporre e con la sua indubbia<br />

semplicità ti penetra nell'animo<br />

per non lasciarti mai più.<br />

Negli anni successivi escono i<br />

dischi “Jazz”, “Live Killers” e “The<br />

game” con i qu<strong>al</strong>i si chiude il<br />

primo periodo della carriera del<br />

gruppo. Invece nel settembre del 1979 esce solo<br />

il singolo “Crazy little thing c<strong>al</strong>led love”che incredibilmente<br />

rivela certe sonorità anni '50,una canzone<br />

più di Presley che dei Queen, che stenta ad<br />

es<strong>al</strong>tare vista la sua indubbia ripetitività. Ciò<br />

nonostante sarà un successo mondi<strong>al</strong>e e, natur<strong>al</strong>mente,<br />

il loro primo n°1 negli States, sarà da<br />

stimolo per la band a continuare la via del rinnovamento.<br />

Gli anni '80 si aprono con la colonna<br />

sonora del film Flash Gordon di Mike Hodges e<br />

l'ottima <strong>al</strong>zata di tiro del 45 giri "Under Pressure"<br />

inciso con David Bowie, per poi proseguire con<br />

un deciso cambio di direzione verso scontate<br />

sonorità dance: Hot Space sarà una vera delusione<br />

per tutti i fans storici del gruppo. Negli anni<br />

successivi usciranno anche i dischi “The Works”,il<br />

celebrativo “Live Magic”, “A Kind Of Magic” che<br />

sforneranno singoli a ripetizione di scarso v<strong>al</strong>ore<br />

("Body Language", "Radio Ga Ga", "I Want To<br />

Break Free", "A Kind Of Magic", "Who Wants To<br />

Live Forever") che rendono superata e patetica<br />

l'attività della formazione, sempre più attenta a<br />

creare effetti speci<strong>al</strong>i e show atletici più che arte<br />

music<strong>al</strong>e di un qu<strong>al</strong>che spessore. La musica non<br />

cambia con The Miracle, che lancia un <strong>al</strong>tro pomposo<br />

singolo ("I Want It All") e con i due successivi<br />

Greatest Hits di incredibile successo.<br />

A lanciare nel febbraio del 1991 è l’omonimo<br />

<strong>al</strong>bum è il 45 giri “Innuendo”: il pezzo è origin<strong>al</strong>e<br />

e maestoso; l’inizio rullante per tastiera e batteria<br />

si dissolve presto in un terrificante hard rock in<br />

cui la voce di Freddie Mercury da brividi impensabili.<br />

Ma “Innuendo” non è l’unica canzone insolita.<br />

Infatti a conclusione non possiamo non citare<br />

“These are the days of our lives” e “The show<br />

must go on”che per i loro testi e la loro tristezza<br />

segnano la fine del capitolo Queen.La prima è un<br />

brano mesto ma sereno volto a ricordare gli anni<br />

passati trascorsi con felicità e si pone in linea con<br />

le migliori b<strong>al</strong>late strapp<strong>al</strong>acrime del gruppo. La<br />

seconda è un inquietante e tetro testamento<br />

dotato di una maestosità impensabile grazie<br />

anche a un Freddie sempre più emozionante.Nel<br />

novembre 1995, i sopravvissuti Queen pubblicano<br />

questo materi<strong>al</strong>e perfezionato e confezionato<br />

nel solito amato stile nell'<strong>al</strong>bum “Made in<br />

Heaven”. È l'ultimo capitolo di un gruppo che ha<br />

caratterizzato, nel bene e nel m<strong>al</strong>e, un genere di<br />

largo consumo a cav<strong>al</strong>lo tra hard rock e musica<br />

leggera, producendo grandi risultati.<br />

Ancora oggi la musica dei Queen, nonostante<br />

appartenga a una generazione diversa d<strong>al</strong>la<br />

nostra, travolge giovani come noi, giovani che<br />

hanno voglia di ascoltare della “buona musica”.Le<br />

loro sonorità ti incatenano,reg<strong>al</strong>andoti delle vere<br />

emozioni, emozioni sempre nuove che non ti<br />

abbandoneranno mai più. Cos’<strong>al</strong>tro dire? Vi invito<br />

a inserire nel vostro i-pod <strong>al</strong>cuni dei pezzi citati<br />

in precedenza. Ascoltateli e vedrete che avranno<br />

un effetto benefico sulla vostra persona.<br />

Vorrei ringraziare Ciabba per avermi suggerito<br />

consigli per la scrittura di questo articolo. Un ringraziamento<br />

speci<strong>al</strong>e va ad Ale e Inox che mi<br />

hanno fatto avvicinare a questo genere music<strong>al</strong>e<br />

e conoscere questo grande gruppo che ha fatto<br />

la storia della musica rock.<br />

Elena Pelliccioni


Λογος<br />

Sono in macchina con mia madre quando sento<br />

per la prima volta <strong>al</strong>la radio “Video killed the<br />

radio star”(per rimanere in tema), un grandissimo<br />

successo del 1980. A portarlo in vetta <strong>al</strong>le<br />

classifiche furono i Buggles, un gruppo rock-pop<br />

attivo d<strong>al</strong>la seconda metà degli anni <strong>Se</strong>ttanta,<br />

che riuscì ad imporsi in tutto il mondo con l’<strong>al</strong>bum<br />

“The age of plastic”, contenente anche il fortunato<br />

singolo appena citato. E’ un colpo di fulmine:<br />

inizio a chiedere a mia madre notizie su<br />

quei favolosi anni e la prego affinchè mi mostri<br />

delle sue fotografie con i capelli permanentati e i<br />

maglioni larghi che lasciavano scoperte le sp<strong>al</strong>le.<br />

Questa,infatti,era la moda dell’epoca: donne con<br />

pant<strong>al</strong>oni a tubo e a vita <strong>al</strong>tissima fermati con<br />

una larga cintura, camicie dentro i jeans o felpe<br />

extra-large, capelli ultra-ricci, quasi crespi, che<br />

venivano spesso tirati su anche per mettere in<br />

ris<strong>al</strong>to la frangetta bombata che copriva le<br />

sopracciglia.Gli uomini sfoggiavano dei giubbotti<br />

chiamati “montoni rovesciati” (cioè di pelle<br />

fuori e di pelo dentro), pant<strong>al</strong>oni aderenti e corti<br />

<strong>al</strong>le caviglie tanto da lasciar intravedere gli spessi<br />

c<strong>al</strong>zettoni di spugna, che spesso si abbinavano<br />

a delle Timberland o a delle Clarks. Ma il pezzo<br />

forte sono i Camperos: mia madre ne possiede<br />

ancora un paio ris<strong>al</strong>ente <strong>al</strong> 1987. Essi sono stiv<strong>al</strong>i<br />

in stile Far-West, leggermente a punta con una<br />

fibbia met<strong>al</strong>lica su entrambi i lati: impossibile<br />

resistere. Peccato che non mi entrino. Passiamo<br />

ora <strong>al</strong>la musica. Come dimenticare le canzoni di<br />

quegl’anni?Partendo d<strong>al</strong> 1980, è un susseguirsi<br />

di grandi successi sfornati da Bruce Springsteen,<br />

George Michael, Boy George, Paul Young con la<br />

sua stupenda e immort<strong>al</strong>e “Love of the common<br />

people”, Michael Jackson e tanti <strong>al</strong>tri. Anche in<br />

It<strong>al</strong>ia il clima è produttivo: basta ricordare Gianni<br />

Togni, Antonello Venditti, i Ricchi e Poveri e la<br />

lista sarebbe ancora lunga. La maggior parte dei<br />

brani, soprattutto quelli di origine straniera,<br />

fanno parte della disco - music dell’epoca, come<br />

Gli anni ‘80<br />

ad esempio “Karma Chameleon”di Boy George o<br />

“La isla bonita” di Madonna, ancora oggi molto<br />

famosa. Un <strong>al</strong>tro punto da trattare è quello della<br />

televisione: chi non ha mai sentito parlare della<br />

celeberrima trasmissione “Drive In”?Da lì sono<br />

partiti tanti personaggi ora conosciutissimi,<br />

come Lory Del Santo, che era una delle v<strong>al</strong>lette<br />

dello show. E come tr<strong>al</strong>asciare “Indietro tutta!”?La<br />

canzone-tormentone “Cacao Meravigliao” si<br />

sente ancora oggi dappertutto.E pensare che era<br />

cantata da una giovanissima Paola Cortellesi, che<br />

ora può essere definita la donna dai mille t<strong>al</strong>enti”.<br />

Anni d’oro, quindi. Anche sul piano politicosoci<strong>al</strong>e:<br />

il pericolo Brigate Rosse è ormai scampato,<br />

in It<strong>al</strong>ia si può tornare a divertirsi e nel resto<br />

del mondo nulla impedisce di farlo. Ora riprendiamo<br />

un attimo l’argomento moda. Una componente<br />

fondament<strong>al</strong>e dell’abbigliamento<br />

come sappiamo è data dagli occhi<strong>al</strong>i da sole,<br />

oggi soprattutto grandi,ma <strong>al</strong>l’epoca soprattutto<br />

Persol o Bollè. Queste due marche erano le maggiori<br />

utilizzate, senza tr<strong>al</strong>asciare ovviamente i<br />

Ray-Ban, che sono oltretutto sulla cresta dell’onda<br />

anche <strong>al</strong> momento.Mia madre non fa che parlarmi<br />

dei suoi<br />

amati Persol,<br />

che purtroppo<br />

le ho rotto<br />

quando ero<br />

piccola. Non è<br />

facile descriverli,<br />

ma basta dire<br />

che la montatura<br />

era spessa,<br />

le lenti arrotondate<br />

sotto e<br />

squadrate<br />

sopra, il colore<br />

marrone con<br />

chiazze e striature<br />

più chiare.<br />

Quest’ultimo<br />

punto è importantissimo: oggi, infatti, il modello<br />

è stato riproposto ma in <strong>al</strong>tre ton<strong>al</strong>ità, che differiscono<br />

leggermente d<strong>al</strong>l’origin<strong>al</strong>e.<br />

Ecco ora una lista riassuntiva degli elementi cult<br />

dell’epoca:<br />

- Il cubo di Rubik: sei lati, ogni lato nove quadratini<br />

colorati, e tutti i lati che si possono<br />

muovere sia in orizzont<strong>al</strong>e che in vertic<strong>al</strong>e,<br />

43.252.003.274.489.856.000 di possibili combinazioni<br />

e una sola che portava <strong>al</strong> risultato tanto<br />

agognato. Per i ragazzi degli anni ‘80 questo<br />

oggetto era una vera e propria mania: ci giocavano<br />

a scuola, fuori d<strong>al</strong>la scuola e soprattutto<br />

durante le lezioni… una febbre da cui non si<br />

poteva guarire!;<br />

- La Polaroid: la mitica macchina fotografica che<br />

rendeva inutile il passaggio d<strong>al</strong> fotografo per lo<br />

sviluppo delle foto, in quanto, grazie <strong>al</strong> particolare<br />

meccanismo ideato d<strong>al</strong>la casa americana, consentiva<br />

lo sviluppo immediato, sulla speci<strong>al</strong>e<br />

carta che veniva caricata nella macchina.<br />

-Le cryst<strong>al</strong> b<strong>al</strong>ls, che si formavano soffiando in<br />

cannucce su pezzi di gomma nauseabonda tipo<br />

das, creando coloratissime bolle trasparenti.<br />

Erano ancora di moda negli anni ‘90;<br />

- La sella lunga per il Ciao;<br />

Pagina 7<br />

- Il portapacchi anteriore per la Vespa;<br />

- La Fiat Duna;<br />

- La copertina di “The W<strong>al</strong>l”, il singolo dei “Pink<br />

Floyd”;<br />

- Il bagnoschiuma Vid<strong>al</strong>;<br />

- La moto Tenerè con il suo rumore da f<strong>al</strong>ciatrice;<br />

- Il film “Flashdance”;<br />

- Il film “Footloose”;<br />

- Il film “Sapore di mare” con Massimo Ciavarro;<br />

- La trasmissione “Drive In”;<br />

- La trasmissione “Indietro tutta!”;<br />

- La trasmissione “Quelli della notte”;<br />

- Il seri<strong>al</strong> TV “I ragazzi della terza C”;<br />

- Le gomme Big Babol;<br />

- Le gomme da masticare a forma di sigaretta;<br />

- Le Tic Tac <strong>al</strong>la fragola;<br />

- La bibita One e One;<br />

- Il C<strong>al</strong>ippo;<br />

- L’adesivo di Marilyn Monroe;<br />

- Il portachiavi di gomma a spir<strong>al</strong>e;<br />

- Il pennarello Uni Posca per scrivere sullo zaino<br />

Invicta;<br />

- Gli orologi Pop Swatch e Scuba;<br />

- I Muppet’s;<br />

- La chitarra a tastiera di Sandy Marton, il cantante<br />

di “People from Ibiza”;<br />

- Gli sc<strong>al</strong>damuscoli;<br />

- Le scarpe Timberland;<br />

- Le scarpe Clarks;<br />

- I Camperos e i Peter Flowers;<br />

- Gli anfibi Doctor Martens;<br />

- Le Adidas Tampico;<br />

- Il Moncler;<br />

- Il marchio Henry Lloyd;<br />

- La giacca con le maniche arrotolate;<br />

- Il paraorecchie con i pon-pon;<br />

- I tessuti in fantasia kashmir;<br />

- Il montone rovesciato;<br />

- Gli occhi<strong>al</strong>i Bollè;<br />

- I jeans, le felpe e le cinture del Charro;<br />

- I paninari: ragazzi ossessionati d<strong>al</strong>la griffe nell’abbigliamento<br />

e in ogni aspetto della vita<br />

quotidiana;<br />

- I pant<strong>al</strong>oncini da ciclista;<br />

- La guepiere di Madonna con le punte sul seno;<br />

- Gli orecchini a pinzetta;<br />

- I capelli con la permanente;<br />

- I capelli con le meches;<br />

- I capelli con la piastra;<br />

- I capelli con la frangetta;<br />

- La bicicletta olandese;<br />

- La bicicletta BMX;<br />

- I pattini a 4 ruote non in linea;<br />

- Il w<strong>al</strong>kman della Sony.<br />

Ovviamente ci sono tante <strong>al</strong>tre cose, ma queste<br />

sono le princip<strong>al</strong>i e come potete notare <strong>al</strong>cune<br />

sono state largamente utilizzate anche negli anni<br />

‘90, periodo che noi studenti ricordiamo meglio.<br />

Alla fine di questo articolo potremmo chiederci<br />

la stessa cosa che Raf si chiese circa diciotto anni<br />

fa: cosa resterà degli anni Ottanta?<br />

La risposta è semplice: per quelli che li hanno vissuti<br />

rimarranno i ricordi e le emozioni, per quelli<br />

che sono nati dopo rimarranno i racconti di quell’epoca<br />

e la speranza che nell’ avvenire ci siano<br />

anni ancora più belli e degni di essere ricordati a<br />

lungo nella storia.<br />

La ragazza del Piper IC


Pagina 8 Λογος<br />

Rino Gaetano<br />

Lunedì 11 e Martedì 12 Novembre, grazie <strong>al</strong>la fiction<br />

tv trasmessa d<strong>al</strong>la Rai, ho rispolverato la mia “amicizia<br />

platonica” con un grande artista it<strong>al</strong>iano, prematuramente<br />

scomparso, ovvero, Rino Gaetano. Lui,<br />

l’autore delle canzoni più famose come “Ma il cielo è<br />

sempre più blu” o “Gianna”, per passare <strong>al</strong>le meno<br />

conosciute come ad esempio “Berta filava”, “Aida” e<br />

così via… Lui, l’eterno ragazzo, l’unico in grado di<br />

portare quella gioia e quella spensieratezza quando<br />

s<strong>al</strong>iva sul p<strong>al</strong>co, per iniziare a cantare.<br />

S<strong>al</strong>vatore Antonio Gaetano, in arte Rino nasce a<br />

Crotone il 29 ottobre del 1950, ma poco dopo si trasferisce<br />

a Roma per motivi economici. Frequenta un<br />

Istituto Tecnico per Geometri e non ama molto lo<br />

studio, ma si appassiona invece <strong>al</strong> teatro e <strong>al</strong>la chitarra,<br />

iniziando a scrivere i suoi primi componimenti.<br />

Così una sera, forse più per scherzo che per iniziare<br />

una carriera che si preannuncierà breve ma intensa,<br />

si esibisce per la prima volta presso il “folkstudio”,e lo<br />

farà con “I Love You Marianna”, dove molto probabilmente<br />

l’autore avrà unito l’amore per la marijuana e<br />

per la sua nonna, appunto, Marianna.<br />

Inciderà il suo primo 45 giri, scriverà <strong>al</strong>tri componimenti,<br />

ma il successo vero e proprio arriverà soltanto<br />

quando fu pubblicato “Ma il cielo è sempre più blu”.<br />

Un inno <strong>al</strong>la vita, l’apoteosi della positività, tanto che<br />

nella interpretazione di questo brano vestirà i panni<br />

di un carcerato, che nonostante sia privo della sua<br />

libertà, spera comunque in un futuro migliore. Ed è<br />

interessante, inoltre, vedere come riesca quindi ad<br />

inserire tutte le ansie e le debolezze del popolo it<strong>al</strong>iano<br />

in poche righe. Qu<strong>al</strong>che anno dopo, spinto<br />

soprattutto d<strong>al</strong> suo produttore e d<strong>al</strong>la sua casa discografica,<br />

la Rca, parteciperà <strong>al</strong> Festiv<strong>al</strong> di Sanremo.<br />

Proprio lui che spesso è andato contro questo pezzo<br />

della società, ma comunque si presenterà e canterà<br />

“Gianna”, ripresa da una canzone già scritta in precedenza,“Berta<br />

Filava”, che riscosse molto successo e gli<br />

reg<strong>al</strong>ò la medaglia di bronzo <strong>al</strong> famoso concorso<br />

canoro. C’è da dire però che voleva presentarsi con<br />

“Nunteraggaepiù”in cui si scagliava contro partiti ed<br />

esponenti politici, logge massoniche, caste ecclesiastiche<br />

e quant’<strong>al</strong>tro… ma tutto questo ovviamente<br />

non poteva essere accettato.<br />

A questo punto, se si volesse seguire la storia della<br />

fiction dovremmo parlare dei problemi che Rino iniziò<br />

ad <strong>avere</strong> con l’<strong>al</strong>cool, ma il fatto è che tutto ciò<br />

non è mai stato provato, tanto che la sua stessa<br />

sorella affermerà che “ci sono cose vere (nel film,<br />

ndr), come il suo essere donnaiolo, ma non era un<br />

ubriacone come lo si dipinge e anche il suo rappor-<br />

Nella terra d<strong>al</strong>le lunghe nuvole bianche<br />

Una nostra compagna racconta i suoi tre mesi trascorsi in Nuova Zelanda in cui la cultura <strong>euro</strong>pea è mitigata d<strong>al</strong>le antiche origini aborigene<br />

Lasciata <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le la c<strong>al</strong>da estate sambenedettese<br />

sono partita per la Nuova Zelanda dove ho studiato<br />

per tre mesi in una scuola loc<strong>al</strong>e grazie ad un progetto<br />

di scambi cultur<strong>al</strong>i. La “New Ze<strong>al</strong>and” o<br />

Aotearoa "la terra d<strong>al</strong>le lunghe nuvole bianche" fa<br />

parte a tutti gli effetti del cosiddetto triangolo polinesiano<br />

che va d<strong>al</strong>la Nuova Zelanda fino <strong>al</strong>l'isola di<br />

Pasqua a est e <strong>al</strong>le Hawaii a nord. Un <strong>al</strong>tro dettaglio<br />

poco conosciuto è che la Nuova Zelanda è formata<br />

da due isole chiamate Isole del Nord e del Sud, due<br />

veri e propri set cinematografici per le immense<br />

distese e i panorami surre<strong>al</strong>i. La Nuova Zelanda è il<br />

paradiso per chi ama la natura e il trekking. Le isole<br />

sono piene di parchi nazion<strong>al</strong>i dove si può sentire il<br />

piacere della libertà in posti remoti ed inabitati. È la<br />

meta preferita dagli austr<strong>al</strong>iani per sciare visto che<br />

nel sud ci sono due ghiacciai e delle montagne con<br />

molta neve adatta per attività montane nella stagione<br />

invern<strong>al</strong>e. La Nuova Zelanda inoltre viene<br />

considerata la Mecca dagli amanti degli sport estremi,<br />

molti dei qu<strong>al</strong>i sono stati inventati proprio lì e<br />

l’immaginazione dei neozelandesi non è diminuita<br />

nel provare nuove emozioni.Durante i miei tre mesi<br />

nella terra d<strong>al</strong>le lunghe nuvole bianche abitavo in<br />

una casetta stile “english”con il giardinetto e il posto<br />

macchina, nella grande metropoli di Auckland,<br />

to con nostro padre non era come viene descritto”e<br />

quindi si è detta “non soddisfatta” del prodotto Rai.<br />

Nonostante ciò ci interessa sottolineare lo spirito<br />

semplice ed umile, lui che suonava per amore e non<br />

per il successo e forse proprio per questo non ha<br />

saputo gestire il clamore che si creò intorno <strong>al</strong> suo<br />

personaggio, faticando molto per far comprendere<br />

il suo t<strong>al</strong>ento, prima ai genitori e poi <strong>al</strong>lo stesso pubblico,<br />

probabilmente anche perché come affermava<br />

Vincenzo Mollica,“Gaetano aveva una grande forza:<br />

l'ironia, che non sempre in quegli anni veniva capita<br />

perché c'era una sorta di settismo, anche nella critica<br />

e fra gli artisti”.<br />

E fu così che dunque l’eterno ragazzo, che si esibiva<br />

con quegli strani cappelli a cilindro, che riusciva in<br />

modo eccezion<strong>al</strong>e a portare quell’aria di festa sul<br />

p<strong>al</strong>co, lascia questo mondo. E ci lascia in modo strano,<br />

come del resto lui era. Ci lascia a soli 31 un anni,<br />

in una sera primaverile, pochi giorni dopo aver subito<br />

un primo incidente con la sua Volvo 343, ove<br />

nonostante tutto ne acquistò subito un’<strong>al</strong>tra identica<br />

per tornare a distruggere nuovamente il 2 giugno<br />

1981, questa volta però, non sarà solo la macchina a<br />

cedere, ma anche il suo cuore.<br />

Massimo D’Angelo<br />

famosa per essere il cuore pulsante<br />

dell’America’s Cup, la più famosa gara di<br />

vela del mondo. Auckland è una delle<br />

più grandi città del mondo per estensione<br />

ma il numero degli abitanti non supera<br />

quello di Milano; la vita quindi è molto<br />

tranquilla ed è quasi impossibile non trovarsi<br />

a proprio agio in un t<strong>al</strong>e paradiso.<br />

L’unica cosa che mi ha veramente sconvolto<br />

è stata la scuola; l’organizzazione<br />

dei college rispecchia quella delle scuole<br />

inglesi, la quantità dello studio è nettamente<br />

minore rispetto ad una qu<strong>al</strong>unque<br />

scuola it<strong>al</strong>iana (istituti tecnici o licei),<br />

ci sono molte materie da scegliere,molte<br />

attività pratiche, non esistono le interrogazioni or<strong>al</strong>i<br />

ma solo i test scritti. La disciplina e l’ordine sono<br />

tenute in primo piano e rappresentano l’orgoglio<br />

della scuola stessa. La mia esperienza è stata veramente<br />

eccezion<strong>al</strong>e anche grazie <strong>al</strong>la simpatia dei<br />

“kiwi”, soprannome riferito ai neozelandesi. È difficile<br />

definire la person<strong>al</strong>ità del tipico Kiwi, da un lato<br />

molto <strong>al</strong>la mano ed easy going, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra inflessibile<br />

e pignolo nelle regole (molto British).<br />

La gente del posto è il risultato di una cultura che<br />

fonde insieme l’eredità <strong>euro</strong>pea con quella Maori. I<br />

neozelandesi sono molto legati <strong>al</strong>le tradizioni dell’antichissima<br />

religione autoctona, ma sono anche<br />

proiettati verso il futuro grazie <strong>al</strong>l’importanza che<br />

viene data <strong>al</strong>la ricerca, agli scambi con la Corea del<br />

sud e il Giappone, capit<strong>al</strong>i della new economy. La<br />

Nuova Zelanda è anche la madre del rugby. I morigerati<br />

All Blacks hanno spadroneggiato indisturbati<br />

per anni su tutti i campi del mondo diffondendo il<br />

loro canto propiziatorio: l’haka. È impossibile vivere<br />

in Nuova Zelanda e non amare il rugby, lo sport<br />

nazion<strong>al</strong>e,l’anima di ogni discussione,la prima notizia<br />

su tutti i quotidiani. Vivendo ad Auckland ho<br />

avuto molte occasioni di vedere d<strong>al</strong> vivo le partite<br />

più importanti della stagione ed innamorarmi di<br />

uno sport nobile e affascinante che spero riesca a<br />

prendere il posto dell’ormai corroso c<strong>al</strong>cio <strong>euro</strong>peo.<br />

La vita d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra parte del mondo è tot<strong>al</strong>mente<br />

diversa perché ci sono tempi ed esigenze differenti<br />

dettate d<strong>al</strong>l’impronta anglosassone e d<strong>al</strong>le migliaia<br />

di miglia che dividono quel piccolo paradiso d<strong>al</strong>la<br />

“vecchia Europa”. L’immagine che il nuovo mondo<br />

ha di noi è quello di un paese antico, popoloso,<br />

attaccato ancora ai vincoli di una società patriarc<strong>al</strong>e,<br />

un po’“The God Father” e un po’ ”La dolce vita”<br />

(ebbene sì la fama di Fellini è arrivata anche agli<br />

antipodi). È stato bello giocare per un po’ il ruolo<br />

della ragazza straniera e vivere una splendida esperienza<br />

di scambio cultur<strong>al</strong>e, constatando sulla mia<br />

pelle tutto quello che una separazione di questo<br />

genere comporta.<br />

Gaia Taffoni


Λογος<br />

Cos’è l’Underground?<br />

L'Underground nasce negli anni sessanta ed è essenzi<strong>al</strong>mente la subcultura che si contrapponeva e si contrappone <strong>al</strong> capit<strong>al</strong>ismo e <strong>al</strong>la società di massa.<br />

D<strong>al</strong>l'Underground vengono fuori <strong>al</strong>tre sottoculture come il punk, la psichedelica, il fantascientifico, l'hip hop, l'<strong>al</strong>ternative, l'hippy e il beat. La cultura underground<br />

si diffondeva attraverso cinema, musica, abbigliamento, teatri e, soprattutto, giorn<strong>al</strong>i indipendenti. Proprio per la vastità dei mezzi con cui si espandeva<br />

e la varietà delle sottoculture a cui ha dato origine, il termine "Underground" può essere riferito, ad oggi, a molte forme d'espressione differenti.<br />

Biografie Underground I<br />

Charles Bukowsky, una vita d’ordinaria follia<br />

"Ti ho dato tante di quelle occasioni<br />

che avresti dovuto portarmi via parecchio<br />

tempo fa. Vorrei essere sepolto<br />

vicino <strong>al</strong>l'ippodromo… per sentire la<br />

volata sulla dirittura d'arrivo". Hank<br />

Bukowsky il giorno della sua morte.<br />

"Che differenza c'è tra la poesia e la<br />

prosa?" "La poesia dice troppo in<br />

pochissimo tempo, la prosa dice poco<br />

e ci mette un bel po'" - Storie di ordinaria<br />

follia<br />

La vita<br />

Henry Charles (Hank) Bukowsky nasce il 16 Agosto 1920 ad Anderbah, vicino<br />

Colonia, figlio di Henry Bukowsky e Katherine Fett. Il padre è un ex artigliere<br />

dell'esercito americano. A due anni si trasferisce con la famiglia a Los<br />

Angeles dove il giovane Hank vive in un tot<strong>al</strong>e isolamento rispetto ai suoi<br />

coetanei ed <strong>al</strong> mondo intero. A sei anni il carattere di Charles sarà schivo ed<br />

introverso a causa degli ammonimenti continui da parte dei genitori.<br />

Questa emarginazione, insieme <strong>al</strong> racconto della sua infanzia, verrà narrata<br />

anni dopo in "Panino <strong>al</strong> prosciutto". Preferiva essere chiamato "Hank" perché,<br />

diceva lui, "il nome Henry me l'avevano messo i miei genitori e il nome<br />

Charles è quello preferito dagli editori. Giunto negli States negli anni della<br />

grande depressione Bukowsky non avrà vita facile, vivrà <strong>al</strong> fianco di un<br />

padre spesso disoccupato e violento. Inizia a bere e ad ubriacarsi a 13 anni.<br />

Nel 1938 si diploma <strong>al</strong>la L.A. High School, subito dopo frequenta il "Los<br />

Angeles city college" seguendo corsi di letteratura e giorn<strong>al</strong>ismo. Fin da<br />

bambino aveva infatti dimostrato una propensione innata per la scrittura.<br />

Dopo il college inizia a lavorare come magazziniere ma in breve (più o<br />

meno una settimana) si licenzierà: "Come si spiegavano quelle vite da operaio<br />

senza <strong>al</strong>cun senso? Esseri che nell'application form non avevano avuto<br />

difficoltà a chiamarsi felici di lavorare un'intera vita <strong>al</strong>le dipendenze della<br />

<strong>Se</strong>ars. I capi? <strong>Se</strong>nz'anima e di mediocre intelletto, implacabili con i sub<strong>al</strong>terni".<br />

Litiga con il padre e se ne va di casa, per entrare, con 1,50 $ nell'underworld.<br />

È questo il periodo in cui inizia a bere più regolarmente e prendere in<br />

affitto squ<strong>al</strong>lide stanze di <strong>al</strong>berghi.Vaga continuamente di città in città: New<br />

Orleans, Philadelphia, San Francisco. Data la sua dipendenza d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>cool non<br />

riesce ad ottenere un posto di lavoro fisso e finisce con il vivacchiare,sostentandosi<br />

grazie a lavoretti s<strong>al</strong>tuari. Nonostante si sia<br />

ridotto a vivere come un barbone, scrive furiosamente<br />

e manda di continuo i suoi lavori agli editori.<br />

Nell 1944, e riesce a far pubblicare il suo primo<br />

racconto: "Aftermath of a Lenghty Rejection Slip" e<br />

due anni dopo "Twenty tanks from Kasseldown",<br />

nonostante ciò la sua situazione non cambia, continua<br />

a vivere come un barbone. Nel 1955 viene<br />

ricoverato per un'ulcera perforante e s<strong>al</strong>vato solo<br />

grazie a continue trasfusioni di sangue donato d<strong>al</strong><br />

padre, segno che forse, quell'uomo che anni prima<br />

non aveva esitato a tirargli addosso una macchina<br />

da scrivere cacciandolo di casa, aveva ancora un<br />

minimo di affetto nei confronti del figlio.<br />

Nonostante fosse stato s<strong>al</strong>vato per un colpo fortuito<br />

non rinuncia a bere e ad andare <strong>al</strong>l'ippodromo,<br />

dove scommette e perde. Nel '57 sposa Barbara<br />

Fryer, una poetessa e scrittrice proprietaria dell'"Harlequin", un giorn<strong>al</strong>e<br />

underground. Il loro matrimonio terminerò miseramente tre anni dopo. Nel<br />

'59 riesce a pubblicare <strong>al</strong>cune poesie sull'Harlequin. Dopo la rottura con la<br />

mogliie riprende a scrivere e bere in maniera frenetica. La prima raccolta di<br />

poesie fu pubblicata nel 1962 e si intitolava "It catches my heart from my<br />

hands". Nel 1965 Bukowsky ha una figlia, Marina Louise Bukowsky, nata<br />

d<strong>al</strong>la compagna Frances Smith. Nel 1969 l'editore del "Black Sparrow", John<br />

Martin, gli garantisce uno stipendio a vita di 100 $ e lui si licenzia per l'ennesima<br />

volta d<strong>al</strong> suo lavoro di postino per concedersi unicamente <strong>al</strong>la passio-<br />

Pagina 9<br />

ne della sua vita: la scrittura. Preferisce "giocare a fare lo scrittore e morire di<br />

fame" piuttosto che "impazzire dietro una scrivania". Il romanzo che lo fece<br />

diventare famoso fu "Post Office", scritto in 19 giorni. È il 1976 quando, dopo<br />

uno dei suoi reading poetici, Bukowsky incontra Linda Lee Beighle, con la<br />

qu<strong>al</strong>e si sposa nel 1985. Linda sarà l'unica donna, tra quelle frequentate da<br />

Bukowsky, che riuscirà a farlo smettere di bere imponendogli una vita agiata.<br />

Linda, ad esempio, lo costringerà a non <strong>al</strong>zarsi d<strong>al</strong> letto prima di mezzogiorno.<br />

Questo è segno del passare del tempo. Per Bukowsky, infatti, i tempi<br />

degli stenti sono terminati del tutto. È un uomo anziano e ricco. Scrive<br />

"Gener<strong>al</strong>e t<strong>al</strong>es of ordinary madness" (Storie di ordinaria follia) proprio<br />

durante il periodo di vita con Linda Lee Beighle. È il 1978 e Charles si interessa<br />

<strong>al</strong>la stesura della sceneggiatura del film "Barfly" poi interpretato da<br />

Miki Rourke. Nel 1978 si trasferiscono in quella zona di Los Angeles che<br />

tanto stava a cuore a Charles, dieci anni dopo si amm<strong>al</strong>a di tubercolosi e<br />

nonostante ciò continua a scrivere. Bukowsky muore di leucemia il 9 Marzo<br />

1994 nell'osped<strong>al</strong>e di San Pedro, in C<strong>al</strong>ifornia quando aveva 73 anni. Poco<br />

prima della morte aveva finito di stendere il suo ultimo romanzo: Pulp. Due<br />

giorni dopo la morte dello scrittore, una giorn<strong>al</strong>ista scriverà "è morto di leucemia<br />

o di polmonite e delle terribili cose di cui si muore a conferma che la<br />

vita non è così bella come cercavamo di fargli credere."<br />

La bibliografia<br />

A 14 anni, preso completamente d<strong>al</strong>la passione per la scrittura e la letteratura,<br />

decide di scrivere un primo racconto riguardo un personaggio a metà<br />

tra re<strong>al</strong>tà e fantasia: Von Richtofem, un aviatore della prima guerra mondi<strong>al</strong>e.<br />

In quella storia lo scrittore non mise della sana linfa creativa, ma la rabbia<br />

verso quell'infanzia non vissuta a pieno. Bukowsky è solito lavorare e farsi<br />

pubblicare i lavori da giorn<strong>al</strong>i underground (cfr. Black Sparrox Press). Il suo<br />

stile è influenzato in particolar modo da Hemingway e Fante, è rude, graffiante,<br />

veloce e arriva subito <strong>al</strong> cuore del lettore. Oggi è un'icona, una leggenda,<br />

ma <strong>al</strong>l'inizio non fu considerato d<strong>al</strong>la critica. Le sue poesie trovano<br />

spazio nei giorn<strong>al</strong>i underground come "Story". All'inizio degli anni '60 collabora<br />

con "Epos", "Outsiderl Breakthu" e "Open city", dove tiene la sua rubrica<br />

"Notes of a dirty, old man" (Memorie di un vecchio sporcaccione). I suoi<br />

reading finiscono puntu<strong>al</strong>mente con il pubblico es<strong>al</strong>tato e lui tot<strong>al</strong>mente<br />

ubriaco. Le sue storie sono piene di elementi della sua vita, una continua<br />

autobiografia portata agli estremi. I temi princip<strong>al</strong>i che tratta sono il sesso,<br />

la droga, le corse <strong>al</strong>l'ippodromo, lo squ<strong>al</strong>lore di una vita margin<strong>al</strong>e e l'illusione<br />

del sogno americano. Nel '79 viene pubblicato "compagno di sbronze".<br />

Lo stile delle sue poesie fu definito dai benpensanti dell'epoca "inqu<strong>al</strong>ificabile"<br />

solo perché era una opera-scand<strong>al</strong>o, in re<strong>al</strong>tà la prosa e la poesia di<br />

Bukowsky mettevano a nudo l'anima dell'uomo<br />

del ceto medio-basso, un uomo senza aspettative,<br />

futuro o fama, ormai privato anche di quel<br />

"sogno americano" che tanto lo faceva sognare.<br />

Qu<strong>al</strong>cuno a proposito delle sue "Storie di ordinaria<br />

follia" ha detto che erano "vicende sporche<br />

ed immor<strong>al</strong>i". Erano storie scritte da un uomo<br />

cinico,romantico e in effetti possono essere considerate<br />

scand<strong>al</strong>ose proprio perché sono pezzi<br />

di vite piene di depravazione, violenza e assenza<br />

di affetto. De Andrè scriveva: "Storia diversa per<br />

gente norm<strong>al</strong>e/storia comune per gente speci<strong>al</strong>e"<br />

e forse sono queste le uniche frasi che possono<br />

spiegare a pieno cosa fosse ognuna di quelle<br />

"Storie di ordinaria follia". Un <strong>al</strong>tro libro interessante<br />

nella produzione di Bukowsky è<br />

"Shakespeare non l'ha mai fatto" (titolo origin<strong>al</strong>e:<br />

Shakespeare never did this), un resoconto di un viaggio fatto in Europa<br />

assieme <strong>al</strong>la compagna Linda, questo libro è privo dei fronzoli tipici del<br />

romanzo, è infatti un semplice resoconto, un "diario di bordo" e <strong>al</strong>lo stesso<br />

tempo una continua dichiarazione d'amore nei confronti della sua compagna.<br />

<strong>Se</strong>mpre di prostitute, sesso, hippies imbranati e mondo in decadenza<br />

parla "A sud di nessun nord" ("A south of no north"), scritto nel 1973.<br />

L'ultimo suo romanzo, "Pulp", parla di un agente segreto di Los Angeles che<br />

è puntu<strong>al</strong>mente chiamato a risolvere casi strani e particolari.<br />

<strong>Se</strong>rena II A


Pagina 10 Λογος<br />

Intervista doppia: Ricci-Zazzetti<br />

1- Nome?<br />

Z) Luciano Zazzetti;<br />

R) Sabrina Ricci<br />

2- Esponga brevemente il suo curriculum.<br />

Z) Diploma di geometria a Fermo nel 1985, uscito con 57/60. Laurea in Fisica<br />

con lode a Bologna. Sono stato collaboratore esterno del CNR per dieci anni,<br />

per tre anni di una ditta tedesca che produce diffrattometri. Insegno d<strong>al</strong><br />

1992-93: 2 anni <strong>al</strong>l'istituto d'arte, 1 anno <strong>al</strong> <strong>Liceo</strong> Scientifico di San<br />

Benedetto del T. e 12 anni <strong>al</strong>l'Agraria dove d<strong>al</strong> 2002 sono diventato insegnante<br />

di ruolo, dopo aver fatto il mio primo concorso ordinario nel 2000.<br />

Preciso che non ho sessant’anni: ho fatto <strong>al</strong>cune cose in par<strong>al</strong>lelo…<br />

R) Maturità classica,laurea in lettere con speci<strong>al</strong>izzazione in filologia<br />

classica conseguita presso l’Università agli Studi di Perugia<br />

3- Avreste voluto fare un mestiere diverso?<br />

Z) Sì, il ricercatore in ambito scientifico per cui mi sentivo più<br />

tagliato rispetto <strong>al</strong>l'insegnamento. Non si tratta di presunzione…<br />

mi piace di più e riesco meglio ad imparare che ad insegnare.<br />

R) No<br />

4- Come andava a scuola in latino e in it<strong>al</strong>iano/fisica e<br />

matematica?<br />

Z) Latino non l'ho fatto, it<strong>al</strong>iano bene. In tutte le materie non<br />

ho mai avuto meno di 7 in pagella. Solo il primo anno ho<br />

avuto un 6 in matematica(!) per un compito ritirato (unica<br />

insufficienza di tutta la scuola superiore).<br />

R) Facevo tanti esercizi per un decoroso 6<br />

5- La mettiamo <strong>al</strong>la prova. In che periodo vissero<br />

Pietro Metastasio e B<strong>al</strong>dassar Castiglione - Chi furono<br />

Ludwig Boltzmann e David Hilbert?<br />

Z) Non lo so, non sono uno studente lice<strong>al</strong>e. Metastasio mi è<br />

familiare, e lo associo, non so se correttamente, ad uno stile neoclassico, che<br />

detesto. L’<strong>al</strong>tro nome non mi dice niente.<br />

R) Esistono le Enciclopedie in internet;il primo è un fisico il secondo è un<br />

matematico (Così però non v<strong>al</strong>e, ndr)<br />

6- Non credete che si dovrebbe sforzare di conciliare cultura umanistica<br />

e scientifica accostandosi ad entrambe senza pregiudizi?<br />

Z) Certo che sì! Mi sono trasferito <strong>al</strong> <strong>Classico</strong> per cercare<br />

di colmare le mie lacune in ambito umanistico, per<br />

aqqulturarmi! ;-)<br />

R) La cultura non è né scientifica né umanistica ma sintesi<br />

perché l’uomo ne è l’oggetto<br />

7- Ci dica lo scrittore, lo scienziato, i filosofi preferiti.<br />

Z) Lo scrittore Kafka. Lo scienziato Eulero… lo sapete che<br />

è stato dedicato a lui il numero e? È anche, tra mille <strong>al</strong>tre<br />

cose, autore dell’uguaglianza (che avevo anche v<strong>al</strong>utato<br />

di farmi tatuare) in cui compaiono i numeri “importanti”<br />

della matematica. Ha lasciato una eredità (scientifica)<br />

immensa! Ha continuato a produrre anche quando era<br />

diventato cieco, grazie <strong>al</strong>le sue straordinarie capacità. Per<br />

la filosofia sono abbastanza ignorante… posso dire il<br />

filosofo di Treviri, in onore del qu<strong>al</strong>e ho dato il nome a<br />

mio figlio, Carlo.<br />

R) F. Dostoevskij dopo Omero e Dante, G<strong>al</strong>ileo per il metodo, Marco Aurelio.<br />

8- Qu<strong>al</strong>e genere di musica preferisce?<br />

Z) Rock… un po’ di tutto… sono abbastanza aperto… ascolto dagli<br />

Haggard a Loreena McKennitt e Sigur Rós. Non posso proprio ascoltare il<br />

melodico sanre<strong>mese</strong> e il pop da MTV.<br />

R) Tutta, specie etnica<br />

9- Il libro sul comodino?<br />

Z) “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” di P.G.<br />

Odifreddi<br />

R) Sul mio comodino non ci sono libri perché prenderebbero troppa polvere.<br />

Ogni tanto leggo E. Dickinson che ha un posto in prima fila nella mia libreria.<br />

10- Il film preferito?<br />

Z) “La doppia vita di Veronica”, un film di Krzysztof Kieslowski, un regista<br />

polacco (purtroppo morto prematuramente) che vi consiglio.<br />

R) Lezioni di piano<br />

11- Adesso affronteremo un tema scivoloso: cosa ne pensa del rela-<br />

tivismo etico tanto deprecato d<strong>al</strong>la curia romana?<br />

Z) Domanda impegnativa, passiamo...casomai ci ritorniamo. (Dopo faticosi<br />

ripensamenti...) Non mi sembra una cosa da criticare, non ho niente in contrario.<br />

Ad esempio nell'antica Grecia i rapporti omosessu<strong>al</strong>i e quelli con adolescenti<br />

erano una cosa norm<strong>al</strong>e, adesso non lo sono più perché sono cambiati<br />

i costumi. Come in ambito scientifico non esistono verità assolute, non<br />

può esistere una mor<strong>al</strong>e assoluta v<strong>al</strong>ida in ogni società ed in ogni tempo.<br />

R) Non credo, indipendentemente d<strong>al</strong>la Curia Romana, che etica e relativismo<br />

siano conciliabili: come la mettiamo con la politica?con l’attività profession<strong>al</strong>e?<br />

12- Per toccare un tema di politica molto concreto, riesce a scorgere<br />

una soluzione efficace per l'integrazione degli immigrati,<br />

in particolare dei Rom?<br />

Z) [dopo due settimane di elucubrazioni, la montagna ha<br />

partorito… ] Non è un problema semplice… e comunque<br />

non risolvibile in tempi rapidi, nessuno ha la bacchetta<br />

magica. Credo che l’unica, lenta, strada passi per la formazione,<br />

per l’assimilazione/integrazione cultur<strong>al</strong>e attraverso<br />

l’istruzione e non lo dico in quanto addetto ai lavori.<br />

R) Risposta ban<strong>al</strong>e: un po’ più di humanitas e meno paura,<br />

specie da parte di chi ha più mezzi<br />

13- Ora scendiamo dai sentieri impervi della politica<br />

<strong>al</strong>le consolatrici chiacchiere da parrucchieria. Lei ha<br />

mai fumato? E se sì, che cosa?<br />

Z) Ho fumato sigarette per 20 anni ed ho smesso 5 anni fa,<br />

non volevo che i miei figli si dovessero vergognare di me, che<br />

potessero dire “nostro padre è morto prematuramente perché<br />

era un cog…e”. Ho fumato solo tabacco, in varie forme,<br />

qu<strong>al</strong>che volta pipa e sigaro, così giusto per darmi un tono.<br />

R) Ho un’atavica paura del fuoco<br />

14- Ha mai <strong>al</strong>zato troppo il gomito?<br />

Z) Pochissime volte.<br />

R) No, sono fuori come un b<strong>al</strong>cone da me medesima come gli <strong>al</strong>unni possono<br />

testimoniare<br />

15- Star bene vuol dire...<br />

Z) <strong>Se</strong>ntirsi re<strong>al</strong>izzati d<strong>al</strong> punto di vista affettivo e lavorativo.<br />

R) Possedere un pizzico di ironia in più<br />

16- Il rimpianto più amaro?<br />

Z) Aver accettato di sottopormi a questa intervista!<br />

Scherzo…<br />

D<strong>al</strong> punto di vista lavorativo rimpiango <strong>al</strong>cune scelte<br />

fatte ai tempi dell’università (o subito dopo) che mi<br />

hanno ridotto le possibilità di rimanere nella ricerca.<br />

R) Non aver s<strong>al</strong>utato mio padre<br />

17- La tua carriera scolastica in 3 aggettivi.<br />

Z) I 3 aggettivi non mi piacciono. Sono sempre stato uno<br />

studente brillante ma non secchione, con grande spirito<br />

critico e… modesto… ;-)<br />

R) Impegnativa, rigorosa,emancipante<br />

Renato Caccioppoli<br />

18- Com'è il tuo rapporto con gli <strong>al</strong>unni e come vorresti<br />

che fosse?<br />

Z) Penso di essere considerato un po' freddo come mi<br />

hanno detto anche gli ex <strong>al</strong>unni. Complessivamente non sono insoddisfatto,<br />

non sono un dittatore ma riesco comunque ad ottenere rispetto. I risultati<br />

tuttavia sono spesso insoddisfacenti e lasciano un po' di amaro in bocca.<br />

R) <strong>Se</strong>rio e aperto<br />

19- Potremmo spingerci molto più in la ma preferiamo fermarci qui,<br />

come fulmen in clausula ci s<strong>al</strong>uti da fisico.<br />

Z) Io, che in re<strong>al</strong>tà sono tanto matematico quanto fisico (o forse nessuno dei<br />

due…), voglio s<strong>al</strong>utare citando quello che è stato uno dei più grandi matematici<br />

del novecento, Renato Caccioppoli: “ Tre sono le cose per le qu<strong>al</strong>i v<strong>al</strong>e<br />

la pena vivere: la matematica, la musica e l'amore” ;-)<br />

R) D<strong>al</strong>l’Eracle di Euripide “…Io che ho distrutto la mia casa ed ho distrutto<br />

anche il mio onore e ormai non ho più nulla, vado con Tesia, attaccato a lui<br />

come barca <strong>al</strong>la nave! Chi ad un amico nobile e generoso preferisce la ricchezza<br />

o la forza, non ha senno!...”<br />

Giorgia III C


Λογος<br />

14º Premio “Libero Bizzarri”<br />

Il nostro tempo è ora<br />

È stata inaugurata quest’anno per la prima volta la sezione giovanile della celebre rassegna del documentario<br />

In questo anno che si è ormai concluso il mondo<br />

del cinema ha assistito commosso <strong>al</strong>la scomparsa<br />

di due maestri di fama internazion<strong>al</strong>e: Ingmar<br />

Bergman e Michelangelo Antonioni. La 14° rassegna<br />

di documentari "Libero Bizzarri", l'unico<br />

grande evento cultur<strong>al</strong>e che San Benedetto ha<br />

l'onore di ospitare, non poteva che essere dedicata<br />

<strong>al</strong> grande cineasta it<strong>al</strong>iano che insieme a<br />

Pasolini è considerato uno dei padri nobili del<br />

documentario cinematografico.Oltre a ricordare<br />

i grandi di un passato i cui fulgori sembrano<br />

sempre più lontani, quest'anno la Fondazione<br />

"Libero Bizzarri" ha osato coraggiosamente<br />

inaugurare una sezione della rassegna, "Il nostro<br />

tempo è ora", completamente dedicata ai giovani.<br />

Il nome è molto accattivante, quasi da spot<br />

pubblicitario, ma non c'è dubbio che questa<br />

esperienza sia ampiamente andata oltre le parole.<br />

Per la prima volta nel settembre scorso il<br />

Premio Libero Bizzarri ha aperto una sezione<br />

giovanile che, attraverso il documentario, il<br />

genere cinematografico meno inquinato da<br />

logiche di marketing e più solidamente fedele <strong>al</strong><br />

re<strong>al</strong>e, ha cercato di raccontare un universo, quello<br />

dei giovani appunto, che sembra sfuggire, ora<br />

come in passato, ad ogni definizione. Forse proprio<br />

la categorizzazione dei giovani, ormai ben<br />

evidenziata dai mass media e soprattutto utilizzata<br />

d<strong>al</strong>la pubblicità, che li considera come i propri<br />

destinatari più importanti, è colpevole di<br />

ban<strong>al</strong>izzare e sminuire un mondo d<strong>al</strong>le sfaccettature<br />

infinite. Fin qui, direte voi, niente di eccezion<strong>al</strong>e:<br />

innumerevoli sono i programmi televisivi,<br />

le mostre, i saggi concettosi che si sono occupati<br />

dei giovani. Ma la novità di questa iniziativa<br />

risiede nella giuria cha ha dovuto scegliere i<br />

migliori documentari: per an<strong>al</strong>izzare il mondo<br />

giovanile i curatori hanno pensato che il verdetto<br />

non dovesse essere espresso da un gruppo di<br />

addetti ai lavori, forse più attenti agli aspetti tecnici<br />

che <strong>al</strong>le tematiche, ma dagli stessi giovani,<br />

da ragazzi che potessero riconoscersi in ciò che<br />

vedevano sullo schermo o addirittura scoprire<br />

re<strong>al</strong>tà nuove o poco conosciute. Insomma una<br />

rassegna di documentari sui giovani, ma soprattutto<br />

per i giovani. Così, con l'onestà intellettu<strong>al</strong>e<br />

di chi non ha pregiudizi e la candida purezza<br />

di uno spettatore curioso, sono stati chiamati a<br />

comporre la giuria circa cinquanta ragazzi di età<br />

compresa tra i diciassette e i ventidue anni,<br />

parte dei qu<strong>al</strong>i provenivano anche da <strong>al</strong>tre<br />

regioni d'It<strong>al</strong>ia. In due giorni fitti di proiezioni i<br />

ragazzi si sono confrontati con otto documentari<br />

incentrati su problemi molto diversi. "8744" di<br />

Alessandro de Gregorio, primo classificato, racconta<br />

le memorie di un internato nei campi di<br />

concentramento ricordandoci che bisogna fare i<br />

conti con la storia, per quanto sia angosciosa o<br />

remota, mentre "Cris<strong>al</strong>idi", secondo classificato,<br />

di Mirko Locatelli affronta il delicato tema dell'essere<br />

disabili, dipingendo un vivido affresco<br />

sul mondo degli adolescenti meno fortunati. Al<br />

terzo posto si è classificato "Ring" di Giotto<br />

Barbieri, documentario sulla vita di due fratelli<br />

liguri marmisti che dopo il lavoro vanno in p<strong>al</strong>estra<br />

per <strong>al</strong>lenarsi <strong>al</strong>la boxe, la loro v<strong>al</strong>vola di<br />

sfogo e la loro passione a cui si sacrificano con<br />

una condotta di vita quasi monastica.Tra i documentari<br />

non premiati "Bianca, 16 anni" di<br />

Oliviero Toscani, il fotografo di tante campagne<br />

Michelangelo Antonioni<br />

pubblicitarie shock, ci introduce <strong>al</strong> problema<br />

dell'anoressia con uno straziante monologo di<br />

Bianca, ripresa in primo piano e incastonata tra il<br />

bianco e il nero, che descrive con frasi spesso<br />

rotte dai singhiozzi, la sua m<strong>al</strong>attia e il difficile<br />

rapporto con i familiari, mentre "Nisida" di Lara<br />

Ingmar Bergman<br />

Rastelli racconta la vita dei ragazzi ospiti del carcere<br />

minorile dell'isola di Nisida (Napoli) tra<br />

scuola, lavoro e noia attraverso le storie di Enzo,<br />

Rosario e Samir. <strong>Se</strong> i protagonisti di "Esta achegar-Cinemarena"<br />

di Fabian Ribrezzo sono gli<br />

attori, i tecnici e i medici di una compagnia che<br />

d<strong>al</strong> 2001 fa tappa nei paesini del Mozambico per<br />

sensibilizzare la popolazione sull'AIDS attraverso<br />

proiezioni ser<strong>al</strong>i e piccole pieces teatr<strong>al</strong>i, in "Il<br />

futuro-Comizi infantili" di Stefano Consiglio, che<br />

richiama in maniera inequivocabile "Comizi<br />

d'amore" di Pier Paolo Pasolini, i protagonisti<br />

sono dei bambini tra i dieci e i tredici anni pro-<br />

Pagina 11<br />

venienti da tutta It<strong>al</strong>ia interrogati sul sesso, il<br />

lavoro, la paura, la scuola, la religione e soprattutto<br />

sul loro futuro. Infine "Street Boulder" di<br />

Rovero Impiglia, regista sambenedettese,<br />

ambientato tra l'asfittico grigiore dei paesaggi<br />

urbani di Milano e Torino, racconta il fenomeno<br />

dello "street bouldering", una disciplina sportiva<br />

che consiste nell'arrampicarsi sugli edifici a mani<br />

nude e che si rivela essere una delle infinite<br />

declinazioni delle sfide con se stesso cui l'uomo<br />

si sottopone. Questi sono stati i temi trattati e gli<br />

interrogativi posti nella prima edizione della<br />

sezione giovani del Premio Libero Bizzarri. Come<br />

sempre le risposte ai problemi sono lontane. Ma<br />

se “la perfezione non è essere perfetti, ma tendere<br />

continuamente ad essa" come diceva Johann<br />

Gottlieb Fiche, l'unico sentiero coraggiosamente<br />

percorribile per noi, che pretendiamo di essere<br />

definiti giovani, è quello dello spirito critico e<br />

della sana irrequietezza che solo l'arte, la cultura<br />

e la consapevolezza del mondo circostante<br />

sanno suscitare.<br />

Matteo Marcozzi<br />

RICORDO IN AUTUNNO<br />

Una lenta melodia,<br />

ritorno di un mondo passato,<br />

invade il mio cuore ferito;<br />

cammino in un prato assolato,<br />

ma ormai morto<br />

nel lungo autunno della vita...<br />

<strong>Se</strong>nto il rumore delle foglie<br />

schiacciate dai miei piedi,<br />

agitate d<strong>al</strong> vento sui rami,<br />

sugli <strong>al</strong>beri stecchiti da tempeste improvvise.<br />

Ricordo un vento più c<strong>al</strong>do d<strong>al</strong> mare,<br />

un <strong>al</strong>ito d'amore d<strong>al</strong> nord,<br />

una pace scordata nel fondo del cuore...<br />

Ricordo i campi arati di fresco,<br />

scuri e bagnati d<strong>al</strong>la rugiada.<br />

Li attraverso tranquillo,<br />

mi aspetto un mondo sereno,<br />

fatto di sole,<br />

ma un vento freddo mi risveglia<br />

da un torpore d'amore...<br />

Le nuvole scure mi riportano indietro<br />

da un sogno di pace...<br />

Marco 1 A<br />

GUERRA<br />

Goccia<br />

sui volti sfiniti.<br />

La polvere gioca<br />

con le lacrime dei bambini.<br />

Un grido.<br />

Silenzio beffardo<br />

gravido di ipocrisia.<br />

Prigioniera liberata<br />

la raffica esplode.<br />

Investe gente, case…<br />

ruba la luce.<br />

Le fine non sembra giungere<br />

finché,<br />

con un lungo ed irre<strong>al</strong>e sospiro,<br />

trova breve riposo.


Pagina 12 Λογος<br />

“<strong>Se</strong> mi uccideranno risorgerò nel mio popolo”<br />

Il Rivoluzionario di Dio<br />

27 anni fa il vescovo s<strong>al</strong>vadoregno Oscar Romero veniva ucciso durante una Messa dai sicari del regime militare del suo paese<br />

Il 24 Marzo del 1980 a San S<strong>al</strong>vador il vescovo<br />

Oscar Romero stava celebrando la Messa. Aveva<br />

appena terminato la sua omelia in cui aveva<br />

elencato per l'ennesima volta tutte le persone,<br />

soprattutto studenti e contadini, che nella settimana<br />

appena trascorsa erano spariti d<strong>al</strong>la circolazione,<br />

arrestati e deportati chissà dove dai<br />

gerarchi della dittatura militare che stava facendo<br />

sprofondare il suo paese in un vortice di terrore<br />

e miseria. Era in piedi davanti <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tare<br />

pronto per recitare le formule dell'offertorio,<br />

quando d<strong>al</strong>la porta aperta della chiesa scorse<br />

un'auto che si era fermata proprio in quel<br />

momento. Esitò qu<strong>al</strong>che attimo, forse aveva<br />

capito tutto. Il finestrino della macchina si<br />

abbassò e partì un proiettile che colpì il vescovo<br />

in testa. Insieme a Romero caddero a terra<br />

tutte le ostie, poiché subito dopo il colpo il prelato<br />

aveva afferrato il tessuto che copriva l'<strong>al</strong>tare<br />

trascinandosi tutto ciò che era posto sopra.<br />

Il giorno dei suoi funer<strong>al</strong>i, il 30 marzo, più di<br />

250.000 fedeli provenienti da tutto il mondo<br />

giunsero a San S<strong>al</strong>vador per rendere omaggio<br />

<strong>al</strong>la s<strong>al</strong>ma di Romero. Il Gesuita John Dear,<br />

vedendo in quella straordinaria partecipazione<br />

<strong>al</strong>le esequie un duro atto di accusa verso il regime<br />

disse: "I funer<strong>al</strong>i di Romero sono stati la più<br />

grande manifestazione di protesta popolare di<br />

tutta la storia s<strong>al</strong>vadoregna". Durante la cerimonia<br />

una bomba esplose in piazza Barrios, antistante<br />

<strong>al</strong>la Cattedr<strong>al</strong>e, e vennero sparati dei<br />

colpi dagli edifici circostanti. <strong>Se</strong>bbene nessuno<br />

fosse stato colpito mort<strong>al</strong>mente d<strong>al</strong>l'esplosione<br />

o dai proiettili, molti rimasero uccisi perché<br />

schiacciati d<strong>al</strong>la folla che, accecata d<strong>al</strong> panico,<br />

cercava di scappare. Le notizie uffici<strong>al</strong>e parlano<br />

di 31 morti, ma <strong>al</strong>cuni giorn<strong>al</strong>isti sono arrivati a<br />

contarne addirittura 50.<br />

Per capire cosa abbia provocato l'assassinio di<br />

Romero e soprattutto perché in tutta l'America<br />

Latina la figura del vescovo sia venerata come<br />

quella degli <strong>al</strong>tri martiri della Chiesa, bisogna<br />

ripercorrere brevemente la sua vita. Egli nacque<br />

nel 1917 a Ciudad Barrios in una famiglia di<br />

umili origini e fin da piccolo manifestò il desiderio<br />

di diventare sacerdote. Entrò nel seminario<br />

di San Miguel e completò i suoi studi<br />

<strong>al</strong>l'Università Gregoriana di Roma. Le sue posizioni<br />

decisamente conservatrici gli permisero di<br />

guadagnarsi le simpatie dell'oligarchia del suo<br />

paese, ma quando divenne vescovo di Santiago<br />

de Maria, una delle regioni più povere del San<br />

S<strong>al</strong>vador, i fatti di sangue che colpirono persone<br />

e collaboratori a lui cari, lo spinsero <strong>al</strong>la denun-<br />

cia delle situazioni di violenza che riempivano il<br />

Paese. Quando nel 1977 venne nominato arcivescovo<br />

maturò completamente la sua "conversione<br />

nella conversione" schierandosi d<strong>al</strong>la<br />

parte dei poveri e avvicinandosi <strong>al</strong>le idee della<br />

teologia della liberazione, corrente sviluppata<br />

soprattutto dai Gesuiti dell'America latina e<br />

spesso osteggiata d<strong>al</strong> Vaticano per la sua presunta<br />

vicinanza <strong>al</strong> marxismo. Dopo appena un<br />

<strong>mese</strong> d<strong>al</strong> suo insediamento l'assassinio del<br />

Gesuita e suo collaboratore, padre Rutilio<br />

Grande, lo scosse profondamente inspirandogli<br />

una dolorosa omelia pronunciata durante i<br />

funer<strong>al</strong>i del Gesuita, con la qu<strong>al</strong>e iniziò la sua<br />

azione di denuncia. La Chiesa non poteva rimanere<br />

indifferente <strong>al</strong>le ingiustizie, <strong>al</strong>le torture<br />

perpetrate d<strong>al</strong> regime, ma doveva guidare le<br />

popolazioni verso la liberazione d<strong>al</strong>la miseria e<br />

d<strong>al</strong>la sofferenza per farle risorgere consapevoli<br />

della propria dignità. Ma Romero non si fermò<br />

<strong>al</strong>le omelie domenic<strong>al</strong>i. Scrisse infatti anche una<br />

lettera <strong>al</strong> presidente americano Jimmy Carter<br />

nel Febbraio nel 1980 in cui denunciava l'appoggio<br />

dell'esercito americano <strong>al</strong> regime s<strong>al</strong>vadoregno<br />

nel reprimere le organizzazioni di civili<br />

che combattevano per i diritti umani più elementari.<br />

Carter ignorò completamente l'appello<br />

di Romero. Ma l'arcivescovo rimase isolato<br />

anche <strong>al</strong>l'interno della sua Chiesa e perfino<br />

Giovanni Paolo II, convinto oppositore della<br />

teologia della liberazione, lo ricevette a Roma<br />

solo una volta, un <strong>mese</strong> prima della sua tragica<br />

morte. La sua battaglia fu tutt'<strong>al</strong>tro che indolore<br />

oltre che per la popolazione<br />

s<strong>al</strong>vadoregna anche<br />

per il clero. L'esercito infatti<br />

iniziò a occupare e profanare<br />

diverse chiese<br />

come ad Aguilares, dove<br />

furono sterminati più di<br />

200 fedeli. Lo stesso<br />

Romero dichiarò: "In<br />

meno di tre anni più di 50<br />

sacerdoti sono stati colpiti,<br />

minacciati e diffamati.<br />

<strong>Se</strong>i di questi sono dei veri<br />

e propri martiri poichè<br />

sono stati assassinati,<br />

molto <strong>al</strong>tri sono stati torturati<br />

e <strong>al</strong>tri ancora espulsi<br />

d<strong>al</strong> paese. Anche le suore<br />

sono state oggetto di persecuzione.<br />

La stazione<br />

radio dell'Arcidiocesi, le<br />

scuole cattoliche e le associazioni<br />

religiose sono<br />

state costantemente attaccate e minacciate con<br />

delle bombe e molte parrocchie e conventi<br />

sono stati addirittura saccheggiati".<br />

Romero restò solo, i suoi appelli non vennero<br />

recepiti dai potenti del mondo. Sapeva che<br />

sarebbe andato incontro ad una morte violenta<br />

e sperava che nell'agguato che lo avrebbe ucciso<br />

non sarebbero state coinvolte persone innocenti.<br />

Il 24 Marzo 1980 venne ucciso un vescovo dei<br />

poveri secondo cui "il mondo della Chiesa è il<br />

mondo dei poveri". Per concludere riporto un<br />

passo tratto d<strong>al</strong>la lectio magistr<strong>al</strong>is di Oscar<br />

Romero pronunciata in occasione del conferimento<br />

della Laurea Honoris Causa da parte<br />

dell'Università belga di Loviano il 2 Febbraio<br />

1980.<br />

"L'essenza della Chiesa sta nella sua missione di<br />

servizio reso <strong>al</strong> mondo, <strong>al</strong>fine di s<strong>al</strong>varlo nella<br />

sua tot<strong>al</strong>ità, di s<strong>al</strong>varlo nella storia, qui e ora. Per<br />

dirla in una sola parola il mondo, che la Chiesa è<br />

chiamata a servire, è per noi il mondo dei poveri.<br />

Il nostro mondo s<strong>al</strong>vadoregno non è un'astrazione,<br />

non è semplicemente un ulteriore esempio<br />

di ciò che, nei paesi sviluppati come il<br />

vostro, si intende per "mondo". È un mondo che<br />

nella sua immensa maggioranza è costituito di<br />

uomini e di donne poveri e oppressi. È in questo<br />

mondo senza volto umano che la Chiesa<br />

della mia archidiocesi ha cercato di incarnarsi.<br />

Non dico questo con spirito trionf<strong>al</strong>istico, giacché<br />

ho ben chiaro il molto che ancora ci manca,<br />

in vista di un più pieno avanzamento in questa<br />

incarnazione. Tuttavia ricordo questo fatto con<br />

immensa gioia, poiché abbiamo compiuto lo<br />

sforzo di non passare oltre, di non girare <strong>al</strong>la<br />

larga del ferito incontrato lungo la strada, e ci<br />

siamo avvicinati a lui come il buon samaritano.<br />

Questo avvicinamento <strong>al</strong> mondo dei poveri, lo<br />

intendiamo, <strong>al</strong> tempo stesso, come incarnazione<br />

e conversione... Questo incontro con i poveri<br />

ci ha fatto recuperare la verità centr<strong>al</strong>e del<br />

Vangelo, nel qu<strong>al</strong>e la parola di Dio ci sollecita<br />

<strong>al</strong>la conversione. La speranza che predichiamo<br />

ai poveri è perché sia loro restituita la dignità, è<br />

per dare loro il coraggio di<br />

essere, essi stessi, gli autori<br />

del proprio destino. In una<br />

parola, la Chiesa non solo si<br />

è voltata verso il povero, ma<br />

fa di lui il destinatario privilegiato<br />

della propria missione.<br />

Il mondo dei poveri<br />

ci insegna come la sublimità<br />

dell'amore cristiano<br />

debba passare attraverso<br />

l'imperiosa necessità di un<br />

impegno perché sia resa<br />

giustizia <strong>al</strong>le maggioranze,<br />

senza rifuggire della lotta<br />

onesta. Il mondo dei poveri<br />

ci insegna che la liberazione<br />

arriverà non il giorno in<br />

cui i poveri saranno i meri<br />

destinatari di benefici resi<br />

dai governi e d<strong>al</strong>la stessa<br />

Chiesa, ma quello in cui essi<br />

diverranno in prima persona<br />

attori e protagonisti<br />

della propria lotta e della propria liberazione,<br />

smascherando in t<strong>al</strong> modo la radice ultima dei<br />

f<strong>al</strong>si patern<strong>al</strong>ismi, compresi quelli ecclesi<strong>al</strong>i.<br />

Crediamo che, a partire d<strong>al</strong>la trascendenza del<br />

Vangelo, noi possiamo giudicare in che cosa<br />

consista veramente la vita dei poveri, e crediamo<br />

pure che, mettendoci d<strong>al</strong>la parte del povero<br />

e cercando di dargli vita, giun-geremo a sapere<br />

in che cosa davvero consiste l'eterna verità del<br />

Vangelo."<br />

Matteo Marcozzi


Λογος<br />

“Lavorare stanca”. Il rimedio? Sciopero!!!<br />

Il lavoro nelle prospettive dei giovani<br />

“L’It<strong>al</strong>ia è una repubblica<br />

fondata sul<br />

lavoro” così dice il<br />

primo articolo della<br />

Costituzione it<strong>al</strong>iana<br />

del 1946.T<strong>al</strong>e formulazione<br />

si contrappone<br />

a quella dei<br />

regimi politici precedenti<br />

ad essa, in<br />

cui avevano la preminenza<br />

<strong>al</strong>tri v<strong>al</strong>ori, e assegna <strong>al</strong> lavoro la funzione<br />

di criterio di apprezzamento dei diritti e<br />

doveri dell’individuo nella società. Il lavoro è<br />

considerato d<strong>al</strong>l’ordinamento it<strong>al</strong>iano come un<br />

dovere del cittadino nei confronti dello Stato;<br />

t<strong>al</strong>e dovere, pur non avendo v<strong>al</strong>ore normativo, è<br />

sanzionato indirettamente.<br />

In correlazione a questo dovere è riconosciuto a<br />

tutti i cittadini it<strong>al</strong>iani il diritto <strong>al</strong> lavoro e sono<br />

posti a carico dello Stato gli obblighi che rendano<br />

effettivo t<strong>al</strong>e diritto.<br />

Per noi ragazzi, che ci affacciamo sul mondo<br />

universitario con timore e curiosità, tenendo<br />

<strong>al</strong>to lo sguardo ad un prossimo futuro lavorativo<br />

(in tempi quantomeno duri da questo<br />

punto di vista) è importante che lo Stato si<br />

attivi per darci la possibilità di non essere<br />

“bamboccioni” e di dare il nostro meglio nel<br />

settore in cui intendiamo trovare occupazione<br />

e speci<strong>al</strong>izzarci. <strong>Se</strong>condo <strong>al</strong>cuni è necessario<br />

a t<strong>al</strong> fine rinnovare l’ormai invecchiato<br />

sistema politico, chiuso in se stesso e formato<br />

da una “casta” più potente e privilegiata<br />

rispetto <strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre. T<strong>al</strong>e “casta” sembrerebbe<br />

tendere sempre a manipolare ogni settore<br />

della vita pubblica, della comunicazione di<br />

massa e del pensiero mor<strong>al</strong>e, civile e cultur<strong>al</strong>e<br />

dei singoli cittadini.<br />

Un <strong>al</strong>tro importante punto di discussione, per<br />

quanto concerne il lavoro, riguarda il precariato.<br />

Anche Papa Benedetto XVI <strong>al</strong>l’Angelus del 14<br />

ottobre 2007, ha sottolineato l’importanza di<br />

ridurre t<strong>al</strong>i forme di contratto soci<strong>al</strong>mente<br />

discriminanti. Questo, stando <strong>al</strong>le dichiarazioni<br />

degli organizzatori, sarebbe stato anche lo spirito<br />

animatore della manifestazione “rossa”del 20<br />

ottobre 2007 a Roma. Tenendo conto della partecipazione<br />

di un gran numero di persone, circa<br />

600.000, si metteva in evidenza ancora una<br />

volta l’obiettivo ultimo cui tutti noi it<strong>al</strong>iani tendiamo<br />

in questo periodo, il gradu<strong>al</strong>e annullamento<br />

del precariato.<br />

Rispetto <strong>al</strong> passato le condizioni di lavoro e le<br />

agevolazioni nei contratti si presentano in vesti<br />

nuove per i lavoratori di oggi e di domani. Per<br />

conservare il posto di lavoro e per crescere profession<strong>al</strong>mente,<br />

la<br />

possibilità fondament<strong>al</strong>e<br />

è costituita<br />

d<strong>al</strong>l’adattabilità a<br />

nuove funzioni, in<br />

una logica di mobilità<br />

e di formazione<br />

permanente, nella<br />

qu<strong>al</strong>e la maggiore<br />

dote richiesta è<br />

l’abilità a recepire i<br />

contenuti formativi,<br />

siano essi speci<strong>al</strong>istici,<br />

relazion<strong>al</strong>i o<br />

gener<strong>al</strong>isti.<br />

E’ quindi molto<br />

importante conse-<br />

Pagina 13<br />

Dopo un <strong>mese</strong> esatto d<strong>al</strong>la riapertura dei cancelli di tutte le scuole<br />

it<strong>al</strong>iane, ecco che subito gli studenti si mobilitano per uno sciopero.<br />

Il motivo che lo ha scaturito è l’operato del ministro Fioroni,<br />

che a seguito di un decreto legge ha reintrodotto dopo ben 13<br />

anni il sistema degli esami di recupero. Vorrei innanzitutto cercare<br />

di capire come è possibile essere contro una legge simile. Ovvero<br />

vorrei capire se quando si esprime la propria contrarietà in merito<br />

si parla ragionando con la testa o con il cuore. Ma a parte ciò<br />

(ognuno ha piena libertà di pensare ciò che vuole e non sarò certo<br />

io ad impedirglielo), vorrei an<strong>al</strong>izzare come è avvenuto lo “sciopero”,<br />

sempre se di sciopero possiamo parlare. Partiamo d<strong>al</strong>la mobilitazione.<br />

I giorni precedenti <strong>al</strong>la manifestazione, la scuola era<br />

addobbata con qu<strong>al</strong>che volantino con su scritto “Venerdì 12<br />

Sciopero”, qu<strong>al</strong>che faccia del Ministro della Pubblica Istruzione<br />

sbarrata qua e là… ma la cosa che più ho trovato divertente è stata<br />

vedere un volantino dove tra le varie motivazioni per cui si doveva<br />

essere contrari a questo DL che si esprimeva così:“non è giusto passare l’estate sopra i libri… c’è chi apprende prima e chi apprende dopo….occorre<br />

rispettare i tempi di ognuno”. Bene, non che questa affermazione meriti commenti, ma vorrei comunque fare un’osservazione: se qu<strong>al</strong>cuno dovrà studiare<br />

durante l’estate sarà perché nel periodo scolastico l’avrà fatto meno. Per quanto riguarda invece la manifestazione vorrei riportare qu<strong>al</strong>che striscione<br />

visto in giro, fuori i cancelli della scuola. Il primo recitava “Scuole = prigioni; la colpa è di Fioroni”; ma che senso ha questa affermazione??? Mah… aspetto<br />

la risposta da parte dell’autore! Un’ <strong>al</strong>tro diceva:“la scuola siamo noi…” ok, nessuno ha affermato il contrario… e tanti <strong>al</strong>tri sullo stesso genere…<br />

Poi è partito il corteo: con una colonna sonora davvero singolare:“la mamma di Fioroni è una put****”. Dimostrazione evidente del fatto che nessuno sa<br />

nulla, nessuno ha opinioni e quindi passa <strong>al</strong>l’offesa. Successivamente, verso metà mattinata molti hanno approfittato di questa occasione. Hanno preso la<br />

p<strong>al</strong>la <strong>al</strong> b<strong>al</strong>zo ed hanno deciso, invece di manifestare (se proprio ci credevano) per i loro ide<strong>al</strong>idi organizzarsi ben bene la bella giornata che li attendeva.<br />

Chi ha deciso di prendere un appuntamento d<strong>al</strong> parrucchiere, chi di rimanere direttamente a casa a dormire, chi di farsi una bella vacanzetta e così via…<br />

Tutto ciò è abbastanza svilente, se si pensa davvero a chi crede in questo strumento, a chi lo reputa un arma del lavoratore con la qu<strong>al</strong>e si può cercare<br />

di cambiare qu<strong>al</strong>cosa… lo so che possono sembrare frasi fatte… ma è davvero così!<br />

guire il maggior numero di certificazioni e speci<strong>al</strong>izzazioni<br />

fin da ora, <strong>al</strong> fine di essere un giorno<br />

in grado di <strong>avere</strong>, e possibilmente di esprimere,<br />

un’ idea di vita completa sotto tutti i punti<br />

di vista. In t<strong>al</strong> modo sarebbe possibile capire più<br />

facilmente ogni meccanismo della vita che<br />

scorre e intuire il modo migliore per muoversi<br />

nel mondo del lavoro che ci aspetta. Non dobbiamo<br />

però pensare di poter raggiungere<br />

obiettivi elevati nella vita senza studiare ora e<br />

applicarci molto, in modo da ottenere il massimo<br />

possibile d<strong>al</strong>le nostre capacità e possibilità<br />

attu<strong>al</strong>i.<br />

Il lavoro, d<strong>al</strong> latino labor, significa fatica, ma non<br />

dobbiamo spaventarci di fronte a niente. <strong>Se</strong><br />

teniamo bene a mente i nostri obiettivi, qu<strong>al</strong>unque<br />

essi siano, utilizzeremo le nostre energie<br />

in modo costruttivo e adeguato a raggiungerli.<br />

A t<strong>al</strong> fine è anche importante <strong>avere</strong> gli stimoli<br />

giusti <strong>al</strong>lo studio o <strong>al</strong> lavoro manu<strong>al</strong>e e dei<br />

momenti di svago, durante i<br />

qu<strong>al</strong>i curare i nostri interessi<br />

soggettivi. Questi bei<br />

momenti sono importantissimi<br />

tanto per il divertimento<br />

puro, quanto per il meritato<br />

riposo della nostra mente,<br />

sempre affollata di nuove<br />

idee e spunti.<br />

Spero che tutti noi possiamo<br />

trovare la forza per perseguire<br />

i nostri obiettivi così da<br />

ottenere la desiderata affermazione<br />

nella vita, pubblica<br />

e privata nel medesimo<br />

tempo.<br />

Marco Di Francesco I A


Pagina 14 Λογος<br />

L‘angolo della Poesia<br />

SPEZZATO<br />

Non c'è nessuna<br />

giustificazione<br />

non c'è nessuna<br />

bugia<br />

nessuna verità<br />

nessun amore...non c'è nessun<br />

rimorchiatore, gatto, cane,<br />

pesce,<br />

cielo.<br />

Perfino il vostro soffrire è<br />

un miraggio.<br />

Non c'è nessun contratto<br />

non c'è nessun onore<br />

nessun mandante,<br />

e la ragione se n'è andata<br />

a pesca nel<br />

deserto.<br />

Non c'è nessuna base razion<strong>al</strong>e<br />

non c'è nessuna nobiltà.<br />

Un laccio da scarpe spezzato<br />

è la tragedia:<br />

non le mani mie<br />

che strangolano quel<br />

minuscolo luogo<br />

che chiamate<br />

amore.<br />

MEMENTO<br />

Charles Bukowski<br />

L'idea che ci facciamo d' ogni cosa<br />

è cagione che tutto ci deluda.<br />

E' m<strong>al</strong> sognare il vero,<br />

architettar l'ignoto.<br />

Il m<strong>al</strong>e è nella nostra fantasia<br />

che perfetto e mirabile si finge<br />

ogni evento,<br />

è nell'ansiosa attesa<br />

del giorno beato,<br />

del fortunato incontro<br />

che poi ci disinganna.<br />

Sospiravam la festa. Ecco è venuta.<br />

Passan l'ore fugaci e m<strong>al</strong>inconiche<br />

come per il fanciullo<br />

che niun vezzeggia ed è vestito a nuovo.<br />

Il bene t<strong>al</strong>volta fa ressa,<br />

si soffocarci minaccia.<br />

Ma il m<strong>al</strong>e è continuo, stillante.<br />

Il bene è l'infrazione, il m<strong>al</strong>e è norma<br />

nella nostra esistenza.<br />

Vincenzo Cardarelli<br />

PAPA'<br />

Non servi, non servi<br />

Non più, nera scarpa,<br />

come un piede vi ho vissuto<br />

Per trent'anni, gramo e bianco,<br />

Trattenendo fiato e starnuto.<br />

Papà, ammazzarti avrei dovuto,<br />

Tirasti le cuoia prima che ci riuscissi.<br />

Tu, fardello imbottito di Dio, marmo cocciuto,<br />

Orrenda statua d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>luce tristo<br />

Grosso come una foca di Frisco.<br />

Le nevi del Tirolo, la chiara birra di Vienna<br />

Non sono tanto pure o sincere<br />

Con la mia ava zingara ed un destino pazzo<br />

Di tarocchi ho un mazzo di tarocchi ho un<br />

mazzo<br />

Qu<strong>al</strong>cosa di giudeo potrei <strong>avere</strong><br />

Ho sempre avuto terrore di te,<br />

Della tua Luftwaffe, del tuo gregregré.<br />

E il tuo baffo ben curato<br />

E l'occhio ariano rifulgente blu.<br />

Uomo-panzer, uomo-panzer, O Tu -<br />

Non un Dio ma una svastica nera<br />

così che nessun cielo vi trapela.<br />

Ogni donna adora un fascista,<br />

uno scarpone sulla faccia, un brut<strong>al</strong>e<br />

un cuore inumano, uno a te egu<strong>al</strong>e.<br />

Stai <strong>al</strong>la lavagna, papà,<br />

nella foto che ho di te,<br />

biforcuto nel mento, piuttosto che nel pié<br />

ma non meno diabolico per questo, oh già<br />

e non meno uomo nero che<br />

azzanna il mio piccolo cuore facendolo in due.<br />

Avevo dieci anni <strong>al</strong>lorché sotterrarono te.<br />

E a venti cercai di morire<br />

per tornare, tornare, tornare da te.<br />

Pensavo che le ossa servissero, perfino le tue.<br />

Nel tuo cuore grasso e nero c'è un p<strong>al</strong>etto<br />

ai paesani nemmeno piacevi.<br />

Ora ti pestano, sopra di te fanno un b<strong>al</strong>letto.<br />

Chi eri hanno sempre capito.<br />

Papà, papà, bastardo, ho finito.<br />

Sylvia Plath<br />

CANTICO DEI DROGATI<br />

Ho licenziato Dio<br />

gettato via un amore<br />

per costruirmi il vuoto<br />

nell'anima e nel cuore.<br />

Le parole che dico<br />

non han più forma né accento<br />

si trasformano i suoni<br />

in un sordo lamento.<br />

Mentre fra gli <strong>al</strong>tri nudi<br />

io striscio verso un fuoco<br />

che illumina i fantasmi<br />

di questo osceno giuoco.<br />

Come potrò dire a mia madre che ho paura?<br />

Chi mi riparlerà<br />

di domani luminosi<br />

dove i muti canteranno<br />

e taceranno i noiosi<br />

quando riascolterò<br />

il vento tra le foglie<br />

sussurrare i silenzi<br />

che la sera raccoglie.<br />

Io che non vedo più<br />

che folletti di vetro<br />

che mi spiano davanti<br />

che mi ridono dietro.<br />

Come potrò dire la mia madre che ho paura?<br />

Perché non hanno fatto<br />

delle grandi pattumiere<br />

per i giorni già usati<br />

per queste ed <strong>al</strong>tre sere.<br />

E chi, chi sarà mai<br />

il buttafuori del sole<br />

chi lo spinge ogni giorno<br />

sulla scena <strong>al</strong>le prime ore.<br />

E soprattutto chi<br />

e perché mi ha messo <strong>al</strong> mondo<br />

dove vivo la mia morte<br />

con un anticipo tremendo?<br />

Come potrò dire a mia madre che ho paura?<br />

Quando scadrà l'affitto<br />

di questo corpo idiota<br />

<strong>al</strong>lora avrò il mio premio<br />

come una buona nota.<br />

Mi citeran di monito<br />

a chi crede sia bello<br />

giocherellare a p<strong>al</strong>la<br />

con il proprio cervello.<br />

Cercando di lanciarlo<br />

oltre il confine stabilito<br />

che qu<strong>al</strong>cuno ha tracciato<br />

ai bordi dell'infinito.<br />

Come potrò dire a mia madre che ho paura?<br />

Tu che m'ascolti insegnami<br />

un <strong>al</strong>fabeto che sia<br />

differente da quello<br />

della mia vigliaccheria.<br />

Fabrizio De Andrè


Λογος<br />

Prima di iniziare occorre precisare che questa rubrica avrà col passare del tempo diversità di scopi. Per chi<br />

si trova in questo <strong>Liceo</strong> da diversi anni è facile capire chi è questo "Ludo", per tutti gli <strong>al</strong>tri invece provvederò<br />

person<strong>al</strong>mente a descriverlo. Ludovico Cossignani era (non è morto) in questa scuola un pilastro,<br />

rappresentava la simpatia e la spensieratezza della nostra età, persona dotata di grande person<strong>al</strong>ità<br />

capace di consigliare nei momenti difficili e di farti ridere anche nelle situazioni peggiori. Lo scopo che mi<br />

sono prefissata, in qu<strong>al</strong>ità di grande sua amica, è di ricordarci di lui e imitarne le qu<strong>al</strong>ità. Proporrò quindi,<br />

in questa e nelle seguenti edizioni, brani da lui scritti di varia natura, iniziando con un testo sicuramente<br />

comico.<br />

Pagina 15<br />

La rubrica di “Ludo il vigilantes” Trainspotting<br />

Il mistero di… Holly & Benji<br />

Dopo una lunga meditazione, ecco la risposta<br />

<strong>al</strong>la domanda che tutti prima a poi si sono<br />

fatti: ma quanto è lungo il campo di c<strong>al</strong>cio del<br />

cartone animato "Holly e Benji"?<br />

Con un po' di trigonometria, tenendo presente<br />

il raggio della Terra (6327 km), l'<strong>al</strong>tezza di un<br />

osservatore (facciamo 1,70 m, anche se sono<br />

giapponesi e, di conseguenza, nani), e la linea<br />

che va d<strong>al</strong>l'osservatore fino <strong>al</strong>la linea dell'orizzonte,<br />

si ottiene che la distanza a cui un giocatore<br />

vede l'orizzonte è di 4,53 km. Tenuto conto<br />

che la traversa della porta compare quando un<br />

giocatore è più o meno sulla tre-quarti del<br />

campo, il campo intero risulta lungo circa 17,8<br />

km. Fin qua ci siamo. Ora la domanda è: a che<br />

velocità corrono mediamente Holly Hatton,<br />

Mark Lenders, Julian Ross e soci? Supporremo<br />

che il campo venga percorso dai più in forma<br />

quattro/cinque volte a partita: 95 minuti (+5 di<br />

recupero)= 5700 secondi (tempo di gioco),<br />

17.800 metri (lunghezza del campo) * 4,5 (volte)<br />

= 80.100 m (spazio percorso), 80.100 m/5700<br />

secondi = 14,05 m/s = 50,6 km/h (velocità).<br />

Corrono cioè 100 metri in 7,11 secondi, quasi 3<br />

secondi meno del record del mondo dei 100<br />

metri piani (e il campo di Holly e Benji, si sa, non<br />

è piano…). Questo è sufficiente a spiegare<br />

come mai il nostro povero Ross, m<strong>al</strong>ato di<br />

cuore, abbia difficoltà a concludere le partite.<br />

Avete presente quando Holly d<strong>al</strong>la sua area tira<br />

una mina che attraversa tutto il campo (di 17,8<br />

km), buca la rete e sfonda il muro? In re<strong>al</strong>tà la<br />

domanda è un'<strong>al</strong>tra: ma in Giappone li fanno i<br />

controlli anti-doping?<br />

<strong>Se</strong> il campo è lungo 18 km circa, la larghezza<br />

della porta è regolamentare o è in proporzione?<br />

In quest'ultimo caso, la porta quanto è grande?<br />

Perché, nel caso di una porta larga 2-3 km, il<br />

gesto atletico di Ed Corner che si spinge da un<br />

p<strong>al</strong>o <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tro assume dimensioni spropositate…<strong>al</strong>tro<br />

che nandrolone! Per non parlare poi<br />

del colosso che copre la porta con la sua massa<br />

adiposa…cosa gli ha dato la mamma da mangiare<br />

da piccolo? E i gemelli "castoro" Derrick? A<br />

furia di s<strong>al</strong>tare sulla traversa potevano battere<br />

Bubka nel s<strong>al</strong>to con l'asta (tra l'<strong>al</strong>tro<br />

senz'asta…)! Inoltre l'area di rigore<br />

dovrebbe risultare di 2,5 km, e il<br />

dischetto risulterebbe dunque a 1,7<br />

km d<strong>al</strong>la porta…<br />

E ancora: che schema usano per<br />

occupare tutto il campo, l'1-1-1-1-<br />

1-1-1-1-1-1? In cosa consiste la tecnica<br />

del contropiede? Come fa l'anziano<br />

in difesa a chiamare il fuorigioco?<br />

Spara un razzo in aria?<br />

L'arbitro gira per il campo in moto?<br />

E se investe qu<strong>al</strong>cuno? E se gli finisce<br />

la miscela? E se estrae il cartellino<br />

rosso mentre va a 80 <strong>al</strong>l'ora con<br />

tutti i Carabinieri lì intorno? Per fermare<br />

il gioco cosa usa, la tromba?<br />

Per fermare un giocatore lontano<br />

che fa, gli spara? Alle gambe o <strong>al</strong>tro "purchè si<br />

fermi"? I guard<strong>al</strong>inee usano una vela per le<br />

segn<strong>al</strong>azioni? E quando devono mettersela tra<br />

le gambe per segn<strong>al</strong>are i rigori? <strong>Se</strong> un giocatore<br />

chiamato d<strong>al</strong>l'arbitro scappa via per non farsi<br />

riconoscere organizzano una squadra di ricerche?<br />

Quando devono fare un cambio mandano<br />

le frecce tricolori ad avvisare?<br />

<strong>Se</strong> un tifoso fa invasione di campo quando lo<br />

ripigliano? <strong>Se</strong> un giocatore resta a terra non<br />

rischia di creparci prima che qu<strong>al</strong>cuno lo veda?<br />

Come si fa a fare ostruzione? A fine partita gira<br />

l'autobus per il campo o i giocatori se la devono<br />

cavare da soli? <strong>Se</strong> uno scappa, d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tra parte<br />

del campo come lo scoprono? Da quanti anelli<br />

sono composte le tribune? Gli ultrà si menano<br />

ugu<strong>al</strong>mente o sono troppo lontani? Ma quanti<br />

spettatori ci saranno in uno stadio così (con<br />

oltre 40 km di gradinate)?<br />

<strong>Se</strong> uno attraversa tutto il campo p<strong>al</strong>la <strong>al</strong> piede,<br />

scarta tutti, evita anche il portiere, e giunto<br />

davanti <strong>al</strong>la porta vuota (dopo stimiamo mezz'oretta<br />

di corsa) la butta fuori, che fa, si spara?<br />

Si butta sotto la moto dell'arbitro? E quando<br />

scopre che la partita era già finita da mezz'ora?<br />

E che c'era pure stato l'interv<strong>al</strong>lo? <strong>Se</strong> uno perde<br />

p<strong>al</strong>la sotto porta dopo un'azione continuata (di<br />

un'ora) della squadra, cosa gli fanno?<br />

Vivisezione? <strong>Se</strong> in una partita c'è più di una rete<br />

passa <strong>al</strong>la storia?<br />

Ma…se ci fosse la nebbia?<br />

Ora si spiega com'è che per giocare 90 minuti di<br />

partita servivano dieci puntate da mezz'ora<br />

l'una…<br />

Laura I B<br />

Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete<br />

una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un<br />

maxitelevisore del cazzo, scegliete lavatrice,<br />

macchine, lettori cd e apriscatole elettrici.<br />

Scegliete la buona s<strong>al</strong>ute, il colesterolo basso e<br />

la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi<br />

fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli<br />

amici, scegliete una moda casu<strong>al</strong> e le v<strong>al</strong>igie in<br />

tinta, scegliete un s<strong>al</strong>otto di tre pezzi a rate e<br />

ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il<br />

fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica<br />

mattina, scegliete di sedervi sul divano a<br />

spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz<br />

mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare.<br />

Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in<br />

uno squ<strong>al</strong>lido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo<br />

per gli stronzetti viziati ed egoisti che<br />

avete figliato per rimpiazzarvi, scegliete un<br />

futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare<br />

una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la<br />

vita, ho scelto qu<strong>al</strong>cos'<strong>al</strong>tro, le ragioni? Non ci<br />

sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando<br />

ha l'eroina? […]<br />

Magari fossi finito dentro <strong>al</strong> posto di Spud!<br />

Eccomi là, circondato d<strong>al</strong>la mia famiglia e dai<br />

cosiddetti amici. Non mi ero mai sentito così<br />

solo, mai in tutta la vita. La pena era sospesa e<br />

stavo in questo programma: dipendenza sponsorizzata<br />

d<strong>al</strong>lo stato. Tre dosi di metadone dolciastro<br />

<strong>al</strong> giorno invece della roba. Ma non<br />

basta mai. E in questo momento meno che mai.<br />

Le ho prese tutte e tre stamattina e ora mi<br />

aspettano diciotto ore per la prossima dose. Il<br />

sudore sulla schiena è come uno strato di congela.<br />

Devo andare a trovare Madre Superiora.<br />

Per una pera. Una pera cazzo! Per superare questa<br />

lunga giornata dura. […]<br />

Mi sono giustificato con me stesso in tante<br />

maniere diverse, non era niente di che, solo un<br />

piccolo tradimento, o... i nostri rapporti erano<br />

cambiati, sapete cose così... ma ammettiamolo li<br />

avevo bidonati, i miei cosiddetti amici. Di<br />

Begbie non me ne fregava un cazzo, e Sick Boy<br />

avrebbe fatto lo stesso con me se c'avesse pensato<br />

per primo, di Spud beh, d'accordo per Spud<br />

mi dispiaceva, non aveva mai fatto del m<strong>al</strong>e a<br />

nessuno lui.<br />

Allora perché l'ho fatto? Potrei dare un milione<br />

di risposte tutte f<strong>al</strong>se.<br />

La verità è che sono cattivo, ma questo cambierà,<br />

io cambierò, è l'ultima volta che faccio cose<br />

come questa, metto la testa a posto, vado avanti,<br />

rigo dritto, scelgo la vita. Già adesso non vedo<br />

l'ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro,<br />

la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice,<br />

la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico,<br />

buona s<strong>al</strong>ute, colesterolo basso, polizza vita,<br />

mutuo, prima casa, moda casu<strong>al</strong>, v<strong>al</strong>igie, s<strong>al</strong>otto<br />

di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella<br />

pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio,<br />

bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, nat<strong>al</strong>e<br />

in famiglia, pensione privata, esenzione fisc<strong>al</strong>e,<br />

tirando avanti lontano dai guai, in attesa del<br />

giorno in cui morirai.<br />

Da Trainspotting, film del 1996<br />

con Ewan McGregor,<br />

regia di Danny Boyle,<br />

tratto d<strong>al</strong>l'omonimo libro di Irvine Welsh.


Pagina 16 Λογος<br />

Murphologia<br />

L'assioma fondament<strong>al</strong>e della Murphologia,<br />

anche detto legge di Murphy, è<br />

<strong>Se</strong> qu<strong>al</strong>cosa puo' andar m<strong>al</strong>e, lo fara'<br />

Riportiamo di seguito <strong>al</strong>cuni principi, leggi e<br />

teoremi derivanti d<strong>al</strong>l'applicazione della legge<br />

di Murphy <strong>al</strong>l' "UMANOLOGIA"<br />

• Prima legge di socio-genetica<br />

Il celibato non è ereditario.<br />

• Principio di Beifeld<br />

Le probabilita' che un giovane maschio incontri<br />

una giovane femmina attraente e disponibile<br />

aumentano in proporzione geometrica quando<br />

è con:<br />

• 1) la fidanzata,<br />

• 2) la moglie,<br />

• 3) un amico più bello e più ricco.<br />

• Quarta legge di Farber<br />

La necessità procura strani compagni di letto.<br />

• <strong>Se</strong>conda legge di Hartley<br />

Non andate mai a letto con gente più strana di voi.<br />

• Legge di Beckhap<br />

Bellezza moltiplicata per cervello è ugu<strong>al</strong>e a<br />

una costante.<br />

• Legge di Parker<br />

La bellezza è soltanto epidermica, la bruttezza<br />

arriva fino <strong>al</strong>l'osso.<br />

• Postulati di Pardo<br />

• 1. Le cose buone della vita sono illeg<strong>al</strong>i,<br />

immor<strong>al</strong>i o fanno ingrassare.<br />

• 2. Le tre cose veramente fedeli nella vita sono<br />

lo sporco, un cane e una donna vecchia.<br />

• 3. Non è importante essere ricchi: basta vivere<br />

nell'agio e poter <strong>avere</strong> tutto ciò che si vuole.<br />

• Legge del capitano Penny<br />

Si puo' fregare tutti per un certo periodo, o<br />

qu<strong>al</strong>cuno per sempre, ma non si puo' fregare la<br />

mamma.<br />

CRUCIVERBA<br />

ORIZZONTALI<br />

1-Periodici illustrati; 10-Donna dell’Arabia; 11-Tradizion<strong>al</strong>mente in rima con ‘cuor’; 12-Luogo di ritrovo;<br />

13-Gabbia per polli; 14-Arte drammatica; 18-…comuni a topi e coccodrilli; 19-il suffisso del<br />

medico; 20-non del tutto intero; 22-ne cav<strong>al</strong>ca la cresta chi ha successo; 23-non religiosa; 25-…fu,<br />

siccome immobile; 26-scura come pece; 28-l’inaugurazione di una nave; 30-preposizione del moto<br />

a luogo latino; 32-cambiano volgere in voltare; 33-un esplosivo; 35-sempre caro mi fu quest’…<br />

colle; 37-le creature di Matt Groening; 39-la ‘sorgente’ del Tamigi; 40-Gran Turismo; 41-amen (così<br />

…); 42-capigliatura felina; 43-San Francesco lo chiamava Frate;<br />

VERTICALI<br />

1-Cerca….l’acqua; 2-Lo rispetta chi è puntu<strong>al</strong>e; 3-Si toglie per <strong>avere</strong> il peso netto; 4-La metà di otto;<br />

5-Tranquillizzata; 6-Rivestiti di marmo; 7-Un famoso music<strong>al</strong>; 8-La scrisse John Lennon; 9-Decorata;<br />

15-Un tono di voce…dolcissimo; 16-Politicante impegnato; 17-Vasta penisola asiatica; 24-Si sprigiona<br />

d<strong>al</strong> caffè; 27-Il primo live di Bob Geldorf; 29-Fronte di Liberazione P<strong>al</strong>estinese; 31-Mitica madre<br />

di Perseo; 34-In bocca <strong>al</strong> cane; 36-In nessun tempo; 38- Petrolio…in America; 40-Gener<strong>al</strong> Motors;<br />

Irene, Ludovica e collaboratori<br />

• Legge di Katz<br />

Uomini e nazioni agiranno razion<strong>al</strong>mente solo<br />

dopo aver esaurito ogni <strong>al</strong>tra possibilità.<br />

• Legge di Issawi sulla conservazione del m<strong>al</strong>e<br />

L'ammontare tot<strong>al</strong>e del m<strong>al</strong>e in ogni sistema è<br />

costante. Quindi, ogni diminuzione in una direzione<br />

- per esempio una riduzione della povertà<br />

o della disoccupazione da un aumento nell'<strong>al</strong>tra<br />

- per esempio delinquenza o inquinamento.<br />

• Legge di Parker sulle affermazioni politiche<br />

La verità di un'affermazione non ha niente a che<br />

vedere con la sua credibilità, e viceversa.<br />

• Teorema di Andreotti sugli equilibri politici<br />

Il potere logora chi non ce l'ha.<br />

• Assioma di Cole<br />

La somma dell'intelligenza sulla Terra è costante;<br />

la popolazione è in aumento.<br />

• Legge dell'individuo<br />

Nessuno è veramente interessato o capisce<br />

quel che sta facendo chiunque <strong>al</strong>tro.<br />

• Filosofia di Steele<br />

Ognuno deve credere in qu<strong>al</strong>cosa: io credo che<br />

mi berro' un <strong>al</strong>tro bicchierino.<br />

• Motto di Canada Bill Jones<br />

È mor<strong>al</strong>mente sbagliato lasciare che i pollastri si<br />

tengano i loro soldi.<br />

Supplemento<br />

Una colt v<strong>al</strong>e più di un poker d'Assi.<br />

• Motto di Jones<br />

Gli amici vanno e vengono, i nemici si accumulano.<br />

• Codicillo di McClaughry <strong>al</strong> motto di Jones<br />

Per farvi un nemico, fategli un favore.<br />

• Legge di Vique<br />

Un uomo senza religione è come un pesce<br />

senza bicicletta.<br />

• La quinta legge<br />

Vi siete presi troppo sul serio.

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