Se potessi avere 1000 euro al mese - Liceo Classico "G. Leopardi"
Se potessi avere 1000 euro al mese - Liceo Classico "G. Leopardi"
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Molti esclameranno: cos’è? Il sogno di un operaio rumeno<br />
o tunisino che desidera un aumento di stipendio?<br />
E invece no! Non sembra, ma questa è l’ambizione attu<strong>al</strong>e<br />
dei dottorandi it<strong>al</strong>iani, che <strong>al</strong> momento, se sono fortunati,<br />
percepiscono il faraonico compenso di 820 <strong>euro</strong> <strong>al</strong><br />
<strong>mese</strong>; se non lo sono, invece, in moltissimi casi, si vedono<br />
proporre attività a titolo gratuito. Oggi l’ADI (associazione<br />
dottorandi e dottori di ricerca it<strong>al</strong>iani), con una<br />
petizione chiede l’elevazione del limite minimo della<br />
borsa di dottorato fino a raggiungere <strong>al</strong>meno i <strong>1000</strong> <strong>euro</strong><br />
mensili, nonché l’obbligatorietà dell’erogazione della<br />
borsa per tutti i posti di dottorato di ricerca. Biasimiamo<br />
dunque la famigerata “fuga dei cervelli” in atto nel<br />
nostro paese da decenni, ma cosa possiamo in re<strong>al</strong>tà rimproverare<br />
ai nostri giovani se scappano da un paese che,<br />
investendo appena l’un per cento del proprio PIL nella<br />
ricerca (la metà della media <strong>euro</strong>pea), mette a dura prova<br />
la loro attività in un periodo in cui spesso si affrontano<br />
scelte essenzi<strong>al</strong>i e fondament<strong>al</strong>i per la propria vita?<br />
Nel frattempo c’è anche qu<strong>al</strong>cuno che tenta di “chiudere<br />
la bocca a chi si speci<strong>al</strong>izza”, come scrive nel<br />
numero di giugno il direttore della rivista Le Scienze,<br />
Enrico Bellone, riguardo <strong>al</strong>la, permettetemi, <strong>al</strong>quanto<br />
infelice uscita del dottor Alberoni sul Corriere della<br />
<strong>Se</strong>ra del 14 Maggio: il noto sociologo mette infatti in<br />
guardia tutti quanti sul pericolo costituito dagli speci<strong>al</strong>isti;<br />
difatti egli scrive: “il superspeci<strong>al</strong>ista, indispensabile<br />
nel suo settore,diventa pericoloso <strong>al</strong> di<br />
fuori” soprattutto se pretende di “dare pareri autorevoli<br />
su tutto”. <strong>Se</strong> chi si speci<strong>al</strong>izza, dunque, danneggia<br />
lo stato, come può lo stesso sovvenzionarlo? Insomma,<br />
è una causa persa in partenza!<br />
D’<strong>al</strong>tronde deve pur esserci una ragione se in It<strong>al</strong>ia vi<br />
è il rapporto più basso tra ricercatori e popolazione<br />
occupata: secondo i dati riportati nell’Annuario<br />
Scienza e Società 2007, pubblicazione dell’associazione<br />
Observa-Science in Society giunta <strong>al</strong>la sua terza<br />
edizione, in It<strong>al</strong>ia il numero di ricercatori è sceso a 2,9<br />
ogni <strong>1000</strong> abitanti, segnando il record negativo in<br />
Europa (la media del continente è di 5,9): da quest’anno<br />
il nostro paese si piazza dietro a Portog<strong>al</strong>lo,<br />
Grecia, Ungheria e Repubblica Ceca, ed è sempre più<br />
lontano d<strong>al</strong>la Finlandia, che vanta addirittura 17<br />
ricercatori ogni <strong>1000</strong> lavoratori. A dir la verità la<br />
Finlandia ci supera anche di oltre il doppio nel punteggio<br />
appena pubblicato dell’EIS, che an<strong>al</strong>izza i<br />
paesi che più si distinguono per innovazione scientifica<br />
in Europa. Di contro possiamo affermare con un<br />
tocco di orgoglio che i nostri cervelli, anche se pochi,<br />
sono quelli che pubblicano più articoli scientifici,<br />
eccezion fatta per gli Svizzeri: infatti nel quinquennio<br />
2000-2004 ogni scienziato it<strong>al</strong>iano ha firmato mediamente<br />
2,47 studi, contro gli 1,66 degli Svedesi, gli 1,28<br />
dei Francesi e gli 0,98 degli Statunitensi. Questa irre<strong>al</strong>e<br />
prolificità ci fa <strong>al</strong>meno riprendere fiato dopo una<br />
lunga immersione (non me ne voglia Molière per la<br />
Λογος ΛΛογος Λογος Λ ο γ ο ς<br />
Periodico di Informazione & Cultura<br />
a cura degli studenti del <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong> “G. Leopardi” di S. Benedetto del Tronto<br />
citazione), facendoci arrivare ad un onorevole sesto<br />
posto <strong>al</strong>l’interno della graduatoria mondi<strong>al</strong>e per<br />
numero di articoli scientifici pubblicati. Un po’ di sollievo<br />
in una v<strong>al</strong>le di lacrime…<br />
“D<strong>al</strong> punto di vista qu<strong>al</strong>itativo, questo dato dimostra che<br />
il presente della ricerca it<strong>al</strong>iana non è così critico”,<br />
commenta Massimiano Bucchi, professore di sociologia<br />
della scienza <strong>al</strong>l’Università di Trento e curatore<br />
dell’Annuario,“Il vero problema è il futuro”aggiunge<br />
Bucchi: infatti, dato che l’It<strong>al</strong>ia in uno scenario di ricerca<br />
glob<strong>al</strong>e non riesce ormai evidentemente a riemergere<br />
da anni di profondo oblio, molto spesso ci raccontano,<br />
per tenerci a bada, che l’unico vero problema dello scarso<br />
numero di ricercatori in It<strong>al</strong>ia è la famigerata (non so<br />
perché ma questa parola mi piace davvero molto) “fuga<br />
dei cervelli”, verso mete più appetibili d<strong>al</strong> punto di vista<br />
dell’occupazione e dello stipendio. Certo, questo è sicuramente<br />
vero, ma <strong>al</strong>lo stesso tempo non ci raccontano<br />
anche del processo della fuga dei cervelli da <strong>al</strong>tri paesi<br />
occident<strong>al</strong>i, come ad esempio l’Irlanda, d<strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e emigra<br />
ogni anno il 26% dei laureati e dei dottorati, contro<br />
l’8,8% dell’UE e il 7,3% dell’It<strong>al</strong>ia; in Irlanda, però, il<br />
processo della fuga dei cervelli funziona anche <strong>al</strong> contrario:<br />
magia? No, semplice attrattiva che questo paese,<br />
attu<strong>al</strong>mente una delle immagini più belle della ricerca in<br />
Europa, esercita su migliaia e migliaia di giovani menti.<br />
Perché, vi chiederete voi, la stessa cosa non accade<br />
anche in It<strong>al</strong>ia? Poiché, dopo il lungo periodo di oblio<br />
d<strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e riaffioriamo, i nostri enti di ricerca, <strong>al</strong> di là dei<br />
buoni risultati produttivi, non offrono un ambiente confortevole<br />
per i neolaureati che si affacciano per la prima<br />
volta sul mondo del lavoro, con tutti i legittimi sogni e<br />
aspettative che possono accompagnare un ragazzo ventiquattrenne.<br />
Allora qu<strong>al</strong> è, andando a scavare più a<br />
fondo, il vero anello marcio della catena? Qu<strong>al</strong>e il tarlo<br />
che da più tempo scava insidioso <strong>al</strong>l’interno del fragile<br />
legno di b<strong>al</strong>sa della nostra ricerca e del nostro sistema<br />
di sviluppo?<br />
In re<strong>al</strong>tà, il problema veramente serio siamo proprio noi,<br />
studenti della scuola media superiore, i potenzi<strong>al</strong>i ricercatori<br />
di domani, cioè proprio coloro cui si dovrebbe<br />
guardare con maggiore speranza per riuscire ad emergere<br />
da questa situazione di incredibile decadenza. Difatti,<br />
secondo un sondaggio di quest’anno, noi studenti it<strong>al</strong>iani<br />
risultiamo tra i meno preparati in matematica <strong>al</strong><br />
mondo e, pensate, solamente Greci, Turchi e Messicani<br />
ottengono risultati peggiori di noi ai test OCSE-PISA,<br />
mentre sempre minore è il numero di iscrizioni a facoltà<br />
scientifiche <strong>al</strong>l’università. Dunque siamo noi l’anello<br />
debole della catena, quello destinato a portarsi dietro<br />
tutti gli <strong>al</strong>tri in un abisso?<br />
<strong>Se</strong>mbrerebbe proprio di sì, visto che in questo ultimo<br />
<strong>mese</strong> il ministro Fioroni ha proposto una riforma del<br />
nostro sistema scolastico, che ha scatenato immediate<br />
critiche da parte, soprattutto, degli studenti (che già si<br />
sono adoperati su sc<strong>al</strong>a nazion<strong>al</strong>e per lo sciopero del 12<br />
N. 7 - Dicembre 2007<br />
<strong>Se</strong> <strong>potessi</strong> <strong>avere</strong> <strong>1000</strong> <strong>euro</strong> <strong>al</strong> <strong>mese</strong><br />
Prospettive ed aspettative della ricerca it<strong>al</strong>iana<br />
Ottobre), i qu<strong>al</strong>i ritengono che dopo 13 anni di pacchia<br />
“the show must go on”poiché non studiare è bene, ma se<br />
si viene lo stesso promossi, è, francamente, anche<br />
meglio. E così <strong>al</strong> telegiorn<strong>al</strong>e ascolto ragazzi della mia<br />
stessa età recatisi <strong>al</strong>lo sciopero, che difendono la loro<br />
manifestazione con dei commenti in di<strong>al</strong>etto romanesco<br />
di dubbio tessuto argomentativo tipo “ma io ormai me<br />
sono abituato a ‘sto metodo, perché lo devono cambiare?”<br />
oppure “ma questi devono capì che nessuno può<br />
metterci fretta nello studio, noi abbiamo i nostri tempi,<br />
mica vogliamo fissà dei termini…”<br />
Io, lo avrete già capito, appoggio Fioroni e le sue buone<br />
(<strong>al</strong>meno in confronto <strong>al</strong> metodo dei debiti)iniziative, ma,<br />
come direbbe un nostro esimio collega, “il mio cuore è<br />
con lo sciopero, invece il mio cervello con la riforma”;<br />
in effetti devo ammettere che forse è una riforma troppo<br />
severa - magari la bocciatura dovrebbe essere utilizzata<br />
solo nel caso di due e più debiti e non quando l’<strong>al</strong>unno<br />
presenta un debito solo - ma nel momento in cui, per<br />
ridare serietà ad un sistema che produce ogni anno un<br />
numero di debiti straordinario (di noi studenti il 42%<br />
viene promosso con <strong>al</strong>meno uno di essi, e solo un quarto<br />
di questo 42% riesce ad estinguerlo)si utilizza un<br />
metodo così risoluto ma anche efficace non bisogna<br />
subito bocciarlo con delle inutili sovrastrutture (i nostri<br />
vecchi con un metodo più o meno così sono sopravvissuti,<br />
o sbaglio?), ma an<strong>al</strong>izzarlo e commentarlo con ratio<br />
e cognizione di causa!<br />
Poiché sì, ammetto che vi è una relatività del vero e che<br />
ognuno ha le proprie ragioni, ma se possiamo mettere<br />
anche una sola e misera toppa ad un metodo che attu<strong>al</strong>mente<br />
ti permette di passare tutti e cinque gli anni di liceo<br />
classico senza studiare una sola nozione di matematica<br />
(circa il 50% dei debiti concerne l’<strong>al</strong>gebra), cenerentola<br />
del caso, latino e greco, certi problemi te li poni…<br />
Come capirete il sistema dei debiti ha apportato non<br />
pochi problemi <strong>al</strong>la ricerca it<strong>al</strong>iana, e il difenderlo ad<br />
oltranza non potrà che peggiorare la situazione; non<br />
credo che a questo punto si tratti di un problema della<br />
sola ricerca, ma anche un punto di orgoglio della nostra<br />
nazione, dato che a nessuno fa piacere essere deriso per<br />
delle nomee che poi, si sa, ti restano attaccate per tanto,<br />
troppo tempo,legittimate da qu<strong>al</strong>cosa che tu, direttamente,<br />
non hai fatto. E’ giunto il momento che tutti si<br />
diano da fare per risollevare le sorti mor<strong>al</strong>i, scientifiche<br />
e cultur<strong>al</strong>i del nostro paese, che non merita il titolo di<br />
ultimo della classe, cominciando d<strong>al</strong> nostro impegno<br />
quotidiano contro i famigerati compiti in classe: proprio<br />
da questi piccoli sacrifici individu<strong>al</strong>i si costruisce un<br />
avvenire migliore per i nostri figli e per noi stessi!<br />
<strong>Se</strong> nutrite ancora dei dubbi riguardo <strong>al</strong>lo stato di cose<br />
del nostro sistema di ricerca, beh, non so più che dirvi.<br />
Forse, guardando i vostri voti di matematica in pagella,<br />
vi si sp<strong>al</strong>ancheranno magicamente le porte a nuovi stati<br />
di coscienza…<br />
Alessandro Venieri VC
Pagina 2 Λογος<br />
Mettendo subito in chiaro che questo pezzo non<br />
ha <strong>al</strong>cuna pretesa di critica o di giudizio in merito<br />
a questioni che ognuno deve porsi individu<strong>al</strong>mente<br />
e senza dar retta più di tanto <strong>al</strong>le opinioni<br />
<strong>al</strong>trui, vorrei esporre <strong>al</strong>cune mie considerazioni<br />
riguardo in gener<strong>al</strong>e a noi che veniamo chiamati<br />
“giovani”.La televisione,i libri,i giorn<strong>al</strong>i sono pieni<br />
zeppi di esperti che non fanno <strong>al</strong>tro che parlare<br />
di cosa “i giovani” dicono, pensano, mangiano,<br />
comprano e del perché si comportano in questo<br />
modo. La grande notizia di oggi, ragazzi, è che<br />
siamo noi questi giovani di cui parlano tanto<br />
come uno strano fenomeno, e siamo persone. La<br />
maggior parte di ciò che viene detto non è affatto<br />
vero, o <strong>al</strong>meno non lo è prima di essere sban-<br />
Kurt Cobain<br />
dierato davanti <strong>al</strong>le telecamere (le profezie si<br />
avverano soltanto quando chi le ascolta si comporta<br />
di conseguenza, no?). Ma ciò su cui io person<strong>al</strong>mente<br />
vorrei invitarvi a riflettere, sperando<br />
di non generare la “fobia da predicozzo” tanto<br />
comune tra noi ragazzi, è il significato della parola<br />
“ribelle”. Voglio dire, quando cominciamo ad<br />
abbandonare l’infanzia e a sentirci <strong>al</strong>lo stesso<br />
tempo ancora poco considerati d<strong>al</strong> mondo degli<br />
adulti, quasi tutti noi reagiamo a questa condizione<br />
con un rifiuto gener<strong>al</strong>izzato verso le istituzioni<br />
che prima ci erano familiari, la scuola, la<br />
Chiesa, la “società”, la nostra stessa famiglia; poi<br />
subentra – si spera – il ragionamento e molta<br />
della nostra rabbia e della nostra disillusione permangono,<br />
stavolta sostenute però da argomentazioni<br />
sensate (<strong>al</strong>meno secondo il nostro giudizio,<br />
ovviamente). Anche nei casi in cui questo<br />
ragionamento non interviene affatto, si tende<br />
comunque a considerare la nostra età come<br />
quella in cui bisogna “godersi la vita”, e questo è<br />
sicuramente vero, ma il concetto stesso di “godimento”<br />
andrebbe forse approfondito da parte di<br />
ciascuno di noi a seconda delle proprie idee e dei<br />
propri punti di riferimento. Allora una considerevole<br />
parte di adolescenti comincia a vestirsi e a<br />
parlare in un determinato modo, a frequentare<br />
certi posti e compagnie – niente di più natur<strong>al</strong>e e<br />
di più giusto. Il problema, <strong>al</strong>meno secondo me,<br />
Ribelli!?<br />
giunge nel momento in cui questi tipi si mettono<br />
la coscienza a posto nei confronti delle eventu<strong>al</strong>i<br />
domande e perplessità che dovessero presentarsi<br />
<strong>al</strong>la loro mente etichettando se stessi con le<br />
parole magiche “ribelli”, “anticonformisti”, che<br />
sicuramente hanno un effetto es<strong>al</strong>tante su<br />
chiunque di noi. A questo punto mi chiedo, per<br />
essere ribelli non ci si dovrebbe appunto ribellare<br />
a qu<strong>al</strong>cosa? Per essere anticonformisti, non ci<br />
si dovrebbe soffermare a v<strong>al</strong>utare criticamente<br />
quel che ci circonda e, di conseguenza, scegliere<br />
una via perché ciò che non ci piace sia bandito<br />
d<strong>al</strong>la nostra vita? E questi ragazzi e speci<strong>al</strong>mente<br />
ragazzine anche più piccole di chi scrive, che<br />
vanno in giro vestiti da punk con la birra in mano<br />
e Avril Lavigne nelle cuffie, lo fanno davvero?<br />
Vedo ragazzi con zaini, borse e abiti pieni di spille<br />
– ripeto che non ho niente in contrario, e anzi<br />
basta guardare la mia borsa per rendersene<br />
conto: ma sanno <strong>al</strong>meno che cosa c’è scritto?<br />
Quando si firmano con la A cerchiata tanto di<br />
moda di questi tempi, hanno una vaga idea di<br />
cosa sia l’anarchia e di quante persone abbiano<br />
dedicato la loro vita a questa o a un’<strong>al</strong>tra ideologia?<br />
Quando si dichiarano comunisti o fascisti<br />
(perché sono le uniche parole che per la maggior<br />
parte di loro richiamano lontanamente l’attività<br />
politica) sarebbero in grado di dire a cosa si riferiscono?<br />
Il mio non vuole essere un discorso di<br />
parte (da qu<strong>al</strong>unque parte voglia essere letto), e<br />
tantomeno mira a fare di tutt’erba un fascio<br />
dichiarando, come i suddetti esperti televisivi<br />
spesso ricordano, che “i giovani non hanno v<strong>al</strong>ori<br />
bla bla bla…” Non mi interessa questo, anche<br />
perché le mie opinioni person<strong>al</strong>i avrebbero ben<br />
poco diritto di essere esposte in questa sede, con<br />
l’unico possibile scopo di annoiarvi (e comunque,<br />
per inciso, non sono affatto d’accordo con la<br />
teoria che noi apparteniamo a una generazione<br />
di anime perdute e senza mor<strong>al</strong>e). Il mio unico<br />
consiglio è, date un’occhiata <strong>al</strong> significato delle<br />
parole prima di usarle. E soprattutto <strong>al</strong> significato<br />
delle azioni, prima di commetterle. Non fate<br />
qu<strong>al</strong>cosa perché è di moda: credete di essere voi<br />
a decidere cosa faccia tendenza? Non saranno<br />
piuttosto “i soliti ignoti” a radunarsi a tavolino e<br />
stabilire cosa mangeremo, compreremo, indosseremo<br />
e di conseguenza leggeremo, guarderemo,<br />
penseremo per la stagione successiva? Siate<br />
in grado di scegliere per voi stessi e per la vostra<br />
vita, e non permettetevi di criticare le scelte<br />
<strong>al</strong>trui, siano o meno condivisibili secondo il<br />
vostro parere, purché siano scelte coraggiose e<br />
autonome. Mi chiedete, e cos’è <strong>al</strong>lora il vero anticonformismo,dove<br />
sta la vera ribellione? Di certo<br />
non posso essere io a dirvelo. Ma chiedetevi un<br />
attimo, un/a ragazzo/a che non studia, o che si<br />
droga e si ubriaca pesantemente, o che insulta<br />
gratuitamente i genitori o gli insegnanti o anche<br />
gli amici,che sfrutta le persone senza provare per<br />
loro veri sentimenti, a chi dà fastidio? A chi fa<br />
m<strong>al</strong>e, tranne che <strong>al</strong>la sua famiglia (la maggior<br />
parte delle volte solo povera gente che cerca di<br />
fare del suo meglio, anche perché quando davvero<br />
si tratta di genitori impossibili,quanti hanno<br />
il coraggio di ribellarsi?) e soprattutto, più o<br />
meno irrimediabilmente, a se stesso?<br />
Trasgressione: e che cosa si trasgredisce in que-<br />
sto modo? Partendo delle minime cose. <strong>Se</strong> ci<br />
vestiamo di stracci e ci copriamo di teschi perché<br />
ci piace che la gente “rispettabile” ci guardi storto<br />
per la strada, ok. Ma se per queste magliettine<br />
coperte di teschi spendiamo l’equiv<strong>al</strong>ente del<br />
costo di una borsa firmata o di un capo d’<strong>al</strong>tra<br />
moda, stiamo solo facendo il loro gioco ragazzi,<br />
non diamo fastidio a nessuno, siamo piccoli consumatori<br />
come tutti gli <strong>al</strong>tri, solo che crediamo di<br />
essere migliori. <strong>Se</strong> le gonne, le c<strong>al</strong>ze, i pant<strong>al</strong>oni<br />
che indossiamo per apparire ribelli e trasandati<br />
possono essere usati soltanto da ragazzine scheletriche<br />
taglia 42 costantemente a dieta, o da<br />
ragazzi d<strong>al</strong> fisico scolpito,è inutile parlar m<strong>al</strong>e dei<br />
“figli di papà”perché gli assomigliamo spaventosamente.<br />
<strong>Se</strong> ascoltiamo musica poco commerci<strong>al</strong>e,lontana<br />
d<strong>al</strong>le grandi etichette discografiche<br />
e dagli enormi profitti che gener<strong>al</strong>mente attribuiamo<br />
<strong>al</strong> genere pop, ma da cui non sono<br />
immuni neanche i gruppi che, anch’essi, fingono<br />
di essere diversi, ok. Ma se nella nostra lotta contro<br />
la musica commerci<strong>al</strong>e e l’impero delle multinazion<strong>al</strong>i,<br />
ci sorprendiamo <strong>al</strong> tavolino di un certo<br />
Jim Morrison<br />
fast food che ben conosciamo con la s<strong>al</strong>sa dell’hamburger<br />
schizzata sulla maglia firmata, l’Mp3<br />
col gruppetto di turno sparato nelle orecchie, a<br />
leggere sull’ultimo numero di inqu<strong>al</strong>ificabili riviste<br />
per adolescenti gossip sulla vita del nostro<br />
cantante preferito, lo capite che stiamo andando<br />
un po’ fuori strada, o no? I nostri eroi, i nostri<br />
modelli, credono in quello che fanno? E noi, ci<br />
crediamo? O siamo soltanto un <strong>al</strong>tro strumento<br />
per arricchire una decina di industri<strong>al</strong>i in giacca<br />
e cravatta, i cui figli si vestono e si comportano<br />
proprio come noi? E lasciatemi tediarvi con<br />
un’<strong>al</strong>tra osservazione. I meravigliosi anni ‘60 –<br />
’70, ancora oggi punto di riferimento per chiunque<br />
si avvicini <strong>al</strong> rock, <strong>al</strong> punk e a determinati<br />
stili di vita. Beh, ragazzi lasciate che vi dia una<br />
brutta notizia: sono finiti. Al tempo di Sid Vicious<br />
e Jim Morrison ci si ribellava a un ordine soci<strong>al</strong>e<br />
opprimente, a genitori che decidevano la vita<br />
dei figli quando essi erano ancora nella culla, a<br />
scuole e strutture che non lasciavano parlare i<br />
giovani – loro sì che erano giovani, non come la<br />
maggior parte di noi, che siamo già così scontati<br />
e abbattuti da non aspettarci nulla d<strong>al</strong>la vita, e<br />
del resto la vita non si aspetta un granchè da<br />
noi. Oggi non è così: oggi tanti atteggiamenti<br />
che <strong>al</strong>lora erano trasgressivi sono soltanto conformisti.<br />
Questi ribelli del 2000, se sono tanto<br />
<strong>Se</strong>gue a pag. 3
Λογος<br />
Think with the senses, feel with the mind?<br />
Continua da pag. 2<br />
ribelli, mi spiegate perché sono tutti ugu<strong>al</strong>i?<br />
Sono riusciti a sfruttare quel casino meraviglioso,<br />
quella rivoluzione artistica che furono i<br />
decenni sopracitati rendendola un <strong>al</strong>tro modo<br />
di obbedire. Ai soldi, <strong>al</strong> mercato, <strong>al</strong>la società, dite<br />
quel che volete. Ma ciò che rendeva i <strong>Se</strong>x Pistols<br />
più che semplici ubriaconi era la rabbia, ciò che<br />
rese Kurt Cobain una leggenda era l’anima.<br />
Sbaglio? E voi che vi definite anticonformisti ed<br />
eredi di questi bei vecchi tempi, dov’è la vostra<br />
rabbia? Nell’ultimo cd primo in classifica dei<br />
Finley? Dov’è la vostra anima? Nel mercato di<br />
massa di magliette nere e rossetti viola che<br />
costano una barca di soldi? <strong>Se</strong> trovate che questo<br />
comportamento sia coerente con il vostro<br />
essere, e vi renda soddisfatti, continuate pure.<br />
Ma per favore, non macchiate la splendide parole<br />
ribellione, rock, anarchia, della vostra presunzione<br />
ignorante che sa tanto di compromesso e<br />
rassegnazione. I Clash erano pecore nere, ma<br />
ormai metà del gregge si è tinto di grigio sporco:<br />
cercate il vostro colore e seguitelo, e siatene<br />
fieri. La ribellione nasce da dentro, e solo dopo<br />
può diventare fenomeno di massa. Dovete sapere<br />
qu<strong>al</strong>i idee combattete, per qu<strong>al</strong>i parteggiate, e<br />
se vi sentite ignoranti abbiate la sincera umiltà<br />
di chiedere, cercare spiegazioni, informarvi su<br />
quel che vi sta intorno; non crediate di essere<br />
Pagina 3<br />
Mercoledì 21 novembre si è chiusa la 52esima Esposizione Internazion<strong>al</strong>e d'Arte che ha richiamato, quest'anno,<br />
319.332 visitatori nelle sedi espositive dei Giardini e dell'Arsen<strong>al</strong>e, il più <strong>al</strong>to consenso di pubblico<br />
negli ultimi venticinque anni.<br />
L'Importanza della mostra è comprensibile proprio d<strong>al</strong> numero dei visitatori stranieri che sono confluiti<br />
da tutto il mondo per visitare una mostra che pone sullo stesso piano culture provenienti da<br />
paesi molto differenti tra loro.<br />
L'Esposizione è stata curata da Robert Storr, primo direttore statunitense nella storia ultracentenaria<br />
della Bienn<strong>al</strong>e Arte.<br />
“Think with the senses feel with the mind, the art in present tense”...il titolo è già una premessa.<br />
Una premessa a qu<strong>al</strong>cosa di strano a cui non tutti sono abituati. Perché tra videoesposizioni e padiglioni<br />
non è facile ritrovarsi e spesso non è neppure facile adattarsi. Ma l'atmosfera non può che essere<br />
attraente, soprattutto ai giardini dove le opere d'arte sono esposte tra la natura, dove è possibile<br />
sedersi tra i padiglioni delle diverse nazioni, e dove è possibile conoscere tanta gente nuova con cui<br />
sicuramente qu<strong>al</strong>cosa da condividere: la passione o <strong>al</strong>meno la curiosità nei confronti dell'arte.<br />
E' l'arte del presente il motivo che lega ciascun artista che ha avuto la possibilità di presentare le proprie<br />
opere, un'arte forse difficile da capire ma che sperimenta tutto il possibile. Forse l'aspetto che definisce<br />
meglio l'arte contemporanea è la difficoltà di definirla criticamente. Ed è proprio questo il bello,<br />
la necessità di doverci <strong>al</strong>lontanare d<strong>al</strong>la norm<strong>al</strong>e concezione di opera e di artista per entrare in un'<strong>al</strong>tra<br />
dimensione in cui tutto può divenire arte.<br />
Ispirandosi a temi politici, e non solo, gli artisti an<strong>al</strong>izzano l'uso delle teorie, in particolare quelle della<br />
storia dell'arte, nonché il loro rapporto con l'arte contemporanea e l'effetto che su di essa producono,<br />
spingendo il potenzi<strong>al</strong>e comunicativo intrinseco dell'arte a confrontarsi con argomenti molto complessi<br />
che fanno parte della vita di ciascuno di noi.<br />
La mostra ha presentato un centinaio di artisti provenienti da tutto il mondo che hanno esposto le<br />
loro opere migliori. All’Arsen<strong>al</strong>e ha trovato sede permanente d<strong>al</strong> 2006 il nuovo Padiglione It<strong>al</strong>iano, che<br />
ha debuttato nella storia dell'Esposizione d'Arte con una mostra a cura di Ida Gianelli.<br />
I progetti e le opere sono estremamente diversi non soltanto per il gusto artistico e la visione del<br />
mondo che caratterizzano i vari artisti esposti, ma anche per la serie di mezzi e supporti moderni e tradizion<strong>al</strong>i<br />
utilizzati nelle loro esecuzioni.<br />
Sicuramente qu<strong>al</strong>che commento del tipo “ ma che roba è? che schifo...” sarebbe scappato a chiunque<br />
ma questo forse testimonia la scarsa sensibilità artistica che ciascuno di noi ha.<br />
Esperienze di questo genere sarebbero utili a chiunque, a mio parere, per staccarsi da tutto ciò che di razion<strong>al</strong>e<br />
c'è nelle nostre vite e cercare in qu<strong>al</strong>che modo di aprire le nostre menti...ed avvicinarsi a culture molto<br />
lontane d<strong>al</strong>la nostra...non a caso il motto è “pensa con i sensi, senti con la mente”.<br />
Osservando le forme, i colori, vengono idee, e tutto è luogo di di ispirazione, la mostra è una<br />
sequenza illimitata di composizioni che lasciano spazio a interpretazioni diverse e person<strong>al</strong>i.<br />
In questo caso non servono le parole, sono le immagini a parlare.<br />
Giorgia III C<br />
tanto indietro rispetto a quelli che sventolano<br />
con facilità enormi bandiere di cui non sarebbero<br />
mai capaci di sopportare il peso, ne sanno<br />
meno di voi, nella maggior parte dei casi.<br />
Cercate le persone <strong>al</strong> di là del pop o rock, fascista<br />
o comunista, fiocchetti o teschi, e solo <strong>al</strong>lora<br />
potrete farvi un’idea di chi vi circonda e di cosa<br />
volete diventare. Avete la piena libertà di essere<br />
quel che decidete di essere, ed è un privilegio<br />
che non va buttato via per la paura di non ritrovarsi<br />
in un gruppo, per una musica che in re<strong>al</strong>tà<br />
non vi piace, per una birra che in re<strong>al</strong>tà vi stomaca<br />
( o <strong>al</strong> contrario, per l’obbligo di non <strong>al</strong>zare mai<br />
la testa, di tornare a casa prima che faccia buio,<br />
di andare a Messa la domenica, se credete che<br />
questo non faccia per voi. La ragione per cui<br />
parlo soprattutto dell’<strong>al</strong>tro tipo di questioni è<br />
che in genere sono loro a definirsi “ribelli”).“Voi<br />
stessi” sarà sempre meglio di qu<strong>al</strong>siasi <strong>al</strong>tra<br />
maschera cerchiate di indossare: perché prima o<br />
poi vi stancherete, e perché anche gli <strong>al</strong>tri se ne<br />
accorgeranno. Sarebbe bello se fossimo tenuti<br />
assieme da amicizia, curiosità di conoscersi,<br />
rispetto e fiducia l’uno per l’<strong>al</strong>tro piuttosto che<br />
paura di restare soli e f<strong>al</strong>sità, anche se poi tutto<br />
questo è mascherato da belle parole. La generazione<br />
di Jim Morrison voleva fregarsene di<br />
tutto quel che gli era imposto, che toglieva ai<br />
ragazzi la libertà di essere e fare ciò che voleva-<br />
no essere e fare. Oggi questa libertà va guadagnata<br />
in un <strong>al</strong>tro modo, perché ormai il metodo<br />
“sesso,droga e rock’n’roll”è t<strong>al</strong>mente strument<strong>al</strong>izzato<br />
e commerci<strong>al</strong>izzato da essere vuoto, va<br />
guadagnata attraverso il coraggio di trovare e<br />
difendere la propria strada. Il mondo attorno a<br />
noi sta andando <strong>al</strong>legramente a rotoli. <strong>Se</strong> tutti ce<br />
ne rendessimo conto, se capissimo quanto sono<br />
poche e meschine le persone che hanno motivo<br />
di incoraggiare questa disfatta univers<strong>al</strong>e, se<br />
sentissimo dentro di noi la nostra voce che ci<br />
chiama e ci intima di agire, <strong>al</strong>lora una nuova e<br />
vera rivoluzione sarebbe davvero <strong>al</strong>le porte,<br />
tutto per merito nostro, e molti di quelli che credevate<br />
simili a voi dimostrerebbero il contrario,<br />
e viceversa. La ribellione non va mai confusa con<br />
la massificazione, è questo che sto cercando di<br />
dirvi. E niente di quello che fa parte del vostro<br />
essere dev’essere ragione di vergogna o di<br />
paura. In fondo, Jim Morrison era più di un drogato<br />
ubriacone perché era un poeta: tornate a<br />
scrivere poesie. Quella sì, è ribellione sempre<br />
attu<strong>al</strong>e e sempre significativa, perché non è <strong>al</strong>tro<br />
che espressione di qu<strong>al</strong>cosa che dentro di voi<br />
esiste già e chiede di essere esternata, in musica,<br />
in parole, in disegni, in quel che preferite; la<br />
vostra poesia vi sta chiamando, sepolta sotto<br />
strati di vestiti costosi e auto-mortificazione.<br />
Aquila
Pagina 4 Λογος<br />
Bordertown<br />
A volte guardando un film si possono capire<br />
tante cose…ad esempio che esistono re<strong>al</strong>tà<br />
diverse d<strong>al</strong>la nostra, la qu<strong>al</strong>e tutto sommato<br />
non è poi così dura. Il film che mi ha fatto riflettere<br />
è “Bordertown”, con Jennifer Lopez e<br />
Antonio Banderas. E’ ambientato a Juarez, una<br />
città situata esattamente sul confine tra<br />
Messico e Stati Uniti e tratta la storia di una<br />
ragazza che viene violentata e abbandonata in<br />
una zona desolata, perché creduta morta. In<br />
re<strong>al</strong>tà è viva, ed è l’unica persona a possedere la<br />
verità su ciò che accade <strong>al</strong>le donne di questa<br />
misteriosa città. A Juarez si trovano, infatti, le<br />
“maquiladoras”, stabilimenti industri<strong>al</strong>i posseduti<br />
o controllati da soggetti stranieri, che si<br />
occupano della produzione di televisioni, computer,<br />
ed elettrodomestici di questo tipo.<br />
Purtroppo, però, vengono assunte solo donne,<br />
in quanto sono le uniche a non lamentarsi dei<br />
lunghi e faticosi turni di lavoro e dei s<strong>al</strong>ari bassissimi.<br />
E per di più, sulla via per la fabbrica o<br />
d<strong>al</strong>la fabbrica a casa, esse vengono prese, violentate<br />
e uccise. Per spostarsi, infatti, vengono<br />
messi a loro disposizione dei mezzi pubblici, e<br />
molto spesso gli autisti, con la scusa di dover<br />
fare benzina, trascinano l’ultima lavoratrice<br />
rimasta sul pullman in una specie di landa isolata,<br />
dove, con l’aiuto di <strong>al</strong>tri, abusa di lei e poi brut<strong>al</strong>mente<br />
la uccide. E la polizia?La risposta è in<br />
una parola: corruzione. La ragazza che riesce a<br />
sopravvivere viene ricercata d<strong>al</strong>le forze pubbliche,<br />
perché conosce l’identità di <strong>al</strong>cuni uomini<br />
che commettono questi atti immondi e quindi<br />
deve morire. Purtroppo questa non è solo la<br />
trama di un film: è re<strong>al</strong>tà. Le donne impiegate in<br />
queste multinazion<strong>al</strong>i davvero vengono stuprate<br />
e abbandonate in zone sperdute, dove<br />
comunque non rimarranno sole, poiché tanti<br />
corpi sono ammucchiati l’uno sopra <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro e<br />
tutti con dei segni comuni: morsi sul seno,<br />
ecchimosi sul collo, ferite dappertutto. Si c<strong>al</strong>cola<br />
che d<strong>al</strong> 1993 ne siano state assassinate più di<br />
400, il che può lasciare indifferente qu<strong>al</strong>cuno,<br />
ma stupire qu<strong>al</strong>cun <strong>al</strong>tro, come ad esempio<br />
Jennifer Lopez, che per questo film è stata pre-<br />
miata da Ammesty Internation<strong>al</strong>. L’attrice riveste<br />
il ruolo di Lauren, una giorn<strong>al</strong>ista che da<br />
Chicago viene mandata a Ciudad Juarez per<br />
fare luce sugli strani avvenimenti che coinvolgono<br />
le ragazze tra i 16 e i 22 anni, e durante le<br />
indagini conosce Eva, cioè la sopravvissuta<br />
<strong>al</strong>l’aggressione già menzionata. Lauren farà di<br />
tutto per scoprire la verità, interrogando ripetutamente<br />
anche la ragazza, la qu<strong>al</strong>e le confessa la<br />
sua tragica storia che la vede senza denaro e<br />
costretta a lavorare in quelle condizioni disumane,<br />
senza speranza per il futuro e con il<br />
rischio di rimanere uccisa crudelmente, tra l’<strong>al</strong>tro<br />
rischio già corso e scampato, sebbene con<br />
tragiche conseguenze. La situazione, però, non<br />
cambia e non sembra essere in procinto di farlo:<br />
la polizia copre questi delitti e cerca in tutti i<br />
modi di soffocare le voci di chi prova ad emergere<br />
per parlare, per liberare le donne di Juarez<br />
da questa schiavitù. Mettersi contro questi<br />
potenti crimin<strong>al</strong>i, infatti, significherebbe anche<br />
La Teca de’ Dischi<br />
Ovvero il tempio dell’uomo brillante<br />
La società è un obbligo per i rampolli del nuovo<br />
bel mondo fumoso.Tirarsene fuori significa essere<br />
inetti; anche il più abile, infatti, senza l'audacia<br />
è un'ombra e un anonimo. L'uomo brillante brilla<br />
nelle arti, nelle dimostrazioni di forza e più che<br />
mai negli appuntamenti mondani.<br />
E' per questo che un'occasione qu<strong>al</strong>e la Teca de'<br />
Dischi costituisce, per così dire, un obbligo soci<strong>al</strong>e<br />
del giovane <strong>al</strong>la rib<strong>al</strong>ta. Pure,<br />
oggi molti se ne tengono <strong>al</strong>la<br />
larga, credendo sia un intrattenimento<br />
di cattivo gusto. In<br />
re<strong>al</strong>tà, questi ultimi sono assai<br />
meno sinceri di quanto si<br />
creda: legati a un idolo music<strong>al</strong>e<br />
qu<strong>al</strong>e la Roccia, il Bluso o il<br />
Met<strong>al</strong>lo, sono come impigliati<br />
nelle loro catene e costretti a<br />
imitare in tutto l'immagine in<br />
cui hanno scelto di annegare,<br />
di modo che si costringono da<br />
soli ad evitare la Teca, poichè<br />
estranea <strong>al</strong> loro modello di vita.<br />
Si comprende, quindi, come<br />
questi fieri oppositori abbiano<br />
poco di nobile ed intellettu<strong>al</strong>e,<br />
e siano sicuramente più squ<strong>al</strong>lidi<br />
di coloro che accettano l'irrinunciabile invito<br />
del secolo.<br />
Ma, come succede assai sovente, degna della propria<br />
presenza non solo colui <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e l’invito è<br />
rivolto. E non potrebbe essere <strong>al</strong>trimenti, perché<br />
la liber<strong>al</strong>ità dei grandi appuntamenti impone la<br />
convenienza di mai chiudere i cancelli.<br />
Toccherebbe <strong>al</strong>la discrezione del singolo comprendere<br />
l’opportunità o meno di aggregarsi, né<br />
<strong>al</strong>la portata di tutti è la capacità di tirarsi fuori<br />
quando ne è il caso. Meglio, però: la selezione<br />
natur<strong>al</strong>e avviene solo là dove possano trovarsi,<br />
dichiarare guerra aperta <strong>al</strong>le autorità di Messico<br />
e Stati Uniti, vincolati d<strong>al</strong>l’accordo NAFTA, per il<br />
libero scambio di merci tra i due Stati, che non<br />
vogliono, quindi, cattiva pubblicità. Un film che<br />
si ispira a fatti autentici e veri, che ritrae la drammatica<br />
re<strong>al</strong>tà di un Paese a noi così lontano, che<br />
deve far pensare, deve far muovere qu<strong>al</strong>cuno<br />
perché la situazione non può andare avanti<br />
così…il tragico fin<strong>al</strong>e della pellicola non è solo<br />
un’invenzione cinematografica per attirare<br />
pubblico, è la copia di ciò che re<strong>al</strong>mente accade:<br />
processi repressi nell’ombra perché troppo<br />
pericolosi per la reputazione di qu<strong>al</strong>che politico<br />
corrotto e infame. Tutto questo mi provoca una<br />
grande rabbia, una rabbia che nasce d<strong>al</strong>la<br />
voglia di fare qu<strong>al</strong>cosa, di non chiudere gli occhi<br />
e otturare le orecchie per non vedere e non sentire,<br />
d<strong>al</strong>la voglia di sentirmi parte di un mondo<br />
che si chiama “donna”, un mondo di cui spesso si<br />
abusa e, purtroppo, si tace.<br />
La ragazza del Piper IC<br />
magari accanto, un peggiore e un migliore.<br />
D’<strong>al</strong>tro canto, perderebbe ogni stimolo l’uomo<br />
che vedesse scomparsa, tutto a un tratto, la vecchia<br />
cara media dei mediocri di cui ergersi a capo.<br />
In questo modo, un’onorata s<strong>al</strong>a qu<strong>al</strong>siasi si<br />
popola di individui tanto diversi da far pensare<br />
che si tratti di un piccolo cosmo ricreato e isolato<br />
nel laboratorio di qu<strong>al</strong>che filantropico scienziato.<br />
Fanno la loro comparsa figure<br />
sempre interessanti, per quanto<br />
sub<strong>al</strong>terne. Il medio, per<br />
esempio, è il soggetto che non<br />
ha un predicato, tanto la sua<br />
condizione non si <strong>al</strong>lontana da<br />
quanto detto nel suo nome.<br />
Che aggettivo dareste a un<br />
Tizio che non si distingue nemmeno,<br />
tanto è ugu<strong>al</strong>e ai Caio e<br />
ai <strong>Se</strong>mpronio, tutti dotati di<br />
virtù e vizio nella norma?<br />
Meglio il ridicolo o il grottesco<br />
che, se non <strong>al</strong>tro, fanno a meno<br />
delle virtù per eccellere nel<br />
vizio. Ma tutti insieme non v<strong>al</strong>gono<br />
un baffo dell’uomo brillante.<br />
Eccolo, lo si riconosce:<br />
seduto o in piedi, <strong>al</strong> banco<br />
delle vivande come in pista, è illuminato da un<br />
contegno che lo separa dagli <strong>al</strong>tri e li lascia nella<br />
loro penombra. Si muove e attrae sguardi. Parla e<br />
suscita ammirazione. In tanti vorrebbero sentirlo<br />
o, magari, stargli vicino, ma hanno paura perché<br />
pare loro lontanissimo, come <strong>al</strong> nasoinsù la luna,<br />
e dimenticano che è un uomo.<br />
Egli vede, sente tutto questo e ne trae la prontezza<br />
per cimentarsi, in fine, in un gesto di audacia;<br />
il rispetto o l’acclamazione fanno della Teca il suo<br />
in<strong>al</strong>ienabile tempio.<br />
Francesco Barbaro - Isernia
Λογος<br />
Agorà dei giovani 2007: semplicemente sconvolgente!<br />
È difficile mettere su carta le forti emozioni che<br />
ho avuto l’occasione di condividere con <strong>al</strong>tri<br />
500.000 ragazzi che con me hanno partecipato<br />
<strong>al</strong>l’Agorà dei giovani 2007, evento questo voluto<br />
person<strong>al</strong>mente d<strong>al</strong> nostro Papa Benedetto XVI.<br />
La manifestazione si è svolta in due momenti<br />
fondament<strong>al</strong>i; l’incontro vero e proprio dell’1 e il<br />
2 settembre è stato infatti preceduto da tre giorni<br />
di accoglienza durante i qu<strong>al</strong>i le diocesi di<br />
Marche, Umbria e Abruzzo hanno accolto giovani<br />
provenienti da tutta It<strong>al</strong>ia. Nella nostra parrocchia<br />
di Mont<strong>al</strong>to Marche, abbiamo ospitato la<br />
diocesi di P<strong>al</strong>estrina(una cittadina vicino Roma),<br />
sono state giornate intense, insieme a questi<br />
ragazzi abbiamo condiviso momenti di gioia<br />
vera, senza mai riposare, tanta era la voglia di<br />
vivere <strong>al</strong> cento per cento il nostro tempo.<br />
Abbiamo avuto la fortuna di conoscere persone<br />
eccezion<strong>al</strong>i, tra cui Anna, una ragazza che ha<br />
voluto condividere con noi la sua esperienza di<br />
vita: è una bella ragazza che però <strong>al</strong>cuni anni fa si<br />
guadagnava da vivere lavorando nei loc<strong>al</strong>i notturni<br />
come cubista. Sua madre, molto preoccupata,<br />
pregava incessantemente per lei. Un giorno<br />
Anna sentì il bisogno di entrare in Chiesa. Da<br />
quel momento decise di abbandonare il suo<br />
lavoro e pian piano donare tutta se stessa a Gesù<br />
che l’ha chiamata a seguire la sua strada. Ora<br />
Anna è una suora davvero fuori d<strong>al</strong> norm<strong>al</strong>e:<br />
s<strong>al</strong>ta e b<strong>al</strong>la dappertutto e non perde un<br />
momento per reg<strong>al</strong>are la sua gioia che è davvero<br />
contagiosa! Insieme a lei e agli <strong>al</strong>tri ragazzi i<br />
giorni sono passati così in fretta da non accorgerci<br />
che il grande evento stava per cominciare.<br />
Ci siamo ritrovati, la mattina del 1 settembre, con<br />
gli zaini in sp<strong>al</strong>la in marcia verso la piana di<br />
Montorso. Verso mezzogiorno si apriva ai nostri<br />
occhi una scena memorabile: sarebbe bastato il<br />
brivido che si provava nel guardare quella infinità<br />
di ragazzi che arrivavano da ogni parte e che<br />
coloravano sempre di più quella immensa spianata<br />
per rendere quell’esperienza indimenticabile;<br />
ma cosa facevamo tutti lì? Perché avevamo<br />
sopportato tanta strada e tanta fatica? Quando<br />
nel pomeriggio è arrivato Benedetto XVI l’aria si<br />
è riempita di grida di gioia; è incredibile pensare<br />
che un solo piccolo uomo possa trasportare i<br />
cuori di tanta gente, non riesco ancora a dimenticare<br />
il suo sguardo capace di trasmettere<br />
un’immediata sensazione di pace e gioia che ti<br />
entra dentro e non ti lascia indifferente. La sera,<br />
dopo cena, è iniziato il concerto: un momento di<br />
festa e di riflessione insieme, che ha <strong>al</strong>ternato<br />
momenti music<strong>al</strong>i (animati da vari artisti it<strong>al</strong>iani<br />
invitati per l’occasione), a commoventi testimonianze<br />
di ragazzi che hanno fatto esperienza del-<br />
l’amore di Dio e che grazie a lui sono riusciti ad<br />
affrontare le difficoltà della vita! Tra di essi anche<br />
Padre Bossi, un missionario che dopo quaranta<br />
giorni di prigionia in Africa ha voluto raccontarci<br />
come Dio gli ha dato la forza di resistere a quella<br />
disperata situazione. Quella sera eravamo tutti lì,<br />
chi seduto, chi appoggiato <strong>al</strong> compagno, chi<br />
disteso o già addormentato nel sacco a pelo, in<br />
quella piana che era ormai diventata come un<br />
rifugio accogliente, coperti da un tetto di stelle e<br />
consapevoli che quei momenti si sarebbero<br />
stampati nelle nostre anime come ricordi indimenticabili.<br />
Durante la notte chi voleva poteva<br />
recarsi <strong>al</strong>le “fontane di luce”: 8 settori inst<strong>al</strong>lati<br />
nel centro della piana dedicati ai diversi bisogni<br />
di noi giovani, dove si potevano vivere momenti<br />
di di<strong>al</strong>ogo, di preghiera o di semplice silenzio.<br />
Questi sono luoghi nei qu<strong>al</strong>i si sperimenta davvero<br />
che non siamo soli e che Qu<strong>al</strong>cuno ci ama<br />
veramente. La mattina seguente, prima di ripartire,<br />
il Papa ha celebrato la S. Messa e ci ha s<strong>al</strong>utato<br />
rinnovando il suo invito a partecipare <strong>al</strong>la<br />
Giornata Mondi<strong>al</strong>e dei giovani a Sydney che si<br />
terrà la prossima estate. Così la nostra avventura<br />
è finita, eravamo tutti molto stanchi <strong>al</strong> momento<br />
della partenza, ma pieni di gioia e pronti a rico-<br />
Pagina 5<br />
minciare con il piede giusto. Questa esperienza<br />
ci ha sconvolti, ha rimesso in discussione la<br />
nostra vita svegliandoci d<strong>al</strong>la solita routine che<br />
rende ogni giorno sempre più noioso. Abbiamo<br />
capito che vivere vuol dire mettersi in gioco, non<br />
aver paura di andare contro corrente e affrontare<br />
con grinta e gioia ogni attimo. Spesso la nostra<br />
società ci impone modelli di vita e v<strong>al</strong>ori da<br />
seguire che ci omologano e ci rendono incapaci<br />
di essere noi stessi e di comprendere ciò che è<br />
giusto o sbagliato, questo rende la nostra esistenza<br />
vuota e priva di significato. D<strong>al</strong> basso dei<br />
miei 17 anni ho capito da ciò che vedo e che ho<br />
provato sulla mia pelle che certe esperienze proposte<br />
d<strong>al</strong>la nostra società lasciano sempre una<br />
sensazione di strana insoddisfazione e col passare<br />
del tempo portano inesorabilmente <strong>al</strong>la noia;<br />
bisogna invece cercare con forza tutto ciò che<br />
dà senso <strong>al</strong>la nostra esistenza, tutto ciò che ci<br />
v<strong>al</strong>orizza come persone vere, che contano per<br />
ciò che sono e non per ciò che appaiono, senza<br />
mai dimenticare che Dio ci ama e ci ha creati<br />
ognuno diverso d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro, capaci di dare qu<strong>al</strong>cosa<br />
di unico e prezioso. È infatti nel donarsi gratuitamente<br />
agli <strong>al</strong>tri che sta la vera felicità.<br />
Pierluigi II - Mont<strong>al</strong>to Marche<br />
Possessed by sunglasses<br />
Chiunque, entrando nel liceo classico,<br />
si domanda quante cose incontrerà.<br />
Professori, materie diverse, compagni<br />
di banco ed amici… un mondo ignoto.<br />
E nessuno, probabilmente, si sarebbe<br />
immaginato di trovare "L'universo<br />
degli occhi<strong>al</strong>i da sole". Eh sì! A quanto<br />
pare, invece di seguire i nostri "antenati"<br />
sul detto “Occhi, specchio dell'anima”,<br />
la nuova generazione ha<br />
subito un nitido mutamento. Gli<br />
occhi<strong>al</strong>i sono tutto:carattere,person<strong>al</strong>ità,<br />
carisma e sex-appe<strong>al</strong>. Insomma, se<br />
i tuoi occhi<strong>al</strong>i non sono <strong>al</strong> top del<br />
momento sei “out”d<strong>al</strong>la società adolescenzi<strong>al</strong>e.E<br />
vi si aggiungono, per completare<br />
l'opera, una bella sfilza di accessori delle marche più invidiate. Bracci<strong>al</strong>etti, collane <strong>al</strong>iene e orecchini<br />
stramp<strong>al</strong>ati non devono mancare assolutamente nel nostro guardaroba. Questo per le ragazze, s'intende;<br />
ma nemmeno i maschi sfuggono <strong>al</strong>l'ossessione della moda: maglie firmate, jeans bassi (tanto che<br />
fanno prima a non metterseli affatto!), e insostituibili… un bel paio di occhi<strong>al</strong>i a specchio, che hanno conquistato<br />
ormai d<strong>al</strong>l'inizio dell'estate tutti i giovani di adesso. E ci si domanda: come mai tutto ciò? È paura<br />
di mostrarsi? O semplicemente per evidenziare la propria fantasia? Non si sa. Ma da un punto di vista<br />
potrebbe re<strong>al</strong>izzarsi come una sfrenata voglia di esprimersi. Colori, tagli e forme rispecchiano il nostro<br />
boom interiore: Fanno proprio bene i candidati della nostra "dolce scuola" a occuparsi della progettazione<br />
di attività creative, qu<strong>al</strong>i cinema e disegno. Forse, in questo modo, i ragazzi potranno dare tutto di loro<br />
stessi, senza complicazioni su come vestirsi la mattina. Ma speriamo soprattutto che le loro suggestive<br />
ambizioni vengano poi, in qu<strong>al</strong>che modo concretizzate. E non siano semplici parole gettate <strong>al</strong> vento.<br />
Un commento negativo su questa ossessione occhi<strong>al</strong>i è il fattore insicurezza in se stessi. Gli occhi<strong>al</strong>i<br />
sono una barriera protettiva di chi non è convinto delle proprie qu<strong>al</strong>ità. Credendo di apparire più "fighi"<br />
segue un'immagine di fiducia.Ma in re<strong>al</strong>tà con o senza di essi, le persone rimangono ugu<strong>al</strong>i, a parte la tendenza<br />
a traviare scuse accettabili per essere cafoni e stizzosi. Per le ragazze inoltre, a parte quella bella<br />
maschera di trucco, è un modo facile e veloce per sentirsi più grandi ed apprezzate. Ma sinceramente<br />
credo che appaiono solo più ragazzine ed immature.<br />
P.S. Ai portatori di "sunglasses", una semplice domanda: ma ci vedete la mattina con quelli addosso? È<br />
tutto buio! Vi auguro solo di non imbattervi in qu<strong>al</strong>che p<strong>al</strong>o… Sarebbe un peccato vedere un bernoccolo<br />
su quel viso da star di Hollywood!<br />
Minette
Pagina 6 Λογος<br />
I Queen: un importante tassello nel mondo del rock<br />
Il 24 novembre del 1991<br />
Freddie Mercury, cantante<br />
dei Queen, morì di<br />
AIDS lasciando un grande<br />
vuoto nel mondo<br />
della musica e nei cuori<br />
dei fans ai qu<strong>al</strong>i ha dato il<br />
suo ultimo s<strong>al</strong>uto <strong>al</strong>la<br />
fine del video di “These<br />
are the day of our lives”.<br />
Proprio con la sua morte,<br />
terminò la grandissima<br />
carriera di questo gruppo<br />
formato d<strong>al</strong> chitarrista<br />
Brian May, d<strong>al</strong> batterista<br />
Roger Meddows-<br />
Taylor, d<strong>al</strong> bassista John<br />
Deacon e d<strong>al</strong> cantante<br />
stesso. Esordirono nel<br />
luglio del 1973 con il 33<br />
giri Queen: un ibrido tra<br />
le asprezze hard rock dei<br />
Led Zeppelin e dei Deep<br />
Purple e i caratteri glam di David Bowie. L’<strong>al</strong>bum<br />
the Queen II, in cui l’hard rock melodico viene<br />
caratterizzato d<strong>al</strong>la straordinaria voce di Freddie<br />
Mercury porta notevoli riconoscimenti <strong>al</strong> gruppo.<br />
Ad esempio, ad imporre la sua attenzione su<br />
tutte le classifiche è il singolo “Killer queen”: un<br />
art-rock di notevole impatto, fatto di armonie<br />
beatlesiane, di uno stile che oramai si può definire<br />
queeniano e di una grande dose di ironia<br />
quasi cabarettistica. Subito dopo esce il costosissimo<br />
“A night at the Opera”,disco che riesce a fondere<br />
magicamente generi music<strong>al</strong>i diversi da<br />
quelli più popolari, <strong>al</strong>l’opera, il music h<strong>al</strong>l, il music<strong>al</strong><br />
di Broadway, l’hard rock di Who e dei Led<br />
Zeppelin in un unico stile. Ad aprire il disco sono<br />
le note di “ Death on two legs” in perfetto stile<br />
hard-heavy, mentre è presente l’hard- rock classico<br />
duro e viscer<strong>al</strong>e in “Sweet lady”, fatta di violenti<br />
“stop e go” della chitarra che scuotono l’atmosfera<br />
raffinata e teatr<strong>al</strong>e del disco. Anche<br />
Deacon si cimentò nella scrittura di <strong>al</strong>cuni pezzi<br />
come “You are my best friend”, b<strong>al</strong>lata-pop, music<strong>al</strong>mente<br />
scontata. La sua, nonostante sia una<br />
melodia semplice, possiede una seconda chiave<br />
di lettura: la parodia della song romantica <strong>al</strong> pianoforte.<br />
A impreziosire il disco è la celeberrima<br />
“Bohemian Rapsody”: brano operistico, controverso,<br />
con un testo oscuro e di difficile comprensione,<br />
quindi il suo incredibile successo segna un<br />
punto di svolta nella storia della musica rock. I<br />
primi secondi della canzone sono dedicati <strong>al</strong>le<br />
sole voci, che si aprono lasciando spazio a quella<br />
di Freddie accompagnata da una deliziosa melodia<br />
pianistica fin<strong>al</strong>izzata a completare un emozionante<br />
assolo chitarristico. Poi i toni si fanno<br />
più teatr<strong>al</strong>i, ironici fino ad esplodere in un graffiante<br />
hard rock prima di spegnersi in una nota di<br />
dolcezza ancora a base di piano. Altra canzone<br />
dinamica e travolgente è senza dubbio “I’m in<br />
love with my car”, sicuramente la migliore composizione<br />
di Taylor, che carica l'ascoltatore con<br />
un tessuto magnetico di chitarre elettriche. “A<br />
night at the Opera” si conclude con una trasposizione<br />
per chitarra elettrica dell'inno nazion<strong>al</strong>e<br />
britannico. Tanto fedele quanto ironicamente<br />
"corretta", "God Save The<br />
Queen" è un ultimo sberleffo<br />
rivolto a Sua Maestà<br />
la Regina d'Inghilterra e a<br />
"Sua Maestà il Re della<br />
chitarra" Jimi Hendrix,<br />
che a Woodstock aveva<br />
eseguito una versione<br />
scatenata (e a sua volta<br />
polemica) dell'inno<br />
nazion<strong>al</strong>e americano. Il<br />
successo dei Queen avanza<br />
sempre più; nel dicembre<br />
del 1976 esce “A day<br />
at the races” e il riscontro<br />
delle vendite è notevole.<br />
Infatti lanciarono un elaborato<br />
45 giri di<br />
“Somebody to love” che<br />
rappresenta <strong>al</strong> meglio lo<br />
stile dei Queen: armonie<br />
Freddie Mercury<br />
voc<strong>al</strong>i, ariose melodie,<br />
complessi cori, e assoli di<br />
chitarra elettrica. Non a caso “Somebody to<br />
love”sarà un discreto hit raggiungendo la posizione<br />
n°2 delle charts inglesi.Tra il ‘76 e il ‘77 nel panorama<br />
rock mondi<strong>al</strong>e si sta abbattendo il punk. Le<br />
band del passato si sentono spiazzate osservando<br />
giovani che re<strong>al</strong>izzano canzoni pur avendo modeste<br />
competenze nel campo music<strong>al</strong>e: Led<br />
Zeppelin, Genesis e Queen vengono considerati il<br />
passato da cancellare per la loro poca immediatezza.<br />
Così, come reazione a questa situazione, i<br />
Queen elaborano un nuovo disco<br />
“News of the World”.Avrà un notevole<br />
successo per la presenza<br />
delle due tra le più celebri canzoni<br />
del gruppo “ We will rock you”e<br />
“We are the champions”. La prima<br />
è un’incredibile scarica di adren<strong>al</strong>ina<br />
condensata in due minuti<br />
con il classico battito e frastuono<br />
ottenuto con le mani; la seconda<br />
è un inno come solo Freddie sa<br />
comporre e con la sua indubbia<br />
semplicità ti penetra nell'animo<br />
per non lasciarti mai più.<br />
Negli anni successivi escono i<br />
dischi “Jazz”, “Live Killers” e “The<br />
game” con i qu<strong>al</strong>i si chiude il<br />
primo periodo della carriera del<br />
gruppo. Invece nel settembre del 1979 esce solo<br />
il singolo “Crazy little thing c<strong>al</strong>led love”che incredibilmente<br />
rivela certe sonorità anni '50,una canzone<br />
più di Presley che dei Queen, che stenta ad<br />
es<strong>al</strong>tare vista la sua indubbia ripetitività. Ciò<br />
nonostante sarà un successo mondi<strong>al</strong>e e, natur<strong>al</strong>mente,<br />
il loro primo n°1 negli States, sarà da<br />
stimolo per la band a continuare la via del rinnovamento.<br />
Gli anni '80 si aprono con la colonna<br />
sonora del film Flash Gordon di Mike Hodges e<br />
l'ottima <strong>al</strong>zata di tiro del 45 giri "Under Pressure"<br />
inciso con David Bowie, per poi proseguire con<br />
un deciso cambio di direzione verso scontate<br />
sonorità dance: Hot Space sarà una vera delusione<br />
per tutti i fans storici del gruppo. Negli anni<br />
successivi usciranno anche i dischi “The Works”,il<br />
celebrativo “Live Magic”, “A Kind Of Magic” che<br />
sforneranno singoli a ripetizione di scarso v<strong>al</strong>ore<br />
("Body Language", "Radio Ga Ga", "I Want To<br />
Break Free", "A Kind Of Magic", "Who Wants To<br />
Live Forever") che rendono superata e patetica<br />
l'attività della formazione, sempre più attenta a<br />
creare effetti speci<strong>al</strong>i e show atletici più che arte<br />
music<strong>al</strong>e di un qu<strong>al</strong>che spessore. La musica non<br />
cambia con The Miracle, che lancia un <strong>al</strong>tro pomposo<br />
singolo ("I Want It All") e con i due successivi<br />
Greatest Hits di incredibile successo.<br />
A lanciare nel febbraio del 1991 è l’omonimo<br />
<strong>al</strong>bum è il 45 giri “Innuendo”: il pezzo è origin<strong>al</strong>e<br />
e maestoso; l’inizio rullante per tastiera e batteria<br />
si dissolve presto in un terrificante hard rock in<br />
cui la voce di Freddie Mercury da brividi impensabili.<br />
Ma “Innuendo” non è l’unica canzone insolita.<br />
Infatti a conclusione non possiamo non citare<br />
“These are the days of our lives” e “The show<br />
must go on”che per i loro testi e la loro tristezza<br />
segnano la fine del capitolo Queen.La prima è un<br />
brano mesto ma sereno volto a ricordare gli anni<br />
passati trascorsi con felicità e si pone in linea con<br />
le migliori b<strong>al</strong>late strapp<strong>al</strong>acrime del gruppo. La<br />
seconda è un inquietante e tetro testamento<br />
dotato di una maestosità impensabile grazie<br />
anche a un Freddie sempre più emozionante.Nel<br />
novembre 1995, i sopravvissuti Queen pubblicano<br />
questo materi<strong>al</strong>e perfezionato e confezionato<br />
nel solito amato stile nell'<strong>al</strong>bum “Made in<br />
Heaven”. È l'ultimo capitolo di un gruppo che ha<br />
caratterizzato, nel bene e nel m<strong>al</strong>e, un genere di<br />
largo consumo a cav<strong>al</strong>lo tra hard rock e musica<br />
leggera, producendo grandi risultati.<br />
Ancora oggi la musica dei Queen, nonostante<br />
appartenga a una generazione diversa d<strong>al</strong>la<br />
nostra, travolge giovani come noi, giovani che<br />
hanno voglia di ascoltare della “buona musica”.Le<br />
loro sonorità ti incatenano,reg<strong>al</strong>andoti delle vere<br />
emozioni, emozioni sempre nuove che non ti<br />
abbandoneranno mai più. Cos’<strong>al</strong>tro dire? Vi invito<br />
a inserire nel vostro i-pod <strong>al</strong>cuni dei pezzi citati<br />
in precedenza. Ascoltateli e vedrete che avranno<br />
un effetto benefico sulla vostra persona.<br />
Vorrei ringraziare Ciabba per avermi suggerito<br />
consigli per la scrittura di questo articolo. Un ringraziamento<br />
speci<strong>al</strong>e va ad Ale e Inox che mi<br />
hanno fatto avvicinare a questo genere music<strong>al</strong>e<br />
e conoscere questo grande gruppo che ha fatto<br />
la storia della musica rock.<br />
Elena Pelliccioni
Λογος<br />
Sono in macchina con mia madre quando sento<br />
per la prima volta <strong>al</strong>la radio “Video killed the<br />
radio star”(per rimanere in tema), un grandissimo<br />
successo del 1980. A portarlo in vetta <strong>al</strong>le<br />
classifiche furono i Buggles, un gruppo rock-pop<br />
attivo d<strong>al</strong>la seconda metà degli anni <strong>Se</strong>ttanta,<br />
che riuscì ad imporsi in tutto il mondo con l’<strong>al</strong>bum<br />
“The age of plastic”, contenente anche il fortunato<br />
singolo appena citato. E’ un colpo di fulmine:<br />
inizio a chiedere a mia madre notizie su<br />
quei favolosi anni e la prego affinchè mi mostri<br />
delle sue fotografie con i capelli permanentati e i<br />
maglioni larghi che lasciavano scoperte le sp<strong>al</strong>le.<br />
Questa,infatti,era la moda dell’epoca: donne con<br />
pant<strong>al</strong>oni a tubo e a vita <strong>al</strong>tissima fermati con<br />
una larga cintura, camicie dentro i jeans o felpe<br />
extra-large, capelli ultra-ricci, quasi crespi, che<br />
venivano spesso tirati su anche per mettere in<br />
ris<strong>al</strong>to la frangetta bombata che copriva le<br />
sopracciglia.Gli uomini sfoggiavano dei giubbotti<br />
chiamati “montoni rovesciati” (cioè di pelle<br />
fuori e di pelo dentro), pant<strong>al</strong>oni aderenti e corti<br />
<strong>al</strong>le caviglie tanto da lasciar intravedere gli spessi<br />
c<strong>al</strong>zettoni di spugna, che spesso si abbinavano<br />
a delle Timberland o a delle Clarks. Ma il pezzo<br />
forte sono i Camperos: mia madre ne possiede<br />
ancora un paio ris<strong>al</strong>ente <strong>al</strong> 1987. Essi sono stiv<strong>al</strong>i<br />
in stile Far-West, leggermente a punta con una<br />
fibbia met<strong>al</strong>lica su entrambi i lati: impossibile<br />
resistere. Peccato che non mi entrino. Passiamo<br />
ora <strong>al</strong>la musica. Come dimenticare le canzoni di<br />
quegl’anni?Partendo d<strong>al</strong> 1980, è un susseguirsi<br />
di grandi successi sfornati da Bruce Springsteen,<br />
George Michael, Boy George, Paul Young con la<br />
sua stupenda e immort<strong>al</strong>e “Love of the common<br />
people”, Michael Jackson e tanti <strong>al</strong>tri. Anche in<br />
It<strong>al</strong>ia il clima è produttivo: basta ricordare Gianni<br />
Togni, Antonello Venditti, i Ricchi e Poveri e la<br />
lista sarebbe ancora lunga. La maggior parte dei<br />
brani, soprattutto quelli di origine straniera,<br />
fanno parte della disco - music dell’epoca, come<br />
Gli anni ‘80<br />
ad esempio “Karma Chameleon”di Boy George o<br />
“La isla bonita” di Madonna, ancora oggi molto<br />
famosa. Un <strong>al</strong>tro punto da trattare è quello della<br />
televisione: chi non ha mai sentito parlare della<br />
celeberrima trasmissione “Drive In”?Da lì sono<br />
partiti tanti personaggi ora conosciutissimi,<br />
come Lory Del Santo, che era una delle v<strong>al</strong>lette<br />
dello show. E come tr<strong>al</strong>asciare “Indietro tutta!”?La<br />
canzone-tormentone “Cacao Meravigliao” si<br />
sente ancora oggi dappertutto.E pensare che era<br />
cantata da una giovanissima Paola Cortellesi, che<br />
ora può essere definita la donna dai mille t<strong>al</strong>enti”.<br />
Anni d’oro, quindi. Anche sul piano politicosoci<strong>al</strong>e:<br />
il pericolo Brigate Rosse è ormai scampato,<br />
in It<strong>al</strong>ia si può tornare a divertirsi e nel resto<br />
del mondo nulla impedisce di farlo. Ora riprendiamo<br />
un attimo l’argomento moda. Una componente<br />
fondament<strong>al</strong>e dell’abbigliamento<br />
come sappiamo è data dagli occhi<strong>al</strong>i da sole,<br />
oggi soprattutto grandi,ma <strong>al</strong>l’epoca soprattutto<br />
Persol o Bollè. Queste due marche erano le maggiori<br />
utilizzate, senza tr<strong>al</strong>asciare ovviamente i<br />
Ray-Ban, che sono oltretutto sulla cresta dell’onda<br />
anche <strong>al</strong> momento.Mia madre non fa che parlarmi<br />
dei suoi<br />
amati Persol,<br />
che purtroppo<br />
le ho rotto<br />
quando ero<br />
piccola. Non è<br />
facile descriverli,<br />
ma basta dire<br />
che la montatura<br />
era spessa,<br />
le lenti arrotondate<br />
sotto e<br />
squadrate<br />
sopra, il colore<br />
marrone con<br />
chiazze e striature<br />
più chiare.<br />
Quest’ultimo<br />
punto è importantissimo: oggi, infatti, il modello<br />
è stato riproposto ma in <strong>al</strong>tre ton<strong>al</strong>ità, che differiscono<br />
leggermente d<strong>al</strong>l’origin<strong>al</strong>e.<br />
Ecco ora una lista riassuntiva degli elementi cult<br />
dell’epoca:<br />
- Il cubo di Rubik: sei lati, ogni lato nove quadratini<br />
colorati, e tutti i lati che si possono<br />
muovere sia in orizzont<strong>al</strong>e che in vertic<strong>al</strong>e,<br />
43.252.003.274.489.856.000 di possibili combinazioni<br />
e una sola che portava <strong>al</strong> risultato tanto<br />
agognato. Per i ragazzi degli anni ‘80 questo<br />
oggetto era una vera e propria mania: ci giocavano<br />
a scuola, fuori d<strong>al</strong>la scuola e soprattutto<br />
durante le lezioni… una febbre da cui non si<br />
poteva guarire!;<br />
- La Polaroid: la mitica macchina fotografica che<br />
rendeva inutile il passaggio d<strong>al</strong> fotografo per lo<br />
sviluppo delle foto, in quanto, grazie <strong>al</strong> particolare<br />
meccanismo ideato d<strong>al</strong>la casa americana, consentiva<br />
lo sviluppo immediato, sulla speci<strong>al</strong>e<br />
carta che veniva caricata nella macchina.<br />
-Le cryst<strong>al</strong> b<strong>al</strong>ls, che si formavano soffiando in<br />
cannucce su pezzi di gomma nauseabonda tipo<br />
das, creando coloratissime bolle trasparenti.<br />
Erano ancora di moda negli anni ‘90;<br />
- La sella lunga per il Ciao;<br />
Pagina 7<br />
- Il portapacchi anteriore per la Vespa;<br />
- La Fiat Duna;<br />
- La copertina di “The W<strong>al</strong>l”, il singolo dei “Pink<br />
Floyd”;<br />
- Il bagnoschiuma Vid<strong>al</strong>;<br />
- La moto Tenerè con il suo rumore da f<strong>al</strong>ciatrice;<br />
- Il film “Flashdance”;<br />
- Il film “Footloose”;<br />
- Il film “Sapore di mare” con Massimo Ciavarro;<br />
- La trasmissione “Drive In”;<br />
- La trasmissione “Indietro tutta!”;<br />
- La trasmissione “Quelli della notte”;<br />
- Il seri<strong>al</strong> TV “I ragazzi della terza C”;<br />
- Le gomme Big Babol;<br />
- Le gomme da masticare a forma di sigaretta;<br />
- Le Tic Tac <strong>al</strong>la fragola;<br />
- La bibita One e One;<br />
- Il C<strong>al</strong>ippo;<br />
- L’adesivo di Marilyn Monroe;<br />
- Il portachiavi di gomma a spir<strong>al</strong>e;<br />
- Il pennarello Uni Posca per scrivere sullo zaino<br />
Invicta;<br />
- Gli orologi Pop Swatch e Scuba;<br />
- I Muppet’s;<br />
- La chitarra a tastiera di Sandy Marton, il cantante<br />
di “People from Ibiza”;<br />
- Gli sc<strong>al</strong>damuscoli;<br />
- Le scarpe Timberland;<br />
- Le scarpe Clarks;<br />
- I Camperos e i Peter Flowers;<br />
- Gli anfibi Doctor Martens;<br />
- Le Adidas Tampico;<br />
- Il Moncler;<br />
- Il marchio Henry Lloyd;<br />
- La giacca con le maniche arrotolate;<br />
- Il paraorecchie con i pon-pon;<br />
- I tessuti in fantasia kashmir;<br />
- Il montone rovesciato;<br />
- Gli occhi<strong>al</strong>i Bollè;<br />
- I jeans, le felpe e le cinture del Charro;<br />
- I paninari: ragazzi ossessionati d<strong>al</strong>la griffe nell’abbigliamento<br />
e in ogni aspetto della vita<br />
quotidiana;<br />
- I pant<strong>al</strong>oncini da ciclista;<br />
- La guepiere di Madonna con le punte sul seno;<br />
- Gli orecchini a pinzetta;<br />
- I capelli con la permanente;<br />
- I capelli con le meches;<br />
- I capelli con la piastra;<br />
- I capelli con la frangetta;<br />
- La bicicletta olandese;<br />
- La bicicletta BMX;<br />
- I pattini a 4 ruote non in linea;<br />
- Il w<strong>al</strong>kman della Sony.<br />
Ovviamente ci sono tante <strong>al</strong>tre cose, ma queste<br />
sono le princip<strong>al</strong>i e come potete notare <strong>al</strong>cune<br />
sono state largamente utilizzate anche negli anni<br />
‘90, periodo che noi studenti ricordiamo meglio.<br />
Alla fine di questo articolo potremmo chiederci<br />
la stessa cosa che Raf si chiese circa diciotto anni<br />
fa: cosa resterà degli anni Ottanta?<br />
La risposta è semplice: per quelli che li hanno vissuti<br />
rimarranno i ricordi e le emozioni, per quelli<br />
che sono nati dopo rimarranno i racconti di quell’epoca<br />
e la speranza che nell’ avvenire ci siano<br />
anni ancora più belli e degni di essere ricordati a<br />
lungo nella storia.<br />
La ragazza del Piper IC
Pagina 8 Λογος<br />
Rino Gaetano<br />
Lunedì 11 e Martedì 12 Novembre, grazie <strong>al</strong>la fiction<br />
tv trasmessa d<strong>al</strong>la Rai, ho rispolverato la mia “amicizia<br />
platonica” con un grande artista it<strong>al</strong>iano, prematuramente<br />
scomparso, ovvero, Rino Gaetano. Lui,<br />
l’autore delle canzoni più famose come “Ma il cielo è<br />
sempre più blu” o “Gianna”, per passare <strong>al</strong>le meno<br />
conosciute come ad esempio “Berta filava”, “Aida” e<br />
così via… Lui, l’eterno ragazzo, l’unico in grado di<br />
portare quella gioia e quella spensieratezza quando<br />
s<strong>al</strong>iva sul p<strong>al</strong>co, per iniziare a cantare.<br />
S<strong>al</strong>vatore Antonio Gaetano, in arte Rino nasce a<br />
Crotone il 29 ottobre del 1950, ma poco dopo si trasferisce<br />
a Roma per motivi economici. Frequenta un<br />
Istituto Tecnico per Geometri e non ama molto lo<br />
studio, ma si appassiona invece <strong>al</strong> teatro e <strong>al</strong>la chitarra,<br />
iniziando a scrivere i suoi primi componimenti.<br />
Così una sera, forse più per scherzo che per iniziare<br />
una carriera che si preannuncierà breve ma intensa,<br />
si esibisce per la prima volta presso il “folkstudio”,e lo<br />
farà con “I Love You Marianna”, dove molto probabilmente<br />
l’autore avrà unito l’amore per la marijuana e<br />
per la sua nonna, appunto, Marianna.<br />
Inciderà il suo primo 45 giri, scriverà <strong>al</strong>tri componimenti,<br />
ma il successo vero e proprio arriverà soltanto<br />
quando fu pubblicato “Ma il cielo è sempre più blu”.<br />
Un inno <strong>al</strong>la vita, l’apoteosi della positività, tanto che<br />
nella interpretazione di questo brano vestirà i panni<br />
di un carcerato, che nonostante sia privo della sua<br />
libertà, spera comunque in un futuro migliore. Ed è<br />
interessante, inoltre, vedere come riesca quindi ad<br />
inserire tutte le ansie e le debolezze del popolo it<strong>al</strong>iano<br />
in poche righe. Qu<strong>al</strong>che anno dopo, spinto<br />
soprattutto d<strong>al</strong> suo produttore e d<strong>al</strong>la sua casa discografica,<br />
la Rca, parteciperà <strong>al</strong> Festiv<strong>al</strong> di Sanremo.<br />
Proprio lui che spesso è andato contro questo pezzo<br />
della società, ma comunque si presenterà e canterà<br />
“Gianna”, ripresa da una canzone già scritta in precedenza,“Berta<br />
Filava”, che riscosse molto successo e gli<br />
reg<strong>al</strong>ò la medaglia di bronzo <strong>al</strong> famoso concorso<br />
canoro. C’è da dire però che voleva presentarsi con<br />
“Nunteraggaepiù”in cui si scagliava contro partiti ed<br />
esponenti politici, logge massoniche, caste ecclesiastiche<br />
e quant’<strong>al</strong>tro… ma tutto questo ovviamente<br />
non poteva essere accettato.<br />
A questo punto, se si volesse seguire la storia della<br />
fiction dovremmo parlare dei problemi che Rino iniziò<br />
ad <strong>avere</strong> con l’<strong>al</strong>cool, ma il fatto è che tutto ciò<br />
non è mai stato provato, tanto che la sua stessa<br />
sorella affermerà che “ci sono cose vere (nel film,<br />
ndr), come il suo essere donnaiolo, ma non era un<br />
ubriacone come lo si dipinge e anche il suo rappor-<br />
Nella terra d<strong>al</strong>le lunghe nuvole bianche<br />
Una nostra compagna racconta i suoi tre mesi trascorsi in Nuova Zelanda in cui la cultura <strong>euro</strong>pea è mitigata d<strong>al</strong>le antiche origini aborigene<br />
Lasciata <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le la c<strong>al</strong>da estate sambenedettese<br />
sono partita per la Nuova Zelanda dove ho studiato<br />
per tre mesi in una scuola loc<strong>al</strong>e grazie ad un progetto<br />
di scambi cultur<strong>al</strong>i. La “New Ze<strong>al</strong>and” o<br />
Aotearoa "la terra d<strong>al</strong>le lunghe nuvole bianche" fa<br />
parte a tutti gli effetti del cosiddetto triangolo polinesiano<br />
che va d<strong>al</strong>la Nuova Zelanda fino <strong>al</strong>l'isola di<br />
Pasqua a est e <strong>al</strong>le Hawaii a nord. Un <strong>al</strong>tro dettaglio<br />
poco conosciuto è che la Nuova Zelanda è formata<br />
da due isole chiamate Isole del Nord e del Sud, due<br />
veri e propri set cinematografici per le immense<br />
distese e i panorami surre<strong>al</strong>i. La Nuova Zelanda è il<br />
paradiso per chi ama la natura e il trekking. Le isole<br />
sono piene di parchi nazion<strong>al</strong>i dove si può sentire il<br />
piacere della libertà in posti remoti ed inabitati. È la<br />
meta preferita dagli austr<strong>al</strong>iani per sciare visto che<br />
nel sud ci sono due ghiacciai e delle montagne con<br />
molta neve adatta per attività montane nella stagione<br />
invern<strong>al</strong>e. La Nuova Zelanda inoltre viene<br />
considerata la Mecca dagli amanti degli sport estremi,<br />
molti dei qu<strong>al</strong>i sono stati inventati proprio lì e<br />
l’immaginazione dei neozelandesi non è diminuita<br />
nel provare nuove emozioni.Durante i miei tre mesi<br />
nella terra d<strong>al</strong>le lunghe nuvole bianche abitavo in<br />
una casetta stile “english”con il giardinetto e il posto<br />
macchina, nella grande metropoli di Auckland,<br />
to con nostro padre non era come viene descritto”e<br />
quindi si è detta “non soddisfatta” del prodotto Rai.<br />
Nonostante ciò ci interessa sottolineare lo spirito<br />
semplice ed umile, lui che suonava per amore e non<br />
per il successo e forse proprio per questo non ha<br />
saputo gestire il clamore che si creò intorno <strong>al</strong> suo<br />
personaggio, faticando molto per far comprendere<br />
il suo t<strong>al</strong>ento, prima ai genitori e poi <strong>al</strong>lo stesso pubblico,<br />
probabilmente anche perché come affermava<br />
Vincenzo Mollica,“Gaetano aveva una grande forza:<br />
l'ironia, che non sempre in quegli anni veniva capita<br />
perché c'era una sorta di settismo, anche nella critica<br />
e fra gli artisti”.<br />
E fu così che dunque l’eterno ragazzo, che si esibiva<br />
con quegli strani cappelli a cilindro, che riusciva in<br />
modo eccezion<strong>al</strong>e a portare quell’aria di festa sul<br />
p<strong>al</strong>co, lascia questo mondo. E ci lascia in modo strano,<br />
come del resto lui era. Ci lascia a soli 31 un anni,<br />
in una sera primaverile, pochi giorni dopo aver subito<br />
un primo incidente con la sua Volvo 343, ove<br />
nonostante tutto ne acquistò subito un’<strong>al</strong>tra identica<br />
per tornare a distruggere nuovamente il 2 giugno<br />
1981, questa volta però, non sarà solo la macchina a<br />
cedere, ma anche il suo cuore.<br />
Massimo D’Angelo<br />
famosa per essere il cuore pulsante<br />
dell’America’s Cup, la più famosa gara di<br />
vela del mondo. Auckland è una delle<br />
più grandi città del mondo per estensione<br />
ma il numero degli abitanti non supera<br />
quello di Milano; la vita quindi è molto<br />
tranquilla ed è quasi impossibile non trovarsi<br />
a proprio agio in un t<strong>al</strong>e paradiso.<br />
L’unica cosa che mi ha veramente sconvolto<br />
è stata la scuola; l’organizzazione<br />
dei college rispecchia quella delle scuole<br />
inglesi, la quantità dello studio è nettamente<br />
minore rispetto ad una qu<strong>al</strong>unque<br />
scuola it<strong>al</strong>iana (istituti tecnici o licei),<br />
ci sono molte materie da scegliere,molte<br />
attività pratiche, non esistono le interrogazioni or<strong>al</strong>i<br />
ma solo i test scritti. La disciplina e l’ordine sono<br />
tenute in primo piano e rappresentano l’orgoglio<br />
della scuola stessa. La mia esperienza è stata veramente<br />
eccezion<strong>al</strong>e anche grazie <strong>al</strong>la simpatia dei<br />
“kiwi”, soprannome riferito ai neozelandesi. È difficile<br />
definire la person<strong>al</strong>ità del tipico Kiwi, da un lato<br />
molto <strong>al</strong>la mano ed easy going, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra inflessibile<br />
e pignolo nelle regole (molto British).<br />
La gente del posto è il risultato di una cultura che<br />
fonde insieme l’eredità <strong>euro</strong>pea con quella Maori. I<br />
neozelandesi sono molto legati <strong>al</strong>le tradizioni dell’antichissima<br />
religione autoctona, ma sono anche<br />
proiettati verso il futuro grazie <strong>al</strong>l’importanza che<br />
viene data <strong>al</strong>la ricerca, agli scambi con la Corea del<br />
sud e il Giappone, capit<strong>al</strong>i della new economy. La<br />
Nuova Zelanda è anche la madre del rugby. I morigerati<br />
All Blacks hanno spadroneggiato indisturbati<br />
per anni su tutti i campi del mondo diffondendo il<br />
loro canto propiziatorio: l’haka. È impossibile vivere<br />
in Nuova Zelanda e non amare il rugby, lo sport<br />
nazion<strong>al</strong>e,l’anima di ogni discussione,la prima notizia<br />
su tutti i quotidiani. Vivendo ad Auckland ho<br />
avuto molte occasioni di vedere d<strong>al</strong> vivo le partite<br />
più importanti della stagione ed innamorarmi di<br />
uno sport nobile e affascinante che spero riesca a<br />
prendere il posto dell’ormai corroso c<strong>al</strong>cio <strong>euro</strong>peo.<br />
La vita d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra parte del mondo è tot<strong>al</strong>mente<br />
diversa perché ci sono tempi ed esigenze differenti<br />
dettate d<strong>al</strong>l’impronta anglosassone e d<strong>al</strong>le migliaia<br />
di miglia che dividono quel piccolo paradiso d<strong>al</strong>la<br />
“vecchia Europa”. L’immagine che il nuovo mondo<br />
ha di noi è quello di un paese antico, popoloso,<br />
attaccato ancora ai vincoli di una società patriarc<strong>al</strong>e,<br />
un po’“The God Father” e un po’ ”La dolce vita”<br />
(ebbene sì la fama di Fellini è arrivata anche agli<br />
antipodi). È stato bello giocare per un po’ il ruolo<br />
della ragazza straniera e vivere una splendida esperienza<br />
di scambio cultur<strong>al</strong>e, constatando sulla mia<br />
pelle tutto quello che una separazione di questo<br />
genere comporta.<br />
Gaia Taffoni
Λογος<br />
Cos’è l’Underground?<br />
L'Underground nasce negli anni sessanta ed è essenzi<strong>al</strong>mente la subcultura che si contrapponeva e si contrappone <strong>al</strong> capit<strong>al</strong>ismo e <strong>al</strong>la società di massa.<br />
D<strong>al</strong>l'Underground vengono fuori <strong>al</strong>tre sottoculture come il punk, la psichedelica, il fantascientifico, l'hip hop, l'<strong>al</strong>ternative, l'hippy e il beat. La cultura underground<br />
si diffondeva attraverso cinema, musica, abbigliamento, teatri e, soprattutto, giorn<strong>al</strong>i indipendenti. Proprio per la vastità dei mezzi con cui si espandeva<br />
e la varietà delle sottoculture a cui ha dato origine, il termine "Underground" può essere riferito, ad oggi, a molte forme d'espressione differenti.<br />
Biografie Underground I<br />
Charles Bukowsky, una vita d’ordinaria follia<br />
"Ti ho dato tante di quelle occasioni<br />
che avresti dovuto portarmi via parecchio<br />
tempo fa. Vorrei essere sepolto<br />
vicino <strong>al</strong>l'ippodromo… per sentire la<br />
volata sulla dirittura d'arrivo". Hank<br />
Bukowsky il giorno della sua morte.<br />
"Che differenza c'è tra la poesia e la<br />
prosa?" "La poesia dice troppo in<br />
pochissimo tempo, la prosa dice poco<br />
e ci mette un bel po'" - Storie di ordinaria<br />
follia<br />
La vita<br />
Henry Charles (Hank) Bukowsky nasce il 16 Agosto 1920 ad Anderbah, vicino<br />
Colonia, figlio di Henry Bukowsky e Katherine Fett. Il padre è un ex artigliere<br />
dell'esercito americano. A due anni si trasferisce con la famiglia a Los<br />
Angeles dove il giovane Hank vive in un tot<strong>al</strong>e isolamento rispetto ai suoi<br />
coetanei ed <strong>al</strong> mondo intero. A sei anni il carattere di Charles sarà schivo ed<br />
introverso a causa degli ammonimenti continui da parte dei genitori.<br />
Questa emarginazione, insieme <strong>al</strong> racconto della sua infanzia, verrà narrata<br />
anni dopo in "Panino <strong>al</strong> prosciutto". Preferiva essere chiamato "Hank" perché,<br />
diceva lui, "il nome Henry me l'avevano messo i miei genitori e il nome<br />
Charles è quello preferito dagli editori. Giunto negli States negli anni della<br />
grande depressione Bukowsky non avrà vita facile, vivrà <strong>al</strong> fianco di un<br />
padre spesso disoccupato e violento. Inizia a bere e ad ubriacarsi a 13 anni.<br />
Nel 1938 si diploma <strong>al</strong>la L.A. High School, subito dopo frequenta il "Los<br />
Angeles city college" seguendo corsi di letteratura e giorn<strong>al</strong>ismo. Fin da<br />
bambino aveva infatti dimostrato una propensione innata per la scrittura.<br />
Dopo il college inizia a lavorare come magazziniere ma in breve (più o<br />
meno una settimana) si licenzierà: "Come si spiegavano quelle vite da operaio<br />
senza <strong>al</strong>cun senso? Esseri che nell'application form non avevano avuto<br />
difficoltà a chiamarsi felici di lavorare un'intera vita <strong>al</strong>le dipendenze della<br />
<strong>Se</strong>ars. I capi? <strong>Se</strong>nz'anima e di mediocre intelletto, implacabili con i sub<strong>al</strong>terni".<br />
Litiga con il padre e se ne va di casa, per entrare, con 1,50 $ nell'underworld.<br />
È questo il periodo in cui inizia a bere più regolarmente e prendere in<br />
affitto squ<strong>al</strong>lide stanze di <strong>al</strong>berghi.Vaga continuamente di città in città: New<br />
Orleans, Philadelphia, San Francisco. Data la sua dipendenza d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>cool non<br />
riesce ad ottenere un posto di lavoro fisso e finisce con il vivacchiare,sostentandosi<br />
grazie a lavoretti s<strong>al</strong>tuari. Nonostante si sia<br />
ridotto a vivere come un barbone, scrive furiosamente<br />
e manda di continuo i suoi lavori agli editori.<br />
Nell 1944, e riesce a far pubblicare il suo primo<br />
racconto: "Aftermath of a Lenghty Rejection Slip" e<br />
due anni dopo "Twenty tanks from Kasseldown",<br />
nonostante ciò la sua situazione non cambia, continua<br />
a vivere come un barbone. Nel 1955 viene<br />
ricoverato per un'ulcera perforante e s<strong>al</strong>vato solo<br />
grazie a continue trasfusioni di sangue donato d<strong>al</strong><br />
padre, segno che forse, quell'uomo che anni prima<br />
non aveva esitato a tirargli addosso una macchina<br />
da scrivere cacciandolo di casa, aveva ancora un<br />
minimo di affetto nei confronti del figlio.<br />
Nonostante fosse stato s<strong>al</strong>vato per un colpo fortuito<br />
non rinuncia a bere e ad andare <strong>al</strong>l'ippodromo,<br />
dove scommette e perde. Nel '57 sposa Barbara<br />
Fryer, una poetessa e scrittrice proprietaria dell'"Harlequin", un giorn<strong>al</strong>e<br />
underground. Il loro matrimonio terminerò miseramente tre anni dopo. Nel<br />
'59 riesce a pubblicare <strong>al</strong>cune poesie sull'Harlequin. Dopo la rottura con la<br />
mogliie riprende a scrivere e bere in maniera frenetica. La prima raccolta di<br />
poesie fu pubblicata nel 1962 e si intitolava "It catches my heart from my<br />
hands". Nel 1965 Bukowsky ha una figlia, Marina Louise Bukowsky, nata<br />
d<strong>al</strong>la compagna Frances Smith. Nel 1969 l'editore del "Black Sparrow", John<br />
Martin, gli garantisce uno stipendio a vita di 100 $ e lui si licenzia per l'ennesima<br />
volta d<strong>al</strong> suo lavoro di postino per concedersi unicamente <strong>al</strong>la passio-<br />
Pagina 9<br />
ne della sua vita: la scrittura. Preferisce "giocare a fare lo scrittore e morire di<br />
fame" piuttosto che "impazzire dietro una scrivania". Il romanzo che lo fece<br />
diventare famoso fu "Post Office", scritto in 19 giorni. È il 1976 quando, dopo<br />
uno dei suoi reading poetici, Bukowsky incontra Linda Lee Beighle, con la<br />
qu<strong>al</strong>e si sposa nel 1985. Linda sarà l'unica donna, tra quelle frequentate da<br />
Bukowsky, che riuscirà a farlo smettere di bere imponendogli una vita agiata.<br />
Linda, ad esempio, lo costringerà a non <strong>al</strong>zarsi d<strong>al</strong> letto prima di mezzogiorno.<br />
Questo è segno del passare del tempo. Per Bukowsky, infatti, i tempi<br />
degli stenti sono terminati del tutto. È un uomo anziano e ricco. Scrive<br />
"Gener<strong>al</strong>e t<strong>al</strong>es of ordinary madness" (Storie di ordinaria follia) proprio<br />
durante il periodo di vita con Linda Lee Beighle. È il 1978 e Charles si interessa<br />
<strong>al</strong>la stesura della sceneggiatura del film "Barfly" poi interpretato da<br />
Miki Rourke. Nel 1978 si trasferiscono in quella zona di Los Angeles che<br />
tanto stava a cuore a Charles, dieci anni dopo si amm<strong>al</strong>a di tubercolosi e<br />
nonostante ciò continua a scrivere. Bukowsky muore di leucemia il 9 Marzo<br />
1994 nell'osped<strong>al</strong>e di San Pedro, in C<strong>al</strong>ifornia quando aveva 73 anni. Poco<br />
prima della morte aveva finito di stendere il suo ultimo romanzo: Pulp. Due<br />
giorni dopo la morte dello scrittore, una giorn<strong>al</strong>ista scriverà "è morto di leucemia<br />
o di polmonite e delle terribili cose di cui si muore a conferma che la<br />
vita non è così bella come cercavamo di fargli credere."<br />
La bibliografia<br />
A 14 anni, preso completamente d<strong>al</strong>la passione per la scrittura e la letteratura,<br />
decide di scrivere un primo racconto riguardo un personaggio a metà<br />
tra re<strong>al</strong>tà e fantasia: Von Richtofem, un aviatore della prima guerra mondi<strong>al</strong>e.<br />
In quella storia lo scrittore non mise della sana linfa creativa, ma la rabbia<br />
verso quell'infanzia non vissuta a pieno. Bukowsky è solito lavorare e farsi<br />
pubblicare i lavori da giorn<strong>al</strong>i underground (cfr. Black Sparrox Press). Il suo<br />
stile è influenzato in particolar modo da Hemingway e Fante, è rude, graffiante,<br />
veloce e arriva subito <strong>al</strong> cuore del lettore. Oggi è un'icona, una leggenda,<br />
ma <strong>al</strong>l'inizio non fu considerato d<strong>al</strong>la critica. Le sue poesie trovano<br />
spazio nei giorn<strong>al</strong>i underground come "Story". All'inizio degli anni '60 collabora<br />
con "Epos", "Outsiderl Breakthu" e "Open city", dove tiene la sua rubrica<br />
"Notes of a dirty, old man" (Memorie di un vecchio sporcaccione). I suoi<br />
reading finiscono puntu<strong>al</strong>mente con il pubblico es<strong>al</strong>tato e lui tot<strong>al</strong>mente<br />
ubriaco. Le sue storie sono piene di elementi della sua vita, una continua<br />
autobiografia portata agli estremi. I temi princip<strong>al</strong>i che tratta sono il sesso,<br />
la droga, le corse <strong>al</strong>l'ippodromo, lo squ<strong>al</strong>lore di una vita margin<strong>al</strong>e e l'illusione<br />
del sogno americano. Nel '79 viene pubblicato "compagno di sbronze".<br />
Lo stile delle sue poesie fu definito dai benpensanti dell'epoca "inqu<strong>al</strong>ificabile"<br />
solo perché era una opera-scand<strong>al</strong>o, in re<strong>al</strong>tà la prosa e la poesia di<br />
Bukowsky mettevano a nudo l'anima dell'uomo<br />
del ceto medio-basso, un uomo senza aspettative,<br />
futuro o fama, ormai privato anche di quel<br />
"sogno americano" che tanto lo faceva sognare.<br />
Qu<strong>al</strong>cuno a proposito delle sue "Storie di ordinaria<br />
follia" ha detto che erano "vicende sporche<br />
ed immor<strong>al</strong>i". Erano storie scritte da un uomo<br />
cinico,romantico e in effetti possono essere considerate<br />
scand<strong>al</strong>ose proprio perché sono pezzi<br />
di vite piene di depravazione, violenza e assenza<br />
di affetto. De Andrè scriveva: "Storia diversa per<br />
gente norm<strong>al</strong>e/storia comune per gente speci<strong>al</strong>e"<br />
e forse sono queste le uniche frasi che possono<br />
spiegare a pieno cosa fosse ognuna di quelle<br />
"Storie di ordinaria follia". Un <strong>al</strong>tro libro interessante<br />
nella produzione di Bukowsky è<br />
"Shakespeare non l'ha mai fatto" (titolo origin<strong>al</strong>e:<br />
Shakespeare never did this), un resoconto di un viaggio fatto in Europa<br />
assieme <strong>al</strong>la compagna Linda, questo libro è privo dei fronzoli tipici del<br />
romanzo, è infatti un semplice resoconto, un "diario di bordo" e <strong>al</strong>lo stesso<br />
tempo una continua dichiarazione d'amore nei confronti della sua compagna.<br />
<strong>Se</strong>mpre di prostitute, sesso, hippies imbranati e mondo in decadenza<br />
parla "A sud di nessun nord" ("A south of no north"), scritto nel 1973.<br />
L'ultimo suo romanzo, "Pulp", parla di un agente segreto di Los Angeles che<br />
è puntu<strong>al</strong>mente chiamato a risolvere casi strani e particolari.<br />
<strong>Se</strong>rena II A
Pagina 10 Λογος<br />
Intervista doppia: Ricci-Zazzetti<br />
1- Nome?<br />
Z) Luciano Zazzetti;<br />
R) Sabrina Ricci<br />
2- Esponga brevemente il suo curriculum.<br />
Z) Diploma di geometria a Fermo nel 1985, uscito con 57/60. Laurea in Fisica<br />
con lode a Bologna. Sono stato collaboratore esterno del CNR per dieci anni,<br />
per tre anni di una ditta tedesca che produce diffrattometri. Insegno d<strong>al</strong><br />
1992-93: 2 anni <strong>al</strong>l'istituto d'arte, 1 anno <strong>al</strong> <strong>Liceo</strong> Scientifico di San<br />
Benedetto del T. e 12 anni <strong>al</strong>l'Agraria dove d<strong>al</strong> 2002 sono diventato insegnante<br />
di ruolo, dopo aver fatto il mio primo concorso ordinario nel 2000.<br />
Preciso che non ho sessant’anni: ho fatto <strong>al</strong>cune cose in par<strong>al</strong>lelo…<br />
R) Maturità classica,laurea in lettere con speci<strong>al</strong>izzazione in filologia<br />
classica conseguita presso l’Università agli Studi di Perugia<br />
3- Avreste voluto fare un mestiere diverso?<br />
Z) Sì, il ricercatore in ambito scientifico per cui mi sentivo più<br />
tagliato rispetto <strong>al</strong>l'insegnamento. Non si tratta di presunzione…<br />
mi piace di più e riesco meglio ad imparare che ad insegnare.<br />
R) No<br />
4- Come andava a scuola in latino e in it<strong>al</strong>iano/fisica e<br />
matematica?<br />
Z) Latino non l'ho fatto, it<strong>al</strong>iano bene. In tutte le materie non<br />
ho mai avuto meno di 7 in pagella. Solo il primo anno ho<br />
avuto un 6 in matematica(!) per un compito ritirato (unica<br />
insufficienza di tutta la scuola superiore).<br />
R) Facevo tanti esercizi per un decoroso 6<br />
5- La mettiamo <strong>al</strong>la prova. In che periodo vissero<br />
Pietro Metastasio e B<strong>al</strong>dassar Castiglione - Chi furono<br />
Ludwig Boltzmann e David Hilbert?<br />
Z) Non lo so, non sono uno studente lice<strong>al</strong>e. Metastasio mi è<br />
familiare, e lo associo, non so se correttamente, ad uno stile neoclassico, che<br />
detesto. L’<strong>al</strong>tro nome non mi dice niente.<br />
R) Esistono le Enciclopedie in internet;il primo è un fisico il secondo è un<br />
matematico (Così però non v<strong>al</strong>e, ndr)<br />
6- Non credete che si dovrebbe sforzare di conciliare cultura umanistica<br />
e scientifica accostandosi ad entrambe senza pregiudizi?<br />
Z) Certo che sì! Mi sono trasferito <strong>al</strong> <strong>Classico</strong> per cercare<br />
di colmare le mie lacune in ambito umanistico, per<br />
aqqulturarmi! ;-)<br />
R) La cultura non è né scientifica né umanistica ma sintesi<br />
perché l’uomo ne è l’oggetto<br />
7- Ci dica lo scrittore, lo scienziato, i filosofi preferiti.<br />
Z) Lo scrittore Kafka. Lo scienziato Eulero… lo sapete che<br />
è stato dedicato a lui il numero e? È anche, tra mille <strong>al</strong>tre<br />
cose, autore dell’uguaglianza (che avevo anche v<strong>al</strong>utato<br />
di farmi tatuare) in cui compaiono i numeri “importanti”<br />
della matematica. Ha lasciato una eredità (scientifica)<br />
immensa! Ha continuato a produrre anche quando era<br />
diventato cieco, grazie <strong>al</strong>le sue straordinarie capacità. Per<br />
la filosofia sono abbastanza ignorante… posso dire il<br />
filosofo di Treviri, in onore del qu<strong>al</strong>e ho dato il nome a<br />
mio figlio, Carlo.<br />
R) F. Dostoevskij dopo Omero e Dante, G<strong>al</strong>ileo per il metodo, Marco Aurelio.<br />
8- Qu<strong>al</strong>e genere di musica preferisce?<br />
Z) Rock… un po’ di tutto… sono abbastanza aperto… ascolto dagli<br />
Haggard a Loreena McKennitt e Sigur Rós. Non posso proprio ascoltare il<br />
melodico sanre<strong>mese</strong> e il pop da MTV.<br />
R) Tutta, specie etnica<br />
9- Il libro sul comodino?<br />
Z) “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” di P.G.<br />
Odifreddi<br />
R) Sul mio comodino non ci sono libri perché prenderebbero troppa polvere.<br />
Ogni tanto leggo E. Dickinson che ha un posto in prima fila nella mia libreria.<br />
10- Il film preferito?<br />
Z) “La doppia vita di Veronica”, un film di Krzysztof Kieslowski, un regista<br />
polacco (purtroppo morto prematuramente) che vi consiglio.<br />
R) Lezioni di piano<br />
11- Adesso affronteremo un tema scivoloso: cosa ne pensa del rela-<br />
tivismo etico tanto deprecato d<strong>al</strong>la curia romana?<br />
Z) Domanda impegnativa, passiamo...casomai ci ritorniamo. (Dopo faticosi<br />
ripensamenti...) Non mi sembra una cosa da criticare, non ho niente in contrario.<br />
Ad esempio nell'antica Grecia i rapporti omosessu<strong>al</strong>i e quelli con adolescenti<br />
erano una cosa norm<strong>al</strong>e, adesso non lo sono più perché sono cambiati<br />
i costumi. Come in ambito scientifico non esistono verità assolute, non<br />
può esistere una mor<strong>al</strong>e assoluta v<strong>al</strong>ida in ogni società ed in ogni tempo.<br />
R) Non credo, indipendentemente d<strong>al</strong>la Curia Romana, che etica e relativismo<br />
siano conciliabili: come la mettiamo con la politica?con l’attività profession<strong>al</strong>e?<br />
12- Per toccare un tema di politica molto concreto, riesce a scorgere<br />
una soluzione efficace per l'integrazione degli immigrati,<br />
in particolare dei Rom?<br />
Z) [dopo due settimane di elucubrazioni, la montagna ha<br />
partorito… ] Non è un problema semplice… e comunque<br />
non risolvibile in tempi rapidi, nessuno ha la bacchetta<br />
magica. Credo che l’unica, lenta, strada passi per la formazione,<br />
per l’assimilazione/integrazione cultur<strong>al</strong>e attraverso<br />
l’istruzione e non lo dico in quanto addetto ai lavori.<br />
R) Risposta ban<strong>al</strong>e: un po’ più di humanitas e meno paura,<br />
specie da parte di chi ha più mezzi<br />
13- Ora scendiamo dai sentieri impervi della politica<br />
<strong>al</strong>le consolatrici chiacchiere da parrucchieria. Lei ha<br />
mai fumato? E se sì, che cosa?<br />
Z) Ho fumato sigarette per 20 anni ed ho smesso 5 anni fa,<br />
non volevo che i miei figli si dovessero vergognare di me, che<br />
potessero dire “nostro padre è morto prematuramente perché<br />
era un cog…e”. Ho fumato solo tabacco, in varie forme,<br />
qu<strong>al</strong>che volta pipa e sigaro, così giusto per darmi un tono.<br />
R) Ho un’atavica paura del fuoco<br />
14- Ha mai <strong>al</strong>zato troppo il gomito?<br />
Z) Pochissime volte.<br />
R) No, sono fuori come un b<strong>al</strong>cone da me medesima come gli <strong>al</strong>unni possono<br />
testimoniare<br />
15- Star bene vuol dire...<br />
Z) <strong>Se</strong>ntirsi re<strong>al</strong>izzati d<strong>al</strong> punto di vista affettivo e lavorativo.<br />
R) Possedere un pizzico di ironia in più<br />
16- Il rimpianto più amaro?<br />
Z) Aver accettato di sottopormi a questa intervista!<br />
Scherzo…<br />
D<strong>al</strong> punto di vista lavorativo rimpiango <strong>al</strong>cune scelte<br />
fatte ai tempi dell’università (o subito dopo) che mi<br />
hanno ridotto le possibilità di rimanere nella ricerca.<br />
R) Non aver s<strong>al</strong>utato mio padre<br />
17- La tua carriera scolastica in 3 aggettivi.<br />
Z) I 3 aggettivi non mi piacciono. Sono sempre stato uno<br />
studente brillante ma non secchione, con grande spirito<br />
critico e… modesto… ;-)<br />
R) Impegnativa, rigorosa,emancipante<br />
Renato Caccioppoli<br />
18- Com'è il tuo rapporto con gli <strong>al</strong>unni e come vorresti<br />
che fosse?<br />
Z) Penso di essere considerato un po' freddo come mi<br />
hanno detto anche gli ex <strong>al</strong>unni. Complessivamente non sono insoddisfatto,<br />
non sono un dittatore ma riesco comunque ad ottenere rispetto. I risultati<br />
tuttavia sono spesso insoddisfacenti e lasciano un po' di amaro in bocca.<br />
R) <strong>Se</strong>rio e aperto<br />
19- Potremmo spingerci molto più in la ma preferiamo fermarci qui,<br />
come fulmen in clausula ci s<strong>al</strong>uti da fisico.<br />
Z) Io, che in re<strong>al</strong>tà sono tanto matematico quanto fisico (o forse nessuno dei<br />
due…), voglio s<strong>al</strong>utare citando quello che è stato uno dei più grandi matematici<br />
del novecento, Renato Caccioppoli: “ Tre sono le cose per le qu<strong>al</strong>i v<strong>al</strong>e<br />
la pena vivere: la matematica, la musica e l'amore” ;-)<br />
R) D<strong>al</strong>l’Eracle di Euripide “…Io che ho distrutto la mia casa ed ho distrutto<br />
anche il mio onore e ormai non ho più nulla, vado con Tesia, attaccato a lui<br />
come barca <strong>al</strong>la nave! Chi ad un amico nobile e generoso preferisce la ricchezza<br />
o la forza, non ha senno!...”<br />
Giorgia III C
Λογος<br />
14º Premio “Libero Bizzarri”<br />
Il nostro tempo è ora<br />
È stata inaugurata quest’anno per la prima volta la sezione giovanile della celebre rassegna del documentario<br />
In questo anno che si è ormai concluso il mondo<br />
del cinema ha assistito commosso <strong>al</strong>la scomparsa<br />
di due maestri di fama internazion<strong>al</strong>e: Ingmar<br />
Bergman e Michelangelo Antonioni. La 14° rassegna<br />
di documentari "Libero Bizzarri", l'unico<br />
grande evento cultur<strong>al</strong>e che San Benedetto ha<br />
l'onore di ospitare, non poteva che essere dedicata<br />
<strong>al</strong> grande cineasta it<strong>al</strong>iano che insieme a<br />
Pasolini è considerato uno dei padri nobili del<br />
documentario cinematografico.Oltre a ricordare<br />
i grandi di un passato i cui fulgori sembrano<br />
sempre più lontani, quest'anno la Fondazione<br />
"Libero Bizzarri" ha osato coraggiosamente<br />
inaugurare una sezione della rassegna, "Il nostro<br />
tempo è ora", completamente dedicata ai giovani.<br />
Il nome è molto accattivante, quasi da spot<br />
pubblicitario, ma non c'è dubbio che questa<br />
esperienza sia ampiamente andata oltre le parole.<br />
Per la prima volta nel settembre scorso il<br />
Premio Libero Bizzarri ha aperto una sezione<br />
giovanile che, attraverso il documentario, il<br />
genere cinematografico meno inquinato da<br />
logiche di marketing e più solidamente fedele <strong>al</strong><br />
re<strong>al</strong>e, ha cercato di raccontare un universo, quello<br />
dei giovani appunto, che sembra sfuggire, ora<br />
come in passato, ad ogni definizione. Forse proprio<br />
la categorizzazione dei giovani, ormai ben<br />
evidenziata dai mass media e soprattutto utilizzata<br />
d<strong>al</strong>la pubblicità, che li considera come i propri<br />
destinatari più importanti, è colpevole di<br />
ban<strong>al</strong>izzare e sminuire un mondo d<strong>al</strong>le sfaccettature<br />
infinite. Fin qui, direte voi, niente di eccezion<strong>al</strong>e:<br />
innumerevoli sono i programmi televisivi,<br />
le mostre, i saggi concettosi che si sono occupati<br />
dei giovani. Ma la novità di questa iniziativa<br />
risiede nella giuria cha ha dovuto scegliere i<br />
migliori documentari: per an<strong>al</strong>izzare il mondo<br />
giovanile i curatori hanno pensato che il verdetto<br />
non dovesse essere espresso da un gruppo di<br />
addetti ai lavori, forse più attenti agli aspetti tecnici<br />
che <strong>al</strong>le tematiche, ma dagli stessi giovani,<br />
da ragazzi che potessero riconoscersi in ciò che<br />
vedevano sullo schermo o addirittura scoprire<br />
re<strong>al</strong>tà nuove o poco conosciute. Insomma una<br />
rassegna di documentari sui giovani, ma soprattutto<br />
per i giovani. Così, con l'onestà intellettu<strong>al</strong>e<br />
di chi non ha pregiudizi e la candida purezza<br />
di uno spettatore curioso, sono stati chiamati a<br />
comporre la giuria circa cinquanta ragazzi di età<br />
compresa tra i diciassette e i ventidue anni,<br />
parte dei qu<strong>al</strong>i provenivano anche da <strong>al</strong>tre<br />
regioni d'It<strong>al</strong>ia. In due giorni fitti di proiezioni i<br />
ragazzi si sono confrontati con otto documentari<br />
incentrati su problemi molto diversi. "8744" di<br />
Alessandro de Gregorio, primo classificato, racconta<br />
le memorie di un internato nei campi di<br />
concentramento ricordandoci che bisogna fare i<br />
conti con la storia, per quanto sia angosciosa o<br />
remota, mentre "Cris<strong>al</strong>idi", secondo classificato,<br />
di Mirko Locatelli affronta il delicato tema dell'essere<br />
disabili, dipingendo un vivido affresco<br />
sul mondo degli adolescenti meno fortunati. Al<br />
terzo posto si è classificato "Ring" di Giotto<br />
Barbieri, documentario sulla vita di due fratelli<br />
liguri marmisti che dopo il lavoro vanno in p<strong>al</strong>estra<br />
per <strong>al</strong>lenarsi <strong>al</strong>la boxe, la loro v<strong>al</strong>vola di<br />
sfogo e la loro passione a cui si sacrificano con<br />
una condotta di vita quasi monastica.Tra i documentari<br />
non premiati "Bianca, 16 anni" di<br />
Oliviero Toscani, il fotografo di tante campagne<br />
Michelangelo Antonioni<br />
pubblicitarie shock, ci introduce <strong>al</strong> problema<br />
dell'anoressia con uno straziante monologo di<br />
Bianca, ripresa in primo piano e incastonata tra il<br />
bianco e il nero, che descrive con frasi spesso<br />
rotte dai singhiozzi, la sua m<strong>al</strong>attia e il difficile<br />
rapporto con i familiari, mentre "Nisida" di Lara<br />
Ingmar Bergman<br />
Rastelli racconta la vita dei ragazzi ospiti del carcere<br />
minorile dell'isola di Nisida (Napoli) tra<br />
scuola, lavoro e noia attraverso le storie di Enzo,<br />
Rosario e Samir. <strong>Se</strong> i protagonisti di "Esta achegar-Cinemarena"<br />
di Fabian Ribrezzo sono gli<br />
attori, i tecnici e i medici di una compagnia che<br />
d<strong>al</strong> 2001 fa tappa nei paesini del Mozambico per<br />
sensibilizzare la popolazione sull'AIDS attraverso<br />
proiezioni ser<strong>al</strong>i e piccole pieces teatr<strong>al</strong>i, in "Il<br />
futuro-Comizi infantili" di Stefano Consiglio, che<br />
richiama in maniera inequivocabile "Comizi<br />
d'amore" di Pier Paolo Pasolini, i protagonisti<br />
sono dei bambini tra i dieci e i tredici anni pro-<br />
Pagina 11<br />
venienti da tutta It<strong>al</strong>ia interrogati sul sesso, il<br />
lavoro, la paura, la scuola, la religione e soprattutto<br />
sul loro futuro. Infine "Street Boulder" di<br />
Rovero Impiglia, regista sambenedettese,<br />
ambientato tra l'asfittico grigiore dei paesaggi<br />
urbani di Milano e Torino, racconta il fenomeno<br />
dello "street bouldering", una disciplina sportiva<br />
che consiste nell'arrampicarsi sugli edifici a mani<br />
nude e che si rivela essere una delle infinite<br />
declinazioni delle sfide con se stesso cui l'uomo<br />
si sottopone. Questi sono stati i temi trattati e gli<br />
interrogativi posti nella prima edizione della<br />
sezione giovani del Premio Libero Bizzarri. Come<br />
sempre le risposte ai problemi sono lontane. Ma<br />
se “la perfezione non è essere perfetti, ma tendere<br />
continuamente ad essa" come diceva Johann<br />
Gottlieb Fiche, l'unico sentiero coraggiosamente<br />
percorribile per noi, che pretendiamo di essere<br />
definiti giovani, è quello dello spirito critico e<br />
della sana irrequietezza che solo l'arte, la cultura<br />
e la consapevolezza del mondo circostante<br />
sanno suscitare.<br />
Matteo Marcozzi<br />
RICORDO IN AUTUNNO<br />
Una lenta melodia,<br />
ritorno di un mondo passato,<br />
invade il mio cuore ferito;<br />
cammino in un prato assolato,<br />
ma ormai morto<br />
nel lungo autunno della vita...<br />
<strong>Se</strong>nto il rumore delle foglie<br />
schiacciate dai miei piedi,<br />
agitate d<strong>al</strong> vento sui rami,<br />
sugli <strong>al</strong>beri stecchiti da tempeste improvvise.<br />
Ricordo un vento più c<strong>al</strong>do d<strong>al</strong> mare,<br />
un <strong>al</strong>ito d'amore d<strong>al</strong> nord,<br />
una pace scordata nel fondo del cuore...<br />
Ricordo i campi arati di fresco,<br />
scuri e bagnati d<strong>al</strong>la rugiada.<br />
Li attraverso tranquillo,<br />
mi aspetto un mondo sereno,<br />
fatto di sole,<br />
ma un vento freddo mi risveglia<br />
da un torpore d'amore...<br />
Le nuvole scure mi riportano indietro<br />
da un sogno di pace...<br />
Marco 1 A<br />
GUERRA<br />
Goccia<br />
sui volti sfiniti.<br />
La polvere gioca<br />
con le lacrime dei bambini.<br />
Un grido.<br />
Silenzio beffardo<br />
gravido di ipocrisia.<br />
Prigioniera liberata<br />
la raffica esplode.<br />
Investe gente, case…<br />
ruba la luce.<br />
Le fine non sembra giungere<br />
finché,<br />
con un lungo ed irre<strong>al</strong>e sospiro,<br />
trova breve riposo.
Pagina 12 Λογος<br />
“<strong>Se</strong> mi uccideranno risorgerò nel mio popolo”<br />
Il Rivoluzionario di Dio<br />
27 anni fa il vescovo s<strong>al</strong>vadoregno Oscar Romero veniva ucciso durante una Messa dai sicari del regime militare del suo paese<br />
Il 24 Marzo del 1980 a San S<strong>al</strong>vador il vescovo<br />
Oscar Romero stava celebrando la Messa. Aveva<br />
appena terminato la sua omelia in cui aveva<br />
elencato per l'ennesima volta tutte le persone,<br />
soprattutto studenti e contadini, che nella settimana<br />
appena trascorsa erano spariti d<strong>al</strong>la circolazione,<br />
arrestati e deportati chissà dove dai<br />
gerarchi della dittatura militare che stava facendo<br />
sprofondare il suo paese in un vortice di terrore<br />
e miseria. Era in piedi davanti <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tare<br />
pronto per recitare le formule dell'offertorio,<br />
quando d<strong>al</strong>la porta aperta della chiesa scorse<br />
un'auto che si era fermata proprio in quel<br />
momento. Esitò qu<strong>al</strong>che attimo, forse aveva<br />
capito tutto. Il finestrino della macchina si<br />
abbassò e partì un proiettile che colpì il vescovo<br />
in testa. Insieme a Romero caddero a terra<br />
tutte le ostie, poiché subito dopo il colpo il prelato<br />
aveva afferrato il tessuto che copriva l'<strong>al</strong>tare<br />
trascinandosi tutto ciò che era posto sopra.<br />
Il giorno dei suoi funer<strong>al</strong>i, il 30 marzo, più di<br />
250.000 fedeli provenienti da tutto il mondo<br />
giunsero a San S<strong>al</strong>vador per rendere omaggio<br />
<strong>al</strong>la s<strong>al</strong>ma di Romero. Il Gesuita John Dear,<br />
vedendo in quella straordinaria partecipazione<br />
<strong>al</strong>le esequie un duro atto di accusa verso il regime<br />
disse: "I funer<strong>al</strong>i di Romero sono stati la più<br />
grande manifestazione di protesta popolare di<br />
tutta la storia s<strong>al</strong>vadoregna". Durante la cerimonia<br />
una bomba esplose in piazza Barrios, antistante<br />
<strong>al</strong>la Cattedr<strong>al</strong>e, e vennero sparati dei<br />
colpi dagli edifici circostanti. <strong>Se</strong>bbene nessuno<br />
fosse stato colpito mort<strong>al</strong>mente d<strong>al</strong>l'esplosione<br />
o dai proiettili, molti rimasero uccisi perché<br />
schiacciati d<strong>al</strong>la folla che, accecata d<strong>al</strong> panico,<br />
cercava di scappare. Le notizie uffici<strong>al</strong>e parlano<br />
di 31 morti, ma <strong>al</strong>cuni giorn<strong>al</strong>isti sono arrivati a<br />
contarne addirittura 50.<br />
Per capire cosa abbia provocato l'assassinio di<br />
Romero e soprattutto perché in tutta l'America<br />
Latina la figura del vescovo sia venerata come<br />
quella degli <strong>al</strong>tri martiri della Chiesa, bisogna<br />
ripercorrere brevemente la sua vita. Egli nacque<br />
nel 1917 a Ciudad Barrios in una famiglia di<br />
umili origini e fin da piccolo manifestò il desiderio<br />
di diventare sacerdote. Entrò nel seminario<br />
di San Miguel e completò i suoi studi<br />
<strong>al</strong>l'Università Gregoriana di Roma. Le sue posizioni<br />
decisamente conservatrici gli permisero di<br />
guadagnarsi le simpatie dell'oligarchia del suo<br />
paese, ma quando divenne vescovo di Santiago<br />
de Maria, una delle regioni più povere del San<br />
S<strong>al</strong>vador, i fatti di sangue che colpirono persone<br />
e collaboratori a lui cari, lo spinsero <strong>al</strong>la denun-<br />
cia delle situazioni di violenza che riempivano il<br />
Paese. Quando nel 1977 venne nominato arcivescovo<br />
maturò completamente la sua "conversione<br />
nella conversione" schierandosi d<strong>al</strong>la<br />
parte dei poveri e avvicinandosi <strong>al</strong>le idee della<br />
teologia della liberazione, corrente sviluppata<br />
soprattutto dai Gesuiti dell'America latina e<br />
spesso osteggiata d<strong>al</strong> Vaticano per la sua presunta<br />
vicinanza <strong>al</strong> marxismo. Dopo appena un<br />
<strong>mese</strong> d<strong>al</strong> suo insediamento l'assassinio del<br />
Gesuita e suo collaboratore, padre Rutilio<br />
Grande, lo scosse profondamente inspirandogli<br />
una dolorosa omelia pronunciata durante i<br />
funer<strong>al</strong>i del Gesuita, con la qu<strong>al</strong>e iniziò la sua<br />
azione di denuncia. La Chiesa non poteva rimanere<br />
indifferente <strong>al</strong>le ingiustizie, <strong>al</strong>le torture<br />
perpetrate d<strong>al</strong> regime, ma doveva guidare le<br />
popolazioni verso la liberazione d<strong>al</strong>la miseria e<br />
d<strong>al</strong>la sofferenza per farle risorgere consapevoli<br />
della propria dignità. Ma Romero non si fermò<br />
<strong>al</strong>le omelie domenic<strong>al</strong>i. Scrisse infatti anche una<br />
lettera <strong>al</strong> presidente americano Jimmy Carter<br />
nel Febbraio nel 1980 in cui denunciava l'appoggio<br />
dell'esercito americano <strong>al</strong> regime s<strong>al</strong>vadoregno<br />
nel reprimere le organizzazioni di civili<br />
che combattevano per i diritti umani più elementari.<br />
Carter ignorò completamente l'appello<br />
di Romero. Ma l'arcivescovo rimase isolato<br />
anche <strong>al</strong>l'interno della sua Chiesa e perfino<br />
Giovanni Paolo II, convinto oppositore della<br />
teologia della liberazione, lo ricevette a Roma<br />
solo una volta, un <strong>mese</strong> prima della sua tragica<br />
morte. La sua battaglia fu tutt'<strong>al</strong>tro che indolore<br />
oltre che per la popolazione<br />
s<strong>al</strong>vadoregna anche<br />
per il clero. L'esercito infatti<br />
iniziò a occupare e profanare<br />
diverse chiese<br />
come ad Aguilares, dove<br />
furono sterminati più di<br />
200 fedeli. Lo stesso<br />
Romero dichiarò: "In<br />
meno di tre anni più di 50<br />
sacerdoti sono stati colpiti,<br />
minacciati e diffamati.<br />
<strong>Se</strong>i di questi sono dei veri<br />
e propri martiri poichè<br />
sono stati assassinati,<br />
molto <strong>al</strong>tri sono stati torturati<br />
e <strong>al</strong>tri ancora espulsi<br />
d<strong>al</strong> paese. Anche le suore<br />
sono state oggetto di persecuzione.<br />
La stazione<br />
radio dell'Arcidiocesi, le<br />
scuole cattoliche e le associazioni<br />
religiose sono<br />
state costantemente attaccate e minacciate con<br />
delle bombe e molte parrocchie e conventi<br />
sono stati addirittura saccheggiati".<br />
Romero restò solo, i suoi appelli non vennero<br />
recepiti dai potenti del mondo. Sapeva che<br />
sarebbe andato incontro ad una morte violenta<br />
e sperava che nell'agguato che lo avrebbe ucciso<br />
non sarebbero state coinvolte persone innocenti.<br />
Il 24 Marzo 1980 venne ucciso un vescovo dei<br />
poveri secondo cui "il mondo della Chiesa è il<br />
mondo dei poveri". Per concludere riporto un<br />
passo tratto d<strong>al</strong>la lectio magistr<strong>al</strong>is di Oscar<br />
Romero pronunciata in occasione del conferimento<br />
della Laurea Honoris Causa da parte<br />
dell'Università belga di Loviano il 2 Febbraio<br />
1980.<br />
"L'essenza della Chiesa sta nella sua missione di<br />
servizio reso <strong>al</strong> mondo, <strong>al</strong>fine di s<strong>al</strong>varlo nella<br />
sua tot<strong>al</strong>ità, di s<strong>al</strong>varlo nella storia, qui e ora. Per<br />
dirla in una sola parola il mondo, che la Chiesa è<br />
chiamata a servire, è per noi il mondo dei poveri.<br />
Il nostro mondo s<strong>al</strong>vadoregno non è un'astrazione,<br />
non è semplicemente un ulteriore esempio<br />
di ciò che, nei paesi sviluppati come il<br />
vostro, si intende per "mondo". È un mondo che<br />
nella sua immensa maggioranza è costituito di<br />
uomini e di donne poveri e oppressi. È in questo<br />
mondo senza volto umano che la Chiesa<br />
della mia archidiocesi ha cercato di incarnarsi.<br />
Non dico questo con spirito trionf<strong>al</strong>istico, giacché<br />
ho ben chiaro il molto che ancora ci manca,<br />
in vista di un più pieno avanzamento in questa<br />
incarnazione. Tuttavia ricordo questo fatto con<br />
immensa gioia, poiché abbiamo compiuto lo<br />
sforzo di non passare oltre, di non girare <strong>al</strong>la<br />
larga del ferito incontrato lungo la strada, e ci<br />
siamo avvicinati a lui come il buon samaritano.<br />
Questo avvicinamento <strong>al</strong> mondo dei poveri, lo<br />
intendiamo, <strong>al</strong> tempo stesso, come incarnazione<br />
e conversione... Questo incontro con i poveri<br />
ci ha fatto recuperare la verità centr<strong>al</strong>e del<br />
Vangelo, nel qu<strong>al</strong>e la parola di Dio ci sollecita<br />
<strong>al</strong>la conversione. La speranza che predichiamo<br />
ai poveri è perché sia loro restituita la dignità, è<br />
per dare loro il coraggio di<br />
essere, essi stessi, gli autori<br />
del proprio destino. In una<br />
parola, la Chiesa non solo si<br />
è voltata verso il povero, ma<br />
fa di lui il destinatario privilegiato<br />
della propria missione.<br />
Il mondo dei poveri<br />
ci insegna come la sublimità<br />
dell'amore cristiano<br />
debba passare attraverso<br />
l'imperiosa necessità di un<br />
impegno perché sia resa<br />
giustizia <strong>al</strong>le maggioranze,<br />
senza rifuggire della lotta<br />
onesta. Il mondo dei poveri<br />
ci insegna che la liberazione<br />
arriverà non il giorno in<br />
cui i poveri saranno i meri<br />
destinatari di benefici resi<br />
dai governi e d<strong>al</strong>la stessa<br />
Chiesa, ma quello in cui essi<br />
diverranno in prima persona<br />
attori e protagonisti<br />
della propria lotta e della propria liberazione,<br />
smascherando in t<strong>al</strong> modo la radice ultima dei<br />
f<strong>al</strong>si patern<strong>al</strong>ismi, compresi quelli ecclesi<strong>al</strong>i.<br />
Crediamo che, a partire d<strong>al</strong>la trascendenza del<br />
Vangelo, noi possiamo giudicare in che cosa<br />
consista veramente la vita dei poveri, e crediamo<br />
pure che, mettendoci d<strong>al</strong>la parte del povero<br />
e cercando di dargli vita, giun-geremo a sapere<br />
in che cosa davvero consiste l'eterna verità del<br />
Vangelo."<br />
Matteo Marcozzi
Λογος<br />
“Lavorare stanca”. Il rimedio? Sciopero!!!<br />
Il lavoro nelle prospettive dei giovani<br />
“L’It<strong>al</strong>ia è una repubblica<br />
fondata sul<br />
lavoro” così dice il<br />
primo articolo della<br />
Costituzione it<strong>al</strong>iana<br />
del 1946.T<strong>al</strong>e formulazione<br />
si contrappone<br />
a quella dei<br />
regimi politici precedenti<br />
ad essa, in<br />
cui avevano la preminenza<br />
<strong>al</strong>tri v<strong>al</strong>ori, e assegna <strong>al</strong> lavoro la funzione<br />
di criterio di apprezzamento dei diritti e<br />
doveri dell’individuo nella società. Il lavoro è<br />
considerato d<strong>al</strong>l’ordinamento it<strong>al</strong>iano come un<br />
dovere del cittadino nei confronti dello Stato;<br />
t<strong>al</strong>e dovere, pur non avendo v<strong>al</strong>ore normativo, è<br />
sanzionato indirettamente.<br />
In correlazione a questo dovere è riconosciuto a<br />
tutti i cittadini it<strong>al</strong>iani il diritto <strong>al</strong> lavoro e sono<br />
posti a carico dello Stato gli obblighi che rendano<br />
effettivo t<strong>al</strong>e diritto.<br />
Per noi ragazzi, che ci affacciamo sul mondo<br />
universitario con timore e curiosità, tenendo<br />
<strong>al</strong>to lo sguardo ad un prossimo futuro lavorativo<br />
(in tempi quantomeno duri da questo<br />
punto di vista) è importante che lo Stato si<br />
attivi per darci la possibilità di non essere<br />
“bamboccioni” e di dare il nostro meglio nel<br />
settore in cui intendiamo trovare occupazione<br />
e speci<strong>al</strong>izzarci. <strong>Se</strong>condo <strong>al</strong>cuni è necessario<br />
a t<strong>al</strong> fine rinnovare l’ormai invecchiato<br />
sistema politico, chiuso in se stesso e formato<br />
da una “casta” più potente e privilegiata<br />
rispetto <strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre. T<strong>al</strong>e “casta” sembrerebbe<br />
tendere sempre a manipolare ogni settore<br />
della vita pubblica, della comunicazione di<br />
massa e del pensiero mor<strong>al</strong>e, civile e cultur<strong>al</strong>e<br />
dei singoli cittadini.<br />
Un <strong>al</strong>tro importante punto di discussione, per<br />
quanto concerne il lavoro, riguarda il precariato.<br />
Anche Papa Benedetto XVI <strong>al</strong>l’Angelus del 14<br />
ottobre 2007, ha sottolineato l’importanza di<br />
ridurre t<strong>al</strong>i forme di contratto soci<strong>al</strong>mente<br />
discriminanti. Questo, stando <strong>al</strong>le dichiarazioni<br />
degli organizzatori, sarebbe stato anche lo spirito<br />
animatore della manifestazione “rossa”del 20<br />
ottobre 2007 a Roma. Tenendo conto della partecipazione<br />
di un gran numero di persone, circa<br />
600.000, si metteva in evidenza ancora una<br />
volta l’obiettivo ultimo cui tutti noi it<strong>al</strong>iani tendiamo<br />
in questo periodo, il gradu<strong>al</strong>e annullamento<br />
del precariato.<br />
Rispetto <strong>al</strong> passato le condizioni di lavoro e le<br />
agevolazioni nei contratti si presentano in vesti<br />
nuove per i lavoratori di oggi e di domani. Per<br />
conservare il posto di lavoro e per crescere profession<strong>al</strong>mente,<br />
la<br />
possibilità fondament<strong>al</strong>e<br />
è costituita<br />
d<strong>al</strong>l’adattabilità a<br />
nuove funzioni, in<br />
una logica di mobilità<br />
e di formazione<br />
permanente, nella<br />
qu<strong>al</strong>e la maggiore<br />
dote richiesta è<br />
l’abilità a recepire i<br />
contenuti formativi,<br />
siano essi speci<strong>al</strong>istici,<br />
relazion<strong>al</strong>i o<br />
gener<strong>al</strong>isti.<br />
E’ quindi molto<br />
importante conse-<br />
Pagina 13<br />
Dopo un <strong>mese</strong> esatto d<strong>al</strong>la riapertura dei cancelli di tutte le scuole<br />
it<strong>al</strong>iane, ecco che subito gli studenti si mobilitano per uno sciopero.<br />
Il motivo che lo ha scaturito è l’operato del ministro Fioroni,<br />
che a seguito di un decreto legge ha reintrodotto dopo ben 13<br />
anni il sistema degli esami di recupero. Vorrei innanzitutto cercare<br />
di capire come è possibile essere contro una legge simile. Ovvero<br />
vorrei capire se quando si esprime la propria contrarietà in merito<br />
si parla ragionando con la testa o con il cuore. Ma a parte ciò<br />
(ognuno ha piena libertà di pensare ciò che vuole e non sarò certo<br />
io ad impedirglielo), vorrei an<strong>al</strong>izzare come è avvenuto lo “sciopero”,<br />
sempre se di sciopero possiamo parlare. Partiamo d<strong>al</strong>la mobilitazione.<br />
I giorni precedenti <strong>al</strong>la manifestazione, la scuola era<br />
addobbata con qu<strong>al</strong>che volantino con su scritto “Venerdì 12<br />
Sciopero”, qu<strong>al</strong>che faccia del Ministro della Pubblica Istruzione<br />
sbarrata qua e là… ma la cosa che più ho trovato divertente è stata<br />
vedere un volantino dove tra le varie motivazioni per cui si doveva<br />
essere contrari a questo DL che si esprimeva così:“non è giusto passare l’estate sopra i libri… c’è chi apprende prima e chi apprende dopo….occorre<br />
rispettare i tempi di ognuno”. Bene, non che questa affermazione meriti commenti, ma vorrei comunque fare un’osservazione: se qu<strong>al</strong>cuno dovrà studiare<br />
durante l’estate sarà perché nel periodo scolastico l’avrà fatto meno. Per quanto riguarda invece la manifestazione vorrei riportare qu<strong>al</strong>che striscione<br />
visto in giro, fuori i cancelli della scuola. Il primo recitava “Scuole = prigioni; la colpa è di Fioroni”; ma che senso ha questa affermazione??? Mah… aspetto<br />
la risposta da parte dell’autore! Un’ <strong>al</strong>tro diceva:“la scuola siamo noi…” ok, nessuno ha affermato il contrario… e tanti <strong>al</strong>tri sullo stesso genere…<br />
Poi è partito il corteo: con una colonna sonora davvero singolare:“la mamma di Fioroni è una put****”. Dimostrazione evidente del fatto che nessuno sa<br />
nulla, nessuno ha opinioni e quindi passa <strong>al</strong>l’offesa. Successivamente, verso metà mattinata molti hanno approfittato di questa occasione. Hanno preso la<br />
p<strong>al</strong>la <strong>al</strong> b<strong>al</strong>zo ed hanno deciso, invece di manifestare (se proprio ci credevano) per i loro ide<strong>al</strong>idi organizzarsi ben bene la bella giornata che li attendeva.<br />
Chi ha deciso di prendere un appuntamento d<strong>al</strong> parrucchiere, chi di rimanere direttamente a casa a dormire, chi di farsi una bella vacanzetta e così via…<br />
Tutto ciò è abbastanza svilente, se si pensa davvero a chi crede in questo strumento, a chi lo reputa un arma del lavoratore con la qu<strong>al</strong>e si può cercare<br />
di cambiare qu<strong>al</strong>cosa… lo so che possono sembrare frasi fatte… ma è davvero così!<br />
guire il maggior numero di certificazioni e speci<strong>al</strong>izzazioni<br />
fin da ora, <strong>al</strong> fine di essere un giorno<br />
in grado di <strong>avere</strong>, e possibilmente di esprimere,<br />
un’ idea di vita completa sotto tutti i punti<br />
di vista. In t<strong>al</strong> modo sarebbe possibile capire più<br />
facilmente ogni meccanismo della vita che<br />
scorre e intuire il modo migliore per muoversi<br />
nel mondo del lavoro che ci aspetta. Non dobbiamo<br />
però pensare di poter raggiungere<br />
obiettivi elevati nella vita senza studiare ora e<br />
applicarci molto, in modo da ottenere il massimo<br />
possibile d<strong>al</strong>le nostre capacità e possibilità<br />
attu<strong>al</strong>i.<br />
Il lavoro, d<strong>al</strong> latino labor, significa fatica, ma non<br />
dobbiamo spaventarci di fronte a niente. <strong>Se</strong><br />
teniamo bene a mente i nostri obiettivi, qu<strong>al</strong>unque<br />
essi siano, utilizzeremo le nostre energie<br />
in modo costruttivo e adeguato a raggiungerli.<br />
A t<strong>al</strong> fine è anche importante <strong>avere</strong> gli stimoli<br />
giusti <strong>al</strong>lo studio o <strong>al</strong> lavoro manu<strong>al</strong>e e dei<br />
momenti di svago, durante i<br />
qu<strong>al</strong>i curare i nostri interessi<br />
soggettivi. Questi bei<br />
momenti sono importantissimi<br />
tanto per il divertimento<br />
puro, quanto per il meritato<br />
riposo della nostra mente,<br />
sempre affollata di nuove<br />
idee e spunti.<br />
Spero che tutti noi possiamo<br />
trovare la forza per perseguire<br />
i nostri obiettivi così da<br />
ottenere la desiderata affermazione<br />
nella vita, pubblica<br />
e privata nel medesimo<br />
tempo.<br />
Marco Di Francesco I A
Pagina 14 Λογος<br />
L‘angolo della Poesia<br />
SPEZZATO<br />
Non c'è nessuna<br />
giustificazione<br />
non c'è nessuna<br />
bugia<br />
nessuna verità<br />
nessun amore...non c'è nessun<br />
rimorchiatore, gatto, cane,<br />
pesce,<br />
cielo.<br />
Perfino il vostro soffrire è<br />
un miraggio.<br />
Non c'è nessun contratto<br />
non c'è nessun onore<br />
nessun mandante,<br />
e la ragione se n'è andata<br />
a pesca nel<br />
deserto.<br />
Non c'è nessuna base razion<strong>al</strong>e<br />
non c'è nessuna nobiltà.<br />
Un laccio da scarpe spezzato<br />
è la tragedia:<br />
non le mani mie<br />
che strangolano quel<br />
minuscolo luogo<br />
che chiamate<br />
amore.<br />
MEMENTO<br />
Charles Bukowski<br />
L'idea che ci facciamo d' ogni cosa<br />
è cagione che tutto ci deluda.<br />
E' m<strong>al</strong> sognare il vero,<br />
architettar l'ignoto.<br />
Il m<strong>al</strong>e è nella nostra fantasia<br />
che perfetto e mirabile si finge<br />
ogni evento,<br />
è nell'ansiosa attesa<br />
del giorno beato,<br />
del fortunato incontro<br />
che poi ci disinganna.<br />
Sospiravam la festa. Ecco è venuta.<br />
Passan l'ore fugaci e m<strong>al</strong>inconiche<br />
come per il fanciullo<br />
che niun vezzeggia ed è vestito a nuovo.<br />
Il bene t<strong>al</strong>volta fa ressa,<br />
si soffocarci minaccia.<br />
Ma il m<strong>al</strong>e è continuo, stillante.<br />
Il bene è l'infrazione, il m<strong>al</strong>e è norma<br />
nella nostra esistenza.<br />
Vincenzo Cardarelli<br />
PAPA'<br />
Non servi, non servi<br />
Non più, nera scarpa,<br />
come un piede vi ho vissuto<br />
Per trent'anni, gramo e bianco,<br />
Trattenendo fiato e starnuto.<br />
Papà, ammazzarti avrei dovuto,<br />
Tirasti le cuoia prima che ci riuscissi.<br />
Tu, fardello imbottito di Dio, marmo cocciuto,<br />
Orrenda statua d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>luce tristo<br />
Grosso come una foca di Frisco.<br />
Le nevi del Tirolo, la chiara birra di Vienna<br />
Non sono tanto pure o sincere<br />
Con la mia ava zingara ed un destino pazzo<br />
Di tarocchi ho un mazzo di tarocchi ho un<br />
mazzo<br />
Qu<strong>al</strong>cosa di giudeo potrei <strong>avere</strong><br />
Ho sempre avuto terrore di te,<br />
Della tua Luftwaffe, del tuo gregregré.<br />
E il tuo baffo ben curato<br />
E l'occhio ariano rifulgente blu.<br />
Uomo-panzer, uomo-panzer, O Tu -<br />
Non un Dio ma una svastica nera<br />
così che nessun cielo vi trapela.<br />
Ogni donna adora un fascista,<br />
uno scarpone sulla faccia, un brut<strong>al</strong>e<br />
un cuore inumano, uno a te egu<strong>al</strong>e.<br />
Stai <strong>al</strong>la lavagna, papà,<br />
nella foto che ho di te,<br />
biforcuto nel mento, piuttosto che nel pié<br />
ma non meno diabolico per questo, oh già<br />
e non meno uomo nero che<br />
azzanna il mio piccolo cuore facendolo in due.<br />
Avevo dieci anni <strong>al</strong>lorché sotterrarono te.<br />
E a venti cercai di morire<br />
per tornare, tornare, tornare da te.<br />
Pensavo che le ossa servissero, perfino le tue.<br />
Nel tuo cuore grasso e nero c'è un p<strong>al</strong>etto<br />
ai paesani nemmeno piacevi.<br />
Ora ti pestano, sopra di te fanno un b<strong>al</strong>letto.<br />
Chi eri hanno sempre capito.<br />
Papà, papà, bastardo, ho finito.<br />
Sylvia Plath<br />
CANTICO DEI DROGATI<br />
Ho licenziato Dio<br />
gettato via un amore<br />
per costruirmi il vuoto<br />
nell'anima e nel cuore.<br />
Le parole che dico<br />
non han più forma né accento<br />
si trasformano i suoni<br />
in un sordo lamento.<br />
Mentre fra gli <strong>al</strong>tri nudi<br />
io striscio verso un fuoco<br />
che illumina i fantasmi<br />
di questo osceno giuoco.<br />
Come potrò dire a mia madre che ho paura?<br />
Chi mi riparlerà<br />
di domani luminosi<br />
dove i muti canteranno<br />
e taceranno i noiosi<br />
quando riascolterò<br />
il vento tra le foglie<br />
sussurrare i silenzi<br />
che la sera raccoglie.<br />
Io che non vedo più<br />
che folletti di vetro<br />
che mi spiano davanti<br />
che mi ridono dietro.<br />
Come potrò dire la mia madre che ho paura?<br />
Perché non hanno fatto<br />
delle grandi pattumiere<br />
per i giorni già usati<br />
per queste ed <strong>al</strong>tre sere.<br />
E chi, chi sarà mai<br />
il buttafuori del sole<br />
chi lo spinge ogni giorno<br />
sulla scena <strong>al</strong>le prime ore.<br />
E soprattutto chi<br />
e perché mi ha messo <strong>al</strong> mondo<br />
dove vivo la mia morte<br />
con un anticipo tremendo?<br />
Come potrò dire a mia madre che ho paura?<br />
Quando scadrà l'affitto<br />
di questo corpo idiota<br />
<strong>al</strong>lora avrò il mio premio<br />
come una buona nota.<br />
Mi citeran di monito<br />
a chi crede sia bello<br />
giocherellare a p<strong>al</strong>la<br />
con il proprio cervello.<br />
Cercando di lanciarlo<br />
oltre il confine stabilito<br />
che qu<strong>al</strong>cuno ha tracciato<br />
ai bordi dell'infinito.<br />
Come potrò dire a mia madre che ho paura?<br />
Tu che m'ascolti insegnami<br />
un <strong>al</strong>fabeto che sia<br />
differente da quello<br />
della mia vigliaccheria.<br />
Fabrizio De Andrè
Λογος<br />
Prima di iniziare occorre precisare che questa rubrica avrà col passare del tempo diversità di scopi. Per chi<br />
si trova in questo <strong>Liceo</strong> da diversi anni è facile capire chi è questo "Ludo", per tutti gli <strong>al</strong>tri invece provvederò<br />
person<strong>al</strong>mente a descriverlo. Ludovico Cossignani era (non è morto) in questa scuola un pilastro,<br />
rappresentava la simpatia e la spensieratezza della nostra età, persona dotata di grande person<strong>al</strong>ità<br />
capace di consigliare nei momenti difficili e di farti ridere anche nelle situazioni peggiori. Lo scopo che mi<br />
sono prefissata, in qu<strong>al</strong>ità di grande sua amica, è di ricordarci di lui e imitarne le qu<strong>al</strong>ità. Proporrò quindi,<br />
in questa e nelle seguenti edizioni, brani da lui scritti di varia natura, iniziando con un testo sicuramente<br />
comico.<br />
Pagina 15<br />
La rubrica di “Ludo il vigilantes” Trainspotting<br />
Il mistero di… Holly & Benji<br />
Dopo una lunga meditazione, ecco la risposta<br />
<strong>al</strong>la domanda che tutti prima a poi si sono<br />
fatti: ma quanto è lungo il campo di c<strong>al</strong>cio del<br />
cartone animato "Holly e Benji"?<br />
Con un po' di trigonometria, tenendo presente<br />
il raggio della Terra (6327 km), l'<strong>al</strong>tezza di un<br />
osservatore (facciamo 1,70 m, anche se sono<br />
giapponesi e, di conseguenza, nani), e la linea<br />
che va d<strong>al</strong>l'osservatore fino <strong>al</strong>la linea dell'orizzonte,<br />
si ottiene che la distanza a cui un giocatore<br />
vede l'orizzonte è di 4,53 km. Tenuto conto<br />
che la traversa della porta compare quando un<br />
giocatore è più o meno sulla tre-quarti del<br />
campo, il campo intero risulta lungo circa 17,8<br />
km. Fin qua ci siamo. Ora la domanda è: a che<br />
velocità corrono mediamente Holly Hatton,<br />
Mark Lenders, Julian Ross e soci? Supporremo<br />
che il campo venga percorso dai più in forma<br />
quattro/cinque volte a partita: 95 minuti (+5 di<br />
recupero)= 5700 secondi (tempo di gioco),<br />
17.800 metri (lunghezza del campo) * 4,5 (volte)<br />
= 80.100 m (spazio percorso), 80.100 m/5700<br />
secondi = 14,05 m/s = 50,6 km/h (velocità).<br />
Corrono cioè 100 metri in 7,11 secondi, quasi 3<br />
secondi meno del record del mondo dei 100<br />
metri piani (e il campo di Holly e Benji, si sa, non<br />
è piano…). Questo è sufficiente a spiegare<br />
come mai il nostro povero Ross, m<strong>al</strong>ato di<br />
cuore, abbia difficoltà a concludere le partite.<br />
Avete presente quando Holly d<strong>al</strong>la sua area tira<br />
una mina che attraversa tutto il campo (di 17,8<br />
km), buca la rete e sfonda il muro? In re<strong>al</strong>tà la<br />
domanda è un'<strong>al</strong>tra: ma in Giappone li fanno i<br />
controlli anti-doping?<br />
<strong>Se</strong> il campo è lungo 18 km circa, la larghezza<br />
della porta è regolamentare o è in proporzione?<br />
In quest'ultimo caso, la porta quanto è grande?<br />
Perché, nel caso di una porta larga 2-3 km, il<br />
gesto atletico di Ed Corner che si spinge da un<br />
p<strong>al</strong>o <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tro assume dimensioni spropositate…<strong>al</strong>tro<br />
che nandrolone! Per non parlare poi<br />
del colosso che copre la porta con la sua massa<br />
adiposa…cosa gli ha dato la mamma da mangiare<br />
da piccolo? E i gemelli "castoro" Derrick? A<br />
furia di s<strong>al</strong>tare sulla traversa potevano battere<br />
Bubka nel s<strong>al</strong>to con l'asta (tra l'<strong>al</strong>tro<br />
senz'asta…)! Inoltre l'area di rigore<br />
dovrebbe risultare di 2,5 km, e il<br />
dischetto risulterebbe dunque a 1,7<br />
km d<strong>al</strong>la porta…<br />
E ancora: che schema usano per<br />
occupare tutto il campo, l'1-1-1-1-<br />
1-1-1-1-1-1? In cosa consiste la tecnica<br />
del contropiede? Come fa l'anziano<br />
in difesa a chiamare il fuorigioco?<br />
Spara un razzo in aria?<br />
L'arbitro gira per il campo in moto?<br />
E se investe qu<strong>al</strong>cuno? E se gli finisce<br />
la miscela? E se estrae il cartellino<br />
rosso mentre va a 80 <strong>al</strong>l'ora con<br />
tutti i Carabinieri lì intorno? Per fermare<br />
il gioco cosa usa, la tromba?<br />
Per fermare un giocatore lontano<br />
che fa, gli spara? Alle gambe o <strong>al</strong>tro "purchè si<br />
fermi"? I guard<strong>al</strong>inee usano una vela per le<br />
segn<strong>al</strong>azioni? E quando devono mettersela tra<br />
le gambe per segn<strong>al</strong>are i rigori? <strong>Se</strong> un giocatore<br />
chiamato d<strong>al</strong>l'arbitro scappa via per non farsi<br />
riconoscere organizzano una squadra di ricerche?<br />
Quando devono fare un cambio mandano<br />
le frecce tricolori ad avvisare?<br />
<strong>Se</strong> un tifoso fa invasione di campo quando lo<br />
ripigliano? <strong>Se</strong> un giocatore resta a terra non<br />
rischia di creparci prima che qu<strong>al</strong>cuno lo veda?<br />
Come si fa a fare ostruzione? A fine partita gira<br />
l'autobus per il campo o i giocatori se la devono<br />
cavare da soli? <strong>Se</strong> uno scappa, d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tra parte<br />
del campo come lo scoprono? Da quanti anelli<br />
sono composte le tribune? Gli ultrà si menano<br />
ugu<strong>al</strong>mente o sono troppo lontani? Ma quanti<br />
spettatori ci saranno in uno stadio così (con<br />
oltre 40 km di gradinate)?<br />
<strong>Se</strong> uno attraversa tutto il campo p<strong>al</strong>la <strong>al</strong> piede,<br />
scarta tutti, evita anche il portiere, e giunto<br />
davanti <strong>al</strong>la porta vuota (dopo stimiamo mezz'oretta<br />
di corsa) la butta fuori, che fa, si spara?<br />
Si butta sotto la moto dell'arbitro? E quando<br />
scopre che la partita era già finita da mezz'ora?<br />
E che c'era pure stato l'interv<strong>al</strong>lo? <strong>Se</strong> uno perde<br />
p<strong>al</strong>la sotto porta dopo un'azione continuata (di<br />
un'ora) della squadra, cosa gli fanno?<br />
Vivisezione? <strong>Se</strong> in una partita c'è più di una rete<br />
passa <strong>al</strong>la storia?<br />
Ma…se ci fosse la nebbia?<br />
Ora si spiega com'è che per giocare 90 minuti di<br />
partita servivano dieci puntate da mezz'ora<br />
l'una…<br />
Laura I B<br />
Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete<br />
una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un<br />
maxitelevisore del cazzo, scegliete lavatrice,<br />
macchine, lettori cd e apriscatole elettrici.<br />
Scegliete la buona s<strong>al</strong>ute, il colesterolo basso e<br />
la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi<br />
fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli<br />
amici, scegliete una moda casu<strong>al</strong> e le v<strong>al</strong>igie in<br />
tinta, scegliete un s<strong>al</strong>otto di tre pezzi a rate e<br />
ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il<br />
fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica<br />
mattina, scegliete di sedervi sul divano a<br />
spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz<br />
mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare.<br />
Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in<br />
uno squ<strong>al</strong>lido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo<br />
per gli stronzetti viziati ed egoisti che<br />
avete figliato per rimpiazzarvi, scegliete un<br />
futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare<br />
una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la<br />
vita, ho scelto qu<strong>al</strong>cos'<strong>al</strong>tro, le ragioni? Non ci<br />
sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando<br />
ha l'eroina? […]<br />
Magari fossi finito dentro <strong>al</strong> posto di Spud!<br />
Eccomi là, circondato d<strong>al</strong>la mia famiglia e dai<br />
cosiddetti amici. Non mi ero mai sentito così<br />
solo, mai in tutta la vita. La pena era sospesa e<br />
stavo in questo programma: dipendenza sponsorizzata<br />
d<strong>al</strong>lo stato. Tre dosi di metadone dolciastro<br />
<strong>al</strong> giorno invece della roba. Ma non<br />
basta mai. E in questo momento meno che mai.<br />
Le ho prese tutte e tre stamattina e ora mi<br />
aspettano diciotto ore per la prossima dose. Il<br />
sudore sulla schiena è come uno strato di congela.<br />
Devo andare a trovare Madre Superiora.<br />
Per una pera. Una pera cazzo! Per superare questa<br />
lunga giornata dura. […]<br />
Mi sono giustificato con me stesso in tante<br />
maniere diverse, non era niente di che, solo un<br />
piccolo tradimento, o... i nostri rapporti erano<br />
cambiati, sapete cose così... ma ammettiamolo li<br />
avevo bidonati, i miei cosiddetti amici. Di<br />
Begbie non me ne fregava un cazzo, e Sick Boy<br />
avrebbe fatto lo stesso con me se c'avesse pensato<br />
per primo, di Spud beh, d'accordo per Spud<br />
mi dispiaceva, non aveva mai fatto del m<strong>al</strong>e a<br />
nessuno lui.<br />
Allora perché l'ho fatto? Potrei dare un milione<br />
di risposte tutte f<strong>al</strong>se.<br />
La verità è che sono cattivo, ma questo cambierà,<br />
io cambierò, è l'ultima volta che faccio cose<br />
come questa, metto la testa a posto, vado avanti,<br />
rigo dritto, scelgo la vita. Già adesso non vedo<br />
l'ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro,<br />
la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice,<br />
la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico,<br />
buona s<strong>al</strong>ute, colesterolo basso, polizza vita,<br />
mutuo, prima casa, moda casu<strong>al</strong>, v<strong>al</strong>igie, s<strong>al</strong>otto<br />
di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella<br />
pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio,<br />
bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, nat<strong>al</strong>e<br />
in famiglia, pensione privata, esenzione fisc<strong>al</strong>e,<br />
tirando avanti lontano dai guai, in attesa del<br />
giorno in cui morirai.<br />
Da Trainspotting, film del 1996<br />
con Ewan McGregor,<br />
regia di Danny Boyle,<br />
tratto d<strong>al</strong>l'omonimo libro di Irvine Welsh.
Pagina 16 Λογος<br />
Murphologia<br />
L'assioma fondament<strong>al</strong>e della Murphologia,<br />
anche detto legge di Murphy, è<br />
<strong>Se</strong> qu<strong>al</strong>cosa puo' andar m<strong>al</strong>e, lo fara'<br />
Riportiamo di seguito <strong>al</strong>cuni principi, leggi e<br />
teoremi derivanti d<strong>al</strong>l'applicazione della legge<br />
di Murphy <strong>al</strong>l' "UMANOLOGIA"<br />
• Prima legge di socio-genetica<br />
Il celibato non è ereditario.<br />
• Principio di Beifeld<br />
Le probabilita' che un giovane maschio incontri<br />
una giovane femmina attraente e disponibile<br />
aumentano in proporzione geometrica quando<br />
è con:<br />
• 1) la fidanzata,<br />
• 2) la moglie,<br />
• 3) un amico più bello e più ricco.<br />
• Quarta legge di Farber<br />
La necessità procura strani compagni di letto.<br />
• <strong>Se</strong>conda legge di Hartley<br />
Non andate mai a letto con gente più strana di voi.<br />
• Legge di Beckhap<br />
Bellezza moltiplicata per cervello è ugu<strong>al</strong>e a<br />
una costante.<br />
• Legge di Parker<br />
La bellezza è soltanto epidermica, la bruttezza<br />
arriva fino <strong>al</strong>l'osso.<br />
• Postulati di Pardo<br />
• 1. Le cose buone della vita sono illeg<strong>al</strong>i,<br />
immor<strong>al</strong>i o fanno ingrassare.<br />
• 2. Le tre cose veramente fedeli nella vita sono<br />
lo sporco, un cane e una donna vecchia.<br />
• 3. Non è importante essere ricchi: basta vivere<br />
nell'agio e poter <strong>avere</strong> tutto ciò che si vuole.<br />
• Legge del capitano Penny<br />
Si puo' fregare tutti per un certo periodo, o<br />
qu<strong>al</strong>cuno per sempre, ma non si puo' fregare la<br />
mamma.<br />
CRUCIVERBA<br />
ORIZZONTALI<br />
1-Periodici illustrati; 10-Donna dell’Arabia; 11-Tradizion<strong>al</strong>mente in rima con ‘cuor’; 12-Luogo di ritrovo;<br />
13-Gabbia per polli; 14-Arte drammatica; 18-…comuni a topi e coccodrilli; 19-il suffisso del<br />
medico; 20-non del tutto intero; 22-ne cav<strong>al</strong>ca la cresta chi ha successo; 23-non religiosa; 25-…fu,<br />
siccome immobile; 26-scura come pece; 28-l’inaugurazione di una nave; 30-preposizione del moto<br />
a luogo latino; 32-cambiano volgere in voltare; 33-un esplosivo; 35-sempre caro mi fu quest’…<br />
colle; 37-le creature di Matt Groening; 39-la ‘sorgente’ del Tamigi; 40-Gran Turismo; 41-amen (così<br />
…); 42-capigliatura felina; 43-San Francesco lo chiamava Frate;<br />
VERTICALI<br />
1-Cerca….l’acqua; 2-Lo rispetta chi è puntu<strong>al</strong>e; 3-Si toglie per <strong>avere</strong> il peso netto; 4-La metà di otto;<br />
5-Tranquillizzata; 6-Rivestiti di marmo; 7-Un famoso music<strong>al</strong>; 8-La scrisse John Lennon; 9-Decorata;<br />
15-Un tono di voce…dolcissimo; 16-Politicante impegnato; 17-Vasta penisola asiatica; 24-Si sprigiona<br />
d<strong>al</strong> caffè; 27-Il primo live di Bob Geldorf; 29-Fronte di Liberazione P<strong>al</strong>estinese; 31-Mitica madre<br />
di Perseo; 34-In bocca <strong>al</strong> cane; 36-In nessun tempo; 38- Petrolio…in America; 40-Gener<strong>al</strong> Motors;<br />
Irene, Ludovica e collaboratori<br />
• Legge di Katz<br />
Uomini e nazioni agiranno razion<strong>al</strong>mente solo<br />
dopo aver esaurito ogni <strong>al</strong>tra possibilità.<br />
• Legge di Issawi sulla conservazione del m<strong>al</strong>e<br />
L'ammontare tot<strong>al</strong>e del m<strong>al</strong>e in ogni sistema è<br />
costante. Quindi, ogni diminuzione in una direzione<br />
- per esempio una riduzione della povertà<br />
o della disoccupazione da un aumento nell'<strong>al</strong>tra<br />
- per esempio delinquenza o inquinamento.<br />
• Legge di Parker sulle affermazioni politiche<br />
La verità di un'affermazione non ha niente a che<br />
vedere con la sua credibilità, e viceversa.<br />
• Teorema di Andreotti sugli equilibri politici<br />
Il potere logora chi non ce l'ha.<br />
• Assioma di Cole<br />
La somma dell'intelligenza sulla Terra è costante;<br />
la popolazione è in aumento.<br />
• Legge dell'individuo<br />
Nessuno è veramente interessato o capisce<br />
quel che sta facendo chiunque <strong>al</strong>tro.<br />
• Filosofia di Steele<br />
Ognuno deve credere in qu<strong>al</strong>cosa: io credo che<br />
mi berro' un <strong>al</strong>tro bicchierino.<br />
• Motto di Canada Bill Jones<br />
È mor<strong>al</strong>mente sbagliato lasciare che i pollastri si<br />
tengano i loro soldi.<br />
Supplemento<br />
Una colt v<strong>al</strong>e più di un poker d'Assi.<br />
• Motto di Jones<br />
Gli amici vanno e vengono, i nemici si accumulano.<br />
• Codicillo di McClaughry <strong>al</strong> motto di Jones<br />
Per farvi un nemico, fategli un favore.<br />
• Legge di Vique<br />
Un uomo senza religione è come un pesce<br />
senza bicicletta.<br />
• La quinta legge<br />
Vi siete presi troppo sul serio.