Ai miei ragazzi Non entri chi non è matematico - Liceo Classico "G ...
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Λογος ΛΛογος Λογος Λ ο γ ο ς<br />
N. 6 - Maggio 2007<br />
Periodico di Informazione & Cultura<br />
a cura degli studenti del <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong> “G. Leopardi” di S. Benedetto del Tronto<br />
EDITORIALE<br />
<strong>Non</strong> <strong>entri</strong> <strong>chi</strong> <strong>non</strong> <strong>è</strong> <strong>matematico</strong><br />
Particolare tratto da “La scuola di Atene” di<br />
Raffaello raffigurante Platone e Aristotele<br />
Sopra il portale d'entrata dell'Accademia di Platone compariva<br />
un'epigrafe che per qualcuno potrebbe sembrare addirittura<br />
minacciosa: "<strong>Non</strong> <strong>entri</strong> <strong>chi</strong> <strong>non</strong> <strong>è</strong> <strong>matematico</strong>". Basterebbero<br />
queste parole a scuotere la coscienza intellettuale di <strong>chi</strong> rifugge<br />
con orrore dalla matematica o di <strong>chi</strong> addirittura si vanta di <strong>non</strong><br />
conoscerla. È alquanto avvilente notare che la concezione della<br />
netta separazione tra cultura scientifica e umanistica resiste<br />
ancora in modo prepotente soprattutto negli ambienti in cui <strong>è</strong><br />
preminente la cultura umanistica. I licei classici, naturalmente,<br />
rientrano in quest'ultima categoria.<br />
Ma basta entrare più a fondo nelle opere o nella vita di molti filosofi<br />
e scrittori per accorgersi che la matematica <strong>è</strong> stata fondamentale<br />
per l'evoluzione <strong>non</strong> solo di tutte le scienze, ma anche del<br />
pensiero. Partendo proprio da Platone, la famosa teoria delle<br />
idee <strong>non</strong> <strong>è</strong> quella costruzione così affascinante, ma forse troppo<br />
letteraria e creativa per essere credibile, che oggi ci viene spiegata,<br />
ma partiva da una riflessione prettamente matematica.<br />
Platone infatti si rese conto che le figure geometriche che l'uomo<br />
era in grado di disegnare <strong>non</strong> erano mai perfette e quindi postulò<br />
l'esistenza di una dimensione ideale in cui quelle forme erano<br />
esattamente pure e incorruttibili. Facendo un grande salto tem-<br />
porale, la stragrande maggioranza dei filosofi dell'età moderna erano anche matematici: Cartesio, Pascal,<br />
Bacone, Leibniz. Quest'ultimo addirittura spese la sua vita alla ricerca della Characteristica Universalis, del<br />
linguaggio universale privo di contraddizioni (in questo caso un linguaggio <strong>matematico</strong>) che potesse dimostrare<br />
tutte le verità e permettesse di risolvere ogni questione attraverso i calcoli.<br />
A maggior riprova della totale compenetrazione tra cultura letteraria e scientifica, basta scorrere l'elenco<br />
dei premi Nobel per la Letteratura. Si scoprirà che Bertrand Russel (Nobel del 1950) e Aleksander<br />
Solzenycin (Nobel nel 1970) erano entrambi matematici.<br />
Nel Marzo scorso a Roma sotto la direzione di Piegiorgio Odifreddi, docente di logica matematica<br />
dell'Università di Torino, la prima edizione de "Il festival della Matematica" ha registrato un successo clamoroso<br />
di pubblico. In questa manifestazione unica al mondo il professore torinese, grande divulgatore<br />
scientifico e apprezzato saggista, ha invitato i più grandi matematici viventi, da Andrew Wiles, autore della<br />
dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat, a John Barrows, cosmologo di fama internazionale, da Benoit<br />
Mandelbrot, teorico dei frattali, a John Nash, premio<br />
Nobel per l'Economia nel 1994 per i suoi contributi<br />
alla teoria dei gio<strong>chi</strong>, riuscendo a catalizzare<br />
l'attenzione del pubblico e dei media.<br />
Ma il festival <strong>è</strong> stato soprattutto l'occasione per<br />
indagare le ragioni della progressiva fuga degli<br />
studenti italiani dalle facoltà delle scienze cosiddette<br />
"dure" (ovvero matematica e fisica), problema<br />
arduo e spinoso che naturalmente <strong>è</strong> originato<br />
in massima parte dalle modeste prospettive di<br />
lavoro che in Italia questi corsi di Laurea offrono<br />
(a differenza degli paesi europei e degli USA), ma<br />
il cui germe culturale può essere identificato nella<br />
"diffidenza" nutrita da molti giovani verso queste<br />
discipline.<br />
Mentre le università indiane e cinesi sfornano<br />
ogni anno un numero enorme di nuovi ingegneri,<br />
l'Europa e l'Italia in particolare <strong>non</strong> possono<br />
John Nash<br />
rimanere a guardare, perché oltre al problema culturale vero e proprio, c'<strong>è</strong> in gioco l' evoluzione della<br />
nostra economia e quindi il nostro futuro. La sfida ad una tecnologia più agile, pulita e a misura d'uomo<br />
deve poggiare quindi su una formazione che riesca a sviluppare sia la cultura umanista che quella<br />
scientifica e che soprattutto riesca ad unirle senza soluzione di continuità in una sintesi significativa.<br />
Matteo Marcozzi<br />
<strong>Ai</strong> <strong>miei</strong> <strong>ragazzi</strong><br />
Approfitto della pubblicazione di questo<br />
numero del vostro giornalino per far arrivare a<br />
ciascuno di voi il mio più affettuoso saluto, che <strong>è</strong><br />
anche un commiato perché tra qualche mese concluderò<br />
il lungo servizio prestato nella Scuola.<br />
È stato veramente un piacere percorrere insieme<br />
a voi, in questa istituzione scolastica, un pur<br />
breve tratto della vita, che per me ormai volge al<br />
tramonto, e voglio ringraziarvi per aver gratificato<br />
ogni giorno la mia presenza tra voi, il mio<br />
lavoro per voi, con un rispettoso saluto e con un<br />
fresco sorriso.<br />
Desidero lasciare a voi, che sbocciate alla<br />
vita, il mio augurio sincero, paterno, perché possiate<br />
realizzare giorno dopo giorno i vostri sogni,<br />
le vostre speranze, le vostre aspirazioni; ma, per<br />
ottenere soddisfacenti risultati, dovete mettere un<br />
serio impegno e credere fermamente nelle cose<br />
che fate, in modo da poter sempre dire “ho fatto<br />
il mio dovere, nel limite delle mie possibilità”.<br />
Volgendo il pensiero a tante vicende della mia<br />
vita, posso affermare di aver cercato costantemente,<br />
nel lavoro e nei rapporti personali, di<br />
essere esigente con me stesso e tollerante con gli<br />
altri ed ora mi appresto ad affrontare con serenità<br />
il delicato passaggio alla pensione.<br />
Bando alle emozioni: cari saluti a tutti.<br />
In questo numero<br />
Giuseppe D’Onofrio<br />
Don Luigi Giussani: fedelissima unità,<br />
instancabile apertura pag. 2<br />
Il Dirigibile nel cielo del Rock pag. 3<br />
Punk History pag. 4<br />
Modello inglese? No, grazie!! pag. 5<br />
Il fenomeno dei "mocciosi" pag. 6<br />
Rostropovich: una vita in musica pag. 7<br />
Giovani, cambiamo le regole pag. 8<br />
Paz! pag. 9<br />
Darfur: un genocidio ignorato pag.10<br />
Cercando di combattere una terribile ignoranza pag. 11<br />
La Sibilla, fra mito e realtà, e il Guerrin Mes<strong>chi</strong>no<br />
Intervista a Pericle, grande uomo politico ateniese pag 12
Pagina 2 Λογος<br />
Don Luigi Giussani: fedelissima unità, instancabile apertura<br />
Sacerdote lombardo fondatore del movimento<br />
di “Comunione e Liberazione”,don Giussani nasce<br />
a Desio, un piccolo paese della Brianza, dove nacque<br />
anche papa Pio XI. Luigi Giussani era di famiglia<br />
povera ma che aveva una grande dignità e<br />
un immenso rispetto per l’altro:il padre, che<br />
aveva simpatie per il movimento socialista trasmette<br />
al figlio un acuto senso della giustizia e<br />
l’esigenza di rendersi sempre ragione di ciò che<br />
accade; la madre invece, era dotata di una fede<br />
concreta e gli insegna ad amare Dio con semplicità<br />
e a stupirsi ogni giorno della bellezza del<br />
creato. Forse per l’educazione ricevuta o forse<br />
per inclinazione naturale egli viene ricordato<br />
come “uno che amava la vita”dall’erede designato<br />
da lui stesso alla guida di questo movimento:<br />
don Julian Carròn. Carròn dice in<br />
un’intervista:“Don Giussani amava la vita fino al<br />
particolare:dalla musica, alle gite, ai pranzi, agli<br />
scherzi. Molti lo hanno seguito per l’impatto che<br />
suscitava in loro la sua umanità: era tutto investito<br />
di una intensità per me sconosciuta. Aveva la<br />
capacità di ascoltare, di immedesimarsi con la<br />
realtà dell’altro, una capacità di giudizio vero e<br />
tenero, forse proprio per questo egli rese il cristianesimo<br />
come qualcosa di avvincente.”<br />
Ad undici anni entra in seminario: sarà un’esperienza<br />
importantissima per la sua vita e in cui egli<br />
si interesserà ad autori come Giacomo Leopardi,<br />
Paul Claudel, Alessandro Manzoni ed ascolterà<br />
Donizetti, Chopin, Beethoven. Così viene toccato<br />
dalla bellezza;infatti dirà Ratzinger quando, il 24<br />
febbraio 2005 , celebrerà la messa per la sua<br />
morte nel duomo di Milano “Don Giussani fu toccato,anzi<br />
ferito dal desiderio della bellezza, ma<br />
<strong>non</strong> una bellezza qualsiasi o una banale ma la<br />
BELLEZZA stessa, quella infinita che proviene<br />
direttamente da Dio”.<br />
L’impeto missionario di questo sacerdote si rivolse<br />
ai giovani nel mondo della scuola agli inizi<br />
degli anni ’50. In quegli anni, la religiosità si sentiva<br />
ancora molto ed era radicata nella società<br />
civile: infatti Azione Cattolica riesce a radunare<br />
decine di migliaia di persone. Pio XII governa con<br />
autorevolezza e carisma, ma in realtà moralismo<br />
e formalismo allontanano i giovani dalla fede ,<br />
presto sopraggiungerà l’era del consumismo in<br />
cui la fede verrà ritenuta una cosa estranea alla<br />
vita, al lavoro, alla famiglia. Sono questi gli anni in<br />
cui Don Giussani decide di buttarsi fra i giovani e<br />
nel 1954 andrà ad insegnare religione al Berchet<br />
di Milano, culla della classe dirigente milanese<br />
ma anche laboratorio delle idee liberali,marxiste,<br />
radicali del paese. Questo <strong>è</strong> un momento decisivo,<br />
inizia qualcosa di nuovo: dopo poco tempo si<br />
raduna intorno a Giussani un piccolo gruppo di<br />
studenti , primo nucleo di quello che sarà GS<br />
(Gioventù Studentesca) e poi CL (Comunione e<br />
Liberazione). Nei dieci minuti di intervallo si riunivano<br />
per parlare, tra di loro c‘era una solidarietà<br />
stupefacente. L’iniziativa del Don Gius era<br />
quella di “reinventare quotidianamente e personalmente<br />
la Chiesa”, che altrimenti sarebbe<br />
diventata uno schema, uno stereotipo, clericalismo-moralismo<br />
. Egli vuole mostrare la ragionevolezza<br />
della fede, il suo punto di partenza erano<br />
i desideri e le esigenze umane dei suoi <strong>ragazzi</strong>.<br />
Una di loro ha detto di lui: “La cosa eccezionale<br />
del Don Gius era che egli <strong>non</strong> ci voleva dare Gesù<br />
Cristo, egli ci voleva dare la felicità, ma il bello era<br />
che ci accorgevamo che la felicità era proprio<br />
Gesù Cristo! Chi avrebbe potuto rispondere al<br />
nostro desiderio di bellezza, di infinito se <strong>non</strong><br />
Lui?”. Egli si riuniva con i suoi <strong>ragazzi</strong> in un incontro<br />
settimanale <strong>chi</strong>amato RAGGIO (l’attuale<br />
Scuola di Comunità) che consisteva in un<br />
momento di riunione in cui l’accesso era libero a<br />
tutti: professori, alunni, ebrei, atei... Si discuteva di<br />
fatti d’attualità, della bellezza,<br />
della giustizia, di alcuni passi<br />
del vangelo e ognuno interveniva<br />
quando e se voleva, proprio<br />
per l’impatto che quello<br />
che viveva in quel momento<br />
aveva suscitato in lui. Il movimento<br />
di GS cresce: la proposta<br />
di Don Gius era molto più affascinante<br />
di quelle parroc<strong>chi</strong>ali<br />
spesso fondate su un moralismo.<br />
I “giessini” provano entusiasmo<br />
per questa nuova esperienza;<br />
si vedono spesso in<br />
momenti di studio, di gio<strong>chi</strong>, di<br />
amicizie, di preghiere e<br />
canti.Tutto rapportato a Dio. In<br />
una delle sue interviste Giussani dice “La fede per<br />
quanto <strong>è</strong> bella e grande investe il soggetto intero<br />
tanto che determina la personalità dell’uomo<br />
in tutto ciò che fa. Attenti! La religione <strong>non</strong> <strong>è</strong> un<br />
cielo che si apre sopra e lontano da noi, <strong>è</strong> una<br />
vibrazione della terra!”. In quegli anni partono<br />
anche moltissimi missionari per il Brasile e successivamente<br />
il movimento da lui fondato si<br />
espanderà fino a raggiungere tutti i<br />
continenti:era infatti troppo bello e troppo grande<br />
quello che avevano vissuto e lo volevano portare<br />
dovunque. Quando sopraggiunse la tempesta<br />
del ’68 anche il movimento rimase coinvolto.<br />
Gli studenti scioperando, occupando scuole e<br />
addirittura scontrandosi tra loro, vogliono<br />
mostrare le loro esigenze di riforma della scuola,<br />
ma anche della società. Sono anni in cui l’ideologia<br />
marxista si diffonde tanto che nel 68 travolge<br />
anche i giessini che presto abbandoneranno<br />
tutto militando in queste azioni di riforma .È una<br />
crisi profonda. Le difficoltà <strong>non</strong> si fermano qui:<br />
l’Arcivescovo di Milano impose a Giussani di<br />
abbandonare la guida del movimento e di andare<br />
in America formalmente per approfondire gli<br />
studi di teologia. Don Gius <strong>è</strong> caratterizzato da<br />
un‘obbedienza radicale, come Maria,“la Madre<br />
del si”.<br />
Privi di una guida i giessini perdono l’orientamento.<br />
Ma Giussani <strong>non</strong> dispera, appena tornato<br />
ricomincia tutto da capo!<br />
“ Ci mise insieme per cercare di dare una risposta<br />
alle nostre esigenze che la politica <strong>non</strong> riusciva a<br />
comprendere ed esaudire. Ti faceva gustare<br />
l’istante proprio per queste sue continue provocazioni<br />
a vivere intensamente il reale”. Cosi egli<br />
rifonda la sua opera.<br />
Gli viene riconosciuto da tutti il fatto che ha<br />
influito profondamente sulla società e sulla <strong>chi</strong>esa,<br />
per la sua statura morale e intellettuale <strong>è</strong><br />
molto amato, tuttavia egli verrà anche molto criticato<br />
forse per la sua <strong>chi</strong>arezza, forse per la<br />
determinazione con cui diceva certe cose o forse<br />
proprio per quello che diceva .Seguendolo molti<br />
sceglievano per la loro vita la strada della castità,<br />
molti quella da missionari, trasmetteva una fede<br />
solida espressa in una operosità, <strong>non</strong> a caso per<br />
lui lo scetticismo era un “disimpegno della realtà”.<br />
Egli invita a guardare la realtà con gli oc<strong>chi</strong> di un<br />
bambino, senza preconcetti. Il culmine della<br />
ragionevolezza umana <strong>è</strong> quello che lui <strong>chi</strong>ama “il<br />
senso religioso”: “la sete di bellezza, di verità, di<br />
felicità <strong>è</strong> il CUORE. Noi tutti giudi<strong>chi</strong>amo in base<br />
a cose, più o meno superficialmente, magari<br />
senza neanche accorgersene, ma <strong>è</strong> cosi! E <strong>non</strong> si<br />
Don Giussani ai tempi del “Berchet”<br />
possono mica togliere, le hai dentro per sempre,<br />
puoi ignorarle ma le hai dentro.”Solo con l’avvento<br />
al trono di papa Giovanni Paolo II , si poterono<br />
ricomporre i rapporti tra don Giussani ,CL e<br />
la <strong>chi</strong>esa, proprio per questa sintonia che c’era<br />
tra i due. Dirà don Julian Carròn che questo papa<br />
“abbracciava tutta l’esperienza del movimento”.<br />
In 50 anni don Gius <strong>non</strong> si era mai risparmiato e<br />
dalla sua fede era scaturito un popolo: il movimento<br />
di Comunione e Liberazione, generando<br />
opere straordinarie educative e caritative, mentre<br />
il morbo di Parkinson lo consumava a poco a<br />
poco, lo stesso male di Woitila. Don Gius era<br />
pronto per il grande incontro, come ultimo desiderio<br />
vuole che gli si canti per l’ultima volta la<br />
canzone simbolo di Gs “Noi <strong>non</strong> sappiamo <strong>chi</strong><br />
era”. Muore mentre migliaia di persone si riuniscono<br />
intorno a lui. Il 22 febbraio 2005 e a celebrare<br />
la S. Messa <strong>è</strong> il card. Ratzinger futuro pontefice<br />
BenedettoXVI.<br />
Maria Pia Cossignani 1 A
Λογος<br />
Il Dirigibile nel cielo del Rock<br />
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e subito riconosco quell'arpeggio di la minore:<br />
l’avrò ascoltato un’infinità di volte eppure mi<br />
emoziona anche oggi, dopo che sono passati 3<br />
anni da quando comprai l’album in cui <strong>è</strong> contenuto<br />
questo brano, per i curiosi al Vergin<br />
Megastore di Piccadilly Circus, le 4 sterline<br />
meglio spese delle mia vita.<br />
Stairway to Heaven, la canzone che sto ascoltando,<br />
rappresenta l’apice della carriera di un gruppo<br />
che ha cambiato la musica, i Led Zeppelin, la<br />
migliore rock band di sempre.<br />
In dodici anni di carriera la musica l’hanno cambiata<br />
sul serio, <strong>non</strong> si tratta di una mera espressione<br />
retorica, <strong>non</strong> ce n’<strong>è</strong> bisogno: ascoltate un<br />
album qualsiasi, meglio se uno dei primi, e avre-<br />
te le idee<br />
più <strong>chi</strong>are<br />
in proposito.<br />
Il loro<br />
grande<br />
merito,<br />
per come<br />
la penso,<br />
fu quello<br />
di rinnovare<br />
un<br />
genere<br />
che stava<br />
diventandovec<strong>chi</strong>ocaricandolo<br />
di<br />
sentimentiprimordiali,suon<br />
a n d o<br />
spesso con il diavolo in corpo, ma lasciandosi<br />
abbandonare a delicate melodie in altri momenti,<br />
passando con disinvoltura da inviti al sesso<br />
anche abbastanza espliciti- “spremimi come un<br />
limone”, “fai uscire tutto il succo” in “The Lemon<br />
Song”- a ballate dagli e<strong>chi</strong> tolkieniani come “The<br />
Battle of Evermore”.<br />
La vera anima del “dirigibile di piombo” si comprende,<br />
però, solo se si ascoltano o si guardano<br />
delle esibizioni, anche se, sfortunatamente, <strong>non</strong><br />
esiste una discografia ufficiale in proposito: il<br />
martellare assordante di John “Bonzo” Bonham,<br />
le tastiere di Jones unite al virtuosismo di Jimmy<br />
Page e al canto grintoso, isterico di Robert Plant<br />
travolgevano, complici luci psichedeliche e<br />
ghiaccio secco, così tanti spettatori da polverizzare<br />
i record di una band come i Beatles.<br />
La Tournée migliore fu certamente quella del 72/<br />
73 quando, in America, il gruppo diede fondo ad<br />
ogni energia mettendo a ferro e fuoco il palco,<br />
con esibizioni anche di 4 ore e lanciandosi in<br />
improvvisazioni di mezz’ora, dimostrando un’affinità<br />
incredibile col pubblico e i rispettivi strumenti<br />
che permise loro di conquistare anche il<br />
pubblico d’Oltreoceano.<br />
In America i Led Zeppelin furono accolti da eroi,<br />
<strong>non</strong> solo per la loro bravura ma anche per i comportamenti<br />
fuori del palcoscenico che contribuirono<br />
a creare il mito della rockstar: capelloni che<br />
davano scandalo, distruggevano piani di alberghi,<br />
facevano risse e feste con le groupies.<br />
Molti episodi per così dire “curiosi” sono riportati<br />
nel libro “Il Martello degli Dei”, una fra le più<br />
Pagina 3<br />
accurate biografie del gruppo.<br />
Ad esempio, nel 1969 la band si trovava a Seattle<br />
in albergo e, mentre Plant e Bonham pescavano<br />
dalla finestra, l’allora manager Richard Cole si<br />
divertì ad inserire nella vagina di una groupie,<br />
che pretese anche di essere legata al letto, un<br />
pesce rosso…vivo; l’evento fu ingigantito tanto<br />
che si arrivò anche a parlare di pezzi di squalo, lo<br />
reputo comunque piuttosto “folkloristico” e ho<br />
ritenuto opportuno citarlo.<br />
Un altro elemento che attirò amori e odi verso i<br />
Led Zeppelin fu l’interesse, prevalentemente da<br />
parte di Page, per Aleister Crowley, una sorta di<br />
mago nero. Il <strong>chi</strong>tarrista <strong>non</strong> smentì mai i suoi<br />
rapporti con questa oscura figura da cui trasse<br />
ispirazione per i simboli della band e da cui comprò<br />
un castello in Scozia.<br />
Per questo molti sostengono che i Led Zeppelin<br />
hanno inserito messaggi subliminali di contenuto<br />
satanico nelle loro canzoni, una fra tutte<br />
Stairway to Heaven che, ascoltata al contrario,<br />
sembrerebbe contenere un’invocazione al diavolo;<br />
per quanto mi riguarda i messaggi potrebbero<br />
anche essere espliciti, ascolterei questa<br />
canzone in ogni caso: <strong>è</strong> una tra le più belle che<br />
abbia mai sentito e <strong>non</strong> riesco a trovare parole<br />
che <strong>non</strong> consideri fuori luogo o scontate per<br />
descriverla, otto minuti di pura scalata verso il<br />
paradiso.<br />
Domenico IVA<br />
A che cosa serve frequentare un <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong>?<br />
A che cosa servono le versioni di Cicerone, di Senofonte, a cosa servono le ossidoriduzioni, lo studio delle funzioni e i canti di Dante? A che cosa<br />
serve frequentare un <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong>? Domande senza risposta all'apparenza che hanno trovato una risposta. Quale?!?<br />
Tutti gli alunni di questo "luogo di passione" che hanno partecipato al test di ingresso presso l'Università Bocconi di Milano lo hanno superato e uno<br />
di noi parteciperà quest'estate a un campus orientativo promosso dalla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ancora una volta questa nostra scuola dimostra<br />
che al di là dei contenuti ciò che la qualifica <strong>è</strong> la qualità dello studio, teso ad essere critico e soprattutto personale. Congratulazioni vivissime ai<br />
"nostri compagni di sventura" e un incitamento a tutti gli studenti a <strong>non</strong> mollare.<br />
La redazione
Pagina 4 Λογος<br />
Punk History questi<br />
Punk <strong>è</strong> un termine inglese ( che come oggettivo<br />
significa di scarsa qualità, da due soldi) e<br />
nasce musicalmente traendo le sue radici dal<br />
rock' n' roll, nei primi anni '70 come reazione al<br />
business delle case discografiche, ottenuto<br />
sfruttando la musica popolare. I primi gruppi<br />
nascono negli Stati Uniti, principalmente nelle<br />
zone di New York e di Los Angeles, ma prima<br />
che questi si possano affermare vengono seguiti<br />
dalla nascita di altre band in Inghilterra (cfr.<br />
SLC - Fuori di Cresta: "…Un'altra cosa che <strong>non</strong><br />
reggo <strong>è</strong> la contesa su <strong>chi</strong> ha fondato la punk<br />
rock music: sono stati i Sex Pistols in Inghilterra?<br />
O sono stati i Ramones e i Velvet Underground<br />
a New York? …I Ramones…i Sex Pistols… Chi<br />
se ne frega di <strong>chi</strong> <strong>è</strong> stato ad iniziare! È musica!<br />
<strong>Non</strong> so <strong>chi</strong> ha creato il genere, <strong>non</strong> mi mporta,<br />
quello che so <strong>è</strong> che la nostra musica <strong>è</strong> più hard<br />
e molto più veloce e che dentro c'<strong>è</strong> molto,<br />
molto di più amore…e questo <strong>non</strong> ce lo può<br />
togliere nessuno!"). Proprio in Inghilterra sono<br />
presenti in maniera più forte le cause che<br />
hanno dato vita al punk: qui gran parte del settore<br />
musicale in questo periodo <strong>è</strong> controllato<br />
da po<strong>chi</strong>ssime grandi case discografiche, che<br />
<strong>non</strong> solo producono le registrazioni, ma fabbricano<br />
anche i supporti musicali, come nastri e<br />
vinili, ed alcune persino li vendono direttamente<br />
al pubblico tramite negozi di loro proprietà.<br />
Le case discografiche vogliono vendere i loro<br />
artisti anche all'estero, e questi, per ottenere un<br />
contratto, sono costretti a parlare delle condizioni<br />
sociali e politiche locali, che soprattutto in<br />
Gran Bretagna in questi anni sono oggetto di<br />
forti contestazioni (SLC: "IN UNA NAZIONE DI<br />
ANIME PERDUTE LA RIBELLIONE SALE FORTE<br />
MA IN UNA CITTA' SOFFOCATA DALLA RELIGIO-<br />
NE, DOVE LA META' DELLA POPOLAZIONE<br />
NEANCHE CONDIVIDE TALE CULTO, LA RIBEL-<br />
LIONE È COME UN INCENDIO). Sta prendendo<br />
piede la musica pop, fatta di suoni diversi dai<br />
classici strumenti del rock (basso, batteria e <strong>chi</strong>tarra)<br />
riproducibile dal vivo, in quanto il pubblico<br />
vuole sentire ai concerti i brani rigorosamente<br />
identici a quelli registrati in studio, solamente<br />
grazie ad apparec<strong>chi</strong> elettronici e personale<br />
aggiunto, che naturalmente fa lievitare i costi<br />
che il gruppo deve sostenere, permettendo così<br />
solo alle band già affermante di riuscire a continuare<br />
a vivere e rendendo la vita difficile alle<br />
esordienti. Inoltre la nuova musica pop conta<br />
fortemente sulla diffusione tramite i programmi<br />
televisivi e le riviste, che stabiliscono arbitrariamente<br />
successo e fallimento di un gruppo. Da<br />
questa situazione trae vita il punk, che fa il<br />
primo passo della lotta contro lo sfruttamento<br />
della musica da parte delle major producendo e<br />
distribuendo album indipendentemente (il<br />
D.I.Y. "Do It Yourself", ovvero "fai da te") e facendo<br />
tornare, dopo tanto tempo, i gruppi a suonare<br />
in garage e piccoli locali, a stretto contatto<br />
con i fans, invece che in grandi stadi davanti a<br />
migliaia di persone. Inoltre <strong>non</strong> conta sui massmedia,<br />
come televisione o stampa, per la sua<br />
diffusione, ma principalmente su un'imponente<br />
attività live e su giornali autoprodotti, le fanzones,<br />
oltre che sull'etica del D.I.Y. Tra le prime<br />
punk band i Ramones e i Sex Pistols iniziano a<br />
diffondere il nuovo genere (questi ultimi fanno<br />
conoscere il punk ad un pubblico più vasto ed<br />
ottengono un contratto con le major EMI e<br />
Virgin e rivoluzionano l'idea comune del rock'n'roll,<br />
soprattutto grazie alla crudezza dei loro<br />
testi e ai violenti concerti live, piuttosto che per<br />
le innovazioni portate dalla loro musica). È il<br />
Novembre del 1976 quando i Sex Pistols, pubblicando<br />
il loro singolo d'esordio "Anarchy in<br />
the U.K." coniugano di fronte al<br />
mondo il nuovo verbo del punk.<br />
È il gennaio 1978 quando, dopo<br />
soli 14 mesi mesi di vorticosa<br />
attività, i Sex Pistols si sciolgono,<br />
lasciando il campo alla breve<br />
meteora di Sid Vicious (morirà di<br />
lì a poco) e a quella assai più<br />
duratura di Johnny Rotten. Ciò<br />
che più conta <strong>è</strong> cha la fulminea<br />
carriera del gruppo inglese finirà<br />
per incarnare ed essere identificata<br />
con l'intera storia del punk,<br />
di ciò che era nato per distruggere<br />
e seppellire tutto il resto, di ciò<br />
che predicava il "no future" e "no<br />
rules" come suo unico scopo. La<br />
fine degli anni '70, e soprattutto il<br />
'77, <strong>è</strong> il periodo d'oro per la<br />
nuova musica: tanti <strong>ragazzi</strong><br />
seguono le prime punk band formando nuovi<br />
gruppi, ma il movimento rimane ancora confinato<br />
negli U.S.A. e in Inghilterra. Con la nascita<br />
delle nuove band il baricentro del nuovo stile<br />
musicale inizia a spostarsi verso la costa ovest<br />
statunitense, in California, ma ancora New York<br />
e soprattutto l'Inghilterra mantengono il ruolo<br />
di vere roccaforti del punk: nella zona di Los<br />
Angeles nascono però gruppi come Black Flag,<br />
Misfits, Bad religion, Circe Jerks e Dead<br />
Kennedys, mentre in Inghilterra i gruppi nati in<br />
questo periodo degni di nota sono i Clash, i<br />
Buzzcocks, primi esponenti del vero pop punk, e<br />
gli Exploited. In questo periodo, verso il 1980,<br />
nasce sempre a New York un nuovo stile musicale,<br />
un "sottogenere" del punk, l'hardcore<br />
punk, portato avanti da band come gli Agnostic<br />
Front, che ne diventano i principali esponenti.<br />
Sempre nei primi anni '80 l'interesse per il punk<br />
cala, anche se in questo periodo riesce comunque<br />
a sfondare in paesi diversi da quelli d'origine<br />
come il Canada (dove nascono gli SNFU, considerati<br />
i fondatori dello skate punk); riesce a<br />
"produrre" band come NOFX; Vandals e<br />
Offspring, e a fare passare per la prima volta nel<br />
1984 a MTV il videoclip di un gruppo punk, i<br />
Circe Jerks. Negli stessi anni comincia però il<br />
suo declino, confermato dallo scioglimento di<br />
band come Misfits e Black Flag, e dalle difficoltà<br />
che quelle sopravvissute incontrano nell'andare<br />
avanti (i Bad Religion ed i Descendents si<br />
sciolgono e riuniscono più volte). Sempre in<br />
anni di declino, nasce lo ska, versione<br />
velocizzata del reggae, contenente però anche<br />
sonorità punk; e presto i classici strumenti punk<br />
(basso, <strong>chi</strong>tarra e batteria), che sono poi gli stessi<br />
dello ska, vengono accostati a trombe, tromboni<br />
e sax, dando vita ad un genere ibrido, lo<br />
ska punk, del quale tra i primi esponenti ci sono<br />
gli stessi Snuff. Verso la fine del decennio, nel<br />
quale il punk ha ris<strong>chi</strong>ato di scomparire, il genere<br />
rinasce: nascono band come Good Riddance,<br />
All (dai resti dei Discendents, scioltisi temporaneamente<br />
poco prima), Green Day, Operation<br />
Ivy (un gruppo prevalentemente ska, ma ormai<br />
i due generi vengono accomunati) che, sebbene<br />
sia vissuto solo due anni, gioca un ruolo<br />
importante nella rinascita, No Use For A Name,<br />
Mr T Experience, Samiam e Pennywise. Alla fine<br />
degli anni '80 e l'inizio dei '90, il punk si diffonde<br />
anche nel resto d'Europa, seguendo la ripresa<br />
avuta in America: in Francia nascono i<br />
Burning Heads, in Italia i Punkreas, in Svezia No<br />
Fun AT All, Satanic Surfers e Millencolin, in<br />
Olanda Heideroosjes e Undeclinable<br />
Ambuscade, mentre in Germania i Wizo esistono<br />
già dai primi anni '80. In questi anni l'ascesa<br />
del punk comunque continua anche negli<br />
U.S.A.: nascono band come gli A.F.I., Rancid, Ten<br />
Foot Pole, Lagwagon, Strunt Out, Mxpx e Blink<br />
Sex Pistols<br />
182, alcuni peraltro di generi musicali differenti<br />
da quelli già sperimentati e pertanto relativamente<br />
innovativi. Agli inizi degli anni '90 inizia a<br />
prendere piede lo ska punk: vengono a crearsi<br />
infatti varie punk band con una sezione di fiati,<br />
come Voodoo Glow Skulls (che esistono dall'88,<br />
ma solo nei primi anni '90 aggiungono i fiati) e<br />
Less Than Jake. Ma il vero boom avviene nel '94:<br />
il punk diventa commerciale, grazie al pop punk<br />
di Green Day e Offspring e dei loro album<br />
"Dookie" e "Smash" che, con i loro 10 milioni di<br />
copie vendute ciascuno, portano i gruppi al<br />
livello dei cantanti pop, con i loro video in rotazione<br />
continua su MTV. A questo punto le major<br />
si interessano al genere rinato, offrendo contratti<br />
un po' a tutti i più famosi gruppi punk,<br />
spesso riponendo in essi troppe speranze che le<br />
porta a volte ad incappare in "fregature": il punk<br />
<strong>è</strong> pur sempre un movimento underground, <strong>non</strong><br />
tutti possono vendere milioni di dis<strong>chi</strong>. Il successo<br />
si riflette nelle nascite di tante nuove<br />
band, anche in paesi dove il punk <strong>è</strong> quasi sconosciuto,<br />
in rinascite di vec<strong>chi</strong> gruppi<br />
(Descendents, Misfits, Sex Pistols, Agnostic<br />
Front) e porta alla fortuna anche lo ska punk.<br />
Negli ultimi anni del millennio le punk band<br />
approdate su una major aumentano esponenzialmente,<br />
portanto alla conoscenza del grande<br />
pubblico gruppi come Offspring, Blink 82 e Sum<br />
41. Il punk cessò di essere un "genere" e un<br />
"movimento" un attimo prima di diventare istituzionale,<br />
di essere digerito e assorbito dal
Λογος<br />
Modello inglese? No, grazie!!<br />
Negli ultimi mesi, dopo la morte dell’agente<br />
Raciti a Catania, il mondo ultras ha subito un<br />
vero e proprio processo mediatico senza<br />
poter avere alcuna possibilità di difesa.<br />
Mi <strong>chi</strong>edo come mai quando Paolo, ultras del<br />
Brescia, Gianluca, del Napoli, venivano brutalmente<br />
massacrati e ridotti in fin di vita dalle<br />
forze dell’ordine (tanto per rimanere nell’attualità,<br />
e <strong>non</strong> risalire ai precedenti decessi di<br />
Colombi, Furlan, Alberti, Di Maio) nessuno<br />
degli organi d’informazione ha dato risalto a<br />
queste “scomode” vicende, rifiutando a priori<br />
di ricercare la verità dei fatti e di rendere giustizia<br />
alla dignità delle famiglie dei <strong>ragazzi</strong><br />
coinvolti. Come possono degli individui che<br />
<strong>non</strong> hanno mai messo piede in una curva<br />
Punk History<br />
segue da pag. 4<br />
sistema. Sarà per sempre indigesto, incompreso,<br />
incompleto e quindi perfetto; questo renderà<br />
inutile ogni tentativo fatto a posteriori, da<br />
parte di altre band pop-rock, del loro pubblico,<br />
o anche di più o meno accomodanti addetti ai<br />
lavori, di accreditarsi come prosecutori e nuovi<br />
alfieri di quel genere. Il punk nel suo senso originale,<br />
nel suo significato, fu una piroetta pura e<br />
disperata di fronte allo show-bis, che provocò<br />
morti e feriti (veri), soprattutto perché inattesa e<br />
imponderabile, e che implose in se stessa perché<br />
<strong>non</strong> proponeva alcun tipo di valore antagonista<br />
a quelli che voleva distruggere e sbeffeggiare:<br />
niente di quanto <strong>è</strong> successo dopo, dai<br />
primi anni '80, ha nemmeno lontanamente a<br />
che fare con quel mondo.Tutto <strong>è</strong> programmato,<br />
tutto <strong>è</strong> anzi fortissimamente voluto proprio da<br />
quel music business, da quel sistema, che il<br />
punk aveva contribuito a rivoluzionare per una<br />
breve stagione. Il "no future" dei punk oggi <strong>è</strong><br />
accantonato in soffitta, insieme ad ogni tipo di<br />
comportamento politicamente scorretto: il<br />
punk <strong>è</strong> solo un simulacro, come evocare il fuoco<br />
e la fiamma di qualcosa che <strong>non</strong> c'<strong>è</strong> più. I tempi<br />
sono cambiati, del resto. E quella purezza, seppure<br />
<strong>non</strong> priva delle sue zone d'ombra, rimane<br />
una sorta di isola felice lontana anni luce da<br />
MTV. "…I fought the law and the law won…"<br />
Serena I A<br />
sparlare di un fenomeno giovanile che pur<br />
con tutte le sue contraddizioni ed i suoi problemi<br />
esiste da quasi 40 anni?<br />
Che quello che <strong>è</strong> successo a Catania debba<br />
far riflettere seriamente <strong>è</strong> un dato di fatto, ma<br />
che i mass media abbiano invocato delle<br />
punizioni e misure come quelle che sono<br />
state varate dimostra<br />
ancora una<br />
volta un’assurda<br />
ipocrisia e completa<br />
ignoranza del<br />
fenomeno. Come si<br />
possono invocare<br />
leggi speciali quando<br />
queste già esistono<br />
ed hanno<br />
fatto più danni che<br />
altro?<br />
Ciò sembra solo ed<br />
esclusivamente finalizzato<br />
a favorire il<br />
cosiddetto modello<br />
inglese ed <strong>è</strong> <strong>chi</strong>aro<br />
come da questa<br />
vicenda qualcuno<br />
potrà trarre enormi<br />
vantaggi economici (<strong>non</strong> c'<strong>è</strong> cosa peggiore che<br />
speculare su una morte). Sembra che ci sia<br />
l'unanime decisione che la via da seguire sia il<br />
modello inglese. L'aspetto ironico della situazione<br />
<strong>è</strong> che mentre le autorità italiane stanno<br />
ribadendo il loro desiderio di seguire il modello<br />
inglese, le autorità britanniche e i media stanno<br />
finalmente ammettendo che sono andati troppo<br />
oltre nei cambiamenti che hanno fatto negli<br />
ultimi 20 anni.<br />
Veramente credete che in Inghilterra siano<br />
riusciti a sconfiggere i temibili hooligans?<br />
Le due grandi campagne che attualmente ci<br />
sono in Inghilterra sono quelle per la reintroduzione<br />
di aree dove poter stare in piedi e la<br />
riduzione dei prezzi eccessivamente alti che i<br />
tifosi pagano per i biglietti ed ha allontanato<br />
le famiglie da questo sport. Queste sono due<br />
delle maggiori ragioni per le quali vasti spazi<br />
Pagina 5<br />
vuoti di seggiolini sono ormai comunemente<br />
visibili negli stadi inglesi. E qui <strong>è</strong> la vera ironia:<br />
gli Inglesi <strong>non</strong> hanno mai risolto il problema!!<br />
Ogni notte, giovani minorenni incappucciati<br />
che sono disaffezionati verso la società sostano<br />
agli angoli delle strade bevendo, fumando<br />
e provocando disordini. Le serate nei bar e<br />
nei club presto si trasformano in battaglie tra<br />
bande di giovani ubria<strong>chi</strong> che si scontrano tra<br />
loro e la polizia, quale conseguenza del basso<br />
costo dell'alcool. Di sera, i c<strong>entri</strong> cittadini<br />
inglese sono i più violenti d'Europa, una<br />
situazione che <strong>è</strong> molto più difficile da prevedere<br />
e contenere rispetto ai tifosi di calcio. Gli<br />
inglesi <strong>non</strong> hanno mai risolto il problema,<br />
semplicemente lo hanno spostato da un'area<br />
ad un'altra, dagli stadi (da dove gli hooligans<br />
sono fuggiti) alle strade. Nelle serie minori,<br />
dove il prezzo dei biglietti <strong>è</strong> notevolmente<br />
inferiore, gli hooligans continuano ad occupare<br />
le gradinate dello stadio e a provocare<br />
incidenti. Ma di tutto ciò la stampa italiana<br />
<strong>non</strong> ci ha informato. I maggiori cambiamenti<br />
in Inghilterra sono derivati direttamente<br />
dopo i disastri dell'Heysel, Bradford e<br />
Hillsborough, sicché quando le autorità decisero<br />
di agire ci fu una opposizione assai scarsa.<br />
Ma le autorità inglesi <strong>non</strong> hanno mai<br />
dovuto combattere contro gli Ultras. Gli hooligans,<br />
anche se organizzati, <strong>non</strong> sono mai<br />
stati “militarizzati” come gli Ultras in Italia.<br />
Mentre gli hooligans hanno portato principalmente<br />
violenza, gli Ultras italiani hanno<br />
fatto molto di più. L'atmosfera, il colore, le<br />
coreografie e il costante sostegno per le loro<br />
squadre hanno fatto degli ultras italiani i<br />
migliori in Europa.<br />
Ritengo dunque onorevole l’ esempio che<br />
hanno dato alcuni dei maggior gruppi italiani,<br />
di <strong>non</strong> piegarsi a leggi fatte frettolosamente da<br />
<strong>chi</strong> <strong>non</strong> sa (e <strong>non</strong> ha voluto mai sapere né capire)<br />
cosa signifi<strong>chi</strong> andare allo stadio, fare sacrifici,<br />
credere in qualcosa che <strong>non</strong> potrà mai essere<br />
eliminato con norme repressive che devono<br />
far felici i soliti benpensanti.<br />
A.C.A.B.
Pagina 6 Λογος<br />
Il fenomeno dei “mocciosi”<br />
Quante volte tramite i mass-media, i nostri coetanei, amici abbiamo sentito parlare<br />
dei libri di Federico Moccia “Tre metri sopra il cielo” e “ Ho voglia di te” e dei<br />
films tratti dai libri?<br />
Beh, tantissime! È inutile dire che stanno avendo un successo enorme; basti pensare<br />
agli incassi del film “Ho voglia di te” che ha sbancato tutti i botteghini<br />
d’Italia, 6.264.000 euro solo nel primo weekend. Come mai questo genere di films<br />
e libri fanno impazzire milioni di adolescenti? È il film che piace o l’attore<br />
Riccardo Scamarcio? Quali sono i giudizi dei più grandi?<br />
Queste sono alcune delle domande alle quali cercheremo di dare una risposta<br />
attraverso interviste fatte a studenti e professori del nostro <strong>Liceo</strong> che gentilmente<br />
si sono prestati. I protagonisti sono: la Professoressa Bruna Di Gabriele, una<br />
ragazza e un ragazzo del nostro liceo.<br />
R: ragazza; M: ragazzo; D: Professoressa Di Gabriele<br />
1 Ha letto i famosissimi libri di Federico Moccia “ Tre metri sopra il cielo”,<br />
“Ho voglia di te” oppure ha visto gli omonimi films?<br />
R - Ho letto entrambi i libri e ho visto entrambi i films. Comunque io preferisco<br />
il libro poiché il film <strong>non</strong> riporta fedelmente il suo contenuto. Inoltre quando<br />
si legge, vivi in un mondo tutto tuo, immagini i personaggi in un certo modo,<br />
hai un certo tuo stile di critica, mentre vedendo il film sei passivo.<br />
M - Ho letto solo il primo di libro di Moccia “Tre metri sopra il cielo”, <strong>non</strong> ho<br />
letto “Ho voglia di te”e <strong>non</strong> ho visto i films corrispondenti perché <strong>non</strong> ho<br />
avuto tempo, possibilità e voglia.<br />
P - Ho letto solo “Tre metri sopra il cielo”perché mi <strong>è</strong> stato “imposto”da <strong>chi</strong> mi<br />
sta intervistando.<br />
2 Come mai questi libri e films sono in grado di catturare l’attenzione di<br />
così tanti giovani? Pensa che ci sia qualcosa di vero e di educativo in<br />
entrambi films e libri?<br />
R - Secondo me sono in grado di catturare l’attenzione di noi <strong>ragazzi</strong> perché<br />
l’adolescenza, quindi questo periodo che stiamo vivendo, <strong>è</strong> una fase della<br />
nostra vita durante la quale,specialmente noi ragazze,<strong>non</strong> facciamo altro che<br />
sognare l’amore e questi films riflettono bene le speranze, i desideri della<br />
nostra generazione. Di vero ci sono i sogni di noi ragazze riguardo l’amore, di<br />
educativo credo che <strong>non</strong> ci sia nulla, specialmente nei films.<br />
M - Perché offrono emozioni pret-à-porter, spicciole,“Emozioni da poco”,per<br />
citare la canzone di Anna Oxa. Sono films molto commerciali, rappresentano<br />
la parte più conformista dei giovani che si gloria dei propri fallimenti. Step <strong>è</strong><br />
<strong>chi</strong>aramente un fallito che <strong>non</strong> va a scuola e <strong>non</strong> lavora, sa solo correre con la<br />
moto e ris<strong>chi</strong>a anche la vita nelle corse clandestine,sa pic<strong>chi</strong>are,rompe il naso<br />
a un adulto… <strong>Non</strong>ostante ciò esce da questo libro come un eroe, come una<br />
persona da emulare in tutto e per tutto. In questo modo il messaggio che ci<br />
viene lanciato <strong>è</strong> completamente destabilizzante; se tutti fossero come questo<br />
Step sarebbe veramente un disastro.<br />
P - Moccia ha avuto la lungimiranza di inquadrare quelli che sono i sentimenti<br />
e le aspettative dei giovani d’oggi anche se considerare il suo libro come un<br />
modello o un messaggio da seguire <strong>è</strong> tutto da discutere. Infatti io credo che<br />
“Tre metri sopra il cielo”dica delle verità pur <strong>non</strong> esprimendo nessun messaggio<br />
educativo; Moccia, se mai, <strong>è</strong> stato molto furbo dal punto di vista editoriale,<br />
perché scrive in maniera molto fluida utilizzando periodi brevi, spesso ellit-<br />
tici del verbo, con frasi a effetto che catturano l’interesse dei giovani e soprattutto<br />
delle giovani.Oltre a questo, egli utilizza molto il dialogo, scrive dei capitoli<br />
brevissimi. Questo perché ha capito che i giovani della vostra età hanno<br />
una capacità di attenzione molto bassa come dimostra il fatto che riuscire a<br />
leggere un capitolo di Manzoni o un capitolo di Verga sia un problema per<br />
voi; e questo, anziché aumentare la vostra capacità espositiva e le vostre<br />
conoscenze lessicali, le diminuisce.<br />
<strong>Non</strong> credo, come ho già detto, che sia un libro educativo, infatti a pagina 124<br />
Pallina dice all’amica:“Piuttosto ho deciso che nella vita <strong>è</strong> molto più divertente<br />
essere deficienti”. Credo che questa frase, detta dalla migliore amica della<br />
protagonista, riassuma un po’tutto il messaggio del libro. Infatti <strong>chi</strong> <strong>è</strong> il protagonista<br />
di quest’ultimo? È un ragazzo di nome Step che conduce una vita da<br />
nullafacente, <strong>è</strong> un lassista, un ragazzo di vent’anni che vive grazie alle sovvenzioni<br />
economiche che gli provengono dai genitori e dal fratello che si lascia<br />
vessare da lui. Step riesce a raggiungere i suoi obiettivi grazie alla violenza,<br />
perciò il messaggio che arriva ai giovani <strong>è</strong> questo: in fondo <strong>non</strong> occorre<br />
impegnarsi, perché basta avere una stabilità economica, essere belli e muscolosi<br />
che la vita ti sorride a prescindere da tutto. Viceversa per le <strong>ragazzi</strong>ne il<br />
modello <strong>è</strong> incarnato dalla protagonista femminile: Babi, una ragazza perennemente<br />
a dieta, (<strong>non</strong>ostante l’anoressia sia oggi un gravissimo problema)<br />
bellissima, che studia quando capita e che <strong>non</strong>ostante ciò ottiene il massimo<br />
risultato con il minimo sforzo. Questo capita anche a scuola, grazie all’utilizzo<br />
della violenza del suo ragazzo Step che ricatta la terribilissima professoressa<br />
Giacci sequestrandole il cane. Vorrei mandare questo messaggio a tutti i<br />
nostri studenti: noi insegnanti del <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong> di San Benedetto del Tronto<br />
<strong>non</strong> abbiamo cani. Quindi state pure tranquilli: se anche avessimo un cane o<br />
un gatto e ce lo mandaste a casa a pezzetti, ciò <strong>non</strong> muoverebbe un minimo<br />
di pietà da parte nostra! Ma al di là di ciò, il quadro più sconvolgente che<br />
appare da quello che racconta Moccia, <strong>non</strong> <strong>è</strong> tanto quello degli adolescenti<br />
(perché in fondo Moccia <strong>non</strong> ci dice nulla di nuovo), ma <strong>è</strong> quello dei quarantenni<br />
e dei cinquantenni che sono i loro genitori. Sono persone assolutamente<br />
superficiali, che pensano a passare le serate giocando a carte. Dissipano<br />
così il denaro che proviene da loro quanto <strong>è</strong> stato accumulato nel tempo dai<br />
loro genitori.Naturalmente considerano il denaro e la loro condizione di agiatezza<br />
come qualcosa che <strong>è</strong> loro dovuto perché <strong>non</strong> se lo sono dovuto guadagnare<br />
da soli.<br />
Ad esempio per i genitori di Babi <strong>è</strong> normale andare a giocare tutte le sere<br />
dopo aver messo in punizione la loro figlia e averla lasciata a casa sperando<br />
che <strong>non</strong> esca; francamente mi sembra un atteggiamento superficiale; altrettanto<br />
avvilente <strong>è</strong> il ritratto che viene fornito di Claudio, il padre di Babi, che “ci<br />
prova” con una cameriera che ha l‘età della figlia.<br />
3 Sentimenti dei giovani rappresentati da una scritta sul muro o da un<br />
lucchetto su Ponte Milvio: questo <strong>è</strong> il romanticismo degli adolescenti di<br />
oggi. Qual <strong>è</strong> la sua opinione?<br />
R - Sicuramente una scritta sul muro o un lucchetto sul ponte Milvio rappresentano<br />
il sogno di molte ragazze, la dolcezza che si prova in quel momento.<br />
Purtroppo stanno diventando una moda e quindi preferirei un piccolo<br />
gesto, l’amore <strong>non</strong> <strong>è</strong> scrivere frasi<br />
sul muro!<br />
M - Molti <strong>ragazzi</strong> che devono<br />
di<strong>chi</strong>ararsi o comunque esprimere<br />
le proprie emozioni verso un’altra<br />
persona mutuano certe espressione<br />
da questi films e libri cult come<br />
la famosa “Io e te tre metri sopra il<br />
cielo” che compare anche sul<br />
ponte di Via Mare. Tutto ciò <strong>è</strong> un<br />
tarpare le ali alla fantasia, all’originalità.<br />
Ho letto sulla copertina del<br />
libro che una sedicente professoressa<br />
diceva di scoprire in questo<br />
libro il sentimento dell’amore.<br />
Nessuno potrebbe dire che in nessun<br />
libro, anche nei classici, ci sia la<br />
descrizione dell’amore perch<strong>è</strong> se<br />
l’amore potesse essere definito e<br />
descritto <strong>non</strong> sarebbe così compli<br />
continua a pag. 5
Λογος<br />
Rostropovich: una vita in musica<br />
È scomparso all’età di 80 anni, Mstilav Rostrpovich, uno dei più grandi violoncellisti del secolo scorso<br />
Venerdì 27 Aprile si <strong>è</strong> spento a Mosca Mstilav<br />
Rostropovich, po<strong>chi</strong> giorni dopo il gran ricevimento<br />
organizzato per festeggiare i suoi 80 anni,<br />
a cui avevano partecipato alcuni dei più grandi<br />
musicisti viventi e anche il presidente russo<br />
Vladimir Putin, quasi un segno dell'estrema riappacificazione<br />
tra le autorità russe e il celebre violoncellista.<br />
Rostropovich, oltre ad essere stato<br />
uno dei più acclamati violoncellisti del XX secolo,<br />
fu uno strenuo sostenitore dei diritti dei dissidenti<br />
del regime sovietico. Quando pubblicamente<br />
di<strong>chi</strong>arò di essere solidale con lo scrittore<br />
Aleksander Solzenicyn (premio nobel nel 1970),<br />
che aveva più volte denunciato gli orrori dei<br />
gulag, vissuti in prima persona, nel suo capolavoro<br />
"Arcipelago gulag" del 1973, fu privato della<br />
cittadinanza russa ed mandato in esilio. Egli <strong>non</strong><br />
separò mai la sua attività artistica dall'impegno<br />
politico anticomunista. A questo proposito<br />
rimarranno indelebili le immagini che lo ritraggono<br />
davanti al muro di Berlino, la mattina<br />
dell'11 Novembre, mentre suona le suite per violoncello<br />
solo di Bach accer<strong>chi</strong>ato da una folla di<br />
persone che ascoltano in silenzio e che lo<br />
segue da pag. 6<br />
Il fenomeno dei “mocciosi”<br />
cato. Tutto questo mercimonio di frasi caratterizza questi fenomeni come<br />
fenomeni di conformismo.<br />
P - Francamente ognuno può esser romantico come vuole, questa la notizia<br />
di ieri data dal telegiornale: <strong>è</strong> crollato il pilone sul quale erano stati <strong>chi</strong>usi tutti<br />
quei lucchetti e quindi <strong>è</strong> tutto finito! Magari per i <strong>ragazzi</strong> della vostra età può<br />
essere un segno importante che l’amore, in un certo qual modo, venga manifestato<br />
attraverso un lucchetto <strong>chi</strong>uso su un lampione di un ponte o che<br />
magari venga scritto il proprio nome davanti all’entrata del liceo. <strong>Non</strong> ci vedo<br />
nulla di male, purch<strong>è</strong> poi, crescendo, <strong>non</strong> vi fermiate solo a questo. Almeno <strong>è</strong><br />
quello che vi auguro.<br />
4 Tre aggettivi per descrivere i libri<br />
R - Romantico, emozionante, realistico<br />
M - Sciattamente romantico, destabilizzante e conformista<br />
P - È difficile, ritengo che il libro sia la brutta imitazione di “Gioventù bruciata”.<br />
Questo raffigurava una gioventù ribelle che voleva in un certo qual modo<br />
svec<strong>chi</strong>are una società di padri e madri bigotti, legate a vec<strong>chi</strong> retaggi educativi<br />
troppo rigidi. Al contrario in questo libro si esalta la bellezza fisica, la violenza<br />
e un mondo che <strong>è</strong> superficiale. Quindi il libro di Moccia <strong>è</strong> acuto perché<br />
<strong>è</strong> riuscito a cogliere la realtà che ci circonda, però il messaggio che manda <strong>è</strong><br />
assolutamente avvilente e diseducativo.<br />
5 Molti definiscono questi films <strong>non</strong> vero cinema, piuttosto un culto, una<br />
moda, un passaparola <strong>non</strong>ché un simbolo. Lei cosa ne pensa?<br />
R - Sono d’accordo con la domanda:“Tre metri sopra il cielo” e “Ho voglia di<br />
te” stanno diventando una moda, un passaparola poiché molto ragazze, ad<br />
esempio <strong>non</strong> vanno al cinema per vedere i films o per un confronto con il<br />
abbracciano alla fine dell'esecuzione. Dal punto<br />
di vista artistico, egli può essere definito un<br />
enfante prodige, diede infatti il suo primo concerto<br />
nel 1942 all'età di 15 anni. La passione per<br />
la musica gli venne trasmessa dai genitori,<br />
entrambi musicisti, che lo indirizzarono allo studio<br />
del violoncello, del pianoforte e della direzione<br />
d'orchestra presso il Conservatorio di Mosca.<br />
All'età di 25 anni era già famoso all'interno del<br />
suo paese e nel 1956 intraprese una tourn<strong>è</strong> statunitense<br />
che gli aprì le porte di una strepitosa<br />
carriera che lo portò ad esibirsi da solista e da<br />
direttore d'orchestra nei principali teatri del<br />
mondo. La maggior parte dei compositori di<br />
fama internazionale della seconda metà del<br />
Novecento gli hanno dedicato le loro opere:<br />
Benjamin Britten scrisse per lui la Cello Sonata, 3<br />
Solo Suites e la Cello Symphony, Dmitri<br />
Sostakovich gli affidò la prima<br />
esecuzione assoluta dei suoi due<br />
concerti per violoncello e orchestra,<br />
Aram Khacaturian, Sergey<br />
Prokofiev, Leonard Bernstein,<br />
Krzysztof Penderecky gli dedicarono<br />
le loro composizioni per<br />
violoncello. Per il suo impegno<br />
civile e politico portato avanti<br />
anche insieme alla moglie, la cantante<br />
lirica Galina Visnevskaja,<br />
fu nominato ambasciatore<br />
dell'Unesco e nel 2005 l'univesità<br />
di Bologna gli conferì la laurea<br />
honoris causa in scienze politiche.<br />
Mstislav Rostropovich <strong>è</strong> stato un musicista<br />
che <strong>non</strong> si accontentava di essere applaudito<br />
dalle platee di tutto il mondo per il suo talento<br />
irripetibile, <strong>è</strong> stato un intellettuale che ha scosso<br />
le coscienze del popolo russo, ha dimostrato che<br />
la sensibilità raffinata che permette di interpre-<br />
Pagina 7<br />
tare un brano nel migliore dei modi <strong>è</strong> la stessa<br />
che spinge a combattere l'ingiustizia sociale.<br />
Questa concezione dell'arte come mezzo per<br />
scuotere le anime anche verso l'impegno politico<br />
e civile <strong>è</strong> stata straordinaria raccolta dal più<br />
grande direttore d'orchestra vivente, Claudio<br />
Abbado, che in Venezuela ha formato un'orchestra<br />
strappando i giovani dalla strada e dalla<br />
malavita e con la quale ora sta girando il mondo<br />
con una tourn<strong>è</strong> fortunatissima. Quei <strong>ragazzi</strong><br />
venezuelani, che solo qualche anno fa sniffavano<br />
la colla nelle baraccopoli di Caracas, ora fanno<br />
parte di un'orchestra che sembra nata da una<br />
favola. Tutto ciò mostra come la musica <strong>non</strong> può<br />
rimanere nei conservatori e nelle sfarzose sale da<br />
concerto, la musica deve sporcarsi le mani per<br />
generare, come nel caso dell'orchestra giovanile<br />
di Abbado, dei fiori purissimi.<br />
Matteo Marcozzi<br />
libro, ma soltanto per vedere Riccardo Scamarcio, per fare apprezzamenti sull’attore.<br />
Inoltre secondo me questi films <strong>non</strong> rappresentano vero cinema.<br />
Sono films leggeri, che rispec<strong>chi</strong>ano quello che ognuna di noi si aspetta dal<br />
ragazzo, uno stile di vita perfetto senza problemi, ostacoli.<br />
M - Naturalmente sulle caratteristiche artistiche dei films si può discutere ad<br />
oltranza, ma sono comunque mac<strong>chi</strong>ne da soldi, sono come il miele per le<br />
<strong>ragazzi</strong>ne catturate da questo mito. In conclusione posso dire che intanto la<br />
cosa positiva <strong>è</strong> che molti giovani si sono avvicinati alla lettura, ma <strong>non</strong> bisogna<br />
fermarsi a questo genere di libri.<br />
P - Io penso che questo libro, l’unico che ho letto di Moccia, sia un libro di<br />
culto, una moda. Anche in classe se ne <strong>è</strong> dibattuto; c’<strong>è</strong> <strong>chi</strong> <strong>non</strong> lo legge a priori<br />
perché vuole fare magari l’alternativo e c’<strong>è</strong> <strong>chi</strong> invece lo legge e se ne fa<br />
strenuo sostenitore,<strong>non</strong> leggendolo con senso critico.Per tutto quello che ho<br />
detto sopra, simbolo spero che <strong>non</strong> lo sia,o almeno me lo auguro. La professoressa<br />
Vitali mi ricorda anche che dal libro emerge l’istigazione al suicidio<br />
perch<strong>è</strong> Step scrive sopra al ponte la celeberrima frase che dà il titolo al libro<br />
e qualche giovanetto della vostra età,per senso di emulazione,ha fatto altrettanto,<br />
ris<strong>chi</strong>ando molto. Spero ci siano <strong>ragazzi</strong> che abbiano quel tanto di<br />
senso critico che li induca a guardare con distacco questi gesti.“Istigazione<br />
all’anoressia”interviene la Professoressa Vitali “le <strong>ragazzi</strong>ne sono in una età in<br />
cui possono mangiare tutto e <strong>non</strong> lo capiscono” -riprende la parola la<br />
Professoressa Di Gabriele- <strong>è</strong> vero perché <strong>non</strong> ingrassate. Quando arriverete<br />
alla nostra età, sempre se ci arriverete, allora sarà veramente tutto finito perché<br />
ingrasserete anche con l’aria!!!<br />
Vorrei ringraziare ancora una volta gli intervistati per aver accettato di sottoporsi<br />
a questa intervista e per aver risposto alle domande con grande disponibilità.<br />
Elena P VD
Pagina 8 Λογος<br />
L‘angolo della semplicità: due groupies raccontano<br />
Giovani, cambiamo le regole<br />
Via dall’Alcohol - free music<br />
Una premessa: "Alcohol - free" sta per "liberi dall'alcool" e <strong>non</strong>, come la<br />
stragrande maggioranza (noi comprese, inizialmente) avrà pensato, "alcool<br />
lebro". Dunque la redazione declina qualsiasi tipo di responsabilità,<br />
qualora qualcuno voglia accogliere codesto slogan in lontana prospettiva.<br />
Porto d'Ascoli, lì 21/04/2007: oggi <strong>è</strong> il giorno promosso dal Centro<br />
Giovani per la campagna di sensibilizzazione rivolta alla nuova leva circa i<br />
danni prodotti dall'alcool. Armate di bombe caloriche alla crema chantilly<br />
e zabaione e di invadenti striscioni, ci appropinquiamo dunque verso<br />
quello che sarebbe dovuto essere un blando pomeriggio all'insegna della<br />
musica. Lì avviene una metamorfosi paragonandole all'omonima celeberrima<br />
kafkiana: due liceali del tutto spaesate entrano nella cabina telefonica<br />
e ne escono irriconoscibili in versione "really alternative groupies". Così<br />
forti della nostra esperienza in materia iniziata da circa un quarto d'ora, ci<br />
mostriamo subito accanite fans di gruppi e di un genere musicale sino a<br />
quel momento a noi del tutto estraneo. La manifestazione alla quale ci<br />
apprestiamo a prendere parte ha lo scopo con il motto "Alcohol free" di<br />
ri<strong>chi</strong>amare i giovani ad un corretto uso dell'alcool.<br />
Molti adolescenti, causa lo scarso interesse in ambito<br />
familiare o l'approssimativa propaganda nelle<br />
scuole, sono quasi del tutto ignari dei potenziali<br />
ris<strong>chi</strong> che corrono coltivando gli effimeri sollazzi<br />
dell'alcool. Sfortunatamente la soglia d'età dei piccoli<br />
bevitori si sta vertiginosamente abbassando, a<br />
fronte del dato fato che il consumo di bevande<br />
alcoliche negli individui di età inferiore ai sedici<br />
anni possa causare danni permanenti. La manifestazione<br />
si offre di trasmettere attraverso la musica<br />
l'idea di una possibile alternativa e che "il mondo<br />
<strong>non</strong> <strong>è</strong> solo m****" (frase topica da "Un sogno per<br />
domani").<br />
Un tripudio di giovani talenti degni della platea de<br />
la Corrida si <strong>è</strong> esibito in ibride performances a<br />
cavallo tra rock, punk e hardcore, e alle quali le<br />
nostre orec<strong>chi</strong>e per forza d'inerzia <strong>non</strong> hanno potuto<br />
sottrarsi: il coinvolgimento <strong>è</strong> tanto che, con il ronzio<br />
evergreen di Marcozzi che tenta di smuovere le<br />
coscienze di noi, popolo del classico, e di esortarci a<br />
dar voce a idee ed esperienze in trafiletti giornalistici<br />
che a lui servono a far numero ma che anche il<br />
Corriere della Sera gli invidierebbe, da buone samaritane<br />
facciamo tutti contenti ed intervistiamo le<br />
guest stars.<br />
Chi mai saranno costoro? I radiohead? I Sistem of a<br />
Down? No <strong>ragazzi</strong>, molto meglio: preparatevi ad un<br />
esclusivo t<strong>è</strong>te à t<strong>è</strong>te con gli Our Noise, giovani<br />
"ribelli e dannati" che anche Kurt se solo potesse si<br />
sottrarrebbe alla scena dinanzi a loro, e il cui stile si<br />
basa sulla morale del "sesso,droga e Rock&Roll" o<br />
peggio, sul modello "scimmie urlatrici". Leader del gruppo <strong>è</strong> Max, anche<br />
detto "Paccone" (abbiamo a stento tenuto a freno l'eziologica curiosità,<br />
temendo di sfociare alquanto nel privato), con Giacopo (cfr. Jacopo Alesi,<br />
I A, fresco di piercing), Filippo "Ghi", il maior del gruppo, e Dani.<br />
Ragazzi che cosa rappresenta per voi questa giornata?<br />
Max e Giacopo: per noi <strong>è</strong> un'occasione per suonare, certo siamo d'accordo<br />
con l'iniziativa, soprattutto per quanto riguarda mettersi al volante brilli…<br />
(in questi casi c'<strong>è</strong> Bob… cfr. braccialetto ANIA). La musica <strong>è</strong> un bello<br />
sfogo e un bel mezzo per promuovere l'iniziativa.<br />
Cosa ne pensate del connubio alcool-musica-divertimento?<br />
Giacopo (devoto [oli] studente del liceo classico): penso che si auspi<strong>chi</strong> un<br />
connubio alcool-musica come quello tra Amore e cuore gentile. (Mignini<br />
docet… P.S. Alesi hai recuperato gli appunti sul Dolce Shtil Novo????)<br />
Filippo: raga, la musica <strong>è</strong> un modo di rimor<strong>chi</strong>à (sorge spontanea una<br />
domanda: ha funzionato? Risposta: no… Jacopo in compenso ha due<br />
splendide groupies…)<br />
Ed ora la parola a Bac, batterista dei Rooster Ditch che per <strong>chi</strong> <strong>non</strong> lo sapesse,<br />
tradotto significa "Fosso dei Galli" (Porto D'Ascoli,anche detta la nuova Seattle<br />
per la ricchezza dei suoi talenti musicali), e a Ruch dei Death Chamber.<br />
Bac e Rush: siamo concordi con lo spirito dell'iniziativa. L'alcool <strong>è</strong> danno-<br />
so, ti rovina (P.S. di nascosto dalle telecamere sono stati sorpresi a programmare<br />
una capatina a Birlandia… Scandaloso!!!)<br />
Ed ora dopo le domande "serie", passiamo alle domande "simpatia":<br />
Qual <strong>è</strong> il vostro modello, la vostra fonte di ispirazione?<br />
Bac: io <strong>non</strong> ho modelli, sono io il mio modello, nel senso che provo ad<br />
immaginare come sarò da grande ed aspiro ad esserlo. (eh! Qualcuno traduca,<br />
please)<br />
Giacopo e Ghi: Superman e Batman<br />
- (per favore <strong>non</strong> scherziamo)<br />
- allora Cristic<strong>chi</strong>, Sgarbi e Pippo Baudo. Va bene ora?<br />
- (forse erani meglio i supereroi…)<br />
Max: (filosofeggiando in preda a crisi mistiche degne della Menade danzante<br />
di Skopas). Il mio ideale <strong>è</strong> l'allegoria della ribellione. (Sorgono due<br />
domande: 1 - da che ti ribelli? 2 - che ti sei fatto? Alla faccia dell'alcool-free.)<br />
Scusate, com'<strong>è</strong> questa storia che i cantanti fanno i concerti stra-fatti e<br />
stra-sbronzi e voi cantanti del domani cantate in manifestazioni alcool<br />
free?<br />
Bac: devo rispondere per forza? (ma no, consce<br />
della retoricità della domanda e del suo Q.I.)<br />
Giacopo: pensavo fosse Free-alcool (batte ogni<br />
record di pentimento).<br />
Ma <strong>è</strong> vero che i System of a Down avrebbero<br />
dovuto partecipare, ma all'ultimo momento<br />
hanno dato forfait a causa di un improvviso<br />
attacco di dissenteria e hanno mandato voi,<br />
tanto se si parla di escrementi…<br />
Giacopo: si si…<br />
Max: sono straniero, <strong>non</strong> l'ho capita… (si e noi ci<br />
crediamo…)<br />
Rush: fieri di essere i loro escrementi… (contento<br />
te…)<br />
Ed ora passiamo al parola agli organizzatori, che si<br />
sono prodigati per la buona riuscita e che giorno<br />
per giorno buttano al vento la loro vita sociale per<br />
amor di gioventù. (citiamo a proposito i versi di<br />
Lorenzo il Magnifico "quanto <strong>è</strong> bella giovinezza /<br />
che si fugge tuttavia / <strong>chi</strong> vuol esser lieto sia / del<br />
doman <strong>non</strong> c'<strong>è</strong> certezza!")<br />
Parlano Massimo Troiani e Giacomo Antonimi,<br />
menti supreme del Centro Giovani.<br />
Cosa vi ha spinto a promuovere quest'iniziativa?<br />
MT: l'evidenza dei problemi e degli incidenti<br />
dovuti all'alcool. La musica <strong>è</strong> un modo per coinvolgere<br />
i giovani e metterli al corrente del problema.<br />
GA: il nome dell'iniziativa dice tutto. È stata data ai<br />
giovani la possibilità di partecipare ad un'iniziativa<br />
che vuole anche essere un luogo di ritrovo senza<br />
sentirsi obbligati a bere.<br />
Cosa pensate del connubio alcool-musica?<br />
MT: ritengo che <strong>non</strong> sia un connubio inscindibile. La cultura del bere ce lo<br />
impone come modello. (Ma <strong>non</strong> <strong>è</strong> detto che lo facciano per immagine,<br />
magari hanno solo sete!)<br />
GA: È una scelta dettata dallo spettacolo, <strong>non</strong> <strong>è</strong> la musica ad imporlo. È<br />
proprio questo che vogliamo dimostrar, che la musica può essere un'alternativa<br />
all'obbligatoria cultura del bere.<br />
Vi ritenete soddisfatti del risultato?<br />
MT: Si abbastanza, vedo che l'interesse e l'afflusso dei giovani <strong>è</strong> buono.<br />
GA: Certo. Spero che così i giovani possano davvero capire l'alcool e le sue<br />
conseguenze. Ho notato che i giovani capiscono molto meglio degli adulti,<br />
c'<strong>è</strong> una migliore sensibilizzazione.<br />
È ora il momento di tirare le somme: ci scusiamo di essere state troppo<br />
prolisse e ampollose (d'altronde viva l'angolo della semplicità). Se <strong>non</strong><br />
dovesse starvi bene, auspicatevi una renovatio Temporis nella quale<br />
vedrete ipostatizzati gli spiriti e gli spiritelli del cambiamento (Scusate<br />
siamo allieve di Tommaso!) oppure <strong>non</strong> leggete.<br />
In conclusione le inviate di Logos con il patrocinio di Marcozzi (altrimenti<br />
continua a pag. 9
Λογος<br />
Dopo quindici anni dalla prematura scomparsa di Andrea Pazienza, il<br />
ricordo del fumettista, vignettista satirico, scenografo, illustratore, costumista<br />
<strong>è</strong> rimasto nell’immaginario collettivo come l’archetipo del genio<br />
maledetto. La sua immagine fortemente legata alla trasgressione ha<br />
pagato prematuramente il conto con la vita.<br />
Nato a San Benedetto e cresciuto con la famiglia a San Severo, dopo aver<br />
preso il diploma al liceo artistico di Pescara, si trasferisce a Bologna dove<br />
inizia a frequentare i corsi del DAMS. Proprio durante gli anni bolognesi,<br />
gli astratti furori di Pazienza iniziano a esprimersi e dilagare.<br />
Nella bellissima elegia funebre dell’amico scrittore Pier Vittorio Tondelli <strong>è</strong><br />
messa in evidenza la sua vita sconsiderata “… <strong>è</strong> che con la vitalità, il gusto<br />
della beffa e della provocazione, l’ingenuità, le ragazzate di quel movimento<br />
(il ’77 ndr), Andrea ha pure assorbito le mitologie negative degli<br />
anni settanta. <strong>Non</strong> tanto sul fronte politico, quanto su quello ben più esteso,<br />
e nel quale tutti, prima o poi, abbiamo transitato, dello svacco e dello<br />
scazzo. E allora: guadagnare tanto per buttare via tutto, <strong>non</strong> pensare mai<br />
al futuro, <strong>non</strong> fare mai progetti, vivere alla giornata, avere orrore di<br />
costruirsi una carriera (e in questo, Andrea, con tutto quel talento sparso<br />
da ogni parte, <strong>è</strong> stato un vero antimaestro), provare ribrezzo dei ruoli professionali,<br />
identificarsi completamente con la boh<strong>è</strong>me del proprio lavoro<br />
Giovani, cambiamo le regole<br />
segue da pag. 8<br />
detto Toni Capuozzo) vi raccomandano di <strong>non</strong><br />
bere tutti i liquidi dissimili dall'aranciata e di<br />
scatenarvi a più <strong>non</strong> posso. Ringraziamo le<br />
band: Our Noise, Rooster Ditch, Death Chamber<br />
e le molte altre band che (per fortuna?) <strong>non</strong><br />
abbiamo avuto il tempo di intervistare.<br />
Ringraziamo inoltre gli organizzatori e il magnifico<br />
Giacopo, nuovo volto del rock europeo.<br />
Uno speciale ringraziamento al prof. Mignini e<br />
al suo italiano che "shi ha tando favorido nella<br />
stesura dell'ardigolo".<br />
Ringraziamo inoltre Ignazio III D per averci suggerito<br />
i versi di Lorenzo il Magnifico, sopra citati.<br />
In questo modo ci ha risparmiato una bella<br />
figuraccia. Vi salutiamo dandovi appuntamento<br />
alla prossima puntata dell' "angolo della semplicità",<br />
qualora siate pronti a replicare l'esperienza.<br />
Per maggiori informazioni ci si vede alla<br />
mac<strong>chi</strong>na del caff<strong>è</strong>, nostro quartier generale.<br />
Francesca & Martina I A<br />
P.S. si ringrazia il meraviglioso, bellissimo, sexsymbol,<br />
super-dotato Diego Renzi per il contributo<br />
come Body guard. Diego, we'll always love<br />
youuuuuu!!!!!!!!!! (ogni riferimento al film "La<br />
guardia del corpo" <strong>è</strong> puramente casuale).<br />
Paz!<br />
Pagina 9<br />
artistico, unire le ragioni della vita a quelle dell’arte”.<br />
Per questo Pazienza viene riscoperto di generazione in generazione: perché<br />
incarna il sentimento di trasgressione e di rivoluzione che affascina gli<br />
studenti del liceo e dell’università. Lo disse bene Vincenzo Sparanga, direttore<br />
del mensile “Frigidaire”, sul quale comparirono le prime storie di<br />
Zanardi:“come le sequenze fotografiche studiano il movimento del corpo<br />
di un atleta, di un danzatore,<br />
di un mimo,<br />
così le sequenze disegnate<br />
da Andrea studiano<br />
e fanno conoscere<br />
il movimento, il<br />
comportamento degli<br />
studenti di oggi, che<br />
poi significa, visto il<br />
ritardo con cui l’oggi<br />
diventa davvero oggi,<br />
di domani”. Il primo<br />
successo per Pazienza<br />
arrivò grazie ad Oreste<br />
del Buono, indimenticabile<br />
direttore di<br />
Linus e Alterlinus, che<br />
pubblicò le sue prime<br />
strisce su Pentotal. A<br />
questo seguirono<br />
numerosi altri successi<br />
commerciali con le<br />
avventure di Zanardi, il<br />
ragazzo definito ni<strong>chi</strong>lista<br />
dal naso a becco<br />
che incarna le degenerazioni<br />
giovanili , e come lui molti dei più famosi personaggi si muovono<br />
in una cornice storica formata dalla Bologna degli anni settanta fatta<br />
di contestazioni, assemblee e<br />
occupazioni, in intrecci di storie<br />
che spaziano dall’onirico al<br />
mondo reale, partendo dalla<br />
vita dello stesso artista costretto<br />
a vivere in una città che lo<br />
attanaglia e poco per volta lo<br />
distrugge.<br />
Andrea Pazienza <strong>è</strong> considerato<br />
oggi uno dei maggiori esponenti<br />
del fumetto italiano oltre<br />
che “rockstar maledetta” delle<br />
strisce disegnate , i suoi oc<strong>chi</strong><br />
erano oc<strong>chi</strong> da visionario.<br />
Sembrava quasi che la realtà si<br />
divertisse a farsi modellare dal<br />
suo genio. Della sua affascinante<br />
esistenza si <strong>è</strong> detto molto<br />
attraverso libri, film (“Paz” ) e<br />
mostre a lui dedicate come<br />
quella del 1996 allestita alla<br />
Palazzina Azzurra per commemorare<br />
le estati che il giovane<br />
Andrea trascorse nella nostra<br />
città. Del grande Paz si <strong>è</strong> solo<br />
capito qualche frammento.<br />
Ricostruire il puzzle completo<br />
rimane un sogno perché lui si <strong>è</strong><br />
portato via con sé quella calda<br />
notte di giugno del 1988 i pezzi<br />
più belli.<br />
Gaia I C
Pagina 10 Λογος<br />
Darfur: un genocidio ignorato<br />
Nella regione del Sudan denominata Darfur dal 2003 si combatte una guerra civile, che secondo le ultime stime, ha provocato la morte di circa 200.000 persone<br />
Dal 2003 una regione del Sudan confinante con<br />
il Ciad, il Darfur, dopo aver subito diverse catastrofi<br />
naturali, <strong>è</strong> tormentata da una guerra civile<br />
sanguinosissima contro la quale la Comunità<br />
Internazionale finora <strong>non</strong> ha potuto nulla.<br />
<strong>Non</strong>ostante le proporzioni apocalittiche di questa<br />
tragedia umanitaria, da uno studio condotto<br />
da Medici senza Frontiere e Osservatorio di Pavia<br />
<strong>è</strong> emerso che nel 2005 <strong>è</strong> stata dedicata solo<br />
un'ora all'informazione sul conflitto in Darfur. Per<br />
questo motivo <strong>è</strong> sorto in Italia un movimento<br />
d'opinione che attraverso un appello on-line<br />
<strong>chi</strong>ede che venga dato uno spazio più ampio nei<br />
media italiani all'informazione sul conflitto in<br />
Darfur. Le cause del conflitto sono molteplici e<br />
fra loro connesse. Le tensioni connaturate alla<br />
disuguaglianza strutturale fra il centro del paese,<br />
che si stende lungo le sponde del Nilo, e le aree<br />
"periferiche" come il Darfur sono state esacerbate<br />
negli ultimi due decenni del ventesimo secolo<br />
da una combinazione di catastrofi naturali,<br />
opportunismo politico, geopolitica regionale.<br />
Dal 1916, quando i britannici invasero il Darfur<br />
annettendolo al Sudan, la dominazione inglese<br />
destinò il grosso delle risorse allo sviluppo di<br />
Khartoum e della provincia del Nilo Azzurro, trascurando<br />
il resto del paese e aprendo un divario<br />
economico tra le aree periferiche e quelle centrali<br />
mai più sanato. Inoltre, nel 1956, l'anno delle<br />
prime elezioni democratiche della storia del<br />
Sudan, dopo la sua indipendenza politica, alcuni<br />
esponenti politici, per dividere l'elettorato delle<br />
popolazioni stanziali, accusarono gli arabi del<br />
mancato sviluppo del Darfur, creando una tensione<br />
molto aspra nel Paese che sfociò successivamente<br />
nella seconda guerra civile sudanese<br />
del 1983, in cui si fronteggiarono il nord del<br />
Sudan, prevalentemente musulmano, e il sud, cristiano<br />
e animista. Questa contrapposizione ideologico-religiosa<br />
<strong>è</strong> stata ritenuta a torto da alcuni<br />
analisti come una delle principale cause della<br />
odierna guerra in Darfur, sebbene le due fazioni<br />
in conflitto, i Janjaweed e la popolazione del<br />
Darfur, siano entrambe musulmane. L'attuale<br />
conflitto ebbe inizio il 25 febbraio 2003, quando<br />
il Fronte di liberazione del Darfur (Fld), presieduto<br />
dall’avvocato Abdel Wahid Mohamed Nur e<br />
formato da comitati di autodifesa dei villaggi a<br />
seguito delle troppe ingiustizie, del lungo e più<br />
totale abbandono e dei ripetuti assalti delle<br />
forze governative, in particolare degli Janjaweed<br />
("uomini a cavallo" – miliziani al soldo del governo<br />
centrale) organizzò l'ennesima rivolta, unendosi<br />
ad altri gruppi etnici della regione (masalit,<br />
zaghawa e berti). Il Fronte prese in seguito il<br />
nome di Esercito di liberazione del Sudan (Als) e<br />
si alleò al Movimento per la giustizia e l’uguaglianza<br />
(Mje) che operava più a nord. Da allora la<br />
situazione in Darfur <strong>è</strong> andata continuamente<br />
deteriorandosi. Gli Janjaweed <strong>non</strong> hanno mai<br />
smesso di assaltare villaggi, uccidere, violentare,<br />
bruciare capanne. «Si tratta della più grave crisi<br />
umanitaria al mondo», ha detto il coordinatore<br />
dell’Onu per il Sudan, Mukesh Kapita. Il giudizio<br />
di Human Rights Watch: «Il governo sudanese <strong>è</strong><br />
responsabile di pulizia etnica e di crimini contro<br />
l’umanità. Nel Darfur vige il terrore». Il segretario<br />
delle Nazioni Unite, Kofi Annan, dopo aver riconosciuto<br />
la pulizia etnica, ha commentato: «Il<br />
ris<strong>chi</strong>o di genocidio <strong>è</strong> reale»; e ha accennato a un<br />
possibile intervento armato internazionale.<br />
Anche l’Alto commissariato delle<br />
Nazioni Unite parla di «crimini di<br />
guerra e crimini contro l’umanità».<br />
<strong>Ai</strong> primi di maggio, l’Alto commissariato<br />
Onu per i diritti umani, al<br />
termine di una missione d’in<strong>chi</strong>esta<br />
nel Darfur, ha confermato la gravità<br />
dello scenario. Allami Ahmat, diplomatico<br />
ciadiano che sta tentando la<br />
mediazione, ha accusato Khartoum<br />
di aver disatteso l’accordo firmato<br />
l’8 febbraio scorso a N’Djamema,<br />
che prevedeva il disarmo degli<br />
Janjaweed. L’8 aprile, il presidente<br />
sudanese Omar al-Bashir ha sottoscritto<br />
un nuovo cessate il fuoco di<br />
45 giorni. In assenza di un vero<br />
accordo politico tra governo e<br />
ribelli e un reale disarmo delle milizie<br />
arabe, questa nuova tregua (la<br />
terza in sei mesi) ris<strong>chi</strong>a di aggiungersi<br />
alla lunga serie di accordi <strong>non</strong><br />
rispettati. Khartoum ripete: «È un<br />
affare interno, tutt’al più regionale».<br />
Ma il suo tentativo di porre fine al<br />
conflitto con la forza tra gennaio e<br />
febbraio di quest’anno, per poi presentare<br />
il fatto compiuto alla comunità<br />
internazionale, gli si <strong>è</strong> rivoltato<br />
contro. Ufficiali originari del Darfur<br />
si sono rifiutati di bombardare villaggi della loro<br />
gente. C’<strong>è</strong> il concreto ris<strong>chi</strong>o di un ammutinamento<br />
di settori dell’esercito. Il Darfur conferma<br />
il fallimento dei vari governi nell’affrontare i temi<br />
della divisione del potere e dell’equa distribuzione<br />
delle ricchezze. È un problema politico che<br />
ri<strong>chi</strong>ede una soluzione politica. <strong>Non</strong> solo: il<br />
Darfur rientra in una “equazione nazionale”e <strong>non</strong><br />
va affrontato separato dal resto. E, comunque<br />
vada, questo conflitto segnala la fine del progetto<br />
di Khartoum di islamizzare il paese. Intanto i<br />
paesi confinanti con il Sudan e quelli del Nord<br />
Africa tengono un profilo basso. Gheddafi lo ha<br />
definito «conflitto tribale» e s’<strong>è</strong> affrettato a stig-<br />
matizzare ogni «interferenza <strong>non</strong> africana». La<br />
Lega araba e l’Organizzazione della conferenza<br />
islamica <strong>non</strong> hanno ancora preso alcuna posizione.<br />
Mentre la neonata Unione africana, per bocca<br />
del suo presidente Alpha Omar Konaré, sembrerebbe<br />
disposta a porre il Darfur tra le sue priorità.<br />
L’Ue, presente nelle trattative di pace a<br />
Naivasha (Kenya), deve fare pressione su<br />
Khartoum e sui leader del sud perché riconoscano<br />
l’estrema importanza di una soluzione pacifica<br />
in Darfur come parte integrante di tutto il processo<br />
di pace sudanese. È necessario bloccare<br />
l’invio delle milizie Janjaweed, e <strong>chi</strong>edere ad<br />
ambedue i fronti il rispetto del cessate il fuoco<br />
per permettere alle agenzie Onu di intervenire.<br />
Solo ultimamente il sovrintendente alla crisi del<br />
Darfur ha accolto positivamente la possibilità di<br />
una missione ONU, creando però nuovi attriti<br />
con il governo centrale. In ogni caso il contingente<br />
internazionale oggi presente in Darfur,<br />
dopo lunghe traversie, ha possibilità d'azione<br />
molto limitate per le regole d'ingaggio piuttosto<br />
restrittive. Anche molte associazioni umanitarie<br />
hanno trovato impedimenti di ogni genere o<br />
addirittura sono state costrette ad abbandonare<br />
le zone di guerra in seguito ad attac<strong>chi</strong> diretti<br />
agli operatori umanitari mentre le alte sfere della<br />
burocrazia internazionale discutono sulla possibilità<br />
di definire il dramma del Darfur come<br />
genocidio. La guerra finora, secondo un articolo<br />
del 1 febbraio 2007 dello UN News Service, ha<br />
causato di 200.000 morti e almeno altri 2 milioni<br />
hanno dovuto abbandonare le proprie case, inoltre<br />
circa 4 milioni di persone dipendono da un<br />
aiuto esterno.<br />
Matteo Marcozzi
Λογος<br />
Cercando di combattere una terribile ignoranza La Sibilla, fra mito e realtà, e il Guerrin Mes<strong>chi</strong>no<br />
Il ricordo delle disgrazie, delle morti, dei grandi dolori, spesso vanno via via<br />
scemando con il tempo. Ovviamente questo <strong>è</strong> un bene. <strong>Non</strong> possiamo vivere<br />
perennemente nel dolore e nella sofferenza. Può capitare però che il<br />
tempo faccia dimenticare atrocità commesse nel passato, quindi può capitare<br />
che qualcuno <strong>non</strong> valuti<br />
il vero peso di alcune<br />
gesta, addirittura considerandole<br />
positive. La<br />
Resistenza italiana si inquadrò<br />
nel più vasto movimento<br />
di opposizione al nazifascismo<br />
sviluppatosi in tutta<br />
Europa, ma ebbe connotazioni<br />
particolari. Nei Paesi<br />
sconfitti militarmente e<br />
occupati dai nazifascisti (es. Francia, Belgio, Danimarca, Olanda, Norvegia,<br />
Grecia, Jugoslavia, Albania) la Resistenza costituì una seconda fase della<br />
guerra che li aveva coinvolti. L'Italia al contrario, sotto la guida dittatoriale<br />
del fascismo era rimasta sino all'8 settembre 1943 alleata del Reich nazista<br />
di Hitler, e come tale aveva partecipato alla guerra di aggressione ed era<br />
stata a sua volta potenza occupante.Qui la Resistenza sorse quando – caduto<br />
il regime fascista il 25 luglio 1943 e firmato dall'Italia l'8 settembre dello<br />
stesso anno, dopo irrimediabili rovesci militari, l'armistizio con gli "Alleati" –<br />
le forze politiche democratiche, che si erano ricostituite, <strong>chi</strong>amarono il<br />
popolo a raccolta per cacciare i fascisti e i tedes<strong>chi</strong>. Questi ultimi avevano<br />
occupato in po<strong>chi</strong> giorni il Paese, disarmando e catturando, in Italia e<br />
all'estero, 700 mila soldati italiani, lasciati senza ordini e direttive dal re<br />
Vittorio Emanuele III, dal governo diretto dal Maresciallo Badoglio e dallo<br />
Stato Maggiore e avviandoli ai campi di concentramento in Germania.<br />
<strong>Non</strong> si trattò, per l'Italia, di continuare una guerra perduta, bensì di cominciare<br />
una nuova guerra,una guerra di Liberazione che consentisse di cacciare<br />
i tedes<strong>chi</strong> occupanti e il loro alleato fascista che aveva dato vita alla mussoliniana<br />
"Repubblica Sociale Italiana", riconquistando quella libertà della<br />
quale l'Italia era stata privata dal fascismo e dal suo regime autoritario e<br />
antidemocratico per oltre vent'anni. Nel corso dell'ultima guerra mondiale<br />
furono decine di migliaia i partigiani che parteciparono attivamente, a prezzo<br />
della vita, alla guerra di liberazione dell'Italia dal fascismo e dall'occupante<br />
nazista. In questa guerra migliaia e migliaia furono i caduti in combattimento,<br />
le vittime delle rappresaglie e delle stragi; i feriti, i mutilati, i torturati,<br />
gli arrestati, i deportati nei Lager nazisti. Oggi, queste persone stanno<br />
morendo per la seconda volta. In Italia la festa di Liberazione <strong>è</strong> vista soltanto<br />
come la festa di uno s<strong>chi</strong>eramento politico e tutti coloro che <strong>non</strong> ne sono<br />
all’interno cercano di boicottarla, i <strong>ragazzi</strong> riescono a dire che il 25 aprile <strong>è</strong><br />
un giorno “di lutto”, un giorno da abolire. Vorrei dire a tutti quei <strong>ragazzi</strong> e a<br />
quelle ragazze che se noi oggi siamo uno stato libero, più o meno all’avanguardia,<br />
<strong>è</strong> grazie a tutte quelle compagne e a tutti quei compagni che<br />
hanno dato la vita per consegnarci questo paese libero! Oggi per noi giovani<br />
<strong>è</strong> talmente lontano il concetto di dittatura che <strong>non</strong> siamo capaci di comprendere<br />
cosa realmente <strong>è</strong> stato il fascismo! Cosa <strong>è</strong> stata la dittatura.<br />
Credete che essere fascisti o nazisti voglia dire andare in giro con teste rasate,<br />
qualche croce celtica sullo zaino oppure incidere qualche svastica sul<br />
banco della scuola? Il fenomeno <strong>è</strong> preoccupante. Vanno presi provvedimenti.Ormai<br />
le strade ed i muri delle nostre città sono piene zeppe di ri<strong>chi</strong>ami<br />
fascisti e nazisti!<br />
La nuova generazione, quella che presto andrà alla guida dell’Italia <strong>è</strong> una<br />
generazione ignorante, che <strong>non</strong> conosce sul serio ciò che <strong>è</strong> stato il ventennio.Tutto<br />
ciò <strong>è</strong> davvero preoccupante, <strong>è</strong> preoccupante perché così il terrore<br />
potrebbe tornare. Potremmo tornare a scrivere nuovamente una brutta<br />
pagina della storia. Tutto ciò, oltre ad essere un’offesa per tutti i liberatori<br />
d’Italia, <strong>è</strong> anche anticostituzionale! Vorrà infatti dire qualcosa se lo stato ha<br />
deciso di vietare (legge assolutamente <strong>non</strong> rispettata) ogni simbolo inerente<br />
alla dittatura nazista o fascista?<br />
Tutto ciò <strong>è</strong> soltanto lo sfogo di un ragazzo stufo di vedere così tante bestialità<br />
e che si <strong>è</strong> sentito dire a scuola da un ragazzo presentatosi con il nome di<br />
“forza nuova”che il 25 aprile <strong>è</strong> un giorno di lutto. Lutto, certo, lutto per tutta<br />
quella gente che oggi ci ha consegnato uno stato LIBERO! Sperando di trovare<br />
qualcuno che condivida il mio pensiero, vi saluto.<br />
Massimo D’Angelo<br />
Pagina 11<br />
Forse <strong>non</strong> tutti sanno che "Il Guerrin Mes<strong>chi</strong>no", un romanzo epico-cavalleresco<br />
di Andrea da Barberino (Valdelsa, Firenze 1370 - Firenze 1431), tratta anche<br />
della Sibilla Appenninica e dei luoghi in cui abitava (Monti Sibillini). Il Guerrin<br />
Mes<strong>chi</strong>no, un cavaliere dalle origini ignote e alla ricerca perenne dei suoi genitori,<br />
viaggia in quasi tutto il mondo allora conosciuto: da Costantinopoli, luogo<br />
del primo torneo e della scoperta da parte del protagonista di doti guerriere,<br />
fino al Mar Caspio e all'India, dalla Persia, fino all'Arabia e poi alle rive del Nilo.<br />
Dopo un lunghissimo peregrinare, gli giunge voce dell'esistenza di una maga<br />
che lo avrebbe potuto aiutare nella sua ricerca, di nome "Alcina", la quale abitava<br />
in un luogo stregato sugli appennini della penisola italica. Occorre fare<br />
prima un excursus sulla figura della Sibilla: questa personalità, esistita storicamente,<br />
<strong>è</strong> presente sia nella mitologia greca, che romana. Le Sibille erano profetesse<br />
vergini, dalla bellezza unica, in grado di dare oracoli a <strong>chi</strong> le interpellava.<br />
Solitamente si fa molta confusione tra le Sibille sparse nei vari angoli del<br />
mondo. Lo scrittore latino Marco Terenzio Varrone (116 - 27 a.C.) fa però <strong>chi</strong>arezza<br />
enumerando le più importanti in ordine di anti<strong>chi</strong>tà: Persica, Libica,<br />
Deifica,Cimmeria,Erythrea,Samia,Cumana,Ellespontica,Frigia e Tiburtina.Solo<br />
nel Medioevo si inizierà a parlare della Sibilla Appenninica (o Sibilla Picena): da<br />
lei prende il nome quella catena<br />
che, fra le Marche e l'Umbria, raggiunge<br />
i 2.476 m con il Monte<br />
Vettore. Essendo situata in un<br />
periodo più tardo rispetto alle<br />
altre, la sua immagine <strong>è</strong> ben diversa:<br />
la Sibilla Appenninica era<br />
innanzitutto una maga tentatrice,<br />
in grado sì di dare responsi, ma<br />
con l'inganno e l'adescamento e<br />
per tutti era meglio conosciuta<br />
come "Alcina". E così il Guerrin<br />
Mes<strong>chi</strong>no, spinto dal desiderio di<br />
ritrovare le proprie origini, giunge<br />
sull'appennino e scala l'alta montagna<br />
in cui si trova la caverna<br />
della maga: "…e tutte queste alpi<br />
sono diserte d'ogni albero, solamente<br />
di sassi e alcuna erba, e<br />
poca. […] E da ogni lato erano le<br />
ripe altissime per modo ch'io <strong>non</strong><br />
vedeva la fine ed eravi grande quantità di pietre rovinate." La descrizione dei<br />
Sibillini e del monte Sibilla <strong>è</strong> molto dettagliata e fortemente realistica, data la<br />
conformazione calcarea della zona. Una volta entrato nella caverna di Alcina,<br />
esistente ancora oggi sulla vetta del monte Sibilla benché il soffitto sia crollato<br />
e rimangano solo macerie, il cavaliere restò diversi mesi imprigionato dalla<br />
maga, che lo tentava in tutti i modi possibili (analogie con la maga Circe<br />
nell'Odissea, potrebbero anche <strong>non</strong> essere casuali), ma la profonda cristianità<br />
del Mes<strong>chi</strong>no lo trattenne dal commettere atti impuri. Andrea da Barberino<br />
dedica moltissime pagine a questa vicenda del suo protagonista e descrive la<br />
dimora della maga come un vero e proprio "inferno". Numerosissime sono le<br />
leggende nate negli anni riguardo alla maga Alcina: la più famosa <strong>è</strong> probabilmente<br />
quella delle fate. La Sibilla fece uscire le fate che abitavano insieme a lei,<br />
per farle svagare ma obbligandole a tornare entro l'alba. Esse scesero dalle<br />
montagne e si fermarono a ballare con dei pastori nell'attuale frazione di<br />
"Arquata del Tronto" di nome "Pretare". Era ormai passata l'alba e temendo l'ira<br />
della loro padrona, le creature magiche, si dice dal busto bellissimo, ma dalle<br />
zampe di capre, si affrettarono a tornare nella grotta tracciando la famosa<br />
"Strada delle Fate". Un'altra leggenda molto conosciuta <strong>è</strong> invece legata al<br />
Guerrin Mes<strong>chi</strong>no: presso "Castelluccio di Norcia", nel versante umbro della<br />
catena, nelle notti di primavera <strong>è</strong> possibile sentire, nel silenzio più assoluto, il<br />
rumore delle nevi che si sciolgono e il gocciolare dell'acqua che scorre a valle.<br />
Gli anziani raccontano ai bambini che quello <strong>è</strong> il rumore delle lacrime del povero<br />
Guerrin Mes<strong>chi</strong>no, che imprigionato dalla Sibilla, piange in preda alla disperazione.<br />
Certe volte la leggenda assume un aspetto così misterioso ed affascinante,<br />
che <strong>non</strong> vale la pena indagare per scoprire cosa ci sia di vero o no in ciò<br />
che dice; ebbene <strong>è</strong> il caso della Sibilla Appenninica. Per quanto riguarda "Il<br />
Guerrin Mes<strong>chi</strong>no", <strong>è</strong> un romanzo che consiglio di leggere a coloro ai quali<br />
piacciono molte le leggende, benché in molti punti sia un libro alquanto<br />
pesante.<br />
Paolo Rocchetti
Pagina 12 Λογος<br />
Satira edificante<br />
Intervista a Pericle, grande uomo politico ateniese<br />
Volevo innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno apprezzato il mio<br />
articolo nel numero precedente di “logos”. Grazie ad esso il giornalino<br />
edito Marcozzi, ha avuto una tiratura record….un numero straordinario di<br />
copie vendute….Vabb<strong>è</strong>, bando alle ciancie, volevo ringraziare le due<br />
intervistate dello scorso numero!<br />
Ora passiamo all’intervista. Ho sempre sognato di poter intervistare grandi<br />
Scena tratta dal film “300”<br />
uomini politici, artisti, letterati, cantanti….oggi finalmente riesco ad intervistare<br />
il più grande uomo politico di tutti tempi, si, proprio lui, Pericle.<br />
Pericle entra nel mio ufficio. Indossa una tunica bianca. Ha una faccia<br />
molto stanca. Sembra molto ma molto vec<strong>chi</strong>o. Inizio con le domande.<br />
Signor Pericle, prima di passare all’attualità, vorrei che lei ci parli del suo<br />
governo. Quali sono state le sue opere più importanti?<br />
Il turismo mio caro, il turismo. Sottoscrivemmo moltissimi contratti di partnership<br />
con quel simpaticone di Serse. Costruimmo degli splendidi c<strong>entri</strong>-vacanze;<br />
Serse mi promise i suoi migliori animatori. Sa, in Asia sapevano<br />
come intrattenere gli ospiti. Il Pireo diventò la perla della Grecia.<br />
Peccato per le Termopili, volevamo farne un centro termale, ma Serse lo<br />
sconsigliò. E ti credo, con tutti quegli squartamenti!! Questi spartani sono<br />
proprio pestiferi. Ma andassero da un <strong>chi</strong>rurgo estetico. <strong>Non</strong> possono girare<br />
con quegli sgraffi sulla faccia!<br />
Perché signor Pericle decise di attaccare gli Spartani?<br />
Io sono un uomo moderato, pacifico e pacifista. Gli ateniesi sono un popolo<br />
moderato, pacifico e pacifista.Tutta la Grecia ha bisogno di gente come<br />
me e come noi. Era ormai evidente che Sparta possedesse delle armi di<br />
distruzione di massa. Lance, frecce, ar<strong>chi</strong>… tutto ciò era inammissibile! In<br />
R. Prodi, F. Rutelli, P. Fassino<br />
Λογος<br />
un congresso della Lega di Delo, la commissione d’in<strong>chi</strong>esta mostrò ben<br />
934 tavolette di cera in cui era evidente che Sparta possedeva tali armamenti.<br />
Noi dovevamo difenderci! Per questo decisi di andare a controllare<br />
con il mio esercito la situazione nel Peloponneso.<br />
Essendo questa un’intervista rivolta a <strong>ragazzi</strong> di un liceo classico, potrebbe,<br />
lei che ha una capacità oratoria invidiata da tutto il mondo, invogliare<br />
circa 480 <strong>ragazzi</strong> e rendere loro dunque piacevole fare una versione di<br />
greco?<br />
Allora… il greco praticamente <strong>è</strong>…insomma serve molto perché comunque…cio<strong>è</strong>…voi<br />
dovete continuare a tradurre perché… servirà nel futuro<br />
a…come posso dire…. B<strong>è</strong> insomma avete capito…praticamente mentre<br />
traducete…. In pratica dovreste…e sicuramente tradurre sarà la cosa più<br />
bella al mondo.<br />
Signor Pericle, forse l’età, ma la ricordavo più convincente. Comunque,<br />
cambiamo argomento. Come giudica “300”il film recentemente uscito che<br />
racconta le vicende tra Leonida e Serse?<br />
Innanzitutto <strong>non</strong> posso tollerare il quadro che hanno fatto di noi ateniesi.<br />
Un branco di femminucce. Questo perché la nostra città <strong>è</strong> stata la prima<br />
della Grecia a votare il referendum sul divorzio. E poi Atene ha anche il più<br />
avanzato diritto di famiglia di tutto il mondo antico. Qui i Dico sono una<br />
realtà ormai consolidata. Anche molti politici italiani attuali ci hanno fatto<br />
i complimenti per questa legge e hanno intenzione di “scopiazzarla”. Ne ho<br />
appena inviata una copia a Rosy Bindi.<br />
Ci dia a grandi linee le differenze tra Sparta e Atene.<br />
Qui siamo tutti in grazia del Dio Apollo. Se va per strada può trovare<br />
Socrate che scherza e discute con Alessandro Cec<strong>chi</strong> Paone. Siamo così<br />
tolleranti noi ateniesi!! Oh mi dimenticavo, devo prenotare un appuntamento<br />
con il podologo. Ho un fastidiosissimo callo al piede. Ah, fatemi<br />
sapere se Leonida dovesse vendere le sue mutande sporche su eBay, che<br />
io al solo pensiero, io, io, io…<br />
Lei <strong>è</strong> stato un grande esponente del Partito Democratico ateniese. Ora<br />
vorrebbero esportare quel modello qui in Italia. Cosa ne pensa?<br />
Credo che se davvero si farà in Italia il Partito Democratico, sarà una svolta<br />
epocale. Insomma. Già lo vedo questo partito pieno di giovani. Prodi,<br />
D’Alema, Fassino, Rutelli, Rosy Bindi. Tutti giovincelli che hanno riposto<br />
tutte le loro speranze nel futuro. Sono stato eletto leader del PD con le primarie<br />
a soli 30 anni. Qui per alcuni esponenti neanche dividendo la loro<br />
età per tre si ottiene la mia.<br />
Massimo D’Angelo (ha collaborato F. Cozzi)<br />
Periodico di Informazione & Cultura<br />
a cura degli studenti del <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong> “G. Leopardi” di S. Benedetto del Tronto<br />
Anno scolastico 2006-2007 - n. 6 Maggio 2007<br />
Redazione: Matteo Marcozzi, Giorgia Pelliccioni, Alessandra Caselli, Irene Bruni, Ibar Sabatini<br />
Stampa: Tipolito Rosati - Pedaso (AP)<br />
Acropoli di Atene