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Sei stato bocciato? Ricorri al Tar del Lazio! - Liceo Classico "G ...

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Λογος ΛΛογος Λογος Λ ο γ ο ς<br />

N. 5 - Marzo 2007<br />

Periodico di Informazione & Cultura<br />

a cura degli studenti <strong>del</strong> <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong> “G. Leopardi” di S. Benedetto <strong>del</strong> Tronto<br />

EDITORIALE<br />

<strong>Sei</strong> <strong>stato</strong> <strong>bocciato</strong>? <strong>Ricorri</strong> <strong>al</strong> <strong>Tar</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>!<br />

In questi ultimi mesi sono s<strong>al</strong>iti agli onori <strong>del</strong>la<br />

cronaca moltissimi avvenimenti scellerati che<br />

hanno visto come protagonisti nostri coetanei: d<strong>al</strong><br />

goliardico video osé <strong>del</strong>la Ragioneria, ai fatti di<br />

Catania, d<strong>al</strong>le risse dei figli <strong>del</strong>la Milano bene, fino<br />

<strong>al</strong>l’arresto di giovani operai militanti nelle nuove<br />

BR. Gli opinionisti di ogni genere e razza disseminati<br />

nei t<strong>al</strong>k-show hanno an<strong>al</strong>izzato l’argomento<br />

con i più efficaci mezzi che la sociologia e la psicologia<br />

odierne ci propongono. E <strong>al</strong>la base di questo<br />

fenomeno, che sembra sfuggire <strong>al</strong> controllo degli<br />

adulti, i più hanno individuato, in maniera molto<br />

generica, il solito senso di inadeguatezza, di cui<br />

ogni generazione di giovani è affetta, e le deficienze<br />

<strong>del</strong>le famiglie e <strong>del</strong>la scuola. Ancora più sofisticate<br />

sembrano le disquisizioni sociologiche che<br />

indagano l’influenza dei mo<strong>del</strong>li televisivi negativi<br />

sui ragazzi. Tra uno strip-tease targato Grande<br />

Fratello, una gara di insulti tra Alessandra<br />

Mussolini e Vittorio Sgarbi e qu<strong>al</strong>che becero giochetto<br />

demenzi<strong>al</strong>e di Distraction, i ragazzi perdono<br />

irrimediabilmente la bussola e si abbandonano<br />

a inique emulazioni di ciò che recepiscono passivamente<br />

d<strong>al</strong>la televisione. In questo marasma di<br />

considerazioni e sofismi, solo <strong>al</strong>cuni hanno identificato<br />

nella mancanza <strong>del</strong> “senso di responsabilità”<br />

il virus che ha contaminato noi giovani.<br />

Dopo aver ascoltato queste ariose circonvoluzioni retoriche arriva la notizia che il preside di una scuola media<br />

di Bari è <strong>stato</strong> querelato da un gruppo di genitori poiché ai loro figli era <strong>stato</strong> prelevato il cellulare durante le<br />

lezioni, come da regolamento scolastico. A questo punto sorge un dubbio amletico: a cosa servono i proclami<br />

sulla funzione educativa <strong>del</strong>la scuola se i genitori per primi la mettono in discussione, anzi la osteggiano p<strong>al</strong>esemente,<br />

considerando i propri figli il bersaglio facile <strong>del</strong>le angherie dei professori? Come può la scuola recuperare<br />

la sua dignità se si arriva ad interpellare il <strong>Tar</strong> <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong> in caso di bocciatura? E’ evidente che una generazione<br />

di genitore che si spinge fino a questi eccessi è essa stessa priva di senso di responsabilità ed è quindi<br />

incapace di trasmetterla ai figli. Per questa mancanza basilare un ragazzo compie “ciò che non si dovrebbe<br />

fare” assecondando una natur<strong>al</strong>e brama di trasgressione senza sapere a cosa va incontro. Allora succede che<br />

i rampolli <strong>del</strong>la borghesia milanese ogni sera si prendano a botte, succede che ragazzi appena maggiorenni<br />

o addirittura minorenni carichino la polizia dopo una partita di c<strong>al</strong>cio insieme ad un’orda di ultras inferociti.<br />

Per una volta, invece di incolpare la televisione, che sicuramente propone dei mo<strong>del</strong>li negativi e che ha plasmato<br />

la società <strong>del</strong>l’apparire, invece di puntare il dito contro la società odierna, docile capro espiatorio di<br />

ogni m<strong>al</strong>e, partiamo punendo gli errori ad ogni livello, sia in campo politico, mandando a casa le classi dirigenti<br />

che hanno f<strong>al</strong>lito,sia in campo giudiziario,cercando di ristabilire la certezza <strong>del</strong>la pena,sia a livello familiare,<br />

insegnando fin da piccoli anche a soffrire per le proprie colpe.<br />

In questo numero<br />

Repent and Sin No More! pag. 2<br />

Pasolini, l'omicidio di uno scand<strong>al</strong>o pag. 3<br />

Quando la bellezza diventa m<strong>al</strong>attia pag. 4<br />

Take off women pag. 5<br />

Morte di un dittatore<br />

Un'esperienza <strong>al</strong>ternativa<br />

pag. 6<br />

Barfly pag. 7<br />

Filippo Raciti: un morto sul lavoro pag. 8<br />

La violenza negli stadi<br />

Mi chiamo Jaco Pastorius<br />

e sono il più grande bassista <strong>del</strong> mondo<br />

pag. 9<br />

Matteo Marcozzi<br />

Sfogliando il Corano pag. 10<br />

"La dolce vita" in It<strong>al</strong>ia pag. 11<br />

Conversazione in Sicilia… ehm no pag. 12<br />

davanti la pensilina tra ragazzi “classici”<br />

aspettando il pullman<br />

Cervantes il bacchettone pag. 13<br />

Cinematografo<br />

L’angolo <strong>del</strong>la poesia pag. 14<br />

Il Manifesto <strong>del</strong>l'Antitruzzismo pag. 16<br />

Messaggeria<br />

La Menzogna e la codardia<br />

sono una scelta di vita<br />

Brogli ment<strong>al</strong>i di un ex lice<strong>al</strong>e<br />

Sebbene il signor Mandolini non potesse<br />

scrivere su questo giorn<strong>al</strong>ino, dato che<br />

“Logos” (per chi non lo sapesse) è <strong>stato</strong> ideato<br />

e re<strong>al</strong>izzato nel corso degli anni per essere<br />

un giorn<strong>al</strong>ino scritto dai soli studenti frequentanti<br />

l’istituto, voglio rispondere <strong>al</strong><br />

ragazzo hip-hop f<strong>al</strong>lito, che con il suo articolo<br />

“La democrazia è una scelta di vita” mi ha<br />

c<strong>al</strong>unniato davanti ad amici e professori,<br />

ricordando ai rappresentanti di classe (che<br />

hanno raccontato le mie parole probabilmente<br />

sotto l’effetto di qu<strong>al</strong>che acido) che il<br />

20 ottobre (giorno <strong>del</strong>l’assemblea) ho solo<br />

detto che siccome l’anno <strong>del</strong>la mia elezione<br />

Gianmario volle solo due candidati per risultare<br />

superiori in sede di consiglio d’istituto<br />

su Cupra e Mont<strong>al</strong>to (non avendo capito<br />

nulla <strong>del</strong>la burocrazia scolastica), era logico<br />

che, eleggendone due, su due candidature,<br />

la votazione risultasse una farsa.<br />

Ti ricordo caro “Eminem dei poveri” che lo<br />

spoglio dei voti lo hai fatto tu, da ciò risulta<br />

dunque evidente che se io avessi imbrogliato,<br />

tu saresti <strong>stato</strong> mio complice. Per finire,<br />

mio carissimo e sempre più sconfitto<br />

Mandolini, prima di muovere una qu<strong>al</strong>siasi<br />

accusa o m<strong>al</strong>dicenza rifletti sulla stupidità di<br />

questi tipi che ti hanno raccontato fischi per<br />

fiaschi e prova a chiedere la re<strong>al</strong>tà dei fatti a<br />

coloro che prestavano attenzione a ciò che<br />

dicevo o meglio ancora direttamente a me!<br />

Colgo l’occasione per chiederti perché il<br />

giorno che è uscita l’ultima edizione <strong>del</strong> giorn<strong>al</strong>ino<br />

ti ho chiamato un centinaio di volte,<br />

per avere chiarimenti, senza una tua risposta<br />

e spero che questo chiarimento arrivi.<br />

Faccio i miei più vivi complimenti a Marcozzi<br />

e la sua equipe per le sue bellissime assemblee<br />

fatte, ma soprattutto per il loro impegno,<br />

ricordando però, che ogni tanto qu<strong>al</strong>che<br />

scusa per non venire a scuola si potrebbe<br />

anche trovare… ad esempio uno scioperetto.<br />

In bocca a lupo a tutti per la fine <strong>del</strong>l’anno<br />

scolastico, ma soprattutto a miei coetanei<br />

per gli esami: che “cazz j-raccundem?”<br />

Gabriele Massetti


Pagina 2 Λογος<br />

Repent and sin no more!<br />

Molti sapranno cosa vuol dire girare a piedi tra la<br />

folla in preda <strong>al</strong>le compere nat<strong>al</strong>izie nel bel<br />

mezzo di Roma. Se si pensa che ciò sia avvenuto<br />

per una mostra e per la semplice voglia di trascorrere<br />

un week-end nella capit<strong>al</strong>e l’impresa<br />

può sembrare stupida o perlomeno coraggiosa.<br />

Se poi si viene a sapere che la stessa persona<br />

l’anno addietro ha avuto l’idea di compiere una<br />

“toccata e fuga”di due giorni a Milano per il “The<br />

Keith Haring Show”<strong>al</strong>lora tutti la faccenda diventa<br />

comprensibile. Fatto sta che <strong>al</strong>le 9 di sera arrivo<br />

<strong>al</strong> Chiosco <strong>del</strong> Bramante in Piazza <strong>del</strong>la Pace<br />

per visitare la questa famosa mostra su Andy<br />

Warhol di cui tanto si è sentito parlare. A questo<br />

punto viene da pensare che la mostra debba<br />

essere proprio “mozzafiato” per v<strong>al</strong>ere la fatica di<br />

una giornata intera in una <strong>del</strong>le città più caotiche<br />

<strong>del</strong> paese in preda <strong>al</strong>la frenesia <strong>del</strong>lo shopping…<br />

e così fu.<br />

La mostra presenta circa 80 opere su tela, fotografie<br />

e video che an<strong>al</strong>izzano il legame <strong>del</strong>l’artista<br />

con la spiritu<strong>al</strong>ità e la religione, la vita e la<br />

morte. Il titolo <strong>del</strong>l’esposizione, “Repent and Sin<br />

No More!”, deriva da un’opera <strong>del</strong>l’artista <strong>del</strong>la<br />

serie Late Advertising re<strong>al</strong>izzata nel 1986. Leggere<br />

“la Filosofia di Andy Warol”non aiuta a comprendere<br />

la complessa spiritu<strong>al</strong>ità di questo artista<br />

legato <strong>al</strong>la religione ma tormentato d<strong>al</strong> peccato,<br />

tuttavia vedere le sue opere è un’esperienza davvero<br />

eccitante.<br />

Pittore, fotografo, cineasta, scrittore (filosofo e<br />

sociologo), promotore di gruppi music<strong>al</strong>i e teatr<strong>al</strong>i,<br />

editore, animatore <strong>del</strong>la vita mondana<br />

newyorkese, ma soprattutto grande comunicatore,<br />

sin dai suoi esordi Andy Warhol è <strong>stato</strong> considerato<br />

un emblema <strong>del</strong>la cultura americana<br />

degli anni Sessanta e Settanta soprattutto per la<br />

sua voluta indifferenza verso qu<strong>al</strong>siasi esperienza<br />

artistica maturata in Europa. Rifiutata per intero<br />

la storia <strong>del</strong>l’arte, con tutta la sua stratificazione<br />

di significati e di concettu<strong>al</strong>izzazioni, l’arte di<br />

Warhol si muove unicamente attraverso le<br />

immagini prodotte d<strong>al</strong>la cultura di massa americana.<br />

Egli aveva incontrato la morte da bambino,<br />

quando aveva perso il padre, e la sua ombra sarà<br />

sempre presente nelle numerose opere. Con la<br />

tela “DIE IN JET” l’artista inaugura una serie tutta<br />

dedicata <strong>al</strong>la morte che punta i riflettori sul lato<br />

oscuro <strong>del</strong>la american way of life di cui era, d’<strong>al</strong>tronde,<br />

uno degli apologeti. Le fotografie di<br />

morti e di catastrofi ricorrono incessanti, accostate<br />

a scritte cubit<strong>al</strong>i che riducono l’immagine a<br />

poche forme di significati ma producendo <strong>al</strong>lo<br />

stesso tempo un’impressione forte e duratura<br />

anche se con un cenno di astrazione.<br />

L’arte di Warhol è fatta di immagini in serie che<br />

ritraggono volti, ma anche oggetti di uso comune.<br />

La stessa immagine viene ripetuta un numero<br />

infinito di volte:tutti conoscono i suoi ritratti di<br />

Liz Taylor, Marilyn Monroe e Mao; le sue straordinarie<br />

lattine Campbell. Egli sosteneva che ciascun<br />

uomo nasce con una propria bellezza che<br />

però si manifesta solo per un attimo, ed era proprio<br />

quell’attimo l’oggetto dei suoi ritratti che<br />

successivamente diverranno il suo miglior<br />

mezzo di guadagno.<br />

Probabilmente l’artefice <strong>del</strong> mito Monroe è proprio<br />

Warhol. Il cinema commerci<strong>al</strong>e e i suoi strilloni<br />

pubblicitari avevano reso celebre la sua<br />

immagine da sex symbol come prototipo <strong>del</strong>la<br />

“bionda idiota”. A tutto questo si opponeva la<br />

sensibilità di Andy che dissacrò l’idolo attraverso<br />

una ripetizione <strong>del</strong>la sua immagine costantemente<br />

rinnovata associando il mito <strong>del</strong>la star <strong>al</strong><br />

metodo di produzione tipico dei mass media.<br />

Warhol ha trattato a modo suo quel ritratto fotografico<br />

d<strong>al</strong> sorriso fisso piazzandolo in un grande<br />

riquadro e foc<strong>al</strong>izzando la propria attenzione<br />

sulle labbra con varianti e con serie successive<br />

sempre inedite, come una merce o un prodotto<br />

industri<strong>al</strong>e. La sua è una sperimentazione volutamente<br />

superfici<strong>al</strong>e ma di grande impatto.<br />

Questo artista fa <strong>del</strong>l’arte un fenomeno di costume<br />

e di consumo, ma fa insieme <strong>del</strong> costume e<br />

<strong>del</strong> consumo una forma d’arte.<br />

Per Warhol, che aveva studiato sociologia, il contesto<br />

soci<strong>al</strong>e in cui un’opera veniva esposta era<br />

molto importante poiché il quadro stesso aveva<br />

una v<strong>al</strong>enza soci<strong>al</strong>e. Le zuppe Campbell, la Coca<br />

Cola, i Kellog’s, sono simboli di quella società di<br />

cui Andy era rappresentante: la classe media<br />

americana. “Ciò che rende straordinaria<br />

l’America” ha affermato “ è che è il primo paese<br />

ad aver fatto sì che i consumatori più ricchi comprino<br />

le stesse cose dei più poveri. Guardi la televisione<br />

bevendo Coca Cola e sai che anche il presidente<br />

beve la Coca Cola, che la beve anche Liz<br />

Taylor e pensi: anche io bevo la Coca Cola.”<br />

Il suo intento era quello di creare qu<strong>al</strong>cosa di<br />

an<strong>al</strong>ogo nel campo <strong>del</strong>l’arte ed è proprio grazie<br />

a lui e <strong>al</strong> suo metodo che l’arte ha raggiunto la<br />

magia <strong>del</strong>l’uniformità che si svilupperà anche<br />

nell’opera di Keith Haring, <strong>al</strong>tro esponente <strong>del</strong>la<br />

Pop Art. Entrambi avevano profonda convinzione<br />

<strong>del</strong>la necessità di far penetrare il più possibile<br />

l’arte in ogni aspetto <strong>del</strong>l’esistenza, utilizzando<br />

tutti i media e sfruttando ogni can<strong>al</strong>e <strong>del</strong>la<br />

comunicazione. Warhol e Haring condividono lo<br />

stesso atteggiamento e la stessa filosofia di unione<br />

e compenetrazione tra arte e vita. Se Warhol<br />

ha utilizzato ogni medium espressivo, reiventandolo<br />

artisticamente e ha fatto <strong>del</strong>la sua stessa<br />

esistenza un’operazione artistica, Haring desidera<br />

fortemente portare l’arte in ogni aspetto <strong>del</strong>la<br />

vita: ecco quindi i subway drawings, i posters, i<br />

mur<strong>al</strong>es. Per questo suo intento Warhol non soltanto<br />

dipinge: Warhol scrive libri, promuove<br />

gruppi music<strong>al</strong>i, produce film e programmi televisivi;<br />

d<strong>al</strong> suo lavoro emerge la civiltà <strong>del</strong> consumo<br />

tradotta in vita artistica e a filosofia.<br />

Tutto questo si ritrova nella Filosofia di Andy<br />

Warhol,un libro divertente dove Warhol ci spiega<br />

con aforismi folgoranti le sue idee su se stesso,<br />

l’amore, il sesso, la bellezza, la fama, l’arte, la<br />

morte e la vita. Egli, avendo capito perfettamente<br />

il potere enorme <strong>del</strong>la nuova civiltà dei consumi<br />

e <strong>del</strong>la comunicazione comprende che questo<br />

potere immenso non sta affatto nell’eccezion<strong>al</strong>ità,<br />

ma nella norm<strong>al</strong>ità, persino nella ban<strong>al</strong>ità.<br />

Warhol è un genio trasgressivo, stravagante e<br />

tormentato da un’infinita voglia di norm<strong>al</strong>ità che<br />

tuttavia non gli apparteneva. A questo proposito<br />

egli ha affermato<br />

“Quello che preferisco<br />

è un aspetto norm<strong>al</strong>e.<br />

Se non volessi<br />

essere così “brutto”,<br />

vorrei essere ‘norm<strong>al</strong>e’.<br />

Sarebbe la mia<br />

scelta successiva”.<br />

Proprio lui che tutta<br />

la vita aveva vissuto<br />

nell’apparire, che<br />

diceva che i gioielli<br />

non rendono belli<br />

ma fanno sentire<br />

belli chi li indossa,<br />

per una volta aveva<br />

detto la verità quando<br />

voleva che sulla sua tomba venisse incisa una<br />

sola ma efficace parola: finzione. D<strong>al</strong>le sue opere<br />

si evince anche un forte legame con la propria<br />

spiritu<strong>al</strong>ità e un forte senso di colpa che tuttavia<br />

appartiene <strong>al</strong>l’intera umanità. Colpevole era il<br />

mondo intero che faceva <strong>del</strong> denaro il proprio<br />

Dio. Prima di Warhol nessuno, in ambito artistico,<br />

aveva ridicolizzato <strong>al</strong>lo stesso modo la presunta<br />

incompabilità tra i v<strong>al</strong>ori spiritu<strong>al</strong>i e materi<strong>al</strong>i. Il<br />

cartellino <strong>del</strong> prezzo (‘69$) acco<strong>stato</strong> <strong>al</strong>l’immagine<br />

<strong>del</strong> Cristo nell’ultima cena insieme ad <strong>al</strong>tri<br />

oggetti-simbolo è il miglior mezzo per svelare il<br />

segreto e il meccanismo <strong>del</strong> business d’oggi che<br />

si appropria di ogni cosa, persino <strong>del</strong>la nostra<br />

fede.“Se volete sapere tutto di me, basta guardare<br />

la superficie dei miei dipinti, dei miei film, o me<br />

stesso. Non c’è niente”. Non era vero ovviamente,<br />

ma Warhol aveva il gusto <strong>del</strong>la provocazione e<br />

soprattutto di vedere l’effetto che questa faceva<br />

sui suoi interlocutori. Nella filosofia di Andy<br />

Warhol si legge che è il niente che regola ogni<br />

rapporto sia questo d’amicizia, d’amore, di convivenza<br />

e Warhol, sempre circondato di una corte,<br />

sempre attorniato di amici e di ammiratori in<br />

re<strong>al</strong>tà era un solitario.<br />

Giorgia II C


Λογος<br />

Pasolini, l’omicidio di uno scand<strong>al</strong>o<br />

Dopo 31 anni le indagini non hanno ancora appurato l’identità degli assassini di uno dei più controversi e scomodi intellettu<strong>al</strong>i it<strong>al</strong>iani <strong>del</strong> dopoguerra.<br />

Per chi ha visto il film di Nanni Moretti, “Caro<br />

Diario”, non dovrebbe essere difficile immaginare<br />

l’idrosc<strong>al</strong>o di Ostia. In una <strong>del</strong>le più belle scene di<br />

questa pellicola il regista, sulle note <strong>del</strong> Koln<br />

Concert, attraversa con la sua vespa una strada<br />

quasi senza curve, par<strong>al</strong>lela <strong>al</strong> mare. La spiaggia è<br />

interrotta solo da qu<strong>al</strong>che arbusto spinoso e d<strong>al</strong>le<br />

baracche abusive dove il proletariato romano tra-<br />

scorreva le sue vacanze.Su uno sterrato vicino a un<br />

campetto da c<strong>al</strong>cio, il 2 Novembre 1975 fu ritrovato<br />

il cadavere di Pierpaolo Pasolini completamente<br />

cosparso di sangue. Venne subito arre<strong>stato</strong> per<br />

l’omicidio Pino Pelosi, detto Pino la Rana, un borgataro<br />

diciassettenne che si dichiarò subito colpevole.<br />

Pasolini risultava essere <strong>stato</strong> ammazzato<br />

brut<strong>al</strong>mente durante un rapporto omosessu<strong>al</strong>e<br />

da un giovane che si era rifiutato di concedergli<br />

qu<strong>al</strong>cosa e che aveva reagito violentemente ad un<br />

tentativo di aggressione <strong>del</strong>l’uomo. Pino Pelosi era<br />

uno di quei ragazzi di vita che tanto aveva amato,<br />

di cui tanto aveva scritto, per la cui omologazione<br />

soci<strong>al</strong>e e cultur<strong>al</strong>e tanto si era rattri<strong>stato</strong>. Un <strong>del</strong>itto<br />

tra “froci”, lasciarono intendere le cronache. Ma<br />

d<strong>al</strong>le pagine <strong>del</strong>l’Europeo Oriana F<strong>al</strong>laci e <strong>al</strong>tri suoi<br />

colleghi iniziarono una dura campagna di denuncia<br />

contro le gravi negligenze nella conduzione<br />

<strong>del</strong>le indagini. Inoltre molti dubitavano <strong>del</strong>la confessione<br />

di Pelosi: sembrava improbabile che un<br />

diciassettenne di 60 chili, <strong>al</strong>to un metro e settanta,<br />

fosse riuscito a massacrare in quel modo così efferato<br />

con il solo ausilio di un bastone e di una tavoletta<br />

infradiciate d<strong>al</strong>l’umidità, un uomo adulto, che<br />

praticava regolarmente sport e che sicuramente in<br />

una colluttazione avrebbe saputo difendersi. Altra<br />

prova che testimoniava l’estraneità <strong>del</strong> ragazzo<br />

<strong>al</strong>l’aggressione era il fatto che Pelosi non aveva<br />

traccia di sangue nemmeno sui vestiti, sebbene il<br />

corpo <strong>del</strong>la vittima ne fosse completamente<br />

coperto. In seguito gli investigatori raccolsero le<br />

testimonianze di <strong>al</strong>cune persone che asserivano in<br />

maniera quasi univoca che Pelosi e Pasolini quella<br />

notte non erano soli,ma che ad un certo punto era<br />

sopraggiunto un gruppo di uomini armati di corpi<br />

contundenti, con i qu<strong>al</strong>i lo scrittore era <strong>stato</strong> picchiato<br />

a sangue. La Cassazione, tre anni e mezzo<br />

dopo i fatti, emise la sentenza che condannò<br />

Giuseppe Pelosi per omicidio con concorso di persone<br />

rimaste ignote. Questo <strong>del</strong>itto sembra essere<br />

proprio uno dei tanti misteri it<strong>al</strong>iani, attorno ai<br />

qu<strong>al</strong>i si forma contemporaneamente un <strong>al</strong>one<br />

mitico e uno sciame di teorie <strong>al</strong>ternative. Quella<br />

dicitura giudiziaria “con concorso di persone rimaste<br />

ignote” è stata interpretata via via in maniera<br />

differente. Da una parte si disse che Pasolini era<br />

<strong>stato</strong> ammazzato d<strong>al</strong> gruppo di amici di Pelosi per<br />

dare una lezione ad un omosessu<strong>al</strong>e comunista<br />

con quella violenza tanto diffusa tra i giovani borgatari,<br />

d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra si arrivò a concepire il complotto<br />

politico, perché Pasolini fu l’intellettu<strong>al</strong>e più contraddittorio,<br />

origin<strong>al</strong>e e soprattutto scand<strong>al</strong>oso<br />

<strong>del</strong>la sua epoca. La sua concezione <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>l’intellettu<strong>al</strong>e<br />

nella società può essere considerata<br />

il fil rouge di tutta la sua produzione e mette in<br />

luce tutta la limpidezza <strong>del</strong> suo genio.“Un autore,<br />

quando è disinteressato e appassionato è sempre<br />

contestazione vivente. Appena apre bocca contesta<br />

qu<strong>al</strong>cosa <strong>del</strong> conformismo, attacca ciò che è<br />

uffici<strong>al</strong>e, ciò che va bene a tutti. Quindi non appena<br />

apre bocca un artista è per forza impegnato, il<br />

suo pronunciarsi è per forza scand<strong>al</strong>oso, sempre”.<br />

Egli si trovò a commentare gli anni <strong>del</strong> boom economico<br />

che avrebbe poi portato <strong>al</strong>la massificazione<br />

da lui sempre esecrata come caratteristica pregnante<br />

<strong>del</strong> piccolo borghese.“Quella omologazione<br />

che il fascismo non era riuscito a ottenere, il<br />

potere <strong>del</strong>la civiltà dei consumi riesce perfettamente<br />

a raggiungerla distruggendo le varie re<strong>al</strong>tà<br />

particolari e questa cosa è<br />

avvenuta così rapidamente<br />

che non ce ne siamo resi<br />

conto, ma quando ci sveglieremo<br />

da questo incubo potremo<br />

solo constatare che non c’è più<br />

niente da fare”. Il suo vero e<br />

proprio odio contro il ceto<br />

medio qu<strong>al</strong>unquista e benpensante<br />

gli impedì di descrivere<br />

questa classe soci<strong>al</strong>e.<br />

Rivolse invece la sua attenzione<br />

<strong>al</strong>le persone più povere,<br />

speci<strong>al</strong>mente quelle poco scolarizzate<br />

o addirittura an<strong>al</strong>fabete,<br />

la cui solidarietà e purezza<br />

erano sconosciute <strong>al</strong> borghese<br />

qu<strong>al</strong>unquista così corrotto<br />

d<strong>al</strong>la massificazione da<br />

divenire un clone senza individu<strong>al</strong>ità e quindi<br />

senza vita. In quest’ottica nacquero i romanzi<br />

“Ragazzi di vita”e “Una vita violenta”, i film “La ricotta”,<br />

“Accattone” e “Mamma Roma”, tutti ambientati<br />

nelle borgate romane, e lo stupendo documentario<br />

“Comizi d’amore”. In queste opere il linguaggio<br />

assolutamente antiretorico, l’attenzione <strong>al</strong>le re<strong>al</strong>tà<br />

più basse si esplicava nell’uso <strong>del</strong> di<strong>al</strong>etto romano,<br />

nell’inserimento nei di<strong>al</strong>oghi letterari anche di<br />

pesanti volgarità, nell’avv<strong>al</strong>ersi di attori non professionisti,<br />

ovvero borgatari, che nella re<strong>al</strong>tà erano<br />

similissimi ai personaggi interpretati, nelle lunghe<br />

inquadrature di paesaggi dolenti o fatiscenti. A<br />

questo proposito è emblematica la famosa scena,<br />

tratta da un suo documentario sugli spazzini rimasto<br />

incompiuto “Appunti per un romanzo sull’immondezza”,<br />

in cui Pasolini cammina con il suo<br />

impermeabile su montagne di rifiuti. Da questi<br />

presupposti risulta chiara la sua militanza politica<br />

di sinistra, ma il suo rapporto con il partito comunista<br />

fu spesso tormentato. Quando nel maggio<br />

<strong>del</strong> 68 a Roma gli studenti universitari si scontraro-<br />

Pagina 3<br />

no con le forze <strong>del</strong>l’ordine, Pasolini in una sua poesia<br />

assunse una posizione che nessun politico di<br />

sinistra ebbe il coraggio di condividere: “Quando<br />

ieri a V<strong>al</strong>le Giulia avete fatto a botte con la polizia,<br />

io stavo con i poliziotti perché i poliziotti sono figli<br />

di poveri”. Era insomma un intellettu<strong>al</strong>e scomodo<br />

per tutti i fronti politici, che attaccava la classe dirigente<br />

in modo diretto, con parole aspre e lapidarie.<br />

L’articolo pubblicato sul “Corriere <strong>del</strong>la sera”<br />

<strong>del</strong> 14 novembre 1974 rimase celebre per il suo<br />

incipit. Era un esordio da far tremare le vene dei<br />

polsi in un’epoca in cui l’ansia, la paura e la “tensione”<br />

vennero a costituire il fulcro di una strategia<br />

improntata <strong>al</strong> rib<strong>al</strong>tamento <strong>del</strong>lo Stato.<br />

“Io so.<br />

Io so i nomi dei responsabili di quello che viene<br />

chiamato ‘golpe’ (e che in re<strong>al</strong>tà è una serie di<br />

‘golpe’ istituitasi a sistema di protezione <strong>del</strong><br />

potere).<br />

Io so i nomi dei responsabili <strong>del</strong>la strage di<br />

Milano <strong>del</strong> 12 dicembre 1969.<br />

Io so i nomi dei responsabili <strong>del</strong>le stragi di<br />

Brescia e di Bologna dei primi mesi <strong>del</strong> 1974.<br />

Io so i nomi <strong>del</strong> ‘vertice’ che ha manovrato, dunque,<br />

sia i vecchi fascisti ideatori di ‘golpe’, sia i<br />

neo-fascisti autori materi<strong>al</strong>i <strong>del</strong>le prime stragi, sia<br />

infine, gli ‘ignoti’ autori materi<strong>al</strong>i <strong>del</strong>le stragi più<br />

recenti. Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti<br />

(attentati <strong>al</strong>le istituzioni e stragi) di cui si sono<br />

resi colpevoli.<br />

Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.<br />

Una scena tratta d<strong>al</strong> film “Accattone”<br />

Io so perché sono un intellettu<strong>al</strong>e, uno scrittore,<br />

che cerca di seguire tutto ciò che succede, di<br />

conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare<br />

tutto ciò che non si sa o che si tace; che<br />

coordina fatti anche lontani, che mette insieme i<br />

pezzi disorganizzati e frammentari di un intero<br />

coerente quadro politico, che ristabilisce la logica<br />

là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia<br />

e il mistero.<br />

Probabilmente i giorn<strong>al</strong>isti e i politici hanno<br />

anche <strong>del</strong>le prove o, <strong>al</strong>meno, degli indizi.<br />

Ora il problema è questo: i giorn<strong>al</strong>isti e i politici,<br />

pur avendo forse <strong>del</strong>le prove e certamente degli<br />

indizi, non fanno i nomi.”<br />

Pasolini sapeva.<br />

Un anno dopo egli fu ucciso in circostanze ancora<br />

da chiarire mentre l’It<strong>al</strong>ia era già entrata nel<br />

tunnel degli anni di piombo, la cui vera storia è<br />

ancora tutta da scrivere.<br />

Morì un poeta, un artista scand<strong>al</strong>oso.<br />

Matteo Marcozzi


Pagina 4 Λογος<br />

Quando la bellezza diventa m<strong>al</strong>attia<br />

Anoressia e bulimia:drammi che non possono passare inosservati. Ed ora ci si fa forza con internet<br />

S<strong>al</strong>ve a tutti, ragazzi!<br />

Come sapete, recentemente si sono verificati terribili avvenimenti legati <strong>al</strong><br />

mondo <strong>del</strong>la moda, riguardo la tragica fine di molte ragazze, morte o gravemente<br />

colpite da una m<strong>al</strong>attia che in questi ultimi tempi sta prendendo il<br />

sopravvento. Molti la ignorano, la sottov<strong>al</strong>utano, ma secondo noi è un argo-<br />

mento che deve essere preso in considerazione. Crediamo che in molte adolescenti,<br />

nel più profondo, ci sia l’aspirazione a diventare mo<strong>del</strong>la, dovuta <strong>al</strong><br />

fatto che ci vengono presentate dai media ragazze di buona posizione soci<strong>al</strong>e,favorita<br />

d<strong>al</strong>la loro bellezza con una silhouette perfetta,che comporta taglie<br />

che vanno d<strong>al</strong>la trentotto <strong>al</strong>la quarantadue (esagerando!). A questo punto<br />

nasce la domanda nelle giovani ricche di ambizioni: perché noi non possiamo<br />

essere così belle, e affiancate da uomini <strong>al</strong>trettanto carismatici, ricoperte<br />

di soldi e…fotografi ?!<br />

Ed è proprio da questo punto che nasce il desiderio di dimagrire in modo esagerato,<br />

per piacere <strong>al</strong>la comunità moderna, diventata esigente. Si inizia dunque,<br />

spesso appoggiate d<strong>al</strong>le proprie amiche, a contare le c<strong>al</strong>orie di ogni singolo<br />

pasto, senza neanche consultare un dietologo, capace di dare gli opportuni<br />

consigli. Perciò, pian piano, si inizia a consumare sempre di meno, e a nutrirsi<br />

<strong>del</strong>le barrette ultradietetiche, che placano il senso di fame, senza nutrire. Per di<br />

più si pratica sport, per consumare quelle poche c<strong>al</strong>orie che si ingeriscono,<br />

senza neanche recuperarle. Ma poi questo atteggiamento, nato da una piccola<br />

dieta per eliminare i chiletti di troppo, passa ad essere quasi maniac<strong>al</strong>e. Questa<br />

è l’anoressia. Detta anche anoressia nervosa, è dunque un disturbo <strong>del</strong> comportamento<br />

<strong>al</strong>imentare, d<strong>al</strong>le origini molto antiche. La prima descrizione clinica<br />

<strong>del</strong>l’anoressia nervosa ris<strong>al</strong>e infatti <strong>al</strong> 1689, quando viene pubblicato ad opera<br />

<strong>del</strong> medico britannico Richard Morton un volume in cui egli espone proprio<br />

questo problema riscontrato in una ragazzina di circa diciotto anni.<br />

Bulimia e anoressia<br />

È possibile individuare due sottotipi di anoressia nervosa a seconda che la<br />

paziente presenti o meno abbuffate e/o condotte di eliminazione (vomito<br />

autoindotto, uso di lassativi, diuretici o clisteri). In assenza di questi elementi,<br />

se la paziente cioè si limita a digiunare per mantenere basso il proprio peso,<br />

si parla di una “anoressia nervosa con restrizioni”, se invece usa anche <strong>al</strong>tre<br />

tecniche oltre <strong>al</strong>la semplice dieta, si parla di una “anoressia nervosa con condotte<br />

di eliminazione”.T<strong>al</strong>e differenziazione, serve in re<strong>al</strong>tà a differenziare una<br />

paziente anoressica da una paziente bulimica un po’ sottopeso. L’età di esordio<br />

<strong>del</strong>l’anoressia nervosa è di solito compresa tra i 12 ed i 25 anni, con due<br />

picchi di maggiore frequenza tra i 14 ed i 18 anni; negli ultimi dieci anni si è<br />

assistito, tuttavia, ad un numero sempre maggiore di casi con soggetti sempre<br />

di età inferiore, fin sotto i 10 anni.<br />

I sintomi<br />

L’anoressia nervosa viene diagnosticata nel 90-95 % dei casi a pazienti di<br />

sesso femminile.<br />

I criteri standard raccomandati dai manu<strong>al</strong>i psichiatrici per fare diagnosi di<br />

anoressia nervosa sono attu<strong>al</strong>mente:<br />

• una magrezza estrema (non costituzion<strong>al</strong>e) con rifiuto di mantenere il peso<br />

<strong>al</strong> di sopra di una soglia minima di peso ritenuta norm<strong>al</strong>e e una forte paura<br />

di ingrassare anche in presenza di un evidente sottopeso<br />

• una preoccupazione estrema per il peso e l’aspetto fisico, che includa una<br />

importanza eccessiva data <strong>al</strong> peso nei riguardi <strong>del</strong>la propria autostima,<br />

• nei pazienti di sesso femminile, una sospensione <strong>del</strong> ciclo mestru<strong>al</strong>e da<br />

<strong>al</strong>meno tre mesi.<br />

Spesso,ed è difficile accorgersene,i soggetti affetti da anoressia nervosa sono<br />

bugiardi con se stessi e con gli <strong>al</strong>tri e fanno di tutto per nascondere questa<br />

loro m<strong>al</strong>attia.<br />

Non è necessario avere tutti i parametri,in <strong>al</strong>cuni casi ne basta anche uno solo<br />

per diagnosticare la m<strong>al</strong>attia...<br />

Le cause<br />

Le cause che portano <strong>al</strong>lo sviluppo di una anoressia nervosa sono multiple,<br />

ovvero esistono <strong>del</strong>le cause di natura sia biologica, che soci<strong>al</strong>e, che psicologica<br />

cui si aggiungono ad un certo punto dei fattori scatenanti che portano <strong>al</strong>lo<br />

sviluppo <strong>del</strong>la m<strong>al</strong>attia. Tra i fattori predisponenti è importante il fatto di crescere<br />

in una famiglia dove esiste una oggettiva difficoltà a comunicare ed<br />

esprimere le emozioni, il fatto di appartenere ad un gruppo soci<strong>al</strong>e “a rischio”<br />

per il controllo <strong>del</strong> peso (ad es. b<strong>al</strong>lerine/i, ginnaste/i, cicliste/i, ecc.), il fatto di<br />

vivere in un’area urbana di un paese occident<strong>al</strong>e dove la magrezza viene enfatizzata<br />

come un v<strong>al</strong>ore soci<strong>al</strong>e positivo, il fatto di soffrire di un disturbo <strong>del</strong>la<br />

person<strong>al</strong>ità.Tra i fattori scatenanti, il più noto è il fatto di sottoporsi a diete ferree,<br />

e poi c’è sicuramente la difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti e agli eventi<br />

stressanti che la vita impone.In questo senso possono essere considerati fattori<br />

scatenanti l’anoressia nervosa un f<strong>al</strong>limento amoroso, una bocciatura a<br />

scuola, un licenziamento d<strong>al</strong> lavoro, la perdita di un caro, ecc.<br />

Nel web<br />

Le ragazze affette da questa patologia ment<strong>al</strong>e non sono poche, tant’è che<br />

nel web, ora il mezzo di comunicazione più utilizzato, migliaia di adolescenti<br />

attraverso siti illeg<strong>al</strong>i e blog si incoraggiano a vicenda nel dimagrire oltre il<br />

limite. L’inferno di internet trabocca di foto rubate <strong>al</strong>le passerelle e <strong>al</strong>le riviste:<br />

il ventre piatto di Gemma Ward, le cosce spolpate di Victoria Beckham, le<br />

braccia esili di Angelina Jolie. Quest’inferno ha costole sporgenti e guance<br />

scavate, e sorride d<strong>al</strong>le pagine web<br />

<strong>del</strong>le adolescenti. Un motto latino<br />

scandisce l’ingresso nell’universo<br />

<strong>del</strong>la scarnificazione,“quod me nutrit<br />

me destruit”, ciò che mi nutre mi<br />

distrugge. È l’emblema di una m<strong>al</strong>attia<br />

che fa morire, ma che su internet è<br />

una promessa di perfezione per<br />

migliaia di ragazze it<strong>al</strong>iane accomunate<br />

d<strong>al</strong>l’identico obiettivo: diventare<br />

magre «oltre le ossa», come implorano<br />

loro stesse nei centinaia di siti e<br />

blog Pro Anoressia. Ma forse non si<br />

rendono conto di ciò che commettono<br />

per loro stesse, non si rendono<br />

conto che così vanno incontro <strong>al</strong>l’autodistruzione,<br />

poiché, oltre <strong>al</strong> fatto<br />

che rovinano il proprio corpo terribilmente,<br />

deformandolo in maniera<br />

orribile, la loro esistenza si riduce,<br />

proprio come il loro corpo, a bran<strong>del</strong>li. Infatti, secondo la cronaca degli ultimi<br />

mesi, come detto precedentemente, le vittime <strong>del</strong>la patologia ment<strong>al</strong>e non<br />

sono indifferenti. Sono davvero poche quelle fortunatissime ragazze tanto<br />

volenterose da essere capaci di uscire da questo tunnel oscuro,che porta solo<br />

<strong>al</strong>la morte. Ma ciò può natur<strong>al</strong>mente avvenire laddove vi è un consistente<br />

appoggio da parte <strong>del</strong>la famiglia, o comunque di persone consapevoli dei<br />

rischi cui l’adolescente va incontro.<br />

“Ana” è chiamata d<strong>al</strong>le teenager la guerra contro il cibo. È una dea potente. È<br />

<strong>stato</strong> deciso di intraprendere un viaggio in questo labirinto online,dove il dissolversi<br />

<strong>del</strong> corpo è un diktat perseguito contro ogni logica. Solo attraverso<br />

questi tasselli digit<strong>al</strong>i, messaggi, scambi di consigli e confessioni, è possibile<br />

forse avvicinarsi <strong>al</strong> buio di giovani menti tormentate. E magari provare a capire<br />

come questo disturbo <strong>del</strong> comportamento <strong>al</strong>imentare sia diventato un<br />

fenomeno glob<strong>al</strong>e, dilagante sul web. Il presidente e fondatore <strong>del</strong>l’Aba, che<br />

fa ricerche su anoressia, bulimia e <strong>al</strong>tri disordini <strong>al</strong>imentari, non ha dubbi:<br />

«Questi siti dilagano con il loro carico di morte e spianano la strada <strong>del</strong> dolore<br />

a giovanissime, e rinforzano un credo <strong>del</strong>irante. Sintomi qu<strong>al</strong>i la scomparsa<br />

<strong>del</strong>le mestruazioni sono accolti come un trionfo, il segno che si perde peso<br />

oltre ogni limite». Basta qu<strong>al</strong>che parola chiave per entrare in un labirinto di<br />

blog collegati, in cui si parla solo di<br />

c<strong>al</strong>orie e controllo <strong>del</strong>la fame, parola<br />

bandita come inammissibile. Mangiare<br />

è la peggiore <strong>del</strong>le eventu<strong>al</strong>ità, la sconfitta<br />

suprema. Le immagini, prima di<br />

tutto. In gergo si chiama thinspiration,<br />

cioè ispirazione per essere magre, ed è<br />

una sezione di foto di mo<strong>del</strong>le, <strong>al</strong>cune<br />

ritoccate per esasperare l’assenza di<br />

continua a pag. 5


Λογος<br />

Take off women<br />

Stop <strong>al</strong>le violenze<br />

Nonostante <strong>al</strong>cune persone reputino la parità fra<br />

i sessi un traguardo oramai conseguito da questa<br />

società, gli ultimi fatti di cronaca non fanno che<br />

riportarci <strong>al</strong>la mente quanto le donne siano ancora<br />

in posizione di pesante svantaggio rispetto agli<br />

uomini;questi,infatti,saranno sempre superiori in<br />

quanto a capacità di imporre la propria volontà<br />

con la forza.<br />

In re<strong>al</strong>tà non è per nulla adeguato <strong>al</strong>la cosiddetta<br />

“era moderna” che una donna non possegga il<br />

diritto di camminare liberamente per strada,<br />

senza ricevere fischi o apprezzamenti volgari,<br />

senza sentire addosso le sudice minacce di qu<strong>al</strong>che<br />

sbruffoncello, senza rischiare lo stupro ad<br />

ogni angolo poco illuminato <strong>del</strong>la strada. A prescindere<br />

d<strong>al</strong> fatto che una donna sia capace o<br />

meno di difendersi da sola, è compito <strong>del</strong>l’uomo<br />

portare il dovuto rispetto, tener giù le mani e<br />

chiusa la bocca.<br />

Il problema sostanzi<strong>al</strong>e evidenziato da questi<br />

comportamenti è una sbagliata concezione <strong>del</strong>la<br />

figura femminile da parte <strong>del</strong>la società (se si<br />

pensa che siamo passati d<strong>al</strong>la donna angelica,<br />

divina ed intoccabile di Dante <strong>al</strong>lo strumento <strong>del</strong><br />

sesso <strong>del</strong>le strade e dei night club, forse è il caso<br />

di rivedere il trend…); ma non nego che certi<br />

atteggiamenti - vedi ragioneria - aiutino a trasmettere<br />

il messaggio sbagliatissimo donna<br />

ugu<strong>al</strong>e solo sesso.<br />

Purtroppo c’è chi si illude ancora che questo sia il<br />

mondo <strong>del</strong> progresso, <strong>del</strong>la ragione, in re<strong>al</strong>tà la<br />

forza trainante sta nell’istinto <strong>del</strong> basso ventre;<br />

tutto gira intorno <strong>al</strong> sesso. Come tutto nel mercato,<br />

questo accade perché c’è domanda e offerta; il<br />

problema è che se una donna è disponibile auto-<br />

segue da pag. 4<br />

Quando la bellezza diventa m<strong>al</strong>attia<br />

carne. «Quando non ce la faccio più guardo loro e ritrovo la spinta» scrive una<br />

ragazza, che online propone la filosofia Ana (anoressia): trucchi per ingannare<br />

i genitori,c<strong>al</strong>colo <strong>del</strong>le c<strong>al</strong>orie e due ore di esercizi fisici ogni giorno.E ancora:<br />

suggerimenti per vomitare (si consigliano sciroppi da lavanda gastrica),<br />

istruzioni <strong>al</strong>l’uso dei lassativi, idee cru<strong>del</strong>i per distrarsi d<strong>al</strong> pensiero <strong>del</strong> cibo.<br />

I port<strong>al</strong>i Ana (che sta per anoressia) e Mia (che sta per bulimia), illeg<strong>al</strong>i perché<br />

contrari <strong>al</strong>la tutela <strong>del</strong>la s<strong>al</strong>ute, sono censurati anche in It<strong>al</strong>ia. Migliaia di adolescenti<br />

partecipano <strong>al</strong>le chat a tema. L’Aba cerca di controllarne la diffusione.<br />

«Da quando il fenomeno è esploso in rete, le giovanissime anoressiche<br />

sono aumentate. È una perversione da contrastare come si fa con la pedofilia»<br />

dice il presidente di quest’associazione. In questi siti colorati di rosa, la<br />

m<strong>al</strong>attia è una mistica con tanto di credo e comandamenti. Un’ossessione<br />

codificata in un codice di simbologie e amuleti. Uno fra tutti: il bracci<strong>al</strong>etto,<br />

rosso per le ana e blu per le mia.Si ordina online e arriva a casa,privacy garantita.<br />

Indossarlo corrisponde a sentirsi parte integrante di una setta.<br />

Person<strong>al</strong>mente,ci ha molto aiutato a capire le ragazze leggendo proprio i loro<br />

messaggi nelle chat. Messaggi che incutono davvero paura, pensando a giovani<br />

<strong>del</strong>la nostra stessa età che si contorcono l’esistenza, fortificata sull’ idea<br />

<strong>del</strong>la perfezione fisica. Dunque riteniamo opportuno riportarne <strong>al</strong>cuni…<br />

“Toglietevi d<strong>al</strong>la testa che vomitando risolvete la schifosissima abbuffata in cui<br />

siete cadute! L’abbuffata non è ammissibile! È solo in caso d’emergenza, deve<br />

essere un gesto estremo, <strong>al</strong>l’abbuffata non bisogna mai arrivarci! Mai! Ana ti<br />

mette il potere e il controllo nelle mani... Mia no, o meglio può essere ammessa<br />

solo per una fase transitoria... abolite le schifezze e i dolciumi! “<br />

“Due dita in gola non fanno la felicità. Quei kg in meno per sè. Io ho bisogno<br />

di eccellere, o di illudermi di farlo. La più brava, la più bella (per quanto mi è<br />

concesso), la più magra. Sono ambiziosa fino <strong>al</strong>la distruzione e amo me stessa<br />

<strong>al</strong> punto da morire. Odio il cibo, che mi <strong>al</strong>lontana d<strong>al</strong>la perfezione, e qu<strong>al</strong>siasi<br />

cosa che deturpa l’immagine che ho costruito nella mia mente. Io sono<br />

una bambola che non ha bisogno di parlare. L’importante è, dovunque la<br />

posi, che tutti la ammirino. Così mi sento. Egoista e vanitosa. Orgogliosa.<br />

Scema. Devo perdere peso, poi si vedrà.“<br />

maticamente per l’uomo lo sono anche tutte<br />

quelle che incontra per strada, ragazzine comprese.<br />

Il luogo in cui una ragazza di oggi deve crescere<br />

è un mondo sporco, spietato, che per lei non<br />

porta <strong>al</strong>cun riguardo, neanche quello <strong>del</strong> preservativo<br />

(dopotutto il pensiero primario di un<br />

maniaco non è sicuramente:“oh, meglio usare la<br />

protezione,non sia mai che la ragazza che sto violentando<br />

rimanga incinta a quindici anni…”); e<br />

una ragazza che ha subito una violenza, in età<br />

adolescenzi<strong>al</strong>e soprattutto, rimane inevitabilmente<br />

segnata in maniera in<strong>del</strong>ebile nella crescita<br />

e nella vita.<br />

Mi permetto ora una piccola digressione su comportamenti<br />

troppo disponibili e abbigliamenti<br />

succinti. Mi rimetto <strong>al</strong> decoro e <strong>al</strong>l’intelligenza di<br />

voi ragazze. Infatti, sapendo che la maggior parte<br />

degli uomini sono un branco di caproni con il cervello<br />

sotto la cintola, sta solo a voi, dimostrando<br />

un briciolo di intelligenza, evitare quei comportamenti<br />

così provocanti dietro cui poi gli uomini si<br />

difendono.In più,d<strong>al</strong> punto di vista leg<strong>al</strong>e,rischiate<br />

anche il torto. Infatti, forse non tutte sanno di<br />

casi in cui la pena degli stupratori è stata <strong>al</strong>leggerita<br />

in quanto la vittima indossava dei jeans chesecondo<br />

i giudici- per essere slacciati richiedono<br />

l’aiuto <strong>del</strong>la ragazza, o peggio di stupratori assolti<br />

poiché le ragazze violentate sono state ritenute<br />

da <strong>al</strong>cuni tribun<strong>al</strong>i troppo provocanti con le minigonne.<br />

In sostanza se porti la minigonna puoi<br />

essere stuprata, se porti i jeans puoi essere stuprata,<br />

se hai già avuto precedenti rapporti puoi<br />

essere stuprata. Capisco l’obiezione che, teoricamente,<br />

questo è un paese libero, ma in pratica è<br />

tutt’<strong>al</strong>tro che così. Da parte mia non comprendo<br />

Pagina 5<br />

affatto dove nasca il bisogno morboso di mettere<br />

volgarmente in mostra il p roprio corpo, credete<br />

forse che una scollatura sia il modo migliore di<br />

mostrare la vostra person<strong>al</strong>ità? A prescindere da<br />

questo comunque, se persino la giustizia nega<br />

l’appoggio a ragazze che hanno subito una violenza,<br />

donne, è il caso di cominciare a prendere<br />

coscienza <strong>del</strong>la nostra situazione.<br />

La soluzione non sta nel tentare di cambiare il<br />

pensiero di certi soggetti, tutto deve partire da<br />

noi, d<strong>al</strong> quotidiano, d<strong>al</strong> mostrare a tutti che non<br />

siamo solo bamboline per il sesso, siamo donne, e<br />

abbiamo gli stessi interessi, facciamo gli stessi<br />

lavori, abbiamo le stesse possibilità degli uomini,<br />

ma soprattutto possediamo il loro stesso diritto a<br />

camminare per strada senza paura.<br />

Giulia Addazi<br />

“Oggi, dopo due anni, mi sono tornate le mestruazioni. Non capisco perché.<br />

Eppure non sono ingrassata, peso sempre 37 chili. Però ho qu<strong>al</strong>cosa di diverso<br />

in faccia. Sembro più felice”<br />

Queste sono solo tre <strong>del</strong>le tantissime testimonianze.<br />

Speriamo siano sufficienti a farvi capire come ragioni la mente di una ragazza<br />

affetta da questi disturbi ment<strong>al</strong>i. Come potete leggere sono consapevoli<br />

<strong>del</strong>la loro eccessiva autostima, che spesso è causa di riv<strong>al</strong>ità tra ragazze, scontri<br />

che si concludono per la maggior parte <strong>del</strong>le volte in modo tragico: un<br />

esempio è quello <strong>del</strong>la ragazza marchiata a fuoco da una sua coetanea a<br />

causa <strong>del</strong>la sua straordinaria bellezza. Fortunatamente, però, siamo a conoscenza<br />

<strong>del</strong> fatto che esiste qu<strong>al</strong>che nazione capace di porre dei parametri,per<br />

evitare grandi stragi ment<strong>al</strong>i di giovani donne.Infatti la Spagna ha dato prova<br />

di grande intelligenza, lungimiranza e buona risposta a situazioni apparentemente<br />

senza speranza.“Addio <strong>al</strong>le mo<strong>del</strong>le magre come un grissino. Il mondo<br />

<strong>del</strong>la moda, <strong>al</strong>meno quella spagnola, cambia gusti. Una famosa sfilata ha dettato<br />

le regole per nuovi canoni di immagine: in passerella non sono state<br />

ammesse mo<strong>del</strong>le con un indice di massa corporea inferiore a 18, pari a 56 kg<br />

di peso per 175 centimetri di <strong>al</strong>tezza.Vietato, inoltre, sfilare con un trucco che<br />

dia un aspetto m<strong>al</strong>ato o triste. Ad annunciare il cambiamento è Concha<br />

Guerra , viceconsigliere per l’ Economia e l’innovazione tecnologica <strong>del</strong>la<br />

comunità di Madrid: le mo<strong>del</strong>le sono un esempio per migliaia di giovani che<br />

in loro si rispecchiano. Basta, quindi, con le passerelle dominate da ragazze<br />

scheletriche, spesso anoressiche, che non corrispondono <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>tà e f<strong>al</strong>sano<br />

l’idea <strong>del</strong>la bellezza femminile.” Noi non possiamo che essere d’accordo,<br />

apprezzando la buona volontà di chi non si tira dietro di fronte a questi problemi,<br />

ma si dà da fare come meglio può, anche se a piccoli passi. Ci auguriamo<br />

che i casi di questa patologia possano diminuire e che vengano proposti<br />

migliori mo<strong>del</strong>li di esempio di vita, e anche che la società possa sensibilizzarsi<br />

maggiormente, aiutando le ragazze in difficoltà. Un consiglio?!<br />

…Ricordate che non sempre la bellezza dà la felicità, il potere e l’amore…a<br />

volte basta semplicemente essere se stesse per essere persone straordinarie<br />

ed uniche…<br />

Grazie.<br />

Arianna e Veronica V E


Pagina 6 Λογος<br />

Il 10 dicembre 2006 è morto un dittatore.<br />

Augusto Josè Ramòn Pinochet Ugarte, il Capitan<br />

Gener<strong>al</strong> Benemerito, come si autodefiniva, muore<br />

senza aver scontato un singolo giorno in carcere<br />

per gli orrendi crimini da lui commessi. La giustizia<br />

terrena non è stata capace, o non ha voluto,<br />

punirlo per circa 3500 desaparecidos, 35000 torturati<br />

e mezzo milione di esiliati; per non parlare<br />

<strong>del</strong>le vittime accertate (precisamente 2095 secondo<br />

una stima considerata riduttiva): studenti,<br />

oppositori politici, intellettu<strong>al</strong>i… insomma, chiunque<br />

avesse potuto ostacolarlo durante il suo regime.Augusto<br />

Pinochet s<strong>al</strong>ì <strong>al</strong> potere in Cile l’11 settembre<br />

1973 destituendo il legittimo governo di<br />

S<strong>al</strong>vator Allende, che stava attraversando un<br />

periodo di forte crisi economica causata d<strong>al</strong> voluto<br />

crollo <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong> rame ad opera di <strong>al</strong>cune<br />

multinazion<strong>al</strong>i americane: infatti, prima <strong>del</strong> 1970<br />

(anno <strong>del</strong>la vittoria di Allende), la grande maggioranza<br />

<strong>del</strong>le miniere di rame cilene - la princip<strong>al</strong>e<br />

risorsa <strong>del</strong> paese - era in mano ad aziende americane;<br />

il governo Allende le stat<strong>al</strong>izzò e colossi<br />

industri<strong>al</strong>i come ITT e Anaconda non ne furono<br />

propriamente felici.Le motivazione <strong>del</strong> Golpe non<br />

sono esclusivamente economiche: siamo in piena<br />

guerra fredda e gli USA ritenevano di dover porre<br />

fine a quella che sarebbe potuta diventare un’<strong>al</strong>tra<br />

“minaccia comunista”; a questo proposito cito<br />

Henry Kissinger che disse riguardo <strong>al</strong> Cile: “Non<br />

capisco perché dovremmo starcene immobili e<br />

guardare una nazione diventare comunista a<br />

causa <strong>del</strong>l’irresponsabilità <strong>del</strong> proprio popolo”. E<br />

pensare che Kissinger è <strong>stato</strong> segretario di Stato di<br />

due presidenti, nobel per la pace nel 1973 e membro<br />

<strong>del</strong>la commissione istituita d<strong>al</strong> presidente<br />

Bush per chiarire gli eventi <strong>del</strong>l’11 settembre<br />

(costretto a ritirarsi da quest’ultimo incarico per le<br />

accuse di crimini di guerra).<br />

Il golpe fece sentire i suoi effetti in tutto il mondo:<br />

infatti, la caduta <strong>del</strong>l’unico governo che era riuscito<br />

ad affermare democraticamente un’economia<br />

soci<strong>al</strong>ista fu un chiaro monito, da parte degli USA,<br />

per i partiti soci<strong>al</strong>isti e comunisti che, in quegli<br />

anni, si stavano rafforzando. Pinochet restò in carica<br />

per 17 anni, i più neri <strong>del</strong>la storia cilena e di<br />

tutto il sud america. La dura re<strong>al</strong>tà è che nessuno<br />

è intervenuto per cambiare la situazione, poiché il<br />

suo regime ha fatto comodo <strong>al</strong>la nazione più<br />

potente <strong>al</strong> mondo e <strong>al</strong>la sfera più ricca <strong>del</strong>la popolazione<br />

cilena. Difatti i proprietari terrieri e gli<br />

industri<strong>al</strong>i si videro minacciati da un’economia di<br />

Morte di un dittatore<br />

stampo chiaramente soci<strong>al</strong>ista, mentre scorsero<br />

nel capit<strong>al</strong>ismo, supportato dai cosiddetti<br />

Chicago Boys (consiglieri economici americani<br />

che offrivano consulenze <strong>al</strong> governo cileno), un<br />

utile modo per aumentare i propri guadagni. Non<br />

credo che il pensiero <strong>del</strong>le vite che andarono perdute<br />

li abbia mai sfiorati e che mai li sfiorerà; ma<br />

sapere che sostenevano un despota tirannico mi<br />

è sufficiente per disprezzarli. L’incubo <strong>del</strong>la dittatura<br />

terminò nel 1990 quando, per ironia <strong>del</strong>la<br />

sorte, Pinochet indisse un referendum con conseguenti<br />

elezioni, che poi perse. Sfortunatamente la<br />

sete di giustizia <strong>del</strong> popolo cileno non fu saziata:<br />

sfuggì viscidamente ad un processo vero e proprio,<br />

non stante diversi arresti domiciliari, grazie<br />

ad uno <strong>stato</strong> di s<strong>al</strong>ute definito “di demenza”, che<br />

però gli ha permesso di spostare i suoi conti bancari<br />

in istituti di credito esteri, di frodare il fisco<br />

cileno e riciclare denaro per circa 3,6 miliardi: non<br />

m<strong>al</strong>e per un demente.<br />

Il 10 dicembre 2006 è<br />

morto un dittatore.<br />

Un dittatore che è riuscito<br />

a dividere un<br />

paese persino da<br />

morto: da un lato chi<br />

assisteva <strong>al</strong> funer<strong>al</strong>e,<br />

d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra che festeggiava<br />

la sua morte e commemorava<br />

il defunto<br />

Allende.<br />

Person<strong>al</strong>mente non ho<br />

mai odiato nessuno<br />

tanto da gioire per la<br />

sua morte e spero che<br />

non sarò costretto a<br />

f<strong>al</strong>ro mai; ma non posso<br />

Durante il periodo nat<strong>al</strong>izio spesso organizziamo<br />

<strong>del</strong>le raccolte <strong>al</strong>imentari di beneficenza,<br />

dando un piccolo contributo <strong>al</strong>le persone meno<br />

fortunate di noi.<br />

Quest’anno il ricavato è <strong>stato</strong> devoluto agli ospiti<br />

ricoverati nella casa di riposo “Pelag<strong>al</strong>lo”.<br />

Ad <strong>al</strong>cuni ragazzi <strong>del</strong> nostro liceo, però, non è sembrato<br />

abbastanza questo semplice gesto ed hanno<br />

voluto anche trascorrere qu<strong>al</strong>che ora <strong>del</strong> loro<br />

pomeriggio in compagnia degli anziani ricoverati<br />

nello stesso istituto, evadendo così, seppure solo per<br />

un breve momento, d<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>tà frenetica di ogni<br />

giorno, spesso incentrata solo sui propri interessi<br />

person<strong>al</strong>i.<br />

In questo modo hanno scoperto che mettersi a<br />

disposizione di persone meno fortunate di noi è una<br />

preziosa occasione non solo per reg<strong>al</strong>are un sorriso<br />

a chi ne ha bisogno, ma anche per rendersi conto<br />

che i duemila problemi che ci poniamo ogni giorno<br />

spesso non sono <strong>al</strong>tro che f<strong>al</strong>se preoccupazioni e<br />

che, invece, c’è gente che soffre veramente perché si<br />

sente sola e vorrebbe soltanto un piccolo gesto<br />

d’amore nei suoi confronti per poter stare meglio.<br />

Io, purtroppo, sono mancata a questo appuntamento,<br />

ma ho partecipato con entusiasmo ad <strong>al</strong>tri<br />

negare di aver pensato, <strong>al</strong>la notizia <strong>del</strong>la sua<br />

morte: “Un bastardo se n’è andato e spero che,<br />

<strong>al</strong>meno adesso, giustizia sarà fatta.<br />

Il 10 dicembre 2006 è morto soprattutto un<br />

uomo.<br />

Ho sempre pensato che ai morti spettasse un<br />

certo rispetto,se non <strong>al</strong>tro perché non hanno possibilità<br />

di difendersi; ma questo è un caso diverso:<br />

la possibilità di difendersi, affrontando un processo,<br />

l’avrebbe avuta, ma se n’è fatto beffe, continuando<br />

ad agire indisturbato, con l’aiuto di una<br />

giustizia cilena lenta (e penso complice). Ma noi,<br />

come reagiremmo di fronte a qu<strong>al</strong>cuno che ha<br />

torturato i nostri compagni, che ha uccso i nostri<br />

fratelli, che ha mutilato le nostre sorelle e che, sebbene<br />

impunito, fin<strong>al</strong>mente spira? Io non baderei<br />

<strong>al</strong>la correttezza, ma piuttosto, come scrisse<br />

Sepulveda, “brinderei con gioia <strong>al</strong>la morte <strong>del</strong><br />

tiranno”.<br />

Domenico IV A<br />

Foto di <strong>al</strong>cuni Desaparecidos cileni<br />

Un’esperienza <strong>al</strong>ternativa<br />

incontri <strong>del</strong> genere (in diverse“case famiglia”) e, per<br />

esperienza diretta, posso garantirvi che la difficoltà<br />

a partecipare sta solo nel vincere la nostra pigrizia!<br />

Dopo aver fatto una di queste esperienze vi posso<br />

confidare che non rimarrete certo <strong>del</strong>usi!!!<br />

È una sensazione strana che se non si prova, non si<br />

può capire…<br />

Il professor Sciocchetti sta organizzando una piccola<br />

“banca <strong>del</strong>la solidarietà”, a cui ognuno di noi<br />

potrà partecipare mettendo a disposizione una,<br />

due ore <strong>al</strong> mese <strong>del</strong> proprio tempo libero da dedicare<br />

a queste persone bisognose…<br />

“La vita è fatta per esplodere, per andare lontano.<br />

Se essa rimane costretta entro i suoi limiti non<br />

può fiorire; se la conserviamo solo per noi stessi la<br />

si soffoca!”<br />

Inoltre “la vita è radiosa d<strong>al</strong> momento in cui si<br />

comincia a donarla” (Clemente Vismara); infatti<br />

proprio tutti questi piccoli gesti di solidarietà ci permettono<br />

di “vivere” pienamente ogni giorno <strong>del</strong>la<br />

nostra vita e non di “vivacchiare” (Pier Giorgio<br />

Frassati, morto a soli venticinque anni di vita,spesa<br />

<strong>al</strong> servizio degli ultimi).<br />

Silvia Grazioli


Λογος<br />

Da tempo cercavo qu<strong>al</strong>cosa da leggere che mi<br />

colpisse particolarmente, qu<strong>al</strong>cosa di stravagante.<br />

Da questa ricerca è nato un nuovo amore<br />

per uno scrittore che ha decisamente soddisfatto<br />

le mie aspettative e che in questo periodo mi<br />

ha fatto pensare parecchio. È strano che proprio<br />

una donna parli così bene di un uomo odiato da<br />

numerose femministe, ma l’ “ordinaria follia” di<br />

Henry Charles Bukowski, poeta e romanziere<br />

underground, mi affascina davvero molto.<br />

Resto colpita d<strong>al</strong> lessico che usa, d<strong>al</strong>l’efficacia<br />

<strong>del</strong>le sue parole e d<strong>al</strong>lo stile di scrittura così colloqui<strong>al</strong>e<br />

ma <strong>al</strong>lo stesso momento geni<strong>al</strong>e; le sue<br />

poesie sono puro sentire mentre i racconti sono<br />

momenti di vita che difficilmente si possono<br />

dimenticare. Se davvero la poesia è la più <strong>al</strong>ta<br />

forma di espressività a cui la sensibilità umana<br />

può arrivare potrebbe appartenere anche ad<br />

un uomo così rozzo , maschilista, sporco e ubriacone?<br />

Ebbene si. È proprio il caso di Henry<br />

Charles Bukowsky, <strong>del</strong> mito Americano voce di<br />

molti “m<strong>al</strong>edetti” come lui.<br />

“Alla domanda - Qu<strong>al</strong> è l’impulso che la spinge<br />

a scrivere una poesia? La risposta è: Qu<strong>al</strong> è l’impulso<br />

che la fa andare <strong>al</strong> cesso?” Tutto ciò che<br />

fosse mor<strong>al</strong>mente corretto non poteva essere<br />

apprezzato da uno uomo così estremo.<br />

Il sangue tedesco, un cuore americano e tutto<br />

ciò che di più volgare le nostre menti possano<br />

pensare sono le componenti <strong>del</strong>l’animo Hank,<br />

come amava farsi chiamare dagli amici, che<br />

attraverso poesie e racconti parlava <strong>del</strong>la propria<br />

vita e <strong>del</strong> proprio sentire, <strong>del</strong>la propria<br />

estraniazione d<strong>al</strong>la società.<br />

“Non cerco mai di migliorarmi o di imparare<br />

qu<strong>al</strong>cosa, rimango esattamente come sono.<br />

Non sono uno che impara, sono uno che evita.<br />

Non ho voglia di imparare, mi sento perfettamente<br />

norm<strong>al</strong>e nel mio mondo pazzo; non<br />

voglio diventare come gli <strong>al</strong>tri.”<br />

Fin da giovane sentiva il peso <strong>del</strong>l’incapacità di<br />

adattarsi ai sui coetanei finche <strong>al</strong>l’età di 13 anni<br />

iniziò a bere con una banda di teppisti e a circa<br />

20 anni abbandonò la casa paterna.<br />

La strada fu la sua unica vera casa, luogo di<br />

Barfly<br />

«Osped<strong>al</strong>i, g<strong>al</strong>ere e puttane: sono queste le università <strong>del</strong>la vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.»<br />

incontri e di sbronze, la macchina da scrivere fu<br />

il suo vero amore e la sua unica fortuna. È puro<br />

nichilismo quello che possiamo percepire nelle<br />

poesie ed è pura follia quella che viene <strong>del</strong>ineata<br />

dai suoi racconti.<br />

L’<strong>al</strong>cool, il sesso, le donne, la morte, la m<strong>al</strong>attia e<br />

il dolore sono le uniche tematiche <strong>del</strong>le sue<br />

opere con cui ci offre immagini <strong>del</strong>l’America e<br />

<strong>del</strong>la sua vita ricca di “eiaculazioni, orgasmi ed<br />

esibizioni”.<br />

Tanto Hemingway amava la corrida tanto Hank<br />

amava le corse, e proprio <strong>al</strong>l’ippodromo trascorreva<br />

la maggior parte <strong>del</strong>le sue giornate a “sputtanar”<br />

quattrini e a sperare in una vincita.<br />

Nel suo libro preferito “Chiedi <strong>al</strong>la polvere” di<br />

John Fante si legge: “essere uno scrittore vuol<br />

dire far molto con poco” e credo proprio che<br />

questo rappresenti il suo stile di vita.<br />

Un vagabondo, ecco cos’era. Un barbone senza<br />

mai la voglia di lavorare e sempre in cerca di fortuna.“Come<br />

si spiegavano quelle vite da operaio<br />

senza <strong>al</strong>cun senso?”<br />

Al lavoro i giorni erano sciupati, le notti senza<br />

senso, il tempo era perso a combattere con i<br />

capi “senz’anima e di mediocre intelletto, implacabili<br />

con i sub<strong>al</strong>terni”.<br />

Lavorare significava mangiare mentre scrivere<br />

significava morire: lui scelse di morire.<br />

Bukowski visse a New Orleans, a San Francisco,<br />

a St. Louis, soggiornò in una pensione-bor<strong>del</strong>lo<br />

di tagliagole filippini, fece il lavapiatti, il posteggiatore,<br />

il facchino, si svegliava sulle panchine<br />

dei parchi pubblici, per qu<strong>al</strong>che tempo finì perfino<br />

in g<strong>al</strong>era. E continuò a scrivere pur minato<br />

dagli eccessi di ogni genere. La scrittura lo<br />

accompagnò per tutta la vita.<br />

Parlava moltissimo di sesso e di tutto ciò che<br />

fosse peccato e trasgressivo, la sua rubrica si<br />

chiamava “Taccuino di un vecchio porco”, i suoi<br />

reading erano davvero “ubriachi”. La sua scrittura<br />

non è frutto di una vera dote espressiva o<br />

poetica ma fu piuttosto la rabbia verso la vita la<br />

molla che lo spinse verso il furore compositivo.<br />

Le sue opere sono ossessivamente autobiografiche;<br />

è proprio grazie ai suoi racconti che si è<br />

diffuso il mito <strong>del</strong>l’ultimo m<strong>al</strong>edetto come<br />

molti lo definiscono. Hank sentiva una forte esigenza<br />

di raccontare <strong>al</strong> mondo lo squ<strong>al</strong>lore <strong>del</strong>le<br />

vite margin<strong>al</strong>i, ma ciò gli era possibile solo tramite<br />

la scrittura. Consapevole <strong>del</strong> costante<br />

mutamento <strong>del</strong>la re<strong>al</strong>tà americana, sentiva l’urgenza<br />

di comunicare con il lettore, e questo rendeva<br />

il suo stile, le situazioni e i luoghi un po’<br />

ripetitivi, ma la materia è sempre origin<strong>al</strong>e.<br />

Sono le sue riflessioni sul mondo e sulla vita a<br />

colpire di più e da esse è percepibile l’amarezza<br />

e l’odio per le ingiustizie <strong>del</strong>la vita.<br />

“Solo i poveri riescono ad afferrare il senso <strong>del</strong>la<br />

vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare”.In<br />

t<strong>al</strong> modo ciò che su tutto emerge è proprio la<br />

profonda umanità <strong>del</strong>la sua scrittura, nel bene e<br />

nel m<strong>al</strong>e, nella tristezza e nella tenerezza, nella<br />

degenerazione e nella rigenerazione continue.<br />

Bukowski guarda il mondo dai bassifondi <strong>del</strong>l’animo<br />

e osserva l’individuo, il terribile ‘uomo<br />

medio’. Pur barcollando, infuriandosi e sbraitando<br />

egli rappresenta l’unico punto fermo in una<br />

Pagina 7<br />

re<strong>al</strong>tà così marcia perché anche se sporco e fradicio<br />

è l’unico veramente umano, perché lascia<br />

spazio <strong>al</strong>le riflessioni, <strong>al</strong>la rabbia e <strong>al</strong>le contraddizioni,<br />

ai laceranti contrasti, sempre in nome<br />

<strong>del</strong>l’origin<strong>al</strong>ità di cui la sua opera gode. In questo<br />

forse si avvicina a molti scrittori contemporanei,<br />

forse possiamo definirlo il nuovo<br />

Hemingway, il nuovo Keruack, ma il suo stile è<br />

veramente nuovo perché unico. Spesso uno<br />

pensa di dover scrivere un articolo che piaccia a<br />

tutti o che <strong>al</strong>meno interessi i più; io ho scelto di<br />

parlare di un grande <strong>del</strong>la letteratura contemporanea<br />

che rappresenta la faccia sporca non<br />

solo <strong>del</strong>l’America ma di noi tutti, ha raggiunto<br />

<strong>al</strong>lo stesso momento l’apice e l’abisso <strong>del</strong>l’esistenza,<br />

ha potuto re<strong>al</strong>izzare ciò che più segretamente<br />

si nasconde in ciascuno uomo, ha incarnato<br />

le perversioni <strong>del</strong>l’umanità.<br />

Scrivendo questo articolo non mi sento proprio<br />

<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tezza ma ho voluto provarci comunque.<br />

Giorgia II C


Pagina 8 Λογος<br />

Filippo Raciti: un morto sul lavoro<br />

Un ultrà Sambenedettese parla dei fatti di Catania e <strong>del</strong> nostro c<strong>al</strong>cio m<strong>al</strong>ato di soldi<br />

Dopo la morte <strong>del</strong> poliziotto Filippo Raciti a<br />

Catania durante gli scontri successivi <strong>al</strong>la partita<br />

Catania-P<strong>al</strong>ermo, il mondo <strong>del</strong> c<strong>al</strong>cio ha<br />

subito un vero e proprio terremoto con la<br />

sospensione di tutti i campionati per una giornata.<br />

Pochi giorni dopo la morte <strong>del</strong>l’agente,<br />

sono apparse in varie città scritte infamanti<br />

verso le forze <strong>del</strong>l’ordine. Per capire cosa stia<br />

succedendo <strong>al</strong> nostro sport nazion<strong>al</strong>e, <strong>al</strong><br />

panem et circenses <strong>del</strong> nostro tempo, siamo<br />

andati ad intervistare un ultrà <strong>del</strong>la<br />

Sambenedettese, un carpentiere di 35 anni<br />

che ogni domenica si reca <strong>al</strong>lo stadio per<br />

seguire la propria squadra.<br />

Nelle ultime settimane una parte degli ultrà it<strong>al</strong>iani<br />

hanno mostrato la loro faccia peggiore. Qu<strong>al</strong>i<br />

sono invece gli ide<strong>al</strong>i che voi mettete in comune e<br />

che portate avanti? In poche parole che vuol dire<br />

la scritta apparsa su un mura di san Benedetto<br />

“Ultrà stile di vita”?<br />

Vivere da ultrà significa essenzi<strong>al</strong>mente andare<br />

<strong>al</strong>la partita <strong>del</strong>la propria squadra la domenica.<br />

Per noi Sambenedettesi il Rosso-Blu è tutto.<br />

Natur<strong>al</strong>mente crediamo fortemente anche in<br />

v<strong>al</strong>ori come l’amicizia e la le<strong>al</strong>tà.<br />

Si va <strong>al</strong>lo stadio ogni domenica solo per seguire la<br />

propria squadra o lo stadio può diventare anche<br />

un luogo in cui ci si libera <strong>del</strong>le frustrazioni quotidiane<br />

anche in modi poco civili?<br />

Dipende d<strong>al</strong>le persone e d<strong>al</strong>le situazioni. Per<br />

esempio domenica scorsa a San Marino ci<br />

siamo divertiti moltissimo senza nessun disordine.<br />

Invece in <strong>al</strong>tre occasioni se vedo qu<strong>al</strong>cosa<br />

che mi fa andare perdere le staffe io reagisco di<br />

conseguenza.<br />

Qu<strong>al</strong>i sarebbero queste cose che ti fanno infuriare?<br />

Per esempio la polizia che inizia a bistrattare<br />

qu<strong>al</strong>che amico, oppure la tifoseria avversaria<br />

che danneggia auto o qu<strong>al</strong>siasi <strong>al</strong>tra cosa.<br />

Che rapporti ci sono tra gruppi di ultrà e politica?<br />

Diversi gruppi sono apolitici, comunque gener<strong>al</strong>mente<br />

la tifoseria di San Benedetto si è sempre<br />

collocata a sinistra.<br />

Quanti gruppi di tifosi esistono nella nostra città e<br />

per cosa si differenziano?<br />

I gruppi sono “B<strong>al</strong>di giovani”, “Onda d’urto” e<br />

“Nucleo”. Si differenziano solo per i punti di ritrovo,<br />

infatti nelle trasferte vanno sempre insieme.<br />

Prima di passare ai fatti di Catania, ricordiamo<br />

cos’è successo circa un anno fa quando qui a San<br />

Benedetto ci fu uno scontro tra tifosi e polizia in<br />

occasione <strong>del</strong>la partita Sambenedettese-Genoa.<br />

Eh, gli sbirri stavano tutti fuori di testa.<br />

Tutto è cominciato nei controlli pre-partita<br />

perché un tifoso non voleva consegnare<br />

<strong>al</strong>la polizia un accendino. Il poliziotto<br />

<strong>al</strong>lora ha minacciato di portarlo <strong>al</strong><br />

bagno dove lo avrebbe spogliato per<br />

perquisirlo completamente. Quando il<br />

gruppo degli <strong>al</strong>tri tifosi si accorse <strong>del</strong><br />

fatto reagirono per impedire che il poliziotto<br />

portasse l’ultrà ai gabinetti.<br />

Quindi la polizia iniziò a manganellare e<br />

scoppiarono i disordini. Doveva essere<br />

una giornata di festa, poche ore prima<br />

noi Sambendettesi ci eravamo riuniti<br />

con i Genoani, avevamo fatto pranzo<br />

insieme. Invece poi si è scatenato il puti-<br />

ferio con la polizia.<br />

Quante persone furono arrestate dopo quei tafferugli?<br />

E quante furono diffidate?<br />

Furono arrestate cinque persone, che furono<br />

anche diffidate e poi diversi <strong>al</strong>tri furono diffidati.<br />

Quelli arrestati uscirono di prigione dopo cinque<br />

giorni.<br />

Ma che significa essere diffidati?<br />

Significa che si deve andare in questura o dai<br />

carabinieri a firmare un quarto d’ora prima che<br />

la partita inizia e un quarto d’ora dopo che sia<br />

finita.<br />

I fatti di Catania non sono stati un caso isolato nel<br />

mondo <strong>del</strong> c<strong>al</strong>cio: pensiamo per esempio <strong>al</strong>la<br />

strage <strong>del</strong>l’89 in Inghilterra, dove morirono 29 persone<br />

schiacciate d<strong>al</strong>la ressa o più recentemente<br />

<strong>al</strong>l’assassinio <strong>del</strong> dirigente di una squadra di terza<br />

categoria. Oggi se avessi un figlio adolescente lo<br />

manderesti <strong>al</strong>lo stadio?<br />

Certo che ce lo manderei, non vedo perché no.<br />

Cosa pensi <strong>del</strong>la morte di Filippo Raciti?<br />

E’ successo, è morto un uomo sul lavoro, è come<br />

se fosse morto un operaio.<br />

In verità gli operai muoiono per cause accident<strong>al</strong>i<br />

che in ogni caso derivano d<strong>al</strong>la mancanza di adeguate<br />

misure di sicurezza di cui sono responsabili<br />

gli imprenditori. In questo caso abbiamo a che<br />

fare con un vero e proprio omicidio. O sbaglio?<br />

Prima di tutto d<strong>al</strong>la perizia medica si è riscontrato<br />

che Filippo Raciti è morto per es<strong>al</strong>azione di<br />

lacrimogeni, in secondo luogo io lo considero<br />

un morto sul lavoro. I poliziotti sanno di dover<br />

rischiare, è una cosa che devono mettere in<br />

conto.<br />

Un coro che circola negli ambienti ultrà inizia con<br />

“celerino infame”. Da cosa nasce questo risentimento<br />

contro le forze <strong>del</strong>l’ordine?<br />

C’è astio contro la polizia perché spesso sono<br />

loro gli istigatori. Io anno scorso fui picchiato<br />

d<strong>al</strong>la polizia a Reggio Emilia durante dei disordini<br />

senza aver fatto nulla di m<strong>al</strong>e. Quando fai<br />

certe esperienze è natur<strong>al</strong>e portare un certo<br />

rancore verso gli agenti. Io non metto in dubbio<br />

che a volte ci si organizza per arrivare ad uno<br />

scontro con la tifoseria avversaria, ma secondo<br />

me rientra tutto nell’ottica <strong>del</strong>la legittima difesa:<br />

come io mi devo difendere dai celerini, così<br />

mi devo difendere d<strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre tifoserie. Inoltre,<br />

come ho detto prima, quando vedo <strong>del</strong>le cose<br />

che mi fanno infuriare, devo reagire.<br />

Se ti viene fatto un torto fuori d<strong>al</strong>l’ambiente<br />

<strong>del</strong>lo stadio, reagisci nello stesso modo in cui<br />

reagiresti se fossi nell’ambiente <strong>del</strong>lo stadio,<br />

ovvero con una certa irruenza, oppure diversamente?<br />

Beh certamente reagisco diversamente.<br />

Ma non credi che voi tifosi e i poliziotti siete su<br />

una stessa barca, cioè provenite in fondo d<strong>al</strong>lo<br />

stesso ambito soci<strong>al</strong>e e che pensate esattamente<br />

la stessa cosa gli uni degli <strong>al</strong>tri?<br />

No, non sono d’accordo, perché tra gli ultrà ci<br />

sono sia poveri che benestanti e può capitare<br />

che il ricco sia più scatenato <strong>del</strong> povero.<br />

Per rendere gli stadi it<strong>al</strong>iani credi che sia applicabile<br />

il mo<strong>del</strong>lo inglese?<br />

Se in It<strong>al</strong>ia viene applicato il mo<strong>del</strong>lo inglese<br />

gli stadi si svuoteranno. In Inghilterra i posti<br />

sono fissi e nomin<strong>al</strong>i, non ci si può <strong>al</strong>zare per<br />

cambiare posizione, non sono permessi neanche<br />

gli striscioni. Non credo che la gente accetterà<br />

di andare <strong>al</strong>lo stadio a queste condizioni.<br />

Inoltre in Inghilterra non ci sono recinzioni tra<br />

le platee e il campo. In questo modo ci saranno<br />

invasioni di campo ogni dieci minuti. In<br />

definitiva la cultura inglese è differente da<br />

quella it<strong>al</strong>iana: i tifosi anglosassoni fischiano i<br />

giocatori <strong>del</strong>la propria squadra se simulano<br />

dei f<strong>al</strong>li, qui da noi no.<br />

Ti sembra che le misure adottate d<strong>al</strong> governo<br />

come la privatizzazione degli stadi e la gestione<br />

<strong>del</strong>la sicurezza affidata <strong>al</strong>le società siano efficaci?<br />

Assolutamente no. Le società piccole non possono<br />

provvedere <strong>al</strong>la sicurezza degli stadi perché<br />

per s<strong>al</strong>ire di categoria devono investire<br />

soldi nell’acquisto di c<strong>al</strong>ciatori. Il Milan ha<br />

messo 28 tornelli in pochi giorni perché è una<br />

società ricchissima, ma non tutti se lo possono<br />

permettere.<br />

Condividi l’affermazione <strong>del</strong> presidente <strong>del</strong>la<br />

Lega C<strong>al</strong>cio, Antonio Matarrese, secondo<br />

cui “L’It<strong>al</strong>ia vive di c<strong>al</strong>cio”?<br />

Natur<strong>al</strong>mente non la condivido. Il c<strong>al</strong>cio<br />

è sicuramente lo sport nazion<strong>al</strong>e, ma io<br />

la mattina mi <strong>al</strong>zo e vado a lavorare.<br />

Matarrese intendeva solo difendere gli<br />

interessi legati <strong>al</strong> c<strong>al</strong>cio, come i diritti tv,<br />

gli sponsor e le pubblicità. Ormai il<br />

nostro c<strong>al</strong>cio è m<strong>al</strong>ato di soldi. Credo<br />

che sarebbe molto più divertente un<br />

campionato disputato d<strong>al</strong>le tifoserie,<br />

senza i loschi affari sotterranei <strong>del</strong>la<br />

recente Moggiopoli, difendendo sinceramente<br />

i colori <strong>del</strong>la propria squadra.<br />

Matteo Marcozzi


Λογος<br />

La violenza negli stadi<br />

Facendo riferimento <strong>al</strong>l’ennesimo besti<strong>al</strong>e <strong>del</strong>itto in nome <strong>del</strong> c<strong>al</strong>cio, vorrei spendere<br />

qu<strong>al</strong>che parola, riprendendo anche qu<strong>al</strong>che pensiero da “Il Corriere <strong>del</strong>la Sera”.La<br />

violenza negli stadi non è un fenomeno spontaneo, imprevedibile e incontrollabile.<br />

E’ figlia <strong>del</strong>l’atteggiamento remissivo e conciliante con cui abbiamo permesso che le<br />

scuole venissero occupate e messe a soqquadro. Abbiamo tollerato che le manifestazioni<br />

dei centri soci<strong>al</strong>i si lasciassero dietro una scia di vetri rotti e muri sporchi.<br />

Abbiamo assistito impotenti <strong>al</strong>le gazzarre dei tifosi nelle strade e sui treni <strong>al</strong>la fine di<br />

una partita di c<strong>al</strong>cio. Abbiamo chiuso un occhio quando bande di “artisti” hanno<br />

cominciato a sporcare le facciate <strong>del</strong>le case e a violare con i loro graffiti un elementare<br />

diritto di proprietà. I teppisti hanno goduto di una sostanzi<strong>al</strong>e immunità perchè<br />

erano “figli” per i genitori,“elettori” per gli uomini politici,“tifosi” per le società c<strong>al</strong>cistiche,“ribelli<br />

soci<strong>al</strong>i”per la sinistra massim<strong>al</strong>ista,“vittime <strong>del</strong>la società”per i magistrati<br />

progressisti. Molti penseranno che questi reati o infrazioni sono incomparabilmente<br />

mene gravi di un omicidio.<br />

E’ vero, 0ma quanto più esteso e profondo è il bacino <strong>del</strong>le licenze quotidiane, tanto<br />

più grande e robusta cresce la pianta <strong>del</strong>la violenza. “Quello che maggiormente ci<br />

addolora è l’unicità <strong>del</strong> caso it<strong>al</strong>iano. Sappiamo che il problema <strong>del</strong> teppismo urbano<br />

e <strong>del</strong>la violenza negli stadi affligge quasi tutte le maggiori democrazie occident<strong>al</strong>i” replica il Corriere <strong>del</strong>la Sera. Ma noi siamo il solo Paese in cui partiti<br />

e governi hanno permesso che le cattive abitudini <strong>del</strong> 68 diventassero croniche.<br />

Mi chiamo Jaco Pastorius e sono il più grande bassista <strong>del</strong> mondo<br />

“Mi chiamo John<br />

Francis Pastorius III e<br />

sono il più grande<br />

bassista <strong>del</strong> mondo”.<br />

Con queste parole<br />

Jaco Pastorius, un giovane<br />

bassista semisconosciuto,<br />

si resentò<br />

per la prima volta a<br />

Joe Zawinul, un abilissimo<br />

e affermato<br />

tastierista jazz.<br />

Quest’ultimo ascoltò<br />

le registrazioni che<br />

Jaco gli aveva consegnato,<br />

rimase strabiliato<br />

d<strong>al</strong>le capacità <strong>del</strong><br />

giovane e lo chiamò<br />

nella sua band. L’anno<br />

era il 1976 , la band i<br />

Weather Report e una<br />

nuova era <strong>del</strong>la musica era appena cominciata. Con i Weather<br />

Report iniziò la fase migliore di questo artista, che produsse, con<br />

loro e da solista, successi <strong>del</strong> c<strong>al</strong>ibro di Birdland o di Teen Town,<br />

di Barbary Coast o di Donna Lee. Si definì il migliore, e non aveva<br />

torto. Suonando con uno basso fret-less(a cui egli stesso aveva<br />

rimosso i tasti) armonici,accordi,ghost notes,supportandoli con<br />

un groove impeccabile, liberò il basso dai vincoli di strumento<br />

ritmico e lo rese un solista a tutti gli effetti. Definire innovativo il<br />

suo modo di intendere il basso è molto riduttivo: sino ad <strong>al</strong>lora<br />

il basso era utilizzato esclusivamente ric<strong>al</strong>cando le parti suonate<br />

d<strong>al</strong>la chitarra, Pastorius fece emergere le sue potenzi<strong>al</strong>ità<br />

ris<strong>al</strong>tandone una corposità ad una pienezza nel suono che sb<strong>al</strong>ordivano<br />

gli ascoltatori.<br />

Music<strong>al</strong>mente si trattò di un genio: strappò d<strong>al</strong> basso i tasti e<br />

colmò i solchi con <strong>del</strong> mastice e <strong>del</strong>la vernice da barche, ideò la<br />

tecnica ad armonici e il suo senso <strong>del</strong> ritmo e la sua capacità di<br />

improvvisazione sono da molti considerate ancora insuperate. Il<br />

suo t<strong>al</strong>ento, unito ad una presenza scenica notevole, contribuì ad<br />

avvicinare molti giovani verso il jazz, attratti da una figura che<br />

somigliava molto a Jimi Hendrix, scomparso quasi dieci anni<br />

prima. Molti lo ricordano come una persona straordinaria: Patrick<br />

Djivas, bassista <strong>del</strong>la PFM, racconta <strong>del</strong>l’emozione provata nel<br />

Pagina 9<br />

suonare ore ed ore con lui e soprattutto <strong>del</strong>le nottate trascorse a parlare “di<br />

sport,di filosofia spicciola e di tramonti”perché,come gli disse una notte Jaco,<br />

“Ma non vorrai mica dormire, i musicisti hanno così poco tempo per parlare!”.<br />

Zawinul in molte occasioni ha ricordato con m<strong>al</strong>inconia le sfide assurde<br />

che entrambi si ponevano come chi riuscisse ad eseguire meglio una<br />

determinata cosa. In questo periodo Jaco vagabondava di notte, senza<br />

meta, e riusciva a suonare un pezzo <strong>al</strong>la perfezione pur non esercitandosi<br />

costantemente. Una persona fantastica, che viveva intensamente, ma<br />

anche molto fragile. Nel 1982 lasciò i Weather Report e venne in contatto<br />

con l’<strong>al</strong>cool e la cocaina, che lo portarono ad una depressione che sfociava<br />

in imprevedibili cambiamenti di umore. Nonostante gli sforzi degli amici<br />

cadde in uno strapiombo da cui non riuscì più a ris<strong>al</strong>ire, consumato da<br />

quella intensità che lo aveva sempre caratterizzato, divenuta oramai un<br />

indomabile spirito di autodistruzione. È struggente venire a sapere ciò che<br />

le droghe e l’<strong>al</strong>cool causarono in lui: iniziò a presentarsi ubriaco ai concerti,<br />

veniva <strong>al</strong>le mani con i musicisti, a Tokyo fu arre<strong>stato</strong> poiché guidò una<br />

moto completamente nudo e spesso fu ritrovato mentre camminava a<br />

piedi sc<strong>al</strong>zi per New York molestando i passanti. Morì in una maniera assurda<br />

e scioccante: il 12 Settembre 1987, dopo aver vagato tutta la notte arrivò<br />

<strong>al</strong> Midnight Bottle Club, un night <strong>al</strong>la periferia di Fort Lauderd<strong>al</strong>e, protestò<br />

poiché non lo facevano entrare (l’ingresso era riservato solo ai soci) ed<br />

il titolare lo colpì violentemente<br />

con <strong>al</strong>cuni colpi di karate, gli fracassò<br />

il cranio e gli causò numerose<br />

emorragie interne.<br />

Il 21 settembre, dopo 9 giorni di<br />

coma, venne dichiarato morto un<br />

artista <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e la definizione<br />

“Genio e Sregolatezza” c<strong>al</strong>za a<br />

pennello come, d’<strong>al</strong>tronde, ad<br />

<strong>al</strong>tri grandi artisti: Mozart,<br />

Schumann, Jimi Hendrix, Jim<br />

Morrison. Tuttora egli viene ricordato<br />

non come un bassista, ma<br />

come il bassista e resta un mo<strong>del</strong>lo<br />

per tutti i giovani che studiano<br />

questo fantastico strumento…<br />

Vorrei che questo articolo riesca ad<br />

essere un ringraziamento verso<br />

questo musicista, che riuscì ad<br />

incantare con la sua musica,che ha<br />

fatto e che fa sognare.<br />

Domenico IV A


Pagina 10 Λογος<br />

Sfogliando il Corano<br />

La tensione glob<strong>al</strong>e tra “Occidente” e “mondo<br />

islamico” che ha aperto storicamente il nuovo<br />

millennio è stata descritta epicamente con<br />

l’espressione “scontro di civiltà”. I media e i vari<br />

opinion makers hanno racchiuso in questa<br />

tagliente definizione un intricatissimo fenomeno<br />

geopolitico in cui le fazioni opposte trovano<br />

le giustificazione dei loro attacchi, da una parte,<br />

nella presunta superiorità <strong>del</strong>la propria “cultura”<br />

e, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, nella propria religione.<br />

Senza andare a indagare le effettive motivazioni<br />

di questo fenomeno, che natur<strong>al</strong>mente non<br />

hanno niente metafisico e filosofico, è interessante<br />

notare come, a livello mediatico, dopo l’11<br />

settembre, per gran parte <strong>del</strong>l’opinione pubblica,<br />

l’Islam sia diventato, nel migliore dei casi,<br />

qu<strong>al</strong>cosa da cui stare <strong>al</strong>la larga. In questo senso<br />

“scontro di civiltà” ci sembra una definizione<br />

molto felice per descrivere, non tanto la re<strong>al</strong>e<br />

situazione politica glob<strong>al</strong>e, quanto la percezione<br />

<strong>del</strong>la medesima da parte <strong>del</strong>le popolazioni interessate.<br />

Infatti la parola “scontro” sottintende la<br />

paura <strong>del</strong>l’avversario e quando un popolo si<br />

sente minacciato, i governanti riescono a imporre<br />

le loro decisioni molto più facilmente rispetto<br />

<strong>al</strong>le condizioni norm<strong>al</strong>i.<br />

Ma, come ci dice la psicologia, la paura, spessissimo,<br />

deriva d<strong>al</strong>l’ignoranza. Per questo abbiamo<br />

voluto raccogliere <strong>al</strong>cune notizie sugli aspetti<br />

princip<strong>al</strong>i <strong>del</strong>l’Islam, partendo d<strong>al</strong>la sua più <strong>al</strong>ta<br />

espressione, ovvero d<strong>al</strong>le parole <strong>del</strong> Corano, nella<br />

traduzione e a cura di Hamza Roberto Piccardo.<br />

Che cos’è l’Islam?<br />

D<strong>al</strong> punto di vista etimologico la radice triconsonantica<br />

<strong>del</strong> termine”Islâm”, ovvero s-l-m, veicola i<br />

seguenti significati: essere sano, in buona s<strong>al</strong>ute,<br />

consegnare, consegnarsi, arrendersi. Tra queste<br />

forme verb<strong>al</strong>i, quella da cui deriva il nome “Islâm”<br />

è una di quelle che esprime un atteggiamento<br />

attivo, per cui, ricorrendo ad una perifrasi, si<br />

potrebbe definire l’Islâm un “consegnarsi volontariamente<br />

<strong>al</strong> volere divino”. La religione musulmana<br />

si inserisce nel solco <strong>del</strong>le <strong>al</strong>tre due grandi<br />

religioni monoteiste, l’ebraismo e il cristianesimo,<br />

tanto che Maometto (570-632 a.C.) è considerato<br />

dai musulmani l’ultimo profeta che riceve da Dio<br />

la rivelazione definitiva, dopo quelle parzi<strong>al</strong>i di<br />

Gesù e Mosè. Infatti nella II Sura (così vengono<br />

denominati i 114 capitoli <strong>del</strong> Corano), chiamata<br />

“<strong>del</strong>la Giovenca”, viene ripercorsa tutta la storia<br />

d’Israele, da Abramo fino a Mosè, mentre la XIX<br />

Sura è dedicata completamente <strong>al</strong>la figura di<br />

Maria. Secondo l’antica tradizione Allah rivelò in<br />

lingua araba attraverso l’Arcangelo Gabriele le<br />

sue leggi a Moametto il qu<strong>al</strong>e le trasmise or<strong>al</strong>mente<br />

ai primi fe<strong>del</strong>i islamici. Solo nella fase<br />

immediatamente successiva <strong>al</strong>la morte <strong>del</strong> profeta,<br />

la rivelazione di Allah venne trascritta e raccolta<br />

nel Corano. Il testo sacro islamico, oltre a illustrare<br />

i famosi cinque pilastri (l’elemosina, il pellegrinaggio<br />

<strong>al</strong>la Mecca, la preghiera giorn<strong>al</strong>iera, il<br />

digiuno nel mese <strong>del</strong> Ramadan) è un vero e proprio<br />

codice giuridico, in cui ad ogni reato è applicata<br />

una pena specifica e in cui vengono stabilite<br />

le leggi che regolano matrimoni e divorzi.<br />

Il Corano, più in gener<strong>al</strong>e, è il più <strong>al</strong>to prodotto<br />

cultur<strong>al</strong>e <strong>del</strong> mondo arabo, in cui oltre <strong>al</strong>le peculiarità<br />

teologiche riguardanti l’infinità trascendenza<br />

di Allah e la sua assoluta unicità in contrasto<br />

con la Trinità Cristiana, vengono presentate<br />

degli insegnamenti civili e mor<strong>al</strong>i (temperanza,<br />

umiltà, devozione) <strong>del</strong> tutto simili a quelli<br />

descritti nella Bibbia e vicino anche <strong>al</strong>l’etica precristiana<br />

di Platone e Aristotele.<br />

La Jihad<br />

Partendo d<strong>al</strong>l’etimologia, il termine “jihad”significa<br />

“sforzo”. Nella dottrina islamica la jihad si differenzia<br />

in “esteriore”, lo sforzo militare e quindi la<br />

guerra, e in “interiore”, di gran lunga più importante<br />

rispetto <strong>al</strong> primo, ovvero lo sforzo nel contrastare<br />

le proprie passioni seguendo un retto stile di<br />

vita. A sua volta la Jihad contro gli infe<strong>del</strong>i è di<br />

due tipi: offensiva, quando il nemico è attaccato<br />

sul suo territorio e difensiva che consiste nell’espulsione<br />

degli infe<strong>del</strong>i d<strong>al</strong>la terra. Se da una<br />

parte l’area militante più intransigente consideri<br />

la jihad offensiva uno degli doveri primari di un<br />

fe<strong>del</strong>e, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra la maggior parte degli islamici<br />

argomenta che i riferimenti più espliciti <strong>al</strong> dovere<br />

degli islamici di convertire gli infe<strong>del</strong>i anche con<br />

l’uso <strong>del</strong>la violenza si riferissero ai regimi che circondavano<br />

e minacciavano le prime comunità<br />

musulmane e che quindi oggi si rivelano semplicemente<br />

obsoleti. Il Corano recita così “Vi è <strong>stato</strong><br />

ordinato di combattere, anche se non lo gradite.<br />

Ebbene, è possibile che abbiate avversione per<br />

qu<strong>al</strong>cosa che invece è un bene per voi, e può darsi<br />

che amiate una cosa che invece è nociva. Allah sa<br />

e voi non sapete” (II, 216). Da questo celebre versetto<br />

certamente traspare una certa aggressività<br />

che in <strong>al</strong>tri passi viene attenuata attribuendo <strong>al</strong>la<br />

guerra esclusivamente una funzione difensiva:<br />

“Coloro che si difendono quando sono vittime<br />

<strong>del</strong>l’ingiustizia”(XLII, 39),“Combattete per la causa<br />

di Allah contro coloro che vi combattono, ma<br />

senza eccessi, chè Allah non ama coloro che eccedono”<br />

(II, 190). In ogni caso non è difficile immaginare<br />

i versetti precedentemente citati in bocca a<br />

dei c<strong>al</strong>iffi o principi intenti a espandere i propri<br />

territori o ad acquisire maggior potere. Infatti la<br />

redazione <strong>del</strong> Corano ris<strong>al</strong>e ad un periodo storico<br />

in cui diverse person<strong>al</strong>ità vicine a Maometto si<br />

contendevano la sua eredità spiritu<strong>al</strong>e e politica e<br />

la religione poteva rivelarsi uno straordinario<br />

Instrumentum regni . Allo stesso modo oggi le<br />

organizzazioni terroristiche perseguono i loro<br />

interessi materi<strong>al</strong>i trovando un assurdo fondamento<br />

ideologico nei passi citati. Inoltre a complicare<br />

la situazione si inserisce la questione di qu<strong>al</strong>e<br />

autorità musulmana, ammesso che ve ne sia,<br />

possa adempiere doveri come dichiarare il jihad.<br />

Questo problema è emerso da quando, il 3 marzo<br />

1924, Kem<strong>al</strong> Atatürk abolì il c<strong>al</strong>iffato, che i sultani<br />

Ottomani detenevano d<strong>al</strong> 1517. In seguito <strong>al</strong>le<br />

strategie di divide et impera <strong>del</strong>l’ordine mondi<strong>al</strong>e<br />

coloni<strong>al</strong>e e postcoloni<strong>al</strong>e, non esiste oggi un’unica<br />

autorità politica costituita che governi la maggioranza<br />

<strong>del</strong> mondo musulmano. A causa <strong>del</strong>la<br />

mancanza di organizzazione ecclesiastica <strong>al</strong>l’interno<br />

<strong>del</strong>la vasta maggioranza dei musulmani,<br />

qu<strong>al</strong>siasi aderente può autoproclamarsi ‘<strong>al</strong>im<br />

(esperto in materia di religione) e proclamare una<br />

jihad difensivo. In assenza di un C<strong>al</strong>iffo, i soli leader<br />

politici islamici di fatto sembrerebbero essere i<br />

governi dei moderni stati-nazione musulmani<br />

emersi dagli sconvolgimenti <strong>del</strong>la prima parte <strong>del</strong><br />

XX secolo. Comunque i militanti islamisti non<br />

reputano rappresentativi <strong>del</strong>la società islamiche<br />

gli Stati-nazione moderni <strong>del</strong> Vicino e Medio<br />

Oriente perché soggetti <strong>al</strong>l’influenza <strong>del</strong>le potenze<br />

occident<strong>al</strong>i. Di conseguenza, movimenti islamisti<br />

come <strong>al</strong>-Qaida e Hamas si sono arrogati il compito<br />

di dichiarare jihad, scav<strong>al</strong>cando l’autorità<br />

tanto degli Stati-nazione quanto degli esperti religiosi<br />

tradizion<strong>al</strong>i.<br />

Gesù secondo l’Islam<br />

Gesù per i musulmani non è Figlio di Dio, ma un<br />

profeta che ha preparato la venuta di Maometto:<br />

”Rifiutan fede a Dio quelli che dicono: “il Cristo,<br />

figlio di Maria, è Dio”. Rispondi loro: “Chi potrebbe<br />

impedirlo a Dio, se Egli volesse annientare il Cristo<br />

figlio di Maria, e sua madre e tutti coloro che sono<br />

sulla terra?” (V, 17).<br />

Inoltre il Corano fa proprio il dogma cristiano<br />

<strong>del</strong>l’Immacolata concezione, secondo cui Maria<br />

partorì Gesù senza aver avuto un rapporto sessu<strong>al</strong>e.<br />

“E quando gli angeli dissero a Maria: “O<br />

Maria! In verità Dio t’ha prescelta e t’ha purificata e<br />

t’ha eletta su tutte le donne <strong>del</strong> creato... O Maria,<br />

Iddio t’annunzia la buona novella di una Parola che<br />

viene da Lui, e il cui nome sarà il Cristo, Gesù, figlio di<br />

Maria, eminente in questo mondo e nell’<strong>al</strong>tro e uno<br />

dei più vicini a Dio”... O mio Signore! rispose Maria,<br />

Come avrò mai un figlio se non m’ha toccata <strong>al</strong>cun<br />

uomo?” rispose l’angelo: Eppure Dio crea ciò ch’Ei<br />

vuole: <strong>al</strong>lorché ha deciso una cosa non ha che da<br />

dire: Sii! ed essa è” ( III, 42, 45, 47). Infine, la resurrezione<br />

di Gesù, il vero pilastro <strong>del</strong> Cristianesimo,<br />

viene tot<strong>al</strong>mente negata accogliendo una credenza<br />

di origine gnostica secondo cui Gesù <strong>al</strong><br />

momento <strong>del</strong>la crocifissione fu sostituito da un<br />

sosia. “Hanno detto: Abbiamo ucciso il Cristo, Gesù<br />

figlio di Maria, messaggero di Dio, mentre né lo uccisero<br />

né lo crocifissero, bensì qu<strong>al</strong>cuno fu reso ai loro<br />

occhi simile a Lui ... ma Iddio lo inn<strong>al</strong>zò a sé, e Dio è<br />

potente e saggio.” (IV, 157-158)<br />

La Donna<br />

“Esse (le donne) hanno diritti equiv<strong>al</strong>enti ai loro<br />

doveri, ma gli uomini hanno più responsabilità” (II;<br />

228). Su questo versetto fondament<strong>al</strong>e per capire<br />

il ruolo <strong>del</strong>la donna nella società islamica è interessante<br />

prendere in considerazione la nota ad<br />

esso relativa, redatta d<strong>al</strong> Hamza Roberto Piccardo:<br />

continua a pag. 5


Λογος<br />

1) Nome:<br />

Astrid Denise Hughet Maria<br />

Brys<br />

2) Luogo e data di nascita:<br />

Lier, Belgio il 27 Marzo 1988<br />

3) Parlaci <strong>del</strong>la tua scuola in<br />

Belgio. È molto diversa da<br />

questa in It<strong>al</strong>ia? Qu<strong>al</strong>e preferisci?<br />

Oh my God…per prima cosa<br />

noi finiamo un anno prima di<br />

voi, anche gli orari sono diversi…andiamo<br />

a scuola tutti i<br />

giorni d<strong>al</strong>le 8:30 <strong>al</strong>le 16:30<br />

tranne il sabato e il mercoledì<br />

pomeriggio.<br />

Ogni due ore abbiamo una<br />

pausa di circa quindici minuti<br />

Centro di Lier<br />

e d<strong>al</strong>le 12:00 <strong>al</strong>le 13:00 un’ora<br />

per il pranzo. Le materie sono più o meno le stesse però abbiamo più lingue<br />

(inglese, francese e tedesco) ed, oltre a due ore di religione, anche<br />

un’ora di seminario in cui studiamo la connessione di latino con storia e<br />

storia <strong>del</strong>l’arte.<br />

La differenza maggiore è che non facciamo le interrogazioni ma solo test<br />

scritti e ogni anno a Dicembre e Giugno abbiamo gli esami .<br />

Facciamo molta più attività fisica: organizziamo tornei di p<strong>al</strong>lavolo e<br />

d’estate anche i tornei con le <strong>al</strong>tre scuole. Al contrario noi non abbiamo né<br />

gli scioperi né le assemblee d’istituto.<br />

Quindi per <strong>al</strong>cuni versi la scuola it<strong>al</strong>iana e molto simile a quella<br />

belga…anche se preferisco la mia scuola soprattutto perché, come ho<br />

detto, non abbiamo le interrogazioni. (mi sembra “crimin<strong>al</strong>e” che uno<br />

debba ripetere davanti <strong>al</strong>la classe! Non sono abituata!)<br />

4) Cosa ne pensi in gener<strong>al</strong>e <strong>del</strong>l’It<strong>al</strong>ia?<br />

Ho scelto l’It<strong>al</strong>ia per la “dolce vita”. L’It<strong>al</strong>ia è più ricca di storia rispetto <strong>al</strong><br />

Belgio e inoltre, spostandoti di poco, puoi trovare paesaggi diversissimi<br />

tra loro: mare, montagna…E natur<strong>al</strong>mente…il cibo it<strong>al</strong>iano è buonissimo!!adoro<br />

i gelati e i dolci!!<br />

5) Qu<strong>al</strong>i sono secondo te le differenze più evidenti tra l’It<strong>al</strong>ia e il<br />

Belgio?<br />

“Questo versetto può dar luogo a equivoci, in quanto si ha l’impressione che<br />

sancisca una disparità tra diritti degli uomini e <strong>del</strong>le donne. Si deve interpretare<br />

questa superiorità maschile non in senso assoluto, ma relativo <strong>al</strong>l’ambito<br />

domestico. Si tratta di una superiorità relativa a certi ambiti, per l’assunzione<br />

di compiti, mai da intendersi in ogni caso sul piano <strong>del</strong> v<strong>al</strong>ore intrinseco <strong>del</strong>l’essere<br />

femminile e maschile. Le differenze fisiologiche e psicologiche tra<br />

l’essere maschile e quello femminile debbono, proprio nella re<strong>al</strong>izzazione<br />

<strong>del</strong>la loro diversità, creare uno sviluppo armonico e soci<strong>al</strong>e. Essere diversi e<br />

complementari implica anche l’assunzione, da parte <strong>del</strong>l’uomo, di un ruolo<br />

guida,che esercitato nel senso giusto,non sv<strong>al</strong>orizza l’essere femminile,ma lo<br />

completa”. La concezione <strong>del</strong>la famiglia islamica è quindi molto prossima a<br />

quella cristiana e la divisione dei ruoli, che in verità sottende comunque una<br />

certa superiorità <strong>del</strong>l’uomo giustificata soprattutto d<strong>al</strong> fatto che il marito con<br />

il suo lavoro mantiene la famiglia, resiste anche in buona parte <strong>del</strong>la cultura<br />

occident<strong>al</strong>e.<br />

Per quanto riguarda il velo, simbolo, per <strong>al</strong>cuni, <strong>del</strong>la condizione d’inferiorità<br />

<strong>del</strong>la donna islamica, Umberto Eco nella sua “Bustina di Minerva” sull’espresso<br />

<strong>del</strong> 16 Novembre 2006 affronta l’argomento e dice che nel<br />

Corano non c’è obbligo per le donne di coprirsi il capo. La Sura XXIV, sempre<br />

citata in questi casi, prescrive solo di coprire il seno: “E dì <strong>al</strong>le credenti di<br />

abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti,<br />

se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto”. Fu invece<br />

Tertulliano, uno dei più importanti padri <strong>del</strong>la Chiesa, a invitare le donne<br />

a velarsi il capo. Ed Ecco perché in tutta la storia <strong>del</strong>la pittura sia la Madonna<br />

che le pie donne appaiono velate.<br />

Matteo Marcozzi<br />

Pagina 11<br />

“La dolce vita” in It<strong>al</strong>ia<br />

La ragazza belga, che quest’anno il nostro liceo ha avuto l’onore di accogliere, parla <strong>del</strong>le differenze tra il Belgio e il “Bel Paese”<br />

segue da pag. 4<br />

Svogliando il Corano<br />

Ci sono differenze soprattutto nel modo di vivere e di comportarsi <strong>del</strong>le<br />

persone. Mi sembra che gli It<strong>al</strong>iani siano molto più vivaci e che “urlino” di<br />

più e, sinceramente, quando si arrabbiano mi fanno un po’ paura!<br />

Però un aspetto positivo è che sono sicuramente più c<strong>al</strong>di, mostrano di<br />

più i sentimenti: sono più spontanei! Inoltre per loro amicizia e famiglia<br />

sono importantissime…anche in Belgio.. ma noi lo esterniamo meno. Una<br />

cosa che ho notato particolarmente è che gli It<strong>al</strong>iani sono un po’“fissati”<br />

con la moda e l’aspetto esteriore e…sono PIU’ BELLI!<br />

6) Come mai hai voluto fare questa esperienza?Cosa ti aspetti?<br />

Sembra ban<strong>al</strong>e dirlo ma princip<strong>al</strong>mente l’ho fatta per avere modo di<br />

conoscere una nuova cultura e una nuova lingua. Poi credo anche che,<br />

vivendo un anno da sola lontana d<strong>al</strong>la mia famiglia, imparerò ad essere<br />

indipendente. E…natur<strong>al</strong>mente per conoscere nuova persone, stringere<br />

molte amicizie e…avere sempre una casa dove andare che non sia in<br />

Belgio!<br />

7) Cosa ne pensi riguardo la TV it<strong>al</strong>iana?<br />

La TV è molto diversa in Belgio…non ci sono molti re<strong>al</strong>ity show o t<strong>al</strong>k<br />

show. Per lo più ci sono le fictions e soprattutto can<strong>al</strong>i specifici in cui si trasmettono<br />

solo programmi cultur<strong>al</strong>i.<br />

Un’<strong>al</strong>tra piccola differenza è che tutti i film, anche di <strong>al</strong>tri paesi, hanno sottotitoli<br />

in fiammingo.<br />

8) Una piccola opinione sulla politica<br />

Innanzitutto…noi<br />

non abbiamo né<br />

Berlusconi né Prodi!<br />

In compenso abbiamo<br />

un re (Albert II).<br />

La politica belga è<br />

abbastanza difficile<br />

da spiegare perché<br />

siamo uno <strong>stato</strong><br />

feder<strong>al</strong>e (come<br />

l’America e la<br />

Svizzera…però non è<br />

neanche lo stesso).<br />

Dobbiamo anche<br />

prendere in considerazione<br />

che il Belgio<br />

è diviso in una parte<br />

fiammingo e una<br />

parte francese (e<br />

tedesca).<br />

Abbiamo un livello<br />

feder<strong>al</strong>e e un livello<br />

Re Alberto II<br />

<strong>del</strong>lo <strong>stato</strong> conferito. Questi livelli sono divisi per la parte francese e la<br />

parte fiammingo. Anche il governo e il parlamento sono divisi. Open VLD,<br />

CDNV, NVA, Groen, SPA e Vlaams Belang sono i partiti più importanti <strong>del</strong>la<br />

parte fiamminga e stanno nel governo fiammingo (tranne “vlaams<br />

belang” che si trova solo nella opposizione perché nessun partito vuole<br />

formare una co<strong>al</strong>izione insieme con questo partito di estrema destra.) Nel<br />

governo francese ci sono i partiti PS, MR, Ecolo.<br />

Certe persone vogliono separare Belgio in 2 paese diversi. Però io non<br />

sono d’accordo.<br />

10) Le differenze tra la famiglia it<strong>al</strong>iana e belga<br />

La mia impressione è che la famiglia it<strong>al</strong>iana (e anche la società) sia più un<br />

istituto patriarc<strong>al</strong>e, in cui il padre è visto come il “capo famiglia”…In Belgio<br />

invece i ruoli non sono così divisi. Inoltre nella famiglia it<strong>al</strong>iana vivono<br />

spesso più generazioni insieme (nonni,genitori e nipoti); in Belgio non<br />

accade quasi mai. Per voi it<strong>al</strong>iani la famiglia è abbastanza importante.<br />

Mangiate spesso insieme…fate tante cose insieme,..<br />

Siete veramente tanto generosi e ospit<strong>al</strong>i…il mio primo giorno qui in<br />

It<strong>al</strong>ia ero già parte <strong>del</strong>la famiglia…siete davvero persone c<strong>al</strong>de. E questo<br />

mi piace tanto.<br />

11) Hai imparato a cucinare qu<strong>al</strong>cosa di cucina it<strong>al</strong>iana?<br />

Devo dire che quando sono arrivata ero un disastro in cucina!però avevo<br />

deciso che non sarei tornata in Belgio senza aver imparato a cucinare la<br />

pasta…e adesso fin<strong>al</strong>mente ce l’ho fatta!<br />

Elisabetta Partemi e Maria Paola Rosati


Pagina 12 Λογος<br />

Conversazione in Sicilia…<br />

ehm no davanti la pensilina tra ragazzi “classici” aspettando il pullman<br />

Episodio numero 1<br />

Mi permetto di fare un breve preambolo. Più re<strong>al</strong>izzavo questo articolo e più<br />

mi rendevo conto di due cose: prima di tutto di quanto fosse insensato e privo<br />

di una logica. E poi che è il classico servizio di giorn<strong>al</strong>e da leggere mentre si è<br />

in bagno! Nonostante tutto sono contento <strong>del</strong> mio lavoro….<strong>al</strong>la fine il nostro<br />

giorn<strong>al</strong>ino “Logos” non può essere solo ed esclusivamente un “mattone filosofico”<br />

dove si parla di grandi temi d’attu<strong>al</strong>ità, grandi teorie<br />

scientifiche…insomma…buona lettura.<br />

Festa di istituto<br />

“Non avendo nulla da fare…il giovedì grasso sono andato qua e là a chiedere<br />

un po’ di opinioni riguardanti la nostra scuola in gener<strong>al</strong>e e a dare<br />

fastidio a tutti. Mi sentivo un giorn<strong>al</strong>ista navigato. Che ne so…Giorgino o<br />

Mimum mi avrebbero fatto un baffo. Ad <strong>al</strong>cuni quartini ho chiesto: “sei<br />

qui da qu<strong>al</strong>che mese… come definiresti il nostro liceo con un solo<br />

aggettivo?” <strong>al</strong>cuni mi hanno detto severo, <strong>al</strong>tri vivibile, <strong>al</strong>tri ancora mi<br />

hanno detto “boh ma che ne so! È una scuola di secchioni…” <strong>al</strong>tri con aria<br />

più intellettu<strong>al</strong>e mi hanno detto ottimo.<br />

“E invece mi potresti dire un pregio o un difetto?” <strong>al</strong>lora mi hanno<br />

detto… “bè è una scuola che forma, però ci sono troppi figli di papà…” un’<strong>al</strong>tra<br />

ragazza davvero entusiasta <strong>del</strong>la mia iniziativa invece mi ha risposto cosi:<br />

“un pregio non lo so…i difetti sono tanti, a me non piace… forse si fanno tante<br />

feste… ma non lo so… che ne so è una scuola di secchioni”.Poi invece mi rivolgo<br />

<strong>al</strong>l’intellettu<strong>al</strong>e che aveva definito ottima questa scuola e mi dice: “Ma<br />

sicuramente è una scuola che ti forma in tutte le materie umanistiche ed anche<br />

scientifiche… il difetto invece è che non ti forma in quanto a praticità”.<br />

Alquanto stufo <strong>del</strong>le esternazioni dei quartini…mi rivolgo ora ad una<br />

ragazza <strong>del</strong> V, con la qu<strong>al</strong>e speravo di avere una discussione un po’ più<br />

profonda. Però, forse la giornata goliardica permeata da un clima “carnasci<strong>al</strong>esco”<br />

(Oh mio dio che frase!) o forse l’assente serietà da parte mia ma<br />

soprattutto da parte <strong>del</strong>la mia intervistata… non siamo riusciti a concludere<br />

granché. “Ti ricordi un evento particolare <strong>del</strong>lo scorso anno che<br />

ti ha divertito?” “Ma che mi ha fatto ridere o che mi ha fatto piangere?”<br />

“Mah guarda, interpret<strong>al</strong>o un po’ come vuoi tu il verbo divertire!” “No<br />

perché se vuoi ho un episodio particolare che però non è divertente” “Vabbè,<br />

dimmi quello che vuoi…” “Lo scorso hanno una classe ha pitturato tutto<br />

lo spogliatoio <strong>del</strong>le femmine con le bombolette spray…” “Cosa vi hanno<br />

scritto?” “Mah… hanno scritto frasi <strong>del</strong> tipo… tizio caio vi amo…” “Ok…<br />

ma hai un episodio divertente?” “Beh mi sono scompisciata d<strong>al</strong> ride…<br />

oddio questo non ce lo scrivere!” “Cosa?” “Non ci scrivere “mi sono scompisciata<br />

d<strong>al</strong> ridere…”” “No ok…tranquilla! ” “Dopo la cancelli?” “Si, si…<br />

Vogliamo tornare <strong>al</strong>la storia?” “Beh mi sono molto divertita <strong>al</strong>la festa di<br />

carnev<strong>al</strong>e <strong>del</strong>lo scorso anno... quando quelli <strong>del</strong> vecchio III si sono vestiti da<br />

donne ed hanno fatto <strong>del</strong>le foto tutte particolari… insomma è <strong>stato</strong> bello!”<br />

“Ti ricordi qu<strong>al</strong>cosa <strong>del</strong>la gita?” “L’anno scorso non ci sono andata in<br />

gita…[…]” “Neanche una gita d’un solo giorno?” “Beh si…siamo andati<br />

un giorno a Roma a sentire Ratzinger… ahaha… ed è stata una gita molto<br />

entusiasmante… (dovreste sentire il tono…ndr) perché ho dormito sempre<br />

ed ho cantato canzoncine dentro il pullman. Questa è l’unica cosa che ricordo.<br />

Anzi no… ricordo che una mia amica gli ha stretto la mano! Poi?<br />

Dimmi...” “La festa d’istituto di Nat<strong>al</strong>e <strong>del</strong>l’anno scorso come è stata?”<br />

“Non ci sono andata… L’anno scorso infatti non facevo niente… ero poco<br />

attiva… sai quartina indifesa...” “Anche io mi sento infatti molto indifeso…”<br />

“Vabbè ma tu sei un caso a parte! Invece quest’anno ho acqui<strong>stato</strong><br />

fiducia in me stessa e sono andata <strong>al</strong>la festa di Nat<strong>al</strong>e e mi è piaciuta molto<br />

anche se sul cibo…”<br />

Ancora più depresso e desolato mi <strong>al</strong>lontano d<strong>al</strong> V ginnasio e vado direttamente<br />

a parlare con una ragazza <strong>del</strong> II <strong>Liceo</strong>, con la qu<strong>al</strong>e ho sprecato<br />

circa 25 minuti a contrattare se potevo registrare tutto quello che diceva<br />

nell’intervista per non dover scrivere. “Dai M****** <strong>al</strong>lora che mi dici?”<br />

“Mi avv<strong>al</strong>go <strong>del</strong>la facoltà di non rispondere… No dai stoppa! Non mi viene in<br />

mente niente! Stoppa! ” a questo punto si intromette la ragazza <strong>del</strong> quinto<br />

ginnasio che avevo intervi<strong>stato</strong> precedentemente… si avvicina e mi<br />

dice… “Scusa potresti scrivere sul giorn<strong>al</strong>ino chi è sulla messaggeria che si<br />

firma trix? Chiedilo perché d<strong>al</strong>l’anno scorso ancora non è venuto fuori…” (ho<br />

deciso di omettere l’ultima parte <strong>del</strong> discorso per evitare molte cose…)<br />

ALLORA CHIEDO A TUTTI: CHI HA NOTIZIE DI UN CERTO TRIX MI FACCIA<br />

SAPERE!!! Tornando seri, (magari! ndr) la ragazza <strong>del</strong> II liceo mi dice: “Ah!<br />

Mi è venuto in mente un episodio particolare che non dimenticherò mai…”<br />

“Cioè?” “Aver conosciuto Massimo D’Angelo” (oddio! Comunque non ho<br />

corrotto nessuno! E l’intervista è ancora sul nastro!!!) “Mi racconti la tua<br />

gita più bella?” “L’anno scorso a Firenze…” “Perché cosa avete visto?” si<br />

intromette nuovamente quella <strong>del</strong> V: “Hanno visto gli Uffizi!” oh no!<br />

Legatela! Poi mi rivolgo <strong>al</strong>la ragazza <strong>del</strong> II “Dove siete stati?”<br />

“Dappertutto” (noto un’<strong>al</strong>legria gener<strong>al</strong>e impressionante per quanto<br />

riguarda la mia intervista… esclusa ovviamente la ragazza di V che ormai<br />

ha preso confidenza con i microfoni e non si sta un attimo zitta…) “Siamo<br />

state un sacco di tempo senza professori, meglio di cosi!” ripete poi la ragazza<br />

<strong>del</strong> V leggermente petulante… “E poi sono andati agli Uffizi!” “Ma tu<br />

che ne sai?” “È… così…lo so per sentito dire…” “Dai voglio sapere che<br />

avete fatto a Firenze…” “Niente di particolare, anche perché…[…]” la<br />

ragazza <strong>del</strong> V: “Oh mettici pure il mio urlo!” inoltre durante questa intervista<br />

viene anche lanciato un appello d<strong>al</strong>la ragazza petulante: “Io vorrei fare<br />

un annuncio… vorrei dire <strong>al</strong> Prof. Mignini di non andare in pensione perché<br />

voglio studiare Dante con lui!!!” Poi provo a riaprire una discussione seria<br />

con la ragazza <strong>del</strong> II: “E com’è stata la festa di Nat<strong>al</strong>e? “Bella” si intromette<br />

per la 9.856.654.732esima volta la ragazza <strong>del</strong> V: “Posso dire una cosa? È<br />

l’unica a cui è andata!”<br />

M’interrompe, spero per l’ultima volta la ragazza che parla peggio di una<br />

macchinetta che dà il resto <strong>al</strong> casello <strong>del</strong>l’autostrada: “Posso chiedere una<br />

cosa?” “Tanto ormai…” “Che compiti ci stanno per domani <strong>del</strong>la Ciarrocchi?<br />

No davvero! Quella domani m’interroga e mi mette 2! Perché tanto chiama sempre<br />

me…******* svegliati! ****** pace e sonno! E poi mi mmette (con due m!) 2!”<br />

Cosi con questa ultima esternazione decido di spegnere il mio registratore<br />

voc<strong>al</strong>e e di s<strong>al</strong>ire sopra il mio pullman che mi ricondurrà <strong>al</strong> mio paese.<br />

Sperando che abbia fatto divertire qu<strong>al</strong>cuno, vi lascio, dandovi quasi uffici<strong>al</strong>mente,<br />

l’appuntamento per il prossimo numero di logos… dove sceglierò<br />

un <strong>al</strong>tro paio di vittime <strong>al</strong>le qu<strong>al</strong>i sottoporre le mie domande. Infine,<br />

se come giorn<strong>al</strong>ista vi soddisfo…che ne so, chiamate Riotta e chiedete lui<br />

se può darmi un posto <strong>al</strong> Tg1… magari anche nell’edizione notturna!<br />

Massimo D’Angelo<br />

Gianni Riotta, direttore <strong>del</strong> Tg1


Λογος<br />

La perla antica<br />

Cervantes il bacchettone<br />

In questo passo <strong>del</strong> quarantottesimo capitolo <strong>del</strong> Don Chisciotte, il canonico e il<br />

curato discutono sulla degenerazione <strong>del</strong>le commedie spagnole di <strong>al</strong>lora descritte<br />

come “ un ammasso di spropositi e cose senza capo e senza coda”. In ultima an<strong>al</strong>isi<br />

i due interlocutori individuano nei committenti e non nel volgo la colpa di questa<br />

decadenza artistica. Vi chiederete qu<strong>al</strong>e importanza abbia questo passo. Allora<br />

provate ad applicare questi ragionamenti a ciò che oggi ha probabilmente la stessa<br />

funzione <strong>del</strong>le commedie di quel periodo: la tv.<br />

(…) Quelle (commedie)<br />

che ora sono in pregio,<br />

tanto le fantastiche<br />

quanto le tratte d<strong>al</strong>la storia,<br />

sono per la maggior<br />

parte un ammasso di<br />

spropositi e cose senza<br />

capo e senza coda, e<br />

nondimeno il volgo le<br />

gusta e le approva come<br />

buone: se gli autori che le<br />

compongono, e i recitanti che le mettono in pubblico, sostengono che così deve<br />

farsi, perché così e non <strong>al</strong>trimenti le brama il volgo; e quelle nelle qu<strong>al</strong>i si ammira<br />

una ragionata condotta, come l’arte prescrive, piacciono solo ad <strong>al</strong>quanti intelligenti,<br />

mentre gli <strong>al</strong>tri tutti non si trovano <strong>al</strong> caso di conoscerne l’intrinseco merito.<br />

(…) Sovviemmi che parlai un giorno ad uno di questi pertinaci in t<strong>al</strong> modo:<br />

“Ditemi di grazia, non vi ricordate che, pochi anni sono, si consegnarono <strong>al</strong>le<br />

scene di Spagna tre tragedie composte da un famoso poeta di questi regni, che<br />

furon ammirate da quanti le udirono, tanto semplici come dotti, tanto nobili<br />

come plebei, e produssero più danari ai commedianti quelle tre sole che trenta<br />

<strong>del</strong>le migliori che d’<strong>al</strong>lora in qua si sieno mai recitate?”<br />

“ Vossignoria certamente, soggiunse l’attore cui io parlava, intende rammentare<br />

la Isabella, la Fillide e l’Alessandra.“ Questo appunto, io replicai; e considerate<br />

bene s’erano in esse osservati i precetti <strong>del</strong>l’arte, e se, attesa la loro regolarità,<br />

mancassero di effetto e di riuscire ben gradite d<strong>al</strong> pubblico. Il difetto non istà<br />

dunque nel volgo che dimandi spropositi, ma in quelli che recitare non sanno<br />

<strong>al</strong>tra cosa.<br />

“Ha versato vossignoria, signor canonico - disse il curato <strong>al</strong>lora - in argomento<br />

che risvegliò in me un vecchio rancore contro le commedie di oggigiorno, non<br />

minore di quello che porto ai libri di cav<strong>al</strong>leria: ciò nasce d<strong>al</strong> considerare che, in<br />

conformità <strong>al</strong>la dottrina di Tullio, dovendo essere la commedia specchio <strong>del</strong>la<br />

vita umana, esempio dei costumi e immagine <strong>del</strong>la verità, trovo in vece che<br />

quelle che ora si recitano, essere specchi di spropositi, esempi di scioccherie e<br />

immagini di disonestà. (…) Né basterebbe già per discolparci l’asserire che il<br />

fine princip<strong>al</strong>e a cui mirano le ben regolate repubbliche, permettendo che si<br />

rappresentino commedie, è d’intertenere il popolo con qu<strong>al</strong>che lecito passatempo,<br />

e togliere così gli animi d<strong>al</strong>le grame voglie che l’ozio suole produrre, e<br />

che dove questo fine sia conseguito, non occorre parlare di leggi, né vincolare<br />

ad esse gli autori e gli attori. Risponderò a questi t<strong>al</strong>i che verrebbesi a raggiungere<br />

cotesto fine molto meglio e senza confronto con le buone commedie piuttostoché<br />

con le cattive, perché la rappresentazione di una bene ordinata commedia,<br />

oltre <strong>al</strong> divertire lo spettatore cogli scherzi, lo rimanda addottrinato d<strong>al</strong>le<br />

verità, maravigliato dagli avvenimenti, illuminato dai ragionamenti, ammaestrato<br />

d<strong>al</strong> magistero e dagli esempli, sdegnato contro il vizio ed innamorato <strong>del</strong>la<br />

virtù.Tutti questi effetti può risvegliare la buona commedia nell’animo <strong>del</strong>l’uditore,<br />

sia pur egli zotico e ignorante. (…) Ora cesserebbero tutti questi disordini<br />

e molti <strong>al</strong>tri che da me si tacciono se si trovasse <strong>al</strong>la corte una persona intelligente<br />

e saggia, la qu<strong>al</strong>e assumesse di prendere in esame le commedie tutte che<br />

si compongono: e non solo quelle che sono scritte per la corte, ma quelle tutte<br />

che voglionsi rappresentare nel restante <strong>del</strong>la Spagna. Questo è il segreto per<br />

ottenere una riforma <strong>del</strong> teatro. Se poi ad un <strong>al</strong>tro, od <strong>al</strong> revisore stesso si desse<br />

l’incarico di esaminare i libri di cav<strong>al</strong>leria che di nuovo si componessero, potrebbe<br />

per certo riuscirne t<strong>al</strong>uno <strong>del</strong>la perfezione testé accennata da vossignoria,<br />

arricchendo in questo modo la nostra lingua <strong>del</strong>l’aggradevole e prezioso tesoro<br />

<strong>del</strong>la eloquenza, ed ottenendo che <strong>al</strong>la luce dei libri nuovi restassero oscurati<br />

i vecchi, con onesto passatempo non pure degli oziosi, ma sì che anche <strong>del</strong>le<br />

persone dabbene, non essendo possibile che l’arco stia sempre teso, né che<br />

l’umana fiacchezza possa sostenersi senza una qu<strong>al</strong>che lecita ricreazione.”<br />

Miguel de Cervantes, Don Chisciotte <strong>del</strong>la Mancia, XLVIII Capitolo<br />

Cinematografo<br />

Rubrica di Cinema a cura di Irene Bruni<br />

Pagina 13<br />

“Odio la re<strong>al</strong>tà. Nei miei<br />

film c’è sempre qu<strong>al</strong>cosa<br />

che ide<strong>al</strong>izza la vita o la<br />

fantasia contro ciò che è<br />

spiacevolmente re<strong>al</strong>e.<br />

Purtroppo il solo posto<br />

dove si può mangiare una<br />

buona bistecca è la re<strong>al</strong>tà.”<br />

(WA)<br />

La rosa purpurea <strong>del</strong><br />

Cairo<br />

(The purple rose of Cairo)<br />

di Woody Allen<br />

Interpreti Mia Farrow<br />

(Cecilia), Jeff Daniels<br />

(Tom Baxter/ Gil<br />

Sheperd), Danny Aiello<br />

(Monk), Dianne Wiest<br />

(Emma), Van Johnson<br />

(Larry), John Wood<br />

(Jason). USA 1985<br />

Trama Nell’America <strong>del</strong>la<br />

Grande depressione, una<br />

cameriera, frustrata e ignorata d<strong>al</strong> marito ubriacone, la sera si consola nel<br />

cinema di quartiere; mentre assiste per la quinta volta <strong>al</strong>la proiezione <strong>del</strong> film<br />

‘La rosa purpurea <strong>del</strong> Cairo’, uno dei personaggi esce d<strong>al</strong>lo schermo e la corteggia.<br />

Per porre fine <strong>al</strong>l’imbarazzante situazione, la produzione manda sul<br />

posto il re<strong>al</strong>e interprete, il qu<strong>al</strong>e finge di innamorarsi anche lui <strong>del</strong>la cameriera<br />

e spinge il suo doppio cinematografico a riprendere il suo ruolo dietro lo<br />

schermo. Quando il problema è risolto, però, anziché rimanere, torna ad<br />

Hollywood, e <strong>al</strong>la donna non rimane che sedersi di nuovo da spettatrice per<br />

l’ennesimo film ser<strong>al</strong>e.<br />

“Era un’idea divertente che mi ronzava per la testa, così in due giorni la sviluppai.<br />

Avevo in mente soltanto la storia di un personaggio che fugge d<strong>al</strong>lo<br />

schermo. Sentivo che poteva essere un’idea spassosa e romantica…e che si<br />

poteva dire qu<strong>al</strong>cos’<strong>al</strong>tro sul cinema. Questo è il mio film preferito.”<br />

“Nella vita non si può cogliere re<strong>al</strong>mente la fantasia perché sarebbe limitante.<br />

Il personaggio di Mia può vivere con il suo eroe cinematografico solo in<br />

modo limitato e straordinario. Nella vita re<strong>al</strong>e le persone ci <strong>del</strong>udono. Sono<br />

cru<strong>del</strong>i e la vita stessa è cru<strong>del</strong>e. Se si sceglie la re<strong>al</strong>tà <strong>al</strong> posto <strong>del</strong>la fantasia,<br />

cosa che si deve fare, bisogna poi pagare il relativo prezzo.” (WA, “Il Castoro<br />

Cinema”)<br />

“Il pericolo fortissimo di scivolare nel saggio met<strong>al</strong>inguistico congelato o<br />

nella parabola <strong>al</strong>tointellettu<strong>al</strong>e è subito evitato da Allen affrontando la<br />

demenzi<strong>al</strong>e situazione con grande natur<strong>al</strong>ezza: il pubblico prima si arrabbia<br />

perché “il film non finisce come il giorno prima”, poi comincia a divertirsi<br />

davanti a questi personaggi che lo apostrofano d<strong>al</strong>la schermo indignati con<br />

il loro collega che li ha piantati per fare la corte a una spettatrice. Mentre regista<br />

e produttore meditano di convincere l’audace v<strong>al</strong>icatore a rientrare nel<br />

film per poi distruggere tutte le copie ed evitare <strong>al</strong>tri guai: un po’ come far<br />

rientrare il genio cattivo nella lampada per poi gettarla in mare. Quando questo<br />

accadrà, e l’apparente norm<strong>al</strong>ità sarà ristabilita in un ricostituito ordine<br />

‘natur<strong>al</strong>e’, <strong>al</strong>la camerierina Mia Farrow non rimarrà che profondarsi m<strong>al</strong>inconicamente<br />

nei propri sogni dinnanzi a Fred Astaire e Ginger Rogers. Un film<br />

‘vero’, stavolta, non ricostruito: ed è proprio il par<strong>al</strong>lelismo fra le due dimensioni<br />

ad innescare la terribile sensazione che anche il Fred Astaire si “Top Hat”<br />

possa improvvisamente volgere lo sguardo in macchina e scendere in platea<br />

(qu<strong>al</strong>e?) violentando ogni possibile verosimiglianza (qu<strong>al</strong>e?)” Roberto<br />

Pugliese,“Segnocinema”<br />

“Ottantaquattro minuti di umorismo, saggezza e sentimento. Un film comico<br />

e toccante in modo fresco e inaspettato”“People”.


Pagina 14 Λογος<br />

Il tempo mi ha detto<br />

Il tempo mi ha detto<br />

Che tu sei una cosa rara a trovarsi,<br />

una cura tormentata<br />

per una mente piena di problemi…<br />

e il tempo mi ha detto<br />

di non chiedere più<br />

un giorno il nostro oceano<br />

troverà la sua spiaggia…<br />

così lascerò le strade che mi stanno facendo essere<br />

quello che non voglio veramente essere<br />

lascerò le strade che mi stanno facendo amare<br />

quello che non voglio veramente amare.<br />

Il tempo mi ha detto<br />

Che sei venuta d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>ba<br />

Un’anima senza impronte<br />

Una rosa senza spina…<br />

Le tue lacrime mi dicono<br />

Che non c’è veramente modo<br />

Di far finire i tuoi problemi<br />

Con le cose che puoi dire…<br />

E il tempo ti dirà<br />

Di starmi vicino,<br />

di continuare a cercare<br />

finchè non ci sarà più niente da nascondere…<br />

così lascia le strade che ti stanno facendo essere<br />

quello che non vuoi veramente essere<br />

lascia le strade che ti stanno facendo amare<br />

quello che non vuoi veramente essere.<br />

Il tempo mi ha detto<br />

Che tu sei una cosa rara a trovarsi,<br />

una cura tormentata<br />

per una mente piena di problemi…<br />

e il tempo mi ha detto<br />

di non chiedere più<br />

un giorno il nostro oceano<br />

troverà la sua spiaggia…<br />

Tristezze <strong>del</strong>la luna<br />

Nick Drake<br />

Più pigra sta sognando la luna, stasera:<br />

bellezza che lieve su un mucchio di cuscini<br />

distratta, prima di dormire,<br />

s’accarezza la curva dei seni<br />

e su cascate di raso s’abbandona,<br />

morendo, a <strong>del</strong>iqui infiniti, e gira gli occhi<br />

dove bianche visioni s<strong>al</strong>gono nell’azzurro come fiori.<br />

D<strong>al</strong> suo languore quando sulla terra<br />

fila segreta una lacrima,un poeta adorante e <strong>al</strong> sonno ostile<br />

nella mano raccoglie, iridescente, e lo nasconde<br />

lontano dagli occhi <strong>del</strong> sole, nel suo cuore.<br />

Charles Bau<strong>del</strong>aire<br />

Moonlight drive<br />

Sono nato per amare la magia<br />

Sono nato per non amare nessuno,<br />

e nessuno è nato per amare me,<br />

solo il vento tra i lunghi stili di erba verde<br />

(E) il gelo di un <strong>al</strong>bero spezzato.<br />

Sono nato per amare la magia,<br />

per conoscere tutta la sua meraviglia,<br />

ma tutti voi avete smarrito quella magia,<br />

molti, molti anni fa.<br />

Sono nato per usare i miei occhi,<br />

per sognare con il sole e con i cieli,<br />

per g<strong>al</strong>leggiare lontano in una canzone<br />

nella foschia dove la melodia vola.<br />

Sono nato per amare la magia,<br />

per conoscere tutta la sua meraviglia,<br />

ma tutti voi avete smarrito quella magia,<br />

molti, molti anni fa.<br />

Sono nato per navigare lontano<br />

In una terra di eternità,<br />

non per essere costretto in una tomba di vecchia pietra<br />

nella vostra terra <strong>del</strong> mai.<br />

Sono nato per amare la magia,<br />

per conoscere tutta la sua meraviglia,<br />

ma tutti voi avete smarrito quella magia,<br />

molti, molti anni fa.<br />

Let’s swim to the moon<br />

Let’s climb thru the tide<br />

Penetrate the evenin’ that the city sleeps to hide<br />

Let’s swim out tonight, love<br />

It’s our turn to try<br />

Parked beside the ocean<br />

On our moonlight drive<br />

Let’s swim to the moon<br />

Uh-huh<br />

Let’s climb thru the tide<br />

Surrender to the waiting worlds that lap against our side<br />

Nothin’ left open<br />

And no time to decide<br />

We’ve stepped into a river<br />

On our moonlight drive<br />

Let’s swim to the moon<br />

Let’s climb thru the tide<br />

You reach a hand to hold me<br />

But I can’t be your guide<br />

Easy to love you as I watch you glide<br />

F<strong>al</strong>ling through wet forests<br />

On our moonlight drive<br />

Moonlight drive<br />

C’mon, baby, gonna take a little ride<br />

Goin’ down by the ocean side<br />

Gonna get re<strong>al</strong> close<br />

Get re<strong>al</strong> tight<br />

Baby gonna drown tonight<br />

Goin’ down, down, down<br />

Jim Morrison<br />

Nick Drake


Λογος<br />

Posta<br />

la posta aumenta<br />

lettera su lettere per dirmi<br />

che grande scrittore<br />

che sono<br />

e poesie, romanzi,novelle<br />

racconti, ritratti.<br />

qu<strong>al</strong>cuno chiede solo un autografo<br />

un disegno, una parola.<br />

<strong>al</strong>tri propongono una corrispondenza<br />

permanente.<br />

io leggo tutto, butto tutto<br />

faccio i miei affari<br />

so bene che nessuno è<br />

un “grande” scrittore,<br />

può essere<br />

<strong>stato</strong>,<br />

ma scrivere è un´impresa<br />

che ricomincia da capo<br />

ogni volta<br />

e tutti gli elogi,<br />

i sigari, le bottiglie<br />

di vino inviate<br />

in tuo onore<br />

non garantiscono<br />

come sarà la riga successiva,<br />

e soltanto quella conta,<br />

il passato è<br />

inutile,<br />

siede sulle ginocchia<br />

degli dei<br />

mentre i secoli<br />

svaniscono<br />

nel loro marcio<br />

celere<br />

sfarzo.<br />

La politica<br />

Charles Bukowski<br />

Ner modo de pensà c’è un gran divario:<br />

mi’ padre è democratico cristiano,<br />

e, siccome è impiegato ar Vaticano,<br />

tutte le sere recita er rosario;<br />

de tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano<br />

è soci<strong>al</strong>ista rivoluzzionario;<br />

io invece so’ monarchico, ar contrario<br />

de Ludovico ch’è repubblicano.<br />

Prima de cena liticamo spesso<br />

pe’ via de ’sti princìpi benedetti:<br />

chi vo’ qua, chi vo’ là... Pare un congresso!<br />

Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma<br />

ce dice che so’ cotti li spaghetti<br />

semo tutti d’accordo ner programma.<br />

Trilussa<br />

Aspetta e ti troverà<br />

una giornata <strong>al</strong>le corse,<br />

seguita da un tuffo<br />

in piscina,<br />

seguito da 5 minuti<br />

nella sauna,<br />

seguita da una doccia,<br />

seguita d<strong>al</strong>la lettura <strong>del</strong>la posta<br />

( non molto interessante )<br />

poi la mogliettina<br />

racconta qu<strong>al</strong>cosa <strong>del</strong>la sua<br />

giornata,<br />

i miei sette gatti mi accolgono<br />

uno <strong>al</strong>la volta<br />

e la serata<br />

comincia.<br />

d<strong>al</strong> puro inferno a questo.<br />

riuscirò a sopport<strong>al</strong>o?<br />

ci riuscite voi?<br />

ma non preoccupatevi<br />

l´inferno tornerà,<br />

rinvigorito<br />

mi troverà<br />

di nuovo<br />

più vecchio, più grasso<br />

e io ti farò rapporto,<br />

caro lettore,<br />

nello stile a cui<br />

ti sei<br />

abituato.<br />

Charles Bukowski<br />

Hollywood<br />

Se tu mi avessi abbandonato<br />

tra la gente cieca<br />

che non vede mai nulla<br />

io mi sarei perduta<br />

in quelle maree di figli<br />

che gridavano la<br />

loro innocenza.<br />

Invece tu hai detto:<br />

costei tra tutte ha peccato,<br />

costei è madre di versi.<br />

Ti ho sempre soltanto veduta,<br />

senza parlarti mai,<br />

nei tuoi istanti più belli.<br />

Ma ho l’anima ormai tanto tesa,<br />

schiantata d<strong>al</strong>la tua figura,<br />

che non trovo più pace<br />

<strong>al</strong> suo brivido atroce.<br />

E non posso parlarti,<br />

nemmeno avvicinarmi,<br />

ché cadrebbero tutti i miei sogni.<br />

Oh se t<strong>al</strong>e è il tremore orribile<br />

che ho nell’anima questa notte,<br />

e non ti conoscerò mai,<br />

che cosa diverrebbe il mio povero cuore<br />

sotto l’urto <strong>del</strong> sangue,<br />

<strong>al</strong>la sublimità di te?<br />

Se ora mi par di morire,<br />

che vertigine folle,<br />

che p<strong>al</strong>piti moribondi,<br />

che urli di voluttà e di languore<br />

mi darebbe la tua re<strong>al</strong>tà?<br />

Ma io non posso parlarti,<br />

e nemmeno avvicinarmi:<br />

nei tuoi istanti più belli<br />

ti ho sempre soltanto veduta,<br />

sempre soltanto sognata.<br />

Pagina 15<br />

Ogni mattina, per guadagnarmi da vivere,<br />

Vado <strong>al</strong> mercato dove si comprano le bugie.<br />

Pieno di speranza<br />

Mi metto tra chi vende.<br />

Bertolt Brecht<br />

Alda Merini<br />

Cesare Pavese


Pagina 16 Λογος<br />

Satira edificante<br />

Il Manifesto <strong>del</strong>l’Antitruzzismo<br />

Splendido esemplare di S-truzzo, simbolo <strong>del</strong> movimento<br />

antitruzzista<br />

Nel pieno possesso <strong>del</strong>le loro facoltà ment<strong>al</strong>i, i<br />

membri <strong>del</strong> celeberrimo quadrunvirato <strong>del</strong>l’antitruzzismo,<br />

ovvero Alexei Abrikosov (fisico),Vladimir<br />

Ashkenazy (letterato), Maxim Vengerov (filosofo) e<br />

Vladimir Maiakovsky (poeta laureato), tutti e quattro<br />

invero experiti de multis rebus et bonis et pulchris,<br />

dichiarano il loro abominio verso tutto ciò che è<br />

riconducibile <strong>al</strong> truzzismo. I federati impugneranno<br />

le armi <strong>del</strong>le lettere et <strong>del</strong>le scienze esatte e non<br />

per estirpare questo cancro che ha infettato da<br />

tempo il consorzio umano. Con la raffinata ironia e<br />

la scarlatta fede politica che unisce indissolubilmente<br />

i quadrunviri, essi intraprenderanno l’ardua<br />

tenzone con l’intento di mutare le tante pigne oggi<br />

in circolazione in v<strong>al</strong>enti letterati.<br />

I quadrunviri intendono indi definire il fenomeno,<br />

che da tempo stigmatizzano, in <strong>al</strong>cuni brevi punti:<br />

- Il truzzismo (o truzzeria o sindrome <strong>del</strong>la pigna<br />

illetterata) non è compatibile con la natura stessa<br />

<strong>del</strong>l’uomo. L’uomo è l’essere imperfetto che cerca<br />

un completamento nel sapere e nelle esperienze.<br />

Ergo i truzzi, indifferenti <strong>al</strong>le beltà <strong>del</strong>le arti e <strong>del</strong>la<br />

canoscenza, violano una <strong>del</strong>le leggi ancestr<strong>al</strong>i che<br />

movono il mondo.<br />

- La peculiarità che fa subito ris<strong>al</strong>tare <strong>al</strong>l’occhio un<br />

esemplare di truzzo maschio è il modo bislacco di<br />

imbellettarsi con i vestimenti e le acconciature più appariscenti. La comunità antitruzza internazion<strong>al</strong>e<br />

ha appurato che questo è uno dei sintomi più eclatanti <strong>del</strong> morbo.<br />

- La bramosia spasmodica <strong>del</strong>l’apparire si accompagna ad una certa asperitas intellegendi (ovvero<br />

“durezza di comprendonio”), ignorantia morum litterarumque<br />

et horror sapientium preaceptorum.<br />

- Il truzzismo si manifesta in <strong>al</strong>tre forme diffuse purtroppo<br />

anche tra chi sfugge <strong>al</strong> clichè <strong>del</strong>la pigna illetterata<br />

o ne è financo un convinto oppositore. Infatti arrogantia,<br />

defectio mentis flexionis et maxime superbia trovano<br />

terreno molto fertile nei truzzi ma anche in <strong>al</strong>tre<br />

person<strong>al</strong>ità fondament<strong>al</strong>mente diverse. Il centro d’eccellenza<br />

per le patologie psichiche legate <strong>al</strong> truzzismo,<br />

ovvero la Domus Symposiorum, ha identificato queste<br />

deviazioni come “sindromi di truzzismo latente”.<br />

- Altro deprecabile tratto che caratterizza la maschia<br />

specie truzza è il tumor musculorum (ovvero la pompaggine<br />

<strong>del</strong>le membra) che degenera non di rado nella sindrome<br />

da canotto. Un recente studio firmato d<strong>al</strong>la suddetta<br />

Domus Symposiorum ha constatato che l’anelito<br />

propriamente truzzo ad assumere una forma fisica<br />

“innatur<strong>al</strong>mente robusta” affonda le sue radici sia nell’esigenza<br />

morbosa <strong>del</strong>l’apparire sia nella convinzione<br />

che se un individuo è pompato come un simpatico<br />

materassino da mare nessuno oserà concionare contro<br />

di lui e tanto meno intraprendere una singolar tenzone.<br />

Per concludere, i quadrunviri, investiti <strong>del</strong> potere <strong>del</strong><br />

Primum Mobile aristotelico, dichiarano, in linea con gli<br />

argomenti precedentemente esposti, che LA TRUZZERIA È UN REATO!<br />

Si auspica, infine, i truzzi che vogliano abbandonare l’ignorantia omnium artium studiorumque, e che<br />

sposino una mutatio consuetudinis morumque,<br />

I QUADRUNVIRI<br />

Alexei Abrikosov, Vladimir Ashkenazy, Maxim Vengerov, Vladimir Maiakovsky<br />

Λογος<br />

Soggetto affetto da truzzismo acuto ormai in fase<br />

termin<strong>al</strong>e<br />

Periodico di Informazione & Cultura<br />

a cura degli studenti <strong>del</strong> <strong>Liceo</strong> <strong>Classico</strong> “G. Leopardi” di S. Benedetto <strong>del</strong> Tronto<br />

Anno scolastico 2006-2007 - n. 5 Marzo 2007<br />

Redazione: Matteo Marcozzi, Giorgia Pelliccioni, Alessandra Caselli, Irene Bruni, Ibar Sabatini<br />

Stampa: Tipolito Rosati - Pedaso (AP)<br />

Messaggeria<br />

Croci e <strong>del</strong>izie <strong>del</strong> nostro liceo<br />

Corvo Stefano V A sei bono!!<br />

Volerei dovunque con te!<br />

6 il mio preferito…<br />

By una quartina<br />

Barra 6 il vigilante<br />

più sexy <strong>del</strong>la riviera<br />

by anonimo III C<br />

Tanti auguri a Matteo Marcozzi<br />

per i suoi 18 anni!!<br />

Capataz<br />

Per la bella <strong>del</strong> I C vieni a trovarmi<br />

in classe principessa!<br />

Ho voglia di te!<br />

3 metri sopra <strong>al</strong> cielo!<br />

By Gianpiero III C<br />

Un s<strong>al</strong>uto <strong>al</strong> camerata Zazzetta!<br />

Vincere e vinceremo!<br />

Boia chi molla!<br />

by C@rn!f3x<br />

La redazione bandisce un concorso<br />

di poesia interno <strong>al</strong> liceo.<br />

Per partecipare basta consegnare<br />

le proprie poesie inedite in II C<br />

o negli scatoloni per gli articoli<br />

e la messaggeria <strong>del</strong> giorn<strong>al</strong>ino.<br />

Le composizioni possono essere<br />

anonime o firmate.<br />

Le poesie verranno giudicate da<br />

una commissione composta da<br />

Giorgia Pelliccioni II C e<br />

Giulia Coletti I D.<br />

Le tre poesie vincitrici saranno<br />

pubblicate sul prossimo numero.

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