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recinzioni di legno

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Iconografia e documenti scritti<br />

Le <strong>recinzioni</strong> tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> <strong>legno</strong> sono state rintracciate nelle fotografie storiche <strong>di</strong> borghi e paesaggi,<br />

riprodotte in gran parte nelle cartoline illustrate fra fine del XIX e la prima metà del XX secolo, oggetto <strong>di</strong><br />

pubblicazioni de<strong>di</strong>cate o reperite <strong>di</strong>rettamente presso collezioni private, associazioni e archivi provinciali. 1<br />

Grazie alla capillare ricerca <strong>di</strong> Giovanni Giovannini, è stato così possibile costituire una raccolta iconografica<br />

che testimonia una cospicua quantità <strong>di</strong> manufatti -e già questo è stato un risultato inatteso- e ne<br />

documenta le caratteristiche costruttive, funzionali e <strong>di</strong>stributive.<br />

Le <strong>recinzioni</strong> non costituiscono il soggetto <strong>di</strong>chiarato delle cartoline. Nel caso <strong>di</strong> un borgo, l’inquadratura<br />

è spesso fissa e seriale: campi o strada fra i campi in primo piano, abitato sullo sfondo nella parte bassa,<br />

vette rocciose e/o cielo aperto sovrastante. Non si impone, quin<strong>di</strong>, l’evidenza <strong>di</strong> una ricerca espressiva<br />

particolare, né prevale l’applicazione delle nuove tecniche fotografiche a emulazione pittorica dei paesaggi<br />

montani, così in voga dalla metà del XIX secolo. Risulta, semmai, la volontà <strong>di</strong> ambientare l’insieme, <strong>di</strong><br />

sottolineare l’equilibrio fra la bellezza del paesaggio naturale e la cura <strong>di</strong> quello agreste, evidenziandone<br />

alcuni dettagli compositivi.<br />

Così le <strong>recinzioni</strong> <strong>di</strong> <strong>legno</strong>, riprese spesso in primo piano fra i campi o lungo le strade per il borgo, assurgono<br />

-loro malgrado- a elemento caratteristico delle vedute. Vedute che, per noi, assumono valore <strong>di</strong><br />

documento territoriale. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo, in assenza quasi completa <strong>di</strong> esemplari storici e a fronte <strong>di</strong><br />

una generale <strong>di</strong>smissione della pratica esecutiva, è proprio questa documentazione che ha permesso <strong>di</strong> apprezzare<br />

l’estrema varietà delle soluzioni adottate, <strong>di</strong> localizzarne la <strong>di</strong>stribuzione, <strong>di</strong> valutarne la funzione<br />

d’uso e <strong>di</strong> procedere a un raffronto paritetico dei luoghi per una nuova proposta realizzativa.<br />

Invece, per quanto verificato fin’ora, le <strong>recinzioni</strong> tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> pietra mancano <strong>di</strong> una documentazione<br />

fotografica storica altrettanto varia e cospicua. Fanno eccezione gli Altipiani cimbri, ora sud<strong>di</strong>visi amministrativamente<br />

fra la provincia <strong>di</strong> Trento e la regione Veneto, dove le <strong>recinzioni</strong> in pietra connaturano il<br />

paesaggio fino a identificarsi con gli altipiani stessi e delle quali <strong>di</strong>sponiamo anche <strong>di</strong> una preziosa testi-<br />

monianza. 2<br />

Soffermandosi sul paesaggio dell’Altopiano <strong>di</strong> Asiago, nel 1908 Aristide Baragiola fornisce, se non l’unica,<br />

forse la descrizione più completa delle <strong>recinzioni</strong> <strong>di</strong> pietra: « [...] Ciò che ne colpisce subito l’occhio sono<br />

le così dette «laste» (Platten) che fiancheggiano le pubbliche vie, che cingono prati e campi: sono lastre<br />

calcaree rossicce o biancastre (comunemente «biancone»), quadrangolari o rettangolari, alte un metro e<br />

più, piantate solidamente nel terreno e che fanno le veci <strong>di</strong> muri e siepi. Un uso consimile esiste nel Canton<br />

Ticino, dove però le lastre sono <strong>di</strong> granito e alquanto sconnesse. » 3<br />

E le raffigura fra i <strong>di</strong>segni de<strong>di</strong>cati ai principali motivi dell’edelizia cimbra, insieme con i tipi più ricorrenti<br />

delle <strong>recinzioni</strong> <strong>di</strong> <strong>legno</strong>, presentati anche per un raffronto etimologico e costruttivo con le <strong>recinzioni</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>legno</strong> tedesche e austriache. 4<br />

Come si può osservare nelle riproduzioni qui a fianco, le figg. 81, 89 e 90 riguardano <strong>recinzioni</strong> per orti e<br />

giar<strong>di</strong>ni: poste per ritto e ravvicinate fra loro, <strong>di</strong> forma regolare con pari <strong>di</strong>mensioni e aspetto simile, esse<br />

significano l’impiego <strong>di</strong> lastre selezionate. In particolare, le figg. 81 e 89 mostrano lastre rettangolari e<br />

quadrate, coronate da una cancellata superiore <strong>di</strong> <strong>legno</strong> per integrare l’altezza complessiva della recinzione;<br />

la fig. 90 illustra una recinzione esclusivamente <strong>di</strong> lastre alte quanto il cancello <strong>di</strong> accesso, <strong>di</strong>sposte<br />

per ritto e assicurate con fermature superiori. Invece, la fig. 83 è riferita a una recinzione in pietra per<br />

campi e prati: le lastre hanno forma e bor<strong>di</strong> più irregolari e sono <strong>di</strong>sposte a correre, con larghezze <strong>di</strong>fferenti<br />

fra loro; segnalato dal sentiero, l’accesso è un foro <strong>di</strong> valico nella porzione superiore <strong>di</strong> una lastra.<br />

Nella loro varietà, forma e rapporti <strong>di</strong>mensionali sono correlati a un impiego <strong>di</strong>versificato: le lastre <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

e grado <strong>di</strong> lavorazione maggiore nelle <strong>recinzioni</strong> attorno agli abitati; quelle <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e grado<br />

<strong>di</strong> lavorazione minore, invece, nella <strong>recinzioni</strong> dei campi e lungo le strade <strong>di</strong> campagna.

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