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recinzioni di legno

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<strong>di</strong> <strong>legno</strong> che collega e allinea gli altri pezzi <strong>di</strong> una recinzione <strong>di</strong> <strong>legno</strong>. Tale scelta, <strong>di</strong>chiaratamente datata,<br />

non è scevra da limitazioni. Per esempio: non sono stati rintracciati tutti i nomi delle <strong>recinzioni</strong> trentine,<br />

bensì quelli impiegati e <strong>di</strong>ffusi nei territori centro-italiani; sono stati mantenuti i termini desueti, perché<br />

comunque ritenuti più appropriati (è il caso <strong>di</strong> Stecconata); non sono stati adottati quelli segnalati come<br />

neologismi, spesso <strong>di</strong> origine francese, benché <strong>di</strong>ventati ora termini correnti (è il caso <strong>di</strong> Griglia al posto <strong>di</strong><br />

Graticolata).<br />

Invece, per i tipi <strong>di</strong> recinzione in <strong>legno</strong> riferibili all’area <strong>di</strong> influenza tirolese e per quelli persistenti ancora<br />

presso le comunità <strong>di</strong> origine tedesca è stato mantenuto il nome tedesco. A questo proposito, l’elenco degli<br />

«Steccati in Legno/Holzzäune», a cura della Ripartizione Natura e Paesaggio/Natur und Landschaft della<br />

Provincia Autonoma <strong>di</strong> Bolzano e allegato alle Direttive per i contributi nell’ambito del restauro ambientale<br />

emanate nel 1975, 10 ha costituito strumento <strong>di</strong> confronto prezioso e continuo nella stesura del testo<br />

presente. Come sviluppo futuro, sarebbe davvero auspicabile l’approfon<strong>di</strong>mento congiunto delle conoscenze<br />

e il riscontro applicativo nella realizzazione dei vari tipi <strong>di</strong> recinzione.<br />

Inoltre, i nomi locali, oltre ad essere raccolti presso i Centri culturali delle vallate, 11 sono stati rintracciati<br />

nei principali vocabolari, consultati anche tramite L’Archivio lessicale dei <strong>di</strong>aletti trentini del Sistema bibliotecario<br />

d’Ateneo dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trento, 12 nonchè nel corpus delle Carte <strong>di</strong> regola e statuti<br />

delle comunità rurali trentine, curato da Francesco Giacomoni. 13<br />

Da una prima analisi <strong>di</strong> quest’ultima raccolta, siepi e <strong>recinzioni</strong> <strong>di</strong> <strong>legno</strong> sono oggetto <strong>di</strong> numerose prescrizioni<br />

e <strong>di</strong> vigilanza attenta da parte della guar<strong>di</strong>a campestre e boschiva, non solo per la loro maggiore<br />

<strong>di</strong>ffusione rispetto a quelle <strong>di</strong> pietra ma anche a garanzia della loro manutenzione.<br />

Cese sono le siepi vive generalmente tagliate; Cesoni sono le gran<strong>di</strong> siepi vive costituite da alberi con<br />

cespugli e Cente sono i muri <strong>di</strong> ciottoli e malta che recingono e <strong>di</strong>fendono le Cesure, ovvero le aree <strong>di</strong> coltivazione<br />

pregiata quali i vigneti della Valle dell’A<strong>di</strong>ge, dai furti e delle esondazioni del fiume e dei torrenti.<br />

Strupaia corrisponde, invece, al significato generale <strong>di</strong> Siepe e <strong>di</strong> Recinzione. Infatti, Strupaie sono le<br />

siepi vive costituite prevalentemente da rovi e cespugli spinosi <strong>di</strong> biancospino e <strong>di</strong> marruca, rimaste solo<br />

in rari tratti nella Valle dell’A<strong>di</strong>ge; ma sono anche le siepi secche fatte alla buona con rovi, rami e stanghe<br />

così come le <strong>recinzioni</strong> <strong>di</strong> montagna, fatte solo con <strong>legno</strong>.<br />

Scelte per la loro efficacia rappresentativa fra i molti esempi possibili, le prescrizioni della Regola <strong>di</strong> Rumo<br />

(1611) recitano: «Capitolo 57. Pena <strong>di</strong> quelli che torano strupaie vive. Item statuiamo et or<strong>di</strong>niamo che alcuna<br />

persona non ar<strong>di</strong>sca tuor, levar via né destruer strupaie vive nelle possessioni d’altri o loghi d’altri, né<br />

in tutto né in parte, intendendo <strong>di</strong> quello che sonno de cose vive [Siepi vive] o boschi [Cesoni e Macchie],<br />

o sia fatto con assi [Staccionate] o pala<strong>di</strong>ci [Palizzate] o simil materia, […]». 14<br />

Sempre per quanto riguarda il <strong>legno</strong>, le Carte <strong>di</strong> regola delle <strong>di</strong>verse comunità trentine abbondano <strong>di</strong> termini<br />

e riferimenti legati alla produzione <strong>di</strong> uso agricolo: pallo/plant (palo, pertica, stanga), palànc’ (grosso<br />

palo), paladìc (palo, paletto) lati/latte (assame, assi), assòn (assone), bachèt (piolo) e zivèch/zuèc/cavìc<br />

(cavicchio) rimandano a un’articolata nomenclatura che merita approfon<strong>di</strong>menti ulteriori.<br />

Infine, le <strong>recinzioni</strong> <strong>di</strong> pietra sono denominate Stoan-platten, Plattada, Platten in lingua cimbra o Laste de<br />

pièra nel veronese e, semplicemente, Laste in territorio trentino. Per la funzione svolta, nella parlata corrente<br />

sull’altopiano <strong>di</strong> Piné e in Val <strong>di</strong> Fiemme sono anch’esse denominate Strupaia. Memoria <strong>di</strong> tale denominazione<br />

si rintraccia, per esempio, nella Regula Cimbriae (1508): «3. Item quod omnes et singuli qui<br />

tenetur facere strupaduras campanee et bocheriorum teneantur et debeant termino trium <strong>di</strong>erum postquam<br />

avisati fuerint eas facere et mantenere [...]». 15<br />

I recinti <strong>di</strong> pietra, che per <strong>di</strong>ffusione e impiego connotano il paesaggio trentino, rappresentano così una<br />

declinazione del tutto particolare delle siepi secche.<br />

Pur nella <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> interpretazioni univoche, risaltano la ricchezza dei nomi e la compresenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

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