La Cicrespi e il suo secolo (ITA) - Cicrespi Spa
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1910<br />
Pino Farinotti<br />
2010<br />
LA CICRESPI E IL<br />
SUO SECOLO<br />
quelle aziende che hanno fatto <strong>il</strong> Paese
Pino Farinotti<br />
LA CICRESPI E IL<br />
SUO SECOLO<br />
quelle aziende che hanno fatto <strong>il</strong> Paese
Pino Farinotti<br />
<strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>secolo</strong><br />
quelle aziende che hanno fatto <strong>il</strong> Paese<br />
ISBN 978-88-904105-7-4<br />
©copyright by Gelmini Edizioni<br />
prima edizione settembre 2010<br />
Direzione, Redazione e Sede legale<br />
20134 M<strong>il</strong>ano, Via Fraccaroli, 3<br />
tel. 02.70122000 - fax 02.70120130<br />
e-ma<strong>il</strong>: edizioni@gelmini.it<br />
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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione<br />
e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo<br />
(compresi i microfi lm e le copie fotostatiche), sono riservati<br />
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a part without the express permission of the publishers in writing<br />
NB: Contattando l’editore <strong>il</strong> volume è disponib<strong>il</strong>e nei formati<br />
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PREMESSA<br />
Ho conosciuto Carlo Monticelli a una cena. Ero a una riunione<br />
del Rotary, come invitato, ed eravamo vicini a tavola.<br />
Monticelli ha un impatto certamente superiore alla media.<br />
Uno e novanta, molto elegante, importante. E poi assomiglia<br />
a... James Stewart. R<strong>il</strong>evo una mia piccola deformazione,<br />
parzialmente professionale. Amo molto James Stewart,<br />
perché ha fatto i western e tutto <strong>il</strong> resto, e perché è nato <strong>il</strong><br />
20 maggio, come mio padre. Nei discorsi normali della cena<br />
sono venuto a sapere della <strong>Cicrespi</strong>, l’azienda di cui Monticelli<br />
è presidente. L’attività dell’azienda naturalmente emergerà<br />
nel racconto. <strong>La</strong> prima notizia è stata: la <strong>Cicrespi</strong> nel<br />
2010 compie cento anni. Poi si è parlato di altro, di tutto,<br />
di libri, anche dei miei. Qualche tempo dopo Monticelli mi<br />
ha telefonato chiedendomi se ero disponib<strong>il</strong>e per partecipare,<br />
professionalmente, a quella ricorrenza. Dai racconti di Monticelli<br />
a tavola, ai quali avevo prestato grande attenzione,<br />
avevo tratto una sintesi, che è <strong>il</strong> primo passo di chi fa <strong>il</strong> mio<br />
mestiere: quella ditta e quella famiglia sono qualcosa di importante<br />
e virtuoso, e sono una garanzia. E avevo tratto una<br />
didascalia: sono questi che tengono in piedi <strong>il</strong> Paese, nonostante...<br />
Il “nonostante” sarà spiegato. E’ dunque maturata<br />
l’idea di un fi lmato, poi di un libro, infi ne di un romanzo.<br />
In quei giorni c’era stata anche una conferma interessante.<br />
Parlando con un mio amico, Umberto Capelli, architetto, titolare<br />
di uno studio che fa progetti importanti, dappertutto,<br />
avevo chiesto: “conosci la <strong>Cicrespi</strong>?” “E chi non la conosce”<br />
aveva risposto “ sono i più bravi del mondo.” Un’altra sintesi<br />
fulminante detta da chi era certamente accreditato. E<br />
così prendeva forma l’idea di un romanzo. C’era anche una
controindicazione: io ho scritto dei bestseller, era opportuno<br />
che fi rmassi un romanzo su un’azienda, seppure prestigiosa?<br />
Il testo sarebbe stato comunque un romanzo virgolettato,<br />
qualcosa di commerciale, una sorta di libro-marketing. Conoscendo<br />
la storia della ditta, incontro dopo incontro con<br />
Monticelli, ho capito che le virgolette andavano rimosse.<br />
<strong>La</strong> vicenda aveva tutte le caratteristiche per essere romanzo<br />
vero, con elementi di realtà, tratti di dramma e di avventura,<br />
con la sensazione dell’impresa.<br />
Le dinastie leader sono i Crespi e i Monticelli, famiglie che<br />
non potevano che incontrarsi, per matrimonio, per attitudine<br />
e per destino. <strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong> è certamente un’opera. Presenta,<br />
come detto sopra, elementi di ottima letteratura: una ditta<br />
fondata nel 1910, che nasce per intelligenza e invenzioni, non<br />
per patrimoni. Occorre adeguarsi ai mercati e ai tempi, capire<br />
prima, contrastare le crisi, leggere la politica. Il fondatore<br />
Carlo Crespi ha attraversato la prima guerra mondiale e <strong>il</strong><br />
ventennio fascista. Il <strong>suo</strong> successore si è trovato in piena Seconda<br />
guerra. E poi l’evoluzione del dopoguerra, i naturali<br />
cambiamenti, da interpretare. E poi la ditta che si allargava,<br />
decine di persone, poi centinaia. Infi ne l’era moderna, la<br />
tecnologia e la globalizzazione, la concorrenza di mercati<br />
lontani. Infi ne la fase attuale di Carlo Monticelli con la sua<br />
storia umana complessa, con dei fratelli con patologie non<br />
piccole, con una fi glia forse predestinata, persa nel momento<br />
più bello. Firmo questo libro, sicuro di fare una cosa ut<strong>il</strong>e a<br />
chi lo leggerà. Il romanzo della <strong>Cicrespi</strong> non ha davvero minore<br />
nob<strong>il</strong>tà, sempre che nob<strong>il</strong>tà ci sia, dei miei precedenti.
Scritto<br />
Carlo Monticelli, presidente della <strong>Cicrespi</strong> cita <strong>il</strong> passaggio<br />
di uno scritto di Luigi Einaudi riferito al <strong>suo</strong> rapporto col<br />
lavoro e con gli uomini:<br />
“... Migliaia, m<strong>il</strong>ioni di individui lavorano, producono e risparmiano,<br />
nonostante tutto quello che noi possiamo inventare<br />
per molestarli, incepparli e scoraggiarli.”<br />
E’ un pronunciamento importante che può andare ben oltre<br />
<strong>il</strong> ruolo del leader. Einaudi e Monticelli certo non hanno fatto<br />
nulla per contrastare la propria gente. Il concetto può essere<br />
esteso alla politica e ai governi, che spesso si sono rivelati i<br />
peggiori nemici degli imprenditori, in tutte le epoche, compresa<br />
la nostra.<br />
Quando la politica latita, quando la burocrazia ti combatte,<br />
quando <strong>il</strong> sistema “molesta, inceppa e scoraggia” la domanda<br />
di tutti è “ma come può stare in piedi <strong>il</strong> Paese?” <strong>La</strong> risposta è<br />
“perché sono esistiti, ed esistono imprenditori come Einaudi<br />
e Monticelli che producono e danno lavoro, vanno dritti per<br />
la propria strada e resistono a tutte le forze contrarie.”<br />
<strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong> progetta, produce, integra e garantisce assistenza<br />
di sistemi per identifi cazione, tracciab<strong>il</strong>ità e sicurezza, di<br />
prodotti, processi e percorsi.<br />
<strong>La</strong> sua specializzazione, realizzata in collaborazione con i<br />
<strong>suo</strong>i partner internazionali, assicura sempre la soluzione di<br />
valore specifi ca per le esigenze di ogni cliente, anticipando e<br />
favorendo le evoluzioni tecnologiche e di mercato.<br />
Un’azienda, fra le leader nel mondo, fatta di uomini e don-<br />
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6<br />
ne che da un <strong>secolo</strong> ripercorrono, evolvono e ottimizzano<br />
l’intuito e l’impegno dei leader Crespi fondatori prima e di<br />
Monticelli, Bettetini, Tavecchia poi.<br />
Il presidente Carlo Monticelli fa capo alle due generazioni<br />
attuali, insieme alla fi glia Renata Monticelli Bettetini, amministratore<br />
delegato, a Carlo Tavecchia, a sua volta amministratore<br />
delegato, marito di Chiara Monticelli, motore per<br />
vent’anni della <strong>Cicrespi</strong>, scomparsa per malattia nel 2006.<br />
<strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong>, per mercato, per fi losofi a, funzione e destino,<br />
non è solo un’azienda autoctona, è un micromondo che ha<br />
percorso la Storia italiana, interpretandola e adeguandosi<br />
alle vicende. <strong>La</strong> sua attitudine “internazionale” fa valere<br />
questo concetto in chiave universale. Non si comprende in<br />
pieno la storia di questa azienda e di queste famiglie, se non<br />
le si pongono in un contesto che non solo riguarda <strong>il</strong> nostro<br />
Paese, ma si estende molto più lontano.
Dal 1910 la mission CICRESPI è:<br />
Per <strong>il</strong> cliente<br />
Un’azienda effi ciente e affi dab<strong>il</strong>e, una squadra qualifi cata,<br />
seria e puntuale, mirata alla soluzione dei problemi del<br />
cliente con forte attitudine all’innovazione, alla qualità e al<br />
servizio.<br />
Per <strong>il</strong> fornitore<br />
Un partner/alleato leale, che conosce bene <strong>il</strong> mercato e le<br />
sue esigenze, che collabora nella ricerca e sv<strong>il</strong>uppo di nuovi<br />
prodotti/servizi e per <strong>il</strong> continuo miglioramento di quelli<br />
esistenti.<br />
Per ogni collaboratore<br />
Un’organizzazione competitiva e motivata, una squadra che<br />
lavora in modo onesto, effi cace e veloce, per produrre i risultati<br />
concordati, con informazioni disponib<strong>il</strong>i per prendere<br />
subito le decisioni più adatte, dove <strong>il</strong> clima è di rispetto<br />
reciproco e ciascuno ottiene giuste soddisfazioni materiali e<br />
morali.<br />
Per tutti<br />
Un’azienda che mantiene le promesse, che lavora con entusiasmo<br />
e impegno affi nché ogni situazione sia vantaggiosa<br />
per tutti gli interessati.<br />
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Borghesia<br />
Si comincia, dal 1902. Carlo Crespi vive a Torino, appartiene<br />
a una famiglia della buona borghesia, signifi ca tradizione,<br />
senso pratico e prudenza. Quando a 23 anni si trasferisce<br />
a M<strong>il</strong>ano trova un ambiente che forse gli è ancora più congeniale,<br />
perché Carlo non è un prudente, è un curioso, che<br />
vuole migliorare, magari cambiare se necessario. Per qualche<br />
anno, a Torino, ha lavorato in una libreria, interessato<br />
al prodotto libro, oltre che ai <strong>suo</strong>i contenuti, intuendo la<br />
possib<strong>il</strong>ità di evoluzione della legatoria e della cancelleria.<br />
Ha delle idee, si rende conto che <strong>il</strong> mercato lombardo, più<br />
ricettivo, più disponib<strong>il</strong>e alle novità, gli offre migliori possib<strong>il</strong>ità.<br />
Un’altra attitudine di Carlo è la capacità di guardare<br />
oltre, di migliorare e cambiare, appunto. Il passo dalla<br />
cancelleria alle arti grafi che e alla fotografi a per uno come<br />
lui è quasi naturale. Si tratta comunque di vendere, le regole<br />
non sono molto diverse, si tratta di adattare un codice e<br />
Carlo lo adatta. Diventa agente di commercio, vende, vende<br />
molto. E’ un professionista affermato e può compiere un<br />
altro passo, non professionale, ma decisamente importante.<br />
Ormai ha trent’anni, ha, come si dice, una posizione e<br />
dunque può sposarsi.<br />
Il 19 maggio del 1909 porta all’altare Mat<strong>il</strong>de Pavesio, torinese,<br />
di buona famiglia. Sarà compagna e alleata, indispensab<strong>il</strong>e,<br />
nella vita e nel lavoro. Per un uomo, ormai lo è, come<br />
lui, <strong>il</strong> successo come venditore non basta più. Come tutti coloro<br />
che hanno intelligenza e iniziativa, adesso che si è fatto<br />
le ossa, intende creare qualcosa di proprio. E così siamo<br />
al 1910. Con sua moglie Mat<strong>il</strong>de, Carlo fonda la ditta Carlo<br />
Crespi & C., in un piccolo locale di via <strong>Spa</strong>rtaco 2, a M<strong>il</strong>ano.<br />
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10<br />
1902 Lettera Schiavi a Carlo Crespi<br />
1922 Mat<strong>il</strong>de Enrico Paola e Carlo Crespi<br />
1910 Carlo Crespi<br />
1910 Mat<strong>il</strong>de Crespi Pavesio
Uomini e Paesi<br />
Storie di uomini e paesi. In questa chiave, estraendo l’essenziale,<br />
ecco i fatti i personaggi e le nazioni che la memoria<br />
rimanda, dal 1910: W<strong>il</strong>liam Taft è Presidente degli Stati<br />
Uniti, la sua amministrazione non è memorab<strong>il</strong>e, come lo<br />
era stata invece quella del <strong>suo</strong> predecessore Theodore Roosevelt.<br />
Tuttavia nasce a New York un movimento spontaneo<br />
la NAACP, associazione nazionale per la promozione<br />
della gente di colore che apre di fatto una nuova frontiera<br />
della questione razziale.<br />
Progredirà in futuro, esponenzialmente, è notorio. Il mondo<br />
si innamora di due autentici eroi popolari, Pancho V<strong>il</strong>la<br />
e Em<strong>il</strong>iano Zapata che, al comando di eserciti contadini<br />
comandano la rivoluzione messicana scalzando <strong>il</strong> dittatore<br />
Diaz e favorendo l’ascesa del liberale Madero. Gran Bretagna:<br />
muore Edoardo VII e gli succede Giorgio V.<br />
Il ‘10 è un anno importante : Igor Stravinskij inizia la composizione<br />
dell’Uccello di fuoco, nel quale scompone l’armonia<br />
tradizionale delle composizioni.<br />
In Italia ci sono 16 m<strong>il</strong>ioni di analfabeti, e meno di 50 m<strong>il</strong>a<br />
laureati. Due terzi della popolazione vive nelle campagne,<br />
dove non arriva nessuna informazione, la vita politica si<br />
svolge nelle piazze delle città, <strong>il</strong> sindaco è l’unico che ha la<br />
licenza elementare,c’è <strong>il</strong> parroco che rappresenta l’ autorità<br />
morale, la maestra elementare la cultura, <strong>il</strong> maresciallo la<br />
legge e lo stato. Una vita che non permette nessuna apertura<br />
all’informazione. Tutto al buio. Economia, politica, solo parole,<br />
astrazioni, Ma fra pochi anni ci sarà qualcosa di concreto,<br />
drammatico: la guerra.<br />
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12<br />
M<strong>il</strong>ano è attenta attiva e irrequieta, collettore di movimenti<br />
e di tensioni importanti: l’irredentismo, gli studenti, i professori,<br />
i m<strong>il</strong>itari. “Sursum Corda” è uno slogan e un’indicazione<br />
molto divulgati. L’intento a preparare una gioventù<br />
forte, informata e patriottica, che conosca anche le armi. E’<br />
un segnale importante, che avrà un seguito…<br />
C’è un intento nazionalista con la nascita di testate in quel<br />
senso, a Roma, M<strong>il</strong>ano, Venezia, Napoli. Con un segnale<br />
dannunziano: arma la prora e salpa verso <strong>il</strong> mondo. Una cultura<br />
che preme per l’ammodernamento dell’esercito in vista<br />
di una guerra o di un’azione.<br />
E’ semplicemente l’affacciarsi dell’idea delle colonie, un’idea<br />
preventiva per la ricerca di un consenso verso la guerra di<br />
Libia e la Prima guerra mondiale.
M<strong>il</strong>ano<br />
Nel 1910 a M<strong>il</strong>ano qualcosa succede e non solo di “m<strong>il</strong>anese”.<br />
C’è uno scrittore, F<strong>il</strong>ippo Tommaso Marinetti, nato in<br />
Egitto ma m<strong>il</strong>anese di adozione, che proprio in città, nel febbraio,<br />
pubblica <strong>il</strong> manifesto dei pittori futuristi. Il futurismo<br />
è uno dei pochissimi movimenti artistici del mondo di matrice<br />
italiana. Fra gli artisti fi rmatari ci sono Boccioni e Carrà.<br />
Al primo si deve un dipinto storico doppiamente m<strong>il</strong>anese:<br />
Rissa in galleria.<br />
In apr<strong>il</strong>e, viene inaugurata la nuova sede del Pio Albergo Trivulzio<br />
che i m<strong>il</strong>anesi chiamano e chiameranno <strong>La</strong> Baggina.<br />
Il 23 agosto, a Porta Vittoria nasce Peppino Meazza, <strong>il</strong> più<br />
grande calciatore italiano. Diventerà l’eroe dell’Ambrosiana<br />
Inter, vincerà scudetti e sarà due volte campione del mondo.<br />
In settembre viene portata a termine la linea tranviaria e<br />
vengono attribuiti i numeri ai tram. Alla circonvallazione<br />
vengono assegnati, nei due sensi, <strong>il</strong> 29 e <strong>il</strong> 30, che resistono<br />
tuttora. Una fermata della circonvallazione è posta davanti<br />
alla Rotonda della Besana. L’edifi cio tardo-barocco, adibito<br />
nei secoli a cimitero, fi en<strong>il</strong>e e cronicario, comincia ad essere<br />
sede di eventi artistici. Davanti alla Rotonda, oltre la circonvallazione<br />
c’è via <strong>Spa</strong>rtaco.<br />
13
Ottocento<br />
E torniamo a via <strong>Spa</strong>rtaco, esattamente al 2, dove Carlo e Mat<strong>il</strong>de<br />
fondano la ditta Carlo Crespi & C. Nonostante i movimenti<br />
in embrione, quasi sotterranei che stanno nascendo, M<strong>il</strong>ano è<br />
ancora una città dell’ottocento. Il commercio è un piccolo commercio.<br />
Si tratta di accontentarsi, rimanere nella tradizione e<br />
nel piccolo cabotaggio oppure di capire e migliorare, appunto.<br />
Carlo è un ottimo venditore e vende. Ha la sua valigia coi<br />
prodotti dentro. Cartoleria, legatoria, tipografi a. E ha un <strong>suo</strong><br />
progetto, certo non semplice ma al quale si attiene: quando la<br />
sera torna a casa la valigia deve essere vuota. Ed è vuota. Per<br />
un comune commesso viaggiatore questo sarebbe più che<br />
suffi ciente, ma non per Crespi che non vuole ozio o tempi<br />
morti, c’è anche la notte, una parte almeno, per “migliorare”.<br />
Nei decenni a venire la “Crespi” si distinguerà per la capacità<br />
di capire/prevenire, nelle intuizioni rispetto a quel momento:<br />
per esempio <strong>il</strong> passaggio dalla fase artigianale a quella industriale,<br />
oppure decifrare mercati e culture di altri paesi e poi<br />
… conquistarli, oppure di buttarsi nella tecnologia.<br />
In quel momento Carlo comincia con ciò che ha a portata<br />
di mano, piccole cose ma che si evolveranno. Nota la vita<br />
degli studenti, le cartelle e i libri, i quaderni troppo grandi o<br />
troppi piccoli, rigidi o morbidi, le penne e i compassi. Tutti<br />
oggetti sui quali interverrà. E’ la genetica di imprenditore/<br />
sognatore. E’ la sicurezza di essere nel giusto, di crederci.<br />
Guadagna già bene, ma siamo sempre nella fase artigianale,<br />
per <strong>il</strong> salto di qualità, per entrare di fatto nell’industria e nel<br />
novecento occorre denaro diverso, più pesante.<br />
15
16<br />
A Torino c’è un Crespi ricco, <strong>il</strong> fratello Paolo, che lavora in<br />
borsa. Paolo presenta tutti gli status, bella famiglia -la moglie<br />
Margherita e la fi glia Maria Teresa- inserita nei giusti<br />
ambienti, e abita in un elegante e storico appartamento in<br />
Lungopo Armando Diaz. I Crespi m<strong>il</strong>anesi chiedono ai benestanti<br />
torinesi un prestito di trem<strong>il</strong>a lire. Non sono pochi<br />
soldi. Un riferimento leggero ma effi cace in chiave storica<br />
è la famosa canzone di G<strong>il</strong>berto Mazzi che diceva “Se potessi<br />
avere m<strong>il</strong>le lire al mese, senza esagerare, sarei certo di<br />
trovar tutta la felicità!”. E non era <strong>il</strong> 1910, era la fi ne degli<br />
anni trenta. Insomma in quelle trem<strong>il</strong>a lire, allora, ci stavano<br />
tante cose, a cominciare da una buona base per trasformare<br />
Carlo da commerciante a grossista. Appunto. Un altro<br />
aspetto importante, anzi indispensab<strong>il</strong>e, è <strong>il</strong> successo. I<br />
“m<strong>il</strong>anesi” vedono l’azienda funzionare, <strong>il</strong> denaro scorrere,<br />
ma rimangono “piemontesi”. Niente lussi, <strong>il</strong> denaro serve<br />
soprattutto per investire e reinvestire. Certo non si trattano<br />
male, ma, come si dice, non cambiano status, e abitudini.<br />
I prodotti di “grande fi rma” allora non c’erano, occorreva<br />
aspettare la stagione di G<strong>il</strong>berto Mazzi, ma se ci fossero stati,<br />
i Crespi non avrebbero speso l’equivalente di uno stipendio<br />
per comprare un abito o una borsa. Ma due abiti importanti<br />
nell’armadio della famiglia ci sono. Sono grigi e vengono<br />
usati, sempre gli stessi, in una certa occasione, quando si va<br />
in visita ai parenti ricchi di Lungopo a Torino. Occorre ritardare<br />
<strong>il</strong> rientro dal prestito, e non starebbe bene mostrarsi<br />
troppo eleganti.<br />
<strong>La</strong> ditta esiste. Funziona e ci sono tutte le premesse perché<br />
possa evolversi ed espandersi. Nel privato accade ciò che<br />
deve accadere, i fi gli. Il primo muore appena nato, allora<br />
accadeva, era un dolore quasi ineluttab<strong>il</strong>e. Nel ‘12 nascerà<br />
Enrico, nel ‘14 Paola.
Antico Torchio per Libri<br />
1918 Paola e Enrico Crespi 1928 Catalogo Carlo Crespi & C<br />
17
18<br />
Decalcomanie<br />
Carte Marmo tipo Francese<br />
Per Applicazione Decalcomanie a Taglio Libri<br />
Campionario Cartoncini
Colonie<br />
Intanto, <strong>il</strong> Paese e la città, stanno cambiando. Il capo del governo<br />
è Giovanni Giolitti, attento alle evoluzioni dei tempi.<br />
Gli si devono due atti molto importanti. Il primo è l’intuizione<br />
che <strong>il</strong> Paese, per avere una sua identità e in sostanza<br />
farsi rispettare nel panorama delle nazioni, non può rimanere<br />
senza colonie. <strong>La</strong> Libia è l’unico territorio sulla costa<br />
mediterranea dell’Africa non sottoposto a regime coloniale.<br />
L’Italia già vi esercita una sorta di infl uenza. Nel settembre<br />
dell’11 <strong>il</strong> governo italiano dichiara la guerra e occupa<br />
le prime città sulla costa. In novembre porta a compimento<br />
l’opera e proclama l’annessione. <strong>La</strong> Libia è dunque colonia<br />
italiana. L’altra azione giolittiana, di pace ma molto più<br />
importante, decisiva, storica, è l’introduzione del suffragio<br />
universale: siamo nel 1912. Il numero degli elettori passa da<br />
tre a oltre otto m<strong>il</strong>ioni. Ma c’è stata un’altra azione di Giolitti,<br />
benemerita e funzionale... alla Crespi: la statalizzazione<br />
dell’istruzione elementare. Dunque diventa obbligatoria la<br />
licenza elementare.<br />
Alla lettura culturale e sociale della vicenda Carlo applica la<br />
sua, <strong>il</strong> marketing diremmo oggi. Tanti scolari in più allargano<br />
<strong>il</strong> mercato. E l’imprenditore non si fa cogliere impreparato.<br />
Quella nuova, favorevole situazione ispira <strong>il</strong> Crespi per<br />
un’evoluzione importante: non bastava vendere matite e<br />
altro agli studenti, era necessario vendere gli attrezzi per r<strong>il</strong>egare,<br />
quindi i ferri per decorare <strong>il</strong> dorso dei libri, le presse<br />
per fare l’impressione a caldo che allora serviva soprattutto<br />
per decorare i libri. I tagliacarte a ghigliottina e i taglia<br />
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20<br />
cartoni. Questa azione è rappresentativa, certo in una fase<br />
iniziale, di quella che sarà la fi losofi a dell’azienda. Una della<br />
parole chiave è “innovazione”. <strong>La</strong> “Crespi” appresta, in<br />
quella prima fase eroica, quella che sarà la formula della sua<br />
ricerca e del <strong>suo</strong> successo.<br />
I gradini sono tre. Il primo è una nuova idea, un nuovo mercato,<br />
e <strong>il</strong> prodotto deve essere in salita, dev’essere una conquista,<br />
perché <strong>il</strong> peggior virus che colpisce la natura umana<br />
è la resistenza al cambiamento. Dunque, prima opzione, andare<br />
controcorrente. Se si ottiene <strong>il</strong> successo, <strong>il</strong> secondo gradino<br />
è la concorrenza. E qui occorre una grande attenzione,<br />
gestire al meglio la lotta sui prezzi e fare in modo che non diventi<br />
una lotta suicida perché si gioca al ribasso. Il pericolo è<br />
di morire per mancanza di risorse perché si sono sbagliati i<br />
calcoli dei costi e dei ricavi. Il terzo gradino sono le aziende<br />
leader che hanno fatto percepire al mercato quella marcia in<br />
più e dunque risultano aziende affi dab<strong>il</strong>i e dal mercato vengono<br />
scelte. <strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong> sarebbe diventata leader e sarebbe<br />
stata una delle prescelte.
<strong>La</strong> guerra<br />
Siamo alla Prima guerra mondiale. Una guerra, per un imprenditore,<br />
per tutta l’imprenditoria è sempre qualcosa di<br />
decisivo, nel bene o nel male. Le aziende possono uscirne<br />
distrutte, oppure ingigantite esponenzialmente. Si tratta di<br />
saper leggere <strong>il</strong> momento: i prodotti necessari, la ricerca, la<br />
solita evoluzione. Capire quel mercato. <strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong> non fabbrica<br />
armi o divise o motori, tuttavia deve attrezzarsi per<br />
affrontare la situazione.<br />
Nel 1915 Carlo Crespi viene richiamato al servizio m<strong>il</strong>itare<br />
anche se non ne avrebbe proprio l’età. Viene distaccato a Tortona.<br />
Non è contento, ritiene di essere praticamente superfl uo<br />
in quel ruolo, mentre potrebbe essere molto più ut<strong>il</strong>e da civ<strong>il</strong>e,<br />
all’azienda e anche al Paese. E poi quella è comunque una<br />
guerra localizzata, imprenditorialmente è affrontab<strong>il</strong>e. Ben<br />
diverse saranno le condizioni della seconda guerra mondiale.<br />
Il confl itto non sembra produrre contraccolpi, in un senso o<br />
nell’altro, ma Carlo, sempre attento, un po’ febbr<strong>il</strong>e, sempre<br />
a confrontarsi col <strong>suo</strong> spirito commerciale e imprenditoriale,<br />
agisce. Trova una situazione che sembra favorevole. Passando<br />
un giorno in bicicletta sulla strada fra Tortona e Viguzzolo,<br />
al bivio per Garbagna, nota qualcosa che lo colpisce, agli<br />
occhi e al cuore: una grande cascina in mezzo a una vigna.<br />
C’è un cartello, “Cascina boschetto. In vendita”. Sterza nella<br />
strada bianca che porta in alto sulla collina al cascinale,<br />
si guarda intorno, nessuno. Arriva alla grande casa, scende<br />
di bicicletta, guarda con più attenzione. Nessuno. Cammina<br />
intorno, sbircia dai vetri. Sa valutare queste cose. Parte padronale<br />
e parte contadina, i balconi, la grande porta esterna<br />
21
22<br />
della cantina. Vede la stalla, <strong>il</strong> fi en<strong>il</strong>e, e un gabinetto sopra <strong>il</strong><br />
letamaio. Si guarda ancora intorno, cammina nei prati e nella<br />
vigna. Pensa, saranno venti ettari? Come si dice, ha occhio<br />
anche per queste cose. Nella zona dove presta servizio Carlo<br />
si è fatto degli amici. Chiede notizie della tenuta a un oste,<br />
<strong>il</strong> solito beninformato. Viene a sapere che la tenuta appartiene<br />
a un prete, che viene soprannominato “el maschiòn”, per<br />
la sua passione per le donne. Carlo tratta col prete, e spunta<br />
un prezzo eccezionale. <strong>La</strong> gente è incredula. Ma come, arriva<br />
uno straniero e riesce a concludere un affare così importante,<br />
alla faccia dei locali. Ma i locali non avevano considerato che<br />
lo straniero non era uno qualunque, era uno col bernoccolo,<br />
per così dire. <strong>La</strong> Cascina boschetto, che andrebbe confi gurata<br />
come una buona iniziativa, un bell’investimento ma estraneo<br />
all’azienda, si rivelerà in futuro molto opportuna e davvero<br />
parte integrante dell’azienda.<br />
Finita la guerra, Carlo torna a casa proprietario della cascina<br />
di Tortona, che certo è stata un affare ed è una magnifi<br />
ca proprietà, ma che, come detto, non è al momento ut<strong>il</strong>e<br />
all’attività imprenditoriale. Appena tornato, com’è sua<br />
abitudine si impegna sull’evoluzione del prodotto e su un<br />
altro concetto che gli è sempre appartenuto e che sembra<br />
essere favorito dalla fi ne del confl itto: l’espansione. Crespi<br />
in quei primi anni ha capitalizzato <strong>il</strong> giusto, e nell’acquisto<br />
della cascina non ha speso tutto. E l’occasione arriva. L’occasione<br />
che arriva naturalmente non è solo colpo di fortuna,<br />
è qualcosa che occorre vedere e capire, è un momento da<br />
cogliere; non tutti lo sanno fare. E’ <strong>il</strong> momento del rischio,<br />
e pochi lo vogliono correre. Carlo, come ha già dimostrato,<br />
possiede quelle attitudini.<br />
L’occasione è un orto a pochi metri dalla sede di via <strong>Spa</strong>rtaco<br />
2 e 4. E’ campagna, ci sono ancora prati, la città deve anco-
a formarsi. Più tardi quei metri diventeranno <strong>il</strong> numero 19<br />
della via. Crespi compra <strong>il</strong> terreno e progetta una palazzina<br />
davvero funzionale: al piano terra e interrato ospiterà la<br />
Carlo Crespi & C . al primo e secondo la famiglia. Sempre<br />
nel quadro della naturale evoluzione, della strategia e della<br />
capacità del leader, più avanti Crespi costruirà, nel terreno<br />
verso la strada, un palazzo di cinque piani con dodici appartamenti.<br />
1930 Via <strong>Spa</strong>rtaco 19 1932 Paola Crespi - 18 anni<br />
1930 Catalogo Carlo Crespi & C<br />
23
24<br />
1940 Apparecchi per Arti Grafi che e Cartotecniche<br />
1923 Nuovo Cantiere Via <strong>Spa</strong>rtaco 19<br />
Borse e Penne da scrittura
1940 Ferri per Doratore Punzoni Assortiti<br />
1937 Fiera Campionaria M<strong>il</strong>ano<br />
25
Mussolini<br />
Nel frattempo qualcosa è successo d’importante. Il 28 ottobre<br />
del ‘22 Benito Mussolini, alla testa delle squadre fasciste<br />
è arrivato a Roma. Il futuro Duce non ha incontrato resistenza,<br />
favorito dalla decisione del Re di non proclamare lo stato<br />
d’assedio.<br />
Vittorio Emanuele sembrava convinto che in qualche<br />
modo Mussolini, che certo non gli era simpatico, potesse<br />
essere politicamente ut<strong>il</strong>e, almeno come momento di transizione.<br />
Mussolini forma <strong>il</strong> <strong>suo</strong> governo che, poco dopo, sappiamo,<br />
si trasformerà in dittatura. Carlo Crespi, da buon piemontese,<br />
non ha a sua volta grande simpatia per <strong>il</strong> nuovo venuto.<br />
Per carattere e per lavoro naturalmente non può ignorare <strong>il</strong><br />
nuovo stato delle cose. E’ un momento di grande dialettica,<br />
e dibattiti, e contrasti. M<strong>il</strong>ano, come sempre è una città che<br />
non si tira indietro.<br />
In piazza del Duomo c’è un bar dove la gente si riunisce a<br />
commentare. Ci sono fascisti e antifascisti e Carlo, che qualche<br />
frase la pronuncia, viene subito identifi cato come un non<br />
simpatizzante.<br />
Tanto basta perché l’imprenditore riceva una lettera, una<br />
sorta di richiamo uffi ciale, perché si astenga da una propaganda<br />
contro Mussolini. Con molta perentorietà gli viene<br />
detto che sarà tenuto d’occhio.<br />
Da quel momento Carlo agisce con attenzione. Le sue idee<br />
27
28<br />
naturalmente non cambiano, ma ci sono delle precedenze,<br />
c’è una famiglia e una ditta da priv<strong>il</strong>egiare.<br />
<strong>La</strong> guerra fi nisce, l’Azienda ne è uscita bene.<br />
C’è <strong>il</strong> futuro.
L’altro Carlo<br />
Il 29 novembre del 1933 è una data decisiva della vicenda<br />
della “Crespi”. In via <strong>Spa</strong>rtaco 19 nasce Carlo Monticelli. Allora<br />
si nasceva in casa. Carlo è fi glio di Paola Crespi e di Ugo<br />
Monticelli. E’ un passaggio di identità, da quel momento <strong>il</strong><br />
nome Monticelli si lega ai fondatori Crespi. Carlo, dopo gli<br />
studi, entrerà di fatto a far parte dell’azienda, con la giusta<br />
gavetta iniziale, per poi scalare tutti i ruoli fi no alla presidenza.<br />
Ruolo che copre tuttora.<br />
I Monticelli sono una famiglia che ha una storia. I Crespi<br />
facevano parte della buona borghesia torinese, i Monticelli<br />
presentano altre coccarde. Carlo Monticelli primo, (chiamiamolo<br />
così) <strong>il</strong> nonno, laureato all’Università di Torino in<br />
ingegneria, appartiene a una famiglia dai connotati sabaudi,<br />
nella parentela ci sono dei cugini generali.<br />
I nonni Crespi e Monticelli avevano in comune nella loro<br />
piemontesità, l’iscrizione alla Famiglia Piemonteisa, un’associazione<br />
di immigrati (di gran classe) a M<strong>il</strong>ano. Si riunivano<br />
ciclicamente per mantenere la loro identità. Carlo Monticelli<br />
è uomo d’azione, la sua laurea tecnica è solo una premessa<br />
per immettersi subito nel lavoro. E qui avviene qualcosa di<br />
particolare, “particolare” secondo attitudine e destino delle<br />
due famiglie.<br />
Carlo Monticelli (nonno) viene assunto da tale ingegner<br />
Monti delle Offi cine meccaniche nazionali di Pavia, azienda<br />
che nel 1894 era stata fondata da Herman e Jacob Einstein,<br />
padre e zio di Albert.<br />
29
30<br />
<strong>La</strong> società, che produce macchinari elettrici si è trasferita da<br />
Ulma (Germania) in Italia dove sembrava ci fossero migliori<br />
prospettive di mercato e minori costi di produzione. Mentre<br />
i calcoli sulla relatività del giovane Albert si sarebbero rivelati<br />
assolutamente esatti, lo sappiamo bene, quelli di papà<br />
Hermann e di zio Jacob non lo erano, e la società si trovò in<br />
uno stato di pre-fallimento.<br />
A salvare la situazione è proprio <strong>il</strong> giovane Carlo, che acquisisce<br />
la società impegnandosi a farla vivere, ma trasformandola.<br />
A questo punto è legittimo dire che Carlo ha intuizioni<br />
migliori di quelle degli Einstein, e non è poco, perché trasforma<br />
la ditta da produttrice di motori elettrici in produttrice<br />
di energia. Negli anni venti sistemi già molto innovativi,<br />
Carlo riesce a fornire di energia elettrica tutta la provincia<br />
pavese. Passando lungo <strong>il</strong> Naviglio Pavese, vicino al punto<br />
di immissione del canale nel Ticino, Carlo aveva notato che<br />
le chiuse producono un salto d’acqua che può generare energia.<br />
Il problema è come distribuirla. Così si ingegna con carri<br />
e buoi, e trasporta pali, impianti e fi li elettrici che colloca nel<br />
percorso che intende coprire. L’ iniziativa funziona. Le famiglie<br />
della plaga hanno la luce. Il passo successivo è naturale,<br />
quasi automatico.<br />
L’iniziativa di Monticelli si è rivelata talmente produttiva<br />
e vincente, che attira l’attenzione del governo. Allora non<br />
c’era l’Enel, ma una società omologa che si chiamava Est Ticino<br />
che forniva corrente in quella vasta zona. Negli anni<br />
trenta <strong>La</strong> Est Ticino farà un’offerta d’acquisto a Monticelli,<br />
che l’accetterà.<br />
E’ un altro capitolo importante nell’evoluzione industriale<br />
della famiglia.
1879 - 1955 Albert Einstein<br />
1920 Offi cine Meccaniche Nazionali di Pavia<br />
1901 - 1982 Ugo Monticelli<br />
1873 - 1946 Ing. Carlo Monticelli<br />
1920 Il Naviglio Pavese - foce a Ticino<br />
31
Anno decisivo<br />
Continua invece ad essere viva e attiva la Famiglia Piemonteisa<br />
che fi nisce per assumere un ruolo importante nella storia<br />
della Carlo Crespi & C. perché è proprio in quella sede<br />
che, per caso, si incrociano Paola, fi glia del patriarca Carlo<br />
Crespi, e Ugo, fi glio dell’omologo ing. Carlo Monticelli. Dalla<br />
loro unione nascerà, appunto, Carlo Monticelli secondo, <strong>il</strong><br />
futuro presidente.<br />
Nel marzo del ‘40, sessantunenne, muore Carlo Crespi, <strong>il</strong><br />
fondatore. Il ‘40 è un anno decisivo, tragico. Nei primi mesi<br />
la Germania ha invaso Danimarca e Norvegia, poi Belgio<br />
e Olanda. In maggio le truppe naziste abbattono la linea<br />
Maginot, circondano gran parte degli alleati francesi, belgi<br />
e inglesi. Con mezzi di fortuna queste divisioni vengono<br />
evacuate via mare da Dunquerque. Il 14 giugno, dopo aver<br />
sfondato in tutte le direzioni, i tedeschi entrano in Parigi.<br />
Quattro giorni prima, dopo aver dichiarato guerra a Francia<br />
e Ingh<strong>il</strong>terra, Mussolini ordina l’attacco italiano dalle Alpi e<br />
dal mare. Le truppe fasciste occupano Modane e Mentone.<br />
In ottobre <strong>il</strong> Duce comanda l’attacco alla Grecia.<br />
E qui la guerra tocca i Monticelli, perché Ugo, che ha avuto<br />
un’educazione m<strong>il</strong>itare, è capitano di artiglieria, viene richiamato<br />
e poi spedito in zona di guerra in Albania, in Grecia<br />
e a Creta fi no al marzo 1942.<br />
Dunque gli uomini di casa, i leader, per ragioni diverse non<br />
ci sono più. E c’è una guerra. Una situazione che spaventerebbe<br />
chiunque. Sono rimaste le donne, Mat<strong>il</strong>de, la vedova<br />
e sua fi glia Paola che è ventisettenne ma è … una Crespi.<br />
33
34<br />
Questa guerra è diversa dalla prima, non è circoscritta, non<br />
ci sono trincee dove gli uni sparano agli altri, ci sono eserciti<br />
che occupano nazioni, aerei che bombardano le città. E<br />
M<strong>il</strong>ano non è diversa dalle altre città, deve affrontare i bombardamenti.<br />
Le donne della “Crespi” hanno molto in comune con gli<br />
uomini, per esempio sanno prendere decisioni importanti e<br />
diffi c<strong>il</strong>i. Sanno inventare. Mat<strong>il</strong>de dice “abbiamo la vigna a<br />
Tortona, usiamola”.<br />
Così la ditta, con tutti i mezzi di fortuna, camion, macchine e<br />
anche carri, si trasferisce in una tenuta a 10 ch<strong>il</strong>ometri dalla<br />
Cascina Boschetto dove i Crespi Monticelli con parenti vari<br />
sono sfollati. Ditta signifi ca tutti, titolari impiegati, operai e<br />
famiglie. Mat<strong>il</strong>de e Paola sono brave a risolvere la logistica,<br />
ottimizzano gli spazi. Nella stalla vengono messi le merci<br />
e i macchinari, nella zona che ospitava i contadini, quello<br />
spazio lungo con ringhiera, si organizzano le famiglie, coi<br />
bambini. Certo non c’è un bagno per ogni stanza, ma ci si<br />
arrangia. L’attività riprende. Paola Monticelli organizza e<br />
controlla, e deve anche tener d’occhio la situazione, occorre<br />
andare in paese, stare informati, percepire <strong>il</strong> momento. Si<br />
muove in bicicletta, ogni giorno 20 Km fra andata e ritorno.<br />
Non è semplice, non si è mai sicuri. Su quelle strade sterrate<br />
succede che la donna perda <strong>il</strong> controllo della bicicletta, cada<br />
e perda i sensi. <strong>La</strong> rianima un contadino che passa di lì. Risale<br />
in bici e torna a casa, trovando una scusa per <strong>il</strong> ritardo.<br />
Nel frattempo la guerra ha fatto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> corso e appare ormai<br />
chiaro che l’Asse ne uscirà sconfi tto.<br />
Il 3 settembre del ‘43 <strong>il</strong> Maresciallo Badoglio sigla in segreto<br />
la resa, incondizionata, dell’Italia agli Alleati. L’8 settembre<br />
viene annunciato l’armistizio. Il Paese da un momento all’al-
tro si ritrova nemici quelli che prima erano alleati, e <strong>il</strong> contrario.<br />
L’esercito si sfalda. In quel momento di caos ciascuno,<br />
dovunque si trovi, deve decidere del proprio destino.<br />
Ugo Monticelli è fortunato, è appena tornato a M<strong>il</strong>ano dal<br />
fronte. Prende la sua decisione, si incammina verso Tortona,<br />
85 ch<strong>il</strong>ometri drammatici, in bici e a piedi, dentro e fuori dalla<br />
strada, con tutti che non sanno che fare, con m<strong>il</strong>le pericoli.<br />
Ugo arriva a Tortona, inatteso. Riabbraccia la famiglia. E tutti<br />
a commuoversi, tutti quelli dell’azienda.<br />
Ma <strong>il</strong> momento è ambiguo, pericoloso. Mussolini è stato<br />
arrestato <strong>il</strong> 25 luglio 1943 e internato sul Gran Sasso. Ma<br />
nel novembre un commando di paracadutisti tedeschi lo<br />
libera e lo porta a Monaco di Baviera da dove <strong>il</strong> Duce ricostituisce<br />
<strong>il</strong> nuovo Partito Fascista e dichiara <strong>il</strong> proseguimento<br />
della guerra.<br />
Di fatto signifi ca che Ugo è un disertore. Ma <strong>il</strong> capitano, che<br />
non è mai stato fascista, non ha intenzione di diventarlo<br />
adesso. Decide, come molti, come quasi tutti, di rimanersene<br />
coperto, in attesa della fi ne della guerra.<br />
E così arriva <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e 1945, la liberazione, la fi ne. Gli Alleati<br />
hanno avanzato verso M<strong>il</strong>ano proprio dalla Statale dei<br />
Giovi. E tutta la Carlo Crespi & C. si riversa sulla strada a festeggiare<br />
<strong>il</strong> passaggio delle truppe, protette all’avanguardia,<br />
dai carri pesanti, coi soldati che rispondono ai saluti della<br />
folla. E’ davvero fi nita.<br />
Si può ricominciare a pensare al futuro, che signifi ca, naturalmente,<br />
ritorno a M<strong>il</strong>ano. Certo non è semplice ritrasferire<br />
tutto, un piccolo controesodo. E va detto che da quando la<br />
struttura si era trasferita in quella campagna, tutto è peggiorato,<br />
a cominciare dalle strade e dai ponti, molti dei quali<br />
sono stati distrutti.<br />
35
36<br />
<strong>La</strong> Carlo Crespi & C., materiale tecnico e umano, si organizza<br />
per <strong>il</strong> ritorno, ancora semoventi sorpassati e ancora carri<br />
condotti da contadini. Il passaggio su ponte di barche, l’unico<br />
praticab<strong>il</strong>e, sul Ticino, sembra un fi lm in bianco e nero<br />
degli anni quaranta, appunto.<br />
1933 Paola Crespi e Ugo Monticelli sposi<br />
1933 Sposi Monticelli Crespi e genitori
1939 Carlo, Paola, Alberto e Ugo Monticelli<br />
1935 Tortona Famiglie Crespi e Monticelli<br />
37<br />
1943 Tortona Paola, Franco, Carlo, Alberto<br />
e Mat<strong>il</strong>de<br />
1941 Alberto, Paola, Franco e Carlo Monticelli
38<br />
1943 Cap Ugo Monticelli in Albania batteria 149<br />
1943 Cap Ugo Monticelli coi Tenenti in Albania
Dopoguerra<br />
Il dopoguerra è eroico. Del Paese, delle aziende, dei singoli,<br />
di tutti. <strong>La</strong> “Crespi” si è reinstallata nella sua sede di via<br />
<strong>Spa</strong>rtaco, soltanto scalfi ta dalla guerra. Il palazzo è ristrutturato,<br />
adeguato al futuro, perché, si sa, una guerra produce<br />
sempre trasformazioni, progresso e incremento, devi saperli<br />
cogliere. Il Piano Marshall sta aiutando la nazione e tutto<br />
si sta sv<strong>il</strong>uppando. L’Italia, come quasi tutti i Paesi, anche<br />
quelli vincitori, è in ricostruzione. C’è una reciprocità favorevole,<br />
si comincia a parlare di importazioni-esportazioni. E<br />
si comincia ad agire. Il confronto di prodotti con altri Paesi<br />
pone subito un problema, e un pericolo. I costi. E arriva <strong>il</strong><br />
momento in cui <strong>il</strong> nodo va affrontato e risolto, se si vuole<br />
sopravvivere. E’ in questo quadro che la “Crespi” si rivela<br />
azienda capace di capire ed evolversi, dichiarando la sua attitudine<br />
internazionale.<br />
Ed ecco che alla “Crespi” è <strong>il</strong> momento per una new entry<br />
importante, quella di Carlo Monticelli, fi glio di Ugo e di Paola<br />
Crespi.<br />
Carlo sta per fi nire gli studi di ragioneria al Verri di M<strong>il</strong>ano.<br />
Ma è già irrequieto, studiare e basta non è suffi ciente, signifi<br />
cherebbe arrivare ad essere attivo in ditta verso i ventitré<br />
anni, troppo tempo perso. Ugo non è favorevole, anche se<br />
ha già intuito che <strong>il</strong> fi glio possiede i giusti requisiti. Carlo<br />
ha già in mente quella che sarà la sua vicenda di studente:<br />
per cominciare si iscriverà all’ Università Cattolica corsi<br />
serali in Economia e Commercio. Ma prima c’è qualcos’altro<br />
da fare. Carlo intuisce che fra poco sarà indispensab<strong>il</strong>e<br />
conoscere l’inglese, siamo nei primi anni cinquanta, quasi<br />
39
40<br />
nessuno parla quella lingua. E per accreditare, ancora una<br />
volta, la propria attitudine particolare, al non convenzionale<br />
eccetera, <strong>il</strong> ragazzo decide che sì, imparerà l’inglese, ma non<br />
seguendo corsi convenzionali e poco ut<strong>il</strong>i, ma andando sul<br />
posto, non solo, ma anche laggiù, a Londra imparerà divertendosi.<br />
Si tratta adesso di convincere i genitori, ma Carlo è<br />
uno che convince, quasi per defi nizione, e poi anche <strong>il</strong> padre<br />
sa guardare avanti. Così Carlo, con due amici parte per Londra.<br />
Trovano un alloggio funzionale, non costoso, in un bed-<br />
&-breakfast nella zona di Paddington Station (14, Sussex<br />
Place). Vivono in una stanza con tre letti, ma va benissimo,<br />
non sono mai in casa. Hanno un programma preciso, la didattica<br />
naturalmente non può prescindere da un corso, non<br />
si tratta solo di arrangiarsi, di parlare, occorre anche leggere<br />
bene, e magari scrivere. Il corso è uno dei più noti, si tiene al<br />
British Counc<strong>il</strong>.<br />
E poi, naturalmente, la parte “divertente”. Leggono libri,<br />
parlano con la gente, vedono almeno un fi lm al giorno. E<br />
poi ci sono le ragazze, che possono essere ut<strong>il</strong>i, anche per la<br />
lingua. Dopo quattro mesi Carlo torna a casa. E parla bene la<br />
lingua. Si iscrive dunque alla Cattolica, corso serale, si laureerà<br />
nel 1958 in Scienze economiche e commerciali.<br />
Soprattutto comincia a lavorare in ditta. Comincia a vendere.<br />
In questo senso c’è anche un maestro, un anziano parente<br />
della nonna, lo zio Giusto, che gli fa da istruttore. Carlo assume<br />
i fondamentali, ma naturalmente li rivede a modo <strong>suo</strong>.<br />
Il “corso” dura poco. Il vecchio parente non ha più nulla da<br />
insegnare.<br />
Al ragazzo viene assegnata una zona, fra Varese e Como. Ha<br />
<strong>il</strong> <strong>suo</strong> campionario e visita i clienti. Ma comincia a ragionare<br />
con la sua testa. Signifi ca, per cominciare, guardarsi in giro.<br />
Nota una catena di negozi di cancelleria che vende prodotti
che la “Crespi” importa dalla Germania allo stesso prezzo<br />
che l’azienda di famiglia paga al fabbricante. E’ <strong>il</strong> momento<br />
di agire, cambiare. <strong>La</strong> cancelleria è ormai un ramo secco, va<br />
tagliato. Il nuovo programma si chiama legatoria e decorazione<br />
dei prodotti. <strong>La</strong> ditta ha la dotazione per l’impressione<br />
a caldo, Carlo suggerisce di lavorare alla decorazione sul<br />
dorso dei libri, di perfezionare la relativa strumentazione.<br />
E’ quello l’anello di passaggio verso la nuova evoluzione, la<br />
marcatura.<br />
Il padre Ugo e la mamma Paola, accolgono la nuova strategia,<br />
certo a malincuore, perché la cancelleria fa parte della<br />
genetica della “Crespi”. E’ come la fi ne di un amore. Ma ce<br />
ne sarà uno... più importante.<br />
1951 Istituto Verri 5a C<br />
Carlo Monticelli<br />
41
42<br />
1955 Decorazione Dorso Libri<br />
1956 Valigia R<strong>il</strong>egare per Hobby<br />
1955 Materiali Legatoria
1955 Taglierina a Mano<br />
1956 Attrezzi R<strong>il</strong>egatura per Hobby<br />
1955 Caratteri in Bronzo<br />
43
Ribaltare<br />
C’è una storia esemplare, rispetto alla capacità creativa<br />
dell’azienda di risolvere le situazioni ribaltandole. <strong>La</strong> ditta<br />
ha trovato dei temperamatite particolari, simpatici, a forma<br />
di automob<strong>il</strong>ine, o topolini, o trenini. Ma <strong>il</strong> Ministero della<br />
pubblica istruzione ritiene che siano più belli che funzionali,<br />
soprattutto che distraggano gli scolari così, di fatto,<br />
li vieta. <strong>La</strong> ditta se ne trova dunque alcune decine di migliaia,<br />
inut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i e invendib<strong>il</strong>i. Succede che Carlo, guidando<br />
sulla strada verso Lecco, veda passare l’insegna di<br />
una fabbrica di cioccolato che riproduce un grande uovo di<br />
pasqua. Il giovane venditore esce, torna indietro e ritrova<br />
la fabbrica. Domanda di poter incontrare <strong>il</strong> titolare. Carlo<br />
gli propone i temperamatite come sorpresa nell’uovo.<br />
L’altro ci pensa un momento, dice che in effetti l’oggetto<br />
è originale, davvero qualcosa di nuovo rispetto alle solite<br />
tradizionali sorpresine, così accetta la proposta ma pone una<br />
condizione: i temperamatite dovranno essere impacchettati,<br />
per una questione di igiene. Siamo ancora agli albori e<br />
non esiste una macchina che faccia quell’operazione, o se<br />
esiste la “Crespi” non la possiede. Carlo dice “va bene, sarà<br />
fatto”. Così in ditta affl uiscono tutti gli amici, e amici degli<br />
amici che in pochi giorni impacchettano gli oggetti. Vedendo<br />
quei ragazzi lavorare, con tutta la buona volontà, un po’<br />
impacciati, Carlo pensa alla praticità e al costo, e decide che<br />
le macchine sono più funzionali. Un’intuizione che adesso<br />
sembrerebbe normale, scontata, ma che allora, negli anni<br />
cinquanta, non lo era.<br />
Nel frattempo Carlo, lavorando, si è laureato, esattamente<br />
45
46<br />
<strong>il</strong> 26 giugno del ‘58. Quattro anni dopo otterrà alla Bocconi,<br />
nel corso di formazione quadri dirigenti, <strong>il</strong> diploma di perfezionamento<br />
in Economia Aziendale. Il giovane è ormai in<br />
grado di affi ancare i genitori Ugo e Paola e di dire la sua.<br />
Il passaggio dalla cancelleria alla marcatura a caldo, che la<br />
ditta ha ormai metabolizzato e sta praticando, va perfezionata,<br />
ottimizzata. Carlo, neolaureato, curioso del mondo, è<br />
ormai in grado di p<strong>il</strong>otare quel salto di qualità. Ma <strong>il</strong> 1958<br />
non è solo l’anno dei diplomi o della marcatura a caldo,<br />
è l’anno in cui Carlo sposa Gabriella Maffei, detta Gaby.<br />
E’ stata la classica vicenda della fi danzatina del liceo. In<br />
questo Carlo è stato persino banale, diciamo tradizionale,<br />
diciamo “piemontese”, lo è stato due volte, perché Gaby<br />
è sorella del <strong>suo</strong> compagno di scuola e grande amico Alberto,<br />
<strong>il</strong> liceo è <strong>il</strong> Verri già nominato. Carlo e Alberto … a<br />
proposito di Piemonte, studiano insieme, a casa dell’uno o<br />
dell’altro. Carlo e Gaby si incrociano. Lei è vitale, curiosa,<br />
e sorridente, ha esattamente la stessa età del futuro marito.<br />
E’ una ragazza che si fa notare, ed è notata, nel senso che<br />
la concorrenza ci sarebbe. Ma Carlo è uno abituato ad affrontare<br />
e... sconfi ggere i concorrenti. Ci vogliono quattro<br />
anni, fi nire gli studi eccetera, di fi danzamento e poi <strong>il</strong> 29<br />
settembre <strong>il</strong> matrimonio.<br />
Qualcuno di recente ha fatto notare a Monticelli la casualità<br />
di quella data “quel giorno <strong>il</strong> Cavaliere presidente del consiglio<br />
compiva 23 anni.” “Giuro che non lo sapevo, allora”.<br />
Nel frattempo Carlo ha anche espletato <strong>il</strong> servizio m<strong>il</strong>itare,<br />
come allievo uffi ciale a Lecce–Roma-M<strong>il</strong>ano. Dice
cena di saluto prima della mia partenza per Lecce recitò<br />
questi <strong>suo</strong>i versi:<br />
“ Caro cugino tu parti soldato,<br />
parti da tutti abbracciato e baciato,<br />
parti sul treno che va’ come <strong>il</strong> vento,<br />
ma… tu mi lasci la tua seicento…”<br />
Il secondo - <strong>La</strong> famiglia percepì quel periodo come una perdita<br />
di tempo, invece è stato un modo per crescere e per avere<br />
una più precisa coscienza del Paese. A Lecce c’era tutta<br />
l’Italia. Ho avuto modo di capire i caratteri regionali, ed è<br />
stato ut<strong>il</strong>e. E da sottotenente ho fatto amicizia con due soldati<br />
marchigiani che poi ho portato in ditta.>><br />
Carlo Monticelli<br />
1957 Lecce - Marzo Scuola AUC 8a Comp. 1° Plotone<br />
47
48<br />
1968 CrespiUno<br />
1969 Congresso Interbook a<br />
M<strong>il</strong>ano<br />
1967 Rolacoder per Codifi ca a Contatto
1956 Macchinetta 5 usi<br />
1956 taglierina<br />
1959 Attrezzi per Legatura<br />
1959 Meccanismi ad Anelli<br />
49
50<br />
v<br />
1959 Pubblicità Meccanismi<br />
2000 Cesare Monticelli
1958 Carlo Monticelli -Università Cattolica<br />
- <strong>La</strong>urea in Economia e Commercio<br />
51<br />
1977 INTERBOOK Londra 19 Nov. Carlo<br />
Monticelli<br />
1962 Carlo Monticelli Bocconi Diploma Perfezionamento Economia Aziendale
52<br />
1973 Via <strong>Spa</strong>rtaco Grafi co Enzo Careccia - Nuova Immagine Marchio<br />
1989 9 Nov. Caduta Muro Berlino<br />
1989 Caduta Muro Berlino - Carlo Monticelli
Racconta Monticelli<br />
<br />
Le parole sono, va ribadito: ottimizzazione, attenzione all’offerta<br />
non solo fra le mura di casa, curiosità. Monticelli:
54<br />
attiva, quasi felice della fase economica, anche imprenditoriale<br />
del Paese. Ma l’America era <strong>il</strong> futuro, viaggiava comunque<br />
davanti, di cinque o sei anni. Sul piano dei mercati e<br />
anche dei prodotti l’America “dettava”, andava tenuta d’occhio,<br />
ci si doveva ispirare a lei.>><br />
Monticelli offre una lettura interessante del boom italiano:<br />
<br />
Appare dunque chiaro che i viaggi sono decisivi nella cultura<br />
di Carlo Monticelli che diventa in automatico la cultura<br />
dell’Azienda. Diventano dunque importanti, nei dettagli, i<br />
racconti dei viaggi:<br />
o, di cui sono ancora oggi vicepresidente. Siamo andati ad<br />
Hong Kong e poi in treno a Canton. Attraversando la frontiera<br />
hanno verifi cato se sul passaporto avessimo dei timbri<br />
di paesi non amici della Cina, come ad esempio Taiwan. Chi<br />
aveva quel timbro veniva fatto scendere dal treno. Durante<br />
<strong>il</strong> viaggio c’erano donne cinesi molto eleganti che servivano<br />
<strong>il</strong> tè verde. Alla frontiera c’è stato un grande pranzo secondo<br />
la tradizione cinese. Ancora oggi è così. E’ gente molto<br />
ospitale. Naturalmente non poteva mancare la propaganda,<br />
che andava accettata come fatto legittimo: ci consegnarono<br />
<strong>il</strong> libretto rosso dicendoci che la soluzione di tutti i problemi<br />
dell’umanità sarebbe venuta da Mao e dal comunismo.<br />
Dico di non aver avuto alcun imbarazzo, sono sempre stato<br />
un liberale negli approcci, soprattutto sul lavoro. Vogliamo<br />
chiamarla realpolitik? Abbiamo così visitato la Fiera di Canton<br />
ed è stata un’esperienza importante.>><br />
<strong>La</strong> conoscenza di mercati e di culture lontane, come quella<br />
cinese, negli anni settanta, a posteriori è davvero signifi cativa.<br />
Sappiamo bene cosa rappresenti nell’era contemporanea<br />
quel mercato. Un antagonista pericoloso e imbattib<strong>il</strong>e per i<br />
mercati occidentali. E’ davvero fac<strong>il</strong>e affermare che Carlo<br />
Monticelli aveva intuito, molto, molto tempo prima. Culture<br />
diverse possono anche signifi care la Russia.<br />
<br />
55
56<br />
Quei viaggi nell’ U.R.S.S. Non sono ut<strong>il</strong>i solo, per capire <strong>il</strong><br />
mercato. Carlo stab<strong>il</strong>isce anche rapporti umani, tocca con<br />
mano l’essenza di quel regime, e tutto diventa bagaglio ut<strong>il</strong>e,<br />
umano e imprenditoriale.<br />
creare <strong>il</strong> rapporto e poi essere interlocutori affi dab<strong>il</strong>i. Io ho<br />
portato nell’azienda questa cultura di ricercare le cose, non<br />
solo quelle che servono oggi ma anche quelle che serviranno<br />
domani e dopodomani. Perché chi non guarda avanti rimane<br />
indietro.>><br />
1970 F<strong>il</strong>m per Impressione a Caldo - Brighten Glo NY<br />
57
58<br />
1978 Via <strong>Spa</strong>rtaco 1° Calcolatore IBM 3<br />
1978 Via <strong>Spa</strong>rtaco Contab<strong>il</strong>ità
1973 Canton Cina - Carlo Monticelli<br />
1973 Canton Cina<br />
59
60<br />
1973 Canton Cina
Anni Settanta<br />
L’identità, la fi losofi a, <strong>il</strong> destino della “Crespi” è ormai consolidato.<br />
L’azienda è solida e capace di difendersi da tutti i<br />
contraccolpi. <strong>La</strong> guerra è lontana, <strong>il</strong> Paese naturalmente attraversa<br />
epoche e momenti anche intensi, anche drammatici,<br />
ma la “Crespi” ha ormai apprestato misure ed eventuali<br />
contromisure. Così per ogni contingenza non ha neppure<br />
bisogno di apprestare deterrenti, appresta se stessa. I movimenti<br />
della fi ne anni sessanta, la crisi del petrolio del ‘73, le<br />
cadute (Berlino, Comunismo) dell’89, l’era dei nuovi partiti<br />
eccetera: niente condizionerà la vita della ditta.<br />
Negli anni settanta, nel quadro delle strategie che evolvono continuamente,<br />
si può considerare un caso esemplare <strong>il</strong> mercato<br />
delle macchine per stampare manifesti ai supermercati. Si tratta<br />
di grandi rulli, <strong>il</strong> tipografo crea la grafi ca, compone i caratteri in<br />
legno e metallo che vengono tirati dal grande rullo per ottenere<br />
un’impressione robusta della carta o della superfi cie su cui si va<br />
a stampare. I manifesti della grande distribuzione non sono un<br />
grande affare, <strong>il</strong> mercato non è ancora organizzato in quel senso,<br />
ci sono offerte speciali, ma minime rispetto a ciò che invece accadrà<br />
in futuro. Dunque la fornitura, ancora una volta va mirata. Il<br />
cliente compra la macchina, gli vengono forniti caratteri di legno<br />
con un meccanismo di allineamento. Il foglio per la stampa viene<br />
posizionato sopra i caratteri e inchiostrato col grande rullo.<br />
Semplice ed economico. Ma occorre inquadrare <strong>il</strong> problema, affrontarlo<br />
e poi risolverlo. L’idea è funzionale ma <strong>il</strong> business non<br />
è entusiasmante, tuttavia è servito per l’idea successiva, per l’ottimizzazione:<br />
p<strong>il</strong>otare la “Crespi” - che nel ‘79 diventerà <strong>Cicrespi</strong><br />
- verso <strong>il</strong> settore dell’informazione visiva. Uno dei tanti stadi.<br />
61
62<br />
1960 Manifesto Cinquantesimo Carlo Crespi e C<br />
1972 Liscate - Primo Capannone
1975 Messaggio - Uffi ci a M<strong>il</strong>ano e Magazzino a Liscate (fronte)<br />
1975 Messaggio - Uffi ci a M<strong>il</strong>ano e Magazzino a Liscate (retro)<br />
63
64<br />
1978 Via <strong>Spa</strong>rtaco 19 - Entrata<br />
1979 28 Maggio Inaugurazione Liscate -<br />
Carlo Monticelli<br />
1979 28 Maggio Inaugurazione Liscate -<br />
Ugo Monticelli
1979 Liscate Nuovi Uffi ci<br />
1979 Davide Baccella, Chiara e Carlo Monticelli<br />
65
66<br />
1975 Pressa Impressione a Caldo<br />
1978 Canada - Carlo Monticelli con Amici<br />
1978 <strong>Cicrespi</strong> System
Risorse umane<br />
Da quello stadio l’idea della segnaletica d’ambiente, con<br />
l’ennesima evoluzione: non più soltanto la carta, ma sv<strong>il</strong>uppando<br />
materiali, tecniche e progetti diversi. Alla fase di produzione<br />
deve seguire <strong>il</strong> naturale sv<strong>il</strong>uppo successivo, che è<br />
<strong>il</strong> mercato, con nuovi accordi, sempre a migliorare e incrementare.<br />
Le due fasi, in <strong>Cicrespi</strong>, procedono parallelamente,<br />
una non è mai disgiunta dall’altra. Carlo Monticelli, anche<br />
se giovane, identifi ca ormai l’azienda. E ci si accorge che la<br />
vecchia sede non basta più. Dunque nel ‘76 la “Crespi” si<br />
trasferisce in un nuovo capannone a Liscate, a sedici ch<strong>il</strong>ometri<br />
da M<strong>il</strong>ano. Il centro della città è ormai inadeguato a<br />
ospitare un’azienda che si è fatta più grande. Il padre Ugo<br />
è ancora attivo, ma Carlo è <strong>il</strong> presente e <strong>il</strong> futuro. Lo spirito<br />
famigliare della ditta non può che evolversi così come si<br />
evolvono produzione e mercato.<br />
Racconta Carlo:<br />
68<br />
nitivo: non doveva più fare da mediatore fra me i collaboratori,<br />
certo, poteva anche ascoltare le loro ragioni, ma poi non<br />
era opportuno che si sb<strong>il</strong>anciasse. Come ho detto, papà era<br />
vecchia maniera, ma certo intelligente. Capì l’antifona e da<br />
allora si comportò di conseguenza. Non fece grande fatica,<br />
l’azienda funzionava.>><br />
Per non sembrare un capo autoritario incapace di confrontarsi,<br />
Carlo completa <strong>il</strong> discorso del “timoniere”e anche qui,<br />
lo evolve. Come in una sorta di capitolo che può chiamarsi<br />
“risorse umane”.<br />
Dice:<br />
<br />
Carlo Monticelli perfeziona:<br />
sigliere e tuttora Vice Presidente della AICE che è nell’ambito<br />
della Confcommercio.<br />
Negli anni Settanta la Confcommercio ha organizzato dei<br />
viaggi di studio in Francia con la visita a centri commerciali<br />
all’ingrosso d’avanguardia, che davvero esprimevano un<br />
concetto evoluto dell’ organizzazione delle aziende. Concetti<br />
nuovi di capannoni e fabbricati, con una disposizione razionale<br />
delle parti logistiche, ricordo un precedente importante,<br />
un servizio condiviso col computer. E poi una mensa gradevole,<br />
gratuita. Si chiama gestione delle risorse umane. E’ l’abbrivio<br />
dell’intenzione di diversifi carci, di tenere sotto lo stesso<br />
ombrello l’amministrazione, i servizi, la logistica ma anche di<br />
creare rami virtualmente indipendenti che fossero più orientati<br />
al mercato. Da lì l’organizzazione per divisioni. Ecco la<br />
ragione, la spinta per la crescita. Così si arriva a una mob<strong>il</strong>ità<br />
interna virtuosa, e se un settore si sv<strong>il</strong>uppa meno di un altro<br />
ecco che l’equ<strong>il</strong>ibrio va a compensare, spostando le risorse da<br />
un settore statico a quello che invece si sv<strong>il</strong>uppa.>><br />
69
Prodotto-evoluzione<br />
Il marchio “segnaletica e immagine” diventa un segnale che<br />
identifi ca un momento importante dell’attività. Comincia<br />
così la distribuzione degli impianti di segnaletica informativa<br />
prima direttamente poi mediante una nuova formula originale<br />
di franchising. Il progetto è teso a coprire tutto <strong>il</strong> territorio<br />
nazionale con una rete di affi liati, ai quali la <strong>Cicrespi</strong><br />
garantisce supporto tecnico e organizzativo, informazione,<br />
formazione e supervisione fi nale. Gli affi liati diventano 20<br />
circa, con una rete di vendita che copre circa <strong>il</strong> 70% del territorio.<br />
<strong>La</strong> strategia ritenuta vincente è quella della nicchia<br />
di mercato, ma la nicchia è un segmento diffi c<strong>il</strong>e, comporta<br />
una qualità altamente competitiva, allora si cerca di compensare<br />
diversifi cando. Servono servizi generali, professionalità<br />
spiccate e una divisionalizzazione che funga da sensore<br />
sul mercato. Le squadre di vendita e assistenza diventano<br />
specializzate. L’apertura delle fi liali di Roma e Bologna, poi<br />
Padova, innescano un nuovo incentivo, se mai occorresse.<br />
<strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong> acquisisce <strong>il</strong> contratto per la vendita in esclusiva<br />
dell’americana Videojet, un autentico salto di qualità tecnologica<br />
che nasce sotto una stella, e una combinazione, fortunate,<br />
una legge che obbliga alla codifi ca (stampa di date<br />
di scadenza e numero-lotto di produzione) non solo i medicinali<br />
ma anche tutto <strong>il</strong> settore alimentare e delle bevande.<br />
Un vero colpo di fortuna per la <strong>Cicrespi</strong>. Poi alla metà degli<br />
anni novanta si dà vita all’alleanza strategica con la Videojet.<br />
Accordo che consolida <strong>il</strong> ruolo della <strong>Cicrespi</strong> nel mercato<br />
della marcatura consentendole nel frattempo maggiori<br />
spazi di libertà e di iniziativa. Un altro accordo di collaborazione<br />
e partecipazione viene stipulato con l’italiana Termo-<br />
71
72<br />
stab<strong>il</strong>e Packaging, ditta di punta nell’automazione in linea<br />
di produzione ed etichettatura industriale. Successivamente<br />
acquistata diventerà l’attuale <strong>Cicrespi</strong> Engineering Srl. Accordi<br />
e alleanze che consentono alla <strong>Cicrespi</strong> <strong>Spa</strong> di fornire<br />
un servizio davvero a 360 gradi, sulla marcatura ed etichettatura<br />
industriale. <strong>La</strong> completezza non è però solo nelle<br />
gamme dei prodotti distribuiti, ma anche del servizio reso:<br />
consulenza e assistenza tecnica in fase di progettazione, prove<br />
su campioni, fornitura di macchinari e di tutti gli accessori,<br />
messa in produzione, formazione e addestramento degli<br />
addetti, assistenza pre e post-vendita sono la garanzia tangib<strong>il</strong>e<br />
del risultato della <strong>Cicrespi</strong>. Un’altra divisione nasce<br />
dalla fusione e incorporazione della NSC (Compagnia Nazionale<br />
Sistemi), specializzata in attrezzature e accessori per<br />
<strong>il</strong> trattamento della carta e del denaro. Macchine per tagliare,<br />
fascicolare, r<strong>il</strong>egare e quant’altro. Macchine per contare,<br />
selezionare, confezionare banconote e monete metalliche. E<br />
infi ne macchine per verifi care le banconote.<br />
Prima visita Videojet USA - Da Sin. Luciano Bertoi, Roberto Allario, Giovanni Ghisletti<br />
e Chiara Monticelli
Catalogo NSC<br />
Cartina <strong>Cicrespi</strong> con NSC<br />
73
74<br />
Valigia Campionario Segnaletica e Immagine
Forze giovani<br />
<br />
75
Le donne<br />
78<br />
E così è nata la sua Digitronic, la prima ditta che ha offerto al<br />
mercato italiano quel tipo di prodotto. Dopo parecchi anni<br />
di lavoro con successo ha deciso di rinunciare dedicandosi<br />
alla famiglia e alla pittura.>><br />
Mat<strong>il</strong>de Crespi Pavesio<br />
Paola Monticelli Crespi<br />
1987 Giappone - Giò e Carlo Monticelli
Presente e futuro<br />
80<br />
<strong>La</strong> terza fase corrisponde ai mercati adulti dove le famiglie<br />
aziendali, chiamiamole così, che investono soldi nella ricerca<br />
e sv<strong>il</strong>uppo si assicurano la lunga vita. Comunque in<br />
questa epoca non ci si può limitare al nucleo fam<strong>il</strong>iare. Non<br />
basta che qualcuno, solo perché è della famiglia, si senta un<br />
priv<strong>il</strong>egiato.<br />
Occorre valutare bene gli altri, quelli disponib<strong>il</strong>i, e se è <strong>il</strong><br />
caso, se si intravvedono delle qualità, coinvolgere altri collaboratori<br />
esterni al nucleo, con premi di produttività, l’orario<br />
fl essib<strong>il</strong>e, tutte iniziative che aiutano a costruire una squadra<br />
vincente.<br />
Posso sognare, per <strong>il</strong> futuro, che la <strong>Cicrespi</strong> diventi un’azienda<br />
più internazionalizzata, più diversifi cata e ancora più<br />
orientata verso mercati nuovi.<br />
Io sono la terza generazione dopo i nonni, mia madre e mio<br />
padre, poi c’è Renata e poi Carlo, mio genero vedovo di<br />
Chiara e sono ambedue coinvolti come amministratori delegati,<br />
Renata agli acquisti e all’organizzazione logistica, Carlo<br />
responsab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> marketing.<br />
<strong>La</strong> quinta generazione avrà bisogno di persone, con certi<br />
profi li e certi interessi, non necessariamente di famiglia.<br />
Oggi abbiamo molti motori, manager che lavorano con noi<br />
con ruoli diversi di dirigenza e che sono da molti anni parte<br />
della famiglia allargata. E avendo acquisito questa cultura<br />
della curiosità sono innovatori e a volte mi meravigliano con<br />
delle idee che non mi sarebbero mai venute.>>
Carlo Tavecchia<br />
2010 <strong>il</strong> Futuro<br />
Renata Monticelli Bettetini<br />
81
82<br />
Alessandra e Federica Tavecchia<br />
Anna, Francesca e Pietro Bettetini
Le fi glie<br />
Carlo Monticelli e Gabriella Maffei, mancata nel ‘93 a soli<br />
sessant’anni, hanno avuto due fi glie, Renata, nata nel ‘60 e<br />
Chiara, nel ‘64. Entrambe sono entrate nella ditta e, come ha<br />
spiegato <strong>il</strong> padre, non era scontato. <strong>La</strong> più grande ha ottenuto<br />
un diploma in lingue (inglese, francese, tedesco) e iniziato<br />
la sua attività come assistente dell’amministratore delegato.<br />
Successivamente ha passato alcuni mesi a Vienna, ospite di<br />
un fornitore dell’azienda, da dove è rientrata come assistente<br />
al direttore della logistica e della Divisione Marcatura. Dal<br />
1995 ha assunto la carica di amministratore delegato.<br />
Chiara, come <strong>il</strong> padre Carlo, si è laureata <strong>il</strong> 19 apr<strong>il</strong>e 2000,<br />
continuando a lavorare, in Economia alla Cattolica, ha frequentato<br />
corsi di perfezionamento in Ingh<strong>il</strong>terra, in azienda<br />
dal 1984 ha “toccato” tutti i settori. Chiara rappresenta <strong>il</strong><br />
grande dolore di Carlo Monticelli, e di tutti. Nel 2006 viene a<br />
mancare, dopo una malattia che non lascia scampo.<br />
Chiara Monticelli Renata Monticelli<br />
83
84<br />
1967 Carlo, Chiara, Gaby e Renata Monticelli
I Manager<br />
85
86<br />
CARLO TAVECCHIA: Amministratore delegato Programmi<br />
aziendali, Comunicazione e Immagine, Attività<br />
di Marketing.<br />
Carlo Tavecchia<br />
87
88<br />
ALFIO GIANATTI : Amministratore delegato per l’area <strong>Cicrespi</strong><br />
Industria e Servizi, Sicurezza Documenti e Denaro.<br />
Alfi o Gianatti<br />
89
90<br />
MICHELE BONELLO: Amministratore delegato, direttore<br />
“Brand Implementation” e Comunicazione Visiva.<br />
distribuzione di sistemi di segnaletica d’ambiente Modulex.<br />
Nel 1994, <strong>il</strong> mio presidente mi ha chiesto se quella strategia<br />
potesse essere applicata su altre unità commerciali, così nel<br />
1995 ci siamo inventati una forma di franchising di servizi.<br />
Dal 2000 in poi ci siamo impegnati nella produzione e vendita<br />
degli espositori pubblicitari, pannelli luminosi, interni ed<br />
esterni, comunicazione digitale. Il mio background mi porta<br />
ad anticipare ciò che <strong>il</strong> mercato richiede. Sembra semplice,<br />
detto così, ma davvero non lo è.>><br />
Michele Bonello<br />
91
92<br />
RENATA MONTICELLI BETTETINI<br />
Amministratore delegato, direttore Acquisti e Logistica.<br />
tro assunto che vale dagli anni trenta. Così non sono preoccupata<br />
dal numero prevalente delle femminucce. Abbiamo<br />
un maschio che è <strong>il</strong> più grande di tutti. Si è appena laureato<br />
e spero, senza forzarlo, che un giorno si voglia impegnare in<br />
azienda, facendo prima esperienze esterne per portare alla<br />
<strong>Cicrespi</strong> anche <strong>il</strong> <strong>suo</strong> contributo.>><br />
Renata Monticelli Bettetini<br />
93
94<br />
PIER PAOLO VIGORELLI<br />
Amministratore delegato Finanze e Risorse Umane<br />
<br />
Pier Paolo Vigorelli
DAVIDE BACCELLA<br />
Responsab<strong>il</strong>e Acquisti, Logistica, Qualità, Ambiente e Sicurezza<br />
<br />
Davide Baccella<br />
95
96<br />
FRANCO LATARTARA<br />
Responsab<strong>il</strong>e Crediti, Privacy e Legale<br />
Franco <strong>La</strong>tartara<br />
97
98<br />
ANTONIO VILLI’<br />
Amministratore delegato Direzione Operativa<br />
Antonio V<strong>il</strong>lì<br />
99
101<br />
Carlo: l’ultimo racconto, la prima vendita<br />
Rotary<br />
103<br />
104<br />
1987 Venezia - Amerigo Vespucci Carlo e Giò Monticelli<br />
1999 Roma 14 Apr<strong>il</strong>e - Papa Giovanni Paolo II, James L. <strong>La</strong>cy Presidente ROTARY<br />
International 1998-99 e Carlo Monticelli
1987 Amerigo Vespucci - Benvenuti a bordo<br />
1986 Assemblea Internazionale Governatori Italiani e Signore - Serata dei talenti<br />
105
106<br />
1999 - 2000 Consiglio Centrale Rotary Internazionale Evanston, Ill. USA<br />
Consiglio Centrale del ROTARY Internazionale 1999-2000<br />
(da sinistra 1a fi la > seduti)<br />
Julio Sorjus, Barcellona, <strong>Spa</strong>gna<br />
Ron. D. Burton, Norman, Oklahoma, USA<br />
Abraham Gordon, Bridgeport, Connecticut, USA<br />
Carlo Ravizza, M<strong>il</strong>ano, Italia “Presidente 99-00”<br />
Frank J. Devlyn, Mexico City, Messico “Presidente 00-01”<br />
W<strong>il</strong>liam B. Boyd, Auckland, Nuova Zelanda<br />
Noel Fryer, Crewe, Cheshire, Ingh<strong>il</strong>terra<br />
(da sinistra 2a fi la in piedi)<br />
Samuel L. Greene, Westlake V<strong>il</strong>lage, California, USA<br />
Carlo Monticelli, M<strong>il</strong>ano, Italia<br />
Finn O. Johannessen, Charlottenlund, Norvegia<br />
W<strong>il</strong>liam G.B. Gant, Calgary, Canada<br />
Mark Daniel Maloney, Decatur, Alabama, USA<br />
Hippolito S. Ferreira, Belo Horizonte, Bras<strong>il</strong>e<br />
(da sinistra 3a fi la in piedi)<br />
Louis Piconi, Pittsburgh, Pennsylvania, USA<br />
Bob Menconi, Davie, Florida, USA<br />
Ryuichi Kotani, Kyoto, Giappone<br />
O. P. Vaish, Nuova Delhi, India<br />
Mario P. Grassi, Lugano, Svizzera<br />
Iwao Shino, Tokyo, Giappone<br />
Ewin H. Futa, Honolulu, Hawaii, USA “Segretario Generale”
Rotary Sede Mondiale Evanston, Ill. USA<br />
1987 Apr<strong>il</strong>e - Marcello Mastroianni e <strong>il</strong> Governatore Carlo Monticelli - Desenzano<br />
107
Titoli di coda<br />
109<br />
Se invece che un romanzo questo fosse un fi lm ci sarebbero<br />
i titoli di coda. Ma si possono applicare anche alla scrittura,<br />
non ci sono proprio ragioni di metodo, di disciplina, o di<br />
estetica, contrarie.<br />
Le sequenze che in un montaggio veloce, in una sintesi, in<br />
un grumo, possono rappresentare la vicenda della <strong>Cicrespi</strong>,<br />
selezionate da una memoria di getto possono essere queste:<br />
Carlo Crespi e sua moglie Mat<strong>il</strong>de, in una stanza disadorna<br />
in via <strong>Spa</strong>rtaco 2 a M<strong>il</strong>ano, decidono di fondare la ditta.<br />
I due coniugi, sottotono, forse troppo, ottengono <strong>il</strong> prestito<br />
di trem<strong>il</strong>a lire dal fratello ricco.<br />
Carlo che parte la mattina con la sua valigia piena di merce.<br />
Carlo in bicicletta nella campagna tortonese che guarda attraverso<br />
i vetri le stanze della fattoria che comprerà.<br />
Esodo e controesodo, in tempo di guerra, con vecchi camion<br />
e vecchie macchine e carri trainati da buoi, con passaggio su<br />
ponte di barche del Ticino.<br />
Carlo Monticelli, diciottenne, comincia a lavorare per l’azienda<br />
di famiglia.<br />
Il viaggio in Ingh<strong>il</strong>terra di Carlo, la lingua e i primi contatti<br />
col mondo.<br />
<strong>La</strong> prima intuizione di Carlo: <strong>il</strong> mercato è cambiato, bisogna
110<br />
cambiare, e alla svelta: si passa dalla cancelleria alla legatoria.<br />
Il grande capannone di Liscate.<br />
Sequenze del leader in una via di New York, Canton, e Mosca.<br />
Monticelli fi rma, in una situazione alla Wall Street (Michael<br />
Douglas in Wall Street appunto) con la Videojet.<br />
Entrano nell’azienda e ne diventano socie le fi glie di Carlo,<br />
Renata e Chiara.<br />
Una carrellata nel cuore anzi nei cuori dell’azienda: collaboratori<br />
ai computer nel grande open space, oppure alle macchine<br />
negli immensi capannoni.<br />
Il Presidente parla a una riunione di rotariani.<br />
Se si parla di cinema ci sono davvero tanti generi, e tante<br />
stagioni. I fi lm italiani già citati, quelli della diffi coltà e della<br />
speranza, le istantanee “borghesi” alla Visconti, e poi, naturalmente<br />
le atmosfere alla Manhattan. E altro.
Famiglia<br />
111<br />
<strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong>, in cento anni si è trasformata evolvendosi, letteralmente<br />
ribaltandosi. Ma non ha mai cambiato genetica,<br />
sembrava farlo in apparenza, ma non era così. L’abbrivio<br />
iniziale, famigliare, ha resistito e c’è ancora. L’azienda, per<br />
attività, per estetica e fi losofi a si è, già ribadito, trasformata,<br />
ma <strong>il</strong> sentimento famigliare è trasversale da un <strong>secolo</strong>.<br />
E non signifi ca <strong>il</strong> padre padrone con la mano sulla spalla e<br />
“ragazzi venite da me che la porta è sempre aperta”. E’ una<br />
cultura che fa parte di tutti quelli che operano, più o meno<br />
importanti, che si incrociano di tanto in tanto, che vedono <strong>il</strong><br />
Presidente non più di un paio di volte l’anno, ma ritengono<br />
di far parte dell’azienda per stipendio, affezione e fedeltà.<br />
Quel tipo di famiglia. Nelle riunioni tenute negli ultimi tempi,<br />
quelle della cosiddetta crisi globale, sono state messe sul<br />
tavolo, per affrontare e difendersi, tutte le opzioni.<br />
Salvo una: la riduzione dei quadri.
Mensa<br />
113<br />
Quando ho incontrato, per la prima volta, alla <strong>Cicrespi</strong>, <strong>il</strong><br />
Presidente Carlo Monticelli, ero accompagnato da Tiziano<br />
Sossi, un mio collaboratore, un regista con l’incarico di<br />
fare una serie di fi lmati sull’azienda. <strong>La</strong> fabbrica è molto<br />
visib<strong>il</strong>e, dalla statale, i complessi sono molti. Siamo stati<br />
accolti, alla reception da un grande monitor con una scritta<br />
di benvenuto coi nostri nomi. C’è stato l’incontro col<br />
Presidente, nel <strong>suo</strong> studio, sulle pareti tutte le targhe del<br />
caso. I primi racconti. Poi siamo stati condotti a visitare<br />
i vari reparti. Sensazione immediata di grande effi cienza, e<br />
di avanguardia. All’ora di pranzo siamo stati invitati alla<br />
mensa, self service, funzionale, ottima qualità. Eravamo in<br />
fi la coi vassoi, Presidente, ospiti, e tutti gli altri. Quando<br />
abbiamo fi nito di pranzare, abbiamo riordinato i vassoi per<br />
disporli nel contenitore apposito. Monticelli ha portato <strong>il</strong><br />
<strong>suo</strong> vassoio nel contenitore, è tornato, ha preso <strong>il</strong> mio e poi<br />
quello di Sossi. Stavamo prendendo <strong>il</strong> caffè e gli ho detto che<br />
avremmo potuto benissimo farlo noi. Ha risposto che quasi<br />
sempre, un nuovo ospite ripone i vassoi nello spazio senza<br />
mettere le bottiglie in orizzontale, così fi nisce per cadere<br />
tutto. Ancora un volta, <strong>il</strong> Presidente, in piccolo contesto,<br />
secondo attitudine, aveva previsto e anticipato.
114
115
116
117
118<br />
CICRESPI Liscate<br />
CICRESPI Liscate
Cronologia<br />
119<br />
1910<br />
Carlo Crespi e la moglie Mat<strong>il</strong>de fondano la ditta Carlo Crespi<br />
& C. a M<strong>il</strong>ano<br />
1915-18<br />
1° Guerra mondiale. Carlo Crespi viene richiamato e presta<br />
servizio m<strong>il</strong>itare a Tortona. Dove compra una fattoria che ospiterà<br />
la famiglia e in zona l’azienda in tempo della 2ª guerra.<br />
1923<br />
<strong>La</strong> Carlo Crespi & C. si trasferisce nella nuova sede di via<br />
<strong>Spa</strong>rtaco 19, palazzina di 3 piani.<br />
1933<br />
<strong>La</strong> fi glia Paola Crespi sposa Ugo Monticelli che inizia a lavorare<br />
nella ditta di famiglia.<br />
1940<br />
Il fondatore Carlo Crespi muore, ma <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sogno diventato realtà,<br />
in cui crede tutta la famiglia, continua, nonostante i bombardamenti<br />
e le diffi coltà della seconda guerra mondiale. Ugo<br />
Monticelli, Capitano d’Artiglieria, è al fronte (greco-albanese).<br />
Mat<strong>il</strong>de e Paola Crespi trasferiscono l’azienda, insieme ad<br />
alcuni Collaboratori con le loro famiglie, a Tortona (Alessandria)<br />
e la guidano durante questo diffi c<strong>il</strong>e periodo.<br />
1944<br />
Ugo Monticelli ritorna e, al fi anco di Paola, collabora alla<br />
gestione dell’azienda.
120<br />
1946<br />
Finita la guerra l’attività riprende a M<strong>il</strong>ano, in via <strong>Spa</strong>rtaco<br />
19, nella sede per fortuna ancora in piedi.<br />
1951<br />
Carlo Monticelli, fi glio di Ugo e Paola, inizia a lavorare come<br />
venditore nella zona Lombardia Nord/Ovest.<br />
1956<br />
Carlo propone di abbandonare <strong>il</strong> settore cancelleria per focalizzarsi<br />
su altri mercati più interessanti, come <strong>il</strong> settore<br />
tecnico di legatoria e impressione a caldo.<br />
1959<br />
Nuovo laboratorio per la produzione a pantografo di caratteri<br />
in bronzo per l’impressione a caldo.<br />
1970<br />
Orientamento verso la diversifi cazione organizzativa, sull’idea<br />
dei centri commerciali all’ingrosso francesi.<br />
1972<br />
Accordo di distribuzione in Italia dei prodotti Modulex, società<br />
danese del gruppo Lego.<br />
1976<br />
I magazzini vengono trasferiti in un nuovo capannone a Liscate,<br />
ad est di M<strong>il</strong>ano.<br />
1979<br />
<strong>La</strong> Carlo Crespi & C. diventa l’attuale <strong>Cicrespi</strong>, viene ultimato<br />
l’edifi cio a Liscate, vicino al magazzino, e ci si riunisce<br />
nella nuova sede.
121<br />
1980<br />
Renata Monticelli, fi glia di Carlo, comincia a lavorare come<br />
assistente di Direzione e responsab<strong>il</strong>e export.<br />
1982<br />
Renata e Chiara Monticelli (seconda fi glia di Carlo Monticelli)<br />
diventano socie.<br />
1984<br />
Chiara Monticelli inizia a lavorare in azienda, come funzionaria<br />
di vendita per <strong>il</strong> sistema Modulex planning.<br />
1988<br />
Contratto per la distribuzione in esclusiva dei prodotti<br />
dell’americana Videojet, leader mondiale nel settore delle<br />
stampanti industriali a getto d’inchiostro.<br />
1990<br />
Viene lanciata l’idea della TURBOQUALITÀ <strong>Cicrespi</strong>. Squadra<br />
mirata alla qualità ma “molto veloce”. Viene acquistato<br />
un complesso confi nante di magazzini e uffi ci in via M<strong>il</strong>ano a<br />
Liscate.<br />
1993<br />
<strong>Cicrespi</strong> acquisisce la società NSC Compagnia Nazionale<br />
Sistemi, azienda fornitrice di attrezzature e sistemi per <strong>il</strong> trattamento<br />
carta e denaro.<br />
1994<br />
Viene avviata la nuova formula del franchising per la vendita<br />
di prodotti di segnaletica d’ambiente. Si costruisce un<br />
nuovo edifi cio, in via M<strong>il</strong>ano 1, destinato alla divisione segnaletica.
122<br />
1995<br />
Chiara Monticelli Tavecchia diventa Amministratore Delegato<br />
con delega al Marketing.<br />
1997<br />
<strong>La</strong> società NSC viene incorporata nella <strong>Cicrespi</strong>. Nasce <strong>il</strong><br />
primo sito internet www.cicrespi.com.<br />
1998<br />
Renata Monticelli Bettetini diviene Amministratore Delegato<br />
agli Acquisti e Chiara Monticelli Tavecchia Vice-<br />
Presidente.<br />
1999<br />
Accordo di alleanza strategica con la Videojet Technologies<br />
Inc., società leader mondiale nelle tecnologie per l’identifi<br />
cazione prodotti, di cui <strong>Cicrespi</strong> è distributore dal 1988.<br />
Acquisizione dell’azienda italiana Termostab<strong>il</strong>e Packaging<br />
specializzata in etichettatura industriale e automazione in linea<br />
di produzione.<br />
2000<br />
Il 5 apr<strong>il</strong>e si festeggiano i primi 90 anni con un evento cui<br />
partecipano clienti, fornitori, pubblica amministrazione locale,<br />
parenti e amici dei Collaboratori.<br />
2003<br />
<strong>La</strong>ncio del sistema di miglioramento continuo Kaizen.<br />
2004<br />
Termostab<strong>il</strong>e Packaging cambia nome e diventa <strong>Cicrespi</strong><br />
Engineering, <strong>il</strong> marchio Termostab<strong>il</strong>e resta per identifi care le<br />
linee di etichettatura industriale, note al mercato.<br />
<strong>Cicrespi</strong> “Soluzioni e Valore”:
5 Business Unit:<br />
[MI] Marcatura Industriale,<br />
[EI] Etichettatura Industriale,<br />
[SFA] Stampe Speciali e Finitura,<br />
[SDD] Sicurezza Documenti e Denaro,<br />
[ SI ] Segnaletica e Insegne.<br />
123<br />
2005<br />
<strong>La</strong> Camera di Commercio di M<strong>il</strong>ano<br />
conferisce a <strong>Cicrespi</strong> <strong>il</strong> DIPLOMA CON MEDAGLIA D’ORO<br />
per 94 anni di lodevole attività.<br />
2006<br />
Il 23 Febbraio viene a mancare Chiara Monticelli Tavecchia,<br />
a causa di grave malattia.<br />
Maggio: Carlo Tavecchia (marito di Chiara) accetta la proposta<br />
di Carlo Monticelli e Renata Monticelli Bettetini di entrare<br />
a far parte dell’organizzazione <strong>Cicrespi</strong>.<br />
Confi ndustria conferisce a <strong>Cicrespi</strong> Engineering l’Attestato<br />
di Eccellenza.<br />
<strong>Cicrespi</strong> fornitore uffi ciale Olimpiadi Torino.<br />
2007<br />
Nuova immagine grafi ca e “Claim Aziendale”: <strong>Cicrespi</strong>: DIA-<br />
MO FORMA AL FUTURO e, nella versione internazionale,<br />
<strong>Cicrespi</strong>: WE SHAPE THE FUTURE.<br />
SDA Bocconi assegna <strong>il</strong> premio “Best Innovation Award<br />
2007” a <strong>Cicrespi</strong> Engineering per la sua particolare attenzione<br />
all’innovazione.<br />
Costruzione, nel terreno a lato di Via Trieste, di un altro<br />
edificio, che ospiterà la B.U. Brand Implementation.<br />
Parte un nuovo programma “Internazionalizzazione <strong>Cicrespi</strong>”.
124<br />
2008<br />
1 Ottobre si inaugura <strong>il</strong> nuovo edifi cio “5”, è un “Green Bu<strong>il</strong>ding”<br />
ecologico che non produce CO2 e, oltre ai pannelli fotovoltaici<br />
ut<strong>il</strong>izza l’acqua di falda e scambiatori calore. Il primo<br />
edifi cio industriale di questo tipo nella zona est di M<strong>il</strong>ano.<br />
2005 Diploma Camera di Commercio di M<strong>il</strong>ano<br />
2006 Diploma Confi ndustria Attestato di Eccellenza
2006 Tedofori <strong>Cicrespi</strong>ni Liscate<br />
2008 Best Innovation Award SDA Bocconi<br />
2008 Sodalitas Social Award - Valorizzazione del Capitale Umano<br />
125
Indice<br />
Scritto pag. 5<br />
Dal 1910 la mission CICRESPI é: pag. 7<br />
Borghesia pag. 9<br />
Uomini e Paesi pag. 11<br />
M<strong>il</strong>ano pag. 13<br />
Ottocento pag. 15<br />
Colonie pag. 19<br />
<strong>La</strong> guerra pag. 21<br />
Mussolini pag. 27<br />
L’altro Carlo pag. 29<br />
Anno decisivo pag. 33<br />
Dopoguerra pag. 39<br />
Ribaltare pag. 45<br />
Racconta Monticelli pag. 53<br />
Anni Settanta pag. 61<br />
Risorse umane pag. 67<br />
Prodotto-evoluzione pag. 71<br />
Forze giovani pag. 75<br />
Le donne pag. 77<br />
Presente e futuro pag. 79<br />
Le fi glie pag. 83<br />
I Manager pag. 85<br />
Carlo: l’ultimo racconto, la prima vendita pag. 101<br />
Rotary pag. 103<br />
Titoli di coda pag. 109<br />
Famiglia pag. 111<br />
Mensa pag. 113<br />
Cronologia pag. 119
Carlo Monticelli<br />
PRESIDENTE
“...<strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong> progetta, produce, integra e garantisce<br />
assistenza di sistemi per identifi cazione,<br />
tracciab<strong>il</strong>ità e sicurezza, di prodotti, processi e<br />
percorsi. perc corsi. <strong>La</strong><br />
sua specializzazione, realizzata in<br />
collaborazione collaaborazion<br />
con i <strong>suo</strong>i partner internazionali,<br />
assicura assiicura<br />
sem sempre la soluzione di valore specifi ca<br />
per le esigen esigenze di ogni cliente, anticipando e favorendo<br />
vore endo le eevoluzioni<br />
tecnologiche e di mercato.<br />
Un’azienda, Un’ ’azienda, fra le leader nel mondo, fatta di<br />
uomini e ddonne<br />
che da un <strong>secolo</strong> ripercorrono,<br />
evolvono e ottimizzano l’intuito e l’impegno<br />
dei leader Crespi fondatori prima e di Monticelli,<br />
Bettetini, Tavecchia poi. Il presidente Carlo<br />
Monticelli fa capo alle due generazioni attuali,<br />
insieme alla fi glia Renata Monticelli Bettetini,<br />
amministratore delegato, a Carlo Tavecchia, a<br />
sua volta amministratore delegato, marito di<br />
Chiara Monticelli, motore per vent’anni della<br />
<strong>Cicrespi</strong>, scomparsa per malattia nel 2006. <strong>La</strong><br />
<strong>Cicrespi</strong>, per mercato, per fi losofi a, funzione e<br />
destino, non è solo un’azienda autoctona, è un<br />
micromondo che ha percorso la Storia italiana,<br />
interpretandola e adeguandosi alle vicende. <strong>La</strong><br />
sua attitudine “internazionale” fa valere questo<br />
concetto in chiave universale. Non si comprende<br />
in pieno la storia di questa azienda e di queste<br />
famiglie, se non le si pongono in un contesto che<br />
non solo riguarda <strong>il</strong> nostro Paese, ma si estende<br />
molto più lontano...”<br />
<strong>La</strong> <strong>Cicrespi</strong>, per arrivare a tutto questo, ha attraversato<br />
un <strong>secolo</strong> diventandone parte integrante.<br />
Per chi la guidava, adeguarsi, di volta in volta<br />
ai cambiamenti, spesso traumatici, che <strong>il</strong> Paese<br />
attraversava, non è stato fac<strong>il</strong>e: i primi anni del<br />
novecento, poi la Prima guerra mondiale, poi<br />
<strong>il</strong> fascismo, la Seconda guerra, la pace, <strong>il</strong> boom<br />
degli anni sessanta e poi i grandi cambiamenti<br />
delle epoche successive, infi ne la tecnologia e la<br />
globalizzazione. Questo libro racconta l’azienda<br />
e racconta la sua gente. A cominciare da quel<br />
1910, per approdare al <strong>secolo</strong> di vita
Euro 9,50<br />
Pino Farinotti è scrittore, critico e docente.<br />
Collaboratore delle maggiori testate nazionali<br />
della carta e della televisione, ha scritto<br />
libri di saggistica e dizionari che fanno testo.<br />
Ha fi rmato bestseller tradotti nel mondo che<br />
hanno ottenuto premi importanti (Bancarella,<br />
San Vidal, Maria Cristina, fra gli altri). Il<br />
Presidente della Repubblica lo ha nominato<br />
“benemerito della cultura”, uno dei più alti<br />
riconoscimenti del Paese.