ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI , fabbro, 1998 - Claudio Fabbro
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ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI , fabbro, 1998 - Claudio Fabbro
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negli ultimi anni col perfezionamento di esso metodo e ciò con esperimento fatti<br />
tanto in piccolo quanto in grandi proporzioni.<br />
Sussistono da ben 60 anni delle esperienze in fatto d'innestatura sul verde<br />
raccolte in Ungheria, le quali esperienze, ancorchè derivate da metodi d'innestatura<br />
vieti o antiquati, hanno talvolta dimostrato che da nesti erbacei infossati si ebbero<br />
mai sempre ceppi di vite ferati e durevoli, mentre i più vecchi nostri verdi sopra<br />
soggetti americani resistenti educati dalla Scuola enologica di Marburgo datano<br />
dall'anno 1875, vale a dire hanno l'età di 15 anni, e si mantennero fin da quell'epoca<br />
vigorosi e fruttiferi, massimamente perchè vi si erano adusati i metodi d'innestatura<br />
erbacea perfezionati.<br />
La maggior prerogativa dell'innesto erbaceo consiste però in ciò che, con quel<br />
mezzo, si possono ricostruire i vigneti più prestamente e con minor spesa. Un<br />
confronto coll'innesto sul legno gioverà a confermare in sin qui detto. Stando alle<br />
esperienze copiose che i francesi, maestri - come ognun sa - nello innesto sul legno,<br />
raccolsero con questo genere d'innestatura nel corso di 20 anni, si ricavano mediante<br />
l'innesto di maglioli sul legno, quali, ivi maggiormente si pratica per educare nesti in<br />
massa, dopo un anno di vegetazione in vivaio in media un terzo di nesti ben<br />
rimarginati, tali da porsi in vendita e buoni per nuovi impianti, il che vuol dire che<br />
sopra i 100 soggetti innestabili e altrettante marze si ottengono circa 33 nesti buoni i<br />
quali nelle attuali circostanze, che nemmeno in appresso si muteranno gran fatto,<br />
hanno il prezzo medio di f. 10 per ogni cento e rispettivamente di f. 100 per ogni<br />
mille nesti di guisa che i 10.000 nesti necessari per ricostituzione di 1 ettaro di vigna<br />
costerebbe 1000 fiorini, semprechè la merche sia inappuntabile o tutte le viti piantate<br />
attechiscano. Due terzi dei portainnesti fanno cecca e debbono calcolarsi perduti."<br />
"All'ordine del giorno c'è il quesito N.ro 5 che suona:<br />
Quali provvedimenti si rendono consigliabili o necessarii per agevolare la<br />
introduzione e la coltura di viti americane nei luoghi invasi o minacciati dalla<br />
fillossera?<br />
Ne riferisce il sig. dottore C. Canciani di Parenzo, esponendo quanto segue:<br />
(30)<br />
"Non vorrebbesi fissare una traccia distinta e ben marcata fra i provvedimenti<br />
consigliabili e necessari, poichè in un tema tanto complesso e concatenato, gli uni si<br />
confondano cogli altri per forza di cose. Se tuttavia, forse in guisa più scolastica che<br />
pratica e per corrispondere adeguatamente al quesito, vogliansi dividere i<br />
provvedimenti in consigliabili e necessari, riterrebbesi in primo luogo necessaria l<br />
'erezione di vivai locali di viti americane, nella guisa superiormente accennata, e ciò<br />
tanto nel territorio invaso quanto nell'ancora immune.<br />
E' superfluo del resto un cenno pel ritiro e provenienza del materiale destinato<br />
all'erezione di vivai americani in territorio immune, essendo fortunatamente risolto il<br />
problema, grazie alle accurate indagini e minuti rintracciamenti delle benemerito<br />
Società di protezione pella viticoltura austriaca ed all'interessamento scientifico e<br />
industriale di personalità superiori a volgare speculazione".<br />
"Se mi lecito in proposito di richiamarmi a circostanze locali, dirò ad esempio<br />
che la "vitis rupestris" adatta per eccellenza ai terreni bianchi calcareo-argillosi, potè